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ANNO VII N . 4 .
Esce una volta al mese.
APRILE 1883 .
BOLLETTINO SALESIANO
via Direzione nell' Oratorio Salesiano . -
Cottolengo . N . 32, TORINO
SOMMARIO - Il Cattolico nel secolo - La Stella del
mattino e il mese e la festa dì Maria SS . Ausiliatrice
- Lettera di un Cooperatore Salesiano - Gesù nostro
Signore e Re - Dichiarazione a proposito del libretto
Gesù Cristo nostro Dio e nostro Re come segno della
Comunione Pasquale - Notizie della missione di Las
Piedras nella Repubblica dell'Uruguay - Apertura di
una nuova Casa di Suore di M . Ausiliatrice in Sicilia
- La Patagonia e le Terre Australi del Continente
Americano - Il S . P . Leone XIII e il Pellegrinaggio
Italiano a Lourdes e ai Santuari Francesi - Il Conte
D . Carlo Cavs di Giletta - Istruzione sulle Sante In-
dulgenze -Disposizione Pontificia per l'Assoluzione
e Benedizione ai Regolari di qualsivoglia Ordine ed
ai loro Terziarii - Indulgenze speciali pei Cooperatori
Salesiani - Morte di Mons . Lorenzo Gastaldi Arcive-
scovo di Torino .
IL CATTOLICO NEL SECOLO .
È sentenza dello Spirito Santo che la vita
dell' uomo sopra la terra è un combatti-
mento : Militia est vita hominis super ter-
ram. Ma se così fu in ogni tempo e per
ogni persona, lo è soprattutto nei giorni pre-
senti per un Cattolico . Oggi purtroppo i
nemici di Dio, di Gesù Cristo e della sua
Chiesa si sono per triste cagioni moltiplicati ;
onde ad un Cristiano e ad una Cristiana
avviene d'incontrarne quasi ad ogni passo .
Alcuni sono nemici della Religione per ma-
lizia e per interesse, altri il sono per igno-
ranza o per colpevole indifferenza ; ma tanto
gli uni quanto gli altri con discorsi , con
istampe, con sarcasmi, con buffonate pren-
dono di mira le verità più sacrosante, o ne-
gandole spudoratamente, o tentando di met-
terle in discredito e in sospetto .
Per questo ingrossare delle schiere ne-
miche, che audacemente assalgono la no-
stra fede e cercano di strapparcela dal cuore,
oggi un Cattolico, obbligato a vivere nel se-
colo, deve imitare i fabbricatori del secondo
tempio di Gerusalemme : ad esempio loro
con una mano deve tenere gli strumenti
dell'arte per costrurre, e coll'altra brandire
la spada e combattere chi cerca di distrug-
gere . Un Cattolico nel secolo deve oggi più
che mai ricordare le parole del divin Fon-
datore della Religione nostra santissima, il
quale annunziando le persecuzioni, a cui i
suoi seguaci sarebbero nel mondo fatti ber-
saglio, diceva : « Non sono venuto a por-
tare la pace, ma la guerra : Non veni pa-
cem mittere , sed gladium . » Deve pure
rammentare quelle altre, rivolte a' suoi Di-
scepoli nell'ultima cena : « Chi non ha la
spada, venda la tonaca e se la compri : Qui
non habet, vendat tunicam suam, et emat
gladium . » Oggi in una parola un Catto-
lico deve richiamare alla mente che è sol-
dato di Gesù Cristo , e pugnare da forte
ad onore e gloria di Lui , e a difesa del
suo regno in sulla terra . « Combatti nella
buona battaglia della fede , rapisci la vita
eterna, scriveva già s . Paolo al suo Timo-
teo : Certa bonum certamen fidei, appre-
hende vitam aeternam . » Queste parole
quadrano oggidì ad ogni Cattolico, il quale
deve conservare la sua fede e rapire il
Cielo, per così dire, colle armi alla mano,
ed essere uomo battagliero non solo più

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contro nemici interni ed invisibili, ma con- scicoli , gli eretici Valdesi e Protestanti ,
tro nemici esterni e visibili .
vedutisi in particolar modo smascherati, se
Ma affinchè l' entrata in campo non gli ne impaurirono, e si appigliarono a tutti i
riesca fatale, è d'uopo che il Cattolico sia mezzi per impedirne la continuazione . Si
ben preparato al cimento ; è d' uopo che presentarono da prima a D . Bosco e cer-
egli faccia a modo del coscritto, arruolato carono di persuaderlo colle buone, perché
di fresco . Questi di certo, ancorchè in tempo desistesse dallo scrivere più oltre ; ciò non
di guerra, non viene tosto menato in fac- riuscendo, gli posero tra mano 4 mila lire,
cia al nemico ; ma prima di tutto è istruito che egli rigettò sdegnosamente come Pietro
a maneggiare le armi, ad eseguire le ne- la borsa di Simon Mago . Allora quei tol-
cessarie evoluzioni, ad intendere i comandi . leranti signori vennero alle minacce, pas-
Dalle parlate de' suoi capi , o da appositi sarono indi ai tentativi di assassinio, ai colpi
proclami egli s'inspira all'amore della pa- di pistola, di coltello ed al veleno ; ma la
tria e del sovrano ; apprende da un lato la Dio mercè il libro fu mandato a termine ,
giustizia della causa, pel cui trionfo dovrà e il suo autore conservato sino ad oggi .
combattere, e dall'altro la iniquità, le astu- Esaurite essendone tutte le copie, e per
zie, la violenza del nemico , che gli starà l' audacia dei nemici della fede cattolica
di fronte ; considera l'onore e il vantaggio continuando i tempi ad essere non meno ,
della vittoria, e il disonore e i danni della anzi più pericolosi che non sei lustri or sono,
sconfitta ; l' infamia principalmente che lo D. Bosco rimise mano all'operetta sua e la
incoglierebbe, ove prendesse la fuga, o si ridiede alla pubblica luce in un solo volume,
desse prigione al nemico .
riveduta ed accresciuta . Per la importanza
Così a un di presso deve prepararsi il della materia che contiene, pel modo facile
Cattolico, che ha da vivere nel secolo, dove ed ameno con cui è esposta, per la spon-
anche a suo malgrado avrà a trovarsi di taneità dello stile e per la purezza della lin-
spesso tra mezzo a' nemici di sua fede ; così gua che vi è adoperata, il libro è riuscito
deve prepararsi la gioventù di ambo i sessi eccellente , ed una delle migliori opere di
ancora incauta ed inesperta .; così gli adulti tal genere, che abbia data la penna di Don
bisognosi di una istruzione più soda per riu- Bosco . Esso non solo ravviva e rinfranca
scire a vittoria ; così i genitori per conto la fede di chi lo legge, ma gli porge an-
proprio e per ammaestramento di loro fi- cora le armi più acconcie per difenderla
gliuolanza ; così ancora gli stessi ministri dagli assalti nemici, dalle menzogne e da-
del Santuario, onde all' uopo e secondo la
gli errori, che oggidi si spargono contro di
esigenza dei tempi sappiano dirigere i fe- essa. Con un tal libro alla mano il Catto-
deli e meglio addestrarli nelle battaglie del lico chiude la bocca agli increduli, confonde
Signore . Tutti dobbiamo prepararci con una gli Ebrei, si ride dei Maomettani, svergo-
fede incrollabile nella divinità di nostra santa gna i Scismatici , e soprattutto impara a
Religione ; prepararci con avere in pronto prendere così in uggia e in abbominio la
e come alla mano le prove principali, con dottrina dei Valdesi e dei Protestanti di ogni
cui dare ragione di nostra credenza ; pre- setta, da rendere la sua mente ed il suo
pararci col conoscere le arti fraudolente , cuore impenetrabili a qualsiasi seduzione .
che adoperano i nemici per combattere la Questo ultimo vantaggio oggidi è per noi
Chiesa Cattolica e per sedurne i figliuoli . italiani di grande rilievo, imperocchè sono in-
A tale scopo in questi anni si sono pub- credibili gli sforzi, che nelle città e nei vil-
blicati varii libri utilissimi e pei dotti e pei laggi d'Italia fanno centinaia di sétte pro-
popolo . Tra questi ultimi uno dei più com- testanti , per istrappare la fede cattolica
mendevoli ed opportunissimo pei tempi che dalle nostre popolazioni . Gli increduli stessi,
corrono, noi crediamo che sia Il Cattolico che bestemmiano Iddio, negano la divinità
nel secolo, uscito testè nelle Letture Cat- di Gesù Cristo e scagliano contro il Papa
toliche di Torino . - Il lavoro è di D . Bo- e la Chiesa Cattolica villanie ed ingiurie,
sco, e vedeva gìà la luce per la prima volta altro non sono che Protestanti più o meno
30 anni or sono, diviso in più fascicoletti . camuffati. Laonde qui abbiamo i Luterani,
Fin d'allora riscosse da ogni parte le più là i Calvinisti, in un luogo i Presbiteriani,
alte lodi e fu sparso a migliaia di copie, in altro i Metodisti, dove gli Evangelici e
specialmente in Torino e nel Piemonte . dove i Valdesi, e tutti intenti a sedurre il
Molte famiglie cattoliche devono alla lettura popolo e specialmente la povera gioventù .
di questo libro l'essersi serbate fedeli alla Ormai possiamo dire che l'Italia è nuova-
Chiesa di Gesù Cristo . Fin dai primi fa- mente invasa da varie orde di barbari, colla

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differenza che i barbari antichi ai nostri
padri toglievano beni terreni e fugaci, e i
barbari moderni tentano di rapirci tesori ce-
lesti ed imperituri, quali sono la vera Reli-
gione e il Cielo, che essa ci addita e di cui
ci mette al possesso .
Tutti questi eretici sono il più delle volte
in contraddizione e in lotta con se stessi ; ma
si trovano sempre d'accordo nel combattere
la Chiesa , nel denigrare il Sacerdozio ,
massime il Papa , e nel metterne in so-
spetto gli insegnamenti . Ciò vanno facendo
colla diffusione di libercoli e di giornali
pieni di errori, con privati discorsi, con pub-
bliche adunanze, con iscuole e con tutti quei
mezzi di pervertimento, che una licenza scon-
finata e la noncuranza del primo articolo del-
lo Statuto loro concede . Fortunatamente essi
non menano tutto quel guasto che vorrebbe-
ro ; ma pur troppo riescono sempre a ingene-
rare dei dubbii in taluno, a creare degli indif-
ferenti, e non di rado a fare anche degli
apostati, che più non si ravvedono neppure
al punto di morte . Può accadere da un .mo-
mento all'altro che qualcuno de' nostri pa-
renti , de' nostri allievi, de' nostri parroc-
chiani abbia a trovarsi a contatto con sif-
fatta gente . Per la qual cosa il pericolo è
prossimo e grave, e la precauzione non è
solo prudente, ma doverosa . Or bene, noi
siamo d'avviso che la lettura del Cattolico
nel secolo di D . Bosco sia acconcissima a
prevenire ogni assalto, ad allontanare ogni
pericolo, a bandire ogni inganno .
I Cooperatori e le Cooperatrici conoscono
già per prova che il nostro più vivo ed u-
nico desiderio si è di fare il maggior bene
possibile ad essi , alle loro famiglie , alle
loro parrocchie, a tutto il popolo, se dato
ci fosse . Ora un mezzo tra i più adatti ad
ottenere questo scopo si è la diffusione dei
buoni libri ; e se con uno di questi riuscis-
simo a salvare anche un'anima sola, noi ci
stimeremmo assai bene ricompensati . Ma
fin d'ora abbiamo l'alta consolazione di sa-
pere che per la lettura dei nostri libri non
una, ma molte persone conservarono gelo-
samente nei loro cuori il prezioso dono della
fede ; altre la ripigliarono dopo di averla
sgraziatameute abbandonata ; ed innume-
revoli son quelli, che si accesero vie meglio
nella pietà e nella divozione . Questo gran
bene si propagherà ancora maggiormente ed
accrescerà la nostra letizia, se oggi i Coo-
peratori e le Cooperatrici ci porgeranno la
mano a spargere per ogni dove Il Cattolico
nel secolo .
Ricordino essi le parole dell'Apostolo san
Giovanni , che stanno scritte in capo alla
1 a pagina del Bollettino : - Noi dobbiamo
aiutare i fratelli a fine di cooperare alla
diffusione della verità . - Sì, aiutateci , o
benemeriti Cooperatori e benemerite Coope-
ratrici, e voi, per tal modo divenuti quali
apostoli della divina parola, ne avrete da
Dio una grande ricompensa in terra ed una .
splendida corona in Cielo (1) .
INDICE DEL CONTENUTO .
Affinché ognuno possa avere un'idea più esatta
dell'importanza ed utilità dell'annunziato volume
ne diamo qui il titolo di o-ni capo .
PARTE PRIMA .
Dei fondamenti della Religione Cattolica
e della Chiesa di Gesù Cristo .
TRATTENIMENTO I . Dio Creatore . - Argomento metafi-
sico . - II . Argomento fisico . - III . Argomento morale
- Credenza generale dell'esistenza di Dio . -IV . Ne-
cessità di una Religione . -V . Necessità della Rivela-
zione. - VI . Veracità dei libri dell'antico Testamento .
- VII . Divinità dei libri dell'antico Testamento . -
VIII . Storia della Religione e Profezie riguardanti al
Messia da Adamo fino a Davidde . - IX. Profezie e Sto-
ria della Religione da Davidde fino al Messia - X .
Profezie avverate in Gesù Cristo . - XI . Il Vangelo .
- XII . Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo . - XIII .
Risurrezione ed Ascensione di Gesù Cristo . - Argo-
mento certo della sua divinità . - XIV . Cenni sopra
gli Ebrei . - XV . Gli Ebrei aspettano invano il Messia .
- XVI . Propagazione del Cristianesimo . - XVII. Fon-
dazione della Chiesa di Gesù Cristo . - XVIII . Capo
visibile della Chiesa di Gesù Cristo . - XIX . Visibilità
della Chiesa di GesùC.-Xrisatoedl
Chiesa di Gesù Cristo . - XXI . La Chiesa Romana ha
il carattere dell'Unità . - XXII . La sola Chiesa Romana
è Santa . - XXIII . La sola Chiesa Romana è Cattolica .
- XXIV . La sola Chiesa Romana è Apostolica . - XXV .
Gerarchia ecclesiastica . - XXVI . Autorità dei Con-
cilii .
PARTE SECONDA .
Credenze o sétte tuttora esistenti che in varii tempi
si separarono dalla Chiesa Cattolica .
TRATTENIMENTO I . Il Maomettismo . - II . Scisma dei
Greci . - II.I Origine dei Valdesi . - IV. Continua lo
stesso argomento - V . Mala fede dei ministri Valdesi .
- VI . Altre prove di mala fede dei ministri Valdesi .
- VII . Separazione dei Valdesi dalla Chiesa Cattolica .
- VIII . Lutero . - IX . Incertezza di Lutero e suoi sen-
timenti intorno alla Chiesa Cattolica . - X . La Gerar-
chia di Martin Lutero . - XI . Calvino . - XII . Beza
discepolo di Calvino . - XIII . Dello Scisma Anglicano .
- XIV . Unione degli Anglicani coi Protestanti e coi
Valdesi . - XV . I predicatori della Riforma non aveano
missione divina . XVI . Chiesa Ortodossa di Russia .
PARTE TERZA .
Invariabilità della Dottrina Cattolica .
TRATTENIMENTO I . La Chiesa Cattolica non variò mai i
dommi insegnati dagli Apostoli . - II . I Protestanti non
possono indicare verun domma degli Apostoli variato
dalla Chiesa Romana . - Si convincono colle confessioni
degli stessi loro autori . - III . Le definizioni domma-
tiche, che in diversi tempi pronuncia la Chiesa Catto-
lica, sono semplici dichiarazioni, non già nuovi dommi
della Fede . - IV . La Chiesa Cattolica non, accrebbe
mai gli articoli di Fede . - V . I Protestanti rinnova-
rono le eresie già condannate dalla Chiesa Primitiva .
- VI . Si continua il confronto dei Protestanti cogli
(1) Prezzo del volume Cent. 215 .

