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ANNO V. N . 4 .
Esce una volta al mese .
APRILE 1881 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo . N. 32, TORINO
SOMMARIO - Le grazie di Maria Ausiliatrice e regole
per divulgarle legittimamente - La madre delle grazie
e il mese di maggio - Chiesa del sacro Cuore di Gesù
in Roma - Lettera Salesiana dall'Uruguay - Viag-
gio dei nostri Missionari - Biografia di Suor Virginia
Magone - Storia dell' Oratorio di S . Francesco di Sa-
les - La Patagonia e le terre australi del Continente
americano - D . Gaudenzio - Biografia - Avvertenza
- Indulgenze speciali pei Cooperatori Salesiani .
LE GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
E REGOLE PER DIVULGARLE LEGITTIMAMENTE .
Ci stanno tuttora presenti alla memoria
le grandiose feste, celebrate nel giugno del
1868 in Torino, nella fausta circostanza che
fu inaugurato al divin culto il Santuario di
Maria Ausiliatrice . Il concorso di un popolo
immenso ; le musiche che sapevano dell'an-
gelico ; i magnifici apparati che rapivano
l'anima agli splendori immortali ; le mae-
stose funzioni onorate per otto giorni da sei
Vescovi del Piemonte, sono cose che non
si dimenticheranno più mai .
In quei giorni solenni i Vescovi di Casale,
di Mondovì, di Alba e di Tolemaide fecero
risuonare nell'augusto Tempio le lodi di
Maria con una eloquenza pari alla loro pietà
e dottrina ; e Monsignor Ferrè, Monsignor
Ghilardi , Monsignor Galletti , Monsignor
Balma, in quell' occasione superarono vera-
mente se stessi . Ma il discorso , che fra
tutti ci rimase maggiormente impresso, fu
quello che disse il 13 giugno, quinto del so-
lenne Ottavario, Sua Eccellenza Rev .ma Mons .
Lorenzo Gastaldi, allora Vescovo di Saluzzo,
ed oggidì Arcivescovo di Torino . Testimonio
oculare del modo maraviglioso , col quale
si era incominciato , e in poco più di tre
anni condotto a termine il gran Tempio in
quel luogo stesso, dove poc'anzi non iscor-
gevasi che uno sterile campo ; consapevole
delle limosine che i fedeli vi avevano ar-
recato, tratti dai favori e dalle benedizioni
innumerevoli da Dio ottenute ad intercessione
di Maria, invocata sotto il titolo di Aiuto dei
Cristiani, il sacro oratore nel suo mirabile
esordio, sollevato uno sguardo alla maestosa
cupola che gli torreggiava sul capo, e giratolo
attorno alle gigantesche pareti, che raccoglie-
vano migliaia di devoti, pendenti dal suo lab-
bro, uscì in queste memorande parole : Sì,
ogni pietra, ogni mattone di questa Chiesa
segna una grazia di Maria Ausiliatrice (1) .
(1) In un libro stampato in quei giorni col titolo :-Ri-
membranza di zona solennità in onore di Maria Ausi-
liatrice, al capo XVII, pag . 61 , troviamo così compendiato
il discorso di Monsignor Gastaldi :« Egli cominciò col-
l'esprimere la sua meraviglia nel mirare la novella chiesa
innalzata alla Gran Madre di Dio, dove prima eravi uno
sterile gerbido . Quindi si fece a raccontare in breve la
storia degli Oratorii festivi e della Casa di Valdocco, che
egli vide nascere e crescere sotto agli occhi suoi . Svol-
gendo poi lo scopo degli Oratorii e della Casa annessa ,
parlò della necessità di dare educazione religiosa alla
gioventù, educazione che si può soltanto avere nella Chiesa
Cattolica . Infine incoraggiava i Collaboratori a perseverare
nelle opere buone, ed animava la straordinaria folla degli
uditori a sostenere e promuovere questa istituzione, che
loro avrebbe procacciato la benedizione di Dio e la ri-
conoscenza degli uomini . » Parole bellissime , che non
dovrebbero mai essere dimenticate .

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Or bene, quella Vergine potente e pia,
che con una serie di meraviglie aveva in-
dotti tanti suoi figli ad innalzarle quel Sacro
Edifizio, proseguì negli anni appresso a di-
spensare i suoi benefizi, e a dimostrarsi dei
Cristiani vero aiuto e conforto . Oggimai le
sue grazie sono giunte a tal numero, che il
citato detto di Mons . Gastaldi, se nel 1868
poteva forse da alcuno credersi una espres-
sione oratoria, ed una sublime iperbole, pre-
sentemente invece si deve da tutti ammettere
per una pretta verità .
Testimonii dei numerosi portenti, riferitici
da persone savie e timorate di Dio ; testi-
monii dei sacrifizi e della generosità di chi
ce li attestava a voce o per iscritto ; testimonii
assai delle volte di veduta , noi non pote-
vamo tenere celati gli effetti della divina
Onnipotenza, le prove della materna bontà
e della valida intercessione di Maria , a
pro della umanità sofferente . Il tacere in
questo caso sarebbe stato un fare spalla agli
eretici, che misconoscono il poter della Ver-
gine a nostro vantaggio ; sarebbe stato un
mostrarsi non curanti della gloria di Dio e
dell'augusta sua Madre ; sarebbe stato un met-
tere in non cale il detto dello Spirito Santo,
che fece scrivere essere cosa lodevole il ri-
velare ed annunziare le opere di Dio, affinché
chiunque le conosca gliene renda tributo di
adorazione e di lode : Opera Dei revelare
et confiteri honorificum est (.P1e)rlaqu
cosa quasi tutti gli anni, ora nel Bollettino
Salesiano , ora in appositi libretti , noi ne
siamo venuti pubblicando alcune, scelte tra
migliaia e migliaia, che ci venivano riferite .
Questa pubblicazione tornò sempre gradita
ai divoti fedeli, e servì ad eccitare nel popolo
cristiano vie maggior fiducia ed amore verso
la Santissima Vergine, e a tirare per mezzo
di Lei molte anime a Dio , da cui eransi
dipartite ; e noi ne ricevemmo altissime lodi .
Ma bisogna pur dirlo : Queste pubblicazioni
non andarono a genio di tutti , e vi fu
taluno che cercò d'impedirle , prima col
dichiararne i racconti indegni di fede persino
umana, poscia col denunziarli all' autorità
ecclesiastica, ed accusare noi medesimi sic-
come violatori delle sacre leggi . Ciò fu fatto
certamente con buona intenzione, come vo-
gliamo credere, ma ci obbligò ad una difesa,
la quale ci apportò per altro un gran bene .
Per tal guisa si avverò anche per noi quel
detto, che non ogni male viene per nuocere ;
poiché per quella denunzia noi abbiamo a-
vuto dall'autorità competente un' autentica
(1) Tob . XII . 7 .
istruzione, la quale ci ha ricolmi di gioia,
in quanto che vi abbiamo appreso che noi
avevamo sempre seguita la sana dottrina ,
e che infondate erano le accuse mosse contro
del nostro operato .
Ora, siccome sta per vedere la luce nelle
Letture Cattoliche un nuovo fascicolo di
grazie, ottenute per invocazione di Maria
Ausiliatrice, così , a fine di preparargli la
strada, noi esporremo qui la dottrina della
Chiesa, e le norme che si hanno da tenere
in cotali pubblicazioni, e dimostreremo ad
un tempo che noi le abbiamo sempre osser-
vate , e le osserveremo , onde ogni fedele
cristiano legga simili racconti con piena fi-
ducia e tranquillità di coscienza .
Anzi tutto si ha da osservare che ai Ve-
scovi e non ad altri appartiene nella Chiesa
di Dio l'esaminare nelle forme canoniche,
ed approvare colla loro autorità i nuovi mi-
racoli, che diconsi operati dalla divina Onni-
potenza, o per intercessione della Beata
Vergine o dei Santi . Ma non sempre riesce
opportuna , non sempre facile la formale
inquisizione ed approvazione dei singoli fatti
prodigiosi . Bene spesso questi fatti presen-
tono soggetto e caratteri più di grazie, che
di veri miracoli . Per altra parte l' esame
esattissimo e rigidissimo, il quale esige la
interrogazione dei testimonii sopra ciascun
prodigio, sarebbe il più delle volte dispen-
dioso , malagevole e quasi impossibile . Nel
caso nostro, dalle innumerevoli relazioni, alle
ci vengono trasmesse, si rileva che i divoti
ottengono grazie da Maria Ausiliatrice nei
loro stessi paesi, talora distanti gli uni dagli
altri più centinaia di miglia . Ed in vero, noi
vediamo persone dalla Vergine graziate nella
diocesi di Acqui, Alba, Asti, Casale, Como,
Faenza, Firenze, Genova, Milano, Novara, Pia-
cenza, Pinerolo, Saluzzo, Siena, Tortona, Ven-
timiglia, Vercelli, Vigevano, e, per tacere di
moltissimi altri luoghi, nella Sardegna, nella
Svizzera, in Francia, e persino nell'America,
come negli Stati Uniti e nella Repubblica
Argentina . Ora, come si farebbe ad insti-
tuire L'esame esattissimo e rigidissimo sopra
tanti fatti, e in così varie e remote parti
del mondo ? Chi sosterrebbe le ingenti spese
pei lunghi viaggi di tante persone da inter-
rogarsi ed esaminarsi giuridicamente ? E il
pretendere poi che si fatte grazie non si
pubblichino, né si credano con fede neppure
umana, se prima non siano state esattissi-
mamente e rigidissimamente esaminate ed
approvate dalla Santa Sede o dal Vescovo
del luogo , non equivarrebbe egli precisa-
mente a non lasciarle pubblicare giammai,

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o a doverle divulgare siccome fole? La Santa
Chiesa non ha mai dato nè praticato questo
insegnamento . Ond'è che a fine di poter
pubblicare favori anche straordinarii, otte-
nuti per intercessione della SS . Vergine ,
non occorre punto un esattissimo e rigoro-
sissimo esame, nè una formale ed autentica
approvazione di ciascuno, ma soltanto l'e-
same e l'approvazione del libro in generale,
che li contiene, data dal Vescovo o da un
suo revisore .
Ciò posto , qual è la regola da tenersi
nell' annuire a tali pubblicazioni ? Essa è
quella medesima prescritta pei fatti prodi-
giosi dei Servi di Dio dal Decreto 23 Maggio
1668 della S . Inquisizione . Essendo stato
proposto il dubbio, se prima di pubblicare
libri contenenti azioni, miracoli , rivelazioni
di chi era morto in fama di santità, si do-
vesse esigere dai Vescovi l' approvazione
sulla verità dei detti miracoli, la S . Inqui-
sizione rispose che per siffatte pubblicazioni
non era necessaria l'approvazione delle sin-
gole azioni, rivelazioni e miracoli, ma che
bastava l'approvazione del libro, colla pro-
testa dell'autore, secondo la mente dei De-
creti di Urbano VIII, 1625 e 1634 . E vuol
dire , che i Vescovi debbono bensì preven-
tivamente rivedere ed approvare il libro ,
onde si produca alla luce scevro da ogni
cosa contro la sana dottrina , e nulla con-
tenga di strano , ridicolo o in opposizione
alle comuni norme di buona critica ; ma de-
vono astenersi da ogni giudizio o positiva
approvazione della verità dei presunti fatti
miracolosi, che vi sono narrati, permettendo
solo di stamparli e pubblicarli come nar-
razioni appoggiate sopra sufficienti prove
di credibilità umana, le quali producano una
qualche morale certezza , e colla protesta
esplicita dell'autore, ordinata dai citati De-
creti .
Questa regola è stata applicata dalla Sacra
Congregazione dei Riti in alcuni ultimi De-
creti di risposta a domande dei Vescovi, in-
torno a fatti prodigiosi di apparizioni e ri-
velazioni della Beatissima Vergine . Da Mons .
Arcivescovo di S . Giacomo del Chilì si chie-
deva, se l'apparizione di Maria Santissima
a S . Pietro Nolasco nel coro di Barcellona
sia autentica , e se i libri che ne parlano
come di un miracolo si possano pubblicare (1) .
La Sacra Congregazione ai 6 di febbraio
del 1875 rispose : « Quantunque la memo-
rata apparizione non sia stata dalla Santa
Sede approvata , tuttavia non fu mai dalla
(1) V . Breviario, 31 gennaio .
medesima nè riprovata nè condannata, ma
piuttosto licenziata a credersi piamente, con
fede soltanto umana, secondo la pia tradi-
zione, confermata da idonei testimonii e mo-
numenti . Pertanto nulla vieta che in pari
modo si permetta dal Rev.- Arcivescovo o-
ratore, purché, trattandosi di un' opera da
mandarsi alle stampe, vi sì apponga l'op-
portuna dichiarazione e protesta, secondo i
Decreti della santa memoria di Urbano VIII » .
Pressoché identica è la risposta data dalla
S . Congregazione , il 12 maggio 1877 , ad
analoghe domande, fatte da alcuni Vescovi
d'Europa e di America sopra gli avveni-
menti miracolosi, specialmente dei celebri
Santuarii di Lourdes e della Salette . « Tali
apparizioni o rivelazioni, vi si legge , non
sono dall'Apostolica Sede nè approvate nè
condannate , ma soltanto permesse a cre-
dersi piamente con fede umana, secondo la
tradizione che portano. Per la qual cosa
nullaosta che i Vescovi si regolino nello
stesso modo, fatta la opportuna dichiarazione
e protesta , qualora si tratti di un' opera
da divulgarsi colle stampe . »
Così per lo appunto si pratica dovunque
ed anche in Roma . Nei ben regolati San-
tuari tutto giorno suole prendersì esatta nota
di grazie, talora improntate anche dei ca-
ratteri di miracolo , che i fedeli in argo-
mento di gratitudine vanno ad attestare di
aver ottenute dalla celeste Regina , ed a
confermarli ancora colla soluzione di spon-
tanei voti . A tempo congruo si fa una scelta
delle registrate relazioni meglio documen-
tate, e se ne compongono edificanti opuscoli,
che vengono stampati colla debita revisione
e permissione della competente autorità
ecclesiastica . L'esame dei libri in questi
casi sta alla prudenza degli Ordinarii e re-
visori da loro deputati . Spetta ad essi ag-
giungere, togliere, correggere, variare tutto
ciò , che giudicano opportuno ed inoppor-
tuno per la pubblicazione . Ma questo è un
esame d'indole sommarìa, che torna sempre
più facile , spedito e ristretto , che non il
giuridico e rigoroso, quale si richiederebbe
per l'approvazione positiva della verità dei
singoli miracoli. Del resto poi, quando una
o più persone oneste e degne di fede , a
cui carico non esiste veruna presunzione in
contrario, dichiarano di fatto proprio e di
certa scienza, a voce o in iscritto, in modo
più o meno solenne, di aver ottenuto dalla
Beata Vergine speciali grazie e miracoli ,
sembrano questi potersi ritenere per suffi-
cienti motivi di credibilità presso tutti i
cristiani di buona fede .

