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ANNO VII . N . 1 .
Esce una volta al mese .
GENNAIO 1883 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo , 32 .
TORINO
SOMMARIO - Il Sacerdote Giovanni Bosco ai suoi Coo-
peratori e alle sue Cooperatrici - Augurio di S . Fran-
cesco di Sales - Opportuno ricordo - Notizie delle
Case e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in America --
Gli otto giorni della Dedicazione della Chiesa di San
Giovanni Evangelista - Il Conte D . Carlo Cays di Gi-
letta - Elenco di Cooperatori e Cooperatrici defunti
nel 1882 - Indulgenze speciali pei Cooperatori Sale-
siam .
IL SACERDOTE GIOVANNI BOSCO
ai suoi Cooperatori e alle sue Cooperatrici.
BENEMERITI COOPERATORI,
BENEMERITE COOPERATRICI,
Tra vicende prospere ed avverse, tra rose
e spine, tra consolazioni e pene noi siamo
giunti alla fine di un anno e al principio
di un altro . Seguendo il prescritto del no-
stro Regolamento, io approfitto di questa
propizia occasione per indirizzarvi alcune
parole, e così darvi una breve notizia delle
opere, che col divino aiuto abbiamo potuto
compiere nel corso dell' anno scaduto , e
di quelle che restano a farsi mediante la
protezione di Dio e la carità vostra .
Anzitutto noi dobbiamo ringraziare il Si-
gnore, che ci abbia prolungato sino ad oggi
la vita ; imperocchè quasi 500 tra Coopera-
tori e Cooperatrici, a cui io mi rivolgeva un
anno fa, sono scomparsi dalla scena dì questo
mondo e furono chiamati alla eterna vita . Voi
ne troverete il nome, cognome e patria in
un elenco a parte . Mentre però mandiamo
dei suffragi alle loro anime, ringraziamo di
cuore l'Autore della vita e della morte, che
nella sua misericordia ci abbia sin qui con-
servati , e preghiamolo che ci voglia con-
cedere tempo e grazia, per lavorare ancora
alla sua maggior gloria, e così sempre me-
glio assicurare la nostra eterna salvezza .
Case di Europa.
Come negli anni precedenti così nell'anno
ora decorso molte furono le opere, che colla
benedizione del Cielo e coll'appoggio della
carità vostra, abbiamo potuto compiere in
Europa e specialmente in Francia . Di molto
si accrebbe il numero dei giovanetti tolti
all'abbandono, strappati ai pericoli dell'im-
moralità, della irreligione , ed allontanati
dalla porta delle prigioni e dalla via della eter-
na perdizione . Tutte le Case furono così piene
di fanciulli che non si ebbe più luogo ove met-
tere quelli , i quali ogni giorno facevano
richiesta di essere accettati . Ad una Casa
sola furono fatte ben 5 mila domande, cui
si dovette rispondere : Non c'è più posto .
Per dare albergo ad un maggior numero
di essi, venti locali furono riparati, o di
pianta innalzati .
Questo si praticò nell'Ospizio di S . Leone
in Marsiglia, nell'Orfanotrofio di San Giu-
seppe alla Navarra, nella colonia agricola
di S . Isidoro in St . Cyr , a Nizza di Mare
nel Patronato di S . Pietro , nella Casa di
Maria Immacolata a Firenze , nel Collegio
di S . Carlo in Borgo S . Martino , nell' O-
ratorio di S . Francesco di Sales in Torino,
e in più altri siti, dove o si ingrandirono
i dormitorii, o si costrussero nuove scuole,

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o s'impiantarono laboratorii e via dicendo . Nolla Repubblica Argentina, a Buenos
Con questo mezzo abbiamo potuto sollevare Aires, nel sobborgo di S . Carlo in Almagro,
ancor noi tante povere famiglie del Veneto, si gettarono le fondamenta di una Chiesa,
state nello scorso autunno colpite dalle ter- che sarà tra poco terminata, e si pose mano
ribili inondazioni . Distribuiti nelle varie no- a fabbricare scuole più ampie, laboratorio
stre Case d'Italia stanno raccolti ben oltre ed Oratorio festivo per le giovinette, sotto
a 260 giovanetti appartenenti a famiglie di la direzione delle Suore di Maria Ausiliatri-
quella regione , ridotta alla più squallida ce. - A Moron presso la città stessa, per la
miseria .
carità e pel zelo di Mons . Arcivescovo di quella
A Roma presso la Chiesa del Sacro Cuore di Diocesi, venne aperta altresì una Casa delle
Gesù, si apersero le scuole elementari, Orato- medesime Suore colle scuole, laboratorio ed
rio festivo e giardino di ricreazione pei giova- Oratorio festivo a pro delle fanciulle .
netti della parochia . - A Torino si pose la A Payssandù nella Repubblica dell'Uruguay
corona alla Chiesa di S . Giovanni Evange- vicino agli Indi si acquistarono due tratti di
lista, la quale fu consacrata ed aperta al terreno, l'uno presso la Chiesa parochiale,
pubblico il 28 ottobre . Un numero sufficiente per fondarvi scuole maschili e femminili ;
di Sacerdoti sono ivi applicati per funzio- l'altro nella parte opposta della città, dove
narla, predicare, amministrarvi i Santi Sa- non v'ha fuorchè una Chiesa incominciata
cramenti tutti i giorni . Ne' suoi sotterranei e da 8 anni lasciata a mezzo ed incom-
s'inaugurò pure una spaziosa Cappella pei piuta . Colà si porrà termine alla Chiesa e
fanciulli della città , che vi accorrono in sul terreno comperato s'innalzeranno scuole
gran numero . - A Mogliano Veneto si diede ed Ospizio per la gioventù di ambo i sessi .
principio ad una colonia agricola per gio- Per assecondare i desiderii del S . Padre
vanetti poveri, e si benedisse una Chiesa de- nell'impero del Brasile si acquistò una casa
dicata a Maria SS . Ausiliatrice . - A Malaga nella città di Niktheroy, non lungi da Rio
nella Spagna si prese la direzione di un Janeiro, per accogliervi poveri artigianelli ;
Orfanotrofio, che lascia molto bene sperare e al Parà sulla linea equatoriale si posero le
per quella città importantissima .
fondamenta di un Ospizio capace di 400
Anche le Suore di Maria Ausiliatrice pro- giovanetti ; un altro consimile se ne pro-
seguirono le opere loro a benefizio delle gettò per Mattogrosso, provincia estesissima
giovanette nei molti luoghi , dove si sono dello stesso impero .
già stabilite negli anni addietro, e le dif-
fusero viemmaggiormente . Tre nuove Case
apersero esse pure a pro delle figlie del
popolo ; una a Rossignano sul Monferrato,
l' altra ad Incisa Belbo , e la terza a Ma-
scali in Sicilia . Un convitto per giovinette
di civile condizione inaugurarono eziandio
La Missione della Patagonia .
La Missione della Patagonia non ostante
il personale limitato continuò a dare nel-
l'anno scorso grandi consolazioni . Nella città
di Patagones la nuova Chiesa, di cui si pose
nella loro Casa presso Bordighera .
la pietra fondamentale il 29 di giugno del
1881, venne condotta ad una considerevole
Case e Missioni in America .
altezza, e tutto lascia sperare che sarà tra
Noi avremmo voluto esaudire le dimande non molto inaugurata al divin culto . Nelle
di molti zelantissimi Vescovi e di parecchie frequenti escursioni fatte dai Missionarii
rispettabilissime persone, ed aprire più al- verso il centro di quella immensa regione
tri istituti, che ci venivano offerti tanto in furono istruite e pur battezzate più centi-
Italia, quanto in Francia, nella Spagna, nel naia di selvaggi , aggregati così all' ovile
Portogallo, nell'impero Austriaco, nell'In- di Gesù Cristo . Una esplorazione fu fatta
ghilterra e in varie altre parti dell'Europa ; sulle rive del Rio Chubut, dove trovaronsi
ma abbiamo dovuto rinunziarvi e per iscar- molti Indii, che lasciano concepire liete spe-
sità di personale e per mancanza di mezzi . ranze di conversione . Solamente nello scorso
Per questa dolorosa penuria dovemmo a-
stenerci altresì dall' inviare Missionarii in
mese ne vennero istruiti ben oltre ad otto-
cento, e, stante la loro buona volontà , si
America, dove erano ansiosamente attesi, spera di battezzarli tutti e donarli a Dio ed
a fine d'intraprendere desideratissime Mis- alla sua Chiesa . Se un'anima sola vale più
sioni . Ciò non ostante anche in quelle re- che tutto il inondo, quale consolazione non
mote regioni proseguirono e prosperarono . deve mai essere per noi il poterne mettere
assai le opere già instituite, e se ne tenta- in salvo non una, ma centinaia e migliaia ?
rono pur delle nuove .

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Due disgrazie .
si spera di collocare a posto per le feste
Tutte queste cose ed altre, che per amor di Pasqua .
di brevità io passo sotto silenzio , furono
come tante rose, la cui soave fragranza ci
ha molto rallegrati e ci rallegra tuttora .
Ma bisogna pur dirlo e persuadercene ap-
pieno che in questo mondo ai beni sogliono
di spesso andare congiunti i mali, e al dolce
Opere e spese da farsi pel corrente anno .
Dopo avervi brevemente esposte le cose
fatte nell'anno decorso, io passo ad anno-
verarvene altre, che ci restano a promuo-
vere nell' anno ora incominciato . Io non
tener dietro anche l'amaro : Sunt bona mixta
malis . Talora Iddio nei suoi imperscruta-
bili disegni manda o permette che acca-
dano dolorose disgrazie a coloro medesimi,
i quali lavorano per la sua maggior gloria,
e a vantaggio della religione e della so-
cietà . Noi non possiamo conoscere chiara-
mente le intime ragioni di cotale divina per-
istarò a farvele passare tutte in rassegna ;
ma vi porrò sotto gli occhi solamente le
principae quelle che sono già determinate .
1 L'invio di almeno 18 persone per
le nuove Case e Missioni di America, spe-
cialmente per la Patagonia e pel Brasile ;
indi le occorrenti spese di viaggio e di cor-
redo .
missione ; ma pare che non si vada errato
2° La Chiesa e l'Ospizio del Sacro Cuore
dicendo che oltre l'esercitarci nella pazienza
Iddio così disponga a fine di porgere agli
uni l'occasione di ravvivare la loro fiducia
nella sua Provvidenza, sperando, per così
dire, contro ogni umana speranza, e quindi
di Gesù in Roma, i quali si rendono ogni
dì più necessarii, sì per l' ingrandimento
della città e l' aumento della popolazione
in quella parte, e sì per gli sforzi che fanno
gli eretici per attirare all'errore grandi e
durarla costanti e forti nella via del bene ; piccoli, uomini e donne, fanciulli e fan-
e agli altri dare nuovo stimolo a schiudere ciulle per mezzo di chiese, scuole, ospizii,
la mano benefica per rifare le opere di- conferenze e simili .
strutte, onde per tal guisa i buoni cristiani
3° La nuova fabbrica al lato sinistro
mostrino al mondo i prodigi della carità della Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino .
cattolica, meritino quaggiù maggior abbon- Questa fabbrica è di urgente necessità . Pel
danza di grazie, e nel Cielo una più splen- cresciuto numero di artigianelli varii labo-
dida corona di gloria .
ratorii , soprattutto quello dei falegnami e
Comunque sia la cosa, io debbo segna- dei fabbri-ferrai, si sono resi così insuffi-
lare alla vostra pietà che nell'anno pas- cienti , che occorse impiantarne provviso-
sato noi fummo colpiti da due gravi sciagure . riamente alcuni negli angoli del cortile e
L'una ci cadde addosso il 3 di febbraio e nei sotterranei della Casa . Anche la tipo-
l'altra il 27 di marzo . La prima fu lo scop- grafia ha bisogno d'ingrandimento, perchè
pio della cartiera di Mathi presso Torino ; le sue 6 macchine più non bastano a fare
la seconda fu l' incendio nella Chiesa di fronte agli impegni, e a dare in luce tutte
Payssandù nell'America . Computati i danni le opere che le sono affidate . La suddetta
arrecati e le spese fatte per ripararli , ci fabbrica , oltre ad essere compimento del
occorse la somma di oltre a 300 mila lire! Pa- disegno ed ornamento della Chiesa di Ma-
zienza! Questo disastro avrebbe potuto scorag- ria Ausiliatrice, servirà per creare nuovi
giarci e farci abbandonare opere utilissime laboratorii, e per dare luogo ad una tipo-
alla religione ed alla civile società, dandola grafia più ampia e sufficiente al bisogno .
per così dire vinta al demonio ; ma non fu così .
4° Le costruzioni dell' Ospizio e delle
Confortati da Dio e dalla vostra carità, noi scuole nella Casa di Firenze, le quali vanno
cercammo di rimediare al malanno il me- molto a rilento per mancanza di mezzi pe-
glio che ci fu possibile, facendo come le ron- cuniarii, e perchè in quella città, già fiori-
dinelle, che vedendosi distrutto il nido lo tissima un giorno, si trovano persone bensì
ricominciano da capo . La cartiera essendo di buona volontà, ma per cagione di sofferte
stata come distrutta fu appieno rifatta ; quindi crisi finanziarie non ci possono prestare quei
nuove costruzioni, nuove macchine, nuove soccorsi, che certamente ci avrebbero pre-
caldaie. Tra poco quella fabbrica ritornerà stato senza quell' imprevisto contraccolpo .
in esercizio, somministrando lavoro a molte
5° Alle spese per tutte queste opere ag-
persone bisognose e la carta alle nostre e ad giungo la somma di lire 30 mila, che re-
altre tipografie . - Anche la Chiesa di Pays- sta ancora a pagarsi per saldare i debiti
sandù fu ristorata dei danni sofferti ; manca fatti per la Chiesa di S . Giovanni
solo più l' altare maggiore , che si sta co- Evangelista, e lire 80 mila per i debiti, che ancor
struendo nella città di Buenos Ayres, e che rimangono alla cartiera di Mathi .

