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ANNO VIII . N. 2 .
Esce una volta al mese .
FEBBRAIO 1884 .
Direzione nell' Oratorio ,Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO - La benevolenza dell'Arcivescovo di To-
rino, onore e conforto dei Salesiani - Tre preziose
visite del Cardinale Alimonda - La elezione e la in-
coronazione di Leone XIII - Morte di un empio pe-
riodico e proposta di un esempio da imitare - Viaggio
ed arrivo dei Missionarii Salesiani in America - Dal
Brasile - Il Conte Edoardo Arborio Mella - L'Amaz-
zonia - Commemorazione di Silvio Pellico - Elenco
di Cooperatori e Cooperatrici defunti nel 1883 - An-
nunzi .
LA BENEVOLENZA DELL'ARCIVESCOVO DI TORINO
ONORE E CONFORTO DEI SALESIANI.
-Vi hanno nel mondo Personaggi così rag-
guardevoli per dottrina, insigni per dignità
e per virtù venerandi, che di loro benevo-
lenza andrebbe meritamente glorioso qual-
siasi uomo ed ordine di cittadini . Uno di
cotali Personaggi è oggidi senza verun con-
trasto l' Em.S.miog Cardinale Gaetano Ali-
monda . veneratissimo Arcivescovo di Torino ;
ond'è che, quand'Egli prodiga qualche atto
di sua alta benevolenza, la persona o la Co-
m unità, che n'è il fortunato oggetto, se ne
considera per così onorata ed al bene ec-
citata, che l'animo commosso e la più sin-
cera gratitudine più non le permette di non
segnalare quel fatto per uno dei più me-
morandi .
Fra queste persone e Comunità hanno il
diletto di potersi annoverare eziandio i Sale-
siani ed i loro Cooperatori, non già pei me-
riti nostri, ma per la innata bontà di Sua
Eminenza Rev ..ma Per la qual cosa giudi-
chiamo bene di riferire qui alcuni tratti di
sua esimia bontà ;afinchèalconoscerline
esultino altresì i nostri più lontani Confra-
telli , anzi ne godano tutti i Cooperatori e
le,chCopnratigesà
prendono parte alle Opere Salesiane, e le
promuovono colla carità e colla preghiera .
A chi lavora e consacra le sostanze e la
vita unicamente per la gloria di Dio e per
la salute delle anime, non vi ha cosa più
dolce, non vi ha premio tanto ambito in sulla
terra, quanto il vedere che i suoi sacrifizii
e le opere sue riportano l'approvazione dei
rappresentanti del Signore, quali sono il Papa
ed i Vescovi . Allora agli operai evangelici
e a quelli, che ne seguono le pedate e ne
sostengono le braccia, pare di udire dalla
bocca stessa del divin Maestro le parole ,
dirette già a' suoi discepoli : - Ecco che io
sono con voi . Nel mondo sarete angustiati ;
m a abbiate fidanza : io ho vinto il mondo .

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Voi sarete in tristezza ; ma la vostra tri-
stezza si cangierà in gaudio. Voi siete
quelli, che avete continuato a stare meco nelle
mie tribolazioni ; e io dispongo a favor vostro
del regno, come il Padre ne ha disposto a
favor mio . Mirate in su e alzate le vostre
teste ; perché la redenzione vostra è vicina .
Allora come sicuri di raccogliere e non di-
mandava pertanto uno dei nostri allievi a doman-
dare al signor Segretario , se sua Eminenza tro-
vavasi in Episcopio e se fosse in piacer suo di accor-
dargli udienza . Il Cardinale, ciò udito, fece venire a
se l'inviato medesimo e gli disse : - Riferite a Don
Bosco che tra poco gli farò avere la risposta . - Il
giovane ritornato a casa ebbe appena tempo a fare la
sua ambasciata , quando una carrozza si fermava
dinanzi alla porta del nostro Istituto e vi discen-
sperdere, sicuri di correre non a caso ma deva l'Eminentissimo Porporato, il quale con inef-
alla meta, sicuri di combattere ma non per
aria, l'animo si ritempra alla fatica e alle
dure battaglie, e nel colmo stesso della tri-
bolazione esclama coll'Apostolo Paolo : Su-
perabundo gaudio in omni tribulatione .
È questo pure l' effetto , che produce
nel cuore dei Salesiani la benevolenza del
fabile accento disse : - Per fare più presto sono
venuto io stesso a portare la risposta a D . Bosco .
- Come si vede, la prima visita, che ci fece il ve-
neratissimo Arcivescovo, fu affatto improvvisa, ma
condita di tanta bontà, che niuno di noi la dimen-
ticherà giammai . Egli vi giungeva verso le ore
dieci e mezzo, e, recatosi nella camera di D . Bosco,
vi s'interteneva con lui per più di un'ora .
Sommo Pontefice Leone XIII, il quale si è de-
Il Cardinale entrando trovò l'Oratorio in perfetto
gnato di dichiarare che vuol essere non solo silenzio , poiché i giovani parte erano nei labora-
Cooperatore Salesiano, ma Primo Operatore ;
è questo l' effetto , che produce in noi la
benevolenza dei Vescovi d'Italia, di Francia,
di Spagna , della Repubblica Argentina ,
dell'Uruguay e del Brasile, dove presente-
mente lavoriamo ; è questo l'effetto, che pro-
duce in noi la benevolenza dell'Arcivescovo
torii, parte a scuola, ed i superiori intenti ciascuno
alle rispettive occupazioni ; ma, sparsasi in un ba-
leno la voce del suo arrivo, per tutta la casa si
diffuse in pari tempo la esultanza e la vita . Ci dolse
e vero di essere stati colti all'impensata da non po-
tere aver tempo a preparare all'amatissimo e dol-
cissimo Pastore quella esterna accoglienza , che
avremmo desiderato ; ma, come veracemente scrisse
di Torino, allora specialmente quando tale L'Unità Cattolica, non ci perdemmo di animo, poi-
Arcivescovo è il Cardinale Alimonda . Oh!
gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e pace
e conforto e gaudio ai Salesiani de' due E-
misferi .
ché, mentre egli stava a privato colloquio con Don
Basco, tentammo una rivincita . Sacerdoti e chie-
rici si raccolsero tosto a fargli corteggio ; i mu-
I sicoreailorstumeni ;i campanari sali-
rono alle campane ; altri e poi altri diedero di
piglio alle tappezzerie ed alle bandiere, e in breve
i principali balconi della casa ed i passaggi com-
TRE PREZIOSE VISITE
parvero adornati a festa .
Sua Eminenza alle undici e tre quarti, uscendo
DEL CARDINALE ALIMONDA .
dalla camera di D . Bosco ed affacciatasi al balcone,
fu accolta dai fragorosi evviva ed applausi di circa
Accennando i tratti di singolare bontà usatici un migliaio di giovani, dal lieto suono della banda
dall'Eminentissimo Cardinale Alimonda veneratis- musicale e dall'armonioso concerto delle campane
simo Arcivescovo di Torino, noi passiamo qui sotto della chiesa di Maria Ausiliatrice . Alla vista di un
silenzio le parole improntate della più squisita be- popolo di giovanetti, liete speranze della religione
nevolenza, che egli rivolse a D . Bosco, quando a e della società , al risuono delle affettuose e cor-
nome suo e dei Salesiani ei fu ad ossequiarlo nei diali loro voci, allo spettacolo di un apparato al-
primi giorni dopo il suo possesso della Cattedra di
S . Massimo ; tralasciamo pure di segnalare la ca-
ritatevole arrendevolezza, onde poco tempo appresso
lestito come per incanto, l' Eminentissimo Perso-
naggio , tutto cuore e sentimento , fu altamente
commosso . Voleva parlare, ma, impeditone dal suono
accolse la sua domanda di andare a celebrare la dei sacri bronzi, si limitò a queste poche ed amo-
santa Messa della Comunione generale nella chiesa revoli parole : Carissimi figli , vi ringrazio , vi
di S . Giovanni Evangelista nella festa, titolare, il benedico e mi raccomando alle vostre preghiere .
27 dello scorso dicembre, di cui parlammo nel Gli uomini veramente grandi sono sempre umili ,
numero precedente . Qui ci limitiamo a riferire ed umile come un fanciullo è l'Eminentissimo Ali-
tre amorevoli visite, con cui l'illustre Porporato, monda . Tale si appalesò pure in quell'istante, rac-
nel breve intervallo di 15 giorni, si degnò di ono- comandandosi alle preghiere dei poveri fanciulli .
rare le nostre case di Torino, e quanto ci venne Tutti ci prostrammo al suolo, ed egli colla più
dato di vedere e di udire in quelle fauste occa- grande effusione dell'animo invocò sopra del padre
sioni .
e dei figli le benedizioni di Dio .
Dopo ciò il Cardinale Arcivescovo sceso dal bal-
Sua prima visita all' Oratorio.
cone si portava a visitare la nuova tipografia e
varii altri laboratorii annessi, ammirando le nuove
Era il 15 del passato gennaio, e D . Bosco ab- macchine, battezzate ciascuna col nome di un santo,
bisognando di parlare coll'Eminentissimo Principe ed encomiando le opere e gli operai . Disse che più
divisava di recarsi da lui in quel mattino . Egli non si stupiva che l' Oratorio di S . Francesco di

