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SUPPLEMENTO
AL BOLLETTINO SALESIANO
Rispondiamo alle molte domande fatteci dai nostri nuovi Cooperatori e Cooperatrici,
col riprodurre in questo Supplemento alcune spiegazioni ed avvisi già pubblicati in altri
numeri del nostro periodico, che potranno servire all'uopo .
Il titolo del diploma o del libretto presentato ai Cooperatori dice quale ne sia lo scopo .
Diamone tuttavia breve spiegazione .
Diconsi Cooperatori Salesiani coloro che desiderano occuparsi di opere caritatevoli
non in generale ma in ispecie, d'accordo e secondo lo spirito della Congregazione di
S. Francesco di Sales .
Un Cooperatore di per sè può fare del bene, ma il frutto resta assai limitato e per
lo più di poca durata . Al contrario unito con altri trova appoggio, consiglio, coraggio
e spesso con leggera fatica ottiene assai, perchè le forze anche deboli diventano forti
se vengono riunite . Quindi il gran detto, che : l'unione fa la forza, vis unita fortior .
Pertanto i nostri Cooperatori seguendo lo scopo della Congregazione Salesiana si ado-
pereranno secondo le loro forze per raccogliere ragazzi pericolanti ed abbandonati nelle
vie e nelle piazze ; avviarli al Catechismo, trattenerli nei giorni festivi e collocarli presso
ad onesto padrone, dirigerli, consigliarli, aiutarli per quanto si può per farne buoni
Cristiani ed onesti cittadini .
Si aggiungono le parole : Modo pratico, per notare che qui non si stabilisce una
Confraternita, non un'associazione religiosa, letteraria e scientifica, nemmeno un gior-
nale ; ma una semplice unione di benefattori dell' umanità, pronti a dedicare non
promesse, ma fatti, sollecitudini, disturbi e sacrifizi per giovare al nostro simile . Si è
messa la parola : un modo pratico, perchè non intendiamo dire che questo sia il solo
mezzo per far del bene in mezzo alla civile società ; anzi noi approviamo ed altamente
lodiamo tutte le istituzioni, le unioni, le associazioni pubbliche e private che tendono
a beneficare l' umanità, e preghiamo Dio che a tutti mandi mezzi morali e materiali
per conservarsi, progredire e conseguire il fine proposto . Noi a nostra volta crediamo
bene proporre un mezzo di operare e questo mezzo lo proponiamo nell'Associazione dei
Cooperatori Salesiani .
Le parole : giovare al buon costume, danno ancora più chiaramente a conoscere ciò
che vogliamo fare e quale sia il comune nostro intendimento.
Il Bollettino Salesiano si manda ai Cooperatori e Cooperatrici per ottemperare a
quanto è prescritto al n . 7 del capo V del Regolamento ove si legge : Ogni tre mesi
ed anche più sovente con un Bollettino o foglietto a stampa si darà ai Soci un rag-
guaglio delle cose proposte e fatte, o che si propongono a fare . Laonde resta inteso
che questa non è un'associazione estranea alla Pia Unione, e a cui si debba corrispon-
dere con una tangente obbligatoria . Tuttavia chi amasse dal canto suo soddisfare alle
spese di stampa e di posta, noi crediamo che sia sufficiente la somma di L . 3 all'anno
per l'Italia e L. 3, 60 per l'Estero .

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LE COMMISSIONI DEI COOPERATORI_
Nella nostra Casa principale di Torino noi riceviamo dalla posta presso a cento lettere
al giorno, la maggior parte delle quali sono di Cooperatori e Cooperatrici, che ci la-
sciano Commissioni . Queste poi sono di varie specie ; per accettazione di giovanetti od
altre persone nell'Istituto ; per celebrazioni di Messe, preghiere, benedizioni in onore
di Maria Ausiliatrice ; per tipografia ; per libri, associazioni, immagini e medaglie ; per
diplomi di aggregazione alla Pia Unione dei Cooperatori e relativo Bollettino ; per as-
sociazione all'Arciconfraternita dei divoti di Maria Ausiliatrice ; per pagamento di pen-
sione e via dicendo .
Di vivo cuore e colla più alta riconoscenza noi ringraziamo i Cooperatori della fiducia
che in noi ripongono, e dell' aiuto eziandio che in siffatta guisa ci somministrano nel
promuovere e sostenere le varie nostre opere, le quali, come è lor noto, mirano tutte
alla maggior gloria di Dio e dell'Augusta sua Madre, alla cristiana educazione dei gio-
vanetti poveri ed abbandonati, ed alla diffusione della buona stampa tra il popolo .
Talvolta per altro con nostro rincrescimento accade che non si possano tosto eseguire
le commissioni che ciascuno ci lascia, allora sopratutto quando queste sono molte e varie .
La ragione si è che dovendo la lettera passare pei differenti Uffizi, separati gli uni
dagli altri secondo la diversità delle attribuzioni, l' impiegato, per la moltiplicità delle
quotidiane domande, non può subito copiarne la parte che gli spetta per trasmetterne
poscia la lettera all'altro Uffizio per lo stesso lavoro . Succede pur di spesso che certe
lettere racchiudano cose di confidenza, e non potendo lasciarle nelle altrui mani, dob-
biamo rilevarne noi medesimi le commissioni che contengono, la qual cosa ci porta
via del tempo assai . Sembra necessario ovviare a questo inconveniente a comune
soddisfazione .
Per la qual cosa, quando occorresse ai Cooperatori di mandare al Superiore della
Casa una lettera con più commissioni, noi li preghiamo che volessero limitarsi ad
esprimere nel corpo della medesima le cose confidenziali, e quelle che riguardano, a
mo' d'esempio, l'accettazione di persone nell'Istituto, preghiere da farsi, relazioni di
grazie ricevute, limosine, offerte, quello insomma che spetta più da vicino alla sua
persona ; e poi scrivere le altre commissioni in altrettanti biglietti distinti, secondo la
diversità degli oggetti, colla data del tempo e del luogo, col proprio nome e cognome,
ed unirveli avvertendo però di notare sopra il biglietto : Tipografia se la commissione
è per stampa ; Libreria se per libri, Letture Cattoliche, Biblioteca della Gioventù Ita-
liana, immagini e medaglie ; Direzione del Bollettino se per diplomi da Cooperatori o
Bollettini ; Prefetto di Sacristia se per tridui, novene nel Santuario di Maria Ausilia-
trice, o per farsi ascrivere nell' Arciconfraternita dei suoi divoti ; Prefetto della Casa
se per pagamento di pensione, e così del resto secondo il bisogno . Avuti questi biglietti
nella sua lettera, il Superiore li distribuirà nel tempo stesso ai diversi Uffizi cui appar-
tengono, i quali poi ciascuno alla sua volta potrà eseguirne la commissione molto più
speditamente .
Si rinnova la preghiera ai nuovi Cooperatori e Cooperatrici che ricevono ora il
Bollettino coll'indirizzo scritto a mano, e vedessero sbagliato il proprio nome o il paese
di destinazione , vogliano avere la bontà di significarcelo tosto rimandandolo corretto,
affinché nella stampa delle fascette, che si farà tra poco, non succedano rincrescevoli
errori, che non si potranno più emendare senza grave spesa e lavoro .
Fin dall' anno passato noi abbiamo preso a pubblicare la Storia dell' Oratorio di
S. Francesco di Sales . Se i nuovi Cooperatori e Cooperatrici ne desiderassero il prin-
cipio, non hanno che da farcelo sapere, e questa Direzione invierebbe loro la collezione
dei Bollettini dell' anno scorso, la quale ne contiene i dodici primi capi . La spesa
sarebbe di L . 3 . Chi manderà L . 5 riceverà i numeri rimastici dell' annata 1877-78 .

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-v Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N. 32, TORINO l]-
SOMMARIO - La festa di Maria Ausiliatrice in Torino
-Diario della Novena di Maria Ausiliatrice - Udienza
e Benedizione del Santo Padre - Cenni sulla 31 Con-
ferenza dei Cooperatori della città di Roma - La Con-
ferenza a Lucca - Prima Conferenza dei Cooperatori
tenuta in Sampierdarena - Storia dell'Oratorio di San
Francesco di Sales - La Patagonia e le Terre Au-
strali del Continente Americano - Bibliografia - In-
dulgenze speciali pei Cooperatori Salesiani .
LA FESTA DI MARIA AUSILIATRICE
IN TORINO .
La festa di Maria , Aiuto dei Cristiani,
celebratasi in Torino il 24 maggio, fu uno
spettacolo non più veduto e pel concorso
di popolo, che vi prese parte, e per la
scelta musica, che venne con somma mae-
stria eseguita , e per l'intervento di tre
illustri Vescovi, che la onorarono di loro
presenza .
La folla che vi trasse fu davvero impo-
nente . Dal giorno che venne consacrata, la
chiesa di Maria Ausiliatrice non vide mai
sotto le maestose sue volte un numero così
sterminato di fedeli . Quantunque una delle
più vaste di Torino, essa non fri in quel dì
sufficiente a capirne i divoti, che in certe
ore ne riempivano non solo l'interno, ma
tutte le adiacenze, la sagrestia e le tribune .
Furono viste più migliaia di persone ad a-
spettare un buon tratto di tempo prima di
potervi entrare, per soddisfare la loro di-
vozione dinanzi all'immagine di Maria Au-
siliatrice . In sulla sera poi la via Cottolengo
e quella dirimpetto al Santuario parevano
due maestosi fiumi, che mettessero ondate
di popolo appiè della Vergine . É voce co-
mune che dalle quattro del mattino alle
nove pomeridiane non furono meno di qua-
ranta mila persone, che visitarono il detto
Santuario, chi per isciogliere un voto a Ma-
ria , chi per ringraziarla di favori rice-
vuti, chi per invocarla , chi per cantarne
od udirne le lodi e le glorie , accendersi
di santo amore verso di Lei e farsi mi-
gliore .
In mezzo a tanta gente si udivano a par-
lare molti dialetti d'Italia ; prova che la
divozione alla Celeste Ausiliatrice aveva
tratti in Torino i fedeli non solo dal Pie-
monte, ma da più lontane parti della pe-
nisola .
La Mensa degli Angeli fu assiepata in
tutte le ore del mattino . A mezzogiorno an-
cor si comunicava . Non farà dunque stu-
pire, se affermiamo che in quell'occasione
le Comunioni oltrepassarono il numero di
seimila . Furono più di ottanta i Sacerdoti,
che per divozione vennero a celebrarvi
la santa Messa anche da remoti paesi .
La moltitudine poi di fedeli , soprattutto
forestieri, i quali domandavano di riconci-
liarsi, superò di sì gran lunga la comune
aspettazione, che ad una cert'ora mancarono
i confessori e poscia i confessionali . Per la
qual cosa più centinaia di persone dovet-
tero compiere in altre chiese le loro divo-

