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ANNO XVI - N. 8,
Esce una volta al mese .
AGOSTO 1892
DIR EZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO .
Avviso importante .
A S . S . Leone XIII nella festa di S. Gioachino .
Sulla scelta delle scuole .
Collegi ed Educatori Salesiani .
La culla di D . Bosco : Poesia del Prof. D. G. Ruffino.
Grazie di Maria SS . Ausiliatrice .
FRANCIA : Nuovo Oratorio Festivo a Nizza Marittima .
SPAGNA : Nuova Casa Salesiana a Santander.
Per il Giubileo di S . S.. Leone XIII : Feste e proposte .
Due statue per l'altare di M . A . nel suo tempio in Torino.
Notizie dei nostri Missionari : Altre cinque fondazioni in Ame-
rica.
Notizie varie.
Pel CRISTOFORO COLOMBO di D. Lemoyne.
AVVISO IMPORTANTE
D a parecchie parti ci giunge noti-
zia che varie persone, uomini e donne,
si spacciano come incaricati dal si-
gnor Don Michele Rua, Rettor Mag-
gi. oredlaPScitàd Fran-
cesco di Sales, di raccogliere offerte
per le varie Opere salesiane, come le
Missioni dell'America del Sud, l' O-
spizio del S . Cuor di Gesù in Roma,
la nuova chiesa dello stesso titolo in
Londra ecc ., ecc., e riescono ad in-
gannare parecchi, specialmente fra
quelli che non sono Cooperatori Sa-
lesiani .
Alcuni RR. Parroci ce ne hanno
avvisati, non solo, ma dal pulpito o
in altri modi avvertirono i loro par-
rocchiani di guardarsi da tali ingan-
natori .
Noi di tal carità li ringraziamo
vivamente, e intanto avvisiamo tutti
i nostri Cooperatori e Cooperatrici
che il signor Don Rua e i Salesiani
non hanno dato e non danno inca-
rico di raccogliere offerte ad alcuno,
che non sia Decurione Salesiano o al-
meno Cooperatore e come tale ben co-
nosciuto nella Parrocchia, in cui abita .
R iguardo poi alla Pia Opera del
S . Cuor di Gesà in Roma , ad ogni
offerta si dà come ricevuta, il segno
d' ascrizione a detta Opera, il quale
consiste nell' immagine ch esrvda
icona nella nostra chiesa di Roma
unita al programma della Pia Opera

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A VOI
BEATISSIMO PADRE
LEONI XIII
IL CUI MIRABIL NOME
MEGLIO IN GLORIA DEL CIEL SI CANTEREBBE
NELLA FESTA DI S . GIOACHINO
NOI COOPERATORI E COOPERATRICI SALESIANI
RINNOVIAMO ESULTANTI
VOTI DI FELICITA PROMESSE D'AMORE ED UBBIDIENZA
LA LOTTA DEL MALE CONTRO DEL BENE
FURIOSAMENTE RINCRUDISCE
CRESCE L'ORGOGLIO DI CHI NEGA DIO
L'AUDACIA DI CHI VIOLA LE LEGGI DELLA CHIESA
NON SI CONFIDA NELLA GIUSTIZIA
Si FA LUDIBRIO DELLA VIRTU'
MA VOI
PER IL POPOLO CRISTIANO
FRA LE TENEBRE DEL SECOLO CORROTTO E CORRUTTORE
SIETE IL DIO DI FARAONE
OGNI GIORNO CHE PASSA
PORTA AL MONDO UN NUOVO BENEFIZIO
RAMMENTA UNO SPLENDIDO TRIONFO
PER VOI ROMA
É LA LUCE DELLA TERRA
È LA FORZA DI TUTTE LE GENTI
PER VOI LA VOCE DI DIO
COME UN Dl' DAL SINAI TUONA DAL VATICANO
E GLI UOMINI L'ASCOLTANO CON RIVERENZA
VOI SIETE IL NOSTRO PADRE, IL NOSTRO DUCE
E UN GIORNO VITTORIOSI ALL'ALTRA SPONDA
RICONOSCENTI A DIO
INNALZEREMO IL CANTICO DELLA LI BERTÀ

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SULLA SCELTA DELLE SCUOLE
UNO dei grandi doveri imposti ai ge-
nitori è per certo la educazione della
famiglia. A questo essi debbono atten-
dere ; nè saran mai soverchie le sollecitu-
dini, la vigilanza intorno ad un punto di
tanto rilievo, poichè dalla educazione
della gioventù dipende l'avvenire della
società. E, come in questo ha parte im-
portantissima la scuola , deve stare a
cuore di tutti i genitori cattolici scegliere
quelle scuole, quei maestri, quegli isti-
tuti, presso cui l'educazione è tenuta per
quello che veramente è, vale a dire, un'o-
pera divina per eccellenza, fondata sui
principii e sul sentimento religioso . A
che infatti gioverebbe che i giovani im-
parassero letteratura, storia, geografia,
matematica, avessero nozioni su tutte le
scienze , ed ignorassero poi le verità in-
dispensabili alla eterna salute ? o peggio,
venissero condannati ad apprendere cose
che cozzano colle loro prime credenze, a
udire chiamar la Fede superstizione , la
Pietà ipocrisia, la Religione fanatismo ?
E che esistano scuole siffatte, dalle quali
è sbandito il Crocifisso, anzi il nome stesso
di Dio, scuole dove se si parla della Re-
ligione, della Chiesa, non è che per farle
oggetto di frizzi maligni, di spudorate
calunnie si vede ormai anche dai ciechi .
Povera gioventù tradita ! disgraziati ge-
nitori che si fanno complici, talora anche
senza saperlo, di simil tradimento . « Di-
chiaro, scriveva il Montalembert, che se
io fossi padre, vorrei piuttosto vedere i
miei figli restar tutta la vita nell'igno-
ranza e nell'ozio, che esporli all'orribile
sorte di acquistare un po' di scienza al
prezzo della fede dei loro padri, al prezzo
di quanto vi ha di purezza e di freschez-
za nelle loro anime e di virtù nei loro
cuori! »
Ciò posto, come spiegare la condotta
di quei genitori che, pur professandosi
cattolici., pur protestando di voler cristia-
namente educati i figliuoli, procedono così
alla cieca in un affare di tanta imp or-
tanza ? Sanno essi benissimo che scuole
cattoliche sono aperte, e fortunatamente
in buon numero, anche fra noi . Sebbene
insidiate e studiosamente oppresse, si ha
ancora tuttavia libertà di scegliere quelle
che meglio talenta, si chiamino pure pri-
vate e religiose . Che dunque li trattiene ?
Varie sono le difficoltà che inducono
certi mal avvisati parenti ad appigliarsi
al peggio, mentre vengono e possono sce-
gliere il meglio, alle quali noi cercheremo
di rispondere brevemente ; premettendo
anzitutto non essere nostra intenzione
condannare l'insegnamento pubblico per
se stesso, tanto meno le persone, sapendo
bene che fra gl'insegnanti pubblici ve
n'ha assai che meritano per virtù e per
sodi principii religiosi tutta la stima e la
fiducia ; ma solo vorremmo dissipare
quelle ombre, quei sospetti che troppo
facilmente si accumulano sulle scuole cat-
toliche.
I° Le scuole private religiose mancano
per lo più di maestri patentati . Se da mala
fede anziché da ignoranza sia mossa
questa difficoltà non vorremmo affermare .
Ma il fatto è che ai nostri beatissimi
tempi di libertà neppur Socrate o Galilei
potrebbero impunemente insegnare senza
le loro brave patenti . E sel sanno troppo
bene gl'Istituti cattolici, ai quali ogni
anno in sull'aprirsi delle scuole viene in-
giunto di presentare alle Autorità gover-
native l'elenco degl'insegnarti a costo di
sentirsi intimare la chiusura, senza con-
tare le ispezioni a cui di tratto in tratto
vanno soggetti . E posto pure che in casi
eccezionali qualcuno insegni senza esser
fornito del diploma legale, è forse questo
un difetto delle sole scuole religiose ? Non
avviene forse mai di trovarne anche in
quelle che vanno per la maggiore e sono
in voce di regolarissime ? Diciamo difetto
per mo' di dire, giacchè nessuno, per
quanto poco s'intenda di cose scolastiche,
ignora come non sian già le patenti che
valgano al profitto degli alunni, sibbene
il conveniente corredo di cognizioni, la
diligenza, l'amore del proprio dovere ; e
l'esperienza d'ogni giorno è lì a provarlo
anche a chi non vorrebbe saperne .
2° Ma negli esami di licenza i privatisti
hanno quasi sempre la peggio . Anche questa
è un'asserzione molto e molto gratuita .
Se le Commissioni esaminatrici sieno più
o meno esigenti verso questi o quelli
alunni non è qui luogo da indagare . Ma
dalle statistiche risulta che ordinariamente
chi ha studiato, chi sa, non fallisce alla
prova. Che se talora il numero dei pri-
vatisti ritenuti nei pubblici esami appa-
risce maggiore, convien avvertire che
quali privatisti vengono considerati non
solo gli alunni, i quali hanno frequen-
tato regolarmente un corso di studi, ma

