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ANNO VII . N . 6 .
Esce una volta al mese .
GIUGNO 1883.
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell'Oratorio - Via Cottolengo, N . 32, TORINO ;
SOMMARIO - La festa del 5 Giugno nel Santuario di
Maria Ausiliatrice in Torino - La divozione a Maria
SS . Ausiliatrice - Grazie ottenute per intercessione
di Maria Ausiliatrice - D . Bosco in Francia - Un
modello ai secolari nell'esercizio della carità - Edu-
catorio sulla riviera - Una pia proposta in onore del
Sacro Cuore di Gesù - Il Conte D . Carlo Cays di Gi-
letta - Saggio nell' asilo infantile del Nichelino -
Storia dell' Oratorio di S . Francesco di Sales - Un
marinaio a D . Bosco e i Salesiani di Payssandù - Ac-
cademia in onore di S . Tommaso d' Aquino nell'Ora-
torio di S . Francesco di Sales - Discorso di Victor
Ugo sulla necessità dell'insegnamento religioso - Av-
viso ai Cooperatori .
LA FESTA DEL 5 GIUGNO
nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino .
Pel desiderio che il presente Bollettino
giunga nelle mani dei Cooperatori e delle
Cooperatrici prima della festa di Maria
Ausiliatrice, ci riserbiamo di dare nel
prossimo numero la relazione della So-
lennità, che, come abbiamo già annunziato,
sarà celebrata il 5 del corrente Giugno .
Per ora notiamo solo che la festa sarà
onorata dalla presenza di molti forestieri,
specialmente Francesi , stati favoriti da
Maria Ausiliatrice di grazie anche straor-
dinarie, e rallegrata., mattino e sera, da
scelta musica, eseguita da 200 e più gio-
vanetti dell' Oratorio Salesiano e dai più
rinomati professori di canto della città di
Torino .
Se il tempo ci sarà pur esso propizio,
nutriamo viva fiducia che la Solennità riu-
scirà non meno splendida che gli altri
anni, grande il bene delle anime, ma-
gnifiche le lodi a Gesù Cristo e alla di-
vina sua Madre .
Facciano nuovamente appello ai nostri
Cooperatori e alle nostre Cooperatrici che
vogliano unirsi con noi per segnalare quel
faustissimo giorno con ispeciali pratiche di
pietà, ed onorare la Regina del Cielo con
un cuore pieno di divozione , di ricono-
scenza e di amore .
LA DIVOZIONE
A MARIA SS . AUSILIATRICE.
Da tre anni più non cadeva nè pioggia
nè rugiada sulla terra d'Israele . Ogni filo
d'erba, ogni virgulto e pianta era intiera-
mente bruciata dai roventi raggi del sole ;
la campagna presentava l'aspetto di un vasto
deserto . Era questo un giusto castigo contro
del popolo, che, trascinato dal cattivo esem-
pio del re Acabbo e della regina Gezabele,

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aveva abbandonato il culto del vero Dio per
adorare le divinità false e bugiarde .
Un flagello così grande e cosi prolungato
fece finalmente aprire gli occhi ai peccatori,
che, rientrati in se stessi, cercarono di ri-
conciliarsi col Cielo . Fu allora che il pro-
feta Elia a nome di Dio si presentò ad A-
cabbo, promettendo pioggia in abbondanza
ed ogni bene, se egli e il suo popolo ritor-
navano ad amare e servire il Signore, rove-
sciando gli altari de' falsi Dei . Accettata la
proposta, Elia sale sull'alta cima del monte
Carmelo, e prega il Signore che apra le
cateratte del cielo, e versi la benefica pioggia
sull'arida e desolata terra d' Israello . Ed
ecco farsi poco dopo vedere dalla parte del
mare una leggiera nuvoletta, che alzandosi
gradatamente , e distendendosi ad ogni
istante, in breve ora viene a coprire tutto
il firmamento . Comincia a cadere acqua
dirotta ; ne beve la terra assetata, se ne riem-
piono i ruscelli , i fiumi e le fonti . Dopo
alcuni giorni tutta la campagna rifiorisce
di vita novella, per dare a tempo opportuno
una raccolta abbondante (1) .
Alla nuvoletta veduta dal profeta Elia è
giustamente paragonata in questi ultimi
tempi la divozione a Maria SS . Ausiliatrice .
Di fatto, non sono che pochi anni, dacché
in Torino fu dedicata una Chiesa all'augusta
Madre del Salvatore, sotto il titolo di Aiuto
dei Cristiani, e che incominciossi ad ono-
rarvela e farvi ricorso invocandola con que-
sto bel nome , eppure in sì breve tempo
questa divozione si è già così divulgata, che
ormai può dirsi universale ; universale per
riguardo alle classi di persone, che la pro-
fessano ; universale pei luoghi , in cui è
professata . A Maria Ausiliatrice, venerata
in modo speciale nel suo Santuario di To-
rino, si ricorre da ogni condizion di per-
sone, dai grandi e dai piccoli, dai ricchi
e dai poveri, dai sani e soprattutto dai
malati e dagli afflitti ; s'invoca dagli in-
dividui , dalle famiglie , dalle comunità ,
dalle parochie, dalle intere città ; Maria
Ausiliatrice s'invoca in Italia, in Fran-
cia, nella Germania, nel Belgio, nella Spa-
gna ; s'invoca nell'antico e nel nuovo mondo,
nell'America del Nord e in quella del Sud,
e nelle più remote parti della terra . Giorno
poi non trascorre senza che arrivino o di-
voti, o lettere o suppliche per domandare
grazie, o sciogliere voti ed inni di ringra-
ziamento nel detto Santuario, come al trono
della celeste e misericordiosa Regina .
(i) III Reg . xviii .
Questa divozione, vale a dire questo amore,
questa fiducia, quiestotraspoeic
a Maria Auxilium Christianorum va cre-
scendo ancora ogni giorno, e porge motivo
a pronunziare che come la nuvoletta del Car-
melo ella si diffonderà per tutto il popolo
cristiano, facendo piovere dal Cielo ognor
più copiose ed elette benedizioni temporali
ed eterne . Ad aprire il cuore a si lieta spe-
ranza ci muovono le grazie di ogni genere
anche strepitose, che Iddio comparte a co-
loro, che invocano Maria col titolo di Ausilia-
trice, quasi che Egli voglia con ciò dimostrare
tornargli questa divozione graditissima ; gra-
zie cosi numerose, che di loro relazioni si
potrebbero formare dei grossi volumi . Nè di
loro veracità si può ragionevolmente dubita-
re, sia perchè di loro narrazione si hanno i
manoscritti originali, sia perché i testimoni
le accompagnano quasi sempre con limo-
sine a decoro della Chiesa e al caritatevole
mantenimento dei poveri giovanetti, che
sono raccolti ed educati presso il Santuario,
come sotto il manto della Madre Celeste,
sia ancora perchè coll'offerta materiale va
congiunta la preghiera, la Confessione e la
Comunione, e spesso il pellegrinaggio di
coloro, che furono beneficati . Ora ognuno
sa che specialmente a questi tempi una per-
sona non s'induce a fare cotali sacrifizi,
se non per un forte motivo, che nel caso
nostro altro non può essere fuorchè la per-
suasione e la esperienza di essere stati fa-
voriti da Dio ad intercessione di Maria,
nella quale avevano posta la loro fiducia .
Si aggiunga ancora che le relazioni di gra-
zie ricevute, quantunque innumerevoli, non
possono tuttavia dare un'adeguata e compiuta
idea del quanto Maria Ausiliatrice si mostri
propizia ai suoi divoti ; imperocchè la mag-
gior parte dei favori, che la pietosa Ver-
gine concede a chi ne la prega, non è ma-
nifesta, ora perchè chi li riceve non sa
scriverli o non può recarsi personalmente
al Santuario per riferirli, ora perchè sono
grazie spirituali, e talvolta eziandio perchè
non si ha piacere di far conoscere certi
mali e tribolazioni, da cui si fu liberati,
per essere segreti di famiglia e via dicendo .
E ragionevole adunque il dire che a guisa
della nuvoletta del Carmelo questa divozione
spande fin d'ora sulla terra una prodigiosa
pioggia di benedizioni, le quali la faranno
amare e dilatare vie maggiormente . E così,
mentre solleverà dai mali di spirito e di
corpo i Cristiani afflitti e tribolati, farà pur
fiorire in mezzo di loro le virtù più belle,
e produrrà ubertosi frutti di eterna vita .

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Quale saggio di quanto sia. ormai distesa
la divozione a Maria Ausiliatrice, in prova
-della bontà e della premura, con cui questa
Madre del bell' amore e della santa spe-
ranza soccorre chi la invoca sotto il titolo
di Aiuto dei Cristiani, e ad eccitare i fe-
deli a riporre in Lei la loro fiducia, noi
-negli anni passati e pur nel presente siamo
venuti pubblicando a parte una serie di
grazie, di cui ci era fatta relazione, e di
tratto in tratto ne ornammo eziandio le
colonne del Bollettino . Allo stesso fine altre
ne produciamo più sotto, riferiteci solo po-
c ' anzi e dalla Italia e dalla Francia .
Servano esse a preparare vie meglio le
anime nostre a celebrare divotamente la
festa di Maria Ausiliatrice il 5 del corrente
mese, come fu già annunziato nel numero
precedente ; ci sieno di forte stimolo a fare
pronto ricorso a questa celeste Benefattrice,
quando ci troviamo afflitti da corporali o da
spirituali malanni ; e ci facciano animo a
raccoglierci sotto il manto di sì amorosa
Madre e di sì alta Protettrice, afinchè,
dopo aver provato i dolci effetti del suo
possente aiuto nelle battaglie della vita, pos-
siamo, come ne fa pregare la santa Chiesa,
esperimentarli più efficacemente in morte,
col riportare una com piuta vittoria contro
i nemici dell'anima nostra, ed entrare trion-
fanti nell'eterna gloria : Ut tali praesidio
certantes in vita, victoriam de hoste ma-
ligno consequi valeamus in morte .
GRAZIE OTTENUTE
PER INTERCESSIONE Dl MARIA AUSILIATRICE .
Ecco due grazie stateci solo ultimamente riferite,
una corporale e l'altra spirituale .
Un padre così ci scriveva da Giustenice, presso
Savona il 14 aprile .
Con mio sommo piacere notifico alla S . V . una
grazia segnalatissima , ottenuta da Maria Ausi-
liatrice . Aveva una mia figliuolina di 8 anni tor-
mentata dal terribile male del tétano (1) . I medici
dopo aver tentato ogni rimedio senza verun pro-
fitto me la diedero per ispedita . Intanto la poverina
se ne stava nel suo lettuccio tutta immobile ,
fredda come un cadavere, senza poter inghiottire
cibo di sorta, e con tutto il corpo così incurvato,
che moveva a pietà chiunque la vedeva . La sua
testa poi grondava sudore continuamente per gli
atrocissimi spasimi che soffriva . Io e sua nonna le
stavamo accanto notte e giorno, dolentissimi di
vederla soffrire cotanto senza poterle recare il
(1) Il tétano è una malattia caratterizzata dalla convul-
sione permanente di uno o più muscoli, accompagnata
da tensione e da dolori, che la rendono quasi sempre
mortale,
minimo sollievo . Ma ecco che un giorno mi balenò
un lampo di speranza . Mi risovvenni che la Ver-
gine Santissima già altre volte aveva ridonata la
sanità ai suoi divoli, e che se a Dio fosse piaciuto
poteva ridonarla anche alla povera mia figliuolina .
Mi raccomandai caldamente a Maria Ausiliatrice,
che volesse avere pietà della mia cara bimba, o
promisi di mandare costì una limosina per fare
celebrare una Messa in ringraziamento al suo al-
tare nel giorno di sua festa . Fatta questa preghiera
e questa promessa, la mia cara figliuolina comin-
ciò a migliorare , e dopo pochi giorni era piena-
mente ristabilita, ed ora è più robusta di prima .
Rendo adunque vive grazie alla SS . Vergine Au-
siliatrice, e mando la qui unita limosina in adem-
pimento della mia . promessa .
PIETRO RICCI .
La lettera seguente, tradotta dal francese, ri-
ferisce la grazia di una conversione inaspettata .
Revmo Signore,
Rueil, 11 aprile 1883 .
La novena , che la S . V, si è compiaciuta di
propormi il 23 marzo, in risposta alla mia dimanda
di preghiere, era appena incominciata, quando una
delle povere anime, per le quali noi invocavamo
il Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice , ri-
tornava a Dio e domandava un Sacerdote , nel
momento istesso, in cui ogni speranza di sì grande
mutamento pareva dileguata . Era 13 anni che il
convertito, che ne conta 30 di vita, più non fre-
quentava la Chiesa, e tutto, famiglia e circostanze,
parevano rendere impossibile il suo ritorno a Dio .
Ciò non di meno questo è avvenuto in condizioni
eccellenti .
Io non so come esprimere la mia riconoscenza
e i miei ringraziamenti Questa vittoria così im-
prevista accresce la mia speranza, la mia fiducia
di ottenere altre conversioni non meno desiderate,
e la grazia di condurre a buon termine la educa-
zione de'miei due piccoli orfanelli .
EUGENIA PICARD .
D. BOSCO IN FRANCIA .
Da qualche settimana i giornali di Francia e
d'Italia sono pieni di notizie di D . Bosco, nostro
venerato Superiore ed amatissimo Padre . Dopo la
visita fatta agli Ospizi ed alle Colonie agricole già
stabilite in Francia, egli pregatone si recò in pa-
recchie città di quella generosa nazione, e vi pe-
rorò la causa delle molte migliaia di poveri gio-
vanetti , che deve educare e mantenere , e delle
opere di carità e di religione , che gli tocca di
condurre a termine, tra cui la Chiesa e l'Ospizio
del Sacro Cuore di Gesù a Roma . Dappertutto
egli si ebbe cordialissime dimostrazioni di stima
e di rispetto da ogni ordine di persone .
Il 29 di aprile predicò nella vasta e magnifica
Chiesa della Maddalena al una folla immensa ac-
corsa ad udirlo, e i più reputati giornali di quella

