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ANNO VII . N . 9 .
Esce una volta al mese .
SETTEMBRE 1883 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, Di. 82, TORINO
SOMMARIO - I mentitori antichi e i mentitori moderni
- Il Secolo di Milano e l'Istituto di D . Bosco a To-
rino - Preavviso - Un Glorioso centenario e il nome
di Maria -- Collegi Salesiani raccomandati ai Coope-
ratori e alle Cooperatrici - Una lode non sospetta e
il Collegio di Randazzo - Benedizione della nuova
Chiesa di Maria Ausiliatrice in Buenos-Aires-Cenni
biografici di Suor Maria Maddalena Martini - La Pa-
tagonia e le terre Australi del Continente Americano
- Eccezione alla regola e una elegante raccolta di
poesie del Santo Padre Leone XIII .
I MENTITORI ANTICHI
E I MENTITORI MODERNI (1) .
Sin dal principio del mondo ebbero in-
cominciamento sulla terra due regni ; il
regno della verità e il regno della menzo-
gna . Ha il primo per autore e capo Iddio
e per sudditi tutti gli amici ed i figli suoi ;
ha il secondo per fondatore e per tiranno
il demonio, e si può definire : La famiglia
o la società, che abbraccia tutti i bugiardi
del mondo .
(1) Per la retta intelligenza di quanto veniamo trat-
tando diamo qui la definizione della menzogna . La parola
mnfeqzauotgdisr,vlcabotinm
ire contra mentem, andare contra la mente ; imperocchè
la menzogna è una parola o discorso contrario a ciò che
si pensa, ovvero è il dire una cosa che si crede falsa e
col proposito d'ingannare .
La calunnia è peggiore ancora, ed è quando si attri-
buiscono falsamente al prossimo colpe o cose disonore-
voli, che gli fanno perdere la buona riputazione . Tanto
la menzogna quanto la calunnia sono proibite da Dio e
dalla stessa legge naturale, perchè contrarie alla verità,
alla carità del prossimo, e al benessere dell' umano con-
sorzio .
Della esistenza di questo regnò, di que-
sta famiglia, di questa società satanica ci
è garante un Oracolo infallibile . - Voi a-
vete per padre il diavolo - diceva il divin
Salvatore ai giudei del suo tempo bugiardi
e calunniatori per eccellenza - voi avete
per padre il diavolo e volete soddisfare ai
desiderii del padre vostro : quegli fu omi-
cida fin da principio e non perseverò nella
verità ; conciossiachè verità non è in lui
quando parla con bugia, parla da pari suo ;
perchè egli è bugiardo e padre della bugia .
- Sono queste parole di Gesù Cristo, e per-
ciò di un'autorità irrefragabile .
Mentitore infatti e calunniatore fu il de-
monio fin dal principio della creazione . In
Cielo egli mentì agli Angeli, dando ad in-
tendere alla terza parte di loro che sareb-
bero eguali a Dio , e seco strascinandoli
alla colpa e alla eterna perdizione . Nel
Paradiso terrestre egli mentì ai nostri
Progenitori . - Mangiando di questo frutto,
no , voi non morrete , disse loro, nequa-
quam morte moriemini , ma sarete come
dei, et eritis sicut dii; - ecco la menzogna .
- Sa Iddio, ei loro soggiunse, che, man-
giandone, voi diventereste simili a Lui, e ve
lo proibì per gelosia ; - ed ecco la calun-
nia bestemmiatrice contro a Dio medesimo .
Colla menzogna adunque e colla calunnia il
diavolo perdette Adamo ed Eva nel corpo e nel-
l'anima, e così fu loro seduttore ed uccisore
ad un tempo : Ille homicida erat ab initio .

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D'allora in poi il padre della bugia cominciò
ad avere dei figli quaggiù. Il primogenito ne
fu Caino, che assai bene soddisfece ai desi-
derii del padre suo . Rammentiamo il modo,
che tenne coll'innocente Abele questo visi-
bile corifeo dei mentitori d.itusecol
Ei si presenta un giorno all' ingenuo fra-
tello, e, nascondendo il livore che gli rode
l'anima, gli dice con finto bel garbo e con
melate parole : - Vieni, Abele, ed usciamo
a respirare le aure benefiche dell' aperta
campagna ; - ed avutolo a sè barbaramente
lo uccide .
Nè quel crudele menti solo al fratello,
a fine di levarlo dal mondo, ma a Dio mede-
simo . Per dargli occasione a rientrare in
se stesso e pentirsi del commesso delitto ,
avendolo il Signore interrogato dove fosse
Abele, il fratricida Caino gli risponde con
insolenza : - Dove sia Abele non so : sono
io forse il suo custode ? Qui respondit:.ne
scio . Num custos fratris mei sum ?
Da quel giorno i discendenti di Caino
propagatisi di secolo in secolo concorsero
ad ingrandire vie più il regno della men-
zogna, accrebbero la società dei bugiardi ,
ingrossarono le orde dei figli del diavolo ,
intenti ognora ad opprimere i buoni, a dis-
farsi dei figli di Dio . E con quali armi ?
Sempre colle armi dei padri loro : l'invi-
dia, l' odio, la crudeltà, la menzogna, l'i-
pocrisia, la calunnia, il tradimento e via di-
cendo . Eccone alcune prove .
Portandoci a traverso degli antichi secoli,
noi udiamo il più sapiente dei re a deplo-
rare cogli accenti del più intimo dolore la
prepotenza dei calunniatori del suo tempo
e le amare lagrime , che facevano versare
agli innocenti colle loro menzogne e colle
loro violenze : Vidi calumnias, quae sub sole
geruntur, et lacrymas innocentium, et ne-
minem consolatorem . A tal vista ei fu si
tocco , che preferì la condizione dei morti
a quella dei viventi : Et laudavi magis mor-
tuos quam viventes . - Il profeta Isaia due
secoli dopo ci mette sotto gli occhi la ini-
qua condotta dei tristi dei giorni suoi, e ce
li descrive baldanzosi siccome alleati del-
l' inferno, confidenti nella menzogna e da
questa protetti . -Abbiamo fatto una conven-
zione coll' inferno , andavano dicendo , e
quando venga il flagello non arriverà a noi,
perché ci siamo affidati alla menzogna e la
menzogna ci protegge : Posuimus menda-
cium spero nostram, et mendacio protecti
sumus . - E prima di Salomone e del veg-
gente Isaia il pazientissimo Giobbe dallo
strame dei suoi dolori lamentava lo strazio,
che di lui facevano i suoi falsi amici, e giu-
stamente li chiamava fabbricatori di men-
zogne, fabricatores mendacii.
E chi tutte potrà ridire le oppressioni e
le calamità sofferte dagli innocenti per causa
delle menzogne e delle calunnie? Per la
calunnia d'impudica padrona Giuseppe il ca-
sto, figliuolo del Patriarca Giacobbe, in Egitto
è cacciato in prigione ; per la calunnia di
due scellerati mentitori l'innocente Naboth è
privato della vita come bestemmiatore ; per la
calunnia di due disonesti vecchioni la casta
Susanna è in procinto di perire sotto una
grandine di sassi ; per la calunnia d'invi-
dìosi cortigiani Daniele in Babilonia è get-
tato nella fossa dei leoni ; e cosi via via .
Anche nei secoli cristiani i fabbri di menzo-
gne e di calunnie non difettarono mai . Che
cosa non fecero essi contro a Gesù Cristo
medesimo ? I Farisei, i Sadducei, gli Scribi,
i quali erano i settarii , gli increduli, e i
giornalisti di allora , cercarono sempre di
avvilire il divin Maestro agli occhi del
popolo, rappresentandoglielo siccome nemi-
co ; colle più sinistre insinuazioni, colle men
zogne e colle calunnie lo dipingevano quale
un bestemmiatore, un indemoniato, un in-
temperante nel mangiare e nel bere, quale
un violatore della divina legge , quale un
amico e fautore dei peccatori e delle pec-
catrici ; colle menzogne e colla calunnie lo
tradussero come ribelle alle Autorità poli-
tiche , come un rivoltoso , come un sedut-
tore ; insomma colle menzogne e colle ca-
lunnie riuscirono a farlo giudicare reo di
morte e mettere in croce tra due ladroni .
Non mai il regno della menzogna aveva
conseguito un più splendido trionfo, seb-
bene apparente ; non mai come allora il
diavolo era stato meglio servito dai figli
suoi .
Scomparso Gesù Cristo dalla terra, e fat-
tosi impassibile ed immortale negli splen-
dori della sua gloria, le armi della menzo-
gna si rivolsero contro i suoi discepoli, contro
i Sacerdoti, contro i Vescovi, contro i Papi,
contro la Chiesa Cattolica . Primo a soccon.-
bere fu santo Stefano, vittima appunto di false
accuse mossegli dagli ebrei libertini . Dopo di
lui milioni di Cristiani di ogni sesso e con-
dizione furono immolati sull'ara della men-
zogna e della calunnia .
Per compiere questo barbaro e satanico sa-
crifizio subentrarono ben presto i pagani ,
poscia gli eretici, indi gli apostati, gli incre-
duli, le sette tutte a Dio nemiche ed ai Santi
suoi . Colla menzogna e colla calunnia inau-
gurò la persecuzione contro ai Cristiani l' im-

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peratore Nerone, che aveva già condannato inondazioni del -Tevere, or colla siccìtà, or
ad ingiusta e crudel morte migliaia di cit- i colla fame, or colla peste, or colla guerra,
tadini, fra cui Britannico suo fratello, Agrip- or col terremoto ? - E la menzogna e la
pina sua madre, Ottavia sua moglie e il fi- calunnia in coro gridavano da tutte parti
losofo Seneca suo maestro . Principe crudele - Tanti malanni ci cadono addosso per causa
e pazzo, egli fece appiccare il fuoco a pa- dei Cristiani empii e scellerati . - Che fa-
recchi quartieri di Roma, vietando severa- remo adunque di questi seguaci di Cristo?
mente che si smorzasse ; e l'incendio durò - E la menzogna e la calunnia con mille
sei giorni . Era suo intento di distruggere e mille bocche dagli scaglioni degli anfi-
la città, per aver poscia il vanto di rifabbri- teatri alzavano un grido colossale : -- I Cri-
carla più bella e sontuosa, e per tal modo stiani si diano, in pasto al leone : Christiani
immortalare il suo nome . Accortosi poi che ad leonem . - Per ribattere cotali menzogne
quel disastro metteva il colmo alla indigna- e calunnie lanciate contro i Cristiani, sorsero
zione dei Romani contro di lui, che cosa fin da quel tempo valorosi avvocati ; di qui
fece Nerone ? Ricorse alla bugia ed alla ca- le eloquenti apologie di Quadrate, di Milziade,
lunnia, riversò la colpa dell'incendio sopra di Aristide, di Atenagora, di Giustino e di Ter
i Cristiani, incitò la plebe contro di loro, e tulliano . Quest'ultimo sul principio del terzo
prese a farli morire egli stesso nei più bar- secolo della Chiesa nel celebre suo Apolo-
bari modi : Abolendo rumori, scrive Cor- getico rimproverava i Magistrati del romano
nelio Tacito storico pagano, Nero subdidit impero scrivendo : - Voi ci chiamate faziosi ;
reos, et quaesitissimis paenis afecit, quos e non siamo. Il nome di fazioso per lo contra-
vulgus Christianos appellabat . Alcuni co- rio a coloro ben si conviene, che cospirano in
perti di pelli di fiera li faceva sbranare odiare i buoni e gli uomini dabbene, a co-
dai cani ; altri vestiti di panni intonacati loro che gridano contro il sangue degli in-
di pece e di zolfo li bruciava vivi nei suoi nocenti , e per difesa dei proprio odio si
giardini ad uso di fanali durante la notte ; non coprono colla falsità, giudicando che i Cri-
pochi furono crocifissi, moltissimi lapidati stiani sieno la cagione di ogni pubblica stra-
dalla plebaglia . Lo spettacolo era così or- ge, di ogni popolare disastro . Se il Tevere
rendo, che gli stessi gentili ne provavano gonfio monta sopra le muraglie, se il Nilo
compassione. Il prefato storico , quantun- non sormonta i seminati , se il cielo non
que avverso aì Cristiani, di cui ignorava la manda la pioggia, se la terra trema, se la
religione, pure nel libro xv de' suoi Annali fame, se la peste ne assale, subito si gri-
condanna Nerone, e scrive che moveva a da : -- i Cristiani si gettino al leone. --
pietà vedere perire tanta gente non per u- Ecche? Prima che sorgessimo noi Cristiani
tilità pubblica, ma in ossequio alla crudeltà non succedevano forse già consimili infor-
di un solo : Unde miseratio oriebatur , tam- tunii? Cessate adunque dal calunniarci .,
quam non utilitate publica , sed in saevi- cessate dalle vostre ingiustizie . -
tiam unius absumerentur.
A meglio divulgare ed autenticare tra il
La pagana persecuzione contro i seguaci popolo queste ed altrettali menzogne si e-
del divin Nazzarenó, cominciata dal più cru- rigevano pure nelle varie città dell'impero
dele degli imperanti colle menzogne e colle cattedre di pestilenza ; e Celso, e Luciano, e
calunnie , si continuò nel romano impero Porfirio, e Giuliano l' apostata e cento al-
colle arti dei mentitori e dei calunniatori . tri, assunto il pallio del filosofo, scrivevano
- Che cosa fanno i Cristiani? si doman- libri contro la dottrina di Gesù Cristo, con-
dava nei tre primi secoli dai giudici pagani ; tro il Vangelo, contro gli insegnamenti della
e la menzogna e la calunnia per bocca dei Chiesa, e tante menzogne e calunnie fab-
sofisti, dei proconsoli, dei prefetti, dei sa- bricarono, da somministrarne abbondante-
cerdoti idolatri rispondevano : -- I Cristiani mente a tutti gli empii dei secoli posteriori .
congiurano contro l'impero e l'imperatore ; Ai pagani successero gli eretici . E, per
i Cristiani sono nemìci della patria ; i Cri- essere brevi, che cosa non fecero gli Ariani
stiani commettono tra di loro inaudite in- contro il grande sant'Atanasio Patriarca di
famie : tra gli altri delitti di questo ancora Alessandria? Per quasi un mezzo secolo essi
si macchiano : nelle religiose loro adunanze non indietreggiarono mai dinanzi ad alcuna
prendono un bambino, lo mettono sull' al- menzogna e calunnia ; per rapirgli l'onore
tare , lo scannano, lo coprono di farina , gli impostori andarono tant'oltre da pagare
indi fattolo a pezzi se lo distribuiscono e persone di mala vita a deporre il falso contro
se ne cibano . - Perchè mai il Cielo è sde- la sua onestà ed illibatezza .
gnato e colpisce Roma e l'impero or colle Troppo a lungo ci condurrèbbe il passare