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chiunque possa presentare un attestato il fondamento della morale e il baluardo
(facile a procurarsi) d'aver compiuto, po- della coscienza .
niamo, il corso ginnasiale . Ora vi ha di Riflettano bene i genitori o chi ne fa
quelli che istruiti comechessia isolata- le veci, alle conseguenze di un'istruzione
mente, tentano la sorte dopo tre od an- senza Dio, alla grande responsabilità che
che due anni appena di studio, prova pesa su di loro innanzi a Dio come in-
che ordinariamente, come è da aspettarsi, nanzi agli uomini, e le accennate diffi-
non riesce . Di tali disfatte non è da farsi coltà ed altre che possono affacciarsi alla
carico alle scuole o agli istituti cattolici mente svaniranno ben presto . Oramai i
nei quali, benchè privati, si segue un frutti amarissimi del mal costume, del-
corso regolare di studi .
l'ignoranza orgogliosa e dell'empietà, che
« Ad ogni modo, osserva qui l'ottimo ne dà a vedere la gioventù educata ai
Corriere Nazionale in un articolo in pro- nuovi metodi e che sono una fiera con-
posito, è egli senno cristiano quello di danna dell' educazione libera e indipen-
sacrificare un bene certo di una educa- dente dalla santa tutela della Chiesa
zione buona sotto tutti i riguardi, al ti- han risvegliato l'attenzione degli uomini
more incerto d'una disdetta sanabilissima di senno ; sì che il concorso alle scuole
toccata in un esame ? C'è egli proporzione cattoliche va ogni giorno crescendo, e non
nella estimativa della gente saggia tra il pochi tra gli stessi nostri avversarii tro-
bene apparente d'un esame riuscito alla vano più vantaggioso e più sicuro far
bella peggio, e il rischio di mettere in educare nelle scuole cattoliche i proprii
compromesso quello che si ha di più caro figliuoli .
al mondo, voglio dire la propria co- E qui ci tornano alla mente, non senza
scienza e gli interessi eterni della figliuo- un sentimento di profonda pietà, le parole
lanza ? »
di un pubblico funzionario, il quale, an-
3° Le scuole pubbliche ci tornano più gustiato per la riprovevole condotta di un
comode ed esigono minor spesa . E vero che suo figliuolo traviato da certi insegna-
alcune famiglie o per ragione d'impiego, menti attinti in una pubblica scuola, di-
di vicinanza , di conoscenza o d' altro si ceva in un crocchio di amici : « Sovente
trovano in siffatta condizione . Ma sarebbe bisogna ch'io faccia molta forza a me
poi cosa tanto difficile fare una maggior stesso per trattenermi dallo strozzare co-
economia circa altri bisogni più fittizii loro che col loro insegnamento hanno ro-
che reali, ad esempio, rinunziare ad una vinato mio figlio » .
gita di piacere, ad un abito, restringere Se lo spazio non ci facesse difetto, po-
le spese di tavola e simili ? La felicità tremmo aggiungere altre ed altre consi-
temporale ed eterna dei figliuoli è forse derazioni, e confermarle con numerosi
questione di sì poca importanza da non esempi. Ma quanto abbian detto spe-
compensare questi piccoli sacrifizii ?
riamo basterà perchè i nostri buoni Coo-
4° Infine poi se dai programmi delle
scuole pubbliche è esclusa la Religione, non
ne è esclusa la morale . È con questo ar-
gomento più specioso che vero che i par-
tigiani dei nuovi metodi riescono talora
a sorprendere la buona fede di non poche
famiglie anche cristiane .
Basta la morale ! Ma morale senza re-
peratori si adoperino a far meglio cono-
scere, ed apprezzare i vantaggi reali delle
scuole cattoliche , le difendano dalle ac-
cuse, ne favoriscano secondo le forze lo
sviluppo e l' incremento per la salvezza
di tanta gioventù, pel benessere delle fa-
miglie e per la gloria della cattolica re-
ligione .
ligione, scriveva Stuart-Blackie, è, per
dir poco, un divorzio contro natura . Per
un'anima sana simile morale deve avere
un non so che d'incompleto, di anormale,
dim.:GousEatrWienvg
dall'ammettere che possa essere moralità
senza religione. Sia qualunque l'influenza
che una colta educazione esercita negli
animi, la ragione e la esperienza ci am-
maestrano, che la morale non può sussi-
stere senza il principio religioso . Lo stesso
COLLEGI SALESIANI .
Daremo intanto un cenno de' Collegi Sa-
lesiani d'Italia a comodità di quanti deside
rassero affidare a noi i loro figli per la car--
riera degli studi elementari, ginnasiali e
liceali, assicurandoli di tutta la nostra sol-
lecitudine, per tutto quello che riguarda re-
ligione, moralità, sanità e profitto negli studi
Prudhon dichiarava, la religione essere così scientifici come letterari.

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Oltre l' Oratorio di S . Francesco di Sales
in Torino, l'Ospizio di S . Vincenzo de' Paoli
in Sampierdarena, l'Ospizio del Sacro Cuore
di Gesù in Roma, l'Oratorio di S . Croce in
Lucca, le Scuole di S . Paolo alla Spezia, la
Colonia Agricola di Mogliano Veneto, l'O-
ratorio di Maria Immacolata a Firenze ,
l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù a Trino
Vercellese, di S . Filippo e S . Francesco
di Sales a Catania in Sicilia, l' Istituto di
S. Francesco di Sales a Faenza e di S . Giu-
seppe a Macerata, vi sono i Collegi di Borgo
S. Martino, Lanzo Torinese, Varazze, Alas-
sio, Este, Penango, Terracina, Parma, Fos-
sano, Loreto, Randazzo in Sicilia e Mendri-
sio nel Canton Ticino .
In questi Collegi l'insegnamento compren-
do il corso elementare e ginnasiale, eccetto
quelli di Penango e Fod,psevran
ora, vi sono soltanto le classi elementari, ed
è impartito da maestri e professori patentati.
ed a norma dei programmi governativi . Nel
Collegio di Alassio vi è di più il liceo ed a
Mendrisio il corso tecnico .
Giova pure avvertire che ne' Collegi di
Varazze, Alassio e Randazzo si danno ezian-
dio gli esami pubblici di Licenza Elemen-
tare .
In quasi tutti questi Collegi vi sono due
gradi di pensione . La prima varia da L . 35
a 40 mensili ; la seconda da L . 24 a 30 .
EDUCATORII PER LE FANCIULLE .
Oltre ai mentovati Collegi pei giovanetti,
vi sono pure dieci Educatorii per fanciulle ;
il primo in Nizza Monferrato, sotto il nome
della Madonna delle Grazie ; il secondo nella
città di Chieri, sotto il titolo di Santa Te-
resa ; il terzo al Torrione di Bordighera ; il
quarto a Novara ; il quinto a Lugo ; il sesto,
settimo, ottavo, nono e decimo nelle ridenti,
e, saluberrime colline circondanti l' Etna, a
Bronte, a Mascali, a Trecastagni , ad Alì
Marina presso Messina ed a Catania, diretti
tutti dalle Suore di Maria Ausiliatrice .
Scopo di queste case di educazione si è di
dare l' insegnamento scientifico e morale in
modo, che non lasci nulla a desiderare per
una giovinetta di onesta e cristiana famiglia,
cioè arricchirne la mente di utili cognizioni,
educarne il cuore a sode e cristiane virtù,
addestrarla ai lavori femminili e informarla
a quei principii di civiltà, che sono richie-
sti dalla sua condizione .
Per avere i relativi programmi e per le do-
mande di accettazione bisogna dirigersi ai Di--
rettori e alle Direttrici dei singoli Collegi ed
Istituti, oppure al sacerdote Michele Rua, via
Cottolengo, n . 32, Torino .
CORSO DI STUDI PER GIOVANI ADULTI
che intendono consacrarsi a Dio nello stato ecclesiastico.
Il nostro sempre amato Padre D . Giovanni
Bosco scriveva nel Bollettino Salesiano di
Novembre del 1877 :
« Son più anni dacchè si va lamentando
il bisogno di operai evangelici e la diminu
zione delle vocazioni allo stato ecclesiastico . ..
» Dall'esperienza si potè conoscere come
di dieci fanciulli, che cominciano gli studi
con animo di arruolarsi alla milizia di Gesù
Cristo, in media appena uno o due giungono
al sacerdozio, mentre dai più grandicelli,
che hanno già ponderata e studiata la loro
vocazione, sopra dieci se ne hanno otto . Si
osservò pure che in uno spazio di tempo
assai più breve, quindi con molto minore
spesa, possono compiere i loro corsi letterari,
percioechè separati dai piccolini, che devono
gradatamente percorrere le loro classi, quelli,
mercè corsi abbreviati, possono assai più
presto giungere alla meta . Tuttavia volendo
essere sicuri di procedere secondo i principi
di Santa Chiesa, si ricorse al Supremo Ge-
rarca di-essa, affinchè consigliasse quanto
giudicasse da farsi a maggior gloria di Dio .
Il Sommo Pontefice con gran bontà si degnò .
di benedire, commendare il progetto, arric-
chendolo di molti favori spirituali con ap-
posito Breve nel dì 9 maggio del 1876 . »
Ebbe così origine l'Opera di Maria Ausi-
liatrice per le vocazioni di giovani adulti .
« Avuta la benedizione e l'approvazione
dei Vescovi e del Supremo Gerarca della
Chiesa, continua D . Bosco, mi sono messo
alle prime prove, raccogliendo nell'Ospizio
di S . Vincenzo in Sampierdarena alcuni gio-
vani grandicelli, elio avessero intenzione di
percorrere gli studi ginnasiali, unicamente
per consacrarsi a Dio nello stato ecclesiastico .
- Dio benedisse questi deboli sforzi, e, sul
finire dello stesso primo anno, 36 allievi en-
trarono nel chiericato, di cui oltre a venti
fecero ritorno nelle rispettive diocesi ; alcuni
abbracciarono lo stato religioso, gli altri si
consacrarono in varii istituti alle Missioni
estere . - Numero maggiore di vocazioni spe .
riamodiavereneglianiavenire,sela
pietà dei. fedeli continuerà il suo aiuto ad
un'Opera che non è limitata ad un paese
o ad una diocesi, ma al bene generale di
tutta la Chiesa . »
Le speranze di D . Bosco non andarono
deluse ; ben oltre a 500 furono già i chierici
che in questi anni uscirono dalle dette scuole .
Alcuni al presente, già da più anni ordinati
sacerdoti, sono zelanti parroci, altri indefessi
apostoli nello missioni .
Noi rinnoviamo quindi anche in questo anno
un caldo appello agli Oblatori, Corrispondenti
e Benefattori di quest'opera, affinchè ci con-,
tinuino il loro aiuto, tanto più perchè in

