188109


188109



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO V . N. 9 .
Esce una volta al mese
SETTEMBRE 1881
BOLLETT INO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via. Cottolengo N . 32, TORINO
SOMMARIO - Il giudizio di Salomone - L'Istruzione
religiosa alla gioventù non va data a salti - La Re-
ligione nelle scuole in Prussia - Collegi Salesiani -
Educatorii per le fanciulle - Non impedite le vocazioni
-Offerte per la chiesa del S . Cuore -Grazie del Sa-
cro Cuore di Gesù - Sfoghi d'amore sul sepolcro di
Pio IX - Il giorno dell' Assunta - Dalla Patagonia
- D . Bosco e l'Unione Cattolica Operaia di Nizza Mon-
ferrato - Festa nella nuova chiesa di Spezia - Suor
Maria Mazzarello - Un gregge incontro al suo Pa-
store - Ginnetta e Claudina - I sette dolori di M .
Vergine - Dono di un Sacerdote Vicentino - Storia
d ell' Oratorio di S . Francesco di Sales - Indulgenze
speciali pii Cooperatori Salesiani .
IL GIUDIZIO DI SALOMONE
rinnovato nella educazione della gioventù .
Era da poco tempo salito sul trono di
Davide, suo padre, il giovane re Salomone,
quando un giorno, a scoprire il vero, gli oc-
corse di pronunziare una strana sentenza .
Una desolata donna gli si presentò, accu-
sando una sua vicina di averle tolto di notte
il bambino vivo dal fianco, e postole invece
il proprio soffocato . Gli domandava quindi
e lo pregava che le rendesse giustizia e
glielo facesse restituire . L' altra alla sua
volta gridava alla menzogna e alla calunnia,
e strepitava . A prima vista pareva che a-
vessero ragione ambedue , quantunque in
verità una sola averla potesse . Allora il gio-
vane principe, per venire in chiaro del vero,
che fece ? - Poiché le prove mi paiono e-
guali,', disse , qua una spada ; si divida in
due parti questo bimbo, e se ne dia una a
ciascuna donna . - A queste parole la vera
madre si sente straziare il cuore, e getta-
tasi ai piedi del re - No, principe, no
per pietà, esclama lagrimando : piuttosto di
dividerlo , datelo pure tutto intero a
costei , perchè mi è mille volte più caro
vederlo vivo in mano altrui, che ucciso in
mano mia . - La rivale invece ripeteva
Si divida, si divida pure, e non sia nè mio nè
suo . - La voce della natura si era fatta
udire ; la verità era scoperta . Salomone
guarda allora con occhio di sdegno la finta
madre, - e rendi a costei, dice, quel bimbo,
perchè egli è suo (1) .
Oggidì due altre madri si contendono i
fanciulli, la vera e la finta madre, la Chiesa e
la rivoluzione . Costei pur troppo or colle
mene, ed or colle violenze è riuscita in più
luoghi a strappare la gioventù dalle braccia
della Chiesa ; è riuscita ad impedire questa
madre amorosa dallo istruire nelle scuole, e-
ducare e crescere per Dio i figli suoi . L'ipo-
crita madre facesse almeno con essi le parti
della madre vera ; loro impartisse almeno una
educazione compiuta ed atta a renderli fe-
lici ; ma no . Quale matrigna snaturata ella
divide i fanciulli a mezzo ; ne coltiva in
parte la mente , ma ne trascura il cuore ;
briga per farli scienziati, ma non per farli
virtuosi ; li addestra a procurarsi i beni fu-
gaci della vita presente, ma loro punto non
addita i mezzi per giungere al possesso dei
beni veraci della vita futura . Così essa
divide queste creature innocenti , e le
(1) III . Reg . 3 .

1.2 Page 2

▲back to top


uccide, se non nel corpo, nell'anima im-
mancabilmente .
Il nostro Santissimo Padre Leone XIII
nella stupenda lettera, che fin dal 26 giu-
gno 1878 scriveva all'Eminentissimo Cardi-
nale Vicario intorno alla educazione dei
fanciulli, disapprova altamente questa divi-
sione ; la disapprova siccome contraria alla
natura ed alla destinazione dell' uomo ; la
disapprova ancora siccome nociva alla civile
società . - « Non si può a nessun patto ,
Egli dice , non si può rinnovare sopra il
fanciullo il giudizio di Salomone, e dimez-
zarlo con un taglio irragionevole e crudele
tra la sua intelligenza e la volontà ; ma
mentre si prende a coltivare la prima fa
d'uopo avviare la seconda al conseguimento
degli abiti virtuosi, e dell' ultimo fine . Chi
nella educazione , soggiunge il Papa , chi
nella educazione tralascia la volontà, con-
centrando tutti gli sforzi alla cultura della
mente , giunge a fare della istruzione un
arma pericolosa in mano ai malvagi . »
Parole sapientissime che , ove facesse
d'uopo, potremmo confortare col mostrare
come i più grandi scellerati, che vissero e che
vivono tuttora, furono e sono per lo più per-
sone istruite senza religione ; ma per non
andare troppo per le lunghe ricordiamo solo
alcuni fatti recenti, che hanno fatto rabbri-
vidire ogni persona onesta . Solamente nel
mese di luglio, nella città di Macerata, un
giovane studente del liceo , avendo fallito
nell'esame, si avvelenò . A Salerno una gio-
vinetta, pur essa disgraziata negli esami
delle stuoli normali, si uccise . A Messina
una fanciulla temendo di non riuscire nelle
prove, prima ancora di presentarsi all'esame,
si diede la morte . Si potrebbero riferire più
altri fatti consimili , ma noi facciamo per
non contristare di troppo i nostri lettori .
Or quale sarà la causa di un tale perver-
timento, di un tanto eccesso nella gioventù
studiosa? Il Bersagliere di Roma, giornale
tutt'altro che religioso , attribuisce questi
effetti al rigore degli esaminatori, a certe
formalità ed esigenze assurde , al poco a-
more , anzi alle avversioni tra maestri e
scolari, e poi soggiunge : -- « Gli scolari
degli Istituti privati e gli alunni dei Semi-
narli , dei preti e delle monache , non si
ammazzano . - »
Ma per vero dire la causa di effetti così
funesti tra la gioventù nostra, non sono già
nè gli esami nè gli esaminatori ; ma è il
sistema d'istruzione in voga oggidi, è l'im-
partire alla scolaresca un insegnamento ateo ;
la causa vera di tanto guasto si è, per nove
e più mesi dell'anno , parlare agli alunni
di tutto e di tutti, ma non mai nè di Dio, nè
di Gesù Cristo, ne di una vita eterna felice
od infelice, nè dei mezzi per raggiungere
quella ed evitare questa , e via dicendo .
Ecco la causa dei nostri inali, ecco il ne-
mico della gioventù studiosa dei tempi no-
stri : L' istruzione senza celio ione . Se in
certi Istituti educativi non si hanno a de-
plorare tra gli allievi e allieve nè gli ac-
cennati, nè altri non meno lagrimevoli
disordini, si è perchè in essi l'insegnamento
e le pratiche della religione vanno di pari
passo coll'insegnamento scientifico e lette-
rario . Studio e pietà, ecco la scritta della
loro bandiera . Si aprano adunque le porte
dei Collegi e delle Scuole a Dio e alla Chiesa,
e allora non tarderemo ad avere una gioven-
tù non solo studiosa, ma morigerata e savia .
Imperocchè senza religione non è possibile
una buona e soda educazione .
Ha fatto poc'anzi sdegno un empio mo-
derno, il quale, parlando ad una turba di
gente, accusava i Sacerdoti cattolici di an-
dare a prendere i bimbi dalle braccia delle
madri, per istruirli nel catechismo e menarli
a Gesù Cristo ; e con parole sataniche eccitava
la sua udienza a strapparli alla loro volta dal
seri delle madri, per consegnarli invece ad
istitutori ed istitutrici professanti l'ateismo,
e collocarli in iscuole senza religione e senza
Dio. Ormai non è più un mistero ; il cóm-
pito delle società segrete dominanti nel
mondo quello si è di rapire e dalla mente
e dal cuore dei fanciulli e dei giovanetti
persino l'idea di un Ente supremo, per così
formare una generazione più bestiale che
umana . E il regno dell'inferno piantato
in sulla terra .
Cooperatori e Cooperatrici, stiamo all'erta .
Facciamo quanto è in poter nostro, a fine
di premunire i nostri figli e figlie, fratelli
e sorelle, contro siffatte trame . Lo zelo fu-
nesto , di cui avvampano le sette nemiche
nel perdere i fanciulli e le fanciulle, c'in-
fiammi ognor più alla loro salute, e ce ne
renda salvatori imperterriti . Se la pietosa
madre, di cui sopra dicemmo, si senti scon-
volgere le viscere al mirare il figlio suo
in procinto di essere diviso in due , po-
tremmo noi assistere impassibili alla spiri-
tuale rovina dei nostri cari , e non darci
premura alcuna per allontanare dal loro
capo una tanta sventura? Se così facessimo,
oltre al mostrarci peggiori dell' accennata
finta madre e crudelissima donna, merite-
remmo che la giustizia di Dio permettesse
che i figli nostri divenissero, non già il basto-
ne della nostra età cadente, ma la verga ven-
dicatrice del suo furore . Tal non sia di noi .

