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ANNO XVII . - N . 8 .
Esce una volta al mese .
AGOSTO 1893 .
BOLLETTINO SALESIA NO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO .
Ringraziamenti e preghiere .
A S . S . Leone XIII nel fausto suo giorno Onomastico .
La Cooperazione dei laici a vantaggio della Reli-
gione e della civile società .
Benedizione della pietra angolare della Cappella e
Casa Salesiana d'Ivrea.
Gli antichi allievi .
NoTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI . - Dal paese de' leb-
brosi : Triste annunzio . - la Missione : Da Punta-
r enas a S . Cruz e tr a gli Italiani di Guariyù . - Dallo
Stretto di Magellano . - Per Mons . Lasagna .
FRANCIA . -- Il Patronato San Pietro di Nizza Marittima .
Collegi Salesiani d' Italia ed Educatori diretti dalle
Figlie di Maria Ausiliatrice .
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Notizie varie .
Bibliografia .
Cooperatori defunti .
RINGRAZIAMENTI E P. REGHIERA
Ci sentiamo in dovere di ringra-
ziare con la più viva riconoscenza i
Direttori Diocesani , i Decurioni ed
i Cooperatori, che nell'occasione della
festa di Maria Ausiliatrice o nei mesi
Seguenti s'adoperarono con edificante
zelo per far tenere nelle rispettive
loro città e parrocchie l'annuale Con-
ferenza Salesiana . Iddio .ne li rime-
riti largamente, e la Vergine Ausi-
liatrice implori sopra di loro e delle
loro famiglie ineffabile copia di gra-
zie .
In parecchi luoghi tali conferenze
si potrebbero tenere con facile con-
corso di Cooperatori e di altri fedeli
in questi mesi, in cui molto città e
paesi in campagna, tra i monti ed
in riva al mare, vedono duplicata la
loro popolazione.
In varii paesi si bramerebbe per
tali conferenze un oratore Salesiano.
Noi aderiremo a questo desiderio per
quanto potremo, perchè ci è sempre
caro il poterci avvicinare ai nostri
benemeriti Cooperatori, coi quali dob-
biamo essere un cuor solo ed un' a-
nima sola nel campo d' azione trac-
ciatoci da Don Bosco .

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A VOI
LGELOONREIOXSIOIIE VENERANDO PONTEFICE
CHE CON VIGILANTE SAPIENZA E CURA FEDELE
FORMATE LA MERAVIGLIA ED IL GAUDIO DEL MONDO
RINNOVIAMO CONFIDENTI E FESTOSI
I VOTI SINCERI DELL'ANIMO E LE GIOCONDE FELICITAZIONI
A VOI SERBAVA IDDIO
UNITE IN MERAVIGLIOSO CONSERTO
LE UMILIAZIONI DEL GOLGOTA E GLI SPLENDORI DEL TABOR
NEL VOSTRO GIUBILEO EPISCOPALE
RITRAENDO I SOAVI TRIONFI DI GESU'
SPETTACOLO MEMORANDO
VOI O PADRE SANTO
VOI SALDO SCUDO DELLE AFFLITTE GENTI
VEDESTE CON VECE ASSIDU A
PRESENTARSI OSSEQUIOSI AL VOSTRO TRONO
CON L'ORO DELLA LORO FEDE E DELL'AMORE
RE POPOLI E NAZIONI
CON POTENTISSIMI IMPERATORI
FEDE AI TRIONFI AVVEZZA SCRIVI ANCOR QUESTO l
COME FOSTE O PONTEFICE SANTO
IL FORTUNATO INIZIATORE D' UN' ERA SI' LIETA
VI SERBI IL CIELO
POICHÈ DI LÀ SI MOSSE SPIRITO A NOMARVI
GIOACHINO O PREPARAZIONE .
A VEDER RIUNITE AL MITE VOSTRO IMPERO
TUTTE LE GENTI LODANTI IDDIO
D'AVERVI DATO ALL'ITALIA ALLA CHIESA AL MONDO

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due a due a spargere in nome suo la buona
novella, che giunto era il regno di Dio,
LA, COOPERAZIONE DEI LAICI
il tempo della copiosa misericordia . Sa-
lendo di poi al Cielo e rendendosi invi-
A VANTAGGIO
sibile al mondo, Egli lascia quaggiù un
corpo magistrale e ministeriale, una so-
DELLA RELIGIONE E DELLA CIVILE SOCIETÀ cietà di uomini incaricati di continuare
l'opera sua, a predicare, ad amministrare
Sacramenti, ad assolvere dai peccati, a
santificare e governare i credenti ; dà loro
IDDIO, che nella sua onnipotenza ed in- nel tempo stesso la facoltà di aggregarsi
finita sapìenza, come causa prima può altri compagni nell'alto uffizio e promette,
e sa governare il mondo da se medesimo, di essere con loro sino alla fine del mondo .
si è tuttavia degnato e si degna di reg- Per questo S . Paolo chiamava se stesso
gerlo e governarlo tuttodì col mezzo delle ed i suoi compagni di predicazione col
cause seconde . Nell'ordine materiale Egli, nome di coadiutori o cooperatori di Dio
a mo' d'esempio, si serve del sole per Dei sumus adi utores.
riscaldare la terra, della pioggia per fe- Che più? Siccome nel rovinar il genere
condarla, dell'opera dell'uomo per colti- umano concorse non solo l'uomo, ma an-
varla, per seminarla, per renderla insomma che la donna, così Iddio nel ristorarlo e
sorgente di vita alle umane generazioni . salvarlo volle che all'uomo porgesse la
E così dicasi di tante altre cose .
mano la donna altresì . Ei fece palese
Non altrimenti Egli suole praticare nel- questa sua volontà fin dal principio ; im-
l'ordine morale e spirituale . Per istruire perocchè promettendo il divin Riparatore
gli uomini, per guidarli alla virtù e alla del primo fallo, accennò pur chiaramente
salute eterna Iddio si giova appunto or alla donna che avrebbe schiacciata la
del ministero degli angeli, ed or del con- testa al serpente . Nel corso poi di quaranta
corso di altri uomini scelti a tal uopo ; secoli, quanti ne durarono sino alla venuta
ond'è che se dapprima fu Egli medesimo
del Messia, Iddio si compiacque più volto
padre, maestro, legislatore e giudice ai servirsi del sesso debole, per compiere
nostri progenitori, in appresso volle che imprese importantissime alla sua maggior
tale uffizio, per regola ordinaria, fosse gloria, a vantaggio del popolo, a salute
esercitato dai padri, dai patriarchi, dai delle anime. Infatti di una Maria, sorella
sacerdoti, dai profeti, dai principi, e so- a Mosè ed Aronne, Egli si giovò per am-
lamente in casi particolari e straordinarii maestrare e guidare le donne Ebree a
intervenne Egli immediatamente o si cantare gli inni di lode e di ringrazia-
giovò ancor degli angeli, facendoli per mento, per averlo scampate dalle spade
tal guisa suoi ministri e coadiutori in pro degli Egiziani col miracoloso passaggio
degli uomini .
del mar Rosso . Di una Debora Egli si giovò
Quello che fece nell'antica legge, il Si- per liberare il suo popolo e francarlo dalle
gnore lo praticò nella legge nuova, nella oppressioni dei suoi nemici ; di una Giu-
legge evangelica, nella legge di grazia . dìtta si giovò per liberare la città di
Dando principio ad un nuovo ordine di Betulia dall'assedio e dall'esterminio mi-
cose e compimento alle sue promesse, Id- nacciato da Oloferne, generale degli As-
dio mandò il suo divin Figliuolo sulla siri ; e per esser breve, di una regina Ester
terra a farsi degli uomini visibile guida, si giovò per rendere il re Assuero pro-
maestro e redentore ; ma il Figliuol di pizio al popolo Giudaico, e preparargli
Dio fatto uomo, il nostro Signor Gesù la via al ritorno dalla schiavitù alla li-
Cristo, quantunque potesse e sapesse an- bertà, dall'esilio alla patria .
cor Egli fare tutto da sè, pure ad esem- La stessa divina condotta noi animi-
pio del Padre suo volle associarsi degli riamo nella legge cristiana . Quantunque
aiutanti, i quali cooperassero con Lui alla G. C. sia l'unico mediatore tra Dio e gli
gloria divina, alla salvezza del mondo, e uomini, l'unica causa efficiente della no-
Lo coadiuvassero nella divina missione. Ed stra salute, e, come si esprime S . Paolo,
eccolo pertanto ancora visibile sulla terra l'unica nostra redenzione, tuttavia per
circondarsi di dodici apostoli, poscia di set- sovrabbondanza Egli, alla grande opera
tantadue discepoli, ed or condurli con sè a dell'umana riparazione, volle associare
predicar la divina legge, ed or andarli a eziandio la sua madre Maria, gli alti di

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Lei meriti, influenza ed intercessione .
Ond'è che Maria corrispose a questo di-
vino consiglio con un amore, con uno
zelo degno di Colei che doveva essere
chiamata Regina degli Apostoli, Regina
Apostolorum . La tradizione ed i santi Pa-
dri narrano le grandi cose ch'Ella fece a
pro della Chiesa nascente nei più di do-
dici anni che ancor rimase quaggiù dopo
l'Ascensione del Signore, l'aiuto ch'Ella
diede agli Apostoli, ai primi vescovi e
sacerdoti, il sollievo, il conforto che diede
ai primi Cristiani nelle feroci persecuzioni
mosse contro di loro dalla perfida sina-
goga. E Maria noi troviamo nel cenacolo
coi discepoli, Maria nel tempio per le
religiose funzioni e per ricevere la santa
comunione cogli altri fedeli, Maria in
Gerusalemme prima e dopo che gli Apo-
stoli si separino alla conquista del mondo,
Maria con S. Giovanni in Efeso, Maria
persino nella Spagna, come vuole la tra-
dizione di quei luoghi, ad incoraggia-
mento dell'apostolo Giacomo, al quale
compare miracolosamente.
Ad esempio della madre di Gesù, mol-
tissime pie donne, o vergini, o vedove,
o coniugate, portarono sempre valido
aiuto alla Chiesa nel propagare la cogni-
zione e la religione di G . C ., ed i bene-
fici influssi di sua divina carità . Ognun sa
che una schiera di pie donne seguivano
i passi di Gesù, servendo ai bisogni di
Lui e del collegio apostolico ; ognun sa
la parte importantissima che ebbero le
donne medesime nello stabilire fin da
principio la verità principalissima, qual'è
la sua Risurrezione . Della efficace coope-
razione poi del sesso devoto con i mini-
stri della Chiesa nel dilatare la gloria di
Dio, nel promuovere le salute delle anime
e nel lenire i mali della vita agli infelici
sono luminoso esempio Marta e Madda-
lena e Marcella, loro domestica, nella Pale-
stina e poi nella Provenza insieme con San
Lazzaro e S . Massimino, il primo vescovo
di Marsiglia, il secondo vescovo di Aix ;
sono esempi Priscilla in Corinto e Tecla ad
Iconio in aiuto dell'apostolo S . Paolo ;
esempio Prudenziana e Prassede a Roma
in aiuto dei primi Papi ; esempio Mar-
cellina a Milano in aiuto di S . Ambrogio,
suo fratello ; esempio Paola in aiuto di
S . Gerolamo ; esempio Demetriade in Co-
stantinopoli in aiuto di S. Giovanni Gri-
sostomo ; e per non esser troppo prolisso,
sono esempio Santa Francesca Romana,
Santa Catterina da Siena, Sant' Angela
Merici, la beata Catterina da Racconigi,
Santa Giovanna Francesca di Chantal, e
cento e mille altre consimili, o separate o
insieme raccolte sotto il vessillo della reli-
giosa obbedienza, le quali, sebbene sem-
plici donne, pur colle parole, coll'esempio
e col sacrifizio esercitarono ed esercitano
nel mondo un apostolato degnissimo , e
guadagnarono e guadagnano a Dio innu-
merevoli anime .
Dal sin qui detto appare adunque ac-
certato che la cooperazione delle persone
laiche dell'uno e dell'altro sesso a pro
della religione e della civile società, a
sollievo delle spirituali e corporali mise-
rie, è un fatto inteso dalla Divina Prov-
videnza ; questo fatto, lungi del scemare
in noi l'idea della bontà, potenza e sa-
pienza di Dio, la deve in quella vece
accrescere, inquantochè Egli con ciò ci
si dà a vedere così buono, potente e sa-
piente, da rendere per grazia sua talì
ancor noi, e strumenti abilissimi della sua
gloria, sebbene per natura siamo misera-
bili creature e servi inutili .
Servano queste brevi riflessioni di caldo
incitamento ai benemeriti laici inscritti
tra i nostri Cooperatori ed alle pie Coo-
peratrici Salesiane . Radoppino pertanto
il loro fervore e la loro attività sotto la di-
rezione dei legittimi Pastori, e siano o-
gnora validi strumenti nelle mani di Dio
a sua maggior gloria ed a salvezza di
innumerevoli anime .
BENEDIZIONE DELLA PIETRA ANGOLARE
della cappella e casa salesiana d'Ivrea
Il giorno 9 maggio è stato un giorno di
grande allegrezza per la nuova casa salesiana
d'Ivrea e pei Cooperatori e Cooperatrici sale-
siani di quella città . S . E . R . Mons . Ago-
stino Richelmy, assistito dai R .mi Can . Gio-
vanni Saroglia Vicario e Francesco Favero
Arcidiacono, procedeva alla benedizione e col-
locamento della pietra angolare della cappella
e casa salesiana annessa . La cara e divota ce-
rimonia ebbe principio alle 5 pom . La mamma
di Monsignore, Donna Realis ved . Richelmy,
si degnò di accettare l' incarìco di por la
prima calce sulla pietra insieme col signor
ingegn . Luigi Alessandro Bianco . La sacra
funzione, malgrado che il tempo fosse piovoso,
procedette con ordine fino alla fine .