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quest' anno dovremo aprire nuove scuole e
nuove case per lo sviluppo dell'Opera stessa .
Ci indirizzino buone vocazioni ed alle ele-
mosine uniscano la preghiera al Padrone
della messe evangelica, ut mittat operarios
in messem suam .
NB . Per norma degli allievi o di coloro che se ne
dovessero incaricare o che desiderano più ampie noti-
zie dell'Opera di Maria Ausiliatrice, si sono stampati
appositi programmi, che si potranno avere dal Sac .
Michele Rua (Via Cottolengo, 32, Torino), oppure dal
Direttore dell'Ospizio di S . Vincenzo in Sampierda-
rena o di S . Giovanni Evangelista (Via Madama Cri-
stina, 1,) in Torino . Dai medesimi si potrà aver pure
l'elenco delle Case già aperto o da aprirsi per quest'O-
pera.
LA CULLA DI DON BOSCO
Nell' Accademia tenutasi la sera del 24
Giugno nell' Oratorio di S . Francesco di Sa-
les in Torino, e di cui abbiamo fatto cenno
nel numero precedente del Bollettino, venne
letta, fra le altre, la poesia del nostro Sa-
cerdote Prof . Giacomo Ruffino, che qui pub-
blichiamo . Ci parve opportuno offrirla ai
nostri lettori in questo mese, poichè gli è
appunto il giorno 16 di Agosto che si com-
pie il settantesimo settimo anniversario della
nascita del compianto e venerato nostro Pa-
dre Don Bosco .
RIMEMBRANZE E VOTI
Sopra un fiorito clivo - all'occhio intento appare
Ascoso tra i vigneti - un vecchio casolare.
Or più non preme umano - pie' le deserte soglie,
Solo il notturno augello - il tristo vol raccoglie ;
Tenace avvinghia l'edera -- gli stipiti cadenti,
Per le sconnesse imposte - entran fischiando i venti,
E forse il viandante - che passa in sulla sera
Il piede affretta, e mormora , poi morti una preghiera .
E pur che raggi splendidi, - qual voce d'esultanza
Per l'aere si diffondono - dalla solinga stanza
Ah ! ti conosco, e t'amo, - o povera casetta,
E a te m'inchino come - a cosa benedetta,
Poichè al superno foco - che sovra te discese
Si fecondava il germe - di memorande imprese ;
E ai ricordi pietosi - che la tua vista inspira
Sento le corde fremere - della commossa lira.
Nei cieli azzurri tremule - brillan le stelle, involto
Nei notturni silenzi - riposa il colle ; sciolto
D'un pastorel lo spirito - d'ogni terrena cura
In misteriosi sogni - vola all'età futura .
E sono strano imagini : - sono vaganti agnello
Poi campi, e lunghe tenebre - e scroscio di procelle ;
Son larve oscene, e un misto - di gemiti, e selvagge
Grida echeggianti cupo - per le lontane spiagge .
Mentre d'ambascia vinto - geme il fanciullo, al guardo
Smarrito ecco un ignoto - appar bianco vegliardo,
Fluente il crin sugli omeri, - cinta di rai la stola,
Soave come cantico - di ciel la sua parola
Figlio, fa cor! da Dio - è la visione oscura ;
Vedi la notte folta - che inveivo la pianura?
I gravi-olenti miasmi - son che l'abisso immondo
Esala, onde s'impregni - di vizio, e dorma il mondo .
Odi l'urla selvagge? - è l'empio che si scaglia
Contro il Vangel di Cristo - all'ultima battaglia

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E tu, fanciullo, andrai, - dall'onta e dai perigli
A trar di mia Regina - i prediletti figli . »
O veglio santo, figlio - del campo io son : or come
N'andrò? qual'arme e quali - mie forze, e con qual nome?
« Avrai la croce al fianco, - il crisma sacro in fronte ;
Una turrita rocca - innalzerai sul monte,
Una famiglia consolata.
Ove da cento lidi - ci voleranno a schiere
Asil cercando e pace - sotto le tue bandiere.
Alba, 25 giugno 1892 .
Del Ciel l'immacolata - Regina a te m'invia ;
Scendi, fanciul, t'affida - il nome di Maria . s
E il pastorel discese, - solo, ma col candore
Dell'innocenza in viso, - colla speranza in core.
Scese, e del Santuario - nei casti penetrali
Vide le lotte e l'ansie - dell'animo immortali,
Vide dal trivio al carcere, - dal foro all'officina
Stuol di reietti pargoli - dannati alla rovina,
E l'onta e la sventura - pesar sul patrio lido,
Di che fremendo lancia - della difesa il grido .
Nè dell' inferno ci teme - che di livor s'accendo,
Non del volgo lo spregio, - non torbido vicende,
ILL .m° E REv . mO SIGNORE,
Un ottimo giovane albese mi incarica di
informare la S . V . di una grazia speciale che
ha ricevuto testò ad intercessione della San-
tissima Vergine Ausiliatrice . Il fatto, come
lui venne raccontato dal giovane riconoscente
e confermatomi poi da suo padre, è il se-
guente
La famiglia, di cui la Vergine volle assu-
mere il patrocinio in modo così pietoso ed
efficace, è composta del padre, della madre
Chè d'un'antica notte - i sogni e del vegliardo
Ei la voce ricorda, - e spiega il suo stendardo .
Eran d'infanzia i sogni? - oh ! alle incredulo genti
Ben l'avvenir rispose - col suono dei portenti .
E voi liete l'udiste, - italo terre, o biondo
Iberiche pianure, - di Francia inclito sponde ;
E voi d'Africa e d'Asia - regioni antiche, o aperti
Piani di Patagonia, - o esplorati deserti!
Chè sul ramingo e l'orfano - la patria più non geme,
Nè più de' figli indocili - sulla tradita speme
Piangon le madri : altrice - di fede, di speranza
Del pastorel l'insegna - tra i popoli s'avanza.
Dito, perchè s'adornano - i figli vostri a festa?
A chi col lauro cingono - la veneranda testa?
Oh anche poi vostri cieli - risuona un nome santo,
Nome che è nostro palpito, - la poesia del canto,
Nome di Tal che in estasi - trasformeria quest'ora
Se contemplarlo, udirlo, - ci fosse dato ancorai
È di Don Bosco il nome - che nei due mondi suona,
Per lui gli applausi erompono, - s'intreccia la corona .
e di tre figliuoli, due dei quali hanno mo-
glie e il terzo, che è il più giovane, è ancor
celibe . Come i genitori seppero educarli cri-
stianamente, così essi vivono tutti nella fe-
i dele osservanza dei loro doveri religiosi e
attendono onestamente ad un ramo floridis-
simo di commercio, senza scapito delle obbli-
gazioni che hanno verso Dio .
Alla madre però, come a quella che ne
diresse continuamente l'educazione morale e
seppe con fortezza pari all'amore contenerli
nel retto sentiero della virtù, essi professano
una venerazione ed una riconoscenza, di cui
sono rari gli esempi nella gioventù allevata
al moderno costume . Avvenne che questa
donna quanto virtuosa, altrettanto modesta,
giunta a quell' età in cui sembrava che do-
vesse riposarsi dalle diuturne sollecitudini
domestiche e goderne pacificamente i frutti,
Oh ch'io vorrei dell'aquila - lo sguardo e il voi sublime,
Sposar vorrei degli Angeli - all'arpa le mie rime
Per dir dell'opre grandi - che in nome di Maria
Per la Fe', per la Patria - un pastorel compia.
Ma se il pensarlo è vano - oh le memorie care
Almen destar io posa,- del muto casolare!
Riedere al solingo - poggio, ove ancor commosse
Susurran l'aure il nome - che tante fibre ha scosse,
Ove all'alba, al tramonto - l'eco dell'ermo ostello
Ripete ancor l'ingenua - proto del pastorello
Cui tacita contempla - la madre avventurata
Tutta sorrisi e lagrima - accanto a lui prostrata,
Mentre del suo diletto - nell'occhio e negli accenti
Dell'avvenir remoto - leghe gli arcani eventi .
E divinò la pia ! - oh a voi, bei colli aprichi,
Pensando, ermo tugurio, - sereni giorni antichi,
Chi d'amorosi palpiti - batter non sente il core?
Per me, un desio mi strugge, - e a te il dirò, o Signore
cadde inferma di male sì grave, che ribel-
lavasi a tutte le cure dell' arte . Non è a
dire l' angoscia dell' intiera famiglia, nè il
costante suo impegno in tentare in patria e
fuori tutti quei mezzi che la scienza sugge-
risce . Il morbo fatale seguiva lentamente,
ma inesorabilmente il suo cammino . I più
celebri medici avevano anzi dichiarato fin
dall' 11 di giugno del 1891, che quella vita
così preziosa sarebbesi spenta entro un ter-
mine di tempo relativamente breve .
Il marito ne restò desolatissimo ; i figli
non sapevano arrendersi all'imminente sven-
tura . . . Unico loro conforto rimaneva la pre-
ghiera ; e nell' efficacia di questa, special-
mente quando è rivolta a Maria, riponevano
tutta la loro fiducia .
Deh I che del nostro padre - presso la culla umile
Torni a fiorir l'immagine - dell'anima gentile ;
Il più giovane, sull'animo del quale si pre-
sagiva che dovesse piombare ancor più acerba
Di cauti e di preghiere - il vecchio casolare
Esulti un giorno, e splenda - d'un venerato altare!
la minacciata disgrazia, aggiunse alla per-
severante e fervida orazione un voto, che
gli uscì spontaneo dal cuore in un momento
di indescrivibile angoscia : « Se la cara
mamma ricupererà la primiera salute, io mi
impegnerò presso il padre e i fratelli, affin-
chè dimostrino la loro e la mia riconoscenza
a Dio con un'oblazione, e farò in modo che