1.3 Page 3

▲back to top


L'ISTRUZIONE RELIGIOSA ALLA GIOVENTÙ
non va data a salti .
Dal Diritto Cattolico, ottimo giornale di Modena,
riportiamo il racconto seguente, che è una bella
conferma dell'articolo precedente .
« In una città d'Italia v'era un Istituto, prima
delle vicende politiche, diretto da religiosi, e che
fu poi affidato a secolari . Per un certo tempo vi
era alla direzione un buon uomo, il quale non si
curava gran fatto che l'istruzione dei suoi alunni
fosse rafforzata dall'educazione del cuore e dalle
pratiche religiose . In fondo egli non era cattivo,
ma tra per timore, tra per l'idea fissa che s'era
posta in capo che la disciplina bastasse a tutto ,
tirava avanti i suoi giovanetti colla pura Messa
festiva e senza istruzione religiosa . Avveniva
sovente che la disciplina non bastava e i suoi sog-
getti si ribellavano , né sapeva più come tenerli
a dovere, a meno che non avesse chiamato in suo
aiuto i carabinieri o le guardie di pubblica sicu-
rezza . Che faceva egli allora? Chiamava un suo
amico Sacerdote, e lo pregava a fare alcune istru-
zioni a' suoi alunni, i quali, richiamati alla con-
siderazione de' loro doveri, si ammansavano , si
calmavano e tornavano, per qualche tempo almeno,
docili ed ubbidienti . Ma quella , come bene è a
pensare, era una panacea (rimedio) salutare sì,
ma non radicale e duratura , poiché l'istruzione
religiosa vuol essere continuata . » E noi aggiun-
giamo che non va data a salti .
LA RELIGIONE NELLE SCUOLE IN PRUSSIA .
Negli anni passati anche nelle scuole della
Prussia la religione non s'impartiva agli scolari
nel modo conveniente, per educarne virtuosamente
il cuore . Di qui ne successero disordini morali
così deplorabili, che fecero aprire gli occhi a molti,
eccitandoli a mettervi il dovuto riparo . Lo stesso
Governo ne fu spaventato . Quindi il Ministro pro-
testante della pubblica istruzione diresse agli i-
spettori delle scuole un'apposita circolare, la quale
farebbe onore ad un Ministro cattolico . Qui ne
diamo un brano, affinché vie meglio si rilevi come
la conoscenza e la pratica della religione siano dagli
stessi protestanti riguardate quale mezzo effica-
cissimo, per indirizzare la gioventù al bene .
« É essenziale, così il Ministro Prussiano, che
la gioventù si abitui a frequentare con assiduità
la Chiesa e a seguire le cerimonie del culto . Voi
dunque dovrete raccomandare ai maestri come un
dovere di coscienza, che non solo esortino i fan-
ciulli delle scuole a frequentare le Chiese, ma a
darne inoltre essi stessi l' esempio , assistendo
regolarmente agli esercizi di culto, e sorvegliando
il contegno dei giovani . »
Quando vedremo in Italia una circolare consi-
mile? Preghiamo che Dio ci faccia presto una tal
grazia, a salute di tanti poveri giovanetti, al be-
nessere della famiglie e della civile società .
COLLEGI SALESIANI.
Le famiglie, le quali hanno figli da mettere in
educazione, bramano di conoscere gli Istituti, che
porgono loro comodità e sicurezza per collocar-
veli a suo tempo . Per la qual cosa noi diamo quì
breve cenno di alcuni Collegi Salesiani in Italia,
nei quali si fa quanto occorre per garantire 'agii
allievi moralità, scienza e sanità, e ai quali i no-
stri Cooperatori e Cooperatrici possono indiriz-
zare con tranquillità di coscienza quei giovanetti,
che intendessero di percorrere la carriera degli
studi .
Oltre l' Oratorio di S . Francesco di Sales in
Torino, l'ospizio di S . Vincenzo de' Paoli in Sam-
pierdarena, l'ospizio di S . Pietro in Nizza Ma-
rittima, l'ospizio della Croce in Lucca e quello di
S . Benigno Canavese, vi sono i Collegi di Borgo
S . Martino, di Penango , di Lanzo Torinese , di
Varazze, di Alassio, di Este, di Magliano-Sabino,
di Cremona, di Randazzo in Sicilia, e di Valsalice .
In questi Collegi l'insegnamento comprende il
corso Elementare e Ginnasiale, ed é impartito da
maestri e professori patentati, e secondo i pro-
grammi governativi . Nel collegio di Alassio e in
quello di Valsalice vi é pure il corso Liceale .
In quello di Cremona per quest'anno vi saranno
solamente le 4 Elementari, e la prima classe
Ginnasiale .
Borgo S . Martino è un paesello della Diocesi
di Casale Monferrato, sulla linea di Alessandria-
Vercelli, con stazione a pochi passi dal Collegio .
Penango é pur esso della Diocesi Casalese ,
posto sopra amena collina presso Moncalvo, colla
stazione propria sulla linea Asti-Mortara .
Lanzo dista dodici miglia da Torino a pié
delle Alpi, e vi si va per ferrovia con più corse
al giorno .
Varazze, Diocesi di Savona, trovasi sulla linea
Genova-Ventimiglia , e si arriva da Genova in
un'ora e mezza di ferrovia .
Alassio, Diocesi di Albenga, trovasi sulla stessa
linea Genova-Ventimiglia .
Este, città del Veneto, si trova sulla linea fer-
roviaria di Padova-Bologna .
Magliano-Sabino é sulla ferrovia Roma-Firenze,
colla stazione a Borghetto, a due ore dalla Ca-
pitale del mondo cattolico .
Cremona, é città notissima della Lombardia,
e non occorrono maggiori indicazioni . Il nuovo
Collegio Salesiano porta il nome di S . Lorenzo .
Randazzo, posta sopra un ameno altipiano del
monte Etna, é come un centro della rete delle vie
provinciali di Messina, Catania, Nicosia, Mistretta .
La stazione ferroviaria più vicina a Randazzo è
quella di Piedimonte sulla linea Messina-Catania .
Valsalice . Per le persone di signorile condizione
v'è pure il Collegio di Valsalice in Torino, distante
un quarto d'ora dal ponte di ferro .
In quasi tutti questi Collegi vi sono due gradi
di pensione . La prima varia da L . 35 a 40 men-
sili ; la seconda da lire 24 a 30 . Ma nel Colle-
gio Valsalice la pensione é di Lire 80 pel corso
liceale, 60 pel ginnasiale, 40 per l'elementare .

1.4 Page 4

▲back to top


Per avere i relativi programmi, e per le do- proprie_ famiglie , e di quanti altre sono in loro
mande di accettazione bisogna dirigersi ai Diret- potere .
tori dei singoli Collegi, oppure al Sac . Giovanni
Perciò cogliamo di buon grani questa propizia
Bosco, via Cottolengo, n . 32, Torino .
occasione per raccomandar loro i soppraddetti In-
stituti di Chieri e di Nizza e ai Siciliani quello
di Bronte . Se qualcuno avesse giovanette da col-
locare in Casa di educazione, oppure gli venisse
EDUCATORII PER LE FANCIULLE .
il destro di porgere a qualche famiglia un op-
portuno consiglio, veda di approffittare di questi
Oltre ai mentovati Collegi pei giovanetti , vi Educatorii, e fare un' opera da vero Cooperatore
ono pure tre Educatorii per le fanciulle, il primo Salesiano .
ella città di Chieri sotto il titolo di Santa Te-
esa, il secondo in Nizza Monferrato sotto il nome
ella Madonna delle grazie, e il terzo a Bronte
n Sicilia, diretti dalle Suore di Maria Ausiliatrice .
NON IMPEDITE LE VOCAZIONI .
Scopo di queste Case di educazione si é di dare
'insegnamento scientifico e morale in modo, che
Nell'Oremus che recita la Chiesa nella festa
asci nulla a desiderare per una giovanetta di dell' Arcangelo S . Michele si dice : Deus , qui
nesta e cristiana famiglia , cioè arricchirne la miro ordine Anyelorum ministeria hominumque
ente di utili cognizioni , educarne il cuore a dispensas : Dio che con ordine maraviglioso di-
sode e cristiane virtù, addestrarla ai lavori fem- spensate gli uffizi degli Angeli e degli uomini .
inili , e informarla a quei principii di civiltà, Queste parole con moltissime altre della Sacra
he sono richiesti dalla sua condizione .
Scrittura c'insegnano che Iddio sceglie non solo
L'insegnamento é dato da maestre legalmente gli Angeli a compiere questo o quell'altro mini-
approvate . Esso abbraccia le 4 classi elementari, stero per la gloria sua, ma vi elegge eziandio e
vale a dire : corso di lingua italiana, calligrafia, vi chiama gli uomini, affidando a ciascuno questo
aritmetica, sistema metrico, e tenuta dei libri per o quell'altro cómpito, secondo i suoi divini dise-
so domestico . La declamazione, ed uno speciale gni . E di ciò fare Egli ha il diritto molto meglio,
sercizio nello stile epistolare fanno eziandio parte che non lo abbia un padre di famiglia, un padrone,
ell'insegnamento . Si danno pure lezioni di dise- un re di distribuire ai suoi figli, ai suoi servi,
gno, di lingua francese e di piano forte ; ma a ai suoi sudditi questo piuttosto che quell' altro
ichiesta e a carico dei parenti delle allieve .
impiego .
I lavori femminili consistono nel fare gli abiti
Lasciando qui di parlare delle divine elezioni
proprii, secondo la condizione delle allieve, lavori a ministeri profani, diciamo che Dio ha pieno di-
a maglia, calze, camicie, rappezzare, soppressare, ritto di scegliere e chiamare tra gli uomini questo
far merletto e tutti i lavori più ordinarii di una I o quell' altro a servirlo più da vicino nei mini-
onesta famiglia .
steri sacri, nello stato o di sacerdote o di reli-
La pensione mensile è di lire 24, e si paga a gioso . Così egli fece in antico con Abramo , con
trimestri anticipati .
Aronne, con Samuele, con Eliseo ed altri profeti,
Le domande di accettazione e de i programmi con s . Paolo, con s . Mattia, cogli Apostoli ; così
si possono fare alla rispettiva Direttrice, od an- Egli continuò a fare nel corso dei secoli cristiani,
che al Sacerdote D . Gio . Bosco, Superiore del- e va tuttora facendo, finché duri la Chiesa, finché
l'OratoidS.FrancesodiSl,Trno
durino del Vangelo non solo i precetti , ma an-
La città di Nizza Monferrato é una delle prin- cora i consigli . Vero è che Iddio non chiama sem-
cipali stazioni della ferrovia tra Alessandria e pre al suo servizio in modo straordinario, ossia
Cavallermaggiore.
con voci , con rivelazioni , con segni miracolosi,
Quella di Chieri ha comunicazione diretta colla come negli esempi addotti ; ma non cessa di chia-
ferrovia Torino-Chieri, e con le linee Torino-A- mare per via d'ispirazione e di discorso naturale,
lessandria, Torino-Cuneo, Torino-Savona con fer- che sono i mezzi più usuali . Per es . una dolce,
mata a Troffarello .
costante e forte propensione allo stato sacerdotale,
Se la cristiana educazione dei ragazzi é ai giorni o religioso ; il principio almeno delle virtù pro-
nostri di massima importanza, non di minor mo- prie di detto stato, come la carità verso il pros-
mento si, è la buona istituzione delle fanciulle . simo, l'amore alla castità, la sollecitudine e di-
Una figlia saggiamente istruita, e cristianamente 1 ligenza nelle cose divine ed ecclesiastiche e simili,
educata riesce una benedizione, un angelo, un so- sono segni ordinarii della divina chiamata . Posto
stegno, una sorgente di prosperità e di pace per ì adunque che il Signore o in uno o in un altro modo
una famiglia . Guai invece se la giovanetta cre- chiami una persona al suo servizio, questa é tenuta
scerà incolta ed ignorante , peggio poi se verrà in coscienza ad obbedirgli ; e né parenti, nè su-
guasta nelle idee e corrotta nel cuore ! Non vi é periori, nè qualunque altro hanno il diritto d' im-
male peggiore che una donna cattiva .
Lo scopo precipuo dei Salesiani essendo quello
della cristiana educazione della gioventù, noi ver-
remmo meno ad una parte del nostro dovere, se
pedirnela .
Pur troppo oggidì, come sempre , vi sono pa-
renti che ignorano queste verità , oppure cono-
scendole se le mettono sotto dei piedi . Ma costoro
non inculcassimo ai nostri Cooperatori e Coope- disgraziatamente non fanno che avverare in sé
ratrici di aver massima cura delle fanciulle delle stessi il detto di Gesù Cristo, che cioè nelle cose

