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ANNO XVI - N . 9.
Esce una volta al mese .
SETTEMBRE 1892
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario .
Crlistoforo Colombo .
Monsignor Cagliero ed altri Missionari Salesiani in
Italia .
Gli antichi allievi di D . Bosco all' Oratorio .
INGHILTERRA . La prima pietra della nuova Chiesa del
S . Cuor di Gesù a Londra .
SPAGNA . Un altro Oratorio festivo a Gerona.
FRANCIA . Caritatevoli industrie dei Cooperatori Sale-
siani di Nizza Marittima .
Notizie dei nostri Missionari . - Dalla Terra del Fuoco,
Chili, Argentina ed Equatore .
BETLEM ME . Dall' Orfanotrofio della Sacra Famiglia .
Notizie varie .
Don Michelangelo Braga.
Cooperatori defunti .
bri, opuscoli ecc. alla Tipografia Sa-
esiana, per accettazioni o raccoman-
dazioni di giovani o pagamento di pen-
sioni alla Direzione dell'Oratorio Sa-
lesiano, infine per inscrizioni di nuovi
Cooperatori, rettificazioni d'indirizzi
del Bollettino o reclami pel medesimo
alla Direzione del Bollettino Sale-
siano .
Tutti questi diversi uffici sono in
Torino, via Cottolengo, N . 32 .
AVVISO
CRISTOF ORO COLOMBO
Crediamo bene d'avvertire nuova-
mente i nostri benemeriti Cooperatori
Colombo è nostro.
e Cooperatrici che, per essere più
(LEONE XIII. Encicl. Quarto
abeuntsaculo).
prontamente serviti nelle loro richie-
ste, sarà bene che per libri o musica
si indirizzino alla Libreria Salesiana,
I L quarto Centenario della scoperta del-
l'America vien festeggiato con uno
splendore di solennità che trova un'eco nei
per immagini, medaglie, crocifissi, sta- due mondi . Questo concerto d'entusiasmo
tuette, corone e simili al Magazzino è un vero trionfo, perchè è segnato di
di somministranze, per istampa di li- un carattere innegabile dì soprannatu-

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rale . Tale scoperta, sia in se stessa, come cose divine la più divina quella si è di coo-
avuto riguardo al suo autore ed alle con- perare con Dio a salvare le anime (1) . »
seguenze per la Religione cristiana, porta L'eroe che il mondo celebra in questo quarto
l'impronta di Dio . D'altronde, una voce
augusta ha determinato, con una parola
piena di grandezza e di santo orgoglio,
la natura di quest'allegrezza che fa tra-
salire le anime nell'universo intiero . Co-
lombo è nostro, disse Leone XIII . Questa
rivendicazione, fatta in nome della Chiesa
Centenario non ha diminuito i meriti di nes-
suno dei suoi predecessori ; ma tra gli uni
e l'altro passa una notevole differenza . « La
nota caratteristica di Colombo sta in questo
che, nel solcare e risolcare gli spazi immensi
dell'Oceano, egli aveva la mira a maggior
segno che gli altri non avessero . Non già
che nulla potesse in lui la compiacenza
cattolica dal Vicario di Gesù Cristo, è il nobilissima di avanzar nel sapere , di ben
più bel titolo di gloria dell'immortale meritare della umana famiglia ; non che te-
navigatore ; essa fu ripetuta dall'intiera nesse in non cale la gloria, i cui stimoli chi
Cristianità, lieta di mandare a sua volta è più grande più sente, o che disprezzasse
quel grido di gioia uscito dal cuore del
Sommo Pontefice .
Figli d'un padre che sapeva rendere
proprii e i dolori e le allegrezze della
Chiesa, noi abbiamo il dovere di ralle-
affatto la speranza de' materiali vantaggì ;
ma sopra tutte queste ragioni umane cam-
peggiò in lui il sentimento della religione
de' padri suoi, dalla quale ei prese senza
dubbio l'ispirazione del grande disegno, o
sovente nell'ardua opera di eseguirlo ne
grarci dello splendore che il trionfo del trasse argomenti di fermezza e conforto . Im-
Christo ferens getta sopra di essa ; la di- perocchè è dimostrato ch'egli intese e volle
vina opportunità poi di questo trionfo massimamente questo : aprir l'adito all'E-
contiene insegnamenti che sono per noi,
figli di Don Bosco, come un patrimonio,
e nel medesimo tempo come una regola
di condotta ed un incoraggiamento .
vangelo per mezzo di nuove terre e nuovi
mari (2). » Questo ardore di apostolato è in
cima a tutti i suoi pensieri , anima tutti i
suoi passi . Procurare la gloria di Dio, è
questo un bisogno che tormenta la sua grande
I.
Cristoforo Colombo ha radunato in sè tutte
le grandezze . In lui, l'uomo di genio è di-
venuto apostolo, perchè era fervente cristiano .
L'avvenimento che noi ricordiamo è uno
di quelli che debbono glorificare il loro au-
tore . « Poichè il fatto è in se stesso il più
grande e meraviglioso di quanti mai si vi-
dero nell'ordine delle cose umane : e l'uomo
che recollo a compimento non è paragona-
bile che a pochi di quanti furono grandi per
tempra d'animo e altezza d'ingegno . Surse
per lui dall'inesplorato grembo dell'Oceano
un nuovo mondo : milioni di creature ragio-
nevoli vennero dall'oblio e dalle tenebre a
integrare la famiglia umana ; di barbare ,
fatte mansuete e civili ; e, quel che infini-
tamente più importa, di perdute che erano,
rigenerate alla speranza della vita eterna,
mercè la partecipazione dei beni sovrana-
turali recati in terra da Gesù Cristo . -
L'Europa, percossa allora di meraviglia alla
novità e grandezza del subitaneo portento,
anima, sprona il suo nobile ingegno e ac-
cende nel suo cuore una fiamma che doveva
illuminare e riscaldare popoli innumerevoli .
Nelle sue relazioni coi re di Spagna e col
Sommo Pontefice, la propagazione del Van-
gelo è il grande affare, la sollecitudine che
domina tutte le altre . Le più dure prove
non lo abbattono punto . Infine , come dice
Leone XIII nell'ammirabile Enciclica di cui
abbiamo il testo sott'occhio : « Colombo svelò
l'America, mentre una grave procella veniva
addensandosi sulla Chiesa ; sicchè, per quanto
è lecito a mente umana di congetturar dagli
eventi le vie misteriose della Provvidenza ,
l'opera di quest'uomo, ornamento della Li-
guria, sembra fosse particolarmente ordinata
da Dio a ristoro dei danni che la santa fede
avrebbe poco stante patito in Europa . » In
mezzo ai preparativi del suo viaggio, in
ciascheduna delle sue scoperte, come anche
nelle sue differenti spedizioni, l'illustre na-
vigatore si dimostrò sempre e soprattutto
Apostolo .
fece poi giusta stima di quanto essa deve a
Colombo, mano mano che le colonie stabilite
in America, le comunicazioni incessanti , la
reciprocanza di amichevoli uffizi e l'espli-
carsi del commercio marittimo diedero im-
pulso poderosissimo alle scienze naturali ,
alla possanza e alle ricchezze nazionali ,
con incalcolabile incremento del nome eu-
ropeo (1) . »
E ciò perchè egli era un vero, un grande
cristiano ; perchè egli si servì meravigliosa-
mente delle grazie sparse dalla divina bontà
nell'ambiente, ove nacque alla fede e crebbe
nella virtù .
Quest'ambiente evidentemente preparò Co-
lombo alle grandi cose che gli hanno dato
nella storia un posta d'onore (3);.
L'apostolato è più grande del genio . « Delle
(1) S . Dionigi Areopagita.
(1) LEONE xiii. Encicl . Quarto abeunte saeculo.
(2) LEONE XIII .- Doc . cit .
(3) Quest'ambiente fu descritta da mano maestra

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Figlio di un operaio cattolico di Genova,
scardassiere di lana, Cristoforo trovò nella
casa paterna una modesta agiatezza, frutto
di un lavoro indefesso e di una probità e
vita cristiana, che merìtò le lodi degli stessi
storici protestanti . A dieci anni, buono, pio,
dotato di grande intelligenza precocemente
sviluppata, il fanciullo dimostrava un'indole
ardente, facile all'ira ed appassionata . Co-
stante nelle sue idee , egli poteva diven-
tare un valente capo di fazione in un tempo,
in cui varii partiti si contendevano il do-
minio di Genova . Il padre ne vide il peri-
colo, e s'impose grandi sacrifizi per man-
darlo a studiare in Pavia . Ma in capo a due
anni, per mancanza di mezzi , il buon ope-
raio fu costretto a richiamare il figlio per
metterlo al lavoro nella propria officina .
Le impressioni della giovinezza contribui-
scono moltissimo a formare l'uomo . L'atmo-
sfera in cui entrava Colombo non poteva
non influire potentemente sulla sua bel-
l'indole .
Il popolo ligure non aspetta nulla dal
suolo : che cosa domandare a monti aspri e
sterili ? La nautica, l'industria e la manifat-
tura quindi aprono altri orizzonti al genio
di questa razza intelligente : e da secoli in-
fatti i Genovesi sono o valenti marinari o
eccellenti operai .
Nel medio evo gli operai non erano agglo-
merati, come oggidì, in vaste fabbriche, ma,
lavorando nelle proprie botteghe, eran legati,
secondo l'arte che esercitavano, in varie cor-
porazioni, dette M aestranze o Confraternite,
vere potenze sociali, costituite sul principio
del mutuo soccorso e formate per proteggere
gl'individui dalle vessazioni del dominio feu-
dale e per difendere gli interessi professionali
di ciascheduno . La nobiltà di carattere che
segnalava gli operai d'una volta era uno dei
benefizi di queste corporazioni .
Il lavoro era mirabilmente organizzato .
Ma ciò che noi vogliamo specialmente far
notare si è l'insieme di condizioni richieste
per l'ammissione di un candidato a queste
corporazioni . Bisognava essere buon cattolico,
valente nella propria arte, avere mezzi ade-
guati per esercitarla e sottoporsi agli usi
prestabiliti . Il sentimento religioso era l'anima
di queste corporazioni, che avevano ciasche-
duna la lor chiesa, il loro patrono, la loro
bandiera e la lor cassa di risparmio . Un'aura
di lealtà cristiana vivificava fino nei minimi
particolari la vita operaia . L'esercizio della
professione era sorvegliato sotto il triplice
aspetto della qualità dei prodotti, dei pro-
cedimenti della messa in opera ed anche
della vendita, a tal segno, che la parola di
un operaio aveva forza di atto notarile . Il
dal nostro Sac . G . B. Lemoyne nel suo Cristoforo Co-
lonmbo (decima edizione interamente rifatta . Torino,
Tip . Salesiana ; 1,50) .
bilancio delle corporazioni aveva crediti per
le spese del culto, per gli operai disgraziati,
le operaie vedove inette al lavoro, le zi-
telle povere da accasare, l'istruzione pub-
blica . Ed è così che lo spirito di corpo dava
a questo popolo d'operai, insieme col senti-
mento della propria dignità, una grande fi-
ducia nelle proprie forze e la giusta nozione
dei suoi doveri e dei suoi diritti .
Cristoforo Colombo, figlio d'operaio ed egli
stesso operaio , si dimostrò sempre onorato
di appartenere alla Maestranza del suo me-
stiere, felice di assumere gli obblighi che
imponeva il suo titolo e geloso dei suoi pri-
vilegi . Non era forse questo per lui un do-
vere di stretta riconoscenza? Come si vede,
egli doveva tutto all'ardenza di fede del-
l'ambiente in cui era cresciuto ed alle cor-
porazioni istituite dallo spirito cristiano del
medio evo .
Quest' atmosfera benedetta gli mise in
cuore tre amori essenzialmente soprannaturali .
In Genova, città piena di conventi, egli
apprese a venerare gli Ordini religiosi . Gli
Umiliati ed i Francescani, poveri e dedicati
ai lavori manuali, fecero fiorire in Italia l'in-
dustria della lana ; per questo, oltre il ri-
spetto e la gratitudine che loro attirava l'e-
sercizio del santo ministero, i religiosi go-
devano pur anco presso gli operai il prestigio
e la simpatia generale tanto per valentia
professionale, come per comunanza di inte-
ressi .
Il culto costante e figliale, onde la Chiesa
ed il suo Capo visibile furono sempre cir-
condati dai Genovesi, fu per Colombo mira
grande scuola di sentire cattolico . Egli ne
raccolse con gioia gli insegnamenti e li mise
a capo di tutte le sue relazioni coll'Autorità
più augusta che esista sopra la terra .
Infine, la splendida corona di Santi, dei
quali il nostro eroe era attorniato, non po-
teva che radicare sempre più profondamente
i germi di virtù robusta depostì nell'animo
suo presso al focolare paterno . Ricordiamo
di passaggio che a quell'epoca e malgrado
le disgrazie dei tempi, la città e la Repub-
blica di Genova diedero alla Chiesa nove Santi
e Sante, tra cui sopra tutti risplende S . Ca-
terina Fieschi Adorno .
Un cristiano così formato e prevenuto da
tante grazie, poteva egli non adoperare il
suo ingegno a diventare un apostolo? E non
avrem dunque noi il diritto di ripetere con
Leone XIII, all'onore della Chiesa cattolica ;
Colombo è nostro?
II .
La grandezza di Cristoforo Colombo ap--
partiene alla Chiesa . La solennità, colla quale
il mondo intiero celebra il quarto Centenario
della scoperta dell'America, è, nell'epoca in
cui viviamo, di tale provvidenziale opportu
nità, che noi dobbiamo qui parlarne .