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capitale ne tolsero occasione a pubblicare magni-
fici articoli, riportati poscia od accennati da varii
periodici della nostra penisola .
Noi pure riprodurremmo di buon grado quanto ne
fu detto dall' Univers, dal Gaulois, dalla Liberte,
dal Salut public, dal Pèlerin, dal Rosier de Marie
dalla France, dall' Unità Cattolica, dall' Osservatore
Cattolico, dal Corriere di Torino e da molte altre
effemeridi e francesi ed italiane ; ma oltre che le
cose ivi pubblicate sono in parte già note ai nostri
Cooperatori e alle nostre Cooperatrici, noi ce ne
asteniamo altresì per la ragione che contengono
lodi troppo personali a D . Bosco medesimo, il quale
quanto gode nel promuovere la gloria di Dio e la
salute delle anime, e nel trovare sostenitori delle
opere sue, altrettanto soffre che noi attribuiamo
a lui stesso il bene operato e l'ammirazione degli
uomini .
Ci piace in quella vece di segnalare alcuni punti
del suo discorso pronunciato in francese alla Mad-
dalena, e compendiato dalla France . - Sono pro-
fondamente commosso, disse D . Bosco, alla vista
di un' udienza tanto numerosa, e non so come ri-
spondere a tanta premura . Un' assemblea così
ragguardevole di buoni cattolici è per me una
consolazione inesprimibile . E' della gioventù che
noi siamo per intrattenerci . Secondo la parola di
uno de'vostri più illustri Prelati, Monsignor Du-
panloup, la società sarà buona, se date una buona
educazione alla gioventù . Se la lasciate trascinare
al male, la società sarà pervertita . » Don Bosco
passò indi a raccontare per sommi capi l'origine
dell'Oratorio e il suo sviluppo, e accennate le Case
di beneficenza aperte sin qui a pro dei figli del
popolo , si formò a dare più minuti particolari
degli Istituti di Francia .
Spiegando poscia come aveva fatto fronte alle
ingenti spese , richieste per queste fondazioni,
D . Bosco disse così : -- Povero , senza mezzi di
sussistenza , come ho potuto fondare e sostenere
queste opere? E' questo il segreto della miseri-
cordiosa bontà di Dio, a cui piacque favorire
l' opera nostra , perchè il bene della Chiesa e
della società stanno nella buona educazione della
gioventù . La Santa Vergine si è fatta la nostra
Collettrice ; è a Lei che dobbiamo la riuscita delle
nostre opere ; è Dessa che ci procurò il mezzo di
fabbricare le nostre Case e le nostre Cappelle . Noi
non abbiamo camminato che sotto la sua prote-
zione : Essa benedice chi si occupa della gioventù . »
D . Bosco conchiudeva il suo discorso , invocando
le benedizioni di Dio sull' udienza, che commossa
ed ammirata pendeva dalle sue labbra .
Un'osservazione ci piace pure di raccogliere da
un articolo del Clairon, riportato il 2 di maggio
dal Salut public di Lione . - Parigi ed altre città di
Francia risposero generosamente all'appello di Don
Bosco e gli fecero graziose limosine : esagerando
si fece persino salire a 100 mila lire la somma delle
offerte, raccolte alla Maddalena (1) . Sia pure ; ma
che cosa sono mai 100 mila lire a petto delle enormi
spese fatte e da farsipelvitoepelvestitoapro
di tante migliaia di poveri orfanelli e di altri
deseredati della fortuna , raccolti nelle Case di
D . Bosco ? E lasciando a parte le altre sue o-
pere , che cosa sono mai 100 mila lire per in-
nalzare anche solo l' Ospizio del Sacro Cuore di
Gesù in Roma, il quale colla Chiesa unita, a la-
voro compiuto, non costerà meno di due milioni?
Quindi giustamente Le Clairon scrive : Il faut de
l' argent , de l' argent toujours ,del'argnt
trèsgrandequantié.
Terminiamo questa breve relazione colle parole
della Liberté di Parigi , giornale tutt' altro che
tenero delle cose religiose, il quale conchiude così
un suo lungo articolo del 5 maggio :«DonBsc
parte oggi da Parigi , per ritornarvi tra breve .
Noi lo accompagniamo con tutti i nostri voti per
la prosperità dell'opera sua, ed auguriamo che la
sorte dei nostri orfanelli di Parigi, e ve ne hanno
tanti sulle strade abbandonati, lo richiami un giorno
tra di noi .
UN MODELLO AI SECOLARI
nell'esercizio della carità.
Oggid ì si sente più che mai il bisogno che i
laici esercitino in mezzo al popolo un efficace a-
po stolato a vantaggio della Religione e della civile
società . In più luoghi i Ministri di Dio scarseg-
giano da non bastare più all'uopo . Per altra parte
l'azione del Sacerdote in certe circostanze o non
è possibile, o per volgari pregiudizi non ha sempre
sull'animo di certuni quella influenza, che sarebbe
necessaria per ottenere un bene o per impedire un
male . In certi luoghi il Prete o non può trovarsi,
o non conviene che si trovi, mentre ad un laico,
ad un padre, ad un figlio di famiglia ciò sarebbe
e possibile e lecitissimo . E poi è constatato che
oggidì taluni restano meglio impressionati e più
facilmente indotti alla virtù e alla pratica della
Religione dalla parola, e dall'esempio di un buon
secolare, che non da un Sacerdote . Di un bel di-
scorso , o di un' opera edificante di un Ministro
del Santuario il giudizio meno sfavorevole che porta
certa gente si è : - Egli fa il suo mestiere ; ei
non può fare altrimenti, - e i mondani non ne
fanno caso e non si muovono punto . Ma così non
giudicano nè della parola nè dell'opera buona di
un secolare ; anzi come uno di loro lo ammirano e
lo seguono pur anche .
Per la qual cosa è non solo desiderabile , ma
necessario che oggidìì sorgano molti buoni laici in
aiuto del Clero, in aiuto della Chiesa, in aiuto di
Gesù Cristo medesimo a sostegno , a difesa della
Religione, a vantaggio della civile società, a sal-
vezza delle anime .
La Dio mercè Cattolici di tal fatta non mancano,
(1) Un altro giornale di Francia, intitolato , Journal
de Roubaix, nel suo N . del 4 maggio dice che ha voluto
asicurpeonalmtsuecifrdloetfa
D . Bosco, e scrive così : - Alla Madda lena, domenica
sera, egli ha ricevuto franchi 10 mila ; al domani nella
stessa parrochia , fr . 6 m; ila infine a S . Sulpizio. fr. 8
mila . - Indi soggiun ge : -- Come si vede , queste non
sono le cifre annunziate fin. da principio.

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ed ogni città, ogni villaggio, ogni Diocesi , ogni
Parocchia ne conta un numero più o meno grande .
Ancor noi siamo lieti di annoverare tra questi
non pochi dei nostri Cooperatori, i quali si ado-
perano non solo a santificare se stessi e le loro
famiglie, ma si prestano volenterosi in soccorso dei
loro Vescovi e dei loro Parrochi con uno zelo de-
gno di alto encomio .
A questi ausiliarii del Clero Cattolico, a questi
Cooperatori di Dio nella salute delle anime, nella
educazione della gioventù, nella rigenerazione della
civile società, nell' esercizio insomma della carità
verso il prossimo, noi proponiamo un modello si-
curo . Questo modello è il Venerabile Alessandro
Luzzago da Brescia, il quale quantunque laico ha
saputo fare a pro della sua patria quello, che san
Carlo Borromeo e san Filippo Neri, di cui era
contemporaneo ed amico , fecero in Milano ed in
Roma .
Una vita compendiata di questo Servo di Dio,
del quale ora si ripropone a Roma la causa di
Beatificazione , ha poc' anzi veduto la luce nelle
nostre Letture Cattoliche . Scritta dalla nobile si-
gnorina Elisa Girelli, ancor essa di Brescia, l'O-
peretta riunisce il bello al buono, l'utile al dolce,
e chiunque la legge si sente non solo animato a
praticare la virtù , ma concepisce vivo desiderio
ed impara eziandio ad infonderla negli altri .
Di quest'opera fece alti e ben meritati elogi il
principe dei periodici, La Civiltà Cattolica (Serie XI,
vol . XII) . Eccone un saggio : - Ma ciò che rende
opportunissima la storia della sua vita in questi
tempi si é la qualità sua non di religioso , o di
sacerdote, o di prelato, ma di secolare ; e di se-
colare nobile, ricco, detto, gentilissimo e riputa-
tissimo a' suoi giorni ; tanto che l' amicizia sua
era cara così ai magnati come ai santi : e si scorge
di fatto legato in intrinsichezza strettissima con
S . Carlo Borromeo , che lo amava quanto un fi-
gliuolo, e col nipote suo Federico ; e poi in rela-
zione di spirito con san Filippo Neri , con santa
Catterina de' Ricci, col celebre Baronio e col Car-
dinale Morosini Vescovo di Brescia , che lo ebbe
per fidissimo consigliere nei più spinosi negozi del
suo uffizio . E in verità , a mano a mano che si
svolgono le belle pagine di questo libro , si rico-
nosce giustissimo il concetto espressovi nel fron-
tispizio , che cioè , nella vita del Luzzago , si è
voluto proporre un modello ai secolari ; modello
in alcune parti meraviglioso, ma in assai più imi-
tabile da tutti . - Così La Civiltà Cattolica .
Noi pertanto raccomandiamo caldamente la dif-
fusione di questo libretto . La sua lettura farà del
bene ai padri ed ai figli di famiglia , ai laici ed
agli ecclesiastici, ai membri delle Società cattoliche,
i quali tutti vi apprenderanno le più belle ed in-
gegnose industrie per giovare al prossimo, rendersi
altamente benemeriti della Religione, e procacciare
a se stessi la gloria degli apostoli . I Parrochi fa-
cendolo conoscere e leggere riusciranno a formarsi
degli zelanti coadiutori nelle famiglie, con grande
profitto religioso e morale delle popolazioni loro
affidate .
Si vende alla Libreria Salesiana di Torino a cen-
tesimi 40 la copia, e L . 36 per ogni cento copie .
EDUCATORIO SULLA RIVIERA .
L'anno scorso abbiamo appena accennata l'aper-
tura di un nuovo Educatorio per giovinette di
civile condizione nella Casa delle nostre Suore di
Maria Ausiliatrice presso Bordighera, il quale va
prendendo consolante sviluppo .
Siccome potrebbe darsi che Cooperatori e Coo-
peratrici amino di collocare le proprie figliuole
in educazione presso il mare per la comodità della
cura dei bagni, così proponiamo loro il mentovato
Educatorio , di cui per norma diamo qui il
PROGRAMMA.
Nei piani di Vallecrosia frazione Torrione , a-
mena e saluberrima pianura tra Bordighera e
Ventimiglia, è aperto un Istituto di Educazione
per fanciulle . Lo scopo si è di dare l' insegna-
mento morale e scientifico in modo che lasci nulla
a desiderare per una giovinetta di onesta e cri-
stiana famiglia .
La dolcezza e la salubrità del clima, che ogni
anno attirano numerosi forestieri a passarvi l'in-
verno , la bella posizione dell' edifizio e la co-
modità di fare la cura dei bagni di mare , dal
quale l'Istituto dista di pochi passi, fanno sperare
che molti genitori se ne approfitteranno per col-
locarvi le loro figliuole .
Insegnamento . - L'insegnamento è dato da
maestre approvate . Esso abbraccia le quattro classi
elementari, vale a dire, corso di lingua italiana,
calligrafia , aritmetica , sistema metrico e tenuta
dei libri per uso domestico . Per le alunne, che
lo desiderano , vi sarà un quinto corso comple-
mentare o di perfezionamento . La declamazione ,
la ginnastica ed uno speciale esercizio nello stile
epistolare fanno eziandio parte dell'insegnamento .
Si danno pure lezioni di disegno , di lingua fran-
ce;msardihpntofeca
dei parenti delle allieve .
Ritenendo la religione e la moralità come parti
fondamentali della buona educazione, nell'insegna
mento religioso si hanno per libri di testo il Ca--
techismo e la Storia Sacra con riflessioni e pra-
tiche applicazioni .
Al termine d'ogni anno scolastico si dà l'esame
finale colla distribuzione dei premii e delle men-
zioni onorevoli .
Nel Convitto ciascuna allieva fa uso della lingua
italiana .
Lavori domestici . - I lavori domestici con-
sistono nel fare gli abiti proprii, secondo la con-
dizione delle allieve , lavori a maglia , calze, ca-
micie, rappezzare, soppressare , ricamare, e tutti
i lavori più ordinarii di una onesta famiglia .
Per avvezzare le fanciulle alle occupazioni ca-
salinghe , le maggiori di anni dodici fanno per
turno il servizio del refettorio, per quanto è con-
ciliabile cogli altri loro doveri . La gestione dei
lavori è tutta a carico ed a favore dell' Istituto .
Condizioni di accettazione .
1° Ogni allieva nel suo ingresso deve essere mu-
nita della fede di Battesimo, certificato di vacci-
nazione, o di sofferto vaiuolo, ed aver compiuta .
l'età d'anni 6 .