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qui a rassegna anche solo i principali men-
titori e calunniatori sorti sino ai giorni no-
stri ; e perciò decliniamo il grave cómpito .
Ci basti solo il ricordare il banderaio dei
mentitori e calunniatori moderni , il fami-
gerato Voltaire . Dotato di non comune in-
gegno, come ingegnosissimo è pure Luci-
fero, padre di tutti i mentitori passati, pre-
senti e futuri, costui nella folle lusinga di
schiacciare, come ei si esprimeva, la reli-
gione di Gesù Cristo, e bandirla dal mondo,
scrisse opere molte a dileggio di ogni sacra
cosa, cominciando da Dio sino alla minima
cerimonia della Chiesa Cattolica . I libri suoi
sono un emporio di empietà, di sacrileghe
buffonate, di menzogne e di calunnie contro
la Sacra Scrittura, contro il Figliuolo di Dio,
contro la Chiesa sua Sposa, i Papi, i Vescovi,
i Sacerdoti, i religiosi, le sacre vergini e via
dicendo ; così che da un secolo a questa
parte tutti i nemici di Dio ricorrono agli
scritti di Voltaire come a fonte inesausta .
Ora questo infelice, temendo di non poter
riuscire da solo nel suo infernale disegno,
stimolava pure gli amici suoi nella scelle-
rata impresa ; ed ecco il metodo di batta-
glia, che loro insegnava il 21 ottobre del
1736 : - Bisogna mentire come un dia-
volo, né già timidamente né per un tempo,
m a arditamente e sempre . Mentite, amici
miei, mentite (1) . - E non sembra egli di
udire il demonio, il padre della menzogna
ad incitare gli spiriti di abisso contro i fi-
gli della luce, contro i cultori della verità ?
Gli scolari impararono assai bene la le-
zione del maestro, e la posero e la pon-
gono in pratica . Oggidì soprattutto i nemici
della Chiesa e del Sacerdozio cattolico pare
che abbiano fatto incidere la famosa lezione
sui loro scrittoi e sulla punta delle loro penne,
per averla ognora sotto gli occhi nel ver-
gare le pagine dei loro libri, e le colonne
dei loro giornali . E in forza di questa dia-
bolica lezione che tanti bugiardi scrittori
compongono oggidì commedie e tragedie
oscene, affibbiando i vizi del proprio cuore
depravato alla memoria veneranda di Sa-
cerdoti e di laici intemerati e santi . E in
forza di questa lezione che spudorati giorna-
listi in Italia, in Francia, in Austria, in Ger-
mania e in tante altre contrade del mondo,
inventano ogni dì cose nefande ed azioni
scellerate a carico dei Prelati di Santa
Chiesa, e le vendono come verità alla in-
cauta plebe. E in forza di questa lezione
che un tal Léon Taxil ebbe la sfrontatezza
di versare il fango de'suoi vituperii contro la
(1) Lettera a Thiriot .
vita purissima dell' angelico Pio IX, e ciò
in piena luce del secolo XIX , e sotto gli
sguardi di . migliaia di testimonii, pronti a
ricacciargli in gola l' infame e vile ca-
lunnia, per cui venne condannato dai Tri-
bunali. E in forza di questa lezione ancora
che una turba di scrittorelli venduti alla
setta gridano ogni giorno la croce addosso
all' attuale sapientissimo Pontefice Leone
XIII , ai Vescovi , ai Sacerdoti , ai Cat-
tolici di buona lega , dipingendoli come
nemici della patria , come nemici dei Go-
verni, ed esponendoli al ludibrio della bassa
plebaglia . E in forza di questa lezione infine,
che da qualche tempo in qua si costitui
tra certi storici come una trama, come una
infernale congiura per falsificare i fatti, per
tacere gli eventi gloriosi della Chiesa Cat-
tolica e dei Romani Pontefici, per propalare
invece antiche favole e sogni di pervertite
menti, e per dare sinistra interpretazione alle
intenzioni ed ai lodevoli sforzi di uomini
grandi per pietà ed incrollabile attaccamento
alla Religione e all'Apostolica Sede ; con-
giura già così bene ordita che ormai la
storia e in grande e in piccolo da maestra
della vita, come un dì la chiamava Marco Tul-
lio Cicerone, è divenuta scuola d'inganno, di
seduzione e di empietà (1) . Si, mentire come
un diavolo contro la Chiesa, contro i ministri,
contro i figli suoi, ecco il programma delle
empie sétte ; ecco la parola d'ordine , che
scorre per le sataniche loro file ; ecco il
grido di guerra, che si solleva dai loro ac-
campamenti . Davvero, il regno della men-
zogna pare giunto all'apogéo della sua po-
tenza, e la Chiesa Cattolica e il Papa ed i
suoi devoti avrebbero motivo a temere di
esserne sopraffatti , se non li rinfrancasse
divinamente la infallibile parola di Colui ,
che disse : Portae inferi non praevalebunt :
Le porte dell'inferno non prevarranno con-
tro di voi : abbiate fiducia : io le ho vinte
Ego vici mundum .
I mentitori e i calunniatori possono bensì
tribolare la Chiesa ed i figli suoi, come Sa-
tana ed i falsi amici tribolarono il povero
Giobbe ; ma la verità e la giustizia finiranno
per trionfare anche su questa terra, ed i
loro nemici periranno, secondo il divino
(1) Era già scritto e composto questo articolo sui men-
titori, quando comparve alla pubblica luce una stupenda
lettera del nostro Santo Padre Leone XIII agli Em
Cardinali De Luca, Pitra e Hergenroether, nella quale
trattando dell'insegnamento della storia pone sott'occhio
le arti mendaci, con cui da molti oggidì la si scrive, e
suggerisce i mezzi per opporre un rimedio efficace a tanto
male . La lettera è in data del 18 passato agosto ed è un
capolavoro, come sono tutti i documenti, che escono dalla
gran mente del sapientissimo Pontefice .

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oracolo : Tu perderai, o Signore, tutti quelli
che parlano la menzogna : Perdes omnes
qui loquuntur mendacium .
Ma per quanto comune ed in voga sia
oggidì la menzogna non è, nè sarà mai che
dessa non venga giudicata l'obbrobrio delle
genti incivilite ; imperocchè per principio
di natura l' uomo ama la verità ed ha in
orrore la bugia . Per questo principio na-
turale Demostene diceva : - Quando vedete
una vipera, tosto la schiacciate ; c osi far
dovete al calunniatore, che ha pur natura
di vipera . - E l'imperatore Traiano aveva
talmente in orrore i calunniatori, che li fa-
ceva bastonare in pubblico, o li relegava
in qualche isola deserta, oppure li vendeva
come schiavi .
In virtù di questa legge scolpita dal
dito di Dio in fondo del cuore umano quei
medesimi, che mentiscono sapendo di men-
tire, cercano per lo più di coprire le loro
menzogne col manto della verità ; e gli uo-
mini più perduti e disonorati si tingono
pur di rossore , quando sono convinti di
essere bugiardi . Dal canto suo la gente
dabbene compatisce al peccatore, ma ab-
borre dal mentitore, e non vuole avere da
fare con lui - E' meglio il ladro che il men-
titore, dice lo Spirito Santo, e prosegue : -La
vita dei mentitori è una vita senza gloria,
e la confusione è loro compagna indivisibile
Potior fur quam as iduitas viri mendacis:
mores hominem mendacium sine honore,
et confusio illorum cum ipsis sine inter-
missione . -
Provvida legge del Creatore è questa, e
sostegno del buon ordine sociale . Ad essa
vogliamo qui fare appello, per segnalare
alla riprovazione di tutte le persone oneste
la condotta di un giornale mentitore e ca-
lunniatore, che da vero volteriano si fece
in questi ultimi giorni eco di scellerata
menzogna , ricusò di smentirla come do-
veva , mise in non cale ogni legge divina
ed umana, ingannando studiosamente i suoi
lettori in odio al Sacerdozio ed alla causa
cattolica . Racconteremo il fatto nell'articolo
seguente, dimostrando vie meglio che i men-
titori presenti non la danno per vinta ai
mentitori passati .
del Conte Enrico di Chambord gravemente infermo,
il quale da parecchi anni colla piissima sua con-
sorte , l'arciduchessa Maria Teresa di Este , mo-
stravasi uno dei più caritatevoli benefattori dei molti
giovanetti poveri ed abbandonati, raccolti nei no-
stri Ospizi d'Italia e di Francia .
O fosse per le grandi e calde preghiere, che da
tutte le città di Francia s'innalzavano in quei giorni
al Cielo per la guarigione dell'augusto infermo, o
fosse per la benedizione di Maria Ausiliatrice impar-
titagli da D . Bosco, il fatto si fu che da quell'i-
stante il malato, che qualche giornale già dava per
agonizzante e morto, prese tale un miglioramento,
che parve un prodigio .
Questo fatto inaspettato , che rallegrò tutti i
buoni e gli amici dell'ordine, irritò in quella vece
i nemici della Religione e della legittima causa .
Còstoro qualche giorno innanzi eransi beffati delle
preghiere, delle messe , dei pellegrinaggi che si
facevano per ottenere la sanità al nobile Conte ,
beffati dell' acqua della grotta di Lourdes inviata
all'infermo, beffati di Dio, della Madonna, dei Santi
e dei miracoli ; anzi ritenevano per così certa e
vicina la morte dell'ottimo Principe, che già si
preparavano a tesserne la necrologia .
Quando invece lessero i telegrammi, che coll'ar-
rivo di D . Bosco a Frohsdorf annunziavano un re-
pentino miglioramento nel Conte ; quando ebbero
sotto gli occhi i bollettini medici , che facevano
sperare una vicina convalescenza ; quando special-
mente ricevettero la notizia dai giornali austriaci
e francesi , che il moribondo , poche ore dopo di
aver ricevuto da D . Bosco la benedizione di Maria
Ausiliatrice, il 15 di luglio, festa di sant' Enrico
e suo giorno onomastico, erasi alzato di letto ed
aveva fatta una improvvisa comparsa nella sala da
pranzo, e bevuto alla salute dei commensali ; quando
conobbero tutto questo e videro che non v'era più
modo a dubitarne, andarono su tutte le furie, so-
prattutto perché costretti ad ammettere un fatto
straordinario e fors' anco miracoloso, a cui come
increduli ed atei non volevano prestar fede, e ne-
gavano a priori la stessa possibilità . Allora non po-
tendo più frenare la stizza, per la toccata disdetta,
se la presero primieramente contro il Conte di
Chambord . Essi lo accusarono di essersi finto am-
malato per dare poscia a credere di essere stato
guarito miracolosamente, e così eccitare in suo fa--
vore la simpatia dei Francesi e facilitarsi la via
al trono, quasi che i più celebri medici di Austria
e di Francia non solo monarchici, ma repubblicani,
come il Dottor Vulpian decano della facoltà me
dica di Parigi, i quali lo avevano per più giorni
visitato e fatto vani consulti sopra la sua persona
fossero stati tanti citrulli, da non sapere distin
guere un malato vero da un malato finto (1) .
« IL SECOLO » DI MILANO
E L'ISTITUTO DI DON BOSCO A TORINO .
I Cooperatori e le Cooperatrici sanno che nella
metà del mese di luglio il nostro D . Bosco fu chia-
mato al castello di Frohsdorf in Austria al letto
(1)Losfacitrdmeno,cuilgrnasmo,i
credulo ed empio negò ultimamente la malattia, indi il'
miglioramento del Conte di Chambord, ci diede una
qualche idea di ciò, che praticarono gli Ebrei, quando
ebbero a convincersi che il nostro divin Salvatore Gesù
Cristo, da loro fatto morire in croce, era veramente ri-
sorto dal sepolcro glorioso e trionfante . Per non ammet-
tere il miracolo ed evitare i rimproveri del popolo in-
gannato, ancor essi sognarono una finta risurrezione, e a
voce e per iscritto spacciarono tra la plebe che gli Apo-
stoli ne avevano rubato e nascosto il corpo, mentre le

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Dopo avere per alcuni giorni distillata la loro
bile contro al malato guarito a loro dispetto , i
giornalisti settarii si rivoltarono contro al povero
D . Bosco, siccome causa di tutto il male, per avere,
colla sua visita e colla sua benedizione, contribuito a
quella guarigione , per loro così inopportuna . E
che fecero essi contro Don Bosco? Per recargli più
grave dolore e maggior danno inventarono e spac-
ciarono ai quattro venti una vile calunnia contro il
suo Istituto di Torino . Pubblicarono che mentre egli
si trovava a Frohsdorf erano succeduti nell' Ora-
torio di S . Francesco di Sales fatti tali da obbli-
gare l'autorità giudiziaria ad intervenirvi ; che per
guardie di Pilato, che ne custodivano la tomba, erano
immerse nel sonno! Ma come potete mai ragionevolmente
supporre che tanti soldati posti a guardia si fossero tutti
addormentati? E dato anche che per debolezza o stan-
chezza si fossero abbandonati al sonno, come è mai pos-
sibile che nè anco uno si fosse svegliato al rumore, che
avrebbero dovuto fare i discepoli per dissuggellare e sco-
prire il sepolcro chiuso da grossa pietra, penetrarvi
dentro, estrarne il corpo di Gesù Cristo? Ma queste vostre
sono davvero invenzioni di una mente insana . -- Nulla im-
porta, dissero gli E brei d'allora, purchè si neghi in qualche
modo il fatto . - Poco dissimile da questa è la condotta
dei giornali settarii circa la malattia e la guarigione
del Conte di Chambord . Come è mai possibile che tanti
medici non siansi accorti della finzione ? Come è possi-
bile che tanti visitatori non abbiano scorta la frode e
dalla sua voce, e dal colorito e via dicendo? Eppure il detto
giornalismo piuttosto di ammettere un fatto più o meno
soprannaturale e rinunziare alla sua empietà , rinunzia
piuttosto alla ragione e cade nella follia . Davvero! Siamo
d'avviso che se la Risurrezione di Gesù Cristo accadesse
ai tempi nostri , e nelle stesse circostanze , la Gazzetta
del Popolo di Torino, il SecolodCaipMtleno,
Roma e cento altri la negherebbero non meno sfacciata-
mente che gli antichi Ebrei .
OSSERVAZIONE .
Queste linee erano già scritte e in mano del tipo-
grafo, quando il 24 dello scorso agosto, per nuovo ma-
lore, succedeva realmente la morte dell' augusto Prin-
cipe, nella cui preziosa esistenza si concentravano tante
umane speranze . Dobbiamo perciò soggiungere qui una
breve osservazione .
Il miglioramento dell' illustre infermo dal 15 luglio
al 4 di agosto fu indubitabile . Ciò è tanto vero che i
medici avevano cessato di pubblicare i bollettini sanita-
rii del Conte di Chambord, ed egli aveva già riprese le
primiere occupazioni, riceveva in udienza , leggeva la
corrispondenza e i giornali , andava al passeggio e si
prendeva per alcune ore il sollievo della caccia . Un te-
legramma da Vienna allo Standard di Londra diceva
che dopo mezzodì del 4 agosto il Conte era andato nel
suo parco e col fucile alla mano aveva data la caccia ad
un cervo, e lo uccideva . Pochi giorni dopo e nella notte
dall' 8 al 9 di agosto il Principe ricadde malato, e dopo
aver ricevuti tutti i conforti della Religione , tra cui la
Estrema Unzione come nel mese innanzi, rendeva a Dio
l' anima sua nella vigilia della festa di S . Luigi re di
Francia suo glorioso antenato, di cui era l' ultimo di-
scendente .
La Vergine Maria lo volle prima quasi ristabilito per
far risplendere la valida sua intercessione ; ma poscia,
siccome l'illustre Principe era maturo pel Cielo, così la-
sciò che si compiessero sopra di lui gli alti disegni di Dio,
il quale a sè lo chiamò per cingergli una corona . che niuno
gli strapperà dal capo . Aveva 63 anni , essendo nato il
29 settembre del 1820 .
Tanto nel corso della malattia, quanto dopo la morte
del compianto Principe noi abbiamo pregato e fatto pre-
gare i nostri giovanetti per lui ; nè di ciò paghi cogliamo
di buon grado la presente occasione, per raccomandare
l'anima sua ai suffragi dei nostri lettori, ricordando loro
che il Conte di Chambord fu non solo un buon cattolico,
ma un generoso benefattore dell'umanità e il padre dei
poveri .
cagione di misfatti nefandi erasi sviluppata una ma-
lattia contagiosa ; e si finiva collo spargere l'al-
larme tra le famiglie dicendo : - Padri e madri,
aprite gli occhi ; badate a quali mani affidate l'e-
ducazione dei vostri figli ; i Preti sono i corrom-
pitori della gioventù - e così via via .
Cominciò lo smercio della nera calunnia la Gaz
z etta del Popolo di Torino, la quale, avendo invo--
cato il concorso della stampa , si vide ben tosto
assecondata da tutto il giornalismo anticattolico . Non
furono meno di cinquanta i giornali di sua risma, i
quali si fecero organi della bassa menzogna, strom-
bazzandola per tutta l'Italia dalle Alpi al Lilibeo,
da Susa a Marsala . Tra questi annoveriamo il La-
voro di Spezia e il Secolo di Milano , col quale
abbiamo ora particolarmente da fare .
Appena reso consapevole del doloroso fatto , il
Sac . D . Giuseppe Lazzero, a cui D . Bosco affidava
l'immediata direzione del suo Istituto, scrisse to-
sto lettere ai prefati giornali, domandandone l'in-
serzione per ismentire la falsa notizia . La Gazzetta
del Popolo ed il Lavoro le pubblicarono, ma il
Secolo di Milano vi si rifiutava .
In vista di questo riprovevole contegno il Sa-
cerdote Lazzero, dopo due settimane, gli inviava
una seconda lettera raccomandata, coll'obbligo al-
l'uffizio postale di Milano di farsi rilasciare formale
ricevuta dal mandatario o da chi per esso . Il Se-
colo riceve la lettera, rilascia l'attestato, ma del
pubblicare la prima o la seconda lettera nè anco
per sogno . E se non é questo il fiore dell' onestà
quale sarà mai ?
La legge sulla stampa all'articolo 43 dice : -
I gerenti saranno tenuti d'inserire, non più tardi
della seconda pubblicazione successiva al giorno in
cui le avranno ricevute, le risposte o dichiarazioni
delle persone nominate o indicate nelle loro pub-
blicazioni . L'inserzione della risposta deve essere
intiera e gratuita . Il rifiuto e la tardanza ad ac-
cettare o pubblicare le dette risposte verrà punita
con una multa non minore di lire 100 e non mag-
giore di lire 1,000 . - E l' articolo consecutivo
soggiunge : - Rimarrà, non ostante questa multa,
salvo il diritto a promuovere ogni azione che po-
tesse competere al Ministero pubblico, o ai terzi
contro all'articolo a cui si sarà risposto . -
Sì, esiste la legge ; ma il Secolo dice : - lo sono
superiore alla legge, e me la metto sotto i piedi .
Oltre la legge civile esiste la legge di natura,
esiste un principio di onestà che detta : - Uomo,
qualunque tu sii , o civile o barbaro , non diffa-
mare il tuo simile, e quando in buona o mala fede,
con bugie o calunnie l'hai discreditato, ritratta la
parola, ripara l'onore, rimetti a posto la verità .
- Ma il Secolo risponde : Così deve fare l'uomo
onesto, così fanno persino i Gallas dell'Africa e i
Patagoni della Terra del Fuoco ; m a io che vivo
a Milano, nella capitale morale d' Italia, io fo al-
trimenti, io mentisco, io calunnio, io diffamo, e non
mi ritratto, se non quando e come mi pare e piace .
- Ed ora giudicate voi, o lettori, a quale tribù
della terra possa appartenere il Secolo di Milano .
Ma bada , o Secolo , che dopo di aver letta o
udita la falsa notizia da te data contro l' Istituto
di D . Bosco varie famiglie furono inquiete sulla