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La Chiesa, vera madre delle anime, le
genera tutti i giorni e ad ogni istante alla
vita cristiana. Durante i tre secoli di perse-
cuzioni, fu in un bagno di sangue che essa
provò le gioie laboriose, ma trionfanti della
sua maternità soprannaturale .
Fortificata, e come ringiovanita dai sup-
plizi, essa diede ai suoi figli la parola d'or-
dine ricevuta dal suo divin fondatore : An-
date, predicate il Vangelo ad ogni creatura. I
popoli barbari, radunati da un disegno prov-
videnziale alle porte dell'Impero Romano,
erano maturi per la buona novella : la Chiesa
li convertì. Queste nazioni diverse avevano
delle divinità grossolane, la cui pretesa po-
tenza e il culto vano o crudele scomparvero
dal mondo per far luogo nella mente e nel
cuore di queste razze incolte, ma robuste e
nuove, al dolce impero di Gesù Cristo, al
giogo soave della sua legge, al fardello leg-
giero dei suoi comandamenti .
Nuovi barbari danno alla nostra età lo
spettacolo di un'invasione ben altramente
formidabile che nol fossero quelle del secolo
quarto. Non sono più le orde tumultuanti e
feroci, mandate da Dio per rigenerare il
inondo romano , decrepito e corrotto , rove-
sciandolo nella polvere, donde nascerà l'Eu-
ropa cristiana ; l'esercito che dà l'assalto
alla società attuale ha i suoi diritti : esso è
forte di tutta la sua civiltà fuorviata : an-
ch'esso ha una missione dall'alto, e noi sap-
piamo che ne ha coscienza . « I portentosi
progressi delle arti e i nuovi metodi dell'in-
dustria ; le mutate relazioni tra padroni ed
operai ; l'essersi in poche mani accumulata
la ricchezza, e largamente estesa la povertà ;
il sentimento delle proprie forze divenuto
nelle classi lavoratrici più vivo, e l'unione
tra loro più intima ; questo insieme di cose
e di peggiorati costumi han fatto nascere il
conflitto, il quale è di tale e tanta gravità
che tiene in trepida aspettazione sospesi gli
animi ed affatica l'ingegno dei dotti, i con-
gressi dei savi, le assemblee popolari, le de-
liberazioni dei legislatori, i consigli dei prin-
cipi : in guisa che oggi non v'ha questione
che maggiormente interessi il mondo (1) . »
La Chiesa, che ha le parole della vita
eterna, non poteva tacere in presenza di un
simile stato di cose, e il suo apostolato è
santamente armato contro gli infedeli di tutti
i tempi . Senza dubbio, quando si tratta di
salvare moltitudini traviate che mandano il
grido doloroso : Nè Dio, nè padrone, la que-
stione è difficile e pericolosa. « Difficìle, per-
chè ardua cosa egli è segnare nelle relazioni
tra proprietari e proletari, tra capitale e la-
voro, i precisi confini . Pericolosa, perchè
uomini turbolenti ed astuti s'argomentano
ovunque di falsare i giudizi e volgere la
questione stessa a sommovimento dei popoli .
(1) LEONE, XII. Encicl. Rerum novarum .
- Comunque sia, egli è chiaro, ed in ciò si
accordano tutti, essere di estrema necessità
venir senza indugio con opportuni provvedì-
menti in aiuto dei proletari che per la mag-
gior parte trovansi indegnamente ridotti ad
assai misere condizioni . . . (1) : » « A rimedio
di questi disordini; i socialisti , attizzando
nei poveri l'odio dei ricchi, pretendono do-
versi abolire la proprietà . . . (2) » .
Il Vicario di Gesù Cristo ha detto ai po-
veri ed ai ricchi che la soluzione della que-
stione sociale è nascosta in questa parola
del Vangelo : Cercate anzitutto il regno dì
Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà
dato di soprappiù . E la Chiesa, nel momento
in cui applica le sue forze divine ed il suo
ardore d'apostolato alla conversione dei pro-
letari sedotti dal socialismo, nell'ora in cui
turba con una salutare energia l'egoistica,
sicurezza di ricchi infedeli alla lor missione,
la Chiesa ha voluto unire la sua nuova im-
presa alle lotte ed ai trionfi che risplendono
attraverso la sua storia .
Cristoforo Colombo ha dato alla Chiesa un
mondo nuovo e le anime che Dio vi aveva
seminate per la sua gloria . Il quarto Cente-
nario di quel grande avvenimento è dunque
prima di tutto la festa della maternità della
Chiesa e dell'Apostolato cattolico . Ma, come
abbiam detto, se il Christo-ferens è diventato
Apostolo, si è perchè fu un grande ed
un vero cristiano. Noi abbiam veduto che
l'illustre marinaio, figlio di un operaio e
uscito dal popolo, fu formato alle sode virtù
cristiane in seno della società operaia del
medio evo . Noi abbiamo descritto quell'am-
biente, in cui la fede pratica faceva produrre
alle anime dei frutti ammirabili di santità .
Le angoscie della questione sociale non hanno
travagliate le generazioni contemporanee di
Colombo, perchè l'operaio occupava il suo
vero posto nella società e godeva di tutti i
diritti che egli ha da Dio, quei diritti che
Dio non ha ancor tolti. Con un'opportunità,
che è tra le prerogative della Chiesa, questa
Madre di tutti e specialmente dei poveri e
degli umili di questo mondo, ha voluto ri-
cordare in presenza del socialismo armato e
minaccioso, che la Religione cattolica fece
di Colombo non solo un cristiano ed un apo-
stolo, ma anche un valente operaio , felice
della sua sorte, onorato da tutti e ricolmo
di quei beni che il socialismo giammai potrà
dare ai lavoranti .
III .
Se il trionfo di Colombo vìene alla sua
ora, soprattutto se ha strette relazioni colla
questione sociale, deve contenere insegna-
menti preziosi e affatto provvidenziali . E
noi vogliamo provarci a raccoglierli .
(1) Ibid.
(2) Ibid .

1.5 Page 5

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« Nel passato secolo, soppresse le corpora-
zioni di arti e mestieri, senza nulla sostituire
in lor vece, nel tempo stesso che le istituzioni
e le leggi, venivano allontanandosi dallo spi-
rito cristiano, avvenne che a poco a poco gli
operai rimanessero soli e indifesi e in balìa
della cupidigia dei padroni e di una sfrenata
concorrenza . Accrebbe il male una usura
divoratrice, che, sebbene condannata tante
volte dalla Chiesa, continua lo stesso, sotto
altro colore, per fatto d'ingordi speculatori .
Si aggiunga il monopolio della produzione
e del commercio, tantochè un piccolissimo
numero di straricchi hanno imposto all'infi-
nita moltitudine di proletari un giogo poco
men che servile (1)» .
Noi abbiam veduto qual parte religiosa e
sociale avevano nel medio evo e a favore
della classe operaia le Maestranze o Confra-
ternite . La soppressione di questi elementi
protettori ha reso possibile lo stato desolante,
in cui noi troviamo l'operaio del nostro
tempo .
La Chiesa si è commossa . Preoccupata per
ridonare un Dio e padroni cristiani alle mol-
titudini che penano, essa ha fondato dap-
pertutto Società aventi per missione di risu-
scitare in mezzo al popolo la vita cattolica
e di spargervi i benefizi, che nel medio evo
derivavano dalle corporazioni come da fonte
abbondante e pacifica . In virtù della sua fe-
condità divina e della sua giovinezza so-
prannaturale sempre rinnovata, la Chiesa si
adatta con un affetto tutto materno e un
tatto infinito alle miserie, ai bisogni , agli
entusiasmi ed alle lotte dei tempi, cui essa
deve informare per guadagnar anime a Dio .
La sua azione si manifesta in un modo
particolare e sovente con immenso vantaggio
delle anime per mezzo de' suoi membri eletti .
Quasi sempre questi sono i Santi . Ma an-
corchè il popolo cristiano non veda ancora
i suoi benefattori sugli altari, egli comincia
ad onorarli nel suo cuore . Se il Papa degli
operai metterà un giorno nel numero dei
Beati l'umile figlio dello scardassiere geno-
vese, che ha scoperto un mondo, gli operai
saranno glorificati in lui e comprenderanno
meglio che l'operaio ha bisogno di un Dio
e di un padrone, ma del Dio vero e di un
padrone cristiano .
Ai nostri giorni, un uomo che è nostro
padre ha dato anch' esso al mondo maravi-
gliato una prova delle sollecitudini materne
della Chiesa pei piccoli, i poveri e gli ab-
bandonati . Come non ricordare qui che il
venerato nostro Don Bosco ha consacrato
alla gran causa degli operai quanto trovò
nell'anima sua di fede , di zelo e di de-
vozione? La riabilitazione del lavoro per
mezzo della religione conosciuta e praticata,
(1) LEONE XIII. Encicl . Rerum novarum .
è questa la parola d'ordine lasciata da Don
Bosco alla sua posterità religiosa . I nostri
cari Cooperatori sono anch' essi figli di Don
Bosco ; ne danno prova prestando con una
generosità instancabile il loro appoggio ca-
ritatevole all' esercito salesiano di prima
linea . Come tutti i veri figli della Chiesa,
essi han ripetuto con esultanza la parola di
Leone XIII : Colombo è nostro ! L'apostolato,
al quale la Chiesa applica nei nostri tempi
le sue forze vive, l'apostolato cioè verso gli
operai, sarà fecondo e largamente benedetto,
perchè la Provvidenza sta preparando visi-
bilmente l'apparizione di un mondo ancor
nascosto ai nostri occhi ed in cui Dio verrà
servito dall'operaio ridivenuto cristiano, rial-
zato ai suoi proprii occhi, di nuovo nobili-
tato, vale a dire rimesso in possesso dei di-
ritti che godeva al tempo delle corporazioni .
Quando questo mondo nuovo si rivelerà
nel suo splendore di grazia alla Cristianità
estatica, i figli di Don Bosco potranno ri-
cordarsi non senza gioia che il loro amatis-
simo padre consumò la vita e le forze in
cerca delle sponde di una terra fino allora
sconosciuta ; e se la storia, la voce dei po-
poli e la voce della Chiesa attesteranno che
Don Bosco fu, per parte sua, il Christo fe-
rens delle regioni dove egli ha rivelato il
lavoro cristiano, noi diremo del nostro padre
con un'esultanza, il cui pensiero solo è già
una benedizione : Colombo è nostro !
Monsignor CAGLIERO
E ALTRI MISSIONARII SALESIANI
IN ITALIA .
IL giorno 6 del testè decorso Agosto sbar-
cava felicemente a Genova il nostro ama-
tissimo Monsignor Giovanni Cagliero, Titolare
di Magida e Vicario Apostolico della Pata-
gonia centrale e settentrionale . L'accompa-
gnavano i nostri cari Missionari D . Domenico
Milanesio, proveniente dalle Missioni del Rio
Negro, e D . Giuseppe Beauvoir, proveniente
dalla Terra del Fuoco . Giunsero inoltre al-
cuni selvaggi della Patagonia e della Terra
del Fuoco e due Indiette Patagone accom-
pagnate da due Suore di Marìa Ausiliatrice .
L'arrivo di Monsignor Cagliero a Torino
ebbe luogo il lunedì seguente, 8 Agosto .
Noi l'aspettavamo ansiosi ed ogni ora che
ancora ci separava da lui ci parea mill'anni .
Gli archi pavesati a festa, i drappi, le ban-
diere nostrali ed estere che con brillanti
colori svolazzavano distribuite in sorpren-
dente armonia, i canti ed i suoni non erano