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2° La pensione mensile è di lire 24, e sì paga a
trimestri anticipati .
3° La Casa è aperta tutto l'anno . Se i parenti lo
desiderano, si concedono alle allieve alcuni giorni
di vacanza dal 15 settembre al 15 ottobre ; ma
per tal tempo non si fa riduzione sulla pensione
del trimestre . Fuori di questo tempo e fuori del
caso di malattia, non si permette alle allieve di
uscire coi loro parenti . Possono i parenti o chi
per essi venire a visitare le loro figlie una volta
la settimana . Queste visite sono concedute più
spesso in caso di malattia .
4° Si hanno tutti i riguardi, affinché i commesti-
bili siano sani e adatti all'età e condizioni delle
allieve .
Al mattino hanno pane, caffè e latte o frutta .
A pranzo pane a piacimento , minestra, una
pietanza, vino, frutta .
A merenda pane . A cena pane a piacimento,
minestra, pietanza o frutta con vino .
5° Ogni trimestre i parenti ricevono informazione
della sanità, condotta morale o del profitto fatto
dalle allieve nelle rispettive classi .
6L,l°amusicvole a cura del medico e chi-
rurgo, bucato, soppressatura, inchiostro, lume
sono a carico dell'Istituto, ma per ciò si corri-
spondono in principio dell'anno lire 20 . Di que-
sta somma nulla si restituisce a chi stesse nel-
l'Istituto anche solo piccola parte dell'anno .
Le altre spese accessorie, come sono di libri,
carta, posta, medicinali, vestiario, viaggi e si-
mili sono a carico dei parenti .
Il mese incominciato si paga metà ; oltrepas-
sata la metà, si paga intiero . Non si fa riduzione
per chi stesse fuori dell'Istituto meno di quindici
giorni.
7 ° Le allieve non possono tener danaro presso di
sè per minuti piaceri , ma avendone dai loro
parenti , lo devono depositare presso la Diret-
trice, che ne farà loro regolare distribuzione .
Corredo . - L' Istituto provvede lettiera in
ferro e pagliericcio . Le allieve si devono provve
dere il materasso di m . 1, 75 in lunghezza e
m . 0, 80 di larghezza , guanciale , lenzuola , co--
perta da letto per l'estate e per l'inverno, più il
copriletto bianco .
E pure prescritto l'abito di uniforme, il quale
sarà unico per l'estate e per l'inverno , ed affin-
ché sia eseguito secondo il modello comune, sarà
provvisto dall'Istituto a carico dei parenti . Ogni
oggetto deve essere notato col numero d'ordine '
fissato nell'atto di accettazione . Quanto al corredo
personale dovranno essere provvedute dell'occor-
rente .
Avvertenze . - Le domande si possono fare
alla Direttrice dell' Istituto, oppure a Don Gio
VANNI Bosco , Direttore dell' Oratorio di San
Francesco di Sales - Torino .
Trovandosi l' Istituto a mezza via tra Bordi--
ghera e Ventimiglia vi si può andare in pochi
minuti dall' una e dall' altra città sulla Tramvia
ed omnibus .
UNA PIA PROPOSTA
IN ONORE DEL SACRO CUORE DI GESU' .
Fin dall'anno decorso un religioso periodico di
Torino «Il Cuore di Maria» pubblicava un im-
portante articolo per promuovere una lodevole
pratica nella distribuzione della SS . Eucarestia .
L'articolo venne trovato molto acconcio all'uopo,
e fu tradotto e pubblicato anche in Francia nel-
l'opera che ha per titolo : Congresso delle Opere
Eucaristiche, Lille, 1882 .
L'autore, che è l'abate Francesco Faà di Bruno, .
dotto non meno che caritatevole e zelante Sacer-
dote Torinese, dimostra in esso quanto sia ragio-
nevole, conveniente e decoroso l'usare la tavoletta
metallica insieme colla tovaglia di lino nel di-
stribuire la Comunione ai fedeli, e inculca savia-
mente che sia introdotta una tale usanza dove
ancora non v'è .
Ad onore del Sacro Cuore di Gesù, al quale è
consacrato il corrente mese, noi riproduciamo vo-
lentieri il mentovato articolo, e preghiamo coloro,
cui spetta, che vogliano fare buon viso alla lode-
vole proposta, e promuoverla ezianzio presso altri
con tutto l'impegno, che loro inspira una sincera
divozione verso il SS . Sacramento .
« Sarebbe assai desiderabile, così « Il Cuor di
Maria » che una piissima usanza, prescritta già
in varie Diocesi e praticata in molti Istituti di
Italia, si diffondesse dappertutto ; quella, cioè, di
servirsi di tavolette metalliche insieme alla solita
tovaglia prescritta nel distribuire la Comunione ai
fedeli .
» Quante particelle infatti cadono sulla tovaglia,.
che non possono in verun modo venir raccolte dal
Sacerdote amministrante ? Colle tavolette metalli-
che, tale deplorabile inconveniente non sarebbe più
a lamentarsi, poichè il Sacerdote può, distribuita
la Comunione , purificare le tavolette all' altare .
Già fin dai più remoti tempi Origene (1) racco-
mandava con queste parole una vigile attenzione
nel comunicarsi : « Voi non ignorate ( diceva ai
cristiani), voi che assistete ai divini misteri, qual
cura e qual venerazione abbiate a recare nel rice-
vere il Corpo del Signore, per timore che non ne
cada la minima particella, perche voi vi credete
colpevoli, ed avete ragione di crederlo, allorquando
ne cade qualche cosa per vostra negligenza . »
Eppertanto per riparare a tale inconveniente molti
Vescovi d'Italia adottarono nei giorni nostri l'uso
delle tavolette metalliche, come si vedrà nei sotto-
posti documenti .
» Nè si creda che il desiderio di tanti piissimi
Vescovi e, colla loro scorta, di tanti buoni fedeli, sia
una inutile e temeraria novità . Lasciando da parte
che ogni novità , se è per il meglio, può e deve
ognora accettarsi, questo però non è il nostro caso .
Poiché anticamente erano già in uso le tavolette,
raccomandate oggi da molti Vescovi . Si apra la
importantissima opera del De Berlendis intitolata
De oblationibus ad altare, Venezia 1743, e si
leggerà a pag . 364 come negli statuti di anti-
chi Monasteri fosse decretato che : Debeiit singuli
(1) Hom . 13 .

1.7 Page 7

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ita se scutellae adjungere, ut si forte intersumen-
dum aliquando Corpus Domini vel de ore sumentis,
vel de manu porrigentis lapsum fuerit, nisi in
scutellam cadere non possit . Per questo nel Con-
vento di Cluny lasciavasi a dirittura una patena
nella finestrella , per cui i monaci prendevano la
SS . Eucarestia . Tertulliano nel libro De Corona
militis avverte di non soffrire che nulla del Pane
e Calice celeste cada in terra . Per chi ha fede in
Gesù Sacramentato , e per chi ama la gloria di
Dio, non vi può essere dunque dubbio nel vantag-
gio delle tavolette .
» Si è fatta però l' obbiezione se non fosse poi
incongruo che la tavoletta su cui cadono i fram-
menti passasse per le mani dei fedeli comunican-
ti.,sCeroaqubisgndforzaive
perché non si può pretendere che il Sacerdote, già
abbastanza in altro impegnato, possa ancora atten-
dere alla trasmissione della tavoletta ; nè che vi
sidnaeotgcruChicodaltr
per ogni Comunione a tale ufficio .
» Ogni difficoltà però sparisce dinanzi agli usi
della Chiesa antica , la quale ci dovrebbe essere
maestra in molte cose . Anastasio parlando di
Leone III dice : « Fecit vero communicales ex
argento purissimo per singulas regiones, qui prae-
cederent per stationes per manus acolytorum . »
Nelle opere di Giorgio, tomo I, pag . 119, si legge :
« An forte tabellae sunt velut mensulae, quae
olim Eucharistiam accepturis supponebantur quem-
admodum hodie linteamina, de qua re Baronius?
(per l'anno 67, Tomo I, pag . 148) .
» Leggesi nell' Enciclopedia Ecclesiastica del-
l'Ab . Vincenzo D'Avino : « Le antiche patene fu-
rono alcune di forma più piccola , altre di forma
assai grande . Le prime erano quelle, che servivano
per uso del Sacerdote, le seconde per la distribu-
zione dell'Eucaristia al popolo . »
» D'altronde non s'ignora che per molti secoli
i fedeli portavano a casa in una custodia di legno
la SS . Eucaristia . Ciò era ben più che il tenere
una tavoletta . - Ma si dirà : era necessità dei tempi .
- Bene ; ma nei nostri tempi non è forse maggior
necessità il procurare l' onore di Gesù Sacramen-
tato, quand'esso non possa ottenersi che in un dato
modo? Che più? I fedeli dei primi secoli riceve-
vano la SS . Eucarestia nelle proprie mani , sot-
toponendo la sinistra alla destra mano, sulla quale
poi deponevasi dal Sacerdote la santa Particola . . .
Ed ora per procurare maggior rispetto a Gesù in
Sacramento sarà sconveniente che i laici sostengano
sulle loro mani la tavoletta? Dei due inconvenienti
qual è il maggiore ? Il lasciare colla sola tovaglia
cadere inevitabilmente in terra a migliaia i divini
frammenti, oppure piamente trasmettere ad altri
una tavoletta su cui essi si possono raccogliere ?
Sarà minor inconveniente che li tanti frammenti
tocchino una tavoletta, portata da mani di confra-
telli in Cristo, di eredi dell'eterno Regno, anzic-
chèadnolpestiauo?
» Lasciamo le cose com'erano, si dirà . - Servirà
allora secondo voi la tovaglia ; però il lamentato
inconveniente della dispersione dei frammenti conti-
nuerà a sussistere . Poiché chi succede alla S . Mensa
non potrebbe toccare il lino , ove già cadde un
frammento ? E se v'ha profanazione nel tenere ín
.mano una tavoletta , ove per dissotto certo non
cadranno frammenti, non vi sarà maggiore nel te-
nere in mano una tovaglia, sulla quale essi cadendo
potranno essere tocchi dai comunicanti ?
» Ma, o Signore! non ce l'avete insegnato voi
stesso l'attentissima cura, che dobbiamo avere dei
frammenti che cadono dalla vostra mensa regale,
allorquando nella moltiplicazione dei pani nel de-
serto (figura evidentissima della SS . Eucarestia)
comandaste ai vostri discepoli : Colligite quae su-
peraverunt fragmenta, ne pereant : Raccogliete i
frammenti che restarono, onde non periscano ? (1)
Il Signore adunque, che tanta diligenza usò affin-
chè non andassero perdute le bricciole del solo
pane materiale, dovrà essere indifferente allo sper-
pero di tanti frammenti del suo Pane Celeste? E
noi Sacerdoti, noi fedeli potremo esserlo ancora?
» Ma buon per noi che dopo aver scritto in
gran parte queste linee nel 1873, venne un decreto
della S . Congregazione dei Riti del 23 marzo 1875,
suscitato da qualche dubbio espostole a proposito
di tale usanza .
« An in ministranda fidelibus Sacra Comunione
» liceat, loco tabulearum linearum, uti tabellis ex
» metallo , vel hujusmodi usus tolerari possit in
iis Dioecesibus, in quibus fuit introductus ? »
Cui essa rispose : Non est interloquendum , il
che significa che la S . Congregazione dei Riti
benchè non imponga l'uso delle tavolette metalli-
che, nemmeno non lo disapprova .
» Se qualche cosa ci resta ad invocare per
convalidare l'uso delle tavolette si è l'attenzione
stessa vivissima, che la Santa Madre Chiesa rac-
comanda ai suoi Sacerdoti nelle sante cerimonie
liturgiche . Nelle rubriche intatti del messale si
legge che il Sacerdote deve diligenter raccogliere
i frammenti che fossero caduti nel corporale, e
diligenter astergere le stesse dita, affinché ne quid
frag.Smoentiurpscmanet
che se si fossero consecrate più ostie per conser-
varle , il Sacerdote deve . diligenter osservare ne
aliquod fragmentum, quantuncumque minimum,
remaneat super corporale ; che se lo trovasse, ac-
curatamente lo riponga nel calice . Di nuovo rac-
comanda di astergere il corporale, fatta la Comu-
nione ai fedeli ; e poi si quae fuerint fragmenta
Calicem immittit .
» Basta adunque aver fede, basta entrare nello
spirito della Chiesa per comprendere che essa me-
desima brama che si raccolgano diligentemente i
frammenti e s'immettano poi nel calice . Inoltre il
solo cadere d' una particola per terra impone al
Sacerdote l'obbligo di mondare e radere il luogo
e riporre la polvere nel Sacrario .
» Se dunque la santa Chiesa è gelosa perfin della
polvere, che può aver toccate le sante Particole,
e vuole che si deponga nel Sacrario, non dovremo
desiderare che i frammenti stessi, che possono ca-
dere sulla tovaglia dei comunicanti , si possano
raccogliere? Ma qual mezzo havvi a ciò più adatto
che quello delle tavolette metalliche? Per chi ha
fede, i frammenti non valgono le Ostie?
(1) Giov. Cap . 6 .

