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ANNO VIII . N . 3 . Esce
una volta al mese .
MARZO 1884
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo. N. 32, TORINO
SOMMARIO - Le ultime volontà : ossia i testamenti
- Conferen-CzofSarlsidpetor
in Torino - Il Vaticano : Pastorale del Cardinale Ali-
monda - Storia dell' Oratorio di S . Francesco di
Sales - L' Amazzonia - Morte del Cardinale Bilio
- Elenco di Cooperatori e di Cooperatrici defunti nel
1983 - Annunzi .
LE ULTIME VOLONTÀ
ossia
I TESTAMENTI
Vi sono delle pie e caritatevoli persone,
le quali nei loro testamenti, chiamati eziandio
le ultime volontà, lasciano tutto od in parte
i proprii averi ad opere di culto o di bene-
fi;mcaendzsgrtmolise
volte, per causa dei loro superstiti parenti,
queste sante intenzioni vanno fallite . Spesso
i fratelli ed i nipoti, avvenuta la morte del
testatore o della testatrice, fanno scomparire
il testamento o lo contestano in tribunale,
movendo lite a chi ne fu costituito erede
contro il loro beneplacito, recando noie e
spese gravissime . Costoro, spalleggiati da
procuratori ed avvocati per lo più senza re-
ligione, e sostenuti da giudici e magistrati
non sempre alieni da spirito di parte, rie-
scono ben sovente nel loro intento, fanno
annullare i testamenti, e revocano a sè le
eredità contro la espressa volontà dei tra-
passati ; quindi ora impediscono opere di
religione, ora il suffragio delle anime, ora
il sollievo dei poverelli ; e mentre fanno
questo sfregio alla religione , apportano
questo danno alle anime, ed usano questa
crudeltà ai bisognosi, tirano ancora sopra
di se stessi e sopra le proprie famiglie la
maledizione di Dio .
Di siffatti soprusi furono già vittima molte
opere di beneficenza, che troppo lungo sa-
rebbe l' enumerare ; furono pur vittima le
opere Salesiane, le nostre missioni della Pa-
tagonia, ed i poveri fanciulli, che la pub-
blica miseria manda ogni anno a più migliaia
nelle nostre case, nei nostri ospizi di carità .
Nel breve giro di pochi anni parecchi di
questi fatti ebbero luogo a danno dei nostri
orfanelli . Ne accenniamo uno di volo a co-
mune ammaestramento .
Un Sacerdote di una città del Piemonte,
disposti per testamento alcuni legati a pro
dei parenti, lasciava il rimanente dei suoi
beni a D . Bosco già suo compagno di scuola,
ben sapendo che ne avrebbe usato non a
vantaggio proprio , ma della povera gio-
ventù , e a sostegno delle varie opere di
religione e di carità, .che aveva intraprese
nell'Europa e nell'America. Il pio testatore
adoperava queste espressioni : - in tutto
il resto della mia eredità , niente escluso
ne riservato, chiamo e nomino a mio erede
universale il Sacerdote D . Bosco residente
in Torino fondatore ed Amministrat ore

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dell'Oratorio di S . Francesco di Sales, ed
in sua mancanza chi ne farà le veci ed
amministrerà il predetto Oratorio. -
Era dunque chiara la volontà del testatore,
e così chiara che il tribunale di prima i-
stanza , a cui alcuni parenti ricorsero per
far annullare il testamento, diede una sen-
tenza a noi intieramente favorevole . Eppure
detti parenti, ricorrendo in appello e doman-
dando rinvii ad ogni tratto , riuscirono ad
incontrare dei giudici , i quali non sola-
mente invalidarono la prima sentenza già
emanata e il testamento medesimo, ma con-
dannarono ancora D . Bosco alle spese del
processo e al risarcimento dei danni , per
non aver fin da principio rinunziato alla
eredità, lasciatagli per soccorrere tante mi-
gliaia di poveri figli ! Questa sentenza fu
da magistrati e da persone intelligenti ed
oneste definita per una mostruosità e con ra-
gione ; ma intanto il fatto si è che l'ultima vo-
lontà del Sacerdote andò intieramente fru-
strata, e quei beni temporali, che egli aveva
raccolti forse con molti sacrifizi, finirono
nelle mani di quei parenti, a cui egli non
intendeva di lasciarli, perchè o non ne abbi-
sognavano, o per altri ragionevoli motivi .
Noi potremmo fare qui dei nomi e bol-
lare come conviensi un fatto così disappro-
vevole ; ma lasciamo questo cómpito ai nostri
posteri, ai quali tramanderemo gli autentici
atti di tali enormità, indegne di tempi civili .
Ora in vista di questi fatti, che potreb-
bero rinnovarsi a danno dei figli del popolo,
noi pregati eziandio da molte persone be-
nevole giudichiamo pregio dell'opera il dare
qui tre avvertimenti, che sparsi largamente
e praticati torneranno di certo in pro della
religione, delle anime e dell'umanità .
1° Delle nostre sostanze , per quanto la
prudenza il permette , facciamone uso a
vantaggio delle opere di religione e di be-
neficenza , mentre siamo in vita , mentre
abbiamo ancora i mezzi da fare eseguire le
nostre volontà . Dopo morte non possiamo
più comandare quaggiù, ed altri e fors'an-
che quei medesimi, che meno il dovrebbero,
saranno i primi ad impedirne la esecuzione .
- E poi del fatto nostro usando più presto
in bene, noi procuriamo anche più presto del
bene, impediamo più presto del male, sal-
viamo più presto delle anime, gioviamo più
presto alla religione ed alla civile società,
allontaniamo più presto delle disgrazie cor-
porali e spirituali, temporali ed eterne dal
capo di molte persone, alle quali più tardi
la carità nostra forse riuscirà inutile . - E
non è da tacersi che , facendo dei nostri
beni buon uso in, vita, noi acquistiamo e
ziandio maggior merito per la eternità ; on--
d'è massima dei Santi e delle persone savie
che pel Cielo vale più il poco in vita, che
non il molto in morte e per dopo morte .
Fra gli altri S . Leonardo da Porto Maurizio
soleva dire : Rischiara di più un lume
davanti che non due di dietro . - Con ciò
non s'intende già di dire che dobbiamo spo-
gliarci di tutto da vivere poscia di limosina
o stentatamente, no ; ma riserbandoci quel
tanto, che ci può bastare per gli usi ordi-
narti della vita, è cosa prudente e cristiana
il dispensare per Dio quello, che vorremmo
lasciargli al più tardi possibile, affidandoci
pel resto alle cure di sua Provvidenza , la
quale è buona madre, ed ha infiniti mezzi
per non lasciar soffrire coloro, che si ado-
prano per propagare la sua gloria e per
sollevare le umane miserie .
2° Volendo dei nostri averi disporre a
benefizio della religione e della umanità per
testamento, fatto o di proprio pugno o per
atto notarile , disponiamone mentre siamo
in salute, e non aspettiamo nè la vecchiaia
nè la malattia . Può accaderci una morte
improvvisa ; può altresì accadere che la ma-
lattia precipiti e c'impedisca di esprimere
a dovere le ultime nostre volontà, o di mu--
nirle delle formalità richieste dalla legge .
Questo è succeduto in Roma solamente nel
mese di dicembre ad un impiegato al Con
siglio di Stato . Senza moglie e senza famiglia
egli veniva tutti gli anni a passare un mese
di vacanza in qualcuna delle nostre case
del Piemonte o della Liguria . L'anno scorso,
ritornato al suo posto, fu colto da grave ma-
lattia, e, tra il timore e la speranza di gua-
rire , si ridusse a fare testamento negli
estremi di vita . Già era riuscìto a dettarlo
per intero al notaio e a vantaggio di opere
pie , ma quando si trattò di sottoscriverlo
non gli fu più possibile, perchè soprag-
giunta l'agonìa . Così contro il suo volere
una sostanza di 70 - mila lire non conseguì
lo scopo, a cui egli la destinava .
3° Finalmente chi vuole per testamento
soccorrere persone, che fondarono o sosten-
gono opere pie non legalmente riconosciute,
deve avvertire attentamente di non usare
espressioni, che indichino queste opere me-
desime, le quali per la vigente legislazione
non sono considerate come corpi morali e
non possono succedere nè ereditare . Quindi
getti l'occhio sopra qualcuna delle persone
suddette, e nel testamento sia olografo sia
pubblico non metta che il nome e cognome
ed abitazione della persona, che egli vuole

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lasciar erede, e non faccia alcun cenno del-
l'opera pia (1) . Allora sarà eseguita la sua
volontà, senza che alcuno possa per tribu-
nale invalidare quell'atto ; ne avranno sol-
lievo i poveri e vantaggio i figli del po-
polo , ne avrà il suo tornaconto lo stesso
Governo , in quanto che dov' esso , per le
ingenti spese di Stato, non può giungere
a portare soccorso, giungerà a portarlo la
carità e la generosità dei privati cittadini,
promuovendo la pubblica moralità, il buon
ordine sociale, ed il verace progresso .
CONFERENZE SALESIANE .
Nello scorso mese molte relazioni ci pervennero
intorno alle Conferenze dei Cooperatori e delle
Cooperatrici , tenuto in varie città e paesi ad o-
nore di S . Francesco di Sales . Dalle medesime
apprendemmo con alta soddisfazione dell'animo lo
incremento, che ne ricevette la gloria di Dio, l'o-
nore del Santo Patrono , non che la pietà e la
carità dei nostri Cooperatori e delle nostre Coo-
peratrici, cui desideriamo ogni bene di Dio , so-
prattutto il ricco tesoro della virtù e l' acquisto
del Paradiso . Occupandoci troppo spazio il dire di
tutte, daremo un cenno di alcune soltanto , con-
servando negli archivii memoria di ogni altra .
Conferenza a Padova .
Sin dal principio dell' anno alcune benemerite
persone di Este e di Padova dimandarono con lo-
devole insistenza che si tenesse una pubblica Con-
ferenza dei Cooperatori in questa illustre e dotta
città, allo scopo di viemmeglio infervorarsi al bene
in vantaggio di tanta gioventù povera ed abban-
donata . Dal suo canto Sua Eccellenza Reveren-
dissima Mons . Giuseppe Callegari veneratissimo
Vescovo di Padova, interpellato in proposito, non
solo diede il suo consenso, ma ebbe l'insigne bontà
di favorire la pia radunanza coll'accettarne la pre-
sidenza , e col rivolgere ai convenuti fervide pa-
role d'incoraggiamento . L'Adunanza fu tenuta nella
chiesa di S . Francesco , e lo zelante Parroco si
adoperò con vivo interesse, affinchè ogni cosa riu-
scisse egregiamente . Vi furono chiamati da Este
i giovani musici del nostro Collegio Manfredini ;
e D . Bosco non potendovisi recare in persona vi
spedì da Torino un Sacerdote a rappresentarlo .
(1)Seiltsaor,dcuibamoprltdisa,
dopo nominato D . Bosco non avesse aggiunte le altre
espressioni : - Fondatore ed amministratore dell'O-
ratorio di S . Francesco di Sales ; - od almeno avesse
tralasciate queste ultime : e in sua mancanza chi ne
fl-aeràvcidmnstreàl'Oaoipredt,
la sfavorevole sentenza si sarebbe potuta evitare .
Di questa Conferenza possediamo parecchie re-
lazioni, scritte con molto affetto e con benevole
espressioni dal professore Soldà, dal professore
D . Carlo Sartori , dal sig . D . Tullio Maria De -
Agostini, e dalla sìgnora Maria Mainardi zelantis-
sima Cooperatrice . Ma tutte queste relazioni hanno
un grave difetto per noi, ed è quello di aver par-
lato troppo della persona di D . Bosco , motivo
per cui non ci è permesso di pubblicarle . Giudi-
chiamo invece di riprodurre il breve e più mo-
desto ragguaglio, che ne troviamo pubblicato dai-
l'egregio periodico bimensileLaScrFmigl
di Trevi nell'Umbria, inviatogli da una persona di
Padova, ed è il seguente :
« Correva il 20 Gennaio, giorno in quest'anno
1884 consacrato al SS . Nome di Gesù, quando,
giusta le disposizioni dell' Autorità ecclesiastica ,
tenevasi nella parrocchia di S . Francesco in Pa-
dova la prima Conferenza dei Cooperatori Sale-
siani : Conferenza cui il veneratissimo Nostro
voesco norava di sua presenza, in unione ad al-
cuni pii e zelanti Sacerdoti . Erano le due pom.e
già un Sacerdote dava principio alla lettura d'un
breve tratto della vita di S . Francesco di Sales,
cui seguiva un graziosissimo mottetto cantato dai
giovanetti del Collegio Manfredini di Este . Man-
cava D . Bosco, ma lo sostituiva un suo zelantis -
simo Sacerdote mandato a bella posta da Torino.
Rivolgeva egli pel primo semplici , ma infuocate
parole, esordendo coi ringraziamenti dovuti al Ce-
leste Fattore, all' esimio Prelato, e ai promotori
di siffatta Conferenza . Toccava di volo la persona
di D . Bosco chiamandolo l'uomo della Provvidenza :
accennava brevemente i principii della sua istitu-
zione ed i suoi meravigliosi progressi ; parlava di
tanti giovanetti strappati dalle zanne dell'infernale
dragone, di tante donzelle tolte dalla via della
corruzione ; e mano mano ch' ei s' inoltrava nel
suo dire nominava i cento mila ragazzi, le 500
Monache di Maria Ausiliatrice, ed il gran numero
di Case di educazione e di Chiese già fondate qui
nella nostra Italia, nella Francia , nella Spagna ,
e perfino nella Patagonia . Terminava la sua espo-
sizione col dire una parola intorno agli ultimi
Missionarii partiti il p . p . Novembre, ed intorno
all'Ospizio da costruirsi dappresso alla Chiesa del.
S . Cuore di Gesù in Roma:Chiesafdtl
Regnante Sommo Pontefice Leone XIII alle cure
dei Salesiani .
» Allora prendeva la parola l'eloquentissimo e
distinto nostro Vescovo, il quale fin da principio
diceva che le parole del figlio intorno al padre
erano ben poco di quanto si avrebbe potuto dire,
di quell' uomo di Dio, che è D . Bosco . Lo chia-
mava anch' egli l' uomo della Provvidenza dicen-
dolo tutto a tutti . Raccomandava la società dei
Cooperatori Salesiani , avendo di mira quanto a-
veva addimostrato l' egregio oratore che cioè i
Cooperatori non sono soltanto per le opere di Don
Bosco, bensì pel bene della Chiesa universale, e
più specialmente per le rispettive diocesi ; non
essendo essi che tante braccia nelle mani del Ve-
scovo e dei Parrochi . Preveniva un'obbiezione che
qualcheduno gli avrebbe potuto fare cioè : Ci ven-
gonotantoracomandateleoperediD .,Bosc