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antichi eretici . - VII . Errore fondamentale . - VIII .
Vana difesa dello spirito privato . - IX . Contraddizioni .
- X . Una conseguenza non voluta . - XI . Un' impu-
dente arroganza e la Papessa Evangelica . - XII . Va-
riazioni protestanti . - XIII . Guazzabuglio protestante .
- XIV . I ministri Protestanti in un labirinto . - XV .
Calunnie contro alla Chiesa Romana . - XVI . Due pa-
role ai Ministri Protestanti . - Nota .
LA STELLA DEL MATTINO
e il mese e la festa di Maria SS . Ausiliatrice.
Il fascicolo delle Letture Cattoliche del cor-
rente aprile porta il titolo : La Stella del Mat-
tino ossia Maria SS. Ausiliatrice nostra speranza
nelle miserie della vita .
La lettura di questo libretto è molto acconcia
a far concepire un'alta fiducia nella potenza e nella
bontà della Regina del Cielo ; e perciò raccoman-
diamo caldamente ai Cooperatori e Cooperatrici
che se lo vogliano provvedere, se pur non vi sono
associati , che lo leggano , e lo spandano eziandio
tra il popolo . E questo, a parer nostro, uno dei
migliori mezzi per ben onorare la Vergine San-
tissima, perché con esso si coopera a farla vie
meglio conoscere, amare ed invocare da un mag-
gior numero di fedeli, per ottenerne segnalati be-
nefizi . Come una madre tutto amore pel suo fi-
gliuolo, vedendolo indebolito, desidera che a lei
sen vada per essere confortato e ristorato ; così
Maria tutta amore per noi desidera che ne' nostri
bisogni a Lei n' andiamo per aiuto e conforto .
Ora, il mentovato libretto, provando ad evidenza
con quanta prontezza Ella si lasci uscir di mano
grazie e favori di ogni fatta non appena pregata,
farà sì che molti fedeli a Lei ricorrano, e in tal
modo sarà consolata la Madre, e ne avranno gran
bene i figliuoli (1) .
Oltre al leggere e diffondere l' annunziata ope-
retta , raccomandiamo a tutti di celebrare con
grande pietà e divozione il prossimo mese di
Maggio . Niuno dei nostri Cooperatori e Coope-
ratrici ignora che esso è chiamato per eccellenza
il mese di Maria, perché consacrato a glorificare
in modo speciale e a compiacere questa eccelsa
Creatura, nella quale il Signore profuse tanta bellezza,
tanta innocenza e santità, che maggiore dopo Dio
non può comprendersi , e niuno all'infuori di Lui
può col pensiero raggiungere .
Di due sorta sono le pratiche che noi propo-
niamo ; le une generali, le altre particolari .
La prima delle pratiche generali è di bandìre
da noi e dai nostri cari il peccato mortale, ed
anche il veniale deliberato ; imperocchè non si può
onorare la Madre, offendendole il Figlio . - La se-
conda, è di pregare, lavorare, ricrearsi in unione con
Maria, offrendo a Dio per mano di Lei tutte le no-
stre azioni . A questo effetto gioverà l'immaginarci
sovente che Maria ci sia presente, ci assista, ci
ascolti, ci guardi, ci aceompagni, e rivolgerle di
tratto in tratto qualche giaculatoria, come sa-
rebbe : Maria, Aiuto dei Cristiani, pregate per
(1) Il fascicolo si vende presso la tipografia editrice di
S . Vincenzo de' Paoli in Sampierdarena, e alla libreria
Salesiana di Torino, al prezzo di Cent . 25 la copia, e di
L . 20 per ogni 100 .
noi, e ciò soprattutto al battere delle ore, e nei
principali eventi prosperi od avversi .
Le pratiche particolari sarebbero 1 ° - Udire la
Messa ogni mattina e farvi la santa Comunione
se è possibile ; 2° - Prendere parte alle apposite
funzioni, che generalmente hanno luogo alla sera
in questa o in quell'altra chiesa ; 3° - Esporre
in luogo decente nella propria casa un quadro od
una statuetta della Madonna, in forma di altarino,
adornarlo nel miglior modo possibile , e poscia
ogni sera prima o dopo cena recitarvi, in comune
con tutta la famiglia , una qualche preghiera ,
come per es . la terza parte del Rosario, o le Li-
tanie, o almeno 7 Ave Maria . Se in casa vi sono
fanciulli o giovinette, sarebbe ottima cosa l' inca-
ricare or l' uno or l' altro di essi di aggiustane
l'altarino , e fornirlo di bei fiori . Questo osse-
quio, mentre tornerebbe assai gradito alla B . Ver-
gine, gioverebbe altresì a piamente educare i teneri
cuori , e per tempo indirizzarli a Lei , che quale
amorosa Madre va dicendo : Si quis est parvu-
lus veniat ad me : Chi è piccolo venga a me,
e troverà vita e salute : Et inveniet vitam , et
hauriet salutem a Domino .
Quest' anno il 24 di maggio , festa di Maria
Ausiliatrice, cade nella solennità del Corpus Domini .
Per la qual cosa siamo venuti nel pensiero di
trasferirla ad altro giorno . Speriamo di poterla fis-
sare pel 22 di maggio ; ma ne daremo la notizia
certa nel prossimo numero del Bollettino .
Intanto avvertiamo che nel Santuario di Maria
Ausiliatrice in Torino, il mese Mariano comincierà
il 21 del corrente aprile, e andrebbe a terminare il
22 di maggio . Preghiamo i Cooperatori e le Coope-
ratrici di Torino a volervi prendere parte insieme
coi membri del nostro Istituto, affinché l'ossequio
a Maria lungo il mese riesca più solenne ed accetto .
A questo fine pubblichiamo qui l' orario delle
funzioni, che hanno luogo nei giorni feriali e festivi .
ORARIO .
MATTINO .
Ore 7 1 /2 Messa colla recita del s . Rosario ed
altre pie pratiche con comodità di accostarsi
ai ss . Sacramenti .
SERA .
Ore 7 1/2, Canto di una lode - Breve discorso
- Benedizione col SS . Sacramento .
Nei giorni festivi le sacre funzioni della sera
cominciano alle 3 1/2.
Ogni volta che si assiste in questa Chiesa alla funzione
del mattino si acquista un' indulgenza di 3 anni . Così
pure si acquistano 300 giorni d'indulgenza ogni volta
che si ascolta la Predica o il Catechismo colla recita
dell' AVE MARIA prima e dopo . Tali indulgenze, appli-
cabili ai fedeli defunti, furono concesse da S . S . Pio
IX con decreto del 26 Febbraio 1875 .
LETTERA DI UN COOPERATORE SALESIANO .
Fra le moltissime lettere, che andiamo ogni giorno
ricevendo dagli amati nostri Cooperatori, ci sem-
bra degna di essere conosciuta la seguente , la
quale, mentre riesce a noi di consolazione e di con-
fo.rt,puònaetidsngolareifczn

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San Daniele (Ripa Po), 12 febbraio 1883 .
M . R . SIGNORE,
L' articolo di fondo, N ° 2 del corrente febbraio,
del Bollettino Salesiano, ricolmò di santa indigna-
zione l'animo mio per la profanazione, onde in co-
testa città del SS . Sacramento venne e viene tut-
tora fatto segno il santissimo ed adorabile Nome
cli N . S . Gesù Cristo .
Se contassi qualche cosa vorrei inviarle una pro-
testa contro le consumate sacrileghe enormezze ;
ad ogni modo mi associo pienamente ai sentimenti
espressi da cotesta onorevole Direzione, nell' elo-
quente articolo : Gesù Cristo nostro Dio e nostro
Re . Fo plauso alle analoghe proposte che il sus-
seguono, e mi propongo di attuarle ora ed in avve-
nire , per quanto le deboli mie forze e le circo-
stanze il consentiranno .
Nel qui unito viglietto troverà indicato i giorni,
nei quali celebrerò N . 50 Messe a beneficio della
Chiesa in onore di S . Giovanni Evangelista eretta
in Torino, e dell'altra in onore del Sacro Cuore di
Gesù in Roma , applicandole secondo l' intenzione
di D . Bosco .
L'idea dell'offerta suddetta vennemi, più che sug-
gerita, inspirata in giorni, nei quali il mio divin
Capo e Maestro Gesù Cristo degnavasi farmi, più
che altra volta , partecipare al Calice delle ama-
rezze portogli nel Getzemani ! Se non che, diffi-
dando di mia debolezza, feci allora ricorso a Colei,
che sotto il titolo di Maria Ausiliatrice si venera
in colesto insigne Santuario, gridandole dal profondo
del cuore angosciato : Miserere mihi, Domina, quo-
niam tribulor! Libera me et eripe me de mani-
bus inimicorum meorum, et a persequentibus me !
Domina, non confundar, quoniam invocavi te .
La di Lei gentilezza poi, rispondendo alla mia
in data del 5 giugno dello scorso anno, « per parte
nostra, scrivevami, l'assicuriamo che ogni giorno
all'altare di Maria Ausiliatrice si faranno dai nostri
giovani speciali preghiere, secondo l'intenzione di
V . S . Revma, e noi non mancheremo di ricordarla
ogni giorno nel santo Sacrificio . »
Ora son lieto di averle a dichiarare , ad onor
del vero ed a gloria speciale di questa Tesoriera
e Dispensatrice di grazie, che il ricorso da me fatto
a Lei, e più che questo, le comuni preghiere co-
stì innalzate , ebbero il loro pieno esaudimento ,
come le esporrò forse in altra mia , o meglio di
presenza ed a voce ; giacché il debito di ricono-
scenza, da cui mi sento penetrato per una duplice
grazia ottenuta, mi ha fatto emettere voto di pel-
legrinare quandochessia a codesto insigne Santua-
rio, e quivi sull'Ara dell'Augusta mia Benefattrice
offrire l'Eucaristico Sacrificio .
Le edificanti relazioni dei nostri Confratelli e
Missionarii Salesiani, che di tratto in tratto si pub-
blicano sul Bollettino, e le quali con quanto desi-
derio si attendono, con altrettanta avidità si leg-
gono, producono in me ogni volta un effetto
consimile a quello, che sull'animo di Clodoveo il rac-
conto della Passione di N . S . Gesti Cristo, fattogli
un dì dal santo vescovo Remigio . Ed oh ! perché,
esclamo appena finito di leggere alcuna di quelle
commoventi lettere, oh ! perché non ho io un dieci,
un quindici anni di meno ? Ché volerei ad asso-
ciarmi a quegl'intrepidi Apostoli ed Eroi della fede !
Ah ! gradisca però il Signore, se non altro, il mio
ardente desiderio, e mi conceda di cooperare un dì
ad estendere il suo regno sulla terra in quel qua-
lunque modo, che giudicasse per me più conveniente .
Con tal voto chiudo questa mia incaricandola di
umiliare al veneratissimo D . Bosco i miei più ri-
spettosi ossequii, ed interessarlo perchè voglia de-
gnarsi di avermi qualche volta presente nelle sue
preghiere .
Sia lodato Gesù Cristo
Nostro Dio e nostro Re .
Resto con distinta osservanza di Sua Signoria
Devmo Umilmo Servo e Fratello in G . C.
CAPELLINI GUGLIELMO Parroco .
GESÙ NOSTRO SIGNORE E RE I
Ogni cuor pietoso sente indicibil pena all' empio
strazio, che in Torino ed altrove si fa del nome
adorabile di Gesù . A sfolgorare tanto delitto e ad
eccitare le anime pie a ripararlo, noi nella nostra
pochezza adoperammo primieramente la prosa, ed
ora di buon grado ci appigliamo alla poesia, pub-
blicando la seguente
CANZONE.
Qual fremito di genti,
Col rumor ch'accompagna le tempeste,
S'ode cupo pel ciel, sovra la terra?
E baldanzosi e inulti,
Contro il mite Gesù anco i redenti
Levan voce di guerra?
E del Calvario l'esecrando scempio
Veggio rinnovellar, odo gl'insulti
Più codardi, e sfidar l'ira celeste,
Con dottrine empie,con parole e sculti?
Non è più Dio che regna
Terribile nel cielo?
Sveglia, o Signor, tuo zelo ;
E con novello esempio,
Sperdi la lotta indegna,
Sperdi il desir dell'empio .
Ed anche qui, nella regal Torino,
Un dì fidata sede,
Ove splendeva come sol la fede ;
Veggio con volto chino
Religion camminar per vie deserte,
E chiuso in suo consiglio,
Or timoroso e inerte
Poche voci gittando, e con paura .
Con vacillante piede
Lo stuol de' buoni incede .
Mentre d'inferno il figlio,
Con beffardo parlar e senza freno,
Commisto a bava impura,
Empie le stolte carte
Di fino inganno ed arte
D'errore, di menzogna e di veleno .