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Dopo la recita delle preci e dei salmi pre-
scritti, il Rev .mo Sig . D . Rua, colà recatosi
per l'occasione, lesse ad alta voce il verbale
steso dal nostro sac . Antonio Buzzetti, che
diede il disegno e ne dirige l'esecuzione .
Detto verbale quindi, firmato dal Vescovo,
da D . Rua, dai due Canonici assistenti e dal
padrino e dalla madrina, venne rinchiuso in
tubo metallico insieme con mia medaglia com-
memorativa del Giubileo episcopale di S . S .
Leone XIII e con alcune monete portanti
l'effigie del nostro Sovrano . Chiuso poi erme-
ticamente il tubo all'estremità, venne posto
nel cavo della pietra angolare, alla quale
sovrappostavi altra pietra, i padrini vi po-
sero la prima calce .
Terminata la funzione religiosa, si lessero
varii componimenti in prosa ed in poesia,
per manifestare la nostra gratitudine all'ec-
cellentissimo nostro benefattore e padre Mons .
Agostino Richelmy e verso la sua fortunata
madre, dalla cui generosità ci venne questa
casa .
Avendo anche il Sig . D . Rua detto una pa-
rola di ringraziamento per i molteplici favori
che la nostra Società ricevette sempre dalla
famiglia Richelmy, ricordando con patetica
semplicità come il Sig . Comm . Richelmy si
compiaceva prender parte alle feste dell'O-
ratorio, cui conduceva anche il piccolo Ago-
stino, e come poi questa benevolenza sia an-
data sempre più crescendo in Agostino Pro-
fessore al S eminario di Torino e poi Vescovo
d'Ivrea ; Monsignore dapprima col velo della
sua umiltà volle coprire le ben meritate lodi
tributategli, dicendo che essi non erano stati
che strumenti nelle mani della Divina Prov-
videnza e che quindi ogni lode a Dio solo si
dovesse innalzare ; quindi riandando col pen-
siero agli anni tenerelli di sua madre, quando
ancor fanciulletta , tutta vispa ed allegra,
fra il soave canto degli augelletti scorreva
lungo il campo e la collina a raccogliere fiori
« chi le avrebbe mai detto, esclamava, in quei
suoi felici anni che un dì questo luogo sarebbe
stato convertito in Casa religiosa, che in que-
sto luogo si sarebbe posta la pietra angolare
per una cappella? E dacchè, continuava quel
venerando Vescovo , tutto santamente ispi-
rato , accennai ai tanti lustri trascorsi, mi
sia pur lecito di riandare più addietro di
quell'epoca e trasportarci col pensiero ad or
son quattro secoli . Era una sera invernale, e
qui presso la cappella di S . Antonio, all'O-
spizio dei 21 pellegrini era arrivato uno sco-
nosciuto che chiedeva ospitalità . Venne to-
sto ricoverato . Ma il pellegrino era affranto
dalla fatica del viaggio e da qualche malat-
tia, giacchè fu obbligato a letto . Dopo pochi
giorni di dolori venne a morire : ed oh por-
tento ! Al suo spirare tutti furon desti da
una fiamma come di incendio . Si accorre al
miracolo, si rovistan le cose del morto ed,
oh buon Dio! si trova che quello scono-
sciuto era un Vescovo Irlandese, di nome
Taddeo! - Oh! sì, questi luoghi sono posti
sotto la protezione del santo Vescovo Tad-
deo! Già si procede alla canonizzazione, e
quanto tornerà caro, che qui, nella nuova
cappella, vicino al luogo ove apparve la
misteriosa fiamma gli si abbia da erigere un
altare! »
Quindi cogliendo l'occasione dei Mese di
Maria, il buon Vescovo si rivolse a Lei, e
ne fece, qual amorevole figlio , i più grandi
e splendidi elogi ed esortò i presenti a ricor-
rere sempre a Lei ; ed al suo Evviva Maria!,
risuonò la sala d'applausi . Poscia, dipin-
gendo al vivo lo stato della travagliata
Chiesa, specialmente in questi malaugurati
tempi, invitò ad unirsi al suo Evviva il
P apa Leone XIII, grande sostenitore della
bersagliata Chiesa e luce del secolo XIX .
Echeggiarono quindi gli evviva a Don Bo-
sco ed a Don Rua, cui tennero dietro prolun-
gati evviva a Monsignor Richelmy per ini-
ziativa di D . Rua stesso .
Così ebbe termine quella cara festa che ri-
marrà indelebile negli annali di quella nuova
Can Salesiana .
GLI ANTICHI ALLIEVI
Domenica 9 e giovedì 13 del mese di lu-
glio testè decorso, adunavansi a lieta mensa
nel nostro Oratorio di Torino buon numero
di antichi allievi di Don Bosco .
D . Rua, che ne li aveva invitati nell'oc-
casione in cui gli avevano presentato l'an-
n uo regalo con affettuosi omaggi, ora li at-
tendeva con gioia e festa .
Quest' anno poi, a rendere più giocondi
questi convegni ; concorse mirabilmente la
presenza di Mons . Cagliero, ed il giorno 13
anche quella dell'illustre Vescovo di Rio-
Bamba nell'Equatore, Mons . Arsenio An-
drade, quegli stesso che ha sacramentato per
l'ultima volta il celebre Garcia Moreno .
Brindisi, applausi, discorsi pieni d'ineffa-
bile affetto moltiplicavansi con entusiasmo,
e venivano con bella varietà alternati dai
festosi concenti della nostra banda musicale .
Tra i discorsi ci piace ricordare quello del
chiarissimo prof. Fr . Maranzana e riportarne
qui l' ultimo brano, ove in particolare fa
cenno del santuario che D . Bosco a perenne
riconoscenza verso Maria Ausiliatrice eresse
in Valdocco .
Ma più che ogni altra parto della terra, così
l'esimio oratore, va orgogliosa di sí grand' uomo
l'Italia, e sopra tutto se ne vanta Torino che lo
ospitò per 50 anni e fu teatro principale e centro
delle sue opere . E questa regione di Valdocco

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massimamente, già consecrata dal sangue dei mar-
tiri, va debitrice a Don Bosco del suo rapido mi-
glioramento . Squallida e trista una volta incuteva
allo smarrito pellegrino disgusto ed orrore : come
la misera schiava , di cui canta il poeta, invi-
diava la sorte delle altre parti della città ; ma
or benedetta, santificata dai sudori di D. Bosco,
è risorta a nuova vita : con D . Bosco entrò in
Valdocco la preghiera, l'arte, il lavoro, l'allegria .
L'amico dei poveri qui ha posta la sua dimora
Suscitans a terra inopem . Quel che una volta si
chiamava la Siberia di Torino, or divenne bella
sede delle arti e delle lettere ; l'aria intorno ri-
suona di canti giulivi e di musici strumenti ;
cento voci in bel concento inneggiano mane e sera
alla Regina del cielo, la cui immagine torreggia
sulla cupola del suo tempio . Questo luogo già tanto
negletto divenne stanza prediletta di Maria Au-
siliatrice . Già fin dal principio del suo aposto-
lato D . Bosco vagheggiava l'idea di una imma-
gine di Maria risplendente nell' alto al cospetto
degli uomini in atto di invitarli a rifugiarsi sotto
il suo patrocinio ; ma quando confidava a' suoi
amici tal disegno le sue parole erano accolte come
uno scherzo, un pio desiderio e nulla più . Ed in-
fatti tale impresa si presentava come impossibile,
secondo ogni umano ragionamento . Ove mai tro-
verebbe i mezzi necessari il povero D . Bosco, che
già stentava a provvedere il pane alla moltitu-
dine de' suoi allievi?
Se non che egli aveva posto la sua fiducia nel-
l'aiuto di Dio e nella- protezione della stessa Ver-
gine Maria ; la sua fede, la sua preghiera bastò
a superare tutti gli ostacoli.L'orchegiav
inutile negli scrigni dei ricchi, di mano in mano
affluì all'Oratorio e si convertiva in materiale ed
in lavoro, in quanto occorreva per l' edificazione
del tempio . Quest'impresa fu benedetta da Pio IX,
il quale offerse il denaro sufficiente per compe-
rare il suolo ; altre persone ricche e divote, in
riconoscenza di grazie ricevute, concorsero a prov-
veder D . Bosco delle somme necessarie perchè il
lavoro non cessasse . Così, contro ogni umano ar-
gomentare, questo sontuoso edifizio rapidamente
si elevò ; fu compiuto in tre anni mediante più
d'un milione di lire . E D . Bosco che vi aveva
posto mano senza possedere la più piccola somma,
quando vide appagato il suo più vivo desiderio,
commosso e riconoscente esclamava : A edificavit
sibi domum Maria!
Le feste della consacrazione del santuario di
Maria Ausiliatrice, che durarono ben otto giorni,
furono così solenni, vi presero parte tanti insigni
Personaggi e vi concorse da ogni parte tanto po-
p olo devoto, che ancor oggi, dopo cinque lustri,
se ne ode parlare come di cosa straordinaria . Il
voto ardente di Don Bosco erasi adempiuto : egli,
così umile e modesto in tutto quanto riguardasse
la sua persona, era invece esigente e grandioso
nelle cose attinenti alla religione ; gli pareva
perciò che la Madonna gli sorridesse di compia-
cenza per la maestosa sede che le aveva appa -
recchiata . E di fatto ella dimostrò il suo gradi-
mento con molti e straordinari favori che conce-
dette a coloro che dinnanzi a questa sua immagine
la vennero a supplicare . Il tempio di Maria Au-
siliatrice è la più grande, la più bella , la più
nobile parte dell'Oratorio di D . Bosco : è come il
Palladio, il carroccio , il faro , il sacro labaro, a
cui rivolgonsi gli sguardi di tutta la famiglia sa-
lesiana. Quest' anno appunto ricorre il 25° anni-
versario della sua consecrazione ; e noi cresciuti
fra queste mura, che fummo testimoni dell' esul-
tanza e del giubilo comune , e di D . Bosco spe-
cialmente quando per la prima volta nel maestoso
santuario offerse a Dio l' Ostia viva di pace e di
amore, noi possiamo dirci ben fortunati nel ve-
dere che il nostro piccolo omaggio è rivolto ad
arredar sempre meglio questo magnifico monu-
mento, per cui tante ansie e tante gioie provò il
cuore del nostro buon Padre .
« Son grato al mio genitore, a cui son debitore
della vita, ma non meno grato sono al mio mae-
stro, che m'insegnò a viver bene . » Queste belle
parole, che la storia ci ha fedelmente tramandate
a traverso a 22 secoli, onorano non meno delle sue
strepitose vittorie la memoria di Alessandro il
Grande . La gratitudine ai benefizi ricevuti è come
un'aurea catena che avvince dolcemente fra di
loro gl'individui, le famiglie e le generazioni, e
di questo sentimento gentile D . Bosco è sempre
stato maestro e modello . Ed in vero il Santuario
di Maria Ausiliatrice e cento altre chiese e cap-
pelle da lui fatte innalzare in varie parti della
terra sono come un cantico di ringraziamento sol-
levato a Dio ed alla Vergine per l'impetrato soc-
corso nelle imprese che ha compite . E verso l'ot-
tima sua madre chi può dire quanto fosse tenero
e vivo l'affetto che nutrì per tutta la sua vita ?
Le pareti della sua stanza erano adorne d'un'altra
immagine ancora, con molta cura custodita : era
il ritratto del suo amico, del suo maestro, anzi
del suo secondo padre, D . Cafasso . Quante volte
non l'udimmo noi parlare coll'animo commosso di
questo suo benefattore! Iddio volle colmare delle
più elette virtù l'anima del nostro buon Padre,
perciò se ne valesse a sollievo dell'umanità . Egli,
fedele al divino mandato, se stesso dedicò all'al-
trui felicità, e la storia imparziale estimatrice dei
meriti degli uomini grandi, certo ne trasmetterà
ai futuri venerata la memoria . Sì, o signori ! Sì,
o compagni, unanime applaude il mondo a Don
Bosco ed alle umanitarie sue istituzioni ; il mondo
accoglie ed invita da ogni parte i Salesiani suoi
figli e rappresentanti, e noi dolcemente commossi
a questo applauso universale che possiamo noi fare?
Risuoni il nostro tradizional grido di festa : Viva
Don Bosco ! E poichè egli volando al Cielo ci
lasciò in Don Rua un altro se stesso, esclamiamo
ancora : Viva Don Rua ! Viva tutta quanta la Fa-
miglia Salesiana !
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARII
DAL PAESE DEI LEBBROSI
Triste annunzio .
Verso la metà di luglio u . S . il nostro Su-
perior Maggiore D . Rua riceveva la semente
lettera apportatrice di un triste annunzio, che
noi ci affrettiamo a comunicare ai nostri let-
tori . Chi scrive è il secondo sacerdote sale-
siano, che quest' inverno (6 dicembre) par-
tiva da Torino per recarsi nella colonia dei