1.8 Page 8

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» Non si guap.redLicòs,ura
è semplicissima ; qualunque orefice provvederà, con
10 - 12 lire circa, una tavoletta ovale d' ottone ,
argentata di sotto e dorata di sopra . La cura poi
consisterà solo in questo ; riportare all' altare la
tavoletta, e raccogliere nel calice i frammenti che
vi potrebbero essere caduti . Nulla osta, anzi sarà
bene il lasciare sempre la tovaglia sulla balaustra,
come saggiamente fu prescritto dalla rubrica ; e
così se arrivasse qualche inavvertenza nel servirsi
della tavoletta, che noi proponiamo non in sosti-
tuzione della tovaglia, ma in aggiunta ad essa ,
i frammenti potrebbero ancora cadere sulla tova-
glia meglio che in terra . La tavoletta poi ad
esempio di ciò, che prescrive Mons . Arcivescovo
di Torino, si custodirà in una borsa »
Qui l'autore a conferma della sua proposta riporta
una lettera del sig . Teol . Rosignano di Casale
Monferrato al Teol . Luigi Biginelli, Direttore del-
l'Ateneo, nella quale sin dal 1871 lo pregava di
voler promuovere col suo periodico la lodevole
pratica della tavoletta metallica nell' amministra-
zione della SS . Eucarestia . Tra le altre cose gli
diceva
« Dall'esperimento fatto fui convinto, che nella
distribuzione dell'Ostia Eucaristica, massime nelle
Comunioni generali, e là dove le ostie non sono
accuratamente confezionate , si disperdono varii
frammenti sulla tovaglia o sulla tavoletta di lino,
e, questi frammenti non mai raccogliendosi, si cade
in inevitabile profanazione dello stesso SS . Sacra-
mento . Ora sembra che a questo grave inconve-
niente si potrebbe provvedere coll' uso di una
patena in metallo abbastanza grande da potervi
cader sopra i frammenti , se mai ve ne sono , e
questa patena fosse presentata all' altare in mano
al Sacerdote dopo la Comunione per la debita pu-
rificazione, come esige la venerazione al Sacramen-
tato Gesù .
» E bene , che con apparato magnificentissimo
di ornati e di ceri venga esposto Gesù alla fede
ossequiosa dei suoi adoratori : ma è pur bene che
ne sia impedita la frequente profanazione , a cui
involontariamente lo si espone coll'antico uso in-
valso nella distribuzione dell'Ostia Eucaristica ; e
questo si otterrebbe collo spediente suggerito di
sopra . »
Seguono poscia apposite prescrizioni di alcuni
Vescovi del Piemonte , che noi presentiamo in
nota (1) .
Degne eziandio di speciale menzione sono le pa-
role del Can . Prof. Costamagna di Saluzzo , che
in proposito scrive così :
(1) Il Vescovo d'Alessandria nel calendario del 1871 :
« Quemadmodunn ex omnibus sacris mysterium
nullum est, quod praestantissimo Eucaristiae Sacra-
mento dignitate et excellentia comparari queat, liquet
inde nullam in ejus administratione omittendam esse
d :ligentiam et studium, quo cuncta, debita reverentia ,
nitore et decore semper efficiantur,statuimus idcirco ut
in communione populo impertienda tabellae candido lino
coopertae, vel mappae mundae et nitide, quae commu-
nicantium ori nono supponi solent, substituatur tabella
formae quadrangularis vel ovalis ex auricalcho vel alio
metallo, lucida et perpolita, et quod optabilius esset de-
aurata, in qua facile conspici possunt et detergi, si quae
« A mio giudizio non è cosa pili conveniente di
queste tavolette ; poiché è provato per continua
esperienza trovarsi sovente su di esse frammenti
di particole anche notabili, i quali se fossero ca-
duti sulla sola tovaglia , o su di un tovaglino di
stoffa bianca, non si sarebbero potuto raccogliere .
Avrebbe toccato agli Angeli il provvedervi nel
caso . »
Dopo ciò l'articolo prosegue e conchiude
« Un piissimo membro della Compagnia di Gesù
ci assicurò che le tavolette sono in uso presso
tutte le Case della medesima . Speriamo quindi
che sì bel esempio già dato da questa ed altre
Comunità sarà seguito dappertutto (1) .
» Pensando che dopo il suesposto non vi potrà
più rimanere dubbio sull' utilità delle tavolette,
ed osservando che la Santa Chiesa ne permette
l'uso, noi invitiamo caldamente tutti a servirsene .
Mentre s'infrangono in tutti i paesi e così di fre-
quente i Santi Tabernacoli , e si gettano poi via
le,prSoacnutiOmsdrequalch
consolazione al Cuore di Gesù col conservare al-
meno ciò che è in nostro potere di conservare
e non lasciar profanare il Corpo suo Santissimo .
Si vorrebbero far riparazioni con tridui , novene
e digiuni per tali oltraggi, Ottimamente ; ma prima
di tutto non sarebbe bene di provvedere noi stessi,
acciocché in casa nostra stessa ben di sovente non
si profani il Corpo Santissimo di Gesù ?
» Affrettiamoci adunque , poiché il possiamo e
molti Vescovi a ciò ci confortano, in questi tempi
di rapine , di profanazioni , di bestemmie , a fare
una così facile e perpetua riparazione a Gesù Sa-
cramentato . Non si miri che alla gloria di Dio ;
tutto ceda al suo onore, ed allora spariranno come
per incanto le piccole difficoltà , che potranno af-
facciarsi all' introduzione di questa santa pratica .
Ogni sacrificio , ogni nostro incomodo sarà lieve,
se potremo così dare un compenso al Sacro Cuore
di Gesù, che tutto soffrì, tutto a noi si diede per
nostro amore . »
in ministranda Eucharistia ex S. Particulis decidant
fragmenta, quae secuspereunt vel profanationis facillime
exponuntur . »
Il Vescovo di Alba nel calendario del 1868 :
In Communionibus Christi fidelium, etiam atque
etiamcondusmpatedur,fomae
ova lis , sub mento sustinendae ab ipsismet communi-
cantibus ; exceptis Missis solemnibus in quibus eam, su-
stinet Diaconus .
Il medesimo nel calendario del 1871 :
Patena ovalis vel quadra quae inservit fidelium.
Communioni, crebro expurganda est non tantum a pul-
vere, verum etium a quitulis cerae, ut facilius sopra
ipsam secer n i possint Eucharistica fragmenta, diligenter
coll%gi et deponi in Sacra Pixide, vel melius in Calice,
si infra Missam Communio praebeatur.
Mons . Arcivescovo di Torino nel 1872 :
Discus adhibendus pro Communione fidelium sit
ex aere superius bene iraurato, formae ovalis cum la-
bro simplici et ad forma patenae et nullo alio orna-
m ento circumdatus . Custodiatur in bursa et singulis
diebus bene purgetur a pulvere . Finita Communione
Sacerdos ipse illum deferat ad altare et digito colligat
fragmenta super calicem vel pixidem .
(1) Nelle Chiese e negli Oratorii dei Salesiani questi
uso è già pure introdotto da molto tempo .

