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ANNO VII . N . 8 .
Esce una volta al mese .
AGOSTO 1883 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N . 32 - TORINO
SOMMARIO - Un prezioso dono ossia il Cardinale
Gaetano Alimonda Arcivescovo di Torino - Breve cenno
sulla vita e sulle opere del nuovo Arcivescovo - La
Festa di s . Gioachino giorno onomastico del Santo Pa-
dre - La Conferenza dei Cooperatori in Buenos Aires
- Tratto speciale della divina Bontà verso Sofia Loe-
scher e voti di affettuosi fratelli - L' onomastico del
Padre e i Figli a mensa con lui - Una soddisfazione
data ai Cooperatori Salesiani e un articolo dell'Unità
Cattolica - Collegio convitto Valsalice presso To-
rino - Pellegrinaggio di Sacerdoti italiani ai piedi
di S . S . Leone XIII - Preghiere solite a farsi ogni
giorno nel Santuario di Maria Ausiliatrice - Il suono
dell' organo nella Messa e nei Vespri - Bibliografia
Salesiana .
UN PREZIOSO DONO
OSSIA
Il Cardinale Gaetano ALIMONDA Arcivescovo di Torino .
La Chiesa di Torino, la Sede di s . Massimo,
ebbe dal Santo Padre Leone XIII, tra le
molte altre , una tale prova di affetto, che
maggiore non avrebbe potuto desiderare .
Uno dei membri più illustri, che per in-
gegno, per sapere, per eloquenza, per pietà,
per mitezza d'animo, per prudenza, per ogni
sorta di belle doti di mente e di cuore,
onori oggidì la Sacra Porpora, è senza verun
contrasto il Cardinale Gaetano Alimonda,
astro fulgidissimo della Chiesa Cattolica ,
onore di Genova sua patria, e glorioso vanto
dell'Italia tutta .
Or bene, quest'uomo, per tanti titoli emi-
nente, quest'uomo, che andrebbero merita-
mente superbe di possedere le prime Sedi
del mondo, quest'uomo, dico, venne ultima-
mente dato dal Vicario di Gesù Cristo a Pa-
store, a Padre dei Cattolici Torinesi . Il dono
è così prezioso, che il Sommo Pontefice non
potè farlo, fuorchè in un trasporto di amore
verso la città della Sacra Sindone e del SS .
Sacramento .
La penna è inetta a descrivere la gioia,
che si destò in ogni classe di cittadini allo
spargersi della lieta notizia . Questa infatti
tornò sì gioconda , che sul bel principio ,
come suole avvenire al primo annunzio di'
un bene troppo più grande e superiore al-
l'aspettazione, molti non le prestarono fede .
Ognuno temeva, per così dire, che la no-
tizia non fosse vera . Per assicurare gli animi,
onde assaporassero tutto il dolce di sì cara
novella, fu duopo un cenno pubblico sul-
l'accreditato giornale « L'Unita Cattolica » .
La nomina è ora un fatto compiuto ; godiamo
adunque ed esultiamo .
E per verità, ragione di godere e di e-
sultare hanno non solo i Torinesi, ma tutti
i Salesiani e la pia Unione dei loro Coope-
ratori ; imperciocchè fin dai primordii di
questa Istituzione il Cardinale Alimonda si
degnò di onorarla del suo nome, e in ogni
incontro la favori e promosse con ammira-
bile zelo . Vescovo di Albenga egli si recava
di buon grado a prendere parte alla festa
di s . Francesco di Sales nel nostro Collegio
di Alassio, situato nella sua Diocesi, vi te-

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neva eloquente ed affettuoso discorso, e si
deliziava nel trattenersi coi nostri confratelli,
BREVE CENNO SULLA VITA E SULLE OPERE
trattandoli qual padre i proprii figli . L'anno
del nuovo Arcivescovo.
1878 ebbe la bontà di presiedere altresì alla
Conferenza dei Cooperatori, e vi recitò un
magnifico discorso . In questo , dopo aver
promesso che egli pure erasi fatto ascrivere
alla Pia Unione, ne lodò altamente lo spirito
e lo scopo, e incoraggiò tutti a proseguirvi
animosi . A quest'uopo egli insegnò loro
come dovevano armarsi di quel triplice zelo,
che tanto raccomanda s . Bernardo nelle o-
pere buone, zelo cioè infiammato dalla carità,
zelum tuum inflammet charitas,zelo infor-
mato dalla scienza e dalla prudenza, zelum
tuum infórmet scientia, zelo infine rasso-
dato dalla costanza, zelum tuum firmet con-
stantia ; quella costanza che non cede dinanzi
alle difficoltà, le quali sempre attraversano
le opere buone, e più ancora le ottime .
L'anno dopo, fatto Cardinale, e chiamato
in Roma al fianco del Supremo Gerarca della
Chiesa, l'Alimonda conservò, anzi accrebbe,
se crescere ancor poteva, la sua benevolenza
verso di noi . Assisteva immancabilmente
alle Conferenze dei Cooperatori, che avevano
luogo nell'Alma Città , vi diceva discorsi
mirabili , perorando la causa delle opere
Salesiane con un ardore ed una eloquenza
impareggiabile . Una volta , trovandosi in
mal ferma salute, stava per declinare l'in-
carico di parlare in un'Adunanza, da tenersi
nella Chiesa delle nobili Oblate di Tor de'
Specchi ; ma dopo un breve riflesso si riprese
Crediamo che riusciranno cari ai Cooperatori e
alle Cooperatrici alcuni cenni biografici del nuovo
Arcivescovo di Torino, e qui li diamo, riproducendo
in parte un articolo, che già ne pubblicavamo in que-
sto medesimo periodico, nel mese di Giugno del 1879 .
Il Cardinale Gaetano Alimonda nacque in Genova
il 23 di Ottobre 1818 . Compiuti i suoi studi, Sua
Eminenza il Cardinale Placido Maria Tadini, allora
Arcivescovo di Genova , lo ordinava Sacerdote il
10 di Giugno 1843 . Nel 1845 il Canonico Giovanni
Battista dei marchesi Cattaneo, Primicerio della
Metropoli e Rettore del Seminario, conoscendo il
bel genio che annidava nell'Alimonda , lo volle
seco a Vice Rettore . Nel 1848 i rivoltosi caccia-
rono il Cattaneo dal Seminario, mostrando di rispet-
tare il mite Alimonda ; ma questi come adontato
amò meglio seguire il suo maestro, e scriveva : -
Mi sento impaziente di sbrigarmi dal Seminario
Vivere non potrei, se non piegando ai versi
del mondo . . . . Ora scelgo d'andarmene incontami-
nato . In quell'anno medesimo pubblicò articoli di
polemica religiosa nell' Armonia di Torino e nel
Cattolico di Genova . Nel 1849, chi reggeva l'Ar-
chidiocesi , a sede vacante, il volle di nuovo in
Seminario, chiestovi a grande istanza dalla gioventù
studiosa, e l' Alimonda vi rientrava in qualità di
Rettore, rimanendovi sino al 1853 .
Qui ha principio una nuova e più splendìda car-
riera per l'Alimonda . Sentendosi portato alla pre-
dicazione, egli ardente di amore e di zelo per Dio
e per le anime, si fece banditore della divina parola,
e vi riuscì egregiamente, soprattutto nella polemica .
Cominciò dalle orazioni panegiriche e dai ragiona-
menti sul dogma dell'Immacolata Concezione, che
e soggiunse : - « Veramente non mi sentirei
nè di andarvi, e tanto meno di predicare ;
ma D . Bosco m'invita, e chi potrebbe ri-
fiutarsi a' suoi desiderii? » - E vi andò e vi
fece un discorso da pari suo .
Siccome in Torino esiste la Casa Madre
della pia Società di s . Francesco di Sales, dalla
quale dipende in gran parte il benessere e la
prosperità dei molti Istituti a lei soggetti, così
dai Salesiani e dai giovanetti loro affidati si
fecero, per oltre a tre mesi, speciali preghiere
che Dio per mezzo del sapiente e provvido
suo Vicario ci volesse dare un Pastore, fatto
propriamente secondo il cuor suo . Or chi co-
nosce l'Eminentissimo Cardinale Alimonda,
ed ormai lo conosce il mondo intiero, converrà
nel dire che il Cielo esaudì pienamente que-
svelarono in lui il genio dell'Oratore . La sua fa-
condia fu udita con plauso nelle città della Liguria,
e in non poche del resto d'Italia .
L'anno 1864 Mons . Andrea Charvaz, Arcivescovo
di Genova, gli affidava la difficile trattazione della
Conferenze intorno al Sovrannaturale nella Metro-
politana, le quali dovevano rendere immortale il
suo nome .
Dando contezza di questo suo cómpito, l'Alimonda
si esprimeva così : < Cristoforo Colombo scriveva ad
Isabella di Spagna : - Il mondo conosciuto è troppo
piccolo, e bisogna slargarlo ; - e lo slargava di
fatto aggiungendo ai vecchi Continenti l'America .
Io diceva altrettanto ai miei contemporanei nelle
Conferenze : Il mondo in che voi portate le vostra
idolatrie, e in che di forza vi rinchiudete, è pic-
colo troppo per fermo ; è il mondo dei sensi e della
materia . Slarghiamolo, riaprendo sulle nostre fronti
il mondo dello spirito e di Dio ; sublimiamo i re-
ste preghiere ; onde non ci resta che di scio-
gliere sin d'ora la lingua ai più vivi ringra-
ziamenti, e fare i più ardenti voti che egli
sia presto in possesso della sua Cattedra .
centi acquisti coi vecchi patrimonii dell'umanità .»
Queste Conferenze prima predicate, e poi stam-
pate in 12 volumi, furono accolte con ammirazione
da tutti i dotti del mondo . Fra gli altri Cesare
Cantù le chiamò un prodigio di scienza e di erudi-
zione, ed affermò che più stupendo lavoro di apo-
logia religiosa non sorse ancora in Italia, e forse
mai non sorgerà .