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lebbrosi di Agua de Dios (Colombia) ed
ivi dedicarsi alla cura di quegli infelici . Ecco
la lettera che di là scrisse in data 3 giugno
1893
AMAT .mo E Rev m ° SIG . DON Rua ,
CON sommo dolore le debbo annunziare che
il mio carissimo direttore D . Michele Unia
da più settimane è travagliato da grave in-
fermità, la quale, attesa la debolezza del-
l'infermo ed il vomito che a quando a quando
lo assale , fa temere conseguenze ancor più
dolorose . Abbiam fatto venire un medico ;
che lo consigliò di farsi quanto prima tra-
sportare a Bogotà . Nel collegio salesiano di
quella capitale potrà avere certamente molte
cure, che qui sarebbero impossìbili .
Rev .mo signor D . Rua, abbia la bontà di
pregare e far pregare per questo carissimo
direttore, la perdita del quale sarebbe somma
sventura per i tanti lebbrosi di questa Re-
pubblica, pei quali questo missionario ha
fatto dei veri miracoli.
Mentre noi qui preghiamo pel nostro caro
infermo, egli, sorridente, prega per noi e pei
lebbrosi e non disse ancor sìllaba per la sua
guarigione : si abbandona con fiducia nelle
mani di Dio .
Questa sventura veniva alla nostra mis-
sione dopo il mese di maggio, che dedi-
cammo con insolito fervore a Maria Ausilia-
trice . La nostra Mamma celeste ci vuol pro-
vare .
Celebrammo la festa di Maria Ausiliatrice
con Messa cantata, processione, in cui fu
portata solennemente la statua di Maria Au-
siliatrice, ed altre sacre funzioni, a cui par-
teciparono con indicibile consolazione i mol-
tissimi lebbrosi che non tengono ancora il
letto . La folla era grandissima . Scene così
commoventi non le vidi mai in vita mia .
Oli ! quanto bene fa in questi luoghi di sven-
tura la nostra divina Religione! Voglia la
Gran Madre di Dio premiarci di tanta festa
con la guarigione del nostro carissimo Don
Unia .
I due catechisti salesiani, che vennero con
me a questa Missione, stanno benissimo . Io
poi, al dire di molti, ho già fatto un grande
acquisto : mi dicono che sembro invecchiato
di dieci anni . Deo gratias! A dir il vero, il
lavoro non manca, ma non mancano neppure
grandi consolazioni ed il buon volere .
Gradisca i più cordiali saluti dal carissimo
D . Unia infermo , dai due catechisti e dal
suo
Dev.mo obblig .mo in G . Cristo
.
Non aggiungiamo parola a questa lettera .
Sia fatta sempre la volontà di Dio in ogni
cosa! Se è ne' disegni di Dio che D . Unia
guarisca, deh ! acceleriamone noi il compi-
mento coi nostri voti, colle nostre preghiere .
IN MISSIONE
Da Puntarenas a S . Cruz.
(Terra del Fuoco) .
Il giorno 18 gennaio u . s ., per ordine di Don
Fagnano, accompagnato da un giovane chi-
leno, catechista, e da un arriero stipendiato,
partii da Puntarenas per andare a Santa Cruz
a darvi una missione .
Costeggiando lo stretto di Magellano, cre-
dei bene di visitare le Case dei grandi pro-
prietari , che tengono in queste immense e-
stensioni di terreno migliaie di pecore, vacche
e cavalli ; ma mi avvidi ben presto d'aver a
fare con gente protestante , e , quel che è
peggio, con gente che adora solamente il
dio mammona . Malgrado la mia buona vo-
lontà, dovetti quasi sempre partirmene colle
pive nel sacco, come si dice, senza poter fare
loro alcun bene .
Giunto al Capo delle Vergini , mi volsi a
sinistra e m'indirizzai a Gallegos, dove giunsi
l'ottavo giorno di viaggio .
Galegosèunpicol paeslo,secosìsi
vuol chiamare, situato alla foce del fiume ,
da cui prende nome . È sede del Governatore
e delle altre Autorità Argentine di tutto il
Territorio di Santa Cruz, che si estende dal
territorio di flagellano fino al fiume S . Cruz .
I suoi abitanti non oltrepassano il centinaio
sono quasi tutti stranieri di diverse nazioni,
dati unicamente all' interesse materiale . Il
clima di questo paese è assai rigido d' in-
verno, regolare d'estate . Piove poche volte
all' anno , ma soffia furiosamente e quasi
tutti i giorni il vento . L'acqua dei pozzi
è alquanto salata ; quella del fiume abba-
stanza buona , tranne alla foce, dove, cre-
scendo la marea, entra in esso e rimonta
per varie leghe . Non vi sono piante di nes-
suna classe ; il terreno è sì arido, che, eccet-
tuato qualche punto delle sponde del fiume,
non produce null'affatto .
In un paese così sterile ben poco si poteva
sperare . Mi fermai quattro soli giorni, ma a
stento potei riuscire a battezzare due ra-
gazzi . La popolazione ritrae il carattere del
suolo che calpesta .
Gallegos lasciò davvero in me poco buone
impressioni . Scoraggiato per aver fatto sì
poco ad una popolazione che tanto bisogno a-
vrebbe dell'azione del Sacerdote, me ne partii
di là per affrettarmi a giungere a S . Cruz . Vi
arRAFELCIP r. iSac vai dopo quattro giorni .
La deSales scrizi. one di S . CrMisuz è presto fatta.
Dicendo che è la brutta copia di Gallegos,
è tutto detto . Vi ha però una differenza tra
S . Cruz e Gallegos, ed è che gli abitanti di
S . Cruz , benchè più ignoranti in fatto di
religione, sono migliori di cuore e trattano
il Missionario nel miglior modo che possono .

1.8 Page 8

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In S . Cruz infatti, grazie a Dio, potei fare
qualche cosa . Lasciando il resto , dirò solo
che potei amministrare una ventina di Bat-
tesimi e ricevere l'abiura di una donna pro-
testante, il cui marito e figli gìà erano cat-
tolici.Vistapolendfiumelo
dà il nome al paese, andando di capanna in
capanna e recando ad ogni famiglia le con-
solazioni della nostra santa Religione .
Dopo due settimane presi . le mosse per il
rìtorno. Era il quindici di febbraio .
Anche da S . Cruz partii con una spina
nel cuore . Pazienza! Non fu per colpa mia .
addio ben conosce quanto io desiderava di
accondiscendere alle preghiere di quella buona
madre cattolica, che mandommi a chiamare
perchè le battezzassi i suoi due cari figli . Ma
il marito protestante vi si oppose e tanto, da
voler disporre anche della forza brutale de'
suoi servi, pur di impedire il Battesimo ai
figli . Pazienza! Voglia Iddio mandare a quel-
l'ottima madre migliore occasione di questa,
oppure le inspiri il mezzo assai facile che
ha di render cristiani i suoi figliuoletti!
Nel ritorno amministrai altri Battesimi in
diversi punti .
Al 28 di febbraio già aveva ripassato il
fiume Gallegos ed era arrivato ai confini del
Territorio Argentino .
Quella sera ci imbattemmo in un lago di
acque limpidissime , ma di un odore tanto
sgradevole, che quantunque fossimo tutti
arsi dalla sete, pure dovemmo rassegnarci a
non toccarla, poichè neanche gli animali
poterono assaggiarla . Quivi essendo già notte
avanzata, piantammo le tende . Passammo
una notte insonne ed in grande paura . Il
nostro ar riero a poca distanza aveva veduto
una lionessa (puma) che allattava i lioncini :
temevamo se non altro per i nostri cavalli,
le cui carni pel leone sono un boccone squisi-
tissimo . Ma quella sera per fortuna pare non
avesse fame quella lionessa , perchè non ci
d iede nessuna molestia . Al mattino per tempo
levammo le tende e senza tanto fracasso
partimmo di là, riprendendo il nostro cam-
pino .
Al 3 di marzo, dopo un viaggio felicissimo
di ben 43 giorni, era di ritorno a Puntarenas .
Quanta compassione mi hanno fatto gli
Indii di S . Cruz ! Poveretti! Oltre al vi-
vere da selvaggio, come gli altri della Terra
del Fuoco, menano inoltro una vita corrottis-
sima, e questo per aver avuto relazioni con
la feccia dei civilizzati Europei . Sono pochi,
è vero, ma quando sarà mai , o Signore ,
che potremo convertire anch'essi alla vostra
Santa Fede e ridurli a miglior vita? Oh! sia
presto, mio Dio, sia presto ! . . .
Puntarenas, 5 Aprile 1893.
Sac . F . GRIFFA
Miss . Sales .
Tra gli Italiani di Guariyù .
(Uruguay) .
Anche quest' anno , durante le vacanze ,
che hanno luogo nel dicembre , gennaio e
febbraio , dal Collegio di D . Bosco di Pay-
sandù si partì un Sacerdote con un chierico
per dare una missione alla Colonia d'Italiani
di Guariyù . Quella colonia è formata da un
150 famiglie piemontesi, veneziane, parmi-
giane e cremonesi. Ecco come ci si scrive di
colà
« Stavolta la Missione di Guariyù durò
soli cinque giorni, e in così breve tempo si
amministrarono 40 Battesimi, 180 Comunioni
e 6 matrimoni .
» Era spettacolo che riempiva il cuore di
santa allegria il vedersi circondato da tanti
buoni compatriotti , che ansiosi accorrevano
ad ascoltare la divina parola . L'arrivo del Sa-
cerdote è per essi una gran gioia, una gran
festa ; sospendono ogni lavoro fino a che si
rimane con loro .
» Quante domande ci venivano dirette da
quei poveri vecchi ! - Noi siamo nati, dice-
vano molti di essi, in mezzo a' preti, ma te-
miamo di morircene senza di essi, como perros
(come cani) . Una volta all' anno è troppo
poco, Padre ; - Continuavano altri : - Per-
chè non rimane qua con noi ? Oh venga al-
meno a raccogliere l'ultima nostra confessione,
gli estremi nostri respiri! - Oh! potessimo
avere la Messa almeno una volta al mese,
almeno per questi nostri figli, che quasi
quasi assomigliano a bruti . Qua v' è la Cap-
pella ; fra poco saranno preparate anche le
stanze ; venga, o mandi alcuno, che sarà per
noi angelo di pace .
» Che dirò delle loro miserie temporali ?
Povera gente ! Da tre anni che lavorano la
terra, non hanno raccolto la metà delle se-
menti gettate ; per tre anni consecutivi le
locuste (langostas)distrueo,prfin
le foglie e i frutti degli alberi . La società non
somministra loro che il vitto , molte volte
scarso e poco buono ; sicchè quasi tutti la-
ceri, mezzo ignudi , sotto tetti di terra , e-
sposti a venti e pioggie, menano una vita
veramente miserabile .
» Ma più grande ancora è la miseria mo-
rale ... Che schianto ho provato al lasciar
soli quei cari giovanetti, senza una scuola,
senza un maestro, orfani di Sacerdote che
loro insegni le verità della nostra santa
Religione, unico conforto nelle sciagure !
Lungi dall'ombra del tempio e della scuola
cattolica, che possono diventare quei poveri
fanciulli? Ignorano la lingua patria, non
sanno quella di questi paesi , parlano un
gergo difficile a capirsi, nè è cosa tanto fa-
cile a farsi intendere da loro. Oh! quanto
bisogno vi è di aprire quivi una scuola! Ma
quanto più bisogno, anzii necessità vi è di
aprire al culto una cappella!