1.5 Page 5

▲back to top


della salute i primi nostri nemici sono quei di
casa nostra, vale a dire i nostri domestici : Et
inimici hominis domestici ejus .
A questi tali, se pur ve ne hanno tra i nostri
Cooperatori, potremmo dimostrare come sia irra-
gionevole, anzi tirannico ed empio l'impedire ad
una persona l'adempimento dei suoi giusti desi-
derii, ed il rapire a Dio e alla Chiesa un Mini-
stro, oggi soprattutto che tanto ne abbisognano ;
ma ciò portandoci troppo in lungo , ci limitiamo
a far riflettere il gran conto che ne dovranno
rendere al tribunal di Cristo giudice ; imperocché
un Sacerdote di più o di meno importa centi-
naia e migliaia di anime o in Cielo o nell' in-
ferno . Nella odierna scarsità di sacri Ministri,
quanti fanciulli, quanti giovanetti, quanti adulti,
quanti sani, quanti malati e moribondi doman-
dano il soccorso della Religione , e stentano ad
averlo ? E se queste anime per difetto dei neces-
sarii aiuti spirituali andranno alla perdizione, dopo
la loro più o meno volontaria malizia , non po-
tranno incolparne colui, che per un vile interesse
avrà tolto loro un Angelo salvatore? E se Dio
promette di salvare l'anima di quelli, che si sa-
ranno adoperati di salvare l'anima del loro pros-
simo, non dovrà egli temere fortemente di dan-
nare l'anima propria chi avrà fatto il contrario?
Ci pensi chi deve .
Un altro riflesso mettiamo ancora innanzi, e
basta . Il riflesso si é che generalmente quelli, i
quali, o per propria volontà o per suggestione al-
trui, non hanno ascoltata la voce di Dio e sba-
gliarono vocazione, restano per tutta la vita sic-
come ossa fuori di posto, siccome pesci fuori di
acqua, siccome viaggiatori fuori di strada . Nella
errata loro condizione invece di trovare la pace,
che si sognavano, eglino trovano la guerra ; e la
loro vita il più delle volte diviene un cumulo di
travagli e di pene, una serie di disinganni l' uno
dell'altro più amaro . Quanti giunti all'età matura
di 30 a 40 anni tornerebbero indietro , e docili
abbraccierebbero la carriera loro indicata già dalla
divina Provvidenza, ma non ne sono più a tempo,
e piangono e piangeranno . Non é gran tempo che
uno dei nostri allievi già di benestante famiglia,
oggidì in sui 30 anni, ci si presentava afflitto e
misero per averne aiuto, e dopo averci nar-
rate le sue dolorose peripezie, cogli occhi bagnati
di lagrime ci diceva : Oh ! se avessi abbracciata
la vita religiosa, a cui mi sentiva chiamato, oggi
non mi troverei in questa trista condizione ! Egli
diceva il vero, e fu d'uopo di tutta l'amorevo-
lezza dei suoi superiori per calmarlo e consolarlo
alquanto . Il peggio si é che queste stelle erranti,
trovandosi in mezzo di quel mondo, che avrebbero
dovuto fuggire e combattere, sono i primi ad ab-
bracciarne le massime e farsene perduti seguaci ;
e quindi, non avendo voluto essere nè Sacerdoti,
né Religiosi, appena é che si conservino Cristiani .
Rare ne sono le eccezioni .
Terminiamo con un fatto recente, che raccon-
tatoci poc'anzi, ci ha ferito profondamente l'anima .
Solamente l' anno scorso un buon giovanetto di
nostra conoscenza ardeva di desiderio di vestire
l'abito da Chierico e farsi anche Salesiano . Per
sua disgrazia una persona sotto vano pretesto ne
lo distolse . Or che ne avvenne ? Egli non sarà più
né Sacerdote, nè Salesiano, ed i parenti suoi già
si preparano a piangerlo amaramente . Oh ! il buon
Dio gli usi misericordia, e la estenda ancora a chi
lo ha tradito, perché possa rimediare a tanto male .
OFFERTE PER LA CHIESA DEL SACRO CUORE .
Riceviamo dal Direttore del nostro Collegio di
Varazze la seguente lettera :
M . R . SIG . DIRETTORE,
Bisogna pure che anch' io impugni la penna e
le esprima la viva commozione, onde sono com-
preso per azioni veramente cristiane e degne al
tutto di essere ammirate ed imitate . Questa mat-
tina presentossi al Collegio nostro una persona,
e dopo brevi parole d' encomio a D . Bosco, che
ergeva a Roma una bella Chiesa al dolcissimo
Cuore di Gesù, posemi in mano la graziosa somma
di L . 100 in cinque bei marenghi . Consegnan-
doli aggiunse che bramava non si sapesse da ve-
runo aver essa fatto quell'offerta, la quale, per la
sua condizione non troppo agiata, fu certamente
un sacrifizio ed una prova non comune di grande
amore alle glorie del SS . Cuore . Io la ringraziai
vivamente dell'offerta, lodai l'affetto ardente con
cui la facea, e sovratutto la sublime purità d'in-
tenzione ond'era mossa, esigendo che restasse i-
gnorato il suo nome ; non mancai per altro di
farle sperare che il suo nome sarebbe stato scritto
nel Cuor di Gesù, che è veramente il libro della
vita . Le soggiunsi essere bella carità il provve-
dere ai bisogni della città e paese natio, ma non
doversi per questo dimenticare le opere di utilità,
anzi di necessità immensa e generale, tanto rac-
comandate dallo stesso Vicario di G . Cristo. Tra
queste tiene ormai un posto singolare la Chiesa
e l'Ospizio del S . Cuore di Gesù in Roma, Ca-
pitale del mondo cattolico .
Durante la stessa mattina venne in camera mia
una signora, che arrecava un anello d'oro in dono
per lo stesso scopo . È un anello, mi diss'ella,
ultimo prezioso oggetto rimasto ad una pia donna,
la quale vive di lavoro . Poteva ritrarne qualche
materiale vantaggio, ma se ne volle privare, per-
chè anch'essa si strugge d'offrire una piccola cosa
all'amorevolissimo Cuore di Gesù ! Il buon Dio,
che non si lascia mai vincere in generosità , sa-
prà pure apprezzare quest'eroica privazione sì al-
legramente compiuta ad onor suo, e ricompen-
serà a mille tanti la fede e la pietà di questa
donna del semplice volgo . Parecchi altri fecero
la loro offerta, che insieme colle precedenti sa-
ranno presto a destinazione .
L'ottimo nostro signor Prevosto m'incarica di
riverire e salutare tanto da parte sua il signor
Don Bosco . V . S . voglia eziandio offrirgli i ri-
spetti e gli omaggi di tutti i suoi figli di Varazze,

1.6 Page 6

▲back to top


che si raccomandano caldamente alle sue pre-
ghiere .
Godo di potermi ridire con molto affetto
Di V . S . M . R .
Varazze, 20 luglio 1881 .
Aff.mo Confratello
ad una persona , nella quale si concentrano tutti
gli affetti e le speranze domestiche . Non si te-
meva solo la perdita della salute, ma quella al-
tresì della vita . Ad allontanare così funeste con-
seguenze , non si trascurarono i mezzi più efficaci
dell' arte ; ad essi però si vollero aggiungere pub-
bliche preghiere, massime al Sacro Cuore di Gesù, .
Sac . GIUSEPPE MONATERI .
GRAZIE DEL SACRO CUORE DI GESÙ .
nella speranza di conseguire con soccorsi divini
quello, che si diffidava ottenere con umani rimedii .
Non fu invocata invano la divina pietà ; che in
breve scomparve il temuto pericolo, e poco ap-
Nel numero precedente pubblicammo le pro-
messe di celesti favori fatti dal nostro divin Re-
dentore ai divoti del suo Sacratissimo Cuore . Ora
riferiremo alcune delle innumerevoli grazie da
Lui concesse ai divoti suoi , onde si vegga con
quale fedeltà Egli attenda alle sue promesse . Due
buoni effetti noi speriamo di ottenere con questa
pubblicazione, cioé eccitare i nostri lettori alla
pratica di questa così cara divozione, e nel tempo
stesso assicurare quanti cooperano ad innalzare il
suo tempio in Roma, che saranno da Lui larga-
mente ricompensati pel corpo e per l'anima, nel
tempo e nella eternità .
Le grazie che qui riportiamo furono tolte dal-
l'ottimo Messaggere del Sacro Cuore di Gesù,
nel quale già videro la luce coll'approvazione ec-
clesiastica di Roma . Eccone tre tra le moltissime (1) .
presso l'infermo si vide ristabilito in salute, men-
tre prima giudicavasi cosa assai difficile, se non
impossibile, salvargli la vita . La famiglia, tornata
dallo stato di desolazione a quello di allegrezza,
ringrazia il Cuore amabilissimo di Gesù, ne be-
nedice la infinita bontà, e brama si pubblichi il
segnalato favore per conforto dei fedeli e per se-
gno della propria riconoscenza .
« Ed a compiere un dovere di amorosa grati-
tudine si unisce meco una giovinetta, che più volte
nelle proprie indigenze avendo ricorso alla gene-
rosità del Cuore adorabile di Gesù si vide sem-
pre benignamente accolta ed esaudita . Oh 1 quanto
é buono Gesù ; ed il suo Cuore è veramente la
sorgente inesausta di tutte le benedizioni!
« Accolga, R . P ., coi distinti miei ossequii la
piccola offerta che presento, e voglia raccomandare
alcune mie intenzioni alle preghiere degli asso-
« R . P . Nei primi mesi dell'inverno, un de- ciati .
gno Sacerdote di questo paese cadde infermo con-
temporaneamente ad un suo fratello in forza di
un catarro-gastro-enterico, cioè di una infiamma-
Di V . R .
Marche, 12 febbraio 1881 .
zione catarrale della mucosa dello stomaco e de-
gl'intestini , sicché ambidue erano diventati al-
trettanti cadaveri ; l' arte medica aveva esaurito
Devotissimo Servo
N. N.
tutti i mezzi per salvare questi infelici, che do-
vevano quindi inevitabilmente restare vittime del
rio malore . Quando una religiosa di questa Co-
munità, fatta consapevole dello stato pericoloso di
loro salute, come quella che era zelantissima del
« R . P . Sono a pregarla con questa mia per-
ché voglia compiacersi di pubblicare sul M essag-
gere la grazia, che io stessa ho ottenuta dal Sa
ero Cuore di Gesù . Erano già quattro mesi che
io avea male agli occhi, e niuno efficace rime-
Sacro Cuore di Gesù, si rivolse ad esso con viva
fede, per pregarlo che volesse concedere agli in-
fermi la sospirata guarigione . Ed il divin Cuore,
che non si lascia mai vincere in benignità, resti-
tuì ai detti fratelli la primiera sanità, e ne fu così
consolata la tanto addolorata famiglia .
« Ora la religiosa nel fare le dette preghiere
avendo promesso di render pubblica la grazia nel
caro Messaggere, qualora avesse avuto luogo, é
lieta di adempiere oggi tale promessa i e percio
prega V . P . di dare un posticino nel suo perio-
dico : mentre, ringraziandola di cuore del favore
che le fa e raccomandandosi alle sue orazioni, le
bacia la sacra mano e si segna
dio l'arte medica aveva saputo somministrarmi
per guarirmene : la malattia sempre più andava
innanzi ed assumeva un carattere allarmante : gli
occhi mi si chiusero e si temeva che non dovessi
riaprirli mai più . Immagini , R . P ., quale fosse
la mia costernazione ed il mio avvilimento . Mi
brillò allora in mente il pensiero di ricorrere al
S . Cuore con una novena ; presi tosto a farla con
quanto fervore mi fu possibile e mi parve che di
giorno in giorno migliorassi alquanto ; ed infatti
l' ultimo diì della novena potei tenere aperti gli
occhi per qualche minuto . L' indomani però es-
sendo dovuta uscire di casa il male di nuovo mi
s'aggravò per causa dell'aria fredda esterna . La
Gerace, Monastero di S . Anna, 7 maggio 1881 .
SUOR MARIA SERAFINA CORREALE .
notte prossima non potei dormire per il dolore
che sentiva agli occhi, nondimeno la mattina
mi levai, e la mamma nel vedermi gli occhi am-
« R . P . Voglia compiacersi d'inserire, nell'ot-
timo Messaggere a gloria del divin Cuore , la
breve relazione, che le trasmetto .
« Una famiglia di questa città trovavasi afflitta,
e desolatissima per una dolorosa sventura avvenuta
(1) Secondo la mente del Papa Urbano VIII, ci protestiamo
che questi fatti non vogliamo abbiano altra fede che la umana .
malati , mi riprese dicendomi che io stessa era
andata a cercare il male coll'essermi avventurata
all'aria aperta . Intanto la campana della parroc-
chia dava il segno della Messa ed io mi recai
subito ad udirla . Terminava appena la S . Messa
che i miei occhi erano già risanati . Non saprei
in vero significarle qual fosse maggiore o il do-