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spese da farsi in Francia ed in America ,
come pure le spese eventuali ed incerte ,
che occorreranno per le Case d'Italia . Non
saprei nel momento precisarle , ma posso
ben dire fin d'ora che ogni mese ne usci-
ranno senza fallo molte ed ingenti . Tali fra
le altre saranno le spese indispensabili per
provvedere vitto e vestito a più migliaia
di poveri giovanetti ricoverati nelle nostre
Case di beneficenza, i quali o perchè ab-
bandonati o perchè orfani di parenti gravi-
tano intieramente sulle nostre spalle, e a
cui dobbiamo provvedere il cibo come la
chioccia a' suoi pulcini, e gli abiti come la
madre ai proprii figliuoli .
Confidenza in Dio .
Ma il voler mettere mano a tante opere
non sarà egli un tentare il Signore e coni-
mettere un'imprudenza ? - Io credo di no .
Iddio in più guise mostrò di approvare que-
sta nostra condotta . Egli mostrò di appro-
varla col farci avere parole d'incoraggia-
mento da venerandi Prelati , da eminenti
Personaggi e dallo stesso Sommo Pontefice,
suo Vicario in terra ; mostrò di approvarla
col benedire le opere intraprese in passato
ed aìutarci ad intraprenderne ogni anno
delle nuove ; mostrò di approvarla soprat-
tutto col procacciarci la benevolenza di molte
buone persone, ed infiammare la carità dei
nostri Cooperatori e delle nostre Coopera-
trici, facendoli istrumenti di sua Provvi-
denza a nostro favore .
Segno poi assai chiaro che Dio benedice
e approva le opere nostre sono le continue
grazie ed i segnalati celesti favori, che in
copia la Bontà divina e l'augusta Madre del
Salvatore hanno concesse e tuttora conce-
dono a coloro, che ci vengono in aiuto colla
loro .beneficenza .
È poi per me e per tutti i Salesiani cosa
che intenerisce e conforta il vedere tante
persone di varie città e di vani paesi ora
portare, ora mandare i frutti dei loro ri-
sparmii, il superfluo dei loro beni a soste-
gno delle opere, che abbiamo tra mano .
-- Questa offerta, dicono o scrivono, è pei
suoi giovanetti per grazia ricevuta -- questa
per la Chiesa del Sacro Cuore -- questa
per le Missioni della Patagonia que-
st' altra pel Santuario di Maria Ausilia-
trice in ringraziamento dei favori ottenuti
- questa per libri -- questa pel Bollet-
tiqLCeanuos-rlchp
--- e così via via . Di questi fatti noi siano
testimonii non dico solo tutte le settimane,
ma tutti i giorni , ed anche più volte al
giorno . Ora se Iddio si compiace di parlare
in modo così eloquente ed efficace, noi non
dobbiamo temere ; anzi dobbiamo aprire il
cuore alla più grande speranza , e conti-
nuare ad occuparci della sua maggior glo-
ria , sicuri che Egli non lascierà di favo-
rirci a misura dei nostri bisogni .
Una preghiera .
Vi ho esposto quello che si è fatto e quello
che resta a farsi ; vi ho pure aperto il mio
cuore con tutta confidenza . Ora non mi ri-
mane pili altro se non perorare presso di
voi la buona causa, e pregarvi che vogliate
essere tuttora i canali della divina Provvi-
denza . Ormai sapete a che cosa serve la
vostra carità, la vostra limosina nelle mani
di D . Bosco . Essa serve a raccogliere dalle
vie tanti poveri giovanetti, a dar loro col
pane della vita il cibo dell'anima, istruirli
nella religione, avviarli ad un mestiere o a
qualche carriera onorata, a formarne dei buoni
figliuoli di famiglia e de' savii cittadini ; serve
a dare alla civile società dei membri utili, alla
Chiesa dei cattolici virtuosi, al Cielo dei fortu-
nati abitatori ; serve a creare per la gioventù
dei maestri dabbene, per le popolazioni cri-
stiane dei zelanti Sacerdoti, pei popoli sel-
vaggi dei coraggiosi Missionarii ; serve ad
innalzare sacri edifizi per radunarvi i fedeli
ed ammaestrarli nella religione, confortarli
coi Sacramenti e farli benedire Iddio, onde
risarcirlo delle orrende bestemmie,' con cui
lo maledicono gli empii ; serve a pubblicare
e diffondere migliaia di buoni libri, por se-
minare nel mondo sani principii, combat-
tere gli errori, raffermare le anime nella
fede, richiamare sul buon sentiero gli er-
ranti e rassodarli nella virtù ; serve insomma
ad ampliare il regno dì Dio in sulla terra,
a far regnare Gesù Cristo negli individui,
nelle famiglie, nelle città, nelle nazioni, a
farlo conoscere ed amare, se dato ci fosse,
da un capo all' altro del mondo ,ondesi
compia la profezia che dice : Egli domi-
nerà dall'uno all'altro mare : Dominabitur
a mari usque ad mare .
Siatemi dunque larghi del vostro aiuto a
sostegno di queste opere di religione e di
vera civiltà, e state sicuri che se voi coo-
pererete al bene della Chiesa Cattolica e alla
salute delle anime, Iddio ve ne compenserà
degnamente e da pari suo . Se siete Sacer-
doti, Dio ve ne ricompenserà col rendere
più fruttuoso il sacro vostro ministero ; se
padri e madri, vi ricompenserà nella vostra
figliuolanza ; se superiori, vi ricompenserà

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nelle vostre comunità e famiglie . In qua-
OPPORTUNO RICORDO .
lunque stato vi troviate Iddio vi ricompen-
Per mancanza di spazìo ricordiamo con poche
serà dei vostri sacrifizi col benedirvi nella parole che il dì 29 di questo mese occorre la fe-
persona, nei negozi temporali, negli affari sta del glorioso nostro Patrono S . Francesco di
spirituali, e quello che meglio vale vi farà Sales . Raccomandiamo pertanto ai Cooperatori e
godere una grande consolazione al punto - alle Cooperatrici di volerla celebrare colla mag-
della morte, come un saggio anticipato di giore divozione possibile ; e preghiamo i Signori
quelle sovrane dolcezze, che vi tiene pre-
parate in Cielo .
Pongo fine a questa mia lettera col ricor-
Direttori e Decurioni che abbiano la bontà di te-
nere in quel giorno o in altro più comodo la Con-
ferenza prescritta . Il loro cuore saprà suggerìre
gli argomenti da trattarsi a comune edificazione
darvi che in tutte le Case Salesiane d'Eu- e a soccorso dello opere, che la divina Provvi-
ropa e di America i nostri giovanetti e tutti denza ci ha poste fra mano . - Lo spirito del male
i Salesiani pregano ogni giorno pei loro be- si accende ogni di più e va menando distruzione
nefattori . Alle preghiere de' miei cari figliuoli per ogni dove . Ravviviamo in noi tutti lo spirito
congiungerò pure le mie, ed ogni mattino del bene, lo spirito di S . Francesco di Sales, anzi
nella santa Messa farò un memento speciale
per voi tutti, pregando la misericordia di
Dio, che pei meriti di nostro Signore Gesù
Cristo e di Maria Ausiliatrice vi conceda in
lo spirito di N . S . Gesù Cristo, e colle parole e
coi fatti rendiamoci ancor noi salvatori di quelle
anime, che furono da Lui redente collo spargi-
mento di tutto il suo Sangue .
questo mondo tutto quello, che può deside-
rare un'anima buona, specialmente la gra-
zia di poterci trovare un giorno tutti insieme NOTIZIE DELLE CASE E DELLE SUORE
riuniti a lodarlo e benedirlo nella Patria dei
di Maria Ausìliatrice in America .
Beati . Vogliate ancor voi pregare per me, e
credetemi quale con tutto rispetto e con
profonda gratitudìne mi professo
Di Voi, benemeriti Cooperatori e bene-
La Superiora delle Suore di Maria Ausiliatrice
di America scrive a D . Bosco la seguente lettera
Almagro, 31 ottobre 1882 .
merite Cooperatrici,
Rev'mo PADRE IN N . S . G . C .
Torino, 2 gennaio 1333,
Obbl .mo Servitore
Sac . GIOVANNI Bosco .
Benchè supponga che V . S . Revma sia per mezzo
del Rev . D . Cagliero informata delle cose che
passano fra noi, le darò nondimeno alcune notizie,
affinchè tenendo presenti i nostri bisogni voglia
AUGURIO DI S . FRANCESCO DI SALES.
nella sua paterna carità raccomandarli tutti a Gesù
ed a Maria .
Un Numero grande di Cooperatori e di
Cooperatrici , in questi ultimi giorni , o
per mezzo di lettere o per mezzo di bi-
glietidivisita,feceroaD .Bosclietm
augurii di felicità . Molti ebbero eziandio la
Una nuova Casa è preparata per le Figlie di
Maria Ausiliatrice in Moron . Speriamo di poterla
aprire il mese venturo, che qui si consacra a Maria
SS . come costì quello di maggio . La Casa di Moron
dopo il Signore la dobbiamo al Revmo M. ons Ar-
civescovo, il quale ci fa proprio da Padre e ci aiuta
con molta sollecitudine e bontà . Abbiamo davvero
esimia bontà di mandare la strenna ai suoi di che ringraziare il Signore che si degni servirsi
giovanetti, e tra lo altro cose spedirono
camicie, calze, lenzuola, coperte e simili,
vestendo così il Bambino Gesù Nella persona
di noi miserabili strumenti per dilatare il suo
regno nel cuore di tante giovanette, che frequen-
tano le nostre scuole ed Oratorii festivi . Noi
felici se sapessimo ben corrispondere ai disegni
de' suoi poverelli . Alcuni imitarono i re
magi offrendo regali non meno opportuni .
Don Bosco vorrebbe aver tempo per ri-
di Dio !
Sono di ritorno dalla visita delle Case di Colon,
di Las Piedras, della Bocca e di Sant' Isidoro .
Trovai le nostre care sorelle in mezzo a grande
spondere a ciascuno in particolare ; ma ciò
non gli è possibile . Quindi egli li ringrazia
tutti dall' intimo del cuore, e facendo sue
le parole, con cui S . Francesco di sales
soleva felicitare i suoi parenti ed amici,
ripete loro il seguente augurio : - Io vi
auguro un anno buono, seguito da parec-
chi altri, e il Paradiso alla fine dei vostri
giorni, --
lavoro e tutte di buona volontà per estendere il
regno di Gesù Cristo nei cuori delle numerose
fanciulle loro affidate . In tutte le Case abbiamo
un grande numero di alunne ascritte alla compa-
gnia dell' Immacolata.SapersifgldMae
anima molto alla pietà, alla divozione ed alla fuga
dei pericoli del mondo .
Ho pure avuto notizie delle nostre sorelle della
Patagonia . Anche colà si lavora molto e va au-
mentando il numero delle alunne nel Collegio di
s . Maria de Las Indias . Oh ! preghi, Revmo Pa-
dre, perchè possiamo indirizzare a Dio i cuori

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selvaggi di tante povere creature, che la Divina
Provvidenza ci ha confidate sulle due sponde del
Rio Negro !
Le do pure la consolante notizia che le molte
postulanti e novizie americane sono animate da
vero spirito Salesiano, e vogliono ad ogni costo
tener dietro a noi europee .
La nostra Casa nuova nella costruzione va innanzi
e noi dalla vecchia la vediamo crescere con giu-
bilo . Quello poi che più ci rallegra è che si edi-
fichi anche in America un Santuarietto in onore
della nostra SS . Madre Maria Ausiliatrice, e non
permetta il Signore che si abbiano da interrom-
pere i lavori per mancanza di mezzi . Le ragazze
vedono con gioia innalzarsi questa Casa per la
speranza d'essere di poi ammesse alla scuola, la
qual cosa ora non possiamo fare per mancanza di
locale . Esse sono davvero degne di compassione per
il gran bisogno, che hanno d'essere istruite nelle
cose di Religione .
All'infuori di qualche spina (che io credo non
mai ci avrà a mancare in questo mondo) noi siamo
tutte allegre e vogliamo farci sante ad ogni costo .
È vero che il nemico delle nostre anime ci fa
continua guerra per impedirci il buon esito di
questa impresa ; ma non importa . Con Gesù, colla
sua divina grazia, coll'assistenza di Maria SS . noi
abbiamo da riportare vittoria ; lo speriamo fonda-
tamente . Per parte mia é tanto il contento che
provo d'essere Suora di Maria Ausiliatrice e di
essere in America che non posso a meno di rin-
graziare il Signore di avermi fatta questa grazia .
Quanto è mai buono con noi il Signore ! Che for-
tuna sarebbe la nostra, se potessimo amarlo pro-
prio di vero cuore, ed essere tutte di Dio! Per
questo ci raccomandiamo caldamente allo sue pre-
ghiere . Si degni, Revmo D . Bosco, gradire i nostri
umili ossequii, benedirci tutte e massime quella
che con tutta stima si dice
Di V . S . Revma
Uma figlia in G . C .
Suor MARIa MaDDALENA MARTINI .
GLI OTTO GIORNI
della dedicazione della Chiesa di S . Giovanni Evangelista .
Il re Salomone quando ebbe a dedicare al Si-
gnore il gran tempio, che gli aveva innalzato in
Gerusalemme, non si contentò di un giorno solo
per compiere questo atto di Religione, ma volle
impiegarvi una intiera settimana ; anzi alla so-
lennità della dedicazione avendo unita quella così
detta dei Tabernacoli, che già si celebrava ogni
anno, tenne il popolo in festa ed occupato in opere
di pietà per 14 giorni . « Fece Salomone, dice il
sacro Testo, una celebre solennità, e con lui tutto
Israele radunato in gran folla dalle strette di E-
math sino al torrente di Egitto, dinanzi al Signore
Dio nostro, per sette giorni e per sette altri giorni,
vale a dire per 14 giorni » (1) .
(1) III. Reg . viii, 65 .
Volle inoltre lo Spirito Santo che quel tempio
fosse minutamente descritto nelle singole sue parti ;
volle che si conoscessero i nomi dei principali ar-
tefici che vi avevano lavorato, e dei musici e dei
Sacerdoti che avevano preso parte alla sua inau-
gurazione ; volle che si sapessero le sacre ce-
rimonie che vi ebbero luogo , i riti , i sacrifizi,
il numero delle vittime immolate, i canti, le pre-
ghiere, i discorsi e via dicendo ; onde dopo quasi
tre mila anni , leggendo quelle pagine divine, a
noi sembra come di trovarci tuttora presenti alla
grandiosa ed imponente solennità .
Sebbene per vastità e ricchezze la Chiesa di
S . Giovanni Evangelista, della cui consacrazione
abbiamo dato un rapido cenno nel Bollettino di
Novembre, sia di molto inferiore al tempio di Sa-
lomone, considerato almeno nel suo complesso e
nelle quattro parti, di cui era diviso (l'Oracolo o
Santo dei Santi, il Santo, l'Atrio dei Sacerdoti e
l'Atrio del popolo), tuttavia pei sacrosanti misteri
che vi sono celebrati, per la presenza del Figliuolo
di Dio, che vi abita realmente nella SS . Euca-
ristia, per la parola di verità e di pace, che vi
si dispensa al popolo , essa in preziosità ed ec-
cellenza supera di gran lunga quell'antico tempio .
Per il che, se Iddio ha disposto che fossero scritte
e pubblicate le cose avvenute nella dedicazione di
quello, noi crediamo cosa lodevole il dare qui al-
meno una relazione dei fatti principali, che si com-
pirono durante l'ottava della consacrazione della
predetta Chiesa . Questa relazione rinfrescherà la
memoria di chi vi prese parte ; ne darà una più
adequàta idea a coloro, che non vi furono presenti ;
e intanto ne tramanderà la notizia alla più tarda
posterità , affinché molte generazioni ne rendano
lode al Signore, autore di ogni bene .
Siccome il sacro edifizio venne già esattamente
descritto dalla perita penna dell'ingegnere Alberto
Buffa in un opuscolo a parte, così noi ci limi-
teremo a rilevare quelle altro cose o sacre o pro-
fane, che sembrano pur degne di particolare men-
zione, e le divideremo giorno per giorno .
GIORNO DELLA CONSACRAZIONE - 28 OTTOBRE .
Mattino, .
Ci tornerebbe carissimo il dire anzitutto alcun
che delle maestose cerimonie, prescritte dal Pon-
tificale romano per la consacrazione delle Chiese ;
ma questo conducendoci troppo in lungo vi pas-
siamo sopra, riserbandoci di farne parola in altra
consimile circostanza . Qui riferiremo quelle cose
soltanto, che concernono più da vicino la Chiesa di
S . Giovanni, e che nel tempo stesso possono tor-
nare di qualche edificazione .
Nei giorni innanzi, nella sera della vigilia e in
tutta la notte, la pioggia cadeva catinelle . A quella
vista noi avremmo desiderato di trasferire ad al-
tro tempo la cara solennità ; ma essendo già fis-
sata per quel giorno e pubblicata su parecchi gior-
nali non era più possibile un mutamento d'orario .
Quindi ci eravamo già rassegnati a subire tutti
gli inconvenienti dell' intemperie adorando i di-
segni di Dio, il quale permetteva che una festa
da tanto tempo e da tanti aspettata si facesse per
una pioggia dirotta . Ma taluni di noi si erano