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che l'ombra della gioia e della festa gran-
dissima che dominava gli animi nostri e quelli
dei nostri giovanetti .
Come descrivere l'incontro desideratissimo
di Monsignor Cagliero col Sig. D . Rua e
con gli altri Superiori Salesiani? Come dire
degli entusiastici evviva di cui tutto l'Ora-
torio andava risuonando?
Dopo un breve saluto ed omaggio lettogli
da uno dei nostri giovanetti, Mons . Cagliero
ci comunicava il saluto di un popolo di fra-
telli ed amici che lavorano sotto la bandiera
Salesiana nella lontana America . Udimmo
altra volta la sua calda parola tutta impron-
tata d'affetto e di spirito apostolico, piena
di santo entusiasmo per la Chiesa e per la
cara memoria del compianto D . Bosco .
Oh, se il buon padre ancor vivesse, anda-
vamo pensando, qual gioia, qual piena d'af-
fetti nel suo gran cuore ! Ma egli, sebben vo-
lato a Dio, non si rese straniero a noi, quindi
la sua gioia e la sua esultanza si sarà al
certo unita agli evviva dei suoi cari figli .
Il giorno 14 dello stesso mese accogliemmo
pure con gran festa i carissimi nostri Sale-
siani Sac . Prof. D . Luigi Lasagna, Ispet-
tore delle case nostre dell'Uruguay e del
Brasile, e D . Carlo Peretto Parroco e Diret-
tore Salesiano in Lorena (Brasile) venuti
anch'essi in Europa per urgenti interessi .
Al rivedere questi cari nostri fratelli, al-
l'udirli, al dolce trattenerci con loro proviamo
ineffabile consolazione e con volo spontaneo
corriamo sempre con maggior frequenza agli
altri quattrocento e settanta che abbiamo
nelle lontane Missioni d'America, e c'inter-
roghiamo : Quando li rivedremo tutti? Quando
potremo tutti insieme riunirci in santi festeg-
giamenti? La fede nostra si riaccende e già
ci par di gustare la eterna gioia e le inter-
minabili feste, che ci attendono in Cielo, se
saremo fedeli nel compiere le sante imprese
che Iddio ci ha affidate .
Oh ci aiutino i cari fratelli d'America,
d'Asia, e d'Africa colle loro preghiere ed apo-
stoliche fatiche a ottenere un tanto premio
a tutti noi ed a quanti amici e benefattori
ci aiutano a sostenere ad a diffondere per
tatto il mondo le istituzioni del compianto
nostro Fondatore e Padre .
caritatevoli la bambina lattante di 4 mesi .
Resta il padre con un figliuoletto di cinque
anni, che pure sofferse pel viaggio, ed il suo
fedele schauh, ossia un pelluto bianco di fac-
cia volpina, valente cacciatore di nutria in
quelle gelide temperature . Questi vestono il
loro costume selvaggio, con pelli di foca e di
guanaco e portano l'arco e la freccia . I due
ragazzetti sono sui dieci anni e già abbastanza
educati nella Missione salesiana dell' Isola
Dawson e in Puntarenas nello stretto di Ma-
gellano . Essi parlano discretamente la lingua
spagnuola, e, lasciate le loro pelli, arco e frec-
cia, vestono gli abiti del civilìzzato e comin-
ciano a leggere e scrivere con soddisfacente
calligrafia .
Dalla Patagonia Mons . Cagliero condusse
un giovane patagone sui 17 anni di nome
Santiago Melipan . Questi si battè gloriosa-
mente con le armi argentine nel 1882 e vinto
fuggì nelle impenetrabili gole . Tutta la sua
famiglia e la sua disfatta tribù, in numero
di trecento, furono presi prigionieri, spo-
gliati dei loro utensili ed ornamenti d'argento,
e privi dei loro numerosi armenti furono con-
dotti in Chichinal, presso il Rio Negro . Mons .
Cagliero ed i missionarii Salesiani li hanno
istruiti e battezzati nel 1886, insieme ai 700
della tribù del Cacico Sayueque . Santiago
parla bene la lingua spagnuola, capisce l'i-
taliano, ed oltre essere buon calzolaio, è an-
che valente musico .
Inoltre colle Suore di Maria Ausiliatrice
vennero pure due giovanette, una figlia e l'al-
tra cugina del Cacico Sayueque . Queste due
Indiette, Severina e Joseppa, con altre della
tribù, furono ricevute ed educate nelle case
di dette Suore della Patagonia . Parlano l'idio-
ma di Castiglia, cantano bene e lavorano me-
glio, avendo in Viedma, capitale del Rio Ne-
gro, preso il premio nei lavori di ricamo in
bianco . Vestono un tessuto senza maniche .
che copre la loro persona, con una cintura
ricamata con gingilli di vetro e di argento,
ed una cappa che loro scende dalle spalle
a i piedi ; e, siccome sono discendenti di A-
raucani e di famiglia cacica, vanno adorne
di grandi spilloni, collane e braccialetti ai
polsi ed ai piedi e tutto d'argento . Esse
sanno la dottrina cristiana anche in lingua
araucana e recitano abbastanza bene le
preghiere in latino ed in italiano .
GLI INDIGENI
provenienti dalle nostre missioni d'America .
Gl'indigeni partiti con D . Beauvoir dalla
Terra del Fuoco per l'Italia erano una fami-
glia, composta del marito e moglie con un
bambino ed una bambina, più due vispi ra-
gazzetti, provenienti tutti dai canali dell'Ar-
cipelago Fueghino, tranne uno dei ragazzetti
che è della Tribù degli Onas . Disgraziata-
mente pel cangiamento del clima soccombette
lamdreinMotv,lascindom
GLI ANTICHI ALLIEVI DI D . BOSCO .
GIORNI giocondi e pieni di lietissima
festa furono pel nostro Oratorio di Torino
la domenica 31 luglio e il giovedì 4 agosto
testè decorsi, nei quali tanti antichi allievi

1.7 Page 7

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di D . Bosco, aderendo all'invito del signor
D . Rua , riunivansi presso di noi ad agape
fraterna .
Ritornavano a quell' Oratorio, nel quale
avevan passati anni felicissimi alla scuola
di quel D . Bosco, la cui memoria vive pro-
fondamente scolpita nei loro cuori e vi su-
la giusta misura nei nostri costumi, e quella
tempra coraggiosa e forte, che ci sostiene e ci
rinfranca nell'adempimento dei nostri doveri re-
ligiosi e civili?
Massimo d'Azeglio, nel libro intitolato I miei
ricordi, in mezzo a molte idee balzane in fatto di
religione e di politica, ha pure dei momenti fe-
lici . Fra le altre cose egli scrive : « Oltre il mi-
scita sempre grande riconoscenza e santi en- nistro della pubblica istruzione ci vorrebbe pure il
tusiasmi .
Parroci, canonici , magistrati , professori,
commercianti , operai, che da dieci, venti,
trent' anni erano partiti dall' Oratorio di
D . Bosco, ed avevan portato in mezzo alla
società i frutti della preziosa educazione nel
ministro della pubblica educazione ; il primo per
fabbricare scienziati, il secondo per fabbricare i
galantuomini » . E più sotto : « Si deve imprimere
nel cuore dell'allievo, per mezzo del dogma, quel
senso cristiano del bene e del male, che è pur
sempre la base della società moderna, e la sola
guarentigia di quel benessere ripartito abbastanza
medesimo ricevuta, ora convenivano insieme egualmente, che è la più vasta applicazione del
con nobile pensiero di ravvivare i dolci le- primo dei precetti evangelici, la carità » .
gami di santa amicizia con gli antichi com-
pagni e superiori, e con quella pia società,
che, quale perpetuazione vivente di D . Bosco,
tiene vivo lo spirito e va amplificando per
tutto il mondo le benefiche istituzioni del-
l'indimenticabile loro Maestro e Padre .
Il giorno 24 giugno, come già accennammo
Orbene, D . Bosco è stato per noi non solo il
ministro della istruzione, ma specialmente il mi-
nistro della educazione, anzi, più che il ministro,
il padre . Colla sua paterna sollecitudine egli seppe
informare il nostro cuore a quel senso cristiano
del bene e del male, che non solo, giusta il citato
autore, è la base della società moderna, e la sal-
vaguardia del benessere sociale, ma è altresì la
in altro numero, avevan presentato al signor sorgente e il custode della individuale felicità .
D . Rua un ricco dono, ma non avevan po- Ecco in qual modo D . Bosco è stato il nostro
tuto convenire in gran numero, nè parlare
quanto il loro cuore avrebbe desiderato . Ora
invece tutto il tempo era per loro ; quindi
alla levata delle mense piovvero a iosa i
brindisi ed i discorsi, tanto il giovedì in cui
aiuto : « quia fuisti adiutor meus » .
Questo aiuto è di un valore tale, che non si
potrà mai apprezzare abbastanza . Date uno sguardo
ai frutti che produce una educazione senza Dio
e una istruzione senza religione, e dal confronto
si potrà valutare alquanto la preziosità dell'aiuto
la maggioranza era di sacerdoti, quanto la che D . Bosco ci diede .
domenica in cui abbondavano i laici . Non La precoce sfacciataggine dei fanciulli, il ci-
potendo far cenno di tutti, riprodurremo un nismo dei giovani, la scostumatezza degli adulti,
brano del discorso del Rev .m'° Teol . D . An-
tonio Berrone, Canonico dell'insigne Congre-
gazione del Corpus Domini in Torino, donde
vennero in questo secolo il Ven . Cottolengo
e l'illustre predicatore Can . G . B . Giordano .
L'oratore dopo alcune pagine piene di caldi
il numero dei delinquenti e dei malfattori che si
moltiplica in modo spaventoso, lo spirito di ri-
bellione che si estende, le masse che si sollevano
minacciose, la società che trema impaurita e si
avvia a gran passi alla sua rovina ; ecco i frutti
della istruzione e della educazione senza religione
e senza Dio.
affetti e nobilissimi pensieri, alludendo al « La scuola senza religione, esclama il Tom-
regalo offerto dagli antichi allievi in que- maseo, non è scuola, ma tana », e nelle tane non
st'anno, consistente in un ricco strato, così si allevano che le bestie . Il celebre Portalis, grande
continuava :
giureconsulto e grande uomo di Stato, diceva in
faccia ai seguaci di Voltaire dalla tribuna fran-
Il Reale Salmista in uno de' suoi slanci di pre-
ghiera, o precisamente nel salmo LXII, rivolgen-
dosi a Dio gli diceva : Se io mi sono ricordato di
te sul mio strato (che vuol dire : sul mio letto),
anche nel mattino mediterò sopra di te : perchè
tu fosti il mio aiuto : « si memor fui lui super
stratum mena, in matutinis meditabor in te : qui a
fuisti adiutor meus » 6 7 . Orbene, collo strato
nostro nel Santuario di Maria, sul quale, come
cese : « È omai tempo che le teorie tacciano di-
nanzi ai fatti . Nessuna istruzione senza educazione,
senza morale e senza religione . Dacchè si proclamò
che non si deve parlare di religione nella scuola,
i fanciulli non hanno più idea di Dio, non hanno
più nozione del giusto e dell'ingiusto . Di qui co-
stumi barbari, e ben presto un popolo feroce » .
Ah ! dunque, grazie o D . Bosco, grazie del tuo
prezioso aiuto . Tu ci hai salvato dalla barbarie .
sopra di un letto, riposeranno i nostri pensieri
« quia fuisti adiutor mens . ».
e i nostri affetti, noi diremo continuamente a
Da lunga pezza ci hanno abituati a sentirci
D . Bosco : Ecco che noi ci ricordiamo di te e a chiamare i biricchini di, D . Bosco . Ebbene noi ac-
te pensiamo, non solo nella notte e di buon mat- cettiamo il titolo, che altamente ci onora . Perchè
tino, ma anche a mezzodì e alla sera di nostra biricchini di D . Bosco, non vuol già dire monelli
vita, e in tutti i giorni del viver nostro ; e perchè ?
perchè tu fosti il nostro aiuto : quia fuisti adiutor
meus » .
Sì, o Signori, D . Bosco è stato il nostro aiuto ;
e chi è di noi che non senta tutta la potenza e
scapestrati, nè tanto meno vuol dire malfattori,
no . Biricchini di D . Bosco vuol dire, Sacerdoti
di specchiata virtù, come D . Rua, i membri del
Capitolo superiore e tutta la falange illustre dei
sacerdoti salesiani . Biricchini di D . Bosco vuol
l' efficacia di questo aiuto provvidenziale che dire, Missionari coraggiosi e zelanti, come Mon-
D . Bosco ci porse, specialmente nella maschia e signor Cagliero e tutta la nobile schiera dei Sa-
religiosa educazione ricevuta da Lui? Non è a lesiani d'oltre mare . Biricchini di D . Bosco nella
Lui che noi dobbiamo la formazione del nostro immensa maggioranza degli individui, e fatte po-
carattere, il retto indirizzo nella nostra condotta, chissime eccezioni, vuol dire : giovani costumati