1.9 Page 9

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IL CONTE D . CARLO CAYS DI GILLETTA .
V.
Ma lattia e morte .
Da circa un anno il nostro D . Carlo Cays era
travagliato da inappetenza, e talvolta pure da in-
sonnia per buona parte della notte, indizio che il
suo corpo si andava indebolendo e come disfacen-
dosi, per lasciare libera di volare a Dio la bell'a-
nima, che quale prigioniera lo abitava .
Per consiglio dei Medici passò qualche mese
dell'inverno e della primavera dell'anno 1882 in
seno alla famiglia nel castello di Casellette, dove
speravasi che l'aria salubre e la libertà dalle occu-
pazioni dovessero giovare alla debole sua salute ;
ma dopo qualche settimana, temendo che una più
lunga dimora nella propria casa non fosse conforme
al suo stato di Religioso, egli già pensava di fare
ritorno all'Oratorio . Fu necessario che chi faceva
le veci di D . Bosco , allora assente , lo andasse
a trovare per tranquillarlo e persuaderlo che
quel soggiorno in famiglia non era punto con-
trario alla professione religiosa , intervenendovi
il pieno consenso anzi il consiglio dei Superiori .
E merita pure menzione il suo amore al lavoro
e lo zelo pel bene delle anime , giacché malgrado
la sanità cagionevole, egli continuava ad occuparsi
in qualche opera, che gli era stata commessa men-
tre trovavasi ancora in prospera salute ; ed inoltre
molto di buon grado prestavasi nel ministero delle
confessioni in aiuto del parroco del paese .
Nel mese di Maggio, appena seppe dell' arrivo
di D . Bosco in Torino, il nostro D . Carlo ritornò
all'Oratorio, riprese le consuete occupazioni, quan-
tunque poco vantaggio avesse ottenuto nella sua
permanenza in famiglia . - Per suggerimento dei
medici dovette ancora una volta assentarsene a
fine di recarsi a San Didier presso Aosta per re-
spirarvi le arie balsamiche e bervi quelle acque, che
sono riputate cotanto salutari . - Egli però era
impaziente di ritornare all'Oratorio, e parevagli
ogni giorno mille, pel che anticipando la sua par-
tenza ritornò tra noi ancor prima del breve tempo
prefissosi .
La sua salute anziché avvantaggiarsi andava
insensibilmente diminuendo ; la vista più poco gli
serviva, le gambe non lo reggevano che a stento,
e sovratutto l'inappetenza gli andava ognora cre-
scendo . - Di tali incommodi egli non si doleva
punto ; solo mostrava rincrescimento che la debo-
lezza della vista lo esponesse al pericolo di sba-
gliare nella celebrazione della S . Messa, in cui
soleva impiegare tutta l' attenzione ed il fervore
possibile . Addoloravasi parimenti che per lo stesso
difetto della vista non poteva guari occuparsi a
leggere, allorché presso al suo confessionale, come
dicemmo, attendeva i penitenti .
Sul principio di Settembre egli fece con molto
impegno i suoi esercizi spirituali nel Collegio di
S . Benigno, dopo i quali, non ostante i suoi cre-
scenti incomodi, continuò ad attendere al confes-
sionale e al tavolino in tutto il tempo che rima-
nevagli disponibile . Avrebbe pur voluto mettersi
con tutta esattezza all' osservanza delle regole e
dell' orario della Casa , e fu necessario che l' au-
torità dei Superiori gli imponesse di usarsi i ne-
cessarii riguardi sia nel riposo, sia nel lavoro .
Il 28 di Settembre sentivasi più sollevato che
nei giorni addietro . Nel mattino aveva ancora pas-
sato alcun tempo ad udire le confessioni, e in quella
sera cenò con miglior gusto ed appetito . Tutto
pareva far presagire un buon avviamento nel suo
stato sanitario . All' opposto, nella notte stessa
venne preso da una specie di rantolo, che alquanto
gli disturbò il riposo . Sebbene l' incomodo non
presentasse sintomi inquietanti e sul far del giorno
fosse svanito, egli tuttavia lo tenne come avviso
di ben prossima partenza da questo mondo .
Con tale idea non pensò più che a prepararsi
al grande passaggio . Anziché temere la morte ,
egli la sospirava come mezzo di presto unirsi a
Gesù . - Più non voleva pensare ad altro che al
Signore e all'anima . Fattosi pertanto attaccare al
braccio destro un borsellino, dentro cui trovavasi
una reliquia del S . Legno, tratto tratto la baciava
e supplicava il Signore a dargli la pazienza e ras-
segnazione necessarie, per sopportare con frutto
la sua infermità, mentre considerando i dolori da
Gesù sopportati su quel duro legno si animava a
soffrire per amore di Lui . - Era questa la santa
reliquia che tenevasi pure indosso, quando da De-
putato si trovava al Parlamento , perché soleva
dire che in quell' aula si aveva appunto da fare
colle partes adversae , che si devono mettere in
fuga col segno della Croce, secondo quelle parole
della sacra Liturgia : Ecce Crucem Domini, f ugite
partes adversae .
Il giorno 29 sebbene si sentisse abbastanza bene,
tuttavia chiese i santi Sacramenti ; ma non essendo
a casa D . Bosco né D . Rua si adattò ad aspettare
il loro arrivo, che doveva essere di quella sera
istessa . Sul far della notte fu riassalito e con mag-
giore violenza dal rantolo della notte precedente,
il quale non servì che a renderlo più ansioso di
essere confortato da Gesù in Sacramento . Arrivato
D . Bosco a notte avanzata , il Sac . Bonetti , che
lo assisteva, ne diede all'infermo la notizia ed ei
si rallegrò grandemente . Recatosi D . Bosco a vi-
sitarlo verso le 11 1 /2,tosl'infermopgò
di voler ascoltare la sua confessione, che fece coi
sentimenti della più commovente pietà . In appresso
per le sue calde istanze, poco dopo la mezzanotte,
gli fu amministrato il SS . Viatico . Stando per
ricevere il suo Sacramentàto Signore, chiese per-
don diognidspiacer oscandlo ,cheavs
potuto cagionare ai confratelli, come pure di tutti
gl' incomodi che avesse dato a qualsiasi di essi,
parlando in guisa da muovere le lagrime agli a--
stanti . Poscia con trasporto di amore ricevette il
suo dolcissimo Gesù , trattenendosi buona pezza
con Lui in affetti della più viva riconoscenza, per
tanti benefizi concessigli nel corso di sua vita,
specialmente per essersi degnato di chiamarlo ed
aggregarlo alla pia Società di San Francesco di
Sales, e di averlo innalzato alla sublime dignità di
suo Ministro . Esprimeva in pari tempo il vivo de

1.10 Page 10

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siderio che internamente lo cuoceva di unirsi a Lui
in guisa da non esserne mai più separato . Erano
le prime ore del 30 Settembre, festa del massimo
Dottore S . Gerolamo , e nella cameretta del no-
stro Conte parve rinnovarsi il dolce spettacolo
della Comunione di quel gran Santo .
Sebbene il male nel giorno si mitigasse alquanto,
tuttavia notavasi nell'illustre infermo un sensibile
deperimento di forze , onde si cominciò a temere
fortemente sulla preziosa sua vita Anche il medico
dell' Istituto chiamato fin dal principio della ma-
latiaconbelagravitàdelcaso ;ma incorag-
giandolo gli andava prodigando le più sollecite cure
e prescrivendo quanto l'arte gli suggeriva .
Il malore facendo rapidi progressi, l'infermo mo-
strò desiderio di vedere il figlio, per lasciargli i
suoi ultimi ricordi . Si telegrafò pertanto al Conte
Luigi, che dello stesso giorno fu al letto del ge-
nitore, cui da quel momento più non abbandonò,
assistendolo e servendolo colla più tenera solleci-
tudine . Quanto sia stato commovente il primo
abbraccio del padre col figlio torna più facile
l'imaginarlo che il descriverlo . Il D . Carlo nel
timore di non aver più tempo, se avesse aspet-
tato più tardi , approfittò di quelle prime ore
per dare al figlio gli avvisi, che l'amore paterno
gli suggeriva pel buon governo di se stesso e
della famiglia . Fra le altre cose gli raccomandò
caldamente la fedeltà nell' osservare la nostra
Santa Religione, la diligenza nell'istruire in essa
la sua famiglia, e la carità verso i poveri, conside-
randoli come suoi fratelli in Gesù Cristo . Pareva
di udire il santo Tobia a dare i suoi celebri con-
sigli al diletto suo figlio . - Egli coronò le sue
amorevoli raccomandazioni, coll'impartire con tutta
l'effusione del cuore la paterna e sacerdotale be-
nedizione sopra di lui, sulla sua consorte e su
tutta la sua famiglia .
Frattanto sebbene non apparisse indizio di morte
prossima, l'infermo chiese che gli si fosse ammini-
strata l' Estrema Unzione . - Desidero, diceva a
chi gli suggeriva che si poteva ancora differire
non essendovi grave pericolo, desidero riceverLa
mentre mi trovo in pieno possesso delle mie fa-
coltà , e non troppo aggravato , affinché possa in
me operare con maggiore efficacia . - Gli venne dun-
que amministrato l'Olio Santo da D . Rua, ed egli
accompagnò tutte le preghiere del Sacerdote colla
più grande pietà, rispondendo egli stesso alle varie
orazioni . Contento poscia e riconoscente di questa
nuova grazia che il Signore gli fece, egli ne lo rin-
graziò coi più caldi affetti .
Intanto il figlio era andato in cerca del celebre
Dott . Bruno, e con esso ritornò alla sera presso al
letto del caro genitore . Il medico esaminò brevemente
l'infermo, e, senza nulla prescrivere di particolare,
lasciò detto che l'arte non vi aveva più nulla da
fare Partito il Dottore, venne impartita al malato
la Benedizione papale, di cui aveva mostrato desi-
derio, ed egli accompagnò le preghiere colla più
edificante divozione . Questo avveniva al Sabato,
giorno in particolar modo dedicato alla Vergine
Santissima, di cui il nostro D . Carlo era divotis-
simo .
Alla Domenica, 1° Ottobre, festa del SS . Rosario,
egli pregava istantemente la sua Madre dolcissima
che il volesse prendere con sé in quel giorno me-
desimo . Don Bosco, non ostante il bisogno di recarsi
all'ultima muta de' Spirituali esercizi in S . Benigno,
avevadiferitolasuapartenzaperasisterlonegli
estremi momenti, qualora in quel giorno il Signore
l'avesse chiamato a sé . - Veduto poi come egli for-
tunatamente avesse preso un lieve miglioramento .
sul pomeriggio si avviò a quella volta . Egli passò
prima a prendere congedo dall'infermo, e a confor-
tarlo con parole improntate del più caldo affetto
e della più ferma speranza di rivedersi o in questa
vita ancora, o in seno a Dio nell'altra . Per quanto
fosse grande il desiderio di essere assistito da Don
Bosco in punto di morte, il virtuoso Conte fece
di buon grado anche questo sacrifizio, rassegnan-
dosi pienamente ai divini voleri .
Dopo la partenza di D . Bosco, di quando in
quando l' infermo mandava a chiamare Don Rua
che ne faceva le veci ; ed ora esponevagli qualche
pena, che inquietava la delicatissima sua coscienza ;
ora si raccomandava che pregasse e facesse pregare
p er lui ; ora esponeva qualche dubbio sul suo modo
di comportarsi nella malattia . Chiese per esempio
se non fosse male il domandare al Signore che
presto lo prendesse con sé . Inteso che anzi era
ben fatto, se tale dimanda partiva dal desiderio
di unirsi con Dio senza pericolo di più non per-
derlo, e che S . Paolo stesso diceva : Cupio dis-
solvi et esse cum Christo, egli si tranquillò, e
prese a sfogare la sua ansia di presto morire .
Interrogato se mai soffrisse dolori , che gli fa-
cessero desiderare di esserne presto liberato colla
morte, egli rispose : - Debbo proprio ringraziare
il Signore che volle adattarsi alla mia debolezza .
Io temeva d'avere a soffrire pane e dolori in liti
di vita, dubitando che la mia fragilità mi avrebbe
fatto perdere la pazienza ; ed ora invece non provo
il più piccolo dolore né alla testa, né allo stomaco,
ne in qualsiasi parte del corpo : l'unico mio male
è una grande stanchezza e prostrazione di forze .
Penso che sia una grazia che mi ottenne la mia
cara Madre Maria . -
Altra volta esortato a mettersi con piena ras-
segnazione nelle mani di Dio accettando volentieri
la guarigione , se a Lui fosse piaciuto di conce-
dergliela, e a far sacrifizio di sua vita, se meglio
fosse stato per l'anima sua, l'infermo rispose : -
Vale ben poco questa mia vita (che la darei
per pochi centesimi), ma per quel poco che possa
valere ne fo di buon grado sacrifizio al Signore,
accettando volentieri quanto a Sua Divina Maestà
piacerà disporre di me . -
Anche in quegli estremi della sua vita voleva
essere regolato dall'obbedienza . Quando si trattava
di approfittare di ciò, che suo figlio gli provve-
deva, chiedevane precedentemente il permesso al
Superiore . Al lunedì sera, 2 Ottobre, fu fatto
consulto tra il medico dell'Oratorio Dott . Alber-
totti , ed il medico di famiglia , Dott . Peyretti .
Avendo questi, per secondare il desiderio della pia
contessa Antonia, sua nuora, proposto che stesse
ancor ella ad assisterlo , D . Cays si mostrò con-
turbato ; e dicendogli il Dottore che l' infermo
deve stare alla ubbidienza del medico, egli riprese .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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- Ne convengo, quando si tratta di rimedii ; ma
qui si tratta invece delle regole e consuetudini
della Congregazione Salesiana , e io non posso e
non voglio fare eccezione alcuna, senza ordine dei
miei Superiori . Per grazia di Dio mi son fatto
Salesiano e intendo morire da Salesiano . - Quando
poi intese da D . Rua che, non essendo l'Oratorio
un Convento, ma un Ospizio, dove già altre volte
madri e sorelle avevano assistito allievi e persone
malate, e ciò si permetteva anche per lui, il malato
si acquietò , contento di non allontanarsi neppure
allora dall'obbedienza, che tanto stavagli a cuore .
Nei colloqui che aveva con D . Rua talvolta si
doleva e mostrava timore , perchè negli ultimi
mesi non aveva sempre osservate le regole , per
esempio nel levarsi al mattino cogli altri . Per
tranquillarlo era necessario richiamargli alla me-
moria come stante la sua avanzata età tale riguardo
eragli stato imposto dall'ubbidienza, e perciò non
aveva motivo di rammaricarsi . Egli infatti varie
volte aveva provato ad adattarsi alla regola, ma
soffrendone la sua salute, i Superiori glielo avevano
proibito .
Al martedì mattino, 3 Ottobre, per assecondare
il suo vivo desiderio, gli venne di nuovo portata
la SS . Eucaristia . Don Rua era passato a trovarlo
alle 5 '/2 per riconciliarlo in preparazione alla
S . Comunione, che doveva essergli amministrata
alle 7 . Poco prima di quell'ora si portò presso di
lui, per aiutarlo a prepararsi il Sac . Lazzero , il
quale ebbe poscia a riferire che sì caldi furono i
suoi affetti di preparazione e di ringraziamento ,
che la sua poteva veramente dirsi la Comunione
di un Santo . Oltre quanto l'amante suo cuore gli
suggeriva, desiderava che gli astanti lo soccorres-
sero a cercare affetti e sentimenti per pregare e
ringraziare condegnamente il Signore, nè si stan-
cava di udirsi a dettare giaculatorie e preghiere
anche dai Sacerdoti novelli e di gran lunga a lui
inferiori .
Tutto il giorno fu trascorso come in prossima
preparazione al viaggio dell'eternità . Il Crocifisso,
che da due giorni teneva sul letto, era sovente da lui
rimirato con alta compiacenza, e fra le piaghe di
quello e la reliquia del santo Legno andava egli
alternando teneri baci, mentre le sue labbra fre-
quentemente pure si schiudevano ad invocare ora
Gesti, ora la sua dolce Mamma Maria ed i Santi
suoi protettori . Più volte durante quel giorno si
fece leggere le preghiere della buona morte, quali
si trovano nel GiovaneProveduto,ed egli pre-
standovi la più divota attenzione andava ripetendo
con tenero affetto l' invocazione : Misericordioso
Gesù, abbiate pietà di me .
Discorrendo in quel giorno medesimo con Don
Rua sulle cose, che gli avevano fatto più salutare
impressione, disse che molto lo aveva incoraggiato
ad abbandonare il mondo la vita, che aveva letto
del Servo di Dio Schouwaloff, il quale in questi
ultimi tempi, avendo rinunziato alla sua carica di
generale nell'esercito Russo, erasi ritirato a menar
vita povera, oscura e penitente tra i Certosini ; e
cheaniquglestrmonilcfrtav
la memoria dell'ultima malattia e della morte av-
venturata di lui .
Si avvicinava intanto la solennità del grande Pa-
triarca della povertà S.Fdr'aAnsci,equlo
gli suggerì che facesse a lui ricorso, affinchè si de-
gnasse pagargli la festa nella dimane , in cui si
celebrava il VII Centenario della sua nascita . Gli
si fece osservare che i Salesiani ed i loro Coopera-
tori erano stati arricchiti delle indulgenze dei
Terziarii Francescani, e che perciò devono anch'essi
confidare nella sua protezione ; che poi vi poteva
confidare egli soprattutto, perchè ad imitazione di
lui aveva abbandonato le mondane ricchezze , ed
abbracciato la povertà religiosa per amore di Gesù
Cristo . Da tali considerazioni animato si raccomandò
di cuore al gran Santo, affinchè gli ottenesse di
essere presto partecipe della sua gloria . E pare ve-
ramente che il glorioso Patriarca lo abbia esaudito .
La sera di quel giorno qualcuno discorrendo con
lui gli manifestò la speranza che il Signore lo a-
vesse ancora a conservare per qualche tempo in vita ;
ma egli con tutta franchezza e serenità disse : -
Stassera non morrò ; ma domani non vi sarò più . -
Vedendo che andava declinando, D . Rua lo volle
assistere egli stesso per tutta la notte. Stette pure
a fargli compagnia il Barone Alberto Della Torre
nipote dell' illustre infermo, a cui era carissimo,
non solo poi vincoli di sangue , ma per lunga ed
intima comunanza di affetti , sentimenti di reli-
giosa pietà, e premurosa carità verso il prossimo ;
il quale dal momento che aveva avuto sentore
della sua malattia più non aveva abbandonato ,
se non per brevi intervalli, l'affezionatissimo zio .
Verso le 10'/2 chiese ancora una volta che gli
si leggessero le preghiere della buona morte, cui
accompagnò nuovamente colla più fervida divozione.
in seguito D . Rua lo esortò a raccomandare nelle
mai del Signore il suo spirito con quelle parole :
In manus tuas , Domane , commendo spiritum
meum ; e poi a mettersi a riposare dicendo ancora
al Signore : In pace in idipsum dormiam et re-
quiescam . Egli obbedì con tutta semplicità , mo-
strando però desiderio di ricevere ancora una volta
l'Asso luzione sacramentale, che gli venne impartita .
Intanto aggiustato un paralume sulla candela ,
afinchèraginol'impedsroilsno,ei
guisa da rendere oscura la camera, concentrando
ttu ta la luce sul tavolo, egli si addormentò pla-
cidamente, non disturbato neppure dalla difficoltà del
respiro, che quel giorno ebbe sempre assai libero .
Ri.posuandceìgltrqiamne,D
camera di lui per andarsi a prendere un po' di
lavoro pel rimanente della notte . L' infermo sve-
gliatosi in quel breve intervallo, con aria allegra
domandò al Baron Della Torre, che stava presso
al suo origliere : - Che ora è ? - Mezzanotte ,
rispose questi . - Mai più, riprese l'infermo ; non
vedi come è chiara la camera ? - Eppure la mez-
zanotte è suonata appunto adesso . - Non pare
possibile, replicò l'infermo, essendo la camera così
illuminata . - Dopo di che si tacque quasi bean-
dosi in vista di qualche cosa, che molto lo rallegrava .
Sarà stato un lampo di quella luce in cui doveva
fra breve immergersi, come si spera? Nol sappiamo ;
ma ben si può dire con tutta verità che quella
luce lo riempì di una gioia indicibile . Esortato a
riposare, di bel nuovo si addormentò con una so-