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troppo presto sfiduciati ; imperocchè il Signore non
tardò a farci vedere che il vento e la pioggia ob-
bediscono alla volontà sua ; perciò poche ore in-
nanzi che avesse a cominciare la sacra funzione
il cielo si abbonacciò, indi, squarciate le nubi, com-
parve il sole a mostrarci la sua sospiratissima
faccia, quasi a presagio che il suo Creatore ci
sarebbe pure stato propizio, e che, come ci fa pre-
gare la Chiesa, ci avrebbe pur fatto vedere un
giorno la serenità del suo volto divino , con cui
rallegra gli Angeli ed i Santi . La ricomparsa del
bel tempo pareva così fuori di probabilità, che il
fatto venne da tutti rilevato e attribuito alla po-
tente intercessione dell' Apostolo prediletto ; di
quell' Apostolo, che in sua vita mortale si argo-
mentava di comandare persino al fulmine , e che
dallo stesso divin Maestro veniva chiamato figlio
del tuono .
Fin dalle ore sette del mattino molto popolo
stava già raccolto presso la cancellata della Chiesa .
Prima delle otto vi giunse Sua Eccellenza Revma
Mons . Lorenzo Gastaldi , Arcivescovo di Torino .
Il primo a riceverlo e a riverirlo fu Don Bosco
medesimo . Il Revmo Prelato compiè la consacra-
zione della Chiesa e degli otto altari, assistito dai
RR . Canonici della cattedrale, Pietro Peyretti, pro-
fessore di sacra teologia nel Seminario , e Lodo-
vico Chicco penitenziere, e servito da uno stuolo
di Chierici del suo Seminario di Torino . Il coro
richiesto dal Pontificale Romano pel canto delle
litanie, delle antifone e dei salmi, era formato da
giovani e da Chierici dell'Oratorio di S . France-
sco di Sales .
Era stato convenuto con Mons . Arcivescovo che
egli avrebbe consacrata la Chiesa e il doppio al-
tare maggiore, e che gli altri sei altari laterali
sarebbero stati consacrati da qualcuno dei Vescovi,
invitati per le sacre funzioni dei tre primi giorni ;
ma nel mattino risolvette di consacrarli tutti egli
medesimo . E questo fu un tratto di provvidenza,
ché altrimenti per le molte Messe del domani non
avremmo avuto nella novella Chiesa fuorchè due
soli altari disponibili, uno dei quali quasi nasco-
sto allo sguardo del popolo . Nell'altare maggiore
furono deposte reliquie di s . Giovanni Evangelista,
di s . Policarpo suo discepolo e di s, Maurizio .
Non ostante la moltiplicità e varietà delle ceri-
monie la sacra funzione, cominciata alle ore 8, ter-
minava nondimeno alle 11 1/4 . Tutti poi erano
maravigliati nel vedere Mons . Arcivescovo a com-
p iere con tanto brio le prescritte cerimonie ; gli
inservienti potevano a stento tenergli dietro ; il
Revmo Prelato pareva ringiovanito . Dio lo con-
servi ancora molti anni per la edificazione della
importantissima archidiocesi, che Gesù Cristo per
mezzo del suo Vicario ha affidato alla sua solle-
citudine .
Mons . Arcivescovo ad un'ora dopo mezzogiorno
doveva partire da Torino ; perciò con nostro ed
altrui dispiacere non potè nè in quel dì, nè du-
rante l'ottava compiere altra funzione nella Chiesa
da lui consacrata .
Terminati i sacri riti, ripulito il pavimento e
preparati gli altari, venne aperta la Chiesa, che fu
tosto ripiena da una grande moltitudine di fedeli .
Dopo il lieto suono delle campane, D . Bosco salì
all'altare a celebrarvi per la prima volta la santa
Messa, assistito dal M . R . D . Giacomo Bellia che
fu uno dei primi giovani dell'Oratorio di s . Fran-
cesco di Sales, dal quale si allontanò poscia per
ispeciali motivi, conservando però sempre buona
memoria del luogo di sua prima educazione .
La Messa venne servita dai Sacerdoti Salesiani,
D . Giovanni Lemoyne e D . Giovanni Bonetti , e
terminò a mezzogiorno e trenta minuti .
Dopo la elevazione i musici cantarono il mot-
tetto, Sit nomen Domini benedictum, di D . Ca-
gliero, e l'Ave Maria a soprano solo del maestro
Giuseppe Dogliani .
È impossibile il dire la consolazione provata
da D . Bosco in quei momenti preziosi ; impossi-
bile il descrivere la gioia dei fedeli assistenti,
molti dei quali piangevano di un misterioso gau-
dio . Anche i Chierici del venerando Seminario di
Torino , parte dei quali già alunni dell' Oratorio
Salesiano, ottennero per favore di potersi fermare
ad ascoltare quella prima Messa, a cui assistet-
tero con molta soddisfazione del loro cuore e con
singolare pietà e divozione . Quella prima Messa
venne offerta a Dio per implorare le più eletto
benedizioni temporali ed eterne sopra tutti i be-
nefattori e benefattrici della Chiesa novella .
Funzioni della sera .
Per la ragione sopra addotta non potendo re-
stare a pranzo con noi il Revmo Mons . Arcive-
scovo, ebbero la bontà di gradire l' invito a una
modica refezione i due reverendi Canonici, che lo
avevano assistito .
Intanto i divoti visitatori si rinnovavano ad ogni
momento, e al primo scampanio, che annunziava
l'ora delle sacre funzioni, la gente prese a recar-
visi in sì gran numero, che all' incominciare dei
Vespri la Chiesa erane stivata . Cantò i Vespri
il M . Rev . Teol . Felice Reviglio, Curato di San-
t'Agostino , ancor egli uno dei primi giovani di
D . Bosco . I musici eseguirono il Vespro intito-
lato di s . Cecilia, composto da D . Cagliero, e la
stupenda antifona, O quam metuendus, musicata
dal medesimo .
Fin da quel giorno si conobbe di quale mira-
bile effetto sarebbe riuscito il canto ed il suono
in tutte le solennità . Le voci argentine di circa
100 giovanetti, debitamente addestrati dal maestro
Dogliani ; i soprani, i tenori, i contralti, i bari-
toni, formati dei più distinti professori di Torino,
che si fecero una gloria di consecrare la loro a-
bilità al nobile scopo ; le parti a solo e i duetti,
che ti davano l'idea di angioli amabilissimi, che
spiccatisi di mezzo agli altri rallegrassero la Corte
celeste, cantando inni di gloria al Signore ; le ar-
monie del grandioso e magnifico organo maneg-
giato dall' egregio maestro Cav . Capitani ; l'eco
sonora della Chiesa, che pare fatta appositamente
per la maestà del canto e del suono, formarono un
tutto così delicato e sublime , che toccava ogni
fibra del cuore umano e riempiva l'anima di sa-
cro entusiasmo . Chi udiva una volta quel canto
e quel suono cercava di udirlo una seconda, una
terza volta ancora, e non se ne saziava mai . Non

1.8 Page 8

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é quindi meraviglia che uno dei musici più in-
telligenti abbia scritta e pubblicate queste parole
nel Corriere di Torino : - Quanto all'orchestra
per la valentia dei cantanti e del maestro, nessun
elogio è troppo (1) . Per questo lato noi crediamo
che la musica, onde si fecero rimbombare in quei
memorandi giorni le secrete volte della Chiesa di
S . Giovanni, abbia assai bene adombrato i canti
ed i suoni , coi cui sotto il re Salomone venne
onorata la solenne dedicazione del gran tempio .
Portata l'arca dell' alleanza nel Santo dei Santi .
dicono le sacre Carte, « i cantori suonarono cem-
bali e cetre e con essi cento venti Sacerdoti, che
davano fiato alle loro trombe . Per la qual cosa,
tutti egualmente e cantavano e suonavano trombe,
cembali, organi e ogni sorta di musicali strumenti,
e alzavano in alto le loro voci dicendo : Date laude
al Signore , perché egli è buono , perché la sua
misericordia é eterna : Confitemini Domino quo-
niam bonus, quoniam in aeternum misericordia
eius . »
Discorso tenuto da D . Bosco.
Finito il Vespro, ascese il pulpito D . Bosco e pel
primo vi annunziò la parola di Dio . La calca era
tale, che a stento ei poté penetrare sino alla cat-
tedra di verità . Siccome per le svariate e innu-
merevoli occupazioni egli non ebbe tempo di scri-
vere quello, che intendeva di dire, così ci riesce
impossibile di qui riprodurre fedelmente il suo di-
scorso . Tuttavia. se la memoria non ci tradisce
la sostanza n'è questa : -
Dio é grande ed immenso, ei disse, e del suo
essere infinito riempie il cielo e la terra . Sebbene
per questa ragione noi lo possiamo in ogni luogo
adorare in ispirito e verità, tuttavia Egli ha or-
dinato che vi fossero in sulla terra alcuni siti de-
terminati, benedetti e a Lui dedicati, dove essere
in modo particolare dagli uomini ossequiato, e dove
ricevere il loro tributo di adorazione e di amore .
Così Egli comandava fin dai primordii del mondo .
Adamo, Enos, Noè, Abramo gli offrirono sacri-
fizi, gli presentarono l'omaggio delle loro adora-
zioni nei luoghi da Lui indicati . - Va, disse a
quest' ultimo il Signore, e offrirai il tuo figliuolo
unigenito in olocausto sopra uno dei monti che
ti mostrerò ; ed Abramo obbediente si portò al
luogo, che il Signore gli aveva assegnato . - Il
patriarca Giacobbe consecrava a Dio il sito, sopra
cui dormendo aveva veduto una misteriosa scala,
che dalla terra toccava il Cielo, e il Re dei se-
coli, che maestosamente vi posava sulla sua cima ;
e compiuta quella cerimonia vi adorò il Signore,
offrendogli preghiere, sacrifizi e voti.-Perodin
di Dio Mosé fabbricava il Tabernacolo nel deserto ;
per ordine di Dio Salomone innalzava il gran tem-
(1) Dovere di gratitudine ci suggerisce di fare qui spe-
ciale menzione di alcuni dei principali aiutanti dei nostri
musici . Essi sono pel suono il Cav . Giuseppe Capitani,
il M° Antonio Cercano . il M° G . M . Pelazza ; e pel canto
il M° Cantone, il Cav . Giuseppe Bertone . il Sig . Prospero
Succio, il Sig . Bronzino, il Sig . Luigi Fumero, il Signor
Saladino, il Sig . Soldano, il Sig . Reano, il Sig . Carra-
dori e più altri che ci passarono di mente . A loro tutti
conceda il Signore di aver parte alle feste e alle musiche
del Cielo, che dureranno in eterno .
pio in Gerusalemme, e, questo distrutto, un se-
condo per ordine del Signore ne erigevano gli
Ebrei nel luogo stesso .
Dietro questi esempi ed altri moltissimi, che
per brevità non accenno, la Chiesa Cattolica fin
dai primi tempi scelse ancor essa dei luoghi de-
terminati, li benedisse, li consacrò al Signore .
Ivi i Cristiani si raccoglievano per pregare, cele-
brare i divini misteri , ricevervi i santi Sacra-
menti, udirvi la parola di Dio . Questa pratica si
estese per tutta la Cristianità e durerà sino alla
fine del mondo .
In questi tempi la gloria di Dio e il bene delle
anime richiedevano che si erigesse pure una Chiesa
in questo sito della città di Torino . La Chiesa fu
eretta, ed oggi stesso consacrata solennemente, e
colle più splendide cerimonie inaugurata al divin
culto, in onore di S . Giovanni Apostolo ed Evan-
gelista . Ad esempio del re Salomone noi celebre-
remo questa dedicazione con otto giorni di festa,
secondo l'orario che venne pubblicato .
Nel corso dell'ottavario i sacri oratori vi trat-
teranno argomenti relativi alla solennità . Questa
sera come introduzione io giudico che non vi debba
tornare discaro un ragguaglio storico di questa
Chiesa . Pertanto vi esporrò così alla buona ciò
che era questo luogo , ciò che é e ciò che sarà,
mediante il divino aiuto e la pietà e carità vo-
stra . L'Apostolo, prediletto del divin Salvatore mi
ottenga la grazia di svolgere degnamente l'argo-
mento, che vi ho annunziato .
Dopo questo esordio, D . Bosco trattò il primo
punto, descrivendo ciò che 35 anni sono erano e
il luogo dove fu edificata la Chiesa e i suoi din-
torni . Ecco per sommi capi i pensieri sviluppati
da lui : -. Qui in allora non eravi alcuna traccia né
di strade, né di palazzi, nè di giardini . Da que-
sto sito fino alla sinistra del Po non vedevasi ch e
un incolto e sterile gerbaio . Il sito poi, dove si
innalza oggi la Chiesa, era coperto da poche ca-
sipole, strette, basse, affumicate, le quali erano
le ultime abitazioni di questa parte . Le appigio-
navano alcune lavandaie , e se le tenevano care,
e perché non molto distanti dal fiume , e perchè
circondate da grande estensione di terreno libero,
il quale loro si prestava comodissimo per disten-
dere ed asciugare i loro bucati, da cui ritrae-
vano giornalmente da campare la vita . Ma questi
luoghi medesimi si porgevano pure acconcissimi
ai più svariati divertimenti . Quindi nelle dome-
niche e nelle feste di precetto li coprivano e scor-
razzavano da un capo all'altro schiere numerosis-
sime di fanciulli e giovanetti, molti dei quali vi
si intertenevano tutto il santo giorno, senza re-
carsi punto né alla Messa , né al catechismo, né
alle sacre funzioni .
Era l'anno 1847 . I tempi si facevano ognor più
torbidi e disastrosi per la povera gioventù . L'O-
ratorio festivo di S . Francesco di Sales in Val-
docco, frequentato da circa 800 giovani della città,
non poteva più capirne altri . Allora si venne in
pensiero di fondarne un secondo, e fu scelto que-
sto luogo come più adattato ed opportuno . Molte
e grandi furono le difficoltà incontrate per riu-
scire ad aprirlo . Da prima le lavandaie, che lo