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Ohimè, Signor, che sento !
Quante voci scomposte, e qual gridio !
Non è più questa la città di Dio,
La terra di Gesù nel Sacramento ?
Come splendevi allor Raggio di sole !
Non più scaldò così le nostre aiuole .
Chè qui ti piacque un giorno in tua cle-
Di tua regal presenza
menza
I padri consolar, celeste Manna !
Lasciarti contemplar, siccome in cielo,
Senza mistico velo,
E all'umane pupille
Cento raggi mandar, cento faville .
Nelle festose vie,
E di fiori coperte e di devoti,
Sparse le turbe pie,
Tra il fumo degli incensi e tra gli osanna,
Al mansueto Re levavan voti .
Dall'arcbe polverose e monumenti,
Con la croce coperti e benedetti,
Alzate, o Padri, il capo venerando,
E mirate costei, che amaste tanto !
Ahimè ! converso in pianto,
Voi l'occhio mesto qua e là mirando,
Negli anelanti petti
I gravidi dispetti
Dalle anime bollenti
Di patria libertà, di religione,
Invan frenate e interrogando : oh ! dite
Non è costei la terra benedetta,
Sospiro e invidia un dì d'ogni nazione,
E per grazie infinite
Tra le sorelle eletta ?
Quali serbi, o Signor, piaghe profonde,
Nel tuo segreto, al reo
Dell'infernal delitto !
All'empio re d'Egitto,
Ch'osò stolto levarsi a Te davanti,
Rompesti i rei disegni, e in mezzo al-
Del temuto Eritreo,
l'onde
Colpito da' tuoi fulmini cadeo !
E di cavalli e fanti
Esercito infinito il prence Assiro
Invan condusse a danno d'Israele ;
Chè là colpisti il regnator deliro,
E trepido e sconfitto,
Tra gl' inni del tuo popolo fedele,
Egli imparava alla smarrita gente,
Come fra tutti è il Nome tuo potente .
Fin quei, che audace in tempi a noi vicini,
Alzò grido di guerra alla tua Chiesa,
E da' seggi divini,
Ove regni di gloria incoronato,
Osò dir minaccioso di rapirti,
De' tuoi celesti spirti
Sentì la possa, e cadde fulminato .
Sparì la lieve offesa,
Qual d'infausta cometa il breve raggio,
E tra le penti grame
L'imper conobbe di Chi disse infame !
Di tua possa rinnova ora l'esempio,
Non è minor l'oltraggio
Di Te, del tuo Gesù scendi a difesa,
Contro lo stolto, inverecondo ed empio .
Perché al tuo Nome, così santo e bello,
All'uom che vive in terra,
Al cielo, e all'angiolo rubello,
Che pur fremendo innanzi a Lui s'at-
Muove implacabil guerra
terra,
Gente venuta fuor da' regni morti ?
E tu '1 vedi e '1 comporti ?
E niun ti salga onore
Par di tua gloria, o dolce mio Signore?
O genti impietosite
Di tanto sfregio al cielo : Udite, udite !
Ei vuol che dove abbonda più l'errore .,
Vinca la carità, vinca l'amore .
O buon Gesù, che festi
Per meritarti l'onte,
Onde carco ti fan l'anime stolte?
A dolce libertà primo chiamavi
Le genti nelle tenebre sepolte :
Tu le catene a' schiavi,
Onde erano i mortali a Tiitti e mesti,.
Hai solo infrante e tolte .
Tu sulla nostra fronte
L'immortale suggello
Stampasti di fratello .
E grato mondo antico,
E quel cha divinò l'Italo ardito,
Sparso per ogni lito
Per Te si salutò fratello, amico !
Consecrasti le leggi, e caritade
Regal figlia del ciel corse ogni proda ;
Tra le fumanti spade
Di stragi e sangue, avvenga sol che s'oda
Tuo Nome benedetto,
E cara torna l'amistà nel petto!
Quanta per Te ne' secoli virtude
Ottenne il Bel Paese !
Ancor punge di voi,
O fortunati Eroi,
Alle terre d'Italia gran desio !
Come ferro s'affina sull'incude,
Voi l'indole feroce,
Che in core Iddio ripose,
Con pazienza tempraste ad alte cose .
Chiusi nel ferro, e duri come acciari,
Pel Re pregando, per la patria e Dio,
L'Italiana virtù feste palese .
Ed i trecento con robusta mano
Un dì vide Legnano :
E con Ferruccio poi Fiorenza bella,
In torbida procella,
Di sua gloria a tutela e di sue zolle,
A Signore ed a Re chiamar Ti volle .
Se Genova sui mari
Rese splendido il nome in ogni lido,
Se prorompeva della guerra al grido
Sua calda gioventù con fiera voce,
Bella ai raggi del sol splendea la Croce .
A Nizza, in cor percossa,
Nella sua fede invitta,
Pel Dio della vittoria,
Con la speranza ritornò la possa,
E in Catterina salutò Giuditta .
Com'eran pochi e forti,
Terribili nel brando,

1.7 Page 7

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Di Grecia i cento alla difesa morti,
Così correa alla guerra
L'italo memorando
Dietro ai raggi del sol per ogni terra .
E quando apparve lasso,
Qui la miccia apprestò, là spinse il sasso .
Della pietade, del valore e gloria,
Fa che risplenda ancora,
O di giustizia Sol, l'itala aurora .
Canzon, in mezzo a gente,
Che spera, crede nel Signor e l'ama,
Tu con umile mente
Senza timor la sua ragion proclama .
E a chi l'offende dispietato o rio,
Tu con pietosa voce
Grida, che il buon Gesù, che un di morío,
Dolente e perdonando sulla croce,
E nostro Re, nostro Signor , e Dio !
DICHIARAZIONE
a proposito del libretto
GESU CRISTO NOSTRO DIO E NOSTRO RE
come segno della Comunione Pasquale .
In seguito a pubblicità, avvenute per mezzo della
stampa a proposito del libretto Gesù Cristo no-
stro Dio e nostro Re, la Redazione del Bollettino
Salesiano, a scanso di inesatte interpretazioni, crede
opportuno di fare la seguente dichiarazione .
Fin dal giorno 24 di febbraio Monsignor Felice
Bava, Prevosto di Casorzo nella diocesi di Casale,
ci scriveva queste parole : « Lodo la diffusione del
libriccino , Gesù Cristo nostro Dio e nostro Re,
ed approfittando del buon prezzo a cui lo si con-
cede ho deliberato di darlo a' miei Parrocchiani
invece del solito biglietto pasquale . Desidererei
perciò che portasse scritto sul frontispizio queste
parole : Segno della Comunione pasquale . Me ne
occorrono 1400 copie . »
Il pensiero dell' egregio Prevosto del Monfer-
rato balenò alla mente di più altri di varie dio-
cesi , e non solo Parrochi, ma Vescovi eziandio .
Tra gli altri l' Eminentissimo signor Cardinale
Luigi di Canossa, personaggio di quella pietà e dot-
trina, che onorano altamente la Romana Porpora,
scrisse di propria mano una graziosa lettera, or-
dinandone ben 3000 copie collo stesso titolo e allo
stesso scopo, di distribuirle cioè come Segno della
Comunione pasquale nella sua cattedrale di Ve-
rona .
Consimili dimande pervenuteci da molte e di-
verse diocesi e da sì rispettabili ed autorevoli per-
sone ci parvero un tratto della divina Provvi-
denza, che ci porgesse in tal modo propizia occa-
sione di spandere vie maggiormente l' annunziato
libretto, a fine di eccitare i fedeli ad un più vivo
amore verso il Nostro Signor Gesù Cristo, in que-
sti giorni così indegnamente vilipeso in Torino .
In vista di ciò l'ottimo giornale L' Unità Cat-
tolica e il Bollettino Salesiano, che si diffondono
per tutta Italia , giudicarono di farne cenno per
norma dei Parrochi di quelle diocesi, ai quali fosse
acconsentito di adottare un libretto come segno
delaComunionepasquale . I due periodici, facen-
dosi proprio il sentimento di tante pie persone ,
scrivevano : « In questo caso, il libriccino (Gesù
Cristo nostro Dio e nostro Re) non servirebbe
solo di ricordo dell'adempiuto precetto, ma farebbe
ancora da maestro nelle famiglie e chi sa per quanto
tempo . »
Nè ci siamo affidati solo alla nostra pia inten-
zione , nè alla sentenza di altri ; ma per meglio
assicurarci che in pubblicare l'annunzio del libretto
con quel titolo non si contravveniva alle leggi di
nostra Santa Madre Chiesa, lo abbiamo presentato
alla Revisione Ecclesiastica di Genova , sotto la
cui giurisdizione da questa nostra tipografia di San
Vincenzo de' Paoli in S . Pier d'Arena si pubblica
il Bollettino ; e l' annunzio riceveva dalla Revma
Curia il nulla osta .
In oltre , per maggior comodità , volendosi ri-
produrre nella nostra tipografia di Torino la se-
conda edizione del libretto medesimo, già stampato
in questa di San Pier d' Arena colla permissione
della Curia di Genova , fu rispettosamente sotto-
posto di bel nuovo all'Autorità Ecclesiastica di To-
rino , la quale ne dava il permesso, come pure
concedeva che si potesse distribuire gratuitamente
alla porta delle chiese, ciò che appunto si è fatto,
in numero di ben 100 mila copie, con grande sod-
disfazione e del Clero e del popolo .
Se poi unitamente alla egregia Unità Cattolica
si è promossa la diffusione del libretto colla scritta :
Segno della Comunione pasquale, non abbiamo di
certo avuta alcuna intenzione di violare disposi-
zioni locali dell' Archidiocesi di Torino, spettanti
il biglietto pasquale . Unico nostro scopo si fu di
assecondare le dimande, che ci venivano fatte da
varie parti d'Italia, e di appagare il più vivo de-
siderio del nostro cuore , facendo più largamente
onorare ed amare il nostro divin Salvatore Gesù
Cristo, pel quale tutti devono essere disposti non
solo a soffrire contraddizioni e travagli, ma a dare
eziandio la vita, qualora occorresse .
Noi pertanto pieni di rispetto e di venerazione
a tutte le disposizioni dell'Autorità Ecclesiastica,
e desiderosi di concorrere con tutti i buoni a ri-
parare in qualche modo le sacrileghe offese , che
si fanno in Torino al Figliuolo di Dio, dichiariamo
che le copie del prefato libretto, portanti il titolo
« Segno della Comunione Pasquale » erano e sono
esclusivamente riserbate per le altre diocesi ; e
nel tempo stesso annunziamo ai RR . Parrochi e
Sacerdoti dell'Archidiocesi Torinese che, se vogliono
provvedersi dell'opuscoletto per diffonderlo tra le
loro popolazioni , siamo in grado di servirli di
quante copie ne desiderano, senza le parole : Segno
della Comunione Pasquale .
NOTIZIE DELLA MISSIONE DI LAS PIEDRAS
nella Repubblica dell'Uruguay.
Presentiamo ai Cooperatori e alle Cooperatrici
una delle lettere, pervenuteci ultimamente dal suolo
americano . Essa ci dà notizie della Casa di Las
Piedras, ed è la seguente

1.8 Page 8

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Las Piedras, 10 gennaio 1883 .
M . REV . E CARISSMO D . BONETTI,
Il nostro caro sig . Ispettore D . Luigi Lasagna
mi ha detto che il Direttore del Bollettino Sale-
siano desidera qualche notizia di questa Casa, ed
io mi affretto di soddisfarlo .
Noi abbiamo qui le scuole elementari pei giova-
netti del paese , ed un Convitto od Ospizio, dove
raccogliamo i più poveri ed abbandonati . La S . V .
sa che tra noi si termina l'anno scolastico nel mese
di dicembre, per ricominciarlo in febbraio . Perciò
nel mese scorso ebbero luogo gli esami finali in
pubblico, come qui si usa, e la Dio mercé riu-
scirono sì bene, che meglio non avremmo potuto
bramare . Li abbiamo poscia coronati con una mo-
desta accademia musico-letteraria, seguita dalla di-
stribuzione dei premii, a cui intervennero tutte le
Autorità del paese . A questo fine venne ador-
nata con bandiere e tappeti la nostra sala più spa-
ziosa, e colle ghirlande e coi fiori mandatici a pro-
fusione dai parenti degli allievi la si tramutò
come in un giardino . Le civili Autorità ci offer-
sero cortesemente la banda musicale ; onde fra i
briosi concerti di questa, il canto dell'inno nazio-
nale , la recita di dialoghi , poesie e discorsi, la
festa riuscì splendidissima e a tutti gradita . Ma
questo solo di passaggio .
Alla S . V . starà soprattutto a cuore l' avere
notizie della nostra parrocchia , la quale pei suo
vasto territorio, e pei bisogno di religiosa istru-
zione , è una vera Missione . Faccia conto che da
Torino a Chivasso da una parte e sino ad Avi-
gliana dall' altra non vi sia che una sola par-
rocchia, ed avrà una qualche idea della nostra .
Tutta questa grande superficie di terreno è pia-
nura secca , uniforme , monotona , intersecata da
qualche rio, percorsa da mandre, armenti e greg-
gie liberi e sciolti . Sorge qua e colà alcuna ca-
setta o meglio capanna , costrutta con fango, co-
perta di stuoie , circondata da un pezzo di terra
coltivata . Rompono la monotonia di questo quadro
alcuni rari e solitarii ombù, alberi, la cui ombra è
provvidenziale, ma il legno inutile . Bestie feroci non
ve ne sono, ma abbondano le biscie, una delle quali
tutta verde come una foglia di salice, vipere, scor-
pioni e ragni molto grossi . Vicino alle acque, ab-
bondanti di pesci di ogni maniera, si trovano pure
dei yacarés, che sono piccoli coccodrilli di un me-
tro o poco più di lunghezza .
Gli abitanti sono 18 mila, parte raccolti, parte
dispersi nelle campagne . I raccolti costituiscono il
così detto pueblo, il quale é un gruppo di case di un
solo piano il terreno, coperte di lastre di pietra, che
formano altrettante terrazze, o, come dicono qui,
azoteas . Sopra queste nei dì festivi s'innalzano
le bandiere delle diverse nazioni , alle quali ap-
partengono gli abitanti ; ed è bello in quei giorni
guardare, dall'alto della nostra Chiesa, tutta que-
sta selva di bandiere , quali bianco-azzurre (Uru-
guayana ed Argentina), quali tricolori (Francese
ed Italiana), quali giallo-rosse (Spagnuola), a sven-
tolare per ogni direzione , in segno della gioia e
della pietà dei loro padroni, che dall'amore della
patria non disgiungono mai quello della Religione .
La gente in generale , specialmente quella del
campo, é buona ed ospitale ; ma ha molto bisogno
d'istruzione religiosa . Non di rado ci accade di
ammettere alla prima Comunione ragazzetti di
trenta o quarant'anni, stati finora ignoranti delle
cose più essenziali .
Affinché questo caso doloroso più non occorra in
avvenire, abbiamo aperto l'Oratorio festivo pei gio-
vani anche adulti, e lo coltiviamo con tutte le no-
stre forze . Sarebbe nostro vivo desiderio di fare
altrettanto per la gente del campo aprendo Cap-
pelle qua e colà, ma ci mancano gli aiutanti . Ah !
se avessimo alcuni Sacerdoti di più , quanto bene
potremmo fare !
La nostra Chiesa è dedicata a Sant'Isidoro con-
tadino, la cui festa cade al 15 di maggio, e viene
celebrata con un religioso entusiasmo . Fin dal-
l'alba si vedono venire per ogni direzione frotte
d' uomini a cavallo , alti, nerboruti, con barba e
capelli nerissimi, col poncho tradizionale sulle spalle,
e accorrere al pueblo per accostarsi ai santi Sa-
cramenti e a prendere parte alle sacre funzioni ,
specialmente alla processione , in cui si porta la
statua del Santo . La processione non isfila a due
a due come costi, ma la gente procede in massa in
silenzio però, e gli uomini a capo scoperto . Precede
la croce e séguita il Clero senza canto veruno ; ma
durante il tragitto è uno spesso scoppiare di bombe,
è un continuo piovere di fiori dalle azoteas, è un
tutto così animato e insieme così divoto, che di-
letta, intenerisce e commuove .
E quando portiamo il SS . Viatico agli infermi
fuori del pueblo? - Il Sacerdote veste allora il roc-
chetto e la stola, si mette al collo, e, per mag-
gior sicurezza, si cinge intorno alla vita una cor-
dicella di seta, la quale sostiene la teca d'argento,
in cui e riposta la SS . Ostia , copre il tutto con
una specie di mozzetta o pellegrina rossa, poi monta
a cavallo, e fiancheggiato da quattro uomini a capo
scoperto anch' essi in groppa ad un destriero e
recanti in mano un lanternone, galoppa talora le-
ghe e leghe sino alla capanna .di un povero mori-
bondo . Le parrebbe di vedere il Re, circondato da
una parte del suo stato maggiore, che va a con-
solare qualche soldato coraggioso, caduto sul campo
di battaglia . L' anno passato che vi fu l' infesta-
zione del vaiuolo anche tra gli adulti, abbiamo fatte
moltissime di queste gite , le quali , sebbene per
una parte siano faticose assai, sono per l'altra con-
solantissime . E chi non si sentirebbe inondare il
cuore di gioia, pensando di portare stretto al suo seno
Colui, che porta il mondo? Sembra che lo stesso
cavallo conosca la sua bella sorte ; poiché in tali
viaggi si mostra sì calmo, che non accadono mai
accidenti disgustosi, cosa che in altre circostanze
avviene abbastanza di spesso .
L'anno decorso lo stato della campagna fu molto
critico . Le innumerevoli locuste mangiarono tutta
l'erba, onde le vacche e i buoi, che sono la ric-
chezza del paese , non trovano più alimento . Che
più? In questo mese di gennaio, in cui tra voi
Piemontesi il freddo è sì intenso , che av fa pie
le grive e vni le tignole, qui tra noi fa un calore
così eccessivo , che molti campos sono come ab-
brustoliti . L'altro giorno il termometro centigrado