1.9 Page 9

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» Speriamo di poter presto provvedere un
po' più sovente almeno ai bisogni spirituali
di questi cari compatrioti . Dal Collegio Don
Bosco non è possibile lungo l' anno, per-
chè siamo troppo pochi ; ma dall'altro Col-
legio di N. S . del Rosario, di cui è Diret-
tore D . Foglino, forse sarà possibile man-
dar ogni mese qualche Sacerdote . Certo è
una gran carità che faremmo a quella popo-
lazione lasciata da tutti in abbandono ed
oppressa dalla sventura .
Paysandù, 5 Marzo 1893.
Sac . LUIGI MARCHIORI .
DALLO STRETTO DI MAGELLANO .
Da una lettera di D . Maggiorino Borga-
tello da Puntarenas (Stretto di Magellano),
in data 8 Maggio 1893 , ricaviamo quanto
segue :
Una conversione .
Giorni sono abbiamo avuto una bella con-
solazione : il gregge di G . C . aumentò di
una pecorella . Un protestante di Berlino,
uomo grave, in sui trent'anni, abiurò gli er-
rori del protestantesimo ed abbracciò la no-
stra santa Religione. In un sol giorno rice-
vette cinque Sacramenti . Fu battezzato, si
confessò, comunicò, gli si amministrò la Cre-
sima e per ultimo il Matrimonio, con piacere
ed edificazione grande di quanti lo conoscono .
La sua giovine sposa è una buona cattolica .
Iddio li benedica ambedue e conceda loro la
santa perseveranza!
Bestemmia e castigo .
Il giorno dell'Immacolata Concezione dello
scorso anno, chiusura del Mese di Maria, in
Puntarenas, secondo il consueto degli altri
anni , si tenne una imponente processione ,
portandosi per le vie la statua della Vergine
Santissima . Un cotale, protestante, che se
ne stava tra la folla osservando, non potendo
forse più contenere la bile che provava nel
vedere cotanto onorata la Gran Madre di
Dio, ad alta voce e con un sogghigno bef-
fardo disse : - Insensati! Vanno girando
per le vie portando un pezzo di metallo e fan
tanto chiasso! - Non l'avesse mai detto! Ora
son più di due mesi, che il poverino è in-
chiodato nel letto, colle gambe riunite in-
sieme, irrigidite, e rivolte alle ginocchia al-
l' indietro e soffre spasimi orrendi . - Tutti
riconoscono in questo un castigo del cielo ; il
disgraziato non può più calpestare quelle
vie per dove è passato il simulacro della
Regina del Cielo ch' egli ha insultato .
Egli pure pare riconosca in questo il castigo
del suo peccato : parla di volersi far catto-
lico e ricevere i SS . Sacramenti prima di
morire . Che Maria Santissima gli ottenga
davvero sì bella grazia, ed egli possa davvero
conoscere quanto è potente e quanto buone
la nostra celeste Madre! Preghiamo !
Bene per male .
Un altro individuo aveva parlato male
pubblicamente dei Missionari Salesiani e delle
Figlie di Maria Ausiliatrice .
Nel giugno dello scorso anno, quando di-
graziatamente si era appiccato il fuoco alla
nostra chiesa e le fiamme avvampavano ine-
sorabilmente, egli, godendone soprammodo,
aumentò vieppiù le sue triviali insolenze
contro di noi . Pochi mesi dopo gli venne un
cancro in bocca, che lo va tormentando or-
ribilmente , rosicchiandogli il labbro infe-
riore . L'infelice per farsi curare desiderava
portarsi a Valparaiso nel Chilì, dove avvi
un rinomato ospedale ; ma essendo povero,
nè avendo persona alcuna che di lui si
prendesse cura, già disperava di potervi riu-
scire . Ma ecco il nostro caro D . Fagnano,
che ne sapeva la disgrazia, pigliarsi inte-
resse di lui . Briga presso chi di dovere, gli
ottiene un passaggio gratis sul vapore par-
tito ultimamente, ve lo imbarca e gli conse-
gna una lettera di raccomandazione, colla
quale certo troverà buona accoglienza in
quell'ospedale . Il poverino è partito di qua
molto contento, benedicendo i Padri Missio-
nari che l'aiutarono nella sventura!
Una lezione .
Nessuno di noi dubita che l'opera nostra
sia opera di Dio . E d è appunto per questo
che, permettendole Iddio stesso, sorsero con-
tro di essa in ogni tempo ed in ogni luogo
dei persecutori . Noi pure in Puntarenas, in
quest'ultimo estremità della Patagonia infe-
riore, ne abbiamo incontrati e non pochi .
Ma Iddio che permette che ci vengano fatte
vessazioni, pare dica col fatto : Guai però a
chi tocca l'opera mia! Ne abbiamo avuti dei
tremendi esempi tutti i momenti . - E se non
bastano i due sopra riferiti, ne accennerò un
terzo . È questo di un signore che persegui-
tavaci quanto poteva, or in un modo ed or
in altro . Egli aveva anche cariche ufficiali,
e di queste pur si valeva per impacciare l'o-
pera dei Missionari .
Ora il poveretto quasi improvvisamente
veniva chiamato al divin tribunale .
Noi preghiamo Dio che voglia perdonare
ai nostri nemici, come di cuore desideriamo
che perdoni a noi medesimi le offese a lui
fatte ; ma in pari tempo preghiamo perché
faccia aprir loro gli occhi in tempo, prima
che abbiano ad imparare a proprie spese
quanto si paga caro il perseguitare le opere
del Signore .

1.10 Page 10

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FRANCIA .
Festose accoglienze . - Riceviamo numerose
corrispondenze e lunghi articoli di giornali
riguardanti le grandiose feste celebratesi a
Montevideo e Villa Colon per l' arrivo di
Mons . Luigi Lasagna .
Giunto a Montevideo il 23 aprile, fu osse-
quiato sul bastimento Vittoria da una Com-
missione de' suoi antichi alunni, da varii
Direttori di Case salesiane dell' Uruguay,
Brasile ed Argentina e da parecchi amici .
Nel molo era aspettato da una bella rappre-
sentanza della gioventù cattolica di Monte-
video e da varie centinaia di altre persone
amiche, che al suo discendere a terra lo sa-
lutarono con applausi d' indicibile giubilo e
lo accompagnarono fino ai Talleres Salesia-
nos di quella capitale .
Un vero trionfo fu poi l' accoglienza di
Villa Colon . Alla stazione v'era a riceverlo
Mons . Isasa, Ausiliare di Mons . Soler che
trovavisi assente, le altre Autorità ecclesia-
stiche e civili , i Direttori salesiani ed un
numero immenso di signori ammiratori ed
amici di Mons . Lasagna . Non solo gli alunni
del collegio Pio IX erano in festa quel
giorno, ma ben anche tutta la popolazione
di Villa Colon . Al pranzo, imbandito per
quell'occasione dagli amici di Monsignore,
vi erano più di cinquecento commensali ,
comprese le Autorità ecclesiastiche, religiose,
politiche e civili del luogo . Alla imponente
accademia della sera, ben quattro musiche
concorsero colle loro armonioso sinfonie, e gli
alunni del collegio Pio - passati e presenti
- sfoggiarono con svariati componimenti in
verso ed in prosa, pubblicamente manife-
stando la grande stima e riconoscenza che
nutrono per chi fu loro maestro, padre ed
amico, nonchè per D . Bosco e per D . Rua,
l' uno fondatore e continuatore l' altro del-
l'Opera Salesiana . A memoria della cosa que-
sti bei componimenti, per cura degli antichi
alunni di quel Collegio, furono raccolti e
stampati in un elegante Album . In essi coi
sensi di ammirazione e gratitudine verso di
Mons . Lasagna s'intrecciano pur bellamente
entusiastiche acclamazioni al Sommo Pon-
tefice Leone XIII, che volle così onorare chi
tanto bene si è meritato presso di loro .
D . Costamagna, Ispettore delle Case no-
stre dell'Argentina, che là si recò in quei
giorni , ci assicura che feste tanto belle e
grandiose l'Uruguay non l'ebbe mai viste .
Il Patronato San Pietro di Nizza Marittima .
Un nostro buon amico di Francia ci ha
procurato una bella veduta del Patronato
Salesiano S . Pietro di Nizza Marittima, la
prima Casa che Don Bosco aprì in Francia
l'anno 1875 . E noi presentandola ai nostri
lettori, crediamo far pur loro cosa gradita
accompagnandola con alcuni tratti riguar-
danti quell' Ospizio tolti dall' opera : « L'E-
glise de Nice - ses Saints et ses Oeuvres »
scritta dall'Abbé André Dufaut e stampata
a Nizza Marittima di quest'anno stesso .
Fu fondatore del Patronato S . Pietro (così in-
comincia l'autore) il celebre Don Giovanni Bosco .
La vita di questo prete è un poema disseminato
delle cose più straordinarie e delle più stupende
meraviglie . Fu soprannominato il San Vincenzo
de' Paoli del secolo XIX, e questo nome gli re-
sterà . Le sue opere confondono l' intelletto, e se
se ne confronta il numero e la grandezza co' mezzi,
di cui egli disponeva, il grido che sfugge imme-
diatamente dal cuore è quello della S . Scrittura :
Digitus Dei est hic, qui vi è il dito di Dio . Si po-
trebbe dire di D . Bosco che egli è stato l' uomo
più audace, se tutto ciò che ha fatto, ed in cui è
perfettamente riuscito, non io proclamasse il più
saggio ed il più prudente .
In ogni sua impresa egli ha agito da princi-
pio senza mezzi, confidando in Dio solo perchè
questi venissero al momento opportuno, e la sua
fiducia non fu mai delusa . Egli fece sempre capi-
tale su Dio solo , ed il Signore non gli venne-
m ai meno
.
. . . . . . . . . . . . . .. . . .
(E qui l'autore fa un rapido cenno di quanto D .
Bosco, un mezzo secolo fa, incominciava a pro
della gioventù abbandonata, e poi continua :)
Bisogra dire ad onore della società contempo-
ranea che, qualunque si siano i suoi errori ed i
suoi vizi, essa non è punto avara della sua am-
mirazione per coloro che la servono nobilmente
nelle sue più estreme miserie . L' eroismo nella
carità la tocca e la commuove . Ed è perciò che ,
quando D . Bosco ebbe accennato praticamente a
ciò ch'egli poteva fare poi diseredati del mondo,
affluirono gl' incoraggiamenti e le offerte, di cui
egli fece tesoro da vero servo di Dio ch e sa con-
cepire, creare ed organizzare in vista dell'avvenire .
Noi ci allontaneremmo troppo dai limiti di que-
sto lavoro, se volessimo seguire D . Bosco nella
sua marcia, prodigiosamente rapida, in tutte le
sue imprese visibilmente approvate e benedette
dal Cielo ; ci basti il dire che il grano di senapa .
seminato in Valdocco nel 1844, è oggidì un grande
albero che ombreggia, sotto i suoi folti rami,
intiere legioni d'orfanelli .
La pia società de' Salesiani, che D . Bosco fondò
per la direzione delle sue Opere, presentemente
possiede numerosi stabilimenti in varie nazioni.
In Francia essa ha pure parecchie Case di cui le
principali sono a Nizza, Marsiglia, La Crau d'Hyè-
res, Saint Cyr di Provenza, Aix, Parigi e Lilla .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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2.2 Page 12

