188108


188108



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO V. N. 8 .
Esce una volta al mese .
AGOST O 1881
B0LLETTINO SALE SIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo N. 32, TORINO
SOMMARIO - I Salesiani ed i loro Cooperatori e Coo-
peratrici nel Giorno Onomastico di Leone XIII -Due
fatti memorandi -- La Direzione al Sacro Cuore di
Gesù sorgente di grazie e benedizioni - La Chiesa del
Sacro Cuore in Roma - Dolci lamenti di un Vescovo -
Le Case Salesiane dell'Uruguay nel Giorno Onomastico
di D .. Bosco - La festa di S . Basilio e l'Arcivescovo
di Messina in Randazzo - Il benvenuto all'Arcivescovo
nel suo primo ingresso al Collegio di Randazzo - L'Ar-
civescovo a Don Bosco - Storia dell' Oratorio di San
Francesco di Sales - D . Gaudenzio - I Figli primo-
geniti intorno al Padre - Indulgenze speciali pei Coo-
peratori Salesiani .
I SALESIANI
ED I LORO COOPERATORI E COOPERATRICI
nel Giorno Onomastico di LEONE XIII.
SantismoPdre
Il 21 del corrente Agosto
ricorre la Festa del glorioso Pa-
triarca S . Gioachino, del quale al
fonte battesimale Voi ereditaste
il nome, per ricopiarne postiti le
sublimi virtù , e farle sfolgoreg-
giare tra i mortali oggi sovra-
tutto, che sedete sul più alto e
venerando trono del mondo, sulla
Cattedra del Beatissimo Pietro .
Quali figliuoli bennati noi co-
gliamo volonterosi questa fausta
occasione per unirci coi Cattolici
dell'Orbe universo, e presentarvi
l'ossequio della nostra mente, l'o-
maggio del nostro cuore . Anzi-
tutto protestiamo che Vi amiamo
e Vi ameremo sino alla morte .
Prendiamo viva parte alle Vostre
gioie e alle Vostre pene ; e vor-
remmo quelle accrescervi a mille
doppi, e queste diminuirvi, anzi
togliervi affatto a costo pur anche
della nostra vita .
Siccome tanto non ci è dato,
Vi promettiamo per altro di at-
tendere con alacrità ad un'opera,
la cui felice riuscita sappiamo
tornare di grande consolazione
alla Santità Vostra . Voi vi degna-
ste, o Beatissimo Padre, di affi-
dare alla nostra carità e solleci-
tudine la costruzione della Chiesa

1.2 Page 2

▲back to top


al Sacro Cuore di Gesù nella Vo-
stra Roma, e dell' unito Ospizio
pei giovanetti poveri ed abban-
donati : e lo zelo della gloria di
Dio e della salute delle anime Vi
fa desiderare di vedere presto
innalzato questo sacro Monu-
mento .
Or bene ad onore del divin
Salvatore, a sollievo di tanti po-
veri giovani, a soddisfazione del
Vostro paterno cuore , noi non
verremo meno alla fiducia , che
in noi riponeste . Per il che non
risparmieremo fatiche ; non ce-
deremo a sacrifizi e a stenti ;
faremo risparmii in famiglia ; ri-
nunzieremo a divertimenti e a
sollazzi ; in una parola tutto met-
teremo in opera per raccogliere
e somministrare i mezzi acconci
al compimento della grande im-
presa .
E Voi, Beatissimo Padre, con-
tinuateci la sovrana Vostra be-
nevolenza, che tanto ci muove e
sprona a lavorar per Dio ; pro-
seguite ad alzare le vostre mani
al Cielo per attirarcene lume e
conforto ; e noi nella nostra po-
chezza non cesseremo di coope-
rare e col consiglio e colla mano
alla maggior gloria di Gesù Cristo,
all'esaltazione di Santa Madre
Chiesa , al benessere della fan-
ciullezza e della gioventù, dalla
cui buona o cattiva instituzione
dipende oggimai la vita o la morte
della Civile Società .
DUE FATTI MEMORANDI
Nella prima metà dello scorso luglio si sono
compiuti in Roma due fatti, dei quali dobbiamo
almeno pigliar nota .
Il primo si é l'inaugurazione al divin culto della
provvisoria Cappella parrocchiale, dedicata al Sa-
cro Cuore di Gesù, ed ufficiata dal Sacerdote Don
Francesco Dalmazzo, Procuratore dei Salesiani,
che ne é eletto Parroco . Il giorno 10 di detto
mese alle ore 7 del mattino l'Eminentissimo Car-
dinale Raffaele Monaco La Valletta, Vicario di Sua
Santità, circondato da varii illustri membri del
Clero Romano , benediceva , secondo il rito, la
nuova Chiesetta e poscia vi celebrava la santa
Messa . Terminata la bella funzione Sua Eminenza
Rev .ma degnavasi di salire nella Casa dei Salesiani,
visitare i lavori della Chiesa del Sacro Cuore, e
con nobili parole esternarne l' alta sua soddisfa-
zione . Egli, che tanto si é adoperato e tuttor si
adopera, perché sia eretto in Roma un nuovo mo-
numento di divozione e di amore al Cuor di Gesù
e di carità cattolica , provò veramente in quei
momenti una grande consolazione, preludio di
quella assai maggiore, che il Signore gli riserba
pei giorno, che si farà l'inaugurazione del gran-
dioso Tempio e dell'annesso Ospizio, a salute di
tanti poveri giovani, che con immenso cordoglio
del Santo Padre e del suo degno Vicario stanno
ora vagolando per l' Alma Città presso a cader
vittime del vizio e dell'eresia .
Poco tempo dopo un altro fatto, aveva pur luogo
nelle vie di Roma, e fu il trasporto delle vene-
rande spoglie del compianto Pio IX dalla basi-
lica Vaticana, in cui provvisoriamente riposavano,
alla Chiesa di S . Lorenzo fuori delle mura, dove
per testamento egli si era scelto il sepolcro . Il
trasporto avvenne nella notte dal 12 al 13 luglio .
Una immensa folla di fedeli Romani per tutto il
tragitto, che durò dalla mezzanotte sino verso le tre
del mattino, gli fecero divota corona pregando, sal-
meggiando e soffrendo . L' indole del nostro pe-
riodico ed altre ragioni non ci permettono dirne
di più . Onde la penna, che tuttor ci freme tra
mano, deponiamo riverenti sulla tomba del gran
Pio, compiendo ad onor suo un atto eroico di ab-
negazione .
LA DIVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ
sorbente di grazie e benedizioni .
Fin dal secolo passato, e soprattutto in questo,
la società cristiana pervertita da falsi sapienti e
da empii legislatori tende ad allontanarsi da Gesù
Cristo suo Salvatore . Difatto ormai più non lo
conosce, né tampoco lo ama , e correndo intanto
alla rovina va precipitando in uno stato peggiore
del paganesimo . I delitti e le scelleratezze, che
si vanno commettendo tuttodì in quei paesi stessi,
che non ha guari portavano ancora il vanto di
paesi modelli per religione e buon costume, ce
ne presentano una prova invincibile . Ora tra i
mezzi più acconci a conservare e ricondurre gli

1.3 Page 3

▲back to top


uomini al divin Salvatore, ella si é la divozione
al suo Sacratissimo Cuore . Questa divozione é
posta quale argine potente all'irrompere del mal
costume ; ed essa col riaccendere la fede e l'a-
more verso Gesù Cristo fa ad un tempo rifiorire
nel mondo le virtù dei primi cristiani .
Che così essere dovesse era stato prenunziato
fin dal secolo XIII da santa Gertrude . In un'e-
stasi d' amore ella trovossi un giorno a gustare
le delizie sovrumane sul Cuore di Gesù in com-
pagnia dell'apostolo prediletto s . Giovanni Evan-
gelista . Inebriata di gioia sì pura la santa do-
mandò all' amato discepolo perché mai egli, che
aveva nell'ultima cena gustato pel primo le dol-
cezze di quel divin Cuore, non le avesse poi fatte
conoscere ai primitivi cristiani . San Giovanni le
rispose : « Iddio si è riservato di far conoscere
questa divozione negli ultimi tempi, quando il
mondo comincierà a cadere nella decrepitezza, a
fine di rianimare la fiamma della carità, che al-
lora si sarà raffreddata . »
Per la qual cosa la divozione al Sacro Cuore di
Gesù, che da due secoli si va propagando tra il
popolo cristiano , entra nell' ordine della divina
Provvidenza, e il professarla e diffonderla é un
segno non dubbio di eterna predestinazione .
La persona scelta in particolar modo a far co-
noscere e spargere nel mondo la divozione al
Sacratissimo Cuore fu la Beata Margherita Maria
Alacoque , Figlia dell' Istituto della Visitazione,
fondato dallo stesso S . Francesco di Sales fin dal
1610 . Affinché ella potesse più facilmente com-
piere l'onorevole incarico, il divin Salvatore le
si mostrò largo di amorose finezze di comparse,
di rivelazioni, di grazie straordinarie, delle quali
non possiamo per ora intrattenerci . Quello che
vogliamo invece segnalare sono le promesse di
grandi favori , che per mezzo di lei Egli fece a
tutti coloro, che avessero abbracciata e propagata
la divozione al suo divin Cuore . Noi ne mettiamo
qui le principali, affinché i nostri Cooperatori e
Cooperatrici sieno vie più eccitati a mostrarsi
divoti del Cuor di Gesù e colle parole e coi fatti .
Esse sono le seguenti :
I . Io darò loro tutte le grazie necessarie pel pro-
prio stato .
II . Metterò la pace nelle loro famiglie .
!II . Li consolerò in tutte le loro afflizioni .
IV . Sarò il loro asilo sicuro in vita e special-
mente in morte .
V . Spargerò abbondanti benedizioni sopra le loro
imprese .
VI . I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte
e l'oceano infinito della misericordia .
VII . Le anime tiepide s'infervoreranno .
VIII . Le anime fervorose giungeranno rapida-
mente ad una grande perfezione .
IX . Io benedirò le case dove l'immagine del mio
Divin Cuore verrà esposta ed onorata .
X. Darò ai Sacerdoti il dono di commuovere i
cuori più induriti .
XI . Le persone che propagheranno questa divo-
zione avranno il loro nome scritto nel mio
Cuore, e non sarà cancellato giammai .
LA CHIESA DEL SACRO CUORE
in Roma.
Il 20 del corrente da Baveno si spediscono a
Roma 4 colossali aggetti ossia lesene di granito
bianco, destinati alla Chiesa del Sacro Cuore di
Gesù . Ciascheduna lesena costa L . 1800 , e com-
presa la sua base e capitello L . 3200 .
Diamo queste notizie colla speranza, che qual-
che persona benestante e caritatevole voglia pro-
ferirsi ad assumersene la spesa, a fine di lasciare
in quella Chiesa monumentale una prova impe-
ritura della sua pietà verso il Cuore di Gesù, e
di venerazione alla memoria del grande Pio IX .
In pari tempo facciamo sapere che dalla metà
di luglio in qua i lavori progrediscono con tanto
fervore, che. il sig . architetto Vespignani ha cre-
duto bene di avvertirci, che questo mese per pa-
gare gli operai invece di 15 mila occorreranno
30 mila lire . Voglia il buon Dio mandarci i
mezzi in proporzione che aumentano i bisogni .
DOLCI LAMENTI DI UN VESCOVO .
L'anno 1877 passando da noi in Torino Mons .
Pietro Lacerda, Vescovo della capitale del Bra-
sile , faceva vive istanze per avere nella va-
stissima sua diocesi una Casa di Salesiani ; e
noi che vorremmo poter recare i deboli nostri a-
iuti ovunque si scorge un bisogno, gliene abbiamo
fatto concepire lieta speranza . Ma la necessità
di sostenere le numerose Case aperte nelle due vi-
cine republiche ed altrove ; la morte che colla
stia inesorabile falce ci venne a rapire varii u-
tilissimi membri, ed anche le febbri gialle , che
nei passati anni andavano serpeggiando sulle
spiagge brasiliane c' impedirono di soddisfare le
ardenti brame del pio Prelato . Or questo nostro
indugio ci meritò ultimamente da lui una lettera
di dolci lamenti, che noi crediamo bene di met-
tere sotto gli occhi dei nostri lettori, affinchè
vie meglio conoscano in quale stato deplorabile
si trovino tante anime nell'America, e quanto sia
conforme alla ragione ed alla pietà cristiana l'an-
dare loro in aiuto . Quello che intendiamo di fare
il diremo in appresso .
Rio Janeiro in Brasile, 13 aprile 1881 .
Carissimo SIG. D. Bosco,
Dall'anno 1877 sino a questo giorno, cioé per
il lungo spazio di circa quattro anni, ho aspet-
tato i Salesiani , domandati , promessi , ma non
venuti mai . Sì, lo credo, anzi lo vedo, é impos-
sibile la venuta di quattro coadiutori ed un prete
della Congregazione di D . Bosco , perché le cir-
costanze d'Italia così vogliono . Alcuni sono an-
dati in Roma per ordine di Pio IX e di Leone XIII,
altri molti sono partiti pii di tre volte, e ancora
poco fa , per le missioni della Patagonia , altri
sono stati mandati in Francia ed altrove ; dun-