1.7 Page 7

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sorte dei loro figliuoli ivi collocati o da collocraarcsci o. - mandate e che egli, invece di pubblicare , come
ed alcune stettero in forse se potessero condurveli era obbligato, nascose nel suo farsetto .
ancora . - Tanto meglio, ripete il Secolo : è appunto In data del 25 luglio il Direttore dell'Istituto
questo ciò che io intendeva di conseguire . D . Bosco così gli. scriveva
è un Prete Cattolico : la educazione che egli im-
parte alla gioventù è una educazione cristiana ; e
io, che nelle mie colonne mi adopero a farla finita
Torino, 25 luglio 1883 .
PREG .MO SIG. DIRETTORE,
colla Chiesa e colla religione di Gesù Cristo, vor-
rei che le Case di Don Bosco e tutte quelle che
loro rassomigliano fossero deserte di giovani . Per
ottenere questo scopo io ed i miei colleghi del gior-
nalismo, se negli Istituti di nostro gusto succedono
realmente disordini riprovevoli ed anche immorali,
li copriamo col manto della discrezione ; e per lo
stesso fine , giacchè nei Collegi clericali simili infa-
mie o non succedono mai o succedono di rado, così
noi ve le affibbiamo in ossequio alla menzogna .
Perciò non isperate che io ritratti a dovere la
Nel suo giornale, Il Secolo, del 22-23 del cor-
rente luglio , la S . V . in una corrispondenza da
Torino ha pubblicato - che nell' Istituto di Don
Bosco sarebbero avvenuti fatti e scene scandalose
- che l' autorità ha ordinato un' istruttoria , e
che - vi serpeggia una malattia contagiosa e del
genere di quelle, che si vogliono più che è possi-
bile tenere celate . - Tre accuse, come si vede,
molto gravi .
Or bene, in qualità di Direttore di questo Isti-
tuto sono in grado e ìn dovere di dichiarare che
falsa notizia divulgata a danno del vostro istituto,
anzi siatemi riconoscenti che non ve ne attribuisca
delle altre . -
Ma, Secolo mio, osserva ancora che questo tuo
procedere oltre che è ingiusto, illegale, disonesto,
è ancora da ingrato . Tu hai sempre sulla bocca e
sulla penna il benessere del popolo, spieghi g rande
zelo per migliorarne la condizione, fingi di com-
patire alle miserie de' suoi figli, e poi ripaghi con
menzogne e calunnie un uomo, che da oltre a 40
queste accuse non hanno ombra di fondamento, e
perciò V . S . fu tratta in inganno dal suo corri-
spondente .
Prego pertanto la S . V . che nella sua lealtà
voglia in un prossimo numero del Secolo dare luogo
a questa mia lettera , onde venga cancellata dal-
l'animo dei suoi lettori la sinistra impressione, che
possono aver riportato da quella corrispondenza .
Nella fiducia di questo atto di giustizia ho l'o-
nore di professarmi con tutta stima
anni consacra la sua vita a vantaggio dei figli di
questo popolo diseredato ? Un uomo, che raccoglie
Di V . S . Preg.ma
Dev .mo Servitore
dalle piazze migliaia di poveri orfanelli, che pro-
fonde le sue sostanze, che va a battere alla . porta
del ricco, onde avere di che vestirli e nutrirli, che
Sac . GIUSEPPE LaZZERO
Direttore .
prodiga verso di loro le cure di un padre amorevole,
dando agli uni un'arte o mestiere, somministrando
a ali altri i mezzi da coltivare l'ingegno, per ren-
derli così capaci di guadagnarsi un pane onorato,
ed essere utile alla famiglia ed alla patria? Un
uomo , che molti degli stessi liberali di miglior
Il Secolo continuando a dormire, gli venne di-
retta la lettera seguente, sperando che si sarebbe
svegliato .
Torino, 9 agosto 1883.
PREGmO SIG . DIRETTORE DEL Secolo,
conto portano alle stelle e desiderano che sia dei
loro ? Un uomo, che Cavour e Rattazzi e, si può
dire, tutti i ministri , che da 30 e piè anni in
qua si succedono nel Governo della pubblica
cosa, stimarono ed onorarono come rappresentante
della vera filantropia , e per questo rispettarono
i suoi principii prettamente cattolici , quantunque
contrarii ai loro ? E non é questa tua, o Secolo,
la più nera delle ingratitudini ? - Ma che grati-
In data del 25 n . p . luglio io spediva alla S . V .
preg .ma in lettera raccomandata una rettificazione
ad una falsa notizia, pubblicata da Lei (credo in
buona fede) nel Secolo del 22-23 del medesimo ;
notizia, la quale tornava a scredito di questo Isti-
tuto, che il Sig . D . Bosco affidava alla mia di-
rezione . Il giorno stesso una consimile rettifica io
faceva tenere alla Gazzetta del Popolo di Torino .
Questa aveva la cortesia di dare tosto luogo nelle
tudine ! risponde ilS.mecAoldaitrn
più caro che i figli del popolo basiscano dalla fame
e dal freddo, mi è spettacolo più gradito il vederli
scorrazzare per . le vie e per le piazze, a crescere
nell'ozio e nel vizio, a cadere anche nella prigione
sue colonne alla mia lettera ; ma fin qui, non mi
consta che il Secolo lo abbia fatto .
Per la quale cosa mi trovo nell'obbligo di rin-
novarle la stessa domanda, poichè le dico schietto
che in questo Istituto di D . Bosco non avvennero
eandrlga,piutoschearlistu
educati , inciviliti dal Prete Bosco . Perciò niuna
gratitudine né sento nè debbo professargli . Per lui
epiarsuonhltrpogamseuir
fuori di quello lasciatomi da Voltaire : Mentite ,
amici miei, mentite come un diavolo . - Così ri-
sponde il Secolo col fatto, se non colle parole .
quei fatti che Ella accennò, nè si manifestarono
malattie contagiose , nè alcuna autorità governa-
tiva venne a farvi inspezioni e formare instrut-
torie .
Spero che V . S . vorrà compiacersi di fare que-
sta rettificazione, affinchè sia cancellata dall'animo
dei suoi lettori ogni sinistra impressione ad ingiu-
Lettere scritte al SECOLO .
sto danno di persone, che consacrano la loro vita
a vantaggio dei figli del popolo . Dinanzi alla ve-
Affinché i lettori si persuadano viemmeglio che rità e alla vera filantropia deve smorzarsi ogni ira
questa per appunto è la condotta del Secolo, diamo di partito .
qui le due lettere , che gli furono spedite
Qualora poi mi vedessi tuttavia deluso in questa

1.8 Page 8

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mia speranza mi troverei costretto a ricorrere ad
altri mezzi, onde ristabilire la verità , mezzi che
mentre riuscirebbero a me rincrescevoli non tor-
nerebbero certamente troppo onorevoli alla Dire-
zione del Secolo .
Ho l'onore di rìpetermi colla dovuta stima
Di V . S . Preg.ma
Dev .mo Servitore
Sac . GIUSEPPE LAZZERO
Direttore .
Non ostante questo secondo richiamo, il Secolo
proseguì a dormire . E dorma pure , se così gli
piace, sino a che lo risvegli l'angelica tromba ,
prima del rendiconto finale (1) .
Morale da ricavarsi dal fatto
sopra riferito .
Cooperatori e Coperatrici , dal sin qui esposto
avete veduto con quanta facilità e compiacenza i
giornali irreligiosi ed empii inventano, ricevono ,
pubblicano menzogne e calunnie contro le persone
e le istituzioni cattoliche ; avete soprattutto avuto
un saggio che in fatto di mala fede il Secolo di
Milano, tra i suoi colleghi d'Italia tiene un posto
distinto, E ciò, che egli fece ultimamente contro
D . Bosco ed il suo Istituto, il pratica eziandio
contro altri Collegi della stessa indole, contro
Frati e Monache, contro Vescovi e Sacerdoti, con-
tro Chiesa e Papa .
Or bene, ecco gli insegnamenti che dobbiamo ri-
cavare da questi fatti
1 ° Non associatevi mai , né leggete giornali
irreligiosi ed empii ; imperocché , eccettuati i te-
legrammi delle pubbliche agenzie, se pur son sem-
pre veri, e qualche notizia indifferente, tutto il resto,
(1) Potremmo ancora tentare di scuoterlo dal suo le-
targo per mezzo di usciere o di un processo per diffama-
zione, come ce ne dà diritto la legge ; ma questi atti ci
cagionerebbero perdita di tempo e spreco di danaro, e per
ora amiamo meglio consacrare e l'uno e l'altro al benes-
sere dei nostri poveri giovanetti . Onde ci limitiamo al
presente di citare il Secolo al tribunale della pubblica
opinione, e a provocare una sentenza dalla bocca degli
onesti .
Ciò siamo in obbligo di fare per la tardiva ed insuffi-
ciente rettificazione pubblicata dal Secolo 20 giorni dopo
nel suo N . 6226 del 12 e 13 agosto . Per legge il Secolo
doveva inserire intiere le risposte e dichiarazioni rice-
vute e non raffazzonarle a suo modo ; per legge ancora
doveva inserirle non più tardi di due giorni dopo averle
ricevute, ed egli non ne fece parola se non dopo tre set-
timane, lasciando che la falsa notizia passasse di bocca
in bocca ; di giornale in giornale , e si confermasse per
tutta l'Italia . Oltre a questo nell'articolo infamante egli
dà minute particolarità di circostanze, nomina D . Bosco e
il suo istituto, ed invece nella sua pretesa rettificazione
usa così ambigue espressioni , che più non si scorge di
quale Istituto ei parli , e non solo sopprime il nome di
D . Bosco, ma quello ancora di D . Lazzero, che gli scri-
veva le lettere declaratorie . Aggiungiamo che il Secolo
pubblicò l'articolo infamante in prima pagina e davagli
un titolo specioso, affinché cadesse sotto gli occhi di
tutti e si eccitasse la curiosità nel leggerlo ; all'opposto
le poche linee da lui combinate il Secolo le pose in terza
pagina, le inserì in coda agli annunzi delle commedie e
delle pantomime e senza titolo veruno, studiò insomma
di nasconderle astutamente, affinché o pochi o niuno le
scorgessero . Queste non sono che gherminelle, e le gher-
minelle non ristorano la violata giustizia .
che contengono, sono per lo più o cose esagerate
prette falsità, ora comunicate e pubblicate a un
tanto per linea, ora inventate dalla fantasia del
giornalista, per dare addosso a chi non é del suo
partito . Chi non ha rispetto per Dio non può averne
per gli uomini . Associandoci o leggendo simili gior-
nali , oltre al cooperare al male e a recare danno
alla Religione e al civile consorzio, noi ci riempi-
remmo la testa di menzogne , credendolo notizie
sode e veritiere .
2° Quando leggete o udite a raccontare sic-
come riportato da un giornale malvagio qualche
fatto in discredito o della Chiesa , o dei sacri
ministri , o dei buoni e coraggiosi cattolici , o
delle istituzioni ed opere, che loro appartengono,
abbiate l'avvertenza di mettere sempre la notizia
in quarantena ; sospettate tosto di sua verità, ri-
cordandovì ognora che gli scrittori di simili gior-
nali sono fedeli discepoli di Voltaire, che loro diede
la famosa lezione : - M entite, amici miei, men-
tite . - Ed ancorché non vedìate quella infamante
notizia smentita dal giornale che la diede, non fi-
datevi tuttavia di ritenerla per vera . Per regola
generale i giornali cattivi non ritrattano mai le
fl.aseNnotbizmchvuplano
prova lampante in questo ultimo fatto, che ci ri-
guarda . Se ne togliamo la Gazzetta del Popolo di
Torino e il Lavoro di Spezia, gli altri non ismen-
tirono più nulla , e lasciarono i proprii lettori
nell'inganno .
3° Dicono che il Secolo di Milano sia forse il
giornale più divulgato che si stampi in Italia, e lo
chiamano il giornale delle serve . Se ciò è vero,
bisogna ben dire che i suoi lettori non lo conoscano
appieno , perché altrimenti ci sembrerebbe im-
possibile che nell' Italia vi fosse tanta gente o
così grossa o così disonesta , da associarsi ad un
giornale od anche solo procurarselo per leggere ,
quando sapessero che desso fa spudoratamente
spaccio di menzogne e di calunnie a carico del
prossimo , senza più ritrattarle a dovere . Quindi
per amore dell' Italia, per amore di tanti lettori
ingannati, per amore e per la difesa di tanti ca-
lunniati , adoperiamoci a fare palese la maligna
indole del Secolo di Milano, e giusta il nostro
potere strappiamolo dalle mani del popolo . Ba-
sterà anche solo il far conoscere questo ultimo
fatto, perchè una persona onesta e civile si adonti
di lasciare entrare in casa sua, o tenere in mano
un foglio notoriamente bugiardo .
Domandiamo il concorso della stampa .
La Gazzetta del Popolo di Torino con queste
parole, domandiamo il concorso della stampa, in-
titolava il famoso articolo, che scaraventò contro
Don Bosco ed il suo Istituto , articolo che pochi
giorni dopo essa ritrattava, ommettendo tuttavia
di domandare per questo il concorso della stampa .
Quello che la Gazzetta dimenticò di fare il facciamo
noi . Sì, ad esempio suo domandiamo ancor noi il
concorso della stampa onesta, perché voglia stigma-
tizzare con adeguate parole l'iniqua condotta dei
giornali della setta, e dare soprattutto il fatto suo
al Secolo di Milano e alla Capitale di Roma . Pur