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Quella di Nizza, la prima fondata in Francia ,
è un bellissimo edifizio, l'antica villa Gauthier ,
situata alla parte nord della piazza d' Armi , in-
grandita e modificata secondo i bisogni della sua
nuova destinazione ; una fabbrica di modesta
apparenza , che serve d' abitazione alle suore ,
una cappella e numerosi laboratorii posti intorno
al cortile principale . Duecento fanciulli vi rice-
vono il pane del corpo ed il nutrimento dell' a-
nima per mezzo di una educazione cristiana e di
un' istruzione appropriata ai bisogni di ciascuno .
Don Bosco aveva, sopra l'educazione, idee as-
sai giuste, idee che uno de' suoi migliori allievi
riunì in un sol corpo di dottrina . Una di quelle,
la cui applicazione gli era cara in ispecial modo,
si è che bisogna prevenire il male, per non averlo
a punire . Saggia massima, che i maestri della gio-
ventù non mediterebbero mai abbastanza . Pec-
cato però che essa richiegga troppo zelo e troppi
sacrifizi . Perchè, nella fanciullezza e nell' adole-
scenza che è egli mai prevenire le mancanze, se
non impadronirsi del cuore del fanciullo, dando-
gli il proprio cuore, l' averlo costantemente sot-
t'occhio, vederlo pensare ed agire, considerare le
sue gioie ed i suoi crucci , rendersi suo amico ,
suo compagno?
Don Bosco volle che i suoi discepoli fossero tutto
ciò pel fanciullo, ed ecco perchè essi riescono sì
bene nel difficile ministero dell' educazione della
gioventù . Niuno più di Don Bosco amò la Chiesa .
La sua tenerezza, a suo riguardo, era quella del
migliore dei figli per la migliore delle madri . E-
gli l'ha chiaramente dimostrato lasciando a' suoi
figli questa raccomandazione, essenziale fra tutte,
che cioè quando avrebbero incontrato una perla,
vale a dire un fanciullo ben fornito di buone
doti di mente e di cuore, segnato da Dio col si-
gillo degli eletti, essi l'avessero sollecitamente a
raccogliere, ripulirlo con cura ed incastonarlo
il più riccamente possibile . Gli è perciò che in o
gni Istituto Salesiano avvi una speciale divi-
sione per quelli che vengono destinati allo stato
ecclesiastico . Si contano omai a centinaia e cen--
tinaia i degni ministri dell'altare che sono debi-
tori della loro santa vocazione a così egregi
maestri .
Il Patronato S . Pietro gode, a Nizza, d' una
stima affatto particolare , stima ch' esso merita
sotto ogni aspetto . Al punto in cui scriviamo gli
si è aggiunta una succursale nella parrocchia del
Porto . Si è fondato colà un asilo, dove i fanciulli
che popolano le vie, nelle domeniche e nei giorni
di festa vanno ad informare la loro intelligenza
ai divini dettami della Religione, ed il loro cuore
alla pratica delle sublimi virtù evangeliche, tro-
vandovi in pari tempo quei trastulli e quei diver-
timenti che sono proprii dell'età loro .
COLLEGI SALESIANI D'ITALIA
ED EDUCATORII DIRETTI DALLE FIGLIE
DI MARIA AUSILIATRICE
Sono incominciate le vacanze autunnali, e
già in parecchie famiglie si va pensando ove
collocare i proprii figli l' anno venturo, in
qual collegio ed a quali scuole .
Noi per comodità di quanti desiderassero
affidare a noi i loro figli per la carriera degli
studi elementari, ginnasiali e liceali, diamo
qui l'elenco dei Collegi Salesiani e degli E-
ducatorii delle Figlie di Maria Ausiliatrice
d' Italia, assicurando di tutta la nostra sol-
lecitudine per tutto quello che riguarda re-
ligione, morale, sanità e profitto negli studi
così scientifici come letterari .
Oltre l'Oratorio di S . Francesco di Sales
in Torino, l'Ospizio di S . Vincenzo de' Paoli
in Sampierdarena, l'Ospizio del Sacro Cuore
di Gesù in Roma, l'Oratorio di S . Croce in
Lucca, le Scuole di S . Paolo alla Spezia, la
Colonia Agricola di Mogliano Veneto , l'o-
ratorio di Maria Immacolata a Firenze ,
l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù a Trino
Vercellese , di S . Filippo e S . Francesco
di Sales a Catania in Sicilia , l' Istituto di
S . Francesco di Sales a Faenza e di S . Giu-
seppe a Macerata, vi sono i Collegi di Borgo
S . Martino, Lanzo Torinese, Varazze, Alas-
sio, Este, Penango, Parma, Fossano, Loreto,
Treviglio, Randazzo e Marsala in Sicilia .
In questi Collegi l'insegnamento compren-
de il corso elementare e ginnasiale , eccetto
quello di Penango, dove , per ora, vi sono
soltanto le classi elementari, ed è impartito
da maestri e professori patentati ed a norma
dei programmai governativi . Nel Collegio di
Alassio vi è di più il liceo .
Giova pure avvertire che ne' Collegi di
Varazze, Alassio e Randazzo si danno ezian-
dio gli esami pubblici di Licenza Elementare .
In quasi tutti questi collegi vi sono due
gradi di pensione . La prima varia da L . 35
a 40 mensili ; la seconda da L . 24 a 30 .
Oltre ai mentovati collegi pei giovanetti,
vi sono pure undici Educatorii per fanciulle ;
il primo in Nizza Monferrato, sotto il nome
della Madonna delle Grazie ; il secondo nella
città di Chieri , sotto il titolo di Santa Te-
resa ; il terzo al Torrione di Bordighera ; il
quarto a Novara ; il quinto a Lugo ; il sesto,
settimo, ottavo, nono e decimo nelle ridenti
e saluberrime colline circondanti l' Etna, a
Bronte , a Mascali , a Trecastagni , ad Alì
Marina presso Messina ed a Catania, e l'un-
dicesimo si apre pel prossimo anno scolastico
a Casale Monferrato . Tutti questi Educatorii
sono direttì dalle Suore di Maria Ausiliatrice .
Scopo di queste case di educazione si è di
dare l'insegnamento scientifico e morale in
modo che non lasci nulla a desiderare per
una giovinetta di onesta e cristiana famiglia,
cioè arricchirne la mente di utili cognizioni,
educarne il cuore a sode e cristiane virtù,
addestrarla ai lavori femminili e informarla
a quei principii di civiltà che sono richie-
sti dalla sua condizione .

2.3 Page 13

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Per avere i relativi programmi e per le do-
m ande di accettazione bisogna dirigersi ai Di-
rettori e alle Direttrici dei singoli Collegi ed
Istituti, oppure al sacerdote Michele Rua, via
Cottolengo, n . 32, Torino .
stata involta da un fusto del peso di oltre
770 chilogrammi, ne usciva affatto illesa . Di
sì grande grazia ringraziano di cuore la Ver-
gine Santissima .
Torino, il 20 maggio 1893 .
B . M. AVIDANO .
Per sopperire poi al bisogno sempre cre-
scente di operai evangelici, il nostro caro D .
Bosco, oltre ai varii Ospizi e Collegi, ha isti-
tuita purelcM 'oOspìerdati aria Ausilia-
trice, che ha per iscopo di raccogliere giovani
grandicelli (dai 16 ai 30 anni ed ultra) che
abbiano decisa volontà di fare gli studii let-
terari mercè corsi appropriati per abbracciare
lo stato ecclesiastico .
Quest' Opera, di cui più volte parlammo,
benedetta ed approvata dai Vescovi e dal
Sommo Gerarca, fu pur benedetta da Dio,
perchè ha dato ogni anno frutti sempre più
consolanti . In pochi anni già si numerano
quasi ad un migliaio i chierici usciti da tali
scuole ; parecchi al presente ordinati sacer-
doti, sono zelanti parroci, altri indefessi a-
postoli in varie missioni .
Noi quindi anche quest'anno facciamo un
caldo appello ai nostri ottimi Cooperatori e
specialmente ai RR . Parroci , perchè ci vo-
gliano indirizzare molti di tali giovani che
mostrassero spiegata vocazione allo stato ec-
clesiastico ; agli Oblatori, Corrispondenti e
Benefattori raccomandiamo di tutto cuore
quest' Opera sì proficua per la Chiesa e
per la società ; a tutti che uniscano la pre-
ghiera al Padron della Messe « ut mittat ope-
rarios in messem suam » .
NB . Per norma degli allievi o di coloro ch e se ne
dovessero incaricare o che desiderano più ampie noti-
zie dell'Opera di Maria Ausiliatrice, si sono stampati
appositi programmi , che si potranno avere dal Sac .
M icheleR(CVuoiat,leng32Trio),puedal
Direttore dell'Ospizio di S . Vincenzo in Sampierda-
rena o di S . Giovanni Evangelista (Via Madama Cri-
stina, 1,) in Torino . Dai medesimi si potrà aver pare
l'elenco delle Case già aperte o da aprirsi per quest'O-
pera.
GRAZIE DI M ARIA AUSILIATRICE
Scampato pericolo . - Il 13 aprile
1893, i sottoscritti coniugi B . M . Avidano
stavano allogando fusti pesantissimi in un
locale al pian terreno, quando ad un tratto
videro mancare il pavimento, e cominciando
dal primo fusto, tutta la volta stava per
sprofondare nella cantina sottostante, piena
questa pure di fusti di vino . In vista di
tanto pericolo, non poterono che pronunciare
confusamente : - Maria Ausiliatrice, salva-
teci! - A quest'invocazione tutto il pericolo
come per incanto cessò senza il menomo
danno : e la moglie che nello scroscio era
Un venerando Arcivescovo rico-
noscente a Maria . - Rev .mo e Stim .mo
Sig . D . Rua . In considerazione dell' avan-
zata mia età di anni 83, nonchè della mia
salute logorata dalle lunghe fatiche di eser-
cizio pastorale, sostenute per 56 anni nelle
sacre missioni di Albania, Epiro e Macedonia,
ottenni la sovrana grazia dal Sommo Gerarca
Leone XIII di essere esonerato dal grave
peso dell'Arcivescovato di Durazzo e di riti-
rarmi nella quiete di questo sacro chiostro .
Riferendomi ora all' ultima lettera da me
diretta a V . S . Rev .ma, provo il sommo pia-
cere di poter adempiere il mio voto per gra-
zia ricevuta dalla prodigiosa Madonna di
D . Bosco , della miracolosa conversione di
quattro scandalosi peccatori, diocesani di Du-
razzo, convertitisi a sincera penitenza .
Viva Maria Ausiliatrice, dispensiera di
grazie segnalate !
Nell' inviarle la tenue offerta di lire qua-
ranta da me promessa con voto, la prego
di volerla impiegare nelle spese del rino-
matissimo santuario della Madonna di D .
Bosco e di rendere di pubblica ragione la
grazia ottenuta, mentre ho il contento di con-
fermarmi coi sensi di predistinta rispettosa
stima
Venezia, dal Convento del Deserto, 17 giugno 1893 .
Dev .mo Servo in G. Cristo
Fr . RAFFAELE dei Minori riformati
Arcivescovo di Durazzo, dimesso .
alle falde dell'Etna . - Rev .mo Sig . .
D . Rua . - Quod vidimus, annuntiamus vobis .
Noi abbiamo sperimentato una volta di più
in questi giorni la verità di quelle parole
che Don Bosco ci ripeteva così sovente negli
ultimi anni di sua vita, che cioè Maria Ausi
liatrice si prende cura specialissima non
solo dei Salesiani, ma anche dei giovani loro
affidati e delle persone che in qualunque
modo li beneficano . Il fatto ha dello strepi--
toso e non va bene che stia nascosto qui
fra le mura del nostro collegio . Lo debbono
sapere tutti i Siciliani, lo debbono sapere
tutti i divoti di Maria, che nel Bollettino Sa-
lesiano toccarono già tante volta con mano
l'efficacia delle preghiere dirette alla gran
Madre di Dio, aiuto dei Cristiani .
Nientemeno che tre medici, .et quidem va
lenti, avevano, si può dire, sottoscritta la sen--
tenza di morte pel nostro giovane convittore
Sebastiano Mirone di Roccalumero (Messina),
alunno della 2a classe ginnasiale ; eppure ec-