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Ma e gli increduli e i liberi pensatori che
diranno? - Gli increduli ed i liberi pen-
satori rigettano e deridono egualmente , e
colla medesima ignoranza e mala fede, gli
stessi stupendi miracoli della divina Onni-
potenza, accertati dalla pienezza di giuridi-
che prove irrefragabili, non esclusi i regi-
strati nelle divine Scritture . Quindi per questi
infelici va posto in pratica il consiglio :
Non ti curar di lor, ma guarda e passa .
Venendo ora al caso nostro , nelle pub-
blicazioni di grazie fatte sin qui abbiamo
noi praticata sempre questa dottrina di Santa
Chiesa, ed osservatene le norme da essa pre-
scritte? - Sì, noi le abbiamo praticate ed os-
servate sempre . Dal 1868 sino a quest'anno
furono da noi stampati nove opuscoli conte-
nenti narrazioni di grazie, ottenute dai fe-
deli per intercessione di Maria Ausiliatrice,
e tutti nove portano l'approvazione dell'au-
torità ecclesiastica ora dì Torino , ora di
Genova , secondo che uscivano o dalla tipo-
grafia dell'Oratorio di S . Francesco di Sales,
o da quella di S . Vincenzo de'Paoli in Sam-
pierdarena ; tutti nove portano eziandio in
principio od in fine la voluta dichiarazione
o protesta dell'autore . - Che più? I detti fa-
scicoli furono esaminati in Roma da per-
sona appositamente ricaricata, la quale at-
testò che nell'insieme e nella sostanza non vi
ha trovato nulla di riprovevole ; testimo-
nianza questa che ci fu di grande conso-
lazione .
Ma i doni in danaro ed in oggetti pre-
ziosi, che affluiscono alla chiesa della Beata
Vergine Ausiliatrice, non sanno essi di turpe
mercimonio, come si volle far credere? -
No, fu risposto ; questi doni, come voti dei
fedeli in seguito a grazie ricevute, nulla in
se contengono di turpe mercimonio . Poichè
essendo tutte oblazioni spontanee, elicite da
puro religioso affetto di gratitudine , non
sono che altrettante piove eloquenti della
verità delle asserite grazie . Sono segnali ed
attestati, che la divina Bontà sempre ed in
ogni epoca sommamente aggradisce a gloria
sua e ad edificazione del suo popolo . E per
verità, si ammirano in tutti i Santuarii della
Vergine SS . accumulati voti e donativi pre-
ziosi ed altre cose di tal fatta ; come pure
tabelle votive antiche e moderne, rappresen-
tanti guarigioni ed altri successi miracolosi,
fino ai recenti Santuarii, quali sono quelli
di Lourdes e della Salette , sorti intiera-
mente per una lunga serie intrecciata di
prodigi e di larghe oblazioni dei fedeli be-
neficati .
Ci è adunque lecito e pur giocondo il
conchiudere che pel passato noi abbiamo
camminato nella retta via , e protestiamo
che per l' avvenire vi ci atterremo ancora
fedelmente . Imperocchè ben sappiamo che
il vero modo di onorare e compiacere Maria,
nostra generosa Benefattrice e dolcissima
Madre, quello si è di mostrarci ossequenti
alle prescrizioni della Santa Chiesa Catto-
lica, dataci dal Figliuol suo per nostra guida
e maestra .
LA MADRE DELLE GRAZIE
e il mese di Maggio .
Il fascicolo delle Letture Cattoliche del cor-
rente Aprile, da noi sopra citato, porta il titolo
La Madre relle grazie, ovvero Maria Ausilia-
trice in ogni bisogno spirituale e temporale .
La lettura di questo libretto é molto acconcia a
far concepire un'alta fiducia nella potenza e nella
bontà della Regina del Cielo ; e perciò raccoman-
diamo caldamente ai Cooperatori e Cooperatrici
che se lo vogliano provvedere, se pur non vi sono
associati, che 1o leggano, e lo spandano eziandio
tra il popolo . E questo, a parer nostro, uno dei
migliori mezzi per ben onorare la Vergine San-
tissima , perché con esso si coopera a farla vie
meglio conoscere, amare ed invocare da un mag-
gior numero di fedeli, per ottenerne segnalati be-
nefizi . Come una madre tutto amore pel suo fi-
gliuolo, vedendolo indebolito, desidera che a lei
sen vada per essere confortato e ristorato ; così
Maria tutta amore per noi desidera che ne' nostri
bisogni a Lei n' andiamo per aiuto e conforto .
Ora, il mentovato libretto, provando ad evidenza
con quanta prontezza Ella si lasci uscir di mano
grazie e favori di ogni fatta non appena pregata,
farà sì che molti fedeli a Lei ricorrano, e in tal
modo sarà consolata la Madre, e ne avranno gran
bene i figliuoli (1) .
Oltre al leggere e diffondere l'annunziata ope-
retta , raccomandiamo a tutti di celebrare con
grande pietà e divozione il prossimo mese di
Maggio . Niuno dei nostri Cooperatori e Coope-
ratrici ignora che esso é chiamato per eccellenza
il mese di Maria, perché consacrato a glorificare
in modo speciale e a compiacere questa eccelsa
Creatura, nella quale Iddio profuse tanta bellezza,
tanta innocenza e santità, che maggiore dopo Dio
non può comprendersi, e niuno all'infuori di Lui
può col pensiero raggiungere .
Di due sorta sono le pratiche che noi propo-
niamo ; le une generali, le altre particolari .
(1) Il fascicolo si vende presso la tipografia editrice di
S . Vincenzo de' Paoli in Sampierdarena, e alla libreria
Salesiana di Torino , al prezzo di Cent . 30 la copia , e
di L . 24 per ogni 100 .

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La prima delle pratiche generali sia di bandire
da noi e dai nostri cari il peccato mortale , ed
anche il veniale deliberato ; imperocchè non si può
onorare la Madre, offendendole il Figlio . - La se-
conda, di pregare, lavorare, ricrearsi in unione con
Maria, offrendo a Dio per mano di Lei tutte le no-
stre azioni . A questo effetto gioverà l' immaginarsi
sovente che Maria ci sia presente, ci assista, ci
ascolti, ci guardi, ci accompagni, e rivolgerle di
tratto in tratto qualche giaculatoria , come sa-
rebbe : Maria, Aiuto dei Cristiani, pregate per
noi, e ciò soprattutto al battere delle ore, e nei
principali eventi prosperi od avversi . - In terzo
luogo accostarsi ai santi Sacramenti ogni setti-
mana, o almeno all'otto di maggio, festa del Pa-
trocinio di S . Giuseppe castissimo Sposo di Maria,
al ventisei, Ascensione di nostro Signore - , e nel
giorno della chiusura del mese .
Le pratiche particolari sarebbero : 1° - Udire la
Messa ogni mattina e farvi la santa Comunione
se è possibile ; 2° - Prendere parte alle apposite
funzioni, che generalmente hanno luogo alla sera
in questa o in quell' altra chiesa ; 3° - Esporre
in luogo decente nella propria casa un quadro od
una statuetta della Madonna, in forma di altarino,
adornarlo nel miglior modo possibile , e poscia
ogni sera prima o dopo cena recitarvi, in comune
con tutta la famiglia , una qualche preghiera ,
come per es . la terza parte del Rosario, o le Li-
tanie, o almeno 7 Ave Maria . Se in casa vi sono
fanciulli o giovinette, sarebbe ottima cosa l'inca-
ricare or l' uno or l' altro di essi di aggiustare
l'altarino , e fornirlo di bei fiori . Questo osse-
quio, mentre tornerebbe assai gradito alla B . Ver-
gine, gioverebbe altresì a piamente educare i teneri
cuori , e per tempo indirizzarli a Lei, che quale
amorosa Madre va dicendo : Si quis est parvu-
luv veniat ad me : Chi è piccolo venga a me ,
e troverà vita e salute : Et inveniet vitam , et
hauriet salutem a Domino .
Nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino,
il mese Mariano comincierà il 23 del corrente ,
e andrà a terminare colla festa titolare del 24
Maggio , la quale sarà quest' anno celebrata con
pompa speciale, perché si compie il secondo Set-
tenario dalla consacrazione del Santuario . Pre-
ghiamo i Cooperatori e le Cooperatrici di quella
divota città a volervi prendere parte insieme coi
membri di quel nostro Istituto, affinché l'ossequio
a Maria lungo il mese , e sopratutto durante la
novena, che incomincierà il 15 di Maggio, riesca
più solenne ed accetto . A questo fine pubblichiamo
qui l' orario delle funzioni , che hanno luogo nei
giorni festivi e feriali .
ORARIO .
MATTINO .
Ore 7 1/2 Messa colla recita del s . Rosario ed
altre pie pratiche con comodità di accostarsi
ai SS . Sacramenti .
SERA .
Ore 7 1 / 2 Canto di una lode - Breve discorso
- Benedizione col SS . Sacramento .
Nei giorni festivi le Sacre funzioni della sera
cominciano alle 3 1/2 .
Ogni volta che si assiste in questa Chiesa alla funzione
del mattino si acquista un'indulgenza di 3 anni . Così
pure si acquistano 300 giorni d'indulgenza ogni volta
che si ascolta la Predica o il Catechismo colla recita
dell'AVE MARIA prima e dopo . Tali indulgenze, appli-
cabili ai fedeli defunti, furono concesse da S . S . Pio
IX con decreto del 26 Febbraio 1875 .
CHIESA DEL SACRO CUORE DI GESÙ
IN ROMA.
Fin dal 1° di Agosto 1878 l' Eminentissimo
Cardinale Raffaele Monaco La Valletta, Vicario
di Sua Santità, dirigeva una Circolare in lingua
latina ai Vescovi dell' Orbe Cattolico, a fine di
promuovere collette per la edificazione del tempio
in Roma al Sacro Cuore di Gesù . Ricevuto l'in-
vito di concorrere alla santa impresa molti prelati
si sono tosto fatta premura di sollecitare la carità
dei fedeli alle loro cure affidati, diramando in
proposito pastorali bellissime . In Italia sopra tutti
si segnalò l'Eminentissimo Cardinale Lucido Ma-
ria Parocchi Arcivescovo di Bologna . La sua dotta
pastorale, diretta al Clero ed al Popolo della sua
diocesi, é degna di essere conosciuta . Noi le diamo
posto nelle colonne del Bollettino, pieni di fiducia
che essa sia per riuscire di gradimento ai nostri
lettori, e di sprone efficacissimo alla loro divozione
e carità, per venirci in aiuto al compimento del
Sacro Edificio, stato da Sua Santità benignamente
alle nostre cure commesso .
PASTORALE
dell'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo di
Bologna sul Santuario Romano del S . Cuore.
Noi LUCIDO MARIA del titolo di S . Sisto della Santa Romana
Chiesa Prete Cardinale PAROCCHI per la grazia di Dio e
della S . S . Apostolica Arcivescovo di Bologna, al Venerabile
Clero e dilettissimo Popolo della Città e Archidiocesi Salute
nel Signore .
I . Forse non mai sì profonda, come nel nostro
secolo, fu veduta la contraddizione profetata a
Maria : Positus est hic in signum, cui con-
tradicetur (1) . Da una parte l'odio irreconcilia-
bile a Gesù Cristo . Non se ne tollera il nome
sulle fronti degli edifici, nelle scuole e nei libri
n' é impugnata la divinità, ne' privati ritrovi e
nelle pubbliche adunanze é chiamato fra le be-
stemmie, da' sociali costumi n'è sbandita la ricor-
danza, quasi non n'avess'Egli, in cielo ed in terra,
ristaurata ogni cosa : Instaurare omnia in Chri-
sto, sive quae in coelis, sive quae in terris
sunt (2) . Dall'altra parte fede incrollabile e affetto
capace di sacrifici . Forse l'epoca nostra, per nu-
mero e per fervore dei divoti a Gesù Cristo,
gareggia con le più segnalate della storia eccle-
(1) . Luc . II, 34 .
(2) . Eph . II, 10 .

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siastica . In ogni dove si risveglia lo studio di
rigenerare lettere e scienze nella fede di Lui, è
concorde per ogni dove il sospiro delle anime per
vedere ribenedetta nel santo suo Nome la società
marchiata d'apostasia, da tutti i lidi s'innalzano
al Cielo gemiti inconsolabili per affrettare la
venuta del regno suo, regno di verità e giustizia,
d'amore e pace : Adveniat regnum tuum (1) .
Di tanti pensieri ed affetti il centro posa nel
Divin Cuore, oggi più che ne'secoli addietro ma-
nifestato svelatamente . Continuati pellegrinaggi
ritrovano a Parais-le-Monial, quasi ancor fresche,
le traccie delle apparizioni sue alla beatissima
figlia del gran Salesio, sodalizi infiniti ne dira-
mano il culto, l'amore, le glorie fino agli estremi
angoli della terra, da esso move e diffondesi con
le ali del fuoco l'apostolato della preghiera, né v'ha
per avventura Diocesi, la quale non abbia preoccu-
pato l' ardor della Francia a Montmartre, erigendo
templi ed altari in ossequio del Sacro Cuore .
E Roma ? Fondamento, centro, anima della fede,
Roma non é mai la prima a donare cittadinanza
a devozioni, rispettabili sì, ma non per anco pro-
vate dall'esperienza . Le saggia con le norme della
cristiana prudenza, le riscontra con le regole at-
tinte dalla rivelazione, le disamina alla luce de'
fatti ; ma deciso il voto, compensa l'indugio con
l'inestimabile valore della sua autorità e l'efficacia
dell'ineffabile sua parola, ricevuta con docile
riverenza da trecento milioni d'uomini sparsi
per tutte le regioni del globo . La prova non
fu causata neppur dal culto esplicito del Di-
vin Cuore . Roma volle misurare i passi prima
d'accettarne la festa, rigettò lavori piuttosto
ferventi che sodi, ma poi dispensò indulgenze,
fondò Regolari Istituti, largheggiò i favori de' sacri
riti, gli oracoli della Rivelazione interpretò per
tutelare dal morso dell'eresia (2) la sentenza,
che riconosce nel Cuore di Gesù il medesimo di-
ritto all' adorazione, che é innegabile all' intero
corpo di Lui, perché trae la sussistenza dalla
persona stessa del Verbo . Era dunque desidera-
bile, era pressoché necessario un tempio in Roma,
dedicato al Cuore Sacratissimo di Gesù Cristo,
ed ora s'affretta a compiere le giuste brame del-
l'universo cattolico, in nome e con l'autorità del
Regnante Pontefice, l'Em .mo Vicario Generale di
Lui, il Signor Cardinale Monaco La Valletta .
2 . Il tempio dovrà sorgere in quello spazio di
Roma, che si distende fra S . Maria Maggiore e
S . Lorenzo fuor delle mura ; vastissimo spazio
qua e là ingombro da edicole protestanti, ma pur
troppo non ancora occupato nel nome del vero
Iddio . Ivi dunque molto opportunamente é stabi-
lita la sede al nuovo tempio del Divin Cuore ;
tempio voluto dall' amore che dobbiamo a Gesù
Cristo, dalla devozione a Roma, dalla gratitudine
all'immortale memoria del S . P . Pio IX .
L'amore a Gesù Cristo . - S'egli ama cotanto
la Chiesa, quanto bene vorrà alla Metropoli che
n'é il centro : e se d'amor tenerissimo Egli ama
le Diocesi particolari, come non preferirà nell'a-
(1), Matth ., VI . 10 .
(2) Pius PP . VI ., Bulla Auctorern Fideii in LXIII
prop . Pseudo synodi Pistoriensis .
more quell'unica, dove, per la Sede di Pietro si
raccoglie la vita della Chiesa Universale ? Quando
rispondeva all'Apostolo - Vado a Roma per es-
servi ricrocefisso - Vado Romam iterum crucifigi
- non solamente voleva indurlo a ricalcare le
sue vestigie e affrontare generosamente il marti-
rio, ma, assumendo come proprii i patimenti del
suo Vicario, mostrava d'aver trasferito la stanza
dell'amor suo dall'antica alla nuova Gerusalemme,
dal colle di Sion alla Città de' sette colli, dalla
sommità del Calvario a quella del Vaticano . Di
qui s' inferisce l' immenso affetto del Salvatore
alla Città, avuta in guardia da Lui, ed alla quale
sembra ripetere l'assicurante parola - Protegam
Urbem istam (1) . E Roma alla sua volta glielo
ha ricambiato con lo zelo del mantenere illibata
la purità della fede, con la propagazione della
gloria di Lui per tutta quanta la terra, con l'e-
roismo de'suoi Pontefici, il sangue de'suoi martiri,
le valorose gesta dei suoi confessori, con le mille
voci dei monumenti e l'impareggiabile grandezza
della sua storia . Oggi vorrebbe Roma al Padre,
allo Sposo attestare novellamente e riconfermare
con nuovo pegno di tenerezza l' antica fede . Ma
s'ella abbia uguali al desiderio le forze, m'appello
a Voi, Venerabili Fratelli, amatissimi Figli, che
dell' eterna città conoscete a fondo le condizioni .
Ella invoca l'aiuto de'suoi figliuoli ; chi non ac-
correrà al grido di tanta Madre? Lo invoca nel
nome di Gesù Cristo, cui sa gradito, come l'odor
del timiama, il Santuario ideato sull' Esquilino
Gesù Cristo medesimo invita, promettendo di te-
ner fisso laggiù il più tenero sguardo degli occhi
suoi, e colà volgere infaticato il più espansivo
palpito del proprio cuore - Sanctificavi locum
istum, ut sit nomen meum ibi, et permaneant
oculi mei et cor meum ibi cunctis diebus (2) .
Come dunque può amarsi fervidamente il Signore,
e non curare un'impresa vagheggiata, caldeggiata
da Lui medesimo ?
3 . La devozione a Roma . - L'amore al Papa non
può andare diviso dall'amore alla Diocesi, della
quale essendo sposo particolare, é per ciò stesso
Capo della Chiesa Universale . Chiunque ami il
Papa, deve amare anche Roma, e chi l' odia o
neglige, grado grado rovinerà nell'odio, o almeno
nella trascuraggine del Papato .
Ma l'ideato Santuario è proprio utile a Roma?
Quando si parla di Roma, la Città Santa, neppur
dovrebbesi domandare, se le torni utile un San-
tuario . Tutte le zolle della sua terra, come intrise
dal sangue de' martiri, degne sarebbero d' una
pietra commemorativa, tutte meriterebbero d'es-
sere colte a reliquie, secondo la sublime risposta
di S . Pio V all' ambasciatore di Spagna . Però
nel secolo nostro il criterio dell'utile è stato dal
mondo applicato anche a Roma, ed Essa é sovente
costretta a difendere e sostener la sua causa ap-
punto da questo lato .
É utile un tempio cattolico in Roma, la Città
regina dell'universo cattolico ; utile in quel rione
d'essa, dove gran gente, lontana dalle antiche ba-
(1) . IV Reg ., xx, 6 .
(2) . 2 . Paralip . VII, 16 .