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ilsingolarbenfizodiMaria lanostra
faBomliget,nsSdvuoael
di Torino, nel periodico Il Rosario e la nuova
Pompei e nella Gazzetta della nostra città . . . »
Intanto non rallentò mai l' ardore delle sue
preghiere, nè la confidenza che aveva riposta
nell'aiuto della Vergine . Trascorse un anno
intiero ; ed ecco che nel giorno 11 del mese
corrente gli stessi medici che avevano for-
mato così funesti pronostici sulla vita della
pia donna, rivedutala un' altra volta, dovet-
tero attestare che era perfettamente guarita .
La famiglia che è testimonio della ricupe-
rata salute dell' amatissima sposa e madre,
ne attribuisce al patrocinio della Vergine
l' inestimabile benefizio e già si è sdebitata
delle obbligazioni assunte dal figlio più gio-
vane col voto di sopra ricordato . Ed io che
ho avuto il dolce incarico di trasmetterne la
notizia ai periodici summentovati, scrivo pure
la presente alla S . V . perchè ne faccia quel-
l'uso che crederà tornare a maggior gloria
di Dio e della SS . Vergine Maria .
Con profondo ossequio
Di V . S . Ill.ma e Rev.ma
Dev .mo obbl .mo servitore
Can. Arcid . ALLASIA, V . G .
Riconoscenza a Maria . - Compreso
dalla più tenera e grande riconoscenza verso
l'Augusta e Comune Madre Maria Ausiliatrice
per una grazia concessami, d' avermi cioè
ottenuto dal Divin suo Figlio Gesù la gra-
zia di restituirmi in perfetta salute da una
grave polmonite, sciolgo oggi un inno di vivo
ringraziamento alla bontà e potenza di così
eccelsa Sovrana . Prima d' ora inviai già in
rendimento di tal grazia un'offerta pel San-
tuario della mia celeste Benefattrice .
Asti, Valle d'Andona, 7 Luglio 1892 .
D. L. V. P.
Maria nostra Avvocata . - Con cuore
lieto e riconoscente alla Vergine SS .ma Au-
siliatrice veniamo a soddisfare una nostra pro-
messa . Da più di dieci anni ci trovavamo
impegnati in una lite, il cui esito ci dava
molto a pensare, e negli ultimi anni ci dava
tanto a temere, che parea affare quasi dispe-
rato . Pieni di fiducia nell' aiuto potente di
Maria, Avvocata delle cause più difficili e
disperate, ricorremmo a questa nostra buona
Madre, perchè, se era volontà di Dio, fosse
riconosciuta e trionfasse la giustizia e pro-
mettemmo di mostrare con un'offerta la no-
stra riconoscenza . Ed ora che la Vergine ci
ha ascoltati ed esauditi, eseguiamo la nostra
promessa, pregando ancora a voler far noto
a tutti quanto è potente Maria Santissima .
Padova, 8 Luglio 1892 .
ANGELINA M . FANNIO E FIGLI .
Un biricchino di D . Bosco a Maria.
- Rev . Sig . D . Rua . - Io sono quell'antico bi-
ricchino dell'Oratorio, che in una ricaduta che
feci mi rivolsi a Maria Ausiliatrice con una no-
vena ed ottenni un sollievo al solo primo giorno
di essa . Grato alla Madonna di D . Bosco, invio
una tenue offerta pel suo Santuario .
Tonco, 9 Luglio 1892 .
Un Biricchino di D . Bosco .
La Preghiera di un giovanetto . -
Molto Reverendo Don Rua . - Accludo un
vaglia postale di L . 10, dieci, che un divoto
P. G . manda a Maria Ausiliatrice in rico-
noscenza di una grazia ricevuta e col desi-
derio che essa venga accennata nel pregiato
periodico il Bollettino Salesiano .
Questo giovanetto aveva sommo bisogno
d'una grazia ; unitamente alla propria fami-
glia pregò la Madonna sotto i più dolci titoli
di N . S . del Sacro Cuore e di Aiuto dei Cri-
stiani, onde volesse ottenergli dal Divin Cuore
di Gesù il sospirato favore : e l' ottenne in-
fatti . Ne rende perciò pubbliche grazie .
Voghera, 10 Luglio 1892 .
Devotissima
FALCIOLA ALBERTINA LAMBERTI .
Mondondone . - Rev .mo Signore . - Die-
tro incarico avuto da Pietro Martire Pasotti di
questa parrocchia, trasmetto alla S
e Rev .ma la somma di L . 10 quale
. V .Il.ma
offerta
a
Nostra Signora Ausiliatrice in riconoscenza
di una grazia ricevuta, pregando a volerne
fare menzione nel Bollettino Salesiano .
4 Luglio 1892 .
ARCIP .te Gio . BATT . GIACOBONI .
Cooperatore Salesiano .
Pozzolo . - Colpito già più volte da gravi
malori, invocai Maria Ausiliatrice e fui sempre
esaudito . Riconoscente mando la tenue somma
di L . 5 per i restauri del suo tempio in To-
rino .
8 Luglio 1892 .
G. FORNI .
Castelletto Uzzone . - Un mio par-
rocchiano caduto gravemente ammalato, dispe-
rato dai medici, si raccomandò a Maria SS .
Ausiliatrice ed ottenne la grazia di essere
quasi guarito totalmente . Ora il graziato ri-
conoscente a Maria spedisce pel suo Santua-
rio l'umile obolo di L . 10, dolente di non poter
far di più per le strettezze in cui si trova,
causa le tristi annate .
9 Luglio 1892.
Sac. BORELLI AMABILE Parroco .
Cremona . - Mi sono raccomandata a
Maria Ausiliatrice nella dolorosa circostanza
che mi dovettero fare un'operazione alla gola

1.9 Page 9

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oltremodo difficile, ed avendone ottenuta la
guarigione perfetta faccio a M . SS . Ausilia-
trice l'offerta di L . 20 e prego la S . V . Rev .ma
a pubblicare sul Bollettino Salesiano la gra-
zia ricevuta .
10 Luglio 1892 .
MARIA MORELLI UNNIA .
Fornaci (Brescia) - Son ricorsa a Ma-
ria Ausiliatrice e fui esaudita . Or mantengo
la promessa fatta e mando L . 10, tante quante
ne avevo promesse se ottenevo la grazia . Ne
aggiungo altre 5 , e queste in riconoscenza
d'altra grazia ottenuta da Maria per inter-
cessione del suo Purissimo Sposo San Giu-
seppe . Viva Maria! . . . .
10 Luglio 1892 .
BRAGA MADDALENA .
Ventimiglia . - Il giovane Ferrari An-
tonio, studente, ringrazia Maria Ausiliatrice
della ottenuta promozione ed invia una tenue
offerta .
19 luglio 1892 .
Rendono pure grazie a Maria Ausiliatrice
e mandano offerte al suo Santuario in To-
rino per segnalati favori ottenuti mediante
la sua potente intercessione i seguenti
d'Alba - Risso Anna, Diano d'Alba - Risso
Giuseppina, Diano d'Alba - Cappa Antonia, To-
rino - Baio Maria, S. Germano - Fenoglio Ma-
ria, Villanova di Mondovì - Ambrogio Guglielmo
- Serra Giovanna - Dellaferrera Lucia - Golzio
Giovanni - Massa Maurizio, Cuneo - Givogli
Giuseppe, Foglizzo - Marchi Costantina, Casal-
maggiore - Fassio Giuseppe, Castelrosso -- Ri-
vetti Giuseppe, Cavallermaggiore - Sac . Pinarog
Cesare - Sac . G . B . Pastorino - Banterle Giu-
seppina, Negrar (Verona) - Cavalieri Mattia -
D . Domenico Patrignani, P. della Commenda
(Borgo di Faenza) - Ch . G . Comoglio, Montanaro
- Sorelle Pungo, Saluzzo - D . Vincenzo Cavie{
chi, Costaceiaro (Perugia) - Ferrero Maria, Vi-
gevano - Corsi Sara, Martinengo - Zampi Ce-
sare, Viterbo - Carbone Martellina Bra . -
Rimandiamo al prossimo numero altre rela
zioni ed altri nomi per mancanza di spazio .
Pel medesimo motivo siamo costretti a com--
pendiare assai, anzi a ridurre ai minimi termini
la maggior parte di tali lettere; le conserviamo
però complete ed intatte negli archivii del san-
tuario, perpetuo monumento della bontà di Ma-
ria, e delta riconoscenza dei suoi divoti .
Altre sono pubblicate nei Bollettini Francese,
Spagnuolo ed Inglese .
Racca Maria, Volvera - Montoglio Elisa, To-
rrino - Plano Marianna, Giaveno - Rastello Fran-
cesco, Prarollo - Rebuffo Giuseppe, Cuneo -
Ardito Pietro, Torino - Dompé Caterina Costa-
magna, Benevagiewna- Gazza Giuseppina, Torino
- Olivetti Bartolomeo, Cisterna d'Asti - Silva
Ernesta, Cassino - Boero Luigia, Susa - Gilardi
Giovanni - Quirico Giuseppe, Pica d'Asti -
Usello Teresa, l'orino - Falco Maria, Cuneo -
Gastaldo Anna - Bavasino Sebastiano - D . Gallo,
v al fenera - Chialpotti Camilla, Torre Pellice-
Favera Giuseppina - Vico Lorenzo, Venezia -
Grosso Catterina, S . Martino Canavese - Beltra
mino Margherita - Paretto Teresa, Castelnuoco
d'A sti - Cariazzo Teresa, Ozegna - Donna Mad--
dalena, Vercelli - Magrinelli Andrea - Sesto
Emilia, Véries - Ghiatoue Agostina - Sulieto
Paolo, Amere - Dagnele Andrea - Fassio Fio-
Avanzato Nicola - Cai;ge-
rino Carolina, Castelrosso - Chiavarino Giovanni,
Castelrosso - Martinetti Domenica, Prava al Campo
- Rolone Giovanni, Germano - Quilico Angela,
Casiazette di Chiaverano - Bardo Catterina - Ca-
renna Benedetto, Druent - Malfatto Filomena
- Zucchi Giuseppe, Migliano Alpi - Giuliani
Albertina, l'inerolo - Tachis Margherita - Racca
Annetta, Marene - Cont . Clara Vivalda - Ca-
riasse Vincenzo, Ivrea - Cheraviglio`Matilde,
I:riuheraseo - Bonaudo Michele, Oglianico --
Festa Orsola, Cartiglio - Claro Savi, Cara aglio-
i'laestru Giacinta, Roburent-Mondovì - Giordano
Dlnr .~ierita, Fclctto Caaiaoesc - Dcmichelis An-
geli . l'orino - Dclbosco Antonio, haceon-igi -
Ganibino 'l'onì naso, Bottigliera d'Asti - Bosco
Catterina - Trogulo Marta, Cuceglio - Gibelli
Pietro, Castelrosso - Gregorio Battista, Curvna-
gtrnh~ - Griffa Antonio, Carignano
- Pastore
Gi acomo, Piossasco - Risso Giacomo, Di ano
FRANCIA
NUOVO ORATORIO FESTIVO
IN NIZZA MARITTIMA
Una grazia di S . Giuseppe .
Tutti sanno quanto bene son chiamati a fare ai
figlid.elDapotrngiOfestvi
nostri confratelli della Casa di Nizza Marittima
erano in cerca di un locale, ove potessero sta-
bilire quest'opera rigeneratrice della classe ope-
raia ; ma i loro sforzi erano rimasti senza risul-
tato .
Don Rua, visitando le Case del mezzodì della
Francia, nella conferenza che tenne all' adunanza
generale dei Comitati protettori del Patronato
(Ospizio) di S . Pietro, il 18 marzo u . s ., ebbe la fe-
lice e santa idea di affidare la riuscita di questo
affare a s . Giuseppe, Patrono degli operai catto-
lici . Egli pertanto raccomandava a tutti i membri
del Comitato di recitare ogni giorno, fino alla
fino del mese di s . Giuseppe, e colla ferma fiducia
di essere esauditi, tre Pater, Ave e Gloria in onore
del glorioso Sposo di Maria, una Salve Regina
in onore di Maria Ausiliatrice, infine un Pater,
Ave e Requiem per Don Bosco .
S . Giuseppe prese tanto a cuore questa fonda-
zione che, prima del finir del mese, il locale tanto
e da tanto tempo desiderato era trovato . Le ul-
timo difficoltà erano appianate, e il 1 0 di aprile
Don Cartier , direttore dell' Ospizio di S . Pietro,
firmava il contratto d'affitto per nove anni . E
Don Rua, prima di lasciar la Francia per tor-
nano a Torino, ebbe la consolazione di prendere
solennemente possesso di questo nuovo Oratorio