1.9 Page 9

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dell' Osservatorio meteorologico del Collegio Pio
di Villa Colon, all'ombra e alle ore 5 pomeridiane,
segnava 38 gradi .
Vorrei anche dirle una parola dei temporali, che
in questi paesi sono fragerosi e terribili, con gran
numero di folgeri ascendenti , fenomeno bello e
pauroso ; ma la mia lettera è già abbastanza lunga
ed è tempo di chiuderla . Le dirò solamente che
dalla metà di settembre sino ai primi di novem-
bre abbiamo ammirato in questo bel cielo , illu-
strato dalla croce australe, una magnifica cometa .
Essa cominciò a mostrarsi nel bel mezzodì accanto
al sole, e poi di notte con una coda sterminata .
Il fatto era tra noi così spettacoloso , che questi
contadini temevano il finimondo , e non ci volle
poca pena per tranquillarli . Sarà andata costì a
far visita al « Settentrional vedovo sito ? » Se po-
trà scrivermi un biglietto me lo dirà, non è vero ?
Intanto Lei non si dimentichi di pregare per noi,
e a nome di tutti i Salesiani Piedrileños, abbia la
bontà di riverire il nostro amatissimo Don Bosco
e di stampare un bacio su quelle venerate mani,
che ci hanno impartito tanti benefizi e continuano
a benedirci .
Saluti anche tutti gli altri carissimi Superiori
e Confratelli, e Lei riceva un monte di recuerdos
y homenajes dal suo
Affino e Devmo in G. C.
Sac . ANGELO PICCONO .
APERTURA DI UNA NUOVA CASA DI SUORE DI M, AUSIL,
in Sicilia .
La religiosa istruzione e la buona educazione delle
fanciulle fu necessaria sempre ed oggi più che mai .
Dalle giovinette religiosamente istruite e savia-
mente educate si hanno le sacre Vergini, che for-
mano i fiori più olezzanti nel giardino della Chiesa
e la porzione più eletta del gregge di Cristo . Flos
est iste ecclesiastici germinis , come già le chia-
mava S . Cipriano, et illustrior portio gregis Chri-
sti . Dalle buone fanciulle si hanno gli angeli vi-
sibili delle case cristiane ; da loro le madri, che
allevano alla Chiesa dei figli e danno al Cielo dei
Santi .
La framassoneria, che ha giurato di bandire dal
mondo la Religione di Nostro Signor Gesù Cristo,
oggidì nulla lascia d'intentato per impadronirsi della
donna , imbeverla di false massime , corromperla
nella mente e nel cuore per averla un giorno a-
bile strumento di empietà in seno della famiglia .
A riuscire in questo ignobile intento , le società
sataniche cercano da una parte di allontanare la fan-
ciulla dalla Chiesa e dalle pratiche di pietà, e dal-
l'altra parte brigano di guastarla fin dai verdi suoi
anni e nella scuola e nei convitti, con perniciose
letture, con compagnie licenziose , con iscandalosi
divertimenti, e non di rado con maestre e diret-
trici, che sono per le incaute siccome genii male-
fici .
Pur troppo in molti luoghi per queste arti dia-
boliche, per colpa di genitori malvagi o trascu-
rati, e talora pel poco zelo delle istitutrici , le
giovanette a 10, a 12, a 15 anni sono tuttavia
ignoranti delle cose più necessarie alla eterna sa-
lute, o piene il capo di vanità e frivolezze, e tal-
volta addottrinate già alla più fina malizia . Or da
siffatte creature che bene potrà aspettarsi la fa-
miglia, la società e la Chiesa ?
E' d'uopo adunque che le anime buone si accen-
dano di santo ardore, e in ogni modo si adoperino
per conservare intemerati questi fiori di Gesù Cri-
sto, per tenerli lontani dall' aura pestilenziale di
un mondo corrotto e corrompitore, per custodirli
all'ombra del Santuario, e colle acque refrigeranti
dei santi Sacramenti crescerli al Cielo . Plauso
ne sia a chi conosce l'importanza di questo dovere
e lo adempie secondo le sue forze .
Tra gli altri, animato da questa esimia carità e
ben degno delle più alte lodi, si mostra il Reve-
rendo Sacerdote D . Angelo Patanè, Arciprete di
Nunziata presso Mascali in Sicilia . Quell' egregio
ecclesiastico, nostro Cooperatore, eseguendo l' ul-
tima volontà di un suo cugino, già suo anteces-
sore nella parrocchia medesima, erigeva presso la
Chiesa un bel fabbricato per provvedere all' inse-
gnamento morale e scientifico delle ragazze del
Comune, spendendovi del suo ben 25 mila lire . Ciò
fatto, egli ne chiamava alla direzione le Suore di
Maria SS . Ausiliatrice , allo scopo di aprire scuola
esterna, Convitto ed Oratorio festivo, frequentato
oggimai da un centinaio di giovinette .
Noi abbiamo a suo tempo ricevuto relazione della
festa celebrata per la solenne inaugurazione di quel-
l'Istituto . L'abbondanza della materia avendoci im-
pediti di farne cenno nei passati mesi , crediamo
cosa edificante darne un breve ragguaglio nel cor-
rente (1) .
La inaugurale solenne apertura venne fatta il 20
dello scorso gennaio , e la festa riuscì così bella,
che il tempo , il quale tutto copre d' oblio , non
varrà a cancellarne giammai , in quel paese , la
cara e soave memoria .
Spuntava appena quel giorno auspicatissimo, e
già il suono delle campane della Chiesa parroc-
chiale di Nunziata e lo sparo delle bombe, annun-
ziando vicino il fausto avvenimento, temperava tutti
i cuori a letizia .
La divota Cappella parata a festa e le grandiose
camere adiacenti, sino dalle ore 8 del mattino, ven-
nero gremite di gente . Sul centro dell'altare, tra
graziosi ornamenti, sorgeva una bella statua di Ma-
ria Immacolata, che attirava gli sguardi di tutti,
e tutti invitava ad amare l'augusta Madre di Dio
e Madre nostra carissima .
Alle ore 10 antim . si diede principio alla sacra
cerimonia . Erano presenti molte ragguardevoli per-
sone del paese, tra le quali il signor cav . Luigi
Zanghi, Sindaco di Mascali , la sua onorata fami-
glia ed una eletta corona di Sacerdoti . Era giorno
feriale, eppure pareva di festa . Compiuta dal Molto
Rev . Sig . Arciprete la benedizione della Cappella
e dell'intero caseggiato, fu celebrata solennemente la
prima Messa . I Figli di Maria ne eseguirono lo-
devolmente il canto gregoriano, accompagnati col
(1) Avevamo già scritte e consegnate al proto queste po-
che pagine, quando ci venne mandata una seconda rela-
zione, di cui ci rincresce di non poterci più servire come
vorremmo .

1.10 Page 10

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suono del piano-forte dal P . Francesco Barbagallo,
la cui sollecitudine pel buon andamento della festa
è degna pur essa di particolare encomio .
Momento di dolce emozione per tutti e special-
mente per le Suore fu quello della Consacrazione .
Niuna poté trattenere le lagrime, pensando che il
Figliuolo di Dio, il Re del Cielo e della terra, lo
Sposo delle anime caste, era disceso per la prima
volta tra loro, per visitarle, per benedirle e per
rimanere con esse .
Finita la s . Messa, il Rev . Sac . D . Angelo Bar-
bagallo , coadiutore parrocchiale , fece un discor-
setto, che intenerì tutti gli astanti . Egli rivolse
primieramente la parola al degnissimo sig . Arci-
prete, elogiandolo meritamente per aver intrapresa
e condotta felicemente a termine un'opera, che gli
aveva costato sacrifizi grandi e contrarietà innu-
merevoli ; opera, che doveva tornare d'immenso
vantaggio alla sua diletta popolazione e di orna-
mento a tutto il Comune . « Continua, tra le altre
cose gli disse, a pregare Maria SS . Immacolata,
dalla quale ricevesti l' ordine di edificare questo
Collegio pel bene della gioventù ; continua ad in-
vocarla, affinché dal suo trono di grazie sparga
copiose benedizioni sopra tutte le giovanette, che
qua verranno a raccogliersi . »
Dirigendo poscia il suo discorso alle Suore così
l' oratore si esprimeva : « O Figlie di Maria SS .
Ausiliatrice, voi che da lontani paesi siete qua ve-
nute per l'unico fine di fare del bene in mezzo di
noi, deh ! non dimenticate mai che dovete santifi-
care queste mura colla custodia della castità ver-
ginale, colla pratica della povertà e coll'esercizio
della obbedienza , professate dinanzi a Dio ed ai
vostri Superiori . Queste sono le tre catene d'oro,
che vi tengono unite al celeste vostro Gesù . Ri-
cordate ognora che santo è lo Sposo che avete
scelto ; pura è la Madre vostra celeste ; dunque
sante e pure dovete essere ancor voi . Nè trascu-
rate le altre virtù , di cui andò fregiata Maria ,
voglio dire la mansuetudine , l' umiltà , la carità
verso Dio e verso il prossimo, la mortificazione e
la semplicità religiosa . Sovrattutto fate risplen-
dere il buon esempio . La gente oggigiorno bada
più ai fatti che non alle parole ; operate dunque
molto ed operate bene, servendo come di antemu-
rale all' errore, al vizio ed al mal costume . Noi
affidiamo alle amorevoli vostre cure la parte più
eletta della nostra parrocchia . Educate il cuore di
queste care giovanette ; istruitele nella Religion
nostra, ed avrete la riconoscenza delle famiglie in
sulla terra e in cielo una ricca corona di gloria . »
Il Rev . oratore conchiuse il suo gradito discorso,
invitando il popolo a ringraziare Iddio , per a-
vergli concesso il favore di una Casa di educa-
zione , che nel presente e nell' avvenire gli sarà
sorgente di benessere temporale ed eterno . Espo-
sto quindi il SS . Sacramento e cantato il Tantum
ergo in musica, s'impartì la Benedizione . Così ebbe
fine la festa, che non poteva riuscire più bella e
consolante .
La relazione termina con parole, che crediamo
pregio dell'opera di qui riferire testualmente : -
« Oh quanto bella edificazione danno mai questi Sa-
cerdoti , tutti uniti fra di loro da formare come
un cuor solo , coll' unico intento di salvare delle
anime ! Non è quindi a stupire che questa divota
popolazione sia loro affezionatissima , li stimi , li
ami e li corrisponda . »
E noi pure dal canto nostro ci congratuliamo
con quel rispettabile Clero, e ci gode l'animo di
tributargli questa pubblica testimonianza di alta
stima e di profonda gratitudine . E di questi no-
stri sentimenti vogliamo pure partecipe l'egregio
sig . cav. Luigi Zanghi, Sindaco di Mascali, il quale
ben sapendo che la Religione e la morale cattolica
sono il più valido fattore e il. più forte sostegno
della morigeratezza, del buon ordine e della pro-
sperità di un Comune, si mostra favorevole e largo
del suo appoggio a quanti si consacrano alla cri-
stiana educazione dei figli e delle figlie del popolo,
dimostrando così che si può bene accordare insieme
l' onorevole uffizio di Sindaco col nobile carattere
di Cattolico .
LA PATAGONIA
e le Terre Australi del Continente Americano
PARTE III .
CAPO II .
Statura e conformazione fisica dei Patagoni .
La scoperta della Patagenia avvenne l'anno 1520
dell'éra volgare . I navigatori di quella prima spe-
dizione videro in quelle terre uomini di statura
più che comune ; nella loro immaginazione si fi-
gurarono più del vero . Nel ritorno dal viaggio
raccontando e scrivendo le cose vedute si lascia-
vano portare ad esagerare un tantino . I primi a-
scoltatori raccontando ad altri avrebbero creduto
di narrare poco di buono , se non avessero resa
la cosa ancor più incredibile . Non bastando più ciò
che si diceva della statura si aggiunse dei piedi
a mo' d' orso , delle mani simili alle zampe del
leone, della faccia di scimmia, di divoratori tali da
mangiare più uno di loro che cento di noi ; veloci
nel corso come una palla da schioppo ; forti da ti-
rar da soli carri pesantissimi , capaci a portare
una casa sulle spalle, a trasportar montagne : in-
somma non vi è stravaganza raccontata dai poeti
greci e latini dei giganti antichi e dei ciclopi, che
dei Patagoni non si ripetesse e non si assicurasse
come di cosa al tutto accertata . V' era chi pre-
tendeva dimostrare non discendere essi per certo
da Adamo, ma essere d'una schiatta affatto diversa
dalla nostra . Questi vari racconti fecero il giro
d'Europa nel secolo xvi e non cessarono nel xvii .
Altri poi per contrapporsi alle esagerazioni di co-
storo posero in dubbio ogni cosa , anzi protesta-
rono nulla esser vero di quanto si raccontava, es-
ser fandonie l' asserire che i Patagoni siano di
statura più elevata della nostra ordinaria ; per poco
non li facevano più piccoli di noi, equiparandoli ai
Lapponi, e disprezzavano chiunque di loro asse-
risse cose comechessia più che ordinarie, tanto che