2.2 Page 12

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renità indescrivibile . Poco dopo si ridestò, e prese
a ripetere fervorose giaculatorie . Verso ad un'ora
e mezzo dopo la mezzanotte fu osservato a fare
il segno della S . Croce parecchie volte ; ma gli
ultimi segni più non li compieva interamente ; la
destra non poteva più giungere fino alla fronte .
Suggeritegli alcune giaculatorie, le ripetè con fer-
vore, ma con debole voce e con istento . Si conobbe
allora versare in prossimo pericolo di morte . Si
chiamarono il figlio , la nuora e il di lei fratello
Baron Garofoli, che pure erasi fermato nell'Ora-
torio . L'infermo conservava piena cognizione, dava
segni di conoscere le persone che gli parlavano ,
ma egli più non riusciva a far udire la sua voce .
Tuttavia ogni volta che lo si chiamava per dire
qualche giaculatoria, sempre dimostrava col capo
ecogli occhi il suo gradimento e volontà di ri-
peterla . Specialmente poi diede segno di pronto e
cordiale consenso allorche D . Rua, mostrandogli
il figlio e la nuora, lo pregò di volerli ancora una
volta benedire colla loro famiglia . Fu quello un
momento straziante per quei nobili cuori .
Intanto si cominciarono le preghiere degli ago-
nizzanti, a cui il moribondo mostrò di tener dietro
finchè gli fu possibile . Ma l'ora della sua dipartita
era suonata, ed egli tenendo colla mano destra il
Crocifisso sul cuore rese la sua bell'anima a Dio .
Erano le 3,20 antimeridiane del 4 Ottobre, giorno
consecrato al solenne Centenario di S . Francesco
d'Assisi, avverandosi così la sua predizione del dì
precedente , che nel giorno dopo egli non vi sa-
rebbe più .
Nella morte del nostro D . Carlo Cays si videro
pienamente avverate le parole della S . Scrittura
intorno alla morte dei giusti : » Iustorum animae
in manu Dei sunt et non tanget illos tormentum
mortis ; giacchè egli morì senza spasimi , senza
dolore ; anzi in faccia alla morte egli non solo non ne
provò spavento, ma ne gustò dolce contentezza, ri-
guardandola come mezzo per unirsi inseparabil-
mente a Gesù Cristo e alla carissima sua Mamma
Maria, com'egli con infantile tenerezza soleva chia-
mare la Regina del Cielo .
Tre cose tenevano da qualche anno alquanto an-
gustiato l' animo suo : il timore di non aver suo
figlio presso di sè nell' ultima malattia , se fosse
morto nelle case della Congregazione ; per altra
parte anche più gli faceva pena il pensare di mo-
rire nel suo Castello, perchè temeva di non poter
avere l'assistenza de' suoi Superiori e confratelli ;
e finalmente lo angustiava pur qualche volta la
paura di perdere le facoltà mentali . Ma il Signore
nella sua bontà lo consolò pienamente ; imperoc-
chè ei potè morire tra i suoi confratelli e coll'as-
sistenza dei suoi Superiori ; ebbe al letto di morte
ad assisterlo il suo caro figlio ; ed una piena in-
telligenza lo accompagnò fino all'estremo momento .
Oh ! faccia il Signore che il nostro ultimo giorno
ed il nostro passaggio all' altra vita si assomigli
a quello del nostro diletto Don Carlo Cays . Ma
per ottenere da Dio un tanto favore , imitiamolo
in vita nostra nelle sue virtù . Imitiamolo nel di-
stacco dalle ricchezze , dagli agi , dagli onori di
questo mondo : imitiamolo nella carità verso il
prossimo . specialmente verso i giovanetti più bi-
sognosi di morale e religiosa istruzione ; imitia-
molo nell'occupare saggiamente il tempo adempiendo
con puntualità quegli uffizi, che Iddio ci affida per
mezzo dei nostri Superiori, ed infine abbiamo pure
ognor presente questa importantissima massima : -
Il piacere di morire senza pena, vale la pena di
vivere senza piacere . - Se la nostra vita sarà se-
minata di spine , e noi ne avremo sofferte con
coraggio le punture per amor di Gesù Cristo, il
letto della nostra morte sarà coperto più o meno
di rose, e fin da quegli estremi momenti Iddio ci
farà come respirare un' anticipata fragranza del
Paradiso . - Non avrei mai creruto , diceva il
Padre Suarez prima di spirare , che fosse così
dolce il morire. - La stessa cosa hanno provato
tanti altri buoni e fervorosi cristiani . Questa è
appunto la morte preziosa, di cui parla lo Spirito
Santo : Pretiosa in conspectu Domini mors sancto-
rum eius . Deh ! tale sia la morte di tutti i Sa-
lesiani e dei loro Cooperatori e Cooperatrici .
SAGGIO NELL'ASILO INFANTILE
DEL NICHELINO .
La sera del 14 di aprile, nell'asilo infantile del
Nichelino, ebbe luogo un saggio , dato dai bimbi
e dalle bimbe, che lo frequentano in numero di ben
130 . Vi assistevano l'Ill.mo sig . Sindaco Giovanni
Foresto , l' egregio sig . Conte Ippolito Cibrario
Capo di divisione nell' Amministrazione dei beni
dell'Ordine Mauriziano, il Cav . D . Silva, il M . R .
sig . Pievano D . Giuseppe Reviglio , il rinomato
Dott . Coppa, alcuni Sacerdoti e professori di To-
rino, parecchi signori e signore, ed un buon numero
di parenti degli alunni e delle alunne .
Il saggio durò ben due ore ; ed ogni esercizio
di memoria, di canto e di ginnastica fu eseguito
con tutta la precisione e disinvoltura, che si possa
aspettare da sì tenera età ; ond' è che tutti gli
spettatori ne andarono altamente soddisfatti, e l'il-
lustre Conte Cibrario, solito ad assistere a simili
esercizi negli asili di Torino , non potè non ral-
legrarsene col Sindaco e col Parroco del Niche-
lino, e tributò alle Suore di Maria Ausiliatrice,
maestre dell'asilo, i più alti encomii .
Sarebbe di nostro gradimento il riferire qui al-
meno per sommi capi il bel discorso letto dal M .
Rev . Parroco, che trattò acconciamente dell'utilità
degli asili d'infanzia allo scopo di gettare le prime
fondamenta alla buona educazione della gioventù ;
dire altresì della breve e cordiale allocuzione del
l'Ill.mo sig . Sindaco in lode dell' Amministrazione
dell'asilo, delle maestre e dei bimbi ; tessere un e-
logio ancora alla banda musicale del paese, che ral-
legrò l'intrattenimento con armoniose suonate ; ma
non potendoci distendere d'avvantaggio , ci limi-
tiamo a segnalare che, se l'asilo infantile del Ni-
chelino può oggimai contare tra i meglio ordinati,
lo si deve in buona parte al Municipio, il quale
asseconda lo zelo del Parroco, che n'è il presi-
dente, con grande utile del Comune e con vera
soddisfazione delle famiglie .