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Nel 1866 il prelodato Mons . Charvaz, annuendo
al desiderio della colta cittadinanza di Genova ,
chiamò l'Alimonda alla prima dignità del Capitolo
Metropolitano . Divenuto Canonico Prevosto , egli
con potenza d'ingegno, con vasta erudizione, con ro-
busta eloquenza continuò a svolgere il grandioso suo
tema, a combattere e a conquidere gli errori del-
l'età, a difendere strenuamente la causa della reli-
gione e della Chiesa assalita, cogliendo allori ogni
dì più gloriosi .
Udiamo nuovamente come egli parla, e impariamo
a conoscere il grand'uomo che è l' Alimonda : -
a La carne si sentiva stanca, così egli scriveva, non
lo spirito, in me ; ma la lotta dei figliuoli degli uo-
mini contro i figliuoli di Dio imperversava nel mondo
più tremenda che mai, ed un altro Arcivescovo ,
già mio precettore, che succeduto era a quel primo,
Monsignore Salvatore Magnasco, e ardeva di zelo
per la causa cattolica, m'infondeva ardimento, vo-
levami saldo al mio posto . Allora io svolgeva l'ar-
gomento vitale dei Problemi del secolo XIX. Il
nostro secolo mette ogni cosa in disputazione, re-
spinge Dio, come afferma esso, al di là delle frontiere
dell'universo, e io al contrario incontrava Dio da
per tutto ; . . . e con Dio la sua Chiesa . » - Qui l'il-
lustre Porporato passa a dire delle armi da lui usate
nella grande battaglia e prosegue così - « Nel
condurre di questa polemica , che moveva contro
gli increduli, io adoperava le armi che ai medesimi
increduli riescono non discare . Si allega la rive-
lazione divina per opposta radicalmente alla umana
ragione, la Chiesa cattolica per nemica al progresso
sociale . Amai di sventare la calunnia famosa ; e,
per isventarla a dovere, presi abito di filosofo ed
interrogai la ragione ; assunsi il linguaggio dei dotti,
e trassi a parlare la scienza ; uomo incivilito feci
appello alla civiltà . Cosa maravigliosa ! Trovai che
la ragione umana affermava come la rivelazione
divina ; trovai che la scienza, quando è verace e non
bambina , parlava come la fede ; intesi la civiltà
ripetermi che teneva la sua culla ai piedi della
Croce, e che storicamente fra le braccia della Chiesa
era nata . Non di rado ebbi nelle mie conclusioni
a compagni i miscredenti e gli atei , i quali in
qualche émpito di verità promulgavano le armonie
poste tra la terra e il cielo, tra la ragione e la
fede . Erano i nuovi crocifissori, che si conturbavano
dalla vetta del Golgota, protestando : Vere Filius
Dei erat iste . Ah ! i crudeli non per questo si per-
cuotevano il petto! - » .
Il valoroso Oratore in Genova non si saprebbe,
se meglio facesse spiccare la sua dottrina , o la
sua dolcezza, o la sua umiltà . Per nulla invanito
di sè, era cosa consolante scorgerlo a trattare del
pari col dotto forestiero, che si recava ad onore
di fare sua personale conoscenza, e con un crocchio
di amici, che ne ambivano la dolce conversazione .
Egli sapeva farsi tutto a tutti, tutto specialmente
ai semplici ed ai giovinetti . I fanciulli del Collegio
degli orfani sel vedevano sovente in mezzo di loro
a godere di loro gioie innocenti .
Ora un ecclesiastico di così esimie virtù ben me-
ritava di essere collocato sopra un alto candelabro,
onde meglio risplendesse nella Chiesa di Dio ; ad
un soldato di tanto valore si conveniva nel campo
un posto più eminente , e il Pontefice Pio IX, di
santa memoria, ve lo poneva, eleggendolo a Vescovo
di Albenga nel Concistoro del 21 Settembre 1877 .
Come in Genova, così in Albenga Mons . Alimonda
divenne ben tosto la delizia del clero, del nobile,
del popolo . Ma quella Diocesi aveva appena cessato
dalle feste di ricevimento, quando, con indicibile
dolore, se lo vide rapire . Leone XIII, che altamente
stimava l'Alimonda per le sue doti e pei segnalati
servigi resi alla causa cattolica , nella sua prima
creazione di Cardinali, fatta nel Concistoro del 12
Maggio 1879, lo volle decorato della Sacra Porpora,
e chiamollo presso di sè, per giovarsi dell'opera
sua e de'suoi consigli nel governo della Chiesa u-
niversale . Dopo appena 4 anni, il Santo Padre se
ne priva per farne regalo ai Torinesi . Or se la pre-
ziosità del dono dimostra l'amore del donatore, la
lingua non è sufficiente a dire l'ardenza della carità
di Leone XIII verso l'Archidiocesi Torinese .
LA FESTA DI S . GIOACHINO
giorno onomastico del Santo Padre .
Ci è dolce il ricordare che il 19 di questo mese
ricorre la festa del Patriarca s . Gioachino, giorno,
come tutti sanno, onomastico del nostro Santo Padre
Leone XIII, che al sacro fonte ereditò il nome
del fortunato Genitore della Gran Madre di Dio .
Varii motivi noi adducevamo ogni anno per ecci-
tare i nostri Cooperatori e le nostre Cooperatrici
a ben celebrare questo auspicatissimo giorno . Or
mettevamo loro dinanzi la sublime dignità del Papa,
quale Supremo Gerarca della Chiesa, ora la grave
sollecitudine pel buon governo di tanti popoli, alla
sua cura affidati, ora l'accanita guerra, che da o-
gni parte gli muovono i nemici della Religione ,
e quindi il bisogno che Egli sente di essere sostenuta
nell'ardua lotta dai fedeli suoi figli, ora le bene-
dizioni che Dio promette e sparge sopra coloro ,
che amano ed aiutano il suo Vicario in terra, ed
ora questo ed ora quell'altro motivo, che troppa
lungo sarebbe il qui rammentare .
Ma a tutto queste ed altre ragioni, che militano
tuttavia, un'altra se ne aggiunge quest'anno . Ella
si è la gratitudine, che i Salesiani e i loro Coope-
ratori devono attestare al Sommo Pontefice Leone
XIII, per la preziosa nomina , ad Arcivescovo di
Torino , dell'Eminentissimo Cardinale Alimonda ,
nostro zelante Cooperatore ; nomina che, fuori di
ogni adulazione, noi consideriamo quale un tratto
speciale di benevolenza del Cielo, quale una vena
di grazie e di benedizioni per la nostra Pia Società,
quale un dolce conforto a proseguire animosamente
e con tranquillità di spirito le opere, che il Signore
si è compiaciuto di affidare alla nostra pochezza .
Ora un tanto bene, dopo Dio, noi lo dobbiamo al
glorioso Papa, che da oltre un lustro governa la
navicella di Pietro, e con mano abilissima e con
maravigliosa sapienza la conduce incolume e sicura
in mezzo allo stesso spumeggiare dei marosi , e
all'imperversare di orrenda tempesta .

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E come scioglieremo noi questo debito all'augusta
sua Persona? - In due modi : Colla preghiera e
coll' opera . Primieramente colla preghiera, ad esem-
pio dei primi Cristiani, assidui nella orazione pel
primo Papa posto nelle angustie : Oratio fiebat sine
intermisoneabEclesia aDpe.qdrouEml
preghiera faremo ? Quella che torna più gradita
a Gesù Cristo, più utile al suo Vicario, e nel .
tempo stesso di maggiore vantaggio alle anime
nostre.
Adunque nella festa di s . Gioachino facciamo
tutti la santa Comunione pel Papa . Il giorno è
propizio essendo Domenica ; propizio ancora, perché
preceduto di quattro giorni appena dalla Solennità di
Maria Assunta . Quale mai dei Cooperatori e delle
Cooperatrici non si accosterà alla santa Confessione
il 15 del corrente, festa dell'Assunzione della nostra
dolcissima Madre ed augustissima Regina del Cielo,
acquistando l'Indulgenza plenaria? E qual mai di
loro non saprà tenere la propria coscienza in i-
stato da poter accostarsi nuovamente alla Mensa
degli Angeli quattro giorni dopo? Così facendo
saranno più migliaia di sante Comunioni offerte in
quel dì al Signore, il quale le accoglierà di buon
grado , e le convertirà in altrettante preziose
gemme di grazie e di favori pel nostro Santis-
simo Padre .
E quale sarà l'opera che uniremo alla preghiera ?
- Sappiamo che i nostri Cooperatori, tanto Eccle-
siastici che laici, si fanno premura di soccorrere
di tratto in tratto l'augusta povertà del Capo della
Chiesa, che si trova in gravi strettezze . Oggidì è
questa un'opera delle più sante ; imperciocché il Pa-
dre di 200 e più milioni di Cattolici, privo delle an-
tiche sue sostanze, come mai provvederebbe agli im-
mensi bisogni della Chiesa, come sosterrebbe tante
opere di beneficenza e di religione non solo in Roma,
ma in ogni altra parte del mondo, come farebbe
ad inviare Missionarii a fine di spargere il Vangelo
nelle regioni tuttora infedeli , se i suoi figliuoli
non gli venissero in aiuto colle loro limosine? Per
la qual cosa noi proponiamo che ogni Cooperatore,
a nome proprio e della famiglia, in quest'occasione
faccia pel danaro di s . Pietro un' offerta secondo
le sue forze, inviandola al suo alto destino per quel
mezzo, che più gli sarà comodo . In questa guisa
noi daremo al Papa una prova non dubbia di ri-
spetto e di venerazione, e compiremo un'opera degna
di grande guiderdone , che non ci mancherà di
certo ; imperocchè, se Gesù Cristo promette di
rimunerare doviziosamente colui, che porge il più
piccolo aiuto all'ultimo dei suoi seguaci, che cosa
non darà mai a quelli, che fanno la carità al suo
Vicario ?
LA CONFERENZA DEI COOPERATORI
in Buenos Aires .
Dal Giornale La Union di Buenos Aires del
martedì 12 giugno ricaviamo il seguente articolo .
« Domenica scorsa ebbe luogo la Conferenza dei
Cooperatori nella nuova Cappella, consacrata alla
SS . Vergine sotto il titolo di Ausiliatrice (1) .
» Vi fu un numeroso concorso . Fra gli accorsi
notammo i Dottori Iturias - Martel - Carranza
- Casabel - Reynal - Espinola - Maglioni, ed i
Signori Robers, Portugues, Repetti ed altri molti .
» La Conferenza ebbe principio con una invoca-
cazione a Maria SS . Prese quindi la parola il P .
Costamagna, Superiore de' Salesiani, e con istile
facile e piano espose l' oggetto della Conferenza,
i favori concessi dai Sommi Pontefici ai Coope-
ratori Salesiani e di questi lesse i Rescritti .
Fece in ultimo una interessante e particolareggiata
esposizione sopra lo stato delle Missioni apostoli-
che, affidate ai Salesiani nel territorio della Re-
pubblica .
» Accennando alle Missioni della Patagonia con-
fermò ciò che già in altra occasione servì di tema
alla nostra redazione, cioè che i Ministri anglicani
lavorano a tutt'uomo in quei paraggi, seducendone
i poveri abitanti .
» Parlando indi della Boca del Riachuelo, fece
notare gli sforzi de'Salesiani addetti alla Parroc-
chia di S . Giovanni Evangelista ; sforzi i cui frutti
possono da tutti palparsi, vedendo la Chiesa fre-
quentatissima, e quella popolazione, per lo innanzi
così miscredente ed atea, cambiata ora da non più
riconoscerla . E dovuto ai Salesiani se la Massoneria
fece fallimento alla Boca .
» Ultimamente, come tutti sanno, si vendette al-
l'asta pubblica l'edifizio o tempio massonico-La
Alleanza - Oggi in quel luogo medesimo già si
insegna la dottrina cristiana a moltissimi fanciulli .
Il Collegio Pio IX situato in Almagro fio-
risce con notoria rapidità, essendo oramai insuffi-
ciente il locale per le continue domande , e già
contiene oltre a duecento giovani interni ed un
numero assai considerevole di esterni .
» I laboratorii di calzoleria, de' falegnami, dei
fabbri-ferrai , la tipografia e legatoria , sono in
grande attività, ed i giovanetti lavorano alacre-
mente .
» A detta del Superiore, sarebbero necessarii
almeno tre altri Ospizii di tal genere nei diversi
quartieri della Città, per appagare i desiderii delle
tante povere famiglie, che fanno domanda pei loro
figliuoli, senza che possano essere esaudite .
» Il Collegio d'istruzione superiore, diretto dai
medesimi Salesiani in S . Nicolas de los Arroyos,
fiorisce esso pure in modo straordinario, malgrado
tutti gli sforzi del liberalismo , che fu parimenti
costretto a chiudere (per mancanza di mezzi) il Col-
legio espressamente fondato per fare concorrenza
a quello già stabilito dai Salesiani . Il P . Superiore,
la cui relazione ci spiace non poter tutta qui ripor-
tare , terminò raccomandandosi ai Cooperatori e
Cooperatrici , che continuassero ad aiutarlo nelle
opere di carità intraprese a bene della gioventù
povera ed abbandonata .
(1) Nel prossimo numero del Bollettino riferiremo la
inaugurazione della nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice,
che ebbe luogo in Buenos-Aires il 7 dello scorso giugno,
alla presenza di grande moltitudine di fedeli, e coll'in-
tervento di Sua E . Revma Mons . Arcivescovo Federico
Aneyros .