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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gli scritti coscienziosi di alcuni viaggiatori assen-
nati non venivano presi in considerazione, perchè
di quei popoli era detta qualche straordinarietà
vista co' proprii loro occhi . Ancora ai nostri giorni
si sostennero esagerazioni pro e contro . E adunque
importante che in uno scritto qual' è il nostro si
metta la verità a questo riguardo in chiara luce,
specialmente che tra le relazioni antiche di viag-
giatori, che videro le cose co' loro occhi, e le e-
splorazioni moderne , si è potuto discernere con
precisione il vero dal falso .
Nei dunque siamo qui per sostenere i tre se-
guenti punti
1° E falso che nella Patagonia vi siano gi-
ganti d'altezza sterminata, e sono grossolane favole
quei racconti mitologici, che si volevano far cre-
dere da alcuni viaggiatori sulla conformazione del
loro corpo diversa dalla nostra ;
2° E assolutamente vero che in generale la
statura dei Patagoni è assai elevata , cioè gene-
ralmente parlando superiore alla nostra (Italiani,
Francesi, Spagnuoli ecc .) ;
3° La tribù dei Tehuelches , la quale forma
la vera razza Patagone primitiva, è anche più e-
levata delle altre ; si può chiamare statura straor-
dinaria, e forma in realtà la razza umana di sta-
tura più elevata che sia sulla faccia della terra .
E prima di tutto niuno è che non veda es-
sere da mandarsi assolutamente nel numero delle
favole i detti di coloro, che attribuivano a questi
popoli i piedi di belve, la testa di animali, la for-
tezza da trasportar case o montagne e simili . Fu-
rono questi sogni di pazze immaginazioni . Anche
per certo è da mettersi nel numero delle favole
l' altezza sterminata di quattro, di sei o più metri,
data loro da alcuni . Queste cose non furono mai
sostenute da viaggiatori serii, i quali avessero vi-
ste le cose sui luoghi ; nessuno poi dei viaggiatori
moderni, nè dei Missionarii che si inoltrarono colà,
fece pur menzione di simili cose . Sarebbe un
portar vasi a Corinto o nottole ad Atene aggiun-
gere altre parole per dimostrare false quelle asser-
zioni : per confutarle basta enunciarle .
Nemanco il secondo punto ha bisogno di molte
parole per essere provato , perchè vi sono mille
testimonianze di viaggiatori di tutti i tempi che
lo confermano . Chi da Buenos Aires fa escursioni
a Carmen, a Viedma, a Bahia Bianca o in qua-
lunque altro luogo, dove si possano incontrare In-
dii, Patagoni e Pamperos, si può accertare facil-
mente co' proprii occhi della verità del nostro
asserto . D'altronde la Repubblica Argentina quasi
tutti gli anni fa escursioni contro gli Indii per
impedire il loro depredamento : a migliaia i sol-
dati Argentini si trovano di fronte ai selvaggi
or bene, tutti sono d'accordo nell' attribuire loro
gran forza e statura, superiore generalmente alla
nostra . I nostri Missionari medesimi nelle molte
loro esplorazioni si trovarono centinaia di volte in
faccia ai selvaggi , con loro parlarono , molti ne
istruirono e ne battezzarono , e ci assicurano che
la statura piuttosto elevata di varii uomini robu-
sti dei nostri paesi è tra gli Indii una cosa or-
dinaria . Molti viaggiatori poi ebbero campo a mi-
surarne varii con tutta precisione , e si trova la
loro statura media a m . 1,72 , mentre la media
degli Europei non è che di m . 1,60 circa ; di modo
che si può conchiudere che certe stature, le quali
per noi sono cosa rara, tra loro invece sono cosa
ordinaria , e quelli che tra loro sono considerati
di taglio piccolo tornerebbero tra noi le stature
più ordinarie . Ma anche questo punto pare abba-
stanza provato , e noi non aggiungiamo altre
parole , specialmente perchè quanto giova a com-
provare il terzo serve di sempre maggior conferma
a questo . Qui invece crediamo bene , dalle più
recise e scrupolose relazioni di viaggiatóri , rife-
rire qualche cosa della conformazione speciale
della corporatura dei Patagoni .
Essi hanno generalmente testa grossa , capi-
gliatura nera, spessa, lunga e forte, che non cade
mai e raramente incanutisce ; fronte alta , ro-
tonda e prominente ; viso largo , pieno, quadro e
piatto . Come tanti altri popoli, eglino ancora si
strappano i peli delle ciglia e della barba appena
cominciano a spuntare, cosicchè non sono mai guari
barbuti . I zigomi della faccia non sono prominenti,
nemmeno in età avanzata : gli occhi hanno pic-
coli, neri, vivaci, orizzontali ; il naso corto e piatto
colle narici aperte ; la bocca larga e protuberante ;
le labbra grosse, che quando sono aperte lasciano
vedere magnifici denti sino alla fine di una tarda
età ; il mento piuttosto corto ma un poco spor-
gente , di modo che il profilo della fronte e del
mento appare in modo, che tirando una linea
perpendicolare dalla fronte alle labbra , il naso
appena arriva a toccarla , mai la sorpassa . L' in-
sieme dei loro lineamenti è piuttosto brutto ,
con un'aria quasi stupida ; ma nel medesimo tempo
è più dolce che dispiacente, cosicchè uno si sente
disposto a contrarre con loro amicizia ; mentre per
altro canto vi sono popoli meno brutti , alla cui
aria feroce si indietreggia istintivamente . Il collo
hanno muscoloso, spalle assai larghe, membra so-
lidamente impiantate, il tronco sviluppatissimo con
torace protuberante . A proporzione del tronco le
loro gambe sono corte, i piedi piccoli e la loro an-
datura è grossolana e senza grazia .
Ma veniamo al terzo punto. E da premettere che,
come si disse nel capo antecedente, i Patagoni vanno
divisi in varie tribù, le quali stanno separate e per
essere nomadi e sparse su regioni estesissime non
hanno guari relazione le une con le altre, e con-
servano ciascuna le proprie abitudini . I Tehuelches
popolano specialmente il sud-est della Patagonia ,
sebbene, per essere nomadi , se ne trovino anche
nelle regioni settentrionali ed occidentali . Di que-
sta tribù particolare intendiamo qui di parlare .
E prima di tutto è a tenere che una tradizione
del Perù, molto più antica della scoperta dell'A-
merica, già diceva esistere verso il sud una schiatta
d'uomini di statura assai più elevata di quella dei
Peruviani . Questa tradizione ci fu conservata dallo
storico Garcilaso , il quale la dice antichissima ,
costante, e tenuta come certa da tutti i popoli di
quelle terre . Certo questa tradizione così sparsa
allude a fatto reale . Ma dopo la scoperta dell'A-
merica primo storico testimonio oculare della straor-
dinaria statura dei Patagoni è Pigafesta, compagno
di viaggio di Magellano . Sebbene questo autore in

2.2 Page 12

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molte particolarità del suo racconto sia esagerato
per mancanza di cognizioni esatte , non mentisce
però appositamente , e dove ha dati dice le cose
come le conosce . E a questo riguardo decisivamente
si esprime che esso vide molti Patagoni , e che
dai viaggiatori suoi compagni furono giudicati alti
dieci palmi spagnuoli (circa due metri e mezzo) .
Qui è da notare che i Patagoni da nessuno di quei
viaggiatori furono misurati esattamente : non è a
stupire che per fare la misura rotonda siasi esa-
gerato un poco ; ma certo dà un argomento cre-
dibile , che realmente gli uomini visti fossero di
statura straordinaria, e che da loro non se ne fos-
sero mai veduti dei simili .
Dopo Magellano varii tentarono quelle spiaggie .
Il viaggiatore inglese Cavendish nel 1592 passò
per lo stretto di Magellano e vide molti Patagoni .
Riguardo alla loro statura dice positivamente che
vide sulla costa due cadaveri : li misurò e con-
statò che avevano 14 palmi di lunghezza , il che
corrisponde quasi a 3 metri . A malgrado delle sue
esagerazioni sulle cose, che racconta senza averle
viste, pare che dove dice d' avere egli medesimo
misurato questi cadaveri meriti credenza . È poi
noto che corpo morto cresce in lunghezza .
Tutti i viaggiatori del sec . xvi che percorsero
il mare del sud parlano della esistenza colà d'uo-
mini di statura straordinaria, come di una verità
già nota . Il corsaro spagnuolo Larmiento vide molti
Patagoni, e ne potè arrestare e condurre con sè
uno , e lo dice un gigante alto tre vera , misura
spagnuola che equivale circa il metro . L' inglese
Haw-Kiny, il quale viaggiò molto tempo in quelle
acque, ne parla in una maniera assai moderata e
persuasiva ; non li misurò, perciò non ne dà l'al-
tezza precisa, ma li dice di così alta statura, che
paiono giganti .
Venendo al secolo scorso Harrington e Carman
capitani di due vascelli francesi videro più centi-
naia di Patagoni, e descrivendoli li chiamano gi-
ganti .
Il giudizioso Freger li dice di statura straor-
dinaria, e per confermare la sua asserzione rife-
risce la testimonianza di una moltitudine di navi-
gatori anteriori a lui, e termina le sue citazioni
con questa semplice e naturale riflessione : « Si
può conchiudere senza leggerezza , che vi ha in
questa parte d'America una nazione d'uomini di
statura superiore alla nostra : varii viaggiatori e-
sagerarono , ma se si riflette che le loro misure
furono prese più per approssimazione che con ri-
gore, si vedrà che esse hanno vera base di cre-
dibilità nell'accordarsi tutti sull'asserire assai su-
periore alla nostra l'altezza dei Patagoni . »
Nella relazione del viaggio del celebre ammi-
raglio Bayron, citato dal Malte- Brun, uomo tut-
t'altro che credulo, si dice che videro uomini di
prodigiosa statura, che seduti erano ancora quasi
alti come il loro ammiraglio .
Il luogotenente di fregata Duclos Guyot ; il ca-
pitano della Girandais e molti altri viaggiatori
francesi, inglesi, spagnuoli e danesi del secolo scorso
danno vani ragguagli dei Patagoni , e tutti con-
fermano da più a meno le cose sopra dette . Nel
nostro secolo poi i viaggiatori del mar del sud pre-
sero altra direzione, lasciandosi dai più lo stretto di
Magellano pel capo Horn ; e per altra parte es-
sendosi dai più antichi pressochè esaurito l'argo-
mento, minori relazioni ci giunsero ; ma queste
sono più precise e confermano le antiche . Per non
accrescere il numero dclle citazioni a noi basta
portare l' irrefragabile testimonianza dei generale
Moreno, che nel 1874 fece una prima esplorazione
e nel 1877 una seconda . Nella Patagonia egli vi-
sitò accuratamente quei luoghi, per espressa com-
missione del Governo Argentino . In questa seconda
volta vi si fermò circa 6 mesi . Era munito di
tutti quegli strumenti e aiuti necessarii sommini-
strati dalla scienza moderna per fare ogni osser-
vazione opportuna, ed era accompagnato da varii
scienziati . Visitò molti punti della Patagonia e si
fermò specialmente al Rio Santa Cruz, che perlu-
strò in tutta la sua lunghezza con la permanenza
di più mesi : potè stringere relazione coi veri Te-
huelcstranicolrfamgient,
tra gli altri con certo Kaikokelteish, vecchio di
oltre cento anni . Ebbene, il generai Moreno nella
particolareggiata relazione del suo viaggio, in due
grossi volumi, attesta d'averne veduti varii alti
circa due metri; e misuratine con scrupolosa pre-
cisione quattro, stabilisce la statura media dei
T.ehulcsam 1,86, e dà in questa precisa e-
sclamazione : « Costoro davvero meritano il titolo
di giganti » (1) . Egli medesimo passa poi a con-
futare le opinioni di Musters, che pone l' altezza
media dei Patagoni a m . 1,78, e quelle del cele-
bre D' Orbigny che la pone a m . 1,73 , fàcendo
vedere come questi accreditatissimi scrittori , i
quali non asserivano mai niente senza aver viste
le cose coi loro occhi, e calcolato con le loro mi-
sure alla mano, avevano confuso i Pamperos e gli
altriPgonclavertibùdThuelcs .
Neppure è da supporre che sotto gli occhi del
general Moreno siano capitati i Tehuelches più
alti ; di modo che non meritano disprezzo le as-
serzioni di quei viaggiatori, che asserirono d'averne
veduti degli alti quasi tre metri, sebbene in que-
sti ultimi viaggi di quell'altezza non se ne sia mi-
surato alcuno .
IL S. P. LEONE XIII
E IL PELLEGRINAGGIO ITALIANO A LOURDES
e ai Santuari Francesi .
Il S . P . nell'udienza del 24 dello scorso febbraio
si degnava aprire i tesori della Chiesa al Pellegri-
naggio a Lourdes e ad altri Santuari, concedendo
a tutti quelli che vi prenderanno parte le indul-
genze annesse all' imposizione della Croce , e in-
dulgenza plenaria per la visita ad ognuno dei san-
tuari meta del pellegrinaggio .
Inoltre , con rescritto dello stesso giorno , ha
concesso ai Sacerdoti dei pellegrinaggio , debita-
mente approvati nelle proprie diocesi , facoltà di
confessare durante il viaggio i loro compagni .
(1) Viaje à la Patagonia austral emprendido bajo los
auspicios dei gobierno nacional, por Francisco P . Moreno
ecc. - Buenos Aires 18S0, tomo primero , p . 376 .

2.3 Page 13

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Per domanda di essere ricevuti nel Pellegri-
naggio, di notizie e schiarimenti, dirigersi con let-
tera franca o con cartolina postale
AL Comm. G . Acquaderni,
Via Mazzini 94, in BOLOGNA .
IL CONTE D . CARLO CAYS DI GILETTA .
IV.
Nell' uffizio di Direttore, il Sac . D . Carlo Cays
diede viemmeglio a divedere che lo accendeva un ar-
dente zelo per la salute delle anime , e che se
l' età aveva potuto scemargli le forze del corpo
non aveagli punto diminuita la energia della vo-
lontà . Appena le scuole e l' Oratorio di Challonges
furono regolarmente aperti , presero tosto a fre-
quentarli in gran numero non solo i fanciulli del
paese, ma quelli ancora di tre altri Comuni , di-
stanti un' ora e mezzo di cammino . Avendo sola-
mente due compagni, il Direttore doveva spesso,
come si dice , cantare e portar la croce . Laonde
secondo il regolamento tutti i giorni, prima della
scuola del mattino , egli faceva un' ora di Cate-
chismo ai ragazzi ; oltre ciò, siccome i giovanetti
dei paesi lontani venivano all' Oratorio nel mat-
tino e non ne ripartivano che nella sera, così ei
passava più ore di ricreazione con essi per assi-
sterli e sorvegliarli . I due Confratelli suoi com-
pagni cercavano bensì di surrogarlo ed alleggerir-
gli la fatica ; ma egli qual tenero padre , amava
meglio alleggerirla a loro, mettendo in pratica il
detto del divin Maestro : « Chi tra voi è il più
grande, sia come il più piccolo : e colui che pre-
cede sia come uno che serve : Qui major est in
vobis , fiat sicut minor : et qui praecessor est,
sicut ministrator . » Quindi era bello il vedere
quell' amabile vegliardo trastullarsi , discorrere ,
faceziare coi fanciulli, raccontare esempii edificanti,
e così instillare nei loro teneri cuori amore alla
virtù ed abborrimento al vizio . Ogni mattino poi,
anzi tutte le ore del giorno egli mostravasi pronto
ad udirli in confessione,equstorcizdel
sacro ministero stavagli a cuore più che ogni altro .
Alla festa teneva un acconcio sermoncino, ed ogni
occasione egli coglieva di buon grado per indiriz-
zare loro parole d' incoraggiamento ora in pubblico,
ed ora in privato, istruendoli non solo, ma edu-
candoli alle virtù religiose, morali e civili .
Nè solo nella Casa occupavasi egli da buon Sa-
cerdote, ma estendeva il suo zelo ai fedeli ancora
della Parrochia . Di ciò lasciavagli una bella te-
stimonianza il prelodato Comm . Dupraz, il quale
lodandosi del nobile Conte scriveva : - « Il Conte
Cays, venerando Sacerdote, nel suo breve soggiorno
a Challonges, molto contribuì al bene delle anime .
Al tribunale della penitenza da lui occupato ac-
correvano uomini e donne , giovani e vecchi , e
ne uscivano manifestando somma contentezza . » -
Trovandosi il Parroco da molto tempo infermo di
paralisia, il nostro D . Carlo fu in vero per quella
popolazione una provvidenza del Cielo .
Ma raro è il caso che il demonio non tenti di
porre ostacolo alle opere di Dio, e che o poco o
molto egli non riesca nell' intento suo per la ma-
lizia di certi uomini , che si fanno suoi satelliti .
Era già da qualche tempo che il nostro Confra-
tello esercitava l' uffizio di Direttore nella Casa di
Challonges, quando con grande suo rammarico si vide
come soldato posto fuori del campo di battaglia .
Alcuni malevoli del paese, mal tollerando che le
scuole libere dell' Oratorio avessero quasi disertate
quelle del municipio, presero ad osteggiarle con
grande accanimento . La questione fu portata di-
nanzi all' autorità civile ; e siccome il Conte Cays
non godeva ancora il diritto di nazionalità fran-
cese, così gli avversarii tanto dissero e tanto bri-
garono, che gli fecero inibire di più ingerirsi
nelle scuole medesime . Al nobile uomo rincrebbe
assai questa proibizione, e secondo l' intento de' suoi
avversarii avrebbe dovuto chiudere l' Istituto ; ma
egli, pratico già delle cose del mondo, non si diede
per vinto nè si perdette d' animo . D' accordo col
suo Superiore, e coll' appoggio del Commendatore
Dupraz, chiamò alla reggenza delle scuole un mae-
stro francese legalmente autorizzato, e col mezzo
suo le tenne aperte sino alla fine dell' anno con
molto profitto scientifico, religioso e morale dei fan-
ciulli, e con grande consolazione delle loro famiglie .
Ma le fatiche del sacro ministero e le noie tol-
lerate a motivo della prefata questione abbatterono
il fisico dello zelante Direttore , e sconcertarono
non poco la sua mal ferma salute . Per la qual
cosa, ed in vista eziandio della critica posizione ,
cagionata dall' applicazione dei famosi decreti contro
le Congregazioni religiose in Francia , terminato
l' anno scolastico nell' agosto del 1880, D . Bosco
lo richiamò presso di sè a Torino . Qui egli continuò
per oltre due anni a mostrarsi modello di osser-
vanza religiosa, e a lavorare con molto vantaggio
delle anime, e con alta edificazione de' suoi Con-
fratelli . Al vedere il gentiluomo, presso che set-
tuagenario , non ritirarsi mai dal lavoro , quando
trattavisi della gloria di Dio, oppure di fare l' obbe-
dienza, era impossibile che i più giovani non si sen-
tissero fortemente animati a sacrificare, ad esem-
pio suo, piaceri, comodità e vita . Ogni mattino e
nello stesso cuore dell'inverno, suonata l'Ave Maria,
tu vedevi il degno Sacerdote con un lumicino in
mano, scendere nella Chiesa di Maria Ausiliatrice,
portarsi presso al confessionale assegnatogli, e
colà inginocchiato attendere i penitenti . Quella
vista faceva correre alla mente il buon Pastore
Gesù al pozzo di Sichem, che aspettava la Sama-
ritana e gli abitanti della città . Nei giorni di fe-
sta egli stava nel tribunale di penitenza talvolta
tre ed anche quattro ore di seguito , non uscen-
done che per recarsi all' altare a celebrare la santa
Messa, colla quale coronava le sante sue occupa-
zioni del mattino . Nei giorni feriali poi , non es-
sendovi si grande concorso di fedeli , egli confes-
sava come alla spicciolata e a più riprese ; ma
finito che aveva di udire questo e quell' altro, egli
non si partiva tosto di là, ma ripostosi ginocchioni,
se era tuttavia oscuro, riaccendeva il suo cerino
e recitava il Breviario, o faceva la meditazione, o
s' interteneva in pie letture, finchè altri si appros-