2.4 Page 14

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colo ora vispo, allegro e pieno di vita, pre-
cisamente come quattro settimane fa prima
della malattia che minacciava di rapircelo .
Donde mai una metamorfosi così completa?
Qui l' arte umana bisogna che confessi la
potenza del Cielo .
La mattina del 28 giugno u . s., una vio-
lenta meningite cerebrospinale era per tron-
care la vita al nostro povero allievo . L' in-
fermo boccheggiava sui guanciali : il medico
curante, espertissimo certo nell'arte sua, su-
surrava già che omai s'era agli sgoccioli : i
genitori, abbattuti da immenso dolore, atten
devano gli ultimi aneliti del loro Sebastiano .
Per casa Superiori e alunni si ripetevano
l'un l'altro : Mirone in agonia ! Mirone in
agonia ! Che maraviglia dunque , se a due
passi dal collegio, il fabbro stava già mar-
tellando la cassa di zinco e il falegname
piallava gli assi per quella di legno ? La
morte era lì alla gola , il paese nativo di-
stava buon tratto, e il padre voleva ad ogni
costo portare seco almeno la salma del fi-
gliuolo per riporla nel sepolcro della famiglia ;
e quindi straziato dal dolore , aveva creduto
bene di darne a tempo gli ordini opportuni .
Di questo passo andavano le cose, quando
al nostro carissimo signor Direttore balenò
un'idea. Tutto ad un tratto si spicca dal ca-
pezzale del caro infermo e dice fra sè : Ma
che mi debba morire questo ragazzo ? Va, e
detta il seguente telegramma : Oratorio Sa-
lesiano . Torino . Prego celebrare Messa altare
Maria Ausiliatrice per giovane convittore mo-
ribondo . - Guidazio . Poscia comanda di prose-
guire con maggior fervore il triduo cominciato
il giorno avanti e si abbandona fiducioso
nelle mani della nostra celeste Ausiliatrice .
Io non esagero, reverendissimo signor Don
Rua, ma aderisco semplicemente all' invito
fattomi di stendere questa relazione ed e-
spongo la verità schietta e netta . Il giovane
infermo, il 29 giugno, solennità di s . Pietro,
mentre costì forse si celebrava la Messa al-
l'altare di Maria Ausiliatrice, parve riaversi
tant' è che inghiottì qualche cucchiaio di
brodo, cosa insperabile, perchè la gola e gli
organi digestivi eranglisi omai paralizzati .
Tre giorni dopo l'egregio medico curante lo
dichiarò fuori di pericolo ; sicchè il 6 luglio
entrava in convalescenza . Oggi finalmente
egli partiva, accompagnato dal papà e mamma,
che non capendo in sè dalla gioia, se lo por-
tano in famiglia a rallegrare i parenti che
l'avevano già pianto come morto .
Grazie, o Maria Ausiliatrice, della vostra
bontà! Quello che Voi fate ai nostri giovani,
lo fate a noi, perchè essi sono la pupilla
degli occhi nostri .
Ecco il bel regalo, che noi ricevemmo da
Maria Ausiliatrice e che giudicammo conve-
niente di comunicare a Lei , reverendissimo
Signor D . Rua. Qui Ella avrà una novella
prova che a fecondare il campo della nostra
missione, insieme coi sudori dei poveri suoi
figli, si mescolano copiose giorno per giorno
le rugiade celesti .
Degni la S . V . confortare della sua pa-
terna benedizione il collegio di S . Basilio, ed
Ella, veneratissimo Superiore, gradisca l'u-
mile ossequio del suo
Randazzo, 9 Luglio 1893 .
Diac . CERIA EUGENIO .
La medaglia di Maria Ausilia-
trice. - Nel dicembre del 1892, Durando
Barbara di Farigliano giaceva da un mese
inferma, e malgrado le cure mediche, si
sentiva ogni giorno venir meno, anzi già
aveva ricevuta l' Estrema Unzione e la be-
nedizione papale ; quando un'amica venne a
portarle una medaglia di Maria Ausiliatrice .
La povera inferma sentendosi tanto aggra-
vata dal male , disse : - Vi ringrazio del
regalo, ma favorirete però metterla poi meco
nella tomba . - No, riprese l' amica , io
ve la porto affinchè la Vergine Ausiliatrice
vi ottenga la salute ; raccomandatevi con
fiducia a sì buona Madre, la quale può otte-
nere tutto dal suo Divin Figlio . - L'inferma
accettò il consiglio, e raccomandatasi alla
Vergine Ausiliatrice , subito cominciò a mi-
gliorare ed in breve si trovò talmente in
forze, da poter abbandonare il letto e guarire
perfettamente . Oggi in segno della più sen-
tita riconoscenza porta un regalo al santua-
rio di Maria Ausiliatrice.
Torino, 27 maggio 1893 .
DURANDO CATTERINA .
Felice esame . - Il mio fratello mag-
giore disponevasi a subire un esame, per
ottenere un impiego civile, al quale con-
correvano 53 altri candidati, tra i quali e-
ranvi molti giovani senza dubbio più abili
di lui. Io ricordando quanto aveva letto
nel Bollettino Salesiano riguardo alle gra-
zie di Maria Ausiliatrice, raccomandai con
fede l' esito del detto esame pel mio fra-
tello , con promessa di far pubblicare la
grazia qualora l' avessi ottenuta . Quanto io
sospirava, l'ottenni felicemente . L'esame riu-
scì benissimo ed il mio fratello ebbe il sospi-
rato impiego . Viva Maria SS . Ausiliatrice!
Malta, 10 giugno 1893 .
Ch . ARTHUD M ERCIECA .
*
Preservazione dalla grandine . -
La Parrocchia della Vezza, in ringraziamento
di essere stati liberati dalla grandine nel
1892, offre la somma di L . 600, pregando la
Vergine Ausiliatrice a voler continuare la
sua protezione su quelle campagne .
Giugno 1893 .
(Dai registri del Santuario) .

2.5 Page 15

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La santa Messa all' Altare di Ma-
ria Ausiliatrice . - Gravemente afflitta
per la triste sciagura che stava per colpirmi
di restare vedova con otto figli, ricorsi alla
Vergine Ausiliatrice che si venera in Torino,
perchè volesse, contro la sentenza del me-
dico, guarirmi il mio caro marito . A tal fine
spedii la tenue offerta di L . 5, perchè si cele-
brasse una S.. Messa al suo altare ; il che fu
fatto, e l'amato mio consorte incominciò a mi-
gliorare, ed ora, grazie a Maria Ausiliatrice,
egli è perfettamente guarito .
Riconoscente del favore sommo ottenuto,
di tutto cuore ringrazio l' Ausiliatrice dei
Cristiani e desidero si pubblichi il fatto a
suo onore e gloria .
Cloez, 4 Giugno 1893 .
ANNA FRANCII .
Maria Ausiliatrice mi ha esau-
dita ! - La sottoscritta aveva due nipoti,
dei quali uno era senza lavoro e l' altro
senza voglia di lavorare e, quel che è peggio,
con una condotta riprovevole . Pregò Maria
Ausiliatrice, perché volesse Essa provvedere
al bene di questi suoi nipoti, facendo pro-
messa di pubblicare la grazia qualora l' a-
vesse ottenuta . - Ora è ben felice di poter
ringraziare una sì buona Madre ; perchè il
primo de' nipoti trovò lavoro, ed al secondo
col lavoro venne pure la voglia di lavorare
e si diporta abbastanza bene .
Milano, 6 Giugno 1892 .
ERMENEGILDA MACCHI .
*
Viva Maria Ausiliatrice! - Un mio
affezionato zio, colpito da grave malattia era
sul punto di rendere l'anima a Dio . Supplicai
Maria Ausiliatrice, perchè ottenesse la gua-
rigione all' infermo, con promessa, a grazia
ottenuta, di scriverla sul Bollettino Salesiano .
In virtù di tanta benignità di Maria adempio
ora al mio voto .
Trecastagni, 25 maggio 1893 .
Una Cooperatrice Salesiana .
Torino . - Davi Teresa, Sandidero . - Isabella
D ., Sandidero . - Anna R . Torino . - Bimbi
Gio. Batta, Curato, Valbana . - N . N ., Par-
roco, (Prov . d'Ancona) : - Zopito Antico , Lo-
reto Aprutino . - Cali Salvatore, Testona To-
rinese, - Badatta Giuseppina, Sartirana . - Mo-
randini Amalia, Rizzoli.-MT azntiuro, o-
rino . - Ghione Delfina, Torino . - Sac . Ruffo
Antonio, Curato, Cannaro . - F . L ., Vigevano . -
Daghero Giacinto, Vico Canavese . - Dazzoni A-
dele, Faido (Canton Ticino) . - Nava Gio . Batta,
Mayltano . - N . M ., Poirino . - N . N . Frossasco .
- De- Giusti Angelina, Ponte Ronca . - Soldini
Onorina, Bellinzona . - Baravalle Maddalena, Ca-
ramagna . - P . Giuliano da S . Anna di Verona,
Bordighera. - Savio Maria, l'orino . - Cerrato
Tommaso, Villa ,Stellone . - Ramello Antonio,
Usasia . - Baneluo Domenica, Dforetta . - Petiti
Margherita, Moretta . - Chiavarino Gio . Batta, Ca-
steli-osso . - Corrado Amalia, Castelrosso . - Ca-
reggio Sofia, Castelrosso . - Vercellino Clara, Bar-
quone . - Pereno Maria, Orbassano . - Garrone
Spiritino, Chieri. - Marocco Maria, Poirino . -
Marchisio Giuseppe, Caranragna . - Ferrero Ste-
fano, Orbassano . - Martinetto Demenica . - Vit-
tone Carlo, S . Sebastiano . - Cravetta Delfina,
Torino . - Tarelli Carlotta, Bandissi . - Salietti
Antonio, Pinbes . - Ruffino Giuseppe, Genova . -
Suino Francesca, Caramayna . - Musso Pietro,
F oglizzo . -- Marchisio Giovanni, Mondovì Caraz-
zone . - Viariggi Domenica, Castiglione. - Rocca
Antonio, Amanta (Saluzzo) . - Bovo Rosa, Vi-
yone . - Adele Ferrero, Torino . - alarocco Zatti
Anetta . - Cortese Giovanni, Valfranca . - Be-
nevello Maria, Cuneo . - Scanavino Giovanni e
Battista . - Famiglia Scagliotti, Lù . - Famiglia
Borghino, Lù . - Farinazzo Margherita, Mag liano
d'Alba . - Mongini Massimo . - Ghirardo Teresa,
Ormea . - Dossetto Margherita, Envie (Saluzzo) .
- Giavotti Catterina, Vinovo . - Pilota Giuseppe,
Saleggia . - Gibello Pietro, Castelrosso . - Lusso
Paola, Castelrosso . - Bogetto Giacomo , Castel-
rosso . - Turco Lucia , l'artandone . - Viestri
Vincenzo, Antignono . - Pezzuto Francesco, Vezza
d'Alba . - Marzero Francesco, Cornegliano d'Alba .
- Montabone Irene, Susa . - Molinero Eleonora,
Scalenghe . - Molinero Angela, Scalenghe . - Gi-
vogri Giuseppe, Foglizzo . - Iaggi Carolina, To-
rino . - Guardino Giuseppe, Canelli . - Stardero
Francesco, Vinovo . - Augelini D . Luigi , Vene-
zia. - Quarleri Teresa, Voghera . - Teologo Mo-
lini D . Gio . Batta, Toirani .
NOTIZIE VARIE
Riferiscono altre grazie e riconoscenti man-
dano offerte al Santuario di Maria Ausilia-
trice od alle Missioni Salesiane
D . Francesco Corradi Parroco, Arzeno d' One-
glia . -- D Andrea Rolle Prevosto, Givoletto . -
O . Leopoldo Tosi Curato, Cabella Ligure . - Riz-
zardi Maria, Bovezzo . - Zennaro Angelo, Pelle-
strina Veneto . - Marchiaro Francesca, Torino .
- Pochintesta Michele, Varzi . Riolfi Gerola-
mo, Pedemonte . - Buffo Eleonora, Cagna . - Star-
devo Margherita, Vinovo . - Conti Giovanni Cliie-
rico, Catania. - Giuseppe Cuneo Canonico, Tag-
gia . - Zuguoni Catterina . - Navasso Matilde,
Il battesimo
ad un giovane Africano .
Sarrià (Barcellona) . - Nei giorni 23, 24 e 25
u. s . giugno, mentre in Torino celebravansi le
feste in omaggio a D . Bosco ed al suo successore
D . Rua, nel collegio salesiano di Sarrià facevasi
altrettanto, sebbene lontani assai da Torino .
Due particolarità però resero più solenni quei
giorni, cioè una grandiosa esposizione artistica dei
lavori dei nostri artigianelli di quella casa ed il
battesimo di un giovane africano .
La sera del 23 grande accademia . Il giorno 24
sacre funzioni solennissime, ed a notte fuochi pi-