2.3 Page 13

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STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
Parte seconda .
CAPO XI .
Suggerimento di Urbano Rattazzi - Prime basi di una
società secondo il bisogno e la natura dei tempi -.
Riflessi di D. Bosco e commendatizia di Monsignor
Fransoni.
Per tal modo costituito, l'Oratorio di S . Fran-
cesodiSaltncoeaduzfstive,quano
col ricovero e coll'educazione dei figli del popolo,
dava ogni anno frutti ubertosissimi . Onde avvenne
che molti , conscii ed ammiratori di questo bene
sociale , presero a desiderare che l' opera si per-
petuasse ; quindi di tratto in tratto Sacerdoti e
laici ne facevano parola a D . Bosco . Per aderire
ai desiderii di tante benevole persone , D . Bosco
avrebbe volentieri posto mano a formare una So-
cietà , la quale continuasse quell' opera ; ma il
contegno del Governo in quel tempo gli faceva
giudicare il tentativo come inutile e forse anche
pericoloso . Abbandonato perciò nelle mani di Dio,
egli tirava innanzi, danno a tutti buone parole;
quand'ecco uscire nella stessa proposta il più volte
nominato Urbano Rattazzi . Di quest'uomo appunto,
che insieme col conte Camillo Cavour aveva dato
le prime mosse alla soppressione degli Ordini re-
ligiosi, la divina Sapienza, la quale scherza ognora
nel mordo, ludens coram eo ogni tempore, ludens
in orbe terrarum, pare che abbia voluto servirsi
per trarre da ogni titubanza D . Bosco , e dargli
la spinta a fondare quella Società , che condotta
poscia a termine, per la sua natura e poi suo scopo
doveva supplire a tante altre , state divelte per
mano della rivoluzione . Il fatto è tanto singolare
e pel nostro Oratorio di tanto vantaggio e rilievo,
che ci sembra degno di essere in questo luogo se-
gnalato .
Un giorno adunque del 1857 il ministro Rat-
tazzi ebbe a sè D . Bosco , e dopo essersi con lui
intrattenuto per alcun tempo sull'esito della Lot-
teria, sull'opera degli Oratorii e sul vantaggio, che
il Governo se ne poteva attendere, gli disse presso
a poco queste parole:I- o fo voti che Lei, si-
gnor Don Bosco, viva molti anni alla coltura di
tanti poveri giovanetti ; ma Lei è mortale come
ogni altro, e se venisse a mancare che cosa ne sa-
rebbe dell'opera sua ? Ha Lei già pensato a questo
ca?Eso se vi ha pensato, quale misura intende-
rebbe di adottare per assicurare l'esistenza del suo
Istituto? - A questa uscita inaspettata, D . Bosco
tra il serio ed il faceto rispose : - Per dirle il
vero, Eccellenza, io non fo conto di morire sì pre-
sto, e perciò pensai bensì a procacciarmi qualche
aiutante pel momento, me non per anco al modo
di continuare l' opera degli Oratorii dopo la
mia morte . Ora giacchè Ella me ne fa parola, sa
rei a domandarle alla mia volta, a quale mezzo,
giusta il suo parere , io potrei appigliarmi , per
assicurare la vita a questa istituzione ? - A mio
avviso , -rispoeRatzi.LedovrbScglie
alcuni tra laici ed ecclesiastici di sua confidenza,
formarne come una Società sotto certe norme, im-
beverli del suo spirito , ammaestrarli nel suo si-
stema, affinchè fossero non solo aiutanti, ma con-
tinuatori dell'opera sua dopo la sua dipartita . -
A questo suggerimento, un leggier sorriso sfiorò
le labbra di D . Bosco . Era fatto notorio come il mini-
stro Rattazzi, assecondato da' suoi colleghi , aveva
nel 1854 presentata alla Camera Subalpina, e l'anno
dopo fatto sancire la prima legge di soppressione
delle Congregazioni religiose, esistenti da secoli ne-
gli Stati Sardi ; e quindi a D . Bosco pareva una
stranezza udire quell' uomo istesso a consigliarne
l'istituzione di un'altra . Laonde soggiunse : - Ma
crede la E . V . che sia possibile fondare una co-
tale Società in questi tempi ? Il Governo due anni
sono soppresse parecchie Comunità religiose, e forse
si sta preparando alla estinzione delle rimanenti ,-
e permetterà egli che se ne fondi un'altra non dis-
simile da quelle ? - La legge di soppressione, ri-
prese Rattazzi, io la conosco e ne conosco anche
lo scopo . Essa non Le reca veruno incaglio, purchè
la S . V . instituisca una Società secondo le esi-
genze dei tempi e conforme alla vigente legisla-
zione . - E come sarebbe ? - Sarebbe una Società,
che non abbia l'indole di mano morta, ma di mano
viva ; una Società, in cui ogni membro conservi i
diritti civili, si assoggetti alle leggi dello Stato,
paghi le imposte e via dicendo . In una parola la
nuova Società in faccia al Governo non sarebbe
altro che un'Associazione di liberi cittadini, i quali
si uniscono e vivono insieme ad uno scopo di be-
neficenza.-E Vostra Eccellenza puo Ella assi-
curarmi che il Governo permetta l' istituzione di
una tale Società e la lasci sussistere? - Nessun
Governo Costituzionale e regolare impedirà l' im-
pianto e lo sviluppo di una tale Società, come non
impedisce, anzi promuove lo Società di commer-
cio, d' industria, di cambio , di mutuo soccorso e
simili. Qualsiasi Associazione di liberi cittadini é-
permessa, purchè lo scopo e gli atti suoi non siano
contrarii alle leggi e alle istituzioni dello Stato .
Ebbene, conchiuse D . Bosco, vi rifletterò sopra,
e poichè la E . V . si mostra così benevola verso
di me e de' miei giovanetti , occorrendo mi farò
premura di rivolgermi alla sua saggezza ed au
torità .
Le parole di Rattazzi , riputato in quei giorni
quale un oracolo in materia politica , furono per
D . Bosco come uno sprazzo di luce, che gli fecero
vedere possibile quello, che per la condizione dei
tempi tale ei non credeva . Avendo qualche tempo
innanzi fatta conoscenza coll'abate Antonio Rosmini,
egli ricorreva pur talvolta a lui e all' immediato
suo successore , il P . Giovanni Battista Pagani ;
anzi quest'ultimo aveva fin anco concepita la spe-
ranza che D . Bosco fosse per sottomettere il no-
stro Oratorio all'Istituto della Carità, fondato da
Rosmini alcuni anni prima . Ma dopo la riferita con-
versazione , D . Bosco si diede attorno a formare
una Società distinta, che avesse per iscopo preci-
puo la coltura dei giovani più abbandonati, e ne
gettò le prime basi . Egli cominciò pertanto a for-
molare e a scrivere alcune regole, secondo lo scopo
della Società novella ; ne parlò con alcuni Sacer-

2.4 Page 14

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doti e laici di Torino, che udito di che si trattava
vi diedero volenterosi il proprio nome . Passò indi
a farne cenno ai chierici suoi e ai migliori e più
assennati giovani dell'Oratorio, e in breve si cir-
condò di una dozzina d'individui, sopra cui pare-
vagli di poter fare assegnamento . Ciascuno all'in-
tento di fare del bene ai giovanetti dell' Oratorio
festivo e dell'Ospizio prometteva semplicemente di
obbedire a D . Bosco e di compiere quegli uflizi,
che erano a lui compatibili . Alcuni dei soci di-
moravano a casa loro e si limitavano a prestare
aiuto nell' Oratorio nei giorni di festa , o a fare
scuola serale , o a visitare lungo la settimana i
giovanetti nelle officine , o a cercare un padrone
onesto a quelli, che si trovavano disoccupati o in
luogo di pericolo . Altri invece abitavano stabil-
mente nell' Oratorio stesso , facendo vita comune
con D . Bosco, sempre pronti ai suoi comandi .
Gettate così le fondamenta, D . Bosco s'accorse
ben tosto che, per incalzarvi sopra un edifizio du-
raturo e meritevole della benedizione di Dio, era
necessario ben altro . La Società suggerita dal Rat-
tazzi era un'Associazione prettamente umana . Af-
finché una siffatta Associazione pigliasse florida
vita e ingagliardisse in allora e per l'avvenire oc-
correva inspirarle un soffio celeste . Egli quindi
prese a riflettere e a domandare : - Questa So-
cietà, pur rimanendo civile in faccia al Governo,
non potrebbe assumere altresì la natura di un I-
stituto religioso in faccia a Dio ed alla Chiesa ? -
Non potrebbero i suoi membri essere e liberi cit-
tadini e religiosi ad un tempo ? - Mi pare di sì,
a quel modo che in uno Stato qualsiasi un Catto-
lico può essere e suddito del Re o della Repub-
blica e suddito della Chiesa , fedele ad entrambi
osservando di entrambi le leggi .
Don Bosco non si contentò di fare questì riflessi,
ma ne conferì con persone dotte e pie, e ne trattò
a lungo col savio suo Direttore di spirito, il Sa-
cerdote D . Giuseppe Cafasso . Egli desiderava pure
di tenerne parola con Mons . Luigi Fransoni no-
stro veneratissimo Arcivescovo ; ma non potando
recarsi personalmente a Lione, dove quell'invitto
eroe e splendida gloria della Chiesa viveva tutta-
via in esiglio, gliene scrisse,domanilsu
parere . L' egregio Prelato gradì sommamente il
disegno di D . Bosco, lo animò a mandarlo ad ef-
fetto, e per metterlo sopra una via sicura gli rac-
comandò di recarsi a Roma, a fine di domandare
all'immortale Pontefice Pio IX e consiglio e norme
opportune . Don Bosco accolse di buon grado la
raccomandazione del suo Arcivescovo, il quale sa-
puto poscia che egli sarebbesi portato appiedi del
Vicario di Gesù Cristo, dal luogo del suo esiglio
lo munì di un'ampia Commendatizia . In essa qual-
l'ottimo Pastore rivelava la sua più alta benevo-
lenza verso D . Bosco, ne esaltava la carità e lo
zelo per la buona educazione della gioventù, se-
gnalava il bene religioso e morale, che aveva già
fatto in Torino coll'opera degli Oratorii, e rispet-
tosamente, ma colla più viva istanza pregava il
Santo Padre che gli fosse largo e de' suoi illu-
minati consigli e dell'appoggio della suprema sua
Autorità .
UN MARINAIO A D, BOSCO
e i Salesiani di Payssandù.
Montevideo, 10 Aprile 1883 .
MOLTO REVERENDO PAURE,
Viva Iddio ! Viva la nostra sacrosanta Religione
Cattolica Romana, che tanti illustri campioni, che
tanti benefattori del genere umano ha sempre dato
e dà al mondo, fra i quali con tutta ragione si
annovera ne' tempi presenti il mio tanto amato
Padre in Gesù Cristo !
La relazione che son per dare alla S . V . con-
fermaapuntioqdutcorehspa
detto .
Proveniente da Cadice col legno ove mi trovo
imbarcato in qualità di Pilota o 2 ° Capitano giunsi
a Payssandù nella vigilia del Natale dello scorso
anno . Appena affondate le àncore calai a terra e
drizzai i passi verso una Chiesa molto grande e
bene adorna, la quale ancora molte miglia da lon-
tano, nei molti serpeggiamenti del Rio Uruguay, si
scorge sull'altura di una lunga e piana collinetta,
su cui giace dal lato Ovest la già detta città .
Erano le ore 11 del mattino quando vi giunsi ;
ed entratovi trovai un Sacerdote, che insieme con
molti giovanotti lavorava a pulire , adornare , e
preparare gli altari ed ogni altro occorrente, per
la funzione della seguente notte e del domani .
Mi presentai a lui, e, dopo averlo riverito, en-
trai tosto in discorso delle funzioni del Natale, ed
in seguito domandai se colà vi si fossero trovati
Sacerdoti Salesiani . Restai sorpreso alla inaspet-
tata risposta che n'ebbi, e preso commiato da lui me
ne tornai sul bastimento . Il domani solennità del Na-
tale portatomi nuovamente da lui mi diedi a co-
noscere per Cooperatore Salesiano, mostrando al-
l'uopo il mio diploma ed un bigliettino di augurii,
che da qualche tempo la V . S . ebbe la bontà
d'inviarmi, pel novello anno, e che conservo tut-
tavia qual prezioso gioiello, perche è di sua mano .
Fu allora una vera festa : chiamò gli altri Sale-
siani , che mi fecero le più liete accoglienze e
m'invitarono a pranzo con essi . Non potendo per
quel giorno soddisfare al loro desiderio promisi di
accettare sì onorevole invito il 1° dell'anno, nel
qual giorno realmente mi trovai in mezzo ad essi,
che in tale occasione e in molte altre mi ricol-
marono delle più cordiali gentilezze e furono meco
ospitalissimi, mostrando con ciò un cuore paterno,
un cuore veramente informato alla carità di San
Francesco di Sales, alla carità di Nostro Signore
G . Cristo, che è il fiore della gentilezza .
In seguito io ero da loro tutti i giorni festivi,
ed il nostro discorso raggiravasi sempre intorno
alla persona ed ai fatti di D . Bosco, dell'Oratorio
ed altre cose di Torino . Oh ! come bene si ricordano
de' dolci giorni passati con un Padre tanto buono !
quanto anelano di rivederlo! con quanta venera-
zione ne parlano !
Non posso ommettere di confessare che fra i
tanti Sacerdoti da me conosciuti in varii punti
dall'Uruguay nella dimora che vi ho fatta per quat