1.9 Page 9

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troppo tanti periodici empii e spudorati trovano
in Italia lettori assai, perchè non sono abbastanza
segnalate le abbiette menzogne e calunnie , che
vanno spacciando tra il popolo . Togliamo loro l'i-
pocrito manto, con cui ricoprono le loro bugie,
come pur praticava il mansuetissimo Gesù coi ne-
mici suoi ; mostriamoli al mondo civile mentitori
quali sono, ed allora il popolo italiano, se non ha
ancora smarrito il buon senso e l'onestà di nazione
incivilita, si asterrà dalla cattiva stampa, se non
siccome irreligiosa ed empia, almeno siccome diso-
nesta e menzognera .
PREAVVISO.
A fine di porgere maggior facilità a far conoscere le spi-
rito menzognero di certi giornalacci dei giorni nostri faremo
tirare in libret ino a parte il primo ed il secondo articolo del
Bollettino di questo mese , e ne invieremo gratuitamente
parecchie copie a ciascun Cooperatore e a ciascuna Cooperatrice.
Fin d'ora li preghiamo che quando le avranno ricevute vo-
gliano avere la bontà di spargerle ancor essi gratuitamente nei
loro paesi, mettendo così in guardia tanti cattolici contro le
spudorate menzogne e calunnie, che si dipendono a danno della
Cehi sa e dei suoi membri, e premunendoli contro i fieri as-
salti , che si muovono alla loro devozione verso L'apostolica
se,.daquntoiblednorvlaptien
Chi poi volesse alleggerirci alquanto delle spese, e bramasse
provvedersene in quantità, avvertiamo che l'opuscoletto si vende
alla Libreria Salesiana di Torino a L . 3 per ogni cento copie .
UN GLORIOSO CENTENARIO
E IL NOME DI MARIA .
In questo mese di Settembre occorre il secondo
Centenario di un avvenimento glorioso e fecondo
d'immensi beni per la S . Chiesa, per l' impero
d'Austria, anzi per l'Europa intiera, vogliam dire
la vittoria, che le armi cristiane, al grido di Viva
Mari a, riportarono il 12 di Settembre del 1683
sotto le mura di Vienna contro un formidabile e-
sercito di Turchi, che minacciavano di barbarie,
ru.inaemotldincvto
Tale vittoria venne meritamente attribuita alla
speciale protezione della Regina dei Cielo, Marla
Santissima, che in quei giorni di terribili angustie
era pregata in tutta la Cristianità ed invocata con
fiducia dai soldati e dai loro condottieri, onde il
Pontefice Innocenzo XI instituiva in onore di Lei
una festa particolare da celebrarsi nella prima
domenica dopo la sua Natività col titolo del Nome
di Maria .
Siccome questa pietosissima Madre in quel giorno
memorando si mostrò splendidamente Aiuto dei
Cristiani, come già un secolo innanzi nelle acque
di Lepanto, così quantunque ci abbondi tra mano
la materia del Bollettino da obbligarci a lasciare
indietro varii articoli già preparati, pure vogliamo
ricordare qui almeno brevemente quello storico
fatto, affinché i Cooperatori e le Cooperatrici siano
animati a sempre meglio confidare nella valida pro-
tezione di Maria nelle private e nelle pubbliche
calamità .
Adunque l'anno 1683 i Turchi, per ordine di Mao-
metto IV, a vendicare la sconfitta loro toccata sotto il
Papa S . Pio V, formarono il disegno di portare le loro
armi al di là dei Danubio e del Reno, minacciando
così tutta la Cristianità, Con un esercito di oltre a
dugento mila uomini , avanzandosi a marcie for-
zate, andarono a porre l'assedio davanti alle mura
di Vienna . Il Sommo Pontefice, che allora era Inno-
cenzo XI, pensò di fare ricorso ai Principi Cristiani
eccitandoli a venire in soccorso della Cristianità
minacciata . Pochi peraltro risposero al suo invito :
per la qual cosa egli ad esempio del suo antecessore
S . Pio V deliberò di porsi sotto alla protezione di
Colei, che la Chiesa proclama terribilis ut castro-
rum acies ordinata . Pregava egli , ed aveva in-
vitato i fedeli di tutto il mondo a pregare con lui .
Intanto a Vienna la costernazione era generale ;
il popolo temendo di cadere nelle mani degli in-
fedeli usciva dalla città ed ogni cosa abbandonava .
L'Imperatore Leopoldo I, non avendo forze da op-
porre, uscì egli pure dalla sua capitale . Il Prin-
cipe Carlo di Lorena suo cognato , che a stento avea
potuto raccogliere 33000 uomini, era riuscito di
entrare in città per tentarne in qualche modo la
difesa . I borghi vicini furono incendiati . Il 14 di
Agosto i Turchi aprirono le loro trincee dalla porta
principale, ed ivi si accamparono malgrado il fuoco
degli assediati . Stringendo poi di assedio tutte le
mura della città, appiccarono il fuoco e misero in
fiamme parecchi pubblici e privati edifizi .
Un caso doloroso aumentò il coraggio dei nemici
e diminuì quello degli assediati . Appiccossi il fuoco
alla Chiesa degli Scozzesi, consumò il superbo e-
difzo,egiunedoal'arsenal ,doveranl
polveri e le munizioni , stava per aprire la città
ai nemici, se per una protezione specialissima di
Maria Santissima , nel giorno della sua gloriosa
Assunzione , il fuoco non si fosse spento , dando
così tempo a mettere in salvo le munizioni mili-
tari . Quella sensibile protezione della Madre di
Dio riaccese il coraggio dei soldati e degli abitanti .
Il 22 dello stesso mese i Turchi tentarono di
abbattere altri edifizi, lanciando gran quantità di
palle e di bombe, con cui fecero grandissimo guasto,
ma non poterono impedire gli abitanti di implorare
giorno e notte i soccorsi del Cielo nelle Chiese,
nè i predicatori di esortarli a riporre, dopo Dio,
tutta la loro fiducia in Colei, che loro avea tante
volte dato potente aiuto . Il 31 gli assedianti spin-
sero i lavori a segno, che i soldati delle due
parti si battevano corpo a corpo .
La città presentava un orribile aspetto, quando il
giorno della Natività di Maria Vergine i Cristiani
raddoppiando le loro preghiere ricevettero come
per miracolo avviso di vicino soccorso . Infatti
l'indomani, secondo giorno dell'ottava della Nati-
vità, videro la montagna, che sta dirimpetto alla
città, tutta coperta di truppe . Era Giovanni So-
bieski re di Polonia, che quasi solo fra i Principi
cristiani, cedendo all'invito del Pontefice, veniva
con 20 mila prodi in soccorso . Persuaso che col
piccolo numero de' suoi soldati gli sarebbe stata
impossibile la vittoria, ricorse egli pure a Maria,

1.10 Page 10

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che è formidabile in mezzo ai più ordinati ed ag-
guerriti eserciti , e dinanzi ad una sua immagine
pregò e consacrò le sue armi .
Il 12 di Settembre di buon mattino il re Sobieski
si portò in Chiesa col Principe Carlo, vi udì la
santa Messa , che egli stesso volle servire , te-
nendo le braccia distese in forma di croce . Dopo
essersi comunicato, ed aver ricevuto la santa be-
nedizione per sè e per tutto il suo esercito, quel
re si levò e disse ad alta voce ai prodi che lo
circondavano : - Soldati, per la gloria della Po-
lonia, per la liberazione di Vienna, per la salute
di tutta la Cristianità, sotto alla protezione di
Maria noi possiamo con sicurezza marciare contro
ai nemici e nostra sarà la vittoria . -
L'esercito cristiano composto appena di 70 mila
uomini, avanzossi verso il campo dei Turchi, ed
ingaggiò la battaglia . Notiamo qui con piacere che
in quell'esercito combatteva pure un giovane prin-
cipe di 19 anni, che fu poscia il tanto rinomato
Eugenio di Savoia . I Turchi sebbene in numero di
circa duecento mila, e protetti dalle loro difese,
pure in sulla sera furono sbaragliati e vinti sì
fattamente, che appena 30 mila poterono salvarsi
colla fuga , lasciando la maggior parte dei loro
equipaggi, tutte le loro munizioni da guerra, con
300 cannoni . Non fuvvi mai vittoria più gloriosa
e che abbia costato tanto poco sangue ai vincitori,
poichè dalla parte dei cristiani non caddero che
tre mila tedeschi ed ottocento polacchi .
L' imperatore Leopoldo , udita la disfatta dei
Turchi , tornò a Vienna ed insieme col generalis-
simo Sobieski fece cantare un Te Deum colla più
grande solennità . Riconoscendo poi che una vittoria
così inaspettata era totalmente dovuta alla prote-
zione di Maria, ordinò che si portasse nella Chiesa
maggiore lo stendardo trovato nella tenda del Gran
Visir . Quello di Maometto, più ricco ancora, e che si
inalberava in mezzo del campo, fu dal re polacco
mandato a Roma e presentato al Papa . Quel santo
Pontefice egli pure intimamente persuaso che
la gloria di quel trionfo fosse tutta dovuta alla
gran Madre di Dio, e desideroso di perpetuare la
memoria di quel benefizio, ordinò che la festa del
SS . Nome di Maria, già da qualche tempo introdot-
ta in alcuni paesi , fosse per l' avvenire celebrata
in tutta la Chiesa nella domenica, che occorre fra
l'ottava della sua Natività .
Viva adunque Maria, e il suo dolcissimo Nome
echeggi di generazione in generazione per tutti i
secoli avvenire in sulla terra, come risuona e ri-
suonerà nella celeste Sionne per tutta la eternità .
COLLEGI SALESIANI
raccomandati ai Cooperatori e alle Cooperatrici.
Le famiglie, le quali hanno figli da mettere in
educazione, bramano di conoscere gli Istituti, che
porgono loro comodità e sicurezza per collocarveli
a suo tempo . Per la qual cosa noi diamo qui breve
cenno di alcuni Collegi Salesiani in Italia, nei
quali si fa quanto occorre per garantire agli al-
lievi moralità, scienza e sanità, e ai quali i nostri
Cooperatori e Cooperatrici possono indirizzare con
tranquillità di coscienza quei giovanetti , che in-
tendessero di percorrere la carriera degli studi .
Oltre l' Oratorio di S . Francesco di Sales in
Torino, l'Ospizio di San Vincenzo de'Paoli in Sam-
pierdarena, l'Ospizio di S . Pietro in Nizza Marit-
tima, l'Ospizio di S . Croce in Lucca e quello di
S . Benigno Canavese, la Colonia agricola di Mo-
gliano ( Veneto) , vi sono i Collegi di Borgo S .
Martino, di Penango, di Lanzo Torinese, di Va-
razze, di Alassio, di Este, di Magliano-Sabino, di
Spezia , di Firenze , di Randazzo in Sicilia e di
Valsalice .
In questi Collegi l' insegnamento comprende il
Corso Elementare e Ginnasiale ed è impartito da
maestri e professori patentati, e secondo i pro-
grammi governativi.NelCogidAasoen
quello di Valsalice vi è pure il Corso Liceale .
Borgo S. Martino è un paesello della Diocesi
di Casale Monferrato, sulla linea di Alessandria-
Vercelli, con stazione a pochi passi dal Collegio .
Penango è pur esso della Diocesi Casalese, posto
sopra amena collina presso Moncalvo, colla stazione
propria sulla linea Asti-Mortara .
Lanzo dista dodici miglia da Torino a piè delle
Alpi, e vi si va per ferrovia con più corse al giorno .
Varazze, Diocesi di Savona, trovasi sulla linea
Genova-Ventimiglia, e si arriva da Genova in un'ora
e mezzo di ferrovia .
Alassio, Diocesi di Albenga, trovasi sulla stessa
linea Genova-Ventimiglia .
Este, città del Veneto, si trova sulla linea fer-
roviaria di Padova-Bologna .
Magliano-Sabino è sulla ferrovia Roma-Firenze,
colla stazione a Borghetto, a due ore dalla Capi-
tale del mondo cattolico .
In Firenze il Collegio è in via Fra Giovanni
Angelico n . 8, e comprende le 4 classi Elementari .
Spezia, è città notissima della Liguria, sulla
linea Genova-Pisa . Il nuovo Collegio -Salesiano
porta il nome di S . Paolo, ed abbraccia il corso
Elementare .
Randazzo, posta sopra un ameno altipiano del
monte Etna, è come un centro della rete delle vie
provinciali di Messina, Catania, Nicosia, Mistretta .
La stazione ferroviaria più vicina a Randazzo è
quella di Piedimonte sulla linea Messina-Catania .
Valsalice . Per le persone di signorile condizione
v'è pure il Collegio di Valsalice in Torino, distante
un quarto d'ora dal Ponte di ferro .
In quasi tutti questi Collegi vi sono due gradi
di pensione . La prima varia da L . 35 a 40 men-
silì ; la seconda da L . 24 a 30 ; ma nel Collegio
di Valsalice la pensione è di L . 80 pel Corso Li-
ceale, 60 pel Ginnasiale, 50 per l'Elementare .
Per avere i relativi programmi e per le do-
mande di accettazione bisogna dirigersi ai Direttori
dei singoli Collegi, oppure al Sac . Giovanni Bosco,
via Cottolengo n . 32, Torino .
EDUCATORII PER LE FANCIULLE .
Oltre ai mentovati Collegi pei giovanetti , vi
sono pure 6 Educatorii per le fanciulle, il primo
in Nizza Monferrato sotto il nome della Madonna