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Salecsa, nella prossima Esposizione nazionale di To-
rino, prendesse posto tra i primi concorrenti, mo-
strando così che religione e pietà si associano in
amichevole armonia colla vera scienza e col non
mendace progresso.
Andato poscia nel Santuario, l'esimio Porporato
trovava nella sacrestia una larga corona di Suore
di Maria Ausiliatrice, venutevi dal vicino loro Isti--
tuto ad ossequiare l'amatissimo Pastore, ed egli le
benedisse lodando il bene che fanno a tante fan
ciulle della città, e mostrando grande soddisfazione
nell' udire da D . Bosco e da D . Cagliero il mol-
tiplicarsi di loro case nell' Europa e nell' America .
Fatta infine fervida preghiera dinanzi alla cara
immagine di Maria Ausiliatrice, Sua Eminenza u-
sciva dal Santuario e sulla piazzetta , gremita di
gente, riceveva nuove dimostrazioni di stima e di
afetonslpiùdamebrlnostIiu,
ma dal popolo accorso .
L' Eminentissimo Principe ripartiva a mezzo-
giorno e trenta minuti, lasciando in noi tutti soavi
ed incancellabili impressioni, e il più vivo desiderio
di rivederlo . Salendo in vettura disse a D . Bosco
- Io credeva di fare loro una improvvisata, ed
essi l'hanno fatta a me . Dio li benedica, come ne
lo prego di cuore .
I nostri giovani artigiani e studenti, che cono-
scevano il nuovo Arcivescovo solamente per fama,
erano fuori di sé per entusiasmo e andavano escla-
mando : - Come è buono ! E proprio vero quello,
che dicono tutti . E quando ritornerà tra noi?
Il Cardinale nel Collegio-Liceo di Valsalice.
Il giorno 24 dello stesso mese l'avventurata sorte
della preziosa visita del Cardinale Alimonda toc-
cava al nostro Collegio di Valsalice . Sanno i no-
stri Cooperatori che detto Collegio trovasi a' piedi
della collina di Torino a 10 minuti dal ponte di
ferro . Ha per iscopo la educazione dei giovani di
nobili o signorili famiglie . ed il suo insegnamento,
impartito da rinomati professori, abbraccia il corso
elementare, ginnasiale e liceale, non che più altri
rami di scienza libera, secondo il desiderio dei ge-
nitori .
Noi qui lasciamo la parola alla benemerita Unità
Cattolica, la quale nel suo numero 23, di sabato
26 gennaio, ne pubblicava in proposito un bell'ar-
ticoletto, dicendo lo scopo della festa e notando più
cose, degne di particolare memoria .
« Nel Collegio di Valsalice, diretto dal chiarissimo
salesiano dottor Francesia, così l'egregio giornale,
giovedì passato celebravasi una doppia festa : l'una re-
ligiosa, ed era quella di S . Francesco di Sales, anti-
cipata alcuni giorni, per dar luogo alla solennissima
che martedì, 29, si celebrerà nell'Oratorio di D . Bo-
sco ; l'altra letteraria, per onorare il giovane conte
Bonifacio Donato, il quale, durante il corso scola-
stico, si segnalò per istudio e condotta, e veniva
salutato principe , ed il suo ritratto esposto nel-
l'.aAuepdrincfstlCoegi
degnò prendere parte il nostro Eminent .mAo rcive-
scovo il Cardinale Alimonda, che tanto ama la gio-
ventù e favorisce i buoni studi e la cristiana edu-
zione . E coll'Arcivescovo nostro interveniva pure
Monsignor Manacorda , Vescovo di Fossano, alla
cui diocesi appartiene il principe Bonifacio Donato .
» La sua premiazione ebbe luogo tra il concorso
di molti altri ragguardevoli personaggi, quanti po-
tevane capire la sala . Fu preceduta da alcuni ele-
ganti e spontanei versi martelliani letti dal diret-
tore Francesia, che salutavano il nostro Cardinale
ed esponevano la ragione della festa . Poi , alcuni
degli alunni, appartenenti a tutte le classi del Col-
legio, dissero bellissime poesie in italiano, in latino,
in greco ed anche in dialetto piemontese, per fe-
steggiare il compagno e ringraziare il Vescovo ed
il Cardinale, che si erano degnati di onorare quella
solennità . Lo zio del principe Bonifacio Donato lesse
pure una canzone ad un tempo elegante e commo-
ventissima , dando i più salutari ammonimenti al
diletto nipote, che usciva dal Collegio per entrare
nel mondo, dove tanti pericoli corre la gioventù .
Ed ai versi poi succedettero i discorsi, l'uno del
Vescovo di Fossano, l' altro del nostro Cardinale
Alimonda .
» Monsignor Manacorda disse che la festa era
tutta fossanese, perché dedicata ad un suo figlio, e
ben a ragione si gloriò di avere figli come il Bo-
nifacio Donato ; ed in quella che lodavalo assai per
la sua passata condotta, raccomandavagli di per-
severare nello studio e nella virtù . Parlò di noi
il nostro Eminentissimo Arcivescovo con una feli-
cissima improvvisazione . In mezzo ai tanti dolori
della vita, disse che si gustavano pur talora su-
blimi consolazioni , ed una di queste egli assapo-
rava in quel momento , vedendosi in mezzo a sì
cari giovani, che, spinti dal doppio e nobile sen-
timento dell'ammirazione e dell' emulazione, cele-
bravano il loro compagno, la sua virtù ed il suo
sapere . Donde trasse argomento per definire che
cosa dovesse essere il giovanetto in un collegio .
» Nella mente ricchissima del nostro venerato
Pastore le idee nascono sempre nuove e belle . A-
vendo famigliarissime le Sante Scritture, trae da
queste i suoi concetti, ed egli trovò il tipo del
giovinetto in collegio nel salmo 67°, dove è detto
di benedire nelle adunanze Iddio Signore : In ec-
clesiis benedicite Deo . Ivi, soggiunge il Salmista,
è il piccolo Beniamino rapito fuori di sè : Ibi Be-
niamin adolescentulus in mentis excessu .
» Ed il Cardinale Alimonda commentò bellamente
quelle parole in mentis excessu . Il giovinetto deve
darsi tutto a Dio e restare rapito in lui ; dee con-
sacrarsi tutto allo studio, e smettere in certo modo
la sua natura fanciullesca . Beniamino adolescen-
tulus si dimostra già uomo fatto nella virtù e nello
studio, in mentis excessu . Così avea fatto il gio-
vine che si salutava ed onorava qual principe, ed
i compagni doveano emularne gli illustri esempi .
» Le quali cose, dette con quella spontaneità e
nobile semplicità che sono proprio del nostro Car-
dinale, furono udite con somma edificazione ed am-
mirazione, e, salutato riverentemente da tutti, egli
andò in cappella, ed impartì la solenne triplice be-
nedizione di Gesù Cristo in Sacramento . . .

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Terza visita del Cardinale
idella Festa di San Francesco di Sales .
Ma giorno tra ogni altro di purissima gioia ed im-
peritura memoria fu e sarà per noi il 29 dello scorso
gennaio, festa del dottore s . Francesco di Sales, no-
stro glorioso Patrono . L'Eminentissimo Alimonda
ebbe la incomparabile bontà di venirlo a passare
quasi intieramente nel nostro Istituto . Colla ve-
neranda sua persona, nella chiesa di Maria Ausi-
liatrice, egli rese splendidissime le sacre funzioni
del mattino e della sera ; si degnò di fermarsi a
modesto pranzo con noi ; udì con paterna compia-
cenza la lettura di varii componimenti in versi e in
prosa ; mostrò di rallegrarsi dei concerti della mu-
sica ; assistette nella sera ad una breve rappre-
sentazione data dai nostri giovanetti, godendo ed
encomiando la loro abilità nella recita ; ammirò in-
fine la illuminazione preparata nel cortile ad onore
di s . Francesco e ad onor suo ; ci procurò insomma
una festa così bella, una soddisfazione così squisita,
che la penna è inetta ad esprimere . Don Bosco e
parecchi de'suoi primi allievi parvero ringiovanire .
Loro sembrava essere ritornati a quei beati giorni,
quando avevano la bella sorte di vedersi onorati
dalla presenza dell'Arcivescovo Luigi Fransoni, al-
trettanto amorevole verso i fanciulli dell'Oratorio
e verso la gioventù in generale, quanto coraggioso
ed intrepido nei suoi doveri contro i nemici di Dio
e della religione . Quell'illustre Prelato, quell'eroe
della Chiesa, quella vittima gloriosa del suo uffi
zio pastorale, che tanto ci amava e che fin nel suo
lungo esiglio non lasciò mai di beneficarci e pro--
teggerci , avrà in quel giorno certamente sorriso
a noi dal Cielo ed esultato nel vedere un suo degno
Successore, e pur suo concittadino genovese, a ricer-
care le sue antiche pedate e a prendere viscere di
padre verso un Istituto, che ebbe il suo comincia-
mento ed il suo primo sviluppo sotto le ali di sua
benevolenza, al chiarore dei suoi consigli, all' ar-
dore de' suoi affetti .
Ragione vuole adunque che noi prendiamo qui
nota, almeno per sommi capi, delle cose principali
avvenute tra noi in quel dì, e le presentiamo ai
Cooperatori e alle Cooperatrici ed ai nostri più lon-
tani Confratelli per loro edificazione e conforto .
Invito alla festa e funzioni del mattino .
Essendo la prima volta che si aveva il bene di
celebrare , nella chiesa di Maria Ausiliatrice , la
festa di s . Francesco di Sales coll' intervento di
un Arcivescovo di Torino e con un Arcivescovo
Cardinale, era nostro vivo desiderio che con noi
vi prendessero parte eziandio i molti Cooperatori
e le Cooperatrici della città, che consideriamo come
membri di nostra famiglia . Per la qual cosa alcuni
giorni prima D . Bosco ne faceva loro invito per
mezzo di lettera cosi concepita
Benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici
di S . Francesco di Sales,
Martedì prossimo, 29 del corrente gennaio, cele-
breremo con pompa solenne la festa del glorioso
nostro Patrono s . Francesco di Sales, nella chiesa
di Maria SS . Ausiliatrice in Valdocco .
Quest'anno la solennità riuscirà molto splendida,
perché Sua Eminenza Rev .m a , il Signor Cardinale
Gaetano Alimonda nostro veneratissimo Arcive-
scovo, ha l'alta degnazione di darle lustro colla sua
presenza, e assisterà pontificalmente alla Messa so-
lenne .
E pertanto mio vivo desiderio che i Cooperatori
Salesiani e le Cooperatrici prendano parte coi mem-
bri dell'Istituto alle sacre funzioni del mattino e
della sera, affinché onoriamo il nostro santo ed a-
mabile Patrono nel miglior modo possibile, e con
tal mezzo ne otteniamo più facilmente la valida
protezione sopra di noi e sopra le opere nostre ,
alla maggior gloria di Dio e alla salute delle anime .
Ricordo che qualsiasi fedele confessato e comu-
nicato può in quel giorno guadagnare la Indul-
genza Plenaria, visitando la Chiesa di Maria Au-
siliatrice e pregandovi secondo la intenzione del
Sommo Pontefice .
Nella fiducia che la vostra pietà vorrà prendere
in benevola considerazione il presente invito, prego
Dio che spanda sopra di tutti le sue grazie più
elette, mentre ho l'onore di professarmi
Delle SS . VV . Benemerite
Torino, 25 gennaio 1884 .
Obbl .mo Servitore
Sac . GIOVANNI Bosco .
Questo invito venne preso appunto in considera-
zione, e il nostro desiderio fu appagato appieno ; im-
perocchè, non ostante che la festa cadesse in giorno
feriale , tuttavia il numero dei fedeli accorsi alle
sacre funzioni fu così grande specialmente nella sera,
da eguagliare quello delle maggiori solennità del-
l'anno, so ne togli la festa di Maria Ausiliatrice
del 24 maggio .
Alle 7 del mattino celebrò la Messa della Co-
munità e della Comunione generale il M . Rev . Ca-
nonico Agostino Richelmy , il quale prima di co-
minciare la distribuzione del Pane degli Angeli
disse un sermoncino così bello ed affettuoso , che
pareva di udire un Angelo a parlare del suo Dio .
Egli espose brevemente le tre risoluzioni, che formò
s . Francesco di Sales, quando celebrò la sua prima
Messa . La prima, di fare tutte le azioni della gior-
nata come in preparazione alla celebrazione della
Santa Messa , in modo da poter dire con verità
a chi gli avesse chiesto ragione della sua condotta
Io mi preparo a celebrare la Messa . La seconda, di
salire ogni volta all' altare colle medesime dispo-
sizioni, colle quali avrebbe voluto trovarsi alla morte
e nell'atto di comparire dinanzi a Cristo giudice .
La terza, di unirsi intieramente a Gesù, col racco-
glimento dell' amore e coll' imitazione de' suoi
esempi, cercando di rendersi in tutto simile a Lui,
e vivendo come Egli vive . Le parole del pio cele-
brante furono come scintille cadute dal Cielo, e
destarono in ogni cuore ben fatto un incendio di
amore . La Comunione fu numerosa e divota .
All' altare di San Pietro era esposto un nuovo
quadro di s . Francesco di Sales , dipinto dal si-
gnor G . Rollini, già allievo dell' Oratorio, ed ora