1.7 Page 7

▲back to top


lore d'aver perduto la vista o il contento per a-
verla riacquistata . Volai a casa gongolando di
gioia , e corsi dalla mamma per darle la conso-
lante novella : ella mi fissò negli occhi e non po-
tea cessare di rimirarmeli, perché credea di so-
gnare nel vedermeli del tutto guariti . Dopo questo
ammirabile fatto, cioé fin dal 22 dello scorso a-
prile, non ho più sofferto il minimo dolore, ed ho
potuto adoperare l'ago da mane a sera senza al-
cun fastidio come faccio tuttora .
« Oh ! quanto é stato buono e misericordioso
il divin Cuore ! Come potrò mai dimenticare un
favore sì grande ? Dopo tali segni evidenti dell'a-
more suo per noi non dovremo essergli grati, ria-
mandolo con tutta la forza del nostro affetto ?
« Le anticipo R . P . i miei sinceri ringrazia-
menti e mi professo con tutta la stima
« Di V . R .
Brescia, 7 maggio 1881 .
Devotissima Serva
IRENE GENOVESI .
SFOGHI D'AMORE SUL SEPOLCRO
DI PIO I X-
Fin dal 4 Novembre 1879 l'egregio Osserva-
tore Romano così scriveva : « Ci recammo nella
Basilica di S. Lorenzo, e andammo a visitare il
luogo, dove dovrà sorgere la tomba del compianto
Sommo Pontefice Pio IX . La nicchia , le pareti
ed il muro di fronte sono ancora tutti coperti di
ghirlande , di corone, di ricordi e d'iscrizioni
fatte colla matita, così tenere, pie ed affettuose,
che strappano le lagrime . Su quelle corone in
quei motti c' é tutto un' epopea di amore, di
religione, di mesti e cari ricordi ; c'é tutta una
storia di gratitudine, di compianto e di venera-
zione impossibile a definirsi . Bisogna vedere per
credere . » Cosi il giornale di Roma .
Nè d'allora cessarono queste significazioni di
venerazione e di amore . Noi vogliamo qui rife-
rire alcune di dette iscrizioni a comune edifica-
zione dei nostri Cooperatori e Cooperatrici . Ed
ecco tra le altre molte alcune di quelle , che si
leggevano stille mura del luogo, destinato pel suo
sepolcro, prima ancora che la sua venerata salma
vi fosse trasportata .
- Pio IX, proteggi dal Cielo il tuo devoto
servo e figlio G . A .
- Anche noi una fervida preghiera all'immor-
tale Pio IX (Seguono 5 firme .)
- O gran Pio, prega per A . Chiesa .
- Pio IX, prega per C . M .
- Pio IX, prega per me che sono orfana (Ma-
ria Petrucelli) .
- O Pio IX, prega per noi sordo-mute (Se-
guono 6 firme) . - Ed anche per me sordo-muta
Assunta Dinidi .
- Al martire Pio IX , tributo di filiale pietà
(Un sacerdote Dalmata) .
- Pio 1X, angelo di pace, prega per me pec-
catore .
- O Pio IX , tu che vedi quali sono i miei
desiderii, prega acciò siano coronati .
- A Pio IX il grande non suffragi, ma omaggi .
(Uno zuavo pontificio italiano) .
- Pio IX santo, prega per me G. C . che
tanto confido in te .
- O immortale Pio IX, uno sguardo dal cielo
sopra di me e de' miei poveri, che tanto amasti
in terra . (P . Alessandro Migone vice-parroco dei
poveri in Genova, 7 Maggio 1879) .
- Pio IX, Pontefice grande, portento di pace
e di amore, volgi gli occhi a noi sofferenti ; ac-
cetta il dono della vedova , ma dono di amore
nella povertà . (7 Febbraio 1879) .
- Pio IX mio , prega per me e per la mia
famiglia (Adelaide) .
- O Pio IX il Grande, prega per noi tuoi figli .
- O Pontefice santo, prega per tutta la mia
famiglia .
- Immortale Pio IX, anima grande, prega per
me e per la mia numerosa famiglia . (24 giu-
gno 1879, D . V .)
- O Pio IX santo , a te raccomando l' anima
mia in vita e dopo la morte . Deh ! tu che puoi,
dal cielo benedici i figli tuoi .
- Trarapini Stella si raccomanda a Pio IX,
perché possa imitarlo . Benedicimi e non abban-
donarmi nel cammino della mia vita coniugale in-
sieme al mio amatissimo sposo Giuseppe .
O Pio IX l'angelico e santo , prega per me ,
Luigi Allegri-(8 Settembre 1879) .
- Pio IX, prega per la nostra comunità . (Pe-
sci Teresa) .
- Gloria all'immortale Pio IX, santo, grande,
magnanimo . (I Chierici della patriarcale Arci-
basilica Lateranense domandano la santa be-
nedizione) .
- Alle preghiere dell'immortale Pio IX Luigi
Cremonesi ed Alessandro Chiesa umilmente si
raccomandano .
- Caro Padre , prega per me, povera orfa-
nella . (Maria Andenna) .
- Oh ! Nono Pio, che facesti parlare di te
nel mondo intero , prega per Luigi Alvino, che
ebbe la grazia di baciarti la mano il 15 settem-
bre 1877, ed ora qui viene per venerare la tua
memoria . (19 Ottobre 1879) .
- O Pio IX santo, Leone XIII tuo successore
é degno di te .
- Al più grande dei Pontefici , all'invitto ed
angelico Pio, le famiglie Lancelotti, Mariani, De-
sideri e Ferraguti si raccomandano .
- Clementissimo Pio IX, prega per colui che
tanto ti ama .
- O Pio salute dei popoli, prega per chi la-
sciasti in questa valle , e che ti ricorda grande
nelle tue opere. (Tizzoni Angelo di Milano) .
- Gran Santo Pio IX, prega per quelli, che
tanto ti amarono in vita e ti venerano morto .
Quantunque i nostri Cooperatori e Cooperatrici
non possano aver agio di esternare in siffatta
guisa i sensi del loro animo sopra la tomba del
gran Pio, nondimeno devono andar lieti di poter
concorrere oggidì assai più efficacemente a rendere
glorioso il suo nome, col prendere parte alla co-

1.8 Page 8

▲back to top


struzione della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
in Roma, che deve servire a Lui di monumento
imperituro . Le riportate iscrizioni quantunque belle
ed affettuose costano poco ; per altra parte sa-
ranno forse col tempo cancellate ; ma le pietre, i
mattoni, i marmi, che le nostre limosine procu-
rano al sacro edifizio , sfideranno i secoli, e ri-
marranno colà quale argomento della sincerità di
nostra divozione verso il Sacratissimo Cuor di
Gesù, e di amore verace al grande Pio IX .
IL GIORNO DELL'ASSUNTA
E IL 66° NATALIZIO DI DON BOSCO .
E pur sempre bella e consolantissima cosa per
figli il trovarsi a' fianchi del proprio padre ! Pur
caro e gradito l'umiliargli i sentimenti più vivi
e sinceri dell'anima, e pregargli dal Cielo in larga
copia le più elette grazie e benedizioni !
Come negli anni scorsi, così anche in questo, ab-
biamo avuto il piacere, la gioia di onorare, il me-
glio possibile, l'amatissimo nostro padre e bene-
fattore D . GIOVANNI Bosco, in occasione del 66 0
anniversario del giorno suo natalizio, che accade
appunto il dì dell'Assunzione di Maria Vergine al
Cielo .
Chi si fosse trovato in sull' ora vespertina di
quel giorno, in uno dei cortili del nostro Orato-
rio, parato bellamente a festa, avrebbe visto quel-
l'amatissimo Padre sedere in mezzo ad un gran
numero di giovani suoi figli, nonché di altre no-
bili ed egregie persone del clero e del laicato,
che intorno intorno gli facevano lietamente co-
rona ; avrebbe assistito ad un' umile bensì e fa-
migliar festicciuola, ma pur nella sua semplicità
e modestia carissima e solenne a segno, da riem-
pir l'anima de' più soavi e patetici affetti , delle
più dolci e deliziose memorie .
Nel giorno ed ora stessa ebbe luogo la solenne
distribuzione dei premi a tutti coloro, in fra ar-
tigiani e studenti , che , lungo il corso dell' anno
scolastico, maggiormente si segnalarono per virtù
e pietà, diligenza e profitto nello studio e nelle
arti che quivi si apprendono .
Si lessero parecchi forbiti ed affettuosi compo-
nimenti in poesia ed in prosa, per attestare al
Padre nostro amantissimo quella gratitudine, quella
stima, affetto e venerazione, da cui ci sentiamo
animati pel bene che fece a noi, e a tant'altra gio-
ventù ricoverata all'ombra de' suoi numerosi San-
tuarii e Collegi . Non mancò punto il solito poeta
d'occasione, il lepido ed ameno Carlo Gastini, il
quale, co' suoi versi alla piemontese, eccitò più volte
nel pubblico le risa più spontanee .
L' orchestra e il coro, diretti dagli egregi ma-
estri De-Vecchi e Dogliani eseguirono varii de' mi-
gliori pezzi musicali ; il che servì a rallegrare mag-
giormente la festa e ricreare gli intervenuti .
In sul finire, D . Bosco alzossi, e, volto intorno
lo sguardo, come in atto di santa compiacenza nel
vedersi dinanzi tanta gioventù, diresse al pubblico
alcune parole , che penetrarono in tutti i cuori .
Non potendole riprodurre dettagliatamente ci sfor-
zeremo a riferirne in succinto le parti più inte-
ressanti .
« Ogni qualvolta, così egli incominciò-, io mi
ritrovo in mezzo a voi , giovani dilettissimi, mi
sento profondamente commosso, meglio che padre
amoroso circondato da numerosa famiglia ; ed oggi
in modo particolare, in cui avete voluto, insieme
colle egregie persone che ci onorano di loro pre-
senza, darmi pubblica testimonianza di figliale
affezione e gratitudine . Io vi ringrazio tutti, e
prego Iddio che vi mantenga sempre vivi que' no-
bili e cristiani sentimenti, espressimi nelle vostre
prose e poesie .
» Se io godo di tutte le feste che noi facciamo,
figuratevi se io non debbo di questa grandemente
esultare, la quale, oltre al dirmi che io pure sono
tutt'ora vivo, mi ricorda eziandio che sono nato
nel giorno dell'Assunzione di Maria Vergine, mercé
il cui patrocinio ed aiuto si sono potute ottenere
e far cose, che il solo sperarle, umanamente par-
lando, sarebbe stata follia .
» Voi mi dite che Don Bosco ha fatto tante
belle opere, ma e non vedete che l'amor che mi
portate vi fa veder le cose affatto diverse da quelle
che realmente sono ? Non v'accorgete che tutto fu
compito e si compie per aiuto di Dio e per in-
tercessione di Maria Santissima? Se il Signore
non ci avesse dato braccio forte e condotto quasi
per mano, che cosa avremmo potuto fare noi? E le
generose offerte, e i grandi ed insperati soccorsi
di tanti benefattori, e benefattrici non li contate voi?
Al Cielo, dunque, anzitutto, ai Cooperatori i ren-
dimenti di grazie . Come vedete, Don Bosco non
fu che un cieco istrumento in mano di Dio, il
quale così dimostra che, quando Egli vuole, può
fare anche con mezzi meschinissimi le più grandi
cose che mai .
» Ed ora, passando ad altro, vi dirò che sem-
pre, ma massime in quest' anno, abbiamo avuto
di belle e grandi consolazioni, come pure, convien
dirlo, di molte spine e dolori . Ma, già si sa, non
v'ha rosa senza spine . Ebbene, che fare, figli ca-
rissimi ? Sì in quelle , sì in queste, tanto nelle
gioie che nelle pene , sia sempre fatta la vo-
lontà di Dio, il quale non ci abbandonerà mai,
nemmeno allora che terribilmente ci ruggirà in-
torno la più impetuosa tempesta . Coraggio , dun-
que, coraggio sempre ; non ci stanchiamo mai di
percorrere con alacrità la via della virtù, di far
del bene quando e come meglio possiamo , e Dio
sarà con noi . »
Qui Don Bosco narrò con somma compiacenza
di un giovane, il quale, allevato già nell'Oratorio
di S . Francesco di Sales parecchi anni sono, ed
uscitone poscia, s'ebbe tanta e tale perseveranza
nel bene che , in Nizza Monferrato sua patria,
giunse a fondare , in breve giro di tempo, una
Società di giovani Operai cattolici , la quale
oggidì è il modello di tutta quanta la città .
Tutti, disse D . Bosco, e gli stessi uomini,
così detti spregiudicati, non possono a meno di
ammirare tanta gioventù (dico tanta perché la
società conta già 200 e più membri) così salda
e franca da ogni rispetto umano , nel professare