1.4 Page 4

▲back to top


que mancano molti soggetti , e perciò non se ne
trovano più per venire in Brasiie nella povera
casa di Jurujuba . Pazienza ! Ma la pazienza si
stanca dopo quattro anni . E come la cosa è im-
possibile, e ad impossibilia nemo tenetur, ed anzi
è sciocchezza aspettare cosa impossibile, che si
rende ogni giorno più impossibile, finiamo l'affare .
Ringrazio di cuore la bontà di V . R . che con
tutta amorevolezza mi diede presto il si tanto
bramato ; la ringrazio della sua buona volontà e
de' suoi Salesiani ; la ringrazio del suo tanto de-
siderio di fare un gran bene a questa mia de-
solata diocesi . Ma Iddio non vuole . . . . ed io non
lo merito . . . . Che fare ? Chinare il capo e dire
Sia fatta la volontà del Signore, ed anche quella
di D . Bosco, e più ancora delle circostanze .
Ohimé ! e quanto bene si farebbe qui ! e quanto
ho perduto per la morte di quei, che stavano
pronti ad aiutarmi nello stabilimento tanto gra-
dito di arti e mestieri diretto dai Salesiani! Ed
ogni volta che il giornale religioso di Rio Ja-
neiro dava notizia di D . Bosco e de' suoi (e l'ha
fatto spesso) tosto mi domandavano : e quando
verranno i Salesiani aspettati e promessici? Po-
vero me ! Speranze da sognatore . . . Consumma-
tum est . . . Non avrò più i Salesiani , e neppure
li aspetto più ! Ed è pure inutile domandarli al
Papa, come sono stato consigliato, sopra il che già
scrissi a V . R . una lunga lettera .
L'anno scorso aveva intenzione di ritornare in
Italia e in Torino, per parlare con V . R . sopra
questa venuta de' suoi Salesiani e menarli con
me, ma invece andai in visita pastorale, nella
quale ho speso dieci mesi per visitare soltanto
6 parrocchie delle più lontane ed abbandonate . . .
Oh quanto si lavorò . . : Per la prima volta ho ve-
duto alcuni selvaggi . . . Ed anche quest'anno pare
difficile, per non dire impossibile, la mia venuta
a Torino .
Addio dunque ai carissimi Salesiani miei!
Miei? . . . . Questo é stato un sogno, un lampo di
speranza, sparito, svanito nell'ampio spazio di
quattro anni . Ho sotto gli occhi quei versi, che
mi hanno recitati nel 1877 nel refettorio di Torino
Perchè pensoso intorno il guardo volgi
Su questa di Leviti eletta schiera?
Forse del tuo Janeiro alla riviera
Nell'affannoso cor pensi e sospiri .
Dopo si parla di Giovanni, che aiuta Pietro nella
sua barca, e si conchiude :
Il tuo Giovanni la sua nave appresta . . .
(E quattro anni non bastarono per apprestarla) .
Gli ultimi versi suonano così :
Dice D . Bosco a Te : Pastor tu sei . . .
T'arde per me nel cuor fiamma di padre,
Ecco già sono tuoi i figli miei .
Oh speranze dileguate! E non saranno figli miei
i figli di D . Bosco? Tanto meglio, non per me,
ma per essi . . . Sarebbe una specie di miracolo,
cum natura duos non det habere patres .
E misero me ! che padre sarei stato ! Povero,
con due milioni di figli, senza molti mezzi, e ge-
mendo sotto innumere difficoltà di ogni genere,
con 130 preti morti in tempo mio, e soltanto 12
nuovi ordinati da me dopo 12 anni di episco-
pato! È vero che ho veduto meraviglie e mira-
coli di misericordia divina stupendissimi , ma
quanto mance nelle cose più necessarie ! E non
vi sono vocazioni . Nel Seminario Maggiore sono
appena tre in teologia, nel Minore ve ne sono 70,
ma ove sono le vocazioni? . . . Dunque . . . Non sa-
ranno figli miei i figli tuoi . - Non devo lusin-
garmi! Sono più che mai chiare le ragioni, per le
quali i Salesiani non verranno mai a Rio Janeiro .
Nondimeno quante e quante volte passavano innanzi
a questo porto per andare al Rio della Plata? Ed
or che dirò? Siccome dei Salesiani actum est, così
devo pensare ad altre cose ed affari di coscienza .
Non posso più ritardare l'affitto tanto bramato
da alcuni della casa destinata pel primo Ricovero
dei Salesiani . Come la casa appartiene al Semi-
nario, ho scrupoli di aspettare ancora i Salesiani,
e perciò di lasciare il Seminario senza rendita .
Ma ecco che mi occorre un pensiero, ed è l'Ul-
timatum decisivo .
Se per miracolo inaspettato (oh utinam, utinam!)
l'impossibile diventasse possibile ; e che tre o quat-
tro Salesiani (veda quanto é modesto il mio deside-
rio e la mia domanda) con un Sacerdote potesse ve-
nire, V . R . mi spedisca subito un telegramma di-
cendo queste parole : Giugno andranno cinque .
E bisogna spedire subito il telegramma, perché
io sappia come fare e preparare -le cose, ed an-
che percié devo pensare alla visita di questo
anno, dalla quale ritornai solo poc'anzi . Fra un
mese il telegramma può esser qui, cioè alla metà di
maggio . Dopo il telegramma mi farà scrivere una
lettera lunga , lunga . Per il pagamento del tele-
gramma, come dei volumi dello Scavini che io
ricevetti , e per qualunque cosa io deva, V . R .
si rimborsi colla somma che ho depositato nelle
sue mani . Se poi i Salesiani non verranno, sarà
inutile il telegramma .
Mi perdoni il mio povero italiano ; é molto
tempo che non lo scrivo, e mi manca tempo e pa-
zienza per studiarlo adesso .
Ecco altre notizie . - Quel Canonico Vianna,
che fu meco in Torino, é morto il primo gennaio
di questo anno, dopo due mesi di patimenti . L'al-
tro prete malaticcio, di nome Telle, sta benissimo
e lavora moltissimo con me nella visita . Preghi
e faccia pregare per Vianna, per carità, e per me
e per la venuta dei Salesiani in Rio Janeiro .
Ah ! caro D . Bosco, quanto mi costa al cuore
il dare l'ultimo addio alle mie speranze di quat-
tro anni sempre dileguate! In Paradiso avrò il pia-
cere di vivere con D . Bosco e con i suoi Salesiani .
Colà avremo tutti un solo e stesso Padre, Iddio, e
non vi saranno più figli miei e figli tuoi, ma tutti
figli di uno stesso Padre veduto, amato, posseduto
per sempre . Oh ! così sia, e così aspetto dalla mi-
sericordia di G . C . e della Madonna Ausiliatrice .
Addio, a rivederci in Cielo .
Obblmo Aff.mo
PEDRo Bispo de Rio De Janeiro
in Brasile .

1.5 Page 5

▲back to top


Or chi avrebbe il cuore di non soddisfare si-
mili desiderii e cotali preghiere? Quindi seb-
bene prevedessimo grandi difficoltà , tuttavia
dopo aver letto e riletto questo scritto non ci
sentimmo più il coraggio di dare un rifiuto al
Prelato brasiliano . Ci toccherà di Pare gravi sa-
crifizi ; ma confidando in Dio e nella carità dei
fedeli noi faremo sì, che lo zelantissimo Mons . La-
cerda nei primi mesi del prossimo anno scolastico
possa dire finalmente ; I figli tuoi sono anche i
figli miei .
nella privazione d' ogni soccorso spirituale . Ma
sebbene piccola la nostra offerta, varrà almeno a
manifestarle che noi di qui seguiamo con in-
teresse ed ansietà lo sviluppo maraviglioso della
nostra Pia Società in Europa, e le stupende opere
che Nostro Signore si degna compiere per mezzo
del nostro venerato Padre .
E poi, amatissimo D . Bosco, sicuro di farle la più
grata, la più commovente sorpresa, Le voglio an-
che mandare ad offerire di qui un bel serto, non
di fiori caduchi che avvizzirebbero nell' immenso
tragitto transatlantico, ma un serto di cuori ben
fatti, che la Vergine Ausiliatrice quasi miraco-
LE CASE SALESIANE DELL'URUGUAY
nel Giorno Onomastico di D . Bosco .
losamente ha chiamato dai quattro venti, e rac-
colti qui ad aumentare i figli di D . Bosco, che
si gloriano tutti d'essere figli di Maria ; cuori
benfatti, chiamati da Maria SS . ad accrescere la
Quantunque un po' in ritardo pubblichiamo la
seguente lettera giunta in Torino sin dal mese di
Giugno, la quale contiene pure gradite notizie .
valorosa falange de' Missionarii Salesiani in Ame-
rica .
Vedendo che gli aiuti d'Europa mi arrivavano
ogni anno troppo scarsi per gli immensi bisogni
Viva Gesù ! Viva S . Giovanni
Viva D . Bosco!
NOSTRO VENERATISSIMO PADRE,
che ci assediano , Ella deve ricordare che doman-
dai la sua benedizione per gittare nell' Uruguay
i principii dell'Opera Provvidenziale di Maria Au-
siliatrice per le vocazioni ecclesiastiche, le quali
Fra tanti cuori che palpitano d'attorno a Lei, non solamente sono qui scarse , ma quasi direi
Venerato D . Bosco, perché non possiamo trovarci fenomenali . Or bene in pochissimo tempo Maria
un istante anche noi, poveri Missionarii d'Ame- Ausiliatrice ha già raccolto sotto il suo manto
rica? Perchè non possiamo anche noi far udire venti e più giovanotti , che si preparano cogli
la nostra voce fra tanti nostri fortunati fratelli? . . . studii e coll' esercizio della pietà ad essere un
Dopo tanto tempo che la nostra pupilla cerca in- giorno nostri valorosi commilitoni . La Vergine
vano di riposarsi ancora una volta nel suo dolce nostra Madre li trasse qui in una maniera, che
e sereno aspetto , dopo tanti anni che il nostro ha alcunché di prodigioso, da diversi punti, da
cuore più non si sente rianimare dal suo paterno lontanissime regioni, e, quel che é più, li con-
sorriso, e ritemprare a nuovo valore dalla sua serva tutti fin'ora animati da eccellente spirito e
prestigiosa voce . . . oh! se sapesse, Venerato Pa- di apostolico entusiasmo . Ecco, o caro Padre, il più
dre, con qual piacere noi cogliamo questa propi- bel serto che io potessi offrirle nel suo onomastico .
zia occasione per attestarle i sentimenti che c'in-
Le dirò anche il nome di ciascuno, perché am-
nondano l'anima .
mirando con noi la bontà di Dio e la potenza della
Ma che dono le invieremo da queste lontane Vergine, cominci a scriverli nel suo cuore ed a
spiagge, che arrecando qualche gioia al suo cuore contarli fra i suoi teneri figli .
sia pure interprete e testimonio della nostra acce- 1° Nicola Viceconte chierico, Salernitano, d'anni
sissima affezione?
Primieramente, Caro Padre, in nome di tutti
ventiquattro .
2° Giovanni Battista Isabella chierico, Lombardo,
i suoi figli dell' Uruguay, e specialmente di
quelli del Collegio Pio la prego ad accettare con be-
d'anni 22 .
3° Eugenio Dal Porto chierico, d'anni 28 .
nevolenza un piccolo obolo, che le inviamo di gran 4° Eugenio Barreto chier ., Orientale, d'anni 19 .
cuore per l'arditissima e santissima impresa, che 5° Suavez Moyses maestro, Argentino di Salta,
ha tra mano, quella voglio dire d' innalzare in
d'anni 23 .
Roma stessa un gran tempio al Sacro Cuore di 6° Mister Mark Flood Irlandese, professore, di
Gesù, che pura dovrà essere un sontuoso monu-
35 anni .
mento alla gran memoria ed al gran cuore di 7° Aurelio Morfi studente, Orientale, d'anni 18 .
Pio IX, al cui nome è dedicata la prima Casa Sa- 8° Monti Bernardino maestro, Ligure, d'anni 20 .
lesiana aperta nell'Uruguay . Oh! veggo anch'io, 9° Giambroni Fortunato stud ., Ligure, d'anni 17 .
che la divozione al Sacro Cuore di Gesù e l'af- 10° Giuseppe Castellis maestro, di Paysandù, di
fetto e la gratitudine verso l' angelico Pio IX
meriterebbero offerta di gran lunga maggiore, ma
che vuole? Nelle condizioni in cui ci troviamo
non cì fu proprio possibile fare di più, poiché
19 anni .
11° Hernandez Giuliano, Orient . stud ., d'anni 17 .
12° Roberto Echevarria stud ., Orient ., d'anni 17 .
13° Remersaro Pietro stud ., Ligure, d'anni 27 .
abbisogniamo noi stessi di soccorsi straordinari per 14 ° Ernesto Picco stud ., Orient ., d'anni 17 .
edificare ospizii ai giovanetti abbandonati, per 15° Canesa Giovanni studente, Orient ., d'anni 16 .
costruire chiese, per fornirle di arredi sacri, per 16° Canesa Agostino, Orient ., studente, d'anni 15 .
aprire scuole, diffondere buoni libri e correre 17° Daneri Giuseppe coad ., di Nuova Yorch, di
dovunque a spargere la parola evangelica tra que-
anni 31 .
ste popolazioni, che languiscono miserevolmente 18° Martos Isidoro coad ., Orient ., d'anni 17 .