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pittore rinomato . L'amabile figura del Santo atti-
rava colà gli sguardi dei fedeli e gli invitava ad
effondervi le loro preghiere ; ed ivi pure vennero
a celebrarvi il santo Sacrifizio della Messa molti
Sacerdoti della città .
Intanto il suono delle campane avendo richia-
mato i fedeli in chiesa per la Messa solenne , si
avvicinava il momento, in cui doveva giungere a noi
l' Eminentissimo Cardinale Arcivescovo . Egli nel
mattino aveva celebrato Messa e distribuita la Co-
munione nella chiesa di S . Chiara, onorando così
e rallegrando di sua presenza le religiose della Vi-
sitazione, le piissime figlie di s . Francesco di Sa-
les ; ed ora si recava alla nostra chiesa e al no-
stro Istituto, che dallo stesso Santo prende il nome,
per renderci partecipi del medesimo onore e della
medesima allegrezza .
Esatto in ogni cosa egli, giusta la parola data,
alle ore 10 1/4 già si trovava alla porta del San-
tuario di Maria Ausiliatrice . La gran Cappa , di
cui andava adorno, imprimeva a tutta la sua per-
sona un'aria di maestà veneranda, e rapiva all'am-
micrhaezfounldtipo,
la chiesa assisteva rispettosamente alla sua discesa
ed al suo passaggio . L'esimio Prelato entrava nel
luogo santo circondato dal clero dell'Oratorio, e
ricevuto dal suono dell'organo e dal canto dei mu-
si.cAleor10/2giàstrovaulctedra
vestito degli abiti pontificali, per assistere alla Messa
solenne, che veniva cantata dal M . R . D . Giuseppe
Reviglio, parroco del Nichelino . Facevano da as-
si. tenaSuEmzRev ma il Canonico Fran-
cseoMlinardCoicarlMzodea
Ro;e. cdaArinlRev mo Canonico Mon-
signor Stanislao Gazzelli di Rossana, uno dei quat-
tro Provicarii generali . I musici eseguirono abil-
mente la Messa del maestro Cherubini ; onde possiamo
asserire con tutta verità che la religiosa funzione
del mattino e per la maestà delle sacre cerimonie,
e per le candide voci dei giovani musici, e per le
soavi armonie dell' organo riuscì delle più divote
e commoventi .
Terminata la Messa poco prima del mezzodì ,
l'Eminentissimo Principe usciva di chiesa e per la
sacrestia entrava nell' Istituto , accolto dal suono
della banda musicale e da più centinaia di giovani,
che non si saziavano di applaudirlo ed acclamarlo.
Il pranzo.
D . Bosco, stimando quel giorno uno dei più belli
per l'Oratorio di S . Francesco di Sales, invitò a
pranzo parecchi benefattori delle sue opere, sia per
fare larga ed onorevole corona all' Eminentissimo
Ospite, sia per dare loro un segno di sua profonda
gratitudine . Egli avrebbe voluto estendere i suoi
inviti a moltissimi altri, ma dovette limitarli ad una
quarantina, per non avere una sala adatta, capace
di contenerne di più . Tra i presenti vedevansi il co-
lonnello Carlo Rocca, priore della festa, e tre Provi-
carii generali, vale a dire il prelodato Mons . Stanislao
Gazzelli, Canonico della Cattedrale, Mons . Domenico
Cumino, Curato della Madonna del Carmine, e Mon-
signor Giuseppe Re, Canonico del Corpus Domini .
La tavola fu provvista dalla carità dei benefat-
tori e delle benefattrici . Non solo da Torino e da
varii luoghi d'Italia, ma fin dalla Francia ci ven-
nero i doni .
In sul levare delle mense cominciarono la lettura
di varii componimenti all'Eminentissimo Porporato,
le affettuose parlate ed i musicali concenti . Un
giovinetto lesse un bell'inno, che posto in note mu-
sicali dal nostro maestro Giuseppe Dogliani venne
poscia eseguito da un coro di fanciulli . Portava
questa dedica : - A Sua Em.za il Cardinale Gaetano
Alimonda, loro veneratissimo Arcivescovo, ap-
plaudono concordi D . Bosco e suoi figli, lieti di ac-
cogliere nell' Oratorio, nel dì della festa del loro
Patrono, Chi è vivo esempio della sapienza, della
mansuetudine e della carità operosa di s . Fran-
cesco di Sales . - Al primo subentrò un secondo
allievo e declamò un concettoso sonetto . Il buon
fanciullo, terminatane la lettura, inchinato il Car-
dinale, se ne partiva, senza consegnargli il foglio ;
ma Sua Eminenza graziosamente lo chiamò e -
Dammi, gli disse, quello che hai letto ; questa poe-
sia adesso è mia . - Il dottore D . Francesia leg-
geva un brindisi in versi martelliani, ed inneggiava
al Cardinale
Della supe rba Genova apostolo e figliuolo
Soave, insieme immobile siccome il vecchio molo .
Che come lungo secolo sul Po fosse vissuto
A celebrar sue glorie più nessun labbro è muto .
- Il colonnello Rocca fece un brindisi da buon
soldato ; disse che aveva accettato la carica di
Priore della festa pel timore che rifiutandola
D . Bosco , generale dell' armata Salesiana , lo
sottoponesse ad un Consiglio di guerra ; che
non essendo oratore finiva il suo brindisi a passo
di carica , invitando tutti a bere alla salute del
Principe Cardinale Alimonda e del generale Don
Bosco, facendo voti a Dio ed a Maria Ausiliatrice,
che su questa terra accordino al Principe ed al
generale tutte le felicità e prosperità che deside-
rano, ma che pel bene della diocesi e delle schiere
Salesiane il posto già loro preparato in Cielo va-
dano ambidue ad occuparlo il più tardi possibile .
- Mons . Alessandro Buffa da Sezzé zelante Coo-
peratore diresse egli pure a Sua Eminenza alcune
parole di felicitazione in nome di tutti i Coopera-
tori Salesiani - Sorse anche Don Bosco, e indi-
cando la corona d'invitati, sacerdoti e laici, notò
che tutti erano benemeriti delle nostre istituzioni,
affezionati a Sua Eminenza, attaccatissimi al Santo
Padre Leone XIII, e pronti per la religione cat-
tolica di sacrificare anche la vita . Ringraziava l'E-
minentissimo della bontà usata ai Salesiani ed ai
giovanetti loro affidati, proponeva un evviva a lui e
al Santo Padre . Poscia in tono faceto invitava tutti
i presenti a pranzo con lui pel mese di giugno del
1891, quando avrebbe celebrata la sua Messa cin-
quantenaria . A questo invito l'Eminentissimo dol-
cemente sorrise, e disse che tutti lo dovevano ac-
cettare senz'altro, e fare del loro meglio per non
mancare, ed esortava a trovarvisi specialmente
D . Bosco , che doveva fare la parta princi-
pale . - Entrava finalmente in scena il lepido
poeta Carlo Gastini, capo legatore, il quale dopo
aver narrato come fanciullo di 10 anni, orfano ed

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abbandonato, era stato raccolto da Don Bosco e
messo all'onore del mondo, passò, con prose e con
versi or latini, ora italiani ed or piemontesi, ad
esprimere i più svariati concetti in lode del Car-
dinale, che a quei voli e precipizi non poteva frenare
il riso, ed ammirava l'abilità del prosaico poeta,
compiacendosi soprattutto del suo buon cuore .
Erano le 3 1/4, e Sua Eminenza abbisognando
di un breve respiro usciva in carrozza dall'Orato-
rio, ritornandovi dopo un'ora, per impartire la be-
nedizione e passare con noi il resto della giornata .
Funzioni della sera .
Ale31/2sicantaronoiVespriinmusica ;dopi
quali il M. R . Canon . Stanislao Venck pronunziò un
elegante discorso in lode di s . Francesco di Sales,
dimostrandolo un eroe di mansuetudine . Bella fu
soprattutto ed affettuosa la preghiera, con la quale .
sulla fine l'oratore rivolto al Santo ne implorò la
protezione sopra il Capo dell'archidiocesi torinese,
sopra il Superiore dell'Oratorio e sopra i suoi al-
lievi, specialmente sopra i Missionarii Salesiani, i
quali emulando l' apostolico zelo del Santo loro
Patrono fanno fiorire oggidì le virtù cristiane tra
le selvagge tribù della Patagonia .
Finito il discorso, l'Eminentissimo Porporato cir-
condato da numeroso clero procedette all' altare .
Questo era sfarzosamente apparato e così ricco di
lumi, che colpiva gli sguardi e rapiva l'anima al-
l'ammirazione . Nella funzione doveva compiere l'uf-
fizio di Archidiacono, come nel mattino, il prelodato
Mons . Can . Gazzelli Pro-vicario generale, quando
poco prima di vestire le sacre paramenta questi si
presenta a D . Bosco e lo prega di volernelo sosti-
tuire, dicendogli che Sua Eminenza desiderava
di vederselo a' suoi fianchi . A queste parole Don
Bosco, sebbene stentasse a camminare e a salire
i gradini dell' altare, pure accondiscese di tutto
buon grado, lietissimo di stare allato dell'Eminen-
tissimo in quell'atto solenne .
I musici, cantato da prima il mottetto , Quasi
arcus , in onore di s . Francesco , appena esposto
il Santissimo Sacramento eseguirono il Tantum
Ergo, detto della Immacolata Concezione, composto
dal Teol . Giovanni Cagliero, e Sua Eminenza im-
partiva col Venerabile la trina benedizione ad un
popolo divoto e numeroso, in gran parte formato
da Cooperatori Salesiani .
Dato il bacio alla sacra reliquia e deposti gli
abiti pontificali , l' Eminentissimo rientrò nel-
l'Istituto . Salito sul balcone e volti gli occhi sopra
tante teste di giovanetti vispi ed allegri egli provò
un senso di alta compiacenza ; quindi fe' loro cenno
che si avvicinassero, e invocato l'aiuto del Signore
li benedisse con quell'affetto, onde il divin Reden-
tore benediceva ai fanciulli della Palestina , che
nelle sue divine peregrinazioni gli facevano deli-
ziosa corona .
Il teatrino .
Intanto Sua Eminenza, accolto benignamente la
domanda di D . Bosco di assistere al teatrino dei
nostri giovanetti, ritiravasi in apposita camera a
recitare il divino uffizio . In quel frattempo i gio-
vani artigiani e studenti si raccolsero nel salone a
ciò destinato, e gli attori si prepararono a recitare
una moralissima commediola in 3 atti , intitolata
Antonio , scritta da uno dei nostri sacerdoti di .
nome D . Bongiovanni, già chiamato all' eternità .
Verso le ore 6 , ogni cosa essendo in pronto, il
veneratissimo Arcivescovo accompagnato da Don
Bosco aveva l'alta degnazione di ascendere le no-
stre povere scale e andarsi assidere in mezzo ad
un migliaio di giovanetti, che al vederlo spuntare
eruppero in grida di entusiastica gioia . Non mai
i loro giovanili trattenimenti erano stati cotanto
onorati, non mai il nostro modesto teatrino aveva
avuto tra i suoi spettatori un personaggio così no-
bile e così venerando . La presenza dell' inclito
Prelato ci ricordava l' Evangelista san Giovanni,
il prediletto discepolo del Signore , che pren-
deva sollievo dalle apostoliche fatiche ricreandosi
talora con una pernice, e ci faceva intendere che
la più sincera pietà non è punto schiva dei tra-
stulli, quando sono onesti e morali .
Il soggetto rappresentava una delle più veridiche
scene di famiglia . Un figlio di genitori contadini,
collocato in collegio a Torino, pervertito da mali
compagni, erasene fuggito e menava con essi vita
scioperata . Il padre avvertitone ne va in cerca e
lo trova in una casa di bagordi . Accortosi di es-
sere cercato dal padre ei si finge caduto malato
in quel luogo ; uno dei compagni la fa da medico,
l'altrosidàpelpadronedicas,unterzosidice
il bidello del collegio, mandato dal direttore a chie-
dere notizie dell' infermo . Ma il padre al bel co-
lorito del figlio, al tasto dei polsi regolari e tran-
quilli, alla vista delle bottiglie vuotate , rimaste
sui tavolo, conosce la farsa e con parole ispirate
dal più caldo affetto tenta di far rinsavire il figlio .
Udendo questo a difendere ed impiccolire il suo
fallo, con poca o niuna speranza di ravvedimento,
il padre addolorato cangia repentinamente conte-
gno . Si porta nel ghetto degli Ebrei, depone i ru-
vidi panni di povero contadino, si veste da dame-
rino, e comincia a frequentare come il figlio i caffè
e gli alberghi della città, spendendo e spandendo
danari come un prodigo ; anzi scrive a quei di casa
che vendano i pochi stabili posseduti in paese e ven-
gano con lui a scialarla in Torino . A questo improv-
viso mutamento di scena il figlio viene in sospetto
che il dolore abbia fatto dare volta al cervello del po-
vero padre, lo compiange , si pente dei suoi tra-
scorsi, rimprovera i cattivi compagni come causa
di una tanta sua disgrazia, li detesta, li scaccia da sé,
e nella speranza che un sincero ravvedimento possa
ancora guarire il genitore ne tenta la prova ; quindi
gli si getta ai piedi e cogli occhi bagnati di la-
grime e colle parole più amorevoli gli dimanda
perdono, e gli promette di essere per l' avvenire
la sua consolazione . La commedia finisce colla con-
versione del figlio e col ritorno della gioia nella
già desolata famiglia . Tutto questo esposto con arte
e vivacità produsse negli spettatori un effetto mi-
rabile . Gli intervalli tra un atto e l'altro furono
rallegrati dalle sinfonie della banda musicale e dal
canto di due cori, l'uno dei Prigionieri di Edim-
burgo, l'altro dei Matti nel Columella . I giovani