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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delle Grazie, il secondo nella città di Chieri sotto
il titolo di Santa Teresa, il terzo al Torrione presso
Bordighera, il quarto a Bronte in Sicilia, il quinto
a Trecastagni presso Catania, il sesto a Mascali, e
sono tutti diretti dalle Suore di Maria Ausiliatrice .
Scopo di queste Case di educazione si è di dare
l'insegnamento scientifico e morale in modo, che
lasci nulla a desiderare per una giovanetta di o-
nesta e cristiana famiglia, cioè arricchirne la mente
di utili cognizioni, educarne il cuore a sode e cri-
stiane virtù, addestrarla ai lavori femminili, e in-
formarla a quei principii di civiltà, che sono richiesti
dalla sua condizione .
L'insegnamento è dato da maestre legalmente
approvate . Esso abbraccia le 4 classi Elementari,
vale a dire : Corso di Lingua Italiana, Calligrafia,
Aritmetica , Sistema metrico , o Tenuta dei libri
per uso domestico . La Declamazione, ed uno spe-
ciale esercizio nello stile epistolare fanno eziandio
parte dell'insegnamento . Si dànno pure lezioni di
disegno, di lingua francese e di piano forte ; ma
a richiesta e a carico dei parenti dalle allieve .
I lavori femminili consistono nel fare gli abiti
propri, secondo la condizione delle allieve, lavori
a maglia, calze, camicie, rappezzare, soppressare,
far merletto e tutti i lavori più ordinarii di una
onesta famiglia .
La pensione mensile è di lire 24 , e si paga a
trimestri anticipati .
Le domande di accettazione e dei programmi si
possono fare alla rispettiva Direttrice , od anche
al. Sacerdote D . Gio . Bosco, Superiore dell' Ora-
torio di S. Francesco di Sales, Torino .
La città di Nizza Monferrato è una delle prin-
cipali stazioni della ferrovia tra Alessandria e
Cavallermaggiore .
Quella di Chieri ha comunicazione diretta colla
ferrovia Torino-Chieri, e con le linee Torino-Alessan-
dria, Torino-Cuneo, Torino-Savona con fermata a
Trofarello .
Il Torrione è sulla via di Bordighera a Venti-
miglia ; vi si va dall'una e dall'altra città per mezzo
dei tramvia, ed oltre il bel sito e la salubrità del-
l'aria porge il comodo dei bagni di mare .
I Siciliani, ai quali comoda d'inviare le proprie
figlie ai tre accennati Educatorii, conoscono le belle
posizioni di Bronte , di Trecastagni e di Mascali .
Racomandazione.
Se la cristiana educazione dei ragazzi è ai giorni
nostri di massima importanza, non di minore mo-
mento si è la buona istituzione delle fanciulle .
Una figlia saggiamente istruita, e cristianamente
educata riesce una benedizione, un angelo, un so-
stegnoedunasorgtipeàdacper
una famiglia . Guai invece se la giovinetta crescerà
incolta ed ignorante, peggio poi se verrà guasta
nelle idee e corrotta nel cuore! Non vi è male
peggiore che una donna cattiva .
Lo scopo precipuo dei Salesiani essendo quello
della cristiana educazione della gioventù, noi ver-
remo meno ad una parte del nostro dovere, se non
inculcassimo ai nostri Cooperatori e Cooperatrici
di aver massima cura delle fanciulle delle proprie
famiglie, e di quante altre sono in loro potere .
Perciò cogliamo di buon grado questa propizia
occasione per raccomandar loro i sopraddetti In-
stituti di Chieri, di Nizza e di Torrione, e ai Si-
ciliani quelli di Bronte, di Trecastagni e di Ma-
scali . Se qualcuno avesse giovanette da collocare
in Casa di educazione, oppure gli venisse il destro
di porgere a qualche famiglia un opportuno con-
siglio, veda di approfittare di questi Educatorii,
e farà un' opera da vero Cooperatore Salesiano .
UNA LODE NON SOSPETTA
E IL COLLEGIO DI RANDAZZO .
I nostri lettori conoscono già il nostro Col-
legio di Randazzo in Sicilia, di cui avemmo occa-
sione di parlare altre volte . A dimostrare che questo
Collegio in fatto di istruzione e di educazione non
la cede ad altri istituti del continente, ci piace
riprodurre un articolo che troviamo pubblicato nel
Corriere di Catania, giornale non punto sospetto .
di parzialità verso i Collegi di questo genere . Da
persona bene informata sappiamo che negli esami
di licenza ginnasiale datisi a Catania si presen-
tarono oltre ducento candidati . Di questi appena
settantasette furono ammessi agli esami orali, e
soli ventotto ottennero la licenza, mentre il Col-
legio di Randazzo di sei alunni del quart'anno di
Ginnasio ne ebbe licenziati cinque .
Ciò premesso, ecco l'articolo del Corriere del
18 Agosto .
Il collegio di Randazzo e gli esami di licenza .
« Amanti sinceri dell' istruzione quando venga
impartita conforme allo spirito dei tempi ed alle
prescrizioni delle leggi, da insegnanti compresi
dell'alta loro missione, pubblichiamo di buon grado
la lettera , che segue , inviataci da persona sulla
fede della quale riposiamo tranquilli .
RISPETTABILISSIMO SIGNOR DIRETTORE,
» In omaggio alla verità ed a titolo di grati-
tudine, la prego dar posto nel suo giornale a
queste poche righe riguardanti un Collegio, che,
sorto or sono appena quattro anni, seppe acqui-
starsi bella riputazione tra gli istituti della pro-
vincia . Parlo del Collegio di Randazzo diretto daí
Salesiani .
» Una tra le molte prove della soda istruzione
che viene impartita da quei signori Professori si
ebbe nei recenti esami di licenza ginnasiale . A
questi esami il Collegio di Randazzo presentò sei
giovanetti tutti alunni del quart'anno di Ginnasio, -
quattro nel capo lu ogo della provincia e due nel
R . Ginnasio di Patti .
» Or bene , malgrado il rigore con cui si die-
dero quest'anno gli esami, il Collegio di Randazzo
su sei ne ebbe ben cinque licenziati, cioè, i giovani
Felice e Rosario fratelli Scartata da Linguaglossa,
Finocchiaro Francesco e Vagliasindi Giovanni da ,
Randazzo, Sipari Gaetano da S . Teodoro . Un solo
fu ritenuto nelle materie orali di storia e greco .
Ed erano, come dissi, tutti alunni del quarto
anno di Ginnasio.

2.2 Page 12

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» Noi siamo lieti di tributare la dovuta lode
agli egregi insegnanti ed all' esimio Direttore di
quel Collegio, il quale proseguendo con zelo co-
stante nell'ardua e nobile missione dell'istruzione
ed educazione della gioventù,potrà Sempre con-
fidare nell'appoggio dell'autorità scolastica, e nella
gratitudine di tutti i padri di famiglia tra i quali
èloscrivent»
» V . G. R. »
BENEDIZIONE
DELLA NUOVA CHIESA DI MARIA AUSILIATRICE
in Buenos Aires .
Ci è giunto il Bollettino Salesiano di Buenos
Aires, ricco di descrizioni intorno alle stupende fe-
ste, celebratesi il 7, 8, 9 e 10 giugno, nell'occa-
sione che s' inaugurava al divin culto la nuova
Chiesa colà innalzata dai nostri confratelli ad onore
di MariaA.usilatrce
Sebbene stagione invernale, tuttavia l' affluenza
del popolo fu tale, che la spaziosa cappella divenne
angusta e in certe ore i. nsufficiente Come a festa
loro propria vi presero lodevole parte i Coopera-
tori e le Cooperatrici della città ; buon numero di
Sacerdoti si fecero un vanto di andarvi a celebrare
il santo Sacrifizio della Messa, e tutti gli Ordini
religiosi della capitale ambirono di farsi rappre-
sentare da qualche loro membro appiè della Ver-
gine , meritamente appellata Aiuto dei Cristiani .
La religiosa cerimonia della benedizione fu cele-
brata da Mons . Arcivescovo di Buenos Aires, cir-
condato da varii Canonici e da numeroso clero .
Compiuto il sacro rito, un coro di giovanetti del
Collegio di S . Carlo fece tosto risuonare le volte
del luogo santo, cantando con angelica voce l'Ave
Mar ia, appositamente musicata dal Sac . D . Gia-
como Costamagna, Superiore dei Salesiani dell'Ar-
ge.ntia
Intanto assunti i paramenti celebrava la prima
Messa il Rev .mo Canonico Boneo, Provisore e Vi-
cario generale della diocesi, assistito dai Padri del-
l'illustre famiglia di s . Domenico .
Dopo il Vangelo salì la cattedra il Rev .mo Mon-
signor Arcivescovo, e pronunziò un discorso, che
un giornale di Buenos Aires chiamò eloquentissimo
e forse il più profondo e fervido che abbia fatto fin
ora . Nè ciò ci reca meraviglia, poiché, Mons . Fede-
rico Aneiros all'alta dottrina e all'esimia virtù con-
giunge la dete di un classico oratore . Ne daremo un
tratto più sotto .
Nei giorni consecutivi vi ebbero luogo mattino
esracfunzio,ralegtsmpdacelt
musica, ed onorate dall'assistenza di numeroso clero
e di divoto popolo . Al venerdì mattino predicò il
dettore D . Terrero, e fece un discorso breve, ma
sugoso ed elegante in onore della Madre del divin
Salvatore, passando a rassegna i fatti più rilevanti
della storia, che proclamano la visibile protezione
prestata da Maria al popolo cristiano . Nella sera
seV.IiraCulc l ricordo delle scene do-
lorose del Calvario, il canto grave e melanconico
dello Stabat Mater e le meditazioni piene di re-
ligiosa unzione e di santa tristezza penetravano il
cuore di tutti i divoti, e ne traevano dagli occhi
lagrime di pentimento e di compassione per Gesù
crocifisso e per l' addolorata sua Madre .
Il 9, giorno di sabato, le sacre funzioni si cele-
brarono colla stessa solennità, ma con minor con-
corso per causa di una pioggia dirotta , che rese
pressochè impraticabile la via verso quella parte
della città . Il discorso che vi doveva tessere il
Sac . D . Domenico Tomatis , direttore del nostro
Collegio di S . Nicolas de los Arroyos, fu per la
stessa ragione tramandato pel dì seguente .
Il domani , giorno di domenica ed ultimo delle
feste , fu una giornata bellissima e di imperitura
memoria . Liberi dalle opere servili i fedeli accor-
sero alla nuova Chiesa numerosissimi . Fin dal mat-
tino per tempo i confessori furono occupati nei sa-
cri tribunali di penitenza , e la Mensa degli An-
geli circondata dalle anime fameliche del vivo Pane
del Cielo . Le Comunioni ascesero a più centinaia,
cosa non ordinaria per quei paesi .
Tutto il giorno fu santamente occupato alla mag-
gior gloria di Dio, ad onore della Vergine Ausi-
liatrice, a profitto spirituale delle anime . Le sacre
funzioni quasi non s'interruppero, a quelle del mat-
tino tenendo dietro , con poco intervallo, le fun-
zioni della sera .
Al Vangelo della Messa solenne ascese il pul-
pito il Rev .mo dottore D . Espinoza Vicario Ge-
nerale dell'Archidiocesi, e per una mezz'ora tenne
pendente dal suo labbro il numeroso uditorio con
un discorso affettuoso ed eloquente, nel quale, preso
per testo le parole di Gesù Cristo morente all'A-
postolo prediletto, Fili, ecce Mater tua, dimostrò
che Maria dopo il divin Salvatore è il principale
appoggio e il sostegno del cristianesimo incarnato
nella Chiesa Cattolica .
Nelle ore pomeridiane si tenne nella nuova Chiesa
la Conferenza dei Cooperatori e delle Cooperatrici,
della quale abbiamo già fatto parola nel numero
precedente del Bollettino, ove riportammo un ar-
ticolo del giornale La Uniond.-iBuenosAr
Fu pure ascoltato con soddisfazione speciale un breve
discorso letto dal dottor Carranza, presidente del
Consiglio Superiore della Società di S.Vincezo
de' Paoli, col quale espose l'origine del nostro Col-
legio di arti e mestieri in S . Carlo Almagro, il suo
rapido sviluppo, per cui in pochi anni gli orfanelli
ricoverati da 25 giunsero a 200, la utilità ed im-
portanza grande di tale Istituto per Buenos Aires
e il bisogno di fondarne altri ancora, a fine di dare
ricetto a più centinaia di fanciulli poveri ed abbando-
nati, che vagano per la città e non si possono rac-
cogliere per mancanza di spazio . - In seguito tesse
il suo applaudito discorso il prelodato Sac . Don
Tomatis , col quale dimostrò la importanza e il
vantaggio della inaugurazione del nuovo tempio, o
che l'averlo dedicato a Maria Ausiliatrice era ca-
parra di nuove benedizioni per Buenos Aires . La so-
lennità di quell'ultimo giorno ebbe fine col canto
del Te Deum in musica e colla benedizione del
SS . Sacramento .
Noi vorremo dìre ancora di più altre cose, come
della scelta musica e dei celebri suoi compositori
ed abili esecutori ; dire della banda dei buoni ar-

2.3 Page 13

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tigianelli di S . Carlo, che coi più armoniosi con-
certi rallegrarono gli animi e in chiesa e fuori di
chiesa ; dire dell'architettura ed ornati della nuova
cappella ; dire specialmente del bel quadro rappre-
sentante Maria Ausiliatrice, regalato non solo, ma
dipinto dalla mano maestra della signora Isabella
de Elortondo, quadro che fu definito obra de un
valiente artista y hijo de un gran corazon, opera
di un valente artista e figlio di un gran cuore ;
ma tutto questo ed altro dobbiamo passare sotto
silenzio per amor di brevità, tanto più che se ne
occupò lodevolmente il Bollettino spagnuolo .
In quella vece giudichiamo di riferire un punto
della esposizione fatta dal Sac . D . Costamagna ai
Cooperatori e alle Cooperatrici di Buenos Aires
nella suddetta Conferenza, nella quale egli sviluppò
le ragioni, che indussero i Salesiani ad innalzare
quella nuova chiesa colla casa annessa per le Suore
di Maria Ausiliatrice . Dopo di aver ricordato i mezzi
principali, onde i Cooperatori e le Cooperatrici pos-
sono concorrere al bene della Religione e della ci-
vile società, dopo di aver segnalato alcune delle
opere dei Salesiani e delle Suore di Maria Ausi-
liatrice in varii luoghi della Repubblica e soprat-
tutto nelle Missioni della Patagonia, dopo di aver
parlato e della parrocchia di S . Carlo Almagro e
del Collegio di arti e mestieri ivi annesso , egli
portò il suo pensiero e la sua parola alla nuova
chiesa di Maria Ausiliatrice e alla nuova casa delle
benedette sue figlie e continuò così :
« L'ultima mia parola viene naturalmente a ca-
dere intorno allo scopo di questo tempio o di que-
sta Casa, che ne' passati giorni occupò ogni nostro
pensiero e fu l'oggetto delle nostre premure per
la presente solennità .
» Profondamente mi commuove il pensare che
di questo Tempio e del Collegio annesso, per cui
si spesero circa un milione di pesos (1), un anno
fa non esistevano ancora le fondamenta . Dio è ve-
ramente mirabile nelle opere sue .
» Darò primieramente ragione del Collegio e poi
del Tempio . La casa occupata finora dalle Suore ,
ognun che il voglia, può accertarsene, andava sfa-
sciandosi e cadendo di giorno in giorno ; dessa è
unita con quella del Collegio di arti e mestieri, e
ne impediva l' estendersi e l' ingrandirsi, di che
assolutamente abbisogna . Noi sentiamo l' urgente
necessità di ulteriore fabbricato pei novizi ed un
dormitorio pei poveri giovanetti . Dopo averla ri-
storata, a ciò faremo provvisoriamente servire la
Casa già delle Suore .
» Ma, e il Tempio ? dirà alcuno fra voi ; tutto
questo sta bene, ma una Chiesa sì vasta, sì bella
e costosa e a pochi passi dalla parrocchia di San
Carlo , non è forse questo almeno un errore im-
perdonabile ?
» Rispondo : La Chiesa dev' essere così per più
ragioni
» 1° Perché generalmente le opere di Don
Bosco hanno uno sviluppo precoce e progrediscono
a passo di gigante . Meglio è compiere oggi , se
è possibile, quello che abbisognerà domani .
(1) Il pesos semplice argentino equivale a 20 centesimi ;
quindi un milione di questi pesos corrisponde a 200 mila
lire . Vi ha pure il pesos fuerte, o pesos forte eguale a L . 5.
» 2° I Salesiani di Almagro, oltre la direzione
del Collegio di Arti e Mestieri, hanno la cura della
parrocchia di S . Carlo, e per conseguenza ci corre
l'obbligo di catechizzare eziandio le fanciulle del
distretto . La Chiesa parrocchiale , per sè insuffi-
ciente a contenere il Collegio degli artigianelli e la
popolazione, molto meno potrebbe capire e prestarsi
per l'istruzione delle fanciulle . La prudenza esigeva
altresì che un Collegio di giovanetti, come è quello
di Arti e Mestieri, non fosse del continuo a con-
tatto colle ragazze, che accorrerebbero alla par-
rocchia per l'istruzione e pel compimento dei do-
veri religiosi . Dal momento che la divina Prov-
videnza ci inviò le Suore per aver cura delle fanciulle
era giusto ch' esse si avessero a parte la propria
cappella, e tanto ampia quanto le presenti neces-
sità richiedevano .
» 3° Doveva la Chiesa esser vicina al Colle-
gio, poiché diversamente non sì sarebbe potuto at-
tendere al suo servizio . I Salesiani di Almagro ,
già cotanto scarsi di numero e di forze, oltre al-
l'occuparsi nel Collegio, nella Parrocchia e nell'O-
ratorio annesso , lavorano nella cappella italiana,,
in quella delle Suore Serve di Gesù, delle Dome-
nicane e dell' Unione del S . Cuore ecc ., le quali
tutte reclamano le nostre cure . Per il che se la
Chiesa Auxilium Christianorum fosse stata situata
a grande distanza dal Collegio , ci sarebbe stato
quasi impossibile il funzionarla .
» 4° Per esser questa Chiesa dedicata a Maria
Ausiliatrice, Protettrice dei Salesiani, cui D . Bosco
affidò i suoi figli e le opere sue, e dalla quale rì-
conosce tutti i favori fin qui ricevuti, e tutto il
bene che hanno fatto e vanno facendo i suoi fi-
gliuoli , per tutto questo la Chiesa doveva essere
decente e bellina ancora . In oltre, se volete ch'io
vel dica, io penso che la stessa Vergine Maria fu
quella, che volle così la sua Chiesa . Ascoltate un
fatto .
» Tre anni or sono io mi trovava in missione
nella Patagonia . Al mio ritorno , assistendo alle
pratiche di pietà che sogliono fare le Suore di Ma-
ria Ausiliatrice, m'accorsi che recitavano tre Ave
Maria, che non erano nella regola . Domandai di
ciò spiegazione alla Superiora, che mi narrò come
durante la mia assenza Don Francesco Bodrato,
il quale in quel frattempo teneva la direzione spi-
rituale delle Suore , avea loro detto : - Perché:
non recitate voi tre Ave Maria alla Vergine Au-
siliatrice, a fin d'ottenere in dono una Chiesa più
bella, che diventi quale un Santuario in America?
- Dappoi quel giorno le Suore non tralasciarono
più di recitare tre Ave Maria, secondo il consi-
glio di D . Bodrato .
» L'anno scorso insieme col sig . architetto Spi--
nedi, qui presente , io tracciava in questo luogo
medesimo il piano della cappella , la quale dovea
essere come una grande sala e nulla più . Alla sera
mi vien tra le mani un documento importante as-
sai ; era una pia e generosa persona, che donava
al Collegio di Arti e Mestieri una cospicua somma .
Alzai gli occhi al Cielo e dissi fra me : Sarà mai
questo il frutto delle tre Ave Maria? Mi fermai
un istante perplesso , ma subito mi persuasi che
quella limosina , in quel giorno ed in tali circo-