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» Dopo lui parlò il Presidente del Consiglio
Superiore della Società di S . Vincenzo de' Paoli,
il Dottor Edoardo Carranza, il quale fece in breve
la storia della fondazione della scuola di arti e
mestieri, aperto sotto gli auspizii della mentovata
Società .
» Finito il discorso del Sig . Carranza, si rice-
vette la benedizione del S . Padre, che è uno dei
Privilegi accordati ai Cooperatori e alle Coopera-
trici Salesiane . Diedela il Sig . Provisore Boneo ,
ricevendola a ginocchio la divota moltitudine, che
riempiva la Cappella . Sali di poi il pulpito il
Rev . D . Domenico Tomatis, Direttore del Col-
legio Salesiano in S . Nicolas de los Arroyos .Il
suo discorso si versò sopra i benefizii compartiti
al mondo per l' intercessione della Vergine SS .
L'oratore si mostrò erudito, eloquente e commo-
vente, e riuscì di sorpresa agli uditori, che nol
conoscevano ancora . Di parola facile e fluida , il
distinto Professore si palesò qui letterato esperto,
e malgrado parlasse con idioma straniero per lui,
essendo egli Italiano, nessuno all'udirlo l'avrebbe
sospettato, tanto egli parlava corretto . La Confe-
renza terminò con una bella preghiera e con di-
voti cantici . »
TRATTO SPECIALE DELLA DIVINA BONTÀ
VERSO SOFIA LOESCHER
E VOTI DI AFFETTUOSI FRATELLI,
Il giorno 12 dello scorso luglio, nella nostra
Chiesa di S . Giovanni Evangelista in Torino, si
celebrava un solenne servizio funebre per l'anima
di una giovane damigella, la quale si può vera-
mente dire essere stata l'oggetto di predilezione
di Dio e della Beatissima Vergine Maria . Inten-
diamo parlare di Sofia Loescher .
Nata da madre Cattolica, ma da padre Protestante,
uno dei più rinomati editori italiani, residente in
Torino, questa figliuola aveva varcato di poco l'età
di 17 anni , ed era stata allevata nella religione
del padre . Di svegliato ingegno e di costumi in-
temerati nel corso degli studi ebbe la bella sorte
di conoscere la verità di nostra santa Religione ,
quindi da più anni domandava al genitore la li-
cenza di farsi Cattolica e di ricevere il Battesimo .
Non potendo ottenere di soddisfare i suoi ardenti
voti, la pia giovinetta prese non di meno a con-
durre una vita ognor più edificante, si fece divota
della Madre di Dio , ed ogni giorno la pregava
della grazia di poter entrare nel seno della vera
Chiesa di Gesù Cristo .
Compiuti i suoi studi, ed istruita nella lingua ita-
liana, latina, francese, inglese e tedesca, da circa
due anni un lento malore le serpeggiava nella vita e
la metteva a repentaglio . Il padre e la madre ,
ricchissimi ed affettuosissimi signori, non risparmia-
rono nè cure nè spese per troncare il corso del male ;
medici, medicine, viaggi, consulti, tutto fu messo in
opera, ma invano . Venne riferito che durante la ma-
lattia si presentò alla inferma il ministro protestante,
ed essa in bel modo lo licenziò, ripetendo che vo-
leva essere Cattolica . I genitori differivano di darle
questa soddisfazione, adducendo per ragione che ri-
sanata avrebbe potuto ricevere il Battesimo e gli
altri Sacramenti con tutta la solennità del rito . Ma
stavano ormai per finire non solo i mesi, ma i giorni
e le ore di sua vita, e la buona figliuola non a-
veva ancor potuto ottenere il compimento de' suoi
desiderii .
Tre giorni prima di morire, vedendo presso al
suo letto il padre , che tanto l' amava , ella rac-
colse le ultime sue forze e con un accento più ce-
leste che umano gli dice : - Papà, fammi un pia-
cere ; è forse l'ultimo che ti domanda la tua cara
figliuola . - Il padre non sospettando forse dove
andassero a mirare queste parole - Te lo farò
volentieri , le risponde : Dimmi pure che cosa
vuoi . - E d Ella : Concedimi il favore di farmi
Cattolica e di ricevere i Sacramenti della Chiesa
prima di morire . - L' ora della misericordia di
Dio era scoccata per quell' anima benedetta, e la
Vergine SS . stava per farle vedere che non indarno
l'aveva invocata . Difatto a tale dimanda di sì cara
figliuola morente, il signor Loescher si sentì com-
mosso sino alle lagrime, dimenticò di essere Pro-
testante e si ricordò solo di esser padre ; onde fatto
tacere tutti i pregiudizii contro la Chiesa cattolica,
con un atto altamente commendevole consolò ap-
pieno l'adorata figlia, dandole l'implorato consenso .
Nè fu pago di annuire a parole ; poiché unitamente
colla signora consorte postosi in relazione coll'Au-
torità ecclesiastica dispose tosto che le fosse am-
ministrato in letto il santo Battesimo con tutta
la solennità del rito cattolico . Glielo conferì, il 16
dell' ultimo Giugno, l' abbé Henry Aumond , già
professore della figlia , e conoscente di sua casa .
Rigenerata che fu nelle acque battesimali, e di-
venuta figlia di Dio e della Chiesa cattolica, non
si può dire a parole la gioia, di cui si sentì inon-
dare il cuore la piissima fanciulla ; più non rifi-
niva di ringraziare il Signore, la Vergine, ed il
padre ancora ; pareva che un raggio della eterna
bellezza si riflettesse sopra il vergineo suo volto, e
la tramutasse in una creatura angelica . Il muta-
mento fu così notevole che il padre istesso ebbe a
confessare : - È proprio vero che i Sacramenti re-
cano in morte una grande consolazione ; - e quindi
insieme colla profonda mestizia, che gli amareg-
giava l'animo per vedersi forse tra poche ore ra-
pire da immatura morte una sì amabile figlinola,
provava una soave delizia nel cuore per averle
procurata in quegli estremi momenti quella gioia
tutta divina .
Una cosa ancora desiderava la fortunata don-
zella, ed era di ricevere almeno una volta in sua
vita la SS . Comunione, per istringere così al suo
cuore lo Sposo delle vergini, prima di volare ai
suoi eterni amplessi nella patria beata . Questa sua
brama fu pure soddisfatta ; poiché i suoi genitori,
avvertitone il Curato della parrocchia di S . Mas-
simo , le fecero recare il SS . Viatico con pompa
solenne e con istraordinario apparato . Possiamo ve-
ramente dire che fu quella una Comunione da an-
gelo, ed un angelo in carne era la pia giovinetta
Loescher, perché adorna della stola battesimale,
e perché ardente di desiderio di ricevere il Pane

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degli angeli . Nè crediamo di andare errati aggiun- leggiante la fede, coperta di lugubre manto ; attorno
gendo che di rado in questa terra il divin Salvatore attorno bruciavano cento e cento faci ; accesi a
scende in anime sì belle e sì degne di Lui . Con- gaz erano tutti i lampadarii della Chiesa, e questa
fortata infine col Sacramento dell' Estrema Un- tutta messa a lutto dava l'imagine dell'immenso
zione , Sofia Loescher due giorni appena dopo il dolore, di che andava tuttor ricolmo l' animo dei
Battesimo spirava l'anima sua candida ed immaco- genitori della estinta fanciulla . Alla mesta funzione
lata in seno a quel Dio, che volle mostrarsi con lei erano presenti molte illustri persone, professori di
Padre di bontà e di misericordia , e fonte di ogni università e letterati, con un numero grande di si-
consolazione .
gnori e signore, o parenti od amici della famiglia,
Il signor cav . Ermanno Loescher, uomo di cuore Cattolici ed anche Protestanti . La Messa venne
e di retto sentire, non dimenticò l'amatissima sua cantata dall' abate Aumond , che aveva conferito
figliuola oltre la tomba, e sebbene avesse ragione il Battesimo , e i giovanetti dell' Oratorio di S .
di credere che quello spirito eletto fosse tosto en- Francesco di Sales eseguirono la musica del teo.l
trato nel consorzio degli angeli, tuttavia volle far D . Giovanni Cagliero . L'effetto ne fu mirabile, ed or
celebrare una solenne Messa funebre in suo refri- ti pareva come di udire in coro le anime purganti
gerio . Assai più istruito di quello che non lo sieno in ad implorare coi fratelli superstiti riposo e pace,
generale i suoi correligionarii, egli sa che nell'altra ed ora ti trovavi come in balia del terrore della
vita oltre il paradiso e l'inferno, luogo di eterno morte e del finale giudizio . Il padre, la madre ed
premio o di eterno castigo , vi ha pure un luogo un giovane fratello della defunta , inginocchiati
intermedio di temporanea espiazione per le anime presso al catafalco , assistettero a tutta la sacra
non affatto pure, e che queste ivi sostenute si possono funzione con edificante contegno e cogli occhi ve-
soccorrere dai viventi con opere di cristiana pietà ; lati di lagrirne .
sa che la dottrina del purgatorio è rivelata nella In questo fatto fu segnalato un piacevole tratto
Bibbia e fu creduta fin dai primi secoli della Chiesa ; della divina Provvidenza : Una Chiesa cattolica ,
sa che la perpetuità e verità di questa credenza è eretta accanto al tempio valdese , scelta da un
confermata dal testimonio non solo dei Padri, ma Protestante per celebrare un servizio funebre alla
da quello eziandio degli antichi eretici, quindi da propria figliuola, resasi Cattolica sul letto di morte ;
tutta la storia ; sa che tale dottrina è così ragio- un buon numero di Protestanti, quali per ragione
nevole e conforme al cuor umano che si trova pro- di parentela , e quali per amicizia e convenienza,
fessata , or sotto uno or sotto un altro aspetto , congiunti col popolo cattolico in una cerimonia fu-
presso tutti i popoli della terra antichi e moderni ; sa nebre a sollievo di una persona, che aveva rinun-
infine che fu ammessa eziandio da molti degli stessi ziato alla loro setta , per morire tra le braccia
Protestanti più dotti , da un Grozio , un Meyer, della Chiesa cattolica ; la maestà del rito cattolico,
un Horst, un Menzel, un Johnson , un Koeppen , che parlava alla mente ed al cuore , e mostrava
un De Starck , un Bull , un Forbes , e da cento nel tempo stesso la povertà e la freddezza del culto
altri ancora, tra cui un Leibnizio , che nella sua protestante, che lascia l'anima nella più desolante
confessione di fede e nel sistemateologicodichar
aridità ; l'universale commozione degli animi, e le
frdec omgalntpuchio on- lagrime degli uni mescolate con quelle degli altri,
forme all'insegnamento di Gesù Cristo, di s . Paolo che in quegli istanti ed in quel luogo parevano
e dell'antica Chiesa (1) ; quindi facendo celebrare non formare più che una famiglia sola intorno alla
il detto servizio per l'anima dell'amata figliuola, compianta sorella ; tutto questo ed altro, mentre
il prelodato signore si è dimostrato non solamente ci faceva scorgere la mano di Dio misericordioso,
buon padre, ma uomo di dottrina e senza umani ci destava nel cuore un sentimento d'inesprimibile
rispetti .
affetto verso i nostri fratelli traviati, e l' anima
Egli scelse la nostra Chiesa di S . Giovanni, per- nostra con tutte le sue forze veniva portata a sol-
chègliparvemotcnialsoetàd
lecitare l' aurora di quel giorno avventurato , in:
funerale, il quale infatti riuscì splendidissimo . Sulla cui dei due popoli si facci . un popol solo, un solo
facciata della Chiesa leggevasi questa iscrizione : gregge con un sol pastore . Pregammo sì per l'a-
- E questo il XX giorno - dalla morte acerba nima della verginella defunta ; ma, come sicuri che
di Sofia Loescher - fanciulla diciassettenne - pia per la invidiabile sua morte non ne avrebbe biso-
gentile affettuosissima - speranza e delizia dei ge- gno, domandammo in quella vece che il buon Dio,
nitori - O pietosi - accompagnate colle preci l'a- in riguardo alle preci di quell' angelica creatura,
nima - che ritorna a Dio . - Nella navata di riconducesse al seno amoroso della Chiesa catto-
mezzo si elevava un maestoso catafalco, quel mede- lica quei parenti di lei, che ancor non lo sono ,
simo, che si adopera nei funerali pei membri dell'Or- e d innumerevoli altri, per naturale onestà pur de-
dine Mauriziano ; sopra vi sorgeva una statua simbo- gni di un tanto favore . E che mai potrebbe
impedirli dal seguire l'esempio della giovinetta
(1).Chivuolebnstrionaquestimporn
verità, legga il fascicolo delle Lettere Cattoliche intito-
lato : Due conferenze tra due ministri protestanti ed un
prete cattolico .sopra il Purgatorio, prezzo cent 30, libre-
ria Salesiana . Torino ; oppure l' operetta pregevolissima
del P . Domenico Modanesi da Russi : La verità cattolica
intorno al Purgatorio e le menzogne dell' apostata De-
Sanctis, prezzo L . 2, Tipografia e Libreria Taddei in Fer-
ra.
Loescher? Non credono essi pure che nella Chiesa
cattolica ognuno può salvarsi? Sì che lo credono,
e con loro lo credono tutti i loro capi antichi e mo-
derni . - Non sanno essi ancora che tutti i Cattolici
dicono invece che un Protestante di mala fede,
vale a dire anche solo dubbioso sulla bontà di
sua setta , non può fare in questa la propria sa-
lute? Sì che lo sanno . Ed essendo così, non veg-