1.7 Page 7

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siliche e dalle chiese, vive sitibonda della parola
di vita in quelle medesime sponde, che ne
difendono la sorgente? La Santità di Nostro Si-
gnore il Papa lodava molto opportunamente nel
Capitolo Liberiano lo zelo dei divini uffici in
S . Maria Maggiore, dove ne'dì festivi s'accalcano
in tutte le ore del giorno i fedeli per ascoltarvi
la santa Messa, partecipare de'Sacramenti, istruirsi
alla divina parola . Ma forse i più non ci vanno ;
e sia pure che molti s'astengano per malvolere,
é però indubitabile d'altri assai, che non santifi-
cano punto la festa, per non averne facile l'occa-
sione . I moderni usi cozzano frequenti volte con
le pratiche della Chiesa : quindi necessità, che ad
ogni momento i poveri schiavi del rispetto umano,
le vittime del bisogno, o della prepotenza trovino
ad ogni ora aperto il tempio, pronto il sacerdote,
non difficile l'adito al tribunale della penitenza,
non troppo lungamente aspettato il divin sacrifi-
cio . L' eroismo, calpestatore di tutti i riguardi,
vittorioso di tutti gli ostacoli, essendo di pochi,
non può presumersi in tutti .
E utile il Santuario di fronte alle conventicole
dei Protestanti ? Ah ! dunque si lascieranno rubar
le anime da chi le uccide con la menzogna, senza
murare una fabbrica, donde levar la voce a sgo-
mento delle incerte, a rimpianto delle tradite ?
Si lascieranno le misere in preda al caso non im-
possibile di prendere per una Chiesa Cattolica un
cenacolo di Novatori? vorrannosi abbandonare
alla disperazione, facendole infilare una porta qual-
siasi, purché appaghino la felice passione della
preghiera ? No, anime illuse, non colà potreste
spegnere la vostra sete ; in quelle gelide sale vi
scavereste le vuote cisterne non capevoli d'acqua,
(1) anzi berreste a larghi sorsi il veleno corrom-
pitore del sangue, non che la vita, inghiottireste
la morte . Meglio dunque, mille volte meglio ri-
manervi nelle vostre case a pregare soli, in si-
lenzio, facendo oratorio domestico nel vostro cuore,
che non metter piede là, donde nol ritrarreste
libero da censure . Ma intanto voi, fratelli primo-
geniti della stessa famiglia, avete diritto di ten-
dere le mani supplichevoli a fratelli secondogeniti,
per implorarne soccorso . Non potranno rifiutarlo
a voi senza rifiutarlo a Cristo .
E il Cuore di Lui, anelante a versar grazie
generosissime sulla sua Roma, perché trattenerlo?
Ah ! se due giusti invece d'un solo, avessero in-
terceduto per la Pentapoli, fors' era salva . Mosè
e Paolo, con l'ardire delle proteste, a infiniti del
loro popolo impetrarono il momento della miseri-
cordia . Il Cuore di Gesù aspetta sospirando le
preghiere de'suoi fedeli . O Roma ! t'invidia ogni
bene chi ti contrasta il possesso di sì gran bene .
4 . La gratitudine a Pio IX . - A questo Pon-
tefice di immortale memoria il nuovo tempio do-
vrebb'essere il più degno e splendito monumento .
I Papi, calati nel sepolcro , si contentano d' una
pietra che li ricordi alle preghiere dei vivi . I
pochi onorati di sarcofago sontuoso, lo debbono
per lo più a superstiti riconoscenti, non alla vo-
lontà propria, fissa piuttosto a eternare le sante
(1) Hier . 11, 13 .
opere, spesso iniziate appena nel breve giro di
anni passati sulla cattedra di S . Pietro .
E la bell' anima di Pio IX, che lasciò a San
Lorenzo presso il Campo Verano, non lungi dalle
ceneri de' figliuoli, il deposito della sua salma,
deposito modesto anche per un privato, non sor-
riderà dal cielo sopra il Santuario, destinato ad
infuturare l'opera della sua vita ? Egli é vissuto
per il Cuore di Gesù Cristo . Se può chiamarsi
a diritto il Pontefice dell' Immacolata e di S .
Giuseppe, ad egual ragione gli dev' essere con-
ceduto il glorioso titolo di Pontefice del Sacro
Cuore (1) . La vita pubblica e la vita privata di
lui, contemperate in perfetta armonia, rendevano
come visibile lo spirito di Gesù Cristo, del Cuore
amabilissimo sopra tutti arieggiando le virtù e i
sentimenti . Forte e mansueto, umile e generoso,
fermo nella santità del diritto, ed alle sventure,
alle debolezze, agli errori ammendati dal pianto
arrendevole, condiscendente fino al prodigio, ben
può affermarsi di Pio IX, che avesse il cuore
espressamente ritratto da quello di Gesù Cristo .
E però gli diede la segnalata gloria di ricevere
dedicata novellamente al culto dell'amor suo quella
diletta Sposa, ch' eragli scaturita con l' acqua e
il sangue dall'aperto costato . Con quale allegrezza
il Divin Salvatore additerà a'pellegrini il fedele
servo, l' amico intimo del suo Cuore dal trono
delle misericordie, voluto erigere nella sua Roma,
e con quale vena d'affetto ripeterà, a stimolo d'o-
pere generose, l'antica promessa : - Quicumque
glorificaverit me, glorif-c icaboeum(2) hi
a-
vrà glorificato me, io in ricambio renderò gloria
a lui ? O sarà così presto cancellata dagli uomini
la benemerita memoria di quel gran Papa? Se
fosse possibile altrove, non avvenga però di Voi
tanta infamia, incliti Bolognesi . Pio IX v'amava
di tenerissima dilezione, pensava con paterna sol-
lecitudine a'vostri poveri, qui asciugava torrenti
di lagrime, e se alla bontà del cuore di lui la
nequizia de'tempi non avesse opposto un muro di
bronzo, maggiori e più segnalate prove si sareb-
bero ammirate della sua incomparabile munificenza .
Ora si veda in pratica la vostra figliale ricono-
scenza, e il vostro obolo al Santuario del S . Cuore
in Roma venga a testimoniare l'amore che por-
tate all'Uomo-Dio, la devozione a Roma, la gra-
titudine a Pio IX .
5 . Prima di finire, mi rivolgo a Voi, Vene-
rabili Confratelli e Cooperatori miei nella cura
delle anime, all' attività, allo zelo vostro racco-
mandando l'onorevole impresa . Quale sicuro pegno
delle infinite grazie, a Voi ed alle vostre parroc-
chie preparate dalla generosa riconoscenza del
Divin Cuore, vi consegno l'Enciclica del S . Padre
all'Episcopato scritta in occasione del suo esalta-
mento alla Cattedra di S . Pietro, Enciclica tanto
(1) Estese l'ufficio e la messa del S . Cuore all' orbe
cattolico, con decreto della S . Congr . de'Riti, dato il 23
Agosto 1856 ; sollevò all'onor degli altari nel 1861 la B .
Margherita Maria Alacoque ; il dì 27 Luglio 1866 approvò
l'Apostolato della preghiera ; e intimò nel 1875 la con-
secrazione della Chiesa Universale al Divin Cuore, della
cui manifestazione alla B . Margherita cadeva in quel-
l'anno la seconda solennità centenaria .
(2) 1 Reg . II . 10 .

1.8 Page 8

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degna d' essere conservata ne' vostri Archivi e
presa in argomento delle più serie meditazioni ;
e con essa v' invio la lettera della Santità Sua
all' Em .mo Card . Vicario intorno all' insegna-
mento del Catechismo . Dallo studio di questi
sapientissimi documenti dedurrete il proposito di
concorrere, quant'è da Voi, nel vasto disegno di
quella Mente Maestra, adoperandovi con industria
perseverante nel disimpegno de'vostri benemeriti
ministeri . Vi sia specialmente cara la dottrina
cristiana . Vorrei scrivere questa raccomandazione
nel cuore a caratteri di sangue, vorrei caldeggiarla
con la pietà e forza del nostro Santo Patrono,
così m' è fissa nell' animo la persuasione, che
dall'insegnamento del Catechismo dipende l'avve-
nire della società moderna . Che il Santo omai
vicino ad essere solennemente commemorato , a
me impetri ed a voi la grazia d'incarnare nel
fatto un sì prezioso convincimento . Non vi spauri
l'abbandono de'piccoli e degli adulti : fossero pur
due soli, non cedete l'ufficio, non ismettete l'eser-
cizio del dovere, quale é intimato dal Tridentino,
e il Signore compenserà le vostre fatiche, secondo
l' affetto, se mai talvolta aveste a piangere sulla
sterilità dell'effetto . Ma le vostre lagrime fecon-
deranno i manipoli della gloria : Euntes ibant et
flebant mittentes semina sua .- venientes autem
venient cum exultatione portantes manipulos
suos (1) .
Questa gloria imploro a voi ed ai vostri ama-
tissimi Figli benedicendovi tutti nel nome adora-
bile del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo .
Dal Nostro Seminario nella festa di Maria
Santissima Addolorata, 22 Settembre 1878 .
LUCIDO M . Card . PAROCCHI Arciv .
LETTERA SALESIANA DALL'URUGUAY .
I nostri confratelli americani sono oggimai così
carichi di lavoro, ed assediati dalle occupazioni, che
non trovano più neppure il tempo di mandarci
delle loro notizie con quella frequenza, con cui
prima solevano . I mesi di gennaio e febbraio sa-
rebbero stati per essi tempo di vacanza, ed avreb-
bero potuto appagare i loro ed i nostri voti, ma
di questo tempo si servirono per raccogliersi in
una o nell'altra Casa per attendere agli Esercizi
spirituali, onde scuotere dal loro spirito la mon-
dana polvere, che poté esservisi posata, e intanto
rinfrescare le forze, e riprendere lena pel nuovo
anno scolastico . Una lettera tuttavia ci arrivò po-
c'anzi dall' Uruguay, la quale è del tenore se-
guente .
Dal Collegio Pio di Villa Colon ; 7 febbraio 1881 .
amatissimo PADRE IN G . C .,
Siamo qui riuniti pei santi Esercizi spirituali,
dettati da D . Costamagna nostro carissimo Ispet-
tore, e dall'illustre Mons . Pietro Ceccarelli . Avrei
(1) . Ps . 125, 6.
un cumulo di notizie a darle, tutte buone e con-
solanti ; ma sono così pochi i momenti di libertà,
di cui posso disporre, che già prevedo di dover
sorvolare sopra parecchie cose . Ecco adunque in
breve .
Ai 15 del corrente apriremo il nuovo corso
accademico , e per la grazia di Dio vi abbiamo
moltissimi allievi inscritti . Mediante i possenti
aiuti di Donna Sofia abbiamo superata la crisi, e
posto mano a miglioramenti che erano indispen-
sabili . Prego la S . V . a volerle scrivere e rin-
graziarla per tanta protezione . Essa è una santa
donna .
A Las Piedras s'inaugureranno le scuole nel
giorno medesimo . Non si é ancora pubblicato nulla
intorno all'Opera di Maria Ausiliatrice per la vo-
cazione dei giovani adulti allo stato ecclesiastico,
e ciò non di meno abbiamo già inscritto un buon
numero di giovani di ottime disposizioni e di
grandi speranze . Li accettiamo in gran parte
gratis , o a modicissima pensione , ed essi ci
compensano col prestarsi ai piccoli bisogni della
Casa e della Parrocchia , e studiano nelle ore
libere .
Il giovane aspirante, di cui le scriveva, l'ho
mandato alla Casa di Buenos Ayres per la prova .
Ma a dirle il vero, amato D . Bosco, mi parrebbe
assai conveniente che questa prova si potesse fare
qui nell'Uruguay . Ritenga che a Buenos Ayres
gli Orientali non vanno volentieri per certe radi-
cate antipatie di nazionalità . Oltre a ciò ogni viag-
gio costa più di cento franchi. Vedo poi per espe-
rienza che vocazioni da provare ne avremo qui
sempre un buon numero .
Nel mese scorso sono stato a S. Nicolas per
tenere compagnia a Don Costamagna nel dettare
gli Esercizi ai confratelli . Rinforzato un poco il
personale, e soccorso di maestri, quel Collegio pro-
mette assai, e vi é tutto a sperare che partico-
larmente quest'anno riuscirà benissimo .
Ritornando da S. Nicolas m'imbarcai a Buenos
Ayres per la colonia del SS . Sacramento, di dove
attraversai grande estensione di terra , passando
pel Rosario e per S . José, e discendendo a Las
Piedras e a Colon . Ho intrapreso questo viaggio
con l'intenzione di esplorare terreno adatto alle
opere nostre . Deve dunque sapere, o caro Padre,
che nel territorio del Rosario Orientale si é fon-
data una prosperissima Colonia di Piemontesi delle
valli di Pinerolo e di Cuneo ; ma disgraziata-
mente vi predominano i Valdesi, o Barbetti . Co-
storo hanno costrutto il tempio , hanno ministro
protestante, e fanno una propaganda fanatica .
I Cattolici hanno gettate le fondamenta di una
Cappella, ma senza appoggio e senza guida sono
rimasti lì . Sui confini di questa numerosissima
Colonia Piemontese se ne fondò un'altra non meno
grande, composta di Svizzeri e Tirolesi, cattolici
e protestanti ; ma qui i cattolici hanno il soprav-
vento . Fecero una bellissima Cappella ; ma . . . da
tre anni cercano invano un Sacerdote, il quale
deve sapere anche il tedesco . Ora una piccola Casa
Salesiana in quel punto sarebbe non solo utile,
ma necessaria . Basterebbero due Sacerdoti con
due maestri . Essi assisterebbero ai bisogni spi-