1.9 Page 9

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avevano in affitto, si sollevarono contro D . Bosco,
perché costrette ad abbandonarlo ; ma furono ac-
quetate e dalla speranza di un maggior lucro e
dalla bontà della padrona , la signora Vaglienti .
Don Bosco entratone in possesso adattò una parte
delle catapecchie ad uso di Oratorio o di Cappella
per le sacre funzioni, che venne benedetta il giorno
della Concezione di quell'anno medesimo ; un'altra
parte fu ridotta ad uso di scuola e di ricreazione .
Avuto riguardo al grande bisogno, il sito era ri-
stretto ; tuttavia ogni festa circa 500 giovinetti
qui si raccoglievano per la Messa e pel catechi-
smo, e oltre a due centinaia vi si recavano ogni
giorno per la scuola elementare . A vantaggio di
questo Oratorio, che prese il nome di San Luigi
Gonzaga, spesero le loro fatiche e sollecitudini
parecchi membri della Società di S . Vincenzo de'
Paoli, e varii zelanti Sacerdoti di questa città . Tra
questi sono degni di memoria il Teol . Giovanni
Borel, il Teol . Francesco Rossi, il Sac . Don De-
monte, gìà da Dio chiamati a ricevere il premio
del loro zelo, e più altri tuttor viventi, che con-
tinuano a sacrificarsi al bene religioso e morale
della gioventù . Così tirossi avanti parecchi anni ; e
colla carità di varii signori e varie signore, e colla
costanza e intrepidezza dei suoi aiutanti D . Bosco
fece fronte a molti altri ostacoli, fra cui una fiera
persecuzione per parte di monellacci, instigati da
certa gente di questi dintorni ostile e nemica .
Ma intanto per l'amenità del sito e per la sa-
lubrità dell'aria questi luoghi andavano coprendosi
di case e di palazzi ; cresceva ogni anno la po-
polazione all'intorno, e con questa crescevano i bi-
sogni religiosi . A questo si aggiunse l' insedia-
mento dei Valdesi qui da presso, i quali col loro
tempio, colle scuole, colle conferenze e con altri
consimili artifizi mettevano a cimento la fede cat-
tolica dei fanciulli e degli adulti .
Queste ed altre circostanze reclamavano una
Chiesa più ampia, che desse agio non solo ai fan-
ciulli, ma agli adulti di ambo i sessi, di santi-
ficare il giorno festivo, istruirsi nella cattolica
Religione, e praticarne le opere di pietà e di de-
vozione, e così viemmeglio premunirsi contro le
insidie nemiche .
Qui D . Bosco passò a trattare il secondo punto,
a dire cioè quello che sia oggimai il sito di 35
anni addietro . Siccome quello che esso sia ognuno
lo vede, così D . Bosco toccò soprattutto le diffi-
coltà a pochissimi note, le quali si dovettero su-
perare, perchè il luogo divenisse quello che è . La
prima difficoltà fu la mancanza di mezzi pecu-
niarii per incominciare la impresa ; ma fatto ap-
pello alla carità cattolica, i mezzi cominciarono a
venire per affrontare le prime spese . - La se-
conda difficoltà fu la compera di varii pezzi di
terreno e di casipole, i cui proprietarii non sape-
vano disfarsene, o pretendevano un prezzo esor-
bitante . A questo proposito uno di essi mosse tale
un ostacolo, che ai più parve davvero insupera-
bile (1) . A causa di questo, proseguì D . Bosco, si do-
(1) Don Bosco non espresse appieno quale fosse questa
dificoltà;o. ndelairm Si trattava ancora dell'ac-
qu isto di una striscia di terreno di circa 400 metri qua-
drati , senza della quale la costruzione invece di riu-
vette soprassedere dai lavori per circa 8 anni ; ma
coll' aiuto di Dio e per l' opera di persone benevole,
soprattutto per lo zelo instancabile del benemerito
Conte Reviglio della Veneria, furono superate e que-
sta e più altre difficoltà insorte ancora di poi . Quindi
sul principio del 1877, col consenso dell'Autorità,
Ecclesiastica avuto fin dai primi anni, si ripiglia-
rono i lavori con molta alacrità . Il Conte Edoardo
Arborio Mella da Vercelli concepì e tracciò il di-
segno, dando luminosa prova del suo amore ar-
dente pei sacri edifizi di stile antico, e di quella
incontestata sua perizia nell'architettura, per cui
gode una ben meritata fama ; il Cav . Spezia lo
eseguì e diresse ; e l'ingegnere Vigna ne accudì
egli pure i lavori, come se fossero opera sua .
Dopo 14 anni di sollecitudini, di pene e di fa-
tiche, quanti appunto ne trascorsero dal 1868 in
qua, la Chiesa è oggi quello che voi vedete . Essa
ha due parti : una è quella che ci raccoglie ; l'al-
scire in linea retta al Viale del Re, oggi Corso Vittorio
Emanuele II, avrebbe formata una diagonale ed offesa la
vista . Oltre a questo la Chiesa sarebbe riuscita troppo
piccola e inetta al bisogno .
Or si diede il caso che quel lembo di terra apparte-
nesse ad un Valdese, il quale o per instigazione dei suoi
ministri, o per odio alla Religione cattolica, o per pro-
prio interesse, non voleva alienarlo, se non glielo sì pa-
gava 130 mila lire. Riuscite vane tutte le proposte di un
equo accomodamento, fu d'uopo ricorrere al Ministro dei
lavori pubblici ed al Consiglio di Stato, per far dichiarare
la costruzione della Chiesa opera di utilità pubblica, onde
ottenere poscia una espropriazione forzata . Ma da un'au-
torità civile di Torino furono mosse sì forti opposizioni,
che passarono anni ed anni prima che si potesse avere
una risposta . Dopo molte insistenze e raccomandazioni
finalmente le carte fermate alla Prefettura fecero il loro
corso, e il 3 febbraio del 1876 il Decreto veniva firmato
dal Re . Ma qui nuovi ostacoli . Il Prefetto di Torino in
base al Decreto reale emanò alla sua volta il Decreto di
espropriazione forzata contro al Valdese ; ma questi che
fece ? Trasportò tale quantità di pietre nel luogo, che
doveva sgombrare, da farne come una montagna . Quindi
domandò 6 mesi di tempo a compiere lo sgombro, e il
risarcimento dei danni e delle spese, che doveva subire
per effettuarlo . Ma coll' aiuto di Dio, dopo perizie sopra
perizie, dopo sentenze sopra sentenze l'eretico fu costretto
a piegare il capo, e lasciare libero il terreno al prezzo
non già di 130 mila lire, come egli domandava, ma di
23 mila, seicento e cinquantasette! Dopo Dio, il felice
esito di questo affare D . Bosco lo attribuì al Conte Carlo
Reviglio della Veneria, il quale, con una costanza e sol-
lecitudine degna della causa, lo promosse sino alla fine,
sottostando egli stesso a molte spese occorrenti .
Avuto poi riguardo alle immense difficoltà per avere
quel tratto di terreno ; avuto riguardo che esso fu co-
perto di sassi, che vi formavano come una piccola mon-
tagna; avuto specialmente riguardo alla tenacità di una
setta potente e spalleggiata da persone autorevoli, la vit-
toria ottenuta venne da taluno paragonata al miracolo
di s . Gregorio il Taumaturgo . Questo Santo, come si legge
nella Storia Ecclesiastica, doveva ancor egli fabbricare
una Chiesa nella città di Neocesarea, ed essendo troppo
stretto il sito, per causa di una contigua montagna, ot-
tenne colle sue preghiere e colla sua fede che il monte
di tanto si scostasse quanto occorreva al bisogno . Quel
Santo avendo solamente a fare con un monte senza vita
e senza ragione riuscì nell'intento più facilmente di chi
ebbe a lottare contro persone dotate del bene dell'intel-
letto e del libero arbitrio, ed eccitate a resistere dall'in-
teresse e dall'odio di religione, e più che da ogni altro
dal superbo e testardo Satanasso, il quale non cede che
a Dio onnipotente .
Qui vi sarebbero a dire più altre cose, ma ci mancano
varii documenti, che esistono tuttora in casa del compianto
Conte della Veneria . Ne diremo compiutamente a tempo
più opportuno .

1.10 Page 10

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tra è sotto di noi . Nel sotterraneo vi ha un se-
condo membro, che serve di Oratorio ai giovi-
netti del vicinato, ed un luogo acconcio pei loro
intrattenimenti religiosi e morali . Noi abbiamo
pensato agli adulti, ma non dovevamo dimenticare
i fanciulli, che sono le speranze della Chiesa, il
sostegno delle famiglie, la caparra di ordine e di
benessere alla civile società . Tutti sanno con quanto
zelo e sollecitudine attendano all'ammaestramento
e alla salute delle anime loro affilate i RR . Cu-
rati di S . Massimo, dei Santi Apostoli Pietro e
Paolo e della Madonna degli Angeli, colle cui
parrocchie confina questa Chiesa ; ma la loro po-
polazione da qualche anno è cresciuta di tanto, che
ormai ne esaurisce tutte le forze (1) .
Gli zelanti Curati reclamano aiuto e per la istru
zione dei grandi e per il catechismo dei piccoli . E
intenzione di D . Bosco che la Chiesa di San Gio-
vanni sia un loro rinforzo, come essi desiderano
e come hanno più volte domandato .
Per siffatta guisa Don Bosco si fece strada a
svolgere il terzo punto del suo discorso . - La
Chiesa è consacrata, ei disse, ma che sarà in av--
venire? Sarà sorgente di grazie e di benedizioni . In
essa si darà gloria a Dio ed alla Beata Vergine ;
in essa saranno celebrate Messe, verrà distribuita
la SS . Eucaristia, saranno ascoltate le confessioni
dei fedeli, si farà il catechismo, si terranno pre-
diche a tempo ed ora opportuna . - Che cosa sarà
questa Chiesa in avvenire? Sarà la casa di ora-
zione e la porta del Paradiso : Domus Dei, porta
coeli . In questa Chiesa si avvereranno le parole
del divin Salvatore : Chiunque chiede, riceve ; e
chi cerca, trova ; e sarà aperto a colui che pic-
chia : Omnis qui petit, accipit ; et qui quaerit,
invenit ; et pulsanti aperietur . I genitori trove-
ranno la cristiana educazione della loro figliuo-
lanza ; la prosperità nel commercio ; la sanità nelle
persone ; la pace e la concordia nelle famiglie ;
tutti volendo vi troveranno la perseveranza nel
cammino della virtù . E infine? Infine vi trove-
ranno la porta che li metterà in Cielo : Porta
coeli . - Ed ora quali grazie vi renderò io mai
per la carità, che mi avete usata nella costruzione
di questa Chiesa ? Io non posso degnamente rimu-
nerarvi ; ma vi rimunererà Iddio per me . Sì, o ge-
nerosi Cattolici, Iddio pregato tutti i giorni in
questo santo luogo, pregato da migliaia di giova-
netti, raccolti nelle Case dei Salesiani e in molte
parti del mondo, questo Dio misericordioso vi ri-
compenserà largamente di quanto avete fatto e
sarete ancora per fare a vantaggio di questa Chiesa .
E qui vi confido che vi sono ancora varii debiti
a saldare e molte spese a sostenere ; ma vi ag-
giungo che io confido altresì che la vostra carità,
la quale non mi venne meno in passato, non mi
verrà neppur meno per l'avvenire . Voi prosegui-
rete ad aiutarmi a compiere opere di carità e di
relìgione, e il Signore Iddio proseguirà a span-
dere sopra di voi e sopra delle vostre case le sue
grazie, le sue benedizioni pel corpo e per l'anima,
temporali ed eterne . - Don Bosco terminava il
(1) La parrocchia della Madonna degli Angeli si com-
pone di 10 mila anime ; quella di S . Massimo di 13 mila,
e quella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di 21 mila .
suo dire riepilogando e adattando all'immenso suo
uditorio la stupenda preghiera, fatta a Dio dal re
Salomone in presenza del popolo d'Israele, accorso
da tutte le parti in Gerusalemme per la dedica-
zione del primo tempio . - Grande Iddio, egli di-
ceva, la vostra maestà è infinita ; né il cielo, nè
i cieli dei cieli la possono capire ; ma giacché vi
siete degnato di scendere ai abitare in questa
Casa, che abbiamo innalzato alla gloria del vostro
nome, deh ! ascoltate le preghiere che vi presentano
i vostri servi . Fate che tutti coloro, i quali en-
treranno in questa Chiesa per ispandere dinanzi
a voi il loro cuore, per esporvi i loro bisogni,
per pregarvi di aiuto, trovino sempre aperti i te-
sori di vostre misericordie , e se ne partano di
qui consolati . Consolati i padri e le madri nei
loro figli morigerati e pii ; consolati i figli nei
loro genitori esemplari ed amorevoli ; consolati i
padroni nella fedeltà dei loro servi ; consolati i
servi nella bontà dei loro padroni ; consolati gli
infermi nella liberazione o nella pazienza dei loro
mali ; consolati i poveri nella carità dei ricchi ;
consolati i giusti nella perseveranza di loro giu-
stizia ; consolati i peccatori nel perdono dei loro
peccati, nella pace della coscienza, nell' amicizia
con Voi, o mio Dio . Se chiuso il cielo, manche-
ranno alla terra le pioggie benefiche ; se rottene
le cateratte ne piomberanno violente ad inondarci ;
se volgeranno a male i nostri negozi e le nostre
campagne ; se la fame, se le malattie, se le guerre,
se lo tribolazioni insomma o di corpo o di spirito
ci verranno addosso per rendere infelice la nostra
vita, e noi pentiti dei nostri peccati verremo ad
implorare in questo luogo la vostra misericordia,
deh ! o Signore , perdonateci , benediteci , salva-
teci . Se mai i vostri fedeli si allontanassero dalla
via dei vostri comandamenti, o mio Dio, ed in-
vece di servire a Voi solo si facessero schiavi
del demonio, delle passioni, del mondo, ma illu-
minati dalla luce della verità , guadagnati dalla
soavità della vostra grazia volgeranno uno sguardo
a questa vostra Casa, e compunti invocheranno la
vostra pietà, deh ! non rigettarli, o Signore, ma
prostrati a questi tribunali di penitenza accoglie-
teli, come già accoglieste il figliuol prodigo, date
loro il bacio di pace, rivestiteli del candore della
vostra grazia , ristorateli delle carni sacrosante
del vostro Unigenito Figlio, ed ammetteteli un
giorno alle eterne feste del Paradiso . E questo
favore impartite eziandio a coloro, che non sono
del novero dei veri credenti ; a coloro che non
seguono il Vangelo del nostro Signor Gesù Cristo ;
a coloro che sono stranieri alla Chiesa Cattolica
Apostolica e Romana, che è l'unica vera Chiesa,
fuori della quale non vi è salute. Da divino ed
amoroso Pastore delle anime, per mezzo di questo
santo luogo richiamate al vostro ovile tante pe-
corelle erranti , affinché in abbondanza ricevano
con noi la salute e la vita . Sì, o grande ed on-
nipotente Iddio, ripetete a noi pure quelle pro-
messe, che già faceste a chi vi innalzava il primo
tempio : - Gli occhi miei saranno aperti e in-
tente le mie orecchie all'orazione di chiunque mi
invocherà in questo luogo ; perocchè io l'ho eletto
e santificato, affinché porti in eterno il mio nome,