1.9 Page 9

▲back to top


non solo a parole i principii religiosi , ma pur
anco attuarne apertamente le pratiche .
» Oh ! io ne rimasi veramente consolato, quando
mi fu riferito e poscia vidi coi miei occhi stessi
tanto bene . Strinsi affettuosamente la mano a quel
caro giovane ; ed imparai che molto si fa quando
si vuole . Ora io dico, se quegli da solo giunse a
far tanto (e speriamo faccia più ancora per l'av-
venire) che cosa non farete voi tutti insieme, ad-
divenuti uomini? Oh ! purché vogliate , voi po-
trete far molto, giovani miei cari ! Chi sa a quali
opere vi destina, ne' suoi imperscrutabili disegni,
la Divina Provvidenza ! Immense , innumerevoli
sono le vie, per cui il Signore ci chiama a ser-
virlo e a glorificare il nome suo .
» Dunque approfittate, ve ne prego e scongiuro
caldamente, dell'educazione ed istruzione religiosa,
morale e scientifica che vi si impartisce, e vi
troverete un giorno contenti dell' opera vostra .
Chi ha tempo non aspetti tempo ; il proverbio
è vecchio .
» Chi sa, per es ., se l'anno venturo ci trove-
remo noi tutti ancora qua radunati ? Ci sarà Don
Bosco? Ci sarete voi? Ma io non vel posso as-
sicurare, né voi assicurar lo potete a Don Bosco .
Quanti che un anno fa erano tra noi vispi, lieti,
allegri, sani e robusti, ed ora più non sono!
« Viviamo dunque sempre come se fosse ogni
giorno l'ultimo di nostra vita ; operiamo il bene
mentre abbiamo tempo, così quando suonerà anche
per noi l'ultim'ora non avremo a pentirci di aver
passati i giorni nostri inoperosi, inutili per Iddio
e per la società . Io spero e prego che quest' ora
suoni tardi e per voi e per me ; ma se così non
fosse, sia sempre fatto il volere di Dio .
» Molte altre cose avrei a dirvi, ma basta,
perché non voglio istancarvi di soverchio ; quello
che anzitutto interessa e vi raccomando si è di
aver sempre il timor santo di Dio, e di progre-
dire, più che sia possibile, nel cammino della per-
fezione, e d'ogni cristiana virtù .
» Frattanto vi ringrazio nuovamente dell'affe-
zione che mi portate, come ringrazio di tutto cuoro
quei signori, che mi diedero e mi danno conti-
nuamente aiuto nel fare un po' di bene ad onore
e gloria di Dio, il cui nome sia sempre riverito
e benedetto . »
DALLA PATAGONIA .
NOSTRO AMATISSIMO PADRE,
Manca ancora più d'un mese e mezzo dalla sua
festa, eppure debbo affrettarmi a mandarle fin
d'ora i nostri augurii e l'omaggio del nostro sin-
cerissimo affetto . Oh ! se sapesse, caro Padre, con
che allegria lo faccio ; se sapesse con che tene-
rezza mi accingo a scriverle queste poche linee !
I nostri confratelli ed amici di costi hanno in
tale faustissimo giorno l'ineffabile gioia di poterle
baciare la mano , di esprimerle i loro affetti, e
porgerle mille felicitazioni . Ebbene , noi ci sti-
miamo in certa guisa non meno felici, poiché, da
queste remotissime spiaggie della Patagonia, pos-
siamo in questa fausta occasione farle giungere
gli augurii e gli affetti sinceri di figli sempre
nuovi ed ognor più numerosi ; noi possiamo in-
viarle l'ossequio inestimabile di anime strappate
di fresco dagli artigli di Satana e dall'ombra di
morte . Questi poveri e rozzi Patagoni a mala
pena imparano a ripetere dal nostro labbro un
» Viva D . Bosco ; » ma son sicuro che questo
grido nella sua semplicità le esprimerà ben più
che tutte le poesie, i canti e le musiche dei mille
e mille suoi figli ed ammiratori, che la circon-
deranno in quel giorno avventurato . Un « Viva
Don Bosco » sul labbro del Patagone vuol dire
viva quell'uomo provvidenziale , che per mezzo
de' suoi Missionarii ci tolse dall'abisso d'ogni mi-
seria ; viva quell' uomo, che stese sì lungi e a
traverso dell'Oceano la sua mano, e fece scorrere
sulla nostra fronte il Sangue di Nostro Signor
Gesù Cristo ; vuol dire viva quell' uomo, che fa
spuntare sulle squallide steppe della sconfinata
Patagonia l' aurora felice di una nuova epoca di
civiltà e di salvezza . Oh! per capire quanto valga
questo grido bisognerebbe aver visto prima que-
sti uomini, perduti in mezzo ai loro deserti, spo-
gli di ogni bene terreno e celeste, scorazzare se-
minudi dietro le fiere in caccie affannose , senza
case, senz' arti , senza vesti , senza pane , senza
cognizione di nulla , senza nessuna credenza nel
nostro buon Dio, in uno stato di abbiezione e di
barbarie lagrimevolissima, e poi contemplarli ora
inginocchiati appiè degli altari, ripetere con noi
le nostre sublimi e consolanti preghiere , osser-
varli raggianti di gioia dividere con noi la fe-
licità de' santi Sacramenti ; dividere con noi il
pane, il tetto , la vita laboriosa e contenta . Sì,
lo ripeto un « Viva D . Bosco » sulle rozze lab-
bra di un selvaggio battezzato figlio di Dio, con-
dotto dai figli di D . Bosco al benessere della
civiltà, ed alla speranza del Paradiso, vale tutta
un'epopea di gloria e di armonia celeste . Lo gra-
disca adunque, ottimo Padre, con quell'affetto col
quale di qui Le é mandato .
La Divina Provvidenza, ché dirige i nostri passi
e benedice i nostri sudori, dispone le cose in
modo, che ci fa aprire il cuore a speranze ognor
più liete . Ella infatti avrà saputo che la Repub-
blica Argentina , temendo la preponderanza del
Chilì sulla Patagonia, mandava testé una nuova
spedizione nell' interno di queste sconosciute re-
gioni, capitanata dal valoroso generai Villegas,
il quale ai 15 di aprile riportava una vittoria
brillante sopra le guerriere tribù de' Sayueques,
che colle loro scorrerie e co' loro saccheggi se-
minavano lo spavento in queste contrade . In que-
sta occasione il nostro D . Fa-nano, montato an-
che egli a cavallo, scorre di qua e di là per quelle
smisurate pianure, rintracciando gli Indi pacifici
ed impauriti, per rassicurarli, per farsi loro pro-
tettore , per istruirli e battezzarli . E tutta una
storia di faticosissime e strane avventure, che
solo le accenno per ora, aspettando che il nostro caro
Superiore ritorni, e gliene dia egli stesso minuto
ragguaglio . L' esercito ha fatto prigioniere di
guerra più di 400 famiglie di selvaggi, che noi
Missionarii abbiamo intenzione di raccogliere in

1.10 Page 10

▲back to top


una sola colonia per aprir loro scuole , ed inse-
gnare i mestieri più necessarii al viver civile,
specialmente l' agricoltura la più indispensabile
pel vitto quotidiano, e intanto instruirle nella re-
ligione cristiana e guadagnarle al Cielo . Ma quante
spese bisognerà fare, quanto personale ci abbiso-
gnerà in aiuto ! Per ora non voglio dilungarmi di
più, ed unendo la mia voce a quella di tanti fra-
telli ed amici, grido anch' io di cuore « Viva
D . Bosco ! » Con me gridano pure unanimamente
tutti i nostri cari allievi di Patagones, che ci cir-
condano in questo momento, e li faccio sottoscri-
vere, perché anche Lei li conosca e li benedica .
Suo devot .mo e amant .mo figlio in G . C.
Sac . LUIGI CHIARA .
(Seguono le firme) .
Patagones, 4 maggio 1881 .
DON BOSCO E L'UNIONE CATTOLICA OPERAIA
DI NIZZA MONFERRATO .
Ci scrivono da Nizza della Paglia quanto segue
La sera del 4 agosto segna una cara e me-
morabile data nei fasti dell' Unione Operaia cat-
tolica di questa città .
» Trovandosi fra noi, il Revm° Sig . D . Bosco
espresse il vivo desiderio di conoscere da vicino
la nostra Unione, di cui aveva udito raccontare i
rapidi progressi .
» Appena consci di questo suo gentilissimo de-
siderio, alcuni della nostra Unione si diedero pre-
mura di improvvisare una serata in onore di Chi
può a buon diritto chiamarsi il vero e primo fon-
datore di tal genere di Associazioni in Italia .
Giunse pertanto la desiata sera .
» Verso le 8 1/2 pom . buon numero di socii,
benché fosse giorno feriale, trovaronsi raccolti
nel -locale della Società tutto parato a festa, mercé
le cure di alcuni zelanti membri dell'Unione .
» All'arrivo di D . Bosco la distintissima banda
musicale della città, diretta da quel bravo e sim-
patico Maestro Sig . Ovada, faceva a Don Bosco
una graziosa improvvisata, rallegrando il suo in-
gresso con una grandiosa marcia d'introduzione .
» Erano colà a ricevere il Rev . Sacerdote i
membri componenti l'uffizio di Presidenza, accom-
pagnati dalla elegante bandiera sociale, testé be-
nedetta con rito solenne da S . E . Revma Monsi-
gnore Vescovo d'Acqui .
» Non é mestieri il dire quanta gente accor-
resse e si accalcasse intorno all'uomo di Dio, al
vero amico dell'operaio, il quale aveva per tutti
e specialmente pei giovanetti una parola di amo-
revole incoraggiamento e saluto .
» Frattanto la sala gremita di socii accoglieva
l'entrata di D . Bosco con fragorosi e ripetuti ap-
plausi ed evviva .
» D . Bosco andò ad occupare il seggio presi-
denziale, a cui faceano bella e venerata corona i
RR . Parroci ed altri distinti Ecclesiastici e per-
sonaggi .
» Sorse pel primo il Presidente effettivo del-
l'Unione, Sig . Carlo Brovia, il quale a nome della
Società , così bene da lui diretta , salutava con
semplici , ma bene acconcie parole il Ven . Don
Bosco, ricordando con delicato pensiero com'egli,
allevato da Lui per ben nove anni, abbia sotto la
sua direzione imparato ad associar sempre la re-
ligione col lavoro.
» Prendeva poscia la parola il Conte Cesare
Balbo Presidente Onorario, salutando a nome del-
l'Unione il Sig . D . Bosco, ed additandolo a' soci
come l'iniziatore di queste Società, che sono chia-
mate da Dio ad una grande e sublime missione
di riparazione sociale, in questi tempi in cui le
sétte lavorano a tutta possa , onde strappar la
fede dall' operaio, per farne uno strumento di ri-
bellione alla Chiesa ed alla Patria .
» Fra la generale attenzione si alzò D . Bosco,
il quale commosso rallegrandosi di trovarsi così
bene e festevolmente accolto dagli Operai catto-
lici, benediceva il Signore che volle dar vita an-
che nella nostra città all'Unione Operaia , e ne
traeva per Nizza un felice presagio di completa
rigenerazione morale .
» Ricordò com' egli sia sempre stato l'amico
speciale dell' operaio, alla cui educazione dedica
da oltre a quarant'anni tutta la sua vita e le sue
fatiche . Esortò tutti i socii a perdurare costanti
nella via del bene, e provava col linguaggio di
una splendida esperienza quali copie di abbon-
danti frutti ed ineffabili consolazioni siano serbate
da Dio a quelli, che si accingono a simili opere
di sua gloria . Terminava ringraziando tutti della
festosa accoglienza fattagli, e professandone viva
riconoscenza, coll'umiltà e bontà a lui proprie,
prometteva all' Unione il suo costante appoggio
ed ogni possibile servizio .
» Il Rev . Teol . D . Giuseppe Bertello sacerdote
Salesiano, dietro invito del suo affezionato amico
conte Cesare Balbo, pronunziava un forbitissimo
ed assennatissimo discorso, e ricavandone l'argo-
mento dall'addobbo della sala , dal Crocifisso che
sormontava il seggio presidenziale , dal ritratto
del Sommo Pontefice, dalla presenza di tanti Ec-
clesiastici, egli dedusse la necessità suprema per
l'operaio cattolico di stare sempre unito e sotto-
messo al Sacerdozio, e primieramente al Supremo
Gerarca della Chiesa , al quale ed al Clero cat-
tolico egli proponeva un evviva .
« A questo punto lunghi e fragorosi applausi
echeggiarono nella sala, frammischiandosi gli ev-
viva a Leone XIII ed a D . Bosco .
» Gli intervalli fra i suddetti discorsi furono
più volte rallegrati da sceltissimi pezzi musicali,
egregiamente eseguiti dalla sullodata banda mu-
sicale .
» Poneva fine alla seduta il Conte Balbo, in-
dirizzando parole di ringraziamento a D . Bosco
ed ai socii .
» Frattanto il Rev . Don Bosco , dopo di aver
dette le preghiere di ringraziamento , prendeva
commiato dai suoi cari Operai, i quali, mentre la
banda musicale suonava un ultimo pezzo di chiusa,
salutavano con entusiasmo e con ogni segno di
riverente affetto il loro Padre e Maestro.

