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ANNO IV . - N . 8 .
Esce una volta al mese .
AGOSTO 188 0 .
BOLLETTINO SALESIANO
Noi dobbiamo aiutare i fratelli a fine
di cooperare alla diffusione della
verità .
(III, S. Giov . 8) .
Attendi alla buona lettura, all'esor-
tare e all'insegnare .
(I, TIne . IV - 15) .
Delle cose divino la pift divina quella
si è di coeperare con Dio a salvare
le anime.
(S . DIONIGI) .
Chiunque riceverà un fanciullo in
nome mio riceve me stesso .
(MATT . XVIII, 5) .
Bisogna aver cura dei fanciulli, per-
chè di essi è il regno de' cieli .
(S . GIUSTINO) .
Vi raccemande la fanciullezza e la
gioventù ; curatene con grande pre-
mura la educazione cristiana ; met-
tete loro sott' occhie libri , che
insegnane a fuggire il vizio, e a
praticare la virtù .
(Pio IX) .
Un amore tenero verso il prossimo è uno dei più grandi ed eccellenti doni, che la divina Bontà faccia agli uomini .
(Il Dottor S . FRANCESCO DI SALES
-- Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO U
SOMMARIO - S . Gioachino e il Santo Padre Leone
XIII - Rapido cenno sulle opere di un Eroe della
Chiesa Cattolica - Lettera Americana - Feste -nel-
l'Oratorio di S . Leone a Marsiglia - Una memoranda
giornata nel Collegio di Borgo S . Martino - Storia
dell'Oratorio di S . Francesco di Sales - La Patago-
nia e le terre australi del Continente americano -
Una biografia promessa - Una lezione salutare Tre
specchi - Avviso - Necrologia - Indulgenze spe-ciali
pei Cooperatori Salesiani .
S. GIOACHINO
E IL SANTO PADRE LEONE XIII .
Sanno i nostri lettori che il gloriosa-
mente regnante Sommo Pontefice sortì al
fonte battesimale il nome del fortunato
Padre della gran Madre di Dio . La Chiesa
celebra la festa di S. Gioachino nella
prima Domenica dopo l' Assunzione di
Maria al Cielo . Laonde in quest' anno il
22 del corrente Agosto è il giorno ono-
mastico del nostro Santo Padre Leone XIII .
Tutti i bravi Cattolici sogliono in que-
sta propizia occasione fare in ossequio
del Papa quello, che in simili circostanze
affettuosi figliuoli di buona famiglia pra-
ticano verso il caro loro genitore . Sale-
siani e loro Cooperatori, Suore di Maria
Ausiliatrice e loro Cooperatrici, nelle di-
mostrazioni di attaccamento, di devozione,
di affetto al Vicario di Cristo, al Capo
Supremo della Chiesa, al Maestro infal-
libile del mondo, non devono mai trovarsi
nelle ultime file . Nol furono pel passato,
e nol saranno per l' avvenire .
Pertanto in quel giorno in tutte le
Case della Pia Società di S . Francesco eli
Sales, e dell' Istituto delle Suore di Maria
Ausiliatrice, avranno luogo speciali pra .
tiche di pietà . Noi faremo la Santa Co-
munione ed altre preghiere per la pro.
sperità del Santo Padre Leone XIII, che
il buon Dio ci conservi ancora per mol .
tissimi anni. Esortiamo caldamente i Coo .
peratori e le' Cooperatrici , che, uniti in
uno spirito con noi, facciano essi purE
altrettanto nelle loro città e villaggi, at .
tirandovi ad un tempo i loro soggetti,
conoscenti ed amici.
Giacchè il mondo e l' inferno, giacché
i seguaci dell'uno e i satelliti dell'altro og-

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gidì si stringono ad un patto per recarE tolica , a conforto eziandio ed ammaestra-
al Papa offese ed oltraggi, noi da buoni
figliuoli uniamoci insieme per consolarle
mento di molti daremo qui un raspulildeo cenno
sulle principali sue opere , e
gravi
tribolazioni che gli costarono .
ed amarlo, e invocargli ogni bene dal Cielo . Giovanni Eudes nacque nel 1.601 a Ri, vil-
Facciamo come dice lo Spirito Santo : In laggio della diocesi di Seez nella bassa Nor-
fatti e in parole onora il Padre tuo, af-
mandia . Fece i suoi primi studii a Caen,
diocesi di Bayeux, sotto la direzione dei pa-
finchè la benedizione d i lui venga sopra dri Gesuiti . Fu insignito del Sacerdozio nel
di te, e ti accompagni sino alla morte 1625, ed aggregatosi tra gli Oratoriani in
In opere et sermone
honora patrem
Parigi se n' ebbe poscia a separare per
ante ragioni .
tu m,utspervniabedctioa
Iddio lo destinò a dare principio e vita
eo, et benedictio illius in novissirno ma - ad un' opera, in quel tempo altamente re-
neat (1) .
clamata dai bisogni delle Chiese di Francia .
I Padri del Concilio di Trento nel 1563,
E Voi, Beatissimo Padre, mentre nella prima di separarsi, avevano caldamente rac-
nostra pochezza, ma con tutto l'ardore comandata la creazione di Seminarii in tutte
degli affetti, vi desideriamo, e vi pre- le diocesi per la educazione dei giovanetti,
ghiamo ogni bene possibile, deh ! voglia-
inclinati al servizio degli altari . Ma era
passato ormai un secolo, e in Francia per
tevi degnare di benedirci, come già altre difetto d uomini atti da ciò questi semenzai
volte faceste, e ce ne trovammo sì bene : di sacri ministri non si formavano . Gio-
benediteci, poichè in mezzo alle tribola-
vanni Eudes fu l' uomo suscitato da Dio ad
eseguire il grande progetto .
zioni della presente vita, dopo la grazia Il 25 di marzo del 1643, uscito dall' Ora-
di Dio, la vostra benedizione è il nostro torio, egli con cinque compagni dello stesso
più ambito, il nostro più dolce conforto,
spirito gettava le fondamenta, della sua Con-
gregazione, la quale per la circostanza della
perchè è la felicità delle nostre Case : Be- festa della SS . Annunziata , che ricordava
nedictio patris firmat domos filiorum (2) . l'unione di Gesù con Maria, volle appunto
intitolata da questi dolcissimi nomi . Dal
nome del suo fondatore essa venne poi
chiamata eziandio la Congregazione degli
Eudisti . Duplice erane e ne è tuttora lo
scopo : Fondare e dirigere Seminarii per
RAPIDO CENNO SULLE OPERE
la istruzione e l'educazione degli aspiranti
alla sacra milizia ; e dettare Missioni so-
di un Eroe della Chiesa Cattolica .
prattutto nelle città, ove i Vescovi ne fac-
ciano dimanda . La prima Casa, che doveva
Il giorno diciannove del corrente agosto essere siccome il centro della Congregazione
si compie il secondo centenario della pre- e la madre di tutte le altre , fu aperta a
ziosa morte di un venerando personaggio, Caen, nella diocesi di Bayeux, per consiglio
che insieme col nostro s . Francesco di Sa- ed appoggio del Vescovo monsignor d'An-
les, con s . Vincenzo de' Paoli e con in- gennes, che gli fu sempre amico e protet-
numerevoli altri grandi del secolo XVII, tore.
assò in sulla terra siccome un Eroe . Noi Prima ancora di dare principio a questa
ntendiamo dire il Venerabile Padre Gio- Congregazione, il Padre Eudes aveva inco-
vanni Eudes, fondatore della Congregazione inciata un'altra opera pur degna di alto
di Gesù e Maria, e dell' Ordine delle Suore encomio . Nelle sue frequenti Missioni egli
della Madonna di Carità del Rifugio , da trovava ben sovente delle povere giovani,
cui ne rampollò quello del Buon Pastore , le quali, pianti i loro traviamenti, brama-
che crebbe in breve e si fece quale un al- vano di menare per l' avvenire una vita .
bero gigante . Ad onore di questo gran cristiana ed onorata ; ma parecchie pur gli
Servo di Dio, ed Eroe della Chiesa cat- confidavano e lasciavangli temere che, ri-
manendo nel mondo, o per seduzione o per
(1) Eccli . tn, 9, 10 .
(2) Ibid . rti, 11 .
fame sarebbero ricadute . Pieno di carità
per tutte le miserie, specialmente sirituali,

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il buon Padre cominciò a provvedere ad
alcune di quelle infelici col raccomandarle
alla cura di pie signore . In fine avute
limosine • di caritatevoli persone, egli pre-
se ad affitto una casa a Caen , luogo di
sua dimora e predilezione, e intorno alla
festa dell'Immacolata Concezione dell'anno
1641 aperse il primo Ricovero per le po-
vere penitenti . In appresso alcune zitelle
dell'alto e del basso ceto si offersero per
la loro assistenza e cultura , e così ebbe
incominciamento l'Ordine delle Suore della
Madonna di Carità del Rifugio , che tante
figlie restaurò nell' onore, restituendole a
Dio, alla Chiesa, alla Società .
Abbiamo detto che il Padre Eudes sepa-
ravasi dalla Congregazione dell' Oratorio
per sante ragioni (1) . Egli ne usciva per
disposizione della divina Provvidenza, che a
più alte cose lo chiamava ; e ne usciva pur
anche per dovere di coscienza . E da sapersi,
che la maggior parte dei membri dell' O-
ratorio lasciossi ben tosto avvelenare dalla
eresia giansenistica allora nascente ; eresia
sleale, che non osò mai assalire di fronte
la Chiesa, ma le si nascose in seno quale
un serpente , dilaniando in modo spietato
la madre ed i figli sino a questi ultimi
tempi (2) . Al Padre Eudes, devotissimo qual
era alla Cattedra di Pietro, non reggeva
il cuore di vivere insieme a confratelli, che
non ottemperavano al Maestro . Supremo,
e dopo maturo consiglio se ne divise per non
essere a parte della loro mal celata ribel-
lione . « Lo spirito giansenistico , così il
Rohrbaker, lo spirito giansenistico penetrato
nell'Oratorio ne fece uscire uno dei migliori
preti . » E questo prete era appunto Gio-
vanni Eudes . Ma da quel giorno cominciarono
le sue più gravi tribolazioni . Gli Orato-
riani infetti dei principii di Giansenio pre-
(1) L' Oratorio era una Congregazione di ecclesiastici
stata consigliata in Parigi dal nostro san Francesco di
Sales, e fondata nel 1811 dall' Abate e poscia Cardinale
Bèrulle collo scopo di coltivare nella virtù e nelle fun-
zioni ecclesiastiche il giovane clero . In appresso essa de-
viò dal suo primiero fine prendendo la direzione di Col-
legi laici, e soprattutto fasciando entrare tra i suoi membri
l' eresia dei Giansenisti . Questa Congregazione fu soppressa
nel 1790 , e ristabilita a Parigi dali' Abate Pététot nel
1853 sotto il titolo dell' Immacolata Concezione .
(2) Tra gli errori dei Giansenisti vi ha che Gesù Cristo
non è morto per tutti qli uomini, e che i Comandamenti
,di Dio sono impossibili agli stessi giusti, che vo gliono e
si sforzano di adempirli . Dottrina empia e sacrilega, che
dissecca la fonte della pietà, toglie ogni slancio alla virtù,
e spalanca le porte al vizio, alla indifferenza, alla dispe-
razione . Da questi falsi principii ne derivarono molte fu-
neste conseguenze, tra cui un fatale rigorismo nella di-
rezione delle anime, e l' allontanamento dei fedeli dalla
frequenza ai sacramenti soprattutto alla Comunione, che
si deplora tuttavia in alcuni luoghi di Francia e ancor
del Piemonte .
sero a muovergli una guerra così aspra
ed ingiusta, che solamente un Eroe come
lui poteva sostenere così a lungo, e così
nobilmente . Noi non possiamo tenere die-
tro a tutti gli assalti dei suoi avversarii ;
ma non ci pare inutile l'accennarne alcuni .
Pertanto cominciarono a calunniarlo di
essersi appropriato di beni altrui a van-
taggio della sua Congregazione ; lo taccia-
rono di ambizione, di superbia e di spirito
d'indipendenza ; intaccarono la sua scienza
e quella dei suoi Sacerdoti, dicendola scarsa
ed impari all'opera intrapresa . Poscia pas-
sarono a criticare la sua Congregazione,
chiamandola inutile, e pronosticando che
sarebbe presto caduta . E per farla cadere
niun mezzo lasciarono intentato . Essi cer-
carono soprattutto di metterla in sospetto
presso ai Vescovi , anzi si provarono per-
sino, ma inutilmente , di suscitarle contro
quella di S. Vincenzo de'Paoli . Nè si stet-
tero paghi a spandere male dicerie in mezzo
al popolo e rintronarne le orecchie dei Pre-
lati di Francia, ma osarono di farle perve-
nire al trono di Luigi XIII, e poi di Luigi
XIV. Che più ? Eglino le innoltrarono per-
sino al soglio del Papa, a cui dipinsero il
Padre Eudes con sì foschi colori, che riu-
scirono a fargli ritardare per qualche tempo
la ricognizione del religioso suo Istituto, e
la concessione di varii favori .
Avvenne di più . Per grande sventura
della nascente Congregazione venne a mo-
rire monsignor d'Angennes, Vescovo di gran
cuore e di gran mente, coll' appoggio del
quale il P . Eudes aveva aperto in Caen,
sua diocesi, la prima Casa o Seminario . A
questa disgrazia un'altra se ne aggiunse, e fu
che venne a succedere a quel degno Pre-
lato mons . Molé, cui i giansenisti seppero
sinistramente impressionare a danno del
povero Padre, e dell'opera sua . Non mancò
il santo Prete di presentarsi al nuovo Ve-
scovo, ed esporgli la rettitudine delle sue
intenzioni ; ma egli nè si convinse , nè
si dispose a maggior benevolenza ; che anzi
adducendo per ragione che la novella Con-
gregazione tendeva a diminuire in diocesi
l'autorità episcopale, la volle distrutta . Quindi
sebbene nell'anno 1648 Papa Innocenzo X
avesse dichiarato che il Seminario di Caen,
fondato dal P . Eudes, era stato eretto se-
condo l' intenzione del Concilio di Trento,
e che doveva sussistere nella forma stabi-
lita, ciò nondimeno quel Vescovo nel 1649,
appena salì la sede di Bayeux, cominciava
a sospendere il Padre Eudes e i suoi Sa-
cerdoti, togliendo loro ogni giurisdizione in .