1.9 Page 9

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rituali delle due Colonie, aprirebbero scuole, da-
rebbero missioni , farebbero catechismi e simili .
La Colonia ci offre la Cappella e L . 300 al mese ;
foss'anche un solo Prete . Oltre a ciò il Vescovo
mi promise di erigerla in Parrocchia, ed in que-
sto caso si aggiungerebbero altre risorse a van-
taggio del Collegio e per impedire la propaganda
dell'eresia . I Figli di S . Francesco di Sales, del
grande Apostolo del Chablais, avranno essi il cuore
di rifiutarsi a questa impresa ?
Dal Rosario passai a S . José . E questa la se-
conda città della Repubblica, dopo Montevideo, ed
é anche la meno irreligiosa . Ma possiede una sola
chiesa per 12 mila abitanti interni, e 10 mila
nei dintorni . Non vi é nessun Collegio che inspiri
confidenza ai buoni, che tutti sospirano ed invo-
cano i Salesiani, per mettere un argine alle scuole
atee che pullulano , e per frenare la corruzione,
che si spande rovinosamente . La gioventù vi é
affatto abbandonata . Rifletta, caro Padre, che in
questa Repubblica l' aprire un piccolo Collegio è
la cosa più facile del mondo . Qui non si esigono
patenti o diplomi, non sono necessarie formalità
di nessun genere . Non si richiede né latino, né
greco, né letteratura . Le scuole devono essere
elementari e commerciali, e le materie d' inse-
gnamento si limitano alla grammatica, contabi-
lità, geografia, lingue e poco più . Chi volesse
fare studii superiori s'invierebbe al Collegio Pio,
il quale avrebbe così vita assicurata, ed un grande
contingente di allievi nei corsi superiori . Collo-
cato il Collegio in città avrebbe un gran numero
di alunni esterni . L'Oratorio t'estivo vi attire-
rebbe tutti i fanciulli, e in poco tempo si otter-
rebbero risultati immensi per la maggior gloria
di Dio e per la salute delle anime . E per l'im-
pianto ? - Coll'aiuto della Vergine, che non mai
ci abbandonò, io cercherei di comperare terreno
e casa, e vi é già chi mi ha promesso appoggio
e protezione . Pel personale la cosa non sarebbe
neppur seria . Se dentro 4 mesi potessi avere quat-
tro maestri e due Sacerdoti io potrei inaugurare le
due Case : La colonia, Nueva Helvecia, e S. José .
Sono piani arditi, ma ridondano a tanta gloria di
Dio, che vi é tutto a sperare che Egli ci appia-
nerà la via, rimovendo ogni difficoltà .
Vi è anche un buon Parroco della Repubblica
sui confini del Brasile, il quale offre case per noi
e per le Suore ed ogni altro mezzo ; ma é troppo
lontano, e per ora sospendiamo, perché abbiamo
già troppa carne al fuoco . Ella, caro Padre, ci
ottenga da Dio fiamme di ardentissimo zelo per
farla bollir bene .
Ai Santi Esercizi prendono parte con noi già 8
aspiranti . Don Costamagna e Mons . Ceccarelli ne
sono molto contenti .
Aspettiamo con una santa impazienza i nuovi aiuti,
che ci ha promessi . Essi saranno per noi una vera
provvidenza . Tutti la salutiamo di vero cuore, e
prostrati in ispirito ai suoi piedi le domandiamo
che ci benedica .
Suo Aff.mo figlio in G . C .
Sac . LUIGI LASAGNA .
VIAGGIO DEI NOSTRI MISSIONARII .
Diamo i particolari del viaggio dei nostri Mis-
sionarii e Suore da Genova a Gibilterra, e di qui
al Capo Verde ; anzi ce li danno eglino medesimi
colle lettere seguenti .
Da Genova a Gibilterra .
Gibilterra, 14 Febbraio 1881 .
Caro Signor D . Rua,
Come a quest' ora saprà , partimmo da Genova
il 3 del corrente al cader del sole ; i destinati per
l'Uruguay e noi per Utrera in numero di 17, sul
piroscafo Umberto I, e i diretti per Buenos Ay-
res e Patagonia in numero di 6, sopra il Sud A-
merica . Salutammo questi ultimi in porto , che
salparono quasi due ore prima di noi, auguran-
doci reciprocamente una buona navigazione . Il
tempo era bellissimo e tranquillo il mare, sicché
potemmo all'indomani approdare al porto di Mar-
siglia allegri come quando eravamo partiti, senza
scherzi pel solito male . A Marsiglia dovemmo ri-
manere ancorati tre giorni ; anzi ci toccò di en-
trare nel bacino e metterci a secco, onde cambiare
l' elice . Perciò il sabbato mattino (5) scendemmo
a terra , e ci portammo al nostro Oratorio di
S . Leone , dove alla sera arrivò pure da Nizza
D . Bosco, che da Genova era partito un giorno
prima di noi per via ferrata . Alloggiammo un
giorno o una notte in quella nostra Casa, e Don
Bologna quantunque piccolo ci si dimostrò grande
in bontà ed amor fraterno . Che consolazione per
noi Salesiani ! Lasciammo, è vero, dei confratelli
in Italia, ma ne trovammo altri non meno affet-
tuosi in Francia ; lasciamo questi pur anche, ma
ecco altri che ci attendono altrove , e dove non
sono Salesiani, sono nondimeno nostri benemeriti
Cooperatori e Cooperatrici , che ci amano prima
di averci veduti .
Domenica a sera (6) verso notte ci restituimmo
a bordo, e D . Bosco ci volle accompagnare per
visitare il bastimento, e raccomandarci in persona
al Comandante . Tirava un vento furioso che scuo-
teva persino le piante , e D . Bosco tenendosi il
cappello con ambe le mani tirava innanzi, facen-
doci ridere colle sue lepidezze . Tra mille peri-
coli , tra ponti e travi pei lavori di riparazione
giungemmo incolumi al bastimento . D . Bosco fu
accolto dal sig . Erasmo Piaggio proprietario del-
l'Umberto I, dal Capitano e da altri ufficiali, con
dimostrazioni di stima e di venerazione non co-
muni . Si conversò per circa un'ora, e il sig . Piag-
gio, non solamente cortesissima persona, ma buon
cristiano, pieno di entusiasmo al racconto delle opere
Salesiane in Europa ed America, accettò con gra-
titudine di essere nostro Cooperatore . Il Capitano
alla sua volta si rallegrò altamente nei sapere che
D . Bosco era più Capitano di lui , annoverando
sotto i suoi comandi un numero di sudditi di
assai lunga maggiore . Padrone, Capitano, ufficiali
lo accompagnarono poscia a visitare il comparti-
mento a noi destinato, e gli promisero che ci
avrebbero trattati sempre come suoi figli caris-
simi . Finalmente ivi raccolti Salesiani , Suore e
1'

1.10 Page 10

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molti passeggieri, ascoltammo gli ultimi avvisi di
Don Bosco , e inginocchiati ricevemmo la sua
paterna benedizione ; benedizione , che commosse
gli astanti, e scese sino ali' intimo del cuore di
tutti i suoi figli, molti dei quali si rassegnavano
a non più vederlo che in Paradiso . Essendo notte
avanzata, ed infuriando sempre più il vento, scor-
tammo D . Bosco, il sig . Piaggio da un lato e noi
dall'altro, mentre il Capitano dirigeva i passi, e
con tutte le possibili precauzioni si giunse sani e
salvi al molo, dove provvidenzialmente era giunta
una vettura menando un passeggiero . Dico prov-
videnzialmente, perché sarebbe stato disastroso
per D . Bosco il ritornare a casa a piedi in quel-
l'ora e in mezzo a quella terribile bufera .
Il domani (lunedì 7) il passammo ancora in
secco ; ma nella notte, terminati i lavori dell' e-
lice, si diede corso all'acqua del mare nel bacino
per mezzo di quattro cataratte , che mettevano
con tale impeto, da darci una viva immagine di
quelle , che ruppe il Signore per rimondare la
terra . Alle 4 del mattino del martedì uscimmo
dal porto di Marsiglia in direzione a Barcellona .
Sino allora i nuovi viaggiatori non avevano an-
cora provate le furie di Nettuno, il quale ci at-
tendeva nel golfo di Lione . Quivi, cavalloni e vento,
vento e cavalloni , fiere onde che s' infrangono
con altre onde , e che tutte si rompono contro i
fianchi della nave più fiera di loro, i marosi che
ci assalgono di prora quasi per impedirci il cam-
mino, altri che ci spingono da poppa, lo scuoti-
mento delle antenne ed il fischiare delle sarte, e
via dicendo , fu tal cosa, che spazzò in pochi mi-
nuti la tolda, e ci fece rintanare nelle nostre ca-
bine ed accovacciare nelle cuccette . E poi? e poi
quasi tutti costretti a trar fuori il nostro obolo
dall'interno, e pagarlo a Nettuno inesorabilmente
duro e barbaro .
A Barcellona entrammo ad ancorare in porto la
sera dello stesso giorno . Si lavorò tutta la notte
e tutto il mercoledì a fare carico . Quindi alcuni
di noi, tra i quali D . Piccono, D . Branda, D . Pane
ed io scendemmo a terra, e visitammo la vera-
mente ammirabile antichità della Cattedrale , lo
scurolo di sant' Eulalia ed il Crocifisso salvato
alla battaglia di Lepanto . Nella sera del merco-
ledì al chiarore della bianca luna si fece vela per
Gibilterra . Per via incontrammo di bel nuovo
Eolo furioso nel golfo di Valenza, che ci dondolò
tutta la notte, e ci condannò al digiuno una in-
tiera giornata . Nella notte dal giovedì al venerdì
dell' undici restammo sepolti nella nebbia, che fece
rallentare il corso, e fischiare tratto tratto la mac-
china, onde avvisare i battelli del suo passaggio,
ed evitare scontri probabili e disastrosi, simili a
quello toccato l' anno scorso all' Onde Joseph
presso la Spezia, stato rotto in due parti, preci-
pitando a fondo i poveri passeggieri , che nello
spazio di tre minuti passavano dal sonno alla
morte . In tutto questo tragitto noi potemmo ce-
lebrare la santa Messa ogni mattina , e dare la
Comunione alle Suore e confratelli Catechisti .
Nel resto della giornata si prega , si legge un
poco ,, si passeggia molto e si mangia quando si
può .E'lavitadelMicas,mngébevadà
spass . Nulla di serio si può fare in bastimento .
Si diventa ragazzi e sfaccendati , e per giunta
ridendo ognuno più o meno sul conto dell' altro,
quando si è colto a fare le smorfie nantiche .
In 48 ore da Barcellona ci trovammo nella baia
di Gibilterra . Pranzammo ancora una volta tutti
insieme la sera del venerdì (11), fermi ed anco-
rati in porto ; e a notte inoltrata ci demmo l'ad-
dio vicendevole, invocando propizia la stella del
mare, Maria, ai cari confratelli e consorelle che
proseguivano pel grande Oceano, quali per Mon-
tevideo , quali per Buenos Ayres e Patagonia .
Questo fu il quarto ed ultimo distacco ancor esso
assai doloroso . A Dio non isfugge neppure una
delle nostre pene , e speriamo che pur di quella
ci darà in Cielo la promessa ricompensa .
Presso le undici di notte scendemmo , i sette
destinati ad Utrera, dall'Umberto in fragile bar-
chetta . La luna rischiarava di mesta luce la omai
silenziosa baia . La marea era alta ; cozzavano le
onde del Mediterraneo con quelle dell' Oceano ,
spruzzando abiti e bagagli, ed in mezz'ora fummo
al molo . Ma qui una sorpresa . La scolta inglese
arresta il nostro sbarco, se non presentiamo un
permesso scritto dal governatore della piazza .
Noi credevamo di averlo questo permesso, ed in
realtà non l'avevamo . Un ufficiale dà la voce al-
l'altro, si raccolgono i soldati di picchetto, e con
gentilezza in ;lese , ma insieme con freddezza
scozzese, discutono la nostra entrata . Gibilterra é
fortezza inglese . Alle 6 1/2 di sera tuona il can-
none, e più nessuno vi penetra senza un passo
firmato con nome e cognome del transeunte . Era
mezzanotte ; soffiava il vento ; e noi ci trovammo
una schiera di preti di fronte ad un picchetto di
soldati, ed io per soprappiù inzuppato d'acqua fino
al ginocchio, per aver sbagliato il salto dalla bar-
chetta allo scaglione del molo, provando una volta
di più che i pericoli più gravi sono sempre allo
sbarco nei porti, perché uno si crede già in terra
quando invece é ancora sul mare . In grazia dei
buoni uffizi del sig. Corsi Genovese, e rappresen-
tante del sig . Piaggio, che diede garanzia di noi,
potemmo alfine, passando per mezzo a cannoni ,
granate e sentinelle, entrare in città, e poco dopo
dormire
Gibilterra, anticamente Calpe, é una delle così
dette colonne di Ercole, che guarda il passo del-
l'Atlantico, e sta dirimpetto all'altra colonna del
vicino monte africano, chiamato Abila . Ha tre mi-
glia di lunghezza, e 500 metri di altezza, e sta
unita alla penisola Iberica per una striscia di
sabbia . La città siede in grembo allo scoglio con
16 mila abitanti , tra cui due mila che vanno e
vengono, e 6 mila soldati . Ha ùna piccola Catte-
drale pel Vicario Apostolico (ora defunto), e due
altre chiese cattoliche . La popolazione quasi tutta
cattolica parla la lingua spagnuola, ed ha gli usi,
e costumi di Spagna . Ama e saluta à los Padres,
ossia i Sacerdoti . La lingua ufficiale è l'inglese . I
soldati cattolici ed acattolici salutano il Prete, e
le sentinelle gli presentano l'arma . Tutto il clero
Gibaltrino si conta con le dita delle mani . E molto
buono e pio, e vive in canonica a modo dei primi
tempi . Monsignor Narciso Pallares é un vecchietto