1.6 Page 6

▲back to top


Più quattro giovanetti , che essendo inferiori Veneratissimo Padre, ecco a' suoi piedi tutti gli
ai 15 anni e non abbastanza provati, non permet- amatissimi suoi figli dell'Uruguay ; li benedica tutti
tono ancora che vi faccia su assegnamento . Ag- ma più specialmente chi più di tutti ne abbisogna .
giunga a questi i due fratelli Rodriguez e Mi-
gone chierici, ed il sacerdote Baccigalupo, già tutti
professi, e poi dica Lei se la Vergine Ausilia-
trice non sia davvero nostra potente alleata anche qui
Collegio Pio, 18 maggio 1881 .
Tutto suo in Gesù e -Maria
Obb .mo e dev.mo figlio
nel Nuovo Mondo . E sono appunto i più fervorosi
Sac . LUIGI LASAGNA .
ed i più specchiati fra costoro che, accompagnati e
guidati dai veterani che Ella di tratto in tratto
ci spedisce, noi mandiamo a coltivare nuove vigne
del Signore . E se non fosse stato per questi
straordinarii aiuti di Maria Ausiliatrice, come a-
LA FESTA DI S . BASILIO
vremmo potuto noi quest'anno aprire il Collegio e l'Arcivescovo di Messina in Randazzo .
di Sant'Isidoro a Las Piedras, e fondare la nuova
Casa di Paysandù, dove si raccolgono frutti ogni
AMATISSIMo PADRE,
giorno più copiosi e più stupendi? Ma ciò nulla La festa di S . Basilio, celebrata il giorno 26 giu-
di meno, come faremo ad accorrere in aiuto alla gno coll'intervento di Sua Eccell . Rev.maMonsigr
Colonia Nuova Elvezia, assediata dai protestanti Giuseppe Guarino Arciv . di Messina, riuscì così
Valdesi, la quale ci tiene pronta già la chiesa e splendida da ecclissare quante feste si sono fatte
la casa e c' invoca colle lacrime? Come faremo in passato a Randazzo . L'Arcivescovo giunse qui
ad aprire le scuole e l'Oratorio nella città di San venerdì sera, giorno di S . Giovanni, accompa-
José, che da tanto tempo aspetta e chiama?
gnato dal suo Vicario Mons . Basile, dal Segre-
Il 25 di maggio é giorno fissato dal sig . Don tario, Cerimoniere e domestico . Egli fu ricevuto
Juan Jackson e Don Felix Buxareo per recarci dal Clero, dai rappresentanti del Municipio e da
insieme a vedere la vasta campagna di 300 gior- una folla di popolo, che stavasi accalcata all'in-
nate quadrate, ch'essi vogliono regalare a' Sale- gresso del Collegio . I nostri giovani, schierati in
siani, affinché, possano fondare una gran Colonia due file sotto il grandioso porticato, adorno di
agricola industriale, per dare così ricovero, la- arazzi, bandiere ed iscrizioni , vestiti in divisa,
voro ed educazione ad una grande moltitudine di ricevettero la sua benedizione, cantarono un inno,
ragazzi poveri ed abbandonati . Questi buoni Bene- ed uno di essi, da un luogo elevato, gli lesse un
fattori provvederebbero essi stessi i mezzi per la breve componimento per dargli il benvenuto .
costruzione, ci darebbero animali, strumenti, mac-
Il sabbato mattina Sua Eccellenza ricevette l'o-
chine ed ogni sorta di aiuti per l'impianto e soste- maggio delle Autorità, del Clero della città e di
gno dello stabilimento .
varie Rappresentanze dei paesi circonvicini , ap-
Anche dal vicino Brasile ho già ricevuto ur- partenenti all'Arcidiocesi di Messina . Alla sera
genti sollecitazioni . Il Vescovo di Porto Alegre si cantarono i primi Vespri con musica dai gio-
fra gli altri supplica che lo andiamo almeno a vani del Collegio, e più tardi ebbe luogo un'ac-
visitare, per vedere coi nostri proprii occhi il cademia, in cui si lessero componimenti in lin-
campo immenso che ci offre, ed i grandi mezzi gua italiana, latina, greca, francese ed anche in
che ci dà per coltivarlo .
dialetto siciliano .
Oh, caro Padre ! se potessi dirigere io una pa- Domenica poi fu giorno di grande solennità . I
rola a' giovani ed a' Cooperatori che La circon- nostri giovani eseguirono la messa di S . Michele
dano in quest'istante, quante cose vorrei dir loro ! del De-Vecchi con accompagnamento della banda
Deh ! per amor del Cielo, non lascino diminuire musicale di Randazzo, e riuscì a meraviglia . La
il loro entusiasmo , né scemare i loro soccorsi, sera Vespri solenni , Panegirico e Benedizione .
poiché dappertutto aumenta smisuratamente il bi- La Chiesa era gremita di gente in contegno divo-
sogna di Operai Evangelici, e la necessità di straor- tissimo . Sua Eccellenza, terminati i Vespri, salì
dinarii aiuti spirituali e temporali . Non dimentichi- sul trono pontificale e, assistito da due mitrati,
no mai che tutti di costì ci possono giovare po- recitò il Panegirico . La voce sonora, l'accento
tentemente, e mentre noi qui in America ci sacrifi- vibrato, la maestà del contegno, la nobiltà dei
chiamo sul campo del lavoro, i nostri amici dall' I- concetti, il fuoco delle espressioni, l' esuberanza
talia ci possono sostenere colle loro preghiere, e del cuore, la dottrina e santità dell' oratore, la
più ancora col facilitare l'invio di altri Missionarii . folla degli uditori, la riverenza del luogo, tutto in-
che noi imploriamo ogni giorno a mani giunte . 1 somma concorreva a scuotere l'animo degli ascoltanti,
Oh, caro D . Bosco, s'immagini ! con che cuore e a destare le più profonde e ineffabili emozioni . L'o-
pregheremo noi nella sua festa, perché San Gio- ratore esordì da s . Vincenzo de' Paoli e s . Fran-
vanni ottenga da Dio che si moltiplichino i suoi cesco di Sales, e, con concisa analogia di tempi e
figli, si raddoppino le nostre forze ed il nostro di luoghi, venne dimostrando che quei due grandi
fervore, crescano come le stelle del Cielo i nostri uomini rivivono oggidì . L'uomo della Provvidenza,
generosi benefattori, e più di tutto, perché ci con- il baluardo dell' eresia, il salvatore della società
servi per tanti anni ancora il nostro Veneratis- é ricomparso tra noi . . . . ; ché la cattolica Chiesa non
simo Padre, di cui abbiamo sì gran necessità, per cessa di germogliare e maturare i grandi . Parlò
continuare con coraggio e con buon esito nelle del Collegio di Randazzo, ma qui mi taccio con-
mostre apostoliche fatiche .
fuso ed umiliato .