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diocesi ; e l' anno seguente interdiceva la difficoltà, che talvolta accavalcavansi le une
Cappella del Seminario, ordinava ai Sacer- sopra le altre come le onde di un mare a-
doti della pretesa Congregazione di demo- dirato . Quando venne inflitta la inqualifi-
lirne l'altare, e vietava loro ogni funzione cabile sospensione, chiuso il suo Seminario,
persin nella loro Casa, senza suo speciale , e interdetta la Cappella, egli esortò i suoi
permesso . Fece altro ancora, e poco ap- confratelli alla sommissione e pazienza ;
presso, cioè l'anno 1651, approvando in sua I ma dichiarò tosto che l'ubbidienza passiva,
diocesi l'Istituto della Madonna di Carità di cui egli ed i suoi facevano prova, non
del Rifugio per la cura delle giovani pe- istabiliva punto la decadenza dei loro di-
nitenti, egli ne tolse la direzione al P . Eudes, ritti, soprattutto da quello di provvedersi a
che n'era stato il fondatore! Era questa una tempo e luogo contro l'ordinato, che ad essi
nuova e delle più crudeli mortificazioni, attentava, e ne formolava subito una ener-
che gli potesse dare ; e il sant'uomo l'ac- gica protesta. Tutti gli storici sono concordi
cettò con invitta rassegnazione , pago che nell'asserire che il Padre Eudes stette sem-
l'opera sua proseguisse alla gloria di Dio, pre fermo come colonna di bronzo innanzi
e alla salute delle anime .
alle calunnie, che denigravano le sue in-
Il Padre Eudes pareva vinto . L' altare tenzioni, e agli assalti, che tendevano ad
della Cappella era atterrato, era distrutto ; annientare i suoi sforzi per la santificazione
ed egli medesimo viveva sotto il peso di delle anime, e pei bene della Chiesa : due
un ingiusto interdetto sul luogo stesso delle nobili fini, per cui lottò strenuamente sino
sue più eroiche battaglie . Eppure era vin- alla morte .
citore ; chè Dio non mancava di soccorrerlo É pur cosa consolante il vedere che men-
ed esaltarlo , come ha promesso di esal- tre alcuni o per ignoranza o per mala fede
tare gli umili, nel mentre che faceva pe- cotanto si arrabbattavano per levare il buon
sare la sua mano vendicatrice sopra chi nome al P . Eudes, e sperderne la Congrega-
tentava di opprimerlo . Uno dei suoi più zione, egli in quella vece andava di giorno in
ardenti avversarii veniva colpito da morte giorno acquistando l' affetto e la stima di
improvvisa, il qual fatto porse agli altri molti, e riscuotendo l'ammirazione di tutti .
buona materia da meditare . Poco dopo an- Ogni assalto contro di lui segnava un pro-
che monsignor Molé era chiamato all'eter- gresso dell' opera sua . A mo' d' esempio,
nità, e così cessava in diocesi la persecu- quando gli venne chiuso il Seminario di
zione contro il Servo di Dio . Nell'anno 1653 Caen, monsignor Claudio Auvry,Vescov
il Vescovo successore, Mons . Servien, an- di Coutances, pochi giorni dopo, e agli otto
nullate le passate ordinanze, faceva riaprire di Dicembre del 1650, festa dell'Immacolata
il Seminario e la Cappella, e concedeva al Concezione della Madre di Dio, lo chiamava a
Padre Eudes e a' suoi Sacerdoti tutte le fa- fondarne un'altro nella sua diocesi . Il santo
coltà necessarie all' uopo .
Prete , malgrado la critica posizione in cui
Il contegno , che tenne il buon Padre si trovava, facendo assegnamento nella in-
durante queste ed altre infinite tribolazioni, fu tercessione della SS . Vergine , non esitò
un contegno da Santo . Calunniato ed ol- di accettare l'offertagli impresa . Nè la Ver-
traggiato in ciò che aveva di più caro , gine Maria lasciò delusa la fiducia in Lei
egli scriveva : « Prego Dio che di tutti i riposta dal suo figlio divoto , imperocchè
miei calunniatori, o, per dir meglio, di tutti gli aiuti per la erezione del Seminario fu-
i miei benefattori, faccia dei grandi Santi .» rono così copiosi, che in riconoscenza egli
Essendosi diffuso uno scritto infamante ne dedicò la Chiesa in onore del Sacro
contro di lui e del suo istituto, i suoi amici Cuore di Maria , e le fece porre sul fron-
ed i principali tra i suoi confratelli lo sup- t tone queste parole : Fundavit eam Mater
plicavano di prendere finalmente le più ri- Altissimi : La fondò la Madre dell'Altissimo.
gorose misure per arrestare il corso di tutti Nè solamente il Vescovo di sua diocesi,
questi disordini, attribuiti ai partigiani del e di quella di Coutances, ma moltissimi al-
giansenismo . Ma egli rispondeva : « Forse tri gli diedero le più alte prove di loro
Iddio susciterà qualcheduno che risponderà stima e benevolenza . Tutti andavano a gara
al libello . Checché ne sia , di tutto cuore a chiamarlo presso di loro per dettare Mis-
abbraccio la croce, che a Dio piacerà di sioni ed aprire e dirigere Seminari, o fon-
mandarmi, e lo supplico instantemente che dare asili per le convertite, sotto la direzione
perdoni ai miei persecutori . »
delle sue Suore . Cosi fecero tra gli altri
Incrollabile fu in ogni evento la sua co- Mons . Matignon, Vescovo di Lisieux, così M .
stanza ; nè lasciossi mai abbattere dalle Harlay Arcivescovo di Ruen, e poi di Parigi,

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così Mons . Maupas Vescovo di Evreux, così
Mons . De la Vieuville Vescovo di Rennes,
e più e più altri che troppo lungo sa-
sebbe il pur nominare. Senza contare i Qua-
resimali, gli Avventi ed altre simili predi-
cazioni, le sole Missioni date dal P . Eudes,
ascendono al numero di centododici ; Mis-
sioni che duravano più mesi, e nelle quali
ei predicava talora da due a tre volte al
giorno . Le chiese più vaste erano sempre
ristrette per lui . Bene spesso era obbligato
a predicare all' aperto, e furono notate ad
una volta sino a trenta e quaranta mila
persone ad udirlo . Predicò a Parigi ed a
Versailles dinanzi alla famiglia reale, e allo
stesso Luigi XIV . Sono quindi incalcolabili
le anime confermate nella fede, e rassodate
nella pietà ; innumerevoli ed anche strepi-
tose le conversioni da lui operate .
Nè solamente i Prelati furono ammira-
tori del P . Eudes, ma i più grandi perso-
naggi di Francia , come il Cardinale Ri-
chelieu primo ministro , e il Cardinale
Mazzarino suo successore ; anzi suoi am-
miratori furono i due re di quell' epoca
Luigi XIII, e il figlio suo Luigi XIV . Ma
quello che vale più di tutto si è che tra gli
amici, i difensori, i protettori del P . Eudes,
tiene il primo posto s . Vincenzo de' Paoli,
uomo di sì alti meriti, che non avvi nè
lingua nè penna, capace di celebrarli de-
gnamente .
Roma mise poscia il suggello della supre-
ma sua autorità alle opere del P . Eudes . Così
fecero Papa Innocenzo X, Clemente X, e Papa
Alessandro VII, il quale nell'anno 1666 con
apposita Bolla erigeva in Ordine religioso
l'Istituto della Madonna del Rifugio per la
cura delle penitenti . Fu questa una delle
più dolci ricompense che potesse aspettarsi
in questa terra il buon Padre, e Dio non
gliela negò (1) .
(1) Da questo sorse l' Ordine della Madonna del Buon
Pastore, ed ecco in qual modo . Ciascuna Casa dell'Or-
dine del Rifugio faceva parte da sè, dipendeva dal Ve-
scovo della diocesi , ed una Superiora non s' ingeriva
nella Casa dell'altra, quantunque sempre unite dal vin-
colo della carità e dall' osservanza delle stesse regole .
Ma l'anno 18:35 la Superiora ella Casa di Angers, Suor
Maria di santa Eufrasia, religiosa di esimia pietà, e che
nella lettura della vita e delle opere del P . Eudes erasi
imbevuta appieno del suo zelo apostolico, concepì il dise-
gno di erigere la sua Casa in Generalato . Essa giusta-
mente pensava che una Casa di tal fatta, come unico
centro, si sarebbe trovata più libera ad aprire nuove case,
avrebbe potuto conservare più facilmente l'unità di spi-
rito e di direzione in tutti gli stabilimenti , propagare
maggiormente la gloria di Dio e la salute delle anime .
Pertanto coll' appoggio del Vescovo della città ella ne umi-
liò domanda a Papa Gregorio XVI, il quale udito il con-
sulto dei Cardinali ne esaudì la supplica, e con suo Breve
in data del 3 aprile di quell' anno stesso 1835 costituiva
un nuovo Ordine sotto il nome della Madonna di Carità
Più altre cose avremmo a dire di questo
uomo grande, ma ci toccherebbe di prolun-
gare di troppo quest'articolo , e perciò con-
chiudiamo . La morte sua fu come quella di un
soldato, che cade in sulla breccia, e colle
armi alla mano . Le parole del suo testa-
mento furono queste : Veni, veni, Domine
Jesu . Sentendosi mancare le forze in Caen
domandò il SS . Viatico, che volle ricevere
in ginocchio sul pavimento della sua cella,
sostenuto da due dei suoi Confratelli . Dopo
la Estrema Unzione credendo che non a-
vesse più che pochi momenti di vita, i suoi
religiosi con molte altre persone si radu-
narono piangenti intorno al suo letto per
riceverne il finale respiro . Alla vista di
tante persone che gli erano sì care, il mo-
ribondo parve riaversi , e gli ultimi suoi
istanti li spese a confermarle nei sensi di
pietà, nell'amor di Dio e del prossimo, nel
distacco dal mondo e nel desiderio del cielo .
Cessato di parlare , cessava pur di vivere
verso le tre ore pomeridiane del 19 Agosto
dell'anno 1680 .
Gli oracoli fallaci di certi uomini al
tempo del P . Eudes presagivano la presta
caduta dei suoi Istituti ; ed Invece, dopo 200
anni dalla sua morte , questi continuano
a fiorire rigogliosi . Non è egli il caso di
ripetere : Mendaces filii hominum in sta-
teris suis ? Così Iddio si burla di coloro ,
che si credono sapienti , e non conoscono
le vie della sua Provvidenza, sempre mi-
rabile nei suoi Santi .
Come abbiamo di sopra accennato, di que-
sto Eroe della Chiesa, di questo insigne
benefattore dell' umanità , si sta oggi trat-
tando in Roma la causa di Beatificazione ,
la quale lascia sperare un esito felice . Non
solo gli innumerevoli suoi figli e figlie, ma
tutte le anime buone fanno voti ardenti,
che spunti presto quel giorno avventurato, in
cui sia concesso di prostrarsi ai suoi altari,
implorarne pubblicamente celesti favori ,
e come Beato cantargli inni di gloria (1) .
del Buon Pastore, con Generalato ad Angers . Questa dis-
posizione produsse ottimi risultati . Nel corso di 200 anni,
cioè dal 1666 sino al 1866 1' ordine del Rifugio non aveva
potuto fondare che 23 case ; e invece dall' anno 1835 sino
ad oggi, fiale a dire nello spazio di soli 45 anni, l'Ordine
del Con. Pastore per mezzo della sua Madre Generale ne
aperse ben oltre a 130 . In faccia a Dio i due Ordini non
ne formano che un solo ; e le Suore di entrambi si man-"
tengono sempre in buona relazione, considerandosi a buon
diritto figlie dello stesso padre, Giovanni Eudes .
(1) Chi desidera una compiuta notizia intorno al vene-
rabile P . Eudes veda l' opera del Cav . C . De Montzey
intitolata : Il PadreEudesMisionarioApostolicoele
sue instituzioni, sua vita e storia delle sue opere . Ver-
sione dal francese, Torino, Tipografia V . Vercellino 1870 .
Si vende eziandio nella Libreria Salesiana di Torino al
prezzo di Lire 2 .

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LETTERA AMERICANA .
La Reverenda Direttrice delle scuole femminili di
S . Carlos in Buenos-Ayres a nome eziandio
delle altre Suore di Maria Ausiliatrice scriveva a
D . Bosco in occasione del suo onomastico una
lunga lettera, della quale riportiamo qui i punti
principali .
S . Carlos Almagro, 5 Maggio 1880 .
Rev .m° e dilettissimo Padre in Gesù Cristo,
Siamo nel 1880 . Noi povere sue figlie di Ame-
rica speravamo di avere la bella sorte di averla
tra noi in quest' anno per festeggiare alla sua
presenza il suo giorno onomastico . Ma è invano
lo sperare questa grazia, e dobbiamo farne un sa-
crifizio ed aver pazienza . Ciò nondimeno non pos-
siamo trattenerci dall' augurare alla S . V . mille
felicità spirituali e temporali ; molti anni di vita
per la salute nostra e d' innumerevoli altre anime .
Questi cordialissimi augurii glieli facciamo anche
a nome di migliaia di giovanette americane, che
frequentano le nostre Case, che l' amano pure come
loro padre , dolenti di non poterlo conoscere se
non per fama .
Noi l'abbiamo già ringraziata, e nuovamente la
ringraziamo del favore che ci ha fatto coll' inviarci
in questi luoghi . Quanto bene noi vi potremmo
fare se ne fossimo capaci ! quante povere fanciulle
salvare ! quante belle gemme incastrare nella no-
stra corona ! Preghi, o buon Padre, perchè pos-
siamo corrispondere alle grazie ricevute, e non ci
perdiamo mai di coraggio . Se non temessimo d' es-
sere indiscrete vorremmo supplicarla che, non po-
tendo venirci a trovare, volesse almeno indirizzarci
per iscritto alcune delle sue parole, sempre atte ad
infondere nei nostri cuori incoraggiamento al bene,
e desiderio della virtù . Lo sappiamo che là S . V .
è assediata da continue occupazioni ; tuttavia non
possiamo nasconderle questa nostra brama , che
speriamo verrà soddisfatta dalla paterna sua bontà .
Non le saranno distare alcune notizie delle cose
nostre . Abbiamo buone notizie dalla Patagonia . Le
nostre sorelle di colà ci scrivono essere molto
contente della loro posizione, e sono liete di poter
già fare scuola, ed istruire un buon numero di
quelle povere ragazze, e metterle in grado di ri-
cevere i santi Sacramenti .
Le Suore della Bocca hanno più centinaia di
fanciulle alla scuola, e il progresso che esse fanno
nella virtù ci fa credere che le loro fatiche siano
benedette dal Signore . Un buon numero di esse e
pur grandicelle furono ammesse alla prima Co-
munione . Che dolci consolazioni per esse, e per
noi ! Sono gioie che il mondo non può dare, e che
noi medesime non possiamo esprimere , ma così
grandi , che ci compensano abbondantemente dei
sacrifizi fatti per amor di Dio e pei bene delle
anime . Le figlie del mondo si tengano pure i loro
mondani piaceri ; noi non muteremo giammai il
minimo dei nostri col più grande dei loro .
A Las Piedras si fa pure scuola ; ma il nu-
mero delle ragazze non è ancora secondo il nostro
desiderio , sebbene superiore a quello dell' anno
scorso . A Villa Colon per iscarsità di Suore si
tira innanzi alla meglio .
Anche a S . Carlos stentiamo di personale , e
non possiamo attendere a tutto il lavoro . Da circa
un mese vennero tra noi due Postulanti, le quali
danno buone speranze , ma è poca cosa pei pre-
senti nostri bisogni . Queste terre sono sterili di
vocazioni religiose, e perciò la preghiamo, o Rev .mo
Padre, di voler affrettare la spedizione di altre
Suore in nostro aiuto . Che regalo ci farebbe mai,
se mandasse ad accompagnarle la nostra Rev . m a
e carissima Madre Generale !
Sono alla fine del foglio, e debbo conchiudere .
Raccomando alle sue preghiere i miei parenti .
Imploro per me e per tutte le Suore Americane
la sua paterna benedizione, e con tutto rispetto
mi protesto
Di Lei Rev .m° Padre
Obb .sa figlia in Gesù Cristo
Suor MARIA MADDALENA MARTINI .
FESTE NELL' ORATORIO DI S . LEONE
A MARSIGLIA .
Nella nostra Casa di Marsiglia, che porta il nome
di S . Leone in ossequio al regnante Pontefice
Leone XIII, e perché inaugurata due anni sono
il 28 di Giugno festa di S . Leone II, fu cele-
brata sullo scorcio del detto mese una solennità
degna di particolare menzione . Ecco quanto ce
ne venne scritto da quella Casa .
Marsiglia 30 Giugno 1880 .
REV ." E CARISSIMO D . Bosco,
Sono lieto di poter dare alla S . V . consolanti
notizie intorno alle nostre feste . Tutto riuscì a
meraviglia .
La Cappella fu benedetta Domenica mattina dal
M . R . Sig . Canonico Guiol, nostro sig . Curato
di S . Giuseppe, con grandissimo concorso di Co-
operatori e Cooperatrici della città . Dopo la sa-
cra cerimonia egli vi celebrò la santa Messa , e
distribuì la prima Comunione a 23 fortunati gio-
vanetti del nostro Ospizio .
Poche ore dopo giunse sua Eccellenza Rev .ma
Monsignor Vescovo di Marsiglia, che ammini-
strò la Cresima ai primi comunicati . L' egregio
ed amato Pastore vi si mostrò affabilissimo e
pienamente soddisfatto . Egli parlò per ben tre
volte a tutti, e con acconcie parole incoraggiò i
nostri benefattori a continuare il loro concorso a
quest'Opera, destinata a produrre un gran bene
in Francia . Concedette indulgenze ai presenti, e
promise una passeggiata ai giovanetti . Alla sera
i primi vespri furono solenni .
Al domani poi, festa di S . Leone, venne a dirci
la Messa della Comunione il Vicario Generale,