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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simpatico , e fa da Vicario Capitolare . Appena
seppe che eravamo Salesiani ci diede l'abbraccio
fraterno . Dalla Rivista popolare di Barcellona
era informato di D . Bosco e delle cose Salesiane
quanto noi medesimi . Dovendoci fermare qui tre
giorni per attendere il battello di Cadice, egli ci
volle tutti e sette ad una cordiale agape a mez-
zodì e a cena . Passammo una bella giornata con
questi buoni Sacerdoti, che accettarono in massa
di essere ascritti tra i Cooperatori nostri, perché
tutti dieci affezionatissimi a S . Francesco di Sales .
Alla domenica mattina uno spettacolo ci com-
mosse . Alla Messa delle 9 la Cattedrale si riempì
di soldati e di ufficiali Irlandesi ; non in corpo,
ma sciolti ed in gruppi diversi . Tutti presero l'ac-
qua benedetta , tutti con il libro di divozione in
mano, tutti inginocchiati nei banchi e per terra .
Recitarono a voce alta le preghiere, assistettero
alla S . Messa, ed ascoltarono il sermone fatto per
loro in Inglese . Le signore si erano ritirate tutte
alla tribuna in fondo alla Chiesa . Un ufficiale
serviva il Sacerdote all'altare, ed altri fecero la
loro S . Comunione , tra cui un graduato con il
petto coperto di medaglie del valore militare . A
quella vista io dissi fra me : Peccato che non
tutti i governi siano Inglesi ! perchè i soldati cat-
tolici potrebbero almeno godere della vera libertà
di coscienza ! É uno sproposito ed insieme una
verità l'esclamazione mia !
Domani martedi (15) ce ne andremo finalmente
per lo stretto, e per le prime coste Atlantiche
fino a Cadice , e da Cadice ad Utrera di dove
scriveremo .
Don De-Bella darà, spero, relazione del suo viag-
gio sopra il Sud America . D . Piccono dirà il ri-
manente del suo con l'Umberto I, e noi la salu-
tiamo caramente, concordemente ed affezionatissi-
mamente insieme con tutti i confratelli e giovanetti
dell'Oratorio .
Preghi e faccia pregare che il primo piede, messo
dai Salesiani nella Spagna, non sia posto in fallo ;
ed anche perchè sia felice il successivo mio viaggio
a Malaga e a Lisbona , e il mio ritorno tra voi .
Valete omnes in Domino
Sempre suo affez .mo
D . GIOVANNI CAGLIERO .
Dall'Oceano Atlantico a Torino
A bordo dell' Umberto I, 13 febbraio 1881 .
Amatissimo Padre in G . C .
Nella notte dall' undici al 12 corrente, D . Ca-
gliero , dopo averci benedetti , scese a Gibilterra
coi nostri confratelli destinati alla Spagna . Credo
che qualcuno di essi le avrà già dato contezza del
nostro viaggio sino colà ; e io gliene darò del
rimanente da Gibilterra fino al Capo Verde, isola
di S . Vincenzo, dove spero di chiudere e impo-
stare questa lettera .
Adunque nel mattino di ieri (12), circa le ore
sei, mentre io celebrava la s . Messa, l' Umberto
I levò l'àncora dalla rada di Gibilterra, ed im-
boccò lo stretto . Passando a poche miglia tra
l'Africa e l'Europa, in due ore ne fummo fuori
senza incidente . Ma entrati nell' Atlantico il bec-
cheggio della nave si fece cosi violento, che più
non si poteva né camminare , né stare in piedi .
Il grosso bastimento carico di 800 persone, e di
tanta merce da riempire 600 carrozzoni da strada
ferrata , era battuto e ribattuto dalle onde, come
una palla elastica . Sedie, stoviglie e sino i pas-
seggieri cadevano e rotolavano, che era per noi
uno spettacolo ben poco gradito . In certi momenti
l' inclinazione della nave giungeva sino a 15 gradi .
Il debol sesso della terza classe gridava e pian-
geva, ed anche la Superiora delle Suore quantunque
imperterrita ebbe ad esclamare : « Se non sapessi
che vi sono tante anime buone che pregano per
noi, davvero non mi terrei per sicura . » Parendo,
anche a me un po'troppo eccessivo quel dondolare,
che si assomigliava quasi agli effetti di una bur-
rasca, ne domandai ai marinai il perché , e mi
risposero che il mare era traverso , cioé che le
ondate larghe un mezzo chilometro pigliavano la
nave di traverso, il che produceva quel forte don-
dolio , a paragone del quale il moto del golfo di
Lione, che pure era agitato , ci pareva un non-
nulla . Tutti i passeggieri ne patirono ed anche
le Suore ed i Salesiani , ad eccezione di Ba-
rale, l' unico forse tra gli 800 passeggieri, che
non abbia ancora pagato neppure un obolo né al
Mediterraneo né all' Atlantico . Egli si fa onore a
tutti i pasti, e fu con unanime consenso decorato
del glorioso titolo di capitano . Chi soffre di più
é il caro Solari, il cui stomaco é in continuo
rivolgimento . Ma a proposito di lui devo pure nar-
rarle una cosa consolante . Ieri sera sentendosi
veramente spossato , egli mi pregò di dargli la
benedizione di Maria Ausiliatrice, a fine di poter
riposare un poco ; gliela diedi, ed ecco pochi mi-
nuti dopo sentirsi sollevato, addormentarsi e ri-
posare quasi tutta la notte, mentre noi continua-
vamo a soffrire chi più chi meno . Similmente la
Superiora delle Suore , avendone una molto tra-
vagliata dal mal di dente , la raccomandò con
fiducia a S . Giuseppe che ne la liberasse , e ne
fu tosto esaudita . Oh ! veda, caro D . Bosco, come
ci vogliono bene la Madonna e S . Giuseppe ! e
come abbiamo ragione di nulla temere !
Ma in mezzo al patetico v' é anche un po' di
brillante . II catechista P ... al pari di me non
sentendosi di andare a mensa comune, stava se-
duto sul cassero della nave in una di quelle sedie
così dette pel mal di mare, e si trinciava abba-
stanza tranquillamente un pesce fritto, che si te-
neva avanti in un tondo ; quando ad un tratto il
bastimento fa una piega veramente spaventosa ;
d'improvviso la sedia si rompe , P ... casca ,
il tondo rotola, e il pesce scappa e ritorna bell' e
fritto nel luogo, donde l'avevano pescato . Io pre-
sente a quella scena, con tutto che non avessi
gran voglia di ridere, non ho potuto tenermi dal
prorompere in una fragorosa risata, che fu ripe-
tuta dall' altro appena poté rialzarsi, e rinvenire
dal suo sbalordimento.
Oggi il mare é un po' meno cattivo ; ma continua
tuttavia a dondolare terribilmente, ed io sono ob-
bligato a scrivere questa lettera andando su e
giù della persona , come se mi esercitassi negli

2.2 Page 12

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inchini profondi . Stamane , benché Domenica di
Settuagesima , non ho potuto offrire in seno alle
onde agitate il divin sacrifizio . Del resto se il
mare è di buon umore, vi ci si gole una vista ma-
gnifica . Specialmente quando il cielo é sereno, ed
il sole tramonta lontano tra nuvolette che sembrano
d' oro, e le acque di zaffiro, lo spettacolo é tale
che fà diventar poeta, o per meglio dire solleva
la mente ed il cuore a pensieri ed affetti sublimi .
Quando il tempo ce lo consente, noi facciamo
sul bastimento una vita regolatissima . Eccola in
breve : Alle ore 6 si celebra la santa Messa nella
sala da pranzo di 2a classe, e si dà la Comunione
ai confratelli e alle Suore ; poscia si fa separa-
tamente la meditazione ; indi si prende il caffè,
si passeggia , e si legge un poco di spagnuolo .
Alle ore 10 si fa colezione . Alle 2 facciamo la
visita in ispirito a Gesù Sacramentato nel luogo
che ci sembra più vicino , e lettura spirituale ;
alle 4 pranzo, e poi ricreazione sul cassero ; alle
8 si dicono la terza parte del Rosario e le ora-
zioni, e finalmente si va a riposo .
Per ora non potendo fare tante cose soffriamo
con pazienza gli incomodi e le privazioni , a cui
ci fa andar soggetti l' adirato Nettuno, ed offriamo
questi pochi patimenti al Signore anche pei no-
stri benefattori, che contribuirono a questa sacra
Missione, senza il concorso dei quali, Ella , sig .
D . Bosco, non avrebbe certamente potuto intra-
prenderla . Ritengo che i nostri confratelli Spa-
gnuoli le avranno scritto come facevamo sul Me-
diterraneo speciali preghiere pei nostri Cooperatori
e Cooperatrici . ma ad ogni modo glielo confermo,
aggiungendo che si continuano nell' Atlantico . La
prima Messa che potrò celebrare in questo bene-
detto Oceano, che adesso non vuol neppure la-
sciarmi scrivere, l' applicherò per loro .
I Superiori della nave ci vogliono tutti bene ,
e ci trattano con ogni riguardo . Anche i passeg-
gieri sono in gran parte cortesi c rispettosi ; dico
in gran parte , perché pur troppo certuni pare
che si dimentichino che viaggiano con persone con-
sacrate a Dio . Inconvenienti però non sono ancora
accaduti . Noi vigiliamo e preghiamo, e all' uopo
faremo anche qualche cosa di più ; ma spero che
non ne sarà bisogno . Il Comandante m' incarica di
presentarle i suoi rispetti, e mi assicura che in-
vigila in modo particolare per le Suore .
Vorrei ben descriverle qualche altra cosa, ma
fin qui tutto si compendia in queste due eloquenti
parole : Cielo ed acqua ; cielo sereno e tranquillo
che ci rammenta quello d'Italia ; acqua oscura,
schiumosa , sconvolta , che s'innalza in neri ca-
valloni e improvvisamente si abbassa, costringen-
domi a cessare dallo scrivere .
Addio , amatissimo Padre . Tante cose da tutti
i suoi figli per ora atlantici , e fra 15 o 16
giorni americani . Tanti rispetti e saluti a tutti
i carissimi Superiori e confratelli dell' Oratorio .
Oh ! caro Oratorio , nido dolcissimo della nostra
giovinezza, no, non ti dimenticheremo mai più !
Preghi per noi, Veneratissimo Padre, e ci . bene-
dica tutti .
Suo aff ez .mo figlio in Gesù Cristo .
Sac . ANGELO PICCONO .
P. S. 14 Febbraio . Il medico visitò il caro
Solari , e non gli trovò altro che il mal di mare .
Assicurò che appena il mare si fosse abbonacciato
egli sarebbe guarito . Di fatto stamane il tempo è
migliore, ed egli sta meglio e comincia a cibarsi .
15 Febbraio . Solari va sempre migliorando .
Oggi si alza . Ieri ho applicata la S . Messa pei
Cooperatori defunti ; ed oggi pei vivi, specialmente
pei più benemeriti di questa spedizione .
17 Febbraio . Stamane siamo giunti alla rada
di S . Vincenzo, e vi siamo ancorati . Un gruppo
d'isole, alte e dirupate montagne, una piccola
bianca città, che é S . Vincenzo, molti mori mal
coperti, ecco quel che vediamo . Del resto tutto va
bene . Il tempo è bello, ma caldo, e ci fa sudare .
Stasera partiremo per Montevideo, dove speriamo
di arrivare tra undici giorni , giacché il nostro
bastimento fila i5 miglia all' ora . Ci benedica
nuovamente, amatissimo Padre, e preghi per noi .
BIOGRAFIA
di Suor VIRGINIA MAGONE
Sua malattia e morte .
Nel crogiuolo si prova l' oro, dice lo Spirito
Sazi , o, e nel fuoco della tribolazione si fa l'espe-
rimento dell' anima giusta . Perché tu eri accetto
a Dio, disse pure l' Arcangelo Raffaele a Tobia ,
fu mestieri che la tribolazione venisse a provarti .
Così pratica il Signore co' suoi cari, e per sem-
pre meglio purificarli, e per renderli degni di più
belle corone . Fa Egli, canta la Chiesa , come il
muratore , il quale batte , martella e pulisce le
pietre, affinché riescano a ben comporre la Geru-
salemme celeste .
Or bene, anima cara a Dio , anima eletta era
certamente la nostra Suor Virginia Magone ; anima
destinata a risplendere mirabilmente nella beata
Sionne . Per la qual cosa Iddio la venne purificando,
abbellendo e preparando pei Cielo per oltre un
anno di malattia . Ma se questo tempo di lunga
prova procacciò a lei un cumulo di meriti, rie-
scì pure utilissimo al prossimo, poiché si può
dire con tutta ragione che la sua cella si convertì
in una scuola di virtù . Quante belle lezioni di
rassegnazione, di pazienza e di confidenza in Dio
non diede ella mai dal suo letto del dolore ! Ba-
stava l' udirla, od anche solo il vederla per sen-
tirsi nascere in cuore sentimenti di pietà e di
divozione, avverandosi anche per essa quello che
la Chiesa fa leggere di S . Caterina da Siena, che
niuno da lei si partiva se non migliorato .
Nemica dell' ozio, finché il male non glielo im-
pedì , ella non lasciò mai inerti le sue mani ; e
quantunque ne fosse dispensata, pure ogni sera
voleva presentare alla Direttrice qualche lavoro
compiuto . Quindi or cuciva , ora ricamava , or
faceva fiori . Quando riposavano le mani , si oc-
cupava la mente ed il cuore, quella in fare brevi
meditazioni, questo in concepire santi desiderii ,
e in fare atti di amor di Dio .

2.3 Page 13

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Una cosa sola la corrucciava , ed era lo stare
senza Comunione . Per non andare priva di questo
celeste aiuto ella, per quanto poteva, si levava di
letto al mattino , si recava colle altre Suore in
cappella, e si appressava alla santa Mensa . Quando
le scarse forze più non glielo permisero, domandò
che per suo conforto si osservasse la regola che
dice : Per avvalorarle vie maggiormente nello
spirito, alle inferme obbligate al letto si darà
la santa Comunione almeno una volta per set-
timana, ove il genere di malattia ed il luogo
lo permettano; e la piissima Suora veniva conso-
lata più spesso che si poteva . In quei giorni, in
c ui non le veniva dato di ricevere sacramental-
mente il suo Diletto, ella se ne ricompensava con
più frequenti Comunioni spirituali . La consolava
assai quello che racconta il Dottore s . Alfonso .
Volendo il Signore far conoscere ad un'anima fe-
dele quanto gli gradissero le sue Comunioni spi-
rituali, cioé il vivo desiderio di riceverlo, le diede
una volta a vedere come Egli collocava le sue Co-
munioni sacramentali in un calice d' oro , e le
spirituali in un calice non già di legno , né di
ferro, né di rame, né di stagno, ma di argento,
con ciò dimostrando che poca differenza passa tra
il merito delle prime' e il merito delle seconde .
Ammaestratane sul modo di fare la Comunione
spirituale , la fervorosa Suor Virginia si racco-
glieva di quando in quando nel suo letticciuolo ,
giungeva al petto le sue candide mani, faceva un
atto di fede, invocava l' aiuto di Maria e di S .
Giuseppe , e poi coll' accento infuocato diceva
Gesù mio , venite in questo cuore che tanto vi
desidera . Poscia immaginandosi di averlo real-
mente ricevuto, se ne rimaneva in atteggiamento
così divoto, che rapiva quanti la vedevano . Le
belle cose che ella dicesse a Gesù in quei mo-
menti beati, gli amorosi sfoghi del suo cuore,
Dio solo li conosce .
Qualche tempo prima della sua, morte la nostra
Suora scrisse ancora una letterina alla Madre
Generale, in cui annunziandole la gravezza del
suo malore, le diceva tranquillamente come lungo il
giorno andasse preparandosi i gigli per la sua se-
poltura . Sventuratamente questa lettera andò smar-
rita, ma di tale sua occupazione ed invidiabile
pace ne scrisse il Direttore del Collegio Pio di
Villa Colon . Crediamo pregio dell'Opera il qui
riportare parte di una lettera , che già vide la
luce nel Bollettino di luglio dell'anno scorso . « Suor
Virginia Magone, così egli scrive, va lentamente
consumando , e si avvicina a gran passi al ter-
mine di sue fatiche . Io non vidi mai in vita mia
un' anima, che guardasse di fronte la morte con
tanta serenità e con tanta allegrezza . Ho visto co'
miei occhi che non è punto un' esagerazione, fi-
glia dell' entusiasmo religioso, quella gioia del
Profeta che esclamava : Laetatus sum in his quae
dicta sunt mihi ; in domum Domini ibimus .
Questa bell'anima é sempre allegra, sempre tran-
quilla, parla a tutti ridendo di sua sicurissima
morte, chiede e si incarica per tutti di fare poi
in Paradiso tante commissioni a Gesù, a Maria,
a S . Giuseppe . Tutte le volte che vengo accom-
pagnato in quella benedetta stanza, ne esco tra-
secolato . Un giorno vedendo che colle sue scarne
mani lavorava attorno a candidissimi gigli - che
fate, mia figlia ? le dimandai - Oh bella ! ri-
spose : vedo che il male si fa minaccioso, ed io
mi affretto a fare alcuni fiori , che Ella avrà la
bontà di farmi mettere sul feretro, quando mi por-
tino a seppellire . A queste parole io dovetti tor-
cere altrove la faccia per nascondere le lacrime,
che avrebbero potuto scandolezzare quella bell'a-
nima, che pur me le diceva ridendo e scherzando,
coll' espansione di una sposa , che si lavorasse
colle mani il serto nuziale ... Oh ! chi non in-
vidierebbe la sorte di Suor Virginia ! Io la invidio
e la spero »
Ma gli Angeli avevano omai finito d' intrecciare
la sua corona, ed una voce si fece udire dal Cielo
a lei rivolta : Veni sponsa Christi, accipe coro-
nam quam tibi Dominus praeparavit in aeter-
num . E qui cediamo nuovamente la penna al
Direttore del Collegio di Villa Colon, il quale in
data del 27 Settembre 1880 così ne scriveva a
D . Bosco .
Viva Gesù !
VENERATISSIMO PADRE,
Le scrivo in fretta queste poche linee da Las
Piedras, dove sono venuto a visitare la Parroc-
chia, e a consolare le povere Suore, desolate per
la perdita della loro sorella Virginia Magone ,
spirata santamente sabato 25 del corrente , alle
ore 4 pomeridiane , munita di tutti i conforti di
nostra santa Religione . Se la sua vita intiera ci
fu di edificazione, la sua ultima malattia, e so-
prattutto la sua morte ci fu di ammirazione gran-
dissima . Venerdì sera prima di lasciarla le aveva
quasi assicurato , che all' indomani, giorno con-
sacrato a Maria SS ., avrebbe visto finalmente
appagati i suoi ardenti desiderii di volare al
Cielo . - Dice davvero ? esclamò ella con volto
acceso - Il cuore mi detta di sì, ripresi io ; tanto
più che il morire in sabato é un privilegio, che
la Vergine benedetta concede ai suoi divoti, per
liberarli tosto dal purgatorio . Parmi adunque che
Maria Ausiliatrice vi voglia fare questa grazia .
- A queste parole , che avevano l' impronta di
una certezza, la buona Suora non poté più con-
tenere in petto la contentezza, e rivolta alle so-
relle, che la circondavano, udite, udite, ripeteva
con un' aria e con un accento inesprimibile, udite :
domani io sarò dinanzi a Gesù , insieme con
Maria ; e finì col prorompere in pianto di ecces-
siva gioia . Venne la mezzanotte, spuntò l'aurora
del sabato , e Suor Virginia invece di peggiorare
parve migliorare, così che si lagnava dolcemente
colle Suore, come se io l'avessi ingannata . Alla
sera tornai a visitarla ; la trovai stanca, ma lon-
tana ancora dagli estremi . Ma che ? Era uscito
appena dalla sua camera, quand' ecco l' inferma
farmi richiamare : rientrai , e mi avvidi che la
sua vita stava per ispegnersi . Senza agonia, senza
convulsioni, mentre singhiozzando noi le recitavamo
le sublimi preghiere dei moribondi, Suor Virgi-
nia spirava la sua bell'anima in seno a Gesù .
Morte più tranquilla, morte più dolce io non vidi