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


» Questa quanto modesta altrettanto lieta fe-
sticciuola di famiglia si compiè con ordine e pace
perfetta . La più sincera gioia traspariva dal volto
di ognuno, e si partì di colà portandone incan-
cellabilmente scolpita la più cara memoria . Ma
quel che più importa, essa non sarà certamente
un seme infecondo, e ce ne ripromettiamo tutti
un aumento di zelo nei socii e copiosi frutti di
gloria di Dio . »
FESTA NELLA NUOVA CHIESA DI SPEZIA .
AMATO SIG . DIRETTORE,
Molte volte presi in mano la penna per iscri-
verle qualche cosa della casa di Spezia . Ma a
più riprese dovetti deporla, tante furono le mie
occupazioni nei giorni passati . Avendo poc' anzi
terminate le scuole, e rimanendomi un ritaglio
di tempo, me ne approfitto ben tosto per darle
alcune notizie, che sebbene disadorne spero non-
dimeno che le riusciranno care .
Entrammo nel nuovo locale il primo del pas-
sato giugno, epoca degna di menzione, perché in-
cominciava in quel dì il mese del S . Cuore di
Gesù, sotto la cui protezione collocai interamente
la nuova casa .
La Chiesa annessa fu benedetta solennemente il
17 luglio . L' egregio Monsignor Luigi Podestà
Arcidiacono e Vic . Gen . di Sarzana, che ha pei
Salesiani un amor di padre, volle far egli la fun-
zione . Vi prendeva parte quasi tutto il clero di
Spezia . Compiute le prescritte cerimonie della
Benedizione e dopo breve discorso trasportavasi
dall'interna cappella il SS . Sacramento . Cantato
l'Inno Ave Maris Stella ed il Tantum ergo in
musica, il prelato Mons . Vicario dava col Vene-
rabile la Benedizione ad una gran folla di popolo
devoto .
Ma più solenne e maestosa fu la funzione del
26 luglio . Deve sapere che da molti secoli ve-
neravasi a Spezia in un Santuario, che sorgeva
sulle sponde d' un torrentello detto Làgora , una
miracolosa immagine di Nostra Signora della Neve .
Tutti ricordano con quale affetto e venerazione gli
Spezzini ricorressero a quella fonte di grazie e
di benedizioni . Quel Santuario fu abbattuto per-
ché rimaneva chiuso nell'area del grandioso ar-
senale della città , e la miracolosa immagine di
Maria fu portata nel Duomo . Era però sempre
vivo nel cuore dei buoni il desiderio che un tem-
pio presto sorgesse , pegno di amore e di rico-
noscenza degli abitanti all'Augusta loro Protet-
trice (1) . Stabilito il giorno e superate alcune
difficoltà , si dispose ogni cosa per la solenne
translazione . Sua Eccell . Rev'na Mons . Giuseppe
Rosati Vescovo di Sarzana, a noi affezionatissimo,
presiedeva la sacra funzione . Erano le 8 del mat-
tino . Quantunque giorno feriale, tuttavia fu tale
(1) Un Signore di Spezia nostro Cooperatore comprò a tal effetto
un bel tratto di terreno lungo il viale Militare, in un angolo del
quale venne innalzatala nostra casa coll'annessa Chiesa . Quivi sor-
gerà un giorno il grandioso ideato Santuario di N . S . della Neve . Ma
affinché la Vergine Santa prendesse, a dir così, possesso dell'area
sua, si pensò di trasportarne la Venerata effigie nel nostro grazioso
Oratorio .
il concorso di gente, che pareva di domenica . Il
vasto Duomo era gremito di popolo . Al suono
dei sacri bronzi la solenne processione sfilò per
le vie della città ordinata e divota . Fu un vero
trionfo della Beata Vergine . Accompagnavano S . E .
Mors .Vescovo,, Mons . Vicario Gen ., alcuni Canonici,
il Clero della città ed altri Rev . Parrochi e Sa-
cerdoti di paesi vicini . Vestiti di cotta noi aspet-
tavamo la processione sul limitar della porta di
nostra Chiesa . Il signor D . Giuseppe D'Isengardi
nativo della Spezia, prete della missione, faceva
un breve, ma fervoroso discorso, con cui sempre
più eccitava i fedeli ad una tenera divozione a
Maria . Non temo esagerare dicendo che più di
6,000 persone parteciparono alla memoranda so-
lennità .
Son certo che la Vergine Santissima ci guarderà
ognora con occhio benigno . Dal canto nostro fa-
remo di tutto, affinché la gloriosa Padrona di Spe-
zia sia sempre amata e venerata, onde ottenga
da Dio a noi e ai buoni Spezzini le più elette
benedizioni .
Il nostro Oratorio festivo è sempre frequentato
da più centinaia di ragazzi . Tra pochi giorni ria-
priremo le scuole, a fine di fare un poco di ri-
petizione ai giovani, che ne vogliono approfittare,
per non disimparare nelle vacanze quel tanto, che
hanno appreso lungo l'anno . Pel nuovo anno scola-
stico speriamo di aprire eziandio un Collegio-Con-
vitto . Ma di questo ne saprà più la S . V . che
non io, giacché di costì attendiamo gli ordini op-
portuni .
Intanto la riverisco, e mentre la prego de'miei
saluti ai cari Confratelli di Torino, e mi racco-
mando alle sue preghiere, godo di professarmi
Spezia, 1° agosto 1881 .
Suo aff.mo
Sac . ANGELO ROCCA .
SUOR MARIA MAZZARELLO .
Nel mese di giugno nel dare l'annunzio della
morte di Suor Maria Mazzarello, Superiora Gene-
rale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, abbiamo
promesso di tesserne una breve biografia . Comin-
ciamo da questo numero ad attendere alla data
parola . Essendo il 12 dell'or passato agosto stata
eletta a succederle Suor Catterina Daghero, pos-
sano eziandio questi brevi cenni servirle di re-
gola e di eccitamento nell' ardua e sublime sua
missione .
CAPO I .
Fanciullezza .
A tramontana del poggio, sul quale siede il pae-
sello di Mornese diviso da una valletta , si in-
nalza una collina, sulla vetta della quale in mezzo
ai vigneti spicca pel suo rosso colore una casa, che
alberga una onesta famiglia . Quivi verso il 1851 Vi-
veva coi suoi cari parenti Giuseppe Mazzarello e
Maddalena una fanciulla in sui quindici anni . Noma-
vasi Maria . D' indole ardente e risoluta sapeva
operare il bene con quella franchezza e libertà di

2.2 Page 12

▲back to top


spirito, che nulla toglie a quel modesto e riser-
vato contegno, principale ornamento di una figlia
cristiana . Ciò era frutto di quell' educazione che
riceveva tra le mura domestiche, educazione af-
fettuosa, soda, celeste, che insegnata da Gesù Cri-
sto, è inculcata nel tempio dalle labbra sacerdotali
ai padri ed alle madri .
Il padre suo specialmente si prese ogni cura
per formarne la mente e il cuore . Le sue sen-
tenze e i suoi avvisi erano in perfetto accordo
coi suoi esempi, e dati in modo così opportuno
da lasciare una traccia indelebile in quell' anima
semplice . Vegliava intorno a questo caro depo-
sito che la Provvidenza aveagli affidato con me-
ravigliosa e prudente premura . Coi lavoratori alla
campagna, colle conoscenti nelle veglie invernali,
l'occhio del padre fu sempre sopra di lei, sicché
poté attestare la nostra Maria come essa doveva
alle paterne premure, se era venuta adulta senza
che neppure le nascesse in mente ombra di so-
spetto di ciò, che può offuscare il candore della
mente e del cuore . Era solita ad esclamare
- Se in me vi é qualche poco di virtù, lo debbo
a mio padre , il quale per purezza di costumi e
di parole potea paragonarsi ad un santo .
Essa narrava come il padre suo la menasse qual-
che volta ai mercati per necessità di negozi . Or
bene, sapea egli frapporsi tra lei e gli oggetti
meno convenienti, con tale disinvoltura, con tale
prontezza di spirito e con discorsi così acconci,
da divertire la sua attenzione dalle parole gros-
solane che si udivano sulle piazze . Solo già l'atta
monaca si avvide delle industrie paterne verso
di lei per ringraziarne il Signore . La custo-
dia degli occhi era il suo tema prediletto tutte
le volte, che era per entrare con lei in qualche
borgata, ed i motivi che ad essa recava erano l'esem-
pio della Madonna , e il pericolo di correre in
voce di sciocca e di non avvezza a veder cose
nuove . E la buona fanciulla obbediva per co-
scienza e per non farsi burlare .
Un sol fatto, del quale noi fummo testimo-
nii, basta per tratteggiare questo uomo vene-
rabile, e per far intendere sotto quale maestro si
formasse lo spirito di Maria Mazzarello . Negli
ultimi anni di sua vita esso sedeva una sera sulla
porta della casa circondato dai figliuoli e dalle
loro famiglie . Ai suoi fianchi stava la moglie, la
quale un giorno innanzi era stata assalita da così
atroci dolori intestini da far temere della sua
vita . Esso pure era affranto per ispasimi alle ar-
ticolazioni, cagionate dalla sua gioventù estrema-
mente laboriosa e dalle intemperie, e andava curvo
della persona . Costretto ad un forzato riposo, be-
nediceva il Signore di quella croce, rincrescioso
solamente di non poter frequentare la chiesa .
Ora quella sera mentre io m' intratteneva in
famigliare conversazione sopraggiunse un amico,
il quale fatto cadere il discorso sopra un certo
medico di quei dintorni, stato da lui chiamato
in fretta per visitare la madre di Maria Mazza-
rello, così esclamava con indegnazione : - Il
medico m' interrogò : quanti anni ha questa
donna? E saputa da me la sua età avanzata,
replicò : Dunque ha già vissuto abbastanza ! E
non ostante le mie vive preghiere non volle ve-
nire ! - Qui fu uno scoppio di veemente disap-
provazione contro del medico tra coloro, che ascol-
tavano . Ma il vecchio fatto segno che si tacesse
osservò : - Ebbe torto il medico per quella vil-
lana risposta, ma, se non venne chiese, però i
sintomi di quel malore e prescrisse i rimedi op-
portuni . Siamo giusti in tutto e con tutti e sempre !
Maria Mazzarello fu degna figlia di un padre
così saggio . Era instancabile nel lavoro . Dall'alba
alla sera non cessava un solo istante nell' ardua
fatica di coltivare i campi paterni . La sua opera
valeva quella di due lavoratori robusti . I parenti
ed i vicini maravigliavano per quell'ardore, che
non era domato né dal caldo , nè dal freddo, né
dalle lunghe giornate, né dalla fame, nè dalla sete .
Gli operai condotti a pagamento erano costretti
ad un lavoro quasi insopportabile, vergognando
di lasciarsi vincere da una fanciulla . Il padre
stesso più di una volta tentò di frenare tanta foga
dicendole : - Se tu continui così, non troverò più
lavoranti, che vogliano venire nei nostri campi a
giornata , perché é troppo improba fatica emu-
larti . Prendi adunque le cose più blandamente .
- Ma l'indole della Maria era tale da promet-
tere che sì, e poi sul lavoro non ricordando la
promessa continuare insofferente di moderazione .
Dai campi passava ai lavori di ago, occupando in
questi le prime ore della sera . Certo non ebbe
da rendere conto a Dio del tempo perduto .
Ed al lavoro, e senza scapito di questo, univa
la preghiera . Si alzava molto tempo prima del-
l'alba per andare alla s . Messa ed alla Comu-
nione, e coloro che arrivavano per i primi alla
chiesa la trovavano sempre inginocchiata sulla
soglia in attesa, che si aprissero le porte . Alla
sera non potendosi recare a far visita al SS . Sa-
cramento avea trovato un ripiego per soddisfare
alla sua divozione .
Una finestra di sua casa prospettava la collina,
sulla quale si erge la Chiesa parrocchiale . At-
traverso le alte invetriate scoprivasi l'altare . Tutte
le sere la popolazione vi si radunava per la re-
cita del santo Rosario . Maria mentre cuciva
alla finestra, di tratto in tratto alzava il capo
osservando, e quando comparivano sull' altare le
due fiammelle delle accese candele chiamava le
sorelle e le cugine, si inginocchiava innanzi al
davanzale , e cogli occhi fissi all' altare recitava
le sue preghiere e faceva la sua visita .
Venuta la Settimana Santa non pativa di oc-
cuparsi in altro fuorché nella meditazione della
passione di Gesù Cristo Salvator nostro . Il lavoro
però non dovea perdere i suoi diritti, e un mese
prima prolungava le sue veglie notturne di tante
ore, quante prese complessivamente potessero ba-
stare per compensare le ore di riposo spirituale,
che intendeva riservarsi in quei santi giorni .
E che la sua fosse vera pietà lo dimostrava col
contegno della persona , sulla quale nulla volea
portare che indicasse ricercatezza . Eppure questo
é un difetto tanto comune e troppo scusato nelle
fanciulle . Eziandio nei giorni di festa non cercava
di mettersi le vesti più appariscenti, che la mamma
sua tenea sotto chiave . Se questa si fosse dimen-