2.4 Page 14

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sasse al confessionale . Le persone, le quali entra-
vano in Chiesa, vedendolo in quel luogo, capivano
tosto che egli attendeva dei penitenti , e , stante
la comodità che loro porgevasi , accadde sovente
che si accostassero alla confessione taluni, che non
ne avevano da prima alcuna intenzione . Fra gli
altri vi fu un negoziante , il quale assicurò di se
stesso, che un mattino-d' inverno del 1882, entrato
nella Chiesa di Maria Ausiliatrice, e veduto quel
Prete al freddo, che aspettava gente a confessarsi,
ne provò da principio un senso di ammirazione ;
indi riflettendo sopra se stesso , ed accortosi che
non era troppo bene con Dio, si accostò al confes-
sionale , ed aggiustò le partite dell' anima , con
grande soddisfazione del suo cuore . Chi sa quanti
altri avranno fatto altrettanto, non conosciuti che
da Dio solo ! Era per altro cosa singolare ! Il no-
stro D . Carlo e per lo studio fatto, e per la co-
noscenza del cuore umano riusciva un eccellente
maestro di spirito ; e malgrado di ciò, la sua u-
miltà lo teneva ognora in angustia pel timore di
non far bene . Lo zelo della salute delle anime lo
spingeva da una parte, e la tema di errare lo trat-
teneva dall' altra ; ma la Dio mercé vinceva il
primo, coadiuvato e confortato dalla voce dell' ob-
bedienza .
Oltre l' occuparsi nell' udire assiduamente le
confessioni , il buon Conte attendeva eziandio a
raccogliere notizie e a tessere le biografie degli
ultimi Salesiani defunti . Questa occupazione ecci-
tavlopotentemntealapraticadelepiùbele
virtù, e servivagli nel tempo stesso a prepararsi
viemmeglio alla morte, che si accorgeva non es-
sergli lontana . Infatti la sua vita preziosa volgeva
rapidamente al tramonto . Noi diremo in altro numero
l' ultima sua malattia e la edificante sua morte .
ISTRUZIONE SULLE SANTE INDULGENZE .
Un pio scrittore osserva giustamente che av-
viene del tesoro delle sante indulgenze quello ap-
punto, che succede dei tesori materiali . Quantun-
que siano questi talvolta molto preziosi , tuttavia
il più sovente sono trascurati e dimenticati per
anni e secoli . Donde ciò ? La ragione è questa, che
nessuno sa dove si trovino, e quindi, non avendone
cognizione, non li stima e di loro non si cura . Ma
se ciascuno sapesse ove trovarli-, e ne conoscesse
il valore, certamente non risparmierebbe nè fatica
nè spese per farne acquisto . La medesima cosa ac-
cade per molti cristiani delle sacre indulgenze .
Sono pur queste un ricchissimo spirituale tesoro ;
e nondimeno quanto sono pochi quelli, che cercano
di guadagnarle ! E quello che duole di più si è
che molti non si arricchiscono di questi spirituali
tesori non tanto per ignoranza, quanto per poco
conto che ne fanno . Fa piangere poi il cuore ad
ogni persona dabbene il vedere come ai dì nostri
alcuni cristiani si lascino ingannare da certi falsi
profeti, i quali a voce e per iscritto spacciano mille
empietà contro le sante indulgenze .
A fine di premunire da ogni inganno i nostri
Cooperatori e le nostre Cooperatrici, e per far loro
concepire la dovuta stima di queste spirituali ric-
chezze, crediamo utile la seguente istruzione .
Due sono gli effetti principali di qualunque pec-
cato mortale : la privazione della grazia di Dio e
la pena eterna dell'inferno : il reato di colpa e il reato
di pena . Ogni peccato veniale poi, quantunque lievis-
simo, impedisce l'aumento della grazia e diminuisce
il fervore della carità, mentre ci fa pur meritevoli
di una pena temporale , la cui acerbità e dura-
zione nessuno può estimare . Accostandoci noi colle
dovute disposizioni al Sacramento della Confes-
sione, se siamo rei di peccati mortali , in virtù
di questo Sacramento, ci viene restituita la grazia
di Dio e perdonata la pena eterna ; ma d'ordi-
nario ci rimane a soddisfare moltissima pena tem-
porale : e se i nostri peccati sono solamente ve-
niali, ci viene accresciuta la grazia, e perdonata,
secondo le nostre disposizioni, la pena temporale ;
ed ove ne rimanga , si dee scontare o in questa
vita o nel Purgatorio .
Che colla remissione del peccato non si rimetta
sempre la pena temporale è verità di fede . Sap-
piamo dalla Sacra Scrittura che Adamo ed Eva
nostri primi padri , dopo aver ottenuto il per-
dono del loro peccato , dovettero ancora subire
una pena temporale ; furono cacciati dal luogo di
delizie, e assoggettati a innumerevoli mali . Sap-
piamo che Mosè fu perdonato del peccato commesso
nel diffidare della bontà e fedeltà di Dio nelle sue
promesse ; tuttavia Mosè dovette ancora subirne
la pena temporale, la quale fu di non poter en-
trare, con grande suo rammarico, nella Terra Pro-
messa . Iddio fece bensì per mezzo del profeta Na-
tan annunziare a Davide il perdono del commesso
adulterio ed omicidio ; ma ciò non di meno Da-
vide dovette sottomettersi a pene temporali molto
sensibili, come la morte del suo caro figliuolo .
S . Agostino, dando la ragione per cui Iddio sta-
bilì di non perdonare col peccato eziandio tutta la
pena, affinché, dice, non si credesse leggera la
colpa, se con essa avesse finita altresì la pena . Può
bensì avvenire che Iddio perdoni insieme col peccato,
ancora ogni pena, il che potrebbe succedere quando
si avesse dei peccati commessi una contrizione non
solo perfetta , ma al tutto straordinaria , cioè il
dolore d'averli commessi, concepito in virtù di un
veemente amor dì Dio sopra tutte le cose . Ma di
cotale contrizione sono poco frequenti gli esempi .
Ora considerando quanto facilmente noi commet-
tiamo peccati veniali, ciascuno dei quali ci fa me-
ritevoli innanzi a Dio di pene temporali molto
gravi ; considerando la negligenza di fare buone
opere e la scarsezza delle nostre penitenze, chi non
vede l'enorme carico di pena temporale, che ci re-
sterà da scontare? E qualora avessimo commessi
peccati mortali, quanto sarebbe più terribile an-
cora cotesta pena anche dopo le nostre confessioni!
In che modo liberarci da un sì grave peso?
La Chiesa per isgravare i fedeli in tutto od al-
meno in parte da un tal carico, e dalla dura ne-
cessità di dover scontare quella pena nelle fiamme
del Purgatorio, nei primi secoli assoggettava i pec-
catori a pubbliche e gravi penitenze . Stavano nel
tempo dei divini uffizi alla porta delle chiese, rac-
comandandosi alle preghiere dei loro fratelli che

2.5 Page 15

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passavano, e questo per un tempo più o meno
lungo, secondo il numero e la gravezza dei loro
peccati . Digiunare ogni giorno e spessissimo a pane
ed acqua, pregare lungamente colla faccia per terra,
fare abbondanti limosine ai poveri , astenersi da
ogni divertimento, erano i principali esercizi della
penitenza di quei tempi . E quanto essa durava ?
Quaranta, od anche cento giorni pei peccati meno
gravi ; due anni pel furto , sette pel peccato di-
sonesto, undici per lo spergiuro, quindici per l'a-
dulterio , venti per l' omicidio, tutta la vita per
l'apostasia ed altri più enormi peccati . E a tali
penitenze si assoggettavano quei primi cristiani ,
perché avevano vivo nel cuore il desiderio della
propria salute . Diminuendosi poi il fervore dei fe-
deli, la Chiesa madre pietosa temette che coteste
penitenze allontanassero i peccatori dall'accostarsi
al Sacramento della Confessione, e perciò essa mi-
tigò il suo rigore, e stabilì che più leggiere, più
facili penitenze fossero imposte , come ancora og-
gidì si pratica nel Sacramento della Penitenza . Ma
che sono mai cotali penitenze in paragone del cu-
mulo di pene temporali , che noi ci aumentiamo
ogni dì più coi nostri peccati? Quanto tempo perciò
non ci toccherebbe patire nel Purgatorio, qualora
non venisse in nostro aiuto questa buona Madre
la santa Chiesa? Essa non ci viene meno in tanto
bisogno .
Tesoro infinito nella Chiesa .
Trovasi nella Chiesa un tesoro spirituale infinito,
formato dai meriti di Gesù Cristo, di Maria Ver-
gine e dei Santi .
E qui si ha da sapere che ogni opera buona
ha un doppio valore, cioè un valore meritorio,
pel quale chi la fa , merita premio presso Dio,
ed un valore soddisfattorio, pel quale gli dà sod-
disfazione o riparazione della ingiuria fattagli col
peccato . Il primo valore non si può ad altri par-
tecipare ; ma non così il secondo, il quale si
può in parte ed anche in tutto ad altri co-
municare . Questo doppio valore ebbero senza
dubbio le azioni di Nostro Signor Gesù Cristo, il
quale con le sue opere e co' suoi patimenti si me-
ritò in Cielo la massima gloria, e col valore sod-
disfattorio soddisfece per noi tutti infinitamente .
Imperocchè Egli, essendo vero Dio e vero uomo,
colla sua passione e colla sua morte presentò al
Padre suo una soddisfazione di valore infinito ;
mentre essendo innocentissimo non aveva bisogno
di soddisfare alla divina giustizia per sé, ma solo
per noi, che siamo peccatori . Cosicché tutto il va-
lore soddisfattorio delle sue opere, de' suoi pati-
menti e della sua morte, va tutto a nostro profitto .
Anche le buone opere di Maria SS . ebbero que-
sto doppio valore ; e siccome Essa non aveva bi-
sogno di soddisfare per sé alla giustizia divina ,
perché immune da qualunque peccato e originale
e attuale , così il valore soddisfattorio delle sue
buone opere è un tesoro che giova a noi . Anche
le opere buone dei Santi hanno un valore soddis-
fattorio, che supera il debito che essi avevano verso
Dio per i. loro peccati, e ne rimane perciò ancora
da applicare a nostro vantaggio .
Ed ecco come il valore soddisfattorio delle opere
di Gesù Cristo, di Maria Vergine e dei Santi formi
un tesoro infinito per la Chiesa . Passa per altro
una differenza tra il valore soddisfattorio delle
opere di Gesù Cristo e il valore delle opere di Ma-
ria SS . e dei Santi,ed è che il primo trae tutta la
sua virtù dalla natura divina di Gesù Cristo me-
desimo, e il secondo prende tutta la sua virtù da--
gli stessi meriti di Gesù Cristo .
Ora questo tesoro fu da Gesù Cristo consegnato
alla Chiesa sua Sposa, affinché lo dispensasse fra
i figli suoi, dicendo san Paolo : Iddio diede a noi
il ministero di riconciliazione ; e più sotto : Ci ha
incaricati della parola di riconciliazione, cioè ha
confidato alla Chiesa la potestà, l'uffizio di ricon-
ciliare gli uomini col Cielo in virtù dei meriti di
Gesù Cristo Redentore, sia per mezzo dei santi
Sacramenti, perdonando loro il peccato e la pena
eterna, sia per mezzo delle indulgenze, rimettendone
la pena temporale anche fuori dei Sacramenti me-
desimi .
Chi possa dispensare lo sante Indulgenze .
Che cosa dunque è l'indulgenza? L'indulgenza
è la remissione in tutto od in parte della pena
temporale, che la Chiesa fuori del Sacramento della
Penitenza concede ai fedeli , loro applicando e a
Dio offerendo invece una parte dei meriti di Gesù
Cristo, di Maria Vergine e dei Santi .
Il Papa è l'unico dispensatore del tesoro delle
indulgenze ; egli però autorizza i Vescovi ed altri
Prelati a concederne alcune, in più limitata mi-
sura . Che la Chiesa, ossia il Papa abbia la fa-
coltà di concedere le indulgenze, si prova chiaramente
e dalla divina Scrittura e dall'uso della Chiesa
primitiva .
Di fatto Gesù stabilendo san Pietro Capo della
Chiesa così gli disse : « Ti darò le chiavi del re-
gno de' Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra
sarà anche legato ne' Cieli, e tutto ciò che scio-
glierai sulla terra sarà anche sciolto ne' Cieli . »
Certamente con quelle parole : Tutto ciò che scio-
glierai sulla terra sarà anche sciolto nei Cieli ,
Gesù Cristo ha dato a san Pietro, ed ai suoi Suc-
cessori la facoltà di sciogliere , ossia di liberare
i fedeli da tutto ciò, che li lega dinanzi a Dio ; dun-
que ha pur dato la podestà di sciogliere dalla pena
temporale, la quale è ancor essa un legame, che
tiene l'anima lontana da Dio per alcun tempo, ritar-
dandone l'ingresso in Cielo ; e perciò ha pur data
la podestà di concederà le indulgenze, come sem-
pre fu nella Chiesa praticato .
E di tale autorità si servì uno degli stessi Apo-
stoli san Paolo, quando avendo imposto una grave
pena ad un pubblico incestuoso di Corinto, affin-
chè, come egli dice, lo spirito sia salvo nel di del
Signor nostro Gesù Cristo , in seguito, e prima
che fosse trascorso il tempo stabilito, gli rimise
il resto della pena, in riguardo degli altri fedeli
e a nome di Gesù Cristo (1) . Con ciò che altro fece
l'Apostolo , se non concedergli un' indulgenza ? E
di fatto in questo senso intesero questo passo di
(1) 2, Corint . II, 10 .