1.10 Page 10

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festivo, ove molte anime giovanili troveranno un
preservativo contro il vagabondaggio, particolar-
mente pernicioso nelle domeniche e giorni festivi .
Ai 6 di aprile, verso le 9 antim ., il R .mo Par-
roco del Porto, i membri del Comitato protettore
del Patronato di S . Pietro, Don Rua, Don Cartier
e Don Fasani, economo dell' Ospizio di Nizza (1),
si trovavano radunati sul posto del nuovo Ora-
torio per visitarlo .
Dopo di essersi minutamente reso conto delle
agiatezze del locale, Don Rua indirizzò la parola
alla radunanza. Egli raccontò tutte le difficoltà
superate, e poi, dopo di aver ricordato con pa-
rola commossa che questa fondazione si doveva
alla paterna protezione di s . Giuseppe, pose il
nuovo Oratorio sotto la invocazione di questo glo-
rioso Patrono della Chiesa Cattolica .
Il locale comprende un cortile e due tettoie,
delle quali una servirà di cappella . Il tutto di
una povertà così patente, che il visitatore necessa-
riamente col pensiero si porta alla grotta di Be-
tlemme, dove il Bambino Gesù e la sua divina
Madre trovarono un'ospitalità tanto meschina . -
Possano i figli di Don Bosco attirare in quel cen-
tro di azione cristiana anime numerose, per in-
segnar loro a conoscere, amari e servire Colui,
il quale per nostro amore volle farsi povero e
piccolo, come i fanciulli, ai quali è destinato l'O-
ratorio di S . Giuseppe .
Benedizione ed inaugurazione .
La festa del Patrocinio di S . Giuseppe era una
data opportunissima per la solennità liturgica della
presa di possesso . Ecco la relazione della funzione,
quale ce la dà un ottimo giornale di Nizza
« Domenica scorsa ebbe luogo l' inaugurazione del
nuovo Oratorio, che l'Opera di Don Bosco testè sta-
biliva al fianco della vicina chiesa del Porto, pei fan-
ciulli di questo quartiere .
» Una folla numerosa si pigiava nel locale desti-
nato a ricevere i fanciulli, in mezzo ai materiali ed
ai ponti, che ancora l'ingombrano . In fatti si volle,
senz'aspettare che fosse completamente messo all'or-
dine, inaugurarlo il giorno del Patrocino di San Giu-
seppe, sotto l'invocazione del quale detto Oratorio,
venne posto .IlRev.PmaorcMletinu'aocze,
che produsse viva impressione negli ascoltanti, fece ri-
sultare tutta l'importanza dell'opera della protezione
della gioventù al doppio punto di vista sociale e cri-
stiana ; egli ringraziò nello stesso tempo i Salesiani
d'introdurre nella sua parrocchia un elemento così ef-
ficace di moralizzazione . Poi procedette, circondato
dal suo clero, alla benedizione del cortile e dei fab-
bricati modestissimi che vi s'innalzarono .
» I lavori saranno ultimati fra pochi giorni e prima
che finisca il mese l' Oratorio verrà aperto . Le fami-
glie tutte del quartiere del Porto, in cui la fede è pro-
fondamente radicata, andran liete di mandarvi ogni
domenica i loro figli . Questi verranno così allontanati
dai pericoli delle vie, mentre avranno assicurati onesti
divertimenti in un ambiente tutto cristiano .
» Anche noi ringraziamo i Salesiani di sacrificarsi
con tanto zelo all'opera della preservazione della gio-
ventù, opera alla quale essi si sono consacrati e che
loro acquistò già da tanti anni in Nizza simpatie pro-
fonde (2) . »
L' adattazione del locale, di cui abbiamo fatto
parola, non sarà compiuta senza un sopravanzo
di spesa a carico dell'Ospizio Salesiano di quella
città. Ma l'opera è buona, essa s' imponeva in
mezzo a tutta quella popolazione giovanile, la cui
(1) La direzione del nuovo Oratorio festivo fu affidata a
quest'ulti mo .
lo (2) L'Indépendant des Alpes maritimes del maggio 1892.
educazione religiosa va presa da principio . Noi
abbiamo dunque piena fiducia che le anime ge-
nerose di Nizza appoggeranno di buon cuore que-
sta impresa di salvezza .
Inscrizione de' giovani.
La domenica, 12 giugno, festa della SS . Trinità,
finalmente si è potuto aprire le porte del nuovo
Oratorio festivo ai giovanetti del Porto . Così ce
ne scrivono quei nostri confratelli
« Abbiamo avuto cura di prender nota del nome e
co.gnmediprugovanetichsoprentai
Dessi sono un felice presagio per noi ! Il primo porta
il nome del nostro vener . Superior Generale, che tanto
ha brigato per la fondazione di questo Oratorio ; si
chiama Michele Arnulph . Il secondo porta quello di
s . Giuseppe, Colui che ci aprì la via e spianò tutte
le difficoltà di quest'apertura, ed al quale è dedicato
l'incipiente Oratorio .
» Nella prima domenica furono inscritti una sessan-
tina circa . Oh con qual piacere prendevan parte ai
trastulli loro . preparati ! Era una delizia a contem-
plarli . Fin d'allora ci presero molta affezione e pro-
misero d'intervenire numerosissimi nelle feste susse-
guenti . I loro parenti poi non possono capire in sè
dalla gioia, al veder tolti a tanti pericoli, specie nei
giorni di festa, ed istruiti nelle verità della nostra
santa Religione i loro cari figliuoli . »
Ringraziamenti .
I nostri primi ringraziamenti debbono essere
per la divina, Provvidenza che si manifestò nel
modo più evidente e anche più commovente in
tutto quest'affare .
Ma non possiamo dimenticare nessuno dei man-
datari di cui essa si servì per creare un nuovo
Oratorio . Noi abbiamo nominato il Rev .mo Sig .
Mallet, parroco del Porto , la cui simpatia e zelo
hanno portato così avanti le cose ; il Consiglio par-
ticolare delle Conferenze di S . Vincenzo de' Paoli, il
quale votò i fondi necessari per l'affitto del primo
anno ; infine tutti i membri dei Comitati protet-
tori della nostra Opera in Nizza, che hanno la-
vorato con noi per questa fondazione . Il concorso
generoso e spontaneo di tutte queste ottime per-
sone, dopo aver fatto sorgere l'Oratorio San Giu-
seppe, ne assicurano ed in larga misura l'esistenza
e la prosperità .
SPAGNA
Nuova Casa Salesiana in Santander.
L'illustre Vescovo di Santander, pieno di
zelo pel bene del suo gregge, considerando
che la società dell' avvenire sarà secondo
l' educazione della generazione presente, in
una circolare pubblicata nel dicembre del
1888, diceva
« Non posso contemplare senza grande pena la
moltitudine di giovani che ad ogni ora vagano per
le vie, se non abbandonati, almeno privi di quelle
cure opportune, esposti a crescere nella più com-
pleta ignoranza, e, quel che è peggio, abbando-
nati alla scuola dell'irreligione e dell'empietà,
senza che possano rimediare alla loro sorte nè
l'amore dei genitori, nè la beneficenza ufficiale.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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» Io li stringo tutti nel seno immenso della ca
ritàcsian,eslriosemfosergandi
quanto l'amore che loro porto , vorrei edificare
asili dove albergare durante il giorno quelli, cui
le loro povere madri per guadagnarsi un tozzo di
pane sono obbligate a raccomandare a persone
estranee : e stabilirei scuole, in cui i piccoli ed i
grandi fossero debitamente educati .
» Mosso da tal desiderio, tre anni fa aprii
quelle di S . Giuseppe - colla cooperazione di pii
benefattori, le cui offerte ora le sostengono -
nelle quali trovano soda educazione cristiana
sento cinquanta fanciulli di giorno e settanta
adulti di sera .
» Ma queste cifre sono piccole in paragone del
gran numero di coloro che mancano d'istruzione,
e a molti, che ne fecero domanda, fummo costretti
a negarla per mancanza di locale . Le voci di
questi fanciulli pare che risuonino incessante-
mente alle mie orecchie ; ed io non vivrei tran-
quilosenprcuaidestnrach
loro l'azione salvatrice della carità .
» Per raggiungere questo fine veggo un mezzo
molto semplice : fondar nuove scuole, o meglio chia-
mare tra di noi la famiglia di D . Bosco, che non
solamente attende all'educazione dei piccoli, ma
stabilisce e dirige laboratorii per gli adulti . Non è
molto tempo che ebbi il piacere di visitare questi
laboratorii in Sarriá, e osservai con soddisfazione
come lavoravano contenti e progredivano nelle
loro rispettive arti e mestieri, calzolai, sarti, fale-
gnami, tipografi, pittori, musici e scultori .
» Non sarà forse possibile procurare un benefizio
sì segnalato al nostro popolo ? Sarà forse molto
costoso? lo credo di no . Se approssimativamente
cento sottoscrittori sostengono la nostra Scuola di
S . Giuseppe, con altri cento avremo due scuole ;
e aggiungendone ancora altri cento, non ci man-
cherebbero i laboratorii Salesiani . E chi dubita
che in Santander non vi siano più di trecento
persone di buona volontà?
» Ma vogliamolo tutti e sarà fatto ; e dico vo-
gliamolo, perchè ci è solo bisogno di volere .
» Conosco bene che molte sono le cose cui
dobbiamo attendere, ed anche molto dispendiose ;
ma è chiaro che se tutti, o la maggior parte ,
contribuiamo, piccolo sarà il sacrifizio di ciascuno ;
e se osserviamo bene, non mancheremo di trovare
qualche spesa superflua da risparmiare, qualche
passatempo, qualche spettacolo o divertimento
inutile da sacrificare, con cui la misericordia sarà
in istato di soccorrere il povero . Ben potrei io dir
qui ad imitazione di S . Vincenzo de' Paoli in si-
mile occasione : - Mirate questi fanciulli : la loro
sorte sta nelle vostre mani . Saranno un giorno
cittadini onorati, se voi siete compassionevoli e
generosi ; ma saranno perturbatori del pubblico
ordine e disgraziati, se li abbandonate o allonta-
nate da loro la vostra misericordia . - »
I desiderii espressi ai suoi fedeli dall'illu-
stre Vescovo di Santander furono soddisfatti,
giacchè i figli di Don Bosco hanno stabilito
ora colà una Casa, come apprendiamo dalle
lettere qui sotto .
La prima è indirizzata al Direttore dei
Laboratorii Salesiani di Sarrià-Barcellona,
il quale s'è privato di personale per fondare
questa nuova Casa, e l'altra all'amatissimo
nostro Rettor Maggiore, il signor D . Michele
Ru.a
Santander, Palazzo Vescovile,
6 maggio 1892.
AMAT . m° SIGNOR DIRETTORE,
Sia benedetto Iddio ! Il nostro viaggio fu
felicissimo . Di passaggio per Saragozza, il
signor Zabalo ci usò ogni sorta di atten-
zioni : fatta colazione, ci condusse all'Ora
torio festivo che egli dirige, frequentato
da circa duecento giovani . Ha un bel cor--
tile, una fiorente scuola di ginnastica, le
classi ben ordinate, scuola di disegno, teatro
e musica : ha dei buoni aiutanti ed una
Commissione che raccoglie soccorsi ; ma per
assicurare la vita di simile opera desiderano
ardentemente i Salesiani . Fummo anche a
visitare il sacerdote Catechista di detto Ora-
torio, il quale aspetta qui lei, signor Di-
rettore, con grande interesse per trattare
dell'assunto . Saragozza è una grande città,
in cui certamente anche i Salesiani vi tro-
verebbero una messe abbondantissima.
Alcuni fatti dolorosi, che mi capitò di ve-
dere ieri stesso, mi convinsero sempre più
del bisogno, anzi direi della necessità che vi
è di consacrarsi e con tutte le forze all'istru-
zione ed al miglioramento della povera gio-
ventù . Mentre mi metteva in treno per par-
tire da Saragozza alla volta di Castellón, vidi
arrivare scortato per essere giustiziato un gio-
vane in sui 25 anni . Un po' dopo, in Miranda,
scorgo una moltitudine di gente in preda a
viva agitazione . - Che c'è? domando . -
Si tratta dell' esecuzione capitale di un tal
Canales che poco tempo fa assassinò un gio-
vane e lo gettò in un fiume . Venga e lo
vedrà . - Mi avvicino al luogo indicato e
veggo il reo, di circa 22 anni ., vestito a
nero e già cadavere, seduto su di una sedia
e legato ad un palo sopra un tavolato . Che
triste spettacolo ! Dicono che l'infelice, presso
a morire, parlò alla moltitudine, e dirigen-
dosi ai padri di famiglia, raccomandò loro
che educassero bene la figliuolanza . Ah !
quanti prematuri delinquenti per essere stati
privi dei benefizi di una cristiana educazione !
Dinanzi a quel quadro spaventevole . non
potei a meno di pensar a loro e di ricon-
fermarmi ancor una volta nel proposito di
consacrare tutta la mia vita per il bene
della gioventù povera ed abbandonata .
Fatta una piccola refezione, continuammo
il viaggio da Miranda a Burgos . Tra i viag-
giatori non si parlava che dell'infelice Ca-
nales . Eravi nel treno con noi un giovanetto
sui sedici anni, cencioso, sudicio, coi capelli
arruffati, colle unghie lunghe, ma di fattezze
non ordinarie e vivo ed allegro soprammodo .
I soldati della brigata si divertivano con
lui ; i suoi scherzi formavano il tratteni-
mento di tutti ; cantava canzoncelle e ballava
come un Fiammingo . Grazioso nei suoi gesti
e dotato di singolari disposizioni per decla--
mare, i viaggiatori lo applaudivano e rega
lavanlo di sigari e di ghiottonerie . Passate'