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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e fissi siano sopra di esso gli occhi miei, e il
cuor mia in ogni tempo . - Adesso adunque, con-
chiuse D . Bosco colle parole di Salomone, leva-
tevi, o Signore Iddio, e venite al vostro riposo,
voi e l'arca di vostra possanza : i vostri Sacer-
doti siano ammantati di salute, e i vostri santi
festeggino pei vostri benefizi : Nunc igitur con-
surge, Domine Deus, in requiem tuam, tu et
arca furtitudinis tuae : Sacerdotes tui, Domine
Deus, induantur salutem, et sancti tui laeten-
tur in bonis(.1)
Questo fu il tenore del discorso di D . Bosco,
che durò quasi tre quarti d'ora . Noi lo abbiamo
qui riportato solo a memoria ed in succinto .
La Benedizione col SS . Sacramento
e la fine della prima giornata .
Mentre D . Bosco predicava, giungeva in Torino
Sua Eccellenza Revma Monsignor Emiliano Ma-
nacorda, Vescovo di Fossano . Lo zelante Prelato,
che non mai si ricusa di prestare l' opera sua,
ove si tratta di cooperare alla gloria di Dio e di
compiacere D . Bosco , aveva accolta e tenuto
con trasporto di gioia l'invito di venire a ponti-
ficare nella Chiesa di S . Giovanni nei giorni della
solenne e sospirata sua dedicazione . In una let-
tera, che serberemo quale prezioso documento, tra
le altre cose egli scriveva così : « Verrò a pon-
tificare secondo il suo invito, e come nel passato,
così in avvenire sarò sempre felice di assecon-
dare i voti di D . Bosco a gloria di Dio e ad in-
cremento della mirabile sua Congregazione . »
Come se D . Bosco, colle parole tolte dai Libri
I santi : vostri Sacerdoti, o Signore Iddio, siano
ammantati di salute , pronunziate nel chiudere
il suo discorso, avesse invitato i sacri Ministri a
dare principio alla solenne funzione, il Reverendis-
simo Pontefice ammantato di ricchi paramenti, cir-
condato da numeroso clero procedeva con maestà
e decoro all'altare, ove fattasi la Esposizione del
SS . Sacramento, e cantatosi il Tantum ergo, im-
partiva pel primo la trina Benedizione ad un po-
polo innumerevole e divoto . La Chiesa presentava
in quei momenti uno spettacolo, che inspirava soa-
vità e dolcezza, e incuteva riverenza ed ammira-
zione . Rischiarato come a giorno da mille faci,
risuonante delle candide e robuste voci dei mu-
sici, che eseguirono perfettamente il Tantum ergo
del maestro Frasi , rimbombante delle armonie
dell'organo, che faceva prova di tutta la sua po-
tenza, il Luogo Santo ti dava l'idea del Paradiso .
Icvlaentordmui,lasetubio,
faceva ricorrere alla mente le parole del divino
uffizio : Ha ec est aula Dei : Sponsum eius Chri-
stum adoremus in ea . In dedicatione templi
decantabat populus laudem ; et in ore eorum
dulcis resonabat sonus : É questa l'aula di Dio
Adoriamo in essa Gesù Cristo Sposo di lei : Nella
dedicazione del tempio il popolo dava lode al Si-
gnore, e sulla loro bocca risuonavano dolci me-
lodie . In mezzo alla generale commozione termi-
navano le sacre funzioni del primo giorno . Gli
astanti ne furono così rapiti che si dovette la-
(1) II. Paral. vi, 41 .
sciare la Chiesa aperta fino a sera inoltrata, per-
chè sembrava che i fedeli non potessero staccar-
sene, ed usciti gli uni n' entravano altri per ve-
nirsi ad inebriare nella giocondissima vista . Il
ravvivamento della fede, i pensieri e gli affetti di
pietà e di religione, le sante risoluzioni eccitate
in quella sera e nei giorni consecutivi, Dio solo li
conosce . Il certo si è che tutti prorompevano in
esclamazioni di divozione e di maraviglia ; e a
molti spuntavano sugli occhi lagrime dolcissime
o di pentimento o di gioia .
SECONDO GIORNO DELL'OTTAVA .
Mattino .
Il secondo giorno, 29 di ottobre, era domenica .
Alle ore cinque, dopo il lieto suono delle campane
a festa, si aperse la Chiesa . Poco appresso si co-
minciarono a raccogliere i più ambiti frutti della
solennità . I confessionali vennero circondati da
penitenti di ambo i sessi, ansiosi di aggiustare
le partite dell' anima loro . Quantunque parecchi
Sacerdoti dell' Istituto dovessero celebrare nella
Chiesa di Maria Aus . in Valdocco a comodità dei
fedeli di quella regione, tuttavia in quella di San
Giovanni le Messe non mancarono mai . Molte fu-
rono pure le sante Comunioni, e se ne ammini-
stravano ancora verso mezzogiorno .
La Chiesa fu frequentata in tutto il mattino da
gran numero di fedeli, che si rinnovavano ad ogni
Messa ; ma verso le ore dieci era in ogni angolo
stipata di popolo . Il concerto delle campane aveva
dato l'annunzio della Messa solenne, onde tutte le
vie che mettevano sul Corso riboccavano di gente,
che si dirigeva a S . Giovanni . Alle ore 10, se-
condo l'orario pubblicato ed affisso alla porta di
tutte le Chiese della città, cominciava la Messa
solenne . Pontificava con tutto lo splendore dei sa-
cri riti il prelodato Mons . Manacorda , assistito
dal Teol . Reviglio Curato di Sant'Agostino, dal
P . Teodoreto Curato della Madonna degli Angeli,
dal Teol . Leonardo Murialdo direttore del Collegio
degli Artigianelli, e dal Sac . D . Giuseppe Casalegno
Rettore della chiesa della SS . Trinità .
I musici coll'accompagnamento dell'organo ese-
guirono la messa del maestro Haydn, e all'Offer-
torio cantarono il Peccavimus del Palestrina, ri-
scuotendo l'ammirazione degli intelligenti e impa-
radisando gli animi di tutti .
Le prime Quarant' Ore .
Dopo il pontificale si fece in quel giorno e nei
due consecutivi la Esposizione del SS . Sacramento
a modo di Quarant' Ore . Non pareva quello il tempo
più opportuno per questa solenne adorazione, per-
ché stante il grande concorso di gente a visitare
la nuova Chiesa si temeva di non poter ottenere
da tutti il dovuto silenzio ed il più rispettoso con-
tegno . Ma la solenne Esposizione del SS . Sacra-
mento era già stata da parecchi mesi pubblicata
nella tabella e fissata per quei giorni medesimi ;
imperocchè nella fondata speranza che la Chiesa
di San Giovanni si potesse inaugurare al divin
culto almeno nel mese di luglio, come D . Bosco
avevane scritto a Mons . Arcivescovo, si erano fis-
sate le Quarantore da celebrarvisi nei tre ultimi

2.2 Page 12

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giorni di ottobre . Ma ad onore del vero dobbiamo
confessare che la solenne adorazione venne non-
dimeno compiuta con tutto il decoro possibile,
quantunque entrassero in Chiesa non solamente
cattolici, ma increduli eziandio, ebrei ed eretici .
SERA DEL SECONDO GIORNO .
Discorso del M. Rev. Can . Venck .
Alle ore 3'/2 ebbero principio i Vespri solenni
pontificali . Sull'orchestra si cantò il Vespro del
maestro Generali, ed il Pange Lingua del mae-
stro Giovanni De-Vecchi . Il popolo rispose alter-
nativamente parecchie strofe dell'inno con un'ar-
monia così grave e dolce, da scendere proprio al
cuore e formare un ben degno riscontro al coro
dei musici .
Terminato il Vespro, si portava al pergamo il
. M Rev . Teol . D . Prospero Venck, Canonico della
Collegiata di s . Lorenzo in Torino, per varii titoli
uno dei più celebri sacri oratori . A stento gli si
poté aprire il passo a salirvi, tanto compatta era
la calca di popolo, avido di udirlo . Con una parola
dotta, chiara ed attraente egli fece un esordio ma-
gnifico, cui tenne dietro un discorso ammirabile . Ci
duole il doverne dire solamente a volo e per sommi
capi . Nell'esordio egli ricacciò in gola la bestemmia
a coloro, i quali vanno gridando che la Chiesa è
morta, e che il Cattolicismo ha fatto il suo tempo .
- La Chiesa è morta! disse il valoroso oratore ; ma
intanto, per non toccare che fatti recenti ed avve-
nuti in questa Torino sotto gli occhi nostri, ma in-
tanto in breve tempo s'innalza una sontuosa Chiesa
alle glorie di un prode campione della Legion Tebea,
il martire s . Secondo, e s'inaugura al divin culto con
tale affluenza di popolo, con solennità così grandiosa
e splendida che resterà memoranda nei fasti della
nostra patria . La Chiesa è morta ! Ma ecco sor-
gere il VII Centenario della nascita del poverello
d'Assisi, il Patriarca s . Francesco . Ad onore di
lui migliaia di fedeli riempiono le nostre Chiese,
pendono riverenti dal labbro dei banditori della
divina parola, assiepano i sacri tribunali di pe-
nitenza, e circondano la Mensa eucaristica divi-
namente famelici , dando così a divedere che i
figli della Chiesa vivono una rigogliosissima vita .
La Chiesa è morta ! Ma l'eco di esultanza e di
gioia pel VII Centenario del grande italiano non ha
ancor cessato di ripercuotere, che già comparisce
l' aurora del III Centenario dalla preziosa morte
della Serafina di Spagna, la Vergine s . Teresa .
Torino nuovamente si scuote e si accende . La
Chiesa titolare della Santa per la pietà dei divoti
si abbella di pitture, si adorna di marmi, si ar-
ricchisce di ori ; indi per otto giorni si riempie
di popolo, che con una frequenza non interrotta
si prostra all' urna della Serafina , e protesta di
credere, di sperare e di amare . E sono questi segni
di morte, oppure di vita? La Chiesa è morta!
Ed eccovi oggi una prova lampante della sua morte !
Un Prete cattolico, un figlio di questa Chiesa
concepisce il pensiero d'innalzare un tempio in
questo luogo . Egli è povero, non ha mezzi di
fortuna, è senza umani appoggi, anzi nella sua
impresa è osteggiato dagli uomini . E ciò non
ostante il tempio è innalzato, e sì bello, sì ricco,
si splendido che tutti rapisce a meraviglia . Udi-
tori, questo è un fatto, che dimostra la Chiesa
viva di una vita divina . Viva la dimostra l'aiuto,
che tanti fedeli porsero per innalzare questo sacro
monumento ; viva il concorso imponente, con cui
voi veniste ad assistere a questa funzione ; viva
il contegno, il rispetto, la pietà, onde date lu-
minoso esempio ; viva lo spettacolo di questa
grandiosa solennità . Sì, la Chiesa è viva ; viva
nei suoi figli zelanti, viva nelle sue opere di ca-
rità, viva nello splendore delle sue feste ; viva a
dispetto di chi la vuol morta . La Chiesa non è
morta ; il Cattolicismo non ha ancor fatto il suo
tempo : essi passeranno per tutte le generazioni
umane ; essi resisteranno a tutte le persecuzioni
del mondo e dell'inferno insieme congiurati ; essi
dureranno sino alla fine dei secoli : Et portae
inferi non praevalebunt : Ecce ego vobiscum
sum omnibus diebus, usque ad consummatio-
nem saeculi . É promessa divina ; e sillaba di Dio
non si cancella .
Svolti copiosamente questi ed altri consimili
pensieri in modo oratorio, il Rev . Canonico passò
all' assunto del suo discorso, che divise in due
parti . Nella prima dimostrò quanto belle e com-
moventi sieno le cerimonie cattoliche, prescritte
nella consacrazione delle Chiese, toccando delle
principali e più istruttive . Nella seconda parte
mostrò quanto fosse opportuno e conveniente che
in Torino, città della Sacra Sindone, del SS . Sa-
cramento, e di Maria Consolatrice si erigesse una
Chiesa in onore di s . Giovanni Apostolo ed E-
vangelista ; di quell' Apostolo, il quale corso pel
primo al Sepolcro di Gesù Cristo risorto ne baciò
la Sacra Sindone, onde era stata ravvolta la salma
divina ; il quale nell'ultima cena, quando fu in-
stituita la SS . Eucaristia, era il più vicino a Gesù,
e gli pose il capo sul petto ; il quale ancora da
Gesù morente in croce ebbe in custodia la divina
sua Madre, e le fu prediletto e divotissimo figlio .
La limosina .
Degna di particolare menzione fu altresì la rac-
comandazione della limosina : essa non poteva es-
sere fatta con parole più acconcie e persuasive .
All' oratore servirono di argomento e la bellezza
del tempio, eretto ad esclusivo benefizio del po-
polo, e la sollecitudine del fondatore, che niente
altro desidera fuorché di poter fare del bene alle
anime, e il residuo di alcuni debiti ancor da
saldare .
Ma affinchè serva di norma per l'avvenire dob-
biamo pure notare che il frutto della limosina non
fu in quella sera quale si aspettava ; ed eccone
la ragione . O per mancanza di raccoglitori più
adattati, o perché non si previde l'inconveniente,
si mandarono a raccoglierla in mezzo al popolo
colle borse in asta alcuni giovinetti vestiti da
Chierici . Or avvenne che giunti ad un certo punto
le borse piene di soldi presero a pesare cotanto,
che i giovanetti non le potevano più reggere .
Cercarono allora di recarsi nella sagrestia per
vuotarle e indi ritornare alla raccolta ; ma tanta e
così compatta era la gente in Chiesa, che ai buoni

2.3 Page 13

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ragazzi non fu più possibile uscirne di mezzo, e
furono costretti a fermarsi colle borse nel luogo,
in cui si trovavano, e cessare di raccogliere .
Il fatto non si rinnovò più nè al domani nè ai
giorni seguenti ; e speriamo che non succederà
nè anco più in avvenire . Crediamo che non sia
d'uopo di qui avvertire chi di ragione che in si-
mili circostanze e in mezzo ad una grande mol-
titudine di popolo per ricevere la limosina in
Chiesa occorre un buon numero di giovinotti o
uomini nerboruti e forti, che possano resistere alle
fatiche e rompere la calca .
an Benedizione e fervide parole
di Mons . M acorda.
Finita la predica, i musici cantarono il mot-
tetto . V eni dulcis Jesu , di Don Cagliero ; e
prostrati poi che furono all'altare i sacri ministri
e compiuta la incensazione al Venerabile, esegui-
rono il Tantum ergo a quattro parti del mede-
simo . Era la prima volta che questo Tantum ergo,
una delle più belle e commoventi composizioni musi-
cali, risuonava in quei nuovo tempio, e l'effetto ne fu
tale che ogni anima ne rimase scossa e intenerita . In
quei momenti in Chiesa non eravi più un palmo
di pavimento libero, ed impossibile riusciva pie-
gare il ginocchio ; ma tu vedevi più migliaia di
teste riverenti e chine, e lo spettacolo ti si faceva
di una imponenza indcscrivibile .
Più d'ogni altro ne provò un sentimento inef-
fabile Mons . di Fossano, che impartita la Bene-
dizione e deposto il sacro Ostensorio sull' altare,
non potè contenere in cuore la piena degli affetti,
onde rivoltosi al popolo gli diresse alcune pa-
role, improntate della più viva fede e del più
acceso amore . Egli lodò quella incalcolabile molti-
tudine di Cattolici della splendida dimostrazione di
fede, che davano in quel momento ; poscia li animò
a ricopiare in se stessi le virtù caratteristiche di
S . Giovanni Evangelista, la cui figura insieme
con quella di Gesù Crocifisso e di Maria Addo-
lorata campeggia egregiamente dipinta nell'abside
della Chiesa : pazienza nei dolori e nelle angustie
della vita, facendo come S . Giovanni divota com-
pagnia al Figlio ed alla Madre in sul Calvario ;
fortezza nella fede, oggi come al tempo del santo
Evangelista combattuta dagli eretici e dagli in-
creduli ; carità ardente ed operosa verso il pros-
simo, come faceva l'Apostolo dell'amore, il quale
già pervenuto alla decrepitezza niun'altra predica
faceva fuorchè questa : Figliuoli miei, amatevi
l'un l'altro . Le calde parole di Mons . Manacorda
servirono di bella corona alla Solennità di quel
giorno, la cui memoria sarà imperitura .
TERZO GIORNO DELL'OTTAVA .
Il terzo giorno dell' ottava , lunedì 30 ottobre,
era dì feriale ; quindi alla Chiesa vi fu minor quan-
tità di gente, ma pur sempre grande e consolante,
specialmente nelle ore vespertine . Nel mattino vi
fu un maggior numero di Messe, molte Confes-
sioni e Comunioni
Alle 9 del mattino arrivava in città Sua Eccel-
lenza Revma Mons . Basilio Leto, Vescovo di Biella,
il quale alle 10 1/2,pontifcavlMeson,
assistito dal Rev . sig. Canonico Salvatore Roero
di Monticelli, dal sig . D . Gio . Batt . Piano Curato
della Gran Madre di Dio, dal Rev . Teologo Marco
Pechenino, e dai RR . D . Bellia e D . Lemoyne .
Qui ci è dolce il ricordare le cordiali parole, con
cui il piissimo Prelato teneva l' invito umilia-
togli da D . Bosco, perchè venisse ad onorare la
Solennità . - Piacendo a Dio, egli ci scriveva, io
verrò molto volentieri pel giorno 30 del corrente
mese a pontificare la S . Messa nella Solennità
della Consecrazione della Chiesa di s . Giovanni
Evangelista . . . Affretto col desiderio il momento
di dirle a voce che mi raccomando alle sue ora-
zioni e sempre sono ecc .
La Messa eseguita dai musici fu quella a 6
parti, intitolata da s . Cecilia, e composta da D .
Cagliero . All'offertorio si cantò pure il mottetto,
O quam metuendus . Esposto infine il SS . Sacra-
mento, uno stuolo di fedeli continuò a rinnovarsi
in tutte le ore pomeridiane per compiervi la santa
adorazione .
Con nostro vivo dispiacere Mons . Leto per
affari di urgenza dovette nelle prime ore del po-
meriggio ripartire per Biella ; onde per le sacre
funzioni della sera lo surrogò Mons . Manacorda,
che fortunatamente si trovava ancora in Torino .
Per la musica fu eseguito il Vespro di s . Ce-
cilia, il mottetto, Sit nomen Domini benedictum,
e il Tantum ergo pastorale, tutte opere di D .
Cagliero .
Il secondo discorso del Can . Venck .
Passando sotto silenzio più cose del secondo
giorno comuni ai precedenti, diremo poche parole
del secondo discorso tenuto dal sig . Canonico
Venck, il quale non fu meno istruttivo ed ammi-
rato del primo . Ammesso che la natura, che
il Cielo, che l'Universo sia il più bel tempio che
la Divinità abbia innalzato a se stessa, egli passò
a dimostrare la ragionevolezza di dedicare non-
dimeno a Dio dei tempii parziali e determinati,
ove adorarlo o pregarlo . Dopo di questo, confutò
trionfalmente varie obbiezioni, che su questo pro-
posito muovono i nemici del culto esterno . - A
che, dicono costoro, a che profondere tanto danaro
per erigere ed abbellire di marmi ed oro le Chiese?
E assai meglio spenderlo in opere di beneficenza e
a sollievo dei poveri e degli indigenti . - Quelli che
la discorrono così, rispondeva il dotto oratore, non
fanno che ripetere le parole di Giuda il tradi-
tore . Primo tra i nemici del culto esterno quell' in-
grato discepolo, veduta la pia Maddalena, in casa
di Simone il lebroso, a profondere un vaso di un-
guento preziosissimo sul capo del divin Maestro,
uscì appunto in queste parole : - A che pro questo
spreco? Poteva vendersi questo unguento e darsene
il prezzo ai poveri . - Così parlava Giuda, osserva
l' Evangelista s . Giovanni, non già perchè gli
calesse dei poveri, ma perchè amava la borsa .
Anche oggidì ciò che muove certa gente a decla-
mare contro le spese di culto non è già l'amore
dei poveri, ma è l'indifferenza religiosa, ma è
l'empietà . Cosa singolare! Quelli, che per togliere
alle Chiese si mostrano in parole tanto teneri dei
poveri, sono intatto i meno caritatevoli verso dei