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ma non ne abbiamo anche noi delle opere da com- scienza e cogli scritti . Le fo solamente osservare
pletare e da fare ? e non dobbiamo attendere prima che, non essendo egli peranco uscito dalla Sede
allo nostre opere? E rispondeva che aiutando le Metropolitana, destò in tutti grande ammirazione
Opere di D . Bosco si viene a fare del bene a tutta il vederlo fare la sua prima visita ad una piccola
la Chiesa ; poichè D . Bosco non si restringe alla casa, che non ha altro merito che quello di alber-
sola Torino, bensì al bene di tutta la gioventù ed gare i figli di D . Bosco .
al restauramento dell'odierna società . E con quella Sua Eccellenza giunse fra noi la sera della vi-
facondia tutta sua chiudeva il dire , animando il gilia . Quantunque rifiutasse ricevimento ufficiale
clero ed il popolo ad ascriversi alla società dei tuttavia furono ad incontrarlo alla stazione il clero
Cooperatori Salesiani, dicendo che tale diffusione e le principali famiglie della città, nostri Coope-
nella sua Diocesi la terrà come una benedizione ratori, con un lungo corteo di vetture . Al suo ar-
del Cielo .
rivo le campane di tutte le torri suonarono a festa ;
Si terminava la bella funzione con un nuovo ed il popolo giulivo, radunato in immensa molti-
mottetto e il Tantum ergo, pure eseguito dai pic- tudine, lo attese nella nostra Chiesa, dov'egli dalla
coli musici, e colla benedizione del SS . Sacra- stazione direttamente si condusse . Sua Eccellenza
mento, impartita dal Parroco stesso di S . Fran- preceduta dal clero si avviò all'altare maggiore,
cesco ; mentre intanto un giovane laico raccoglieva mentre dall'orchestra cantavasi il Sacerdos et Pon-
la limosina dai buoni Cooperatori . Così terminava tifex del nostro D . Cagliero . Fatta breve orazione
la Conferenza, lasciando soavi impressioni in quanti passò al trono preparatogli, ascoltando i cantici
vi avevano preso parte » (1) .
sacri, dopo i quali, recatosi alla mensa dell'altar
maggiore, impartì al popolo la pastorale Benedi-
zione e si ritirò nella povera nostra casa .
All'indomani, di buon ora, come già nella novena,
Festa e Conferenza in Utrera (Spagna). i confessionali si trovarono circondati da penitenti .
Degna altresì di particolare menzione è la festa
celebrata nella Spagna dai Salesiani e dai Coo-
peratori di Utrera , come risulta dalla seguente
lettera .
Utrera, 31 gennaio 1881,
Per comodità delle persone si distribuì la santa
Comunione in tutte le Messe . Ciò non ostante la
Comunione generale durò 3 quarti d' ora ; fatto
straordinario nelle popolazioni di Andalusia . Alle
10 1/2 Sua Eccellenza vestitasi di rocchetto e
cappa magna entrò nella Chiesa colla solennità
REVERENDISSIMO E CARISSIMO D . Bosco .
della sera precedente, per assistere pontificalmente
Penso di far cosa grata alla S . V . ed a tutti i
nostri confratelli, col darle conto della novena e
Festa di S . Francesco di Sales da noi celebrata
in Utrera colla maggior solennità ; anzi giudico
che farà anche piacere ai nostri Cooperatori e a
tutte quelle benemerite persone, che con noi con-
corrono a dilatare il Regno del Signore special-
mente con l'educazione della gioventù abbandonata .
La novena che ebbe principio il 21 Gennaio finì
col 29 festa del Santo . Per quanto lo comportò la
nostra povertà , adornammo la nostra Chiesa del
Carmine con pompa e splendore ; si collocò la sta-
tua del Santo dal lato dell' Evangelio sopra un
piedestal o di ben 3 metri di altez a, ornata con
magnificenza di bei lavori del nostro scultore, ed
illuminata da centinaia di ceri . L'effetto era sor-
prendente . A dispensare la santa parola di Dio con-
corsero con grande edificazione nostra e del popolo
i migliori predicatori di Siviglia, prestando da
buoni Cooperatori la loro opera gratuitamente .
Di mano in mano che si avvicinava la Festa
raddoppiavasi il lavoro nella casa : tutti erano in
moto a preparare chi la Chiesa , chi la musica ,
chi altre cose, in modo da renderla più splendida
che fosse possibile , e per fare una degna acco-
glienza all'illustre Arcivescovo della Diocesi Mons .
Zefirino Gonzalez . Non è mestieri ch'io mi trattenga
in parlarle dell' importanza della venuta fra noi
di questo dotto Prelato, che onora la Chiesa e la
Spagna non meno colle preclare sue virtù che colla
alla Messa solenne . --Nella Messa tesse il discorso
di S . Francesco di Sales il signor Canonico D .
Francesco García y Charmientos, oratore di gran
fama in Andalusia, il quale, con parola facile ed
elegante , fece a tutte le menti brillare lo splen-
dore delle virtù del Santo e la profondità di sua
dottrina . I nostri confratelli accompagnati da
scelta orchestra composta di distinti profes-
sori di Siviglia e di Utrera eseguirono una gran-
diosa messa con tale perfezione da meritarsi le
congratulazioni degli intelligenti .
Finita la sacra funzione, Mons . Arcivescovo rien-
trava in casa, e aveva la degnazione di condursi
nel refettorio dei giovani, per onorare il loro fru-
gale pasto . All'entrare di Monsignore fu un istante
di esitazione ; nessuno osava avanzare pel primo il
cucchiaio alla scodella, dove fumava un ben condi-
zionato risotto, e tutti si guardavano meravigliati
e sorpresi da quella inaspettata visita . Ma il buon
padre, fatto loro animo, giocosamente domandò se
nessuno volesse fargli parte della propria razione .
Un putto di 7 anni a tal domanda coraggioso ri-
sponde : Ande Usted ! (Si faccia innanzi V . S .) A
quest'uscita, che per quel piccino era la cosa più
naturale del mondo, scoppiarono fragorosi battimani
con evviva l'Arzobispo ; e Monsignore, dette loro
parole per incoraggiarli alla virtù e alla gratitu-
dine verso i benefattori e maestri, li benedisse . Di li
passò alla sala del pranzo stata preparata, in man-
canza d'altro locale, in una delle scuole del nostro
asilo . Alle frutta si lesse a Sua Eccellenza una
iscrizione latina, che era stata collocata alla porta
(1) Vedi La Sacra famiglia , anno I 15 febbraio del tempio . Segui la lettura d' una composizione
1884, N, 1
latina dettata dall'affetto, che i Salesiani portano

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a questo venerando e dottissimo Pastore, il quale buoni cattolici di Utrera . Tutti dicevano che non
ci ricorda l'Eminentissimo Cardinale Lluch, che ci si ricordavano di aver vedute in città feste consi-
chiamò in Utrera, rapitoci dalla morte l'anno pas-
salo . Si cantò pure la romanza l' Orfanello, che
piacque moltissimo .
Intanto l' ora della Conferenza dei Cooperatori
e delle Cooperatrici, annunziata con lettera circo-
lare, era giunta . Si passò alla Chiesa, dove già
aveva preso posto una schiera di signori e signore
mili . Molte furono le congratulazioni che da ogni
parte ci vennero fatte, e grande il numero di co-
loro i quali, visto alla prova l'opera caritatevole e
religiosa che abbiamo fra mano, si fecero ascrivere
tra i Cooperatori , per aiutarci più direttamente
a giovare a tanti poveri fanciulli , che numerosi
s'incontrano per le vie di questa città, e che privi
della città e di altri luoghi circonvicini, special-
mente di Siviglia . Avendo spedito apposito tele-
gramma al Santo Padre Leone XIII , egli nella
sua bontà ci faceva rispondere, impartendoci l'a-
postolica Benedizione , e la ricevemmo un' ora
prìma di cominciare la Conferenza . A questa si
diede principio leggendo un capitolo della vita
di pane e di cristiana educazione sono in pericolo
di fare mala fine .
Passando ad altro , da Barcellona ci ripetono
le istanze che si vada ad aprire la casa, che
già è nostra, - perchè, dicono, un numero con-
siderevole di poveri giovani stanno già alla porta
picchiando che loro si apra ; mancano solo i Sale-
di S . Francesco di Sales . Monsig . Arcivescovo , siani che ne prendano la cura . - Come vede V . S .
che ne aveva la presidenza, trovandosi molestato non si può più. ritardare a lungo . Onde secondo le
da mal dì gola, incaricò a parlare in sua vece il prese intelligenze tra pochi giorni io dividerò il
prelodato Canonico Garcia .
mio personale di Utrera, e con una schiera suff-
Il tema svolto nella Conferenza è il seguente . ciente partirò ad aprire la casa di Barcellona . A
- Il clero regolare e secolare fu in tutti i tempi suo tempo gliene scriverò
il sacro depositario della scienza e delle arti ;e
Intanto V . S . continui a raccomandarci al Si-
nei nostri giorni sorse la Congregazione Salesiana gnore, perché ci aiuti a compiere fedelmente la
a continuare la stessa missione tra i figli del po- nostra missione con quello spirito , che merita
polo . Disse che il clero secolare e regolare aveva
un tempo estesi possedimenti, di cui servivasi a
sollievo dell'umanità . La rivoluzione spogliò gli
davanti a Dio , solleva l'umanità e salva le anime .
Ci sia pegno di questa grazia la sua paterna
benedizione, che invoco per me e per tutti i miei
uni e ne scacciò gli altri, lasciando il popolo vit- confratelli di Spagna, mentre con affetto le bacio
tima de' suoi disordini . Tocca a noi Cooperatori la mano e le sono in Domino
e Cooperatrici l'aiutare in quel che possiamo la
Congregazione Salesiana, procurandole i mezzi ma-
teriali, affinché possa compiere la sua missione in
favore della religione e della civile società . -
Umilissimo e Devotissimo figlio
Sac . GIOVANNI BRANDA .
La parola dell'oratore fu ascoltata con attenzione
e con alta benevolenza .
Monsignor Arcivescovo partì da questa casa, .
manifestandomi a più riprese la sua grande soddi- .
Festa e Conferenza a Bobbio .
sfazione, e lasciandomi una bella limosina per le no-
stre scuole .
Lettera dalla città di Bobbio in data del 30
Più tardi e all'ora delle altro sere ebbero luogo Gennaio ci dava in questi termini ragguaglio della
le sacre funzioni per tutto il popolo . Immenso fu Festa e della Conferenza ivi tenuta
di questo il concorso al sacro tempio . Terminato
« Anche quest' anno a Bobbio fu celebrata la
il Santo Rosario, salì il pulpito Sua Eccellenza Re- solennità ad onore dell'inclito nostro Patrono S .
verendissima Monsignor Espinola, Vescovo titolare Francesco di Sales . La Basilica insigne di S . Co-
di Nilo, il quale divotissimo come è di S . Fran- lombano era a disposizione di tutti i Cooperatori
cesco di Sales, ed emulo delle sue virtù e dottrina,
parlò mirabilmente dell'opera di Dio nel lavorare
la santità del nostro Patrono, e della docile cor-
Salesiani . Il nostro zelante Parroco si prestò a
che si premettesse eziandio un triduo alla festa .
« Quindi venne apparata festosamente una gran-
rispondenza che Egli prestò alle singole grazie, diosa Cappella dell'ampia Basilica, dove l'imma-
con cui il Signore arricchiva la sua bell'anima . gine del nostro caro Protettore appariva sulla
Finito il discorso, lo stesso Monsignore impar- tela d' un antico quadro assai verosimile al tipo
ti.vaSlcrBmendozputlaS
originale .
daTe.lsngtuimor,usic
» Si suonarono le campane a festa, ridestando
La mattina seguente , secondo il nostro Rego- sensi di religiosa pietà in tutti i buoni Salesiani
lamento, si cantò Messa in suffragio dei Coopera-
tori defunti, e Monsignore Espinola vi assisteva .
Prima di partire per Siviglia ancor egli ci diede
non solo , ma altresì in tutte le buone famiglie
della città .
« Nel mattino vi furono Messe e Comunioni nu-
prova della sua generosità, lasciandoci una buona merose ; e sul pomeriggio il signor Canonico Fran-
limosina per le spese del culto ; onde Vescovo ed cesco Codebò tenne una Conferenza, in cui richia-
Arcivescovo fecero a gara nell'onorare S . Fran- mando al pensiero la felice idea del fondatore
cesco di Sales e la Congregazione, che da lui prende dell'Aggregazione Salesiana, e del nobile suo scopo,
il nome .
passò a dimostrare il modo pratico di essere Coo-
La Dio mercè possiamo dire che il giorno 29 peratori Salesiani, raccomandando soprattutto la
gennaio lasciò profonda impressione nel cuore dei cura della povera gioventù.