1.8 Page 8

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e pii, uomini onesti e religiosi, cristiani senza
rispetto umano, sudditi fedeli, operai laboriosi,
padroni coscienziosi, negozianti senza frode, im-
piegati integerrimi, cittadini probi ; vuol dire in
una parola, elementi d'ordine . Quando la società
sia composta di biricchini di questa fatta, avrà
raggiunto l'apogeo del benessere e della felicità .
Questo, o Signori, è l'aiuto preziosissimo che
Don Bosco continua a porgere alla società per
mezzo della saggia educazione che imparte nelle
sue case alle centinaia di migliaia de' figli suoi :
« quia fuisti adiutor meus » .
L'oratore interrotto a quando a quando da
fragorosi applausi, finiva riepilogando a nome
di tutti gli antichi allievi di D . Bosco i co-
muni loro sentimenti di amore, di ricono-
scenza, di attaccamento e di venerazione nel
classico grido di : W. D . Bosco ! W. D. Rua!
W. l'Opera dei Salesiani!
Noi applaudiamo di gran cuore a questo
nobile esempio di affetto e di riconoscenza
di questi cari nostri amici, e ci uniamo anche
noi con loro al classico grido di D . Bosco!
W. D . Rua ! implorando nel tempo stesso da
Dio ogni benedizione sopra gli antichi allievi
di un tanto Padre e sopra i Salesiani loro
fratelli .
Facciamo poi speciali congratulazioni con
la Commissione Direttiva di feste così dolci
e soavi al cuore per la felice riuscita delle
medesime, e facciamo caldi voti che altri
molti degli antichi allievi di D . Bosco, ri-
spondano al nuovo suo appello, che qui di
buon grado riproduciamo
« La Commissione Ordinatrice delle annuali
dimostrazioni a Don Michele Rua nella ri-
correnza dell'onomastico di D . Bosco, saputo
per esperienza che oltre ai molti aderenti
altri ancora concorrerebbero a queste simpa-
tiche feste, se loro venissero fatte conoscere
in un con lo spirito di esse ; prega calda-
mente tutti i cari amici ad adoprarsi presso
i loro conoscenti, che sapessero aver già un
tempo appartenuto all'Oratorio, perchè questi
pure abbiano agio a porgere ogni anno il
tributo dell'affetto e della riconoscenza loro
alla memoria santa di D . Bosco ; e così aver
occasione di rivedere qualche volta gli amati
Superiori e gli antichi compagni . »
Per informazioni rivolgersi a qualcuno dei
seguenti membri componenti la sullodata Com-
missione
GASTINI CARLO pres .
FUMERO LUIGI
REVIGLIO Teol . FELICE
PIANO D . GIOVANNI
ANFOSSI Cav . Can . GIO .
BERRONE Can. ANTONIO
GIARDINO ANDREA
SANDRONE GIUSEPPE
REANO GIUSEPPE
ALASIA MATTEO
CASASSA SECONDO
FABRE Prof. A . Segret .
INGHILTERRA
La prima pietra della nuova Chiesa del S . Cuore di Gesù
in Londra.
N EL gennaio di quest'anno l'amatissimo
nostro Superiore D . Rua tra le opere di
somma urgenza proposte alla intelligente ca-
rità dei Cooperatori e delle Cooperatrici Sale-
siane caldamente raccomandava la fabbrica
d' una Chiesa per la nostra Missione di
Londra .
« La Cappella di legno e ferro che ser-
viva fin qui di Chiesa parrocchiale (così scri-
veva egli nella sua lettera annuale ai Coope-
ratori e Cooperatrici Salesiane) è divenuta
insufficiente pel numero sempre crescente di
fedeli . Di più, le Autorità di quella capitale
non permettono più che si funzioni in simile
chiesuola, ma pretendono che se ne costrui-
sca una in muratura . . . Vano è sperar note-
voli soccorsi là dove le opere cattoliche son
tutte onerate di debiti, e dove pure, in mezzo
ai protestanti, non è a dire quanto sia ne-
cessaria l' opera nostra . .. io non ho altra
speranza che nella Divina Provvidenza e in
voi, benemeriti Cooperatori e pie Coopera-
trici . »
Fidati in questa Divina Provvidenza e nei
suoi ottimi procuratori e procuratrici , che
non verranno certamente meno nel soccorrere
quest' opera di Apostolato cattolico, quei
nostri confratelli, trovato un luogo adatto
e comodo, tosto ne fecero scavare le fonda-
menta ed il 3 Agosto u . s . con pompa solenne
ponevano la prima pietra di quella nuova
Chiesa, che verrà dedicata al Cuore Sacra-
tissimo di Gesù, e della quale presentiamo
il disegno qui di fronte .
Eccone la relazione che ci mandarono
REv mo. SIG . RUA,
Finalmente le belle speranze concepite, i
voti ardentissimi di noi tutti cominciano ad
effettuarsi .
Il giorno tre agosto segna una data memo-
rabile nella cronaca di questa Casa e lascia
un'impressione duratura come di un impor-
tante avvenimento lungamente sospirato .
Ella, cui è ben noto il gravissimo bisogno,
anzi necessità, in cui ci troviamo di un edi-
fizio adatto al culto per i cattolici di questo
popolosissimo borgo, troppo ben fornito di
templi, cappelle, sale di sétte d'ogni colore,
Ella, dico, potrà immaginarsi la gioia nostra
e dei nostri poveri parrocchiani invedere so-
lennemente collocata la pietra fondamentale
della nuova Chiesa del Sacro Cuore .
Si desiderava di dare alla cerimonia la
maggior solennità che per noi si potesse ;
tanto a consolazione dei cattolici , cui tali
funzioni tornano come un benefico raggio di
luce a chi visse lungo tempo nelle tenebre,

1.9 Page 9

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1.10 Page 10

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ed anche per lasciare negli altri che v'accor-
ressero qualche impressione della maestà dei
nostri riti . Il luogo fu preparato a festa e
venne tosto gremito da numerosi fedeli ed
anche da protestanti trattivi da curiosità ,
mentre altri, dalle finestre delle case circo-
stanti, tenevano gli occhi fissi su quel nuovo
spettacolo .
Alle quattro pom ., preceduto da Crocifisso,
accoliti e numerosi sacerdoti, spuntò la vene-
randa e paterna figura del nostro Vescovo
Monsignor Butt, accompagnato dai Sacerdoti
della Casa . Tutti presero posto sul palco
appositamente eretto .
Il rito pel collocamento della pietra fon-
damentale, come tutti gli altri della nostra
S. Religione, è maestoso e pieno di altissimi
sensi ; ma in questa circostanza parevami
guadagnasse assai in forza di significato ed
effetto . A vista di tanti templi di sétte
svariate, che pretendono ciascuna d'essere
la vera Chiesa fondata da Gesù Cristo, sétte
tutte a cui la Chiesa Cattolica può dire
Voi siete nate ieri ed io coi secoli ; in questa
circostanza, dico, il collocamento della pietra
fondamentale di questa chiesa era un fatto
eloquente e s'appresentava alla mente come
una condanna, una profezia, un trionfo . L'u-
nità, la perpetuità, la santità della Chiesa
implorate e significate dalle orazioni recitate
dal santo Ministro facevano spiccato contra-
sto colla disunione, instabilità e sterilità delle
trecento sétte che si dividono e contrastano
questo popolo, tralci divelti dalla Vite, perciò
aridi ed infruttuosi .
Compiuta la prima parte coll'aspersione
della croce, invocata la protezione del cielo
sopra quel luogo e presone come possesso a
nome di Dio, il Vescovo passò alla benedi-
zione della pietra, che poi ad un cenno venne
calata ed assettata sulla sua base, sotto la
direzione dell'egregio architetto signor Wal-
ters . Nella pietra, in un astuccio di piombo,
era stata collocata una pergamena con varii
ritratti, medaglie e monete . Indi vennero a-
sperse le fondamenta, mentre un coro di uo-
mini in sottana e cotta eseguivano con ac-
compagnamento d' harmoniurn il canto grave
e maestoso di rito .
Terminata la funzione, Monsignore si assise,
ed il Rev .m° Canonico Akers , ricevuta la
benedizione, s'avanzò per pronunziare il di-
scorso di occasione . Questo nostro ottimo
Cooperatore aveva di buon grado aderito al-
l'invito del signor Direttore ; venne espressa-
mente da Hampton Wick, ove ha residenza ;
e nel suo eloquente ed accalorato discorso
diè prova di quanto affetto nutra verso Don
Bosco e la Pia Società Salesiana .
Egli, prese a testo le parole : Hi sunt figuli
habitantes in Plantationibus et in Sepibus apud
regem in operibus ejius ; commoratique sunt ibi,
(I Paral . IV, 23), che egli bellamente illustrò
ed applicò ai Sacerdoti, operai evangelici, che
lavorano unitamente al loro Re Gesù Cristo
ed al suo Vicario, a plasmare i vasi destinati
ad ornamento della Chiesa Cattolica qui in
terra e per essa della celeste Gerusalemme .
È compito troppo superiore alle mie forze
non che riprodurre, ma anche solo dare
un ristretto dello splendido svolgimento del
suo assunto e delle sue belle e utilissime
pratiche conclusioni che ne trasse . Ma non
posso passar in silenzio che quando, venendo
dal generale al particolare , applicò a Don
Bosco le parole del testo, parlò con vero en-
tusiasmo del venerato nostro Padre ed usò
parole assai benevole a riguardo dei figli e
della loro missione . Perorò esortando ad ap-
prezzare il beneficio della Provvidenza e
ad aiutare anche a costo di sacrifizio l'opera
or ora incominciata .
Finito il discorso si andò da tutti nella
scuola che s' usa per cappella, e Monsignore
impartì la benedizione col Santissimo .
Mentre la folla si disperdeva, Monsignor
Vescovo con alcuni invitati parteciparono ad
un modesto thè servito nella scuola delle
ragazze ; e prima di partire si compiacque
visitare la casa da poco ampliata, e se ne
mostrò assai soddisfatto . Per noi la paterna
benevolenza di Monsignor Vescovo fu mai
sempre di grande conforto e d'incoraggia-
mento .
Eccole, R .mo Sig . D. Rua, una succinta rela--
zione della festa che per noi riveste grande
importanza, fu cagione di tanta gioia e for
merà sempre una grata rimembranza . Possa
presto questo tempio essere aperto al divin
culto, ed essere la dimora di dove il Sacratis-
simo Cuore di Gesù spargerà copiosissime le
sue grazie e misericordie a fugare il demone
dell'eresia, del vizio, a ricondurre sulla Via e
alla Verità gli erranti, perchè tutti godano
della vera Vita in grembo alla vera Chiesa,
Vita che sarà pegno dell'Eterna .
I lavori progrediscono alacremente e spe-
riamo non s'avranno mai ad interrompere e
nemmeno rallentare. Questi buoni cattolici
vi prendono vivissimo interesse e vi concor-
rono a misura delle loro forze ; ma ella sa come
queste sono limitatissime, essendo poveri ope-
rai . La nostra fiducia riposa dopo Dio su
tante anime divote del Sacro Cuore, che bra-
mano s'estenda il Regno suo sopra tutti i
cuori e che sia glorificato sopratutto dove
finora ricevè più insulti . Certo esse non man-
cheranno di aiutarci per erigere questa Chiesa,
che senza fallo sarà mezzo per ricondurre
tanta anime alla vera fede e guadagnare tanti
che ingrosseranno le file degli adoratori del
Divin Cuore .
Gradisca, Rev .m° Sig . D . Rua, gli ossequii
della famigliuola Salesiana di Battersea ; ci ri-
cordi tutti al Signore e sopratutto il suo in
Corde Jesu sempre
Affezionatissimo figlio
Sac. GIOVENALE BONAVIA .
Battersea (Londra sud-ovest), 7 agosto 1892.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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SPAGNA-
GERONA.
Un altro oratorio festivo Salesiano
La domenica 8 maggio u . s ., festa del Pa-
trocinio di S . Giuseppe, i nostri confratelli
di Spagna inaugurarono anch'essi un nuovo
Oratorio festivo in un sobborgo di Gerona
detto la Manola . Di esso ecco come ne parla
poco tempo dopo un tal Aurora Lista nella
Revista popolar di Barcellona
« . . . .Pochi giorni fa, i Sacerdoti Salesiani inco-
minciarono una delle loro benefiche opere in una
villa poco distante dalla capitale, chiamata la
Manola. . .
Senza casa propria, senza locale adattato per
l'Oratorio festivo, improvvisarono in un vasto
campo alcuni giuochi, come trapezzi, altalene, passo
volante , sbarre ed altri divertimenti ginnastici, che
mentre servono di salutare esercizio al corpo e di
sollievo allo spirito, sono prue un efficace mezzo
per allettare i giovani che nelle domeniche e negli
altri giorni festivi vagano quali abbandonati per
e quali all'osteria ed in peggiori ritrovi a
sperperare quel poco che han guadagnato durante
la settimana .
Questo ricreatorio s'inaugurò l'8 maggio, con
globi areostatici, tombolina, ecc . ecc . accorren-
dovi subito più di ottanta, giovanetti d'ogni età ;
numero che nelle domeniche susseguenti arrivò
fino a duecento, contando tra loro moltissimi o-
perai delle fabbriche e laboratori di Gerona .
» Superiore ad ogni encomio è l'affetto e la ca-
rità con cui i Salesiani trattano i giovani : pareva
vedere altrettante madri circondate dai loro figli
carissimi ; e se questo spettacolo commoveva dol-
cemente il cuore, rallegravano i giovani chierici
e gli studenti dell'Istituto, lavorando infaticabili
nel far giuocare e divertire i piccolini, cooperando
'così all'opera di D . Bosco e addestrandosi essi
medesimi nel guadagnare le infantili volontà pel
giorno in cui saranno ministri di Colui che disse
Lasciate che i fanciulli vengano a me ; e questi,
figli pur di famiglie agiate e di onorata posizione
sociale, confondevansi con lieta espansione coi
poveri orfanelli laceri e malmessi e cogli umili
apprendisti dell'officina, giuocavano con loro come
fratelli o antichi amici, realizzando così il sublime
ideale della fraternità cristiana, ideale che colti-
piè l'insigne D . Bosco nel riunire giovani di di-
verse classi sociali nelle ore del piacerc, perché
fossero anche uniti nelle ore del dolore, ed il forte
fosse di appoggio al debole, il potente tendesse la
mano al misero, e chi è felice consolasse coloro
che piangono, chè tale è la norma e la legge della
società ideata da Dio .
Non vi è bisogno di dire il bene immenso
che il detto Oratorio festivo produrrà alla società
in generale, e specialmente alla povera classe ope-
raia ; pertanto noi supplichiamo , per le viscere
misericordiosissime di Gesù e di Maria, i padroni
di fabbriche e di laboratorii che non tengono occu-
pati al mattino dei giorni ,festivi gli apprendisti e
giovani operai, affinchè dalle prime ore, e al-
meno un giorno alla settimana, possano sen-
tire il dolce e salutare influsso di chi collo spirito
di carità, di lavoro e di sacrifizio, vuol fare di
essi operai cristiani, istruiti nei propri doveri, ca-
paci di sopportare all'uopo le privazioni ed i tra-
vagli, contenti della loro condizione, che il mede-
simo Figlio di Dio elesse di vivere in questo mondo .
» In poche domeniche si videro nell'Oratorio
festivo giovani di sedici e diciassette anni, che
non hanno ancor fatta la prima Comunione, ed
alcuni che non sanno neanche il Pater noster . Qual
freno potranno avere questi disgraziati, quando il
soffio delle dottrine dissolventi ed anarchiche at-
tizzeranno le passioni connaturali all'uomo senza
Religione, che, non riconoscendo altra legge che
quella del più forte, non potrà tollerare che il
ricco goda e il povero soffra, l'uno si diverta e
l'altro lavori? Dovrà forse recar meraviglia che,
giudicando la diversità delle classi e le fortune
un'ingiustizia del caso , la proprietà un furto, il
capitalista un tiranno che schiaccia ed oppri-
me , vogliano farsi giustizia di propria mano
mandando in rovina la società ?Idisegnatc
ed i malvagi propositi degli uni, la glaciale indif-
ferenza e lo sdegnoso egoismo dei più hanno pre-
parato la mina che minaccia di atterrare tutte le
nostre istituzioni : qua e là si provano già spa-
ventose convulsioni, presagi del gran cataclisma
che tutti confessano imminente .
La sapienza di Dio provvede alle necessità
di ogni epoca, inspirando opere adequate : per
questo Don Bosco moralizzando, istruendo e di-
lettando l'operaio, scongiura il pericolo di mali
irrimediabili, arresta il torrente che c'invade e
sopratutto fa crescere una generazione di giovani
onorati, laboriosi, intelligenti che a tempo debito
saranno virtuosi e degni capi di famiglia nelle
differenti sfere sociali, in cui la Divina Provvi-
denza li avrà collocati .
» Bella prova di saviezza e di buon accorgi-
mento ha dato Gerona, nel chiamare e proteggere
i figli di D . Bosco ; ma non bisogna dimenticare
che la loro pia o meno grande sfera d'azione di-
pende dalla cooperazione più o meno efficace che
tutti e ciascuno possiamo e vogliamo prestar loro .
» I nostri sono tempi di azione, di lotta acca-
nita e continua, in cui la propria opera non ba-
sta : oggi siamo in dovere di combattere uniti con
vigore e coraggio per strappare anime al nemico,
perché, questo anime traviate, illuse e disgrazia-
tamente delinquenti, sono, come la nostra, redento
dal sangue di Dio . Quando gli uomini erano buoni
o fingevano di essere tali, si poteva alla buon'ora
attendere solo alla salvazione propria, senza dover
curarci degli altri : ma oggi che si sono scatenate
le potenze infernali, per colpa in parte dell'apatia
di gran numero di cattolici, oggi a tutti noi che
siamo debitori a Dio del dono della fede, per giu-
sta ricompensa della bontà, divina, la quale ci ha
salvati dai pericoli dandoci forza per superarli e
vincerli, corre l'obbligo certo e stretto di aiutare
a conquistar anime a Gesù Cristo . Che diremmo del
marinaio, che, per sorte scampato dal naufragio,
contemplasse dalla spiaggia impavido ed indiffe-
rente i suoi fratelli lottare colle onde sconvolte e
perire, senza tender loro una fune, senza dar loro un
grido, un incoraggiamento, una parola che infonda
loro animo? Basterebbe a quest'uomo il dire che
quegl' infelici perirono per loro propria colpa .
perché furono temerari, pazzi ed anche colpevoli?
Quei disgraziati che vogliono porre fine alla loro
esistenza, cercano luoghi appartati per compiere il
loro nefando delitto, sicuri che non ci sarebbe
uomo ben nato, il quale per salvare loro la vita
non facesse sforzi poderosi e disperati, anche con
pericolo della propria esistenza . E noi mireremo