1.7 Page 7

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attori ed i musici, dalla presenza dell' Eminentis- a pregare Iddio che ce lo conservi per molti anni
simo Porporato animati, superarono se stessi, riscuo- ancora, e gli conceda di poter proseguire a governare
tendo generali applausi .
con sapienza e con fortezza la sbattuta navicella di
Alle ore 8 il trattenimento era terminato . Il Pietro, e di guidarla con mano sicura tra gli spu-
signor Cardinale sceso nel cortile per montare in manti marosi , che da ogni parte la flagellano .
carrozza fu colpito ancora dalla splendida lumina- Gli scrittori del Bollettino, i Salesiani e il loro
ria a varii colori . Un piano del balcone portava Capo hanno prove certissime che i Cooperatori sono
questa iscrizione formata da lumi : Viva s . Fran- attaccatissimi al Papa e lo venerano e lo amano
cesco di Sales ; e nell'altro piano si mirava l'im- come il Supremo Rappresentante di Gesù Cristo in
magine del Santo circondata da più giri di lumi
sulla terra . Tuttavia non possiamo in questa oc-
e queste parole : Viva Sua Eminenza, il Cardi- casione ommettere di ricordar loro l' alto dovere
nale Gaetano Alimonda, nostro veneratissimo Ar- che a tutti incombe di serbarglisi fedeli fin anco nei
civescovo .
più aspri cimenti , e di adoperarci secondo le pro-
Uomo di anìmo tenerissimo l'Eminentissimo Prin- prie forze a rendere tali tutti i nostri cari, figli
cipe, partendo dall' Oratorio per ritornare nel-. e figlie, domestici e serve, ogni persona insomma,
l' Episcopio, disse : - Ogni momento di questo che nello spirituale o nel temporale da noi dipenda .
gior n o fu per me una gioia ed un trionfo . - E Sì, fedeltà al Papa, amore al Papa, ubbidienza,
noi con più forte ragione diciamo alla nostra volta ossequio e venerazione al Papa ; fedeltà , amore ,
- La benevolenza del Cardinale Alimonda, Arci- obbedienza, ossequio e venerazione sino alla morte .
vescovo di Torino, dove sorge la Casa-madre dei Furono questi i caratteri dei veri cattolici di tutti
Salesiani, è nostra splendida gloria, è nostro grande i tempi ; devono essere queste le divise dei Sale-
conforto a lavorare coraggiosamente nella vigna del siani e dei loro Cooperatori, specialmente in questi
Signore ; è e sarà di forte stimolo ai nostri bene- giorni, in cui, come testé lamentava il Vicario di
fatoriadarcilamanoneleoperintrapres ;e
Gesù Cristo, alcuni figli della Chiesa sconoscenti
ispirerà una delle più belle pagine allo storico ed ingrati, con arti maligne e scritti indegni, la
del nostro Oratorio .
colpa dei mali, che deploriamo, vorrebbero rove-
sciare sulla madre loro, che acerbamente ne sof-
ferse e ne soffre, anziché su coloro, che mirarono
solo ad offenderla ed avvilirla .
I Ci piace di confortare le nostre esortazioni col
riferire qui una pagina immortale dell'Eminentis-
simo Cardinale Alimonda, tolta dalla stupenda sua
Conferenza sullo stabilimento storico del Papato .
Premesso che Enrico VIII re apostata d' Inghil-
terra aveva imprigionato nella torre insanguinata
di Londra il suo Cancelliere Tommaso Moro, per-
chè erasi rifiutato di rinnegare la supremazia spi-
rituale del Papa nella Gran Bretagna, il sommo
oratore prosegue ad esporre la incrollabile fedeltà
del grande uomo di Stato, e scrive così
« La porta del carcere stride su i cardini rug-
gi,s;enotarpduliafgr
di donna . È piangente, scarmigliata ; trascina due
fanciullini per mano, si butta a' suoi piedi e grida
Tommaso, Tommaso! Chi e costei, o Signori? È
la moglie del Cancelliere . Ella ha un duro uffizio
a compiere , non parla se non che indettata dal
troppo amore e dalla estrema pietà, e raccomanda
al consorte di cedere.Vceadriqustofgli,
LA ELEZIONE E LA INCORONAZIONE
e palpitanti figli! te ne supplicano . Vedi me,
Tommaso ! perdendo te, che sarebbe di noi , se-
DI LEONE XIII .
gnati a dito dalla gente , orfani e abbandonati ?
Grida ella ; e i lamenti e le lacrime afforzano le
Due giorni di sempre soave rimembranza sono il 20 parole .
del corrente febbraio e il 3 del prossimo marzo , » Cedere, moglie mia? risponde Tommaso, vez-
il primo dei quali anniversario della elezione al zeggiando mestamente i due fanciulli . Cedere ?
Sommo Pontificato di Papa Leone XIII, e il se- Ubbidire dunque al re e rinnegare il Sommo Pon-
condo, di sua incoronazione .
tefice ? Ma, posto che questo si faccia, di me che
Noi esortiamo i nostri Cooperatori e le nostre
sarà ? Quanto io potrò durare ancora nel mondo ?
Cooperatrici a voler contraddistinguere questi due » Tommaso , un venti anni. Tu sei robusto e
anniversarii col ringraziare Iddio di aver concesso florido... esclama la tramortita, incolorando le
le Somme Chiavi e cinto il capo della corona pon- guance a un po' di speranza . Venti anni puoi vi-
tificale ad un personaggio di tanti meriti e di sì vere tuttavia .
alta dottrina, il quale da 6 anni tiene in ammira-
Ebbene, ripiglia il venerando, di vivere an-
zione il mondo universo . Li esortiamo soprattutto cor venti anni, e vivere traditore della mia fede,

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a me non basta . Vorresti che io cambiassi l'eter-
nità con venti anni? E sì dicendo, bacia in fronte
i figliuoli, stringe a questi le mani e alla moglie ;
ed accomiata la querula comitiva .
Usciamo pur noi con la moglie e i figliuoli di
Tommaso Moro, usciamo dalla scellerata stanza che
lo racchiude : fermiamoci nello spazzo vicino , su
la piattaforma della torre , e attendiamo . È il 6
luglio del 1535 , il giorno che la Chiesa celebra
l' ottava di san Pietro, il Principe degli Apostoli :
qui s'innalza un patibolo e qui è menato dai car-
nefici il prigioniero . Nel sopraggiungere, allo sbocco
dell'ultimo cortile, egli si trova fra' piedi un in-
gombro di donzella inginocchiata , coperta in un
zendado nero, la quale gli afferra la mano bacian-
dola di gran forza, e mette uno strillo : Ah pa-
dre ! . . . È Margherita, la dolce figlia , la pupilla
degli occhi suoi . Tommaso la benedice e passa .
L'onda del popolo è traboccata qui dentro, lagrime
e singulti vengono su di ogni bocca . Ma su la bocca
di lui è un cantico , maestoso e tranquillo, come
ha bella e pacifica la coscienza ; egli canta il Mi-
serere ; egli, salito il palco, aringa il popolo sot-
tostante in pro della Chiesa cattolica , lo vuol te-
stimone che egli muore per la primazia di san
Pietro . Udite? La sua testa, mozza dal carnefice
e raccolta da Margherita, favella ancora . »
Il grande oratore soggiunge queste parole, che
noi terminando volgiamo ai nostri Cooperatori : -
«L. 'esmpiodglrsucita la turba degli imi-
tatori e traccia ad essi le norme dell' operazione .
Ecco dunque , amici miei, quanto dalla storia di
Tommaso Moro ci è dato imparare . »
MORTE DI UN EMPIO PERIODICO
e proposta di un esempio da imitare .
Or fa un anno noi pubblicavamo nel Bollettino
di Febbraio un articolo intitolato : Gesù Cristo
nostro Dio e nostro Re, lette con avidità dai Coo-
peratori e dalle Cooperatrici, e fatto da loro leg-
gere ai loro conoscenti ed amici . Uscito poscia in
librettino a parte , encomiato ed annunziato da
molti giornali cattolici , esso venne sparso prima
gratuitamente , indi a modico prezzo non solo in
Torino, ma in ogni paese d'Italia . Se ne smercia-
rono non meno di duecento mila copie, lette da
più milioni di persone .
Lo scopo di quell' articolo era di eccitare i
fedeli a rendere un contraccambio di onore e di
amore al Verbo Incarnato, al Figliuolo di Dio fatto
uomo, per ricompensarlo in qualche modo dell' odio
satanico, onde alcuni disgraziati a Torino, in onta
al 1 ° articolo dello Statuto , in onta a tanti mi-
lioni di cattolici , facevano strazio del suo Nome
e della sua Divinità per mezzo di un foglio scel-
lerato, che avevano per soprappiù la baldanza d'in-
titolare : Gesù Cristo . I buoni ci hanno assecon-
dati ; in tutte le parti si promossero pubbliche
riparazioni, alle pubbliche si aggiunsero le private,
e così se un branco d' indemoniati bestemmiavano
Iddio, moltissimi cori di anime elette gli cantavano
in ogni angolo dell' Italia inni di amore e gli gri-
davano osanna .
Nè questo fu il solo effetto ottenuto nel corso
dell' anno . Nell' anniversario di quella pubblica-
zione, e di quell' appello alla pietà cattolica , noi
siamo in grado di dare ai Cooperatori una notizia,
che riuscirà loro molto gradita . L' empio giornale,
che col suo titolo e colle sue bestemmie ci aveva
suggerito il prelodato articolo , fu costretto a
mutar nome , perchè trovossi senza lettori . Egli
cominciava bestemmiando Gesù Cristo, proseguiva
maledicendo alla Chiesa ed ai Papi, e moriva mi-
nacciando la gogna , ossia il laccio e la berlina ,
ai librai , perchè si sono dimenticati delle note
reiteratamente loro spedite dall' amministrazione,
e gridando : Il non pagarci è un vero furto .
Imbecilli ! Colle loro bestemmie sono riusciti a
fa,c.rhseidnolvutabors
No, l' empietà non ha mai giovato ad alcuno .
Ma quantunque oggimai più non vi sia empio
giornale, che prenda a suo titolo e faccia ripetere
dagli strilloni quel Nome Santissimo, a cui pie-
gano riverenti le ginocchia il Cielo, la terra e gli
abissi , tuttavia non ne mancano di quelli , che
continuano a profondere bestemmie e a propinare
il veleno di sacrileghe dottrine . Per la qual cosa
noi dobbiamo continuare le nostre riparazioni pri-
vate e pubbliche . Spuntino sovente sul nostro
labbro quelle giaculatorie cotanto famigliari al
nostro s . Francesco di Sales : Viva Gesù . Io amo
Gesù . Viva Gesù, che io amo . Io amo Gesù, che
vive e regna nei secoli dei secoli .
Crediamo pregio dell' opera proporre ai Coope-
ratori e alle Cooperatrici l' esempio dei loro Con-
fratelli e Consorelle di una parrocchia della diocesi
di Verona , e lo facciamo col riferire una breve
letterina, che abbiano ricevuto solo poc' anzi, colla
quale poniamo fine al presente articoletto .
Lobia di Sambonifacio, 27 Gennaio 1881 .
REV .MO SIG . D . Bosco,
Ho il piacere di annunziarle che per opera dei
Cooperatori e specialmente delle Cooperatrici, che
stanno sotto la mia direzione , in forza dell' arti-
colo : Gesù Cristo, nostro Dio e nostro Re, è già
diffuso in quasi tutti questi abitanti il consigliato
saluto di riparazione : Sia lodato Gesù Cristo -
Nostro Dio e Nostro Re : saluto che viene ormai
usato privatamente e pubblicamente . La prima
volta si credette di usarlo in pubblica chiesa in
una Comunione generale, che si fece in riparazione
delle bestemmie. Desiderano queste anime ripara-
trici di non essere le sole, che abbiano seguito e
fatoseguirdlpocnsigldeauto
come sopra . Iddio benedica tutti gli sforzi dei
buoni e principalmente di Lei, amat .mo D . Bosco .
D . LUIGI SIMONCELLI Curato .
NB . Chi volesse proseguire a spandere fra il
popolo il librettino accennato, si rivolga alla Lì-
breria Salesiana , e lo avrà col tenue prezzo di
L . 2,50 per ogni 100 copie o L . 20 per ogni mille,
franco di posta .