1.6 Page 6

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» Indi cantate le litanie della B . V. e il Tantum
ergodaigovnmusc,iopartìlBendizo
col SS ., e si terminò col canto d'una bella lode
a S . Francesco . Colla limosina si pensò ai vivi ,
nè si dimenticarono i morti ; poiché all'indomani
mattina dopo la S . Messa si recitarono speciali
preghiere pei Salesiani defunti . »
a Lu nella Parrocchia di S . Maria ; ma queste come
moltissime altre passiamo sotto silenzio, per dire
ancora della Conferenza di Torino, la quale farà
epoca negli annali della Pia Unione dei Cooperatori .
CONFERENZA DEI COOPERATORI IN TORINO
Conferenza di S . Francesco
Presieduta dal Cardinale Alimonda .
in Caravaggio, Penango
Chieri, e Lu .
Fra tutte merita un cenno particolare la Confe-
renza dei Cooperatori e delle Cooperatrici, tenu-
tasi la sera del 19 del mese passato nella chiesa
Il Signor Arciprete di Caravaggio in data del di S . Giovanni Evangelista in Torino, e presieduta
4 febbraio ci dava queste consolanti notizie intorno dall'eminentissimo Arcivescovo, il Cardinale Ali-
la Società dei Cooperatori, esistente nella sua par- monda . Non ostante che la radunanza avesse il
rochia :
carattere di privata e si tenesse in giorno feriale,
« Domenica 3 febbraio si celebrò la festa del tuttavia la chiesa e pel concorso e per la pietà
Santo,alcuispirtos'informailPioSodalizodei
degli intervenuti presentò lo spettacolo di una
Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane . Fu una splendida solennità . Vi presero parte non meno
festa quieta, e tutta divozione . Oltre alle persone di due mila persone .
Cooperatrici unite in società, buon numero di altre Alle ore tre si cominciò colla lettura di un breve
si accostarono ai SS . Sacramenti . Nella chiesuola tratto di vita di s.,laFdronvcesiSl
ove si sogliono tenere le Conferenze si celebrò la si racconta della sua sollecitudine nel fare il ca-
santa Messa, e si distribuì la SS . Comunione a techismo ai fanciulli, al quale interveniva la stessa
circa 150 persone nella generale commozione, su- sua madre, madama di Sales . Entrata che fu in
scitata soavemente nei cuori da armonici canti, e chiesa Sua Eminenza Rev.a,emslitoprn
si chiuse la funzione con breve discorso volto allo episcopale, i giovani musici cantarono il grazioso
scopo di tener presenti agli inscritti i doveri della
Pia Unione . Inutile che dica dell'entusiasmo ecci-
tato da quelle brevi, ma animate parole, dell'in-
cremento che ebbero tutti a maggior fervore e
mottetto, Quasi arcus, dopo cui, presa la bene-
dizione del sig . Cardinale, montò in pulpito il Teol .
D . Giovanni Cagliero, primo Pro-Vicario apostolico
della Patagonia, e a nome di D. Bosco diede re-
zelo, dei sentimenti religiosi che portarono dalla lazione di alcune opere compiutesi e di altre da
Chiesa alle case loro accesi più che mai .
compiersi . Egli notava in particolare l' apertura
» Dopo mezzo giorno si chiuse la festa nella Chiesa di una nuova casa di Salesiani, apertasi in questi
Parrocchiale . Che imponente spettacolo non dava giorni nella città di Barcellona nella Spagna, e di
mai la folla, che riempiva il tempio ! Si leggeva un' altra nella città del Rosario nella Repubblica
sul volto di tutti questi popolani il vivo desiderìo Argentina . Discesone D . Cagliero , saliva allo
di udir parlare delle virtù di quel gran Santo, stesso luogo l'eminentissimo Cardinale Arcivescovo,
che è il Salesio . Mirabile, edificantissima l'atten- e teneva ai congregati un discorso di tre quarti
zione che prestarono alla parola di Dio . Il Pane- d'ora, ricco di così santi pensieri e così affettuoso
girico fatto da un valente predicatore Cremasco, verso i Salesiani ed i loro Cooperatori, che rivelò
il chiarissimo Prof. Inzoli D . Faustino , fu elo- tutta la bell'anima dell'illustre Porporato . Esordì
quentemente svolto sul passo dell'Apocalissi : Exi- manifestando il contento, col quale negli anni pas-
vit vincens ut vinceret:uscìvintorepc
sati egli assisteva alla Conferenza dei Cooperatori
colla dolce prerogativa della mansuetudine, mercé
di cui il Santo trionfò di sè e degli altri . - Si
raccomandò poi la elemosina allo scopo di concor-
rere alla erezione della Chiesa da consacrarsi al
Cuore Sacratissirno di Gesù in Roma .
» Faccia il Santo che questa Pia Unione che si
pose sotto i suoi auspicii abbia a prosperare sempre
meglio a gloria sua e ad utilità di questa grossa
borgata . » Così da Caravaggio .
Nello stesso giorno si celebrava una festa con-
simile in Penango Monferrato, ed affinchè riuscisse
a vantaggio spirituale non solo dei Cooperatori e
delle Cooperatrici, ma di tutta la popolazione, il
caritatevole prevosto D . Giuseppe Garavelli volle
che avesse luoge nella Chiesa Parrochiale , chia-
mandovi a tessere le lodi di S . Francesco di Sales
il Teol . Giovanni Audisio Vice-parroco di Tonco .
Accenniamo che consimili Conferenze si tennero
pure a Chieri nel nostro oratorio di S . Teresa, e
di Roma, e dicendo che ora il suo giubilo era di gran
lunga maggiore , perchè in Roma assisteva alla
Conferenza come confratello ed amico, in Torino
invece vi poteva assistere da padre . L'eminentis-
simo Arcivescovo passò quindi ad esporre cinque
ragioni, per le quali si crede in dovere di amare
e di promuovere l'Opera dei Salesiani e dei loro
Cooperatori, traendole tutte dal Santo Vangelo .
Sua Eminenza parlava con tanta abbondanza di
cuore e fluidità di eloquio, che a noi non riuscì
di raccogliere nella sua interezza il bellissimo di-
scorso, e ci sfuggirono molti preziosi periodi . Ci
pare tuttavia di averne ritenuta in mente la so-
stanza, conforme a quanto pur ne pubblicava la
benemerita Unità Cattolica il 23 dello scorso Feb-
braio . Ne daremo il sunto nel prossimo numero .
Finito il discorso, ascoltato dai Cooperatori e
dalla Cooperatrici colla più alta attenzione, e can-
tato dai musici il mottetto Totapulchra,inore