2.2 Page 12

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ferenza o con lievi sforzi di aiuto, solo per sod-
disfarelnotgiperfatcl
voce della nostra non molto scrupolosa coscienza,
ma in nessun modo per adempiere al debito
cheabimonD?Percopal
t'opera di D . Bosco non varrà il dire che quelli che
ci s'invita a proteggere sono disgraziati, delin-
qu;enstifroapd'cenitola
fanciulli, di giovani traviati nell'età più perico-
losa della vita . Chi potrà negare il suo concorso
ad un'opera tanto profittevole e simpatica? Ah sì,
accorriamo tutti in aiuto dei fanciulli abbando-
nati, della gioventù tanto assediata e persegui-
tata dai corifei dell'empietà, che non lasciano
alcun mezzo per corromperla e perseguitarla! Ah!
che non s'abbia a dire con troppa verità ciò che
si ripete oggi, che cioè i figli delle tenebre lavorano
con zelo, con perseveranza, con ardore e con ansia
nelle loro opere di abbominazione e di distruzione,
mentre i figli della luce dormono colla fede morta
nel loro gelido cuore, colla face della carità spenta
ai loro piedi, senza impulsi di virile energia nella
volontà, senza slanci di entusiasmo e di abnega-
zione nell'anima, senza preoccupazione nella co-
scienza . Impegniamoci di farci creditori delle gra-
zie del Signore, lavorando infaticabili per la sua
causa benedetta, ed Egli terrà lontani i mali che
ci circondano e minacciano . Oggi è per la santa
opera di Don Bosco, che Dio domanda il nostro
concorso : diamoglielo quanto possono le nostre
forze ; cooperiamo tutti col nostro lavoro, colle
nostre orazioni, colle nostre limosine, coi talenti
e doni tutti, di cui ci ha arricchiti la munificenza
di Dio e dei quai dovremo un giorno rendergli
stretto conto ...» .
FRANCIA-
Nizza Marittima .
Caritatevoli industrie di quei Cooperatori .
Degni di alto encomio sono i Cooperatori
Salesiani di Nizza Marittima . Essi, per poter
meglio aiutare il Patronato Salesiano di
quella città, già da parecchi anni si erano
costituiti in Comitato allo scopo di procurar
lavoro ai poveri orfanelli ivi raccolti e di
fare e procurare loro limosine .
Non paghi di questo, l'industriosa loro
carità immaginò un'altra opera eminente-
mente cristiana, intitolata L'Opera del pane
quotidiano . Scopo di questa nuova Opera si
è di provvedere il pane necessario al Patro-
nato per un giorno a scelta .
La spesa è di 40 lire al giorno . Si sono
stampati appositi fogli a mo' di polizze . Una
famiglia, oppure una persona, quel giorno
che più le aggrada, o del suo onomastico,
o del compleanno, o il dì delle nozze , o la
nascita di un bambino, o l'anniversario della
morte di un parente ecc ., ecc ., sottoscrive
uno di detti fogli e lo invia al Direttore del
Patronato : è l'obbligazione a pagare il pane
che si consumerà quel giorno dagli orfanelli
del Patronato stesso .
Il signor Don Rua l'ultima volta che passò
a Nizza , altamente commosso nel sentire
l'origine di quest'Opera benedetta , in una
seduta .del Comitato espresse tutta la sua
riconoscenza e la sua piena fiducia in quei
buoni amici dei poveri orfanelli di Nizza .
In quell'adunanza uno dei membri del Co-
mitato suddetto narrò a Don Rua un fatto
che noi non possiamo a meno di riferire ad
edificazione de' nostri lettori e lettrici .
Due socii del Comitato , che abitano
nella medesima casa , son soliti ogni sera
radunare insieme le loro famiglie per la ce-
ci ta del S . Rosario . Una sera, dopo questo
pio esercizio, essi s'intrattennero a parlare
dell'Opera del pane quotidiano, di cui si era
trattato nella seduta del Comitato tenuta in
quel giorno . Dopo essersi rallegrati del mag-
gior bene che era chiamata a produrre que-
st'altra caritatevole istituzione, i nostri due
buoni amici risolvettero di prendere una sot-
toscrizione ciascuno pel giorno di propria
scelta .
Le due serventi di questi signori avevano
ascoltato la conversazione dei loro padroni .
Se questo fosse caso oppure curiosità , noi
ben non lo sapremmo dire . Per chi è cri-
stiano il caso si chiama Provvidenza ;. e se
fu curiosità, la riparazione è stata molto ge
nerosa . Infatti quelle ottime giovani si prof--
fersero ai loro padroni di sottoscriversi esse
pure per il pane dell' orfanello ciascheduna
per un giorno .
Quei padroni commossi accettarono la
doppia sottoscrizione e a nome dei fanciulli
del Patronato ringraziarono con effusione le
nuove benefattrici .
Ma la notte è apportatrice di consiglio . Il
peso di un sacrifizio così grande - un'ele-
mosina di quaranta lire - sorpassava evi-
dentemente le forze delle povere fantesche,
le quali non guadagnavano mensilmente che
da 30 a 40 franchi.Quindperlosab
stato già troppo, se potevano permettersi una
sottoscrizione tra tutte due .
All'indomani , quando i due signori si ri
vedono, constatano che durante la notte am--
bedue erano stati assaliti dal medesimo scru
polo . Confermati nella loro maniera di vedere
da questa coincidenza, se ne aprono colle
serventi . Lavoro perduto ! Da parte loro ,
queste povere fantesche avevano esaminato
con calma il loro primo slancio di carità, ma
solo per ratificarlo col lume della riflessione
e per rallegrarsene come d'un favore rice
vuto dal cielo . Niente potè vincere la loro
pia ostinazione .
« Noi guadagniamo poco, è vero, risposero,
ma quel che guadagniamo è nostro ; e noi non
possiamo farne miglior uso che impiegarlo a
soccorrere i bisognosi . Noi vogliamo avere cia-
scuna il nostro giorno fisso . Ben fortunate ci
terremo di essere per quel giorno le madri nu-

2.3 Page 13

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trici dei cari figli di Don Bosco. Iddio ci ri-
compenserà !
Sì, Iddio ricompenserà queste povere fan-
tesche ! Possa il loro generoso esempio toc-
care il cuore di quelli che nuotano nell'ab-
bondanza e che hanno la terribile respon-
sabilità dei beni di questo mondo !
Quale dei nostri lettori non si terrebbe
fortunato di avere presso di sè e de' suoi
anime di questa tempra? Ma queste giovani
avrebbero esse avuto questa inspirazione di
generosità cristiana in quelle famiglie opu-
lenti, dove Dio non è riconosciuto, nè giam-
mai soccorso nei suoi membri sofferenti, quali
sono i poveri di Gesù Cristo ?
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
Dalla Terra del Fuoco.
Puntarenas, 10 maggio 1892 .
H
REV .MO SIG . D . RUA,
o una bella notizia a darle . In una mia
che le scrissi l'anno scorso (1) diceva che
l'istruzione religiosa che gli Indii ricevono
alla Missione di S . Raffaele (isola Dawson)
serve loro per catechizzare ed attirare all'i-
sola altri selvaggi . Orbene, ecco la bella
nuova che voglio darle adesso, che gli Indi,
partiti questa primavera colle loro canoe,
riuscirono a catechizzare altri Indii e che già
incominciano a far ritorno cum exultatione,
portantes manipulos suos (Salmo cccv) .
Giovedì prossimo passato, 5 corrente, fa-
cendo la chiusura degli Esercizi spirituali
in S . Raffaele, raccomandava a quei confra-
telli ed agli Indii che pregassero il buon Dio,
affinchè aumentasse il numero dei selvaggi
nella Missione ed altri molti venissero con
buona volontà ad arrendersi ai piedi della
Croce . Undici Indii quel mattino avevano
fatto la loro s . Comunione a questo fine .
Verso le dieci di quel mattino stesso, men-
tre mi trovava ritirato in camera, il confra-
tello Asvini tutto giulivo corre ad annun-
ziarmi che si scorgono due piroghe dalla
punta sud della Baia (Harris), le quali cer-
cano di entrare in porto .
A quest'annunzio mi si allarga il cuore .
Prendo il mio cannocchiale e dal finestrino
l'appunto a quella parte . Scorgo infatti due
punti neri che si muovono alla volta del porto
di S . Raffaele e che si vanno ingrossando a
misura che si avvicinano .
Gli Indii intanto dalla porta delle loro ca-
sette guardano essi pure e cercano d'indo-
(1) V. Bollettino Salesiano del gennaio di quest'anno .
vinare chi siano, e chiacchierando nel loro
linguaggio, fanno già conto di dare ospita-
lità, dividendosi fra loro le nuove famiglie .
Povere piroghe! venivano a quattro remi
e con tutta forza per vincere la corrente con-
traria e per sottrarsi in fretta ad una pioggia
dirotta che pareva un diluvio .
Coll'occhio sempre al cannocchiale stava
con piacere contemplando un uomo a gesti-
colare, ritto alla prora, il quale, ai segni di
allegria sempre più concitati all'avvicinarsi
alla spiaggia, ben addimostrava di conoscere
molti degli Indii residenti nella Missione e
forse di avere tra loro stretti parenti . Poco
stante ecco saltano a terra dalla prima pi-
roga nove individui, e colui dall'aria amica
s'avanza prima di tatti, dà la mano ai con-
fratelli Ferrando, Sibosa, Asvini accorsi alla
spiaggia , presenta loro i nuovi arrivati, e
poscia fa segno alla seconda piroga di avvici-
narsi, perchè si trovano in mezzo ad amici .
Tutti i neofiti della Missione, in festa per
quest'arrivo, senza punto curarsi della piog-
gia che viene a catinelle, corrono anch'essi
alla spiaggia, aiutano a tirare in secco le
piroghe, fanno passare i nuovi amici nelle
case, accendono dei grandi fuochi per riscal-
darli e per far loro asciugare le misere pelli
che ne ricoprono alquanto il corpo .
Frattanto Asvini, gran magazziniere, cogli
altri confratelli prendono altri Indii e fan
portare carne, galletta, pane, grassa e quanto
può far loro bene, chè si vedevano, special-
mente i fanciulli, le ragazze e le donne, assai
sparuti e pareva avessero una dose di appe-
tito da chiamarsi peggio che fame . Le Suore
di Maria Ausiliatrice, che erano pure accorse
alla spiaggia., si danno d'attorno per vestire
specialmente i piccolini, i quali erano mal co-
perti, e cercano di riunire fra di loro gli in-
dividui di ogni famiglia, per assegnare a
ciascuna la propria abitazione .
Appena si furono ben riscaldati ed ebbero
calmati i rimorsi della coscienza, il capo squa-
dra, colui che pel primo era saltato a terra,
il quale, di nome Santiago (Giacomo), già era
stato alla Missione, venne alla Casa nostra
e si presentò prima a D . Pistone e quindi
anche a me e ci rese conto del suo viaggio .
Disse come aveva incontrati molti Indii, ma
che per ora, con suo grande rincrescimento,
non aveva potuto condurne che quindici, gli
altri stavano preparando le loro piroghe e
presto verrebbero essi pure .
Povero Indio! Quando era partito, D . Pi-
stone l'aveva vestito bene e provveduto di
galletta, carne, ecc . ecc . ed ora quasi più non
si riconosceva, tanto era malmesso e sparuto
della persona .
Io godeva nel vederlo parlare a D . Pistone
con tanta confidenza, accompagnare i nuovi
selvaggi a vedere la nostra Casa, i labora-
torii, indicare loro ove si mena il bestiame,
donde si passa per recarsi a questo o a quel
sito, a questo o a quel lavoro, e finalmente