2.4 Page 14

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mai . Per avere una tal morte sarebbe un nulla
il passare cento anni nei più acerbi dolori . E
questa invidiabile morte Maria la ottenne ad una
sua figlia che aveva compiuti appena 22 anni, ri-
compensandola così del sacrifizio che fatto aveva
nel lasciare la patria, per venire a far conoscere
ed amare il suo Gesù in questi lontanissimi paesi .
Oh ! ancor io sono figlio di Maria, e quando venga
la mia ora ho diritto di sperare anch'io una morte
consimile . Oh ! sì, moriatur anima mea morte
iustorum, et fiant novissima mea horum simi-
lia : possa io morire della morte dei giusti, e
simile al loro sia il mio fine » Fin qui egli .
I funerali furono onorevolissimi . Si cantò Messa
solenne nella Cappella di Santa Rosa con grande
concorso di gente . Dopo la funzione fu collocata
la salma sopra di una vettura mortuaria, e col se-
guito di tante altre, che vi menavano le Suore e
molte persone dei dintorni, fu condotta alla par-
rocchia di Las Piedras . Colà si rinnovarono le
pompe funebri . Tutto il paese accompagnò il fe-
retro dalla Casa delle Suore alla Chiesa parroc-
chiale, e di qui all' ultima dimora . In questo modo,
mentre speriamo che lo spirito di Suor Virginia
già si trovi a bearsi con Dio in Cielo, le sue spo-
glie mortali conservansi presso alle amate sue so-
relle, che andranno di quando in quando a spar-
gere una lagrima sopra la sua tomba, ed inspirarsi
da Lei a rimanersi fedeli fino alla morte al loro
celeste Sposo Cristo Gesù, osservando il detto che
portano in fronte le loro regole : Laudabit usque
ad mortem anima mea Dominum .
Suor Virginia é la prima Suora che lasciò le
sue compagne di Missione per andare a raggiun-
gere quelle, che dall'Europa l'avevano preceduta
nell'altra vita . E il primo fiore , che la gelida
mano della morte raccolse tra i nostri confratelli
e consorelle della Repubblica dell' Uruguay, per
trapiantarlo nelle aiuole celesti ; e quelle persone
a noi sì care, dato il bando alla tristezza ed af-
flizione, hanno piuttosto motivo di rallegrarsi nella
fiducia di aver acquistata dinanzi a Dio una pro-
tettrice ed avvocata . Che questi sieno ormai i loro
sentimenti lo apprendiamo da queste parole, che
di là ci scrivono : « In mezzo agli ostacoli ed an-
gustie, che ci assediano da ogni parte, avevamo
bisogno di uno spirito benefico, che vegliasse amo-
rosamente sopra di noi ; e siamo sicuri che d' ora
innanzi il buon Gesù per amore di questa sua di-
letta Sposa ci vorrà vieppiù proteggere e soste-
nere . »
Chiudiamo questi cenni biografici colla lettera
scritta a D . Bosco dalla Direttrice delle Suore di
Villa Colon, colla quale gli dava il doloroso an-
nunzio della morte di questa amatissima Suora .
Viva Gesù .
Villa Colon, 27 Settembre 1880 .
Nostro Rev .mo e Dilett .m° Padre in G . C.,
Giunse finalmente il giorno beato, che diede
compimento ai desiderii della nostra buona Suor
Virginia Magone , e che la mise al possesso di
quei veri beni , a cui essa cotanto anelava . Che
vita, e che morte preziosa ! Suor Virginia si é
proprio consumata per Dio come il lumicino della
lampada, che arde e si strugge dinanzi a Gesù
Sacramentato .
La sua vita e santa morte ci lasciano sperare
che l'anima sua sia direttamente volata in seno
a Dio , e che già goda il frutto del suo lungo e
paziente soffrire . Ma con tutto ciò noi ne fummo
e ne siamo ancora addoloratissime . Confessiamo
la nostra debolezza : sebbene questa perdita non
ci fosse inaspettata, tuttavia , essendo la prima
volta che ci vedevamo a morire tra le braccia una
cara sorella in queste lontanissime terre,ci sentimmo
oppresse dal dolore, e versammo un fiume di lacrime .
Raccomando umilmente alle sue preghiere que-
sta sua defunta figlia, e tutte noi, che tanto ab-
bisogniamo di aiuto, per seguire fedeli il cammino
della perfezione religiosa .
Grazie a Dio stiamo tutte bene di salute , e
speriamo anche di farci sante, se Lei, nostro buon
Padre, ci accompagnerà sempre colle sue preghiere .
Si degni di rendere partecipe di questa poco
grata notizia la nostra Rev .ma Madre generale, e
di benedire tutte queste sue povere figlie nel Si-
gnore, mentre con ogni rispetto mi professo
Di lei Rev .m° Padre
Umil.ma ed Obbl .ma figlia
Suor MARIA MADDALENA .
STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
CAPO XXVIII .
Esercizi spirituali a Giaveno - Il mercante e
le scimmie - Visita alla Sacra di S . Michele
-Il ritorno a Torino .
Ma dagli esercizi militari e dall' assalto agli
orti passiamo a dire degli Esercizi spirituali, e
delle battaglie date al demonio .
Nel settembre dell'anno 1850 D . Bosco ei con-
dusse a passare una settimana di sacro ritiro nel
piccolo Seminario di Giaveno, allora per le vacanze
vuoto di allievi . Vi ci recammo a piedi, i giovani
dell' Ospizio e un buon numero dei frequenti ai
tre Oratorii, che poterono ottenere il permesso
dei parenti o dei padroni . Guidati dall'ottimo T . Ro-
berto Murialdo facevam allegramente il viaggio
cantando lodi a Maria SS . e canzoni morali impa-
rate nell'Oratorio . D . Bosco partì in vettura sia
per andar a prepararci il pranzo in Avigliana, sia
per accompagnare alcuni de' nostri amici, che per
indisposizione non potevano fare il viaggio a piedi .
Giunti ad Avigliana facemmo tappa, e con discreto
pranzo ci ristorammo la vita sulla riva del delizioso
lago . In quell'occasione abbiamo avuta la bella sorte
di contrarre intima relazione col pio e caritatevole
Sacerdote D . Vittorio Alasonatti, il quale da quel
giorno concepì tanta stima dell' Oratorio , e pose
sì grande amore a D . Bosco, che qualche tempo
dopo veniva a sacrificare la sua vita con noi in
qualità di prefetto e di economo, facendoci da se-
condo padre sino alla morte . Per la spesa occor-
rente, pel vitto e simili D . Bosco aveva ottenuto
dall' Opera di S . Paolo un apposito sussidio,
che fu per noi una vera provvidenza . I predi-
catori furono il Canonico Arduino, arciprete della

2.5 Page 15

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Collegiata di Giaveno, uomo rinomatissimo per
dottrina e zelo, e il nostro Don Bosco ; loro aiu-
tante per le confessioni era il sempre caro Teo-
logo Roberto Murialdo, Direttore dell'Oratorio del-
l'Angelo Custode . Affinchè il pio esercizio tornasse
utile ad un maggior numero di anime, si combinò
che vi prendessero parte eziandio i giovani del
paese ; e il bene ottenutone fu grande e per noi
e pii nostri amici .
Qui ci ricorda che nel tempo della ricreazione
D . Bosco s'intratteneva sovente con noi, e andava
interrogando or l'uno or l'altro sopra il soggetto
della predica e sui fatti più importanti . Una mat-
tina egli aveva fatto l'istruzione intorno allo scan-
dalo ; perciò nella ricreazione del pomeriggio tro-
vandosi attorniato da molti giovanetti, tra cui varii
della parrocchia, prese a domandare che cosa avesse
detto . Interroga uno, e non gli risponde ; chiede
ad un altro , e si trova nell' impiccio ; passa ad
un terzo, ad un quarto , ad un quinto, e tutti si
grattano la fronte senza dare una soddisfacente
risposta . Oh! povero me, - esclamò allora D . Bosco!
O io ho parlato in tedesco, o voi avete dormito .
Finalmente salta fuori un ragazzetto : - Io, io,
gridò, mi ricordo - Di che ti ricordi? - Mi ri-
cordo l'esempio del mercante e delle scimmie .
Il racconto, a mo'di similitudine, era stato questo .
Un mercante, portando sulle spalle, dentro un bot-
teghino (in piemontese boita), varie sue merci,
viaggiava dall'uno all'altro paese per ispacciarle .
Una volta tra le altre egli fu sorpreso dalla notte
prima che arrivasse ad una certa città . Era d'e-
state ; in cielo risplendeva la pallida luna, e il
mercante, stanco dal lungo cammino, risolse di
prendere riposo per terra presso ad un albero gi-
gantesco . A ripararsi poi il capo dalla umidità
della notte, egli, aperta la sua cassetta, ne cava
una delle berrette bianche di cui era fornito a dovizia,
se la mette in testa e così si addormenta . Il paese
era la patria delle scimmie, e i rami di quella
pianta n'erano coperti . Le bertuccie veduto quel-
l'uomo colla berretta in capo, tratte dal loro istinto,
lo vogliono imitare . Che fanno? Comincia una a
scendere pian pianino a basso, rovista colle zampe
nel botteghino aperto, ne trae una berretta, se
l'acconcia in testa e risale sull'albero . Allora tutte,
l'una dietro l'altra, fanno altrettanto, e non cessa
il giuoco finché rimane una berretta. Il mercante
dormiva saporitamente, e le scimmie per la prima
volta dormirono ancor esse col berrettino in capo,
siccome delicate signorine . Intanto la notte era
trascorsa . 'Dall'oriente già sorgeva bella e rosseg-
giante la mattutina aurora, annunziatrice dell'a-
stro del giorno, e il nostro mercante svegliatosi
si alza per riprendere il suo cammino . Ma quale
non fu la sua sorpresa ed il suo dolore, quando si
accorse che gli erano state involate tutte le ber-
rette? Povero me , gridò, vi furono i ladri ; io
sono rovinato . Ma osservando meglio e riflettendo
più attentamente, eppure sembra di no, soggiunse ;
se fossero stati i ladri mi avrebbero rubato tutto
e non solo le berrette ; io non ne capisco nulla .
In quell'istante egli solleva per caso gli occhi, e
vede tutte le scimmie imberrettate . Ah ! grida
tosto, ecco le furfanti ; e subito si mette ad im-
paurirle, lanciando sassi per costringerle a rila-
sciargli la sua merce ; ma le scimmie saltando da
un ramo all'altro non si davano per intese . Dopo
parecchie ore d'inutili sforzi, il povero mercante,
non sapendo ormai più quel che si facesse, si mette
le mani nei capelli quasi per disperazione, e getta
rabbiosamente a terra la berretta, che ancor te-
neva in capo . Visto quell'atto, le scimmie fanno
egualmente, e in un battere d'occhio una pioggia
di berrette cade dall'albero a consolare l'addolo-
rato mercante .
I giovanetti, aveva conchiuso Don Bosco, fanno
presso a poco come le scimmie . Se vedono altri
a fare bene, il fanno pur essi ; se il male, lo imi-
tano ancor più presto . Di qui la grande necessità
di mettere sotto ai loro occhi degli esempi edifi-
canti, e allontanarli le mìlle miglia dagli scandali .
Dal vedere poi che tra tante cose, che dette
aveva nella sua predica, i giovani a mala pena
ricordavano certi fatti, D . Bosco si fece un grande
impegno di tessere le sue istruzioni di frequenti
esempi e similitudini , che meglio colpissero la
nostra immaginazione, e per questo mezzo farsi
strada ad illuminare la mente e muovere il cuore ;
e la cosa riuscì con felicissimo esito .
In premio della nostra docilità, ed a sollievo
dell' animo, all' indomani della chiusa dei santi
Esercizi D . Bosco ci condusse a fare una passeg-
giata sino alla Sacra di S . Michele . (1) La banda
musicale di Giaveno ci volle accompagnare per
rallegrarci colle dolci sue armonie . Il tragitto per
l'erta salita fu un divertimento dei più deliziosi .
Il nostro capitano cavalcava un piccolo giumento,
(1) Il Santuario di S . Michele della Chiusa, detto co-
munemente La Sacra di S. M ichele , perchè consacrata
ad onore di quest'Arcangelo, è una delle più celebri Ab-
bazie dei Benedettini in Piemonte . Da semplice romitag-
io che era verso l'anno 940, fabbricato ad ispirazione di
. Michele da un certo Giovanni da Ravenna , uomo di
S
santa vita che s'era colà ritirato , fu mutato pochi anni
dopo da Ugone di Montboisier detto lo Scucito Gentil-
uomo dell'Alvernia in maestosa Chiesa di stile gotico con
un grande Convento annesso per l'abitazione de' monaci .
Ugone, che faceva costrurre a sue spese questo mona-
stero, in penitenza de' suoi peccati, pel cui perdono avea
fatto il pellegrinaggio di Roma, lasciò l'incarico dei la-
vori ad Atverto o Arverto Abbate di Lushate in Fran-
cia ; il quale terminata la costruzione dell'edifizio, chiamò
ad abitarlo i monaci Benedettini che elessero Atverto
stesso per loro primo Abbate . Sparsasi in breve la fama
di lor santità , venne il monastero ad annoverare fino a
300 monaci ; e Papi e Vescovi, Re e Duchi si diedero a
gara nel largheggiare in privilegi e donativi al medesimo .
- Perdutasi però la primitiva regolar disciplina, fu nel
1383 eretta in Abbazia commendatizia sotto il protetto-
rato dei Conti di Savoia e durò tale fino all' invasione
francese, quando col resto fu anche soppressa la celebre
Abbazia . Ristaurata però ed abbellita dei danni del tempo,
per magnificenza di Carlo Felice e di Carlo Alberto, che
vi fecero collocare le ceneri di alcuni principi di Casa
Savoia erigendovi sontuosi mausolei , venne ceduta nel-
l' ottobre del 1828 all' Abbate Antonio Rosmini , che vi
collocò i Padri del suo Istituto della Carità , e che at-
tualmente ancora la posseggono . L' edifizio è posto allo
sbocco della valle di Susa , sulla cima del monte detto
Pircheriano alto 877 metri sul livello del mare e che col
monte Caprasio, che gli sta di fronte, non lasciando nel
mezzo che una valle larga poco più di mille passi , for-
mano la chiusa o gola di Susa, così detta perchè quasi
chiude il passo agli eserciti che per colà scendessero dalla
Francia . È celebre nella storia questo passo per lo stra-
tagemma di Carlo Magno che superata la Chiusa, prese