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zioni, e moltissimi, non potendo rimanere
digiuni sino ad ora tarda, si videro costretti
a tralasciare in quel di la santa Comunione .
E si noti che il 24 maggio era giorno fe-
riale . Che sarebbe mai avvenuto se fosse
stato un giorno festivo?
Era bello l'udire le ragioni, per cui molti
e della città, e del di fuori, si portavano
in quel giorno al Santuario di Maria Ausi-
liatrice . Non era certo la curiosità che li
strappava dalle loro occupazioni, e li faceva
sobbarcare alle spese e ai disagi di un viag-
gio sovente lungo e disastroso ; ma era la
riconoscenza, era la gratitudine, era l'amore
verso Maria . Una buona parte dei pelle-
grini, dopo di avere recitata una preghiera
e sciolti i loro voti dinanzi alla venerata
immagine, entravano in sagrestia , e, fatta
un' offerta secondo la propria condizione,
raccontavano le grazie ricevute per mano
della gran Madre di Dio, da loro invocata
col titolo di Auxilium. Christianorum . -
Ho letto, diceva uno, ho letto nelle Letture
Cattoliche , o nel Bollettino Salesiano , i
grandi favori che si ottengono dal Signore
per intercessione di Maria Ausiliatrice ono-
rata in questo Santuario : quella lettura mi
destò in cuore una viva fiducia in si tenera
'Madre, me Le sono raccomandato, e fui
esaudito. - li mio parroco, assicurava que-
sta e quell'altra persona, il mio confessore,
la mia parente , la mia vicina, vedendomi
in gravi angustie, mi suggerì di fare ricorso
a questa Madonna ; accolsi il consiglio, in-
trapresi una novena, e mi trovai consolata .
- Io soffriva un mal d'occhi così tenace,
che non ostante le più sollecite cure mi-
nacciava di rendermi cieco . Bastò un triduo
fatto celebrare in questo Santuario per li-
berarmene affatto, e con tanta prestezza da
farne stupire il medico . - Vede questa
bambina ? Due mesi sono ella stava per ispi-
rare . Addolorata quanto può esserlo una
madre in simile frangente, io la votai a Maria
Ausiliatrice, ed ecco che la figliuolina si ad-
dormenta placidamente, e al mattino me la
trovo fuori di ogni pericolo . - Da tre anni
una lite dava fondo al mio patrimonio . Ve-
dendo che nè avvocati nè procuratori va-
levano a sbrigarla, io l'affidai al patrocinio
di Maria Aiuto dei Cristiani , ed Essa mi
fece da sì buona avvocata, che nel volgere
di poche settimane l'ardua questione era
condotta a fine colla soddisfazione di ambe
le parti . - Mio marito, mio figlio, mio
fratello da più anni non faceva più Pasqua
ho fatto una novena a Maria Ausiliatrice,
perchè gli toccasse il cuore ; ed ecco che
con immensa gioia di tutta la famiglia egli
si ricondusse alla Chiesa, ed ora mena e-
semplarissima vita . - Insomma più non
la finiremmo se volessimo anche solo ac-
cennare per sommi capi le narrazioni di
simili maraviglie, che ci vennero udite in
quel giorno memorando . E quanti si tennero
i loro segreti in cuore, o perchè non eb-
bero agio di parlare con persona di confi-
denza, o per altre buone ragioni, paghi di
ringraziarne Maria, e versare dinanzi a Lei
la piena dei loro affetti?
E qui ci sia permessa un'osservazione .
Favori cosi varii per natura, cosi straordi-
narii pel modo con cui furono ottenuti, atte-
stati concordemente da centinaia d'individui
di ogni età e condizione, che avendoli ri-
cevuti li attribuiscono all'intercessione del-
l'Augusta Regina del Cielo , e li compro-
vano con gravi sacrifizi di tempo, di como-
dità e di danaro, non portano essi l'impronta
di una soprannaturale provenienza ? 0 voi
che non credete ai miracoli, voi che negate
l' intervento della Madre di Dio a sollievo
delle umane miserie , voi altresì , i quali
pretendete che siffatti racconti non meritino
neppure una fede meramente umana, core
spiegate voi questi fatti? Li attribuirete forse
ad un combinato accordo dei testimonii ?
Ma è fors'egli possibile che tanti individui,
i quali non si sono mai nè veduti nè cono-
sciuti, abbiano potuto accordarsi nel raccon-
tare favole al mondo ? - Li attribuirete
forse ad un errore? Ma è forse possibile
che centinaia, che migliaia di persone pos-
sano errare tutte insieme in cose non già
speculative , ma pratiche , vale a dire in
cose che caddero sotto i loro sensi, in cose
o che hanno vedute coi loro occhi, od hanno
sperimentate nel loro corpo ? - Li attri-
buirete voi all'interesse? Ma che ? E non è
egli vero all'opposto, che l'interesse ne va
in quella vece di mezzo ? Imperciocchè que-
sti testimonii confermano i loro detti con li-
mosine, con regali, con lunghi viaggi e via
dicendo . Si aggiunga che prodigi consimili
avvengono in tanti altri Santuarii . In Italia
avvengono nei Santuarii della Consolata in
Torino, di Loreto, di Spoleto, di Caravaggio,
di Oropa, di Savona, di Vico presso Mondovì,
di Cussanio appo Fossano e in cento altri .
In Francia avvengono nel Santuario della
Salette, di Issodoum, di Lourdes . In Ispa-
gna in quello di Nostra Signora di Mon-
serrato . In Germania nella foresta di Mar-
pingen . In Irlanda nella parrocchia di Knoc,
dove da sei a sette mesi in qua se ne contano
più centinaia (1) . Si, è d'uopo o rinnegare
(1) Il Journal des Villes et Campagnes annunzia in-
fatti che a Knoc in Irlanda ebbe luogo un'apparizione

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la ragione,o riconoscere che il tempo dei mi- In quel momento pareva di trovarsi sulle
racoli non è ancor passato ; è d'uopo confes- sponde del Tigri e dell'Eufrate, super flu-
sare che Maria SS . esercita sempre l'alto suo mina Babylonis, e di ridire l'esule popolo
potere non solamente in Cielo, dove siede Re- ebreo ad innalzare altissimo grido a Dio e
gina, ma ancora sulla terra a conforto dei mi- domandare pietà : Abbiamo peccato coi pa-
seri mortali, di cui è Madre pietosa .
dri nostri, abbiamo operato ingiustamente,
Ma se lo spettacolo nel Santuario di Ma- abbiamo commessa l'iniquità ; ma tu, o Si-
ria Ausiliatrice fu imponente pel concorso gnore, abbi pietà di noi : Peccavimus cum
di popolo che v' intervenne , esso non fu patribus nostris, iniuste egimus, iniquita-
meno giocondo per le musicali armonie, tem fecimus : miserere, Domine, miserere .
con cui si celebrarono i divini Misteri, e Se tutte le composizioni del Palestrina sono di
si cantarono le glorie di Dio e dell'Augusta tale espressione , se danno armonie così
sua Madre . La grandiosa Messa di Bene- soavi e celesti, se commuovono e compun-
detto Marcello, interpretata e diretta da Don gono, se sollevano a Dio così, è veramente
Giovanni Cagliero, accompagnata coll' or- da deplorare che esse, fuori di Roma, non
gano dal degno suo discepolo il Maestro siano abbastanza studiate, non siano gene-
Giuseppe Dogliani , eseguita da circa 200 ralmente eseguite .
cantori, parte giovani dell' Oratorio Sale- Per amor di brevità nulla diciamo dei
siano, parte distinti professori della città , cinque salmi dei Vespri, che per circa un'ora
che ad un semplice invito prestarono di buon trattennero come sulle soglie del Paradiso
grado il loro concorso, produsse un mira- i numerosi e divoti astanti ; ma non pos-
bile effetto nell' animo di tutti gli intelli- siamo tacere dell'inno Saepe dum Christi,
genti . Furono soprattutto le voci bianche dei la cui esecuzione fu perfetta in ogni sua
giovanetti quelle, che riuscirono a scemare parte, e di un effetto indescrivibile . Soprat-
la monotonia prodotta dall' antico sistema tutto il canto della prima strofa, in cui Don
di tonalità, dallo stile continuamente fugato, Cagliero colle note e col rombo della gran
e dalla ripetuta cadenza così detta plagale . cassa , imitante lo sparo delle artiglierie ,
Onde avvenne che quelle melodie maestose i si studiò di rappresentare il rumore delle
e gravi piacquero eziandio ai profani, e a due armate , Cristiana e Turca , in ardua
coloro che hanno le orecchie troppo edu- tenzone tra di loro nelle acque di Lépanto,
cate alla musica dei tempi moderni . All'Of- scosse ogni fibra del corpo . In quell'istante
fertorio e ancora dopo l'Agnus Dei si ese- ti sentivi scorrere come un sacro orrore per
guì il mottetto Peccavimus, a cinque parti, tutta la vita, e destarsi in petto l'ardor bel-
di Pier Luigi da Palestrina, il celebratissimo licoso ; ei ti pareva di trovarti ancor tu in
ristoratore, il principe della musica sacra . mezzo alla pugna, e con istrenuo ardimento
Noi non troviamo parole adequate per e- abbattere il truce mussulmano, e al grido
sprimere gli affetti, che destò in tutti i cuori di viva Maria tuffarlo nel mare . Non meno
quel canto sublime . Intelligenti e non in- ammirabile per la sua dolcezza fu il coro
telligenti ne sentirono il dolce , ed escla- rappresentante le caste vergini e gli inno-
marono : Questa è musica degna del San- centi fanciulli : Virgines castae, puerique pue-
tuario : questa è musica veramente celeste . ri, che insieme col clero e popolo cristiano
ringraziano Dio della vittoria coll'aiuto di
della Beata Vergine . Maria apparve circondata di stelle II Maria, debellatrice delle nemiche squadre,
e di luce ad un lato esterno della Chiesa, la prima volta
il 21 agosto 1879, poi il 5 gennaio , indi il 5 febbraio
ottenuta . Al momento di questo canto non
dell'anno corrente . In mezzo al grande splendore si vide erano meno di cinque mila persone in chiesa ;
altresì un altare con sopra un agnello ed una croce . e tutti erano in preda a tale entusiasmo,
Maria era vestita di bianco e coronata di ricco diadema .
I suoi piedi non toccavano la terra : te, eva le mani in
che, se fosse stato permesso, avrebbero sol-
atto supplichevole, e gli occhi rivolti al cielo .
L'apparizione tu vista a principio da tre o quattro
persone ; venne quindi gente in folla, compresi gli agenti
di polizia, che dovevano rendere conto di quell'assem-
levato un grido d'applauso all'autore della
stupenda musica, e agli abili suoi esecu-
tori . Abbiamo udito un forestiero a dire
bramento di popolo . Questi agenti hanno constatato de
risu l'apparizione ; e la relazione fattane dall'arcidia-
Per assistere a questo canto vale la pena
cono Cabanah fu confermata da cattolici , da prote- venire fin di lontano : io vengo dalla Fran-
stanti, da gendarmi, da impiegati e dalla stessa stampa
protestante, fra gli altri dalDuaniolydeTgrph,
più grandi giornali di Londra . I prodigi datano da sei
a sette mesi . Da quest' epoca si contano già 250 mi-
racoli sopra casi di paralisia, di cecità e di malat-
tie di ogni sorta, riconosciute incurabili . Knoc è di-
ventata la Lourdes dell'Irlanda ; e ciò precisamente nel
cia, e non me ne duole : Je viens de la
France, et je ne reggette pas .
Il Tantum Ergo, a quattro voci, del ce-
lebre maestro Felice Frasi, fu una ben de-
gna corona a tutto il resto della musica di
momento, in cui l'eroica nazione Irlandese quasi tutta
cattolica si trova nella più grande miseria . Sia la Ver-
gine SS . la sua potente Ausiliatrice .
quel giorno .
Erano le otto e mezzo di -sera . Il San-

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tuario rischiarato da mille faci e gremito
di gente silenziosa e divota ; l'altare mag-
giore per la pietà dei fedeli bellamente a-
dorno e risplendente quale una reggia ; il
Figlio di Dio immortale ed invisibile , che
dall'Ostia esposta su magnifico trono, come
di sotto a candido velo, riceveva l'omaggio
dell'adorazione e dell' amore di un popolo
immenso ; l'immagine di Maria Ausiliatrice,
che dall'alta icona ti aveva l' aria di una
Madre sorridente a' suoi figli amorosi ; un
coro di 200 soavissime voci, che con inqui-
sita armonia facevano risuonare : Veneremur
cernui, laus et jubilatio, sit et benedictio,
amen, amen; tutto questo veduto, udito, sen-
tito ad un tempo presentava uno spettacolo
indicibile ; spettacolo che risvegliava la fede,
innamorava i cuori, sollevava dalla terra,
innalzava al Cielo, dando una gialche ima-
gine delle arcane cose, colà preparate ai
veri amanti di Dio .
Le feste cattoliche sono eminentemente
educatrici, ed esercitano sul cuore dell'uomo
una influenza calma e misteriosa. Eccone una
prova tra mille a proposito della prefata
solennità. Al domani una pia signora venne
a dirci : « Mio marito, che da due anni più
non metteva i piedi in chiesa, ieri sera ti-
rato da me in questo Santuario di Maria
Ausiliatrice ne fu così tocco, che lo vidi a
piangere . Giunto a casa mi assicurò che
giovedì, festa del Corpus Domini, sarebbe
venuto qui a confessarsi, risoluto di mutar
vita . Preghi Maria che trionfi appieno di
quel povero cuore . » E Maria ne ha trionfato .
Nè qui fu il tutto . Già presso al 24 mag-
gio si aveva ancora il grave timore, che
niun Vescovo potesse prendere parte alla
festa, secondo il consueto degli anni scorsi .
Ma così non fu ; chè anzi Maria Ausilia-
trice fece sì , che ben tre insigni Prelati
di Santa Chiesa rendessero splendidissima
la cara solennità .
Monsignor Lorenzo Pampirio Vescovo di
Alba, quantunque in procinto di fare la sua
solenne entrata nella Diocesi affidatagli dal
Supremo Gerarca, e perciò in quei giorni
occupatissimo, ebbe tuttavia la squisita bontà
di accettare l' invito di D . Bosco, e venire
a predicare nei tre ultimi giorni della no-
vena e nella festa, riscaldando tutti i cuori
colla eloquente ed affettuosa sua parola .
Monsignor Giacomo Corna-Pellegrini, Ve-
scovo di Samaria e ausiliare di Brescia,
ebbe la degnazione di condursi fin da
quella città per venire a celebrare nella
chiesa di Maria Ausiliatrice la Messa della
Comunione generale, edificando tutti i fe-
deli coll'angelica sua pietà .
Finalmente diede il maggior lustro alle
sacre funzioni Monsignor Daniele Comboni,
Vescovo di Claudiopoli e Vicario aposto-
lico dell'Affrica centrale . Trovandosi di pas-
saggio in Torino, l' intrepido Missionario
della Nigrizia volle rendersi vie più beni-
gna la Vergine Ausiliatrice, e ad onore di
Lei e col permesso di Sua Eccellenza Re-
verend.ma Monsignor Lorenzo Gastaldi Ar-
civescovo di Torino, pontificò nel suo San-
tuario mattino e sera . La maestà della sua
persona, la lunga barba che gli cadeva dal
mento, la voce sonora che rimbombava per
tutta la chiesa e facevasi udire persin
nella piazza, risvegliavano l'idea di un vero
eroe del deserto .
Con alla testa un tale pontefice, stupendo
fu davvero lo spettacolo , che porgeva il
numeroso clero durante le sacre cerimonie
nel vasto presbiterio, e all'altare di Maria
Ausiliatrice ; nobili e generosi gli affetti, di
cui andò ricolmo ogni cuor ben fatto . Per
verità esultavano e Sacerdoti e chierici del-
l'onore di poter fare corteggio e corona ad
un uomo, che da venticinque anni consuma
la sua vita sulle infuocate sabbie dell' Af
frica, e che ha diritto di essere riguardato
quale uno dei più coraggiosi apostoli dei
tempi nostri ; anzi quale un martire della
fede, per la propagazione della quale tro-
vossi già ben undici volte esposto alla morte ;
sentivansi pur rapiti dall'ammirazione i gio-
vanetti dell' Oratorio e i fedeli tutti, per
vedere celebrarsi in mezzo a loro i sacro-
santi Misteri da un Prelato , che li aveva
più volte celebrati tra popoli e tribù di fa-
vella e di colore diverso, tra il ruggire dei
leoni e il sibilar dei serpenti . E dal canto
suo anche l'inclito Presule provava una gioia
inesprimibile, ed ebbe a confessare che ra-
ramente gli accadeva di pontificare con
tanto gusto dell' anima sua . Soprattutto lo
consolava il pensiero che di tanti giovani
chierici, che lo circondavano e servivano
all'altare, molti sarebbero pur divenuti apo-
stoli tra le barbare genti, ed alcuni ezian-
dio suoi coadiutori nei deserti dell'Africa,
e salvatori dei suoi poveri negri . Di questa
grazia egli pregò il Signore con tutta l'ef-
fusione di un'anima ardente, con tutto l'af-
fetto e con tutto lo zelo di un Vescovo, che
ha cento milioni di anime sotto di sè, ed
un Vicariato esteso quanto l'Europa .
Noi speriamo che le fervide preghiere da
lui in quell'occasione innalzate al trono di
Dio e della Regina degli Apostoli saranno
esaudite ; nutriamo anzi fiducia che giorno
verrà che nelle sterminate e tuttora inesplo-
rate pianure della Patagonia e della Ni-