1.7 Page 7

▲back to top


Dopo le sacre funzioni si rappresentò il dramma
S . Alessio, assai diverso nella forma e nella so-
stanza da quello del Wisemann . Gli spettatori e-
rano non meno di quattrocento , ed i giovanetti
tanto per l'esecuzione del dramma, quanto pel
santo riscossero altissimi applausi .
Il lunedì fu una giornata tutta di famiglia . Sua
Eccellenza, dopo avere visitate le scuole femmi-
nili di Randazzo , volle passare il resto della
giornata co' nostri giovani . Era uno spettacolo
commovente vedere questo illustre Prelato , lu-
stro e decoro della Chiesa Messinese, circondato
da un centinaio di giovanetti, i quali, ansiosi di
accostarsi alla sua persona, e godere del suo con-
tatto, con innocente inurbanità lo spingevano, l'ur-
tavano, e chi lo afferrava alle braccia, chi si te-
neva per la veste , mentre egli tutti ricambiava
con amabile famigliarità . Talora avremmo voluto
fare come s . Pietro e allontanarneli, ma temevamo
da Monsignore la risposta data da Gesù all'Apo-
stolo, e lasciavamo fare . L'Arcivescovo ebbe una
parola per tutti, e distribuì a ciascuno una me-
daglia benedetta dal Santo Padre .
Alla sera , quando i giovani furono a riposo,
Sua Eccellenza tenne una Conferenza a' Sacerdoti
e Chierici nostri . Parlò per tre quarti d'ora de-
gli obblighi dello stato sacerdotale e religioso,
dei bisogni della Chiesa, della difficoltà dei tempi
e della necessità di lavorare indefessamente alla
gloria di Dio ed alla salute delle anime . Le sue
parole, improntate dallo spirito e carità del Van-
gelo, rimarranno scolpite nei nostri cuori, a no-
stro conforto e ammaestramento .
Martedì mattina (28 giugno) Sua Eccellenza fa-
ceva ritorno a Messina, lasciando con noi il suo
cuore e portando con sé il nostro . Io ebbi l'o-
nore di accompagnarlo fino alla stazione di Pie-
dimonte e ricevere l'ultimo suo abbraccio .
Non aggiungo altro, perché le parole vengono
meno per esprimere quello che sento . La rimem-
branza di queste feste non sarà mai che si can-
celli dai nostri cuori . Essa durerà quanto la no-
stra gratitudine verso l'illustre e santo Arcive-
scovo, verso l'amabile e dottissimo Vicario Mon-
signor Basile, e verso tutti gli altri Prelati che
accompagnarono Sua Eccellenza .
Voglia Iddio ricambiarneli colla sua santa grazia,
ed aiutare noi tutti a corrispondere alla loro be-
nevolenza .
Ecco, caro padre le poche gesta de'suoi figli di
Randazzo . Ella ci benedica tutti e preghi per -noi .
Randazzo, 3 luglio 1881 .
Suo affm° in G. C.
SaC . PIETRO GUIDAZIO .
IL BENVENUTO ALL'ARCIVESCOVO
nel suo primo ingresso al Collegio di Randazzo.
ECCELLENZA ReV.ma
Permetta l'Eccellenza Vostra che in questo for-
tunato istante, che di gioia riempie i nostri cuori,
interprete della comune esultanza esprima, a nome
di tutti, i sensi della sincera e figliale nostra gra-
titudine .
L'Eccellenza Vostra, onorando di sua presenza
il nostro Collegio, mentre ci dà una prova lumi-
nosa della paterna sua bontà, ci ammaestra col-
l'esempio, che l'elevatezza del grado e la nobiltà
del carattere non va mai disgiunta dalla bontà
del cuore e semplicità del conversare , ma che
l'una cosa trae dall'altra merito e splendore .
Degno ministro di Colui, che tanto predilige i
fanciulli da farne merito al Regno de' Cieli l'as-
somigliarsi ad essi, l'Eccellenza Vostra non trovò
indegno dell' eccelso suo grado l'abbassarsi fino
alla nostra picciolezza, esporsi ai disagi di lungo
e penoso viaggio, per venire qual padre in mezzo
a' suoi figli a spargere su di essi gioia e bene-
dizione .
Oh ! sia adunque il ben venuto : e noi mentre
non cesseremo dal rendere grazie all' Altissimo
Iddio di averci sortiti a tanta felicità, ci adopre-
remo con tutte le forze a corrispondere in ogni
tempo alla paterna sua benevolenza, e a renderci
sempre più degni suoi figliuoli mediante la pra-
tica della virtù ed il santo timor di Dio .
L'ARCIVESCOVO A D . BOSCO .
Monsignor di Messina metteva il colmo alla sua
bontà verso i Salesiani coll' inviare a D . Bosco
la seguente lettera .
ILL mO E REV mo SIGNORE,
Non poteva arrivarmi invito più caro di quello
datomi dai cari figli della S . V . Ill.ma di festeg-
giare s . Basilio nel Collegio di Randazzo . Lo ac-
colsi a gran cuore, e son qui dalla sera di ve-
nerdì scorso .
Non saprei intanto dipartirmi da questi miei
amatissimi Salesiani senza esprimere al loro Pa-
dre venerando gl'intimi sentimenti della mia com-
mozione . Io lascio quì il mio cuore ; non so dirle
altro . La mia penna non sa seguire affatto la vi-
vezza de' miei sentimenti . Ella che conosce abba-
stanza l'affettuosa e squisita gentilezza del cuore
di questi suoi figli, tutti quanti improntati della
bontà del Padre, potrà, meglio ch'io non sappia
dire, immaginare come mi abbiano in ogni modo
confuso col loro affetto e colla loro inenarrabile
cortesia .
Che dirle poi del bene che fanno ? Ah ! bene-
dica Iddio il Padre e i figliuoli, e li faccia cre-
scere come l'arena del mare per distruggere in-
teramente colla loro virtù, colla instancabile loro
operosità e colla loro scienza l' iniquità mo-
derna .
Ma mi permetta ad un tempo ch'io Le dica
come tutte queste cose riunite insieme abbiano
aggiunto fuoco all'ansia del mio cuore di averli
in Messina . Come sarei felice ! E su questo ar-
gomento replico che nulla dirò a Lei, venerando
Padre, ma attenderò ch' Ella mi dica qual cosa
desidera ch'io faccia pei figli suoi .

1.8 Page 8

▲back to top


Non posso proseguire oltre : il mio cuore tra-
bocca di affetti .
Mi benedica , benedica la mia Diocesi, e mi
dia l'onore di essere
Della S . V . Ill.ma e Vener .ma
Umil . Servitore
GIUSEPPE GUARINO Arciv .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
CAPO XXXII .
Società di mutuo soccorso - Suo Regolamento - Sag-
gio degli allievi delle scuole serali - Benedizione e
prima Messa nella Chiesa di S . Francesco di Sales -
Le funzioni della sera - Ringraziamenti - Musica
- Poesia - Il Sindaco di Torino - Il giornale
La Patria - Lettera di Mons . Fransoni - Il primo
decennio della Storia .
Un'opera ci venne dimenticata, compiutasi nel
nostro Oratorio fin dall'anno 1850, della quale
crediamo bene fare parola in questo luogo .
Dopo la elargizione delle Civili Riforme e dello
Statuto, di cui discorremmo a suo tempo , varie
Associazioni vennero sorgendo, le quali , sotto il
manto della carità o filantropia , nascondevano il
bieco divisamento di pervertire nelle loro riu-
nioni le idee dei membri e in fatto di politica e
in fatto di religione . Una di queste Associazioni
fu la così detta Società degli Operai , la quale
fin dal suo nascere manifestò principii tutt'altro
che cattolici . Parecchi dei nostri compagni e co-
noscenti, che le avevano dato il nome , non tar-
darono ad accorgersi che avevano messo il piede
in una trappola, e furono abbastanza pronti a ri-
tirarnelo per tempo ; ma non pochi pur troppo
vi rimasero , e fecero ben presto miseramente
naufragio nei costumi e nella fede . Ora per im-
pedire che i giovani esterni dell'Oratorio s'invo-
gliassero d' inscriversi a Società pericolose, Don
Bosco venne in pensiero di stabilirne una tra di
loro, avente per iscopo il benessere corporale non
disgiunto dal vantaggio spirituale dei suoi com-
ponenti . Egli cominciò a parlarne coi più adulti,
ne spiegò il fine, i vantaggi e le condizioni, e il
suo progetto fu accolto con unanime applauso .
L'Associazione, sotto il titolo di Società di mu-
tuo soccorso, fu inaugurata il primo luglio del
1850, e riuscì a maraviglia per ottenere lo scopo
prefisso . Di qui si vede che il primo seme di quelle
innumerevoli Società od Unioni di Operai Catto-
lici, che in questi ultimi anni pullularono in molte
città d'Italia, fu gettato da Don Bosco medesimo
tra i giovani del suo Oratorio (1) . Ci piace di qui
riportarne per intiero il Regolamento, sì a me-
moria del fatto, sì a norma di chi volesse insti-
tuirla altrove con quelle variazioni ed aggiunte,
che i tempi e le persone richiedono .
(1) Qui è pur bello il notare che la prima delle Unioni
Operaie Cattoliche stabilite in Italia è quella di Torino,
sorta nel 1871 per impulso di un pugno di giovani gene-
rosi .
Regolamento (1) .
1° Lo scopo di questa Società é di prestare
soccorso a quei compagni che cadessero infermi,
o si trovassero nel bisogno, perché involontaria-
mente privi di lavoro .
2° Niuno potrà essere ammesso nella So-
cietà se non é iscritto nella Compagnia di San
Luigi, e chi per qualche motivo cessasse di es-
sere confratello di detta Compagnia non sarà più
considerato come membro della Società .
3° Ciascun socio pagherà un soldo ogni do-
menica , e non potrà godere dei vantaggi della
Società che sei mesi dopo la sua accettazione .
Potrà però avere diritto immediatamente al soc-
corso della Società se entrando pagherà fr . 1,50,
purché allora non sia né infermo né disoccupato .
40 Il soccorso per ciascun ammalato sarà di
centesimi 50 al giorno fino al suo ristabilimento
in perfetta sanità .
In caso poi che l' infermo fosse ricoverato in
qualche Opera Pia cesserà il soccorso, e non gli
sarà corrisposto se non alla sua uscita pel tempo
di sua convalescenza .
5° Quelli poi che senza loro colpa rimarranno
privi di lavoro comincieranno a percepire il sud-
detto soccorso otto giorni dopo la loro disoccu-
pazione . Quando il sussidio dovesse oltrepassare i
venti giorni, il Consiglio prenderà a tal riguardo
le opportune determinazioni per l'aumento o per
la diminuzione .
6° Si accetteranno con riconoscenza tutte le of-
ferte fatte a benefizio della Società, e si farà ogni
anno una colletta particolare .
7° Chi per notabile tempo negligentasse di
pagare la sua quota non potrà godere dei van-
taggi della Società sinché abbia soddisfatto la
quota scaduta, e per un mese non potrà preten-
dere cosa alcuna .
8° La Società é amministrata da un Diret-
tore, Vice-Direttore, Segretario, Vice-Segretario,
quattro Consiglieri, un Visitatore e Sostituito, e
un Tesoriere .
(1) Al Regolamento andava innanzi il seguente proemietto :
« Eccovi, o cari giovani, un regolamento per la vostra
Società . Esso vi servirà di norma affinché la Società pro-
ceda con ordine e con vantaggio . Non posso a meno di
non lodare questo vostro impegno e questa diligenza nel
promuoverla . Ella è vera prudenza . Voi mettete in riserbo
un soldo per settimana, soldo che poco si considera nello
spenderlo, e che vi frutta assai qualora vi troviate nel
bisogno . Abbiate dunque tutta la mia approvazione .
» Solo vi raccomando, che mentre vi mostrerete zelanti
pel bene della Società non dimentichiate le regole della
Compagnia di S . Luigi, da cui dipende il vantaggio fon-
damentale, cioè quello dell'anima .
» Il Signore infonda la vera carità e la vera alle-
grezza nei vostri cuori, e il timor di Dio accompagni ogni
vostra azione .
« SAc . GIOVANNI BOSCO . »
In fine vi andava unito il modulo d'iscrizione così con-
cepito
Il Giovane
figlio del
dimorante
di professione
è stato inscritto nella Societa
del mese di
l'anno 18
Pel Regolamento ha pagato cent . 15 .
SEGRETARIO
DIRETTORE