1.7 Page 7

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di Maria Immacolata, e il Tantum ergo, Sua E-
minenza Rev .ma aveva ancora la bontà d' impar-
tire la benedizione col SS . Sacramento, terminando
la pia funzione nel modo più solenne . In breve, la
congiura premunirsi contro ad un colpo di mano .
Ai più pareva un mistero che poche centinaia di
poveri giovanetti potessero incutere tanta paura
al Governo, il quale aveva a sua disposizione for-
Conferenza riuscì così bene e le parole dell' emi- midabili schiere di soldati e di carabinieri ; eppure
nentissimo Arcivescovo riempirono i cuori di tanta è un fatto storico .
soddisfazione, che varie persone riguardarono quel-
Seguendo pertano l'ordine della storia noi di-
l'atto come una evidente prova della provvidenza e remo qui della seconda perquisizione, che ci venne
della bontà di Dio verso l'Opera Salesiana ; e tra le fatta ; ma per ragioni di prudenza ne lascieremo
altre una nobile matrona disse ad uno dei nostri : gli odiosi apprezzamenti alla più libera penna dei
- Io vado a casa fuori di me per la contentezza, nostri posteri .
e lei a mio nome dica a D . Bosco che abbiamo Erano le ore 10 del mattino del 9 Giugno, 15
tutte le ragioni per ringraziare il Signore . -
giorni appena dopo la prima perquisizione, quando
con una scorta di poliziotti si portavano all'Ora-
torio tre signori . Erano i signori Masnardi se-
gretario del Ministro Farini, il Cav . Gatti ispet-
IL VATICANO.
tore generale al ministero della pubblica istruzione,
e il professore Petitti . Il primo aveva per incarico
Pastorale del Cardinale Alimonda .
precipuo di esaminare il libro dei conti e perlu-
strare il locale, il secondo di visitare le scuole e
Da molte parti viene fatta richiesta della Let-
tera Pastorale dell'eminentissimo Cardinale Ali-
monda, Arcivescovo di Torino, intitolata : Il Vati-
cano . Il dottissimo Porporato dimostra in essa che
il Vaticano, dove oggidì risiede il Papa, è la casa
del padre, è la cattedra del maestro infallibile, è
la reggia del Vicario di Gesù Cristo , Re dei re ;
e quindi ogni buon cattolico deve amarlo, obbedirlo,
rispettarlo . Sua Eminenza nello svolgere i tre punti
del suo argomento espose tante e si belle cose che
la detta Pastorale riuscì un capo lavoro di apo-
logia cattolica, ed opportunissirna pei tempi in cui
viviamo . Perciò la sua lettura farà del bene non
solo ai fortunati fedeli dell'archidiocesi di Torino,
ma a tutti i cattolici italiani.Perlaqucosni
re raccomandiamo la diffusione specialmente ai
Sacerdoti nostri Cooperatori .
Si vende alla Libreria Salesiana di Torino al
prezzo di centesimi 80 la copia .
interrogarne i giovani, e l'ultimo scrivere da ste-
nografo le domande e le risposte .
Sventuratamente D . Bosco era uscito poco prima
in città . Furono tosto spediti varii giovani a cer-
carlo, tra cui Giuseppe Buzzetti ; ma inutilmente .
Egli doveva recarsi in quel mattino in una casa
di benefattori ad ora statagli fissata ; ma il caso
volle , o per meglio dire la divina Provvidenza
dispose che cammin facendo sbagliasse la strada ,
onde accortosi che non vi sarebbe più giunto al-
l' ora indicata volse indietro i passi, e rientrava
nell'Oratorio, quando appunto vi era atteso siccome
angelo liberatore .
Ma in quel frattempo era già succeduta tra noi
una scena ben dolorosa . Non essendovi D . Bosco,
i tre perquisitori si presentarono al sig . D . Vit-
torio Alasonatti, che in qualità di prefetto ne fa-
ceva le veci . Annunziatisi per quelli che erano ed
esposto lo scopo della loro visita, il sig . Masnardi
gli dice pel primo
- Ci mostri anzitutto il libro dei conti .
- Ecco , disse il buon Sacerdote, questo è il
libro mastro, che porta il nome, cognome, pater-
STORIA DELL' ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
nità e patria di ciascun allievo ; questo è il me-
moriale delle spese giornaliere ; e in quest' altro
sono notate le condizioni di accettazione .
Parte seconda .
Quei signori prendono in mano quei registri ,
sfogliano qua e colà, e dopo alcuni minuti il segre-
CAPO XII .
tario dice
- Ma di questa contabilità se ne capisce nulla .
Seconda perquisizione - Scena dolorosa - Rimpro-
veri di D . Bosco ai perquisitori - Perlustrazione
della casa - Visita alle scuole - Subdole di-
mande e franche risposte - Il sequestro dei qua-
derni - La questura di Torino e le persone di
servizio - La politica e le ricchezze di Don
- Se non capiscono io non so che farci, rispose
D . Alasonatti . Se vogliono aver pazienza io spie-
gherò loro ogni cosa .
- Sì , vogliamo sapere tutto , e in poche pa-
role . Ci dica primieramente quanti giovani sono
ricoverati in questa casa .
- I giovani esterni che frequentano l'Oratorio
Bosco - Giudizii di Urbano Rattazzi - Esposi- sono oltre a 700, e gli interni ammontano a 300,
zione e supplica di D . Bosco a due Ministri .
divisì in due categorie, di studenti e di artigiani .
- Quanto pagano di pensione ?
Tante calunniose accuse avevano i nostri avver-
- La maggior parte essendo assolutamente po-
sarii accumulate sul nostro capo, che il Ministro veri ed abbandonati pagano nulla, anzi bisogna an-
dell'interno Luigi Farini per salvare lo Stato giu- cora calzarli e vestirli : gli altri pagano qualche
dicò necessario di far proseguire nell'Oratorio le poco, secondo la possibilità delle loro famiglie .
ricerche fiscali, onde trovato il filo della temuta - Che cosa è questo poco ?

1.8 Page 8

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- Dieci o dodici lire al mese, o qualche brenta
di vino all'anno, o un sacco di riso, o di meliga,
o di castagne e simili .
- Questo non basta certamente a mantenere
tanti giovani per tutto l' anno ; come dunque si
tien fronte alle spese 1
- Il Municipio di Torino dà annualmente 300
lire ; l' Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro lire
500 ; e la Mensa arcivescovile lire mille .
- Tutte queste elargizioni non fanno che la
somma di mille ed ottocento lire , e non possono
coprire le spese di vitto, di vestito e di manuten-
zione . Con quali altri mezzi si provvede adunque ?
- Finora a quello che mancava provvidero in
parte Don Bosco e sua madre colla vendita del
fatto loro , e in parte la carità di pie persone .
Oggimai si può dire che tutte le nostre risorse
siano nelle limosine dei benefattori .
- Chi sono questi benefattori ?
- Molti non li conosco, ed altri non amano che
li facciamo conoscere, e perciò non sono in grado
di soddisfare alla domanda .
-- Dove si tengono i danari ?
- Non abbiamo neppure la cassa ove tenerli ,
perchè non appena giunge qualche somma l'adope-
riamo tosto ad estinguere alcuno dei debiti sca-
duti o scadenti .
Queste coscienziose e veritiere risposte del nostre
buon prefetto non andarono a sangue ai tre perqui-
sitori.Costrindealorpdniseafto
in capo che D . Bosco possedesse gran quantità di da-
naro inviatogli dal Papa e dai principi spodestati, sotto
colore di provvedere ai bisogni dei giovani, ma in
realtà per arruolare soldati e promuovere la guerra
contro il Governo . Questa fissazione era alimen-
tata dai cattivi giornali . In quei medesimi giorni
erano stati anche perquisiti e di soprappiù ingiu-
stamente imprigionati alcuni Gesuiti residenti in
Torino ; onde la stampa settaria andava spacciando
ai 4 venti la falsa notizia che il fisco aveva sco-
perto presso di loro grandi tesori e documenti im-
portanti, che svelavano la esistenza di una vasta
congiura . Ora D . Bosco è in relazione coi Gesuiti,
andavano dicendo i nostri nemici ; dunque, conchiu--
devano , anche nel suo Istituto si deve trovare il
corpo del delitto . Imbevuti di questi pregiudizi i
tre perquisitori pretendevano ad ogni costo che
D . Alasonatti indicasse loro il tesoro ; onde il Ma
snardi con fiera voce e per incutergli timore gli
disse
- Lei c'inganna ; lei ha del danaro e ce lo vuol
nascondere ; lei è un Gesuita ; ma avrà da fare
con noi .
A questo villano trattamento quell'uomo di Dio,
che era sempre oppresso dalle occupazioni e già
poco bene in salute, si senti venir meno le forze .
- Ma io , signori , non vi faccio alcun male -
disse , e svenne . Questo inaspettato deliquio fece
vergognare quegli illustrissimi, che accortisi di
aver operato non già da onesti funzionarii, ma da
malandrini, cercarono di rimediare al mal fatto ,
sorreggendo lo svenuto e adagiandolo sopra una
sedia .
Il buon Dio mandava in quell' istante appunto
D . Bosco, il quale, entrato nella camera e -veduto
in quel deplorevole stato il suo caro e degno aiu-
tante, ne provò vivissima pena . Avvicinatosi gli
prese la mano e lo chiamò per nome . Il buon Ala-
sonatti alla parola di Don Bosco parve rinvenire
alquanto e con fioca voce rispose - D . Bosco
mi aiuti... - Non si affanni, gli soggiunse que-
sti ; ora ci sono io, e prendo la cura di ogni cosa
si faccia coraggio - Vim patior soggiunse sten-
tatamente il buon prefetto - Il vedo pur troppo,
che soffre violenza, continuò D . Bosco, e la com--
patisco di cuore ; ma si ricordi che regnum coe
lorum vim patitur et violenti rapiunt illud .
Dette queste parole di conforto al povero paziente,
D . Bosco si rivolse ai perquisitori e con animo giu-
stamente sdegnato Voi, disse, abusate del pro-
prio potere ; dovete essere giudici e vi fate car-
nefici . Questo procedere non vi meriterà né le
benedizioni di Dio, né la stima degli uomini ; ma
bensì nella storia una pagina infame . Siete qui in-
viati per cercare cose, che possano interessare le vi-
ste fiscali? Compite pure il vostro mandato, ma non
siate oppressori degli onesti cittadini nel pacifico
loro domicilio . Io muoverò protesta contro di voi
presso ai Ministri, presso alla stessa persona del Re,
e spero che non saranno insensibili ai miei reclami .
A queste energiche parole il Cav . Gatti, con este-
riore umile e cortese - Signor D . Bosco, rispose,
ci scusi, ma noi non siamo venuti qui per far male
ad alcuno : non abbiamo fatto altro che domandare
schiarimenti .
- Gli schiarimenti si domandino a chi può darli .
Superiore risponsabile di questo Istituto son io
a me demandate schiarimenti e non ai subalterni .
- Ci compatisca, presero a dire alla loro volta
il sig . Masnardi e il professor Petitti, e si persuada
che l'accaduto fu contro alla nostra intenzione - E
così ebbe fine l'incidente .
Intanto i perquisitori fatti passare nella camera
attigua esposero anche a D . Bosco come avevano
incarico di perlustrare la casa e visitare le scuole,
ma di fare ogni cosa in modo amichevole e cortese .
- Se avevate incarico di fare le cose in modo
amichevole e cortese , osservò D. Bosco, non oc-
correva che vi faceste accompagnare da una schiera
di poliziotti a spaventare i miei poveri giovani .
- Si assicuri, rispose il signor Masnardi, che
le guardie non torceranno un capello ad alcuno dei
suoi, e sono venute per semplice comparsa .
- Le guardie di pubblica sicurezza, i soldati e
i carabinieri , replicò D . Bosco, fanno le semplici
comparse in piazza d'arme ; ma nelle case dei pri-
vati sogliono comparire per arrestare i malfattori .
Mi pare impossìbile che uomini di senno e costitu-
zionali quali devono essere i signori Ministri, senza
alcuna prova possano ritenere che in questo Ospizio
vi siano dei malfattori , mettendo sotto de' piedi
gli articoli dello Statuto, che guarentiscono la in-
violabilità del domicilio e la immunità delle persone .
Questo franco parlare sconcertò alquanto il
triumvirato perquisitore, il quale diede tosto a di-
vedere che faceva molte cose di suo arbitrio ; im-
perocchè dopo le osservazioni di D . Bosco le guardie
dileguaronsi dalla nostra abitazione l'una dopo l'al-
tra, e si andarono a postare nei campi deserti, che
in quel tempo circondavano l'Oratorio .