2.6 Page 16

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S . Paolo i padri e dottori della Chiesa, S . Giovanni
Grisostomo, Teodoreto, S . Ambrogio ed altri .
Persuasi di avere questa autorità, nei primi tempi
della Chiesa, quando i penitenti manifestavano grande
fervore e sincera emendazione, specialmente se qual-
che Martire intercedeva per essi, offrendo in loro
soddisfazione una parte dei proprii tormenti, i Ve-
scovi solevano dare indulgenza, cioè rimettevano
ai penitenti in tutto o in parte il resto della pena,
che ancora dovevano scontare . E questo praticavasi
così universalmente nella Chiesa , che i pubblici
penitenti, quelli specialmente che nelle persecuzioni
avevano prevaricato, quando sapevano che qualche
Martire stava per essere condotto alla morte, a
lui si presentavano, supplicandolo che volesse loro
far parte del merito dei suoi patimenti . Avutane
promessa per iscritto, portavansi dal proprio Ve-
scovo, il quale da tutta o da una parte della ri-
manente pena li scioglieva . Di questa pratica sono
testimonio fra gli altri Tertulliano (1) , san Ci-
priano (2) ed altri padri della Chiesa . Di più, nel
Giovedì Santo la Chiesa scioglieva da ogni ulte-
riore pena quei fedeli, che eransi confessati sul prin-
cipio della quaresima, ed avevano dati segni non
rubbi della loro conversione . Sono testimoni di ciò
i padri della Chiesa S . Ambrogio e S . Leone Magno .
Nel Concilio generale di Nicea tenuto l'anno 325
si parlò di questa pratica e potestà di dare l' in-
dulgenza . Difatto si stabilì che coloro, i quali fanno
penitenza con vero fervore, possano ottenere indul-
genza dal Vescovo ; e che invece i più negligenti
debbano fare la loro penitenza per tutto il tempo
prescritto . Il che non è altro, se non concedere
l'indulgenza a quelli e negarla a questi (3) .
Ciò posto, è certo che la Chiesa dava questa remis-
sione, applicando loro una parte dei meriti di Gesù
Cristo e dei Santi, in modo che i fedeli rimanes-
sero liberati dall' obbligo di scontare quella pena
e in questa e nell' altra vita . Altrimenti Ella a-
vrebbe recato un male ai fedeli in vece di un bene,
avrebbe cioè impedito che essi scontassero in que-
sta vita la loro pena temporale, per iscontarla poi
negli acerbissimi tormenti del Purgatorio . Appa-
risce dunque chiaramente che le indulgenze non
sono un'arbitraria invenzione dei Preti, come em-
piamente vanno dicendo ai dì nostri alcuni disgra-
ziati . L'uso delle sacre indulgenze sale fino ai primi
secoli della Chiesa, fino agli Apostoli, che da Gesù
Cristo ricevettero l'autorità di concederle, e i primi
cristiani mostravansi assai solleciti di farne ac-
quisto .
Del resto il concedere le indulgenze non solo
è consentaneo alla fede, ma alla sana ragione . Di
fatto sogliono i re diminuire la pena ai condan-
nati, ed anche graziarli assolutamente . I padri e
le madri usano di concedere indulgenze ai figli-
uoli, perdonando loro i meritati castighi . Persino
certi creditori si mostrano talvolta indulgenti
verso i loro debitori, e condonano o tutto o in parte
ingenti debiti . E se così praticano ragionevolmente
i re della terra, i creditori, i padri e le madri,
non è ella cosa più ragionevole ancora che a noi
(1) Tertull . lib . i, ad Martyres .
(2) Epis.t.i
(3) Concil . Nic . Con . 11, 12 .
conceda indulgenze il Re del Cielo per mano della
Chiesa, sua Sposa e nostra Madre diletta? « Non
v'ha un padre di famiglia protestante , scrive il
De-Maistre , che non abbia accordato qualche in-
dulgenza, che non abbia perdonato ad un figliuolo
meritevole di castigo , per l' intercessione o pei
meriti di un altro figliuolo, del quale sia contento .
Non v'ha Sovrano protestante, che non abbia se-
gnato una qualche indulgenza, durante il suo re-
gno, accordando un impiego, rimettendo o commu-
tando una pena pei meriti dei padri , dei fratelli,
dei figli, dei parenti o degli antenati . Questo prin-
cipio e sì generale e naturale, che apparisce con-
tinuamente nei più piccoli atti della giustizia u-
mana (1) .
E' pure pregio dell' opera di riferire qui le
belle parole di Mons . Bonomelli, nel suo Giovane
Studente . « Alla ricorrenza di certe feste, di certi
anniversarii, i re trovano ragionevole condonare
certe pene o commutarle, che è quanto dire, usare
indulgenza ; e v'ha chi non capisce, come la Chiesa
non faccia altrettanto nei giorni per essa più fausti
e solenni ? Vi furono vincitori e conquistatori, che
risparmiarono l'eccidio di intere città e provincie
per le preghiere, per l'intercessione d' un uomo,
e talvolta solo perchè erano patria d'un perso-
naggio insigne , e non si capisce come la Chiesa
possa pei meriti di Gesù Cristo , della Vergine
ed,ciSant ondonare la pena dovuta dai peni-
tenti , che sono concittadini dei santi , loro fra-
telli, figli per adozione della Vergine , e fratelli
minori per natura e per grazia di Gesù Cristo
Quante volte abbiamo udito un padre, nell'atto di
sgridare un figliuolo indocile e caparbio, dirgli : Se
non fosse per tua madre, se non fosse pei tuoi fratelli,
per le tue sorelle, t'avrei già castigato come me-
riti ! E per loro riguardo , che ti condono il ca-
stigo . » Ora l'indulgenza, che la Chiesa concede,
in sostanza non è altra cosa fuorchè l'applicazione
speciale, che Ella ci fa, dei meriti di Gesù Cristo,
della Vergine e dei Santi . Che v' ha egli mai di
difficile a intendersi, non già solo per un buon
cristiano, ma per un uomo di senno?
Acquisto delle sante Indulgenze.
Le indulgenze altre sono plenarie , altre non
plenarie ossia parziali. Coll' indulgenza plenaria
si ottiene la remissione di tutta la pena temporale
dovuta ai peccati già perdonati . Così che, se dopo
aver acquistato realmente un'indulgenza plenaria,
ci toccasse la sorte di morire, noi andremmo di-
rittamente al Paradiso . Lo stesso si dica delle a-
nime del Purgatorio, qualora in loro suffragio
da noi si consegua una indulgenza plenaria loro
applicabile, purchè Iddio si degni di accettarla .
Le indulgenze parziali sono quelle, che si riferi-
scono ad un determinato numero di giorni, o di
quarantene, o di anni, e colle quali si ottiene la
remissione di quella quantità di pena temporale ,
che si conseguirebbe, compiendo la penitenza
ordinata dagli antichi canoni o regolamenti pe-
nitenziali della Chiesa, per lo spazio di tal numero o
(1) Serate di Pietroburgo, tom . 2 . Tratt . 10 .

2.7 Page 17

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di giorni o di anni . Così, per es ., indulgenza di una
quarantena significa la remissione della pena tem-
porale , che sarebbesi ottenuta dinanzi a Dio col
fare la penitenza canonica di quaranta giorni . Quindi
non si dee già credere che l'acquistare un' indul-
genza parziale per es . di un anno, di sette anni
ecc ., voglia dire ottenere la remissione della pena
temporale, che dovrebbesi soffrire nel Purgatorio
per un anno, per sette anni e via dicendo . Quello
che si deve credere è, che ogni più piccola opera
buona, ogni leggera penitenza, ogni pratica di di-
vozione, esercitata in questa vita, ha per i meriti
di Gesù Cristo più virtù per soddisfare alla giu-
stizia di Dio, che non hanno i patimenti che si sof-
frono in Purgatorio . La ragione si è che fino a tanto
che siamo su questa terra, ci troviamo in grado di
meritare presso Dio , e dopo morte non siamo più
capaci di meritare . Perciò non è a far maraviglia
che l' acquisto anche solo di un' indulgenza par-
ziale possa liberarci anche da molti anni di Pur-
gatorio , durando i quali ci toccherebbe di stare
colà fra i più acerbi dolori .
Le condizioni richieste per l'acquisto di qual-
siasi indulgenza si possono ridurre a tre : 1 ° in-
tenzione di guadagnare questa o quella indulgenza ;
2 ° lo stato di grazia di Dio ; 3 ° l'esatto adempi-
mento delle opere prescritte per l' acquisto della
indulgenza . E bene discorrere distintamente di cia-
scuna di queste condizioni .
Si richiede in primo luogo l' intenzione di ac-
quistare quelle tali indulgenze . Questa intenzione
non è necessario che sia attuale, cioè da aversi in
quell'istante medesimo in cui si compie l'azione ;
ma può bastare un'intenzione virtuale, cioè un'in-
tenzione, che in noi continui in virtù di un'inten-
zione già avuta attualmente . Quindi è assai lode-
vole la pratica di quelle divote persone, le quali
al mattino si propongono di guadagnare tutte le
indulgenze, che potranno durante quel giorno . Chi
facesse così, sebbene più non pensasse all'acquisto
delle indulgenze, ogni volta che compie un'opera
a cui qualche indulgenza è annessa, egli l' acquiste-
rebbe egualmente, anche non riflettendovi, poichè
avrebbe l'intenzione virtuale, cioè un' intenzione in
lui rimasta in virtù, in forza dell'intenzione attuale
avuta al mattino, di acquistare tutte le indulgenze
a lui possibili . A tale effetto basta aggiungere
nelle orazioni del mattino queste od altre simili
parole : - Io intendo, o mio Dio, di acquistare in
questo giorno tutte le indulgenze che posso per
me e per le anime sante del Purgatorio . Oh !
quanti tesori noi potremmo procacciarci operando
in tal modo !
In secondo luogo per acquistare le indulgenze si
richiede lo stato di grazia di Dio ; perchè non si
perdona la pena temporale a colui, al quale non fu
ancora perdonata la colpa e la pena eterna . Perciò
il peccato mortale impedisce l'acquisto di qualsiasi
indulgenza . Per acquistare l' indulgenza assoluta-
mente plenaria è necessario che nell' atto di gua-
dagnarla l'anima sia libera da qualsiasi colpa mor-
tale e veniale , e non mantenga affetto a verun
peccato ancorchè solo veniale . Questo stato può
ottenersi per mezzo di una buona confessione , o
con un sincero atto di contrizione, che si faccia al-
meno prima di compiere l'ultima opera prescritta,
e col raccomandarsi di cuore a Dio . Quegli poi , il
quale è sciolto bensì da ogni peccato mortale, ma non
da ogni peccato veniale, non guadagna l'indulgenza
plenaria ; ma, nel fare l'ultima opera ingiunta, ot-
tiene la remissione della pena temporale di tutti i
peccati mortali e veniali , di cui è sinceramente
pentito , e gli rimane da scontare soltanto la pena
dovuta a quelle colpe leggiere, alle quali mantiene
ancora affetto nel suo cuore . Imperocchè sino a tanto
che si porta affetto a un peccato benchè solo veniale,
questo non può essere perdonato ; finchè il pec-
cato non è perdonato rimane sempre il debito di
patire la pena ad esso dovuta . Pertanto chi si trova
in grazia di Dio, e ama acquistare l'indulgenza af-
fatto plenaria, faccia precedere all'ultima opera pre-
scritta un atto di contrizione , col quale detesti
noslipecatmorl,ncheival,
deponga ogni affetto a tutti e a ciascuno dei medesimi .
Che se taluno non sentesi pentito di tutti i peccati
veniali , nulladimeno procuri di fare quanto può
per godere di quell'indulgenza ; perche se non la
può ottenere affatto piena ne otterrà tuttavia una
parte . Si aggiunga che per lucrare l'indulgenza ple-
naria è ordinariamente richiesta la santa Comu-
nione ; così che e per la purità che già si richiede
nell'accostarsi a questo divin Sacramento , e per
l'aumento di grazia, che porta Gesù venendo ad
abitare in noi, si viene ad avere tal grado di mon-
dezza di cuore, che rimane facile il ricavare gran
frutto dall'indulgenza che si acquista .
La terza condizione per guadagnare le indul-
genze è lo adempimento esatto delle opere pre-
scritte , facendole con divozione, e nel modo, nel
tempo e nel luogo indicato . Se alcuna delle opere
prescritte o in tutto o in parte notabile si omet-
tesse , quantunque ciò fosse per ignoranza o negli-
genza incolpevole, o anche per impossibilità, non si
acquisterebbe l'indulgenza . Si ponga mente a quelle
parole in parte notabile , perchè se per es . uno
fosse stato distratto involontariamente per qualche
istante, o avesse tralasciato una piccola parte del-
l'opera ingiunta, non si deve supporre che non ab-
bia acquistata l'indulgenza . Per giudicare se vi sia
parte notabile o no , è d' uopo badare alla quan-
tità delle opere prescritte, se più o meno lunghe .
Così per es . nel Rosario un Pater ed Ave non
forma parte notabile ; sarebbe parte notabile se
per l'indulgenza si dovessero recitare soli cinque
Pater ed Ave . Del resto facciamo quello che pos-
siamo dal canto nostro, e poi mettiamo la nostra
confidenza in Dio .
Alcuni Decreti .
É bene qui di notare alcuni Decreti della Sacra
Congregazione delle indulgenze, relativi alla Con-
fessione , Comunione ed orazione , essendo queste
opere ben sovente prescritte per l'acquisto delle
indulgenze, specialmente se plenarie .
1° In quanto alla Confessione, per quelle per-
sone, le quali hanno il pio costume di accostarvisi
una volta la settimana , tale Confessione basta per
guadagnare tutte le indulgenze, che, adempiendo le
altre opere prescritte, possono lucrarsi nel corso