2.5 Page 15

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tro mesi, i Salesiani si distinguono fra i più edi- onde si sostengono ed illustrano a vicenda . Dal
ficanti , e lavorano nel loro arduo ministero con
grande zelo ed assiduità. Aggiungo per di più che
Payssandù è oggi una forte piazza dell' Uruguay,
e forse la più bella, la più grande e la più popo
lata ; e quindi eglino vi fanno del gran bene .
Dimando in ultimo di tutto cuore alla S . V . a
voler inserire nel Bollettino Salesiano questa in-
forme, ma cordiale e veritiera relazione, con pre--
ghiera ai Cooperatori che vedendo poco chiare le
mie idee e cattivo lo stile di questa lettera vo-
gliano compatirmi , e riflettere che io sono un
uomo di mare, e i marinari sono per lo più rozzi
compito discorso si dedusse eziandio il bisogno di
seguire apertamente la pura filosofia di S . Tom-
maso e per la intrinseca bontà sua, e perché ac-
concia a porre un argine potente alla colluvie degli
errori moderni , ed anche perché così non solo
desidera, ma vuole il supremo Maestro delle genti .
Dopo di lui sorsero a leggere varii alunni del-
l'una e dell'altra disciplina, e ciascuno espose con
idee chiare e corrette l'argomento assegnatogli a
trattare . I principali soggetti furono : Il posto che
S. Tommaso occupa tra i dotti : San Tommaso
anello di congiunzione nella catena dei santi
ne' loro modi di dire e poco esercitati nello scri- PadriediDotriscolastic •anOzeortibu
vere . Mio scopo si è di dare sfogo al m io animo all'Angelico Dottore : Commento di alcuni punti
riconoscente verso i Salesiani dell' Uruguay, che della mirabile Enciclica AETERNI PATRIS : Voti
come uno di loro mi colmarono di cortesie .
per l'unione di tutte le scuole cattoliche per se-
Fra pochi giorni sarò in viaggio per Filadelfia . condare il nobile impulso dato dal sapientissimo
Dio sa quanto mi toccherà soffrire in alto mare
Pontefice Leone XIII allo studio della pura filo-
prima di giungervi , senza altro conforto che la sofia di S. Tommaso .
lettura di un qualche buon libro . Mi raccomando Negli intervalli delle letture mani maestre sul
alesuprghiedaqueldgiAscrtial'Oper
piano-forte rallegravano l' animo dei convenuti ,
di Maria Ausiliatrice nel corso del prossimom.agio
eseguendo scelti pezzi di musica dei migliori
Il Signore Iddio conceda alla Signoria Vostra maestri .
ancora cento anni di vita, ricolmi delle più se- L' Accademia , che durò ben due ore , venne
gnalate benedizioni, acciocché possa essere di gio- chiusa dalla lettura di un bel madrigale del prof .
vamento e di salvezza eterna por tanti disgraziati D . Giuseppe Pavia, e dal grido unanime di Viva
figli della perdizione, e procurare a molti altri un Leone XIII.
sì caro e santo piacere , quale ho provato io nel Affine poi di attirare sull'Accademia l'aiuto del
Rio della Plata, a più di 6 mila miglia lungi dalla Cielo, il Direttore dell'Oratorio, Sac . D . Giuseppe
mia patria, coll'incontrare i Salesiani, conversare Lazzero , nell' assenza di D . Bosco , domandò al
con essi, ed illuminare e rinfrancare così lo spirito S . Padre la Benedizione Apostolica col seguente
e la mette , offuscati ed oppressi dall' impaccio telegramma : Salesiani, professori e discepoli ,
delle umane cose e dai lunghi viaggi .
raccolti in Accademia ad onore di S. Tommaso,
L' ossequio di tutto cuore, le bacio reverente- ofrnlomagiolS . Padre e implorano A-
mente le mani, e mi dico con tutta stima
postolicaBendizone .
Di V . S . Revma
Sua Santità, cui sta molto a cuore che nei pre-
Obblmo Devmo servitore e figlio in G. C. cetti della vera sapienza e nella nobile filosofia
dell'Angelo delle Scuole sia istruita la gioventù,
CaNNAVALE ANTONIO
quella particolarmente, che è destinata ad essere
Cooperatore Salesiano.
il sale e la luce dai popoli , accolse con sovrana
benevolenza tale ossequio e dimanda, e per mezzo
dell'Em mo Cardinale Segretario di Stato inviava
la seguente preziosissima risposta
ACCADEMIA IN ONORE DI S. TOMMASO D'AQUINO
NELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES .
Direttore Oratorio Salesiano Torino . -
Il Santo Padre nell'aggradire figliale omag-
La mancanza di spazio c' impedi finora di fare gio, resogli daì Salesiani, ha concesso con
parola di un' Accademia in onore di S . Tommaso effusione di cuore la Benedizione Apostolica
d'Aquino, tenuta il 29 di marzo, nell'Oratorio di implorata per l'Accademia, tenuta in onore
S . Francesco di Sales, dagli studenti di filosofia e
di teologia . Ad incoraggiamento allo studio della
sana dottrina ne diamo ora di buon grado un breve
ragguaglio .
La detta Accademia doveva aver luogo con
molta solennità ; ma la morte del compianto Ar-
civescovo di Torino, Mons . Lorenzo Gastaldi, av-
venuta allora di fresco, ci obbligò a ridurla in
forma piuttosto privata . Essa nondimeno ottenne
lo scopo pel quale era ordinata .
Il professore D . Antonio Notario lesse un for-
bito discorso sulla filosofia e teologia cattolica ,
dimostrando il posto che alla filosofia compete
nella teologia, e come l' Angelico meglio di ogni
dell'Angelico Dottore .
L . Card . IACOBINI .
Questa Benedizione e queste benevole parole del
Supremo Gerarca , oltre ad essere state di dolce
conforto ai nostri Accademici, serviranno pure di
ricordo e di eccitamento ai Superiori a conservare
sempre tra di noi nel meritato onore la dottrina
dell'Angelico Dottore, affinchè tutti gli alunni del
Salesiano Istituto, e maestri e discepoli, vi attin-
gano le ricchezze di solida scienza , e si rendano
ognora capaci a scoprire e a confutare gli errori,
che i nemici della Chiesa vanno disseminando con-
tro di essa . É adagio dell'eresia : Togli S . Tom-
altro Dottore seppe unirle in amichevole amplesso, maso e io distruggerò la Chiesa : Tolle Thomam

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et Ecclesiam dissipabo . Questo di certo non è che
una lusinga degli eretici, imperocchè la Chiesa è
indefettibile non già .per S . Tommaso, ma per la
parola di Gesù Cristo Dio . Tuttavia dimostra che
l'errore istesso considera la dottrina e il metodo
di S . Tommaso quale un martello, che lo stritola,
lo polverizza, e lo disperde , e che basterebbe il
solo S . Tommaso per difendere la Chiesa dagli
assalti nemici . Or bene, sarà nostro vanto di es-
sere umili e fedeli seguaci di un tanto Duce , e
per quanto concerne la filosofia e la teologia noi
avremo ognor sacre queste parole delle nostre
C: ostituzioni Il nostro Maestro sarà S. Tommaso .
DISCORSO DI VICTOR UGO
sulla necessità dell' insegnamento religioso .
Nel Senato di Francia siede oggidi un uomo, pel
suo ingegno e pei suoi traviamenti , famoso , vo-
gliamo dire il poeta e romanziere Victor Ugo .
Costui coi suoi libri in prosa ed in poesia , co-
sparsi di errori contra la Reli g ione cattolica e la
sana morale, cooperò disgraziatamente assai a dif-
fondere l' empietà e il mal costume tra il popolo,
e a fare delle grandi rovine in Francia e al di
fuori . Oggi per altro egli pare rinsavito ; onde, fatto
accorto che il disordine sociale ha per causa pre-
cipua la mancanza di Fede, egli rigetta la scuola
laica, come si chiama in Francia la scuola senza
l' insegnamento religioso , e propugna con tutto
l'ardore di un credente la scuola cattolica, vale a
dire l'insegnamento della Religione, dimostrandone
l'assoluta necessità per la felicità dell'uomo .
Su questo argomento egli fece poc'anzi ai Sena-
tori una splendida arringa, la quale merita di essere
conosciuta , perché giova assai a confermarci in
questavriàolnechszaRligones
dà morale educazione ; senza Religione la gioventù,
lafmigaelsocietàvanoidsoluzine .Eco
le sue parole
« Giammai si potrà per colpa mia ingannarsi su
quello che dico, nè su quello che penso .
« Lungi dal voler proscrivere l' insegnamento
religioso ; esso è, notatelo bene, esso è a mio av-
viso più necessario oggi che mai . Quanto più l'uomo
si fa grande tanto più deve credere. Quanto più s'av-
vicina a Dio tanto più deve veder Dio .
« Dovere di tutti chiunque siamo legislatori o
Vescovi, sacerdoti o scrittori , è di spargere, di
dispensare, di prodigare, sotto tutte le forme, tutta
l'energia sociale per combattere e distruggere la
miseria e in pari tempo di far levare tutte le te-
ste al Cielo , di dirigere tutte le anime , di
rivolgere tutte le aspettazioni verso una vita
ulteriore, in cui giustizia sarà fatta e in cui giu-
stizias.:N arDàicemolbnt essuno a-
vrà nè ingiustamente nè inutilmente sofferto! La
morte è una restituzione . La legge del mondo
materiale è l'equilibrio, la legge del mondo mo-
rale è l'equità.
« V' ha una disgrazia ai nostri tempi , direi
quasi non v'è che una disgrazia ; ed è la tendenza
di mettere tutto in questa vita . Nel dare all'uomo
per fine e per segnol:amviter,s
si aggravano tutte le miserie colla negazione che
vi sta a capo ; alla oppressione dei miseri si ag-
giunge il peso insopportabile del nulla ; e di ciò
che non era che la sofferenza, cioè la legge di Dio,
si fa la disperazione cioè la legge dell'inferno! Da
ciò profonde convulsioni sociali .
« Io sono certamente di quelli che vogliono
- e nessuno di quanti mi ascoltano può dubi-
tarne, - io sono di quelli che vogliono non dico
con sincerità, che la parola sarebbe troppo debole,
io voglio con ardore inesprimibile e con tutti i
mezzi possibili migliorare in questa vita la sorte
materiale di coloro che soffrono ; ma il primo dei
miglioramenti è quello di dar loro la speranza .
Oh come diminuiscono le nostre miserie terrene ;
quando ci consola una speranza senza fine!
« Dio si trova alla fine di tutto . Non dímen-
tichiamolo, e insegniamolo a tutti : non vi sarebbe
nessuna dignità a vivere , e questo non ne var-
rebbe la pena, se dovessimo interamente morire!
Ciò che allieva le nostre fatiche , ciò che santi-
fica il lavoro, ciò che rende l'uòmo forte, saggio,
paziente, benevolo, giusto ad un tempo, umile e
grande , degno dell' intelligenza , degno della li- -
berta , è d' avere innanzi a sè la perpetua vi-
sione di un mondo migliore, che brilla attraverso
le tenebre di questa vita .
« In quanto a me , poichè vuole il caso ch'io
parli in questo momento , e che sì gravi parole
escano da una bocca sì poco autorevole , mi sia
permesso di dirlo qui e dichiararlo, - altamente
lo proclamo da questa tribuna - io credo, pro
fondamente credo ad un mondo migliore .
« Esso è per me ben più reale di questa mi--
sera chimera, che noi divoriamo e chiamiamo vita;
esso è del continuo dinanzi ai miei occhi ; ci credo
con tutte le potenze della mia convinzione , e
dopo tante lotte , tanti studi e tante prove, esso
è la suprema consolazione dell'anima mia !
« Io voglio dunque, voglio sinceramente, fer-
mamente, ardentemente, l'insegnamento religioso
della Chiesa, e non l'insegnamento religioso di un
partito . Lo voglio sincero e non ipocrita . Io vo-
glio che abbia per iscopo il Cielo e non la terra! »
AVVISO AI NOSTRI COOPERATORI .
Alcuni si lamentano che venga loro o sospesa
o interrotta la spedizione del Bollettino . Per parte
nostra possiamo assicurarli d' aver radicalmente
rimediato . Pare che la causa provenga d' altra
fonte . Preghiamo quindi i nostri lettori di avvi-
sarci tosto che soffrano interruzione, e, investiga-
tane l'origine, ricorreremo a chi di ragione .
Infine facciamo noto che sono ancora disponi-
bili alcune raccolte del Bollettino con frontespi-
zio ed indice legate in mezza tela e si vendono a
modico prezzo .