2.4 Page 14

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medesimi ; e all'opposto coloro, i quali più spen-
dono danaro alla gloria di Dio, sono nel tempo
stesso i più compassionevoli e i più larghi verso
i bisognosi . Prova di ciò è il recarsi di questi
per aver soccorso non già alla porta dei teatri e
dei pubblici divertimenti, frequentati per lo più
da gente poco amica delle Chiese ; ora il portarsi
alla porta dei buoni e pii Cattolici, alla porta delle
Chiese, ben sapendo che la pietà verso Dio e la
carità verso i poveri sono sorelle, e che chi ama
le Chiese e spende per Dio spende altresì per
soccorrere i poveri da lui raccomandati . Una prova
pure indistruttibile ce ne somministra il fondatore
di questa Chiesa medesima e di altre non meno
sontuose, il quale con una mano innalza Case al
Signore e coll'altra raccoglie in ospizi e ricoveri
migliaia di giovanetti poveri ed abbandonati, por-
gendo loro il pane della intelligenza e della vita .
- Ingiusti ed irragionevoli cotesti nemici delle
Chiese ! E perché non serbano essi i loro rimpro-
veri per coloro, i quali tanto danaro vanno sprecando
nel fabbricare teatri e case di peccato? Perché
non si levano contro di coloro, i quali in vece
di consacrare qualche moneta a coprire chi veste
luridi cenci , a consolare chi piange infermo nel
letto del dolore, a saziare chi soffre la fame per
mancanza di cibo, a raccogliere dalle vie e dalle
piazze tanti diseredati della fortuna, la gettano
in divertimenti ed in ispassi mondani, in lussu-
reggiare nella persona e nella casa con ornamenti
superiori alla propria condizione , e a scialare la
vita in feste, in pranzi, in gozzoviglie? Eppure
costoro dai nemici del culto esterno sono ammirati,
sono applauditi, sono imitati . - E poi : dovere
di riconoscenza e di gratitudine impone che una
parte di quei marmi e di quell'oro s'impieghi alla
gloria di Dio, che lo creò e ne arricchì le viscere
delle montagne a benefizio dell'uomo . Dovere e di
riconoscenza e di gratitudine vuole che i luoghi
dedicati a Dio siano per quanto è possibile ricchi
e splendidi, affinchè il popolo si faccia di Lui un
più alto concetto, e per via dei sensi esterni si
ecciti più efficacemente alla pietà ed all' amore .
Or riceverebbe ella una buona impressione la
moltitudine, se vedesse per una parte i palazzi dei
signori e dei potenti del secolo rifulgere di ogni
ricchezza, e per altro lato scorgesse nelle Case del
Re del Cielo e della terra la miseria e lo squal-
lore?Unadelcgioapietàcrsan
presso i Protestanti, si è appunto la nudità, in
cui tengono i loro tempii . In essi povertà, in essi
non immagini, non pitture nè di Cristo, nè della
Vergine, nè dei Santi ; quindi niuno stimolo a
divoti pensieri, niun eccitamento a nobili affetti .
- Ma Cristo, soggiungono i nostri avversarii ,
nacque e visse povero, condannando così la son-
tuosità dei tempii . - Vero è, rispose il sacro
banditore, che Gesù Cristo nacque in una grotta
o passò la sua vita in una casa poverissima ; ma
con tutto ciò Egli non proibì punto nè la sontuo-
sità, nè lo splendore nei luoghi, sacri alla Maestà
di Dio . Lodò anzi la maravigliosa struttura del
secondo tempio di Gerusalemme, che così di spesso
onorava di sua presenza, e donde divinamente
sd;engcoamtiòlvprofanti
pietà di coloro, che offerivano limosine pel suo
decoro , e pianse amaramente sulla prossima sua
distruzione e rovina . Gesù Cristo nacque e visse
povero, è vero ; ma questo Egli fece per sua
bontà e per amore degli uomini ; questo Egli fece
per nobilitare col suo divino esempio la condizione
dei poveri, dei quali è composta la maggior parte
del genere umano ; questo Egli fece per insegnare
ai possidenti a non attaccare soverchiamente il
loro cuore alle ricchezze e a farne un buon uso .
Gesù Cristo si fece povero, osserva s . Paolo, per
fare ricchi noi delle sue divine ed immortali ric-
chezze ; onde la riconoscenza e l'amore ci devono
spronare a farci poveri, o a consacrare almeno
una parte di nostre sostanze a fare ricco Lui
medesimo, collo splendore nelle sue Chiese, e così
vie meglio cooperare alla sua gloria tra mezzo
agli uomini . Gesù Cristo nacque e visse povero, sì,
ma appena spirato e compiuta la nostra redenzione
dispose che il suo corpo fosse trattato da ricco ;
da ricco coll' essere domandato e sepolto da un
uomo dovizioso e potente ; da ricco coll' essere
unto di preziosissimi aromi ; da ricco coll'essere
deposto in un sepolcro nuovo e splendido, dimo-
strando cosi che approva le spese, le quali si fanno
nelle Chiese a suo onore e gloria .
A più altre difficoltà degli avversarii rispose
il sacro oratore , e sempre con prove così forti
e stringenti da non lasciare loro scampo veruno .
Nella seconda parte, egli dimostrò come le Chiese
cattoliche siano quaggiù gli unici luoghi, in cui tutti
gli uomini sono trattati da eguali . Ivi accanto al
ricco s'inginocchia il povero ; ivi alla stessa Mensa
eucaristica si asside la dama di corte e l'abita-
trice della soffitta ; ivi la medesima parola di Dio è
dispensata al monarca ed al suddito, al dotto ed
all'ignorante . A differenza delle case dei potenti,
le Chiese cattoliche sono aperte per tutti e a tutte
le ore, e per ottenere di presentarsi e parlare al
P adrone non occorrono nè domande di udienze ,
nè protezioni , nè anticamere , nè annunzi . Alla
casa, al trono di Dio può accedere chi vuole ; anzi
tutti vi sono chiamati dai rintocchi della campana .
Qui, qui solo dunque regna la vera eguaglianza ,
e tutti devono amare le Chiese e cooperare al
loro decoro .
QUARTO GIORNO DELL'OTTAVA .
Nel mattino di martedì, 31 ottobre , quarto
giorno dell' ottava, il concorso dei fedeli, la ce-
lebrazione di Messe, la frequenza ai santi Sacra-
menti fu pressoché come nel giorno precedente .
Alle ore 10'/2 cominciò la Messa Solenne . Pon-
tificava Sua Eccellenza Rev .ma Mons . Lorenzo
Pampirio, veneratissimo Vescovo di Alba, giunto
in Torino sin dalla sera innanzi . Con quanto pia-
cere egli sia venuto a funzionare in quel giorno
ne sono una bella prova le parole seguenti, che
ricaviamo da una sua lettera del 23 ottobre : « Sono
ben lieto di poter partecipare alle feste, che si fa-
ranno costì per la Consacrazione della Chiesa di
S . Giovanni Evangelista . Pertanto il giorno 31
corrente io sarò in detta Chiesa per i Pontificali,
conforme al gentile invito fattomi col beneplacito

2.5 Page 15

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di S . E . l'Arcivescovo nostro . » Mons . Pampirio sua anima , egli parafrasò il versetto , Sit no-
era assistito dal M . Rev . D . Giulio Traversa, Cu- men Domini benedictum, invitando il popolo a be-
rato della Parrocchia di S . Massimo, dal sig . Teol . nedire Iddio pel felice compimento e per la de-
Michele Lotteri, Curato di S Maria di Piazza, dal dicazione della Chiesa di S . Giovanni Evangelista ;
Teol . Giulio Barberis, Dirett . del Collegio di S . Be- a benedirlo pei benefizi, che in quella Chiesa com-
nigno, e dal Sac . D . Nicolao Cibrario, Direttore partiva ed avrebbe compartito a tante anime ; a
della Casa di Maria SS . Ausiliatrice in Vallecrosia . benedirlo, perchè maledetto e bestemmiato in tante
Fu eseguita dai musici la Messa di Haydn, can- parti del mondo, e in Torino medesima, da empi e
tata nella domenica innanzi, e si osservò che fece sacrileghi giornali, i cui scrittori paiono sbucati
un maggior effetto, perchè essendovi minor calca dagli infernali abissi ; a benedirlo, perchè il nome
di gente, la Chiesa risuonava di più . Anche al- suo sia nostro scudo, nostra difesa contro i peri-
l'adorazione non mancarono mai i fedeli .
coli della vita, nostra protezione e conforto nelle
I Vespri furono altresì pontificati dallo stesso angustie della morte ; a benedirlo in questa terra .
Mons . Pampirio, e i cantori eseguirono parimenti a fine di renderci meritevoli di andarlo a lodare
la musica della domenica, perciò il Vespro del e benedire in cielo per tutti i secoli de' secoli .
Generali, il Pange lingua del De-Vecchi, il mot-
Fu un istante di commozione indescrivibile,
tetto, Veni dulcis Jesu, e il Tantum ergo a 4 quando il popolo come elettrizzato dalla parola di
parti di D . Cagliero .
Mons . Pampirio alzò una voce colossale e fece
Degno di essere almeno brevemente ricordato rimbombare la Chiesa gridando : Dio sia benedetto :
è il terzo discorso del Canonico Venck . Esordì Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo : Sit
egli dalle catacombe descrivendo la pietà dei primi nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque
cristiani, che frequenti ai divini misteri sulle ossa in saeculum . Così finivano i giorni più solenni
dei martiri vi attingevano ogni virtù e costanza . dell' ottavario, e la fine non poteva tornare più
Venne quindi a parlare dei templi cattolici, sorti devota e decorosa .
per ogni parte, ed accennato che non ostante le
presenti basiliche sollevino in alto le maestose loro
QUINTO GIORNO DELL'OTTAVA .
cupole, pur non sono più testimonii di tanta fede
Il quinto giorno della dedicazione era la festa
e divozione come le antiche cripte e catacombe, di Ognissanti . Il concorso di popolo fu uguale, e
si fece strada a parlare, nella prima parte, del fors'anche superiore a quello della domenica in-
rispetto che si deve alle Chiese, sfolgorando me- nanzi ; imperocchè erasi già diffusa più largamente
ritamente il contegno irriverente, con cui vi stanno per la città e nei paesi vicini la notizia dell' a-
molti cristiani e molte cristiane . Nella seconda pertura della nuova Chiesa e delle Solennità che
parte, ricordate le promesse fatte da Dio al re vi avevano luogo . Non essendovi più i pontificali
Salomone a pro di tutti coloro, i quali ne lo avreb- la Messa solenne fu cantata dal M . Rev . Curato
bero pregato nel tempio, che quel monarca gli di S . Massimo . I cantori eseguirono la Messa com-
aveva innalzato, con calde parole invitò ogni con- posta dal maestro L . F . Rossi (detta di Corio).
dizione di gente a portarsi nelle Chiese Cattoli- Alla sera cantati i Vespri secondo il rito, il Ca-
che, eredi delle divine promesse, per ricevere in nonico Venck chiuse la predicazione, che con tanta
copia le benedizioni celesti, pel corpo e per l'a- bontà si era assunta, e tesse il discorso sulle
nima, pel tempo e per l'eternità . Invitò alle Chiesa anime purganti . Esordì ribattendo brevemente,
i Sacerdoti, poi quali vanno preparandosi tempi ma con ben misurati colpi, le dicerie degli in-
ognor più tristi e più fiere battaglie ; invitò i pa- creduli e degli eretici contro il Purgatorio . Indi
dri e le madri, che oggidì hanno ben giusto mo- notando che egli parlava ad un'udienza di credenti
tivo a temere per la loro figliuolanza ; invitò la alla cattolica verità, propose e trattò il suo argomento
gioventù, presa più particolarmente di mira dalle descrivendo dapprima le pene del danno e del
sette empie e sovvertitrici, contro delle quali ha senso, che soffrono le anime nel Purgatorio ; indi
bisogno di far prova di quel coraggio e di quella mostrò l' obbligo di natura, di gratitudine e di
fortezza, che gli antichi martiri come a propria giustizia che ci stringe a suffragarle ; e in fine
fonte attingevano appiè degli altari ; invitò i ricchi venire dicendo dei mezzi più facili ed efficaci per
ed i poveri, i sani e gli ammalati, i giusti e i ottenere il loro sollievo, la loro liberazione . Nella
peccatori, e terminò il suo dire con una bella seconda parte il valoroso avvocato delle anime
preghiera a Gesù in Sacramento, in onore del tentò le più sensibili fibre del cuore umano, ricor-
quale si chiudeva in quella sera il triduo dello dando le promesse di fedeltà e di amore, fatte in
solenni Quarantore .
vita e al letto di morte del padre o della madre,
Il canto giocondissimo del Tantum ergo e la dello sposo o della sposa, del figlio o della figlia,
moltitudine di fedeli, che in divoto atteggiamento e riscontrandole colla fredda o indifferente con-
adorava il Dio tre volte Santo, riempirono di tanto dotta serbata dai più verso i proprii defunti . Rile-
affetto il cuore di Mons . Pampirio, che impartita vata in fine l' avventurata sorte di mettere più
la trina Benedizione gli diede sfogo, tenendo ancor presto un'anima in Cielo, e la benevolenza e pro-
egli al popolo una breve, ma commovente parlata . tezione, che dessa ci porgerà di mezzo agli eterni
Davvero il pio e facondo Prelato si mostrò in gaudii, l'oratore pose fine al suo discorso, col vol-
quei momenti così fervido ed eloquente, che le gersi agli Angeli Custodi di quelle anime soffe-
sue parole sarebbero state bene sulle labbra di un renti, e pregandoli di andarle a consolare col por-
Serafino, tutto fiamma d'amore . Manifestata da tare loro l'annunzio della vicina liberazione per
prima la gioia ineffabile, di cui era ricolma la le opere di pietà de' suoi divoti uditori,