2.4 Page 14

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condurli nella cappella . Egli, il poveretto, noscere, almeno in compendio, ai nostri Coo-
si trovava in casa sua e pareva volesse dire peratori .
agli arrivati : - Vedete se non è vero tutto Dopo un'introduzione troppo elogiastica
quanto vi ho detto, tutto quanto vi ho con- per noi, il Porvenir narra quello che fecero
tato tante volte . - I poveri selvaggi lo se- i pochi Salesiani mandati ad aprir quella
guivano dappertutto quasi sbalorditi, e pa- Casa per ridurla, abitabile non solo, ma atta
reva non comprendessero come vi fossero a servire al suo scopo, dopo i guasti d'ogni
tante e tante cose in quel piccolo mondo . maniera che vi fecero le truppe del Dittatore
Mi rincrebbe di dover ripartire subito da negli otto mesi che vi bivaccarono, rubando
S. Raffaele : altre urgenze m'attendevano a o distruggendo anche le immagini e i para-
Puntarenas ; ma raccomandai tanto questi i menti sacri.
nuovi arrivati a D . Pistone ed agli altri con- Le prime limosine furono destinate a ri-
fratelli, perchè s'adoperassero in ogni modo pulir la Casa, rifar le muraglie, imbiancar
per attirarli al bene, alla moralità ed al la-- le pareti e comprar gli attrezzi e i mobili
voro, stando per altro sempre attenti al tra indispensabili per dar albergo ai numerosi
dimento . Con quest'attenzione a prevenirne orfani e giovanetti abbandonati che batte-
il minimo pericolo, io spero che non avremo vano alle sue porte .
a piangere altre disgrazie personali, nè a sof- «, Vera sorpresa ci ha prodotto, aggiunge
frire perdite nelle conversioni già fatte : dopo il detto giornale, il vedere come fu trasfor-
un colpo d'insurrezione ci vuol gran tempo e mata in pochi mesi quella casa, che prima
molta fatica a riacquistare la lor confidenza . pareva un letamaio . Dagli opifici salesiani
Il buon soccorso inviatoci di questi giorni di Talca e Concezione si fecero venire gli
fu provvidenziale : se ne aveva proprio di bi- operai necessarii : nella stessa casa si costrus-
sogno per vestire quest'Indii ed i nuovi che sero i letti, i banchi, le cattedre, gli arma-
presto arriveranno . Prego Iddio che voglia dii, le cucine economiche : alcuni cortili furono
Egli rimunerare questi nostri Benefattori! cambiati in orti per averne i legumi neces-
Continuiamo i preparativi per la nuova sta- sarii : e, quel che vale assai più, si riaperse
zione da fondarsi al Capo Peña, ove speria- al pubblico il tempio della Riconoscenza Na-
mo di attirare gli Onas , che finora si mo- zionale al S . Cuor di Gesù, dove i fedeli tro-
strano indomabili e restii alla civilizzazione . vano adesso un diligentissimo servizio reli-
Le cime di tutte le montagne cominciano gioso .
a biancheggiare di neve ed il freddo a ge- « Quelli che conoscono i grandi bisogni
lare tutte le lagune : se continua ad aumen- della popolazione povera di Santiago non si
tare, sarem costretti a lasciare per un poco meraviglieranno se diremo che centinaia di
le missioni volanti, che sogliamo dare qua e fanciulli abbandonati supplicarono la loro
là nel buon tempo .
ammissione ai nuovi laboratori salesiani . I
D . Beauvoir si prepara con alcuni Indii a figli di D . Bosco, stimolati da quella santa
partire per Montevideo e di lì alla volta di audacia, che è inspirata dalla confidenza in
Genova, ove assisterà all'Esposizione delle Dio, senza aver alcuna rendita fissa, si af-
Missioni d'America in onore di Cristoforo Co- frettarono a ricevere sotto il manto della
lombo, l'iniziatore di queste Missioni stesse . carità più di cinquanta fanciulli, i quali rice-
Ci benedica tutti, o Rev .mo Sig . D . Rua, vono da loro il mantenimento, le vestimenta,
e voglia sempre ricordare al Signore nelle l'ospitalità, l'istruzione, l'educazione e l'ap-
fervide sue preci chi gode di potersi profes- prendimento di un mestiere nei varii labo-
sare di lei
ratorii che cominciano a funzionare sotto la
Dev .mo Obbl .mno in G . e M
Sac . GIUSEPPE FAGNANO
direzione di cinque sacerdoti e alcuni coa-
diutori salesiani . »
« Ma donde ricavano i Salesiani, domanda
Prefetto Apost . della Terra del Fuoco . poi il Porvenir, le somme non indifferenti
che si dovettero spendere per la installazione
di queste officine e pel mantenimento di que-
sti fanciulli?» E risponde che strumento della
DAL CHILI
Divina Provvidenza per l'Asilo della Patria
furono finora le Autorità ecclesiastiche e le
persone caritatevoli di Santiago, le quali
I LABORATORII SALESIANI
colle loro limosine fecero dare il primo passo
a questa santa opera . «Mabisognacture
in Santiago del Chili .
la nobile e cristiana impresa . »
E qui il buon periodico fa un patetico ap-
Il Porvenir, giornale che si pubblica nella pello a tutti i cuori generosi ed alle borse
capitale del Chilì, stampò nel suo numero del ben fornite, affinché vengano in aiuto al nuovo
26 d'aprile di quest'anno un articolo riguar- Asilo e lo pongano in grado di aprir le porte
dante la Casa salesiana aperta colà il 6 gen- a centinaia di giovanetti, che si aggirano a-
naio p . p . sotto il titolo di Asilo de la Patria, desso cenciosi, affamati e senza educazione
articolo che crediamo conveniente di far co- per le vie di Santiago .

2.5 Page 15

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Voglia il cielo che i buoni cristiani ed i
ricchi benefichi, dopo aver lette queste linee,
lascino cadere abbondanti ed auree le monete
nelle mani dei poveri orfani che gemendo pie-
tosamente chieggono : Una limosina per amor
di Dio!
Buenos-Aires (Argentina) . - Il 13
maggio scorso, ricorrendo il centenario della
nascita di Pio IX, i Salesiani del collegio di
Almagro, dedicato appunto alla venerata me-
moria di questo Sommo Pontefice, celebra-
rono nella chiesa parrocchiale di S. Carlo
un solenne funerale in suffragio dell'anima
dell'angelico Pio, che pel primo degnossi in-
scrivere l'augusto suo nome nel registro dei
Cooperatori Salesiani .
Equatore . - Dalla Repubblica dell'E-
quatore apprendiamo che colà si va estendendo
la divozione verso a Maria SS . Ausiliatrice .
E questo è buon segno .
- A Quito, il 24 maggio si celebrarono feste
grandiosissime nei Talleres del Sagrado Corazon
con partecipazione di tutto il pubblico . La Mes-
sa della Comunità fu celebrata dal R.mo Vica-
rio generale dell'Archidiocesi, il quale ebbe la
grata sorpresa di porgere la, prima volta il
Pane degli Angeli a due indietti dai capelli
lunghi, di fresco accolti nei Talleres . La Messa
solenne fu cantata da un novello sacerdote
Salesiano. Il Superiore dei Gesuiti di Gua-
temala tenne il discorso in onore di Maria
Ausiliatrice .
- A S . Michele, piccolo paesello tra Gua-
yaquil e Quito, lo stesso giorno il colonnello
Mora Pio, governatore della Provincia e coo-
peratore salesiano, dopo aver fatto innalzar
le bandiere, radunò nel suo palazzo un due-
cento persone, tra cui cento e più ragazzi e
le notabilità del paese, coi quali tutti assi-
stette al santo Sacrificio, celebrato in un
salone, addobbato a cappella, da un sacer-
dote del luogo, il quale nel pomeriggio re-
citò un bel sermone sulla potenza e bontà
di Maria, infervorando tutti alla divozione
di questa Vergine, Aiuto del popolo Cri-
stiano . I signori intervenuti inviarono poi il
loro nome al Direttore di Quito, perchè li
volesse inscrivere tra i Cooperatori Salesiani .
- Da Quito ci scrivono pure, che il 26
maggio, solennità dell'Ascensione, colà s'i-
naugurò l'Esposizione Nazionale, a cui pre-
sero parte tutti i giovani dei laboratorii Sa-
lesiani colla banda musicale, la quale alternò
scelti pezzi colla militare e la cittadina di
Quito . In varie gallerie dell'Esposizione poi
figurano diversi lavori eseguiti dai giovanetti
del Sacro Cuore .
Le suore di Maria Ausiliatrice di Almagro
(Buenos-Aires) quest'anno ebbero a toccare
una grave perdita nella morte di S .rDOMENICA
ROLETTI, da ben diciassette anni ascritta al
sodalizio delle Figlie di Maria, istituito da
D. Bosco. Il 21 aprile u . s., munita di tutti
i conforti di nostra santa Religione e con
Gesù Sacramentato ancora in cuore spirava
la sua bell'anima questa santa religiosa, la-
sciando un gran vuoto tra le sue consorelle
di Almagro e chiari esempi d'abnegazione,
di umiltà e d'ubbidienza a tutta prova a
quante ebbero la fortuna di conoscerla . Essa
era partita per l'America colla seconda spe-
dizione de' Missionaria Salesiani nell'anno
1877 . Stabilitasi a Buenos-Aires, disimpegnò
sempre appieno e con l'ammirazione delle sue
consorelle quanto l'ubbidienza le affidava . Il
buon Dio e la Vergine Ausiliatrice, da cui
imploriamo requie eterna all'anima sua be-
nedetta, vogliano consolare le suore di Ma-
ria Ausiliatrice col mandar loro altre ed
altre figlie virtuose come Suor Domenica
Roletti .
BETLEMME
Dall'Orfanotrofio della Sacra Famiglia .
Rev .mo SIG . DON RUA,
.
IL nostro caro Superiore Don Belloni mi
incarica di mandarle una breve relazione
delle nostre feste, ed io adempiendo all'ono-
revole incarico sono lieto di attestarle pure,
o veneratissimo Padre, i sensi di stima, di
venerazione e di assoluta obbedienza di tutti
questi confratelli .
Chiesa del Sacro Cuore di Gesú
a Betlemme .
Come descriverle questa chiesa? Essa è
piccola e pure pare grande . Non ha che 14
metri circa d'altezza all' interno, e, come
nelle nostre antiche cattedrali gotiche, la
volta sembra assai elevata per lasciar salire
assai in alto le preghiere dei fedeli . Un sem-
plice prete, un missionario ne è stato l'ar-
chitetto ; egli, sotto l'impulso del suo amore
per il Sacro Cuore, ha saputo trovare delle
ispirazioni che hanno impresso alla sua opera
un suggello particolare d'armonia e di gran-
dezza , che non mi rammento aver trovato
altrove in una chiesa di così modeste pro-
porzioni .
È la chiesa del Sacro Cuore! Entrando
in questa casa del Signore, ognuno sente il
suo pensiero deliziosamente attirato dal Cuore
di Gesù . Sulla cupola, che domina il coro, è
rappresentata l'apparizione alla Beata Mar-
gherita Maria di Gesù Cristo mostrantele
quel Cuore sì amante e sì poco amato . Ab-
bassando un poco lo sguardo, s'incontra im-