2.2 Page 12

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circa due ore in tali feste, e quando la stan- La gente che udì questa nostra conversa-
chezza incominciò ad impadronirsi del giovane zione e che conosceva il giovane, mi assicurò
buffone, mi avvicinai io a lui e gli chiesi che era per perdersi affatto, e che sarebbe
- Come ti chiami?
stato un'opera di esimia carità il soccorrerlo
- Gaspare della Torre, mi rispose in bel e l'allontanarlo dalla sua patria , chè altri-
modo .
menti andava per la via della prigione e del
- Donde vieni?
supplizio quanto prima . Allora mi diressi ad
- Da Miranda, dove sono stato a vedere un signore, che più di tutti si era interessato
l'esecuzione capitale di Canales .
- E che impressione t'ha fatto?
Il giovane restò un momento pensoso, e
dopo mi disse : - Padre, mi son convinto
che non bisogna far male ad alcuno, chè
al contrario la forca . . .
pel giovane, e gli raccomandai che ne avesse
cura egli intanto che io, arrivato a Santan-
der, gli avrei scritto di ciò che si potrebbe
fare in bene di quel disgraziato giovane .
Quel signore me lo promise, e molto mi
pregò di far qualche cosa per quell'infelice .
- Che mestiere fai?
- Sono fabbro .
Quel giovane mi parve proprio uno di quegli
sventurati che la Provvidenza vuole che noi
- Di che paese sei?
proteggiamo e incamminiamo per la via del
- Di Burgos .
bene . Chi sa che, prendendoci noi cura di lui
- Hai i genitori?
con amore e affetto, non guadagneremo un'a-
- Sì, ma non mi vogliono in casa .
nima pel cielo e un buon operaio per la socie-
- Dove adunque abiti , dove lavori e tà!? Osservai in lui un carattere vivo, un'intel-
mangi ?
ligenza svegliata ed un cuore nobile . Sarà
- Non ho abitazione ; vado vagando e forse la pietra angolare di Santander? Il
dormo ora all'osteria, ora nella campagna ; cuore par che me lo dica . Dio benedica
e vado qua e là chiedendo da mangiare, quest'opera. E che ne pare a lei, signor
poichè non lavoro nè guadagno alcuna cosa . Direttore ?
Ho cercato degli impieghi, ma non ho potuto Continuammo felicemente il viaggio, pas-
conseguirne alcuno, poichè non so né leggere sammo la notte a Valenza, accolti molto
nè scrivere .
bene dal nostro amico signor Paolo Madrid,
- E che farai, quando avrai vent'anni? che m'incaricò di farle tanti rispetti . Questa
Continuerai ad accattar pane? E te ne da- mattina ci mettemmo nuovamente in viaggio
ranno ?
per Santander, dove arrivammo alle 2,45 di
Il giovane abbassò gli occhi che gli si ba- sera . Alla stazione ci aspettava il M . R .
gnavano di lagrime, senza rispondere parola, Segretario del Vescovo : salimmo in vettura
ed io continuai : - Perchè non ti vuol in e tosto fummo al Palazzo Episcopale . Qui
castuopdre?
ci attendeva il Vescovo stesso, la cui bontà
- Perchè son fuggito .
ed affetto per i Salesiani la mia penna è in-
- Mal fatto ! e perchè ?
capace di descrivere . Sua Eccellenza Rev .ma
- Ah ! padre, se sapesse ! non ne ho benedisse il Signore di avergli concesso la
colpa ; io non poteva vivere in casa mia
grazia di veder i figli di Don Bosco nella
- E per qual ragione ?
- Perchè mio padre mi batteva con ba-
stoni di ferro, e un giorno mi battè tanto ,
ch.eiofugnsritoapùcs
- Dove sta tuo padre?
- In Burgos .
- Non ti vede mai?
- Mi vedesse, non mi saluterebbe neanche .
- Se alcuno si interessasse di te e ti in-
sua casa e diocesi ; ci ama e tratta come un
padre tratta i suoi figliuoli . Voglia Iddio ri-
compensarlo di tanta bontà ; noi cercheremo
di contraccambiarlo con eterna gratitudine e
lavorando con impegno per la salute della
gioventù di Santander . Avrei altre cose a
dirle , ma per oggi sono stanco io e non
voglio stancare di più anche lei .
Mi creda sempre
segnasse a leggere e a scrivere ed un buon
mestiere per guadagnarti il vitto, ne saresti
contento?
- Ah, Padre... !
Suo affez .m° figlio in G. C .
A. T.
Sac . Salesiano .
- Ma sarai poi costante nel condur buona
vita ?
- Sì, Padre, poichè la vita che meno
adesso l'ho in odio, e se sono cattivo, non
ne ho tutta la colpa ; poichè la gente, ve-
dendomi allegro, mi fa fare quello che non
vorrei ; che ho da fare per guadagnarmi un
reale od un quarto (1) in ricompensa delle
mie stranezze?
M . R . SIG . DON RUA,
Sono circa 20 giorni che l'ubbidienza mi
ha mandato a Santander, in questa nuova
Casa Salesiana, in qualità di Direttore . Par-
timmo da Barcellona il giorno 3 di maggio,
festa dell'Invenzione di S . Croce . Questo a
proposito, poichè anche per me pare si è
trovata una bella croce ! Sia quel che Dio
(1) Monete Spagnuole .
vuole !