1.7 Page 7

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gono essi che in un affare di tanta importanza ,
qual è la eterna salute dell'anima, la religione, la
ragione e lo stesso buon senso impongono di ab-
bracciare la parte più sicura? (1) .
Oh! sì, venite, o fratelli, in braccio a quella madre,
ce; hgiàstrnaluoceivstran deh! ri-
tornate come il figliuol prodigo in casa del comun
padre . Oh! no, noi non vi faremo il broncio come il
primogenito nella parabola evangelica, ma entreremo
volenterosi a parte della vostra gioia, e faremo con
voi la più bella festa del mondo . Venite , e in
questi giorni, in cui il naturalismo, l'incredulità,
l'ateismo tentano di distruggere ogni religione in
sulla terra, e di condurre i popoli ad uno stato
peggiore dell'idolatria, noi, che abbiamo comune
la credenza in Gesù Cristo Dio e Uomo, formiamo
intorno a Lui una famiglia sola per amarlo e farlo
amare ; schieriamoci presso di Lui come una fa-
lange ben compatta per difendere i suoi sacrosanti
diritti, per sostenere la sua causa, per assicurare
il suo trono e per estendere il suo regno in sulla
ferra , onde ancor voi divenuti stipe eletta , sa-
cerdozio regale , gente santa , popolo d'acquisto
esaltiate le virtù di lui, che dalle tenebre vi chiamò
all'ammirabile sua luce (2) .
L'ONOMASTICO DEL PADRE
E I FIGLI A MENSA CON LUI .
Abbiamo fatto sperare che saremmo ritornati sul-
l'onomastico di D . Bosco, accennato appena nel nu-
mero precedente ; e qui manteniamo la promessa
sia per ricordare almeno per sommi capi le pre-
ziose parole dette da lui in quell'occasione, sia per
(1) Fu appunto questo riflesso, che l'anno 1593 indusse En-
rico IV re di Francia ad abiurare la setta di Calvino e a farsi
Cattolico. Stando perplesso sul partito che avesse a pren-
dere, quel principe consultò i ministri ed altri capi Cal-
vinisti, tra i quali l'ugonotto De Rosny, a cui tra le al-
tre cose domandò se nella religione cattolica ei poteva
salvarsi . Il De Rosny a nome ai tutti rispose : - Tengo
per cosa infallibile che voi vi salverete nella religione
cattolica, purchè osserviate il decalogo, crediate il sim-
bolo, amiate Dio di tutto cuore, abbiate carità verso il
prossimo, e speriate nella misericordia di Dio di otte-
nere salute per la morte, i meriti e la giustizia di Ge-
sù Cristo ; del che io ho già parlato altra volta coi vo-
stri ministri, i quali non poterono biasimare questa mia
opinione. » E il re si tenne alla parte sicura, ed entrò
in seno della Chiesa cattolica .
Torna qui anche opportuno ricordare quello che si legge
iella vita del nostro S . Francesco di Sales.Incarito
di prendersi a cuore la conversione di Teodoro Beza ,
succeduto a Calvino nel governo religioso di Ginevra, il
no,cshterapicoldeavtsiporòlu
lo.rDicpevtmsline
discorso cadde tosto in fatto di religione , e Francesco
pregò il capo Calvinista di dirgli, se egli era veramente
persuaso che l'uomo non possa fare la sua salute nella
Ch.iesaRomn A questa domanda Beza rimase soprap-
preso,dierstaoqulchpinsezo,
dimandò tempo a rispondere, ed entrò in un altro ga-
binetto . Dopo un quarto d'ora egli si ripresenta a Fran-
ceso,dpavrgliomndtscuaperltdanz
gli disse che voleva aprirgli il proprio cuore con tutta
confidenza, e dirgli i suoi veri sentimenti ; e quindi sog-
giunse : - Si, io credo che nella Chiesa Romana possa
l'u.-omfareslvza
(2) 1 Petr . II, 9 .
dire brevemente dell'agape, che come conseguenza
di quell'onomastico medesimo ebbe luogo nell' O-
ratorio il 15 o il 19 dello scorso luglio .
Anzitutto ricordiamo l'affettuosa dimostrazione,
che nel mattino del 24 Giugno, festa appunto di
S . Giovarmi Battista , diedero a D . Bosco i suoi
antichi allievi, che dal 1841 sino a questi ultimi
anni ricevettero da lui nell'Oratorio di S . Fran-
cesco di Salcs la cristiana e civile educazione . Un
numero considerevole di essi residenti in città o
nelle sue vicinanze, a nome proprio e a nome di più
centinaia di loro compagni sparsi in ogni paese, si
presentarono a lui accompagnati dal suono della
banda musicale . Raccolti in apposita sala gli of-
fersero i doni , procurati colle spontaneo obbla-
zioni di ognuno di loro , il principale dei quali
consistente nella magnifica corona dorata , di cui
abbiamo fatto parola nella relazione della novena
e nella festa di Maria Ausiliatrice ; indi passarono
ai componimenti . A nome di tutti lesse un affet-
tuosissimo discorso il Sac . D . Onorato Colletti ,
Prevosto di Faule ; il quale, dopo la proclamazione
dei nomi dei presenti e degli assenti, che o per
lettera o per altro mezzo avevano manifestato de-
siderio di partecipare alla detta dimostrazione di
riconoscenza e di gratitudine, declamò ancora una
poesia, che fu meritamente applaudita .
In fine D . Bosco, visibilmente commosso, prese
la parola . Esternò la viva gioia, che provava in
quel momento nel rivedere tanti suoi amatissimi
figliuoli ; assicurò che egli sempre li amava, e con
essi amava pur quelli, che non erano colà presenti
col corpo , ma ben lo erano coll'affetto ; li rin-
graziò della figliale, dimostrazione, che gli ripe-
tevano sempre più numerosi ; lodò il pio pensiero
di offrirgli un dono, che faceva sì bella figura nella
Chiesa di Maria Ausiliatrice, ed ebbe soprattutto
parole improntate di grande affetto pel Prevosto
di Faule . - È vero, disse D . Bosco, che l'oratore
e poeta, parlando di D . Bosco, uscì in pie esage-
razioni e fece uso della figura rettorica chiamata
l'iperbole ; ma è questa una licenza perdonabile ai
figliuoli, i quali nell' esprimere i sentimenti del-
l'animo stanno più ai dettami del cuore, che non
a quelli della mente . Ricordate però sempre che
D . Bosco non fu e non è altro che un misero stru-
mento nelle mani di un artista abilissimo, anzi di
un artista sapientissimo ed onnipotente, che è Dio ; a
Dio pertanto si tributi ogni lode, onore e gloria -
Del resto, soggiunse D . Bosco, ha detto bene il
nostro D . Colletti, che l'Oratorio ha fatto finora
delle grandi cose ; e io vi aggiungo che coll'aiuto
di Dio e colla protezione di Maria Ausiliatrice ne
compirà delle altre più grandi ancora . Oltre l'a-
iuto del Cielo, quello che ci facilitò e ci faciliterà
di fare del bene è la stessa natura dell'opera no-
stra . Lo scopo al quale noi miriamo torna bene-
viso a tutti gli uomini, non esclusi quei medesimi,
che in fatto di religione non la sentono con noi .
Se vi ha qualcuno che ci osteggia , bisogna dire
o che non ci conosce , oppure che non sa quello
che si faccia . La civile istruzione, la morale edu-
cazione della gioventù o abbandonata, o pericolante,
per sottrarla all'ozio, al mal fare, al disonore, e
forse anche alla prigione, ecco a che mira l'opera

1.8 Page 8

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nostra . Or qual uomo assennato, quale autorità ci-
vile potrebbe impedircela? Ultimamente, come sa-
pete , io fui a Parigi , e tenni discorso in varie
Chiese, per perorare la causa delle opere nostre,
e , diciamo francamente , per ricavare quattrini ,
onde provvedere pane e minestra ai nostri gio-
vani, i quali non perdono mai l'appetito . Or bene,
tra gli uditori ve n'erano di quelli, che vi si re-
cavano unicamente per conoscere le idee politiche
di D . Bosco ; imperocchè taluni supponevano che
io fossi andato a Parigi per suscitare la rivoluzione ;
altri per cercare aderenti ad un partito, e via di-
cendo ; onde vi furono delle benevole persone, che
temevano davvero che mi succedesse qualche brutto
scherzo . Ma fin dalle prime parole cessarono tutte
le illusioni , diedero giù tutti i timori, e D . Bosco
fu lasciato libero di scorrere da un capo all'altro
della Francia . No davvero, coll'opera nostra noi
non facciamo della politica ; noi rispettiamo le au-
torità costituite, osserviamo le leggi da osservarsi,
paghiamo le imposte e tiriamo avanti, domandando
solo che ci lascino fare del bene alla povera gio-
ventù, e salvare delle anime . Se vuolsi, noi fac-
ciamo anche della politica , ma in modo affatto
innocuo, anzi vantaggioso ad ogni Governo . La po-
litica si definisce la scienza e l'arte di ben gover-
nare lo Stato . Ora l'opera dell'Oratorio in Italia,
in Francia, nella Spagna, nell'America, in tutti i
paesi , dove già si è stabilita , esercitandosi spe-
cialmente a sollievo della gioventù più bisognosa,
tende a diminuire i discoli e i vagabondi ; tende
a scemare il numero de' piccoli malfattori e deì
ladroncelli ; tende a vuotare le prigioni ; tende in
una parola a formare dei buoni cittadini, che lungi
dal recare fastidii alle pubbliche Autorità saranno
loro di appoggio, per mantenere nella società l'or-
dine, la tranquillità e la pace . Questa è la politica
nostra ; di questa solo ci siamo occupati sinora ,
di questa ci occuperemo in avvenire . Ed è appunto
questo metodo, che ha permesso a D . Bosco di fare
del bene da prima a voi, e in appresso a tanti
altri giovani di ogni età e paese . E poi a che pro
entrare in politica ? Con tutti i nostri sforzi che
cosa potremmo noi ottenere ? Nient' altro che il
renderci forse impossibile di proseguire l' opera
nostra di carità . Le cose politiche di oggidì pos-
sono riguardarsi come una macchina a vapore, che
corre veloce sulla via ferrata, trascinandosi dietro
un convoglio fors' anche al precipizio ed alla ro-
vina . Volete voi mettervi in mezzo ai binarii per
fermarla? Ne sareste schiacciati . Volete gridare per
atterrirla? Ma non sente, e vi squarcereste inutìl-
mente la gola . Che fare adunque? Schierarsi di qua
e di là, lasciarla passare, finchè o si fermi di per se
stessa , o la fermi Iddio colla sua mano onni-
potente . Certamente nel mondo vi devono pur es-
sere di quelli, i quali s'interessino delle cose po-
litiche , ora per dare consigli , ora per segnalare
pericoli e simili ; ma questo empito non è per noi
poveretti . A noi la religione e la prudenza dicono
invece : Vivete da buoni cristiani, occupatevi della
morale educazione della vostra figliuolanza, istruite
bene nel catechismo i fanciulli dei vostri collegi e
delle vostre parrocchie, ecco tutto . Questa, ripeto,
è la condotta di D . Bosco, il quale è sì poco po-
litico, che legge nemmeno un giornale ; questa sia
pure la condotta vostra, o miei cari figliuoli, e ne
avrete voi pure quel gran bene che vi desidero,
voglio dire, la concordia e la pace nelle vostre fami-
glie, la prosperità nei vostri negozii temporali, una
lunga vita scevra di gravi affanni e tribolazioni, e
specialmente il bene di tutti i beni, che è la per-
severanza nella grazia di Dio e la felicità del pa-
radiso, dove io spero che pei meriti di nostro Si-
gnor Gesù Cristo e per la intercessione di 'Maria
SS . ci ritroveremo un giorno tutti riuniti a can-
tare le sue eterne glorie .
Queste parole di D . Bosco furono ascoltate colla
più viva attenzione . Ma siccome egli aveva chiamate
pie esagerazioni e figure rettoriche le lodi attri-
buitegli poc'anzi, così sorse il prof. Germano Can-
dido a difendere le espressioni dell'Oratore, rife-
rendo la testimonianza non sospetta di un giornale
di Milano, che in quei giorni ripeteva pressoché
le stesse lodi - Possibile che buoni e cattivi, os-
servò il professore , si accordino insieme nell'e-
sagerare piamente ed iperboleggiare intorno a D .
Bosco? No ; ma è la verità, ma sono gli splendidi
fatti , che fanno parlare . Viva dunque D . Bosco,
viva nel nostro cuore, viva nel cuore di tutti .
Le Agapi .
Don Bosco prima di licenziarsi da quei cari
giovani esternò il desiderio di averli poscia, come
gli altri anni, a pranzo con lui , e diede ordine
che a quest'uopo, si stabilissero due giorni nel mese
di luglio, una Domenica pei secolari, un Giovedì
pei Sacerdoti, e vennero scelti il 15 ed il 19 .
Nel primo dei quali convennero ben 150 antichi
allievi , tutti secolari . Molti di essi venivano da
lontane parti nella dolce speranza di avere D . Bosco
in mezzo di loro ; ma furono delusi . La sera del
venerdì innanzi, egli aveva dovuto partire pel ca-
stello di Frohsdorf al letto del Conte Enrico di
Chambord , hc e i dispacci telegrafici davano per
moribondo . Tuttavia la pena di non vedere il loro
benefattore e padre fu in parte lenita dal sapere
che egli si trovava assente per una causa cotanto
nobile e pia, ed onorifica ancora per essi medesimi,
poichè la gloria del padre è pure la gloria dei
figli .
Ma se D . Bosco col corpo era lontano da loro
ben 500 miglia , era per altro vicinissimo collo
spirito . Ne fu prova un suo telegramma giunto da
Frohsdorf a mezzo del pranzo con queste parole
Buona festa ; Dio benedicavi ; partecipo in ispi-
rito ; vostro amico D . Bosco . Il telegramma letto
dal Teol . Giovanni Cagliero, che in quel giorni
rappresentava D . Bosco, fu accolto coi più cordiali
evviva, e parve riaccendesse in tutti l' appetito,
che già cominciava a spegnersi . A tanta gentilezza
del padre conveniva una condegna corrispondenza
dei figli ; onde si fece tosto la seguente risposta .
D . Bosco , castello Frohsdorf. Figli raccolti ri-
cambiano saluto : f anno voti e preghiere .
Intanto verso la fine del pranzo , venne fuori
l'indispensabile poeta della brigata, il capo lega-
tore Carlo Gastini, il quale lesse una poesia parte
italiana e parte piemontese, e a versi di vario me-