2.6 Page 16

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mediatamente la grande statua del Sacro
Cuore . Questa statua riccamente decorata e
compitissima in tutte le sue parti ha 3 m .
Benedizione della chiesa .
Confermazione .
di altezza . Essa è collocata in una grande In assenza di Monsignor Patriarca, chia-
nicchia di marmo bianco, in maniera da do- mato da altri ufficii,il suo Vicario Monsi-
minare l'altare e tutta la chiesa .
gnor Pasquale Appodia, vescovo di Capito-
L'altar maggiore, pure in marmo bianco, lia, venne il 23 maggio dopo il mezzogiorno
è monumentale .
per procedere alla benedizione della nostra
Le decorazioni sono chiaramente distinte da chiesa ed alla confermazione di alcunì dei
incrostature di marmo di color diverso e da nostri fanciulli . Dopo alcuni istanti di riposo,
alcune leggiere indorature . La chiesa, in forma Monsignore, assistito da un numeroso clero
di croce latina, ha tre navate . Le navate secolare e regolare e dagli allievi ecclesia-
laterali sono sormontate da vaste tribune che stici del Seminario di Beit-Gialla, procedeva
permetteranno, allorchè ciò diverrà neces- a questa importante cerimonia .
sario, di ricevere una numerosissima udienza . Una numerosa folla s'accalcava alle porte,
Nella forma generale domina lo stile ro- impaziente di veder uffiziare Monsignore e
mano . Le parti decorative appartengono allo di prendere parte alle cerimonie della chiesa.
stile greco. Le vòlte sono a piena armatura, Infine , terminata la benedizione, numerosi
ciascuna delle colonne quadrate che le so- fedeli assistettero alla cresima dei ragazzi
stengono è coronata da un capitello corintio . ed alla benedizione impartita dal pio Pre-
Questi capitelli, una bella e grande cornice lato .
appartenente allo stesso ordine d' architet- Io non descriverò i particolari di queste
tura, che circonda la parte superiore della due ceremonie . Ma quanto esse sono commo-
chiesa, e le decorazioni della nicchia del Sa- venti ! La prima ci fa riflettere che questa
cro Cuore sono i soli destinati ad aggiun- nuova abitazione, aedificata super firmam
gere qualche grazia alla severa bellezza delle petram, è per diventare l'augusta dimora del
grandi linee . Le pitture e le indorature sono di- Signore . Gesù, nel Sacramento adorabile del
stribuite con gusto e moderatezza . I colori sono suo amore, viene ad abitare quel povero ed
temperati e armoniosi ; i disegni si unifor- angusto tabernacolo, ed ivi attendere le pre-
mano con lo stile generale . Una bella ba- ghiere e le adorazioni de' suoi fedeli, sempre
laustra, sorretta da colonnine in marmo pronto nel suo amore infinito ad innondarli
bianco, interdice l'accesso al coro .
delle sue grazie .
Da ciascun lato della grande navata, quat- Nella seconda, lo Spirito Santo discende
tro vòlte sostengono le tribune e formano su questi cari fanciulli, per loro comunicare
quattro cappelle laterali . Da ciascun lato i suoi doni meravigliosi, e se noi non ve-
del coro, una quinta volta più elevata delle diamo le lingue di fuoco posarsi su quelle
altre forma i due bracci della croce . Questi giovani teste, noi sappiamo le meraviglie
due bracci racchiudono uno spazio sufficiente che lo Spirito della luce e della verità opera
per permettere a tutta la comunità di pren- in quelle giovani anime . Monsignore partì
dere parte alle cerimonie senza frammischiarsi dopo la cerimonia, accompagnato dai suoi
col pubblico .
seminaristi, per passare la notte a Beit-
Delle otto cappelle laterali, quattro sola- Gialla.
mente hanno degli altari provvisorii o defi-
nitivi ; sono le cappelle della Santa Famiglia,
Festa di Maria Ausiliatrice .
di San Luigi Re di Francia, di Maria Ausi-
liatrice, di S . Antonio da Padova . La cap-
pella di S . Giuseppe e tre altre cappelle sono
ancora sprovviste di altare .
La luce è distribuita in una maniera feli-
Finalmente eccoci a quel giorno di festa
sì cara a tutti i cuori Salesiani . Maria Au-
silìatrice ! Questo nome tanto amato ci ram-
menta i meravigliosi ricordi di quella vita
cissima . Nelle navate laterali essa è data da
aperture circolari guarnite di vetri colorati .
sì santa , sì umile , sì grande e sì feconda
quale fu quella di Don Bosco . Qual felice
Nella parte superiore, viene dai vani molto ispirazione di scegliere questa festa per i-
larghi delle tribune, le quali sono abbon-- naugurare la chiesa del Sacro Cuore ! Madre
dantemente illuminate da vaste finestre por
ge.lnautCciosìm'fr
nella parte inferiore, più abbondante nella
parte superiore, invita al raccoglimento ed
agli slanci dell'anima .
Ecco, o amatissimo Padre, ciò ch'io posso
santa e benedetta ! Possiamo noi offrirvi
qualche mazzo di fiori che vi sia più accetto
delle nostre testimonianze d'amore, fiori sboc-
ciati nei nostri cuori, che noi offriamo con
esultanza al Cuore del vostro Divin Figlio?
Quali ringraziamenti pure dobbiamo all'e-
dirle sulla chiesa del Sacro Cuore di Be-
tlemme . È un luogo opportunissimo per la
preghiera, ed io sono convinto che il Sacro
Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice, che
hanno ispirato questa idea, ricompenseranno
quest'atto di fede con abbondanti favori .
simio sacerdote che ha condotti i lavori
sino al loro termine ed ai coraggiosi operai
che hanno sì energicamente compito il lavoro
nel tempo prescritto ! O Maria, essi hanno
lavorato per glorificare il Sacro Cuore di
Gesù e per glorificare anche Voi ; è da Voi

2.7 Page 17

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adunqechrivanolricmpensa,
per mezzo delle grazie abbondanti che Voi
loro otterrete.
Verso le sette ore del mattino, arrivava da
Gerusalemme il sig . Ledoulx, console gene-
rale di Francia, che aveva ben volontieri
accettato l'invito del nostro venerato supe-
riore Don Belloni . Era accompagnato dal
suo cancelliere e dal suo dragomanno . Al-
cuni momenti dopo arrivava pure Mons . Ap-
podia da Beit-Gialla . Il clero si componeva
di canonici , di superiori e di relìgiosi di
diversi Ordini, di curati, di preti e degli allievi
del Seminario di Beit-Gialla . Una numerosa
folla empieva la chiesa.
Imponentissima fu la Messa pontificale .
Tutto concorreva a dare gran lustro a questa
cerimonia ; un clero numeroso e venerabile,
presieduto da un illustre prelato ; i canti
religiosi, eseguiti dai nostri fanciulli in ma-
niera da guadagnarsi tutte le approvazioni ;
un accompagnamento ben condotto, soste-
nendo le voci senza mai coprirle ; infine
tutto contribuiva ad imprimere a questa
solennità un carattere di grandezza e di bel-
lezza tale, che siamo felici di conservarla
fra i nostri più preziosi ricordi . La musica
fu quella di Maria Ausiliatrice di Monsig .
Cagliero, la prima che si cantasse in questa
chiesa del Sacro Cuore .
S. E . il Console generale di Francia, vo-
lendo che il ricordo di questa bella festa ri-
manesse scolpito nel cuore degli abitanti po-
veri di Betlemme, fece loro distribuire delle
abbondanti elemosine, raccomandando loro
di ricordarsi che le ricevettero in occa-
sione di questa solennità .
Ma se tutti erano in allegria, le nostre
buone Suore di Maria Ausiliatrice non pren-
devano guari parte alla festa . Bisognava
moltiplicare i pani ed il resto ; e, se la cosa
fu facile pel Divin Maestro, per le nostre
Suore costò non poca pena . Era impossibile
riunire ad una stessa tavola tutti gli invitati .
Alle persone già nominate, bisognava ag-
giungere un certo numero d'invitati di Betlem-
me, una deputazione di Beitgemal, un gran
numero dei nostri fanciulli e del personale
di Cremisan, alcuni membri del pellegrinag-
gio di penitenza ecc ., ecc . Si dovette pro-
cedere per serie . Alla tavola dei Superiori,
S . E. il Console generale brindò alla pro-
sperità della nostra Opera ; lascio a lei, sig .
D. Rua, pensare se questo benevolo augurio
sia stato applaudito !
I vespri solenni ed il Tantum ergo di Mon-
signor Cagliero si cantarono con lo stesso suc-
cesso della Messa . L'affluenza era forse più
grande ancora che nella mattina . Il R . P .
Léjourné dell' Ordine dei Predicatori, accon-
discese al nostro invito, e pronunziò un elo-
quente discorso su questa bella festa, la quale
ebbe termine colla Benedizione del SS .
Sacramento .
Io non parlerò della illuminazione e dei
colpi di cannone incaricati d'esprimere stre-
pitosamente la nostra allegrezza, ma prima di
terminare questo resoconto troppo lungo bi-
sogna ch' io parli delle raccolte .
Il buon Dio ci ha inviato quest'anno una
abbondanza di pioggie che è una vera be-
nedizione per i nostri paesi ; abbiamo avuto
anche in maggio alcuni acquazzoni, ciò che
è assai raro in Palestina. Quindi le raccolte
sono bellissime : la messe abbondantissima
è quasi terminata . Preghi, o amatissimo Pa-
dre, e faccia pregare per la povera patria
del Salvatore degli uomini !
A. N.
NOTIZIE VARIE
Oratorio di Torino . - Distribuzione di
premi-i . - L'anno scolastico e professionale pei
nostri giovanetti studenti ed artigiani dell'Oratorio
interno terminava il 15 dello scorso Agosto con
una solenne distribuzione di premii .
Si tenne in tale occasione una grandiosa ac-
cademia musico-letteraria, alla quale intervennero
molti
La
invitati,
presidenza
tra cui alcuni illustri
onoraria era tenuta da
Sp.erEs.onRaegvg.ima.
Mons . Giovanni Cagliero .
Questa bellissima festa riuscì oltremodo splen-
dida ed imponente . Stretti dall' angustia dello
spazio dobbiamo limitarci a segnalarne il pro-
gramma . Eccolo
1. Suonata d'introduzione .
2. Discorso del Sac . Prof . D. Tommaso Chiappello .
3 . Cristoforo Colombo e le Missioni Salesiane . -
(Cantata a 4 voci con duetto) del Maestro Gius .
Dogliani .
4 . Un saluto a Mons . Cagliero, Vie . Ap . della
Patagonia - (Poesia) del Sac . Prof. D . Eusebio
Calvi .
5 . Cristoforo Colombo e l'immortalità . - (Prosa
italiana) del Prof. Luigi Bottaro .
6 . Suonata-Fantasia Ungherese .
7 . Distribuzione dei Premi agli alunni studenti .
8 . - Il figlio dell' esule - (Romanza per mezzo
soprano) di Mons . G. B . Cagliero .
9 . A Cristoforo Colombo . - (Poesia) .
10 . Dialogo - Avv . Dollero .
11 . Cantata a 4 voci con terzetto, del Maestro
Gius . Dogliani .
12 . Distribuzione dei Premi agli alunni Artigiani .
13 . Il piccolo Spazzacamino - (Romanza per mezzo
sop .) di Mons . G . B . Cagliero.
14 . Il giorno della premiazione - (Poesia) del Sac.
Prof. D . G . B . Francesia,
15 . Fantasia per Banda sulle romanze di Mons .
Cagliero, del Maestro G . B . De-Vecchi.
16 . Parole di S . E . R . Mons . Gio . Cagliero.
17 . Suonata finale .
Confienza e Palestro . - Togliano dal Ves-
sillo di S . Eusebio, gazzetta Vercellese, la seguente
corrispondenza
- Il giorno 26 agosto p . p . si tenne una confe-
renza sulle Opere Salesiane a Confienza ed il 29