1.7 Page 7

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grizia si udiranno due immensi popoli a
gridare nella loro lingua : Benedizione, e
gloria, e sapienza, e rendimento di grazie,
e onore, e virtù , e fortezza a Gesù Cristo
nostro Dio, nostro Salvatore, nostro Re pei
mal d'occhi, che andava a rischio di perdere la
vista . La madre avendolo raccomandato a Maria
Ausiliatrice ebbe la consolazione di vederselo
tostamente guarito . In riconoscimento della gra-
zia ricevuta ella manda due occhi d'argento .
secoli dei secoli : Benedictio , et claritas,
Secondo giorno .
et sapientia, et gratiarum actio, honor, et I Si presentò un certo signor Girard da Nizza Ma-
virtus, et fortitudo Deo nostro in saecula rittima, e raccontò come un crudel scirro già andato
saeculorum . Allora Monsignor Comboni e in cancrena gli rodeva a poco a poco la vita . Rac-
D . Bosco, condotte appiè del Vicario di Cri- comandatosi a Maria Ausiliatrice, il tumore si risol-
sto quelle nazioni cristiane e incivilite, po- se ben tosto, scomparve la cancrena , ed in breve
tranno stringersi la destra come due vin- tempo sanissima rimase la parte intaccata . Venne
citori, e pieni di confidenza in Dio darsi il
convegno sulle soglie della celeste Sionne,
a ringraziare Maria dell' insigne favore,
I un'offerta .
Terzo giorno .
e farle
per dare principio ad un eterno trionfo,
allato di Maria, che, al dire di s . Cirillo Il conte di Villeneuve generale francese, pieno
Alessandrino, ha rovesciata l'idolatria, ha di profonda gratitudine narra che l'unico suo fi-
illuminate le genti, le ha condotte al bat-
tesimo, e fatto innalzare chiese al vero Dio
gliuolino d'anni tre, chiamato Raimond, si tro-
vava agli estremi di vita, e che, raccomandato a
Maria Aiuto dei Cristiani, ricuperò in un subito
per tutta la terra : Per te omnis creatura, la perfetta salute . Egli ne visitò il Santuario per
idolorum errore detenta, conversa est ad divozione e riconoscenza , lasciandovi una prova
agnitionem reritatis, et fideles homines ad di sua carità .
sanctum baptysmum pervenerunt, atque in
Quarto giorno .
toto orbe terrarum constructae sunt Ec- Il Molto Reverendo D . Lodovico Pennazio Priore
clesiae (1) .
della Parrocchia di S . Giovanni in Racconigi venne
a ringraziare Maria Ausiliatrice , e a farle una
generosa offerta, per averlo guarito da una ma-
lattia, che da molto tempo lo travagliava, e che
DIARIO
minacciava di renderlo infelice per tutta la vita .
Quinto giorno .
della Novena di Maria Ausiliatrice .
Una contessa di Torino aveva un figliuoletto
I malato, che malgrado tutta l'assistenza e l' arte
Le cose 'avvenute nel corso della novena di dei medici era ridotto a morte . Desolatissima la
Maria Ausiliatrice furono di tal natura, che cre- madre, si prostra a terra, prega Maria Ausilia-
diamo utile il qui notarne almeno una piccola trice, che le conservi il caro pegno dell' amor
parte . Senza pretendere di portarne giudizio au- suo, e d'accordo col nobile signor marito pro-
tentico, confessiamo anzitutto che in quell'occa- mette di offrire al suo Santuario l' oggetto più
sione abbiamo avuto la bella sorte di assistere a
certi fatti, e udire tali racconti, che ci ricorda-
prezioso tra le sue gioie, se le concede la grazia .
Fatta la preghiera e la promessa, il bambino si
rono i primi tempi della Chiesa, e ci siamo con- riebbe come da morte a vita . La nobile signora
vinti appieno che Iddio non ha ancora accorciato vistasi così meravigliosamente esaudita esamina
il suo braccio, e che la divina sua Madre è sempre i suoi gioielli , e trova che gli oggetti più pre-
tesoriera e larga dispensatrice dei suoi celesti ziosi e cari sono tre stelle di diamanti , e sul
favori . Noi accenniamo qui talune delle centinaia principio della novena scioglie il voto, portandoli
di grazie, che vennero ricevute o riferite in quei in dono al Santuario della celeste Ausiliatrice .
giorni, riserbandoci di pubblicarle poscia per di-
steso in un libretto a parte . Soggiungeremo in
Sesto giorno .
pari tempo alcune altre notizie, degne di parti-
colare menzione .
Primo giorno della Novena .
Benedetta Durando narra come, dopo invoca-
zione a Maria Ausiliatrice, suo marito Stefano,
affetto da malattia di cuore e già spedito dai
Maria P . da più anni aveva una lite deso-
latrice , che le rubava la pace della famiglia,
nell' atto stesso che dava fondo al suo patrimo-
nio . Piena di fiducia la raccomandò a Maria Au-
siliatrice, ed ecco in capo a pochi giorni ag-
giustarsi le cose , e terminare ogni questione
senza aver più bisogno né di avvocati né di pro-
medici, ottenne la perfetta guarigione . In rico- curatori . Quello, che avrebbe dovuto spendere
noscenza la pia donna offre in dono a Maria un in questi . ella donò di buon grado a dccoro del
paio d'orecchini d'oro .
Santuario della potento sua Avvocata, e a bene-
Un fanciullo d' anni nove, per nome Carlo fizio dei poveri giovanetti ricoverati nell'annesso
Priola, era da circa sei mesi colpito da sì grave Ospizio Salesiano .
In questo giorno istesso , 20 maggio , verso
(1) Hom . contr . Nestorium .
le ore tre pomeridiane, previo avviso, D . Bosco

1.8 Page 8

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tenne la Conferenza ai Signori Cooperatori di fronte di missioni, di consigli, di ammonizioni e
Torino . Intervennero in numero di circa 150 . di suppliche, non voleva più sapere di Sacramenti
Le cose statevi esposte saranno altra volta ri- e di Pasqua . Buon per lui e per noi, che ci
ferite .
Settimo giorno.
venne in mente Maria Ausiliatrice . Bastarono
alcune preghiere a questa buona Madre , e la
Due genitori condussero al Santuario un fan-
ciullo di sei anni e dissero : « Poco tempo fa noi
siamo stati qui con questo nostro figliuolino, che
per debolezza di gambe non aveva ancora mai
camminato ; lo abbiamo raccomandato a Maria ;
gli abbiamo fatto dare una benedizione ; ed ora
eccolo qua intieramente guarito . Egli cammina,
egli salta, egli corre, e cominciò andar meglio
da quel giorno fortunato . » Quel padre e quella
madre non rifinivano di lodare e ringraziare la
celeste loro Benefattrice di un tanto favore .
La sera di questo giorno Sua Eccellenza Ill . ma
e Rev .", Monsignor Lorenzo Pampirio Vescovo
di Alba, cominciò un triduo di predicazione . Ad
un rispettabile uditorio egli dimostrò nella prima
parte del suo mirabile discorso che Maria é no-
stra Madre e qual Madre ella sia ; e nella se-
conda parte, l' obbligo che ci stringe di amarla
quali figli .
Ottavo giorno .
Una signora scriveva da Marsiglia : « A gloria
grazia era ottenuta . L' ostinato peccatore si ac-
costava poc'anzi ai santi Sacramenti con immenso
giubilo suo e di noi tutti . Ed ecco un nuovo
trofeo di Maria Ausiliatrice . »
Venne eziandio una signora da Mondovì e
portò un quadro dedicato a Maria Ausiliatrice
ed una gruccia . Non potendosi reggere in piedi,
ne camminare, se non coll'aiuto delle stampelle,
ella si raccomandò a Maria , ed ottenne la
grazia di così perfetta guarigione , da cammi-
nare speditamente senza più veruno incomodo . La
gruccia sta sospesa nella sacrestia del Santuario
a segnale e a ricordo della bontà di Maria Au-
siliatrice .
Questo giorno medesimo, 23 maggio, Domenica
della SS . Trinità e vigilia della grande solennità
di Maria Ausiliatrice, Monsignor Pampirio con
un magnifico discorso dimostrò Maria l' opera
più stupenda della Triade Sacrosanta , vale a
dire che in Lei si era riflessa la potenza del Pa-
dre , la sapienza del Figlio , e la bontà dello
Spirito Santo .
di Dio e ad onore di Maria Ausiliatrice, le l'o sa-
pere che ho ottenuto la grazia della riconciliazione
GIORNO DELLA FESTA.
del mio marito colla mia e sua figlia , la quale
Le cose principali di questo giorno le abbiamo
aveva voluto contrarre un matrimonio conveniente esposte nel primo articolo . Qui aggiungiamo so-
bensì, ma che non entrava nelle viste di lui . Da lamente che in sul mattino i giovani del Collegio
tre anni io era privata del piacere di vedere mia di Lanzo, di S . Benigno Canavese, e di Valsalice,
figlia presso di me, e persino di pronunziare il come figli dello stesso padre, D . Bosco, e della stessa
suo nome dinanzi a mio marito, talmente anche Madre Maria Ausiliatrice, vennero ad unirsi ai
il solo ricordo di lei lo irritava da farmi temere loro fratelli dell' Oratorio Salesiano, prendendo
gravi conseguenze per me . Ma dopo le preghiere parte alla giocondissima festa . Vi intervennero
fatte a Maria Ausiliatrice io cominciai a vedere eziandio le allieve del nostro educatorio di Santa
mio marito mutare sentimento verso mia figlia, Teresa in Chieri, ed una rappresentanza delle
poi l'udii a parlarne in bene . Poc'anzi finalmente giovani che vi frequentano l' Oratorio festivo .
egli la fece venire presso di noi, l'abbracciò te- Esse unitamente alle Suore di Maria Ausiliatrice,
neramente, e strinse la mano al suo sposo, ren- loro maestre ed assistenti, vi si accostarono alla
dendoci tutti estremamente contenti e felici . »
Santa Comunione con una divozione edificante, ed
Oggi, 22 maggio, intorno alle ore tre pomeri- implorarono che Maria continui a tenere disteso il
diane si tenne la Conferenza alle Signore Coope- valido suo manto sopra quell'Oratorio, e a farlo
ratrici di Torino, che intervennero in numero di fiorire a pro di tante figlie, e a confusione o a
oltre a 250 . Le cose esposte da D . Bosco furono resipiscenza di chi prosegue a volergli male .
di singolare importanza, e ne riserviamo la pub-
Per l'aggiunta di tanti intervenuti la famiglia di
blicazione nel seguente numero del Bollettino .
D . Bosco era in quel dì più che duplicata : a pranzo
Nel suo discorso Monsignor Pampirio, doman- non erano meno di duemila persone . Come adunque
date le ragioni per cui Maria SS . quantunque provvedere a tanta gente ? Maria Ausiliatrice ci
Madre sì amabile, pur tuttavia da molti non sia provvide da buona Madre, servendosi dei suoi
amata, fece vedere nella prima parte che la ra- caritatevoli divoti. Nei giorni precedenti gli uni
gione si è che Maria è tutta purità , ed invece mandarono commestibili, gli altri bariletti e bot-
molti cristiani e cristiane sono tutti impudicizia . tiglie di vino, taluno carne ed altri generi di
Esortato quindi ad essere puri per essere veri companatico, come cacio, fragole, nocciuole, e non
amanti di Maria, passò a dare nella seconda parte mancò chi pagasse i dolci ed un bicchiere di
alcuni mezzi per conservare la bella virtù e fug- buon vino a tutti . Noi toccavamo così con mano,
gire il vizio opposto, e ne segnalò soprattutto i due e, per dire più chiaramente , sperimentavamo
principali, cioè la preghiera e la mortificazione . anche colla bocca l' avveramento di quel detto
Nono giorno .
del divin Salvatore : Quaerite primum regnum
Dei et iustitiam eius, et haec omnia adiicien-
Da un paese del Trentino ci si scriveva : « Da tur vobis : Cercate prima il regno di Dio e la
una decina di anni si deplorava in questa par- sua gloria , e allora tutte le altre cose vi saranno
xoccliia di
l'ostinazione di un infelice, che a date per giunta .