1.9 Page 9

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VIAGGIO ED ARRIVO
dei Missionarii Salesiani in America .
Verso la metà dello scorso gennaio Don Bosco
riceveva dai Missionarii ultimamente partiti per
l'America la lettera seguente , che ci affrettiamo
di pubblicare, per dare ai Cooperatori contezza del
loro felice viaggio .
Buenos Ayres, 11 dicembre 1883 .
CARISSIMO E VENERATISSIMO D. Bosco,
Siam giunti felicemente alla nostra seconda pa-
tria , l'America , e ci sentiamo in dovere di gri-
dare una volta di più : Viva Maria , la nostra
Madre Ausiliatrice! Essa fu che ci ottenne da Dio un
viaggio così felice, che il migliore non potevasi de-
siderare . Essa fu che ne diede sempre , ad ecce-
zione di un giorno, il conforto della Comunione e
del santo Sacrifizio della Messa .
E impossibile non ravvisare il soccorso di Maria
in questa nostra traversata dell'Oceano . Partimmo
dal Santuario di Maria Ausiliatrice in giorno di
sabbato ed arrivammo a questo porto di Buenos
AP.i yorMetas,idchSm n
sab-
bato eziandio, e, quel che più monta, in un sabbato
in cui facevasi dagli Americani la chiusura del
Mese Mariano , in un sabbato sacro a Maria SS .
Immacolata, la quale, come nota il nostro calen-
dario, è la Patrona universale dell'America . Non
pare egli adunque che queste felici coincidenze stiano
lì a gridarci all'orecchio : O Salesiani, o figli di
Maria Ausiliatrice , se potete vantare un viaggio
così fortunato, è in grazia di questa santa Madre
di Dio, che vi protegge ?
Eccole adesso in poche parole le altre partico-
larità della nostra, dirò piuttosto, passeggiata che
non viaggio da S . Vincenzo fino a Buenos Aires .
Ogni domenica si penetrava tra la folla di gente,
che trovavasi in terza classe, e le Suore da una parte
e i Salesiani dall' altra facevamo il catechismo in
tre lingue, francese, spagnuola ed italiana . Ad onor
del vero, i passeggieri non solo non impedivano il
catechismo dei piccoli , ma ci aiutavano a racco-
glierli, anzi non pochi di loro pendevano eziandio
dal nostro labbro .
Quella poi, che destava l' ammirazione univer-
sale,rMdelaomnic,helbravsi
sopra coperta . Il signor Lemaitre, questo Coman-
dante così divoto, che conserva a bordo il suo libro
di pietà e pregiasi di tenere appeso al suo let-
ticciuolo , che a me cedette, una bella immagine
di Maria Immacolata , preparava egli stesso l'oc-
corrente per la Messa, e, facendosi aiutare dal buon
Commissario L . Godichaud, riduceva ad una specie
di cappella il luogo, dove celebrar dovevasi l'au-
gusto Sacrifizio . L'altare era collocato in modo che
tutti i mille e cinquecento abitatori del Bearn po-
tevano vedere il Sacerdote celebrante, e quasi tutti
potevano udire le soavi melodie, che le nostre Suore
cantavano accompagnate sull'harmonium . Era in-
somma tale uno spettacolo che da tutti dicevasi
Che peccato non poterne ritrarre una fotografia !
Quattro giorni dopo di aver toccato l' isola di
S . Vincenzo giugnemmo alla linea equatoriale , e
fuvvi grande festa, rallegrata sempre dall'egregio
Comandante, che cantò a meraviglia in una onesta
serenata che si diede . La festa fu pei nuovi Mis-
sionari tanto più bella in quanto che fin dalle
prime ore del giorno seppero che il Comandante
non li assoggetterebbe al battesimo, prescritto da
non so qual rituale oceanico . Infatti sin da buon
mattino mi si presentava un messo del Lemaitre,
che dicevami con aria festevole:Ilcomandtei
manda a significarle che arrivò testè il corriere tar-
taro con questo plico (conteneva il grande foglio che
le inchiudo) . Lo apro tosto, e trovo che il Coman-
dante aveva lasciato l'incarico di battezzarci a Pa-
dre Tropico (il quale sempre, ma specialmente sotto
la linea , battezza troppo volentieri gli amici che
lo visitano, facendoli sudare da capo a piedi), anzi
ci concedeva ampio diritto di battezzare altri .
Passata la linea, noi vedemmo ben presto l'isola
Fernando Roronha, detta la Siberia Brasiliana,
perchè il Governo del Brasile vi rinchiude i pri-
gionieri, obbligandoli a coltivare quel terreno fer-
tile sì, ma soggetto ad una temperatura estrema-
mente calda . Quest' isola ci offrì un panorama
bellissimo, ed i suoi tunnels o trafori naturali, che
lasciano vedere l'oceano dall' una all'altra parte,
e i suoi picchi altissimi e strani, ricordano le pit-
toresche vedute di Monserrat in Catalogna .
Sempre col vento in poppa fummo sino alle porte
di Rio Janeiro, dove ci contentammo di veder da
lungi Nictheroy . Sospirammo di visitare i nostri
buoni fratelli , ma invano, perchè dovemmo riti-
rarci ben tosto, e prendere nuovamente il largo
nel mare a cagione della febbre gialla, che infie-
risce in Rio Janeiro e incute spavento a tutti .
Dopo Rio ci venne a visitare e ci schiaffeggiò-
ben bene la prora per circa tre giorni il vento
Pampero, che è un vento torte, freddo e bizzarro,
e guai ai passeggieri quando soffia .
Ma esso non c'impedì il cammino ; ed eccoci nel
porto di Montevideo . Era la vigilia dell'Immaco-
lata, e credevamo di poter passare almeno un'oretta
beata coi nostri carissimi fratelli di Colon . Vane
speranze ! Montevideo tiene commercio aperto con
Rio Janeiro . Buenos Aires non vuole, perchè Rio
è infetta , ma Montevideo non obbedisce ; perciò
Buenos Aires per impedire l'importazione del ma-
lore manda nel porto di Montevideo una fregata
col generale Brovver, il quale co' suoi canoni, con
due enne, tiene certe ragioni convincentissime . Quindi
è che Montevideo è obbligata a fare quarantena nel
porto di Buenos Aires, se vuol entrare in questa
città . Per la qual cosa noi, che non siamo amici
delle quarantene, ci contentammo di salutar Mon-
tevideo rispettosamente senza toccarle la mano e
ci partimmo tosto, arrivando a Buenos Aires, come
le dissi in principio , precisamente il di dell' Im-
macolata, verso sera, quando cento razzi risplen-
denti annunziavano sulla spiaggia la gran festa, che
gli Americani facevano alla loro celeste Patrona .
Mi riesce proprio impossibile descriverle la cor-
dialità, con cui non solo i Salesiani, ma i Coopera-
tori vennero a riceverci a bordo, al molo e alle porte
del nostro Collegio . I giovani poi, avvisati da
qualcuno per mezzo del telefono . ci erano corsi

1.10 Page 10

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all'incontro, e rompendo le file troppo importune
per la loro ansia febbrile di rivederci, sollevando
un polverio indescrivibile per lo spazio di due iso-
lati, ci si precipitarono intorno e colla musica stru-
mentale e con strepitosi applausi ci accompagna-
rono nella Chiesa parrocchiale, preparata a festa .
Ivi cantossi il Te Deum e rinnovavasi parte della
scena commoventissima, che successe costì in To-
rino, quando lasciammo il Santuario di Maria Au-
siliatrice e D . Bosco .
Adesso , o carissimo Padre in G . C . , abbia la
bontà di aiutarci a ringraziare il Signore e la sua
Madre SS . del buon viaggio e di tanti altri favori,
che ci hanno concesso . Anzi se le fosse possibile,
dica a tutti i Cooperatori che noi li ringraziamo nuo-
vamente di quanto hanno fatto per noi ; ringra-
ziamo anche quel venerando Sacerdote francese, di
cui ignoriamo il nome, il quale pochi minuti prima
che il vapore salpasse da Marsiglia corse ad of-
frirci, con una commozione straordinaria, tanti bei
campanelli pel servizio della s . Messa . Ci sembrò
che ei fosse inspirato, perchè di campanelli difet-
tavamo tanto qui in America, anzi a bordo non se
ne aveva neppur uno . Oh ! quanto sarà buono il Si-
gnore, se trovasi tanta bontà nelle sue creature .
- Dunque grazie a tutti, cominciando da Dio sino
all'ultima delle persone, che ci aiutò per amor suo .
Tutti mi lasciano di riverirla e di raccoman-
darli alle sue preghiere . Sì, carissimo D . Bosco ;
preghi per noi e ci benedica, affinchè Salesiani e
Suore, possiamo tutti perseverare nel santo propo-
sito di amare e far amare il Signore su questa
terra, e procacciarci in tal modo una splendida co-
rona in Cielo . Colla più viva effusione del cuore
mi dico
Suo affez.mo figlio in G. C.
Sac . GIACOMO COSTAMAGNA .
DAL BRASILE .
Nictheroy, 15 dicembre 1883 .
AMAT .MO E REV:MO PADRE IN G . C .,
Siamo nel mese di Dicembre, ultimo dell' anno .
Sarebbe una mancanza imperdonabile la mia , se
lasciassi passare questa bella occasione senza ester-
narle l' affetto, che io e tutti i Confratelli della
nuova casa di Nictheroy sentiamo per lei, nostro
amatissimo Padre in Gesù Cristo . Ah ! lungi da
noi tale ingratitudine . Noi l' amiamo di un amore
vivissimo , e riconosciamo in lei il nostro più
sincero amico, il nostro Padre più amante . Uniti
di cuore e di mente con tutti i nostri Confratelli,
ci presentiamo a lei per augurarle dal Cielo ogni
più eletta benedizione . Voglia Iddio esaudire le
preci di tutti i suoi figli ! voglia accogliere beni-
gno i voti, che dal più profondo del nostro cuore
emettiamo per la sua prosperìtà !
Da molto tempo desiderava di scriverle per
darle relazione dei nostri lavori e delle nostre
imprese in questi ultimi mesi, ma non mi fu mai
possibile per la molteplicità delle occupazioni . Ap-
profitto ora dell' occasione per dirle in complesso
le cose più importanti .
Il nostro amat .mo e Rev .mo Mons . Vescovo ,
o per meglio dire il nostro secondo padre, perchè
tale è di fatto per noi, arrivò in diocesi nei primi
giorni di Settembre . Egli aveva dovuto assentarsi
per alcuni mesi da Rio Janeiro, per ristorare la
sua malferma salute , e perciò noi non avevamo
ancora avuto la fortuna di vederlo dopo il nostro
arrivo a Nictheroy . Appena giunto, sua prima cura
fu di mandarci a chiamare tutti , perchè tutti
voleva abbracciare e benedire , e noi obbedienti
alla sua voce gli ci presentammo insieme col no-
stro amato Ispettore D . Lasagna . Descrivere l' e-
sultanza di questo buon Pastore nel vedere così
compiti i più ardenti desiderii del suo cuore non
è dato alla mia povera penna . Le basti sapere che
egli ci accolse con tutte quelle dimostrazioni d' af-
fetto, con tutta quella espansione del cuore, onde
il più tenero padre riceverebbe un figlio da molto
tempo non più veduto ed abbracciato . Era fuori di
sé per il piacere e per la consolazione che provava
in quel, momento, e ricordando le parole di una
poesia, che gli veniva letta all'Oratorio in Torino
nel 1877, andava ripetendo : Adesso va bene, sì, a-
desso i figli tuoi, o D . Bosco, sono i figli miei .
Il degno Prelato si diede poi subito attorno per
provvederci i mezzi, a fine di cominciare l'opera no-
stra in vantaggio della gioventù abbandonata . Col
suo concorso e con quello di varie altre persone be-
nemerite , specialmente del clero,noiabm
potuto mettere mano ad una fabbrica . La casa
che trovammo al nostro arrivo era assai piccola,
capace appena di ricoverare noi, e quindi si do-
vette pensare ad ingrandirla ed aumentarla . Pre-
sentemente si trova quasi finito un salone di 20
metri di lunghezza per 7 di larghezza, e speriamo
poter inaugurare le scuole per il principio dell'anno .
Non creda però, amatissimo Padre, che durante
questo tempo non siasi fatto altra cosa che assi-
stere ai lavoratori della nuova fabbrica , perché
oltre l' attendere allo studio della lingua portoghese
abbiamo pure cominciato ad istruire varii gio-
vani esterni , i quali per povertà non potevano
frequentare altre scuole . Così pure nostra prima
cura fu aprire un Oratorio festivo, per raccogliere
i ragazzi nella Domenica , far loro un poco di
catechismo, condurli alla Messa, e così aiutarli a
passare il giorno del Signore lontani da ogni pe-
ricolo dell' anima e del corpo . Speriamo di potere
aumentare tra breve il numero dei giovani , e
nello stesso tempo accrescere il bene morale e
religioso, di cui tanto abbisogna questo paese .
Per ora siamo ben contenti di aver potuto fare
quel tanto che le ho detto, e lo saremmo assai più
se non ci trovassimo così lontani da tutti i nostri
Confratelli, vuoi d' Italia, vuoi della Repubblica Ar-
gentina e dell' Uruguay . La casa a noi più vicina è
quella di Colon, la quale tuttavia dista da noi più
di mille chilometri . Ah ! se si potesse aprire una
casa di Salesiani in S . Paolo ! Il Vescovo di quella
diocesi lo desidera molto , ed ella , amatissimo
Padre , dalla lettera che le scrisse D . Lasagna
avrà potuto vedere il bisogno e la convenienza di
secondare i santi desiderii di quel zelante Pastore .
Lasciando poi a parte tutto il resto , per noi di
Nictheroy sarebbe una vera provvidenza : potremmo