1.9 Page 9

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tro , cantando a D . Bosco e ai compagni , e con
lepidezze e rime, diremmo, inimitabili esilarò tutta
la comitiva meglio che non avrebbe fatto un bic-
chiere di Marsala o di Champagne . A tutto pose la
corona una breve allocuzione di D . Cagliero, il quale
tolto argomento dall' agape materiale, che stava
per finire , esortò tutti a regolarsi da buoni cri-
stiani e da onesti cittadini, onde essere l'onore e
la gloria di D . Bosco, che li aveva educati, e così
meritare di assiderai ognora all'agape del suo cuore
amorevole, e non perdere il posto all'agape eterna,
a cui tutti siamo invitati .
Lieto oltremodo e numeroso fu pure il convegno
dei Sacerdoti il 19 dello stesso mese . Eranvi pa-
recchi Parrochi della città e diocesi di Torino, e
di altre ancora , come i Curati di S . Agostino ,
e della gran Madre di Dio, il Priore di S . Maria di
Vigone, i Prevosti di S . Francesco al Campo, e di
Testona, l'Arciprete di Agliè ed altri, passatici di
mente . Don Bosco era ritornato a Torino il giorno
innanzi ; onde furono bene applicate le parole del
Salmo, che in caratteri cubitali si leggevano scritte
in capo alla tavola del pranzo : Filii tui sicut no-
vellae olivarum in circuitu mensae tuae :Ituoi
figliuoli sono come novelle piante di olivo intorno
alla tua mensa . Sul volto del padre e dei figli tra-
spariva come dipinta la interna gioia dell'anima ; e
D . Bosco non poteva trattenersi di dire all'orecchio
del Teol . Felice Reviglio Curato di S . Agostino
Questi Sacerdoti sono la pupilla degli occhi miei .
Al fine delle portate si venne alla lettura del
discorso del Revdo Parroco di Faule, il quale per
motivi di salute era assente con dispiacere di tutti .
Tenne pure il suo posto la declamazione della po-
esia di Carlo Gastini , e il grazioso suono della
banda musicale . Il Sac . D . Domenico Griva cantò
egli ancora alcuni versi in lode del suo benefattore,
dimostrandosi ad un tempo poeta e musico . Op-
portune e meritamente applaudite furono le parole
del prelodato Curato di S . Agostino , colle quali
a nome suo e dei reverendi compagni assicurò D .
Bosco del sincero affetto che gli portavano, pro-
mettendo che avrebbero continuato a dimostrar-
glielo non già solo colle parole, ma coi fatti di
una vita veramente sacerdotale .
Dopo tutti venne a parlare D . Bosco, e vincendo
a stento la commozione, che da principio quasi gli
soffocava la parola, esternò la grande consolazione
che provava nel rivedere tanti suoi amati figliuoli
e zelanti Sacerdoti, li ringraziò dell'affezione che
proseguivano a portargli, promise che dal canto
suo li avrebbe ricambiati sino alla morte, pregando
per essi e giovandoli in tutto quello, che gli sa-
rebbe stato possibile . Venendo poi a dire come il
Signore e la Beatissima Vergine benedicano l' O-
ratorio e le opere sue, uscì in alcune osservazioni,
che ci piace di segnalare particolarmente . - Da
qualche tempo, osservò egli, si va dicendo ed an-
che pubblicando sui giornali che D . Bosco fa dei
miracoli . Questo è un errore . Don Bosco non ha
mai preteso, e non ha mai detto di fare miracoli ;
e niuno dei suoi figliuoli deve concorrere a pro-
pagare questa falsa idea . Diciamo chiaramente come
stanno le cose : Don Bosco prega e fà pregare i
suoi giovani per le persone, che si raccomandano,
a fine di ottenere questa o quell' altra grazia , e
Iddio nella sua infinita bontà il più delle volte con-
cede le grazie domandate , talora anche straordi-
narie e miracolose . Per verità, D . Bosco ci entra
così poco, che sovente le grazie si ottengono, senza
che egli ne sappia niente . - Qui egli ripetè quello,
che aveva già esposto in altre occasioni, e sog-
giunse : - La Madonna Ausiliatrice : ecco la tauma-
turga, ecco la operatrice delle grazie e dei mira-
coli, per l'alto potere che ha ricevuto dal suo divin
Figliuolo Gesù . Ella conosce che D . Bosco ha bi-
sogno di quattrini per dare da mangiare a tante
migliaia di poveri giovanetti, che gli pesano sulle
spalle ; conosce che egli è povero e che senza soc-
corsi materiali non può tirare innanzi le opere in-
traprese a vantaggio della religione e della società,
e quindi che cosa fa Maria? Da buona madre Ella va
alla cerca, e va alla cerca di malati e dice ad ognuno :
Vuoi tu guarire ? Ebbene fa la carità a quei po-
veri giovani, porgi la mano in quelle opere, e io
farò a te la carità della guarigione . Vede in quella
casa regnare la desolazione per causa di un figlio
scapestrato, e dice al padre od alla madre : Vuoi
che questo disgraziato si ritiri dalla mala via ?
Ebbene tu dal tuo canto adoperati di togliere dal
pericolo dell'anima e del corpo tanti altri poveri
figli abbandonati, e io ridurrò a più sani consigli
il figliuol tuo . Insomma per non andare troppo per
le lunghe Maria Ausiliatrice in mille guise consola
quelli, che aiutano l'Oratorio, e a noi non resta
altro da fare che di non renderei indegni della sua
protezione . E se Maria aiuta i figliuoli dell'Ora-
torio , aiuta anche voi, che lo l'oste un giorno e
godete di esserlo ancora . Vivete sempre da buoni
Sacerdoti, come vi ha insegnato e vi ha inculcato
questo vostro vecchio amico ; zelate la salute delle
anime che si vanno miseramente a perdere ; pren-,
detevi specialmente cura de lla gioventù dei vostri
paesi , nella quale sta la speranza della società ;
state uniti al Capo della Chiesa, al Vicario di
Gesù Cristo ; vogliamoci sempre bene, preghiamo
a vicenda gli uni per gli altri , e voi soprattutto
pregate pel povero vostro D . Bosco, che si avvi-
cm inai ognis dì e più r allai morc te, ao flinr chè d per i la a
di Dio possiamo tutti salvarci, e con noi
salvare innumerevoli altri .
Queste ed altre parole pronunziate con un affetto
ed un accento di padre lasciarono in tutti la più
profonda e soave impressione, ed uno dei Sacerdoti
ebbe a dire che quel ritrovo gli faceva l' effetto di
una muta di spirituali esercizi . Voglia pertanto il
Signore concederci di rinnovare questo convegno per
molti anni ancora a consolazione di D . Bosco e a
conforto di tanti suoi figliuoli, e ci renda merite-
voli di trovarci con lui alla mensa celeste, onde
ripetere con tutta verità : Filii tui sicut novellae
olivarumi.ncrutmesa
UNA SODDISFAZIONE DATA AI COOPERATORI SALESIANI
E UN ARTICOLO DELL' UNITÀ CATTOLICA .
Non è raro il caso che Cooperatori e Coopera-
trici si lamentino che il Bollettino Salesiano non
dia loro certe notizie di cose nostre, i ; quali

1.10 Page 10

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vengono nondimeno pubblicate da altri periodici .
- Tutti le conoscono, dicono, e noi , che più di
ogni altro avremmo il diritto di saperle, le igno-
riamo . -
Di menare questo lamento essi non hanno tutti
i torti ; ma ci devono per altro compatire, se non
sempre li soddisfacciamo . Certe cose noi ci peri-
tiamo di pubblicarle per due ragioni ; l'una perchè
toccano troppo da vicino la persona di D . Bosco,
e, volere o non volere, tornano in sua lode, onde
chBtoilsetrvn eme di dispiacergli pub-
blicandole ; la seconda ragione è il timore di dare
scandalo ai pusilli , imperocchè vi hanno pur ta-
luni in questo mondo, i quali credono erroneamente
che noi abbiamo di mira di esaltarci, mentre in-
vece non cerchiamo che la gloria di Dio, secondo
il precetto di Gesù Cristo che dice : - Così ri-
splenda la luce vostra agli occhi degli nomini, che
vedendo le opere vostre buone glorifichino il Padre
vostro, che è ne cieli . - Forse non è stato mai
tanto necessario di osservare questo precetto, come
in questi tempi . Ma se le opere buone si tengono
nascoste, come mai otterranno l'effetto inteso dal
divin Salvatore ?
Ciò nondimeno vi sono dei fatti, nei quali Don
Bosco non ci entra che per isbieco , o , come
egli scherzevolmente si esprime, ci entra come
l' asina di Balaamo ; fatti , nei quali risplende la
potenza di Dio , e la intercessione di Maria San-
tissima ; fatti, di cui si è già impadronita la stampa,
e che perciò non ci pare ragionevole celarli ai
Cooperatori e alle Cooperatrici, che dal conoscerli
ne potrebbero trarre edificazione, consolazione e con-
forto . Egli è ben fatto, diceva l'Arcangelo Rafaele
a Tobia,il tenere nascosi i segreti del re ; ma è cosa
lodevole rivelare ed annunziare le opere di Dio :
Sacramentum regis abscondere bonum est ; opera
autem Dei revelare honori ficum est .
Uno di questi fatti de' più recenti è la chiamata
di D . Bosco in Austria al letto del conte Enrico
di Chambord , che tutti sanno essere discendente
di S . Luigi IX re di Francia, ed il miglioramento
che prese tosto l'augusto infermo appena ricevuta
la benedizione di Maria Ausiliatrice . Il fatto venne
raccontato dall' Unità Cattolica in uno stupendo
articolo di fondo, che vide la luce il 21 dello scorso
luglio ; e siccome noi non sapremmo fare di meglio,
così cacciando via ogni vano timore riproduciamo
quell'articolo medesimo, dando così ai nostri Coo-
peratori una gradita soddisfazione . Esso è il seguente .
I TRIONFI DI M ARIA AUSILIATRICE
DA TORINO A FROHSDORF E VICEVERSA .
« I medici assicurano che se Chambord potrà
prendere un alimento sostanzioso, entrerà
in convalescenza fra 15 giorni . » Ultimo
Telegramma da Frohsdorf .
« Sul mezzodì del 18 di luglio giungeva ina-
spettato in Torino il nostro venerato D . Bosco
reduce dal castello di Frohsdorf . Nel mattino del
19 , festa di S . Vincenzo de' Paoli , siamo stati
a visitarlo , ed abbiamo avuto la buona fortuna
di poterlo vedere ed intrattenerci pochi momenti
con lui . L'Oratorio era pieno zeppo di Sacerdoti,
in parte già educati da D . Bosco , che in quel
giorno si univano col loro antico maestro e pa-
dre per festeggiare il grande apostolo della carità
in Francia . Con somma nostra consolazione abbiamo
trovato D . Bosco in florida salute, e lo potemmo
salutare esclamando con Tommaso da Kempis
Satis suaviter equitat , quem gratia Dei portat :
va di portante assai comodo chi è portato dalla
grazia di Dio ! E gli chiedemmo una breve storia
del suo viaggio .
» Don Bosco ci raccontò che egli, chiamato ri-
petutamente al castello di Frohsdorf,, non seppe
piegarsi ad andarvi, se non quando venne in To-
rino il conte Du Bourg , genero del conte Carlo
De Maistre a prenderlo, ed accompagnarlo . Viag-
giarono due notti intiere, e, di mano in mano che
si avvicinavano al castello, udivano le più rattri-
stanti notizie del conte di Chambord . Tutti lo
dicevano in agonia, presso a spirare l' anima, ed
alcuni perfino già ne annunziavano la morte . Il
mattino del 15 si giunse al castello ; e, non o-
stante che D . Bosco fosse tutto impolverato, corse
tosto al letto dell'augusto infermo , che lo rice-
vette colla più grande amorevolezza . Il buon Sa-
cerdote è avvezzo da lunga pezza a trovarsi al
letto dei moribondi, e se ne intende a preferenza
di qualsiasi medico ; laonde, esaminato ben bene
il conte di Chambord, si persuase che non mor-
rebbe, e lo disse colle parole evangeliche : Infer-
mitas haec non est ad mortem !
» Il conte si sentì rinato al fausto annunzio ;
ma D . Bosco gli soggiunse tosto che doveva fer-
vorosamente invocare Maria Ausiliatrice, che è in
pari tempo chiamata la salute degli infermi : Sa-
lus infirmorum,edispolcntediChambor
a ricevere la benedizione . D . Bosco gliela impartì,
e poi andò a celebrare la santa Messa nella cap-
pella del castello . Aveva appena finito , che il
conte di Chambord lo faceva di bel nuovo chia-
mare a sè . Colla sua solita bonarietà , D . Bosco
rispose : « Un po' di discrezione ; ho bisogno di
prendere una tazza di caffè : » e gli venne rispo-
sto che lo troverebbe nella stanza dell' infermo .
- Monsignore appena vide D . Bosco, gli dichiarò
che egli aveva provato un effetto straordinario
dall'impartitagli benedizione, e lo pregava di vo-
lergliela rinnovare . E D . Bosco, senza troppo af-
frettarsi, con la sua calma abituale, di bel nuovo
invocò sull'augusto infermo la benedizione di Ma-
ria Ausiliatrice .
» Ricorreva in quel giorno la festa di S . En-
rico , onomastico del conte di Chambord , e , o
fosse una grazia speciale della Vergine benedetta,
o i conforti di D . Bosco avessero potuto assai sul-
l'animo di Monsignore , fatto è che egli si tenne
come guarito , e volle fare , durante il pranzo ,
quell'apparizione in mezzo ai commensali, che fu
annunziata dal telegrafo, e già venne da noi par-
ticolarmente riferita . - Don Bosco lodò lo Cham-
pagne che era servito in quel momento, e il conte
di Chambord ne chiese, e il primo brindisi lo fece
a Don Bosco stesso , e volle da lui la promessa
che non lo abbandonerebbe così presto . E Don
Bosco promise che avrebbe passato al castello quel