1.9 Page 9

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La conversazione di D . Bosco con quei signori
sì protrasse per oltre ad una mezz'ora, e gli in-
quisitori si ebbero da lui tutte quelle informazioni,
le quali potevano convincerli che dal nostro Istituto
il Governo non aveva nulla a temere ; ma non ne
fu nulla . Lusingandosi di trovarvi almeno qualche
piccola cosa, che porgesse loro il destro di peter-
sene lodare presso i loro padroni, coloro domanda-
rono di visitare le scuole, e D . Bosco li soddisfece .
Li volle accompagnare lo stesso D . Alasonatti .
Qui è bene di notare che il Cav . Gatti, il quale di-
cevasi incaricato in modo speciale di visitar le scuole,
sapeva poco di latino e di greco, perché era stato
semplice professore di storia e di geografia al
Collegio Nazionale , ed allora aveva al mini-
stero di pubblica istruzione l' uffizio di ispettore
delle scuole elementari . Quindi egli limitavasi ad
interrogare gli allievi sopra la geografia e la storia,
e a muovere loro delle suggestive e subdole do-
mande . Il signor Masnardi seduto in capo dei ban-
chi faceva ai giovani vicini interrogazioni confi-
denziali ; e il professore Petitti ora prendeva nota,
ed ora esaminava i quaderni di bella e di brutta
copia . Pareva che loro intento fosse di strappare
dalla bocca degli scolari qualche risposta, o di tro-
vare scritta qualche parola , la quale potesse in-
terpretarsi contraria al Re o alle libere istituzioni
per farne poscia accusa a D . Bosco, come se ci fa-
cesse impartire una istruzione dannosa o pericolosa
allo Stato . Daremo qui un piccolo saggio delle
fatte interrogazioni .
Nella 1a classe ginnasiale , dove insegnava il
Chierico Celestino Durando, il Cav . Gatti interro-
gando sulla geografia e sui confini d'Italia fece ad
un allievo queste dimande
- In quante specie si divide il Governo mo-
narchico ?
- In due ; in Governo monarchico assoluto e
in Governo monarchico temperato o costituzionale .
- Qual è il migliore di questi due Governi?
Il povero fanciullo udendo a farsi una domanda
così superiore alle sue forze non sapeva che ri-
spondere . Se ne avvide il Gatti, e come se bra-
masse udire una espressione contraria al Governo
costituzionale, che vige tra noi, gli fece questa in-
sinuazione
- Non ti pare che sia migliore il Governo as-
soluto , nel quale il Re fa tutto da sè , e quello
che gli pare e piace?
A queste suggestioni il professore Durando si
credette in dovere di osservare al Gatti che
quelle non erano domande da fare a giovanetti di
prima ginnasiale - Come può pretendere da un fan-
ciullo, gli disse, un'adequata risposta ad un quesito,
che darebbe da pensare seriamente ad una persona
attempata e profonda in politica ?
Ma lo scolaro come se avesse ricevuto l'imbec-
cata da un angelo rispose
- M i pare che qualunque forma di Governo sia
buona, quando coloro che comandano sono brava
gente .
Questa risposta così bene appropriata fece restare
il Gatti e i suoi colleghi con un palmo di naso ,
e fu per molti giorni il tema delle nostre conver-
sazioni .
Le int errogazioni più ingannatrici furono fatte
nella 4a e 5a ginnasiale, dove insegnava il Chierico
Giovanni Battista Francesia . Qui un allievo di 5a
fu interrogato e rispose cosi
- Hai studiato la storia romana ?
- Sì, signore ; ho studiato quella parte, che
secondo il programma scolastico sarà materia del-
l'esame finale .
- Sapresti dirmi da chi fu ucciso Giulio Cesare'?
- Giulio Cesare fu ucciso da Giunio Bruto e
da altri congiuratì .
- Bruto ha certamente fatto bene ad uccidere
quell' oppressore della libertà , quel tiranno del.
popolo ; che ne dici ?
- Dico invece che Bruto ha fatto male , per
chè un suddito non deve mai ribellarsi al suo So--
vrano, e tanto meno togliergli la vita .
- E quando un Sovrano fa male
- Se fa male sarà egli pure giudicato e punito
da Dio, ma i sudditi lo devono rispettare .
- Ma dimmi un poco : non si potrebbe fare un
colpo a Vittorio Emanuele, affinchè lasci in pace
i frati, le monache, i preti, i vescovi e il Papa ?
- Signor Cavaliere, disse a questo punto Don
Alasonatti , queste non sono domande da farsi a
giovani scolari ; questo non è un esame , ma un
tranello . - Per nulla commosso l' inquisitore
insistette, ed il giovanetto rispose
- No ; signore, non si può . Se un Re non fa
bene, a suo tempo ne renderà conto a Dio, ma i
sudditi non possono in coscienza fargli alcun male.
Essi devono piuttosto pregare il Signore che gli
usi misericordia, gli tocchi il cuore e lo converta,
e intanto avere pazienza .
- Se dobbiamo pregare Iddio che , li tocchì il
cuore e lo converta, dunque è segno che è cattivo ;
non è così?
- Ma io non ho detto che il Re sia cattivo
io ho parlato in generale e nulla più . - Dette que--
ste parole, lo scolaro tutto conturbato si pose a
piangere, e il Cav . Gatti gli domandò : -- Perchè
piangi ? - E l' allievo tra i singhiozzi, piango ,
disse, perchè lei mi dimanda cose, che non riguar-
dano la storia, e io temo di rispondere male .
- Sta quieto, conchiuse il Gatti ; tu mi hai ri
sposto bene - E forse con suo dispiacere, possiamo
asserire noi, l'esaminatore non poteva dire altri
menti .
Nella scuola medesima ad un allievo di 4a
ginnasiale il Cavaliere domandò :
- Conosci il Re?
- Non l' ho mai veduto , ma so che è nostro
Sovrano .
- Sovrano perverso, che perseguita i preti, i
frati e la Chiesa, non è vero?
- Queste cose non appartengono alla storia, ché
dobbiamo studiare , e perciò non so che cosa ri
sponderle .
-- Se non le hai studiate nella storia le avrai
udite da qualcheduno .
- Non le ho mai udite ; anzi la storia d'Italia
scritta da D . Bosco, che ci serve di testo, fa ono-
rata menzione di Vittorio Emanuele e de' suoi
antenati .
- Ma insomma , i persecutori della religione

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sono scellerati ; ma Vittorio Emanuele è un per- ogni cosa che porgesse lieve motivo a sospetto era
-secutore della religione ; dunque è un scellerato . manomessa e tolta di posto . Si portarono in refet-
- Lei, signore, conosce i fatti meglio di me, torio mentre vi si trovavano i giovani, esaminando
e potrà ragionare così ; ma io non ho mai detto che cosa mangiavano e interrogando questo e quel-
nè udito a dire nè da D . Bosco nè dal mio pro- l'altro, se non pativano di fame . Visitarono poscia
fessore che il Re sia uno scellerato . Questo so che la cucina, la cantina, le camere da letto, i labo-
tempo fa il Re essendo caduto malato D . Bosco torii, e per isbaglio o per troppo zelo aprirono fin
ordinò preghiere per la sua guarigione e pel bene anco i luoghi comuni . In cucina capovolsero le pen-
dell'anima sua, ed ho pregato anch'io .
tole , si fecero aprire gli armadií , e spinsero lo
- Ma tu mi rispondi cose, che qualcuno ti ha sguardo scrutatore sino nel vaso dell'olio e in un
suggerito .
sacco di riso . Anzi il Cav . Gatti, che dei tre ad-
- No , signore , ma rispondo quello,chemi
dimostravasi il più zelante, visto un mattone del
detta il cuore e secondo la verità . Niuno mi sug- pavimento collocato di fresco , venne tosto in so-
gerì cosa alcuna, perchè niuno certamente avrebbe spetto che sotto vi fosse stato nascosto il corpo
potuto immaginare che lei mi avrebbe fatte tali del delitto, e vi si fece sopra battendo col piede
domande .
ed ascoltando , se suonasse da vivo o da morto .
Nella 3 a ginnasiale, ove insegnava il Ch . Giovanni Nel luogo medesimo aperta una credenza ne scap-
Turchi, le dimande si raggirarono sulla geografia parono due topi , e D . Bosco si pose a ridere . -
d' Italia, e l'esaminatore parve soddisfatto delle Perchè ride, gli domandò il sig . Masnardi - Ve-
pronte e adeguate risposte date da un giovanetto ramente, rispose egli, dovrei piuttosto compiangere
per nome Francesco Iarak, figlio di un dotto ra- lo spreco di autorità e dignità che fate con si pue-
b ino d' Ivrea , stato istruito e battezzato alcun rili indagini ; ma rido , perchè spaventate i topi .
tempo prima col padre suo .
Scesi in cantina vi perlustrarono non solo gli an-
Ma gli allievi messi ad una vera tortura furono goli oscuri, ma anche le botti . Veduto un grosso
q uei di 2a ginnasiale, che avevano per maestro il tino , il sig . Masnardi domandò se fosse vuoto o
Chierico Secondo Pettiva, già chiamato agli eterni pieno - Disgraziatamente è vuoto, rispose Don
riposi . In questa scuola gli inquisitori riuscirono Bosco - Allora colui vi salì per guardare dentro,
a trovare di che gloriarsi . Vîsitando i quaderni mostrando di sospettare che fosse pieno di danaro
di bella copia degli allievi scopersero che il pro- o di armi, e fors' anche di congiurati, come il ca-
fessore aveva dettato per lavoro un brano di let- vallo dì Troja . Disgustati ed avviliti per non tro-
tera latina di Papa Pio IX, la quale aveva già vare quello che cercavano , i tre perlustranti si
veduta la luce nei pubblici fogli .
confortavano dicendo : - Fummo assicurati che
- Come ? domandò il Gatti, si dettano agli esiste in questa casa il corpo del delitto ; dunque
scolari le lettere del Papa?
cercando dovremo trovarlo - E io vi assicuro,
- Osservi , signor Cavaliere , che non è una suggiunse D . Bosco, che in questa casa non vi fu
lettera, ma solo un brano di lettera, ed è uno nè vi è corpo di delitto alcuno, epperciò voi non
squarcio di pura latinità, che pare estratto da un'o- lo troverete, lo cercaste ben anche sino al dì del
pera di Cicerone .
giudizio .
Il Cavaliere, che non sapeva guari di latino, Rimaneva ancora da ricercare nei dormitorii, e
osservò nè punto nè poco e replicò
vi furono condotti . Ivi tasteggiarono e rovesciarono
- Comunque sia, non sono questi gli autori da i sacconi ; ma i poverini non riuscirono che a tro-
proporre nelle scuole .
vare qualche pulce e a portarsela via loro malgrado .
- Io non ho punto proposto gli scritti del Papa Erano suonate le ore due pomeridiane, e i giovani,
ai miei allievi ; ne ho solamente dettate poche li- finita l'angosciosa loro ricreazione, si raccolsero gli
nee da tradursi per uno dei lavori così detti di artigiani nei laboratorii, gli studenti nelle rispet-
prova o dei posti . Per questi , soliti a darsi una tive scuole .
volta per settimana, scelgo generalmente temi iso- Allora i funzionarii cessarono la indecorosa loro
lati : mi venne tra mano questo brano, che mi parve occupazione, e ripigliarono l'esame degli scolari, pel
adattato alla capacità della mia classe, e lo dettai . quale mostravano maggior gusto.Aquelpnto
Credo di non aver con ciò violata alcuna legge D . Bosco li lasciò, e andò a prendere un boccone
scolastica .
di cibo, perchè era ancora a stomaco vuoto .
Queste ragioni non approdarono a nulla ; onde Per essere più liberi gli esaminatori si porta-
i tre perquisitori, giudicando di aver finalmente
rono nell' anticamera del prefetto , e fecero chia-
scoperto il filo della cercata congiura, vollero esa- mare a sè, ad uno ad uno, tutti gli allievi di se-
minare dal primo all' ultimo gli allievi di quella conda ginnasiale e più altri ancora, assoggettandoli a
scuola ; ma siccome i giovanetti dovevano recarsi tale tortura di domande, da disgradarne qualunque
a pranzo, così vennero consacrate a questa inqui- inquisizione . Ce ne porge una prova l'interrogatorio
sizione le ore pomeridiane .
seguente, fatto subire ad uno di quei poveri gio-
Era intanto mezzogiorno . Chierici, assistenti, capi vinetti .
d'arte, maestri e giovani andarono a pranzo, e i per- - Da chi vai a confessarti?
quisitori accompagnati da D . Bosco e da qualche gio- - Da D . Bosco .
vane adulto approfittarono di quel tempo, per re-
- E da molto tempo?
carsi in giro nella casa a caccia del corpo del - È due anni che sono in questa casa, e sono
fantastico delitto . Quindi non vi fu angolo, non sempre andato da lui .
nascondiglio, che non sia stato da loro visitato ;
Ci vai volentieri?