1.7 Page 7

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che ci rivolse un magnifico fervorino . Il signor
Curato di S . Giuseppe cantò la Messa solenne ,
la nostra banda eseguì varii pezzi di musica
dall'orchestra, perché qui non è proibito di u-
sare in chiesa gli strumenti musicali per lodare
il Signore . Ogni cosa riuscì di somma edifica-
zione .
Il pranzo ci fia regalato, e il cuoco nostro non
ebbe a far altro che distribuire la grazia altrui .
Avevamo tra gli invitati parecchi illustri perso-
naggi, tra cui il presidente della Società Beaujour,
il sig. Comm . Rostand, il presidente dei Comitati, e
il nostro Sig . Curato . Questi alla fine di tavola si
alzò e fece un cordialissimo brindisi a D . Bosco
e a suoi figli ; ed il sottoscritto gli rispose me-
glio che seppe . Poscia il Sig . Rostand parlò della
circostanza dei tempi ; ricordò che noi giunge-
vamo a Marsiglia nel 1878 in momenti di sub-
bugli, e che ciò non ostante l'opera dell'Oratorio
ha prosperato . Ella prospererà ancora, diss'egli,
malgrado il timore di altri disordini . Paragonò
il nostro pranzo alle agapi o conviti di carità dei
primi Cristiani . Disse insomma molte e belle
cose, che il tempo e lo spazio non mi permet-
tono di riferire .
La Cappella fu elegantemente adornata ; eppure
noi non abbiamo fatto la minima spesa . La pietà
dei Cooperatori e delle Cooperatrici Marsigliesi
pensò e provvide a tutto . E qui giova ricor-
dare che in questa città sbarcarono e vissero
s . Lazzaro e le due sue sorelle santa :Marta e santa
Maria Maddalena, che dei loro beni sostentavano
il Collegio apostolico, e profondevano preziosissimi
unguenti ad onor di Gesù . Or bene la fede , la
divozione, la carità di quella santa famiglia si
sono come trasfuse in questi buoni Cattolici di
Marsiglia . Noi lo proviamo tuttodì .
I Comitati istituiti a vantaggio di questa Casa
hanno in questa circostanza spiegato uno zelo am-
mirabile, che continua . La fabbrica progredisce,
e vien su come per incanto . Tutti dicono che
i Salesiani sono i Beniamini della divina Provvi-
denza . Preghi per noi, amatissimo Padre, che
non ci rendiamo indegni dei celesti favori .
Sono con umile e figliale rispetto
Suo obbl .mo ed affez.m° in Gesù Cristo
Sac . GIUSEPPE BOLOGNA .
trasferito in Borgo S . Martino nell'anno 1870
in grandioso palazzo, appartenente già alla nobile
famiglia dei Marchesi Scarampi di Villanova,
circondato di ameni giardini, da viali ombrosi,
da delizioso boschetto . La vicinanza della stazione
sulla ferrovia Alessandria-Vercelli, la salubrità
del sito, soprattutto dacché con reale decreto ven-
nero abolite le risaie nell' agro Casalese, la istru-
zione elementare e ginnasiale impartita secondo
i programmi governativi, la paterna ed amorevole
disciplina con cui vi si governa, tutto questo giovò
a far si, che detto Collegio conservasse sempre
il primo seggio tra i nostri Istituti , stimato e
frequentato dai vicini e dai lontani . Fra le centi-
naia di giovani, che vi ebbero l' istruzione e la
educazione, molti coprono oggidì importanti uffizi
nel mondo, abili avvocati, notai, medici , farma-
cisti, professori, e sacerdoti zelanti .
Il giorno primo dell' or passato luglio Sua Ec-
cellenza Rev .ma Monsignor Pietro Maria Ferrè
Vescovo di Casale si doveva recare in quel Colle-
gio per amministrare la Cresima a parecchi alunni .
Prese le dovute intelligenze col veneratissimo
Pastore, - D . Bosco colse quella propizia occasione
per tenervi la prima Conferenza ai Cooperatori e
alle Cooperatrici di quelle parti , presieduti dal-
l' inclito Prelato, che pur li volle infervorare colla
eloquente e calda sua parola . Il Sacerdote D . Dome-
nico Belmonte direttore locale ed esperto maestro
di musica preparò varii giovanetti ad eseguire
canti musicali, ed i professori altri ne addestra-
rono a rappresentare la celebre commedia latina,
intitolata : Phasmatonices, ossia Larvarum victor,
che riuscì mirabilmente . Per tutte queste ragioni
il primo di luglio fu pei Collegio di Borgo San
Martino una memoranda giornata .
Noi intendiamo di dare qui un qualche cenno
delle cose principali, persuasi che torneranno gio-
vevoli e gradite a quelli, che non poterono pren-
dervi parte .
LA CONFERENZA .
Invito e parole di D . Bosco .
Alcuni giorni innanzi alla Conferenza i Coope-
ratori e le Cooperatrici dei dintorni vi erano stati
invitati dalla lettera seguente .
Ai BENEMERITI SIGNORI COOPERATORI
E SIGNORE COOPERATRICI
UNA MEMORANDA GIORNATA
NEL COLLEGIO DI BORGO S . MARTINO .
I Cooperatori e le Cooperatrici conosceranno già
il nostro Collegio di Borgo S . Martino sul Mon-
ferrato, frequentato oggidì da oltre a 200 giova-
netti convittori appartenenti ad oneste famiglie,
e da altri 150 del paese , distribuiti parte nelle
quattro classi elementari , e parte nelle cinque
ginnasiali . É il primo Collegio, a cui diede so-
lido principio l' Oratorio di S . Francesco di Sales .
Inaugurato in Mirabello fin dall'anno 1863, venne
Giovedì prossimo 1 ° luglio in questo Collegio
di Borgo S . Martino si terrà una Conferenza pei
signori Cooperatori e per le signore Cooperatrici
di queste parti .
Essendo la prima Conferenza che vi si tiene
con qualche solennità, prego V . S. che voglia de-
gnarsi d'intervenirvi, onde raccolti insieme, come
membri di una stessa famiglia, possiamo vieme-
glio infervorarci nell' osservanza del nostro Re-
golamento a vantaggio e a benessere di tanta
gioventù povera ed abbandonata .
Sua Eccellenza Ill . ma e Rev .ma Monsignor PIE-
TRO MARIA FERRé:n,ostrveaimoVscv,
si degnerà di presiedere in persona alla nostra
Conferenza ; e il sottoscritto vi esporrà quelle cose,
che si giudicheranno della maggior gloria di Dio .

1.8 Page 8

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ria ai Cooperatori e alle Cooperatrici che vi
prenderanno parte .
Nella fiducia di fare o rinnovare in quel giorno
la sua personale conoscenza, prego Dio che sparga
larghe benedizioni sopra di Lei e sopra tutta la
sua famiglia, mentre ho l' onore di potermi pro-
fessare
Di V . S . Benemerita
Borgo S . Martino, 28 Giugno 1880 .
Obb . ' 0 Servitore
Sac . GIOVANNI Bosco .
A dire il vero , stante il giorno feriale , e il
soffocante calore della stagione , D . Bosco non
aspettava di vedersi circondato da una eletta di
Cooperatori e Cooperatrici così cospicua e nume-
rosa . Chi per ferrovia, chi per vettura, e chi
anche a piedi si portarono ben oltre a 160 per-
sone . Vi si vedevano membri illustri del clero
casalese e alessandrino , molti signori e moltis-
sime signore delle vicine città e paesi , non che
varii padri e madri ed altri parenti degli allievi .
Alle ore 4 pomeridiane , raccolti tutti nella
Cappella del Collegio bellamente adorna, si diede
principio alla Conferenza colla lettura di un tratto
di vita del nostro Santo, cui tenne dietro il canto
di un mottetto, eseguito dai giovani allievi .
Intanto Monsignor Vescovo accompagnato dal
clero ascese ancor egli in Cappella, e D . Bosco
presa la parola tenne un discorso a guisa di sem-
plice esposizione . Non potendolo recare per in-
tiero, ne daremo alcuni tratti più rilevanti .
Il combattimento dei tori.
« Mi trovavo a Roma, così D . Bosco, mi trovavo
a Roma nell' occasione, che l'immortale Pontefice
Pio IX, di S . M., riceveva in pubblica udienza i
rappresentanti della stampa cattolica, e mi ricordo
tuttora il magnifico discorso che egli tenne in quel
giorno . Per animare gli scrittori cattolici a combat-
tere vittoriosamente il nemico di Dio e della Chiesa,
Pio IX li esortò a stare uniti tra di loro, e portò
per esempio il combattimento dei tori nella Spa-
gna . Senza punto approvare quel divertimento,
che ricorda la dominazione dei Mori in quel paese,
il Santo Padre descrisse il modo, che tengono i
combattenti per vincere ed abbattere l' indomita
bestia . In una gran piazza, alla vista d' immenso
popolo, difeso da uno steccato, si sprigiona il tre-
mendo quadrupede . Il toro aizzato dalle grida,
inseguito dai preparati combattenti , spinto dal
suo furore, mandando muggiti orrendi corre pre-
cipitoso or contro a questo, or contro a quello,
e abbassa la testa per infilzarlo colle corna ; ma
l' addestrato lottatore quando se lo vede da presso
dà di volta, e gli caccia nel muso o nel collo uno
spiedo o la spada . Ferito così l' infuriato animale
si precipita contro ad un altro, e questi alla sua
volta gli misura un secondo colpo . Il toro allora
nella piena della sua smania mugge disperatamente,
gira, volteggia in sull' arena cercando di battere
quanti gli si parano innanzi ; ma da ogni parte
trova i suoi avversarii, che uniti allo stesso scopo
lo attendono a piè fermo ; e chi lo colpisce in un
fianco, chi lo percuote nell'altro, l' uno gli getta
l'arma sulla testa o nella giogaia, l' altro gli lascia
cadere un fendente sulla schiena ; così che dopo
inutili sforzi la bestia procombe a terra e muore .
L' unione dei combattenti, osservò Pio IX, è quella
che stanca, vince, abbatte la ferocia del toro . I ne-
mici di Dio e della Chiesa, contro dei quali ab-
biamo da combattere, sono dalla Sacra Scrittura
chiamati col nome di tori : Tauri pingues, lamen-
tava già il reale profeta, obsederunt me (1), uo-
mini inferociti a guisa di tori mi hanno asse-
diato . Lo stesso lamento dobbiamo ripetere noi so-
prattutto in questi tristissimi tempi . Ma vogliamo
abbattere questi nemici e riportarne vittoria? Siamo
tutti uniti contro di loro, come una compatta fa-
lange ; e guardiamoci dal muovere assalti, dallo
adoperare la penna o la voce gli uni contro gli al-
tri . - Se queste non furono le identiche parole
uscite dalla bocca del grande Pio IX, sono questi
per altro i sonsi del suo mirabile discorso .
« Vi ho ricordato questo fatto e queste parole,
o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici, per farvi
ben comprendere il bisogno che vi è oggidì che
i buoni cristiani si uniscano tra di loro, a fine di
promuovere il bene e combattere il male, perchè
vis unita fortior, l' unione fa la forza . »
Origine dei Cooperatori .
« Fin dall'anno 1841 quando questo povero prete
cominciò a radunare giovinetti nei giorni di festa,
levandoli dalle vie e dalle piazze per trattenerli
in divertimenti onesti, e per istruirli nella nostra
Santa Religione , egli senti il bisogno di aver
Cooperatori, che gli porgessero la mano . Quindi
fin d'allora molti sacerdoti e laici della città, e
in appresso pie signore, accolto il suo invito, a
lui si unirono per aiutarlo, gli uni col menargli
fanciulli, gli altri coll' assisterli e catechizzarli ;
le donne poi e le comunità religiose lo aiutarono
col rattoppare abiti, fare bucato, e provvedere
biancheria ai più bisognosi ed abbandonati . Col-
l' aiuto di Dio e colla carità di queste persone
benevoli , quello , che abbia potuto fare questo
Sacerdote , e quello che facciano oggidì i Sa-
lesiani voi già lo avete appreso dalla lettura del
Bollettino Salesiano, e non occorre qui di ri-
peterlo . »
Formale istituzione ed incremento
dei Cooperatori.
« Visto il bene che tante buone persone insieme
unite facevano a vantaggio della povera gioventù,
si pensò allora d' instituirne una formale Asso-
ciazione sotto il titolo di Pia Unione dei Coo-
peratori Salesiani, e farla approvare dal Vicario
di Gesù Cristo . Molti Vescovi dopo averla ricono-
sciuta nelle loro diocesi, la raccomandarono poscia
alla Santa Sede, e tra quelli che più caldamente
la promossero ho il piacere di annoverare Sua
Eccellenza Rev .ma Monsignor Pietro Maria Ferrè,
nostro Veneratissimo Pastore . Il Santo Padre
(1) Salm . xxi, 13.