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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giorno e il successivo, ma non più, giacchè una
numerosa famiglia di poveri lo chiamava a To-
rino .
» Parecchie volte D . Bosco s'intrattenne col
conte di Chambord, e gli parlò sempre da Sacer-
dote, non mai da cortigiano . Dopo di avergli date
buone speranze di guarigione , gli soggiunse tut-
tavia che la vita e la morte erano nelle mani di .
Dio, Re dei re e Signore dei dominanti ; doversi
tutti, grandi e piccoli, rassegnare ai suoi imper-
scrutabili decreti . E il conte di Chambord, uomo
di viva fede e di soda religione, assentì , e disse
a D . Bosco che, se la divina Provvidenza avesse
disposto che egli potesse ancora quaggiù servire
la Francia, non rifiutava il lavoro ; ma , qualora
volesse chiamarlo all'eternità, era pienamente sot-
tomesso ai divini decreti . D . Bosco restò intene-
rito dai pii sentimenti del conte e dalla edificante
virtù della contessa sua consorte .
« Alla sera del 16 di luglio D . Bosco andò a
licenziarsi dal conte di Chambord, e vide con suo
sommo piacere , che proseguiva a migliorare in
salute . Il dottore Vulpian, con cui D . Bosco s'in-
trattenne, non volle nulla pronosticare sull'avve-
niredl'fmo,risebandluogizdp
nuovi esami scientifici ; ma D . Bosco, pieno di fi-
ducia in Maria Ausiliatrice, concepiva e diffondeva
sempre migliori speranze . E volle dal conte di
Ch ambord una promessa , cioè che , se egli riac-
quistasse la salute primitiva, verrebbe in Torino
a ringraziarne Maria Ausiliatrice, onorando d'una
sua visita l' Oratorio di S . Francesco di Sales ,
dove tanti giovani avevano pregato e continuereb-
bero a pregare per il conte di Chambord . Ed
egli lo promise, e D . Bosco già si prepara a ren-
dergli l'ospitalità nelle sue camere, che non sono
certamente quelle del castello di Frohsdorf!
Questi particolari racconta D . Bosco colla
massima semplicità . Egli è ben lontano dal par-
lare di miracoli ; ma, qualunque ne sia stata la
cagione, certo è che, prima dell'arrivo di D . Bo-
sco a Frohsdorf, il conte di Chambord era pres-
sochè sfidato dai medici, e non si nutriva più nes-
suna speranza sulla sua guarigione . I giornali ita-
liani intitolavano le notizie del conte il moribondo di
Frohsdorf! Ora va di bene in meglio . Certo, non
sipuòdregato,prebancogire
e morire ; ma gli ultimi telegrammmi di Frohsdorf
dicono che il miglioramento continua . Il dottore
Vulpian, dopo una lunga ascoltazione dell'infermo,
dichiarò che non trattavasi di cancro allo stomaco,
ed ha prescritto una cura diretta a nutrire e rin-
forzare . L'ultimo telegramma annunzia « che, se
il conte potrà prendere un alimento sostanzioso ,
entrerà in convalescenza fra quindici giorni . » Fi-
nora a Frohsdorf ha trionfato scientificamente il
dottore Vulpian e spiritualmente il nostro D . Bo-
sco . Questi prova che son ben crudeli coloro , i
quali tengono lontano i Sacerdoti dal letto degli
infermi, e solo lo rimettono nelle mani del Prete
quando il medico lo abbandona . Per contrario an-
che il Sacerdote ha i suoi farmachi, che, confor-
tando l' anima dell' ammalato , più di una volta
contribuiscono a procacciargli la salute anche del
corpo »
Fin qui L' UnitàCatolica,la quale nel suo nu-
mero 165 del 17 luglio aveva già date questo-
altre notizie : -
« Domenica, festa del Santo Re Enrico, ed ono-
mastico del conte di Chambord, più férvorose in
tutto il mondo cattolicoil.neaprzghos
a Dio per la guarigione dell'augusto infermo . La
vigilia di quel giorno a tarda sera , giungeva al
castello il nostro D . Bosco . La pia contessa di
Chambord volle procacciare all' amatissimo con-
sorte questa grande consolazione ; e per tele-
gramma pregava D . Bosco ad andare a Frohsdorf.
Ma l' umile Sacerdote se ne schermi, adducendo
la sua nullità . L'invito venne replicato, e D . Bo-
sco persistette nel dire ch' egli era nulla , e si
scusò la seconda volta , adducendo anche la sua
stanchezza e malferma salute . Allora la contessa
di Chambord spiccò da Frohsdorf un suo gentil-
uomo e lo mandò in Torino, perchè ad ogni costo
inducesse D . Bosco ad andare al castello e ve le
accompagnasse . E l' uomo di Dio, che non si sa-
rebbe certamente fatto ripetere l'invito di andare
al letto d'un povero infermo , non potè rifiutarsi
a tali e tante istanze , e la sera di venerdi par-
tiva, e ieri l'Agenzia Stefani, in un telegramma,
ci annunziava il suo arrivo al castello . Egl i ha por-
tato al conte di Chambord la benedizione di Maria
Santissima Ausiliatrice dei cristiani , e i figli di
D . Bosco, sparsi in tante parti del mondo, hanno
pregato e pregano per avvalorare sempre più que-
sta benedizione .
» D . Bosco è il secondo Italiano che venga chia-
mato al letto d' un infermo Re di Francia . Rac-
contano le storie che uno degli antenati del conte
di Chambord, il Re Luigi XI, trovandosi perico-
losamente ammalato nel castello di Plessis, presso
la città di Tours, chiamava a sé il calabrese Fran-
cesco da Paola , che noi ora veneriamo sugli al-
tari . Ma Francesco non si mosse se non quando
il Papa , ch' era allora Sisto IV , glielo impose .
Ed allora andò al castello di Plessis , e , se non
risanò l' infermo, colle sue esortazioni lo indusse
ad incontrare cristianamente la morte, e spirò fra
le sue braccia ai 13 di agosto del 1483, dopo d'a-
vergli caldamente raccomandato i suoi tre figli.
Ed il maggiore di questi Carlo VIII , che succe-
deva al padre sul trono, fece fabbricare per Fran-
cesco da Paola ed il suo Ordine un convento nel
parco di Plessis ed un altro ad Amboise, onoran-
dolo in modo speciale e spesso richiedendolo de'
suoi consigli .
» Nel quarto centenario della visita di S . Fran-
cesco da Paola all'infermo Luigi XI, Re di Francia,
si rinnova la visita di un povero Sacerdote pie-
montese ad un altro Re di Francia, più glorioso
del primo, quantunque , per somma disgrazia dei
Frances i , non mai salisse sul trono . Al 1483 cor-
risponde il 1883 . D . Bosco pregherà caldamente
per la guarigione del conte di Chambord , ma
non può fare di più . Sono grazie che si doman-
dano a Dio condizionatamente , se cioè sia espe-
diente al bene dell'anima . E noi frattanto aggiun-
giamo le nostre calde preghiere a quelle del pio
nostro concittadino, e sia fatto in tutto e dapper-
tutto il divino volere . »

2.2 Page 12

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s
COLLEGIO CONVITTO VALSALICE
Alcuni dei nostri Cooperatori di questi ultimi
mesi ci hanno domandato, se tra i Collegi l che
teniamo aperti per la gioventù studiosa , non ne
avessimo pur taluno pei giovani di nobile e civile
condizione . Abbiamo risposto di sì, inviando loro
il programma del Collegio di Valsalice .
Potendo accadere che altri ancora ignorino l'e-
sistenza di detto Istituto, crediamo opportuno di
pubblicarne il programma per intero, e preghiamo
i Cooperatori e le Cooperatrici che vogliano farlo
conoscere eziandio ai loro parenti , conoscenti ed
amici, esortandoli, ove occorra, di affidarvi i loro
figliuoli, che avessero da percorrere gli studi ele-
mentari, ginnasiali e liceali .
PROGRAMMA .
Il Collegio Convitto Valsalice, situato sopra un'a-
menacolipdstanzlciàdTorn,
presenta ai giovanetti di nobile o civile condizione
ogni opportunità per una compiuta educazione re-
ligiosa, intellettuale e civile . L' aria pura che si
respira nell'ampio ed elevato edifizio appositamente
costrutto, reso più ameno dai numerosi e lunghi
portici, dai vasti cortili e giardini contorniati da
viali ombrosi, la ricca palestra di ginnastica e le
ampie vasche natatorie per la stagione estiva, for-
mano un luogo incantevole ed igienico, e favori-
scono sensibilmente lo sviluppo fisico degli alunni,
mentre la quiete, che vi regna, concilia non poco
lo studio . La vicinanza poi d'una grande città qual è
Torino offre non pochi vantaggi , tra cui quello
notabilissimo di avere all' uopo ottimi e zelanti
Professori , i quali piglino a petto la coltura in-
tellettuale e morale dei giovani alunni .
Numerosi Tramwav dal centro della città e dagli
scali ferroviarii conducono in pochi minuti presso
il ponte in ferro sul l'o ai piedi della dolce salita,
che mena al Collegio .
Istruzione . - L'insegnamento ha per base
fondamentale la educazione religiosa e civile degli
allievi . Abbraccia il corso Elementare, Ginnasiale
e Liceale, che viene impartito a norma dei Pro-
grammi Governativi da professori approvati . Oltre
le materie richieste dai programmi havvi un corso
di lingua francese in tutte le classi, la scuola di
declamazione e di buona creanza . Il Collegio pos-
siede un ricco gabinetto di Fisica, ed un copiosis-
simo museo di Storia Naturale e di Chimica, per
l'insegnamento pratico di queste scienze nel Liceo .
Condizioni di ammissione. - L'età
richiesta è dai sei ai dodici anni e non si ammet-
t ono giovanetti espulsi da altro Collegio .
DOCUMENTI RICHIESTI . Ogni allievo nella
sua entrata deve essere munito : 1° Della fede di
Battesimo ; 2 ° Della fede di vaccinazione o sofferto
vaiuolo ; 3 ° Di un attestato della classe percorsa,
e di un certificato di buona condotta per chi u-
scisse da altro Collegio .
Le domande di ammissione si fanno al Sacerdote
Dottore Gio . BATT . FRANCESIA, Direttore e Pre-
ide del Collegio, oppure al Rev . Sac . GIOVANNI
Bosco .
Pensione . La retta mensile è di Lire 50
pel corso Elementare, 60 pel Ginnasiale e 80 pel
Liceale .
Ogni convittore deve inoltre pagare per diritto
di entrata L . 80 (senza rimborso) .
Per due fratelli si fa una riduzione di L . 200
annue e di L . 300 se saranno tre .
La pensione comincia dal giorno fissato per l'en-
trata e si paga a trimestri anticipati .
Se prima del termine dell'anno scolastico i si-
gnori Genitori vorranno ritirare i figliuoli dal Con-
vitto non avranno diritto al rimborso del trimestre
anticipato , e dovranno darne avviso al Direttore
almeno un mese prima .
Vitto . - Gli allievi hanno quattro refezioni
al giorno . A colazione : caffè e latte o frutta -
A Pr anzo : minestra, due pietanze , vino, frutta
o cacio - A Merenda : pane - A Cena : mi-
nestra, pietanza, vino, frutta o cacio .
Mediante la retta suindicata, il Collegio sommi-
nistra ancora letto elastico, materasso e guanciale,
copertina bianca e gli altri oggetti di camera, e
s'incarica delle piccole rimendature della biancheria,
non che delle spese pel parucchiere .
Sono pure comprese le spese del culto, la mu-
sica vocale e la ginnastica .
Gli oggetti somministrati dal Collegio dovranno
restituirsi tornando l'allievo in famiglia .
Sono a carico de' genitori le rimendature dei
panni, i libri di testo , gli oggetti di cancelleria
ed i corsi liberi : 1° Di disegno a L . 5 mensili .
2° Di musica istrumentale a L . 12 mensili col nolo
del Piano a L . 6 mensili . 3° La scherma e la e-
quitazione da prezzo a concertarsi giusta il numero
delle dimande . 4° Le rotture, i guasti volontari,
le spese pel dentista, i consulti medici e le cure
straordinaria in caso di gravi malattie . 5° Le
spese di bucato e stiratura a L . 5 . mensili .
Corredo . Ogni allievo deve recare con sé il
seguente corredo contrassegnato col numero, che
verrà dato in Collegio .
1° Posata e bicchiere di ar-
gento, o di Cristophle.
2° lenzuola paia . N° 3
3 ° Coltre di lana ( Cata-
logna) . . . » 1
4° Coltrona (Trapunta) » 1
5° Camicie . . » 12
6° » da notte » 3
7° Stivaletti paia . » 3
8 ° Asciugatoi . . » 6
9° Tovaglioli . . n 6
10° tovaglia lunga m .2,50,
larga 10 che resta al
Collegio . . » 1
11 ° Fazzoletti . . » 12
12° calze paia . » 12
13° Mutande . . N ° 6
14° Corpetti di lana per
l'inverno . . » 3
15 ° Flanelle o camicie di
lana .
. »4
16° Guanti paia 2 di pelle
e 2 di lana . » 4
17° Cravatte, di cui una di
seta nera . . » 6
18°Mutediabitipercasa» 3
19° Uniforme che può variare
dalle 60 alle 80 lire .
20° Mantello .
21° Gli oggetti di toeletta
cioè spazzole pettine ,
pettinetta, saponette.
L'uniforme deve essere fatto secondo il modello,
ed il corredo in ottimo stato .
Dichiarazioni . 1° I convittori sono tenuti
in Collegio tutto l' anno . A richiesta de' parenti
possono tuttavia passare in famiglia tutto od in