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2.1 Page 11

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- Ci vado molto volentieri .
- Che cosa ti dice di bello in confessione?
- Mi dà dei buoni consigli .
- Dimmene qualcuno ; desidero tanto di cono-
scerli .
- Ho udito a dire che le cose ascoltate in con-
fessione non va bene ripeterle al di fuori . Del re-
sto, se lei desidera aver dei buoni consigli, potrebbe
andarsi a confessare da D . Bosco, e sono sicuro
che gliene darebbe finchè ne vuole .
- Ora non ho tempo . Ma dimmi : non ti dice
che il Papa è un santo ?
- Dice che il Papa si chiama Santo Padre ; e
io credo benissimo che egli sia Santo , perchè è
molto buono ed è il Vicario di Gesù Cristo .
- Non ti dice che sono scellerati coloro, i quali
gli hanno tolto una parte de' suoi Stati?
- Queste cose non appartengono alla confessione .
- Ma queste cose non sono peccati ?
Se sono peccati ci pensino i colpevoli, quando
vanno a confessarsi . Io non le ho fatte, e perciò
non sono tenute a confessarle .
Da ciò ognuno si faccia idea del resto . Il Cav .
Gatti insisteva pure nel domandare che cosa a-
veva aggiunto del proprio il professore prima o
dopo di aver dettato il suaccennato brano di let-
tera pontificia ; ma tutti asserirono la verità dì-
cendo che non vi aveva aggiunto niente .
O fosse per la stanchezza o per la convinzione di non
poter trovare il corpo del delitto, i perquisitori dopo
quasi 7 ore d'inutile fatica desistettero dall'igno-
bile impresa e giudicarono di andarsene . Sequestra-
rono tuttavia un pacco di quaderni tolti da cia-
scuna scuola per meglio esaminarli in uffizio
il Gatti vi uni una copia della Vita del giovane
Domenico Savio, trovata ad un allievo della prima
ginnasiale ; e D . Bosco per fare buona misura vi
aggiunse altresì le regole della casa , allora sol-
tanto manoscritte - In queste regole , diss' egli
nel consegnarle, i signori Ministri vedranno su quali
principii e massime morali si appoggi la educazione,
che io imparto ai miei giovanetti, e potranno per-
suadersi che questo Istituto lungi dal creare delle
noie al Governo coopera invece al benessere delle
famiglie e della società, col formare dei buoni fi-
gliuoli e dei savii cittadini . Voglio quindi sperare,
soggiunse , che lascieranno in pace me ed i miei
poveri giovani - Ma per la malignità di alcuni
indegni impìegati questa speranza andò fallita .
Infatti pochi giorni dopo, per incarico di chi non
si sa, il questore Chiapussi mandò chiamare a sè
varii uomini, che sapeva essere stati all'Oratorio,
alcuni dei quali vi erano tuttora in qualità di capi
di laboratorio o di servi, ed altri trovavansi già
impiegati in città . Avutili in questura fece loro
parecchie domande allo scopo di conoscere quale
fosse la politica di D . Bosco, e se Pio IX gli man-
dava danaro per arruolare soldati ; ma niuno potè
affermare cosa, che compromettesse la nostra casa .
Fra gli interpellati vi fu un certo Domenico Goffi,
già capo dei nostri calzolai ed allora portinaio .
Costui era sui 40 anni , conosceva D . Bosco da
molto tempo, aveva le gambe storte, ma la lingua
sciolta . Sebbene non si fosse mai trovato dinanzi
alle pubbliche Autorità, tuttavia non si perdè di
animo, e col cuore alla mano e con franchezza ri-
spose
- Signor questore, lei mi dimanda qual sia la
politica di D . Bosco ; io la conosco da molti anni,
e le rispondo che la sua politica consiste nel pen-
sare a provvedere pagnotte a' suoi poveri giova-
netti .
- Ma non vi parla di andarvi ad arruolare tra
i soldati del Papa per fare la guerra al nostro Re ?
- A me una tal proposta non l' ha mai fetta
certamente , perchè sono zoppo e mi dovrebbero
portare ; ma nella mia qualità di portinaio tratto
con tutti i miei compagni e coi giovani più adulti
dell'Oratorio interni ed esterni, e posso assicurare
che non ho mai udito a dire da alcuno che Don
Bosco abbia fatto loro consimili parole . Ci parla
sovente di .combattere il diavolo, colle armi della
preghiera e colla frequenza ai Sacramenti, ma non
s'immischia mai nè di guerra nè di soldati di que-
sto mondo .
- Corre voce che Pio IX gli abbia mandato
una grossa somma di danaro ; e voi ne sapete
niente ?
- So che l'anno 1858 , quando D . Bosco fu a
Roma , Pio IX gli diede una somma di danaro ,
perchè facesse stare allegri una volta tutti i gio-
vani, che frequentano i tre Oratorii di Valdocco,
di Porta Nuova e di Vanchiglia ; ma non so e non
credo che in appresso gli abbia mandato tanto da-
naro , come lei mi dice . Se fosse così. non si ve-
drebbe D . Bosco ad uscire così sovente per andare
a chiedere la carità in Torino pei suoi orfanelli, e
non sarebbe così perseguitato dai creditori . S' im-
magini, signor questore, che di quando in quando
in portieria io assisto a scene , le quali mi fanno
propriamente compassione . Vengono i creditori, e
sapendo che nella tale ora egli deve uscire od en-
trare in casa lo aspettano, e poi chi domanda, chi
prega , chi grida , chi minaccia che vuole essere
pagato . Il povero uomo promette che soddisferà
tutti, che non farà perdere un soldo ad alcuno, ma
che per ora abbiano pazienza, perchè ha nulla, pro-
prio nulla . Io stesso ho fatto il calzolaio e so che il
provveditore del corame talora non vuole più som-
ministrarne , perchè D.Boscnpuòagrlo
tempo e luogo . E può ella credere, signor questore,
che se D . Bosco avesse tanto danaro, come si dice,
non lo userebbe anzitutto per levarsi simili noie?
- E il danaro , che manda ai suoi fratelli , i
quali comprano cascine e fabbricano case e palazzi,
dove lo prende ?
- Questo non è vero, signor questore, perchè
D . Bosco non ha più nè padre nè madre, nè fra-
telli nè sorelle .
- Eppure mi fu detto che nelle vacanze con-
duce i suoi giovani in campagna a Castelnuovo
d'Asti ; in casa di chi li conduce?
- Li conduce in casa sua ; ma quella ben lungi
dall' essere un palazzo od una gran cascina, e sì
piccola, che i giovani possono a mala pena essere
riparati dalle intemperie della stagione, agglome-
rati nella stalla e sul fienile .
- Sarà come voi dite, ma non si può negare
che D . Bosco riceva del danaro . Sapreste voi dirmi
quali sono i principali suoi benefattori?

2.2 Page 12

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- Credo anch'io che D . Bosco abbia in Torino
dei benefattori che gli diano dei soccorsi, se no do-
vrebbe lasciar morire di fame più centinaia di po-
veri giovanetti, che ha da mantenere, o metterli
sopra una pubblica strada ; ma non saprei chi siano
i suoi benefattori . Confesso per altro che vorrei
che fossero benefattori di D . Bosco tutti i Torinesi,
compreso il signor questore e i questurini . Se pos-
sono, lo aiutino pure D . Bosco, e siano sicuri che
la loro carità sarà bene impiegata .
Tali parole dette con molta bonarietà da quel
servo di Dio fecero ridere tutti i presenti, ed una
guardia scherzando disse : - Porta il nome di Goffi,
m a parla da savio . -
Le riferite perquisizioni locali e personali torna-
rono a vuoto come la prima, perché tra noi niente
erasi fatto , niente erasi detto di quanto le male
lingue ci avevano accusato . Le risposte poi dei gio-
vani e dei servi, date a interrogazioni suggestive
e improvvise combinate ad inganno, furono trovate
da tutti così ben appropriate ed inappuntabili, che
parvero suggerite dagli angeli custodi . Anzi non
era fuori di proposito vedere in esse avverato quanto
disse il divin Salvatore nel Vangelo : - Quando
sarete dinanzi ai giudici ed ai magistrati pel
nome mio, tenete fisso in cuor vostro di non pre-
m editare quello, che abbiate a rispondere ; impe-
rocchè io darò a voi un parlare ed una sapienza,
cui non potranno resistere, nè contraddire tutti i
vostri nemici (1) . Queste riflessioni ci animavano
a ringraziare di cuore Iddio e a regolarci sempre
da buoni cristiani, ritenendo per certo che Egli ci
avrebbe continuate il suo possente aiuto .
Queste vessazioni erano per noi e massime per
D . Bosco e D . Alasonatti una vera tribolazione ;
ma per la bontà di Dio ci apportarono anche non
pochi vantaggi . Non ultimo di questi fu l' averci
guadagnata la simpatia di tutti gli uomini dabbene,
e di quelli eziandio , i quali non la sentivano con
noi in fatto di principii religiosi, ma che passavano
per gente onesta ed amante della verace libertà . I
giornali di buon conto prendevano le nostre difese, e
ci conciliavano stima ed affetto presso i vicini, e
presso i lontani ; e i nostri benefattori, presi da
compassione e da sensi di vera carità ci soccorre-
vano più volentieri per amore di Dio . Anzi alcuni de-
gli stessi Deputati non si peritavano di qualificare per
abusi di potere le molestie, che ci erano fatte, e
le chiamavano atto illegale ed impolitico ; illegale,
perchè contrario allo Statuto ; impolitico , perchè
praticato a danno di un Istituto, che dava pane, al-
loggio ed istruzione a più centinaia di fanciulli ab-
bandonati, molti dei quali senza un tale provvedi-
mento avrebbero dato dei gravi fastidii al Governo .
Fra gli altri Urbano Rattazzi , allora semplice
Deputato, mandò a chiamare D . Bosco, ed avutolo
in casa sua si fece raccontare per filo e per segno
tutto quanto avevano fatto e detto i perquisitori .
All'udire le scene avvenute si mostrò altamente
irritato e si offerse di muoverne interrogazione al
Ministero in Parlamento . Egli diceva : - Io non sono
un pretofilo, ma amo il bene da chiunque si faccia e a
qualunque partito egli appartenga . Il Ministero ,
(1) Luc . XXI
molestando o permettendo che i suoi subalterni ve-
dano a molestare simili Istituti si rende reo di lesa
filantropìa , e commette tale iniquità , che merita
di essere denunziata a tutte le nazioni civili - Don
Bosco ringraziò l' ex-ministro della sua buona in-
tenzione a nostro favore, ma non giudicò di per-
mettere che egli desse a quei fatti sì grande pub-
blicità nella Camera dei Deputati, amando meglio
di abbandonare la nostra causa nelle mani della
divina Provvidenza, e di appigliarsi a mezzi paci--
fici . A quest'uopo egli scrisse ed inviò al Ministro
degli interni Luigi Farini, e al Ministro della pub
blica istruzione, Terenzio Mamiani, una breve espo
sizione in forma di supplica, così concepita
ILLmo Sig Ministro,
« Prego rispettosamento V . S. Ill.ma a voler con
bontà leggere ciò che brevemente espongo riguar-
dante alla casa detta Oratorio di S. Francesco di
Sales in Valdocco . Sabato (9 corrente) per ordine
di questo Ministero fu fatta una perquisizione nelle
scuole, ne' dormitorii, negli apprestamenti di tavola,
sulle entrate ed uscite, sulle provenienze di mezzi,
con cui quest'opera di beneficenza è sostenuta . Io
non ho potuto sapere i motivi, che abbiano dato
luogo a tale misura governativa , ma se V . S .
volesse usarmi la grande bontà di dirmeli, l'assi-
curo che sarei pronto a soddisfarla francamente
secondo verità, senza disturbare più oltre le au-
torità governative, e senza recar danno forse irre-
parabile all'opera degli Oratorii . Frattanto la prego
umilmente a volersi persuadere che io
« 1 ° Sono in Torino da venti anni ed ho con-
sumato ogni momento di mia vita nel Ministero
Sacerdotale per le carceri, per gli ospedali, scor-
rendo talora le piazze, le contrade per togliere
dai pericoli i fanciulli abbandonati, ed avviarli alla
moralità, al lavoro, ed anche allo studio, secondo
la rispettiva capacità ed inclinazione .
« 2°Hosemprlavtcompireldv
di Sacerdote senza aver mai né percepito né chiesto
corrispettivo di sorta . Anzi ho impiegato , e lo
farei volentieri ancora oggi, tutte le mie sostanze
nella costruzione dell'attuale edifizio e nel sosten-
tamento de'giovani ivi accolti .
« 3° Sono sempre stato rigorosamente estraneo
alla politica ; non mi sono mai mischiato nè pro
nè contro alle vicende di attualità del giorno .
Anzi per impedire ogni principio di partito fu in
questa casa proibito parlar di politica in qualsiasi
senso . Quindi niuno di questa casa fu mai associato
ad alcun gìornale . Questo ho stimato di fare nella
persuasione che un Sacerdote possa sempre eser-
citare il pio ministero di verità verso il suo pros-
simo in qualsiasi tempo e luogo, e in mezzo a qua-
lunque specie di Governo . Ma mentre le assicuro
che fui sempre estraneo alla politica posso con
egual franchezza accertarla che non ho mai nè
detto, nè fatto, nè insinuato cosa, che fosse in op-
posizione alle leggi del Governo .
« 4° Le mie scuole non sono mai state appro-
vate legalmente, perchè scuole di beneficenza . Ma
i Provveditori , gli Ispettori ed i medesimi Mi-
nistri di pubblica istruzione ne erano informati ,