1.9 Page 9

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Pio IX, di santa memoria, esaminato il progetto,
lo approvò, anzi desiderando che la Pia Unione
prendesse maggior incremento apri i tesori delle
sante indulgenze, come ben sapete . Dall'anno di
questa approvazione, 1876, sino ad oggi, i Coope-
ratori e le Cooperatrici sono cresciuti sino al
numero di 30 mila, e vanno aumentando ogni
giorno, di mano in mano che la pia Società vien
fatta conoscere in mezzo ai fedeli .
Che cosa occorre di fare per essere
buon Cooperatore .
Accennata così l' origine ed il progresso della
Pia Unione, D . Bosco diede un breve ragguaglio
delle opere Salesiane, il più delle quali devono
il loro principio, e il loro proseguimento allo zelo
ed alla generosità dei Cooperatori e delle Coope-
ratrici Salesiane . Essendo notizie già state pub-
blicate nei passati numeri del Bollettino, le pas-
siamo qui sotto silenzio, per dire invece di quello,
che si ha da fare per essere un vero Cooperatore
ed una vera Cooperatrice, e quindi poter godere
delle grazie singolari concesse dalla Santa Chiesa .
« Primieramente osservo, disse D . Bosco, che
per lucrare le indulgenze concesse dal Vicario di
Gesù Cristo bisogna adempiere le opere prescritte
per l' acquisto delle medesime . Quindi so l' in-
dulgenza è annessa ad una data preghiera, alla
visita ad una Chiesa, o alla Confessione e Comu-
nione, è necessario praticare queste opere ; e ciò
tanto vale poi Cooperatori quanto pei Terziarii di
S . Francesco di Assisi . Ma per acquistare siffatte
indulgenze non basta adempiere le opere prescritte,
ma è d'uopo ancora far parte della Pia Unione
dei Cooperatori secondo lo scopo della medesima .
E che cosa si deve fare per appartenervi?
« Anzitutto bisogna esservi stato ascritto dal
Superiore della Congregazione Salesiana oda per-
sona da lui delegata, e non esserne stato escluso
in appresso. L' aggregazione generalmente si fa
coll'invio del Diploma unito al Regolamento . Ol-
tre a ciò è mestieri praticare opere di carità, se-
condo lo spirito ed il fine della Pia Unione .
« Ma qui taluno domanderà : É forse necessario
praticare tutte e singole le opere di carità notate
nel Regolamento ?
« Non è necessario, rispose D . Bosco, praticare
tutte e singole le opere di carità registrate nel
Regolamento ; neppure è necessario praticarne una
o più in un tempo determinato ; ma è necessario
e basta praticarne alcuna quando si presenta l'oc-
casione . Ho detto che é necessario praticarne al-
cuna . Lo scopo della Pia Unione si è di dare alla
Congregazione Salesiana degli aiutanti, che si as-
sumano soprattutto una cura speciale della gio-
ventù . Quindi ognun vede che i Cooperatori e le
Cooperatrici devono industriarsi di eseguire qual-
che opera di carità conducente a questo nobile
scopo ; altrimenti sarebbe delusa la pia intenzione
della Chiesa, che aperse i celesti tesori in loro
favore . Una volta poteva bastare l'unirsi insieme
nella preghiera ; ma oggidì che sono tanti i mezzi
di pervertimento soprattutto a danno della
gioventù di ambo i sessi, è mestieri unirsi nel
campo dell'azione ed operare . Ho poi aggiunto che
per essere buon Cooperatore e Cooperatrice basta
praticare qualche opera di carità quando si
presenta l'occasione . E il fare così non deve tor-
nare punto difficile ad un buon cristiano, ad una
buona cristiana . E quante belle occasioni se ne
presentano! Ora si può dare un buon consiglio
ad un fanciullo o ad una ragazza per indirizzarli
alla virtù e allontanarli dal vizio ; ora si può sug-
gerire qualche buon mezzo ai genitori, acciocché
allevino cristianamente i loro figliuoli, li mandino
alla Chiesa, o dovendoli collocare allo studio o al
lavoro scelgano buoni collegi, maestri virtuosi .
onesti padroni ; ora si può dare opera per avere
buoni maestri e buone maestre nelle scuole ; ora
si può prestare aiuto nel fare il Catechismo in
parrocchia ; ora si può regalare , imprestare ,
diffondere un buon libro, un foglio cattolico, o le-
varne un cattivo dalle mani altrui ; ora si può
concorrere ad eseguire un lavoro, provvedere un
abito , cercare un posto, pagare la pensione per
far ritirare un giovinetto od una fanciulla povera
od abbandonata ; ora si può risparmiare una spesa,
mettere in serbo una moneta per dare una limo-
sina, promuovere un'opera, che sia per tornare
di gloria a Dio, di onore alla Chiesa, di vantag-
gio alle anime ; ora si può per lo meno esortaro
altri a farlo, e via dicendo . Occasioni di fare del
bene od impedire del male non mancano mai . Non
ci manchi il buon volere , non ci manchi il co-
raggio, non ci manchi l'amor di Dio e del pros-
simo, e noi senza quasi accorgerci, da padri e da
madri, da maestri e da maestre, da sacerdoti e da
laici , da ricchi e da poveri, saremo Cooperatori
e Cooperatrici veraci, impediremo del gran male,
faremo del gran bene . »
La cooperazione materiale .
« Qualcuno mi potrebbe dire : Finchè si tratta
di fare del bene colla parola, io ci sono ; ma con
mezzi materiali non posso , perchè sono povero .
Chi è povero, disse D . Bosco, faccia da povero .
Ma per povero che sia un Cooperatore, se vuole,
sarà sempre in grado di concorrere anche mate-
rialmente ad un' opera di carità . Era molto po-
vera quella vedova, di cui ci parla il Vangelo ;
non aveva che un quattrino, duo minuta ; eppure
volle ancor essa concorrere al decoro del tempio
insieme coi ricchi oblatori, e ne riscosse gli en-
comii di Gesù Cristo . Del resto vi so dire che vi
sono tanti e tante, che decantano le loro miserie
quando sono invitati a fare un'opera buona, a ve-
stire un povero orfanello, provvedere una famiglia
indigente, ornare una chiesa ; ma quando si tratta di
provvedersi un abito od una veste di lusso ; quando
si tratta di un pranzo, di una partita, di un viag-
gio di piacere, di una festa da ballo, di una com-
parsa e simili , oh ! allora bando alla povertà ,
oh! allora viva la ricchezza . Allora, se il danaro
non c'è, si fa comparire ; allora si trova il mezzo
di fare la più bella figura del mondo ; allora si
sfoggia un lusso superiore alla propria condizione .
« Vi sono poi altri, soggiunse D . Bosco, i
quali hanno sempre paura che loro manchi la terra

1.10 Page 10

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di sotto ai piedi ; veggono sempre il presente ed
il futuro coi più tetri colori . Dessi sono di coloro,
i quali, al dire del divin Salvatore, vanno sempre
domandando tremebondi : Che mangeremo domani?
che beveremo? di che ci copriremo? Quid man-
ducabimus ? aut guid bibemus ? aut quo ope-
riemur ? E così radunano sempre , tesoreggiano
sempre, tengono in serbo, e intanto vengono alla
morte senza farsi del bene, e lasciano i loro averi
alla ingordigia, o alla disputa dei parenti, che
in poco tempo se li consumeranno, o se li faranno
divorare dagli avvocati e dai procuratori . Non
imitate costoro , o miei buoni Cooperatori e pie
Cooperatrici ; e affinché non ne seguiate l' esem-
pio ascoltate due osservazioni . »
un ricco, il quale riponga l' affetto alle sue riè_
chezze e non si curi dei poverelli . Costui, se
vuolsi, non peccherà contro la giustizia, ma pec-
cherà contro la carità ; or che differenza passa
tra l' andare all'inferno per aver mancato contro
la giustizia, e l'andarvi per aver mancato contro
la carità ? Che poi l'aiutare gli indigenti non sia
un consiglio, ma un comando, apparisce chiaro
dalla divina Scrittura . Non mancheranno poveri
nella terra di tua abitazione, diceva già Iddio nel-
l'antica legge ; perciò io ti comando d'aprire la
mano al povero ed al bisognoso : Idcirco ego
praecipio tibi, ut aperias manum fratri tuo egeno
et pauperi (1) . E il divin Salvatore alla sua volta
parlando della limosina usa il verbo al modo im-
Una banca inesauribile .
perativo, dicendo : Quod superest, date eleemo-
synam (2) . E per non lasciar alcun dubbio in
« Oggidi son molti che mettono danaro alle ban- questo punto egli dichiarò che al di del giudizio
che per riscuoterne un interesse . Ma qualsiasi chiamerà al regno eterno coloro, che in sulla terra
banca, per buona riputazione che goda, lascia sem- avranno fatte delle opere di carità, e manderà al-
pre il timore di un fallimento . E quanti falli- l'inferno coloro che si saranno ricusati di farne (3) .
menti si fanno tuttodi ! quante famiglie si vedono Altra volta disse : Non quegli che avrà detto
ridotte al verde per una bancarotta ! Ma sia pur Domine, Domine, Signore, Signore, entrerà nel
sicura una banca ; essa tuttavia non passa per regno dei Cieli , ma colui bensì , il quale avrà
interesse che il 5 od il 6 per cento . Ma io co- fatto la volontà del Padre mio, che non si con-
nosco una banca inesauribile , la quale presenta tenta di parole, ma vuole le opere buone (4) .
guarentigie tali da rendere impossibile ogni fal- Quindi è che l'Apostolo s . Giacomo scrive che la
limento, la quale passa per interesse non dico il stessa fede non giova alla salute, se non è congiunta
5, il 10, il 30 , il 50 per cento , ma passa ben colle opere, e dice che una fede senza le opere è
anco il cento per uno . E chi è questo così sfon- una fede morta : Fides sine operibus mortua
dolato banchiere? Egli è Dio, padrone del Cielo est (5) .
e della terra, il quale appunto ha promesso che
« Mi sono fermato a trattare un poco più a lungo
renderà ora, nunc, in questo tempo, in tempore questo argomento, non già perchè io creda che
hoc, il cento per uno a chi dispone dei suoi beni qualcuno di voi ne abbia bisogno , ma affinchè ,
alla sua maggior gloria, a vantaggio dei suoi po- se gli occorre, se ne valga a cavare certi pre-
verelli . Chi lascierà per me le cose sue, riceverà giudizi dal capo altrui . In quanto ai Cooperatori
c enties tantum nunc in tempore hoe, ci assicura e alle Cooperatrici io esperimento ogni giorno cho
Gesù Cristo nel Vangelo , et in saeculo futuro essi fanno e sanno fare la carità ; e confido che
vitam aeternam (1) . Riceverà il centuplo nelle continueranno, mostrandosi così veri seguaci di
benedizioni che Dio manderà alla sua persona, ai san Francesco di Sales, che si fece tutto a tutti
suoi beni, ai suoi affari, ai suoi negozi ; il cen- per guadagnare tutti a Dio, e ripeteva sovente
tuplo nella pace del cuore ; il centuplo nella con- Datemi anime e prendetevi il resto : Da mihi
cordia della famiglia : il centuplo nelle grazie sp i- animas, coetera tolle .avVeotiud,lget
rituali in vita ed in morte . Non basta : il Signore pure ogni mese, dove va a finire la vostra ca-
tiene ancora riserbato nell' altra vita un premio rità . La speranza, anzi la certezza di giovare a
imperituro, un trono incrollabile, una corona im- tanti poveri giovanetti , allontanarli dai pericoli
marcescibile : Et in saeculo futuro vitam aeter- del mondo, educarli per Dio, per la Chiesa, pel
nam . Ravviviamo adunque la nostra fede, o be- Cielo, vi deve grandemente consolare e farvi sem-
nemeriti signori , o ' studiamo il modo di assicu- I brare leggiero ogni sacrifizio . Facciamoci adunque
rarci un sì alto interesse, e un così ricco capitale . » coraggio, e seguiamo l'avviso lasciatoci dal divin
Maestro : Coi vostri beni fatevi degli amici, af-
Obbligo della limosina .
I finché quando veniate meno, alla fine della vostra
« La seconda osservazione si è questa: Alcuni
credono che il fare limosina sia un consiglio, e
non-un precetto ; quindi, purché non si servano in
male dei loro averi, si pensano di fare abbastanza
per salvarsi . Questo è un inganno fatale, che im-
pedisce pur troppo tante opere buone nel mondo,
vita, questi vi ricevano negli eterni tabernacoli :
Facite vobis amicos de mammona iniquitatis ,
ut cum defeceritis recipiant vos in aeterna ta-
bernacula (6) . Amici nostri saranno allora tante
anime state per mezzo nostro salvate ; amici no-
stri gli Angeli custodi di quelle anime medesime
e strascina molte anime alla eterna perdizione,
come vi ha già menato il ricco Epulone . É più
facile che un camello passi per la cruna di un
ago, disse Nostro Signor Gesù Cristo, che si salvi
(1) Mare . x, 30 .
(1) Deut . xv, 11 .
(?) Luc . xi, 41 .
(3) Matt . xxv .
(4) Matt . vir, 21 .
(5) Iacob . n, 20 .
(6) Luc . xvr, 9 .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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amici nostri i Santi, ai quali avremo procaccia t
dei compagni in Cielo ; e quello che monta di più .
amico nostro sarà Gesù Cristo , che ci assicura
di tenere per fatto a se medesimo tutto il bene,
che avremo fatto al più piccolo dei suoi discepoli
Amen dico vobis, quandiu fecistis uni ex his
fratribus meis minimis, mihi fecistis (1) .
PAROLE DI MONSIG\\OR FERRÈ .
Don Bosco nel terminare la sua esposizione vol-
geva umile preghiera al Rev. m o Presidente, che
volesse consolare la pia Udienza con qualche sua
desideratissima parola ; e Sua Eccellenza alzatosi
in sulla cattedra tenne un discorsetto così ben
concepito, e pronunziato con tanta ardenza di af-
fetto, che fu della Conferenza una splendida co-
rona . Ci duole assai che non ci sia stato possibile
il ritenerlo per intiero a memoria . Ci vediamo
quindi costretti a riportarlo solamente per sommi
capi . Ed eccone i principali concetti .
Spiegando le parole di s . Giacomo accennate da
D . Bosco . che fides sine operibus mort-ua est .
l'esimio oratore cominciò dal dimostrare che la
fede deve essere quale appunto la proclama san
Paolo : Fides , quae per caritatem operatur (2) .
É questa fede operativa, che in sui primordii del
Cristianesimo ha salvato il mondo ; ed é questa
ancora, che lo ha da salvare .
Ciò premesso, il dotto Prelato descrisse con
brevi ed appropriate parole le perverse massime
del mondo odierno, che danno morte agli indivi-
dui, alle famiglie, alla società, ritornandola al pa-
ganesimo ; svelò le arti ora aperte, ora nascoste,
con cui le diaboliche sétte attentano a distruggere
quanto vi ha di buono, di pio, di santo tra il po-
polo cristiano ; mostrò il guasto già operato e che
si va facendo ogni dì più spaventevole . « Tutto ciò
che ricorda Iddio e la sua legge, ei disse ; tutto ciò
ehe ricorda Cristo e la sua Chiesa ; tutto ciò che
riflette la vita immortale e le suo conseguenze va
man mano scomparendo di mezzo alla società . Ma
Dio che fa? Iddio, che, giusta l'espressione della
Scrittura, scherza in sulla terra , ludit in orbe
terrarum , suscita oggidì come per incanto una
Istituzione , che piena' di fede e di carità fassi
quale argine potente alle irrompenti massime, che
adducono rovina e morte ; una Istituzione che,
sposando in bell' accordo la semplicità della co-
lomba colla prudenza del serpente, si organizza in
modo da eludere le arti nemiche ; una Istituzione,
he in bel modo ricostruisce e conserva quello,
che mano nemica già distrusse o vuol distrug-
ere . Iddio insomma nella sua sapienza e bontà
ra tanti altri mezzi di preservazione e di salute
suscitò la pia Società dei Salesiani e dei loro Coo-
peratori, che colle opere loro costituiscono una
perfetta antitesi alle opere del mondo insano . Il
mondo distrugge, disse Sua Eccellenza, e i Sale-
siani edificano ; il mondo disperde, e i Salesiani
raccolgono : il mondo diffonde libri e fogli cattivi,
ed i Salesiani ne spandono dei buoni ; il mondo
si serve della scuola e della istruzione per cac-
(1) Matt . xxv, 40 .
(2Galat . v, 6 .
ciare Iddio dalle menti e dai cuori giovanili, ed
i Salesiani se ne servono per introdurvelo e far-
velo regnare ; il mondo nelle sue officine, nelle
sue fabbriche perverte gli operai, li allontana dalla
Chiesa e dalle pratiche di religione, ne forma le
reclute, le terne dei settarii . dei comunisti , dei
petrolieri, ed i Salesiani aprono dei laboratorii
di arti e mestieri per creare operai cristiani, ope-
rai onesti, operai paghi del loro stato, e capaci
di essere un giorno la felicità della loro famiglia,
fedeli a Dio, alla Chiesa, alla patria .
« Due compiti nobilissimi, proseguì a dire Sua
Eccellenza, due compiti nobilissimi, ha soprat-
tutto di mira l'Istituto Salesiano : La coltura della
gioventù e la conversione degli infedeli .
« Ognun vede che quelli, i quali oggi sono fan-
ciulli, saranno tra poco uomini fatti, saranno capi
di famiglia, saranno il nerbo del popolo, saranno
il popolo stesso . Quindi per avere famiglie cri-
stiane ed oneste, per avere una popolazione, una
società morigerata e savia, è assolutamente ne-
cessario che questi fanciulli sieno per tempo in-
formati nei sodi principii della religione e della
morale cattolica . Altrimenti che avremo tra poco?
Avremo figli ribelli all'autorità paterna ; avremo
padri senza fede e senza cuore ; avremo lo scan-
dalo e lo scompiglio delle famiglie ; avremo cit-
tadini che ignari o sprezzanti del supremo ed ine-
sorabile sindacato, che li attende al di là della
tomba, si abbandoneranno senza . ritegno all'istinto
delle malnate passioni, si burleranno della virtù .
e pur di riuscire impunemente quaggiù, faranno
di ogni erba fascio, nemici della Chiesa, sovver-
titori della società, inquilini delle prigioni e delle
galere . Si , quale sarà oggi la educazione della
gioventù, tale sarà domani la sorte delle nazioni .
« Nobilissimo compito è quello adunque della retta
instituzione della gioventù, oggi soprattutto, che
i nemici di Dio cercano di pervertirla nella mente
e nel cuore, allontanarla da Gesù Cristo e dalla
Chiesa . Ora a questo compito glorioso, come a
loro scopo precipuo, attendono per lo appunto i
Salesiani con ardore ammirabile, con esito felice .
In Italia, in Francia, nella Spagna, in America
essi aprono scuole, collegi ed ospizi, e questi per
quantunque vasti sono nondimeno sempre ristretti,
perchè i padri e le madri riponendo in essi piena
fiducia vi mandano da tutte parti i figli loro, colla
certezza che vi saranno bene istruiti , e, quello
che meglio vale, seriamente e cristianamente edu-
cati . Per questa guisa ne acquista la scienza ; se
ne avvantaggia la fede e la morale ; la Chiesa
rannoda le diradate file dei suoi combattenti ; la
famiglia riceve in suo seno membri, che ne for-
mano il buon esempio ed il sostegno ; e la civile
società alla stia volta va formandosi d'individui,
che le sono elemento e guarentigia di buon or-
dine e di saviezza .
«Ma non meno commendevole è il secondo ob-
bietto dei Salesiani : La conversione degli infe-
deli . Certamente si ha bisogno che una parte di
Sacerdoti rimanga tra noi per tenere viva la fede
nei già credenti ; ma è pur necessario che altri
ancora portino la luce del Vangelo a coloro, che
giacciono tuttora nell' ombra di morte . Se così