2.3 Page 13

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Dopo un felicissimo viaggio e dopo di
aver conosciuto in Saragozza un allievo di
Don Bosco che frequentava l'Oratorio nel-
l'anno 1863, arrivammo felicemente a San-
tander, dove fummo ricevuti dall'Ill .emo
Rev.mo Vescovo, la cui bontà fu tanto grande,
da ospitarci nel suo palazzo e prodigarci
per dieci giorni, che stemmo in Episcopio,
le tenerezze più paterne . Nè solo il Vesco-
vo, ma tutta la sua famiglia ci diede prova
di grande affetto , di tal modo che una
sorella di lui, di nome Giustina, la possiamo
chiamare con tutta giustizia la madre dei
Salesiani di Santander .
La città di Santander tutta ci ha ricevuti
con entusiasmo ; e questi entusiasmo già co-
minciò a tradursi in atto, ed io non dubito
punto che questa generosa e ricca città ap-
poggierà efficacemente l'opera di Don Bosco .
Il nome di Don Bosco affascina la gente
la sua vita si legge con vivo interesse
tutti restano ammirati della bellezza e della
grandezza della sua opera .
Già siamo stabiliti nella casa a noi desti-
nata : la prima occupazione nostra che ci
prendemmo a cuore furono le scuole esterne,
che contengono già un centinaio di alunni,
e l'Oratorio festivo, che promette d essere
numerosissimo;di più già abbiamo due gio-
vani di quattordici anni che studiano il la-
tino e desiderano essere sacerdoti : li ho
accettati come figli di Maria : l'uno è orfano
ed abbandonato e l'altro paga una piccola
pensione . La gioventù di Santander è in ge-
nerale di molte buone qualità e di gran co-
stanza ne' suoi buoni propositi . Molti poi di-
mostrano vocazione per lo stato ecclesiastico .
Iddio e la Vergine Ausiliatrice ci benedicano
e ci diano forza sufficiente per far progredire
l'opera, sebbene la mia età e la mia poca
pratica mi facciano dubitare e mi scorag-
gino . Non mi resta altro che diffidare intie-
ramente di me e gettarmi totalmente nelle
braccia della divina Provvidenza e sotto il
manto della Vergine Ausiliatrice, che con-
fido mi hanno da assistere sino al cielo .
Intanto ella , amato Padre, benedica me e
i miei aiutanti, preghi e faccia pregare per
noi, ci mandi dei buoni consigli e venga
presto a visitarci, poichè la desideriamo
molto, come pure molto la desidera Monsi-
gnor Vescovo e quanti conoscono ed amano
Don Bosco .
Umil .m° e obb . mo figlio
A. T.
Sacerdote Salesiano .
PER IL GIUBILEO EPISCOPALE
di S . S . Leone XIII
Solenni funzioni in Torino .
« Il 29 giugno scorso, festa dei SS . Apostoli
Pietro e Paolo , nella Metropolitana di To-
rino ebbero luogo le prime delle solenni fun-
zioni promosse dal Comitato Torinese per i
festeggiamenti, in occasione del Giubileo E-
piscopale di Leone XIII .
» Numerosissimo fu il concorso dei fedeli
alla Messa ed alla Comunione del mattino .
Alle 10 una folla enorme accorso ad udire la
Messa Aeterna Christi munera delPastrin,
nella quale i cantori dell' Ospizio Salesiano
di S . Giovanni Evangelista , sotto la dire-
zionedlM°
. D . Ottonello , si dimostrarono
colla loro interpretazione all' altezza del ca-
polavoro musicale che eseguivano .
» Intorno a questa musica veramente sacra
e sublime, di cui il popolo mostra di com-
prendere e gustare sì bene le squisite bel-
lezze, ci piace qui riferire quanto ne ha
scritto un uomo autorevole, il Soffredini, di-
rettore della Gazzetta Musicale di Milano, il
cui giudizio troviamo nella Civiltà Cattolica,
serie XIV, vol . IX, quaderno 974, pag . 206
- Quanta grandezza sublime, quanta poe-
sia celeste in cotesta musica, che si direbbe
scritta dagli angioli ! Infatti, il primo requi-
sito della musica del Palestrina è quello di
essere veramente musica sacra ; essa produce
in chi l'ascolta il misticismo del sentimento
religioso ; si prega con essa, ma non è la
prece egoista di un' anima sola che implora
per sè, è la preghiera di tutto un popolo
credente, grave, profondo , sereno perchè
spera , tranquillo di una pace promessa al
giusto che l' ha meritata ; da quel potente
soffio d' emanazione celeste, dirò divino, e-
merge tutta la fede che ispirò quelle note
di paradiso . -
» Stupendo fu poi il discorso del nostro a-
matissimo Arcivescovo Mons . Biccardi . . . L'il-
lustre oratore prese per tema le parole dette
da Simeone sul Bambino Gesù : Positus est
hic in ruinam et in resurrectionem multorum
in Israel . - Tre amori mi spinsero , esordì
Monsignore, a salire su questo pulpito per
parlarvi : amore di Dio, amore della patria,
amore di voi, cari ed amatissimi figli miei . -
Svolto tale concetto, narrò il fatto del vec--
chio Simeone , applicando il detto sopraci-
tato al Papa .
» Il Papa è il centro, il motore, la pila,
l' origine , la fonte della civiltà cristiana.
Sono di aiuto alla civiltà cristiana i pa
renti, i maestri, i sacerdoti, i Vescovi ; ma
il culmine, la direzione della civiltà cristiana
spetta al Papa . Togliete il Papa, la civiltà
cristiana non esiste più, Il Papa è la vita

2.4 Page 14

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della civiltà . Quando nel mondo s' agita
qualche grave questione di civiltà, di mo-
rale o di fede, il Papa sale al monte santo,
dà uno sguardo attorno, invoca lo Spirito
di Dio, poi scrive le stupende sue Encicli-
che, ammirazione degli stessi avversari .Il
Papa è il centro dell'unità religiosa .
» Egli parla, e tutto il mondo cattolico è
con lui . La patria, l'Italia nostra quando fu
grande ? quando fu col Papa . Quando in-
vece fu od è contro, allora soffre, allora va
P. ROPOSTE
Nel numero di febbraio di quest'anno noi
indicavamo ai nostri lettori varii Comitati co
stituitisi in Italia per festeggiare il Giubileo
Episcopale del Sommo Pontefice , e ne pre--
sentavamo le singole lodevoli proposte . Oltre
a quelle, ora noi vorremmo raccomandarne
altre due, l'una fatta dal periodico Il Taber-
nacolo e l'altra promossa da un Comitato di
ottimi Milanesi,
in ruinam . Festeggiamo il Papa, facciamo
vedere che gli vogliamo bene . Noi altri cat-
tolici fummo troppo inattivi ; ci siamo la-
sciati prendere la mano . Bisogna scuoterci,
bisogna far rumore, far vedere che il Papa
è sempre il primo Italiano ,
nostra fede . In una visione,
il centro
conchiuse
della
Mon-
signor Riccardi, parmi vedere l' Italia nel-
l'unità religiosa e morale ai piedi del Papa,
che la benedice e le spiega avanti la ban-
diera di Cristo, cui tutti applaudono . È una
visione, sarà un sogPno?resto, giova spe-
rarlo, sarà una realtà ! (1) . - »
(1) Unità Cattolica, 1 Lugli o n . s .
- Il Rev . Sac. Pietro Bonilli, parroco di
Trevi in Umbria, direttore del periodico sud-
detto, Il Tabernacolo, propose ai cattolici
d'Italia di presentare al S . Padre, nell'oc-
casione del prossimo suo Giubileo, un Osten-
sorio d'oro, in onore del Cuore Sacratissimo
di Gesù Benedetto . L' Ostensorio ordinato,
quale ci è descritto, risponde mirabilmente
al suo scopo sublime ed esprime i più nobili
sentimenti di pietà e di fede, di amore e di
riparazione . Giova quindi sperare che l'amor
a Gesù Cristo, la divozione al Santo Padre
susciteranno lo zelo di tutti i cattolici d'I-
talia ad offrire quel mitissimo obolo, fosse
di un solo centesimo, che basterà all'intento .