1.9 Page 9

▲back to top


9° Tutti gli amministratori della Società, ol-
tre l'esatto pagamento di un soldo ogni domenica,
avranno somma cura di osservare le regole della
Compagnia di S . Luigi, per attendere così alla
propria santificazione e incoraggiare gli altri alla
virtù .
10° Il Direttore nato della Società é il Su-
periore dell' Oratorio . Questi avrà cura che gli
Amministratori facciano il loro dovere, e che il
bisogno de' soci venga soddisfatto a norma del
presente Regolamento .
11° Il Vice-Direttore aiuterà il Direttore, darà
al Segretario gli ordini opportuni per le adunanze,
ed esporrà in Consiglio quanto possa tornar van
taggioso alla Società .
12° Il Segretario avrà cura di raccogliere le
quote nelle domeniche, notando puntualmente quelli
che compiono la loro obbligazione, nel che userà
grande carità e gentilezza . È cura altresì del Se-
gretario di spedire biglietti al Tesoriere , in cui
noti nome, cognome, dimora dell' infermo : tutte
le decisioni di qualche rilievo prese nel Consiglio
saranno registrate dal Segretario . In questa mol-
tiplicità di cose sarà aiutato dal Vice-Segretario,
il quale occorrendo il bisogno ne farà le veci .
13° I quattro Consiglieri diranno il loro sen-
timento intorno a tutto ciò che riguarda al van-
taggio della Società , e daranno il voto tanto in
quello che spetta all' amministrazione delle cose,
come alla nomina di qualche membro .
14° Il Visitatore nato della Società é il Di-
rettore spirituale della Compagnia di S . Luigi .
Questi si porterà in persona alla casa dell'infermo,
onde verificare il bisogno e farne la debita rela-
zione al Segretario . Ottenuto che avrà l'opportuno
biglietto lo porterà a casa del Tesoriere, dopo di
che recherà l' assegnato soccorso all' infermo .
Nel consegnare il soccorso il Visitatore avrà cura
somma di ricordare all'infermo qualche massima
di nostra Santa Religione, e di animarlo a rice-
vere i Santi Sacramenti qualora si faccia grave
la malattia . In ciò sarà aiutato dal Sostituito, il
quale mostrerà la massima premura per aiutare
il Visitatore specialmente nel portare i soccorsi
e consolare gli infermi .
15 ° Il Tesoriere terrà cura dei fondi della
Società e ne darà conto ogni tre mesi. Ma non
potrà dar danaro ad alcuno senza un biglietto
portato dal Visitatore, sottoscritto dal Direttore,
in cui si dichiari la realtà del bisogno .
16° Ogni impiegato durerà nella sua carica
un anno ; potrà però essere rieletto .
17° Il Consiglio ogni tre mesi renderà conto
della sua amministrazione .
18° Il presente Regolamento comincierà ad
essere in vigore il primo di luglio del 1850 (1) .
Le nostre scuole serali continuavano con grande
vantaggio e dei giovani dell'Ospizio e degli esterni,
che le frequentavano numerosi . Per istimolarci ad
approfittarne ogni dì più, D . Bosco facevaci dare
di tratto in tratto pubblici saggi, a cui invitava
(1) V . Libretto intitolato Società di . Mutuo Soccorso di
alcuni individui della compagnia di S . Luigi eretta nel-
l'Oratorio di S . Francesco di Sales - Torino, tipogra-
fia Speirani e Ferrero 18.50 .
molte ragguardevoli persone della città . Uno di
questi l'abbiamo dato la domenica 16 maggio di
quell' anno 1852, alla presenza di una scelta co-
rona di nobili cittadini, tra cui varii membri del
Municipio . Il saggio si raggirò su queste mate-
rie : 1° Lettura e scrittura ; elementi di aritme-
tica, di sistema metrico e di grammatica italiana ;
2° Geografia sacra, Storia sacra del Nuovo Te-
stamento e canto in musica ; 3° Declamazione di
scelte poesie e prose, tra le quali due dialoghi
intitolati : Viaggio in Palestina e Giovane non pre-
miato . Ci ricorda che l'abate Aporti, uno dei pre-
senti, rapito dalle pronte ed esatte risposte che
davano quei giovani artigianelli, ebbe a dire che
non si sarebbe potuto aspettare di più non solo
da giovanotti, che tutto il giorno avevano maneg-
giato o la cazzuola , o la lesina o l' ago, ma da
quei medesimi che passavano la maggior parte del-
l'anno sui banchi di una scuola, pendenti per più
ore del giorno dal labbro di un maestro . In fine
si distribuirono i premii, che non consistettero
solo in applausi, ma in varii utili oggetti prov-
vistici dai benefattori .
Intanto colle limosine, che provenivano da va-
rie mani caritatevoli, colle sovvenzioni della Casa
Reale, con un altro sussidio contribuito dall' E-
conomato, e col danaro prodotto dalla lotteria, i
lavori della Chiesa di S . Francesco si promossero
con tanta alacrità, che nel mese di giugno questa
era terminata . Il dottore Francesco Vallauri, la
signora sua consorte, e il degnissimo loro figlio,
il sacerdote D . Pietro, provvidero l' altare mag-
giore . Il Commendatore Giuseppe Dupré fece ab-
bellire la cappella a sinistra entrando , dedicata
a S . Luigi Gonzaga e procurò un altare di mar-
mo . I nobili coniugi Marchese Domenico e Mar-
chesa Maria Fassati si assunsero la spesa del
secondo altare laterale ad onore della Santis-
sima Vergine, lo adornarono di una bella statua
della Madonna e di una muta di candelieri di
bronzo . Il sig . Michele Scanagatti regalò altri
candelieri ; Don Giuseppe Cafasso pagò la spesa
del pulpito ; altro benefattore ordinò l'orchestra,
fornita poscia di un piccolo organo . Insomma se
Don Bosco spiegò in quell' occasione una grande
attività ed uno zelo straordinario, la pietà citta-
dina, o meglio la divina Provvidenza lo confortò
sempre del suo validissimo appoggio . Per la qual
cosa, ultimati i lavori necessarii, e preparati gli
oggetti occorrenti, si fissò il giorno per benedire
ed inaugurare al divin culto il sacro edifizio ; e
fu scelto il 20 di giugno, terza domenica dopo
Pentecoste, festa solenne in Torino ad onore di
Maria Santissima sotto il dolce titolo della Con-
solata . Troppo lungo sarebbe il descrivere le sin-
gole cose di quella giornata memoranda, giacché
tra noi fu una solennità più unica che rara . Un
arco di colossale altezza erasi elevato all'entrata
del nostro cortile, portando scritte in cima con
lettere cubitali queste parole
In caratteri dorati
Scriveremo in tutti i lati
VIVA ETERNO QUESTO DI' .

1.10 Page 10

▲back to top


Dalla Curia Arcivescovile di Torino fu delegato
a benedire la Chiesa , secondo il rito, il Curato
della parrocchia di Borgo Dora, il M . R . Teologo
D . Agostino Cattino , il quale vi celebrò poscia
la prima Messa e tenne un dotto discorso ad una
grande moltitudine di giovanetti e di altri inter-
venuti della città .
Ma il più bello della festa si fu alla sera . Non
ostante la sua capacità, la nuova Chiesa fu lette-
ralmente ripiena . Vi predicò il nostro D. Bosco ;
e tra le altre cose ci ricorda che egli fece rile-
vare il mirabile mutamento che fatto aveva quel
sito ; da luogo di ricreazione convertito in luogo
di orazione ; da luogo di schiamazzi in luogo di
lode e di ringraziamento al Signore ; da luogo di
baldoria ed anche di peccato, a cagione della vi-
cina bettola da poco tempo distrutta, in luogo di
amor di Dio e di santa allegrezza . Passò quindi
ad esortarci che onorassimo d'allora in poi quel
luogo benedetto col divoto nostro contegno, col-
l'intervento alle religiose funzioni, e colla fre-
quenza ai Santi Sacramenti . In fine fattoci riflet-
tere che le Chiese materiali sono una figura delle
anime nostre, chiamate templi dello Spirito Santo,
ci spronò a conservarle sempre pulite, cioé senza
peccato, onde il Signore si compiacesse di porvi
sua gradita dimora nel tempo presente, e degni
ci rendesse di entrare dopo morte nel gran tem-
pio della sua eternità beata .
Una schiera della Guardia Nazionale venne pure
tra noi, sì per conservare il buon ordine, sì per
onorare la festa e fare la sparata, che nel mo-
mento della benedizione del SS . Sacramento riuscì
di un effetto mirabile . Con essa tentava di gareg-
giare la Guardia dell' Oratorio co' suoi fucili di
legno senza canne . Queste e più altre cose die-
diero alla festa una tinta così singolare, da restarne
consolate le anime pie e tratti in ammirazione
gli stessi uomini di mondo .
In quella sera medesima erano intervenuti al-
l'Oratorio i promotori e le promotrici della lot-
teria , varii membri del Clero e del Patriziato
torinese, e molte altre persone che avevano preso
viva parte per la costruzione della nuova Chiesa .
Tra gli altri si notavano i due fratelli Cavour,
il Marchese Gustavo e il Conte Camillo . Quindi
dopo le sacre funzioni D . Bosco tutti li raccolse
in luogo appositamente preparato , che fu quello
dell'antica cappella, e volse loro in comune una
parola di ringraziamento . Toccò per sommi capi
quello che si era fatto ; segnalò la sollecitudine
degli uni e la carità degli altri per la buona riu-
scita della pia impresa , e con somma compia-
cenza mostrò come gli sforzi di tutti erano stati
in quel mattino felicemente coronati colla bene-
dizione del sacro edilizio . Disse che avrebbe de-
siderato di poter ricompensare ognuno e dei sa-
crifizi fatti e delle pene sofferte ; ma che non
potendo ciò fare di per sè avrebbe pregato e fatto
pregare i giovani dell' Oratorio il pietoso Iddio,
che ne li rimunerasse coll' abbondanza delle sue
benedizioni nella vita presente , e con una più
splendida corona nella vita futura .
Alla cordiale allocuzione di D . Bosco tenne dietro
un bel mottetto musicato dal celebre maestro Giu-
seppe Bianchi di grata memoria, ed eseguito da un
coro, di giovanetti dell'Oratorio . Ci rammenta che
uno dei nostri compagni per nome Secondo Pettiva,
giovanetto in sui 15 anni, fece in quel canto una
parte da solo con una voce sì bella, che toccò le
fibre di tutti i cuori, e riscosse altissimi ap-
plausi .
In quell'occasione il nostro D . Bosco , ricolmo
il cuore di una gioia indicibile parve ritrarre la
figura del profeta Davide, che nel trasporto del-
l'Arca del Signore misto al suo popolo fu udito
a cantare e suonare divotamente . Difatto sebbene
in quei dì preoccupatissimo, tuttavia egli seppe
invocare la musa , e compose un'ode di circo-
stanza, che nella sua semplicità fu trovata soa-
vissima . A nome di lui, dei suoi coadiutori e dei
figli dell' Oratorio essa fu da un giovanetto letta
ai detti signori, che l'ascoltarono con visibile com-
piacimento . Fortunatamente ne abbiamo ritrovata
una copia, che qui riproduciamo, perché non ab-
bia a smarrirsi .
ODE.
Come augel di ramo in ramo
Va cercando albergo fido
Per poggiare ansioso il nido
E tranquillo riposar ;
Non si posa in valli o in monti
Non per campo o per foresta,
Nol trattien turbo o tempesta
Finché il nido non formò
Così noi oltre dieci anni
Questo nido abbiam cercato,
Nè dal ciel mai ci fu dato
Di poterlo ritrovar .
Ora un prato, or un giardino
Or cortile, stanza o strada,
Talor piazza oppur contrada
Oratorio era per noi .
Quando alfin pietoso Iddio
Volse a noi benigno un guardo,
E due lustri di ritardo
Largamente compensò .
Compensò . . . ci diè le scuole,
Un giardino per trastulli ;
Quasi nido per fanciulli
Una casa apparecchiò .
Compensò . . . Ma che dir più?
Ogni speme fu appagata,
Già la Chiesa è consacrata,
Sono paghi i nostri cuor .
Egli è ver, Signori amati,
Per più mesi faticaste,
Caldo, freddo tolleraste
Per la casa del Signor :
Negazion di spasso e sonno
Non disagi, affanno o stento,
Non la pioggia o turbo o vento
Vostro zelo rallentò
Ora lieti festeggiate,
Quai guerrier dopo vittoria,
Cui la vera e santa gloria
Solo il mento procacciò .
Il Signor v'ha compensati, .
La fatica è coronata,