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Il Tantum ergo cantato per la solenne Bene- SETTIMO GIORNO DELL'OTTAVA.
dizione del SS . Sacramento fu quello del maestro Al mattino un numero consolante di fedeli vi
Felice Frasi .
si trovò in ogni ora per ascoltare la s . Messa ed
Sì grande poi era il numero di gente in Chiesa, anche per accostarsì alla Mensa degli Angioli .
che in quella sera come nella precedente domenica Alle ore 10 1 /2 vi fu Messa solenne, cantata dal
si stava in timore di qualche disgrazia nell' u- M . Rev . sig . Teol . Maurizio Arpino, Curato della
scita ; ma, la Dio merce, avendo aperte per tempo Parrochia dei santi Apostoli Pietro e Paolo . Il
ben 4 porte, tutto procedette col massimo ordine . medesimo funzionò parimenti alla sera a' Vespri
Di mano in mano che la gente ne usciva, quella e alla Benedizione . La musica eseguita in questo
che stava attendendo sulla piazzetta o sul viale, giorno fu la Messa così detta di Maria Ausilia-
vi entrava ad occuparne il posto, così che la Chiesa trice, Vespro e Tantum ergo di D . Cagliero .
si riempiva di bel nuovo . Una poi era la escla-
mazione di tutti : Che bella Chiesa! che cara
funzione! sembra di trovarsi in Paradiso . Ba-
stava di fatto uno sguardo nell'interno del Luogo
Santo per sentirsi l'anima come liquefarsi in dolce
Il sig . Canonico Monticelli nel suo affettuoso
discorso trattò delle frequenti visito alle Chiese,
e dimostrò che questa pratica è doverosa e sa-
lutare . Gesù nelle Chiese nostre si trova come
Re, come Padre, come Sposo fattosi prigioniero
commozione . Soprattutto in quella sera i Cattolici d'amore per noi ; desidera di vedersi visitato, ed a
Torinesi diedero una dimostrazione di fede così farlo c'invita con amoroso parole . Or che direste
grandiosa e solenne, che superò l' aspettazione ; di un suddito, di un figlio, di una sposa, i quali
onde la gioia di aver cooperato alla maggior gloria potendo non andassero sovente a visitare cotali
di Dio e al bene delle anime ci ricompensò di persone vittime per essi? Stiamo tanto volentieri
ogni pena e di ogni fatica .
con chi ci ama, ne cerchiamo talora avidamente
la compagnia, anzi talora vi perdiamo persino il
SESTO GIORNO DELL'OTTAVA .
Il sesto giorno era la Commemorazione di tutti
i fedeli, morti nella carità e nell'amicizia di Dio .
tempo . Ah! riserviamo un poco di questo tempo
per venire a far compagnia a Gesù ; Egli saprà
ricompensarcene . Questa pratica è pur salutare .
Se in ogni luogo Gesù Cristo dispensa i suoi
Quantunque fosse giorno feriale, tuttavia molte benefizi, Egli si compiace di dispensarli in modo
persone si portarono ad udire la Messa, e si ac- speciale e in maggior copia nelle sue Chiese .
costarono ai Santi Sacramenti in suffragio dei loro Da quel tabernacolo Gesù va a tutti dicendo
defunti .
Verso le ore 10 '/2 cantò la Messa Solenne da
Requie.m il Sac . Salesiano D . Antonio Sala, e i
musici eseguirono la Messa funebre di D . Ca-
gliero . Alla solita ora della sera si cantarono i
Vespri in musica, dopo cui il M . Rev . sig . Ca-
nonico Roero di Monticelli fece il primo dei tre
Venite ad me omnes : Qui sitit veniat ad me!
E quanti bisogni non abbiamo! Veniamo dunque
più sovente a trovare Gesù nelle sue Chiese, dove
pur troppo vi sta più ore come abbandonato, e
confidiamo che tra le altre grazie Egli infine ci
farà pur questa, vale a dire ci restituirà la visita,
quando inchiodati in un letto ci vedrà in pro-
discorsi, che ancor rimanevano per terminare l'ot- cinto di rendergli l'anima .
tava della Consacrazione . Quasi fino alla vigilia
noi avevamo sperato di avere un Vescovo a pre-
OTTAVO ED ULTIMO GIORNO .
dicare in quegli ultimi giorni, quindi il Canonico Questo giorno , 4 di novembre ed ultimo del-
Monticelli accettando quell'impegno così da vicino l'ottavario della Consacrazione, venne contraddi-
ha dimostrata una grande benevolenza verso di stinto alla sera col canto di un solenne Te Deum
noi, e dato una non dubbia prova di sua esimia pietà in ringraziamento a Dio, dal qual discende ogni
verso Dio, e del suo zelo ardente pel bene delle benefizio ed ogni dono perfetto . Due cori di can-
anime . Nel suo discorso egli svolse il testo scrit- tori, l'uno formato dai musici, l'altro dall' affol-
turale : Domus mea, domus orationis est . La lato popolo, pareva che gareggiassero nel bene-
Chiesa à casa di Dio, dunque usiamole rispetto . dire e, ringraziare il Signore. Lo ringraziavano
Esigono rispetto e lo riscuotono dai loro sudditi per aver data ai Torinesi con quella Chiesa una
i grandi della terra, e non lo potrà esigere ed prova novella che Egli non li abbandona, ma
ottenere dai cristiani il Re dei re? Con quanto vuole anzi trovarsi in ogni angolo della loro città ;
rispetto, anzi con quale riverente timore non si lo ringraziavano per aver fatto sorgere in quel luogo
presentava Ester dinanzi ad Assuero suo sposo? una Chiesa sì bella, quasi per lavare la macchia,
E non potrà ottenere altrettanto da noi Gesù Cristo, che la eresia aveva impressa sulla cattolica Torino
Sposo delle anime nostre? Ah ! se avessimo un colla erezione di un tempio Valdese in quell' a-
po' di fede! Ma oltre all'essere Casa di Dio, la menissima regione ; lo ringraziavano, perchè con
Chiesa è pure Casa di orazione . Dunque veniamo quella Chiesa Egli ha preparato soprattutto ai Cat-
per pregarvi . Iddio vi siede pronto a concederci tolici di quelle parti come un arsenale, ove pro-
quanto gli domandiamo .
cacciarsi le armi necessarie per difendere la loro
Cantato dai musici il Tantum ergo, il prelo- fede insidiata dagli eretici e dagli increduli ; come
dato Sac . D . Sala impartiva pure la Benedizione una palestra, ove addestrarsi alle battaglie del
col SS . Sacramento .
Signore ; come una fortezza, ove ritirarsi nei pe-
ricoli, e dalla parola di Dio e dai Santi Sacra-
menti, che vi si dispensano, attingere lume e con-
forto nell'arduo cammino della vita .

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La Messa solenne e i Vespri furono cantati
dal Sac . Salesiano D . Giovanni Marenco, già Di-
rettore della nostra Casa di Lucca, ed oggi Ret-
tore della Chiesa di s . Giovanni . La Benedizione
fu impartita dal Rev . D . Antonio Pagani Economo
del Seminario di Magliano Sabino, venuto fin di
colà ad onorare la solenne Dedicazione, e a pregare
dall' Apostolo prediletto la grazia di una saggia
e fruttuosa educazione ai giovani di quel Convitto,
speranza della Diocesi dell'Eminentissimo Signor
Cardinale Luigi Bilio, e di molte famiglie .
La musica cantata alla Messa ed ai Vespri fu
del maestro Mercadante, il Te Deum ed il Tantum
ergo di D . Cagliero .
L'affettuosissima predica del Canonico Monti -
celli si raggirò sull'obbligo di ringraziare Gesù
Cristo per avere scelto quel luogo per sua spe-
ciale dimora ; ed affinchè il ringraziamento fosse
meno indegno del benefizio, raccomandò di offrir-
gli il cuore e serbarglielo fedele sino alla morte .
IL MONUMENTO A PIO IX .
Noi non abbiamo fin qui parlato dell'immortale
Pio IX, a memoria del quale i Cooperatori e lo
Cooperatrici ci prestarono la mano ad innalzare
la Chiesa di s . Giovanni Apostolo ed Evangelista,
come a titolo di perpetua riconoscenza e grati-
tudine per gli innumerevoli benefizi, che quel
Gran Papa ci largheggiò durante il glorioso suo
pontificato . Noi non ne abbiamo fatto cenno per
ragioni di prudenza e di convenienza ; ma al no-
stro silenzio supplì la maestosa figura dell'Ange-
lico Pio, che giganteggia nel tempio medesimo .
Visitata la Chiesa, tutti si fermavano davanti alla
statua di lui, come l'oggetto e l'ornamento, che
più di ogni altro a sè attraeva gli sguardi . In
fissare gli occhi e in contemplare quelle amabili
e simpatiche sembianze, ritratte così al vivo
dall'impareggiabile scalpello del Confalonieri, tutti
ne rimanevano compresi da maraviglia e come
estatici . Persona che in quei giorni passò le ore
di maggiore affluenza presso la statua, per ricevere
le limosine dei fedeli, confessò di aver udito dalla
gente tante e sì belle lodi, che raccolte formerebbero
un serto il più ricco e splendido sul capo di
Pio IX . So per ora non è dato di fare di più,
speriamo che non tarderà a spuntare il giorno, in
cui ci sarà lecito di lasciare libero il corso alla
foga dei nostri affetti di stima, di venerazione e di
amore verso il più insigne nostro Benefattore ; spe-
riamo che col nome di Gesù Cristo, di Maria Im-
macolata e dell'Apostolo s . Giovanni, potremo un
giorno far echeggiare per le sacre volte di quella
nostra Chiesa, con tutto l'impeto di un cuore rico-
noscente e grato il grido soavissimo di Viva Pio IX.
IL CONTE D . CARLO CAYS Di GILETTA .
II .
Guidato dalla più viva fede il nostro compianto
D . Carlo Cays, nell'abbracciare l'Istituto dei Sa-
lesiani, non intendeva tanto di fare un regalo di
se stesso al Signore , quanto di ricevere da Lui
una grazia, della quale nella sua umiltà reputa-
vasi indegno . Perciò colto il consiglio di D . Bo-
sco egli si diede a pregare il Signore, che ove nella
sua bontà volesse accettarlo al suo servizio si de-
gnasse di farglielo conoscere, confermarlo nel suo
divisamento, e porgergli il modo di mandarlo ad
effetto . A questo fine egli intraprese la novena di
Maria Ausiliatrice, con un grande fervore di spi-
rito, facendo privatamente come una muta di spi-
rituali esercizi . Ogni mattina udiva la Messa, si
accostava alla santa Comunione, e attendeva a pie
letture e a meditazioni . Alla sera faceva inoltre
la visita al SS . Sacramento ; e si portava al di-
scorso e alla Benedizione, che avevano luogo nel
Santuario di Maria Ausiliatrice in Valdocco .
Con questo esemplare e divoto tenore di vita
egli giungeva al 23 di maggio, vigilia della festa
di Maria Auxilium Christianorum, che al domani
nel detto suo Santuario in Torino dovevasi cele-
brare con solennissima pompa . Molte pie persone
fin da quel mattino già si portavano alla Chiesa,
quali per ringraziare la Vergine pietosissima dei
favori ricevuti, e quali per implorarne dalla sua
inesauribile bontà . Anche l'anticamera di D . Bosco
era piena di gente . Alcuni desiderando la benedizione
di Maria Ausiliatrice aspettavano di riceverla l'uno
dopo l'altro per mano di lui ; altri poi attende-
vano per parlargli, riferirgli grazie ottenute, chie-
dergli consigli e simili . Tra i molti che facevano
anticamera trovavasi eziandio l'illustre conte Cays .
Egli veniva per dire a D . Bosco che aveva pra-
ticato il suo suggerimento ; che il desiderio di ab-
bandonare il mondo gli durava tuttora , ma che
nel tempo stesso signoreggiavalo un dubbio, un
certo qual timore, che non poteva bandire dall'a-
nimo ; veniva in una parola a prendere una finale
risoluzione sotto la guida di lui .
ra già da un buon pezzo che con altri egli at-
tendeva il suo torno per essere ricevuto da Don
Bosco, quando entra nella camera d'aspetto una
signora di Torino, la quale, anzi che menare, parte
strascinava e parte portava una sua figliuoletta
di circa 10 anni , per nome Giuseppina Longhi .
Da qualche tempo soggetta a terribili convulsioni
la povera fanciulla era rimasta paralitica ; non
poteva più reggersi in piedi , aveva perduto il
moto della mano destra, e da circa un mese an-
che la parola . Desolati i parenti erano ricorsi a
medici, a medicine, e ad ogni rimedio dell'arte,
ma senza alcun giovamento, onde non solamente
andavano deperendo di giorno in giorno le forze
fisiche, ma ancora le facoltà mentali . Riusciti i-
nutili i mezzi terreni, i genitori si appigliarono
allora ai mezzi celesti . Pertanto la madre avendo
udito a raccontare le grazie straordinarie, che Ma-
ria Santissima otteneva in favore di quelli, i quali
la invocavano sotto al titolo di Aiuto dei Cristiani,
fece ancor essa appello alla Vergine Ausiliatrice .
Animata dalla più viva fiducia ella condusse in
quel mattino stesso la figlia al Santuario in Val-
docco, la raccomandò alla celeste Regina, indi la
portò a D . Bosco, perché le desse la benedizione
di Maria Ausiliatrice .
La buona ed afflitta signora entrata che fu nel-
l'anticamera pose a sedere la sua piccola malata,