1.9 Page 9

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CHIUSURA DELLA GIORNATA .
La sera poi recitate le orazioni del buon cri-
stiano, e prima di recarci al riposo, ci venne fatta
una dolce improvvisata . Monsignor Comboni, che
si era degnato di fermarsi a cena con D . Bosco,
volle parlarci per l' ultima volta . Salito pertanto
sopra una sdruscita cattedra, egli ci fece una
breve, ma calorosa parlata : « Cari giovani, egli
disse, diletti Salesiani, io non ho potuto conte-
nermi dal venirvi a dire, che voi in quest' oggi
mi avete fatto assistere ad una festa di paradiso .
Il vostro Santuario ha presentato un grande spet-
tacolo . Io non mi perito di asserire che esso é
ormai divenuto uno dei più celebri d'Italia . Il
mio cuore di Vescovo, di Cattolico, d' Italiano,
ne gode e ne esulta . - Ma quando avrò io la sorte
di assistere a feste siffatte, nell'Affrica Centrale,
nella mia Nigrizia ? Il vostro Superiore, D . Bosco,
mi ha promesso di mandare dei suoi Salesiani
in mio aiuto . Conoscendo il suo cuore di Aposto-
lo, io porto la più grande certezza che egli man-
terrà la sua parola, e che i Salesiani saranno un
giorno gli Apostoli de'miei poveri negri, che giac-
ciono miseramente nell'ombra di morte, oppressi
dalle catene di una schiavitù crudele . La salute
di quei popoli non verrà, no, nè dai protestanti,
nè dagli esploratori, né dai mercanti . Essa verrà
dai successori di quegli Apostoli, a cui Cristo
disse : Eúntes , docete omnes gentes ; dai suc-
cessori di quegli Apostoli, che malvestiti e scalzi
abbatterono la stolta idolatria, e sopra le sue ro-
vine inalberarono il vessillo della Croce . Corag-
gio, Salesiani, preparatevi alla grande opera ; uno
sguardo alla Patagonia, l'altro alla Nigrizia ; una
mano alla prima, l'altra alla seconda, e condu-
cetele coll' aiuto di Maria Ausiliatrice a Dio, al
suo Vicario, alla sua Chiesa .»
Queste infuocate parole dell' Apostolo africano
furono accolte da una salva di fragorosi applausi,
e con questi si chiuse la memoranda giornata .
RINGRAZIAMENTI .
Grazie pertanto noi rendiamo vivissime a quanti
si prestarono a rendere più lieta e splendida la
novena e la festa di Maria Ausiliatrice . Grazie
prirrrieramente a Sua Eccellenza Rev ."'a Monsi-
gnor Pampirio, che venne a preparare i nostri
cuori alla grande solennità con parole inspirate
da un cocentissimo amor di Dio , e dell' augusta
sua Madre . Grazie a Monsignor Pellegrini-Corna
e a Monsignor Comboni, che colla presenza loro
aggiunsero lustro alle sacre funzioni di quell'in-
cancellabile giorno . Grazie ai molto Reverendi Ca-
nonici e Curati della città, grazie soprattutto al
venerando Monsignor Luigi Anglesio Superiore
della piccola Casa della divina Provvidenza , e
degno successore del venerabile Cottolengo , i
quali ogni sera della novena si portarono per
torno ad impartire la benedizione nella Chiesa
di Maria Ausiliatrice . Grazie ai distinti signori
professori di musica, i quali vennero a congiun-
gere le loro pellegrine voci a quelle dei nostri
giovanetti, per far meglio risuonare nel gran
tempio le lodi di Dio e della Regina del Cielo .
Grazie insomma a quanti colla preghiera , col
consiglio e colla mano, o da lungi o da vicino, ci
fecero sentire in quell' occasione i dolci effetti
di loro pietà e carità insigne, concorrendo alla spesa
degli apparati, e provvedendoci di ogni bene di
Dio. Non potendoli altrimenti ricompensare, noi
abbiamo già pregato e pregheremo tuttavia che
il Signore conceda loro in vece nostra un degno
contraccambio su questa terra col benedirli nella
persona, nella famiglia, e nei loro interessi, e fi-
nalmente in Cielo col renderli degni di parteci-
pare all'eterne feste tra il consorzio de' Santi , e
in seno alla dolcissima Madre nostra Maria Au-
siliatrice .
UDIENZA E BENEDIZIONE
DEL SANTO PADRE .
Nel numero precedente l'abbondanza della ma-
teria c'impedì di pubblicare la seguente relazione,
la cui lettura speriamo che riuscirà di gradimento
e di conforto a tutti i nostri amici .
La sera del 5 aprile D . Bosco ebbe il favore
di una privata udienza del Santo Padre Leone XIII,
che forma oggidì la meraviglia del mondo, e per
cui palpitano di amore tutti i cuori cattolici . Egli
s'intrattenne col Vicario di Gesù Cristo per circa
tre quarti d'ora, nel qual tempo poté trattare di
cose importantissime per la nostra Congregazione .
Dopo vi furono ammessi eziandio i due Sacer-
doti che accompagnavano D . Bosco, cioè D . Fran-
cesco Dalmazzo nostro Procuratore in Roma , e
D . Gioachino Berto segretario di D . Bosco ed ar-
chivista . Avendo saputo del furto fattogli in casa
nostra, il Santo Padre ne mosse al Procuratore
un dolce rimprovero e graziosamente scherzando
gli disse : Ah! siete voi che avete lasciato por-
tar via i denari ? - Ma il segretario soggiunse
tosto per lui : No, Santità ; sono piuttosto io che
non li ho custoditi bene, perché erano nella mia
valigia . - Il Papa si mostrò molto dolente di
quel delitto, che aveva in quei giorni fatto loro
assaporare disgusti indicibili ; ma li confortò con
parole piene di benevolenza .
Intanto gli furono presentati i dizionarii, latino
e italiano, di D . Durando , e il Papa li gradì e
domandò - Chi li ha composti? - Un nostro
professore, rispose D . Bosco, e li compose avendo
in mira di purgarli da certe voci inopportune ,
onde poterli mettere con tranquillità in mano alla
gioventù - Questa è cosa buona ; va bene . E qual
é il nome dell' autore ? - D . Durando - D . Du-
rando, ripetè il Papa ; va bene . Metteteli li sul
mio tavolino ; - e così fu fatto .
Avendo infine D . Bosco implorata l'Apostolica
Benedizione, il Santo Padre, Sì, rispose, vi be-
nedico tutti di buon cuore, ed uscì a un dipresso
in queste parole
« Benedico anzitutto il Superiore che fu
da Dio inspirato a fondare la Congrega-
zione Salesiana, e che con tanto zelo lavora

1.10 Page 10

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pel bene delle anime ; benedico la vostra
Congregazione, che in una maniera mara-
vigliosa e provvidenziale si è cosi presto e
cotanto dilatata ; benedico tutti i suoi mem-
bri, affinché sempre fedeli alla propria vo-
cazione, ed informati dello stesso spirito del
Fondatore, combattano coraggiosamente l'i-
niquità, sostengano con fortezza e costanza
gli assalti dei nemici di Dio, e salvino molte
anime, specialmente tanta povera gioventù ;
benedico le opere vostre, le vostre fatiche,
soprattutto quelle dei bravi Missionarii , i
quali cosi generosamente consacrano la loro
vita per estendere il regno di Gesù Cristo ;
benedico le Suore di Maria Ausiliatrice , i
Cooperatori e le Cooperatrici , le vostre e
le loro famiglie ; benedico ancora i vostri
allievi, i vostri benefattori, affinchè crescano
di numero e di fervore . Sì, Benedictio Dei
omnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus
Sancti, descendat super vos, et super om-
nia opera vestra, et maneat semper .
Amen, rispondettero tutti di cuore, e alzati se
ne partirono coll'animo ricolmo d'immensa gioia .
« Come si vede, così una lettera da Roma, come
si vede, la benedizione del Papa fu un bel discor-
setto d'incoraggiamento e di conforto . Egli par-
lava in tono così tenero, cordiale e paterno, che
in quel momento vedendo tanta affezione e be-
nevolenza verso il nostro amatissimo D . Bosco ,
verso di noi due, e verso tutta la Congregazione
nostra, rimanemmo come estatici . Ci pareva di
rimirare l'amabilissimo Pio IX risuscitato in Le-
one XIII, come vi è redivivo nell'Autorità Su-
prema . »
La giornata dunque del 5 aprile 1880 fu una gior-
nata di rose e di consolazione, e ripagò D . Bosco
delle spine e delle amarezze dei giorni passati .
E sempre Dio che abbatte e suscita, che affligge
e che consola . Sia Egli adunque benedetto .
CENNI SULLA 3a CONFERENZA DEI COOPERATORI
della città di Roma .
Abbiamo ritardato finora a far parola della 3a
Conferenza dei Cooperatori Salesiani tenutasi in
Roma il giorno 5 del mese di aprile, perche dis-
graziatamente andò smarrita la relazione, che ce
ne venne inviata in quel tempo . Avendo ora po-
tuto raccogliere alcune altre notizie, ci facciamo
premura di qui pubblicarle a comune edificazione .
Verso le ore quattro pomeridiane di quel giorno
memorando , previo avviso , si radunarono nella
Cappella riccamente addobbata delle nobili Signore
Oblate di Santa Francesca Romana, oltre ad un
centinajo di ragguardevoli persone , illustri si-
gnori , e nobili matrone . Vi si notavano tre E-
minentissimi Principi di Santa Chiesa, cioè il
Cardinale Enea Sbarretti . il Cardinale Lorenzo
Nina, Segretario di Stato di Sua Santità, e il Car-
dinale Gaetano Alimonda . Si diede principio alla
Conferenza colla lettura di un tratto di vita del
nostro san Francesco . Quindi con molta maestria
e perizia alcune delle Signore Oblate di quell'ec-
cellentissima Casa cantarono un grazioso mot-
tetto in musica , che servì mirabilmente a pre-
parare gli animi degli egregi uditori .
Finito il canto, D . Bosco montò sul palco a
tal uopo preparato, donde prese ad esporre lo
stato attuale delle Opere Salesiane, promosse colla
carità e coll'appoggio dei Benemeriti Signori Co-
operatori e delle Signore Cooperatrici di Roma,
e dei varii paesi d' Italia , Francia ed America .
Segnalò soprattutto quelle, che hanno per iscopo
precipuo di porre qualche riparo all' invadente
eresia dei Protestanti, quali sono tra le altre le
Case di Spezia, Sampierdarena, Vallecrosia ecc .
Venne poscia a dire dello sviluppo straordinario
e precoce delle Missioni Salesiane in America, e
dello stato attuale della Patagonia , esponendo
come, dopo tanti sforzi e fatiche per oltre a tre
secoli dai Missionarii Cattolici senza buon esito so-
stenute per la conversione di quei popoli selvaggi,
questi siensi finalmente mostrati disposti ad ac-
cogliere i Missionarii Salesiani , e si arrendano
oggimai ad ascoltare la predicazione del Vangelo .
Il scelto e pio uditorio stette per circa una
mezz' ora pendente dal labbro di D . Bosco , ri-
portando dalla sua parola dolcissime impressioni .
Disceso D . Bosco, salì al luogo stesso l' Emi-
nentissimo Cardinale Gaetano Alimonda, il quale
fece un discorso di circa tre quarti d' ora tutto
calore ed eloquenza , di cui è maestro impareg-
giabile . La nostra penna si giudica inetta a te-
nere dietro ai voli dell' Eminentissimo oratore ,
e ci e giuoco forza sfiorare una parte soltanto
dei nobili pensieri svolti da lui con una maestria
più unica che rara, e dei consigli ed incoraggia-
menti impartiti all'uopo con quella saviezza e
con quell'ardenza di affetto, di cui a grande do-
vizia è fornita la sua gran mente o il suo bel
cuore .
Prese per testo del suo discorso le parole di
s . Paolo : Dei sumus adiutores, esordì coll' e-
sprimere la gioia che provava in quel momento :
gioia per trovarsi in mezzo ad una udienza sì pia
e religiosa, la quale dava a vedere che non tutti
eransi messi nella via di Caino , non omnes in
viam Cain abierunt , e che non tutti avevano
piegato il ginocchio dinanzi a Baal ; gioia per la
bella relazione che fece il Superiore dei Sale-
siani ; gioia per appartenere ancor egli ai Coo-
peratori Salesiani, e per poter parlare come fra-
tello a fratelli . L'assunto che prese a trattare si
fu il dovere che abbiamo di cooperare con Dio
al bene ed alla salvezza delle anime : Dei sumus
adiutores .
Apertasi in tal guisa la via con questo prelu-
dio, egli passò a dimostrare che Iddio nel creare
il inondo fisico non volle compagni, ma nella cre-
azione del mondo morale volle Cooperatori . Fu-
rono Cooperatori di Dio i Patriarchi , i Profeti ,
i Legislatori, gli Apostoli, gli Evangelisti, i Mar-
tiri, i Confessori, le Vergini . Essere Cooperatore