2.4 Page 14

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stanze non poteva altrimenti provenire che dalla
volontà di Maria, la quale, non soddisfatta di un
salone, voleva in questo luogo una Chiesa . Ritengo
adunque essere Maria che volle questa cappella ,
ed io spero che di qui Essa volgerà benigna gli
sguardi suoi sopra tutti i Salesiani, sopra i Coo-
peratori e le opere loro . Le tre Ave Maria prov-
videro alle Suore la Chiesa non solo, ma e la Casa
ancora .
» Fortunata Buenos Aires, che avendo alle tue
porte una Chiesa di più , dedicata a Maria, avrai
pure un tesoro di grazie e di benedizioni .
» Quantunque poi abbiate già luminosamente mo-
strato in occasione della Lotteria del Rosario la
vostra generosità, io vi ricordo tuttavia, o signori,
come della spesa per la Casa ancor rimangono a
pagarsi più di 300,000 pesos ; e, come voi ben
vedete, la Chiesa è tuttora presso che spoglia, e
priva d'ogni sacro arredo e addobbo . Io confido che
la generosità vostra troverà modo di aiutarci a
soddisfare a' nostri debiti e a provvedere i neces-
sarii ornamenti del Tempio , dedicato alla nostra
dolcissima Madre la Vergine Maria .
» Conchiudo dicendo a voi ciò che dir suole Don
Bosco nel terminare le sue Conferenze : - Le vo-
stre limosine , i sacrifizi e cooperazioni vostre si
cambieranno per le mani di Dio e degli Angeli in
una chiave d'oro, che vi aprirà il Paradiso . »
TRATTO DEL DISCORSO DI MONS . ARCIVESCOVO .
« Signori , mi dimenticava che mi era assunto
un impegno, e già prima ch' io lo manifesti, voi
lo conoscete . Questo tempio è dedicato a Maria .
Conoscete voi Maria? Desiderate conoscerla? Non
la guardate cogli occhi del mondo, dell' orgoglio
e dei fasto secolaresco . L'umile Vergine di Nazaret
non cerca nè gradisce l' effimera ricchezza . Ram-
mentate la storia de' padri nostri e fissate gli
sguardi in quella donna, che e quellì e noi gettò
in un mar di dolori . Maria é l' antitesi di quella
donna, è il contrapposto di Eva . Figlia dell'Eterno
Padre è Maria, Sposa dello Spirito Santo e Madre
del Figliuolo di Dio . Maria è esaltata insieme con
Dio, e il divino Figliuolo incarnandosi in Maria se la
associò nella redenzione dell'uman genere .
» Il tempio di Maria è tempio di Dio , perchè
Maria é da Dio inseparabile . Senza di Lui . Maria è
nulla , e con Dio , Maria è tutto . Essa é l' onor
della terra, la delizia degli Angeli, la gloria del
Cielo ; e Dio in lei fissando lo sguardo se ne com-
piace e la elegge e proclama sua Madre . Qui,
in questo tempio Maria scioglierà canti di lodi a
Dio, perché Dio si rallegra del culto prestato alla
Madre sua, e si compiace che il suo popolo si u-
nisca con Lui medesimo, per chiamarla benedetta fra
tutte le donne .
» Quali ammirabìli relazioni fra Maria e Dìo !
Ella é scelta per essere aiuto di Dio, istrumento
dell'opere sue maravigliose, avvocata del mondo .
Per Lei salgono al Cielo le preghiere del mortale,
e scendono alla terra le grazie ed i favori del-
l' Eterno .
» Signori, si videro un giorno i nemici di Dio
collegarsi insieme per invadere l'Europa e cancel-
lar dalla terra il nome dell'Altissimo . Pieni d'ira
e di furore i Mussulmani si rovesciano sulla di-
visa Europa , abbattono i suoi tempii , ardono le
sue reggi e, e sgozzano i suoi abitanti . Giorni di
somma afflizione eran quelli , perchè la barbarie
stava per irrompere, la Cristianità pericolava, la
civiltà era in punto di morte . Tutti tremano ; solo
nel tempio di Dio si agita la speranza, perché ivi
si insegna a confidare in Dio .
» La voce del Papa penetra imperiosa nelle
Corti , riunisce e stringe fra loro i Principi , li
esorta e stimola, e collocandoli sotto il manto di
Maria, li riscalda alla pugna.-L!oeptaun,
che fosti presente al trionfo de' Cristiani, deh !
contaci le glorie di Maria, loro aiuto e salvatrice
potente .
» I barbari non desistono, e, vinti in mare, as-
salgono in terra . Povera Vienna ! Più non v' é
unione nei Cristiani ; la discordia li divide e li
prostra . Maria pure é l' aiuto de' buoni ; Ella
parla al cuore di alcuni valorosi campioni , e di-
rigendo i loro colpi e dando forza al loro braccio
ottiene loro una delle più brillanti vittorie , che
leggansi nella storia .-Una solennità religiosa cele-
brerà per tutti i secoli la protezione , che, Maria
prestò agli adoratori del suo divin Figliuolo .
» Veniamo ai tempi moderni . Ecco la storia ,
consultatela . Sorge in Francia Napoleone , dà la
pace all'agitata sua patria, traversa i mari, pas-
seggia trionfante in Egitto, ritorna in Francia, di-
chiara guerra a tutta Europa, e dappertutto porta
in trionfo le sue armi . Potente sugli uomini osa
cimentarsi con Dio, e nella sua superbia mette in
carcere il Vicario di Gesù Cristo .
» Non soffre Maria che quelli, i quali la invo-
cano in aiuto e la chiamano Madre , abbiano in
ceppi prigioniero ed esiliato il proprio Padre, il
Capo, il Sacerdote loro . Napoleone passa in Russia,
e colà lo afferra la divina Provvidenza ; le cose
cambiano successo ; il gelo intirizzisco le mani ai
soldati fino allora vittoriosi ; il loro capitano cade
prigione ; il Papa è libero e Pio VII in Savona
incorona la Vergine della Misericordia , ripeten-
dole il titolo onorando di Aiuto dei Cristiani, già
in altra epoca a Lei applicato da Pio V .
» Or vedete, o Signori, che per tutti questi
motivi ben ebbe ragione il fondatore de' Salesiani
di confidare a Maria Ausiliatrice i suoi Istituti .
Opportunissimo fu tale pensiero , e Maria visibil-
mente li accolse e favorì . Sotto la protezione dì
Maria, sorretti e confortati da una non interrotta
serie di celesti aiuti , crebbero e dilataronsi così
straordinariamente i Salesiani, che la loro propa-
gazione è tuttavia un problema pel politico senza
fede, e per l' os ervatore ateo e razionalista.
L'I-
talia si sta meravigliata per le opere in lei compiute,
la Francia si commuove alla voce del servo del-
l'Ausiliatrice, la Spagna riceve con giubilo ifigli
suoi, che partendo dal Tempio di Maria Ausilia-
trice di Torino si spargono poveri e sprovvisti
di ogni cosa nelle sue città .
» La Republica Argentina ed Orientale udirono
esse pure la voce di Maria Ausiliatrice e già ri-
cevono le sue benedizioni . Fortunata Buenos Aires

2.5 Page 15

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quel dì che apristi le tue porte a' figli di Maria
Quante benedizioni non riceverai tu pure pe r le
mani della Regina del Cielo ! Questo Tempio e
questa casa sono per te elementi di civilizzazione
e di moralità . Puoi tu forse dubitarne ? Il Tempio
è casa di Dio . Egli qui dimora . La figlia di Maria
Ausiliatrice abiterà questa casa , e chi è mai la
figlia di Maria Ausiliatrice ? Sposa di Dio ella è,
povera volontaria per consacrarsi a Lui, adorarlo,
pregarlo nel suo Tempio, servirlo nella persona
dei suoi poveri e delle fanciulle . Le Suore di Ma-
ria Ausiliatrice hanno cura della gioventù per edu-
carla al Cielo, e per conservare in essa la imagine
di Dio che vi risplende .
» Certamente, o signori, la fanciullezza è l'imma-
gine di Dio, o se un giorno queste piccole creature
s'imbratteranno per il peccato, ritornerà loro la
primiera bellezza per mezzo dei Santi Sacramenti,
ai quali le Spose di Dio le prepararono . Le Suore
si prendono cura delle fanciulle , perchè sempre
risuona loro all' orecchio quel detto dello Sposo
Celeste : Lasciate che i fanciulli vengano a me,
poiché di loro è il regno de' cieli . Educar le fan-
ciulle alla virtù vale assai meglio che abbellirle con
frivolezze , arricchirle con tesori , ricoprirle con
gioielli, ed introdurle ne' secreti delle scienze
profane . Conservar nell' innocenza queste povere
anime o a questa ritornarle vale assai più che la-
sciar loro tutto il mondo in eredità . Ben se lo
sanno quei che lavorano a scristianizzare il popolo ;
mirateli come si industriano ed affannano per cor-
rompere l' educazione . Lamenta oggi e lamenterà
per molti anni ancora Buenos Aires i perniciosi
influssi di una educazione viziata e perversa .
» La madre cristiana tra le domestiche mura
stilla in cuore a' suoi teneri bimbi il seme pre-
zioso della morale, lo irriga coll'esempio suo e lo
riscalda coi suoi consigli ; ma ecco questo prezioso
seme illanguidire e morir pur anche, se nella scuola
respirano quei figiluoletti un alito pestilenziale ,
un'aria di sensualità e d'indifferenza . Sono le Suore
come Angeli della Provvidenza , che prendono a
pet o il coltivare ne' cuori del a g ioventùlgrm
della morale, che vi fu gettato dalla materna solle-
citudine , e si sforzano di fomentarlo e difenderlo
con ogni cura, onde cresca, si, sviluppi e venga a
maturità .
» Riepilogando il fin qui detto, io vi felicito, o
Signori, Salesiani, Cooperatori , e quanti mi state
ad ascoltare , io vi felicito, perché qui avete con
voi Iddio , quel Dio che ha detto : Domandate e
riceverete . Se la sventura, l'afflizione , il dolore,
battendo alla porta di casa vostra , verranno a
ferir il vostro cuore, portatevi qui, accorrete al
Tempio, e troverete il rimedio .
» Nelle Suore di Maria Ausiliatrice le figliuole
vostre troveranno serve fedeli, amorevoli maestre
e madri ancora piene di bontà . Voi avrete in Maria
Ausiliatrice una benigna Madre, una Consolatrice
pietosa ed in Gesù Sacramentato un Padre onni-
potente ed ottimo . Ma affinché tutto questo si av-
veri, si richiede che voi siate co' principii vostri
conseguenti , e che la vostra condotta sia quale
esige la Maestà del Padre che qui dimora, della
Madre che vi regna, e della santità che vi deve
albergare .
» P e r parte mia . vorrei fare molto per questa
famiglia, per queste associazioni, per questi reli-
giosi ; quindi li benedico tutti colla più grande ef-
fusione del cuore, affinché crescano in numero e in
santità, aumentino i loro benefattori e protettori,
si moltiplichino i frutti de' loro sudori , e sieno
senza numero i meriti loro per l'eternità .
» Amatissima Maria, vero aiuto de' Cristiani ,
tutti noi speriamo nella vostra protezione , e ,
come vostra è l'opera, beneditela e rimunerate ge-
nerosamtquiconrsealufondzie,
e quanti la favoriranno nel suo progresso e nelle
sue critiche circostanze . Benedite degli uni le fa-
tiche, e la buona volontà degli altri, e tutti tira-
teci con Voi a godere e a lodare Iddio pei secoli
eterni . »
CENNI BIOGRAFICI
di Suor MARIA MADDALENA MARTINI .
Abbiamo ricevuto particolari notizie della morte
di Suor Maddalena Martini, Superiora delle Suore
di Maria Ausiliatrice dell'America, e qui le pub-
blichiamo come abbiamo promesso . Premettiamo
alcuni. cenni biografici ; indi faremo seguire due
lettere del Sac . D . Giacomo Costamagna sopra la
sua morte e suoi funerali .
Figlia di una ricca ed onesta famiglia di Beinasco,
e adorna di tutte le grazie, che possano risplen-
dere in una donzella, Maddalena Martini parve nata
pel Cielo assai più che per la terra . Per la pietà
sincera e soda si segnalò fin dai primi suoi anni ;
l'amor dei beni terreni giammai potè far breccia
nel suo cuore , il quale anelava ognora a virtù e
a santità . Mirando con nobile e generoso disdegno
tutte le frivolezze e le seduzioni, con cui l'allet
tavano le ricchezze e le qualità sue naturali, quale
colomba timida, che fugge i mondani rumori, fece
generoso sacrifizio de' suoi beni, talenti e speranze,
raccogliendosi nel sacro recinto della religione . Ac--
cettata tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, tutte
le edificò colla sua pietà e carìtà, nulla cercando
e nulla amando di più che l' umiliazione ed il sa-
crifizio . Ardendo del desiderio di crescere nell'a-
more verso il divino suo Sposo Gesù, cercava a-
vidamente occasioni per rendersi a Lui somigliante,
ed Egli compiacendosene la soddisfece, regalan-
dola di molte spine e croci .
Un' anima cotanto nobile come quella di Suor
Maddalena non potea non portar grande affetto verso
i suoi parenti e le Superiore dell' Istituto, e Dio
esigette da lei il sacrifizio di tale suo affetto .
L'anno 1879 dovevasi fare una spedizione di Suore
per l'America . Siccome questo importava sacrifizi
non ordinarii, ed i Superiori non vi volevano sfor-
zare alcuna, lasciarono che le religiose stesse do-
mandassero come speciale favore l'esservi scelte
ed inviate . Prima a presentare per iscritto la do-
manda fu Suor Martini, e la fece con parole sì no-
bili e piene di religioso ardore, che i Superiori
giudicarono non solo di esaudirla, ma contro ogni