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la quale mosse a compassione tutti gli astanti .
Ella soffriva immensamente, o sebbene la madre
le usasse tutte le possibili attenzioni, tuttavia la-
sciavasi cadere or di qua or di là ; in piedi non
poteva stare, seduta neppure . Dopo alcuni minuti
- è impossibile , disse la madre, é impossibile
aspettare di più ; questa povera figlia non resiste ;
bisogna ritornare a casa ; - e desolata già si di-
sponeva ad uscirne . Tutti n'erano commossi pro-
fondamente . Allora il Conte Cays , più che ogni
altro intenerito, prese la parola e le disse : - Io
credo di essere fedele interprete di questi signori,
e a nome loro la prego a fermarsi : noi tutti le
cediamo il posto e lei potrà passare innanzi colla
sua malata . - Tutti gli astanti aderirono di buon
grado, ed appena uscito chi parlava in quel mo-
mento con D . Bosco, la signora si presentò colla
figliuola, che come cascante era sostenuta di tutta
forza . Entrata che fu, il Conte Cays disse tra sè
e sé : - Se questa fanciulla uscirà guarita da
questa camera io avrò questo fatto come una prova
che la Madonna mi vuole Salesiano, e bandirò da
me ogni dubbio ed ogni timore ; - e intanto con
tutti gli altri stava aspettando l' esito . Ed ecco
che cosa ne seguì .
La desolata madre venuta dinanzi a D . Bosco e
seduta sopra un sofà la figliuoletta, gli raccontò
il caso doloroso, e disse che non le rimaneva più
alcuna speranza, fuorché nella misericordia di Dio
e nella potente intercessione della Beata Ver-
gine, implorando ad un tempo la sua benedizione .
D . Bosco la esortò ad avere fiducia nella pietà di
Maria, indi fatta inginocchiare la madre impartì
alla piccola malata la benedizione di Maria Au-
siliatrice . Ciò fatto , invitò la fanciulla a fare il
segno della santa croce, ed essa si dispose a farlo
ma colla mano sinistra . - Non colla sinistra ,
ma colla destra, disse D . Bosco - Non può colla
destra, rispose la madre - Lasci, lasci che provi,
e ripeté alla figlia l'invito . Costei obbediente alza
il braccio paralitico e la mano attratta, se la mette
alla fronte, indi al petto, alla spalla sinistra ed
alla destra, come se non avesse avuto alcun male .
- Brava, disse D . Bosco, l'hai fatto bene il se-
gno di croce ; ma non hai dette le parole : ora
ripetilo ed accompagnalo colle parole come fo io :
Nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spi-
rito Santo, così sìa . - La fanciulla muta da circa
un mese, scioglie allora la lingua, rifà l'augusto
segno e lo accompagna colle parole, e fuori di sé
si mette a gridare : O mamma, la Madonna mi
ha guarita . - All'udire la figlia a parlare così
la madre alzò un grido, e poscia si pose a pian-
gere di gioia . - Ora che la Madonna ti ha ri-
donata la parola, continuò D . Bosco, ringraziala
tosto e recita di cuore l'Ave Maria ; - e la fi-
gliuoletta la recitò con tutta chiarezza e divozione .
Ma questo non era il tutto : rimaneva ancora a
provare se potesse stare in piedi e camminare
senza sostegno . Invitata a passeggiare per la ca-
mera ella lo fa più volte con passo libero e franco .
Insomma la guarigione era ottenuta perfettamente,
e in modo prodigioso . A questo punto la fortu-
nata fanciulla non potendo più contenere i senti-
menti di gratitudine, che le riempivano il cuore,
apre la porta dell'anticamera, si presenta agli a-
stanti, che pochi minuti innanzi l'avevano veduta
attratta, zoppa e muta, e con disinvoltura supe-
riore all'età sua, e con una parola che pareva in-
spirata, - Signori, disse, ringraziate con me la
SS . Vergine ; Essa con un atto grande della sua
misericordia mi ha guarita . Vedete : io muovo la
mano, cammino e parlo : io non ho più alcun male .
- Quella vista e queste parole produssero una
commozione indescrivibile : tutti attorniarono la
fanciulla , e chi piangeva, chi pregava, chi escla-
mava : Oli gran Dio! Oh Maria! Oh che mira-
colo! Oh! fortunata figliuola! Lo stesso Don
Bosco era così impressionato, che ne tremava da
capo a piedi . Dopo essere stata per alcuni minuti
oggetto di maraviglia e di gioia a tutta quella
gente, la figlia colla madre scese dalla camera
di Don Bosco, ed ambedue si portarono nuova-
mente dinanzi all'altare di Maria Ausiliatrice, e
più colle lagrime che colla parola la ringraziarono
dell'ottenuto favore (1) .
E il conte Cays? Il conte Cays, testimonio o-
culare di un tal fatto, non ebbe più bisogno d'al-
tro per assicurare la sua vocazione . - La Ma-
donna ha parlato, disse ; questo mi basta ; io sono
Salesiano . - Entrato poco dopo nella camera di
D . Bosco, se la sbrigò in poche parole : - Era
venuto per conchiudere con lei, disse, e prendere
una definitiva risoluzione ; aveva ancora qualche
dubbio ; ma la Madonna me ne liberò affatto ; -
e, raccontatagli la condizione apposta ed avvera-
tasi , soggiunse : - Se D . Bosco mi accetta , io
sono Salesiano . -- Venga pure tra noi, rispose
D . Bosco, e sarà formalmente accettato . - Quando
potrei venire ? - Quandochessia -- Verrei fin di
domani, festa di Maria Ausiliatrice e 40° anni-
versario del mio matrimonio ; ma siccome avrei
ancora qualche affare da sistemare, così se nulla
osta verrò il giorno 26 - Va benissimo, con-
chiuse D . Bosco ; il 26 é festa di s . Filippo Neri ;
e questo santo così divoto della Madonna io spero
che le otterrà la perseveranza sino alla fine . -
E il giorno assegnato il conte Cays si trovava
a suo posto .
Entrato nell'Oratorio di S . Francesco di Sales
il nobile signore diede tosto saggio di sua spec-
chiata virtù . Solito in casa sua a riposare sino
ad ora comoda, egli ruppe l'antica abitudine e si
adattò all'orario comune : quindi al suono della cam-
pana alzavasi di letto come tutti gli altri, e por-
tavasi alle preghiere e alla meditazione ; e ciò
non solo nella bella stagione, ma nel cuore del-
l'inverno . Era poi una edificazione il vederlo alla
tavola comune . Uso nel secolo ad essere servito
a mensa di molte pietanze, confezionate con tutte
le ricercatezze dell' arte, egli dimenticò tutto ;
quindi contentavasi di quella data porzione, che
venivagli presentata dalla Comunità, e superando
se stesso se ne cibava, come se ogni cosa fosse
di suo gusto . Talora i Superiori scorgendo lo
sforzo, che far doveva in sul principio per adat-
tarsi alla mensa comune, ed avendo riguardo alla
(1) Questa guarigione fu già pubblicata nel fascicolo v
delle Letture Cattoliche dell'anno 1880 a pag . 117 e se-
guenti .

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condizione ed età sua, cercavano di farlo servire
a parte ; ma il virtuoso Conte nol permetteva di-
cendo : - Non voglio eccezioni ; debbo acconciarmi
alla regola ; bisogna che io faccia prova di me
stesso . E poi questo pane è stupendo ; e di si-
mile minestra, pietanza e vino non ne hanno cer-
tamente tutti gli uomini del mondo . - Egli fece
di più . Siccome i giovani, che facevano prova
per essere definitivamente ascritti alla pia so-
cietà Salesiana, mangiavano in un refettorio a
parte, così il nostro Conte dopo alcuni giorni
abbandonò la compagnia di D . Bosco, che gli era
carissima, e andò ad unirsi con essi per tutto il
tempo richiesto , dando così un grande esempio
di mortificazione, di umiltà e di perfetta osser-
vanza . Quando in Torino si conobbe che il no-
bile patrizio erasi ritirato presso i Salesiani e
vi tirava innanzi, successe in tutti da prima un
vero stupore, e poscia una grande edificazione .
Chi lo aveva praticato da vicino e sapeva che per
la sua non troppo buona salute egli abbisognava
di molti riguardi soprattutto nel cibo, non poteva
darsi ragione come il Conte si acconciasse e re-
sistesse alla nuova vita . Tra gli altri il barone
Carlo Bianco di Barbuglia andava dicendo : - Io
reputo questo fatto come un miracolo .
Il Signore Iddio gradì altamente lo spirito di
mortificazione del suo servo, e non tardò di dar-
gliene un premio inaspettato . Nel secolo soffriva
egli di forte emicrania, la quale di tratto in tratto
gli faceva passare dei giorni assai dolorosi . Oltre
a ciò aveva per lo più una grande inappetenza e
difficilmente trovava cibo o che gli aggradisse ap-
pieno, o che non gli desse qualche fastidio . Or
bene, dopo alcune settimane che era in Comunità
la emicrania gli scomparve affatto, e alla noia del
cibo successe un appetito singolare, onde soleva
dire : A casa non avrei mai voluto scendere a ta-
vola ; e qui mi tarda sempre l' ora del pranzo e
della cena .
Ad onor del vero dobbiamo tuttavia notare che
nei primi giorni il conte Cays fu assalito da una
grave tentazione contro il suo proposito . Il mu-
tamento di vita gli parve così gravoso ed arduo,
che egli prese a temere di non poterla durare a
lungo ; quindi cominciò a pensare se non fosse
meglio fare una ritirata onorevole sul principio,
piuttosto che essere costretto a farla più tardi con
ammirazione del pubblico, e dopo aver cagionato
disturbi all'Istituto . Nelle prime 2 4 ore, e soprat-
tutto nella notte egli ebbe una lotta spaventosa .
Siccome il nobile uomo non teneva segreti col suo
Superiore, così ripieno il capo di inopportuni pen-
sieri si presentò a D . Bosco e gli aperse intie-
ramente l'animo suo . D . Bosco uditi i suoi dubbi,
timori e pene, si accorse tosto che il Conte trovavasi
allo prese colla natura ricalcitrante e col demonio
seduttore . Per la qual cosa quanto più erasi mo-
strato restio ad incoraggiarlo allo stato religioso
avanti che egli vi si risolvesse , altrettanto più
s'industriò ad animarlo dopo che vi si era deciso
prima così voleva la prudenza ; dopo così esigeva
la carità . Gli disse pertanto : - Convengo ap-
pieno che V . S . provi delle difficoltà nella nuova
vita intrapresa : chi più chi meno ne provano
tutti ed i giovani stessi : tanto più ne deve pro--
vare Lei a questa sua età, e assuefatta finora ad
un tenore di vita comodo ed agiato . Ma le diffi-
coltà, che si provano in una nuova carriera, non
sono un buon argomento che Iddio non vi ci vo-
glia ; anzi generalmente il Signore manda o per-
mette di questo ed altre consimili difficoltà, per
darci occasione a far prova di nostra volontà e a
meritare da Lui grazie più segnalate . Le osservo
poi che tutti i principii sono penosi ; che molte
volteidmnovlafntsic'grade
le difficoltà, per atterrirci e farci retrocedere dalla
via del bene ; e che se Dio l'ha chiamata, come
io credo , a questo stato , saprà darle gli aiuti
che saranno necessarii . - Ma qui sta appunto il
mio timore, riprese il Conte ; temo cioè che Iddio
non mi abbia chiamato . - Mi scusi, sig . Conte,
ma lei ha detto e ripetuto più volte che da molto
tempo sentivasi mosso ad abbandonare il mondo ;
per meglio conoscere la volontà di Dio ha pregato,
ha fatto pregare, ha domandato consiglio, a pa-
recchie persone , che la esortarono a tirare in-
nanzi ; finalmente per cacciare via ogni dubbio ha
posto per condizione ed ottenne di vedere una gua-
rigione, che Lei stessa giudicò miracolosa . Ma che
cosa vuole di più? Vuole forse che venga un an -
gelo ad accertarla ? Non dobbiamo pretendere que-
sto ; e poi venisse anche un angelo ci resterebbe
ancora il dubbio , se sia un angelo buono o un
angelo cattivo travestito di luce . - Ha ragione,
rispose il Conte tutto rasserenato ; io non faceva
queste riflessioni, o perciò mi sono lasciato tur-
bare senza motivo . - Facciamo dunque così, con-
chiuse D . Bosco ; Leinobadtleifcotà
quanto agli aiuti di Dio, che non le lascierà man-
care ; provi almeno qualche settimana la nuova
vita, che intende di abbracciare ; e intanto pre-
ghiamo ambidue . Se il Signore non vuole che Lei
prosegua in questo stato io spero che ce lo farà
in qualche modo conoscere .
Le parole di D . Bosco ed i consigli e gli in-
coraggiamenti del prof . D . Celestino Durando, col
quale aprivasi pure con molta confidenza, riusci-
rono al Conte di un grande conforto ; ma un altro
gliene mandava poco dopo il Signore, che finì per
farlo appieno vincitore . Nelle sue angustie e per-
plessità soleva egli animarsi , pensando soprat-
tutto alla guarigione della Giuseppina Longhi ;
ma dopo alcun tempo la sua mente venne sorpresa
da un dubbio, che molto lo affliggeva . Chi sa,
andava dicendo seco stesso, chi sa se quella gua-
rigione avrà continuato? - Chi sa se non sia
stata una cosa solo momentanea ? Chi sa qui, chi
sa là . - Or bene , una mattina nel recarsi in
Chiesa il signor Conte, passando nella sacrestia,
vede quella fortunata giovanetta , che accompa-
gnata dai suoi genitori era venuta a portare una
offerta ad onore della celeste sua Benefattrice .
La fanciulla riconosciutolo gli si fa innanzi, lo
riverisce per la prima e - Non mi conosce? -
gli dimanda . - Oh ! sei la Giuseppina Longhi?
rispose il pio gentiluomo tutto giulivo . - Per
lo appunto - E come stai ? - Benissimo : parlo,
cammino, scrivo e studio come se non avessi mai
avuto alcun male . - Veda, aggiunse pure la ma-

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dre, che bel colore ha già messo ; mangia con un
appetito che non mai l'eguale . I nostri vicini con-
vengono tutti con noi che questa guarigione é un
vero miracolo .
Non si potrebbe dire a mezzo la consolazione
che ne provò il signor Conte, il quale riferendo
poscia la cosa ebbe a dire : - Questo incontro
fu per me veramente provvidenziale : la Madonna
ha veduto il mio dubbio su quella guarigione e
me ne volle liberare affatto . Ora sono convinto
che Ella fece quella grazia sul serio ; dunque ra-
gion vuole che faccia la cosa sul serio ancor io .
- Da quel giorno la sua risoluzione di essere Sa-
lesiano fu inalterabile .
A suo tempo e con ammirabile fervore di spi-
rito egli emetteva poscia i sacri voti di povertà,
di castità ed obbedienza, legandosi all'amore e al
servizio di Dio con nodo indissolubile .
ELENCO
DI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1882 .
Abrato Teol . Gio . Matteo Vic. For . - None
Agnesi D . Vincenzo Can . Decano - Sutri
Alasia D . Bernard . Teol . - Sommariva del Bosco .
Ambrogio D . Domenico Felice - Roccaforte
Antoniazzi D . Pietro - Collalto .
Anghinelli D . Agostino - S . Nicolò oltre Trebbia .
Andreoli Elena - Piazze d'Artogne .
Antolini D . Gio . Batt . - Verona .
Angelini D . Antonio Parr . - Cavanella .
Apollonio D . Luigi Parroco - F iumicello.
Aprosio Catterina - Ventimiglia .
Aprosio Rosa - Torrione .
Ardissono D . Gio . Ant . - Ivrea .
Asti Catterina - Volvera .
Aviani D . Domenico - Codroipo .
Azimonti Ved . Maria - Torino .
Balardini D . Antonio Parroco -- Meano .
Banzi D . Francesco Priore- Tizzano Val Parma .
Bandini D . Giuseppe Parroco - Gamogna .
Baronio Francesco - Vogogno .
Bartoletti D . Gaetano Parr . V. F. -Montelovescovo .
Barboni D . Luigi Rettore - Argiano .
Baratta Bertolina - S. Maria Maggiore .
Barani D . Tommaso - Pegli .
Barbolini D . Germiniano - Modena .
Bartolin D . Federico - Bagnile .
Barberini D . Filippo - Colle S . Stefano .
Basati Angela - Mezzana Bigli .
Baudin Marguerite - Aoste .
Beccari Suor Teresa - Trino .
Belzetti Canonico - Pinerolo,
Benassuti D . Luigi - Cerea .
Bertolotti D . Andrea - Cremona .
Bertulli Pres . rella Società Agric . - Travagliato .
Berardi Teol . Bartolomeo - Torino .
Berardi D . Erasmo - Ascoli Piceno .
Bernardi D . Antonio - Risano .
Bertarelli D . Ignazio - Roma .
Bernardi Turvano Maria - Torino .
Beretta D . Giuseppe - Lacclaiarella Olona .
Bernardis D . Antonio - Risano .
Bernabei D . Paolo - Castorano .
Bessone D . Bartolomeo Rett . - S . Grato .
Bettera D. Bartolomeo - Fiumero .
Bevilacqua Luigi - Bologna .
Biancheri Bartolomeo - Torino .
Bianco Carlo Antonio - Caluso .
Biancheri Catterina - Ventimiglia .
Bianchini D . Gaetano E con . - Nociveglia .
Bignami-Piatti - Seleno .
Biolchini D . Federico - Querciola .
Bizzozero D . Pietro - Croce .
Blua D . Felice Parr, - Entraque .
Boassi Elisabetta - Torino .
Bogino Orazio - Torino.
Boi D . Antonio Benef. - Cagliari .
Bollati D . Guglielmo - Cardò .
Bollo D . Paolo - Moneglia .
Bombardi Can . Carlo - Sutri .
Bonomelli D . Tobia - Spinone . (Continua)
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani
Per concessione pontificia in data del 6 di mag-
gio 1876 ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice
p uo guadagnare tutte le indulgenze dei Terziarii
di S . Francesco di Assisi, tanto plenarie quanto
parziali .
Fra le altre può acquistare Indulgenza plenaria
una volta al giorno, da applicarsi alle anime del
Purgatorio, recitando la terza parte del Rosario
di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento, e
non potendo avanti al divin Sacramento , reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta alla
santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater Ave e Gloria , secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste Indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza biso-
gno di Confessione e Comunione purché sia in grazia
di Dio .
Oltre a queste, un' altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto no-
tati, purchè confessato negli otto giorni e comunicato
visiti una qualche chiesa, pregandovi secondo l'in-
tenzione del Sommo Pontefice .
Mese di febbbraio .
2 . Purificazione di María Vergine .
4 . S . Giuseppe da Leonessa .
13 . Beata Angela da Foligno .
22 . Cattedra di S . Pietro in Antiochia .
23 . Santa Margherita da Cortona .
24 . S . Mattia Apostolo .