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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conviene anche ai laici . I laici hanno comune coi Meglio cento volte l'ignoranza che non una tale
Sacerdoti la Missione in genere come hanno il istruzione . Raccogliamo i ragazzi nelle scuole cat-
battesimo . Il laico oggidì meglio che il Sacer- toliche . Facendoli buoni cristiani li avremo ezian-
dote può introdursi nella Società ed operare il dio buoni cittadini . 4° mezzo per ben cooperare
bene . Le vocazioni al Sacerdozio scarseggiano , si è la limosina . Le opere dei Salesiani si so-
perché impedite . I Cooperatori laici tengono in stengono colla carità dei fedeli . Alcuni diranno che
più casi il luogo dei sacri Ministri che mancano . non sono in grado di fare grandi limosine . Si ri-
Tutti adunque possono e debbono cooperare .
sponde : quelli che hanno mezzi facciano limosina
L'egregio oratore si fece poscia a cercare l'og- secondo il loro avere ; gli altri la facciano se-
getto della Cooperazione Salesiana . - I . Noi stessi . condo il loro potere . Tata Giovanni era un povero
Vogliamo muovere gli altri? Muoviamo prima noi . muratore ; eppure perché caritatevole trovò modo
Santificare gli altri? Prima santifichiamo noi me- di fondare l' Istituto di poveri giovanetti qui vi-
desimi . - Il . I ragazzi abbandonati . Strapparli dai cino, che da lui prende il nome . Perché non imi-
pericoli del mondo ; prendersi cura di loro ; in- teremo noi questi edificanti esempi ? Non potendo
dirizzarli a Dio, alla Religione, alla Società, ecco impiantare nuovi Ospizi, sosteniamo i già esistenti ;
un nobilissimo cómpito dei Cooperatori Salesiani . Dei sumus adiutores . Sì, mostriamo colle opere
Mettiamo per la buona carriera fanciulli inutili, di essere veri Cooperatori Salesiani . Così facendo
inoperosi, ma propensi al bene . Parecchi di que- metteremo in pregio l'opera stessa dei Coopera-
sti che sarebbero rimasti nell'oscurità, aiutati da tori ; molti seguiranno il nostro esempio ; aumen-
qualche Cooperatore divennero grandi Santi nella teranno i nostri aiutanti ed avremo il conforto di
Chiesa , e uomini celebri nelle scienze ed arti salvare innumerevoli anime .
belle . Ne sono esempio il giovane Ildebrando, che
L'Eminentissimo Alimonda, del quale qui non
da figlio di un carpentiere divenne un Gregorio VII, facciamo che abbozzare con meschine parole i su-
forse il più eroico dei Pontefici antichi ; e- blimi concetti che egli sviluppò con una facondia
sempio un Giotto pastore, un Canova scalpel- mirabile, terminò il suo discorso col dare un ra-
lino, divenuti il primo un eccellente pittore, il se- pido sguardo alle Opere dei Salesiani, svolgendo
condo uno scultore di grido, perché soccorsi l' uno la risposta data da Gesù Cristo ai discepoli
da Cimabue , l' altro da Giovanni Fallieri . So- di san Giovanni Battista, dopo di avere operato
prattutto promuoviamo le vocazioni allo stato in loro presenza varii prodigi : Andate e riferite
ecclesiastico ; informiamoci se vi sono giovani in- a Giovanni quello che avete udito e veduto : I
clinati a questa parte , e aiutiamoli a sviluppare ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi
il loro ingegno, e ad appagare i loro voti . Il Su- sono mondati, i sordi orono, i morti risorgono,
periore ci ricordava poco fa le Missioni . L'epoca si annunzia ai poveri il Vangelo . Nell'applicare
delle Missioni non é ancor terminata , e sempre queste parole ai Salesiani per quello, che essi
si va ripetendo : Euntes, docete omnes gentes . fanno o meglio per quello che si studiano di fare
Federico Il diceva che la Chiesa é un gufo ; no, a vantaggio morale e religioso di tanta povera
la Chiesa é invece una colomba, che vola di cielo I gente, Sua Eminenza mostrossi di una eloquenza
in cielo , di firmamento in firmamento per por- i ineffabile ; così che terminò il suo parlare lasciando
tare dappertutto la buona novella , la parola di in tutti un'intima persuasione della verità di ciò
pace . Ma le Missioni hanno bisogno di Sacerdoti . che asseriva, ed una commozione ed ammirazione
Che bella cooperazione è quella mai di provve- che la penna non vale ad esprimere .
dere Apostoli a tanti poveri selvaggi . - III . Ren-
Coronava la Conferenza l' Eminentissimo Car-
dere la cooperazione più facile ed efficace coll'u- dinal Lorenzo Nina Protettore della Congrega-
sare i mezzi più acconci . 1° mezzo : Promuovere zione Salesiana e de'suoi Cooperatori, impartendo
nei ragazzi la frequenza ai Sacramenti della Con- solennemente la benedizione col SS . Sacramento .
fessione e della Comunione . Conduciamoli al Si-
Il Signore ricompensi ognuno dell'aiuto presta-
gnore appié degli altari, e ne faremo dei Santi . toci in quell'occasione, e conceda un guiderdone
2° mezzo : La buona lettura . La Congregazione speciale alle degnissime figlie di Santa Francesca
Salesiana si occupa della buona stampa , aiutia- Romana, che con tanto zelo e disinteresse si a-
mola . I Protestanti danno via libri a chi li vuole doperano sempre a favore dei figli di S . Fran-
e a chi no, per seminare e propagare i loro er- cesco di Sales .
rori ed avvelenare le anime . Quello che essi fanno
pei libri cattivi , noi facciamolo pei buoni . Un
buon libro talvolta crea un Santo : un sant' Ago-
stino , un sant' Ignazio , un beato Colombini si
ridussero a Dio per via di una buona letttura .
LA CONFERENZA A LUCCA .
3° mezzo : L'istruzione, ma istruzione buona, i-
Volendo informare i nostri lettori della Confe-
struzione cattolica . Già diceva Platone ai suoi tempi renza tenuta da D . Bosco in Lucca non possiamo
che l'istruzione cattiva é peggiore dell'ignoranza . fare di meglio che riprodurre là graziosa relazione,
La scuola corrotta apre la via ai delitti, e le sta- che l'otto di Maggio ne pubblicava il Fedele,
tistiche criminali dimostrano infatti che questi ottimo periodico di quella 'cattolica ed illustre
abbondano maggiormente tra gli alfabeti, che non città . Eccola nella sua interezza, eccettuate al-
tra gli analfabeti . Buona é l'istruzione dove s'in- cune parole in lode di D . Bosco, che dice di non
culca il timor di Dio . Pessima ove sta scritto meritare .
sulla facciata della scuola : Qui non si crede a Dio .
« Con molto piacere il dì 29 del passato ap'

2.2 Page 12

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prendemmo parte all'adunanza annuale de' Coope-
ratori Salesiani, tenuta nell'Oratorio della Croce .
Incominciò la Conferenza colla lettura di un ca-
pitolo della vita di s . Francesco di Sales, seguita
dal canto di un mottetto . Appresso il Sac . Gio .
Bosco, Superiore Generale della Congregazione
Salesiana, che da alcuni giorni era fra noi, prese
a parlare incominciando dall'esporre lo stato delle
opere raccomandate alla carità dei Cooperatori
Salesiani . E fu veramente cosa consolantissima
l'udire i mirabili progressi dell'Istituto Salesiano,
e i grandi frutti di salute che questo raccoglie
in Italia, in Francia, e fino nella remota Ame-
rica . E dee cortamente benedirsi il Signore che,
mentre tanti, animati dallo spirito di satana, si
adopcrano con ogni arto a traviare i poveri fan-
ciulli , molte migliaia di questi trovino ne' pii
Salesiani altrettanti padri amorevoli, che gl'in-
camminano sul buon sentiero della Fede e della
Religione, e proveggono al tempo stesso alla col-
tura della loro mente, e spesso ancora insegnano
loro qualche mestiere onde campino onoratamente
la vita . Questo . . . . Sacerdote
che é D . Gio .
Bosco, tra il religioso raccoglimento della scel-
tissima e pia udienza , proseguì a parlare della
necessità di coltivare i cuori de' giovanetti , e
quanto sia questa opera importante per la società,
e voluta da Dio , e grandemente meritoria per
questa e per l'altra vita . Siccome pertanto le o-
pere de' Salesiani altro sostegno non hanno, dopo
Dio, che i soccorsi delle limosine, insegnò come
poi non sia gravissimo sacrificio, a chi vuole, il
trovar modo di risparmiare qualche moneta da
erogare a scopo così salutevole e santo . E d'al-
tronde il dovere della limosina sì spirituale e sì
corporale é imposto assolutamente da Dio, pena
l'esclusione dalla vita eterna . Tali ed altre molte
cose disse . . ., e non dubitiamo che le sue parole
frutteranno nuovo incremento e prosperità alle
opere de'Salesiani fra noi, già visibilmente be-
nedette da Dio . Ed é ben giusto che i buoni
Lucchesi concorrano a sostenere tali opere, in-
cominciate con sì gravi sacrifizi della Congrega-
zione Salesiana, massime per l'acquisto dei locali,
prima condizione per, dare alle buone opere sus-
sistenza e stabilità . E vero che i tempi corrono
avversi, miserie ci premono d' ogni parte ; ma
saranno appunto i nostri sacrifizi tanto più me-
ritorii quanto più gravi, che ci otterranno la di-
vina misericordia e l' alleviamento di tanti mali
che pesano sopra di noi . La Conferenza termi-
nava core preghiere pei Cooperatori e Cooperatrici
defunti, seguite dal Tantum Ergo in musica e
dalla Benedizione del SS . Sacramento . »
(Fin qui il Fedele) .
E noi ringraziando i Cooperatori e le Coope-
ratrici Lucchesi delle tante prove di benevo-
lenza date finora ai nostri fratelli loro ospiti ,
apriamo il cuore alla lieta speranza, che essi con-
tinueranno a confortarli della loro carità, affinché
possano vedere esaudito il voto comune, che è di
salvare dai pericoli dell'anima e del corpo un
gran numero di poveri giovanetti, e renderli
cittadini col farli buoni cristiani.
PRIMA CONFERENZA DEI COOPERATORI
TENUTA IN SAMPIERDARENA .
Nell'occasione che D . Bosco passava in Sam-
pierdarena di ritorno da Roma , vi si tenne la
prima Conferenza pei Cooperatori e Cooperatrici
di quelle parti, invitati qualche giorno prima dalla
lettera seguente
Benemeriti Signori Cooperatori e Signore Cooperatrici,
Nel vivo desiderio di far conoscere il vero fine
della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, col-
l'autorizzazione di S . E . Rev .'°a Monsignor Sal-
vatore Magnasco, nostro Veneratissimo Arcive-
scovo, si è stabilita un' apposita Conferenza .
Essendo questa la prima che ha luogo in que-
sta città , prego umilmente, ma con istanza, la
S . V . a voler onorare di sua presenza tale no-
stra riunione, che si terrà il giorno 5 del corrente
maggio, alle ore 4 pomeridiane, nella Chiesa di
S . Gaetano presso l' Ospizio di S . Vincenzo de'
Paoli .
In questa medesima occasione mi è cosa assai
grata di poter comunicare la speciale benedizione
del Santo Padre sopra tatti i Cooperatori e tutte
le Cooperaisrici, sopra le loro famiglie e sopra i
loro pubblici e privati interessi .
Coll'animo pieno di gratitudine prego Dio che
la rimeriti largamente della carità, che usa ai no-
stri poveri giovanetti, mentre ho l'onore di po-
termi professare
Sampierdarena 1 Maggio 1880 .
Obbl .me Servitore
Sac . GIOVANNI Bosco .
Pertanto venuto il giorno e l' ora prefissa , si
trovarono raccolti nella detta Chiesa oltre a 150
persone delle più ragguardevoli famiglie di Ge-
nova, di Sampierdarena e dei paesi vicini . Man-
cavano varii membri del clero, impediti dallo
intervenirvi per causa della solennità dell'Ascen-
sione, che si celebrava al domani .
La Conferenza ebbe principio colla lettura del
Capo XIV della vita di S . Francesco di Sales
scritta dal Gallizia, dove si parla della sua carità
versò il prossimo . Terminata la lettura, i giova-
netti dell'Ospizio cantarono in musica il mottetto
Tota pulchra es Maria, che suscitò in tutto l'u-
ditorio dolci sentimenti di divozione verso l'Au-
gusta Regina del Cielo .
Cessato il canto, D . Bosco prese la parola e
tenne un discorso di circa un'ora, ascoltato colla
massima attenzione . In esso dopo avere anpun-
ziata la benedizione pastorale che Mons . Arci-
vescovo impartiva di cuore a tutta la pia Adu-
nanza, egli narrò l'origine dei Cooperatori e delle
Cooperatrici ; il modo con cui cooperavano fin da
principio ; il felice risultato che mediante l'opera
loro si ottenne nei giardini di ricreazione, negli
Oratorii festivi, e nell'Ospizio di S . Francesco di
Sales, e poi in questo di S . Vincenzo de' Paoli,