2.2 Page 12

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non si facesse, come si avvererebbe la promessa comici del Collegio . Quasi tutti tennero l'invito :
del divin Padre al Figlio suo : Io ti darò le na- così che la sala del teatrino era piena di gente ,
zioni per tua eredità, e per tua possessione i quantunque ne fossero esclusi i giovani allievi .
confini della terra ? Come si avvererebbero le
er amore di brevità ci limitiamo a dire che le
parole di Gesù Cristo : E sarà predicato questo cantate del Figlio della Provvidenza e del Pic-
Vangelo per tutta la terra, e fra tutte le nazioni? colo Spazzacamino, furono eseguite con tanta
i
Et praedicabitur hoc evangelium regni in uni- espressione di affetto da due belle vocine, che si
verso orbe, in testimonium omnibus gentibus ? sarebbe desiderato che non finissero mai . Non meno
Quindi é che fin dai primordii della Chiesa vi graziosa si fu l'Ultima sera del Carnovale .
furono sempre dei prodi, che raccolsero le parole
Quella poi che riscosse soprattutto gli applausi
di Gesù Cristo : Euntes , docete omnes gentes, degli intelligenti fu la rappresentazione della com-
che camminarono sulle orme gloriose dei primi media latina , la cui riuscita superò la comune
Apostoli, si diffusero tra le barbare nazioni, vi aspettazione . Te ne rimanevi davvero all' udire
fecero udire la buona novella , v' inalberarono il quei giovanetti a recitare versi plautoniani con
vessillo della croce, vi estesero il regno di Dio, tanta disinvoltura, con un gestire si naturale, da
distruggendo quello di Satana . Ora tra questi no- sembrare che parlassero non già una lingua morta,
velli campioni di Cristo si schierarono anche i ma la lingua della madre . Tra gli altri spetta-
Salesiani . Come un giovane nel pieno vigore di tori trovavasi presente un degno Sacerdote casa-
sue forze sente il bisogno di uscire dal cerchio lese, il quale nell' anno 1870 nel Collegio Cle-
di sua nascita e spaziare più al largo , così 1' I- mentino nella città di Roma , aveva avuta la
stituto Salesiano benedetto da Dio e dal suo Vi- sorte di assistere alla rappresentazione della stessa
cario in terra, pieno di vita e di ardore giova- commedia insieme col Cardinale Gioachino Pecci,
nile varca ben tosto i confini di Torino, ehe gli ora nostro Santissimo Padre . Or quel Sacerdote,
diede la, culla, poi del Piemonte, poi dell' Italia, durante la rappresentazione , diceva a parecchi :
poi dell'Europa ; valica il grande Oceano, si porta « Mi pare di essere tornato indietro di dieci anni,
nel nuovo mondo, penetra nella remota Patagonia, di trovarmi nuovamente nel Collegio Clemen-
rimasta finora ribelle ad ogni incivilimento, e tino . Con che precisione, con che franchezza reci-
pianta le sue tende in un campo vasto quasi come tano mai questi giovanetti ! Se il Cardinal Pecci
l'Europa . Immense tribù selvagge colà si raggi- si trovasse tra noi in questa sera rivolgerebbe
rano ignare tuttora di Chi le ha create e redente, loro gli stessi encomii, dati già agli alunni del
e i Salesiani attendono oggidì ad evangelizzarle, Collegio Clementino . »
incivilirle, salvarle . Quello che ne sarà, Iddio solo
La mentovata rappresentazione avrà certamente
il conosce ; ma noi abbiamo motivo di ammirare costato fatica ai giovani comici, sia per mandare a
e di sperare ; ammirare cotanto slancio ; sperarne memoria tanti versi, sia per intenderne il senso ;
frutti abbondanti .
ma ciò non sarà per essi senza un grande pro-
« Laonde io non debbo chiudere il mio dire senza fitto ; anzi siamo sicuri che ne proveranno giova-
raccomandare questa pia Società alla benevolenza, mento in tutto il corso dei loro studii .
alla carità di quanti mi ascoltano . Si, porgiamole
la mano, come ne pregò il suo fondatore, affinché
la nostra fede sia una fede viva ed operante per
Alle nove e mezzo di sera tutto era terminato,
e i forestieri quali per vapore, quali in vettura,
e quali a piedi rifacevano la loro via, portando a
la carità ; sosteniamola colle nostre buone opere, casa loro le care impressioni della memoranda
affinché per mezzo dei suoi Cooperatori e delle giornata trascorsa nel Collegio di Borgo S . Mar-
sue Cooperatrici possa estendersi vie meglio e tino .
prosperare ; sosteniamola a fine di concorrere an-
cor noi alla salvezza di tanta povera gioventù,
sopra cui poggia il benessere della presente e
delle future generazioni ; sosteniamola ancora, af-
finché dal seno delle stesse nostre famiglie pos-
STORIA DELL'ORATORIO DI S, FRANCESCO DI SALES
siamo avere il vanto di partecipare alla conver-
sione di tanti infedeli, dilatare il regno di Cristo
in sulla terra, ben meritare della Chiesa e della
CAPO XX .
civile società, e procacciarci un eterno guider-
done . »
Termine della giornata .
La funzione religiosa si chiuse col Tantum
Ergo cantato in musica, e colla benedizione del
SS . Sacramento, impartita da Sua Eccellenza Re-
verendissima . Poco dopo Monsignore, fra i più
vivi applausi e i più rispettosi ossequii, ripartiva
Principio della guerra per l'indipendenza italiana
- Effervescenza pericolosa - Mezzi di preser-
vazione - Musica e passeggiate - Funzione al
Santuario della Consolata - Visita ai santi Se-
polcri - La lavanda dei piedi - Il dialogo
- La festa di S. Luigi - Prima muta di spi-
rituali esercizi - N uove lodi e premiazioni alle
scuole serali - Altre rimostranze contro l'O-
ratorio - Decreto di Monsignor Fransoni .
per Casale, chiamatovi da gravi affari .
Nel mese di Marzo del 1848 Re Carlo Alberto
Prima però che si uscisse di Cappella i Coo- giudicava di muovere guerra all'Austria, e il 23
peratori e le Cooperatrici furono invitati a pren- dello stesso mese alla testa di un prode esercito
dere parte alle cantate che avrebbero eseguite, e passava il Ticino per liberare il Lombardo-Veneto,
al trattenimento che avrebbero dato i musici e come si diceva, dal giogo degli stranieri . Non è

2.3 Page 13

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da noi l' apprezzare in questo luogo un siffatto
avvenimento, che cagionava immensi disastri al
Piemonte, e finiva col privare della corona il ma-
gnanimo Principe , e rapire all' Oratorio un au-
gusto protettore . Noi non faremo parola nè por-
teremo giudizio sui politici rivolgimenti, se non
quando riguardino più da presso , e tocchino le
cose nostre .
Ma qui non possiamo tacere che la guerra del-
l' italiana indipendenza eccitò persin nei giova-
netti tale una effervescenza ed esaltamento , che
senza un qualche rimedio poteva farsi pericoloso
per molti di essi . Di altro allora più non si pen-
sava che alla guerra , di guerra si parlava , di
guerra si scriveva, di guerra si cantava nelle case,
nei teatri e nelle piazze, e saremmo per dire che
ancor dormendo di guerra si sognava . I fanciulli
medesimi tant' alti parevano divenuti altrettanti
Balilla , e si prodi soldati da trapassare colla
punta della spada due Austriaci ad un colpo (1) .
Voi li avreste veduti, finita la scuola o liberi ap-
pena dalla bottega o dalla fabbrica, armati di un
bastone, unirsi a frotte in questo o in quell'altro
luogo, eleggersi un capo, costituirsi in drappelli,
esercitarsi alle manovre , armeggiare tra loro, e
in fine venire a battaglia una schiera contro l'al-
tra . Nè le battagliuole erano sempre innocue ; im-
perocchè ora per imperizia ed ora per troppo ardor
bellicoso si davano e si ricevevano delle bastonate
solenni, degne di miglior causa . Soprattutto poi
nei giorni di festa le piazze, i viali e le adiacenze
della città parevamo tramutarsi in piccoli campi
di guerra . Per l'opposto in quasi tutte le par-
rocchie le classi di Catechismo si diradavano , e
talune restavano come deserte . Non era moral-
mente possibile che in mezzo a tanta dissipazione
anche i giovani dell'Oratorio non venissero a sof-
frire detrimento nella loro condotta . Per verità
parecchi nella festa mancavano dalle sacre funzioni ;
altri v' intervenivano a malincuore ; molti vi si
mostravano annoiati e disattenti ; la frequenza poi
alla Confessione e alla Comunione veniva ridotta
a minimi termini .
Ad impedire questo malessere religioso e mo-
rale, che minacciava i giovani dell'Oratorio, era
d'uopo che la industriosa carità e lo zelo di Don
Bosco trovassero dei mezzi efficaci . Nè questi si
fecero molto aspettare . Pertanto acconciandosi alle
esigenze dei tempi, in tutto ciò che non era contrario
alla religione e al buon costume, egli non esitò di
permettere ai giovani che facessero ancor essi nel
cortile dell' Oratorio le loro manovre, anzi trovò
modo di avere una buona quantità di fucili sen-
za canne con appositi bastoni . Appose per altro la
condizione che non si dispensassero delle busse,
come facevasi tra Piemontesi ed Austriaci, e che
al suono del campanello pel Catechismo ognuno
deponesse le armi e si portasse in Chiesa . Diede
ancor principio a parecchi altri giuochi di ginna-
stica meno pericolosi ; provvide boccie, piastrelle
(1) Balilla è il
1747 gridando : «
nome di un giovanetto
È tempo di finirla »,
genovese che nel
sollevò il popolo
contro i Tedeschi, che opprimevano Genova, e li fe' cac-
ciare ignominiosamente .
e via dicendo . Faceva ripetere più volte il di-
vertimento della pignatta, e la corsa nel sacco, e
rappresentare eziandio oneste commediole e pia-
cevoli farse . Insomma nulla risparmiò, affinchè tutti,
chi in un modo e chi in un altro, avessero agio
di trastullarsi nell'Oratorio, assistiti sempre e pa-
ternamente sorvegliati .
Potente mezzo di preservazione si fu anche la
scuola di canto . Alle lezioni di musica vocale Don
Bosco vi aggiunse quelle di piano-forte e di or-
gano, non che per molti la musica istrumentale,
che suscitò un grande entusiasmo . Per questo egli
si vide costretto a fare più volte da maestro in
materie, nelle quali, come diceva , aveva ancora
da essere allievo ; ma il buon volere suppliva a
tutto . Mentre si attendeva ad organizzare la banda,
addestrare alcuni giovani a strimpellare sul
piano per far guaire l' organo a suo tempo, la
musica vocale si perfezionava . Quindi preparati
per benino i cori ed esercitate alcune graziose
vocine, D . Bosco cominciò a menarci a cantare
nelle pubbliche chiese di Torino in occasione del
mese di Maria e di altre funzioni, a cui tutti i
giovani prendevano parte . Questo ci attirava e
legava sempre più all'Oratorio e faceva del bene
altresì tra il divoto popolo . Imperocchè l'essersi
fino allora udito sempre sulle orchestre voci ro-
buste e d'uomini adulti faceva si, che i canti a
solo, i duetti e i cori di voci fanciullesche ri-
svegliassero tra i fedeli l' idea del canto degli
angioletti, e toccassero più sensibilmente le fibre
del cuore umano ; e perciò non era raro il caso
di vedere in quelle funzioni uomini e donne a
versare lagrime di consolazione . Per la qual cosa
da tutte parti si parlava della nostra musica , la
si ambiva, la si cercava per le feste e solennità ;
e quindi con grande giubilo dei giovani si cantò
più volte non solamente a Torino, come alla chiesa
del Corpus Domini e della Consolata, ma in ap-
presso si andò eziandio a Moncalieri, Rivoli, Chieri
e in più altri paesi circonvicini . L'esimio cano-
nico Luigi Nasi e il sac . D . Michelangelo Chia-
tellino erano per lo più i due fidi accompagnatori
della nostra nascente società filarmonica . Colla
loro perizia musicale essi la toglievano dal ri-
schio di far dei fiaschi, le facevano fare la più
bella figura del mondo, e le procacciavano sper-
ticate lodi .
Tra le altre una bella festicciuola abbiamo fatta
in quell'anno al vicino Santuario della Consolata .
Vi ci siamo recati dall' Oratorio processional-
mente . Il canto per via e la musica in chiesa
trassero gran folla di gente appiè di Maria Con-
solatrice . Si celebrò la messa , si fece da molti
la santa Comunione . In fine D . Bosco ci tenne un
breve discorso, in cui parlò delle amabilità di Ma-
ria, infervorandoci ad amarla . « Maria, ci diceva
egli tra molte altre cose, Maria è la creatura più
amata e la più amante . L'ama Iddio Padre, l'ama
Gesù suo divin Figliuolo, l'ama lo Spirito Santo,
l'amano gli Angeli, l'amano i Santi, l'amano tutti
i cuori ben fatti . Questo medesimo Santuario è
una prova lampante del come in questa città sia
sempre stata amata Maria . Ella poi ama noi col-
l'amore di una madre ; e se ama tutti i cristiani