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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aiutarci a vicenda per gli esercizi spirituali , per
il personale, pei consigli e via dicendo . Invece
così separati come siamo non possiamo aiutarci in
nulla, e restiamo interamente abbandonati a noi
stessi . Ascolti adunque, amatissimo Padre, le voci
.del Vescovo di S . Paolo e di D . Lasagna e di
altri ; ascolti ancora le preghiere di questi suoi
figli di Nictheroy , e venga in nostro soccorso .
Grandissimo è il bene che i Salesiani possono fare
nel Brasile , e noi che siamo sul luogo proviamo
vivo dolore nel vederci insufficienti per mancanza
di personale . Speriamo nella divina Provvidenza
e nella bontà di lei, speriamo che non tarderà il
giorno , in cui si apra la seconda casa Salesiana
nel Brasile .
Ma è tempo che finisca questa mia ; finisco ri-
facendomi dal principio ed augurandole buon fine
e buon capo d' anno . Probabilmente questa let-
tera non arriverà a Torino, se non dopo la festa
dell' Epifania ; ma questo non toglie che noi le
possiamo desiderare buone feste del S . Natale e
buon fine dell' anno presente . Iddio vede il cuore
ed esaudirà i nostri voti prima che questa mia
giunga in Europa .
Ci benedica tutti ; amatissimo Padre , e preghi
per noi Maria Ausiliatrice , che ci assista nelle
nostre imprese, e ci aiuti ad essere suoi veri
devoti e propagatori della gloria del suo divin
Figliuolo Gesù per tutto il tempo della nostra
vita . Estenda ancora gli augurii e le felicitazioni
a tutti gli altri Superiori, specialmente a D . Rua,
non che a tutte quelle caritatevoli persone, Coo-
peratori e Cooperatrici , che sono i canali della
Divina Bontà a vantaggio delle nostre Missioni .
Mi creda infine quale mi professo
Di V . S . Rev .ma
Dev .mo figlio in G. e M.
Sac . MICHELE BORGHINO .
IL CONTE EDOARDO ARBORIO MELLA.
Il Conte Edoardo Arborio Mella, la cui morte
annunziammo nel Bollettino precedente, fu una vera
gloria della patria, fu un grande nostro benefat-
tore . Per la qual cosa sensi di stima e dovere di
gratitudine esigono che ne diamo qui alcuni cenni
biografici , affinchè meglio lo conoscano e lo am-
mirino i Cooperatori presenti, ed ancor ne rimanga
memoria presso i Cooperatori futuri .
Nacque egli in Vercelli il 18 Novembre 1808
dal Conte Carlo Emanuele e dalla signora Vittoria
dei Conti di Gattinara di Zubiena . Studiò da prima
privatamente sotto gli occhi dei virtuosi suoi
genitori , che fin dagli anni più teneri gli ìnstil-
larono il santo timore di Dio, statogli di poi
compagno per tutta la vita . Nel 1820 entrò nel
Collegio-Convitto del Carmine in Torino, dove in
quel tempo il fiore della nobiltà piemontese col-
locava i proprii figliuoli sotto la savia direzione
dei Padri Gesuiti. Dotato di squisito ingegno si
segnalò tra i suoi condiscepoli specialmente nella
scienza matematica , e ne uscì dopo 7 anni ricco
la mente di utili cognizioni, e formato il cuore a
sode e religiose virtù .
Ritornato in seno alla famiglia coltivò con amore
la musica, che gli permetteva di stare da solo o
con pochi e scelti amici . Si compiacque altresì
della storia naturale , e fece molte collezioni di
varie sorta di farfalle e di uccelli, che collocava
in tali pose e movenze, da dimostrarsi fin d'allora
abile artista . Sono pure oltremodo lodate certe
figure di cavalli e cavalieri da lui intagliate in
carta con grande maestria . Al disegno poi era
portato come per istinto ; quindi vi si applicava
con ardore, scolpiva, intagliava, lavorava al tor-
nio con incredibile passione . In questi lavori di-
venne in breve così destro , che trovava poscia
dei difetti in tutte le opere consimili, onde diffi-
cilmente gli artisti riuscivano a soddisfarlo .
Fu allora che il giovane Conte concepì il pen-
siero di rendersi utile alla classe degli operai
coll' istruirli , e renderli perfetti ciascuno nella
propria arte . Col consenso del genitore egli invitò
in casa sua parecchi giovani operai della città, e
in ore ad essi più comode prese a farsi loro mae-
stro . Vivono tuttora alcuni de' suoi primi disce-
poli, i quali ricordano con riconoscenza ed affetto
la premura, con cui il nobile Conte li raccoglieva
di buon mattino e loro rivelava i segreti di ogni
bell' arte . Mosso dallo stesso sentimento egli pro .
mosse in appresso l' insegnamento gratuito del
disegno , e col concorso di 40 azionisti vercellesi
ottenne che se ne aprisse la scuola , dalla quale
per generoso lascito del Conte Arborio di Gatti-
nara uno degli azionisti nacque più tardi l' Istituto
di Belle Arti , che esiste tuttora e che onora
altamente la città di Vercelli . Di tale opera il
Conte Mella fu in tutta la vita molto benemerito,
e gli alunni e professori gliene esternarono sempre
viva gratitudine .
Nè solo con questi mezzi il giovane Conte cer-
cava di fare del bene al prossimo , ma eziandio
col lavorare dì propria mano . Nemico implacabile
dell' ozio fu visto più volte in tempo di ricreazione
tutto intento a mettere insieme ritagli di lana e
di fioretto, che servire dovevano a fare calze pei
poverelli .
L' anno 1834, mentre il nobile uomo occupava
così bene il tempo e l' ingegno , conduceva in
moglie Adelaide, figlia del Conte Alessandro Ol-
giati, la quale nel 1839 rapita da morte precoce
lasciavalo vedovo con tre figliuoletti . Il Conte
sopportò la grave sciagura con cristiana rassegna-
zione , e decise di consacrare il resto della sua,
vita alla educazione della prole e al decoro della
religione .
In appresso collocati i figliuoli in collegio di
sani principii religiosi e morali, egli si dedicò in-
tieramente allo studio dell' architettura antica,
nella quale acquistò una perizia più unica che rara .
Fu suo intento precipuo di restituire alle sue vive
sorgenti l' architettura cristiana del Medio Evo ,
e riporla nel suo antico splendore . A questo fine
egli si approfondì nello studio delle norme, a cui
s'informavano i principali monumenti di quell' arte
nei suoi tempi più felici ; confortò questo studio

2.2 Page 12

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con una vasta dottrina archeologica ; e riuscì a tivo ; il restauro e la ricostruzione parziale della
sviscerarne i più reconditi segreti e a rinnovarne Cattedrale di Alba Pompeia di stile gotico , ed
i miracoli nei tempi nostri .
altri consimili lavori in Albenga e in Monticelli
Nèeglisicontentòdiatingerelecognizioni
d' Ongina presso Piacenza . Dopo il 1870 il Conte
daMi elilbrli daeglicaorchmitpetitièpiù irinolmatai v, omariintrad- el Duomo di Alessandria,
prese viaggi per varie parti di Europa, a fine di del Duomo di Chieri e della Chiesa del Sacro
esaminare di presenza i monumenti più celebri , Cuore di Gesù in Torino, quantunque di quest' ul-
che avevano resistito alle ingiurie dei tempi e ai tima rinunziasse di poi alla paternità per non
colpi dei barbari , sottoponendosi per questo a
fatiche ed a pericoli indicibili . Venendo a conoscere
che in questo o in quell' altro sito sorgeva una chie sa
vetusta od altro edifizio medioevale, l' intelligente
architetto colà si dirigeva . Egli vi andava il più
delle volte a piedi, vestito alla buona, con alcuni
pani e alquanto cacio nella valigia, con un bordone
in mano , salendo e calando colline e montagne ,
traghettando fiumi e torrenti, traversando valli e
essersi eseguito in ogni parte il suo disegno .
L' ultima delle sue opere fu la nostra Chiesa di
S . Giovanni Evangelista, alla quale, come presago
che sarebbe stata l' ultimo suo lavoro, attese con
tanto amore, da renderla quale fulgida corona della-
artistica sua carriera .
Passiamo sotto silenzio più altre opere , a cui
l'egregio gentiluomo sempre si arrendeva con bene-
volenza appena richiesto, e notiamo che mentre si
foreste come il più modesto dei mortali . Avendo applicava ai mentovati lavori e curava che venissero
una volta smarrita la via si presentò in una casa eseguiti colla maggiore perfezione dell'arte, egli at-
per domandare il giusto cammino ; ma vistolo in
poveri arnesi ed avutolo per un mendico, andate
andate, gli fu tosto detto, non abbiamo nulla da
darvi . Giunto sul luogo , ei si poneva a copiare
colla matita , notando su appositi fogli questa e
quell'altra bellezza artistica, e dimenticando per-
sino il suo nutrimento . Ebbe più volte degli incontri
tendeva eziandio a scrivere e a dare in luce trattati di
geometria e di architettura, e monografie o descri-
zioni di monumenti medioevali della più grande
importanza . Degni di particolare menzione sono : E-
lementi di architettura archi-acuta o gotica ; ed
Elementi di architettura romano-bizantina, detta
lombarda .
poco gradevoli, e due fiate, nella Svizzera e nell'Ita- Non è quindi a maravigliare che il Conte Mella
lia, preso per una spia tedesca, dovette brigare non riscuotesse dai sapienti i più alti encomii, e rice-
poco per farsi riconoscere ed ottenere la libertà .
Fornito a dovizia della scienza dell' arte sua
prediltaConEdrcmiòadrnesgio
primieramente nei restauri dei più venerandi mo-
numenti del Piemonte , indi nei disegni di nuove
costruzioni di stile gotico primitivo, gotico poste-
riore, romanico, romano-lombardo, basilicale-lom-
vesse ben 17 onorificenze . Tra questi si annoverano
il diploma di cittadinanza delle città di Alba , di
Casale e di Ventimiglia ; la patente di aggrega
zione a membro straordinario della Società Prussiana
e di antiquaria detta del Basso Reno ; il decreto
di nomina a membro della commissione conserva--
trice dei monumenti e delle opere d' arte della
bardo e simili . Egli fu a questo riguardo la provincia di Novara ; la Croce da commendatore
provvidenza dei tempi nostri ; ìmperocchè tutto dell' Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro ; la no-
quello che faceva per la Chiesa il ricco patrizio mina a membro onorario di più Società ed Acca-
lo prestava gratuitamente , per a more dell' arte, demie di archeologia e di belle arti, come quella
e, direm meglio, per amore di Dio e della religione . di Torino , di Milano , di Como , di Urbino , di
Troppo lungo sarebbe l' annoverare per singolo Aosta .
tutti i sacri edifizi o restaurati sotto la sua intel- Ma l'onorificenza, che l'illustre gentiluomo più
ligente direzione , od innalzati dalle fondamenta di ogni altra apprezzava, era quella della Croce dello
secondo i suoi mirabili disegni . Basti l' accennare sperone d'oro di S . Silvestro, concessagli dall'immor-
qui per sommi capi alcune delle opere da lui tale Pio IX con Breve del 22 Giugno 1875 ; imperoc-
compiute dal 1800 al 1880 . Opere sue sono il chè il Conte Mella, cattolico puro e schietto, alla
restauro del Duomo di Casale Monferrato di stile più vasta dottrina, congiungeva i sensi della più
romanico, e della chiesa parrocchiale di Rosignano esimia pietà . Egli praticava la religione senza ri-
ds;ituoelprgcnaioe
spetto umano, ed osservava le leggi della Chiesa
Chiesa cattolica di Berghen in Norvegia di stile con tale esattezza , da mostrarsi modello ai più
romano-lombardo ; i riattamenti e decorazione della esemplari . Basti in prova il fatto seguente . Nel
Cattedrale di Susa di stile romanico ; la ricostru- mese di Dicembre dell' anno decorso il Conte fu
zione della parrocchiali di Torgnon (Aosta) di stile per l' ultima volta a Torino , quando un venerdì
gotico posteriore, della parrocchiale di Gressan di capitò al nostro Istituto per l'ora del pranzo . Nel
gotico primitivo ; opere sue i restauri della parroc- presentarsi a D . Bosco egli disse : - Sono venuto
chiale di Mirabello Monferrato di maniera bramante- all'Oratorio per due ragioni : l'una per rivederla;
sca, e della Edicola di S . Chiaffredo nella Cattedrale
l'altra perchè oggi è venerdì, e all'albergo avrei
di Saluzzo della maniera medesima . Sono pure temuto di non trovare cibi di magro . - Così quel
opere sue il coro, l' altare maggiore e l' assesta- virtuosissimo cristiano . E si badi che in quel tempo
mento della cripta della Cattedrale di Acqui di egli già sentivasi affetto da quella malattia , che
genere latino e stile romanico ; la Chiesa della il mese dopo lo conduceva alla tomba!
MadonadelSufragioanesal'OspizodiS .Zita
Il buon servo di Dio per altro vide approssimarsi
in Torino di stile basilicale-lombardo con matroneo la fine de' suoi giorni, con animo lieto e con fronte
o tribuna per le donne ; il restauro dalla Chiesa serena . Egli provava grande consolazione pensando
di S . Francesco in Vercelli di stile gotico primi- soprattutto che aveva consacrato buona parte di