2.8 Page 18

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della settimana ; e ciò ancorchè talvolta per le- Santi, abbia somministrato alla S . Chiesa un mezzo
gittime ragioni non avessero potuto confessarsi in così efficace per venire in aiuto alla nostra debo-
questo periodo di tempo, eccetto che cadessero in lezza, per supplire a quanto manca alla propria
qualche peccato mortale ; nel qual caso sarebbe nostra penitenza .
necessaria la Confessione . Se ne eccettua l'indul- Qual pena non è mai per un figlio e per una
genza del Giubileo, o in forma di Giubileo .
figlia il vedere da lontano o da vicino il padre e
2° In oltre riguardo alla Confessione ed an- la madre e non poter correre nelle sue braccia ?
che alla Comunione, la quale è quasi sempre ri- E chi potrà dire l'ambascia di un'anima cristiana,
chiesta per le indulgenze plenarie, si può adem- allorquando sciolta dai vincoli del corpo e presen-
piere da tutti i fedeli nel giorno, che immedia- tatasi dinanzi a Cristo giudice sentirassi impedita
tamente precede a quello, nel quale fu concessa di slanciarsi tosto nel suo seno , e vedrassi co-
una qualche indulgenza . Di più una sola Comunione stretta non solo ad allontanarsi da lui ; ma a star-
basta per conseguire in uno stesso giorno tutte le sene chi sa per quanto tempo nelle fiamme di un
indulgenze plenarie, sebbene per ciascuna sia pre- fuoco divoratore, simile a quello dell'inferno ? Oh!
scritta la Comunione , purchè si soddisfi alle al- allora quale desolazione, quale rincrescimento non
tre condizioni proprie di ciascuna indulgenza .
le sarà l' aver trascurato di acquistare quelle in-
3° Le orazioni che si richieggono per l'acqui- dulgenze, che l' avrebbero fatta degna di entrare
sto delle indulgenze possono anche recitarsi alter- subitamente nel consorzio dei Beati ! - Coopera-
nativamente , cioè con altre persone, come si usa tori e Cooperatrici , pensiamoci mentre siamo in
per es . nel recitare il Rosario, le Litanie, l'An- tempo , ed approfittiamo ogni giorno delle sante
gelus Domini ecc .
indulgenze , affinchè alla fine del presente pelle-
Le indulgenze siano plenarie siano parziali pos- grinaggio l' anima nostra quale candida colomba
sono altresì essere applicate alle anime del Purga- libera e sciolta se ne voli dirittamente alla patria
torio, non già per modo di assoluzione, ma per modo celeste .
di suffragio , cioè pregando Iddio che le voglia
accettare in loro sollievo . Ma affinché le indul-
genze si possano applicare ai defunti, si richiede ,
che esse siano concesse con la permissione di
applicarle ai defunti , e che colui, il quale le
DISPOSIZIONE PONTIFICIA
guadagna, abbia l'intenzione di applicarle a quelle
anime o in generale o ad alcune in particolare .
Suolsi anche raccomandare che, quando in uno
PER L'ASSOLUZIONE E BENEDIZIONE AI REGOLARI
di qualsivoglia Ordine ed ai loro Terziarii .
stesso giorno si vogliono acquistare più indulgenze
plenarie, una sola se ne applichi a se stesso,
e le altre si guadagnino per le anime purganti .
Questo caso succede pei Cooperatori e per le
Cooperatrici , come per i Terziarii di S . Fran-
cesco d'Assisi, i quali tutti, adempiendo certe
pratiche di pietà, possono lucrare ogni giorno
più indulgenze plenarie . Queste indulgenze, per
concessione dei Sommi Pontefici, sono tutte ap-
plicabili alle anime dei defunti .
Tra i favori spirituali concessi dai Sommi Pon-
tefici ai Terziarii di San Francesco di Assisi, e da
Pio IX di S . M . comunicati ai Cooperatori Sale-
siani , si annovera l' Assoluzione colla indulgenza
plenaria in punto di morte , la Benedizione colla
stessa Indulgenza nelle . feste principali di nostro
Signore, della Beatissima Vergine e di alcuni Santi
e Sante, e in tutti i giorni della Settimana Santa ;
e infine la Benedizione Papale colla Indulgenza
medesima alcune volte all' anno . Per impartire
queste Assoluzioni e Benedizioni usavansi formole
diverse, secondo la diversità delle famiglie religiose .
Conclusione .
Or bene , in data del giorno 7 di luglio dello
scorso anno 1882, il Santo Padre Leone XIII ap-
Dal sin qui detto delle sacre indulgenze si può provò quanto aveva decretato in proposito la
conchiudere : 1 ° che l'indulgenza non dà verun pri- Congregazione dei Sacri Riti, e stabilì per tutti
vilegio di commettere peccati, come affermano im- gli Ordini religiosi e loro Terziarii queste tre
pudentemente gli avversari della Chiesa . 2° Che cose
coll'indulgenza non si ottiene la remissione di ve- 1 ° Per l'Assoluzione in articolo di morte si ri-
run peccato commesso , e tanto meno di peccati tenga la formola prescritta nella Costituzione di
futuri . 3° Che ai fedeli non è lecito di credere che Benedetto XIV, Pia Mater, aggiungendo solo al
coll' acquisto delle indulgenze verrebbero dispen- Confiteor il nome del Santo Fondatore, che per noi
sati dal far penitenza, dal praticare buone opere, è S . Francesco ;
dall'emendare la vita, dal combattere le passioni e 2° La Benedizione Papale si dia colla formola
le cattive abitudini , dalla restituzione dei beni o , approvata nella Costituzione del medesimo Bene-
del buon nome ecc . 4° Che colle indulgenze altro detto XIV, E xemplis pr aedecessorum, ma non
non otteniamo, se non l'intiera o parziale remis- s' impartisca se non due volte all'anno , e non
sione delle pene temporali . 3° Che esse ci de- mai nel medesimo giorno e nel medesimo luogo, dove
vono eccitare a soddisfare alla divina giustizia la imparte il Vescovo ;
quanto più possiamo, secondo le nostre forze . 3° Nell'Assoluzione generale pei Regolari di qual-
6° Finalmente che esse ci stimolano a ringra- siasi Ordine, gaudenti di questo privilegio, e nella
ziare intimamente Iddio, che, coll' inesauribile Benedizione colla Indulgenza plenaria pei Terziaria
tesoro dei meriti di Gesù Cristo e de' suoi secolari, sì adoperino le due formule appositamente

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proposte ed approvate , essendo affatto soppresse Beatissimae semper Virginis Mariae , Beatorum
tutte le altre per lo addietro usitate .
Apostolorum Petri et Pauli, Beati Patris Nostri
Crediamo ben fatto di qui riferire la formola Francisci, et omnium Sanctorum auctoritate a Sum-
della Benedizione colla Indulgenza plenaria da po- mis Pontificibus mihi concessa , plenariam Indul-
tersi impartire e lucrare nelle feste e nei giorni, gentiam omnium peccatorum vestrorum vobis im-
notati nel Regolamento, ad uso di quei Sacerdoti, ' pertior . In nomine Patris † et Filii et Spiritus
i quali a richiesta dei loro penitenti Terziarii o Sancti . Amen .
Cooperatori dovessero darla o nel Confessionale
o fuori del medesimo . Questa Benedizione s' im-
parte nei giorni suddetti, invece dell' Assoluzione
generale già in uso .
Se questa Indulgenza si darà immediatamente
dopo la Sacramentale Assoluzione, omesse le al-
tre Orazioni, il Sacerdote cominci dalle parole
Dominus Noster Jesus Christus etc . . . . e così pro-
FORMOLA
segua sino alla fine, sostituendo solo al plurale
il singolare .
Della Benedizione coll' Indulgenza plenaria pei
Terziarii secolari e per tutti quelli, che hanno
la Comunicazione dei privilegi e dei favori coi
medesimi, o coi Regolari di qualsivoglia Ordine .
Antiph . - Intret oratio mea in conspectu tuo,
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani.
Domine ; inclina aurem tuam ad preces nostras ; Per concessione pontificia in data del 9 di mag-
parce, Domine, parce populo tuo, quem redemisti gio 1876 ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice
Sanguine tuo pretioso , ne in aeternum irascaris può guadagnare tutte le Indulgenze dei Terziarii
nobis .
di S . Francesco di Assisi , tanto plenarie quanto
Kyrie eleison . - Christe eleison . - Kyrie e- parziali .
leison . - Pater noster .
V). Et ne nos inducas in tentationem .
Fra le altre può acquistare Indulgenza plenaria
una volta al giorno , da applicarsi alle anime del
R). Sed libera nos a malo.
V). Salvos fac servos tuos.
Purgatorio , recitando la terza parte del Rosario
avanti al SS . Sacramento od innanzi all' immagine
R). Deus meus, sperantes in te .
dei Crocifisso o della Beata Vergine, coll'aggiunta
V) Mitte eis, Domine, auxilium de sancto .
R). Et de Sion tuere eos.
di 5 Pater , Ave e Gloria .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
V). Esto eis, Domine, turris fortitudinis.
alla santa Comunione .
R) A facie inimici.
V). Nihil proficiat inimicus in nobis .
R). Et filius iniquitatis non apponat nocere nobis.
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno , mediante la recita di
sei Pater , Ave e Gloria , secondo la mente del
V) Domine, exaudi orationem meam .
R). Et clamor meus ad te veniat .
V). Dominus vobiscum.
Sommo Pontefice . E queste Indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
R). Et cum spiritu tuo.
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza biso-
Oremus .
Deus, cui proprium est misereri semper et par-
ere : suscipe deprecationem nostram ; ut nos, et
omnes famulos tuos , quos delictorum catena con-
stringit, miseratio tuae pietatis clementer absolvat .
Exaudi, quaesumus Domine , supplicum preces,
et confitentium tibi parce peccatis : ut pariter no-
bis indulgentiam tribuas benignus et pacem .
Ineffabilem nobis, Domine, misericordiam tuam
gno di Confessione e di Comunione .
Oltre a queste , un' altra plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto no-
tati, purché confessato negli otto giorni, e comunicato
visiti una qualche Chiesa od Oratorio pubblico ,
pregandovi secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Si ricorda ad ognuno che una sola Indulgenza ple-
naria applichi a se stesso in ciascun giorno ; e le
altre si acquistino per le anime purganti .
clementer ostende : ut simul nos et a peccatis
omnibus exuas , et a poenis , quas pro his mere-
mur, eripias .
Deus, qui culpa offenderis, poenitentia placaris :
preces populi tui supplicantis propitius respice ; et
flagella tuae iracundiae, quae pro peccatis nostris
meremur , averte . Per Christum Dominum no-
strum . Amen .
Dettosi di poi il Confiteor etc . Misereatur etc .
Indulgentiam etc ., il Sacerdote prosegue
Domimus Noster Jesus Christus, qui Beato Pe-
tro Apostolo dedit potestatem ligandi atque sol-
vendi, ille vos absolvat ab omni vinculo delicto-
rum , ut habeatis vitam aeternam, et vivatis in
Mese di Maggio .
1 . Santi Apostoli Filippo e Giacomo .
3 . Ascensione di N . S . Gesù Cristo .
6 . S . Giovanni Apostolo avanti la Porta Latina .
13 . Solennità di Pentecoste .
14 . S . Pasquale Baylon .
18 . S . Felice da Cantalice.
20 . S . Bernardino da Siena .
- Festa di Maria SS . Ausiliaitrice. Indulgenza
plenaria visitando il suo Santuario in Torino .
24 . Solennità del Corpus Domini .
28 . S . Ferdinando re di Castiglia .
31 . S . Angela Merici .
saecula saeculorum . Amen .
Per sacratissimam Passionem et Mortem Do-
mìni Nostri Jesu Christi ; precibus et meritis

2.10 Page 20

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MORTE DI MONS. LORENZO GASTALDI ARCIV, DI TORINO,
Era già composto il presente N° del Bollettino, quando ci giunse una infausta notizia,
la quale ci obbliga di vestire a lutto quest'ultima pagina del periodico .
Il giorno di Pasqua, 25 dello scorso marzo, giorno che ricordava la gloriosa Risurrezione e
il trionfo di Nostro Signor Gesù Cristo, giorno di allegrezza e di gaudio, riusciva quest'anno di
dolore e di mestizia per la città ed Archidiocesì di Torino . Nelle prime ore della grande Solen-
nità, mentre i fedeli circondavano la Sacra Mensa per la Comunione Pasquale, e in ognì chiesa
o si recitava o si cantava l'Alleluja e l'antifona H aec dies, quam fecit Dominus, exultemus
et laetemur in ea, il Revmo Arcivescovo, Mons . Lorenzo Gastaldi, veniva colpito da subitaneo
e violento malore, che poco dopo lo rendeva cadavere, obbligando i Sacerdoti ed i fedeli ad unire
le lugubri note della morte ai canti giulivi della risurrezione e della vita .
Levatosi dì buon mattino, il Revmo Prelato verso le sei ore fecesi portare in camera dell'ac-
qua, con cui, per rafforzare il corpo, soleva prendere un bagno, specialmente nei giorni dì faticose
funzioni ; e in questa operazione prestavasi egli stesso ogni servizio . Presso alle ore otto e mezzo,
vedendo che egli non usciva ne chiamava alcuno, il domestico cominciò ad essere inquieto . Entrò al-
lora nella stanza, ed ahi! vede il povero Arcivescovo, giacente a terra, fuori dei sensi e col rantolo
dell' agonia . Chiamati ed accorsì i famigliari, lo sollevarono e adagiarono sul letto . Era ancor
vivo, ma prìvo di parola e di cognizione, che più non riacquistò . Gli si amministrò con tutta
premura la Estrema Unzione, e gli s'impartì la Benedizìone papale . Alle ore 10 di quel mattino il
compianto Arcivescovo dovea recarsi alla Metropolitana per cantar la Messa pontificale, e dare
al popolo la Benedizione papale colla indulgenza plenaria, come era stato annunziato con un Av-
viso sacro sui giornali ; ed in vece in quell'ora medesima egli veniva chiamato alla eternità .
Solenne lezione per tutti a stare preparati ; poichè la morte non rispetta nè piccoli nè grandi.
Mons . Lorenzo Gastaldi era nato in Torino il 18 di marzo 1815, e quindi aveva compiuto da
pochi giorni gli anni 68 dell'età sua .
La morte di Mons . Lorenzo Gastaldi ci tornò assai dolorosa pel modo con cui è avvenuta ;
dolorosa soprattutto pel bene che Egli ci fece sin dai primordii del nostro Istituto . In vero Egli
pregiava cotanto l' Opera degli Oratorii, che nel giornale Il Conciliatore ne fece i più alti
elogi, come notammo a suo luogo nella Storia dell' Oratorio . Nè questa stima ci di-
minuì, quando nel 1850 entrava nella Congregazione dei Rosminiani ; neppur gli venne meno
nella lunga dimora , che Ei fece in Inghilterra ; imperocchè nell' anno 1862, essendo uscito
dalla detta Congregazione e ritornato in Torino, il Teologo e Canonico Gastaldi continuò a mo-
strarsi verso di noi benevolo ed affezionato quanto altri mai . Egli predicava volentierì ai giovani
dell' Oratorio, dava lezione di sacra eloquenza ai Chierici, faceva scuola di teologia ai Maestri,
preparava all'esame di confessione i Sacerdoti novelli, dava esercizi spirituali, scriveva operette
per le nostre Letture Cattoliche, distribuiva limosine e pel mantenimento dei giovani rico-
verati e per la erezione del Santuario di M . Ausiliatrice ; Egli era insomma per D . Bosco quale un
amico ed un fratello, come la egregia sua genitrice era pei nostri giovanetti una seconda madre .
In vista della riputazìone, che questo illustre Ecclesiastico meritamente godeva, d' uomo
zelante della salute delle anime ; in vista soprattutto della esimia carità e del vivo interesse, che
mostrava per la gloria di Dio, l'immortale Pontefice Pio IX di Santa Memoria, il 27 marzo, del
1867, lo nominava Vescovo di Saluzzo, e il 27 ottobre del 1871 lo trasferiva all'Arcivescovado
di Torino .
E' impossibile passare a rassegna in un periodico mensile tutte le opere di carità e di reli-
gione, compiute dal defunto Prelato ; ma possiamo riportare l'elogio, che ne fece il Rev mo Canonico
Alessandro Vogliotti, Arcidiacono della Metropolitana Torinese, ed ora Vicario Capitolare, nella
lettera con cui dava ai Parrochi dell' Archidiocesi la notizia della grave perdita del loro Pastore .
- « Non fu lunga, Egli scrive, la sua carriera pastorale, ma ricca di tante virtuose azioni e fe-
conda di sì copiosi frutti, che ben gli meritano un distinto seggio nella serie dei Presuli Torinesi,
fra i quali, se forse non può dirsi unico per la pietà, zelo e dottrina, si deve però, senza dubbio,
riguardare come una singolare gloria dell'Episcopato Subalpìno ed un dono speciale, fatto dalla
divina Provvidenza a questa Archidiocesi » .
Il compianto Arcivescovo cooperò in varie guise a vantaggio nostro, come la storia dirà a
suo tempo ; perciò lo raccomandiamo alle comuni preghiere, e ci sarebbe assai caro che
venisse applicata in sollievo dell'anima sua la prima indulgenza, che si potrà acquistare.