2.4 Page 14

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in genere, porta un amore più tenero alla gio-
ventù . Maria fa come il divin suo Figlio Gesù, il
quale voleva tanto bene ai fanciulli, che li avrebbe
sempre voluti presso di sè a fargli corona . Se
Gesù diceva agli Apostoli : Lasciate che i fan-
ciulli mi vengano a trovare, Maria va pure ri-
petendo a sua volta : Chi è piccolo venga da me :
Si quis est parvulus veniat ad me . E soprat-
tutto col 'suo amore dolcissimo, che Ella si mo-
stra la Consolatrice degli afflitti : Consolatrix af-
flictorum . Rendiamole adunque il contraccambio,
amiamola ancor noi, miei cari figliuoli ; e per
amor suo fuggiamo il peccato . A ricordo poi di
questa divota visita lasciamo qui appiè di Maria
il nostro povero cuore, e preghiamola che lo ac-
cetti e ce lo conservi sempre puro ed immaco-
lato ; facciamo si, che all' ombra del suo manto
noi possiamo vivere contenti e morire consolati . »
Usciti di chiesa ed entrati nei claustri ci ve-
demmo imbandita dai benevoli Padri Oblati di
Maria, che amministravano il Santuario, una stu-
penda colazione, e in breve tempo ce la consu-
mammo con un appetito non meno stupendo .
La settimana, in cui la Chiesa ricorda ai fe-
deli le angustie e i dolori del nostro divin Salva-
tore , la Settimana Santa , porse anche occa-
sione ad infervorarci nella pietà . Il Giovedì noi
facemmo in processione la visita ai santi se-
polcri . Andando da una chiesa all' altra della
città cantavamo lodi in musica, e giovanetti di
ogni età e condizione , tratti dal nostro canto e
dal nostro esempio, vincendo ogni rispetto umano,
si univano alle nostre file con un trasporto di
gioia . Giunti sul luogo, dopo alcuni minuti d' a-
dorazione, le voci più belle, con una espressione
la più commovente, cantavano la Passione o qual-
che mottetto fattoci da D . Bosco appositamente
imparare . A quelle dolenti armonie molte persone
non potevano trattenere le lagrime, e da una chiesa
ci seguivano in un'altra per piangere di nuovo .
In sul cader di quel giorno si fece per la prima
volta nella Cappella dell' Oratorio la funzione del
Lavabo, ossia della lavanda dei piedi alla pre-
senza di moltissimi giovani . A tal uopo ne fu-
rono scelti dodici, rappresentanti i dodici Apo-
stoli . Disposti in giro nel presbitero si cantò il
tratto di Vangelo prescritto dalla Chiesa ; poscia
D . Bosco cinto di un pannolino s'inginocchiò di-
nanzi ad ognuno, e lavò loro i piedi , come fece
il divin Salvatore ai discepoli suoi nell' ultima
cena, li asciugò e baciò con umiltà profonda . Men-
tre ciò si compieva i cantori tra le altre facevano
risuonare queste parole del rito : Ubi caritas et
amor, Deus ibi est : dov'è carità ed amore, vi è
Dio . E quest'altre : Cessent iurgia maligna, ces-
sent lites ; et in medio nostri sit Christus Deus ;
vale a dire : Cessino le maligne contese, cessino
le liti ; e in mezzo di noi regni Gesù Cristo Dio .
Un morale discorso, che tenne dietro , spiegò il
significato e segnalò gli ammaestramenti della
sacra cerimonia, una delle più atte ad educare ed
informare i giovani cuori alle due principali virtù
del Cristianesimo, quali sono l'umiltà e la carità .
Dopo la funzione i giovani Apostoli si assisero
frugal cena con D . Bosco, che li volle servire
di propria mano . In ultimo, fatto loro un graziosa
regaluccio, egli li rimandò a casa ricolmi di gioia .
Questa sacra cerimonia prosegue a praticarsi tutti
gli anni nell'Oratorio con molta edificazione .'
Ma per impedire le assenze domenicali dall'O-
ratorio un altro mezzo posero in opera D . Bosco
e il teol . Borelli . Oltre al distribuire sovente dei
piccoli doni ai giovani più frequenti al Catechi-
smo e ai meno indevoti, come sarebbero imagini,
medaglie, e talora frutta e dolci , eglino comin-
ciarono a fare l'istruzione o la predica della sera
sotto forma di dialogo . Il buon Teologo mescolato
tra di noi faceva da penitente o da scolaro, ed
usciva di tratto in tratto in domande e risposte
così lepide, che ci tenevano attenti e ci facevano
ridere, nel mentre che D . Bosco dalla cattedra
istruiva e moralizzava secondo il bisogno . Questa
maniera d'istruzione fu sempre per noi cosa de-
sideratissima, e bastava che si dicesse che la do-
menica vegnente vi sarebbe stato il dialogo, per-
chè la Cappella si riempisse di giovani . Da quel
tempo invalse l'usanza di fare il dialogo nel tempo
del carnevale, a fine di togliere più facilmente i
giovani dal pericolo di correre dietro alle vanità
e ai divertimenti del mondo .
La festa poi di S . Luigi fu celebrata con una
pompa singolare, e pareva che i tempi così re-
clamassero . In quell' anno i giovani erano assai
di spesso attirati ad assistere a feste, o, per me-
glio dire, a dimostrazioni civili, che di tratto in
tratto avevano luogo in città per celebrare le vitto-
rie di Carlo Alberto, vittorie che non tardarono a
mutarsi in disfatte . Mentre adunque il mondo sfog-
giava in magnificenze, e attirava gente dietro ai
suoi spettacoli, sembrava utile, se non necessario,
il contrapporre la grandezza delle feste religiose,
per meglio guadagnare alla Chiesa le menti ed i
cuori dei fedeli , soprattutto della inesperta gio-
ventù .
La solennità venne annunziata molto tempo in-
nanzi ; le si fecero precedere le solite sei dome-
niche con apposite pratiche di pietà ; si prepararono
musiche per quanto poteronsi squisite ; si manda-
rono inviti ai benefattori dell' Oratorio e ai loro
conoscenti ed amici . La sera della vigilia e al
mattino della festa collo sparo dei mortaretti se
ne risvegliò la memoria nei vicini e nei lontani .
D . Bosco , il Teol . Borelli e parecchi Sacerdoti
loro aiutanti ebbero molto lavoro , e gustarono
dolci consolazioni pel gran numero di giovani,
che si accostarono ai Santi Sacramenti . Nelle ore
pomeridiane ci ricorda che nell' Oratorio si versò
una si gran calca di gioventù, che la Cappella non
ne capì che una parte .
La processione soprattutto fu una cosa degna
di particolare menzione . La via Cottolengo , che
si percorreva, è lunga ; eppure i primi giovani
delle due file n' erano ormai alla metà, e gli ul-
timi colla statua del Santo uscivano appena dalla
cinta dell' Oratorio . Malgrado tanta gente, ogni
cosa si compiè con ordine e tranquillità . Le guar-
die civiche assistevano più per decoro che per
imporre , e la banda musicale alternava i suoi
concerti al canto dei giovanetti .
Una cosa molto edificante fu notata in quella

2.5 Page 15

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circostanza . A fianco della statua si vedevano due
ragguardevoli personaggi, i quali levarono poscia
alto grido di sé per tutta Italia, ed uno per tutta Eu-
ropa . Tenevano essi da una mano il cereo acceso,
e dall' altra il Giovane Provveduto, cantando coi
sacri ministri l' inno Infensus hostis gloriae, in
onore di S . Luigi . E chi erano questi due per-
sonaggi ? Erano nientemeno che il Marchese Gu-
stavo, e il Conte Camillo Cavour .
Questi due fratelli non avevano tardato a con-
vincersi che certi timori manifestati dal Marchese
loro padre nei primordii del nostro Oratorio non
avevano fondamento (1) . Quindi vedendo che Don
Bosco aveva avuta l' abilità e la costanza di su-
perare tutte le fattegli opposizioni, e tirare innanzi
l' opera sua raccogliendo da tutte le parti di To-
rino giovani vagabondi e pericolanti, erano dive-
nuti suoi ammiratori . Eglino venivano sovente a far-
gli visita per incoraggiarlo all'ardua impresa . Nel-
l' Oratorio poi non facevasi una festa di qualche
importanza, a cui non prendessero parte . Tanto
l' uno quanto l' altro si dilettavano di stare con-
templando tanti giovanetti insieme raccolti, con-
cordi nei loro trastulli , istruiti , assistiti , bene
trattati, tolti per siffatta guisa dalla via del di-
sonore , e allontanati dalla porta della prigione .
A quella vista il Conte Camillo fu più volte
udito a pronunziare queste parole : «Che bella ed
utile opera è mai questa ! Sarebbe davvero desi-
derabile che ve ne fosse almeno una per ogni città .
Così molti giovani eviterebbero la prigione, ed il Go-
verno non ispenderebbe tanti denari per mantenere
fannulloni nelle carceri, ed avrebbe in quella vece
molti sudditi morigerati, che con un' arte o me-
stiere camperebbero onoratamente la vita, e giove-
rebbero a se stessi e alla società . »
Forse qualcuno farà le maraviglie che i due
Cavour praticassero così nel nostro Oratorio e
manifestassero di cotali sentimenti . Noi ci limi-
tiamo ad osservare che in quel tempo essi mo-
stravansi altamente Cattolici . Soprattutto Gustavo
lo si vedeva sovente nelle chiese di Torino ad
accostarsi alla santa Comunione con un contegno
molto edificante ; anzi fu per varii anni uno dei
più valorosi scrittori dell' Armonia, che cominciò
ad uscire per la prima volta il 4 di luglio di quel-
l' anno stesso . Il medesimo Camillo l' anno 1850
fu visto nella Chiesa della SS . Annunziata a ricevere
la Comunione dalla mano del Teologo Fantini,
(1) Ci venne poc' anzi a notizia un fatterello, di cui vo-
gliamo prendere qui nota a fine d' inserirlo a suo posto in
una ristampa di questa Storia . - Adunque il Marchese
Cavour (padre), avendo veduto una volta D . Bosco nei prati
così detti della Cittadella seduto per terra tra un circolo
dì giovinetti, a cui cercava in bel modo di fare entrare
in capo qualche buon pensiero di religione e di morale,
demandò : Ma chi è mai quel prete in mezzo a quei mo-
nelli ? - É D . Bosco . gli fu risposto - O egli è un pazzo,
soggiunse il povero Marchese, oppure un uomo da essere
condotto in Senato ; - e voleva dire degno di essere
messo nelle prigioni del palazzo chiamato tuttora il Senato .
Con queste idee stravolte non fa più stupire che egli abbia
fatto e detto quello che i nostri lettori già conoscono .
Di qui si vede quanto i giudizi degli uomini siano di-
versi da quelli dt Dio, e come sia vera quella sentenza
di s . Paolo : Sapientia huius mundi stultitia est apud
Deum (la Cor . tit ., 19) .
eletto poscia Vescovo di Fossano . Se in appresso
cangiarono ambidue, lo si deve alle idee politiche,
da cui lasciaronsi riempiere il capo .
Ma una cosa stava molto a cuore a D . Bosco,
ed era di avere un discreto numero di giovani
ben fondati nella virtù, i quali fossero come sale
e luce in mezzo agli altri ; e cercò modo di for-
marseli . A questo fine egli stabilì di tenere una
muta di Esercizi spirituali . Ne fece parola con
quelli che gli parvero meglio disposti ; coi suoi
consigli li aiutò ad ottenere dai parenti o dai pa-
droni una settimana di libertà per quest' uopo, e
così ne raccolse una piccola schiera . Preparate le
cose, che occorrevano, e previe le dovute intelli-
genze coi reverendi predicatori, che furono il si-
gnor Giuseppe Gliemone ora canonico di Rivoli e il
T . D . Borelli, la sera di una domenica di Luglio
si diede principio ai primi santi Esercizi, che
terminarono al mattino della domenica consecutiva
colla Comunione, e coi ricordi di perseveranza . 1
giovani esercitandi si fermavano tutto il giorno
all'Oratorio, vi udivano mattino e sera le medi-
tazioni e le istruzioni, mangiavano con D, Bosco,
ma non essendovi letti per tutti, nella sera una
parte si recava alla propria casa pel riposo . I
predicatori scelti da D . Bosco parevano fatti ap-
positamente per noi ; quindi le verità , gli inse-
gnamenti, le massime, gli esempi, e i fatti edifi-
canti, che ci vennero esposti, non potevano essere
meglio adattati alla condizione nostra, e meglio
attirare la nostra attenzione . Col divino aiuto va-
rii giovani riformarono affatto la loro vita , e co-
minciarono a tenere una condotta così esemplare,
che fu gran bene per loro e per tutto l'Oratorio .
In appresso alcuni si fecero e sono tuttora buoni
religiosi ; gli altri rimasero nel secolo, ma vi-
vendo sempre da savii cristiani, come fanno i
superstiti, che la discrezione non ci permette di
qui nominare .
Un lepido episodio ci occorre qui alla mente .
Un buon giovanetto desideroso di fare la sua con-
fessione generale colla maggior precisione che
fosse possibile si aveva scritti i suoi peccati .
Fosse scrupolo o fosse realtà, fatto sta ed è che ne
aveva riempiuto un piccolo quaderno, coll'inten-
zione di mandarli poscia a memoria o leggerli ap-
piè del confessore . Ma, non si sa come, al sab-
bato egli perdette il volumetto delle ingloriose
sue gesta . Tocca e ritocca, cerca e ricerca per
ogni parte, ma il manoscritto non si trova . Al-
lora il povero ragazzo cade nella desolazione ; si
sente a gonfiare il cuore, e giù un pianto dirotto .
Per buona ventura, ma all'insaputa di tutti, il qua-
dernetto era stato trovato da D . Bosco . - Intanto
vedendolo singhiozzare a quel modo, alcuni com-
pagni, dopo averlo inutilmente tempestato che loro
ne dicesse il perché, lo condussero a D . Bosco -
Che cosa hai, mio caro Giacomino? gli domandò
questi ; hai male ? hai dispiaceri ? ti hanno dato ?
e intanto paternamente lo accarezzava per fargli
rallentare il pianto . Il buon ragazzo asciugatesi
un tantino le lagrime, e preso un po' di lena, ri-
spose : Ho perduto i peccati ! A queste parole i
compagni diedero in uno scroscio di risa, e Don
Bosco, che aveva tosto capito, facetamente sog-