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


Nostra Chiesa é consacrata,
Che bramar possiam di più?
Presto adunque, o cari figli,
Corriam tutti al Tempio Santo,
Innalziamo a Dio un canto
Pel favor che c'impartì .
Oh ! Signore Onnipotente
Che al meschin mai nulla nieghi
Deh ! benigno ai nostri preghi
Tu ci ascolta in questo dì .
Fa che questo nuovo Tempio
Al tuo nome consacrato
Mai non sia profanato
Da chi fede in cuor non ha .
Fa che quanti qua verranno
Supplicanti tuoi divoti,
Abbian paghi i loro voti,
Porgi afta, dà mercé .
E tu, Vergine Beata,
Che appo Dio tutto puoi,
Benedici i figli tuoi,
Fede, speme inspira e amor
Fa che mai per opra ria
Noi cessiam d'esser tuoi figli,
Tu ci franca dai perigli
Dell'incauta nostra età .
Ma qual cosa tu darai
Ai benefici Signori,
Che lor pene e ]or sudori
Consacrarono al tuo onor?
Tesserai, Vergine bella,
Su nel Ciel di fiori un serto
Che ricambi ogni ]or merto,
Con quel ben che fin non ha .
Noi intanto grato il core
In caratteri dorati
Scriveremo in tutti i lati
VIVA ETERNO QUESTO DI' .
Nè per tempo o per vicenda
Non sia mai che si cancelli
Questo dì, che fra' più belli
Tra di noi sempre sarà (1) .
Alla suddescritta funzione D . Bosco aveva pure
invitato il signor Sindaco di Torino . Egli vi sa-
rebbe intervenuto di buon grado , come fatto a-
veva al collocamento della Pietra fondamentale,
ma ne venne trattenuto da impedimenti, che si
degnò di manifestare con lettera, la quale é una
testimonianza della religiosità del Capo del Mu-
nicipio Torinese, e della stima che aveva dell'O-
pera dell'Oratorio . Ecco che cosa scriveva a Don
Bosco in data del 18 giugno
e Egli si è con ben sentita soddisfazione che
il Sindaco sottoscritto ha ricevuto il grazioso in-
vito che la S . V . Ill.ma e M. R. gli porge col-
l'apprezzato di lei foglio contro indicato ; ed é
pari il suo rincrescimento che la funzione reli-
giosa al mattino per la ricorrenza della Festività
di M . V . della Consolata , cui deve intervenire
(1) L' ode portava questa intestatura : Nel giorno in
cui si benediceva la nuova Chiesa dell'Oratorio di San
Francesco di Sales , i giovani al medesimo addetti, nei
colmo della loro gioia, i sentimenti della più sincera
gratitudine Verso i loro Benefattori così esprimevano . »
insieme colla Rappresentanza Comunale, e la con-
grega al dopo pranzo della Congregazione di Ca-
rità di Reaglie, cui è chiamato altresì ad assi-
stere, gli tolgano di profittarne come sarebbe suo
ben vivo desiderio . Egli é lieto di veder instau-
rata la instituzione dell'Oratorio di S . Francesco
di Sales, per le di lei zelanti sollecitudini sorta
a vantaggio della nostra gioventù artiera, che
troverà così modo di educarsi a religione ed a
civile virtù .
» Ei prega quindi la S . V . a voler accogliere
l'attestato di sua ossequiosa devozione .
a Il Sindaco BeLLONO . »
La prefata solennità, e pel buon ordine con cui
fu compiuta, e pel nobile scopo a cui mirava, fu
riguardata di tale importanza, che persino un
giornale politico di quei giorni, intitolato La Pa-
tria, credette di farne argomento di un suo ar-
ticolo . Rilettolo in questi giorni , riputiamo ben
fatto l'inserirlo in queste nostre pagine, sì per
completare le notizie di quel dì memorando, sì
per far meglio rilevare con quale criterio fin d'al-
lora gli uomini politici giudicavano l' opera del-
l' Oratorio in riguardo al benessere della civile
società .
« Riputiamo nostra somma ventura, così La Pa-
tria, il venire augurando la carriera letteraria del
nostro Giornale, col far parola di una di quelle ope-
re, che sciolgono presso di noi l'arduo problema
di essere comuni e di essere sempre interessanti,
vogliam dire di un' opera di beneficenza . Nostra
somma ventura, diciamo, di potere in mezzo a
questa Società, di cui cerchiamo giornalmente i
difetti, di cui siamo tenuti a fare di quando in
quando la critica, lasciare per un istante la penna
mal temperata della politica , per un argomento
che incontrò sempre presso il popolo nostro sì
generale simpatìa .
« Ma dove trovasi un animo generoso , come
non troverebbe simpatìa colui, che col zelo di un
filantropo, colla perseveranza di un Apostolo, colla
fede di un cristiano, sacrifica i più belli anni di
sua vita, supera numerosi ostacoli colla sola forza
di una volontà tanto ferma quanto rassegnata, e
giunge a compiere dopo molti anni di fatiche una
di quelle imprese, che possono onorevolmente met-
tersi sulla traccia delle istituzioni di un Epée,
di un Assarotti , di un Cottolengo ? Imperocchè
se noi vogliamo por mente ai piccoli principii, a
cui s'informarono le opere di quei sommi, scor-
geremo facilmente come quella di D . Bosco loro
s'assomigli, e come pell'immensa portata del suo
beneficio sia degna di stare a lato di quella dei
sommi, che abbiamo testé citato . Ma dopo aver
parlato delle difficoltà incontrate, é nostro debito
di non tacere gli aiuti che in questi tempi cala-
mitosi in mezzo alle tempeste politiche, che rag-
grinzano la borsa del ricco e il cuore di tutti,
vennero da ogni lato all'operoso coltivatore del
campo di Dio . Nulla diremo di quegli uomini,
che si unirono a D . Bosco e l'assecondarono col
più illuminato zelo , ma ci piace rammentare le
mille svariate forme che assunse l'inesauribile
carità cittadina , per venire in soccorso a questa

2.2 Page 12

▲back to top


santa opera ; soccorso di ogni età, di ogni con-
dizione, di ricchi e poveri, di grandi e piccoli ;
immenso socialismo solo attuabile e giusto, per-
ché eccitato da un santo ed ammirabile senti-
mento, per cui ognuno pagò secondo le proprie
forze, il pittore col suo quadro, il mercante co-
gli oggetti di mercatura, ma in cui la donna sem-
pre grande , sempre prima quando si tratta di
carità, seppe spargere tutta la delicatezza della
sua inesauribile bontà .
« Voi vedete infatti, nell'esposizione di oggetti
donati alla Lotteria, per cui si soccorre efficace-
mente l'Oratorio, il sacrifizio dei divertimenti,
quello delle passeggiate, quei dei giuocatoli con-
secrati a seconda dell'età a sollievo del povero ;
vedete questa carità moltiforme ed indiretta qual
si conviene a quegli esseri sensibili e delicati,
che compongono la più bella parte delle opere di
beneficenza, patronandole e mantenendole per la-
sciare all'uomo, specie più rozza e meno intelli-
gente, l'aiuto, diremo, brutale del denaro.
Abbiamo detto brutale, perché crediamo che co-
lui, il quale fornisce il mezzo materiale di com-
piere un'opera, sta a colui che la inizia, e la tira
a conclusione, come il soldato che combatte sta
al Generale che comanda ; ma, dicendo brutale,
non vogliamo menomare per nulla la santità del
suo uffizio . Infatti la missione, che Don Bosco
ha posto sotto l'invocazione di San Francesco di
Sales, é grande e degna di considerazione . Sot-
trarre la gioventù agli ozii domenicali, per man-
tenerli in una religiosa ed onesta occupazione, è
cosa tanto bella, che noi crediamo dover ricorrere
alla semplice e perciò sublime penna del suo au-
tore per accennarla .
Egli si confessa di aver veduto « con profonda
» tristezza molti di coloro, che si sono dedicati
» per tempo all'esercizio delle arti e delle indu-
» strie cittadine, andare nei giorni di festa con-
»» sumando nei giuochi e nelle intemperanze la
sottile mercede guadagnata nel corso della set-
» timana ; e desioso di portare rimedio ad un
» male da cui sono a temere funestissime conse-
» guenze, divisò di aprire una casa di domeni-
» cale adunanza, in cui potessero gli uni e gli
» altri aver tutto l'agio di soddisfare ai religiosi
doveri, e ricevere ad un tempo un' istruzione,
» un indirizzo , un consiglio per governare cri-
» stianamente ed onestamente la vita . »
« Ecco quale sia l'opera che D . Bosco viene con
tanta semplicità annunziandoci, e che intrapren-
devasi ieri consecrando l'Oratorio di S . France-
sco di Sales in Valdocco . L'Oratorio é semplice
e modesto come si conviene a chi aspetta e deve
alla pubblica generosità il suo decoro ; ma le sue
navate sono piene di fedeli, e la fede é il più
bell' ornamento della Casa di Dio . Questi fedeli
traevano ieri in folla illuminati da quel sole, i
cui raggi sembrano una benedizione a coloro, che
si vestono di una gioia religiosa e tranquilla .
Tutto concorreva a far vivere in eterno quel giorno
nel cuore di ognuno , eterno in quelli che sono
sottratti al vizio e che devono la riconoscenza ;
eterno in quelli che patronarono l'opera e che
ricevono questo tributo di gratitudine .
» La funzione religiosa riuscì solenne come si
conviene in simili circostanze . Una persona che
colle eminenti sue virtù , colle vaste sue cogni-
zioni forma l'onore del clero torinese, il pastore
del gregge di Borgo Dora, leggeva un' ammira-
bile composizione, in cui veniva svolgendo i sani
caratteri della Chiesa coi-ne Casa di Dio e come
Casa di preghiera . Confessiamo che al sentire
quelle parole, in cui spogliando la logica dai pre-
tenziosi concetti di una eloquenza stirata , egli
ci esponeva la santità della nostra fede, la supe-
riorità della nostra religione , sulle credenze degli
altri popoli, ci credevamo trasportati a quei tempi,
in cui predicavasi ai popoli radunati sotto l'immenso
tempio del Cielo, o nelle viscere della terra, la pa-
rola di quel Dio che morì per la nostra salute .
» Finita la funzione religiosa , tutti i promo-
tori o membri della Commissione direttrice si
ritirarono in una sala attigua, intrattenendosi sulle
emozioni di sì bella giornata, e ben tosto veni-
vano rallegrati da un'ode, cantata da un coro di
ragazzi, che l' eseguivano con molta perfezione .
La Guardia Nazionale concorreva a dare maggior
lustro alla festa . Onore a questa giovane istituzione,
che merita tanta riconoscenza dallo Stato, e sa co-
gliere l'opportunità di confondersi col popolo nelle
occasioni di comune allegria . L'Oratorio é dunque
compiuto, la missione di D . Bosco é realizzata .
» Noi non vorremmo dirlo, perché temiamo che
la carità cittadina si rallenti a questo annunzio .
Eppure non è da credere i grandi soccorsi
di cui abbisogna questa nascente Istituzione, in
cui la città nostra spera rinvenire un grande aiuto
e un grande esempio da imitare nelle altre parti
del Regno . Se pertanto non abbiamo potuto tacere
la gioia che abbiam risentita all' annunzio della
Consacrazione dell' Oratorio, non vogliam che le
nostre stesse parole servano a raffreddare lo zelo
dei cittadini, i quali potrebbero persuadersi che
l'opera loro é compiuta .
« D . Bosco ha intrapresa una nobile opera e l'ha
condotta con perseveranza ed intelligenza ; la po-
polazione di Torino che apprezza i vantaggi di
un'Istituzione, il cui scopo è di sottrarre al vi-
zio tanti giovani cuori, che non hanno né l'espe-
rienza, né l'educazione necessaria per isfuggirlo,
non vorrà lasciar l'opera sua incompleta, e vorrà
mantenersi nell' altezza di quella voce di carità,
di cui va giustamente superba (1) . »
Alcuni giorni dopo la descritta solennità , Don
Bosco ne dava contezza a Mons . Luigi Fransoni
in Lione, il quale ne mostrava il suo gradimento
con una lettera, da cui traspira l'alta stima e la
paterna benevolenza, che quell'illustre Prelato nu-
triva verso il nostro Oratorio . Noi mancheremmo al
nostro cómpito se la negassimo ai nostri lettori .
Lione, 29 luglio 1852 .
« CARISSIMO D . Bosco,
« Voglio ben supporre che la Chiesa sia della
più stretta semplicità, ma il pensare che in un-
dici mesi fu fabbricata e resa uffiziabile, mi pare
(1) Vedi La Patria, giornale politico e letterario, 21
Giugno 1852 .