2.3 Page 13

▲back to top


ticata di estrarle dalla guardaroba, Maria non si cu-
rava di chiederle, cosicché le amiche nelle vigi-
lie delle feste doveano insistere, perché essa pure
dimostrasse col vestito la gaiezza richiesta da quelle
solennità . Però anche accondiscendendo trovava
mezzo per mortificare l'amor proprio . Un giorno
le fu comprato un paio di stivaletti inverniciati .
Le parve troppa quell' eleganza, e senz'altro un-
gendoli con grasso tolse loro quel lucido .
Nelle cose poi dell' anima sua procedeva con
una delicatezza ed energia di volontà meravi-
gliosa .
Un giorno essendo il sole già vicino al tra-
monto, essa avviavasi a casa tenendo per mano
due suoi fratellini . La sua fronte vedeasi corru-
gata per gravi pensieri, e un dubbio angosciava la
sua coscienza . A un tratto conduce i due bambini
ai piedi di un albero, li fa sedere, coglie un po'
di frutta e loro la mette in mano, e, aspettatemi,
dice loro, vengo subito . E via come il vento . Sale
alla parrocchia e cerca del parroco . Era uscito .
Ed essa scende pel colle , corre per lunghe gole
ai piedi di quelle alture, e giunge ad un villag-
gio distante un' ora di cammino . Suonava l'An-
gelus . Bussa alla canonica e cerca del prete . -
Ha finito di cenare adesso, risponde la serva .
- Ebbene, pregatelo che venga subito .
- Subito? Ma ha persone in casa .
- Non si disagieranno per un istante ; debbo
parlargli di una cosa d'importanza .
- Attendete adunque .
- Non posso attendere, ho premura .
- Dite a me ; farò la commissione e porterò
la risposta .
- E un segreto ! - La serva brontolando andò
non senza aver prima squadrato da capo a piedi
quella piccola importuna con aria stizzita .
Il sacerdote viene sulla piazza, ed ha appena
tempo a mirare chi cercasse di lui, che la gio-
vinetta senza preamboli gli espone il suo piccolo
caso di coscienza e conchiude : - Ho fatto pec-
cato ?
Il prete stupito di tanta delicatezza di coscienza
le risponde : - E una cosa da niente ; potevi
stare tranquilla . - E la Marietta insiste : -
Dunque posso fare la mia comunione ? - Ma certo,
replica il sacerdote, e voleva ancor proseguire il
ragionamento . Ma la fanciulla lo riverisce, e più
ratta che il vento corse ai fratellini , che mezzi
impauriti per la solitudine faceano già bocca da
piangere .
Questo tratto ci pinge al vivo le meraviglie, che
la grazia di Dio andava sin d'allora operando in
questa prediletta fanciulla .
UN GREGGE INCONTRO AL SUO PASTORE.
Sopra di una delle più belle colline del Mon-
ferrato sorge un ragguardevole paese di circa
quattromila anime, diviso in tre parrocchie, di cui
la principale, di Santa Maria Nuova, é Vicaria e
Collegiata . Governata per quasi cinquant'anni dal
Prevosto D . Nicolao Roggero , che per pietà e
dottrina fu la perla della Diocesi Casalese, la Par-
rocchia di Santa Maria di Lu era riguardata
siccome il modello fra tutte : così splendidamente
rifulgevano le' virtù cristiane in ogni sua fa-
miglia . Quindi la morte di questo amorevole
e zelantissimo Pastore avvenuta nel 1870 segnò
una sventura non solo per la detta Parrocchia, ma
per tutto il paese, sì per la perdita irreparabile
dì un tant' uomo, che era per tutti l' angelo del
buon consiglio, e sì perché l'irregolare procedere
dei patroni sbarrarono le porte al suo successore .
Undici anni perciò si dovettero passare in liti
contro i patroni medesimi, lodevolmente soste-
nute dal Vescovo di Casale, dal Parroco eletto e
dal Municipio di Lu ; le quali, vinte, diedero fi-
nalmente il Pastore al gregge, il Padre ai figli .
E questo Pastore e Padre é il Teol . D . Alessandro
Ganora da Moncalvo , ultimamente faciente fun-
zione di Parroco nella Cattedrale Casalese, dove
si é procacciata la stima e l' amore di tutti gli
ordini della cittadinanza .
Il 21 dell'or passato agosto, festa del patriarca
s . Gioachino ed onomastico del Santo Padre, fu
da lui scelto pel solenne ingresso nella sua Par-
rocchia . La nostra penna é inetta a descrivere
adeguatamente lo splendore delle dimostrazioni e
delle accoglìenze , che quel divoto ed amorevole
gregge fece in quel giorno al suo sospirato Pa-
store . Clero e popolo, con a capo il Municipio in-
tiero, garreggiarono nel prodigargli sincerissimi
argomenti di stima, di venerazione e di amore .
Accompagnato da vani membri del Clero Ca-
salese, tra cui il pio ed esimio Rettore del Se-
minario, il Prof. D . Giuseppe Vigliani, il nuovo
Prevosto circa le ore dieci del mattino scese
alle porte di Lu, sotto uno sfarzoso padiglione
parato a mo' di cappella .
Il primo a dargli il benvenuto a nome della
Comunità fu l'illustre e benemerito Sindaco , il
Sig . Giovanni Ribaldone , circondato da tutto il
Consiglio Municipale e dai fabbricieri ; poscia
per parte del Capitolo della Collegiata gli rivol-
geva affettuose parole il Sig . Canonico Giovanni
Garlando economo spirituale, che in quell'atto gli
rimetteva la cura della Parrocchia da lui per sì
lungo tempo amministrata ; in fine il Sig . D . Fe-
liciano Fracchia Arciprete di S . Giacomo gli leg-
geva una compita allocuzione pel rimanente del
Clero delle tre parrocchie . Dopo ciò, tra due ali
compatte di affollato popolo, per un tratto di via
di circa un mezzo chilometro, tutto parato a festa :
co' più begli ornamenti che si avessero nelle case,,
al canto del Benedictus tramezzato da dolci sin-
fonie della banda musicale, sfilavano in divota
processione le Confraternite della Parrocchia, e
poi il numeroso Clero accorso dai vicini paesi .
Dietro a tutti, vestito di cotta e adorno di ricca
stola, incedeva il novello Prevosto, che alla vista
di un apparato così magnifico ed inatteso, alla vi-
sta di uno immenso popolo accalcato lietamente
sopra i suoi passi , avido di bearsi per la
prima volta nel suo caro aspetto, si sentiva
l'animo siffattamente commosso , che dagli occhi
gli scorrevano dolcissime lagrime . Entrati in
Chiesa, il Rettore del Seminario saliva il pulpito,

2.4 Page 14

▲back to top


e presentava al gregge il suo Pastore facendogli
un breve encomio, e conchiudendo che l'elogio più
bello glielo facevano i parrocchiani con un'acco-
glienza così splendida ed amorosa, che maggiore
non si sarebbe potuto aspettare . Ascendeva poscia
al luogo stesso il nuovo Prevosto . Tutti gli sguardi
a lui si rivolsero pendendo attenti dalle sue lab-
bra, che per la prima volta si scioglievano da
quella cattedra di verità . Con un accento sonoro,
con una parola affettuosa e vibrata, egli ringraziò
il suo popolo dell'amor che gli dimostrava, felice
di essergli Pastore ; disse brevemente dei doveri
del parroco e dei parrocchiani, e pose fine al suo
dire con queste parole . Vi sarò amico, fratello
e padre .
Erano le undici e mezzo, e dovevasi ancora
cantare la Messa Solenne . Presi pertanto i sacri
paramenti, il novello Pastore saliva all'altare e
dava principio all'augusto sacrifizio, assistito dal
Clero e dal popolo, dal Municipio e dalle Società
Operaie coi loro presidenti . Perché le sacre fun-
zioni riuscissero più decorose si chiamarono e-
ziandio gli allievi Salesiani del nostro vicino Col-
legio di Borgo S . Martino, che, accompagnati
dall'abile maestro Angelo Manfredi organista di
Mirabello , eseguirono in musica , con generale
soddisfazione, la messa e i vespri di D . Cagliero .
La Messa finiva ad un'ora dopo mezzogiorno .
Al pranzo erano presenti oltre a sessanta invi-
tati . Al levare delle mense il M . R . D . Angelo
Grignolio parroco di Villanova-Casale , a nome
della Parrocchia di Santa Maria di Lu, leggeva
con maestosa voce una bellissima ode , di cui ci
piace di qui riprodurre i versi seguenti :
Or vien, Pastor, tranquillamente siedi,
Da questo dì, tra noi ;
Vieni securo e lieto . Oh! credi credi
Che a noi sei caro, e che qual Padre amato
In mezzo a figli tuoi
Vivrai felice, anzi direi, beato .
Seguirono poscia varii brindisi e calorose par-
late . Parlò il Sig . Canonico Carlo Albano di Ca-
sale, e salutò il nuovo Prevosto a nome suo e del
Capitolo della Cattedrale ; lesse quindi alcuni
spontanei versi l'esimio Prevosto di Conzano, Don
Francesco Barberis ; il Teol . D . Costantino Lu-
pano, ancor egli neo-Prevosto di Moncalvo, feli-
citava l'illustre collega per parte dei suoi com-
patriotti Moncalvesi ; e il Sac . D . Giovanni Minina
Rettore di Sant'Ilario in Casale con mesti accenti
deplorava la perdita, che la capitale del Monfer-
rato faceva del Teol . D . Ganora, ceduto a malincuore
alla Parrocchia di Lu e colla speranza di riaverlo .
Queste ultime parole diedero luogo ad una viva
ed onorevole disputa tra varii invitati di Casale
e di Lu, cui venne a por fine un brindisi fatto
da uno dei nostri Confratelli, inviato a rappresen-
tare in quella fausta occasione la casa delle no-
stre Suore di Maria Ausiliatrice, che da più anni
attendono in quel paese ospitale alla cultura dei
bimbi nell'Asilo, e delle fanciulle nell' Oratorio
festivo . Così egli approssimativamente favellò :
« Siami lecito di unire agli altri anche un mio
povero brindisi, e metter fine ad una disputa, che
cotanto onora il nuovo Prevosto, poiché soltanto
le cose preziose possono essere siffattamente con-
tese . Io porto il mio brindisi a nome di D . Bo-
sco, che trattenuto altrove non poté prendere
parte a questa festa in persona, ma la prende
vivissima in ispirito e col cuore . Il mio brindisi
ha più significati ; significa ammirazione , gioia ,
lode e speranza . Significa ammirazione per le e-
gregie virtù dell'illustre ecclesiastico, oggetto di
questa solennità da undici anni sospirata . Signi-
fica gioia per mirare oggi finalmente soddisfatti
i voti di tanti cuori, e coronate le fatiche e le
sollecitudini di tante persone, che col consiglio e
colla mano cooperarono a dare un tal Capo ad
una popolazione, che per virtù cristiane fu già ed
é tuttora il fiore della diocesi Casalese . Significa
lode ; lode a Dio, che esaudì le preghiere di tante
anime buone ; lode alla Vergine Immacolata, che
interpose presso di Lui la potente ed amorosa sua
intercessione ; lode al Municipio, lode al Sindaco,
che furono i principali strumenti, dei quali la
Divina Provvidenza siasi servita per preparare la
via, e aprire le porte di questo ovile al suo E-
letto Pastore . Significa speranza , o meglio cer-
tezza di sommi beni per questa Parrocchia . Ot-
timo consiglio si fu il prenderne solenne possesso
in questo giorno . Oggi si celebra la festa di san
Gioachino fortunato Padre di Maria, e col por-
tarsi in questo dì tra il suo popolo il Teol . Ales-
sandro Ganora dice col fatto stesso : Popolo mio,
io farò per te quello, che s . Gioachino fece per
Maria . Io termino il mio povero brindisi ; e ri-
cordando che oggi é pure l'onomastico del Santo
Padre Leone XIII, mando un evviva a tre nomi
carissimi , o meglio alla dignità di cui sono in-
vestiti . A Leone e grido : Viva il Papa ; ad Ales-
sandro ed esclamo : - Viva il nuovo Prevosto ; a
Giovanni, e dico : Viva il Sindaco . »
La cordialissima festa, dopo le sacre funzioni,
veniva alla sera coronata col bruciare per aria di
numerosi razzi , con fuochi artifiziali e con una
splendida illuminazione, tra cui a caratteri cubi-
tali sulla maggior piazza del paese leggevansi for-
mate di vivida luce queste parole : Evviva Don
Alessandro Ganora . Cosa pur consolante si fu
che, in mezzo a tanto movimento di gente, non
si ebbe a lamentare il più lieve disordine ; e il
popolo di Lu mostrossi in quel giorno non sola-
mente divoto e pio, ma ordinato e civile . Non
possiamo chiudere questa relazione, che la man-
canza di spazio ci impone di troncare a mezzo,
senza tributare un ben meritato encomio a chi
nell' apparecchio di quella solenne dimostrazione
seppe farsi così saggiamente guida allo slancio
della popolazione . Un encomio all'intiero Munici-
pio, che interpretò così bene la volontà dei suoi
amministrati ; un encomio al Clero delle varie
parrocchie, un encomio sopratutto al M . R . Sig .
D . Grossetti, che, fattosi capo di un operoso Comi-
tato, fu l'anima di tutti .