2.6 Page 16

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e noi gli facevamo corona ora scherzando col so-
marello, ora ripetendo la canzone, allora famiglia-
rissima, che incomincia :
Viva D . Bosco,
Che ci conduce
Sempre alla luce
Della virtù,
Che in lui men lucida
Giammai non fu .
Don Bosco invece, facendo una variante al primo
verso, cantava : Viva Roberto, rivolgendo il resto
della lode al Teologo Murialdo, nostro compagno
di viaggio . Di tratto in tratto poi si faceva una
breve fermata ; i musici davano fiato alle trombe,
e le armoniose note, battendo dall'una all'altra ci-
ma, echeggiavano maestosamente nelle sottostanti
vallate . A quell'insolito rumore gli uccelli atter-
riti svolazzavano da un albero all'altro ; i conta-
dini uscivano dai loro abituri per ascoltare ; e il no-
stro asinello rizzava le orecchie, e col suo scomposto
raglio si provava d'accordarsi colla banda ; erano
scene di un piacere indicibile . Giunti alla sospi-
rata meta, vi fummo accolti con amorevole tra-
sporto dai cortesi Padri Rosminiani, che fin d'al-
lora amministravano religiosamente quel celebre
Santuario . Visitammo poscia la chiesa, lo stabi-
limento e le sue vetuste memorie ; ne udimmo da
D . Bosco la storia, riportandone cognizioni uti-
lissime .
Ma dobbiamo pur dirlo ad onore della sincerità
e del vero . Quantunque non ci facesse dispiacere
l'imparare cose fino allora ignorate, tuttavia verso
il mezzogiorno un' altra curiosità ci preoccupava
la mente . La passeggiata del mattino, e l'aria finis-
sima che spirava su quelle alpine giogaie, avevano
suscitato dentro di noi un bisogno, a cui si dà il
nome di appetito ; e il nostro più che appetito,
dire si poteva rabbiosa fame . Laonde nella visita,
passando da un luogo all'altro, non potevamo trat-
tenerci dal volgere di quando in quando un' oc-
chiata al refettorio, e ci tardava mille anni che
venisse l'ora del pranzo . Questa giunse alla per.-
fine, e quantunque non fossimo tutti musici, man-
giammo nondimeno tutti con appettito musicale .
Non avendo poi di che soddisfare i nostri ca-
ritatevoli ospiti, li retribuimmo cantando e suo-
nando . Quindi se noi godemmo in quel giorno,
assai più si mostrarono lieti i buoni Padri, che
fattisi in mezzo a noi ci menavano qua e colà a
visitare i contorni, ed altre rarità pur degne di
particolare , attenzione . Passate alcune ore di nuovi
divertimenti, noi ci raccogliemmo tutti appié del-
l'altare ; si cantarono le litanie , e s' impartì la
benedizione col SS . Sacramento .
alle spalle Desiderio re de'Longobardi, e sconfittolo pose
fine al loro regno in Italia . Dalla cima del Pircheriano,
su cui è posta l'Abbazia , l'occhio gode il magnifico pa-
norama dell'Alpi severe e maestose e della valle di Susa
a sinistra ; segue l'argenteo corso della Dora Riparia ed
alla destra gli si distendono le pianure e le colline del
torinese e di quasi tutto il Piemonte : panorama che, u-
nito all'arietta fine e leggera che vi spira nell'estate, ed
alle antiche memorie, alla divozione del luogo santo, at-
tira colà, come a meta di gradita passeggiata numerosi
visitatori .
Invocata così la protezione del Cielo, si fece an-
cora una suonata, si diede un cordiale saluto ai
vigili custodi del rinomato Santuario, e verso le
cinque pomeridiane , fattasi da que' buoni Padri
una distribuzione di pagnotte coll' accompagna-
mento di eccellente frutta, pieni di riconoscenza,
prendemmo da loro commiato e cominciammo a
discendere . Arrivati a S . Ambrogio, sito, dove la
via si divide in due, si fece una breve sosta . I
musici suonarono un' allegra sinfonia, alla fine
della quale noi gridammo evviva ai Giavenesi,
e questi ripeterono evviva ai Torinesi, e coi se-
gni della più affettuosa amicizia ci separammo ,
quelli per ritornare a Giaveno, e noi a Torino
per la via di Rivoli . Cammin facemmo tra lieti
cantici, la recita di preghiere divote e il rac-
conto di graziosi fatterelli, ora di D . Bosco, ora
del T . Murialdo , il quale rifacendosi sui santi
Esercizi ci lasciò per ricordo, che ogni giorno di
nostra vita recitassimo un'Ave Maria, per otte-
nere la grazia che niuno di quelli, che li avevano
fatti, avesse da perdersi nell'inferno . Che dolce pia-
cere non sarà mai, ci diceva quel buon religioso,
che gioia non sarà mai, quando potremo fare tutti
insieme le nostre belle passeggiate sugli eterni
ed amenissimi colli del Paradiso!
Giungemmo alla città di Rivoli a notte alquanto
avanzata, la maggior parte stanchi da non poterne
più . Rimanevano ancora a farsi 12 chilometri .
A D . Bosco non resse il cuore di farci proseguire
la via sino a Torino in quello stato, e condottici
ad un albergo cercò di quante vetture ed Omnibus
si poterono rinvenire, per farvici trasportare . Ma
non si trovarono veicoli quanti bastassero, e quindi
una ventina di giovani dovettero rassegnarsi e con-
tinuare il viaggio a piedi . Ma a questi D . Bosco
pensò in altro modo ; e chiamato a sé il così detto
Bersagliere gli consegnò una somma di danaro,
affinché li facesse tutti ristorare con una buona
cena ; e così fu fatto . Ci tornò allora in mente il
buon Gesù, che vedute le turbe indebolite per
averlo seguito sino al deserto, esclamò da Padre
amoroso : Ho compassione di questa gente : Mise-
reor super turbas ; e loro provvide, perché non
venissero meno per istrada .
Riposata alquanto e rifocillata, la retroguardia si
rimise in via per alla volta di Torino . La notte era
già molto inoltrata, e per bandire la paura dall'a-
nimo dei più timidi, e per far parere meno lungo il
loro tragitto, il Bersagliere usò uno stratagemma :
dié di piglio a due pietre, invité gli altri a fare
altrettanto, e tutti ad un tempo cominciarono a
batterle insieme . In tal modo fu improvvisata una
musica di nuovo conio, e tra quel martellare e
scintillar di sassi giunsero all' Oratorio verso le
undici .
Abbiamo voluto narrare distesamente la storia
di questi Esercizi e di questa passeggiata, e per-
ché ci rimase sempre impressa come una delle più
grate rimembranze, ed eziandio perché vie meglio
si conosca lo studio che metteva Don Bosco nel
renderci amabile la pietà, e farci servire Iddio in
una santa allegrezza, secondo il detto del reale
profeta : Servite Domino in laetitia .

2.7 Page 17

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LA PATAGONIA
e le Terre australi del Continente americano
CAPO VII .
Da Carmen alle Cordigliere .
Fra colli lussureggianti, fra praticelli ridenti
e fra vallette sparse d'alberi e di cespugli fioriti,
muove tranquilla e piana la vasta corrente del
Rio Negro, appressandosi all'Atlantico, donde ri-
salgono talora i battelli Argentini fino a Carmen,
che dista sei leghe soltanto dalla foce . Da que-
sto villaggio, che siede in luogo pittoresco e forte
sulla sponda sinistra, e da Mercedes colonia af-
fatto moderna, che gli siede di fronte sulla riva
destra, risalendo verso Occidente per l'acqua del
fiume, si scorgono le sue rive ora boscose e ver-
deggianti, ora irte e sormontate da roccie spoglie
d'ogni vegetazione ; ma generalmente la natura si
dimostra ancora vivace e potente, e riveste quella
vallata delle più vaghe tinte, che l'immaginosa
primavera dei nostri paesi sappia sfoggiare .
Procedendo ognor più verso la gran catena delle
Ande incontriamo prima la colonia detta Guardie
Mitre, poi quella di Conesa, che sono fortini in-
nalzati da pochi anni dagli Argentini per tenere
in suggezione gli indigeni , difendere gli esplo-
ratori dal Rio e impedire, per quanto é possibile,
che i selvaggi s'inoltrino dall'altra parte del fiume .
Sono questi gli unici e più avanzati paeselli, che
s'incontrino già intieramente in mezzo ai sel-
vaggi .
Più avanti s'incontra l'isola di Choele-Choel in
mezzo al fiume, con una tribù di selvaggi, il cui
Cacico già domandò i Missionaria per istruirla nella
cattolica fede . Volgendo poi a meriggio pel rio
Limay, le sponde si fanno più montagnose , più
aspre, ed insieme acquistano un aspetto più mae-
stoso, con proporzioni di grandiosità stupenda, che
in alcuni luoghi vince coll'imponenza il tedio della
monotonia ; in altri, colla varietà inesauribile della
natura, raddolcisce l'impressione di quegli orridi
ravvolgimenti di roccie e di gole scoscese . Di
qua e di là le sponde sono ruinose, erte, come im-
mensi muri frastagliati bizzarramente, colla som-
mità addentellata di strani merli, ritti, ineguali,
appuntati come armi . Nere boscaglie infoscano
le falde dei monti, colle fitte chiome dei loro al-
beri secolari, le cui radici , mezzo dissepolte, si
ritorcono sul suolo, come innumerevoli torme di
serpi fulminate, rimaste immobili nel parossismo
delle loro contorsioni .
Questi monti, queste rupi e questi boschi tal-
volta raddoppiano le loro immagini nell'acqua cupa
e profonda di angusti laghi, ed echeggiano peren-
nemente dal fragore di onde precipitose, che ir-
rompono a furia dalle viscere di quei rigidi massi,
e quasi avide di libertà e di più vasta arringa,
van trabalzando di rupe in rupe, scarmigliate,
spumose, indomite, vertiginosamente rapide e ru-
morose .
Sul ciglione di queste rupi, fra la notte di quei
boschi, sulle rive di queste fiumane, vedi l'agile
cervo chilese, l'orgoglioso guanaco, l'astuta volpe
patagonica e il gatto montano dal vello tigrato ,
aggirarsi in cerca di preda, mentre l'Araucano
battagliero e cacciatore li ravvisa da lungi, si
appressa cauto e li saetta colle freccie fischianti
e leggiere, o colla pietra scagliata dalla frombola
con mano sicura, che sfrondando i rami del mae-
stoso faggio, raggiunge in punto il designato ber-
saglio .
Sugli alberi intanto , fra le siepi, nei roveti,
ovunque v' abbia una fronda o un fil d' erba, un
infinito chiacchierio di gorgheggi, di fischi, di
canti d' ogni ritmo e d' ogni vibrazione, con cui
lietamente si spassano i variopinti pappagalli di
non so quante specie , e altre sorta d'uccelli, che
pare vogliano stornare la mente dalle cupe medi-
tazioni inspirate in quelle severe piaggie, coll'al-
legrezza e colla vivacità capricciosa del loro vi-
sibilio . Questo però non s'ode che in alcune macchie
predilette dai musici naturali di quei paesi, ché
altrove regna invece un silenzio, una quiete, una
immobilità, stiam per dire, minacciosa all'immagi-
nazione, la quale vi s'aspetterebbe ad ogni tratto
l'agguato d'una fiera sconosciuta, l'assalto d'una
masnada di selvaggi predatori, o l' aprirsi im-
provviso d'uni profonda voragine .
Dopo l'isola Choele-Choel, d'uomo appena ap-
pare segno od impronta, salvo forse qualche gruppo
di toldi silenziosi, che attestano col loro misero
e sudicio aspetto la povertà dei loro abitatori, e
la mancanza assoluta d' ogni principio cristiano .
Eppure sarebbe così soave tra quelle antiche so-
litudini vedere su qualche cima di colle più ele-
vato e più in vista, sur un parco del monte o in
qualche isoletta del lago, levarsi dolce e graziosa
all' anima la chiesuola dedicata a Maria ! Come
pare che compirebbe interamente il difetto di quei
luoghi, e rapirebbe a sé tutta la forza del cuore,
che sollevato dalla creatura al Creatore sente pure
il bisogno d' alcunché, che lo appaghi religiosa-
mente . Ma invece, in alcune stagioni dell' anno,
ben più desolante che l'orrido aspetto della na-
tura é lo spettacolo dato dalle nomadi tribù, che
di tanto in tanto guadano il fiume .
L'uomo, figlio di Dio, da cui ricevette un alito
della sua grandezza, della sua potenza, della sua
maestà, si degrada poi in modo da rinnegare in
sé, quasi diremmo, l'immagine della divinità . Poi-
ché questi popoli, oltre ad essere selvaggi e an-
tropofagi, sogliono ancora darsi ad un' ebbrezza
demente, che li snatura, li abbrutisce, li fa mo-
stri incomprensibili d' obbrobrio e di spavento .
Tracannano a gorghi i liquori, che han potuto o
comperare, o rapire all'incivilito straniero, e poi
si sfogano brandendo l'armi e ferendo alla cieca,
all'infuriata chi si para dinanzi . Queste orgie du-
rano talvolta intere settimane , ed allora fami-
glie e tribù si distruggono, come branchi di fiere
affamate, che si avventano fra loro . E qual me-
raviglia di ciò? Dove la Religione non grida alla
coscienza e segna un limite inesorabile al pia-
cere, l' uomo inclinato com' é al male, trascinato
dalla voluttà e da passione sconfinata e crescente ,
precipita ai più orribili eccessi . E perché fer-