2.3 Page 13

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nei quali sono oggidì raccolti , mantenuti ed av-
viati ad una carriera onorata oltre a 1200 poveri
giovanetti . Passò poscia a dire della Congrega-
zione Salesiana approvata dalla Santa Sede, delle
varie opere sue, dei collegi , ospizi , scuole , la-
boratorii , colonie agricole, e delle Chiese da lei
amministrate . Espose come, per estendere il bene
della buona educazione anche tra le ragazze, si
fondasse l' Istituto delle Suore di Maria Ausilia-
trice , aventi per iscopo di fare per le fanciulle
quello , che i Salesiani si studiano di ottenere a
pro dei giovinetti . Parlò dell'Opera di Maria Au-
siliatrice per coltivare la vocazione allo stato ec-
clesiastico nei giovani adulti . Accennò alle Mis-
sioni di America e della selvaggia Patagonia, dove
poc' anzi coi Salesiani si portarono eziandio le
dette Suore, le prime che mettono piede in quelle
lontanissime terre dacchè il mondo esiste . Di pa-
recchie altre cose egli toccò , già pubblicate nei
primi numeri del Bollettino, e che ad evitare ri-
petizioni crediamo qui di passare sotto silenzio .
Mostrato così il molto bene che coll' aiuto di
Dio e coll'appoggio dei Cooperatori e delle Coo-
peratrici si poté finora ottenere ; toccato eziandio
del grande lavoro che si ha tuttora tra mano, ed
il moltissimo che da tutte parti viene offerto ,
D . Bosco fece poscia rilevare quanto sia oggidì
necessario il concorso dei Cooperatori e delle Coo-
peratrici . Essi non possono certamente unirsi coi
Salesiani e seguirli in tutte le loro mosse ; ma
stando pur nelle loro famiglie e disimpegnando i
proprii uffizi possono nondimeno giovarli e colla
preghiera e coi soccorsi materiali .
Primieramente la preghiera é una potente coo-
perazione . Il Regolamento raccomanda la recita
quotidiana di un Pater ed Ave in onore di san
Francesco di Sales secondo l'intenzione del Sommo
Pontefice . Ciascuno lo reciti , e vi annetta pur
quella d'invocare, sopra i Salesiani tutte quelle
grazie e benedizioni, di che abbisognano nell'eser-
cizio dei vani loro ministerii .
Ma la preghiera non basta ; ed é pur necessario
di cooperare colla mano, cioè colla limosina se-
condo le proprie forze . La Congregazione Sale-
siana conta oggidì oltre a cento Case, tra cui un
buon numero di Ospizi di carità, dove sono rico-
verati migliaia di poveri giovanetti orfani od ab-
bandonati, ai quali è da provvedere vitto e vestito,
finchè non abbiano imparata un' arte , od intra-
presa una carriera, che loro permetta di guada-
gnarsi il pane della vita . La Congregazione ha
migliaia di giovanetti avviati allo stato ecclesia-
stico, destinati a provvedere di Sacerdoti le Dio-
cesi che ne son prive, e le estere Missioni, che
li invocano con voci commoventi . A questi gio-
vani, la maggior parte poveri, occorrono librì per
lo studio, occorrono danari per riscattarli dal ser-
vizio militare, occorrono fondi per costituire pa-
trimonii ecclesiastici . La Congregazione Salesiana
ha scuole, ha chiese in via di costruzione, aventi
lo scopo di strappare dalle mani dei protestanti
e giovanetti e adulti, tratti nell'inganno da lusin-
ghe, da promesse e da premii . La Congregazione
ha libri da diffondere in mezzo al popolo cristiano
per istruirlo nelle verità cattoliche, e per impe-
dire che cresca nell' ignoranza, o si abbeveri alle
fonti avvelenate dei fogli dell'eresia, della corru-
zione e dell'empietà . Come ognun vede tutte que-
ste opere, che formano lo scopo principale della
Congregazione Salesiana, richieggono aiuti mate-
riali per sostenersi, promuoversi e propagarsi .
E qui D . Bosco fece notare che il fare in un
modo o in un altro la carità per sopperire ai bi-
sogni spirituali o temporali del prossimo non è
solo un consiglio, come alcuni si credono, ma é
un comando del Signore , il quale disse chiara-
mente in tono imperativo : Quod superest date
eleemosynam : quello che vi è di superfluo da-
telo in limosina . Né si dica : Io non fo limosina
perchè nulla mi rimane di superfluo ; imperocché
un buon cristiano ed una buona cristiana troverà
sempre del superfluo in casa o nei mobili, o ne-
gli abiti, o nei pranzi, o nelle comparse, o nelle
partite e viaggi di piacere, e via dicendo . Chi poi
non ha propriamente nulla da offrire nè in da-
naro, né in altro equivalente, può ben pregare per
le persone caritatevoli, perchè Dio le benedica e
conceda loro la grazia di poter continuare le o-
pere buone ; può pregare per quelli che possono
fare limosina e non la fanno, pregare cioè che il
Signore li illumini e faccia loro vedere che al di
là essi non porteranno niente di quanto posseggono
su questa terra ; faccia loro vedere che Egli quag-
giù ha con essi largheggiato di beni di fortuna,
affinché fossero in grado di sacrificarne una parte
alla sua gloria ed a sollievo degli indigenti , e
così meritarsi poscia da Lui le vere ricchezze del
Cielo ; pregarlo che tocchi loro il cuore, perchè si
muovano a compassione di tanti miserabili che
periscono di anima e di corpo, e si accendano di
desiderio di venir loro in aiuto , e così salvarli
dalla rovina . Può altresì parlare con altri delle
Opere Salesiane già intraprese e da intrapren-
dersi, e così invogliare parenti, amici, conoscenti
e facoltosi a sovvenirle . In questa guisa qualun-
que individuo può divenire buon Cooperatore, e
rendersi altamente benemerito della Religione e
della Società .
Le parole di D . Bosco accompagnate dalla gra-
zia di Dio scesero come pioggia benefica nel cuore
di tutti i Congregati, i quali in quella sera me-
desima diedero una non dubbia prova della loro
carità facendo una copiosa limosina .
Finito il discorso, i giovanetti dell'Ospizio can-
tarono il mottetto : Sit nomen Domini benedi-
ctum, poscia il Tantum Ergo, e D . Bosco im-
partì la Benedizione col SS . Sacramento .
Terminata la funzione di Chiesa, i Cooperatori
e le Cooperatrici entrarono nell'Istituto ed assi-
stettero a vani concerti di musica istrumentale,
eseguiti maestrevolmente dai giovani artigiani .
In sul far della sera ognuno ne partiva , confes-
sando di aver passate alcune ore della più grata
soddisfazione .
Noi abbiamo fiducia che questa prima Confe-
renza produrrà frutti desideratissimi tra i Coo-
peratori e le Cooperatrici del Genovesato, e farà
sì che non venga meno giammai la loro carità
verso questo nostro Ospizio, che versa oggidì in
gravi strettezze .

2.4 Page 14

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STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
CAPO XVIII .
Ancora dell'Oratorio di 8 . Luigi - Le lavandaie -
L'emancipazione e i protestanti - Amari frutti
- I sedici soldi e il libro del De Sanctis - Il
segnale della guerra - Diverbio - Le sassate
- Due colpi di pistola-Il padrone del campo .
E'regola,èprincogenralcheopre
destinate a propagare maggiormente la gloria di
Dio e il bene delle anime, siano quali più, quali
meno, avversate . Secondo giustizia e la retta ra-
gione ciò non dovrebbe essere, come non avrebbe
dovuto succedere che Lucifero e gli angeli suoi al-
zassero la bandiera di ribellione contro Dio mede-
simo, loro Creatore e Benefattore insigne . Neppur
Caino avrebbe dovuto rodersi d'invidia contro il
pio ed innocente Abele suo fratello, e tanto meno
levarlo di mezzo ; nemmeno i Samaritani avreb-
bero dovuto osteggiare i fabbricatori del secondo
tempio, nè congiurare a loro danno, costringen-
doli a lavorare armata mano . E finalmente i giudei,
i pagani, gli eretici, gli increduli, e tanta altra genia
di simil fatta, avrebbero essi dovuto levarsi contro
Gesù Cristo e la sua Chiesa, che così segnalati be-
nefizi apportarono al mondo? Eppure Cristo fu
dapprima posto in croce, e in appresso, ed
oggi ancora, vilipeso e bestemmiato ; e la Catto-
lica Chiesa nei suoi Capi, nei suoi Ministri, nella
sua dottrina, nelle sue instituzioni, al pari di Lui
vessata e perseguitata . Così fu in passato, così
é al presente, e senza essere nè profeti né figli
di profeti possiamo con fidanza pronunziare, che
così sarà sino alla fine del mondo ; sino a quando
l'Angelo dell'Apocalisse non avrà legato l'infer-
nale dragone, cacciatolo e chiusolo nell'abisso,
affinché più non seduca le genti ; fino a quando
la vita dell'uomo abbia cessato di essere quaggiù
una prova ed una milizia ; sino a quando insomma
la Chiesa non sarà più che una immensa falange
di gloriosi vincitori in eterno trionfo . Finché
adunque non arrivi quel giorno, le opere buone e
i loro promotori dovranno subire la sorte delle
avversioni, degli odii e delle malignità del mondo ;
dovranno subire la sorte delle guerre inique ; do-
vranno avere l'onta, o, per meglio dire, la gloria
di vedersi talora schierati contro di loro certi
individui, che avrebbero invece dovuto brandire
le armi in loro difesa, e farsene propugnacolo e
baluardo . Ora cotal sorte si hanno le instituzioni
di D . Bosco, perchè opere di Dio ; e siccome per
modesta umiltà egli nol dice, il diciamo noi per
sentimento di gratitudine e di ammirazione, e
perché convinti di asscrire il vero .
Tra le opere di D . Bosco, le quali furono fin
da principio aspramente avversate e combattute,
si ha da annoverare l'Oratorio di S . Luigi Gon-
zaga, della cui apertura abbiamo parlato nel capo
precedente .
Prime a muovergli guerra furono le lavandaie,
che abitavano in quel sito . Appena seppero che
D . Bosco aveva affittato quel locale, per farne un
Oratorio, divennero siccome furie, e, riscaldatesi
l'una coll'altra, risolvettero di assalire in corpo
il povero Prete, e colle ingiurie e colle minaccie
costringerlo a disdire il contratto . Pertanto un
giorno che D . Bosco colla signora Vaglienti erasi
recato a visitare le camere appigionate per ve-
dere il da farsi secondo il bisogno, ecco a cir-
condarlo una dozzina di quelle donne . Rosse in
faccia com e altrettanti gamberi, cogli occhi scin-
tillanti per rabbia e furore, colle braccia inar-
cate sui fianchi, a guisa di spiritate presero ad
eruttare sopra di lui una lava d'ingiurie ed im-
precazioni, che non mai l'eguale . - Prete senza
cuore e senza carità, che male le abbiamo fatto
noi, perchè ci venga a cacciare via da questa
casa? - Non vi sono in Torino altri luoghi più
liberi per farvi il monello coi bricconi e coi la-
dri? Sarebbe meglio che si rompesse il collo
- Che le venisse un accidente - Vada alla ma-
lora Lei e il suo Oratorio - Se non va, sapremo
cacciarvelo : abbiamo buone mani, sa, e sapremo
lavarle la faccia ; e in così dicendo gliele mostra-
vano in atto minaccioso - D . Bosco per acquie-
tarle, ascoltate, diceva, ascoltate, buone donne -
Non vogliano ascoltare niente affatto, gridavano
quelle : ci lasci stare queste camere ; vada via di
qua, o lo faremo portare più morto che vivo . -
Qualcuna difatto più inviperita alzava già la mano
sopra il mal capitato D . Bosco, quando madama
Vaglienti fattasi innanzi « Voi v'ingannate, disse,
mie care inquiline ; voi credete che questo Sa-
cerdote venga qui per togliervi il pane, ed in-
vece egli viene per darvene . Piantando in questi
luoghi un Oratorio, e poi un collegio di giovani,
egli vi darà lingeria da lavare, calze da pulire,
camicie e lenzuola da rappezzare, e via dicendo .
Perché dunque ve la prendete contro di lui, mentre
invece dovreste ringraziarlo? In quanto poi al-
l'alloggio, io stessa ve ne cercherò un'altro qui
vicino . Così voi sarete egualmente presso al Po,
godrete la medesima comodità di lavare ed esporre
al sole i vostri bucati, e nel tempo stesso avrete
più lavoro e maggior guadagno . »
Questa savia parlata della padrona fu come una
manata di sabbia sopra due sciami di api in lotta
tra loro, o meglio come uno spruzzo d'acqua be-
nedetta sopra uno strupo di spiriti folletti . Le
lavandaie cominciarono a tacere ; poi a udire ra-
gioni ; infine a domandare perdono delle loro in-
solenze, e per allora lasciarono in pace D . Bosco
e il suo Oratorio .
Ma ben altre battaglie si stavano preparando
più pericolose ed aspre . E primieramente qui é
da sapersi che il 23 dicembre di quell'anno 1847
fu presentata al re Carlo Alberto una supplica
firmata da parecchi cittadini, i quali, appoggian-
dosi al principio della libertà di coscienza, doman-
davano l'emancipazione degli Ebrei e dei Valdesi,
vale a dire domandavano che fosse a costoro concessa
la facoltà di godere nello Stato tutti i diritti che
godevano i Cattolici, epperciò di esercitare ezian-
dio pubblicamente il loro culto , e propagare
liberamente la loro falsa dottrina . Carlo Alberto
esaudì la supplica, e con decreto in data del 17
febbraio' 1848 concesse la famosa emancipazione
ai Valdesi, e con altro del 19 successivo marzo