2.6 Page 16

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rotecnici ed illuminazione . Il giorno 25 battesimo
del suddetto neofito africano , quindi altra accade-
mia, a cui presero parte l'inclito Municipio di Sar-
rià, l' illustre rappresentante del Capitano Gene-
rale di Barcellona ed altri esimii signori .
Nell' esposizione artistica furono specialmente
ammirati un pastrano d'un solo pezzo, una serra-
tura fatta a colpi di lima da uno dei più giovani
tra gli allievi, una statua del Sacro Cuore di Gesù
ed un basso rilievo rappresentante l'incoronazione
di Ester . Grande concorso di visitatori .
Il Vescovo di Acireale all' Orato-
rio Salesiano di Mascali-Nun-
ziata (Sicilia) .
Così ci scrive da Mascali-Nunziata un nostro
Cooperatore :
« Quanto cara ci fu la visita di S . E . Rev .ma
Mons . Genuardi, nostro veneratissimo Vescovo .
» L' amoroso e zelante Pastore giungeva il
mattino del 15 giugno in Mascali . Un sincero
entusiasmo destossi negli abitanti , appena si
furono accorti di aver tra loro Monsignore, che
con paterna cura veniva a visitarli . In pochi mi-
nuti tutto il paese si accalcava intorno all'amato
P astore per riceverne le benedizioni di Dio .
» S . E . dopo essersi trattenuta un po' in parroc-
chia dinnanzi al SS . Sacramento, si recò a Nun-
ziata, dove fu accolta fra unanimi evviva dal po-
polo festoso . Fatta una breve visita alla parroc-
chia e al collegio dell' Immacolata, diretto dalle
Figlie di Maria Ausiliatrice, l'animo di Mon-
signore corse dai figli di D . Bosco, pei quali
nutre un affetto particolare . Fu questo il fine
precipuo della sua venuta a Nunziata, veder
da vicino quel sacro recinto, sorto appena que-
st' anno, nel quale sotto gli auspici del Sacro
Cuore vari chierici salesiani vengono allevati nella
pratica delle più elette virtù ed informati allo
spirito dell'immortale loro Fondatore .
» E l'Oratorio del Sacro Cuore doveva rimaner
muto all'affetto che il suo Pastore e Padre dimo-
stravagli in quel giorno
» Quei cari chierici, sebbene imbarazzati al dolce
annunzio che Monsignore veniva a visitarli, tut-
tavia esultanti di gioia addobbarono in fretta ed
in furia in una forma semplice ed insieme arti-
stica un salone, e giù al portone a ricevere schie-
rati in due file il Vescovo. Il volto di tutti brilla
d'insolita gioia, gli occhi sono fissi alla strada,
impazienti ed avidi di mirare la maestosa ed ama-
bile figura di S . E . Dopo brevi momenti di ansia
Monsignor Genuardi compare sulla soglia del por-
tone ; un fragoroso evviva echeggia per l' aria,
tutti s'inchinano a ricevere la pastorale benedi-
zione e a baciare l'anello di Monsignore, che col
volto atteggiato a dolce sorriso e a ciascuno ri-
volgendo amorevoli parole, s'avvia alla cappella,
accompagnato dal Direttore della casa, il reve-
endo D . Francesco Piccollo, e dai chierici che
gli vengono dietro . In cappella questi eseguirono
maestrevolmente l'Inviolata et integra del Gounod .
Al sentire quelle soavi e classiche note sollevarsi
leggermente fino al trono della Vergine Benedetta,
l' animo s' inebbriava di celeste gaudio, ci senti-
vamo trasportati in sfere più elevate a pregustare
le delizie dell'eterna Sionne .
» Uscito di cappella, Monsignore assistette ad un
breve e famigliare trattenimento . Applauditissimo
fu l'inno in musica, come anche riscossero ripetuti
applausi i varii componimenti , nei quali alcuni
chierici, a nome dei loro compagni, esternarono,
rivestiti di poetiche forme, il loro giubilo e la
loro riconoscenza a S . E . Pieni di grazia furon
i distici latini . Monsignore in fine , vivamente
commosso, rivolse agli astanti affettuose parole,
improntate ad un tenero amore alla memoria
di D . Bosco e all' opera di questo grande apo-
stolo della gioventù. S . E . dopo avere ammini-
strato la Cresima ad un giovane, volle onorare i
Salesiani, sedendo con loro a pranzo, il fine del
quale fu allietato da allegri brindisi, dal canto
Il figlio dell'Esule di Mons . Cagliero e dal mae-
stoso coro la Speranza del Rossini .
» Alle 5 pom . con assistenza del Vescovo s' im-
partì la benedizione col Santissimo, dopo l'esecu-
zione del mottetto O salutaris hostia del Mozart
e di un T antum ergo del sullodato Mons . Cagliero .
» Era l'ora della partenza . Il venerato Pastore
benedisse ancora una volta i suoi figli prediletti,
e fra una salva di evviva lasciò l' Oratorio del
Sacro Cuore per recarsi al collegio dell' Immaco-
l ata a benedire la nuova cappella per le ragazze
esterne . Alle 6 Mons . Genuardi partiva per Aci-
reale, accompagnato dall'Arciprete, dal Direttore
del Sacro Cuore e da altri preti del paese .
» Così si chiudeva quel giorno memorando, che
gli anni non basteranno a cancellare dalla me-
moria e dal cuore dei figli di D . Bosco . »
(Un Cooperatore Salesiano .)
Nell'Istituto Salesiano di Faenza .
Il giorno 15 giugno scorso nel nostro istituto
di Faenza ebbe luogo la distribuzione dei premi
ai giovani esterni che maggiormente si distinsero
per bontà, diligenza e profitto . Numerosi Coope-
ratori e Cooperatrici Salesiane vi assistevano, e la
banda, composta di giovanetti alunni di quel Col-
legio stesso, eseguiva scelti pezzi . S . E . Rev .ma
Mons Cantagalli, assente per cure del suo pastoral
ministero, era rappresentato da mons . Francesco
prof. Baldassarri, Canonico proposto e provicario
generale . Lesse un discorso di circostanza l'egre-
gio giovine conte dottor Carlo Zucchini, che spesso
interrotto da spontanee approvazioni fu alla fine
salutato da una vera ovazione. A quei teneri
figli del popolo ricordò quanto debbano essere ri-
conoscenti dell' ottima educazione religiosa che
nell'Oratorio ricevono ; accennò la fiera lotta che
dovranno sostenere per seguire i sani precetti, le
divine leggi che vi apprendono ; espose le calun-
nie cui saranno fatti segno , quasicchè amare e
temere Iddio non sia conciliabile coll' amare,o-
norare la Patria e difenderla qualora occorra, se-
guire le sante leggi del Vangelo non sia la vera
libertà e non significhi essere ottimi cittadini, spe-
ranze della società . Evocò splendidamente con
felicissima apostrofe la grande figura del nostro
fondatore D. Bosco, ed in breve epilogò l' opera
dei suoi figli già sparsi per tutta la terra a por-
tare e ravvivare quella lede ai trionfi avvezza che
solo ha potere di arrestare lo sfacelo sociale .
Quel Direttore, sac . prof. G . B . Rinaldi, parlò
per ringraziare i Cooperatori e Benefattori con
belle parole, esponendo che non lieve consolazione
era fra tante fatiche e sacrifizi il constatare una
sempre crescente cooperazione da parte della grande
maggioranza dei cittadini ed un progressivo svi-
luppo tanto del Collegio, che già conta 225 alunni
quanto dell'Oratorio festivo frequentato da ol-

2.7 Page 17

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tre 400 giovani , risultato invero sommamente
soddisfacente e superiore, ben. può dirsi, a qua-
lunque commento .
Alcuni giovanetti esterni recitavano negli inter-
mezzi graziose poesie ed altresì qualche canto a
più voci, mentre procedevasi alla lettura dei nomi
dei fanciulli premiati ed alla distribuzione dei
premi consistenti in oggetti di vestiario, scarpe,
libri per una quantità straordinaria .
Per ultimo il sullodato Mons . Baldassarri con
affocate parole si rallegrò coi giovani premiati ,
incoraggiò gli altri ad imitarli, progredendo sem-
pre nella virtù e nello studio onde riuscire bravi
artisti, buoni elementi per le famiglie, ottimi cit-
tadini .
Gara Catechistica .
Togliamo il seguente articolo dall'Italia Reale .
La Domenica, 11 giugno alle sei, pomeridiane,
si festeggiò nell'Istituto salesiano « Don Bosco, »
in Valdocco (Torino), la solenne Gara catechistica
degli artigiani. Nel maggior cortile del Collegio,
adorno vagamente di orifiamme e bandiere, si
affollavano gli allievi col brio proprio della a-
dolescenza e della giovinezza, ansiosi di cono-
scere l'esito del pacifico ed interessante certame .
Momento di generale commozione fu quello in
cui, tra i giulivi concenti dell' ottima banda
musicale, fra le acclamazioni entusiastiche di tutti
gli astanti entrarono i bravi gareggianti, contras-
segnati da speciale distintivo , ed inchinarono
i ricchi vessilli, destinati in premio ai vincitori,
innanzi all' amatissimo loro padre Don Rua ed a
S . E . monsignor Cagliero, salito dagli umili prin-
cipii di alunno dell'Oratorio, all'alta dignità epi-
scopale, alla sublime grandezza dell' apostolato .
Sotto il portico, addobbato per la fausta circo-
stanza, intorno ad essi avevano posto insigni ec-
clesiastici , fra i quali il rev. teologo Murialdo ,
rettore del Collegio degli Artigianelli e tra i primi
coadiutori di Don Bosco nell' insegnamento del
Catechismo, Don Durando e Don Lazzero, nonchè
moltissimi Cooperatori e Cooperatrici salesiani .
La gara, ch'ebbe luogo fra 46 giovani artigiani
sull' intero Catechismo della diocesi , sulle varie
feste dell' anno, sui fatti principali della Storia
Sacra e sul modo di servire la Santa Messa, pri-
ma con domande estratte a sorte, poscia fatte si-
multaneamente fra gli stessi allievi , non poteva
riuscire né più ordinata né più soddisfacente . E
di tale riuscita edificante ne va lode , non solo
agli zelanti maestri, ma ben anco agli stessi ra-
gazzi che dedicano allo studio indefesso delle ve-
rità eterne di nostra fede quel tempo che altri
impiegherebbero in sollazzi, a svago del quotidiano
lavoro, cui debbono accudire per apprendere
l'arte che loro darà sostentamento nella vita .
La religiosa lotta fu combattuta con strenuo
valore da tutti i concorrenti, e fu vinta da Scat-
tolini Pietro eletto Principe della Gara, da Cop-
peri Carlo , primo console, da Garelli Giuseppe ,
secondo console, da Sormano Remo, legato , e da
Rossi Gio . Battista, alfiere, che ricevettero le ban-
diere, fregiate di aurei ricami, fra generali ap-
plausi, ed al suono della Marcia Reale .
Monsignor Cagliero si degnò per ultimo dire
alcune opportune parole di chiusa che riuscirono
a tutti di rallegramento, di consiglio e di savia
esortazione . Infatti, dopo un felice paragone fra
i ludi pagani dell'antica Grecia, le atletiche pa--
lestre di Roma idolatra e le gare catechistiche
della gioventù cristiana che hanno per fine la sa
lute dell' anima , l' onestà del vivere , la felicità
eterna, encomiò lo studio delle cattoliche dottrine,
dimostrando con acconcio esempio essere il Cate-
chismo compendio di spirituale teologia e di filo-
sofica scienza, in cui sono risolte tutte le questioni
sociali , in cui sono definiti i problemi tutti che
travagliano l'umanità .
Ebbe rimproveri di fuoco per l' esclusione del-
l' insegnamento religioso dalle scuole, e terminò
con un caldo appello agli studendi del Collegio
Salesiano, perchè, ferventi di nobile emulazione,
sappiano imitare i loro fratelli artigiani a supe-
rare con lode la difficile prova del vicino esame .
Il dotto Prelato fu salutato da unanimi applausi,
il cui eco, vibrante di affettuosa riconoscenza, mi
ripete ancora un'evviva a Don Bosco, a D . Rua
e a mons . Cagliero !
C . ROSA-FORNELLI.
Com'è organizzato a Parma
l' Insegnamento della Religione .
Solenne premiazione
Togliamo la seguente corrispondenza dalla
Lega Lombarda di Milano del 23-24 Maggio .
Parma, 21 maggio .
La solenne distribuzione dei premi fatta la
domenica 14 maggio nelle sale dell' Episcopio
di Parma ai giovani che frequentarono la scuo-
la di religione, mi offre motivo di parlare di
questa bella istituzione, onde far vedere quanto
essa sia preziosa e quanto preziosi frutti può ar-
recare .
Fin dal 1889 il compianto vescovo, Monsignor
Miotti, pensò di fondare in Parma una scuola di
catechismo esclusivamente per i giovani avviati
alla carriera degli studi, essendo omai troppo dif-
ficile che un giovane, quantunque sia entrato
nelle scuole secondarie , possa ancora ricevere
quell'istruzione religiosa che gli abbisogna a pre-
ferenza di altri, e che nondimeno non troverebbe
nella scuola, e difficilmente potrebbe continuare
nella famiglia .
Affidò l'incarico di questa scuola ai Reverendi
Sacerdoti Salesiani, che qui a Parma hanno un
Collegio fiorentissimo .
All' appello che Mons . Vescovo fece ai giovani
studenti, fin d'allora rispose un buon numero di
essi, che di anno in anno andò crescendo, finchè
in sì breve periodo di tempo ha potuto raggiun-
gere la cifra di circa 400 .
Le classi in cui si divide questa scuola sono
quattro . Nelle prime due sono ammessi i giova-
netti che frequentano le scuole elementari ; nella
3a quelli del ginnasio inferiore e delle scuole tec-
niche, nella 4a,cheèlapiùmortnechè
frequentata da circa 60 giovani, sono ammessi
quelli che frequentano il ginnasio superiore , il
liceo, l'istituto tecnico e l'università, nonchè gli
altri corsi superiori della città, poichè anche la
scuola di belle arti e il Conservatorio di mu-
sica hanno qui la loro rappresentanza .
Il corso di queste istruzioni, che consiste in due
lezioni alla settimana, il giovedì e la domenica,