2.3 Page 13

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etdavano la loro tacita a pprovazione con visite
person ali, venendo ad assistere agli esami, come
fece ro più volte il Cav . Baricco, l'ispettore Nigra,
il C. av Aporti , ed altri . Approvarono pure tal-
volta con largizione di denaro e di libri, e talvolta
c.oladispenmrvale,dncholetr
Unisco soltanto copia di una di esse del Ministro
Lan za, con cui incorraggia l' opera degli Oratorii
e le scuole che ivi hanno luogo . Questo favore
del Ministro di pubblica istruzione era in parte
m otivato da due ordini del giorno, uno della Ca-
mera dei Senatori , l ' altro dei deputati , in cui
raccomandavasi al Governo de l Re di sostenere e
promuovere l' opera di cui è discorso . È vero che
la legge Casati sottomette l'insegnamento ad al-
cune formalità, le quali io aveva già iniziato con
quel Ministro, che fu ed è nostro insigne benefat-
to.reEalcsviertamnsguioprma
che fosse cominciato l'anno scolastico 1860-61, in
cui deve essere compiut a l'applicazione generale
della legge, art . 379 .
« 5 ° Da alcuni anni in qua venendo le officine
ristrette , ed essendo frequentissime le domande
di giovani da ricoverarsi, ho destinato un maggio r
numero di giovanetti allo studio . Ora ne ho un
buon numero che si guadagnano altrove il pane
della vita, chi in qualità di maestro approvato ,
chi colla musica, ed altri avendo percorso la car-
riera ecclesiastica lavorano in diversi paesi nel
Sacro Ministero .
«Se V . S . Ill.madopverltquanospr
stimasse di prendere qualche deliberazione in pro-
posito io non ho difficoltà di sottomettermi . Le fo
soltanto umile preghiera a volerlo fare privata-
mente come un padre , il quale desideri che le
opere si compiano nel miglior modo possibile ; ma
non con atti minacciosi, che a tali opere talvolta
recano un danno irreparabile .
« Ora che ho esposto quanto maggiormente mi
premeva raccomando in fine questi miei poveri
giovani alla sua clemenza ; e pregandola avoler
dare benigno compatimento al disturbo che le ho
recato sono contentodobigenptrlaue
dal Cielo, reputando ad alto onore di potermi pro-
fessare con pienezza di stima e di gratitudine
Di V . S . Ill.ma
Torino 12 Giugno 1860 .
Obbl.mo Servitore
Vedremo l' esito dell'affare nel capo seguente .
L'AMAZZONIA
1.
Stato presente della popolazione .
Il fondo della popolazione delle Amazzoni si com-
p one della razza indigena , pura o già modificata,
m a conservante, malgrado i suoi difetti, le qualità
del suo tipo . Docile, intelligente, pacifica, sobria,
capace di sopportare le maggiori privazioni e fa-
iche : tal è il carattere di questa razza, che sebbene
istruita ed educata molto imperfettamente, tuttavia
già sta quivi offrendo un elemento utile al lavoro
nazionale .
Emigra codesta popolazione cristiana ogni anno
durante la magra delle acque verso i fiumi più o
meno remoti , sulle cui sponde pianta le sue ba-
racche, come gli Arabi le loro tende, e di là si in-
terna ogni giorno nella foresta in cerca dell' ara-
bica gomma elastica o d'altri prodotti naturali .
Le borgate, i villaggi e i casali rimangono de-
serti, le piantagioni incolte e le case in abbandono,
servendo di covo alle serpi e ad altri animali .
In quelle erme solitudini di luoghi nessuna chiesa,
nessuna scuola, nessun mercato, nessun mezzo di
convivenza e perfezionamento sociale .
Il commerciante rigattiere, l'uomo europeo, fat-
tosi anche nomade per la cupidigia dell'oro, colà
si .reca in traccia di quella gente operaia, per rac-
cogliere il frutto del lavoro di lei, portarle i ge-
neri di prima necessità e perfino di lusso, e spesse
volte il veleno di una corruzione che ella felice-
mente ignorava .
Comprendesi facilmente quanto cotesta vita er
rante,codsilamentcodsatbi
influito e possa ancora influire nella decadenza mo--
rale e materiale delle popolazioni delle Amazzoni .
« L'esperienza c'insegna, diceva già a' suoi tempi
il mio venerabile predecessore D . Fra Gaetano Bran
daô, che noi sebbene istruiti nelle massime sante della
religione fin dalla piu tenera fanciullezza, fortifi-
cati con tanti aiuti dei sacramenti, lettura di buoni
libri, pratica di ministri ecclesiastici , esempio di
persone virtuose e altri sussidii, che la Provvi-
denza ha depositato nel seno di una società poli-
tìca e cristiana , proviamo tuttavia nello spirito
una sorprendente debolezza ; se a caso ci troviamo
in luoghi sprovvisti di codesti aiuti, e dove l'anima
scopre solamente oggetti capaci di abbrutirla, al-
lora è che a forza di strisciarsi sopra la terra le
idee si materializzano ; non v'è emulazione, nè ver-
gogna, nè timore, voglio dire gli stimoli ordinarii,
che risvegliano i pii nobili sentimenti del cuore
umano... ed ecco in breve tempo lo spirito più
robusto non solamente debole e accasciato, ma im-
merso totalmente nel fango dei piaceri sensuali . . . .
« Si ponderi ora lo stato compassionevole di co-
testi popoli cristiani nati e cresciuti nel fondo dei
boschi, in una distanza immensa dalla capitale, e
fipl nùoaqurt,cinae egh Giovan e dBosc a. uSac na po-
polazione ad un'altra, senza veder altro intorno a
sè che infrazioni della legge divina negli esempii
dei genitori, dei congiunti e vicini, principalmente
per quel che riguarda i due vizii dell'incontinenza
e della gola, vizii tanto geniali alla gente indiana,
che sembrano averle già soffocata ed estinta tutta
la libertà . . »
Fin qui l'egregio Prelato.
Per verità, grande lassezza di costumi, dissolu-
zione dei vincoli della famiglia, sono conseguenze
inevitabili di codesto vivere incerto e vagabondo,
di codesta mancanza di mezzi per sollevare e ri-
temprare lo spirito ; ed ecco precisamente ciò che
pone la massa della popolazione Amazzonica, mal-
grado l' eccellente sua indole , in una situazione

2.4 Page 14

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unica, anormale, inquietante, che sta alzando grida,
perchè se le venga in aiuto con un rimedio .
Signori, non può la civilizzazione esistere e svi-
lupparsi senza certi aiuti, che sono, per così dire,
i suoi fattori . Affezione al suolo ed alla proprietà, la-
vorazione sedentaria, una buona organizzazione della
famiglia e del lavoro, una casa con le sue tradi-
zioni venerande trasmesse dai padri ai figli, buona
amministrazione della giustizia, la religione colle
sublimi emozioni di sue feste, la campana che dif-
fonde per l' aria il suo inno armonioso nelle ore
del crepuscolo, il fonte sacrato, dove si ricevette il
battesimo, il tabernacolo che si aprì all'estasi mi-
stica della prima Comunione, l' altare che udì le
prime preci e più tardi il giuramento del primo
amore, il cimitero dove dormono le ceneri dei mag-
giori, la scuola dove irradiossi nel nostro intelletto
l'alba romorosa delle lettere, ecco altrettanti ele-
menti essenziali, la cui azione combinata dà, come
risultante, la civilizzazione di un popolo .
Trovansi codeste cose più o meno in tutto l'in-
terno del Brasile . Qui (nell' Amazzonia) tutto ci
manca ! Largamente disseminato per un' immensa
regione, dilungandosi sempre dagli antichi nuclei,
e con manifesta ripugnanza a formarne dei nuovi,
abbandonato a se stesso per quei desolati deserti,
senza nessun soccorso spirituale di qualsivoglia
sorta, in balia da ogni parte alle facilità e sedu-
zioni del male, che pur troppo sa andar là in cerca
di lui, trovasi il popolo delle Amazzoni, diciamolo
francamente, nell' impossibilità di progredire , di
incivilirsi, di migliorare e ingrandirsi, e rimarrà
in questo misero stato di decadenza interi secoli,
se, per avventura, non prendiamo a cuore di venire
in suo aiuto .
Decadenza sociale e ragioni della medesima .
È mestieri, per formarci un giusto concetto della
situazione morale di questa valle, tener molto in
conto codesto fenomeno della dispersione del po-
polo del e Amaz oni, già avanzata fin dal a seconda
metà del secolo passato, e continuata in progres-
sione crescente fino ai giorni nostri . Fatto singo-
lare, Signori, sopra il quale dovevano convergere
l'attenzione e lo sollecitudini degli uomini, che si
occupano tra noi delle cose pubbliche ! Quanto alla
popolazione rurale di tutto l'impero, essa ha pro-
gredito e prosperato dopo l'emancipazione politica,
all'ombra dei suoi molini da zuccaro, dei suoi po-
deri, delle sue fabbriche, delle sue tenute . Quanto
alle altre provincie, che hanno principio da' tempi
coloniali, almeno conservansi, se pure non sono di-
venute più fiorenti e più estese ; ed altre borgate
vanno sorgendo con liete speranze . Qui nella no-
stra valle pel contrario, fa più di un secolo a que-
sta parte, il popolo da proprietario è passato a pro-
letario ; e di tutte le popolazioni dell' interno, le
une vanno deperendo, le altre sono già quasi cadute
in rovina, altre sono completamento scomparse sotto
la foresta che le invase .
Solo nel Rio Negro v'è una decina di esse, delle
quali non rimane vestigio, tranne nella carta geo-
grafica della provincia .
Già D . Fra Gaetano Brandaô segnalava il fatto
in una rappresentanza diretta a S . M . la Regina
Donna Maria I, dicendo che « se non s'impediva
questo danno poteva profetizzarsi la rovina di tutte
le popolazioni di questo Stato . » Sul principio, gra-
zie ai provvidi ordinamenti regii, grazie al metodo
di catechizzare che allora fioriva, avvenivano fre-
quenti conversioni di gentili . Cercavasi allora di
concentrarli in determinati luoghi , e così si for-
mavano popolazioni, borgate e città importanti, con
chiese pulite , di buona costruzione, e alcune ben
ornate, con varie fabbriche e manifatture e lavo-
razione, che provvedeva a tutta la vallata . Ma dopo
la decadenza e morte del Catechismo la mancanza
di Sacerdoti nei centri parrocchiali , la pressione
dispotica delle autorità locali , gli eterni intrighi
della politica, e sopratutto i lucri abbaglianti delle
nuove droghe che offrivano, quasi senza lavoro, le
foreste bagnate da certi fiumi , per non parlare
della tendenza innata del carattere indiano per una
vita vaga , avventuriera e sciolta da ogni sogge-
zione, slogarono i centri di gravitazione delle so-
cietà Amazzonensi e cominciò quell' uscita delle
popolazioni verso i boschi più vicini ; da questi
verso altri piú remoti, e così di seguito fino alla
dispersione quasi totale, in cui ci troviamo .
Se continuerà il movimento, di qui a poco giun-
germoaquestosingolarerisultao ,di una pro-
vincia vasta e ricchissima con una sola città , la
capitale ! - vale a dire una testa senza corpo, o
meglio una gran testa bene ornata, sopra un corpo
informe, con membra del tutto atrofiche e parali-
tiche, in cui non circola nè può circolare il vigor
della vita .
Signori, per avventura vi sorprenderà l'affer-
mare che io fo, che in punto di organizzazione so-
ciale , la massa del popolo, la gente operaia, che
vive nelle Amazzoni (chè di essa soltanto voglio
parlare) trovasi presentemente in meno favorevoli
condizioni , che non fu sotto il dominio della
metropoli portoghese .
Perocchè non è già questa una esagerazione, ma
una verità e verità officialmente accertata .
Udite il primo presidente che ebbero le Amaz-
zoni (1), uomo competente e d' incontestabile pa-
triottismo . In una relazione sullo stato delle Amaz-
zoni egli così s'esprime
« Quando questa provincia era capitaneria, sotto
la direzione di abili governatori (e di zelanti mis-
sionarii, doveva aggiungere) la sua popolazione cre-
scente allo stesso tempo andava migliorando con
l'esempio dei coloni vicini del Portogallo, che, unen-
dosi per vincoli coniugali agli abitanti del paese ,
fecero apparire questa nuova e può dirsi bianca
razza mamelucca, che distinguevasi dalle orde selva-
tiche pel colore e per l' applicazione all' agricol-
tura ed alle arti febbrili, le cui eccellenti manifat-
ture attestavano lo stato di sua industria e civi-
lizzazione .
» Il cotone, l' indaco, il caffè, la manioca e il
tabacco ebbero cultura tale che bastava per l'uso
e consumo, e sopravvanzava per l' esportazione in
(1) L' Eccell . signor Gio . Battista Figuiereido Teireiro
Aranha .