2.3 Page 13

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parte il mese delle vacanze autunnali dal 15 set-
essere ammesso all' Udienza Pontificia . Essa
tembre al 15 ottobre . Quelli che non approfitte-
ranno di questo favore, potranno in compenso godere
di qualche viaggetto ameno ed istruttivo .
2° Gli allievi segnalati in condotta potranno
avere l'uscita coi parenti ogni due mesi nel giorno
servirà pure per biglietto d' ingresso ai Musei,
Pinacoteca , Gallerie Vaticane, ecc , senza bi-
sogno d' altra licenza .
6 . Chi non ricevesse il biglietto d' ammessione
nella quindicina seguente l' Invio della sua
e nell'ora stabilita dal Direttore .
3 ° Fuori di questo tempo non si permetto l'u-
scita dal Collegio tranne che per motivi di salute .
lettera d'adesione, è pregato di renderne av-
visato il Comitato, perché potrebbe esser suc-
cesso un qualche sbaglio nelle impostazioni .
4° I signori genitori possono visitare i loro fi- 7 . L' udienza Pontificia avrà luogo il mercoledì
glìuoli due volte la settimana , cioè il Giovedì e
26 settembre .
la Domenica nelle ore fissate . In caso di malattia, 8 . Non si stabilisce il giorno dell' arrivo , nè
in qualunque ora del giorno .
quello della partenza, quindi i Sigg . Sacerdoti
5 ° Non si concede ad alcuno dì visitare gli allievi
senza uno speciale permesso de' Genitori .
6 ° Le lettere saranno viste dal Direttore .
7° Non è permesso agli allievi il tener denaro,
possono giungere e partire da Roma a loro ar-
bitrio , stantechè il Pellegrinaggio non andrà
mai per la Città in corpo .
9 . Dovranno però trovarsi i pellegrini tutti riu-
orologi, coltelli od oggetti di valore . Per le pic-
ni:°its1em l giorno dell' Adunanza pre-
cole occorrenze o per minuti piaceri si potrà far
paratoria ; 2 ° all' Udienza Pontificia .
deposito di qualche somma presso il Prefetto .
10 . Il giorno dell'Adunazpretoisaàl
8° Al termine d' ogni mese i genitori saranno
25 vigilia ciell' Udienza, e verranno poi tutti
ragguagliati dello stato sanitario, della condotta,
informati del luogo dove questa si terrà .
del profitto scolastico de'loro figliuoli in ogni ramo 11 . Ogni Sacerdote potrà alloggiare in Roma dove
d'insegnamento .
gli sarà più comodo .
9° Pei genitori che desiderassero un prezzo com-
1.Q2uelichnoamservlogine
plessivo si è stabilito : - Annue L . 1400 pel corso
Liceale, 1000 pel corso Ginnasiale, 900 pel corso
pubblici alberghi , saranno convenientemente
co llocati in case private, mediante tenuo com-
Elementare .
penso, dietro loro dimanda .
Questo prezzo comprende le provviste , mante- 13 . Il Comitato potendo disporre di un certo nu-
nimento e rinnovamento di abiti tanto per uso di
mero di letti , li concederà gratuitamente ai
casa quanto per l'uscita, i libri, carta, penne, bu-
Sacerdoti più bisognosi , dalli 18 settembre
cato, e stiratura ed ogni altra cosa sovra accen-
ali5otobre.
nata, tranne la calzatura, i corsi liberi e i dizionarii . 14 . Quelli che otterranno l' alloggio gratuito do-
vranno pagare L . 5 d' iscrizione, così divise
L . 2 si spediscono al Comitato, e le altre L .
3 verranno poi pagate in Roma .
PELLEGRINAGGIO DI SACERDOTI ITALIANI 15 . Coloro che desiderano l' alloggio gratuito, od
AI PIEDI DI S . S . LEONE XIII .
in case private, sono pregati d'indicare press'a
poco il giorno del loro arrivo in Roma , e
Avendo annunziato nel numero precedente il
quanto tempo intendono, dal più al meno , di
pellegrinaggio di Sacerdoti italiani a Roma , ne
fermarsi nell' altra città . Così pure dovranno
diamo ora il programma per norma di quegli Ec-
fare la loro domanda prima della metà di agosto .
clesiastici nostri Cooperatori, che intendessero di 16 . Pel vitto ognuno penserà a sè, essendo questa
prendervi parte .
metodo più economico e più spediente .
PROGRAMMA
.
17 . Il Comitato però, anche pel vitto, si occuperà
per procurare dei vantaggi a chi li desidera .
1 . Verso il fine di settembre 1883 , avrà luogo 18 . Quei Sacerdoti che non potessero venire a Roma,
un pellegrinaggio ai Piedi del Santo Padre ,
e che tuttavia desiderassero d' attestare in
del quale potrà far parte qualunque Sacerdote
qualche modo la loro devozione al S . Padre ,
d' Italia .
potrebbero spedire il loro nome e cognome al
2 . I Rev . Ecclesiastici, che desiderano di parteci-
Comitato unitamente a quella offerta, che stime-
parvi, dovranno dare il loro nome prima della
ranno di fare per sollevare l' augusta povertà
fine di agosto . Nella lettera d' adesione sono
del Sommo Pontefice .
pregati d' esprimere ben chiaro se intendono 19 . Tanto coloro che interverrano a Roma, quanto
di venire a Roma personalmente o se solo a-
quelli che aderiranno in ispirito, potrebbero ,
deriscono in spirito .
3 . L' adesione si dovrà spedire : al Comitato diri-
però colla licenza dei rispettivi Sigg . Parrochi,
fare nei loro paesi e presso i conoscenti ed amici
gente di Torino .
una piccola colletta da presentare al S . Padre,
4 . Ogni Sacerdote nell' atto dell' adesione dovrà
nel giorno dell'Udienza . La presentazione delle
pagare L . 2 d' iscrizione , inviandole diretta-
offerte si farà per Diocesi .
mente al Comitato di Torino (si prega di as- 20 . Sarà celebrata nella Basilica di S . Pietro in
sicurare la lettera) .
Vaticano una funzione solenne, analoga al Pel-
5 . Appena mandata l' adesione ognuno riceverà
subito il biglietto d' ammessione al Pellegri-
legrinaggio , alla quale sono invitati tutti i
signori Pellegrini .
naggio . Questo biglietto dovrà presentarsi per 21 . 1 nomi dei Pellegrini e degli aderenti saranno,

2.4 Page 14

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umiliati ai Piedi del S . Padre in apposito album ;
del quale verrà dato copia in Roma a chi ne
farà domanda nella lettera d'adesione .
AVVERTENZE . - Prima della partenza per Ro-
ma si muniranno i RR . Sacerdoti dell' Exeat, on-
de poter celebrare fuori Diocesi .
La concessione degli alloggi gratuiti si farà sul
principio di settembre, epperciò a quegli ecclesia-
stici che ne faranno domanda , non si potrà assi-
curare nulla sino a questo tempo ; sono tuttavia
pregati di far le loro domande con sollecitudine .
Per norma dei RR . Ecclesiastici, si fa osservare
che in Roma si può, con tutta facilità , avere il
vitto a L . 3,50 circa al giorno .
Contemporaneamente a questo , avrà luogo il
Pellegrinaggio Italiano , cosicché potranno i RR .
Sacerdoti partecipare alle due udienze pontificie, e
a quelle maggiori solennità che si preparano per
il Pelleginaggio generale ed anche unirsi, per via
ed in città, ai loro parenti ed anici .
Saranno pure benevolmente accolti i RR . Chierici .
COMITATO CENTRALE
Presidente del Comitato : Teol. ARPINO MAURIZIO,
Curato dei SS . Apostoli Pietro e Paolo .
Torino .
Can . Augusto BERTA Teol . Colleg .
Vice-Presidenti Teol. PECHENINO Prof. MARCO.
Promotore del Pellegr . : Teol . ALBERTO GHIOTTI .
Segretari ; D . CASALEGNO GIUSEPPE .
Teol . ARTUFFO Gio . BATT .
Tesoriere : Teol . SIlvio FRESIA .
Pel Comitato Centrale rivolgersi al Segretario
del Pellegrinaggio :
Il M . R . Signor D . Giuseppe Casalegno
Rettore della Chiesa della SS . Trinità
Doragrossa - Torino .
PREGHIERE SOLITE A FARSI OGNI GIORNO
nel Santuario di Maria Ausiliatrice .
Molte persone desiderando di ottenere più facil-
mente grazie speciali da Maria, Aiuto dei Cristiani,
sogliono a voce o per iscritto raccomandare pre-
ghiere nel suo Santuario in Torino , e nel tempo
stesso per unirvisi in corpo o in ispirito chiedono
quali orazioni si facciano, e in quali ore del giorno .
Per soddisfare alla pietà di tutti giudichiamo bene
di rispondere colla seguente esposizione .
Al mattino dalle ore 5'/2 alle ore 6'/2 una parte
dei giovani dell'Oratorio di s . Francesco di Sales,
recatisi nel Santuario, vi recitano varie orazioni,
tra cui la terza parte del Rosario di Maria Vergine,
ascoltano la Messa , e molti fanno pure la santa
Comunione, secondo le intenzioni delle persone rac-
comandate .
Alle ore 7, per ordinario, D . Bosco celebra la santa
Messa, nella quale ricorda a Dio in modo particolare
tutti coloro, che si sono rivolti al detto Santuario per
qualche favore , e imparte loro la benedizione di
Maria Ausiliatrice .
Dal e 7'/2 al e 8'/2 si porta nel Santuario un'altra
parte dell'Istituto, vi ascolta la Messa, vi recita
orazioni e Rosario , e parecchi si accostano alla
santa Comunione .
Si nota che tutti i fedeli, i quali almeno contriti
intervengono a questi Esercizii di pietà, acquistano
tre anni d'indulgenza concessi dal Papa Pio IX, con
suo Breve del 26 Febbraio 1875 .
In tutte le ore poi del mattino sino a mezzodì
varii membri dell' Istituto si trovano sempre ap-
piedi della Vergine Ausiliatrice, pregandola a mo-
strarsi benigna verso tutti coloro, che la invocano
o da vicino o da lontano .
Dopo il mezzodì, nelle ore di ricreazione, molti
giovanetti fanno visita al SS . Sacramento e a Maria
Ausiliatrice , recitando preghiere a loro arbitrio .
Generalmente leggono le orazioni, che si trovano nel
Giovane Provveduto, a.dSoncremtl,
o del Sacro Cuore di Gesù, e di Maria Santissima .
Di estate alle ore 7 1/2 disera,'nvole
ore 5 , tutta la Comunità si raccoglie nel San-
tuario, vi ascolta una pia lettura e talora un ser-
moncino, indi si canta l'inno Ave maris Stella o
le Litanie Lauretane, poscia si espone il SS . Sa-
cramento e s'imparte la Benedizione col medesimo .
Dopo cena e sino verso le ore 10 varii membri
dell'Istituto continuano le visite al SS . Sacramento
ed a Maria Ausiliatrice .
Oltre a queste pratiche ordinarie e generali, ne
hanno pur luogo delle particolari, quando i divoti
le ordinano . Tali sono la celebrazione di Messe al-
l'altare della Vergine, i tridui e le novene diBe-
nedizioni del SS . Sacramento con apposite preghiere
della Comunità .
Questo si fa nel Santuario di Maria Ausiliatrice
in Torino ; ma notiamo che quasi altrettanto si
pratica in tutte le Cappelle e Chiese, che appar-
tengono alla Pia Società dei Salesiani in Italia ,
Francia , Spagna ed America . Or siccome tra le
molte migliaia di giovanetti, che pregano, ve ne
hanno pur sempre moltissimi tuttora innocenti e
dotati di virtù eminente, così non è da stupire che il
Signore e la Vergine Ausiliatrice si compiacciano di
ascoltare le loro voci, e concedano le grazie che ad
essi dimandano, come esperimentano ogni giorno cen-
tinaia di persone .
E qui, poiché ci cade in acconcio, raccomandiamo
ai singoli Direttori delle nostre Case che esortino
sovente i loro giovanetti a pregare volentieri e con
fervore secondo l'intenzione di D . Bosco, onde le loro
suppliche, salendo da tante parti al trono di Dio, ne
discendano ogni giorno come sciolte in una pioggia
di grazie sopra tutti i nostri benefattori e benefat-
trici e sopra tutti coloro, che confidano nella inter-
cessione di Maria Ausiliatrice .
IL SUONO DELL'ORGANO
NELLA MESSA E NEI VESPRI .
Siamo statì pregati che volessimo pubblicare nel
Bollettino Salesiano un articolo sul suono dell'or-
gano nelle sacre funzioni , notando in qual tempo
dell'anno, seconda le prescrizion i ecclesiastiche, si