2.8 Page 18

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comincia coll' apertura dell'anno scolastico e ter- lire, dissero anche il signor Benassi, studente di
mina colla Pasqua, nel qual tempo si suol termi- matematiche, e il signor Marusi, allievo del Con-
nare il corso delle lezioni catechistiche colla Co- servatorio di musica .
m unione Pasquale di tutti gli ascritti, e chiunque Chiuse la solenne distribuzione dei premi uno
si fosse trovato nella domenica in Albis di que- splendido discorso di circostanza di Monsignor
st' anno nella Cappella del Collegio Salesiano di Tonarelli, Vicario Capitolare, e terminò salutando
S . Benedetto, sarebbe rimasto oltremodo edificato Monsignor Miotti che istituì questa Scuola, i Sa-
a vedere quell'eletta schiera di giovani accostarsi lesiani che la dirigono e Leone XIII che la be-
con vera divozione e con un contegno edificantis- nedisse .
F. L.
simo a ricevere la Santissima Comunione dalle
mani di Monsignor Tonarelli, Vicario Capitolare,
il quale con un vibrato discorso d' occasione in-
coraggiò quei giovani a battere la via del bene
Per le Missioni .
per la quale si erano incamminati .
In questi giorni il nostro Missionario D .
A mantenere viva questa scuola, alla quale fa
capo la parte migliore della gioventù parmense ,
quella gioventù che un giorno dovrà dare un a-
spetto nuovo alla società , Mons . Miotti aveva
quest'anno designato L . 400 perchè fossero distri-
buite come premi ai giovani che più si sarebbero
distinti in detta scuola, assegnando un premio di
Giuseppe Solari, tornato ultimamente dal-
l' Uruguay, per accondiscendere al desiderio
di varii Cooperatori Salesiani della Lom-
bardia, va tenendo pubbliche conferenze in
alcuni di quei paesi . Noi ringraziamo quei
benemeriti Cooperatori e pie Cooperatrici, che
L. 150 ed uno di L . 50 a due giovani della classe nutrono tanto affetto per l' opera nostra e con-
superiore che avrebbero presentato il miglior la- segnano al suddetto nostro Missionario l'obolo
voro di Catechismo su tema dato . Pel bene di
tanta gioventù e della città di Parma, ci giova
sperare che della munificenza del compianto ve-
scovo Miotti abbia a risentirsene ancora negli
anni venturi .
della loro carità a favore delle Missioni Sale-
siane, e preghiamo di gran cuore la Patrona
delle nostre Missioni, Maria SS . Ausiliatrice,
perché voglia rimeritarli generosamente .
Il tenia sorteggiato guest' anno per lo svolgi-
mento fu la necessità delle religione .
Ben 11 furono i giovani che si accinsero allo
NECROLOGIA .
sviluppo di questo tema, e i due premiati furono
Benassi Pio, studente di matematiche, e Lenzi
Francesco, maestro di musica . Al primo toccò il
premio di L . 150, all'altro quello di L . 50 .
Il 19 giugno scorso a Fossano spirava san-
tamente l'illustre Contessa Testù di Cam-
burzano n ata Crotti di Castigliole,
Altri lavori caratteristici furono premiati con nobil donna vissuta unicamente per benefi-
elegantissimi libri, ai quali tennero dietro moltis-
simi premi di diligenza ed assiduità per i giovani
delle Classi inferiori .
La Commissione esaminatrice dei suddetti lavori
fu scelta da Monsignor Vicario capitolare fra i
Canonici della Cattedrale di Parma .
care . Passò parecchio tempo all' estero, ove
il Governo di Sardegna inviava il Conte suo
consorte a coprire cariche onorifiche alla
Corte di Parigi, Vienna e Lisbona ; e rima-
sta vedova ritirossi in Fossano a vita tran-
quilla e lontana dei fasti e dai rumori delle
chiassose capitali . In ogni tempo di sua vita
Il dire che la distribuzione dei premi, a cui ac- ed in ogni luogo i poverelli di Cristo forma-
cennai fin da principio, presieduta da Monsignor
Tonarelli e presenziata da una numerosa rappre-
sentanza di cittadini, riuscì splendida direi cosa
inutile . Come direi cosa inutile asserendo che i
singoli punti musicali del programma furono riu-
scitissimi e molto applauditi
Non mi dispenserò per altro dall' accennare al
rono sempre la sua predilezione . Ella fu pure
Cooperatrice Salesiana, e negli ultimi mo-
menti ricordossi del nostro Collegio di Fos-
sano . Noi raccomandiamo la sua bell'anima
alle preci dei Cooperatori e delle Coopera-
trici Salesiane .
discorso di prolusione pronunziato in quella cir-
costanza dal R .m° Dottor Don Baratta, cui è affi-
data la direzione della Scuola Catechistica , per-
chè in quel discorso, oltre ad essere ampiamente
BIBLIOGRAFIA
spiegato lo scopo che determinò il compianto
Mons . Miotti alla istituzione di questa scuola, ne
spiegò i risultati pratici che da essa ne derivano .
Fatto vedere l'intimo nesso di questa scuola col
Io . BAPTA . FRANCESIA . -- Leo III Pon-
tifex Maximus . Actio Dramatica . S . Be-
problema del giorno, la questione sociale, dimo- nigno Canavese, Tip . Salesiana, 1893, p . 193
strò ad evidenza che i giovani, cui è destinata - prezzo C .mi 0,40 .
quella scuola, perché forniti di maggior coltura,
degli altri, hanno più di essi bisogno di essere
(Dalla Verona fedele) .
addestrati nella religione, il che non potrebbe « È un fatto notevole che i sacerdoti salesiani
ottenersi, laddove mancasse questa istituzione . più occupati negli uffici della gran casa son pur
Attendiamo a catechizzare il popolo, disse, ma quelli che, a somiglianza del loro fondatore, più
non trascuriamo i giovani che un giorno dovranno si occupino di studi letterari, e ci regalino di
essere a capo delle istituzioni , nelle quali potrà quando in quando pubblicazioni, destinate non
penetrare lo spirito religioso solo quando esse sa- solo a fare gran bene tra la gioventù, ma ezian-
ranno in mano di uomini religiosi .
dio a mostrare quanto i classici studi sieno col
Belle parole e piene di spirito cattolico che tivati nell'Oratorio di S . F . di Sales . E recentissima
niun rispetto Umano giammai riuscirà ad affievo- prova ne offerse il ch.smaocpGBFrfne-

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sia con l'annunziato dramma Leo III . Il France-
sia è un latinista di polso, e basterebbe a mo-
strarlo tale l'aurea prefazione di questo lavoretto,
nella quale spiega come avesse origine e quale
ne sia l'argomento .
» Era il 795 dell'éra cristiana, e, morto Adria-
no I, fu assunto al pontificato, con gioia di tutti,
Leone III, il quale, tosto per lode di clemenza,
forza d'animo, acceso amore di religione trasse a
sè gli sguardi dei popolo cristiano ; ciò nondi-
meno, uomini scellerati, cui egli avea ricolmi di
speciali onorificenze, bramosi di novità, ordirono
una congiura contro di lui, proponendosi d'ucci-
dere il Papa e allettar con inganno i Romani
alla vetusta dignità della repubblica . Il momento
sembrava favorirli . Perocchè, mentre il popolo si
recava, con gran pompa e frequenza, alla chiesa
di S . Marco, e lo stesso Pontefice incedeva a ca-
vallo, circondato da ogni ordine di cittadini, scop-
piata d'improvviso una sommossa, i sicarii, assa-
litolo, lo gettano in carcere, ove gli si recide la
lingua e strappano gli occhi .
» Frattanto ne sorge scompiglio in città ; ma
quando i rei credono godersi il premio del loro
delitto, ecco Albino, cubiculario del Pontefice,
senza punto atterrirsi opporsi loro e rimenar tra
gli applausi Leone III al Laterano , ove per so-
lenne miracolo, mentre tutti ne piangono lo stra-
zio, riacquista gli occhi e la favella . Il che riac-
cese negli animi l'amore a lui, l'odio ai suoi per-
secutori .
» Carlo Magno stesso, uditone il racconto, venne
a Roma per congratularsi con il Papa e punirne
i nemici . Ma il Papa, chiesta indulgenza per loro,
rivolse il pensiero a sollevare la pubblica miseria,
a tutelare la quiete di Roma, la pace e la tran-
quillità di tutta la repubblica .
- « Haec paucula - dice l'A . - in medium
referenda putavi, quae passim historici narrant de
supremo periculo, quod Leo III est in urbe nactus .
Quant quidem rerum vicissitudinem animo repu-
tans, baud abs re esse credidi componere cum tem-
poribus Leonis III lanc nostrani aetatem, atque
inde animum sumere ex ipsis difficultatibus, quae
omni fere saeculo Ecclesiam circumveniunt, quibus
tamen nec labefaetari poterit, nec loco dimoveri .
Ipsa enìm non mortalium viribus, nec potentioruni
praesidio nititur ; sed Deo unice confisa vel in
ipsis gravioribus periculis, haud dubialn sibi vic
toriam auguratur . » (p . 10-11) . -
» La ristrettezza dello spazio non ci consente di
riassumere il doppio lavoro del ch .mo autore ; e di-
ciamo doppio, perchè il dramma scritto in ottimi
trimetri giambici, è di fianco tradotto in buoni
endecasillabi ; ma non diciamo di questi , che a
fianco del latino, passano in seconda linea ; di-
ciamo del vero e proprio dramma originale sgor-
gato nella lingua del Lazio dalla classica penna
del Francesia . Chi non ci crede, procuri d' aver
l'opuscolo e lo legga ; ci dirà poi se v' abbia esa-
gerazíone nel nostro giudizio .
» I seminarii, che usano fare in certi periodi sag-
gio dei loro alunni con recite di drammi latini,
lascino un po' da parte quelli di Plauto, e vi
sostituiscano questo . Sarà tanto di guadagnato .
» Il pregevole lavoro è dedicato a S . S . Leone
XIII nell'occasione del suo giubileo episcopale ;
e fu recitato in Roma il 9 marzo nell'inaugura-
zione del monumentale ospizio salesiano al Castro
Pretorio » .
Noi non aggiungeremo parola a quanto disse il
surriferito giornale di questo nuovo lavoro del D .
Francesia ; diremo solo che, avendone presentato
una copia al S . Padre, lo gradì moltissimo, e come
ebbe a dirci Mons . Tarozzi, Segretario di S . S . per
le lettere latine, leggendogliene un giorno qualche
brano, specie del Prologo, il Papa sorrideva, ap-
provava e se ne mostrava soddisfattissimo .
Cooperatori defunti nel Giugno e Luglio 1893
1 Avra Angela vedova Ferrero - Te-
rino .
2 Almondo D . Pietro - S .n Stefano
Roero (Cuneo),
3 Amantini D . Bernardino cappellano
- Nocelletto Villa (Macerata) .
4 Appendino Lorenzo - Villastellone
(Torino) .
5 Balestra Angela Maria ved . Alla-
vena - Ventimiglia (Porto Maurizio) .
6 Ballestri D . Marco rettore - Ranoc-
chio (Modena) .
7 Baronchetti D . Manfredo parroco -
Rovetta (Bergamno) .
8 Battiston Luigi - Bagnarola (Udine).
9 Berchialla Mens . Vincenzo Gregorio
Arcivescovo - Cagliari.
10 Bernesi D . Achille - Roma.
11 Bianchi D . Silvestro parroco - Ca
sola di Lunigiana (Massa Carrara) .
12 Bodra D . Luigi arciprete - Lon-
ghena (Brescia) .
13 Bonanni Giuseppe fu Paolo - Rio-
maggiore (Genova) .
14 Bonadei D . Antonio parroco - San
Lorenzo (Bergamo) .
15 Bosio Elisabetta vedova Bertolotti -
Torino .
16 Brigate D . Giuseppe parroco - Al-
zate (Novara).
17 Bruni Marianna - Dongo (Corno) .
18 Bocci Mons. Luigi - Roma.
19 Compregher D . Giovanni - Calce-
ranica (Trento) .
20 Caresso Teresa - Bagnarola (Udine) .
21 Carletti D . Antonio arcip, V. F . -
Sale Marasino (Brescia).
22 Catelli D . Alessandro arcip . V . F .
- Sorbolo (Parma) .
23 Cavaglià Giuseppe - Santena (To-
rino)
24 Coapin Maria - Bagnarola (Udine) .
25 D'Ambrosio D . Angelo cappellano -
Gorgo (Udine).
26 Danelon Giuseppe - Bagnarola (U-
dine) .
27 Decandido Leonardo - Bagnarola
(Udine) .
28 De Rossi di S . Rosa contessa Santo-
rina - Roma.
29 Ellero Maria - Bagnarola (Udine) .
30 Fagioli-Covili Edvige - Pavullo
( Modena)
31 Farina Carolina fu Francesco - Va-
lenza (Alessandria) .
32 Fasolis Pietro - Torino .
33. Finato Bortolo - Pressana (Verona) .
34 Galli D . Antonio parroco - Morbio
Inferiore (Svizzera) .
35 Gardia Redenta, -Bagnarola (Udine) .
36 Gariglio Alessandro - Villanova
Solare (Cuneo) .
37 Gastaldi Florinda - Vignole Borbore
(Alessandria) .
38 Giannini Zenaide - Fermo (Ascoli
Piceno).
39 Giarduz Pietro - Bagnarola (Udine) .
40 Mangioni avv . Giovanni - Padova .
41 Mainardi D . Agostino arciprete -
Brandico (Brescia) .
42 Manron Nicola Superiore dei Padri
Rodentoristi - Roma .
4o Massini Gio . Datt . - Rimini (Porli) .
41 Modini D . Augusto parroco - Pen-
sano (Milano)
45 Moriani D . Giuseppe parroco- SarL
Martino Tremolato (Arezzo) .
46 Muggiani Suor Ignazia Brigida reli-
g iosa Orsolina - Piacenza .
47 Mutti D . Ambrogio- Pavia .
40 Ottazzi Teresa - Alice Belcolle (A-
lessandria) .
49 Peroni Teresa vedova Magner
Potenza Picena (Macerata) .
50 Piagno Lucia - Bagnarola (Udine) .
M5a1uRriiszciioar Antonio - Bordighera (P.°
52 Rosa P . D . Alessandro parroco -
Serra S . Quirico (Ancona) .
55 Serra Giuseppina nata Avenati-Bassi
- Feletto (Torino) .
51 Vit Pietro - Bagnarola (Udine) .