2.8 Page 18

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dello stesso mese a Palestro nel Vercellese per
invito degli ottimi e zelanti prevosti dei due paesi .
Conferenziere fu il Rev . D . Luigi Nai, diret-
tore dell'Oratorio Salesiano di S . Benigno Cana-
vese, il quale predicò per circa un'ora in entrambi
i luoghi .
Egli esordiva, manifestando la propria soddi-
sfazione pel gran concorso di popolo venuto a
sentirlo ; quindi passava a parlare di Don Bosco,
di ciò che fece e che continuano a fare tuttora i
suoi figli , sotto la guida del suo successore il
Rev. sig . Don Rua, il quale ha ereditato tutto lo
zelo e lo spirito del fondatore .
La sua parola piena di slancio e soavissimo af-
fetto per Don Bosco e tutta la Congregazione Sa-
lesiana era ascoltata con vivissimo interesse, e
bene spesso non potevano trattenersi dal mani-
festarlo coi segni e colle parole , ed intenerirsi
fino alle lacrime , quando parlò delle difficoltà
che ebbe ad incontrare Don Bosco e delle fatiche
che sostengono i Missionari . Salesiani nella lon-
tana America, e il sig . Don Rua per provvedere
il pane e vestito alle migliaia di alunni che conta
la società Salesiana .
Parlò dei Cooperatori Salesiani, di quanto Don
Bosco li abbia sempre amati e stimati, e delle
speranze che ripone in essi , Don Rua . Indicò in
che consista la loro cooperazione, e diede loro,
nel tempo stesso , alcune norme per poter dive-
nire veri Cooperatori delle Opere di Don Bosco .
Trattandosi poi di scendere all' atto pratico, di
coadiuvare cioè coll'elemosina le Opere salesiane,
mostrarono in modo veramente meraviglioso ,
quanto la carità fiorisca nei loro cuori ; special-
mente poi figli di Don Bosco . Si può francamente
dire che non ci fu uno che non portasse la pro-
pria offerta . Quelli che non potevano farlo in de-
naro , portavano tela , calze , fazzoletti od altro
consimile , esponendo il proprio rincrescimento
che la loro povera condizione non permettesse
loro di poter fare di più , e partivano promettendo
di voler sempre adoperarsi per aiutare le opere
suddette . . . .
Don MICHELANGELO BRAGA
La Pia Società Salesiana il 6 di agosto ha fatto
una perdita gravissima nella persona del Rev .do
Sac . Michelangelo Braga, che da circa vent'anni
con zelo, pietà e dottrina non comune esercitò il
s . Ministero ciel nostro Ospizio e parrocchia di
S . Pier d'Arena . Ecco quanto il giorno dopo ne
scriveva il giornale Il Cittadino di Genova
« Ieri verso le ore 4 pom . nell'Ospizio di Don
Bosco in Sampierdarena passava dalla terra al
cielo l'anima eletta del sac . Michelangelo Braga .
Nato nella diocesi di Brescia, prima di essere or-
dinato sacerdote perfezionò i suoi studi a Roma
nel collegio Capranica .
» Ebbe a condiscepoli il Vescovo attuale di
Cremona, l'Arcivescovo Cecconi di Firenze e i
due Cardinali Vannutelli .
Circa venti anni fa, avendo udito parlare di
Don Bosco, si recò a Torino e fermò in cuore di
consecrare la sua mente eletta, le sue forze, anzi
la vita intera nella Pia Società Salesiana . Andò
in Sampierdarena quando Don Bosco aprì in quella
città il suo Ospizio e vi restò quasi continua-
mente, tolti alcuni anni che ebbe uno speciale
ufficio a Roma .
» Sampierdarena fu il campo delle sue fatiche
indefesse . Non vi è famiglia che nol conoscesse,
non persona a cui, potendo, non abbia fatto del
bene . Di lui può dirsi che fu in tutto vero mi-
nistro di Dio .
» La sua morte sarà pianta non solo dai suoi
confratelli, dai quali era teneramente amato, ma
da tutta la popolazione della parrocchia di San
Gaetano, perchè perdè in lui un amico dei po-
veri, un consolatore degli afflitti, un padre della
povera gioventù .
» Il Signore solo può ricompensare tanta virtù
e tanto zelo . A quest'ora egli avrà in cielo il
guiderdone delle opere buone compiute sulla
terra .
» È da augurarsi che Iddio susciti molti di si-
mili apostoli per il bene delle anime e per la
pace delle famiglie . « Fin qui quel giornale .
Il giorno prima della sua morte, fatta che ebbe
la S . Comunione per Viatico, si mostrò più con-
tento dell'ordinario, anzi al Rettore dell'Ospizio
che lo visitò disse queste precise parole : Mi è
comparsa la Madonna, che m i tolse tutti i mali .
Nella sua agonia era circondato da molti con-
fratelli sacerdoti, chierici e laici, da alcuni stretti
parenti, i quali tutti piangevano e pregavano
presso il suo letto, mentre i giovanetti dell'Ospizio
in chiesa recitavano le preghiere per gli agoniz-
zanti .
Durante la sua malattia si erano fatti tridui e
speciali preghiere in casa e in parecchi istituti
della città, perchè Iddio, per intercessione della
Vergine Ausiliatrice, volesse conservarci una così
preziosa e; sistenza, ma il nostro Don Angelo era
già maturo pel cielo, i suoi giorni erano pieni
come quelli del giusto, e il Signore lo volle con se .
I solenni funerali, che ebbero luogo la mattina
del giorno 8 agosto nella chiesa parrocchiale di
S . Gaetano, furono una solenne manifestazione
dell'affetto e della grandissima stima in cui era
presso tutta la popolazione della parrocchia di
S . Gaetano, anzi della intera città .
Il sacro tempio era letteralmente stipato di fe-
deli . Oltre al clero della città e al nostro Ospizio,
si notarono pure gli istituti della Provvidenza,
della Visitazione, di S . Anna, la Società operaia
cattolica di S . Giuseppe , i membri della Confe-
renza di S . Vincenzo de' Paoli, le Congregazioni
delle Madri Cristiane e delle Figlie di Maria della
parrocchia .
Prima delle esequie fu pronunziato un breve
elogio funebre da Don Giovanni Marenco, Rettore
dell' Ospizio, nel quale con brevi tratti era de-
lineata la vita apostolica del defunto .
Tutti gli istituti e una moltitudine immensa di
persone si associarono ad accompagnare la salina
all'ultima dimora, benchè fosse lontano il cimi-
tero e faticosa la strada .
Le vie per dove sfilava il funebre corteo erano
gremite di gente, commossa come per la morte
di un amico, di un amorosissimo padre .
Era uno di quegli spettacoli che mostrano quanto
sia ancor viva la fede e sentita la riconoscenza
verso un sacerdote che consacra interamente se
stesso per la salute delle anime .
La parola che si udiva sulla bocca di tutti era
questa : Don Angelo era un santo . Nutriamo fi-
ducia che veramente esso goda già in Dio il pre-
mio delle sue virtù ; tuttavia lo raccomandiamo
alle preghiere dei Cooperatori . E mentre preghe-
ranno per l'anima di lui, preghino anche che tutti
i Salesiani lo emulino nella vita di zelo e di sa-
crifizio .

2.9 Page 19

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Cooperatori defunti nel Giugno e Luglio 1892 .
1 Abbato Daga Teresa nata Ferrero
- Cavour (Tonni) .
2 Appendini Mons . G . B. - Villastel-
lone (Torinoo .
-3 Baldetti Altavilla - Ferretto (A-
rezzo) .
4 Baravalle D . Alessandro - Mathi
(Torino).
5 Barbacelli Maria - San Severino
Marche (Maceratao .
, 6 Barbieri Carlo - Novi-Ligure (A-
lessandria) .
7 Belotti-Briscioli Giovannina - Capo
di Ponte (Brescia) .
8 Bettoni Gio . Batt . fu Gio. Batt . -
Capo di Ponte (Brescia) .
9 Bertazzoni Gioachino - Polesine
(Mantova) .
10 Bertini D . Salvatore, parroco -
Lucca,
11 Bertotti cav . D . Gio ., arciprete -
Oleggio (Novara) .
12 Braida D . Domenico - Gorizia (Au-
stria) .
13 Brunetti Ferdinando - Torino.
14 Bugarelli Don Cesare - Corpo di
Reno (Ferrara).
15 Buonore Rosa - Salerno . -
16 Ceechi D . Tommaso, curato - San
Gio . in Compito (Forlì) .
17 Cerignacco contessa Gabriella - To-
rino .
18 Dublan Don N . - Verrès .
19 De Cavi Angela in Bacina - Ovada
(Alessandria) .
20 Fosti D . Carlo, curato - Ranzo (Au-
stria) .
21 Galli Teresaa di Luigi - Lugagnano
Val d'Arda (Piacenza) .
22 Ghedina D . Andrea - Venezia .
23 Gravina Angola - San Marco in
Lamis (Foggia) .
24 Leggero canonico Pietro - Torino .
25 Longari D . Eugenio, parr . - Crema
(Cremona).
26 Lovera Teresa - S . Rocco di Ber-
nezzo (Cuneo) .
27 Manzoni Rosina De Pagan - Verona .
28 Marchetti tool . cav. Ludovico-No-
vara .
29 Marinoni Mons . Giuseppe - Milano.
30 Mezzadri Luisa veda Laviosa - Bo-
logna .
31 Moccagatta D . Luigi - Taj-jueu-fu
(China) .
32 Posero Lucia - Montemale (Cuneo) .
33 Peirano D, Antonio - Carasso (Ge-
nova) .
34 Pellegrini D . Pietro, arcipr. - Col-
lecchio (Parma) .
35 Rebesani Vittorio - Monteforte
d'Alpone (Verona) .
36 Roccia Irene nata Martina - Vigone
(Torino) .
37 Roja canonico Antonino - Girgenti .
38 Sandri D . Bartolo - Vicenza .
39 Saragozza Maria - Lovere (Ber-
gamo) .
40 Stoppani D . Francesco - S . Barto-
lomeo (Comoo .
41 Tempini Luigino di Gio, Batt . -
Capo di Ponte (Brescia) .
42 Temporini D . Giuseppe, parroco -
Monte di Valenza (Alessandria) .
43 Theodoli Cardinale Augusto-Roma .
44 Teppa Anna - Torino .
45 Togni Flaminio - Brescia .
46 Vaschetti Agostino - Carmagnola
(Torino) .
47 Vassallo canonico Carlo - Asti (A-
lessandria) .
48 Zenoni D . Giovanni - Venezia.
Luglio e Agosto .
1 Accorsi dott . Alessandro conte d'A-
vignone - Spezia (Genova) .
2 Annosi Monsig . Gaetano Arcipr . -
Monza (Milano) .
3 Anzilotte D . Eugenio - Spinea (Ve-
nezia).
4 Arata D . Gio . Battista - S . Michele
di Pagana (Genova) .
5 Arnaldi conte Gerolamo - Vicenza .
6 Balestro Giovanni - Montecchio
Maggiore (Vicenza) .
7 Bartoli D . Giuseppe - Rigomagno
(Siena) .
8 Battagliai Card . Francesco Arciv .
- Bologna.
9 Bellini D. Giacomo cappell . - Lusia
(Rovigo) .
:10 Bertuzzo Lucia Do Toni - Sandrigo
(Vicenza) .
11 Bianco Linda - Madonna del Pilone
(Torino) .
12 Biondi nobil donna Silvia nata mar-
chesa Cavriani - Parma .
13 Bomba D . Tommaso parroco - Lan-
ciano (Chieti) .
14 Caligaris D . Vincenzo - Buia (17-
dine).
15 Cappello Illuminata - Riva (Trento) .
16 Carboniero D . Angelo - Vicenza .
17 Carlotta D . Francesco - Verceia
(Sondrio) .
18 Casaccia D . Giuseppe Vie. Gen. -
Siracusa.
19 Castagnari Vittoria - Urbino .
20 Caretti D . Gio . Prevosto - Bollengo
(Torino) .
21 Ciapponi Giuseppe fu Carlo Antonio
- Morbe'no (Sondrio),
22 Cirino D, Vrancesco M . - Roma .
23 Civallero Margherite maestra - Ro-
burent (Cuneo) .
24 Cottini Benedetto - S . Pietro Inca-
riano (Verona) .
25 Cravosio-Anfossi contessa Felicita
nataiLangosco di Langosco- Torino .
26 Cuvini-Schinas D . Luigi - Valletta
(Malta) .
27 Desideria D . Giovanni - Pagani
(Salerno) .
28 Faggian D . Antonio curato - Nauto
(Udineo .
29 Fagioli D . Paolo parroco - Faenza
(Ravenna) .
30 Fasoli Stella - S. Pietro Ineariano
(Verona) .
31 Ferrari Marianna ved . Stoppavi -
Ghemme (Novara) .
32 Franci Sao . prof. Andrea-Verscio
Pedemonte .
33 Franco Francesco - Torino .
34 Giarrani dott . Alberto vice pretore
- Torino
35 Gori D . Pacifico pievano - Pozzuolo
(Perugia).
36 Greifenberg D . Gio . Battista - MalI
- (Tirolo).
37 Guiducini D . Luigi parroco - Ce-
nacchio (Bologna) .
38 Gayot D . Secondo - Miradolo San
Secondo (Torino) .
39 Gussoni D . Carlo - Locate Varesino
(Comoo .
40 Impone D . Raffaele - Pandola (Sa-
lerno) .
41 Lambruschini D . Luigi - Borghetto
di Varo (Genova) .
42 Latini D . Ramiro V. F . - Ripabe .
rarda (Ascoli Piceno) .
43 Liva D . Giacomo parroco -Lavriano
(Udine) .
44 Marchisio Giovanni - Bottigliera
d'Asti (Alessandria) .
45 Marco Aubert Anna - Torino .
46 Martellato Teresa - Montagnana
(Padova) .
47 Mattiello D . Girolamo - Padova.
48 Massa Bibiano - Urbino .
49 Massinetti D. Francesco - Marmo-
redio (Aquila) .
50 Mercante dott . Francesco- Vicenza .
51 Migone avv . Giuseppe Luigi fu Luigi
Bartolomeo - S . Fruttuoso(Genova) .
52 Milano Angiola vedova Rigoletti -
S . Giorgio Canavese (Torino) .
53 Molachino Felicita- Conzano (Ales-
sandria) .
54 Monticone Teresa - San Damiano
d'Asti (Alessandria) .
55 Paganelli D . Michele - Calavino
(Trento) .
56 Po 1) . Giuseppe - Solato (Brescia) .
57 Pedemonte Rosa ved . Garlaschi -
Savona (Genova).
58 Pellegrini D . Pietro - Collecchio
(Parma) .
59 Persiani canonico Antonio - Sutri
(Roma) .
60 Piaceri canoa . Aurelio - Bettona
(Perugia) .
61 Poggio D . Francesco - Villanova
d'Ardonghi (Novarao,
62 Prete ch . Luigi - Larino (Campo-
basso) .
63 Puppinato D . Santo capp . San Giu-
seppe - Treviso,
64 Rossi D . Pietro - Quintole (Fer-
rara) .
65 Sandri D . Bortolo - Vicenza .
66 Secchi Solinas Catterina Angola-
Bosa (Cagliari) .
67 Sivori D . Giovanni rett . - San Ber-
nardo (Genovao .
68 Solaro D . Francesco - Saluzzo (Cu-
neo)
68 Spighi D . Pasquale parroco - Mon-
tegranelli (Firenze) .
70 Stupenengo Felice - Valle S . Nice
lao (Novara) .
71 Toresani D . Gerolamo - Barbisaia
(Treviso) .
72 Uccellis D . Domenioo - Fosdinoro
(Massa Carrara) .
73 Vicario D . Leonardo - Tamal (U-
dine) .
74 Vitali D . Filastrio - Niardo (Bre-
scia) .
75 Zaniboni D . Germano - Valsugana
(Tirolo) .
76 Suor Maria Gabriella, n . Sirtori Lui-
gina.