2.5 Page 15

▲back to top


GINETTA E CLAUDINA,
Una nostra Cooperatrice, avendo letto i due vo-
lumetti intitolati Ginetta e Claurina, usciti dalla
nostra Tipografia di Torino , metteva in iscritto
le soavi impressioni avutene . Stimiamo utile il
pubblicarle per norma di chi volesse provvedersi
i libretti sopra accennati .
« Niuna, o ben poche saranno le Cooperatrici
che ignorano la vita di Ginetta Marchini . Tutte,
nella nostra fanciullezza, abbiamo pianto al patetico
racconto della conversione di Felicina avvenuta
per opera di lei ; nel seguire il rapido corso
della malattia, che di soli nove anni la rapiva per
sempre ai desolati genitori, e nello scorrere quel
capitolo ov' é descritta la cerimonia della sua
prima Comunione, che doveva pure esser l'ulti-
ma
Chi non ricorda le benefiche impressioni
di quel dolcissimo libro ? ... Gli anni passarono .
Qualcuna di noi ha adesso delle sorelline, su per
giù, dell'età nostra d'allora, delle bambine, che
hanno quasi identico il bell'esteriore della Ginetta,
e delle felici disposizioni per imitarla nelle virtù .
« Oh! che bel mezzo di cooperare al bene non
ci si presenta nella nuova edizione, che per opera
della benemerita Tipografia Salesiana venne fatta
quest'anno di quel caro libretto ! E cosí graziosa !
E nelle Scuole Cattoliche si é scelta anche per
premio alle alunne più diligenti . Ebbene , fac-
ciamo dono di questo bel tesoretto alle nostre bam-
bine e sorelle . Esse troveranno sicura in quelle
pagine la materia cristiana di che formarsi il te-
nero cuoricino, alimentandone la sensibilità coi
più dolci affetti di Dio, della famiglia e degli
infelici . Sono di avviso che la lettura attenta di
quella vita basti a rendere una fanciulla un an-
giolo della famiglia .
« Claudina Rigollotti non si disgiunge da Gi-
netta nell'edizione accennata . Le vien dopo quasi
a mostrare una virtù per circostanze diverse resa
più difficile, fatta più perfetta da contrarietà do-
lorose .
« Anche in questa vita, tuttoché santa, nessun
dono grandemente soprannaturale ; ma affetti vir-
tuosamente sentiti, soavi virtù di umiltà, di carità,
di purità e d'obbedienza, modestamente praticate
con ischietta semplicità, con quella grazia affet-
tuosa che é l'aroma della vera divozione, l'amore
irresistibile della Religione nostra soavissima .
« In Claudina Rigollotti possono pur apprendere
le giovinette come correggersi di certi difetti
comuni a non poche fanciulle, e dallo sforzo che
costarono a Lei, che lottando con sé stessa voleva
vincere, premunirsi di coraggio e di fede contro
le diffcoltà inevitabili per diventare virtuose, per
attendere alla perfezione che Gesù Cristo richiede .
« Nulla dirò della maniera con cui vengono e-
sposte queste due pie e commoventi istorie . A tutti
é nota la semplicità graziosa dello stile, l'elegante
facondia, la purezza della lingua negli scritti del
chiarissimo Sig . Martinengo . Ora queste doti spe-
ciose, abbellendo d'entrambe il delicato tessuto,
concorrono certamente a darvi maggior efficacia,
lasciando esse nell' animo di chi legge , quasi a
sua insaputa, una non infeconda commozione di
sincero amore per la virtù . - Prezzo del primo
racconto : L . 0 60 ; del secondo : L . 0 25 .
I SETTE DOLORI DI M . VERGINE .
« Il dolore, come con molta sublimità e sag-
gezza ne scrive il celebre P . Faber, é la sostanza
della vita naturale dell' uomo , e potrebbe quasi
definirsi essere la sua naturale capacità del so-
prannaturale . La gioia, quando non è alternata col
dolore, non é che una debole ombra . La potenza
dell'arte sta nella infelicità . Nessuna poesia è ac-
cetta dalla mente di una nazione , e può mante-
nervisi , se non porta seco un peso di tristezza .
Glorificare il dolore é una delle funzioni più su-
blimi della cetra, dello scalpello e del pennello .
Nulla é per l' uomo interessante a lungo, se non
é in qualche modo collegato col dolore . Tutto ciò
che alla vita umana é commovente, patetico, dram-
matico è connesso col dolore . Questo é la poesia
di una nazione decaduta, d'un popolo nell'esiglio,
in una valle di lagrime chiusa alla sua estremità,
quale oscura gola di morte . . . La simpatia é il
vincolo dei cuori, ed ogni simpatia ha nelle sue
vene un po' di sangue angoscioso . »
Le più grandi figure dell'antichità, i più sommi
ingegni, i più celebrati e magnanimi eroi, i mar-
tiri più insigni e gloriosi , i santi stessi più e-
letti e venerandi, tutti furono vivamente segnati
colle sacre stimate del dolore . Se dalla vita del-
l'uman genere togliamo il dolor., direi quasi, che
cancelliamo l'impronta vieppiù luminosa della vita
istessa ; perocché il dolore, sino dai primi istanti
che noi apriamo le luci al inondo, s'asside e ve-
glia al nostro fianco , assiduamente lunghesso il
cammino del viver nostro ne accompagna, né mai
si ristà , finchè dal letto di morte non veniamo
pietosamente calati fra il silenzio e l'oscurità di
una povera ed avara fossa . Mentre la gioia ed il
piacere « momentanea pazzia » come ben la de-
finisce Platone , non fanno che snervare la na-
tura stessa dell'uomo, debilitarne i sentimenti più
gagliardi e generosi, e le facoltà della mente bene
spesso intorbidire e guastare ; il dolore, eroica-
mente sostenuto, rafforza, ritempra, come il fuoco
l'acciaio, l'animo umano, lo nobilita più che mai,
rendendolo atto ad ogni più bella ed onorevole
impresa, a egregie e laudabili cose .
« La Religione, dice lo stesso P . Faber, fece
al dolore aggiunte anzichè sottrazioni . La nostra
doglia é ora più pura, perché da lei vennero sban-
diti i tristi presagi e la disperazione . . . Ogni di-
vozione contiene un elemento di morbidezza, che
se non é doglia , le é molto affine ed analoga . »
E di fatto non fummo noi tutti dal dolore re-
denti? E l'Ostia santissima immolata sull'altare
dell'Eterno per la nostra salvezza, la Vittima au-
gusta che Dio richiedeva perché noi fossimo salvi,
non é il prototipo stesso , il principe , il re dei
dolori, cioé G . Cristo ? E a fianco di lui non veg-
giamo noi una seconda e non meno nobile e gran-

2.6 Page 16

▲back to top


diosa figura, Maria Vergine, la madre dei dolori?
Prima che Gesù e Maria venissero al mondo
e vuotassero il calice abbeverato di amaris-
simo fiele , che cosa era mai il soffrire ed il
patire quaggiù per l'umanità ? Non dirò sterile,
ma infruttuoso . E chi lo rese fecondo se non Cri-
sto e Maria? chi lo nobilitò, o, dirò meglio, di-
vinizzò se non Iddio stesso?
Gesù , Maria ! Ecco i due protagonisti di una
delle più grandi Epopee, che si siano mai svolte
su questa terra !
Egli è pertanto dietro Gesù e Maria che noi
dobbiamo modellare la nostra vita , sforzandoci ,
per meglio che possiamo, di imitare gli esempi di
virtù da essi lasciati . Questa é la stella che noi
dobbiamo vagheggiare, l'aria che dobbiamo respi-
rare, la luce cui dobbiamo ispirarci .
Il ch .mo P . Antonio Pellicani (che i nostri let-
tori conosceranno già da lunga pezza) ispirandosi
ai dolori di Maria Santissima ha voluto farci dono
di un bellissimo libretto , scritto con tanta sem-
plicità, naturalezza e buon gusto, non ché con tanta
grazia, unzione e pietà che t'innamora dei dolori
della Vergine . Chi ama pertanto Maria e ne com-
patisce gli atroci spasimi , chi vuol piangere a-
marissime lacrime con Lei, e tributarle gloria ed
onore come corredentrice dell' uman genere ; chi
finalmente vuole aver con sé uno di quei libretti
che si chiamano veri gioielli, faccia acquisto ap-
punto di questo che noi al pubblico annunziamo
e caldamente raccomandiamo .
I Sette Dolori della Madonna esposti alla pietà
dei fedeli dal P . A . Pellicani . Libreria Salesiana,
Torino, cent . 30 .
DONO DI UN SACERDOTE VICENTINO .
La Domenica 11 corrente ha luogo un pelle-
grinaggio regionale Veneto al Santuario di Maria
Vergine di Monte Berico presso Vicenza, in pre-
parazione al pellegrinaggio italiano a Roma per
l'acquisto del Santo Giubileo .
Per questa fausta occasione un zelante sacer-
dote Vicentino, nostro Cooperatore, D . Antonio
Giorgio Contrada, pubblicò una sua raccolta di
affettuosi versi, coi quali inneggia a Gesù, Maria
e Giuseppe, dedicandoli alla memoria del Grande
Pio IX e al degno suo successore Leone XIII .
Nella squisita sua bontà il religioso poeta si
degnò di cedere a benefizio delle opere Sale-
siane quanto ricaverà dallo smercio della sua
operetta, detratte le spese di stampa .
Mentre lodiamo il pio pensiero di consacrare
la lira a lodare quanto vi ha di più bello e di
più dolce in cielo ed in terra, ringraziamo l'a-
morevole e degno nostro Cooperatore dell'esimia
carità sua, e gliene preghiamo da Dio , dalla
Vergine Immacolata e dal purissimo suo Sposo,
ogni più eletta benedizione,
STORIA DELL'ORATORIO DI S, FRANCESCO DI SALES
AVVISO .
Mancandoci ancora qualche documento,
la Storia dell'Oratorio la daremo un altro
mese .
INDULGENZE SPECIALI
Cooperatori Salesiani.
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno, mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria , secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties . ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi
sogno di Confessione e Comunione purchè sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un' altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa . pregandovi
secondo la mente del Sommo Pontefice .
Mese di Ottobre .
1 . Beata Lodovica di Savoia .
2 . Solennità del S . Rosario di Maria Vergine .
3 . Santi Angeli Custodi .
4 . S . Francesco di Assisi .
8 . Santa Brigida .
9 . Maternità di Maria Vergine .
16 . Purità di Maria SS .
19 . S . Pietro di Alcantara .
23 . S . Giovanni da Capistrano .
28 . Santi Apostoli Simone e Giuda .
Con permesso dell'Aut . eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip . di San Vincenzo Do' Paoli, Sampierdarena 1881 .