2.3 Page 13

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sua vita a restaurare e innalzare Chiese al divìn
culto, e perciò con illimitata confidenza andava
dicendo : - Mi sono adoperato a preparare in
questa terra molte case al Signore, e nutro fidu-
cia che Egli nella sua misericordia ne avrà pre-
parata una per me in paradiso . - Ed era ben
fondata la sua speranza, poichè Dio medesimo disse
per chi doveva innalzargli il tempio di Gerusa-
lemme : Egli edificherà una casa al mio nome, ed
io gli stabilirò un trono sempiterno Ipse aedi fi-
cabit domum nomini meo , et stabiliam thronum
regni eius usque in sempiternum (1) . Or qual trono
non avrà mai preparato il generosissimo Iddio all'in-
signe nostro architetto, che non uno, ma più templi
gli innalzò durante sua vita? Egli moriva il
giorno 8 dello scorso gennaio munito di tutti i
conforti religiosi, e la sua fu veramente la morte
del giusto .
Ecco in breve chi fu il Conte Edoardo Mella ;
ecco l'uomo che hanno perduto le Belle Arti ; ecco
massimamente la gran perdita, che fece l'architet-
tura cristiana e il culto cattolico ; perdita irre-
parabile .
La città di Vercelli sopra ogni altra si addolorò
della morte di un figlio, che giustamente ella sti-
mava come una delle sue glorie più belle , e ne
diede prova nei suoi funerali, a cui presero parte gli
uomini più eminenti . Ogni ordine di cittadini, quale
in una, quale in un' altra maniera concorse a tribu-
tare al compianto patrizio gli ultimi onori, a spar-
gere un fiore sopra la sua tomba, esternando tutti
in quanta stima lo avessero, e quanto alletto gli
portassero .
I Salesiani alla loro volta e i Cooperatori oltre
la stima devono professare al Conte Mella profonda
gratitudine ; imperocchè verrebbe meno lo spazio
prima che potessimo enumerare quanto egli fece
per la Chiesa di S . Giovanni Evangelista . Egli ne
diede il disegno , ne curò la perfetta esecuzione,
ci soccorse de' suoi illuminati consigli in varie que-
stioni intricatissime, e tutto questo senza preten-
dere retribuzione alcuna per l'opera sua e per le
spese che fare doveva . Uomo davvero incomparabile!
Oh ! il buon Dio , che toglie a sè uomini siffatti
per premiarli in Cielo, si degni di suscitarne degli
altri a sollievo delle umane miserie, a decoro della
religione, a gloria del suo divin nome .
Nutriamo la più grande fiducia che l'anima di
questo insigne benefattore sia a quest'ora già stata
ricevuta in gloria . Tuttavia a titolo di riconoscenza
abbiamo risoluto di celebrare un solenne funerale
nella predetta Chiesa di S . Giovanni Evangelista,
il 7 del corrente febbraio, cantando una Messa da
requiem, con musica dei nostri giovinetti .
I Cooperatori e le Cooperatrici di Torino saranno
avvisati dell'ora ed invitati con apposito biglietto,
e gli altri sono pregati di udire una santa Messa
in suffragio di quell'anima eletta .
Nel vestibolo della porta interna a destra della
Chiesa di S . Giovanni è scolpito in lapide di marmo
il busto del Conte Edoardo Mella, con elegante i-
scrizione latina in suo onore ; ma anche senza di
(1) 11. Reg vii, 13 .
questa memoria tutto il sacro edifizio da lui ar-
chitettato è tal monumento, che ricorderà in Torino
i suoi alti meriti , e tramanderà venerato il suo
nome alle più tarde generazioni .
L' AMAZZONIA.
Mezzo di sviluppare la sua civilizzazione .
Secondo la promessa fatta nel numero prece-
dente cominciamo a riprodurre, tradotto dal Por
toghese, lo stupendo discorso del Vescovo del Parà
sui mezzi di sviluppare la civilizzazione nella pro--
vincia delle Amazzoni nell' impero del Brasile .
Eccone per ora il magnifico esordio .
SIGNORI,
Non è senza ragione che il paese delle Amaz-
zoni attrae ogni dì più a sè l'attenzione del mondo .
Codesto re dei fiumi avanzandosi maestosamente per
una immensa superficie di 700 a 800 leghe di lar-
ghezza, con centinaia di affluenti che gli rendono
il tributo delle loro acque, non colpisce già sola-
mente l'immaginazione del poeta e dell'artista, per
la incomparabile grandezza del suo corso e della
sua estensione , per la leggiadria delle sue isole ,
per il misterioso incanto delle sue vergini foreste,
per l'abbagliante spettacolo della più stupenda vi-
sta, che agli occhi dell'uomo è dato contemplare
sopra la terra .
La scienza, l'industria, il commercio cominciano
a scoprire il recondito e opulentissimo tesoro delle
naturali ricchezze rinchiuse in questo bacino Amaz-
zonico, che potrà un giorno alimentare a sazietà
ben cento milioni di creature umane .
Solo un profeta, dice Agassiz, potrebbe predire
l'incalcolabile avvenire riservato ad una regione ,
la quale , più ricca e feconda che le celebri valli
del Nilo, del Gange e dell' Eufrate deve sommi-
nistrare un giorno alla umanità ingrandita mezzi
insperati,edocuparnlstoiaunlg
pili segnalato di quello delle valli, che furono sua
culla .
Dopo di aver perlustrato l'Amazzonia fu pure di
uno stesso sentire il saggio Humboldt , scrivendo
che questa regione sarebbe un giorno il più grande
emporio del commercio del mondo .
Difatti se ora che appena entrasi ad esplorare al-
cuni prodotti spontaneamente offerti dalla natura,
senz'ombra di cultura, con procedimenti di estra-
zione grossolani e malintesi , con braccia insuffi-
cienti al lavoro, con una popolazione in parte no-
made, quasi senza coltura intellettuale e morale ,
in parte immersa nella notte della selvatichezza,
già pesano le Amazzoni nella bilancia della indu-
stria e del commercio del mondo, che sarà mai quando
l'oro vegetale della sifonia elastica, già fin d'ora
fornito per due terzi del consumo del globo, e gli
altri prodotti che arricchiscono presentemente i
mercati dell' Europa e dell'America saranno im-
m ensamente accresciuti dal lavoro e dall'industria
d i una grande popolazione istruita, moralizzata, la-

2.4 Page 14

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boriosa? Che sarà quando a questi si aggiunge-
ranno altri generi, droghe e spezie ancora non u-
tilizzate, come essenze, tinte , pelli, olii, gomme,
resine , fibre tessili, piante rare, legni preziosi e
mille altri ricchissimi prodotti, che braccia intel-
ligenti ed attive potranno cavare dalle viscere di
cotesto suolo avventurato?
L'alzare adunque il livello intellettuale e morale
dei popoli delle Amazzoni è una quistione econo-
mica di primo ordine . Che, dico io, Signori ? Sol-
leviamoci a più alta sfera! E una quistione politica,
una quistione sociale, una quistione dell' umanità,
un grave problema nel punto di vista della civi-
lizzazione e del Cristianesimo .
Vi parlerò di un disegno che si collega a questo
grande avvenire dell'Amazzonia ; di un disegno che
coopererà in gran parte, per la soluzione del pro-
blema sommamente importante, del problema vi-
tale, che quivi sorge d'innanzi a noi, e che è d'uopo
infine affrontare a viso aperto e con animo risoluto ;
dico i mezzi di migliorare lo stato presente della
popolazione delle Amazzoni .
Per procedere con metodo parlerò primieramente
dell'uomo Amazzonico, della sua situazione attuale,
e della necessità di un pronto rimedio .
In secondo luogo mi farò a svolgervi il piano
di un vapore-chiesa, di un tempio natante, destinato
alla propagazione del Vangelo nella grande vallata .
In terzo ed ultimo luogo vi dimostrerò la ne-
cessità di questo disegno, i suoi vantaggi, la sua
eseguibilità . Signori, giammai non sentii maggior-
mente la fiacchezza di mia parola . Nondimeno ella
potrà appoggiarsi da un lato all' indulgenza di sì
splendido uditorio, dall'altro alla grandezza della
idea, all'ardimento dell'impresa che sto per esporvi,
e che, toccandovi così da presso e nei vostri più
cari interessi , non può lasciar di fissare tutta la
vostra attenzione .
COMMEMORAZIONE DI SILVIO PELLICO .
Di questi giorni ricorse il XXX anniversario
della morte di quell' insigne scrittore e filosofo
cattolico che fu Silvio Pellico . Con savio pensiero
il Circolo Beato Sebastiano Valfrè della Gioventù
Cattolica di Torino promosse in questa circostanza
solenni onoranze alla memoria del grande Saluz-
zese, tenendo una solenne accademia coll'intervento
di Sua Em .za il Card . Alimonda e di molti illu-
stri letterati ; praticando opere di pietà in suf-
fragio alla sua anima benedetta e deponendo una
corona sulla modesta tomba, che sorge nel Cimi-
tero di Torino . Molti giornali assecondarono que-
st' impulso e pubblicarono stupendi articoli sui
pregi e sulle virtù di Silvio Pellico .
Affinché non sia passeggero il frutto di questa
bella commemorazione , il Circolo della Gioventù
Cattolica volle mettere mano alla pubblicazione di
un volume, che porterà per titolo : La mente ed
il cuore di Silvio Pellico, in cui saranno raccolti
scritti editi ed inediti dell' eminente scrittore .
ELENCO
DI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1883.
264 Genuardi Maria Carmela fu Salvatore -- Vil-
lalba .
235 Genuso D . Rosario - Modica .
266 Geraci Loreta fu Lorenzo - Villalba .
267 Geronzi D . Arcang . Can . - Pergola .
268 Gerosi D . Alessandro Can . - Zagarolo .
269 Ghigini D . Alessandro - Zena .
270 Ghirardelli D . Felice - Rovegno .
271 Giacomazzi D . Luigi - S. Genesio .
272 Giacomelli D . Giuseppe Parr . - Canapale.
273 Giammarchi D . Luigi - Gabicce .
274 Giannatanasio D . Gaetano Parr . - Salerno .
275 Giglioni Giovanni - Fojano .
276 Giordani Andrea - Lovero .
277 Giustetti D . Giuseppe Can . - Torino .
278 Goggi D . Pietro - Lauriano .
279 Gollmayr (de' Principi) Mons . Andrea Arciv.
- Gorizia (Austria) .
280 Gottardi D . Francesco - Roverchiara .
281 Grego D . Giacinto - Cittadella .
282 Grigoli D . Alessandro - Brenio .
283 Grilli Giuseppina - Cotignola .
284 Grioglio Agostino - Moretta .
285 Griva Carolina - Casaleto .
286 Guazzo Pietro fu G . B . - Melazzo .
287 Guerrini D . Primo - S. Martino .
288 Guglielmi D . Giov . Batt . - Saluzzo .
289 Guglielminetti Margherita - Torino .
290 Guichardaz Vitalina - Cogne .
291 Gusmani Ch . Giuseppe - Vigevano .
292 Iori Maria Orsola - Penia (Tirolo) .
293 Iourdan Mons . Antonio - Torre Pellice .
294 Laetti D . Angelo - Gagliole .
295 Lana Cav . Giuseppe - Torino .
296 Lantelmi D . Luigi Parr . - Massello .
297 Lazzarini D . Giovanni - Lugugnana .
298 Leasi D . Matteo - Malavicina .
299 Leopardi Contessa Teresa - Recanati .
300 Leva Francesca - Lu Monferrato .
301 Licheri D . Bachisio - Isili .
302 Lluch y Garriga M ons . Gioachino Cardin .
Arcives . - Siviglia (Spagna) .
303 Locatelli D . Francesco Parr . - Curnasco .
304 Loco Domenico - Calcinatello .
305 Lombardi D . Raffaello - Cavugliano .
306 Lombardo Catterina - Arena Po .
307 Losini Colombano - Bobbio .
308 Luccarelli D . Orsino - Fossombrone .
309 Macario Giuseppe - Torino .
310 Macchiavelli D . Lorenzo Arcip . - Torriglia .
311 Malacalza Francesca - Bobbio .
312 Maggiori D . Michele Arcip . - Montecastello .
313 Maggiori D . Omobono Parr . - Fraine .
314 Magnini D . Giulio - Biumo Infer .
315 Maneglia D . Giuseppe - Barengo .
316 Maneruzza Benigna - Casaleto.