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marsi ? A qual pro? Per amore di chi? Procede
e si distrugge . - Solamente la Religione Cat-
tolica sarà da tanto d'illuminare, moralizzare, in-
civilire quelle orde infelici . Ed é questo appunto
che intraprendono di fare i Missionari Salesiani,
e coll'aiuto di Dio e dei loro caritatevoli Coope-
ratori essi lo otterranno . Ne abbiamo la più lieta
speranza .
D . GAUDENZIO
CAPO V .
Il Chierico esemplare - Una festa senza predicatore
- Felici pronostici - Si prepara agli Ordini
Sacri.
Quando il profeta Davide si vide liberato dai
molti e potenti nemici, che mettevano in pericolo
il suo trono e la sua vita, rivolto a Dio, da cui
ripeteva tutto il valore e la fortuna delle sue
armi , esclamava pieno di riconoscenza : Ecco é
rotto il laccio, e noi siamo miracolosamente li-
berati . Con il cuore commosso della medesima
gratitudine, il buon Matteo fece atti di ringra-
ziamento a Dio, quando in quella sera medesima
vide entrare nella sua camera, che fino allora era-
gli stata convertita in prigione , il padre e la
madre, e colle lacrime agli occhi lo assicurarono
che gli avrebbero dato il desiderato consenso .
Caro Matteo, disse il suo padre, fin da questo
momento noi ti diamo il nostro permesso, perché
tu abbracci quello stato, a cui vediamo che Dio ti
volle chiamare . Fu un esperimento, a cui volevamo
sottoporti, per assicurarci se la tua vocazione era
proprio da lui, e non per leggerezza giovanile . Ora
tu, con la tua fermezza, ci togli ogni dubbio, e noi,
sebbene col cuore molto addolorato, ti aiuteremo a
compiere i tuoi voti . E tu intanto, che puoi dirti
cosa tutta di Dio , pregalo che ci usi pietà, per
il soverchio rigore che abbiamo adoperato contro
di te .
Avrebbe voluto dire di più, ma glielo impedi-
rono le lacrime . Anche la mamma volle consolare
il figlio con le medesime espressioni . Il buon
Matteo nen sapeva rinvenire in sé per la gioia ;
ringraziò i suoi parenti del favore che finalmente
gli concedevano, e dimandò a loro un po' di tre-
gua per ringraziare il Signore di tanto benefizio
ricevuto . Uscirono i parenti e lasciarono libero
Matteo, che gittatosi ai piedi del suo Crocifisso ,
versando copiose lagrime, recitò pieno di ricono-
scenza il Tedeum .
Sul tardi uscì di camera, dove era stato tanto
tempo rinchiuso come prigioniero, e andò in mezzo
ai suoi parenti, che ve l'avevano fatto chiamare .
Colà trovò in lieti parlari il suo Parroco, che, in-
vitato da quei signori , era venuto di buon passo
per assistere alla festa di famiglia . Appena lo
vide il pio giovanetto gli volle baciare la mano,
ringraziarlo di quanto aveva fatto per lui in quella
durissima prova, e lo pregò ad unirsi con esso a
ringraziar Dio ed i suoi parenti di quanto erano
ora disposti a permettergli .
Ai cinque di agosto del 18 . . . . si fece una bella
festa nel paesello di Matteo . Era venuto il per-
messo di vestir l' abito religioso, ed il pio gio-
vanetto aveva fatto precedere una divota novena,
in cui, raccolto tutto nei pensieri di Dio e dell'alto
stato di suo ministero, non faceva che prepararsi
con le disposizioni più belle . Col permesso del suo
Confessore ogni dì si accostava alla s . Comunione,
e poi si fermava lunghe ore in divoto ed infuocato
ringraziamento . Questo tempo però gli sembrava
sempre troppo breve , ed avrebbe voluto allun-
garlo ; tanto gli passava rapidamente, trovandosi
rallegrato dalla Divina presenza del suo Signore .
All'alba della Solennità di N . S . della Neve si
fece la funzione della benedizione del sacro abito .
Il buon Matteo si presentò all' altare con un at-
teggiamento sì composto, che aveva più aspetto di
un angelo, che di un povero mortale . La popola-
zione raccolta in Chiesa, ed in quel dì, per la rara
funzione, più numerosa, era tutta cogli occhi fissi
verso l' altare . Fu un senso di meraviglia, quando
si vide comparire il giovine Levita , e inginoc-
chiarsi all'altare per ricevere il benedetto abito
del santuario . Ognuno poi che in quel giorno fu
presente ripeteva le più miracolose cose sull' av-
venire di Matteo . Il Paroco non si tenne di fare
un piccolo sermoncino di occasione, augurando al
giovane Chierico la perseveranza nella sua voca-
zione, ricordando come chi ha messo mano all'a-
ratro non deve più rivolgersi indietro, per non
sentirsi a dire di non esser atto al regno del
cielo . Accennò, ma di volo, per non offender i pa-
renti, del supremo diritto che Egli ha di gover-
nare le sue creature a piacer suo, e secondo l'or-
dine della elezione sua e della sua bontà . Come
Dio é geloso di una libertà in questi casi , che
egli medesimo, tratta con gran riguardo ; ricor-
dando con proprietà quello che si legge nei libri
santi : Magna reverentia disponit nos ! - Que-
ste parole pronunziate con rara delicatezza e mae-
stria, se ferivano da una parte il cuore special-
mente della signora Nannina, la consolavano però
insieme per la speranza che il suo Matteo sa-
rebbe proprio stato uno dei chiamati da lui nel
suo santo ministero .
Se mai queste pagine cadessero sotto l'occhio
di qualche madre, che, per uno stranissimo caso,
volesse imitare l' esempio della signora Nanni-
na , la vorrei pregare nel nome del Signore , a
pensarci due volte , per non mettere in pericolo
la vocazione della sua prole . Non s'inganni col
dire che lo fa per purificare la vocazione se ve-
ramente è di Dio ; né dica come alcuni : Il gio-
vane adesso è ritornato indietro , e appena è
in principio , che ha vacillato ; dunque poi ,
già fatto religioso, sarebbe urtato in peggiore
incostanza . Direbbe meglio : Se fu incostante
per iscarsezza di aiuti spirituali nel secolo,
piú probabilmente sarebbe stato immobile nella
Religione, pei tanti rinforzi d'orazione e buoni
esempi, che il luogo santo somministra allo spi-
rito de' suoi allievi . Perché alcuni rassomigliano
al corallo, il quale nell' onde del mare é molle e

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bianchiccio, fuori delle acque indurisce e diventa
rosso ; e però del corallo cantò colui : Fra l'onde
ondeggia, e fra le pietre è pietra . Così s . Pie-
tro, tra' soldati, negò il Signore : allontanatosi
dalle occasioni, ripigliò forze fino ad essere pietra
fondamentale del cristianesimo . Non siano i padri
e le madri ai loro figli di scandalo e di rovina,
col rimuoverli dal bene incominciato . Si potreb-
bero collocare in istato di miglior fortuna , che
nella corte di Dio? Perché oltre al male fatto ai
proprii figli, farebbero danno a tante anime, che
col mezzo del loro ministero si sarebbero salvate .
E Dio chiamerà loro conto del bene impedito per
gli ostacoli posti alla sua grazia .
Ai giovanetti posti in sì duro cimento basterà
che ricorrano alle armi, le quali il Signore volle
additare a' suoi discepoli, con questi tre ammoni-
menti : Videte , vigilate et orate (1) . Vedete ,
dice il Signore, cioé, secondo che spiegano gravi
interpreti, non lasciatevi accecare ; e questo si
ottiene colla considerazione attenta delle verità
della fede . Vegliate ; cioé non vi lasciate addor-
mentare dalla negligenza dell' operare , e questo
si ottiene coll'esercizio delle virtù . Pregate ; cioé,
poiché da voi non potete resistere, chiedete aiuto ;
e questo si ottiene con un continuo ricorso a Dio,
per mezzo di fervorose preghiere .
Appena si vide il buon Matteo arrivato al prin-
cipio del compimento de' suoi desiderii raddoppiò
di fervore, per meglio meritare i doni di Dio .
All' epoca fissa per ritirarsi in Seminario , fece
con allegria rassegnata i preparativi , e salutati
gli amorevoli suoi parenti, che lo vedevano par-
tire con dolore, egli vi si portò con animo lieto .
Egli considerò il Seminario, come é appunto , il
luogo dove il giovine Chierico si esercita a fare
le battaglie del Signore . Tra i molti buoni , che
Dio si preparava per i santi ministeri, egli ve ne
scorse alcuni, che, per bontà di indole e per pietà
e zelo negli studii, potevano considerarsi migliori,
e con essi strinse virtuosa relazione . Ubbidiente
a tutti i suoi Superiori, che riveriva come mo-
delli, su cui adattare la vita , non fu mai che si
credesse lecito di trasgredire le più minute rac-
comandazioni . Co' suoi compagni era gioviale e
di bel garbo, ma prudente nello stesso tempo ; ve-
gliava che nessuno lo potesse disturbare da quel-
l'intima unione, che il giovane Chierico deve avere
con Dio. Con tal riguardo egli era amico con
tutti, confidente con nessuno . L' unico vero ed in-
timo famigliare fu il Confessore, a cui, come a padre
dell' anima sua, egli apriva tutte le sue pene, tutti
i suoi segreti, e con riverenza ed affetto ricono-
sceva come il padrone delle sue azioni , e colui
che lo doveva guidare alla santità . Così egli in
breve si fece conoscere come il modello fra i com-
pagni, ed osservato come il più virtuoso tra i
chiamati a lavorare nella mistica vigna del Si-
gnore . Oltre i libri puramente di scuola, col con-
senso del suo Direttore, egli leggeva le opere mo-
rali ed ascetiche del Dottore S . Alfonso Maria
de' Liguori , che servono tanto a nutrire di buono
spirito e di soda pietà le anime .
(1) S . Marco XIII, 33 .
Non possiamo dare di lui più minuta relazione
come giovane Chierico, per non riuscire soverchia-
mente prolissi . A noi basterà conchiudere col dire,
che egli fu il vero modello di coloro, che deside-
rano consecrarsi al Signore . Fin da quei giorni
si manifestava in lui un carattere faceto e gio-
viale, senza però mai cadere o nel ridicolo o nel
basso . Ogni volta che egli prendeva parte a certe
discussioni così lodate ed utili sugli studi teolo-
gici e filosofici, sapeva farlo con tanta finezza ed
arguzia, che i compagni ne ricavavano diletto in-
sieme ed istruzione . Per questa sua dote parti-
colare era sempre sentito con piacere . Egli però,
sapendo che tutto quello che abbiamo, e special-
mente l' ingegno, é dono di Dio, era ben lungi
dall' invanirsene . Gli era famigliare il detto di
s . Paolo : Soli Deo honor et gloria . Ed in-
tanto lavorava del suo meglio, per avanzarsi ne-
gli studii della filosofia e della teologia, ripetendo
'a se stesso ed agli altri ciò, che Dio aveva detto per
mezzo del suo profeta, che le labbra del sacerdote
conservano la sapienza . Nel raccoglimento del Se-
minario, sotto la scorta di valorosi e pii maestri,
egli vide presto passare quegli anni, che sogliono
parere ad alcuni così lunghi e noiosi . Nel tempo
poi delle vacanze era lieto di poter imparare dal
vivo esempio del suo paroco, a. servire all'altare,
ed a fare un po' di catechismo ai giovanetti . Stu-
dio e pietà erano le sue occupazioni uniche e pre-
dilette . Anzi, secondando il desiderio del pio pa-
store , lungo la settimana, raccoglieva i fanciulli
più piccoli , e quelli che avevano bisogno di un
poco d'istruzione sia della dottrina cristiana, o
dei primi rudimenti della grammatica italiana , e
poi con carità e belle maniere faceva loro un po'
di scuola con infinito contento delle madri e diletto
dell'anima sua . Era una vera edificazione il vedere
come egli li ammaestrava, e come i giovani al-
lievi corrispondevano a' suoi desiderii . Sorvegliava
che nulla accadesse fra loro, che potesse offendere
il buon costume, o la carità . Insegnava a fare il
segno della croce, a dire le prime orazioni . Ve-
dendoli e sentendoli, tutti ne erano meravigliati
per l' ordine, la pulitezza e la grazia .
Nulla però, né anche queste scuole lo distur-
bavano dalle sue pratiche di pietà e dagli studii
della teologia . Ogni cosa aveva il suo tempo .
L'orario stesso, che lo regolava in Seminario, se
lo era imposto a casa, e non mai , se non fosse
per grave ragione o l' ubbidienza a' parenti, per-
metteva che fosse cambiato . Aveva l' ora della
Messa, cui volentieri serviva, e nella quale per lo
più faceva la S . Comunione ; l' ora della medita-
zione, e quella della lettura spirituale . Questo pel
mattino . Nel dopo mezzodì cercava il momento,
che dubitava Gesù in sacramento fosse come ab-
bandonato, e poi veniva e si fermava assai tempo,
il quale però gli sembrava sempre brevissimo .
Molte volte leggeva il libro di s . Alfonso, e più
spesso faceva parlare il suo cuore, ricco ed elo-
quente di pensieri, di adorazione, di fede e di ri-
conoscenza a Gesù, che con tanta carità si ferma
in mezzo a'suoi figli, e che assai spesso lo dimen-
ticano con ingrata trascuranza . Il suo cuore, ri-
boccante di sacri affetti, gli faceva trovare senti-

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menti teneri e dolcissimi su questo proposito .
Allora desiderava di essere vittima pel Signore
e pel prossimo, come Gesù era vittima di amore per
gli uomini . Non é a dirsi se una vita così rac-
colta e divota non facesse presagire di sé grandi
cose , e noti lasciasse in tutti i cuori desiderio di
vederlo sovente e sentirlo . Il suo paroco, cono-
scendo in ciò e prevenendo il desiderio de' suoi
fedeli, gli permetteva qualche volta di fare il ca-
techismo anche in pubblica chiesa . Avvisato si
preparava con ardore su qualche libro , che il
medesimo buon pastore gli accennava, e riusciva
a fare tanto bene, che nulla di meglio si poteva
desiderare .
Continua .
Si vende nella libreria Salesiana di Torino al
prezzo di L . 3, compresi tutti e tre i volumi fran-
chi di posta .
AVVERTENZA .
Per mancanza di spazio, daremo nel pros-
simo Numero , i nomi di altri Cooperatori
e Cooperatrici passati all' altra vita durante
l'anno 1880, pervenutici soltanto dopo la
pubblicazione del Numero di Gennaio .
BIBLIOGRAFIA .
Il sincero Cristiano in ordine a Gesù
Cristo, alla Chiesa e allo Stato . - É questa
un'Opera dei tre chiarissimi fratelli Scotton da
Bassano, oratori altrettanto dotti che facondi, uno
dei quali predicò testé la quaresima nella più va-
sta chiesa di Torino, riscuotendo l' ammirazione
e guadagnando il cuore di un immenso e culto
uditorio, che pendeva ogni giorno dal suo labbro
eloquente .
Non vi é alcuno che ignori quanta ammirazione
abbia destato e quanto plauso abbia riscosso, non
solo nell' Italia, ma in tutto il mondo, quest' O-
pera, allorquando fu da essi pubblicata nel 1877
e dedicata a Pio Nono, come figliale omaggio pei
suo giubileo episcopale . Non é d'uopo di qui ri-
petere che una sì bella accoglienza era ben meri-
tata, imperciocchè un soggetto così vasto, come
dal titolo stesso si scorge, e così irto di difficoltà,
fu dai chiari autori svolto con tanta brevità e
nello stesso tempo con tanta pienezza, erudizione
e profondità di dottrina, con tanta forza e chia-
rezza di argomenti, e con una logica così inelut-
tabile, che chiunque non veglia ostinatamente
ribellarsi all' evidenza, non può che darsi vinto
alla luce della verità .
Di quest'Opera stupenda venne fuora or ora la
seconda edizione in tre volumi, con importanti
aggiunte e modificazioni specialmente nella 1a e
3 a parte, le quali vennero quasi del tutto rifuse .
La 3a parte poi, la quale tratta dei doveri del
cristiano in ordine allo Stato, assume un'impor-
tanza grandissima per tutti i Cattolici italiani ed
in modo speciale dei Parrochi . Imperocché in essa
trovasi narrata in compendio la storia della lotta
religiosa in Italia e delle sue tristi conseguenze .
Trovasi tracciato il contegno che deve tenere il
Cattolico italiano in questa lotta, e quale debba
essere il suo programma d'azione, con utilissime
notizie intorno alle leggi che riguardano le ele-
zioni e le scuole. Ond' é che il Reverendissimo
Monsignor Vescovo di Vicenza, nell'approvare que-
sta seconda edizione per la stampa, la racco-
mandò « tanto ai Sacerdoti (son sue parole) quanto
ai laici, che vi troveranno una norma pratica per
condursi cristianamente nelle attuali condizioni
del mondo . »
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani.
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno, mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi-
sogno di Confessione e Comunione purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica , e nei giorni qui sotto
notati, purchè confessato negli otto giorni , e co-
municato, visiti una qualche chiesa , pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Maggio .
1 . Santi apostoli Filippo e Giacomo .
6 . S . Giovanni apostolo avanti la Porta Latina .
8 . Patrocinio di S . Giuseppe Sposo di Maria
Vergine .
17. S . Pasquale Baylon .
18 . S . Felice da Cantalice .
20 . S . Bernardino da Siena .
24 . Festa di Maria Ausiliatrice . Indulgenza ple-
naria visitando il suo Santuario in Torino .
26 . Ascensione di N . S . G . C .
28 . S . Ferdinando re di Castiglia .
31 . S . Angela Merici .
Con permesso dell'Aut. Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip. di San Vincenzo de' Paoli . Sampierdarena 1881.