2.5 Page 15

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la estendeva agli Ebrei . Da quel giorno gli Isra-
eliti uscirono dal ghetto, e divennero i primi pos-
sidenti in Piemonte . I Valdesi poi usciti ancor essi
dalle valli di Pinerolo, dove li aveva confinati la
saviezza dei principi di Savoia, si sparsero nel
resto del Piemonte, e quindi in tutta l'Italia ; e
ora da soli , ora congiunti coi protestanti della
Svizzera, della Germania, e dell'Inghilterra, spe-
diti a fare propaganda tra noi, si arrabbattarono
per ogni verso, a fine di seminare dappertutto la
zizzania dei loro esiziali errori . Per meglio riu-
scire nel loro intento sparsero libri, fondarono
scuole, tennero conferenze, eressero cappelle, in-
nalzarono tempii ; e come se i Cattolici fossero
altrettanti pagani e adoratori delle cipolle d'Egitto,
nulla risparmiarono per convertirli alla setta di
quelle tre gioie di apostati , c he furono Pietro
Valdo, Lutero e Calvino .
Tra i primi ad assaggiare gli amari frutti della
emancipazione furono D . Bosco e l' Oratorio di
S . Luigi Gonzaga ; imperocché i Valdesi versa-
tisi in Torino andarono tosto a piantare cattedra
presso al viale dei platani, non lungi dal detto
Oratorio . Colà in una casa provvedutasi a questo
uopo, essi cominciarono a tenere conferenze, nelle
quali un ministro e poi un altro, sotto colore di
spiegare la Bibbia, declamava contro il Papa, ì
Vescovi, i Sacerdoti, il Celibato, la Confessione,
la santa Messa, il Purgatorio, l'invocazione dei
Santi, soprattutto contro Maria Santissima, trat-
tandola come una donna comune, e attentando
sacrilegamente alle due gemme più fulgide, che
abbelliscono la sua corona, cioè la Verginità e
Maternità divina .
I settarii con queste empie novità si crodevano
di eccitare un grande entusiasmo, e attirare gente
assennata ad udirli ; ma invece si ebbero ben
presto a disingannare ; giacché pochissimi To-
rinesi si ardimentarono di far getto di loro fede,
frequentando le congreghe di Satanasso . I sedotti
non furono che alcune decine di fannulloni e gio-
vinastri ignoranti e scostumati, i quali di catto-
lico altro ormai più non avevano fuorché il carat-
tere battesimale, che non potevano raschiarsi dal-
l'anima . Tra gli altri ci ricorda di un cotal Pugno,
calzolaio spiantato, il quale stanco di maneggiare
la pece e lo spago divenne uno dei predicanti
più arrabbiati . Egli fu più volte a trovare Don
Bosco per disputare con lui ; e se non fosse stata
la compassione, che muoveva la perdita di quel-
l'anima, sarebbe stato il caso di scoppiare dalle
risa all'udire le sfanfaronate di un ciabattino, fat-
tosi improvvisamente teologo ed apostolo!
I protestanti, vedendo che tra gli adulti potevano
fare pochi proseliti , si appigliarono allora ad un
mezzo, che disgraziatamente riuscì e riesce tut-
tavia a pervertire molte anime, e trarle nella via
della perdizione . Essi fecero suonare il borsellino, e
gettarono le reti tra mezzo all'incauta gioventù .
Scelti pertanto alcuni dei loro addetti più audaci, li
mandarono come lupi in cerca di agnelli ; e sic-
come l'Oratorio era già frequentato in quel tempo
da circa 500 giovani più o meno grandicelli, così
come un ovile senza steccato venne preso da coloro
particolarmente di mira . Adunque una Domenica al-
cuni di quei disgraziati si mettono sulla via che con-
duce all'Oratorio ; altri si portano sin presso al
luogo della ricreazione, ed ora con parole lusin-
ghiere, ed ora con frizzi piccanti cercano di trarre
seco i ragazzi - Che cosa andate a fare colà? Ve-
nite con noi, e vi condurremo a divertirvi come
vi pare e piace ; udirete delle belle cose, e dopo
avrete in regalo due mutte (1) e un bel libro .
Chi conosce la leggerezza della 'gioventù, e il
proverbio, l' argent fait tout, non si maravi-
glierà che parecchi giovanetti siansi lasciati ade-
scare da quelle promesse . - Andiamo, cominciò
a dire uno ; andiamo, ripeté un secondo ; sedici
soldi sono belli e buoni, soggiunse un terzo ; - e
così per la prima volta una cinquantina di gio-
vani si lasciò condurre nella casa ereticale . Non
essendovi stato alcuno di noi, che scriviamo ,
ne avendo potuto parlare con chi vi si era tro-
vato, non sappiamo davvero quale argomento ab-
bia svolto in quella sera il predicante Valdese .
Quello che ci fu noto si é, che finito il predicozzo
ciascuno dei giovanetti s'ebbe gli ottanta centesimi
promessi, e in dono il libro del famoso apostata
De Sanctis contro la Confessione .
Ricevuta questa paga e l'invito di ritornarvi,
varii giovani, non punto accortisi delle insidie
loro tramate, si portarono ancora ingenuamente
della sera stessa all' Oratorio , quantunque più
tardi, e vi raccontarono l'avvenuto . Fu allora che
il savio Direttore, il Teol . Carpano, si accorse
che i lupi attentavano alla vita degli agnelli af-
fidatigli da D . Bosco, e si accese di santo zelo
per impedirne la strage . Egli ritirò ben tosto
tutti i libri che poté avere, e poi sovvenutosi
della parabola evangelica del buon pastore, del
mercenario e del lupo, svelò così bene ai giovani
le trame degli eretici, mise in tanto orrore le
loro congreghe, che tutti gli promisero di non
recarvisi più mai per tutto l'oro del mondo .
Ma intanto il segnale della guerra era dato ;
le battaglie saranno quindi innanzi ingaggiate, e
ferveranno così , da far passare a D . Bosco, al
Teol . Borelli, al Teol . Carpano, ai giovani tutti,
dei giorni e delle ore tremende .
La Domenica appresso i gregarii Valdesi ritor-
narono infatti ad appostare i giovanetti per le-
varli dall' Oratorio ; ma questa volta la cosa non
riuscì loro così facilmente ; imperciocché i gio-
vani adulti indettati dai loro superiori li tenevano
d'occhio, ne spiavano i passi, e quando li vede-
vano ad avvicinarsi ai fanciulli dell'Oratorio di-
cevano a questi : - Non lasciatevi ingannare
costoro vi menano dai barbetti (2), nemici della
nostra Religione ; andate, andate all' Oratorio -
Coloro vedendosi scoperti ricorrevano alle villanie
Sciocchi che siete, dicevano ; che cosa vi danno
i Preti? Non è forse meglio venire con noi, e ri-
cevere i sedici soldi? - Che genere di predica-
tori siete voi ! rispondevano i nostri : non avendo
uditori, li andate a comperare . Sarebbe meglio
che vi comperaste delle patate . - I discepoli di
(1) La mutta era una moneta di rame ed argento in vi-
gore negli Stati Sardi, e valeva 40 centesimi .
(2) Si chiamano barbetti i ministri Valdesi a cagione
della lunga barba, che una volta portavano .

2.6 Page 16

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Pietro Valdo, sentendosi in tal modo rimbeccati,
avrebbero voluto rispondere colle mani ; ma ve-
dendosi in pochi, e invece di suonare temendo di
essere suonati, si ritirarono per allora dicendo
« Ci rivedremo altra volta . »
Da questo contegno minaccioso si scorgeva che
nella festa consecutiva la cosa avrebbe preso un
aspetto più grave . Quindi ad evitare pericoli e
malanni fu raccomandato ai giovani che in avve-
nire, vedendo quegli sciagurati ad approssimarsi,
voltassero loro le spalle senza dir nulla, e si
portassero nel cortile dell'Oratorio .
Venne pertanto la Domenica dopo ; ed ecco pur
troppo avverate le fatte previsioni . Ad una certa
ora dopo mezzogiorno si presentano nel campo
vicino da un trenta a quaranta giovinastri dei
sedici soldi . A quella vista i giovani ubbidienti
agli ordini ricevuti si ritirarono come agnelli nel
proprio ovile ; ma quei forsennati cominciarono
a lanciare sassi con tanto furore, che l' Oratorio
parve un castello preso a bombarde . Piovevano
sassi nelle porte , sassi nelle finestre, sassi sui
tetti, sassi in mezzo ai giovani impauriti, alcuni
dei quali portarono rotta la testa . Era una cosa
di vero terrore . Questo scellerato provocamento
irritò talmente i giovani più adulti, che perduta
la pazienza, e sprezzato ogni pericolo, uscirono
fuori, diedero ancor essi di piglio alle pietre, di
cui era seminato il terreno, e si scagliarono con
tanto impeto contro i ribaldi , che dopo alcuni
istanti li ebbero cacciati al di là del viale .
Nè questa fu la sola volta che succedesse una
scena così dolorosa ; poiché per più mesi essa si
rinnovò quasi ogni festa, con quell'affanno di Don
Bosco e dei suoi aiutanti, che ognuno può imma-
ginare . Gli eretici e loro iniziati, non potendo ri-
uscire a tirare i giovani nelle loro reti, si argo-
mentarono di allontanarli almeno dall' Oratorio
coll'atterrirli . Quindi li prendevano a sassate
mentre vi si portavano alla spicciolata ; e il più
delle volte aspettavano che tutti fossero raccolti
in Chiesa, e poi ad un tratto mandavano una
grandine di pietre nella porta e nelle finestre, da
spaventare e far piangere i piccoli, ed obbligare
il Direttore a sospendere le sacre funzioni .
Non basta : Una volta mentre il Teol . Borelli
e il Teol . Carpano stavano in sacrestia vestendosi
per dare la benedizione, un sicario si presentò alla
finestra, che prospettava la pubblica via, e sparò
due colpi di pistola contro di loro . Iddio che pro-
teggeva i suoi servi non permise che si effet-
tuasse l' assassinio , e le due palle, rasentata la
faccia dei Sacerdoti, andarono a percuotere nel
muro opposto . Ognun si figuri il terrore sparsosi
per tutta la Chiesa ; e la gioia che tosto ne seguì
pel colpo fallito .
Come chiaro si appalesa , gli avversarii non
facevano per burla : essi volevano ad ogni costo
far chiudere l' Oratorio . Ma viva Dio e Maria
Immacolata ! D . Bosco coi suoi coadiutori ebbe
tanta costanza e fortezza da resistere a tutte
le inique battaglie, e finì col rendersi padrone
del campo . Da 33 anni l'Oratorio di San Luigi
non solo esiste , ma fiorisce ; che anzi l' an-
tica Cappella , dove si sparavano pistolettate , é
ormai convertita nella magnifica Chiesa di San
Giovanni Evangelista, che D . Bosco coll'appoggio
dei Cooperatori e delle Cooperatrici sta innalzando
quale monumento di riconoscenza e di amore alla
veneranda memoria del grande Pio IX . Ma di
questo diremo a suo tempo .
LA PATAGONIA
e le Terre australi del Continente americano
CAPO III .
Scoperta della Patagonia .
Erano appena trascorsi 25 anni dacchè Colombo
avea scoperta l'America, e già essa era percorsa
per ogni dove . Non si conosceva però ancora
come questo nuovo continente terminasse dalla
parte di mezzogiorno . Alcuni credevano che le
sue terre si prolungassero fin verso il polo au-
strale, altri sostenevano che spingendosi colla
navigazione giù fino ai 40 oppure ai 50 gradi
di latitudine sud si troverebbe un passaggio per
entrare nel Grande Oceano, nella parte opposta
dell'America . Questa era l'opinione più probabile ;
ma i molti viaggiatori che lo cercarono non ar-
dirono oltrepassare il grado 32 o 33 di latitu-
dine, e si fermarono al Rio della Plata dove si
fondò Buenos-Ayres . Ma nell'anno 1517 il por-
toghese Magellano, persuaso che questo passag-
gio dovesse trovarsi, andò a presentarsi al Car-
dinale Ximenes, che in assenza dell' Imperatore
Carlo V governava la Spagna , offrendosi di
visitare le grandi possessioni della Spagna in
oriente passando a mezzodì dell'America . Dovette
aspettare due anni prima d'avere le navi doman-
date ; ma in fine come a premio della sua perseve-
ranza fu esaudito e nominato capitano generale
di una squadra di 5 navigli, e con questi Magellano
partiva per compiere il primo viaggio attorno al
mondo . L' imbarco fu a Siviglia il 10 agosto 1519 .
Arrivato nel Brasile il 27 dicembre Magellano
spiegò nuovamente le vele, e costeggiando il con-
tinente alla volta di mezzogiorno arrivò alla foce
della gran Riviera (Rio della Plata), ove da poco
era successo il luttuoso caso di Giovanni di So-
lis, il quale co' suoi compagni fu divorato dai
selvaggi . Nessuno mai fino a quel tempo avea
oltrepassato quel punto ; ma l' intrepido porto-
ghese continuò a navigare ad austro, mantenen-
dosi sempre vicino alla costa, e scoprendo sem-
pre nuove terre . Infinite furono le vicende a cui
dovette soggiacere, e per la furia di terribili
uragani, e per varie rivolte de' suoi marinai, ma
egli resistette a tutto, e giunto ad un porto che
gli parve sicuro decise di svernare, sia per po-
ter dopo l' inverno proseguire più alacremente
il suo viaggio, sia per aver maggior comodità