2.6 Page 16

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giunse : - Te felice, se hai perduto i peccati, e
te felicissimo se non li trovi più ; perchè senza
peccati andrai di certo in Paradiso . - Ma quel
buon figliuolo credendo di non essere stato inteso
riprese : h o smarrito il quaderno dove li aveva
scritti : - Allora D . Bosco, tratto di tasca il gran
segreto, sta tranquillo, disse, mio caro, che i tuoi
peccati sono caduti in buone mani ; eccoli qua .
- A quella vista il poveretto rasserenò la fronte,
e sorridendo conchiuse : - Se avessi saputo che
li aveva trovati lei, invece di piangere mi sarei
messo a ridere : stasera poi andandomi a confes-
sare le avrei detto : Padre, io mi accuso di tutti
i peccati che lei ha trovati e che tiene in tasca .
Intanto con queste ed altre amorevoli industrie
l'Oratorio, anche in mezzo ai trambusti di quel
tempo, si conservava in fiore, frequentato sempre
da più centinaia di giovani .
Intorno a quel tempo le nostre scuole serali ebbero
nuove lodi e premiazioni . Il Municipio di Torino,
invitato da D . Bosco, mandava in deputazione a
nuovamente visitarle il cav . Pietro Ropolo , il
comm . Capello, detto Moncalvo, ed il comm . Giu-
seppe Duprè . Quei signori esaminarono i giovani
delle varie classi intorno alla lettura, alla scrit-
tura, grammatica, lingua italiana e francese, arit-
metica, sistema metrico, geografia, storia e dise-
gno ; assistettero eziandio alla esecuzione di alcuni
pezzi di musica ; fecero encomii a maestri e scolari,
e se ne partirono molto soddisfatti . L' esito della
favorevole loro relazione in pieno Consiglio si fu
un premio di lire mille decretato alle nostre scuole .
La Direzione dell'Opera Pia : La mendicità
istruita, che, come altrove dicemmo , aveva sul
nostro esempio introdotte nel suo Istituto le scuole
serali e di musica, venne eziandio, nella persona
dell'egregio cav . Gonella, a farci una seconda vi-
sita ; e in segno di gradimento e di benemerenza
ci assegnò un altro grazioso premio .
Questi sussidii e lodi producevano due buoni ef-
fetti : mettevano D . Bosco in grado di fare a pro
delle scuole le occorrenti spese per l' affitto del
locale, per lumi, libri, carta , penne e simili ; e
nel tempo stesso erano un incoraggiamento poi
giovani che le frequentavano . Vedendo essi per sif-
fatta guisa comprovato dall' autorità l' insegna-
mento che loro s'impartiva, e rimunerati i sacri-
fizi dei loro maestri, soprattutto di D . Bosco ,
promotore ed anima di tanto bene, sentivansi vie
più eccitati ad approfittarne .
Circa quel tempo alcuni Paroci , tra cui quel
di Borgodora, del Carmine e di Sant' Agostino,
mossero nuovi lamenti presso all'Arcivescovo, per-
chè negli Oratorii di S . Francesco di Sales e di
S . Luigi si tenessero funzioni religiose e si am-
ministrassero i santi Sacramenti . Monsignor Fran-
soni, viste infondate quelle rimostranze , per to-
gliere loro qualsiasi futuro pretesto , emanò un
formale decreto, con cui rinnovava la facoltà di
compiere negli Oratorii qualsiasi funzione religiosa
solita a farsi nelle parrocchie ; e pei Sacramenti
non solo concedeva di amministrarli liberamente,
ma che i giovani vi potessero eziandio soddisfare
al precetto pasquale . « Le Cappelle degli Orato-
rii, diceva il savio Arcivescovo, saranno le Par-
rocchie di quei fanciulli che li frequentano . » Ad-
ducendo poscia la ragione di sue concessioni, ag-
giungeva : « Stante la circostanza che molti giovani
sono forestieri, e che gli altri tutti sono per na-
tura volubili ed incostanti, senza gli Oratorii che
in bel modo ve li attirino, molti non andrebbero
in chiesa, e così crescerebbero ignoranti e discoli . »
LA PATAGONIA
e le Terre australi del Continente americano
CAPO IV .
Ulteriori investigazioni della Patagonia .
Dopo di Magellano la Patagonia per molto tempo
non fu più esplorata . La Spagna vi avrebbe vo-
luto mettere degli stabilimenti in varii punti, ma
la difficoltà di approdare nei suoi porti e la poca
sicurezza da essi offerta fecero si, che gli Euro-
pei rinunciassero a stanziarsi sulle sue coste . Nel
1578 gli Inglesi ricomparvero bensì sul suolo di
questo paese, fino allora esclusivamente esplorato
dai navigatori Spagnuoli, ma visitati molti punti
si ritirarono disgustati dall'inospitalità delle terre,
e non lasciarono segno di sè . Tuttavia le fanta-
stiche descrizioni di alcuni altri viaggiatori, i quali
assicuravano trovarsi in Patagonia città conside-
revoli, edilizi magnifici, e, quel che è di più, im-
mense ricchezze, decisero il governo Spagnuolo a
tentare nuovamente di porvi uno stabilimento .
Nel 1582 pertanto un assai gran numero di
Spagnuoli sbarcarono sulla parte Orientale della
penisola di Brunswik, che è la punta più meri-
dionale del continente Americano, nello stretto di
Magellano . Questi avventurieri comandati da Sar-
miento e da Diego Flores per cominciare l' opera
della civilizzazione gettarono le prime fondamenta
d'una città, che chiamarono S . Felipe, ossia S . Fi-
lippo . Fu allora solamente che s'accorsero che
questa terra era sterile ed inospitale . - I viveri,
che si erano portati seco, ben presto consumarono,
ed il freddo cominciò a farsi sentire nel modo più
terribile . Sarmiento risolse di andare in cerca di
provvigione nelle colonie del Nord ; s'imbarcò,
fece più volte naufragio e finì per esser fatto pri-
gioniero . Frattanto i 400 sfortunati coloni , che
attendevano il suo ritorno, morirono di fame , di
freddo o sotto le armi dei Patagoni . Ridotti a 25
presero il partito di cercarsi per terra un luogo
più propizio . Partirono ed il solo che non li volle
seguire non li vide più ritornare . Esso poi fu tro-
vato circa 4 anni dopo sulle rovine della città
nascente da navi europee, che passarono per colà .
Il luogo dove perirono quegli avventurieri si
chiama tuttora « Porto della Fame . »
Dopo tale sventurato successo si sospesero per
alcuni anni le avventuriere spedizioni ; ma poi e
gli Inglesi, e gli Olandesi, e gli Spagnuoli stessi .
e più tardi anche i Francesi, continuarono i viaggi
di esplorazione . I viaggiatori più celebri volsero
a quelle terre i lor desiderii, si approdò in ogni
punto delle coste , lo stretto di Magellano venne

2.7 Page 17

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studiato palmo per palmo . Altri navigarono attorno nalmente a tenere la data parola . In altrettanti
alla Terra del Fuoco, e trovarono altri passaggi capitoli, quanti occorreranno, noi verremo pùb-
per andare dall'Atlantico nel Pacifico ; ma l'in- blicando intorno a questo degno ecclesiastico,
terno delle terre restò sempre inesplorato, perchè quello che crediamo più conforme al nostro scopo,
nessuno si fermava nella Patagonia se non per e che potrà servire di regola e di esempio ai no-
alcuni giorni, onde visitarne le coste e avere qual- stri Cooperatori e alle nostre Cooperatrici, perchè
che notizia da esagerare ai suoi compatriotti .
possano viemeglio aiutarci nel nobile compito di
I buoni successi che in appresso i Gesuiti ot- educare e di istruire per Dio, per la Chiesa, per
tennero nel Paraguay e nel Perù in fatto di co- la famiglia, per la civile società, tanta gioventù
lonizzazione, inspirarono alla Spagna l'idea di povera ed abbandonata .
far colonizzare nello stesso modo le terre Pata-
goniche . L' incarico venne affidato a due Padri di
I.
l
quella medesima Compagnia, i Reverendi Quiroga D . Gaudenzio - Sua prima età -- Vita di famiglia
e Cardiel, affinché visitassero i luoghi e riferis-
Un tesoro di madre - Il modello dei compagni.
sero sulla possibilità di colonizzare la Patagonia .
Partirono i detti Padri nel 1745, e tentarono la
Più d'uno nel leggere il titolo di questo rac-
fondazione di uno stabilimento , ma senza buon conto, a cui mettiamo mano, con animo confidente
risultato ; anzi il rapporto che ne fecero non fu j e sereno, andrà fantasticando non sappiamo quanti
tale da incoraggiare per l' avvenire simili prove . e quali giudizii , più o meno diversi . É un ro-
Tuttavia dopochè l'inglese Talkuer , il quale manzo, che ci vuol dare il Bollettino Salesiano?
aveva vissuto lungo tempo nelle Pampas, pubblicò E un racconto vero o ricavato dal vero, ed espo-
una descrizione delle terre Magellaniche, la Spa- sto sotto altro aspetto, per farsi leggere ? Chi è
gna, spaventata dall' intenzione manifestata dal- questo D. Gaudenzio, che col solo suo nome ci al-
l'Inghilterra di mettere essa stabilimenti nelle terre larga il cuore, e ci promette qualche ora felice,
australi dell' America , risolse sul serio di voler in questi giorni tanto pieni di angoscia e di ti-
fortificare alcuni punti principali del littorale Pa- j more?- Statti in pace, lettor mio : non oppri-
tagone e di crearvi colonie .
mermi più con tante domande, che io ti dirò su-
Lo stabilimento di S. Giuseppe fu , in conse- bito, chi è questo caro D . Gaudenzio, che, ora per
guenza di ciò, fondato nel 1779, ma una grande la prima volta, compare in queste pagine , e che
epidemia sforzò i coloni a rifugiarsi a Montevi- ti promette di volersi fare tuo buon amico, molte
deo . Nello stesso anno ebbe luogo una prova più volte consigliero , sempre ilare e giocondo com-
fortunata di . colonizzazione nel luogo, ove sorge pagno, per quanto gli basterà la vita, e Dio lo
oggidì il villaggio di Carmen o Carmine a qual- conserverà su questo povero mondo .
che lega dalla foce del Rio Negro .
Egli vive tuttavia, e vorrei dire che mangia,
Mirabile tratto della divina Provvidenza ! Pre- beve e veste panni ; se non volessi invece ag-
cisamente 100 anni dopo, e forse nello stesso mese, giungerti, che cerca di far del bene al suo pros-
i Salesiani ponevano dimora fissa, e aprivano ospi- simo, e di compiere il meno male possibile la sua
zio in questo medesimo luogo .
missione di Sacerdote e di Parroco .
Nel 1780 un' altra prova di, colonizzazione fu
Veramente la piccola terricciuola di""" può dirsi
tentata al porto S . Giuliano : si costrusse un forte benedetta da Dio , perchè da circa 30 anni se lo
con alcune case e si diede a questo luogo il nome gode padre e pastore . Dal dì, che egli è arrivato
di Florida Bianca . Il porto Deseato vide quasi in mezzo a' suoi figli, non ci fu un momento di
nello stesso tempo cominciare un altro stabili- malumore, la luna di miele, clle spuntò in quel
mento . Questi varii sforzi, -i quali indicano chia- giorno avventurato, non patì alcuna fase , non si
ramente il progetto d'assicurare il possesso della oscurò di alcuna anche più piccola nuvola, non
Patagonia alla corona di Spagna, non ebbero suc- tramontò mai più . Non che ci siano mai state
cessi guari soddisfacenti , essendosi dovuto dopo occasioni di pena : non che tutte le cose siano
un paio d' anni abbandonare quasi affatto la co- sempre riuscite a seconda del suo desiderio ; e
lossale intrapresa .
che il nemico del bene non abbia mai cercato di
Ma pare sorta per quelle terre l' aurora di giorni disturbarlo dalla sua calma e dalle sue opere di
più felici . Quello che non poterono conseguire i carità ; che anzi sovente, e lo vedremo in corso
Governi, poichè guidati in quelle terre da mate- del racconto , venne prima l'indifferenza , poi la
riali interessi , speriamo che sarà ottenuto dalla meraviglia , finalmente anche la calunnia contro
Religione Cattolica spintavi dalla carità di Gesù quell'anima bella ; ma non fu mai che egli per-
Cristo, e dall' unico desiderio della salute delle desse la sua giovialità, la sua serenità di anima
anime, redente dal suo preziosissimo Sangue .
e di mente .
Quello che la serafica s . Teresa raccomandava
alle sue figlie spirituali : Niente ti turbi, era la
UNA BIOGRAFIA PROMESSA .
Nel Bollettino di Settembre dell'anno 1878 in
divisa, l'arma di famiglia del nostro caro D . Gau-
denzio . Fu appunto per questa sua costante tran-
quillità , e per un fare piuttosto allegro e gio-
una nota ad un articolo intitolato : Industrie e viale, che adoperava nel conversare e alcune
riflessi di un buon parroco, noi promettevamo volte nel suo predicare , che fece si , che prima
di tessere una breve biografia di un sacerdote ze- qualcuno, e poi tutti i suoi figliuoli lo chiamarono
lantissimo del benessere dei giovanetti . Eccoci fi- col bel nome di D . Gaudenzio, invece del proprio,