2.3 Page 13

▲back to top


un prodigio . Ne sia benedetto e ringraziato il Si-
gnore, che Le diede l'inspirazione d'innalzarla, e
la grazia li poterla compiere a vantaggio di tanti
giovani, che premurosi vi accorrono .
» Mi spiace che Ella non abbia potuto smal-
tire tutti i cento mila biglietti , perché gli esi-
tati 74 mila, oltreché debbono soffrire la dedu-
zione delle spese della lotteria , sono ben lungi
dal produrre per la sua Chiesa L . 32 mila, dap-
poiché la metà venne da Lei generosamente ce-
duta a favore della Piccola Casa (1) . Sono due
stabilimenti vicini, per i quali si può dire visi-
bile la mano del Signore .
» Ignoro ancora se i miei cento biglietti ab-
biano guadagnato qualche oggetto postabile . Nel-
l'elenco, ossia catalogo, ne ho visto un certo nu-
mero da riuscire graditi , ma in generale a me
suol toccare qualche parafuoco o porta-salviette .
Vorrei che fosse di un valore tal quale, per farne
godere la sua Chiesa .
» Nel desiderio che tutti i suoi Oratorii con-
tinuino a prosperare, e confidando nella miseri-
cordia del Signore , me le protesto col più cor-
diale attaccamento
Devot.mo ed Aff.mo Servitore
LUIGI Arcivescovo di Torino . »
Qui vogliamo rimediare ad una dimenticanza,
e ciò col notare che in data del 31 marzo di que-
st'anno medesimo 1852 l' ottimo Arcivescovo e-
metteva un apposito decreto, col quale dichiarava
il nostro Don Bosco Direttore Capo di tutti gli
Oratorii , e diceva così : « Congratulandoci con
Voi, degno Sacerdote di Dio, che abbiate con in-
dustre carità saputo stabilire la non mai abba-
stanza commendevole Congregazione dei poveri
giovani nel pubblico Oratorio di S . Francesco di
Sales in Valdocco, giudichiamo cosa giusta il te-
stificarvi , mercé le presenti , il nostro perfetto
gradimento, con deputarvi effettivamente Diret-
tore Capo Spirituale dell'Oratorio di S . France-
sco di Sales, a cui vogliamo siano uniti e dipen-
denti quelli di S . Luigi Gonzaga e del S . Angelo
Custode, affinché l' opera intrapresa con sì felici
auspizi progredisca e si amplifichi nel vincolo
della carità, a vera gloria di Dio e a grande edi-
ficazione del prossimo , conferendovi tutte le fa-
coltà, che sono necessarie ed opportune al santo
scopo . »
Dal 1841-42 le mire di D . Bosco erano sempre
state rivolte ad aver un sito fisso, ove raccogliere
i suoi giovanetti, e una Chiesa adattata per com-
piervi i religiosi doveri . Or dopo dieci anni di
sospiri, di sollecitudini e di fatiche questo sito
e questa Chiesa più non mancavano ; e noi aven-
do condotta la nostra istoria sino a questo fatto,
intendiamo di fare un punto fermo, e terminarne
il primo decennio .
(1) È la Piccola Casa della Divina Provvidenza, ossia
l'Opera del Cottolengo .
D. GAUDENZIO .
VI.
Un bell'orizzonte - Si prepara agli ordini Sacri
- La vigilia delle sacre Ordinazioni - Una bella
vittoria .
Non so se voi , miei cari lettori , non abbiate
mai veduto in cielo, allo spuntare del giorno, l'alba
tutta sorridente di luce . Le stelle non brillano più
in tutta la loro bellezza, la luna vicina all'occaso,
bianca, ma omai senza splendore, accenna che sta
per finire il suo regno ; ed intanto per tutta la
natura spira una pace, una tranquillità, che invita
alla gioia .
Dall'oriente poi, come un mare di luce, si spande
in tutto il creato, e fa argomentare la bella gior-
nata, che è lì lì per venire a rallegrare la terra .
Gli uccelli la salutano con i più lieti e diversi
cantici, ed il contadino, lasciato l' umile casolare,
col presagio di bellissimo giorno, s'avvia ai campi .
Tutto è sereno d'attorno , e tutto lo riempie di
santa gioia verso il buon Dio, che diffonde i suoi
tesori sulla terra , mentre i cieli ne cantano le
meraviglie . - Se questo magnifico quadro di na-
tura attrae l'occhio ed il cuore di noi poveri mor-
tali, non meno dovrebbe chiamarci a riflettere il
bell' orizzonte della cara gioventù . Anch' essa è
come l'alba di un giorno, che, se chiara e serena,
ci fa sperare una vita bella, fortunata ed utile a
quanti la posseggono . Pur troppo che sovente ve-
diamo succedere alle più liete aurore giorni foschi,
e tramonti più foschi ancora . Tanto può sugli animi
della povera gioventù il tristo esempio degli altri . -
Non però così capitava al nostro caro D . Gaudenzio .
Omai é arrivato ad una età, in cui non é più a temersi
cambiamento notabile . L'età pericolosa della gio-
ventù é passata , e già più fermo ne' suoi consi-
gli, più ricco di grazia e più maturo di giudizio,
faceva credere, che avrebbe continuato per quella
via di virtuosa condotta, che con tanta pietà aveva
incominciata e percorsa fino all' età, in cui era
giunto in mezzo a tante vicende . Ora poi si tro-
vava alla vigilia del giorno più bello della sua
vita, dopo quello della prima comunione, vogliam
dire quello della sua Ordinazione a Ministro di Dio .
Sua mamma e suo padre, che tanto di mal a-
nimo gli avevano dato il consenso di consecrarsi
al Signore, vedendo come bene corrispondeva alla
grazia , aspettavano anch'essi con divota ansietà
ed impazienza quel giorno, che rendendo il loro
figlio tutto di Dio , la Chiesa avrebbe acquistato
un ministro di più . La mamma poi non finiva
di pregare e far pregare dalle anime buone e
specialmente i poverelli, per il suo figlio, affinché
nel giorno delle sue Ordinazioni ricevesse da Dio
la pienezza dei doni celesti .
Ecco intanto come si preparava il buon Matteo .
Avrebbe potuto ricevere le sacre Ordinazioni alla
Trinità dell'anno 18 . . ., ma per meglio disporsi
e raccogliersi, domandò ed ottenne di poterle pro-
lungare sino alle tempora di settembre, che in
quell'anno capitavano appunto alla vigilia dell'Ad-
dolorata . Non volle chiedere ai superiori del Se-
minario il benefizio di alcuna poca vacanza dopo

2.4 Page 14

▲back to top


l'anno scolastico, che doveva essere l'ultimo per
lui, ma desiderò fermarsi in mezzo alle sue care
mura del Seminario . I superiori con meravi-
glia e sorpresa soddisfecero tale suo desiderio, e
gli concessero con facilità di fermarvisi quel tempo,
che a lui piaceva, per meglio coltivare lo spirito
di religione, ed apparecchiarsi a quel giorno, che
se da una parte lo riempieva di santa letizia, dal-
l'altra non mancava di suscitargli in cuore con-
fusione e paura santa . Come Mosè, quando Dio lo
eleggeva alla missione di andare in Egitto a libe-
rare il suo popolo, egli sentiva il peso del ministero
sacerdotale ; e l'umiltà in un modo e la divozione
in un altro gli contendevano la pace del cuore .
Il tempo, che gli rimaneva libero dallo studio
delle sacre cerimonie e della rubrica, lo impie-
gava tutto o in letture sacre od in preghiere . Ore
intiere passava davanti al Santissimo Sacramento,
c he serviva per lui come l'ara di salute e di con-
forto nelle lotte della povera anima sua . Diceva
sovente al Signore con le belle parole di Davide
Tunc non confundar ; cum perspexero in omni-
bus mandatis tuis : quando io fisserò bene il mio
sguardo in tutti i vostri comandi, o Signore, non
sarò più confuso .
Gli ultimi esami di Teologia li aveva sostenuti con
lode, sicché i suoi medesimi professori lo dovet-
tero pubblicamente applaudire . Superiori, congiunti
ed amici affrettavano con voti ed augurii il giorno
di vedere il buon Matteo ordinato sacerdote . An-
ch'egli lo desiderava, ma insieme paventava quel
giorno e quell'ora ; e sebbene non avesse nulla
di più caro e di più accettevole al suo cuore, pur
tremava al solo pensarvi, e talvolta ancora pro-
rompeva in copiosissimo pianto . Interrogato po-
scia perché in quei giorni di fervorosa trepida-
zione sentisse tanto affanno in suo cuore , ri-
spondeva che egli meditava quanto fosse non
solo agli uomini, ma agli angeli stessi formi-
dabile il peso del sacerdozio, e come l'augusta
missione non dovesse conferirsi che ad anime
pure, a cuori ferventi, ad intelletti capaci della
scienza delle cose divine . Che parevagli di es-
sere inetto a qualunque ministero ; incontrava
d ifficoltà ad ogni passo . A dir breve egli te-
meva di sé, temeva dell'immenso carico cui stava
per sottomettersi , temeva di tutto . Fu lunga e
tremenda la lotta ; ma vinse finalmente l' ubbi-
dienza al suo confessore, ed egli si preparava fi-
nalmente alle sacre Ordinazioni .
Eran passati i mesi di luglio e di agosto, e nei
primi di settembre, prima di ritornare in Semi-
nario per gli esercizi , che dovevano servire di
ultima preparazione alle Ordinazioni, egli volle
rivedere per un momento la casa paterna, e dis-
porre, secondo il suo cuore e zelo, ogni cosa per
la celebrazione della stia prima Messa . Si suole
in questa occasione, anche dai meno facoltosi, in-
vitare parenti ed amici a partecipare alla festa
santa del Signore ; ancorché, per la misera con-
dizione umana, non manchino gli eccessi, per cui
dovettero intervenire prescrizioni sinodali per fre-
narli, e ridurre le cose nei giusti confini di una
festa non solo religiosa e cristiana, ma veramente
degna della eccellenza della causa .
Sebbene sapesse quanto fossero prudenti i suoi
genitori, volle tuttavia essere lui presente, ed or-
dinare in modo, che il tutto fosse proceduto a co-
mune soddisfazione e di buon esempio . Tra gli
invitati desiderava fosse un suo stretto parente ;
ma per alcune briglie avute qualche tempo prima
con suo padre, questi il voleva assolutamente scar-
tato . Quanto soffrisse il buon Matteo non è a dirsi.
Pensava che la festa della carità non si dovesse ri-
fiutare ad alcuno, e che anzi quel giorno venisse a
segnare pace e concordia . Nei primi dì cominciò
a mettere qualche parola colla mamma , che fu
facilmente del medesimo sentimento .
Sapeva però che il più difficile a guadagnarsi
era il padre, il quale, oltre al danno che si cre-
deva d'aver ricevuto da quel suo rivale e parente,
si vedeva leso nell' onore ; ed a nessun patto non
voleva fare il primo passo verso di lui, tanto meno
poi invitarlo a casa sua ed in giorno di tanta gio-
condità . Gli pareva darsi colpa di un torto che
non aveva meritato, e quasi animarlo a ritornare
all'assalto . Ma queste ragioni non finivano di con-
tentare il cuore del buon Matteo, che alla fine si
fece coraggio, e, presentandosi al suo padre, gli
parlò così :
Caro papà, é omai tempo, che io ritorni al Se-
minario per le sacre Ordinazioni ; ma prima io
voglio, che voi mi concediate un ultimo favore,
che, se costasse anche molto al vostro cuore , io
non dispero di ottenere, e voi non me lo potreste
rifiutare . Ho qui in mano, e gliela mostrò, la lista
di coloro, che nel giorno della prima Messa, ver-
ranno a partecipare alla nostra gioia ; ma non é
ancora compita . ,Io desidero che almeno uno sia
di mia scelta . E un favore che vi chiede il vo-
stro figlio, e nel giorno più solenne della sua vita .
Io conosco troppo il vostro cuore per dubitarne
soltanto ; ma non ho voluto farlo senza il vostro
consenso . So che vi costa assai ; so che forse que-
gli, con la sua poco giusta condotta, se ne rese
indegno ; ma so, che voi siete cristiano, e che vo-
lete farvi veder tale in ogni occasione . Sarà que-
sto anche un mezzo per ottenere da Dio al vostro
figlio maggior copia di benedizioni . Che bell'e-
sempio darete ! Che onore acquisterete al vostro
nome ! Che gloria darete a Dio ! - Voi non mi
direte no, ma lascierete libertà a vostro figlio di
scriverlo su questo foglio . Anzi voi stesso ve lo
scriverete, a totale vittoria sul vostro amor pro-
prio aspramente ferito , ed a scorno del nostro
avversario .
Così dicendo prese la mano di suo padre, e con
pietosa violenza lo condusse al tavolo, perché met-
tesse il nome tanto abborrito . In sulle prime parve
contrario ; balbettò qualche parola, disse che era
impossibile ; e che, anche posto, che egli ve lo in-
vitasse, forse quel tale gli darebbe maggior offesa
col disdire l'invito .
Ma fu pronto Matteo a rispondere, che egli stesso
si obbligava di compiere l'ambasciata, di andarlo
a pregare di far pace, e togliere quello scandalo
in paese, che due parenti, stati tanto tempo buoni a-
mici, ora si odiassero così tenacemente . Insomma
tanto disse e fece, che il padre non poté resistere alla
carità del figlio, e scrisse tra gl'invitati colui, che