2.6 Page 16

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sua aspettazione la diedero per Superiora alle altre .
L' ubbidienza solo potè piegare l' animo di Suor
Maddalena a sottomettersi a sì onorevole ufficio, ri-
pugnandovì l' umiltà sua e fuggendo da ogni ap-
parenza di autorità e preminenza .
L'elezione di Suor Maria Maddalena a Superiora
Provinciale delle Suore di Maria Ausiliatrice non
potea essere più assennata . Nel disimpegno de'suoi
doveri ella si distinse per una pratica e prudenza
cotanto singolare , che maggiore non ne avrebbe
spiegato una consumata maestra di spirito .
Ma Gesù che cotanto amava la sua sposa, la vi-
sitò con una penosa infermità .
I medici più esperti e solleciti adoperarono tutti
i rimedi suggeriti dalla scienza per troncarle il
male, ma invano ; che ad un momentaneo migliora-
mento succedeva tosto una quasi mortale ricaduta .
Tre volte fu sottoposta ad operazioni delle più dolo-
rose, e la buona Superiora, inalterabile nella sua pa-
zienza, benediceva la mano di Dio che la percuoteva .
Alle fisiche si aggiunsero le pene morali, che
non mancano mai ai capi di religiose Comunità . Irri-
tato il demonio e confuso per le virtù di questa
amante Pastora, assalì ripetutamente il suo gregge
ed a colpi mortali . Nel 1881 lo attaccò con sì
grande violenza, che pareva aver avuto da Dio il
permesso di abbatterne la Casa e seppellirne sotto
le rovine la diletta famiglia, come quella di Giobbe .
Suor Maddalena trovò nella sua pietà e prudenza
i mezzi da rendere vani gli infernali disegni, e pro-
curò alle sue figlie giorni più tranquilli e felici .
Tanti dolori finirono con abbattere la precaria sa-
lute della buona Madre, che nel mese di marzo do-
vette porsi a letto per non più rialzarsi .
Quanto abbia sofferto negli ultimi mesi di sua
mortale carriera solo Dio può saperlo ; e se per
una parte la costruzione della nuova Cappella e
Casa di Maria Ausiliatrice riusciva quale balsamo
salutare al cuore della buona malata, il presenti-
mento di nulla più poter fare di bene in essa, e
di doverla per la prima vestire a bruno per la sua
morte, non poteva non amareggiare assai l'anima
sua delicatissima .
Purificata tra le fiamme della carità e del do-
lore, come per un crogiuolo, quest'anima generosa
era ormai degna del Paradiso ; onde nella sera del
27 giugno, Dio, rompendo le catene che la lega-
vano alla terra, l'ammise alle ineffabili delizie del-
l'eterna sua gloria . Munita de' SS . Sacramenti, vene-
rata e pianta a calde lagrime dalle sue consorelle,
arricchita di tutti i tesori della Chiesa, Suor Ma-
ria Maddalena Martini spirava l'anima nella pace
de' giusti, contando 34 anni di età .
Qui ci ricorda che sulla fine dell'anno 1878, stando
per partire da Torino alla volta d'America, Suor
Maddalena Martini fu a riverire D . Bosco e a do-
mandargli la benedizione . Don Bosco come per le-
nirle alquanto l'ambascia, che naturalmente provar
doveva il suo cuore, le disse : - Osservate, mia
buona figlia, una cosa : voi andate in America, ma
ciò nen impedisce punto che dopo alcun tempo pos-
siate ritornare in qua a rivedere i vostri cari : voi
potrete ritornare benissimo , e poscia ripartirne
o fermarvi , secondo che si vedrà della maggior
gloria di Dio . - Udite queste parole la Suora rispose
tosto con ammirabile prontezza : - No, no, signor
D . Bosco : io intendo di andare nell'America e di
non più ritornare indietro : giacche fò questo sa-
crifizio , desidero che sia perfetto : coll' aiuto di
Dio io spero di andare in Paradiso anche dall'A-
merica . - Questa risposta colpì grandemente Don
Bosco , che nel congedarla invocò sopra di lei la
pienezza delle divine benedizioni, assicurandola che
avrebbe ogni giorno pregato, a fine di ottenere
dal Signore di riunirsi eternamente in Cielo .
LETTERA
del Sac, Don GIACOMO COSTAMAGNA .
Buenos Aires, 29 giugno 1883 .
VENERAT mO ED AMaT m O D . Bosco,
Le scrivo col cuore in lutto e di mezzo a grandi
gemiti e pianti delle sue figlie, le Suore di Maria
Ausiliatrice d'America .
Come Le annunzai ieri per telegramma, Suor
Maria Maddalena Martini non è più ; la sua bel-
l' anima lasciava le umane spoglie qui in terra per
volarsene alla Patria celeste, ier l'altro , 27 del
corrente mese, alle 10 '/2 di notte.
Ah ! qual vuoto ha mai lasciato questa Madre
Ispettrice l . . . Ah quanto grave pesa adesso la mano
del buen Dio sulle sue spose, le Figlie di Maria
Ausiliatrice !
So che Ella , mio buon Padre, desidera di co-
noscere i particolari dell'infermità e morte di que-
sta sua figlia Americana, ed è pur giusto che si
appaghino le sue brame .
Anzi, avendo testè trovato un libro di memorie
di questa buona Suora, ho pensato di trascriver-
gliene qui alcune linee, che stimo acconce al mio
scopo .
In questo libro adunque trovansi fra gli altri i
seguenti appunti
« Alli 13 di gennaio del 1867 ricevetti l'asso-
luzione nella mia confessione generale . Deo gra-
tias
« Per misericordia di Dio ed intercessione di
Maria SS . e di s . Giuseppe, nell' anno 1875, alli
16 di luglio, fui annoverata tra le Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice ; il 23 d' agosto dello stesso anno
ricevetti l' abito religioso ; il 24 di maggio del
1876 emisi i voti triennali, ed il 15 agosto dello
stesso anno i perpetui . Gesù, Maria e Giuseppe ne
siano da me eternamente ringraziati .
« Il 2 gennaio del 1879 partii per l'America ,
ed arrivai il 26 a Buenos Aires . Gesù , Maria e
Giuseppe vi ringrazio e vi prego di aiutarmi a cor-
rispondere a questa grazia sì grande . Voglio pro-
prio consumare i brevi miei giorni a gloria vostra
ed a bene del prossimo . »
Seguono poi varii santi propositi fatti negli E-
serciz spirtualinel'ano187 edinf evngo
diversi avvisi e santi ricordi , che questa Suora
dice aver ricevuto dalla Madre Generale, dal Ve-
scovo di Biella, Monsignor Basilio Leto, da Don-
Cagliero, da D . Bodrato, dal . P . Canova e da al-
cune sue sorelle più provette.
Ed è appunto tra questi santi ricordi che mi
venne fatto di trovare la copia d'una lettera, scrit-

2.7 Page 17

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tale da una persona che Lei, carissimo D . Bosco,
deve conoscere molto bene . Questa lettera mi porge
il destro di parlare dell'infermità lunghissima e della
preziosa morte di questa Suora , ed è del tenore
seguente
« DILETTA FIGLIA IN G . C .,
« La vostra andata a Mornese ha dato tale schiaffo
al mondo,chèeglimandòcoelanim
nostre ad inquietarvi .
» Ma voi ascoltate la voce di Dio, che vi chiama
a salvarvi per una via facile e piana , e disprez-
zate ogni contrario suggerimento . Anzi, siate con-
tenta dei disturbi e delle inquietudini che provate,
perchè la via della Croce è quella che ci conduce
a Dio . Al contrario se voi foste stata subito al-
legra e contenta, vi sarebbe a temere qualche in-
ganno del maligno nemico . Dunque ritenete
1° Non si va alla gloria se non con grande
fatica ;
2° Non siamo soli, ma Gesù è con noi ; e san
Paolo dice che coll'aiuto di Gesù noi diventiamo
onnipotenti ;
3° Chi abbandona patria parenti ed amici e
segue il divino Maestro, egli ha assicurato un te-
soro nel Cielo, che niuno gli potrà rapire ;
4 ° Il gran premio preparate in Cielo deve a-
ffinarci a tollerare qualunque pena sopra la terra.
» Fatevi adunque animo ; Gesù è con noi . Quando
avete spine, mettetele con quelle della corona di
Gesù Cristo .
» Io vi raccomando a Dio nella s . Messa, voi
pregate anche per me, che vi sono sempre in G . C .
Vostro Umil .mo Servitore
SAC . GIO . Bosco . »
Tutto questo scritto e specialmente la parte di
esaploticrh,SugMdalenso
s.colpineuropaticònumodviable
Infatti , per non parlare che delle croci corpo-
rali, poiché le spirituali son davvero indicibili, io
ricorderò soltante che Suor Maddalena, durante i
suoi cinque anni d'America, soffrì quasi continua-
mente fortissimi dolori di capo, i quali, se non era
della sua ferrea volontà di patire e patir molto
pel suo Gesù , le avrebbero reso impossibile l' e-
sercizio della sua spinosa carica .
D' una sola cosa per altro pareva lagnarsi la
buona Suora, ed era di non potere, per causa delle
sue infermità, dar tutto il buon esempio possibile
nell'osservanza della santa Regola .
Ma per quanto fosse temprata al patire e sem-
brasse che la morte le fosse ancor lontana, pure
arrivò un giorno fatale, in cui i medici la dichiara-
rono sfidata, per causa di una tuberculosis ai polmoni .
Suor Maddalena ricevette impavida questa, che
il mondo chiama bruttissima, nuova, ne gioì anzi
interiormente , e con tutta lena preparossi ad a-
spettare l'ultimo colpo .
Il qual colpo tuttavia , per aspettare che ella
facesse , non arrivava mai . Erano già scorsi tre
mesi , febbraio , marzo ed aprile , dacché si può
dire che lottasse colla morte, ma di morire non
n'era nulla . Passò maggio eziandio , e . . . nulla di
nuovo . Chi può ridire le pene ed i dolori di questa
buona sposa di Gesù ? Ma non fu mai che si per-
desse di coraggio anzi, rifocillandosi ben sovente col
Pane del Cielo, acquistava mai sempre nuovo vi-
gore nell'anima.
Il 6 di giugno, vigilia della grande solennità di
Maria Ausiliatrice e della solenne benedizione del
suo nuovo Santuario, fu dalle sue afflittissime Suore
trasportata nella Casa, attigua alla nuova Chiesa .
Parve che Iddio volesse santificare questa nuova
Casa per mezzo dei patimenti della sua sposa, dan-
doleabredlsuoCalicefnoalfeciaperquasi
tutto il mese di giugno . Oh si ! Lei lo aveva pur
detto a Suor Maddalena : - Non si va alla gloria
se non con grande fatica . - Ne son persuasissimo
e con me lo sono quanti stettero presenti al gran
passo della compianta Sorella .
Ma non creda, carissimo D . Bosco, che quella
fosse una scena di lutto . Se v'erano delle lagrime
erano più di gioia che di dolore . La fortunata Suora,
un quarto d'ora prima di spirare, pur conservando
quella pienezza di sensi che mai non l' aveva ab-
bandonata, non rifiniva di dar avvisi, incarichi ecc .
ai circostanti .
Rivolta a me - Dica al nostro Padre D . Bosco
che non lo potrò mai ringraziare abbastanza, per
avermi ricevute tra le Figlie di M . Ausiliatrice . -
E poi voltasi alle Suore assistenti : - Dite a
tutte le mie sorelle che loro mando l'ultimo ad-
dio in questo mondo, e che non si scordino mai
che tutto passa quaggiù .
A me poi, che, avendole data poc'anzi la candela
benedetta accesa, e ingegnavami di seguire il Pro-
ficiscere, disse : - Padre, giammai mi dimenticherò
dei benefizi che Lei mi ha fatto . - Di li a poco
soggiunse : - Veda, Padre, il demonio pretende-
rebbe che io perdessi la speranza, ma non ci riu-
scirà . Maria, Auxilium Christianorum, ora pro
me . - Incaricommi eziandio di cercare in un certo
ripostiglio e di fare scomparire, perché nessuno lo sa-
pesse, una certa catenella di penitenza . E doman-
dandole io : - Adesso morrete proprio contenta,
e con grande speranza ? - Come non ho da avere
speranza, rispose, mentre Iddio mi ha fatto tante
grazie ?
Ed avvicinandosi più e più all'ultimo istante le
osservarono le Suore : - Madre , oggi è merco-
ledì, veda un po' come S . Giuseppe le vuol bene . . . .
se la vuol proprio pigliar con sé nel giorno a Lui
consacrato . - Oh sì, sì!. Elarispoe Siamo an-
che nel mese del Sacro Cuore . Oh ! che bel mese
per morire ! Quanti ne abbiamo del mese ? - Ven-
tisette, le fu risposte . - Era il giorno in cui due
anni fa noi ricevevamo la notizia della morte della
Madre Generale, Suor Maria Mazzarello .
Dopo questo la cara moribonda non disse più pa-
rola , ma ripetendo seco stessa a fior di labbra i
dolcissimi nomi di Gesù, di Giuseppe e di Maria,
un minuto dopo placidamente spirò .
Oh caro D . Bosco ! Così possano morire tutte le
di Lei figlie ed i suoi figli ancora ! Preghi tanto
il buon Dio che ci faccia questa grazia, la più im-
portante di tutte : una santa morte .
Non Le parlo della tenerissima veglia che in
chiesa le fecero le Suore ed i ragazzi del nostro