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che era D . Matteo . E sovente, principalmente in
sui principii, capitando qualche suo amico o co-
noscente, volendo andare alla canonica, e pigliando
lingua del dove e del come stava D . Matteo, il
popoletto faceva spallucce, scrollava la testa, ri-
spondendo di non sapere chi si fosse questo Don
Matteo. Se insistendo dicevano, che tale era il
nome del loro spettabile parroco, allora con un
tal sorriso di compassione rispondevano : ma Lei,
signore , doveva dire D . Gaudenzio , perchè così
appunto è detto il nostro pastore . Anche i pa-
renti suoi dovettero adottare, per questo loro savio
figliuolo, il nomignolo di Gaudenzio, e rispettare
la voce del popolo, che non mai in altra occasione
era più la voce di Dio .
Ora volendo dire di lui in nodo abbastanza, am-
pio, e venire poi a raccontare le sue mirabili a-
zioni nella vigna del Signore, ci vediamo obbli-
gati a rifarci un poco più avanti, ed esporre an-
che qualche piccola cosa de' suoi primi anni .
Era D . Gaudenzio il secondo dei figliuoli del
signor Francesco
che nel suo paesello eser-
citava l' arte del medico . La mamma era una di
quelle buone donne cristiane, che mettono il loro
vanto principale nel considerare un vero e santo
dovere verso Dio l' educare alla pietà la figliuo-
lanza . Essa volle fosse per loro tutta consacrata
la sua vita, ricordandosi che dipendeva dalla prima
impressione ed educazione, per fare de' suoi figli
o angeli di Dio, o tizzoni d'inferno . Quindi assai
tempo passava con loro , nè mai che li affidasse
con leggerezza ad altre mani . Sapeva che la pianta
tale sarà adulta , quale fu educata nel principio .
E perciò i suoi figli crescevano a meraviglia, di
consolazione ai parenti, e di ammirazione a tutto
il paese . Era bello specialmente nei giorni di fe-
sta vedere questa famiglia, dopo le funzioni di
Chiesa, riunita insieme, uscire a fare una passeg-
giata fuori per la campagna a respirare l'aria più
libera e pura . Li precedevano i bambini in alle-
gra e chiassosa brigata, e dietro sorridenti e lieti
i fortunati genitori . Quanti s'incontravano per via
salutavano con rispetto il sig . Dottore , il quale
rispondeva col maggior garbo a tutti, fossero a-
giati o poveri . In queste piccole passeggiate , se
la buona comitiva s'incontrava in qualche pove-
retto , non si lasciava senza soccorso . Ma si sa-
peva fare con carità e grazia . Era il Matteuccio
destinato all'opera santa . La mamma lo chiamava
a sè, gli metteva tra mano l'elemosina, e poi gli
diceva : Ecco , carino mio , un povero uomo che
Dio ci manda a soccorrere . Va , gli consegnerai
il soldo, raccomandandogli di pregare Dio per noi .
Ed il fanciulletto sapeva compiere l' incarico con
il più bel garbo che mai . E quante benedizioni
si auguravano da tutti a questa santa famiglia !
Alcune volte poi il papà, come medico, non con-
dotto, ma volontario e per beneficenza, accorrendo
al letto del povero, voleva con sè il piccolo Mat-
teo , affinchè alla vista di tante miserie si edu-
casse il cuore a delicati sensi della carità cristiana .
Quando alla sera ritornava a casa da queste visite
fatte col padre, si vedeva mesto e persin lacrimoso .
Avrebbe voluto aiutare quei miseretti, e s'accor-
geva che non ne aveva i mezzi . Il suo borsellino
privato era troppo scarso per il bisogno e per la
volontà del cuore . Fu udito più volte a dire alla
mamma, che venisse in suo soccorso, compensando
con volontarie privazioni quanto gli era concesso .
La signora Nannina , che così era chiamata quel
tesoro di madre , giubilava in se stessa per tali
sentimenti del suo Matteo, e gli lasciava abbon-
dante limosina per i suoi poveri ammalati . Al loro
letto era veramente l'angelo del conforto ! Se poi
s'incontrava in poveri fanciulli, in orfanelli . . . oh !
allora erano moltissime lacrime, che accompagna-
vano l'aiuto materiale . E ripensando alla disgrazia
di costoro, faceva preghiere di riconoscenza a Dio,
per avergli data e conservata una madre sì buona
e si caritatevole .
Intanto che alla scuola della mamma si educava
alla pietà ed alla religione , non si trascuravano
gli studi, che dovevano un giorno aprirgli una via
nella società, e dargli agio a riuscire utile a sè
ed al suo prossimo, come vedeva farsi da suo pa-
dre . Così passarono i primi anni della puerizia .
Quando poi dovette consegnarsi alla cura di altri ma-
estri, non si credette la buona signora dispensata di
tenergli su l'occhio . Anzi il suo cuore tremava di
santo timore, che il suo caro figliuolo non avesse
a perdere in un momento il frutto di tante cure
e di tanta sollecitudine . Essa perciò lo accompa-
gnava alla scuola, ed essa pure ve lo andava a
prendere ; e più volte con precauzione e premura
lo interrogava sulle lezioni udite nella scuola,
adoperandosi che queste riuscissero per lui utili
alla mente e al cuore ; ed invigilando che non s' in-
filtrasse nell'animo suo il veleno di cattiva dottrina .
Ed esso crescendo negli anni e negli studi
non cessava di crescere anche in virtù . Nella
scuola era sempre il modello dei compagni . Il
maestro, uomo veramente degno di questo nome,
non finiva di lodarlo e di proporlo per esempio agli
altri allievi . Un giorno che un compagno, perchè
corretto dal maestro, disse una bestemmia, il po-
vero Matteuccio fu per ismarrire dal dolore . Versò
amarissime lacrime, e ritornato a casa manifestò
l'immensa sua pena alla mamma . Prima però
aveva, con santa risolutezza e coraggio, già rim-
proverato il compagno con queste virtuose parole
Caro amico, che ti ha fatto il Signore , da stra-
pazzarlo così ? Queste semplici ed infuocate parole,
il tono della voce e le lacrime che le accompa-
gnarono, fecero buonissima impressione nel cuore
dell'amico, che gli promise che non avrebbe mai
più offeso il Signore in quel modo . Altra volta
sentì una parola sconveniente , e sebbene chi la
pronunziò fosse più alto di lui , non si tenne dal
dirgli che un giovinetto cristiano non deve mai
parlare così . Per le quali cose i suoi compagni
oltre al venerarlo come savio, ed ammirarlo per
il suo ingegno svegliato, stavano bene in guardia
per non offenderlo, e non meritarsi i suoi giusti
e sapienti rimproveri .
UNA LEZIONE SALUTARE .
Esponiamo ai nostri Cooperatori e soprattutto
alle Cooperatrici, madri e figlie, un fatto lagri-

2.9 Page 19

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mevole avvenuto in Roma nel mese passato, che
Una giovinetta di pii sentimenti, ma che a
e una salutare lezione sulla vanità del mondo ! quando a quando dava luogo a pensieri un po'
Una zitella per nome Adele Paolini, di bassa vani, scriveva un di a sua madre : « Madre mia .
condizione, dovette alla sua sfolgorante bellezza io sarei vaga d' aver uno specchio ; esso è un
i favori di alcuni ricchi, che andandone perduti, oggetto per poco indispensabile , e più d' una
le prodigavano denari e mezzi di passarsela alle- volta mi dolgo di non averlo . Io riposo adunque
gramente . Era nota in Roma, dove la si vedeva
in eleganti carozze , e scioccamente corteggiata .
La madre invece di allontanarla da questi peri-
sulla tua bontà ed affetto, alquanto impaziente
(tel confesso con sincerità) che mi mandi questo
piccolo oggetto utilissimo . » La dimane ricevette
coli le teneva bordone .
la giovinetta dalla sua madre questa risposta
La sera del 16 luglio ella stava acconciandosi « Mia cara figlia, non solo io ti manderò lo spec-
in casa per uscirsene ai divertimenti, quando un chio che mi chiedi, ma in cambio d' uno solo, ne
signore, che era con lei, urtò col capo una lam- riceverai tre . » - Tre? . . . disse la giovinetta in-
pada sospesa, che cadde, versando il petrolio sul- terrompendo la sua lettura . Che vuol dire questo ? E
l'abito della Paolini, e gli diede fuoco .
continuando a leggere vide queste linee : « Nel primo
In un batter d' occhio la povera figlia è involta
dalle fiamme ; si precipita a terra urlando ; la
madre e quel signore si gettono a spegnerle il
specchio vedrai ciò che tu sei ; nel secondo ciò che
sarai ; nel terzo ciò che devi essere . » La giovane
rimase trasecolata ; finito che ebbe di leggere, en-
fuoco di dosso, ma non riescono che a scottar se trò in mille congetture, ma non ne cavava niente ;
stessi . Intanto il fuoco si appiglia alle tende e le convenne dunque aspettare, e l' aspettare è ben
dalle tende al soffitto . Si grida : Aiuto ! aiuto ! noioso a sedici anni ! Ella contava i giorni , le
ma il caso vuole che il portone sia chiuso e i ore, i minuti che passarono fra la ricevuta della
vicini non possano accorrere . Dopo troppo lunga lettera e l' invio annunziatole . Finalmente , dopo
aspettazione, un uomo sfonda coll' ascia la porta ; tre giorni lunghi, che le parvero tre secoli, giunse
arrivano i pompieri, si domano le fiamme, si manda un pacco diretto alla giovinetta . Avutolo, lo portò
per una carrozza per trasportar all' ospedale la via correndo, e restata sola, si mise ad aprirlo .
povera Adele ; la carrozza non si trova, ed il ca- Un primo piego ben involto , avente il numero
pitano dei pompieri l' adagia sopra un materasso primo, le saltò tosto agli occhi ; ella l' aperse con
e ve la fa portare così da quattro uomini .
I medici riconoscono tosto la gravità del caso .
L'inferma, rinvenuta da uno svenimento, domanda
delicatezza . Il cuore le martellava ; cha vedeva ella ?
Eccolo, un modesto ma fedele specchio che , se-
condo la promessa della madre , le mostrò ciò
se vi è pericolo della vita : - Ditelo francamente, ch'ella era, la sua giovinezza, le sue grazie, e i
diss' ella . Se devo morire , fatemi chiamare un vezzi della primavera della vita . - Che bontà è
sacerdote, perché voglio confessarmi prima di com- quella di mia madre! disse la figlia ; e nella sua
parire al tribunale di Dio . - Si confessò presso gioia, nella sua schietta riconoscenza , diede un
la mezzanotte , e poi cominciò l'agonia, e alle bacio allo specchio . - Ma che poteva contenere il
quattro e mezza del mattino spirava tra gli spa- secondo piego che pareva più grosso , e più pe-
simi più atroci .
sante ? Ella ansiosa l' aperse , e trovò una testa
Il cadavere della giovane infelice aveva preso da morto ; altro specchio non men fedele di ciò
un aspetto orribile . La faccia da tanti idolatrata
era completamente nera ; la bocca contratta , le
mani orribili ; la pelle si staccava come se fosse
ch' ella sarebbe un giorno . La vista di tal oggetto
era atta a condurre a gravi riflessioni ; la giovi-
netta cominciò a capire la lezione che voleva darle
un guanto . Parecchi medici e studenti vi stavano sua madre, ed ella più a lungo guardò il secondo
intorno . Quantunque tal fatta di persone siano specchio che il primo . - Restava il terzo pacchetto ;
abituate a contemplare cadaveri, tuttavia leggevasi si capisce che dopo il secondo, la figlia dové al-
sul loro volto un' espressione d'orrore misto a quanto peritarsi ad aprirlo : intanto pensò fra sé
pietà . Adele Paolini non aveva che 23 anni .
che non poteva contenere un oggetto più spaven-
Questo fatto porge materia a meditare sulle tevole , e si mise a scioglierlo . Die' un grido di
vanità delle mondane bellezze , e sulla follia di gioia, trovando sotto una finissima stoffa una de-
coloro che vi corrono dietro . Cosa vana è la bel- liziosa statuetta rappresentante Maria Immaco-
lezza, disse lo Spirito Santo ; Vana est pulehri- lata .
Ecco ciò che debbo essere , gridò ella,
tudo : la donna, che teme il Signore, sarà lodata e ciò che sarò, colla grazia di Dio . - E s' in-
Mulier timens Dominum ipsa laudabitur . Sono ginocchiò e pregò a lungo . Io non so se dei tre
queste le buone massime da scolpirsi nella mente specchi il primo fosse spesso consultato ; ma il
e nei cuori di tutti e specialmente della gioventù . secondo ed il terzo furono sempre sotto gli occhi
della giovinetta ; e quando nell' anima sua stava
per piombare il terrore alla vista del secondo spec-
TRE SPECCHI .
chio, ella levava gli occhi al terzo, e vi attingeva
il coraggio, la speranza e la gioia .
In un libro che ha per titolo : Tesoro di rac-
conti istruttivi ed edificanti (1) ricaviamo il rac-
conto seguente, che ci pare assai degno di essere
conosciuto, e che farà del bene .
AVVISO .
(1) Il libro è vendibile presso Luigi Liverani libraio a
Faenza al preizo di Lire 2 50 .
Siamo venuti a sapere che taluno facendosi cre-
i dere amico, od incaricato di D . Bosco, si presentò in.

2.10 Page 20

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qualche paese a Cooperatori e Cooperatrici, e ne ri-
cevette offerte da consegnarci . Affinché niuno per
l'avvenire abbia ad essere tratto in inganno da qual-
che scroccone, avvertiamo che noi non abbiamo in-
caricato né incarichiamo persona a ricevere limosine
in siffatta guisa . I Cooperatori e le Cooperatrici san-
no il mezzo di usare per farci tenere la loro carità ;
essi o ce la spediscono direttamente per lettera
« A suoi figli desolati per tanta perdita sia di
conforto il pensare quanti sono quelli che si as-
sociano al loro dolore , e quanti nella morte del
padre loro piangono la perdita d' un insigne be-
nefattore, d' un secondo padre . »
assicurata o per vaglia postale, o si servono del
proprio Parroco, dei Capi o Decurioni, o di altra
persona loro conoscente e sicura .
E poiché ci si porge occasione avvertiamo al-
tresì che, occorrendo di spedire biglietti di banca,
li affidino a lettere appositamente assicurate e non
in lettere semplicemente affrancate, poiché è già
avvenuto che queste si siano smarrite colle somme
unite . Il mezzo più sicuro è sempre il vaglia po-
stale, conservando lo scontrino per ogni evento .
INDULGENZE SPECIALI
poi Cooperatori Salesiani .
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle arrime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
NECROLOGIA .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
Lo spazio non ci permette di pubblicare cenni sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
biografici dei Cooperatori e delle Cooperatrici, che j Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
di mese in mese vengono chiamati a miglior vita ; alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ma questa volta il merito e la convenienza ci ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
consigliano a fare una eccezione . Ecco quanto ci i Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo senza
scrivono dal nostro Ospizio di Sampierdarena
bisogno di Confessione e Comunione, pur_ ché sia
« Un buon Cooperatore abbiamo perduto nel mese in grazia di Dio .
di luglio ! É questi il sig . Francesco Vassallo di f Oltre a queste un'altra Plenaria ne può gua-
Genova, il quale nella notte del 10 luglio con una dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
placidissima morte chiuse una vita tutta impie- notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
gata nell'esercizio delle cristiane virtù . Fervente municato visiti una qualche chiesa, pregandovi
Cattolico non ebbe mai rossore di mostrarsi tale, secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
e di professare anche in pubblico la propria re-
ligione : ottimo padre di famiglia, tutte rivolse le
Mese di Agosto .
sue cure all'educazione de'suoi figli, che ben cor-
risposero all'amore ed alle sollecite premure del-
l' amato genitore ; uomo giusto ed onesto, ammi-
nistrò i beni d' una ricca e nobile famiglia genovese
come fossero suoi proprii e se ne meritò la stima
e piena confidenza . Uomo dotato di delicato sen-
tire e di cuor largo s'inteneriva facilmente al
racconto delle altrui sofferenze, e non permetteva
che alcun poverello da lui si partisse a mani vuote .
Accade talora che il Bollettino, il quale ricorda in-
dulgenze da lucrarsi fin dai primi giorni del mese,
sia distribuito dopo che questi sono trascorsi . Af-
finché ognuno possa conoscere per tempo i giorni,
a cui é annessa una indulgenza, e goderne a suo
bell' agio, noteremo per lo innanzi le indulgenze
un mese per l' altro . Per questa volta daremo
quelle di Agosto e di Settembre .
Non gli fu mai proposta alcuna opera di carità
senza che lo si trovasse subito disposto a pren- 15 . Assunzione di Maria Vergine al Cielo .
dervi parte secondo le proprie forze . Parco nelle
spese non ebbe mai di mira di accumular rio-
chezze, bensì di poter meglio largheggiare in li-
mosine .
« Non si tosto conobbe la nostra pia Associazione
16 . S . Rocco .
24 . S . Bartolomeo Apostolo .
25 S . Luigi Re di Francia .
Mese di Settembre.
volle esservi ascritto, e fino alla sua morte coo- j 4 . S . Rosa di Viterbo .
però efficacemente a tutte le opere Salesiane . Fra 7 . Patrocinio della SS . Vergine .
queste prediligeva l' avviamento dei giovanetti alla 8 . Natività di Maria .
carriera ecclesiastica per sopperire un poco alla 12 . Nome di Maria .
tanto lamentata scarsità di sacerdoti . Leggeva con j 17 . Stimmate di S . Francesco d'Assisi .
particolare interesse ciò che si va pubblicando sul 18 . S . Giuseppe da Copertino .
Bollettino intorno alle missioni di Patagonia, e per 19 . Festa dei 7 dolori di Maria .
averne merito faceva ogni anno la sua offerta . j 21 . S . Matteo Apostolo ed Evangelista .
« E tanto bene operava senza ostentazione, anzi 24 . Beata Vergine della Mercede .
delle sue opere di carità non voleva altro testi-
monio che Dio . Lui fortunato che intera ne avrà
ricevuta la mercede in Cielo ! Tuttavia preghiamo Con permesso dell'Aut. Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
er l' eterno rioso dell' anima su
Tlp. di Sao Vineenio de'Faoli. Sampierdarena 1880 .