2.5 Page 15

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grande quantità, e così le fabbriche d'indaco, di
cordami, di giunchi neri, di filatura e tessuti , e
reti di cotone, di pagliccio e penne, quelle di te-
gole e pietre, quelle di costruzione civile e navale
con abili artisti fecero apparire templi e palazzi,
e potenti navigli , e tutti i vantaggi che da così
interessanti fabbriche derivavano .
» Ora (1852) il caffè, la manioca, il cotone ap-
pena bastano pel consumo, e tutti gli altri generi
e lavori d'arte, per mancanza di coltura, dispar-
vero, e la popolazione divisa in bande, ogni anno
se ne va nelle grandi spiagge, con eccessi bacca-
nali, a fare la distruzione delle uova delle tarta-
rughe e la fabbricazione dello strutto, ovvero nei
boschi frammezzo ai più grandi rischi e priva-
zioni, ad estrarre i prodotti spontanei della terra,
e in ciò spendono gli indigeni e i lavoranti quasi
la metà dell'anno, e quanto guadagnano e distrug-
gono è tutto pei chiamati rigattieri, che in cam-
bio danno loro dell' acqua-vite ed un paio di cal-
zoni e una camicia di rigatino ordinario, essendo la
depravazione dei costumi tutto il guadagno che loro
tocca, oltre la perdita del tempo e del lavoro, che
per essere ben approfittato nell'agricoltura ed an-
che in queste estrazioni con regolarità potrebbe
produrre molti interessi . Perfino i pochi artisti
preferiscono starsene tutto l'anno in quelle orgie
che non nei lavori di officine e in opere utili, ed ecco la
ragione, per cui degli antichi templi e palazzi, delle
fabbriche ed officine, appena rimangono alcuni ru-
deri per tristi memorie . . . »
Tale è lo stato lamentevole, dice codesto Pre-
sidente, in cui trovai questa terra e gente, degna
al certo di miglior sorte .
MORTE DEL CARDINALE LUIGI BILIO.
Il 30 dello scorso gennaio, tra il compianto di
tutti i buoni, moriva in Roma l'eminentissimo Car-
dinale Luigi Bilio della Congregazione dei padri
Barnabiti , e nostro zelantissimo Cooperatore . La
sua morte fu un colpo sensibilissimo al cuore del
Santo Padre Leone XIII, che lo stimava ed amava
moltissimo, fu una sciagura per tutta la Chiesa
pei grandi servigi che le aveva resi e per quelli,
che ancora le rendeva colla sua alta dottrina ed ope-
rosissima vita .
L'eminentissimo Bilio portava pure ai Salesiani
un sincerissimo affetto, e per questo volle affidare
loro la direzione del suo Seminario di Magliano
Sabino , di cui era anche Vescovo . Sono innu-
merevoli le prove che ci diede di sua alta be-
nevolenza ; e quindi ragion vuole che gliene ser-
biamo profonda gratitudine . Ne raccomandiamo
pertanto l'anima alle preghiere dei Cooperatori e
delle Cooperatrici .
ELENCO
DI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1883,
501 Santoli D . Luigi Parr . - Malfolle .
502 Sartorio D . Antonio Maria Can . - S . Remo_
503 Sartorio Ave . Luigi - Oneglia .
504 Sartoris D . Evasio - Villafranca d' Asti .
505 Satta D . Francesco Ignazio Parr . - Nughedda..
Santa Vittoria .
506 Savona D . Francesco Can . - Ciminna .
507 Scalabrini Luisa ved . Leidi - Masiola.
508 Scalmana Modesta - Mura Savallo .
509 Scandolara D . Giuseppe Parr. - Contano
( Verona) .
510 Scappini Maria - Mezzanabigli.
511 Scavone D . Francesco -Agira.
512 Scelza D . Antonino - Caccamo .
513 Schioppo Teresa ved . Viviani - Torino .
514 Scorcioni D . Paolo Rett . - Faeto (Modena) .
515 Segatti D . Luigi Parr . S. Giac . - Udine .
516 Selva Elisabetta - Cortabbio .
517 Serpini D . Francesco Can . Arcip . - Massa
(Massa e Carrara) .
518 Serra D . Antonio Rett . -- Guspini .
519 Serra Mons . Giovanni Can . - Pergola .
520 Sicher D . Valentino - Cavedine (Tirolo) .
521 Signorini Sante - Scacciano .
522 Silvestri D . Giuseppe - Tovo Sant' Agata .
523 Sironi Adelaide - S. Marcellino d' Imbersago_
524 Sobrero Teresa - Luserna .
525 Sola Maria - Ruffia.
526 Solaro Della Margherita Contessa Carolina
l'orino .
527 Soleri Bianca - Torino .
528 Sopranzi Rosalinda - Milano .
530 Sorregntti D . Luigi Ru-r . - S. Niccolò a Po.
531 Sottriffer Cristiano - Firenze.
532 Spera Michele - Villalba .
533 Sperati D . Adamo Parr . - Cavaria .
534 Spini D . Agostino Rett . - Ripalta Vecchia_
535 Stancampiano D . Giuseppe - S. Angelo di
Brolo .
536 Sticca Carolina - Torino .
537 Stoppani D . Francesco Coad . - Sillavengo .
538 Storti D . Carlo R e v . Parr. -. Bascapè.
539 Stralanchi D . Rinaldo - Siena .
540 Strosio Alons . Andrea - Rovereto (Tirolo)_
541 Tabaretti D . Angelo - Sarnano .
542 Tacci D . Gaetano Can . - Firenze .
543 Tagliaretti D . Paolo - Milano.
544 Taroni D . Amabile - Piazzi .
545 Taulaigo D . Clemente - Venaria Reale_
546 Taviani D . Giovanni Parr . - Firenze .
547 Teloni Mons . Giammaria - Firenze .
518 Testa Mons . Antonio Vescovo - Segni .
549 Testolin D . Francesco - Terrazza Pado-
vana .
550 Tocco Suor Filomena Badessa - Tropea .
551 Tofoni D . Pellegrino Can . -- Fermo .

2.6 Page 16

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552 Tognacca D . Giuseppe - Mandello Vitta .
611 Zocca Chierigati Felicita - Fiesso Umbertiano,
553 Tomadini Mons . Giacomo - Cividale .
612 Zorio D . Giov . Batt . Prev . -- Valle S. Ni-
554 Toraldo Giuseppa ved . Tocco - Tropea .
555 Torresani Angela - Crespano Veneto .
colao .
613 Zozzoli Ch . Giovanni - Garbana .
550 Torresani D . Bartolomeo - Vermiglio (Ti- 614 Babini D . Carlo Parr . - Faenza
rolo) .
615 Manara Apollonia - Trisobbio (Acqui)
557 Tosi Lorenzo - Rimini .
558 Tovena D . Giac . Rett . - Carrara S. Giorgio .
559 Trinchieri Monica n . Alvigini - Tortona .
560 Trivero Michole - Saluggia .
561 Trussi Teresa - Mezzanabigli .
562 Tua D . Antonio Cara . - Biella .
563 Turbiglio Catterina - Cuneo .
564 Ugolini Giacoma - Marano di Valpolicella .
565 Ulla Teresa - V ar e ngo .
566 Usai D . Vincenzo - Villacidro .
567 Usuelli D . Giovanni Prev . a S. Maria Inco-
OPERE PUBBLICATE NEL MESE DI FEBBRAIO
dalla TIPOGRAFIA SALESIANA di Torino
ronata - Milano .
568 Vaccari D . Angelo - Fellett e .
509 Vagnone Contessa Teresa n. Capriglio - Torino.
570 Valfrè Cantù Antonia - Carmagnola .
571 Vallega Battistina ved . - Alassio .
572 Vallau Adelaide - Manicugo .
573 Valsecchi D . Carlo Parr . - Baggio (Milano)
ALIMONDA (Em° Card . Arcivescovo di Torino) . Il
Vaticano . Lettera Pastorale per la Quaresima del
1884 . - In-8° gr . di pagine 60 ; edizione elze-
viriana
SCOTTON (Mons . Andrea) . Saggio di Discorsi Sacri -
Due vol . in-16° gr. di pag . 280 ciascuno » 4 -
574 Valsesia Teresa - Borgomanero .
575 Valverti D . Costanzo Parr . - Sonico .
576 Vangucci D . Torello Parr . - Piazzanese .
577 Vanone D . Luigi Par;- . - Villafora .
578 Vanzetti D . Antonio Parr . - Rovigo .
LETTURE CATTOLICHE
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gioventà - Vol . 2° Morale : in-32° di pag . 200
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579 Vassallo Giovanni - Torino .
580 Vecchi Angela - Rovescala .
581 Vedoni D . Domenico Arcip . - Bessica .
582 Vella D . Michelangelo Cara . - Palermo .
583 Venere Marianna - Bolsena .
584 Vercesi Cantù Rachele - Tortona .
585 Verdi D . Evaristo Arcip . - Fossalta .
586 Verdoia D . Giov . Batt . Prev . Vic . For . -
Salussola .
587 Verzeri Mons . Gerolamo Vesc . - Brescia .
588 Vespasiani Eromia - Mezzanabigli .
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di Gesù Cristo raccolta dai più accreditati autori ;
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SECCO (P. Luciano) . Le Vicende di S . Giuseppe Sposo
di Maria Vergine . Dràmma sacro - 1584 ; un
volume di pag. 80
. » 0 20
SCHMID (Can . Cristoforo) . Teofilo ossia il Giovane ro-
mito ; ameno racconto - 1884 ; Edizione 3a,un
volume di pag . 112
» A 20
589 Vianello Dott . D . Marco Arcip. Vic. For.
- Azzano Decimo .
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590 Vignazia D . Pietro Prev . Vic . For . - Bioglio . ,
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591 Villa Marta - Torino .
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592 Villanis Amata n . Costa - Aosta .
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593 Visconti D . Giuseppe - Chieri .
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594 Visconti D . Rosario Parr . - Calvanico .
595 Visentini Antonio - Ipplis .
DANTE (Alighieri) . La Divina Commedia - 1884 ; ediz . 6° ;
3 volumi (4-6)
» 2-
596 Volcan Giov . Sindaco - Cavalese (Tirolo) . OMERO. Iliade . Poema epico tradotto da V . Monti -
597 Zadra D . Francesco Capp. Cur. - Fonzaso .
1884 ; Ldiz . 3' ; 2 vol . (63-4) . . . » 1 25
598 Zadra D . Francesco - Cis (Tirolo) .
599 Zambernardi D . Luigi Rett . - S. Michelino
de' Gatti .
SEGNERI (P. Paolo) . L'incredulo senza scusa, con pre-
faziona e note di Giuseppe Allievo - 1884 ;
Edia . 2a, 3 volumi (91-3) . .
. .a2-
2î00 Zampedri D . Giov . Felice - Susà (Tirolo) .
601 Zanderigo Mons . Agostino Arcip . - Este .
602 Zanna Giorgio - S . Giusto Canavese .
603 Zanotti Maria - Sequals.
604 Zanotti D . Tommaso Arcip . - Corezzo .
605 Zappata Mons . Giuseppe Vic . Gen . - Torino .
906 Zappelli Ch . Giuseppe - Pavia .
607 Zara D . Carlo - Perora .
608 Zenone D. Angelo Parr. - Burzana.
609 Zenti D . Ignazio - Verona .
610 Zmiglio D. Gius. Giorgio - Casal Monfer-
rato .
SELECTA EX LATINIS SCRIPTORIBUS .
CAESARIS (C . Julii) Commentariorum de Bello Civili . Li-
ber I et Il - 1884 ; edit . altera (III) . » 0 30
-- Commentariorum de Bello Gallico Liber primus et
secundus - 1884 ; edit . sexta (IV) » 0 20
CICERONIS (M . Tullii) Epistolarum selectarum Liber pri-
mas - 1884 ; edit . tertia (VI) . . , » 1 21i
D' imminente pubblicazione .
LUCRETII (T . Cari) De rerum natura ; curavit , iterum
aduotatioaibus auxit Joannes Baccius - 1884,
editio altera - pag . 96 (XXVi.II) . . » 0 50