2.5 Page 15

▲back to top


il buon Matteo avea già scritto in suo cuore . Gli bolezza, come un darsi torto in faccia a tutto il
disse però il padre : Ora come si fa per avvi- paese . Qualche momento fu quasi pentito, avrebbe
sarlo ? Chi andrà alla sua casa? Non credo di mia voluto essere stato più forte . . . Ogni istante gli
convenienza che ci vada io stesso ; ancorché que- pareva un secolo . Mentre combatteva così col suo
sta prima vittoria m'infonda coraggio di presen- cuore, ed appoggiato al davanzale della finestra
tarmivi io stesso . Ma vorrebbe colui ricevermi ? aspettava con ansietà febbrile il ritorno del figlio,
Crederebbe alla sincerità delle mie parole ?
vide lui accompagnato da un altro, che non riconobbe
Caro padre, disse allora Matteo , a questo ho subito, passargli proprio sotto gli occhi . Suppo-
già pensato io stesso . Mi presenterò io da lui, e nendo chi era, sentì più forte nel cuore la sua
son certo che non troverò alcuna difficoltà . Ve- affezione, ed allontanandosi da quel luogo, non
drete come Dio renderà soddisfatti appieno i no- scese no, precipitò le scale, e in meno che non
stri desiderii .
si dice, si trovarono tutti e due abbracciati, co-
A te, soggiunse il padre, non posso ornai ri- prendosi di baci . Fu una scena pietosissima, e de-
cgusanreaalcvunea rcoasam. eVan , ptarelagldi 'a emiso snomeer; edi- contemplata ed ammirata
gli che io dimentico tutto il passato ; e che ri- da ogni anima cristiana .
torniamo oggi amici, come non cessammo mai di
L'uno l' altro voleva dirsi in colpa del passato,
essere parenti .
per vani puntigli, aver errato per diabolica sug-
Come un capitano, che dopo aver preso una forte gezione, ma che ora ne era pentito . « Io, diceva
posizione s'incammina a compiere la vittoria, Matteo il sig . Francesco, io ho sbagliato . - Tu, inter-
con la gioia che gli raggiava in fronte, s'avviava con rompeva l'altro, hai sempre operato con onestà .
rapido passo alla casa di colui, che fu per tanto Io ho il torto : io fui il disgraziato d'aver inter-
tempo avversario di suo padre . Dio benediceva il rotta un'amicizia, che doveva essere eterna . » Così
suo servo, e disponeva le cose in modo per l'in- dicendo non finiva di piangere e quasi di singhioz-
tiero trionfo . - Già da qualche giorno costui zare . Fu quella una sera consolantissima per tutti,
sentiva rimorso di quanto aveva fatto contro al e di gioia specialmente per Matteo , che vedeva
padre di Matteo, ed avrebbe desiderato un'occa- finalmente ritornata la pace, e tolta l'ultima nu-
sione, per rappattumarsi con lui, e togliere l'onta vola, che poteva ancor intorbidare la serenità della
e lo scandalo nella loro piccola terra . Ora poi che vicina festa della sua prima Messa . Alla dimane
vedeva il suo figlioccio, Matteo, vicino agli altari, fu un lungo parlare del fatto pel paese, e un be-
penava in cuore oltre ogni credere, per non po- nedirne l'autore, ed un togliere degli augurii per
terlo avvicinare, non potergli dire, che anche lui l'avvenire di più larghe benedizioni del Cielo .
giubilava della felice sua sorte . Più volte anzi gli
nacque nell'animo il desiderio di parlare al padre,
o almeno di scrivergli che era pentito . . . ma non
si sentiva di farlo per certi umani riguardi . Quella
sera, quando vide entrare in sua casa Matteo, gli
I FIGLI PRIMOGENITI INTORNO AL PADRE,
corse all' incontro , lo strinse amorevolmente al Nell'occasione della festa di S . Giovanni Bat-
seno, e, senza poter dire una parola , lo bagnava tista i primi giovani dell'Oratorio di S . Francesco
di copiosissime lacrime . Tu qui ? gli disse poi, di Sales divenuti oggimai uomini adulti e pieni di sen-
Tu qui ? Hai avuto il coraggio di venire da me, no, che noi chiamiamo a buon diritto i primogeniti,
c he ebbi la stoltezza di inimicarmi tuo padre?
gareggiarono pur quest'anno nel celebrare l'ono-
« Zio, disse alla sua volta Matteo, son venuto ap- mastico di D . Bosco loro comun padre ed amico .
punto a nome di mio padre a dirvi che, nel dì Una rappresentanza andò in quel giorno ad offrir-
della mia prima Messa, voi dovete venire a pren- gli a nome di tutti il tributo della figliale rico-
dere parte della sua e mia gioia . Lui medesimo noscenza ed amore . Il Teol . D . Giorgio Novara
volle scrivervi tra i suoi parenti ed amici ! » lesse un discorso, infiorato di tali pensieri ed e-
Così dicendo tirò fuori la lista e gliela porse sotto spressioni, che non hanno radice se non in un a-
gli occhi . - Intieramente vinto e confuso per nimo dei più gentili . Alle parole si congiunsero
tanta generosità cristiana, il pover'uomo esclamò i fatti, ai fiori i frutti, e varii bei doni mostra-
dolentissimo « ed io ebbi la sventura di offendere rono a D . Bosco che l'affetto dei suoi primoge-
un cuore sì buono ! Me lo perdoni il Cielo ! » Senza niti é sempre sincero e verace .
quindi frapporre altri indugi, si tolse il cappello In quella fausta occasione egli dopo aver loro
e pregò Matteo a seguirlo . Troppo gli premeva rivolte affettuose parole invitò i rappresentanti e
di correre dal sig . Francesco e dirgli che gli do- i rappresentati a mensa con lui . Ciò non poten-
mandava scusa del torto fattogli , e ringraziarlo dosi fare in quel giorno istesso, per dare comodità
di quell' immenso tratto di generosità . Non vide
nessuno per via , tanto aveva gli occhi pieni_ di
lacrime, ed il cuore in commozione .. Non si ac-
corse di quelli che lo salutavano, neppure di chi
voleva fermarlo a parlargli per interessi vivi che
avevano per mano . . . Era fisso in un solo pensiero,
in un solo affetto .
ad ognuno ne furono stabiliti due altri, la Dome-
nica 31 Luglio per gli artigiani ed impiegati, e
il lunedì 1° Agosto pei Sacerdoti . Furono quelli
due giorni di santa allegrezza .
Al levar della mensa la banda musicale del-
l' Oratorio co' suoi melodiosi concerti aggiunse
diletto alla brigata . Fra una suonata e l'altra si
Né in minore inquietudine stava il padre di Mat- lessero varii componimenti ; e siccome allo sfogo de-
teo . Tremava che il suo operare così cristiano fosse gli affetti non bastava la prosa , così si ricorse
considerato coi-ne una vigliaccheria, come una de- alla fervida poesia . A questa fecero tra gli altri

2.6 Page 16

▲back to top


ricorso il distinto ingegnere Pietro Morino, e il
sempre lepido ed affettuoso Carlo Gastini, che in-
terpretarono fedelmente il cuore di tutti .
Nel secondo giorno una singolare circostanza ag-
giunse lustro alla festa . Fra gli invitati vedevansi
accanto a D . Bosco il signor Giuseppe Repetto,
savio ed operoso industriale ed artista di Lava-
gna, e il sig . Dottore Giovanni Albertotti medico
nel R . manicomio di Torino, che da più lustri con-
sacra i lumi dell'arte salutare a sollievo delle u-
mane miserie . Or bene questi due signori, quale
in uno e quale in un altro ramo, assai beneme-
riti della civile società, venivano per motu-proprio
di Sua Maestà il Re Umberto I insigniti della
croce di cavaliere, e D . Bosco fu incaricato di
consegnarne loro il regio diploma . Quindi tra gli
evviva all'uno e all'altro ebbe fine l' agape gio-
conda, che speriamo sarà rinnovata ancora per
molti anni a comune soddisfazione .
Ci duole che lo spazio non ci permetta di qui ri-
ferire in disteso le cordiali parlate di D . Bosco
a suoi primogeniti nelle tre circostanze sopra
accennate . Compendiando notiamo solo che egli
esordì dall'esternare il suo contento nel vederli
almeno una volta all'anno insieme raccolti intorno
a lui ; desiderare che la lontananza non impedisse
a moltissimi altri d' intervenire a quella dimo-
strazione e a quell' agape, a cui per altro tutti
prendevano parte col cuore . Ringraziò dei regali
fattigli, delle lodi e degli encomii a lui tributati,
che egli disse riguardare come pie esagerazioni,
le quali dimostravano che quando l'amore é grande
vede tutto bene, e più non gli basta il grado po-
sitivo, ma adopera il comparativo e il superlativo .
Facendosi poscia sopra un passo del bel discorso
lettogli dal Teol . Novara, in cui si accenna ad
un mendace giornale, che poc'anzi accusava d'i-
gnoranza i giovani dell' Oratorio, D . Bosco rac-
contò come pochi anni addietro una persona, di cui
tacque il nome , aveva scritto a Roma movendo
la stessa accusa contro i Salesiani . Allora che
cosa si fece? Si prese in mano il registro, e con
documenti autentici e bollati si fece constare che
sopra 200 membri dell'Istituto 180 avevano su-
bito rigorosi esami, quali in Seminario, quali nella
Università di Torino, quali in Licei e Collegi
governativi, ed ottenutone il diploma o di teo-
logia, o di filosofia, o di belle lettere, o di pro-
fessore o maestro . Ricevuta in Roma simile ri-
sposta confortata da cotali documenti ne venne
fatta rimostranza all' accusatore, il quale sapete
che cosa rispose? Rispose non essere da stupirsi che
D . Bosco annoverasse tanti laureati, professori e
maestri, perchè egli tra i suoi giovani sceglie a
rimaner con lui i dotati di particolare ingegno,
lasciando gli altri in disparte . Vedete contrad-
dizione, e nel tempo stesso una prova di quel
detto dello Spirito Santo : M undus totus in ma-
ligno positus est ; il mondo é tutto posto nella
malignità ; e non tacerebbe gli mettessimo ben
anco dei gnocchi in bocca . - Del resto poi, sog-
giunse D . Bosco, io non voglio già che i miei
figli siano enciclopedici ; non voglio che i miei fale-
gnami, i fabbri ferrai , i calzolai sieno avvo-
cati ; né che i tipografi e i legatori ed i librai
la vogliano fare da filosofi e da teologi ; tanto
meno intendo che i miei professori e maestri
studino de arte politica, come se avessero a di-
ventar ministri ed ambasciatori . A me basta che
ognuno sappia bene quello che lo riguarda ; e quando
un artigiano possiede le cognizionii utili ed oppor-
tune per ben esercitare l' arte sua ; quando un
professore è tornito della scienza che gli appa-
tiene per istruire adeguatamente i suoi allievi ;
quando un Sacerdote, precedenti i dovuti esami, è
giudicato idoneo ad esercitare il santo ministero,
e lo esercita difatto con frutto delle anime, co-
storo, dico, sono dotti quanto è necessario per
farsi benemeriti della Società e della Religione,
ed hanno diritto ad essere rispettati quanto altri
mai . Regoliamoci dunque bene, continuò D . Bosco,
e non curiamoci delle male lingue né delle cattive
penne . Egli finiva il suo parlare raccomandando
ai laici di essere sempre il fiore dei galantuomini,
e ai Sacerdoti di mostrarsi il sale e la luce dei
popoli ; e tutti accolsero i suoi detti come già li
accoglievano nei primi lor anni con docilità ed
amore .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani .
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno, mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi-
sogno di Confessione e Comunione purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica , e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni , e co-
municato, visiti una qualche chiesa , pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Settembre.
4 . S . Rosa da Viterbo .
7 . Patrocinio della S . Vergine .
8 . Natività di Maria .
11 . Nome di Maria .
17 . Stimmate di s . Francesco d'Assisi .
18 . Festa dei 7 dolori di Maria .
21 . S . Matteo Apostolo ed Evangelista .
24 . Beata Vergine della Mercede .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons.
Tip. di San Vincenzo de Paoli, Sampierdarena 1881.