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di visitare le coste e le terre attigue, e così ve-
nire in cognizione dell'indole degli abitanti .
Il porto a cui sbarcò fu chiamato di San Giu-
liano . Pei due primi mesi che gli Spagnuoli stet-
tero colà non videro anima viva . Finalmente pre-
sentossi un selvaggio, e poi altri ed altri . Essendo
coloro vestiti e calzati di pelli, Magellano li chiamò
Patàgoni, o zampe d' orso, (in ispagnuolo dicesi
pata il piede dell'animale) . Questo nome rimase
a quei popoli fino al giorno d'oggi, e Patagonia
vien chiamata la terra da essi abitata .
Magellano e gli Spagnuoli si fermarono in quelle
terre circa cinque mesi . Innumerevoli furono le
avventure che loro accaddero . La nave detta San
Giacomo, mandata nell'apparire della primavera
ad esplorare la costa , naufragò in mezzo ai
ghiacci e più non si vide ; i quattro navigli che
rimanevano al 21 d'agosto 1520 spiegarono le
vele e sempre costeggiando si diressero ad austro .
La stagione facendosi molto fredda e tempesto-
sa, Magellano condusse la squadra alla foce del
fiume Santa Cruz, ai gradi 50 di latitudine , e
ivi si trattenne un paio di mesi aspettando oc-
casione più propizia . Questa fermata gli diede
maggior campo di visitare le coste della Pata-
gonia, ed anche di inoltrarsi per molte miglia nel-
l'interno, scoprir terreno e studiare la natura
del suolo e degli abitanti .
Addì 21 ottobre potè riprendere il viaggio ed
in breve trovò il sospirato passaggio , che dal
nome del suo scopritore chiamossi Stretto di
Magellano . Una terribile burrasca che si suscitò
in quello stretto, e che durò quasi due giorni,
pose in pericolo di naufragio tutta la squadra ;
ma a Dio piacendo, cessata la tempesta, Magel-
lano arrivò ad un promontorio, da cui scoperse
il mare dall'altra parte . Il promontorio fu chia-
mato capo Desiderato ; ed il mercoledì 28 no-
vembre la squadra di Magellano entrò in quel
mare, che in seguito fu chiamato Grand' Oceano
o Mar Pacifico . Quivi navigato tre mesi e venti
giorni incontrò un numero straordinario di isole,
che chiamò semplicemente Isole dell'Oceano, ed
ora formano la quinta parte del mondo , cono-
sciuta sotto il nome di Oceania .
Arrivato alle Isole Filippine Magellano dis-
graziatamente prese parte alle guerre, che re-
gnavano fra quegli isolani, e vi morì in una pugna
successa il 27 aprile 1521 . Con lui furono mas-
sacrati 24 spagnuoli e lor presa una nave . I super-
stiti dovettero in fretta partirsi di colà, e arrivarono
alle isole Molucche il 6 novembre dell'anno stesso .
Quivi i Portoghesi venuti da ponente incontra-
vano gli Spagnuoli che venivano da levante . Cosi
le due squadre europee compivano il giro del
globo . I compagni di Magellano superstiti ai disa-
stri, ripreso il loro cammino , approdarono in
Ispagna il 6 settembre 1522 dopo tre anni e più
di viaggio . Erano partiti con cinque navi e tor-
navano con una : erano partiti 237 uomini, e tor-
navano solo più 18, la maggior parte ammalati .
« Dalla nostra partenza, dice Pigafetta, uno di
questi, infino al nostro ritorno contammo aver
percorso 14,460 leghe, e fatto l'intero giro del
globo procedendo sempre da levante a ponente . . .
Sbarcammo, e tutti a pie scalzi andammo con
un cero in mano a visitare la chiesa di Nostra
Donna della Vittoria e quella di S . Maria d'An-
tigua, come avevamo promesso di fare nei mo-
menti di maggior periglio . » Così fu scoperta e
visitata per la prima volta la Patagonia . Tutta-
via dalle descrizioni fatte dai primi scopritori
non si ebbero notizie precise, sia perché non po-
terono queste terre essere per allora osservate
abbastanza, sia perché la novità delle cose ve-
dute spinsero gli scopritori a racconti esagerati .
BIBLIOGRAFIA
SAGGIO INTORNO AL SOCIALISMO
del Conte Emiliano Avogadro della Motta .
Sul cominciare del 1851, quando il socialismo
sembrava ai più una utopia , che non avrebbe
avuto nessun risultato nella pratica, un illustre
patrizio piemontese, filosofo profondo e sincero cat-
tolico, ne svelava i pericoli con un grosso volume
intitolato : Saggio intorno al Socialismo ed alle
dottrine e tendenze socialistiche . Dapprima il
libro compariva senza nome d'autore , e poi si
seppe che lo aveva scritto il conte Emiliano Avo-
gadro della Motta, e se ne fece una seconda edizione
col suo nome , e di questi giorni se ne pubblicò
una terza in due volumi uscita dalla Tipografia
di S . Vincenzo de' Paoli in San Pier d' A-
rena .
Le lodi che vennero tributate a questo scritto
quando comparve in luce, e ciò che ne scrisse nel
1852 la Civiltà Cattolica , volume VIII , ebbero
ampia conferma dai fatti posteriori . L' Inter-
nazionale, la Comune di Parigi, il socialismo ger-
manico , il nichilismo russo dimostrano come il
filosofo e pubblicista subalpino , trent' anni fa ,
vedesse giusto sull' avvenire della Società e sulle
conseguenze di certe dottrine .
Il conte Emiliano della Motta ha diviso in tre
parti il suo «Saggio sul socialismo . » Nella prima,
lo considera in generale, e mostra la sua deriva-
zione dal razionalismo protestantico e dal filoso-
fismo francese . Nella seconda, tratta delle diverse
specie di socialismo, l'umanitario e sentimentale,
l' anarchico ed empio, il patriottico o statolatro,
e mostra gli sforzi del socialismo europeo contro
il Papato, indica il socialismo latente, fattosi omai
manifesto, prenunzia la rivoluzione universale e
sociale, che senza una grazia particolare di Dio,
proseguendo di questo passo, deve certamente av-
venire ; tocca in ispecie del panslavismo soprattutto
scismatico ed imperiale ; e mettendo in chiaro l'idea
russa, che allora appariva anti-razionalistica ed
anti-demagogica , indicava che col tempo avrebbe
potuto mutar processo ed allearsi colla demagogia
europea, come pur troppo avviene ai giorni nostri .
Nella terza parte il conte Della Motta discorre

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dei precipui rimedi contro il socialismo, e ne ac-
cenna parecchi . Il primo, che compete a quanti
si dilettano di studi ed hanno scintilla di amor
patrio e religioso, consiste nel fare da una parte
risplendere a tutte le menti la natia bellezza e
l' armonico concerto delle verità rivelate , ricor-
rendo alle pure fonti dei Padri e dei Dottori cat-
tolici, e dall'altra parte svelare le sospette ed in-
fami origini delle sette avverse alla Chiesa , le
gratuite ipotesi, le supposizioni contradditorie, e
i sofismi dei sistemi eterodossi, i quali messi così
alla scoperta perderanno nella stima del popolo
e cadranno . E se il clero , conservatore dei sanì
principii e geloso custode della rivelata sapienza,
ha sortito da Dio le parti precipue in quest'opera
delicatissima di sceverare il vero dal falso e l'oro
dalla mondiglia, bellissime ed ampie sono le parti
che competono anche ai laici, i quali dovrebbero
persuadersi, che il loro concorso é grandemente
richiesto dai bisogni sempre più crescenti della
Religione e della patria .
A questo primo modo l' illustre autore un se-
condo ne aggiunse più autorevole per molti e più
efficace . E questo sarebbe una dottrinale condanna
delle teorie socialistiche ridotte a limpide e di-
stinte formole, emanata dall'oracolo infallibile del
Romano Pontefice, il quale, essendo la voce sen-
sibile per cui Dio parla alla sua Chiesa, é sin-
golarmente a ciò destinato, secondo quelle parole :
Qui separaverit pretiosum a vili quasi os meum
erit . Questo voto, che il conte Della Motta deponeva
rispettosamente appiedi del Sommo Pontefice, fu
nel 1864 esaudito quando la Santità di Pio IX l'otto
dicembre pubblicava la sua immortale enciclica ,
Quanta cura, e il Sillabo che l'accompagna . Prova
delle gravissime ragioni, che ne adduceva l' au-
tore, della sua dottrina , e somma perspicacia di
sua gran mente .
Alle tre parti tien dietro una notevolissima ap-
pendice, nella quale l' autore si propone di esa-
minare il valore scientifico e le pratiche conse-
guenze del sistema filosofico del chiarissimo abate
Antonio Rosmini .
Come si vede, sono tutte questioni di attualità
e che oggidì interessano altamente. Quindi noi
crediamo di poter qui ripetere le belle parole del
principe dei periodici sopra citato : » Affermiamo
con fiducia essere tale scrittura una delle più op-
portune e stupende, che in questi ultimi tempi ab-
biano visto la luce in Italia
Non dubitiamo
che quest'opera sarà meditata da quanti si sen-
tono chiamati a cooperare col senno e colla mano
al ben comune della patria e della Religione . E
chi potrebbe credersi non chiamato a tanta im-
presa, tra le persone cólte ed onorate ? »
Al conte Emiliano Avogadro della Motta, che ha
reso tanti e sì segnalati servizi allo Stato ed alla
Chiesa , si dovea certamente un monumento che
ne tramandasse ai posteri la gloriosa memoria .
Ma a'tempi nostri , in cui si fa tanto spreco
di monumenti , questo filosofo veramente grande
ne meritava uno degno al tutto di lui . E, poiché
da se medesimo se lo costrusse, vivendo coll' o-
pera sua e col suo studio, fu savissimo pensiero
ristampare questi due volumi del Saggio intorno
al socialismo, che resteranno monumento perenne
della sua scienza e della sua fede, della sua mente
vastissima e del suo cuore generoso , ed illu-
strando il suo nome in pari tempo serviranno
a continuare il nobile intendimento di tutta la sua
vita, che era difendere la Chiesa e servire la pa-
tria . Ed è il figlio suo, conte Giuseppe della Motta,
che, glorioso anche per la memoria di tanto padre,
vorrebbe , per quanto è in suo potere , richia-
marne la memoria e lo studio presso i suoi con-
cittadini, mentre vede che la società, travagliata
da tanti mali nella Religione e nelle scienze filo-
sofiche, corre grave pericolo . Dio benedica i lo-
devoli pensieri del generoso patrizio piemontese,
e faccia che la scuola da lui aperta, e resa tanto
benemerita, produca i suoi benefici frutti da tutti
desiderati . - Si vende alla Tipografia e libreria
editrice di S . Vincenzo de' Paoli in S . Pier
r'Arena, ed alla Tipografia e Libreria Sale-
siana in Torino . Due volumi in-8 ° Lire 8 ; le-
gati in tela Lire 10.
INDULGENZE SPECIALI
pii Cooperatori Salesiani.
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Giugno.
4 . Sacratissimo Cuore di Gesù . Indulgenza ple-
naria per chi confessato e comunicato si
consacra al Cuore di Gesù .
13 . Sant' Antonio di Padova .
21 . S . Luigi Gonzaga .
29. S . Pietro e S . Paolo Apostoli .
30 . Commemorazione di S . Paolo .
Con permesso dell'Aut. Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip . di San Vincenzo de'Paoli . Sampierdarena 1880 .