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possa suonare, e in quali punti della Messa e dei
Vespri . Eccoci a soddisfare brevemente la ragio-
nevole domanda .
Secondo le savie prescrizioni di santa Chiesa e
le sentenze dei migliori espositori di sacre cerimonie,
è decoroso il suono dell'organo e il canto musi-
cale in Chiesa in tutte le Domeniche e Feste del-
l'anno, nelle quali il popolo suole astenersi dalle
opere servili, eccettuate le Domeniche di Avvento
e di Quaresima, e nella Messa soltanto (1).
Non ostante questa eccezione , nell' Avvento si
può tuttavia suonare l'organo anche a Messa nella
3a Domenica, chiamata Gaudete in Domino, e nella
4a Domenica di Quaresima, detta LaetareI.erusalm
Anzi durante l'Avvento e la Quaresima si può suo-
nare altresì nelle feste e nelle ferie , che sono
celebrate dalla Chiesa con qualche solennità, come
sarebbe nel giorno della Immacolata Concezione di
Maria, di s . Tommaso e di s . Mattia apostoli, di
s . Tommaso d'Aquino, di s . Gregorio Magno, di
s . Giuseppe, dell'Annunziazione di Maria Vergine
e simili ; come pure nella Messa del Giovedì Santo,
e nella Messa e nei Vesperi del Sabato Santo, e
qualunque volta occorra celebrare solennemente ,
con allegrezza e per qualche ragione grave .
Per regola generale l'organo si suona quando il
Diacono e Suddiacono a Messa solenne vestono la
Dalmatica e Tunicella, quantunque il colore sia vio-
laceo ; così reca una risposta della Sacra Congrega-
zione dei Riti il 2 Settembre 1741 .
Si può, anzi conviene suonare l'organo ogni qual-
volta il Vescovo entra in Chiesa per celebrare
solennemente, o per assistere alla Messa solenne da
altri celebrata . In allora l'organo si suona al suo
ingresso in Chiesa e se ne continua il suono in tutto
il tempo che egli si prepara e veste , sino a che
sta per incominciare la Messa . Lo stesso si dica nel-
l'entrata di un Legato Apostolico, di un Cardinale, di
un Arcivescovo o di un altro Prelato, che il Vescovo
diocesano voglia onorare . Così il Cerimoniale dei Ve-
scovi .
Oltre queste circostanze specialmente notate ,
l'organo si può suonare ad arbitrio in molte altre sa-
cre funzioni tanto nel mattino, quanto nella sera,
come oggid ì si pratica generalmente nelle Chiese
bene amministrate .
Suono dell'organo nella Messa cantata .
Nella Messa cantata si suona l'organo, quando
il Celebrante esce di sagrestia, e sino al principiare
della Messa . Se la Messa è in canto fermo o gre-
geriano, l'organo suona alla ripetizione dell'Introito ;
suona alternativamente al Kyrie eleison e al Gloria
in excelsis ; suona finita la Epistola sino al cominciare
del canto del Vangelo, salvo il caso che in questo frat-
tempo si abbia a cantare un qualche versicolo del Gra-
duale o del Tratto o la Sequenza ; suona all'Offertorio,
cantato che sia dal Celebrante il Dominus vobiscum
e la parola Oremus, sino all'incominciare del Pre-
(1) Si dice nella Messa soltanto, per fare capire che in
tutte le Domeniche e Feste anche di Avvento e di Quare-
sima l'organo si può sempre suonare ai Vespri e alla Be-
nedizione ed in altro consimili funzioni .
fazio ; suona alternativamente al Sanctus ; suona
specialmente con armonia più grave e più dolce
durante la Elevazione, sino al cominciare del Pater
Noster ; suona alternativamente all'Agnus Dei, indi
prosegue sino al Dominus vobiscum , che precede
l' Oremus dopo la Comunione ; suona finalmente
dopo la benedizione del Celebrante , sino al suo
ritorno in sacrestia .
Se si suona l' organo ad una Messa semplice-
mente letta si fa pure una breve cadenza quando
il Celebrante, terminato il Confiteor e pronunziata
la parola Oremus , ascende l'altare e va al Mes-
sale per leggere l'Introito .
Secondo il Cerimoniale dei Vescovi nelle Messe e
negli uffizii dei defunti non si ha da usare nè organo
né musica, ma il canto fermo ; così pure convien
praticare nei giorni feriali non solenni di Avvento e
di Quaresima . Oggidì si permette la musica nei fu-
nerali e il suono dell'organo ; ma l'una e l'altro non
devono mai discostarsi dallo spirito della Chiesa,
cheinqul'oasevtluopianger
pei suoi figli estinti ; quindi occorre un canto ed un
suono mesto e lugubre .
Due osservazioni .
A differenza del Kyrie e del Gloria, il Credo
o Simbolo va cantato per intiero con intelligibile
voce, così che possa essere udito distintamente dal
popolo . Si può tuttavia unire il suono dell'organo,
purché il Simbolo si canti intieramente . Nel canto
fermo suole in alcuni luoghi farsi solo una breve
suonata dopo l'Incarnatus, sia ad onore delle auguste
parole, sia perché i cantori abbiano un lieve respiro .
Dove è in vigore si può conservare la consuetu-
dine di rispondere all'Ite Missa est solamente col-
l'organo .
Quando debba tacere l'organo nella Messa .
In generale tanto nelle Messe cantate , quanto
nelle Messe senza canto, cessa il suono dell'organo
tutte le volte che o il Celebrante , o il Diacono,
o il Suddiacono recitano o leggono a voce intelli-
gibile o cantano qualche parte della Messa . Quindi
l'organo tace al Salmo I udica me Deus, al Confi-
teor e Misereatur, e alla lettura od al canto del-
l'Introito ; tace al Dominus vobiscum o pax vobis,
alla recita o al canto degli Oremus, dell'Epistola,
del Vangelo, del Prefazio, del Pater Noster, del-
l'Ite Missa est, e alla benedizione del Celebrante .
Parimenti , se avesse luogo l' amministrazione
della santa Comunione, s'interrompe il suono del-
l'organo all'incominciare del Confiteor, sino all'ul-
timo Domine non sum dignus . - Quando celebra
il Vescovo della Diocesi si sospende anche il suono
dell'organo dopo la benedizione, per la proclama-
zione della Indulgenza, che suole allora impartire
ai fedeli assistenti, se già non fu proclamata al
Vangelo dopo il Sermone .
Suono dell'organo nei Vespri .
In quanto ai Vespri, l'organo suona nell'uscita
dei sacri Ministri dalla sacrestia, sino all'incomin-
ciare del Pater noster ; quindi nella fine di ogni

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Salmo, dopo il Gloria Patri, e alternativamente
nelle strofe dell' inno e nei versicoli del Ma-
gnifi.cat
Si devono per altro osservare queste regole .
Il primo verso dei cantici e degli inni, e le parole
di questi, alle quali si deve genuflettere, come i
versicoli Te ergo quaesumus del Te Deum, e Tantum
ergo Sacramentum e simili si devono cantare a
voce intelligibile e non suonare dall'organo . Devesi
altresì sempre cantare l'ultima strofa degli inni e il
Gloria Patri, quantunque siansi cantati dal coro la
strofa e il verso precedente .
Si avverte che tutte le volte, che nella Messa
e nei Vespri qualche parte si figura cantata o ri-
sposta per mezzo dell'organo, questa medesima si
deve pronunziare con voce intelligibile da qualche-
duno del coro .
La santa Chiesa prescrive altresì che il suono
dell'organo non sia mai lascivo od impuro ; che con
esso non si accompagnino canti, i quali non appar-
tengano all'uffizio che si celebra ;echqustino
abbiano mai nulla di profano o di teatrale, affinché
l' armonia delle voci ordinata a crescere la pietà
dei fedeli non ne distolga invece gli animi dalla
contemplazione delle cose divine . E quindi vietato
l' eseguire in tutto od in parte pezzi , motivi od
arie da teatro . - Manco male , scriveva sin dal
1855 l'Armonia, se si suonassero le arie del .Mosè
di Rossini o dei M artiri di Donizetti ; ma far udire
la T raviata è imperdonabile . - E così dicasi di al-
tre consimili produzioni, che risvegliano nei fèdeli
pensieri ed affetti mondani .
Tre raccomandazioni all'organista .
I . Nelle suonate non sia mai troppo lungo, sino
ad obbligare il Celebrante ad interrompere il corso
della Messa . Le sinfonie, così il Papa Benedetto
XIV , oltre all' essere gravi non debbono mai
essere tali, che colla loro prolissità e lunghezza
ingenerino tedio o fastidio in quelli , i quali
stanno in coro, o servono all'altare nei Vespri o
nella Messa .
II . Abbia una cognizione adequata di quei movi-
menti e di quelle cerimonie dei sacri Ministri, dalle
quali deve regolarsi quando abbia da cominciare
o da cessare il suono.
IlI . Se nel sedere all' organo deve volgere le
spalle all'altare , si tenga davanti uno specchio ,
che gli rifletta quello che si fa all'altare medesimo,
o almeno incarichi una persona intelligente, che
lo avverta fedelmente volta per volta, quando abbia
da por fine al suono .
Col sin qui esposto, crediamo di aver data una
risposta conveniente, secondo le autorevoli disposi-
zi.onSemalqsuprtdinaChes
risposta a taluno non paresse affatto adequata, noi
saremmo riconoscenti degli opportuni riflessi, che
egli si degnasse di farci in proposito . (1)
(1) Uno dei migliori libri, che trattino di Sacre Cerimo-
nie, è Il Sacerdote Celebrante del canonico Giovanni Fu-
magallì di Bergamo, libro che vorremmo nelle mani di
ogni Chierico e Sacerdote .
IL PIÙ BEL FIORE
Nella fausta occasione, che il Santo Padre LEONE XIII
veniva assunto alla Cattedra di S . Pietro, fu compilato
un«IC LliPbrÙetBoEcFORlDL OL-
LEGIO A POSTOLICO» contenente una breve biografia
di Lui, e dei Cardinali che lo hanno eletto. Scritta da
D . Bosco medesimo con eleganza e popolarità, l'operetta
fu tosto smerciata a più di 50 mila copie per tutta l'I-
talia con grande vantaggio delle anime .
Nel vivo desiderio di conciliare viemaggiormente al
Vicario di Gesù Cristo l'ossequio e la obbedienza, che tutti
i Cattolici gli devono, siano soliti di ricordare tutti gli
anni ai nostri lettori la esistenza di questo libretto, e
raccomandarne la diffusione. La stessa cosa facciamo pre-
sentemente, notando, che il provvedersi, regalare e far
leggere l'annunziato fascicoletto è uno dei migliori mezzi
per ben celebrare il prossimo Onomastico del Santo Padre
e la festa del Patriarca S . Gioachino.
Si vende alla Libreria Salesiana di Torino, a Cent .
40 la copia, e a L . 35 ogni cento coppie .
Bibliografia Salesiana.
GRAMMATICA DELLA LINGUA GRECA ad uso delle scuole
dei Sac. Prof . Giovanni Garino. - Un vol. di circa 450 pag.
in-16° gr . su nuovi caratteri e carta distinta, prezzo non su-
periore alle lire 3 . Uscirà all'aprirsi del nuovo anno scolastico .
Dettata scrupolosamente secondo gli ultimi ri-
sultati delle scienze filologiche e linguistiche e colla
scorta dei migliori testi, questa Grammatica mira
a rendere lo studio scientifico della lingua greca
di chiaro e facile apprendimento , spogliandolo di
tutte quelle difficoltà esteriori, che a primo aspetto
sogliono spaventare i più . Quindi senza mancare
allo scopo scientifico che richiede rigorosa preci-
sione, ed una perfetta corrispondenza di parti da
cui risulti un solo organismo, le regole vi sono
esposte nella maniera più facile ed elementare ;
si ricorrerà talora a quei mezzi empirici, che
il lungo esercizio nell' insegnamento ha fatto ap-
prendere all' autore come necessarii e non incon-
venienti al metodo scientifico , e si ha somma
cura che la semplicità e la chiarezza non abbiano
a nuocere alla brevità ed all' ordine . Il disegno
dell' opera è tale che debba servire pel ginnasio
e pel liceo ; un'acconcia varietà di caratteri tipo-
grafici serve a far distinguere le regole più im-
portanti e che devono apprendersi al primo en-
trar nello studio del greco, da quelle altre a cui
l'allievo dovrà passare solo dopo d' aver appresi
i primi elementi . Noi abbiamo grammatiche eccel-
lenti, ed è superfluo citare il Curtius e l'Inama,
maforsenèl'unoèl'atroispondoesatment
ai bisogni delle scuole nostre secondarie . Rendere
il metodo scientifico acconcio alla capacità degli
allievi ed alle condizioni dell'insegnamento, ecco
lo scopo di questa Grammatica .