2.5 Page 15

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317 Manfredi D . Pietro - S . Quintino di Mondovì .
318 Mannel di S . Giov . Contessa Marina - Torino .
319 Manzi Nob . D . Giovanni - Milano .
320 Marcenaro Marianna - Casaleto .
321 Marchese Gian Stefano - Torino .
322 Marcolini D . Domenico - None .
323 Marconi D . Pietro - Velo d' Astico .
324 Marelli Ch . Carlo - Milano .
325 Margotti D . Gio . Battista - S. Remo .
326 Mandati D . Angelo - Treviglio .
327 Marozzi Donna Carolina - Alessandria .
328 Marpillero D . Lodovico - M anzano .
329 Martelli D . Pasquale Can . - Brugnato .
330 Martin D . Lodovico - Pourrières .
331 Martini D . Francesco - Tribano .
332 Martini D . Giovanni - Cambiano .
333 Masi Augusta (Congreg . di Carità) - Rimini .
334 Massa Giovanna - Argentera .
335 Mastri D . Giuseppe - Rocchetta .
336 Mastrosimone Rosalia - Villalba .
337 Masutti D . Cristoforo - S. Zenone di Tre-
viso .
338 Masutti Mons . Pietro Can . Onor . - Fratta
dì Sacile .
339 Mataloni D . Filippo - E sanatolia .
840 Mattazzi Madd . ved . De-Giuli - Massiola .
341 Mattei Adele - Cornegliano d'Alba .
342 Mattiussi D . Bonaventura - Treviso .
343 Matulli D . Giuliano Parr . - Valnera.
344 Maura D . Lodovico Parr . - Praturlone .
345 Mazza D . Domenico - Montechino .
346 Mazzocchi Dott . Carlo - Martignone .
347 Mazzoglio Pietro - Lu Monferrato .
348 Medici D . Vincenzo - Perg ola .
349 Merlo Antonio - Bassano Vicentino .
350 Messori Dott . D . Giuseppe - Modena .
351 Meucci D . Vincenzo - Petretole .
352 Migliorini D . Luigi - Torre Boldone .
353 Mignola Antonio - Gerra Verzasca (Sviz-
zera) .
354 Milani D . Augusto - S. Zeno .
355 Mino D . Carlo Prev . - S. Maurizio Canavese .
356 Missaglia D . Antonio Can . - Verona .
357 Mittone D . Tommaso - Saluzzo .
358 Moccafighe Angelina - Rocchetta Palafea .
359 Molinari Mons . Andrea - Scagno .
360 Molines-Duprè Giuseppina - Torino .
361 Monaca D . Giovanni - Villanova di Biella .
362 Monella D . Pietro Vic . For . - Sutera .
363 Mongiardino Vittoria - Resina .
364 Montagnini di Mirabello Conte Giovanni -
Torino.
365 Montico D . Giov . Batt . - S. Vito al Ta-
gliamento .
366 Moraia Rachele - Calcababbio .
367 Moreno D . Antonio - S. Remo .
368 Morini Emilio - Lonigo .
369 Moscheni Donna Elvira - Lucca .
370 Motta Ch. Giuseppe - Cassolo .
371 Mulè D . Luigi - Serra di Falco .
372 Muzio Giovanna ved . Ponzon - Savona .
373 Nadalutti Maria - Cividale.
374 Napoli Marianna - S. Cipriano di Serra Riccò.
375 Nardo D . Antonio Capp . - Fossalta Mag-
giore .
376 Nascimbeni D . Antonio - Villa Bartolomea .
377 Negri D . Adolfo Can . - Firenze.
378 Negri D . Pellegrino Prev . - Vidiano So-
prano .
379 Nicolai D . Giuseppe Can . - Firenze .
380 Nogara D . Bartolomeo Parr . - Barasso .
381 Noriller D . Paolo - Matasssone .
382 Noris D . Giov . Battista Arcip . - Palazzuolo
di Verona .
383 Novelli D . Giuseppe Prev . - Narzole .
384 Odasso Ch . Gerolamo - Mondovì .
385 Odini D . Giuseppe - Misano d'Adda .
386 Odorizzi D . Nicolò - Madrano (Austria) .
387 Oldi Contessa Laura - Crema .
388 Ortolani Benedetto - Lonigo .
389 Pace Dorotea - Arena Po .
390 Pacotto D . Michele Can . - Giaveno .
391 P . Alessandro di S . M . Arcip . - Savona .
392 P . Lodovico da Colognola-Motta di Livenza .
293 Pansini D . Giuseppe Can . - Molfetta .
394 Pantaleone D . Vincenzo - Salerno .
395 Paoli Elena - Monticelli Fiorentino .
396 Paparelli D . Luigi Can . - Valmontone .
397 Papi D . Antonio Can . - Cortemaggiore .
398 Parato Comm . Teol . Felice - Torino .
399 Pardini Filomena - Lucca .
400 Parducci D . Domenico Can . - Pisa .
401 Parisini D . Ulisse - Bologna .
402 Parodi D . Domenico Rett . - Genova .
403 Parodi-Gandolfi Luigia - Genova .
404 Parravicini Luigi - Villincino .
405 Pasini Filomena - Scacciano .
406 Pavese D . Giovanni Arcip . - Cassine .
407 Pavoncelli D . Francesco - Vestena Vecchia .
408 Pelò Benedetto - Este .
409 Peleoni D . Pacifico Cara . - Apiro .
410 Polizzari D . Antonio - Coste di Treviso .
411 Pentore Maria - Viarigi .
412 Penzo D . Agostino - Loreo .
413 Perani D . Giuseppe Parr. - Siziano .
414 Peredotti D . Giuseppe Vic . For . - Cividale
Alpino .
415 Persi D . Filippo Arcip .- Carezzano Inf.
416 Persiani D . Antonio Cara . - Sutri .
417 Personeni D . Pietro Vicario in S. Rocco -
Milano .
418 Pessano P . Francesco - Chiavari :
419 Pez D . Michele - Carlino .
420 Piacenza D . Gioachino Arcip . - Piazzo .
421 Piaggio D . Giuseppe . - Genova .
422 Piancastelli Marina - Brisighella .
423 Piantino D . Giuseppe Prev . - Roasio .
424 Piccarelli D . Albino - Castelviscardo .
425 Piccinini D . Giuseppe Rettore - Forneglio
Monferrato .
426 Pierazzoli D . Tommaso - Modigliana.
427 Piergiorgi Arcangelo - Bobbio .
428 Pignone D . Francesco Arcip . - Biestro.
429 Pinaglia D . Bartolomeo Capp . - Ceppo
Morelli .
430 Pintarelli D . Massimino - Viarago (Tirolo) .
431 Pirola Veronica - Grezzago .
432 Pistocchi D . Luigi Can . - Cesena .
433 Pizzuto D . Luigi Can . Arcid . - Castronovo .
434 Plati Giuseppe - Barzio .

2.6 Page 16

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435 Polini D . Vincenzo Parr. - Fiume di Val
Sant'Angelo .
436 Pollo Maria - Luserna .
437 Pontecchi D . Francesco Econ . Parr. - Monco .
438 Pontiggia D . Pietro Dott . Can . - Milano .
439 Ponzo Gio . Battista - Castelnuovo Calcea .
440 Porcu-Contini Antonia - Isili .
497 Salvatori D . Gregorio Parr . Vic. For . -
Scorzano .
498 Salvetti Giuseppe - Verona .
49 :) Sanna Francesco Rag .e - Iglesias.
500 Santanera D . Giuseppe Prev . S. Aiolo -
Asti .
(Continua) .
441 Porpora D . Antonio - Salerno .
442 Porta Annunziata - Acqui .
443 Pozzi Agostino - Mazzo Valtellina .
444 Prato Giuseppe - Torino .
445 Preto D . Giuseppe - Treviso .
446 Proch D . Cirillo - Canal S. Rovo (Tirolo) .
447 Pronino Maddalena - Torino .
418 Puatto Gaetano - Este .
449 Quarelli Emilia - Torino .
450 Queirolo D . Cesare Arcip . - Vada.
451 Rabino Giovanni - Gorrino .
452 Rabino D . Placido Arcip . - Ceresole .
453 Ragazzo Martino - O rsara Bormida .
454 Rainaldi D . Ottone Can . - Treia .
455 Raiteri Giovanni - Lu M onferrato.
456 Ramati Claudina - Rovescala .
457 Ratti D . Antonio Arcip . - Travazzano .
458 Raverta D . Giuseppe Arcip . - Sommo .
459 Recalenda D . Giov . Maria Prev . - Costi-
gliole.
460 Reggiani Mons . Luigi - Nonantola .
461 Renzi D . Celestino Arcip . - Campo Cavallo .
462 Riccati-Ceva Contessa Adele n . Della Chiesa
- Saluzzo .
433 Ricciardelli D . Arcangelo - Fisciano .
464 Riggi Maria fu Salvatore - Villalba .
465 Righetti Giuseppe - S . Floriano .
466 Righini di S . Giorgio Carolina - Fossano .
467 Rigon D . Domenico - Conscio .
468 Rigoni D . Matteo - Gagnola (Padova) .
469 Minando D . Domenico - Brondello .
470 Riva D . Antonio Parr. - Coseano .
471 Riva Giovanni - Barzio .
472 Rizzi D . Bortolo Arcip . - Malanno .
473 Roberti D . Luigi Can . - Alessandria .
474 Rocco D . Luigi - Quadra .
475 Rodella Rosa - Gottolengo .
476 Roggero Dottor Gaetano - Incisa Belbo .
477 Roletti D . Antonio Priore - Baio (Torino).
478 Romei D . Luigi Rett . - Piazzana (Firenze) .
479 Ronchi D . Pietro Vic. For. - Iseo .
480 Rossi Luigia - Rivarolo Canavese .
481 Rossi Luigia - Schio .
482 Rossi Cttier . Severino - Bobbio .
483 Rossi D . Teodoro - La Fossa (Parma) .
484 Rossi D . Giuseppe Rett . - Scopolo .
485 Rossi Suor Maria Giuseppa - Occimiano .
486 Rossi P . Giuseppe - Cormons (Austria) .
487 Rossi Chier . Luigi - Vigevano .
488 Rostagno D . Giovanni Battista - Torino .
489 Rotter D . Luigi - Rodeano .
490 Rovera Maria fu Giovanni - Moscicieres .
491 Ruggeri D . Emidio Can . - Roma,
492 Sacchi D . Carlo Arcip . - Vidigulfo .
493 Sagese D . Giuseppe - Cagnano Varano .
494 Saldarini Enrichetta - Como .
495 Salotti Teresa - Modena .
496 Salvagnini D . Giov . Batt, - Bagnoli di Sopra .