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Collegio durante la notte , pregando e cantando .
Non le parlo delle esequie e del funerale , a cui
intervennero non solo le Suore delle varie Case
vicine, ma eziandio molti nostri Cooperatori e Coo-
peratrici, a fine di pregar pace eterna all' anima
della compianta Sposa di Gesù .
Adesso, o carissimo D . Bosco , le Figlie Ame-
ricane di Maria SS . Ausiliatrice sono senza madre
quaggiù . E il caso di cercarne tosto un' altra, che
sappia riempiere il vuoto lasciato dalla defunta . E
certo che il buon Dio la tiene già preparata, e vuole
che io la venga a prendere dalle mani di D . Bosco .
Io ci verrò ben presto, anzi sono già sulle mosse.
La cerchi adunque, ne la prego, e con questa mi
prepari uno stuolo di buone Suore, ed una squadra
di coraggiosi Salesiani, affinché il mio viaggio in Eu-
ropa riesca vantaggioso alle Case nostre dell'Ame-
rica, e specialmente alle Missioni della Patagonia .
Nella dolce speranza di presto riabbracciarla La
prego di benedirmi e mi professo
Di V . S . Rev .ma
quali tutte avevano chiusi i loro Collegi, e chi sin-
g hiozzando, chi piangendo a dirotta, dopo d'essere
entrate nel santuario di Maria Ausiliatrice a chie-
dere forza in quel cimento, si moveano per andare
a rappresentar quel quadro straziante, che i miei
occhi videro, ma che la penna non è capace di de-
scrivere .
Si succedettero in seguito le visite intermina-
bili delle figlie di Maria, tanto amate dalla Madre
Maddalena, e quelle di molte signore illustri, Coo-
peratrici Salesiane . Ma quel che più monta si é
la successione non interrotta della Via Crucis, del
SS . Rosario e dell' Uffizio dei defunti , che durò
non solo tutta la vigilia dei santi Apostoli Pietro
e Paolo, ma tutta la notte ed il giorno di questa
solennità, fino alle due pomeridiane, quando mosse
il convoglio funebre dal nuovo Santuario .
Oh davvero ! quella non era più una scena stra-
ziante, ma consolante al sommo . Le pietose Suore
Domenicane, che avevano usato una carità esimia
verso Suor Maria Maddalena durante la lunghis-
Sac . GIACOMO COSTAMAGNA .
. C.ofmiglonG.emdosqAf sima sua infermità, vollero aiutare le nostre nel-
l' adornare la cassa con gigli, e nel preparare nel
NB . - Notiamo che D . Costamagna é giunto fe-
licemente a Torino il 7 dello scorso agosto,
accoltovi da D . Bosco e dai confratelli colle
dimostrazioni della più viva gioia e del più
caldo affetto .
bel mezzo del nuovo Santuario come una specie di
treno ardente, su cui fu posta la preziosa salma .
Ed oh ! perché non fu presente a quelle pietose
dimostrazioni, o felice madre di più felice figlia ?
I buoni fanciulli del nostro Collegio non si con-
tentarono di pregare intorno al feretro durante il
giorno, ma vollero assisterla anche parte della notte .
Le Suore poi la vegliarono tutta la notte sempre
pregando .
I FUNERALI .
Alla dimane, giorno di s . Pietro , offrirono la
Comunione in suffragio di questa fortunata tutte
Mentre arrivava a D . Bosco la sopra riferita let-
tera, un'altra non meno commovente ne perveniva
alla signora Cristina Martini , madre della Suora
compianta . In essa D . Costamagna descrive spe-
cialmente gli onori funebri che le furono fatti . Giu-
dicandola pur degna della pubblica luce, qui la pro-
duciamo a comune edificazione,
le Suore , le Figlie di Maria Ausiliatrice di Al-
magro, i Salesiani di qui, e i duecento giovani del
nostro Collegio .
Non le parlo poi delle Messe che i Sacerdoti
Salesiani non solo, ma molti Cooperatori vennero
a celebrare in di lei suffragio ; non le parlo delle
preghiere che tosto fecero varie Comunità reli-
giose a questo stesso fine, e mi limito solamente
Buenos Aires, 30 giugno 1883.
STIMAT ma SIG . CRISTINA MARTINI,
a dire che Suor Maddalena aveva lasciato il mondo
ed i suoi vani onori, ed il mondo le venne a tri-
butare i suoi omaggi d' ammirazione per questo
Non è lettera di condoglianza questa mia ultima, stesso distacco .
ma di congratulaziene, ottima signora Cristina .
I giornali cattolici ne tessero tosto le lodi, ed
Perché in fatti dovrei dimostrare compassione all' accompagnamanto funebre fuvvi una folla im-
verso chi ebbe una sì felice sorte , di avere cioè mensa di gente più o meno buona , ma tutti do-
per figlia una sposa di Gesù Cristo ed ora prin-
cipessa nel Paradiso? Mi congratulo adunque con
lei, e intanto ascolti adesso la narrazione di quanto
succedette al trapasso di Suor Maria Maddalena,
chè di sua santa morte gliene dirà a lungo lo stesso
D . Bosco, a cui ne mando minuta relazione .
lenti assai per tanta perdita .
Una illustre famiglia di Buenos Aires disputò
con molte altre, ed ottenne l'onore di ospitare la
salma di Suor Maddalena nella tomba de' suoi an-
tenati ; altri ed altri signori della città si repu-
tarono ad onore l'accompagnare sino al lontano ci--
NonapelfortunaMdreIsptriceb
mitero della Recolecta la poverella di Gesù Cristo .
date l'ultimo respiro, furono tanti i telegrammi, le
Le Suore stesse vollero portarla a braccio per
lettere ed i messi che si spedirono a tutte parti, un lungo tratto di via , ed i nostri bravi giova
che sul far del giorno già si vide la nostra gente netti la seguirono pregando di sì gran cuore, che
delle varie case a venir a frotte a frotte, e, do- bisognava piangere di consolazione .
mandando dove stesse la salma della Madre, cor-
Il funerale in chiesa lo facemmo solo quest'oggi,
rere a dar l'ultimo bacio su quella mano, da cui perché ieri , solennità dei santi Pietro e Paolo,
avevano ricevuti tanti benefizii,-
vietavaloilrito,quantunquefosevi praesente ca-
Le prime a giungere furono, le Suore della Bocca, davere . Fu tanto stupendo che nessuno se l'avrebbe
poi quelle di Moron, indi quelle di S . Isidoro, le immaginato .

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Vi accorsero le Suore Domenicane, le Suore della
Misericordia , quelle di San Vincenzo , quelle dei
SS . Cuori di Gesù e di Maria, le Serve di Gesù
Sacramentato, le Figlie di Maria , varii Parroci,
i Francescani, i Vincenzini, moltissimi Cooperatori,
i diversi nostri Collegi ed un Istituto di orfane
francesi .
Si degnarono pure di venirvi il Sindaco della
città, il Provisore Vicario Generale, Mons . Boneo
nomadi, e le loro occupazioni la caccia, la rapina,
la custodia dei loro armenti, il maneggio della lan-
cia, dei bolos , della fionda e del lazo. Montano
continuamente cavalli ardenti, che essi maneggiano
con selvaggia prestezza .
Tristo e bizzarro è il loro aspetto . Il colore fu-
liginoso dei loro rebusti corpi, la fitta ed incolta
capigliatura, che loro casca sul volto, l' aggiunta
di vistosi colori , con cui sono soliti dipingersi ,
ed altri rappresentanti di Mons . Arcivescovo, che
vi sarebbe venuto personalmente, se non fosse stato
già prima impegnato in altra funzione . Insomma
ripeto quel che già le dissi : Il mondo , mal-
grado che Suor Maddalena l'avesse lasciato, venne
a prestarle i suoi tributi di venerazione .
Le Suore ritornarono testè alle singole loro case,
ma non si vollero dipartire senza aver prima ottenuta
da me una memoria della loro compianta Madre .
La diedi di buon grado a ciascheduna di esse, nella
certezza che questa memoria loro sarà come di con-
tinuo svegliarino, non solamente a pregare per lei,
ma per imitarne le virtù .
Stia adunque allegra, o fortunata sig . Cristina,
che il buon Dio le ha pagato con usura il sacrifi-
zio che Ella gli fece regalandogli la figlia .
Passeranno ancor pochi giorni, e poi le porte
del Cielo si apriranno un'altra volta, e questa sarà
da,enolruisemdlnatischfo
una espressione di speciale ferocia .
Imitano colla facilità delle scimmie e sono men-
titori ed arroganti ; la falsità è universale ed in-
veterata in tutti, uomini, donne e fanciulli . A ciò
vuolsi aggiungere una grande perfidia , una forte
inclinazione al furto, una smodata vanità ed accesa
cupidigia di lode . Sono poi di una estrema indo-
lenza ; non si occupano se non della caccia e delle
loro armi, ed anche di questo assai rimessamente ;
passano il resto del tempo in uno stupido ozio .
Non hanno alcuna industria né attitudine alla pe-
sca ed alla navigazione . Gli abitanti della Terra
del Fuoco sono gli unici navigatori indigenidel-
l'America meridionale . Non si lavano mai, quindi
sono estremamente sucidi . Lo loro faccie e le loro
mani veggonsi spesso coperto di una crosta di spor-
cizia, specialmente d'inverno, che si tingono la fac-
per Lei, o fortunata , ed a riceverla sulle soglie cia con una sorta di creta, di sangue e di grasso,
della Patria celeste verrà la stessa di Lei figlia . onde sentire meno il freddo . Non puliscono nem-
Ben lo ricordo ancora vivamente ! Sempre che meno i loro toldos o capanne . Quando le sozzure
parlavami di D . Bosco e di Don Cagliero, dai quali
riconosceva aver ricevuti tanti favori , il suo di-
scorso voltava a Beinasco , e ricordava la buona
mamma e le care sorelle ed i cari fratelli ancora .
li incomodano, tolgono le capanne e le trasportano
altrove .
Come ogni selvaggio, il Patagone, senza ecce-
zione di tribù , di grado, di sesso e di età, ama
Ed era allora che sospirando promettevami di rac- l'ubbriachezza . Coloro, che possono procurarsi be-
comandarli tutti al Signore . Ed io la posso as- vande alcooliche, ne fanno frequente uso . Si sottomet-
sicurare che questo suo dovere l' ha compito per tono anche ad un viaggio di dieci e quindici giorni,
bene . Che se tanto pensò per loro qui in terra , per recarsi al più prossimo stabilimento Argentino,
che non farà ora nel Cielo !
ove provvedersene, dando in cambio pelli e penne
Dunque coraggio, sig . Cristina, coraggio ed al- di struzzo . Pel trasporto dei liquori adoprano pelli
legria santa, ed essi tutti della famiglia Martini di montone , che spogliano destramente dal collo
lascino che li chiami ancora una volta fortunati . in molo da farne degli otri , i quali non lasciano
Accetti adesso, o sig. Cristina, i sensi del mio ri- sfuggire una stilla di liquido, e resistono al galoppo
spetto, preghi per me che sono
dei cavalli, a cui li attaccano con forti cinghie a
Suo obbl .mo Servitore
Sec . Giacomo COSTAMAGNA .
ciò preparate . Tornati alla tribù col loro carico ,
tutti partecipano all' orgia , e continuano a bere
senza rimoversi dal posto, per più giorni, fin che
rimane loro del liquore . Quando sono ubbriachi ac-
cadono scene spaventevoli,poiché diventati furi-
bondi si battono orribilmente gli uni gli altri , e
LA PATAGONIA
talvolta pur si uccidono .
e le terre Australi del Continente Americano
Quando non hanno liquori cercano ubbriacarsi con
tabacco . Dopo d'aver mangiato, accosciatisi sul ven-
tre, si mettono a fumare, procurando di ritenere
PARTE III .
CAPO III .
il fumo e non rendendolo dalle narici, se non quando
riesce loro propriamente impossibile di più rite-
nerlo in bocca . Ubbriachi sono orribili a vedersi ;
Costumanze e carattere morale
stralunano gli occhi, non lasciandone scorgere che
dei Patagoni .
il bianco ; si agitano con moti convulsivi , si sti-
rano per ogni parte, sbuffano rumorosamente, men-
Vivano essi nelle vicinanze degli Argentini, op- tre caduta loro di bocca la pipa la saliva loro sfugge
puren;seoltiprudmelaPtgoni
a flutti dalle labbra semiaperte .
giogaieboscosedleCorigdlaPtgoni
Tale stato abbominevole di volontario ebetismo
o sul suolo alcalino della Pampa, il genere di vita - forma la felicità di qu ei miseri selvaggi . I com-
di tutti i Patagoni é quasi uniforme ; sono tutti' pagni si guardano bene di disturbare il fumatore,

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ma gli portano dell'acqua in un corno di bue, che
gli infiggono a fianco nel terreno . Rinvenuto in
sè, il fumatore beve l'acqua, si stende sul dorso
e si abbandona al sonno.Ledonifacul
stessi partecipano a questo orrido costume, senza
che alcuno vi si opponga .
Tuttavia non mancano in essi certe qualità lo-
devoli e generose, che rivelano pure una nobile
natura, sebbene corrotta e stiamo per dire muti-
lata dal vivere selvaggio e dall'assoluta mancanza
della vera religione . Quantunque siano general-
mente così sucidi e rozzi mostrano nondimeno una
grande passione per gli apparati sfarzosi e di gran
pompa, dai quali sentono quasi l'animo soggiogato
all'ammirazione ed al rispetto . Provano impres-
sione vivissima all'udire qualche armonia musicale .
Liberali nell' ospitalità verso i forestieri , inof-
fensivi anche verso i bianchi, i quali abbiano loro
dato segno di benevolenza , sono specialmente fe-
deli a tutte prove e pronti ad ogni sacrifizio per
coloro, coi quali hanno stretta amicizia . In tutte
le vicende della vita sono l'un per l'altro fino a
dare il sangue . Le madri hanno pei loro figli un
amore, che le porta all' eroismo . L' ubbriachezza
stessa, che in quegli animi inferociti soffoca ogni
sentimento di umanità, non vale a spegnere questo
afetofraternol'unoperl'altro . La loro discre-
zioneèsoma,ovesitradunectoh
interessi la intiera tribù .
Quanto alle facoltà mentali,sondtai'u
memoria tenacissima e d' una facilità di eloquio ,
che sarebbe copiosa in un uomo civile . Uno dei
vanti loro più ambiti è appunto il fare sfoggio di
un'arte oratoria non comune, soprattutte nella du-
rata del discorso e nell' interessamento del soggetto
che trattano . Alcune volte parlano senza interru-
zione per ore intiere .
Dal tut o risulta che l'indole dei Patagoni non
è così rozza, nè così sdegnosa d'ogni socievolezza,
come da alcuni si crede ; che anzi usando loro la
vera carità cristiana, cioè un affette evidentemente
scevro da ogni interesse e da qualsiasi ombra di
egoismo, facilmente si affratellano e ricevono con
riconoscenza quelle cognizioni, da cui possono trarre
vantaggio .
ECCEZIONE ALLA REGOLA
E UNA ELEGANTE RACCOLTA DI POESIE
DEL SANTO PADRE LEONE XIII
Per regola ordinaria non pubblichiamo sul Bol-
lettino riviste od annunzii di libri non vendibili
nelle nostre librerie e ciò per varii ragionevoli
motivi .
Primieramente uscendo il Bollettino una sol volta
al mese, ed essendo molte le richieste di tali an-
nunzii, noi dovremmo consacrar loro buona parte
delle nostre colonne , escludendone più altre ma-
terie di maggior momento .
In secondo luogo ce ne asteniamo eziandio, per-
chè l'esperienza ci ammaestra che i Cooperateri
acquistano facilmente libri usciti dalle nostre offi-
cine allo scopo di concorrere con noi, non solo alla
diffusione della buona stampa,malbensr
delle Case Salesiane e in favore della educazione
delle migliaia di poveri giovanetti ivi raccolti ed
istruiti ; ma nel tempo stesso danno poca impor-
tanza all'annunzio di altre opere, e perciò il cenno
bibliografico non ottiene l' effetto desiderato, che
si conseguirebbe invece servendosi di giornali o
periodici, che vanno nelle mani di ogni classe di
lettori .
Finalmente abbiamo anche veduto che quando
annunziamo un libro non vendibile presso di noi
vi sono sempre di quelli, che innavvertentemente
ci scrivono e mandano pur anche danaro per avere
da noi quel libro medesimo ; quindi siamo obbli-
gati, a rispondere a ciascuno che non lo abbiamo,
con ispreco di tempo e di spese .
Ma non ostante queste ed altre ragioni dobbiamo
questa volta fare una eccezione alla regola in fa-
vore di un libro, perchè contenente le stupende
poesie del nostro Santo Padre Leone XIIl, e per-
ché il profitto dello smercio va a benefizio di un
buon numero di poveri giovani del popolo, raccolti
in un Istituto della città di Udine, simile al nostro
di Torino .
Ecco pertanto il cenno bibliografico, che pregati
volentieri inseriamo , pregando per altro quelli ,
che volessero acquistare l'opera annunziata, di ri-
volgersi all'indirizzo sotto indicato .
« Il S . Padre Leone XIII, al quale tra le varie opere
cattoliche, stanno principalmente a cuore quelle, che
provvedono alla sana educazione della gioventù, colla
munificenza che gli è propria si degnò concedere al
Patronato udinese per i figli del popolo la proprietà
di tutti i suoi versi, perchè il ricavato delle edizioni
che se ne faranno serva al sostentamento della pia
istituzione . Il chiarissimo prof. Geremia Brunelli di
Perugia volle anch'egli concorrere a questa opera di
carità, aggiungendo una versione dei carmi del sa-
piente Pontefice, la quale per giudizio concorde di tutta
la stampa , che ha parlato in proposito, non poteva
riuscir migliore .
» La tipografia dell'istituto onorata altamente dallo
splendido dono di Leone XIII, volle che la prima edi-
zione dei carmi fosse non al tutto indegna del per-
sonaggio altissimo autore di essi ; e il volume riuscì
tale che il Pungolo di Milano non esitò a dichiararlo
un « capolavoro dell'arte tipografica . »
» Di questa prima edizione non furono tirate tutta-
via se non un numero ristretto di copie, le quali non
vennero messe in commercio, ma tutte offerte ad illu-
stri personaggi .
» Ora la tipografia del Patronato ha condotta a
termine una seconda edizione dei carmi di minor
lusso, ma non priva di pregi tipografici .
» Non occorre notare che il ricavato di questa se-
conda edizione va tutta a beneficio delle scuole gra-
tuite per i figli del popolo, giusta le intenzioni di
Sua Santità . Lo acquistar quindi le poesie del Sommo
Pontefice , oltre il procurarsi una raccolta preziosa ,
è un unirsi alla splendida carità di Leone XIII, e un
concorrere a sostenere un' opera, cui unico scopo è il
miglioramento morale del popolo .
» Il volume legato alla bodoniana si spedisce franco
di porto a chi invierà lire 10 alla tipografia del Pa-
tronato, via Gorghi, 28, Udine .