2.5 Page 15

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Una lira sola che pervenisse da tutte le par-
rocchie d'Italia, basterebbe per l'esecuzione
dell'Ostensorio .
-Il Comitato poi, costituitosi in Milano
colla piena soddisfazione del Presidente gene-
rale dei Comitati per questi festeggiamenti, fa
appello a quanti sono i decorati della Croce
« PRO ECCLESIA ET PONTIFICE » affinchè
vogliano inviare l' obolo loro al Cassiere si-
gnor Magni Gerolamo - S . Maria Fulcorina,
4, Milano - per formare una « STESSA CROCE
IN ORO GEMMATA » da presentarsi al Santo
Padre Leone XIII nel suo Giubileo, con un
Album in cui sieno raccolte le firme degli
oblatori .
Cattolici ! concorriamo tutti, ciascuno se-
condo le sue forze e condizioni, ad onorare e
festeggiare il nostro Santo Padre in una sì
fausta circostanza!
SS . Ausiliatrice che vogliano aiutarci ora colle
loro offerte a coprire le spese di modellazione
non per anco soddisfatte e quelle di abbozza-
tura e finimento in marmo, che sommeranno
a qualche migliaio di lire .
E come vi fu una famiglia che ci regalò
il marmo, non ve ne sarà un'altra la quale
voglia pagarci il lavoro almeno di una delle
due statue?
Queste pertanto sorgeranno a perpetuare,
una la carità e l'altra l'operosità, virtù so
stenute così eroicamente dal nostro com--
pianto D . Bosco col potente aiuto della sua
cara Madonna, e ricorderanno altresì la de-
vozione e l' amore per Maria Ausiliatrice e
D . Bosco di quelle pie persone che contri-
buiranno generose a quest'opera anche con
una debolissima offerta .
DUE STATUE
PER L' ALTARE DI MARIA SS. AUSILIATRICE
NEL SUO TEMPIO IN TORINO
I nostri lettori ricorderanno che nella de-
scrizione fatta del grandioso altare di Maria
SS. Ausiliatrice in occasione dell' inaugura-
zione dei recenti ristauri, accennammo a due
statue rappresentanti S . Filippo Neri e San
Vincenzo de' Paoli, poste negli intercolonnii
laterali. Dobbiamo ora soggiungere che dette
statue erano state eseguite solo a modo de-
corativo nel termine di soli tre giorni, tanto
da occupare i due vani, i quali non toglies-
sero al complesso architettonico di sua ar-
moniosa compitezza . Queste per poco tempo
dovevano tener luogo di due grandiose sta-
tue, che già avevamo commesse al valente
scultore Cav . Giacomo Ginotti di Torino .
Ora siamo lieti di annunziare che le due
statue si ammirano già compiute in gesso
nello studio del mentovato artista, e desso
con questi due lavori dà veramente prova
d'aver saputo attingere alla scuola del ce-
lebre suo maestro Vincenzo Vela quella cele-
stiale ispirazione che rende così ammira-
bili i capolavori d'arte sacra di quest'uomo,
gloria del secolo nostro . E qui ci sentiamo in
dovere di segnalare alla pubblica ammirazione
la generosità dei sig . Binelli di Leopoldi di
Carrara, negozianti in marmi, che ci dona-
rono il marmo per le due accennate statue,
non tanto in ammirazione dell'opera che seppe
darci l'egregio artista, quanto per cooperare
anch'essi all' Opera Salesiana, per il che
mentre loro tributiamo i nostri più vivi rin-
graziamenti e preghiamo la S . Vergine a
voler benedire e prosperare cotesti nostri
buoni Cooperatori nelle loro imprese, rac-
comandiamo altresì a tutti i devoti di Maria
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
Ancora nuove fondazioni in America.
Nell'anno scolastico 1891-92 i Missionari
Salesiani d'America, oltre a Riobamba nel-
l'Equatore, a Santiago nel Chilì e ad Agua
de Dios nella Colombia, estesero ancora la
loro azione a Conesa sul Rio Negro, a Lima
nel Perù, a Mendoza nell' Argentina, a
Mercedes Or nell' Uruguay ed ultimamente le
Suore di Maria Ausiliatrice si spinsero per la
prima volta nello Stato di S . Paolo del Bra-
sile, come apprendemmo dalle corrispondenze
che ora produciamo, quantunque di data non
troppo recente .
Conesa (Rio Negro) .
1 Settembre 1891.
REV. SIG . DoN RUA,
IL nostro zelantissimo Monsignor Cagliero,
sempre attento a far del bene e condurre a
Dio quante anime ci è dato guadagnare,
vincendo la difficoltà che presenta la gran
scarsezza di individui, l'anno scorso radu-
nava un personale di sei e lo inviava a Co-
nesa (Conessa) a stabilirvi una residenza per
assicurare colla presenza del Missionario il
frutto della Missione .
Io fui incaricato di accompagnarveli . Per .
tanto il 5 di luglio, dopo aver celebrata la
S . Messa e ricevuta la benedizione di Mon-
signore, seduti in un cocchio, partivamo da
Patagones a quella volta . Il cammino, che
dovevamo percorrere, era nientemeno che
di 90 leghe, e lo facemmo, grazie a Dio,
senza alcuna triste peripezia .
In sulla sera ci avvicinavamo presso qualche
buona famiglia, già da noi conosciuta per
la cordiale ospitalità che soleva darci altre

2.6 Page 16

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volte in tempo di missioni ; si piantava l' al- Ma torniamo a prendere il filo del nostro
tarino e di buon mattino io celebrava la S . viaggio . Dopopranzo, salutati i nostri cari con-
Messa e gli altri facevano la S . Comunione, fratelli e le Suore di Pringles, continuammo
ed intanto con pie industrie si cercava di la marcia , facendo varie fermate in certi
attirare quei buoni abitanti ai SS . Sacramenti, punti, sempre col fine di spargere il seme
d'insegnar loro un po' di dottrina cristiana della parola divina dove ne fosse il bisogno,
e di battezzare qua e là i bambini tuttora e battezzare gli infedeli che si trovavano
infedeli .
più immediati al cammino.
La sera del secondo giorno, sull'imbru- Finalmente l'11 luglio, dopo sei giorni di
nire, ad una lega di distanza dalla casa fis- cammino, arrivammo a Conesa . Le difficoltà
sata per alloggiare, i nostri cavalli s'impen- incontrate, onde far trasportare i nostri pochi
nano, puntan dei piedi in terra e per quanto bagagli, ci avevano indotti a portare con noi
li;batmo,nc'èversdifalmuover
le cose più indispensabili, lasciando il rima-
dovemmo cedere e rassegnarci a passare la nente in Viedma, perchè ce lo mandassero
notte a cielo aperto . Ci trovavamo vicini ad alla prima occasione col vaporino . Sprov-
un fiume e all'ingresso di una gran selva, visti pertanto di letto , di sedie , di cibo e
dalla quale colla notte non sarebbe stato degli arnesi di cucina, l'unica nostra spe .
sì facile l' uscire . Più tardi in quest' ac- ranza era riposta nella pubblica carità di que-
cidente ravvisammo un tratto della di- sta gente, in cui l'ospitalità è profondamente
vina Provvidenza . Ma la notte era fredda, radicata. In effetto essi, al vederci sprovvisti
oscura , nuvolosa . Accendemmo dei grandi di tutto, vennero tosto in nostro aiuto . Lo
fuochi per riscaldarci, improvvisammo dei stesso Giudice di pace la prima sera ci fece im-
giacigli per terra ; ma ecco ben presto sor- bandire in casa sua una buona ed abbon-
prenderci una pioggia fitta fitta e che dura dante cena, mentre altri si diedero pre-
tutta la notte . Ci rifugiammo chi sopra il mura di provvederci chi di letto, chi di
cocchio, chi sotto, ma di dormire non fa materassi, sedie, pane, carne, ecc ., di modo
possibile . Per me, già fatto a quest'in- che in quei primi giorni non ci mancò nulla
temperie , importava ben poco ; ma mi del necessario alla vita . Ancora al presente,
rincresceva per gli altri confratelli ; temeva dopo quasi due mesi di dimora, continuiamo
che, non ancora avvezzi a queste cose, ne a far uso di più cose imprestateci, perchè
avessero a soffrire ; ma, grazie a Dio, venne le nostre non arrivarono ancora .
presto giorno e la pioggia cessò, permetten- La Casa Salesiana di Conesa, sebbene ai
doci di continuare il nostro viaggio .
presente umile come la grotta di Betlemme,
Passando di fronte a Pringles, desidera- spargerà, speriamo benefizi spirituali e tempo-
vamo di vedere il nostro caro D . Luciani rali sopra una vastissima zona popolata la
co' Salesiani e le Suore di quella Casa ; per- maggior parte di indigeni e semi-indigeni, i
tanto ci avvicinammo alla sponda del Rio quali apriranno gli occhi un giorno e si
Negro e facemmo alto . Appena posto piè in convertiranno e daranno infinite grazie a
terra, ecco comparire dalla parte opposta del Dio, a Maria SS . Ausiliatrice e a D . Bosco,
fiume un gruppo di fanciulle guidate dalle che, prevedendo la conversione dei Pata-
Suore, ed alcuni ragazzetti vispi ed allegri goni, loro mandò Missionarii e Suore .
accompagnati da D . Luciani correrci incontro La casa che abitiamo per ora è presa a
e farci mille feste. Quest'incontro in un luogo pigione, e ne pagano l'affitto i vicini . Le Au-
quasi deserto, in una borgata che non somma torità ci aiutano in quanto possono e la
più di una ventina di case, (non contando popolazione gode del nostro arrivo .
però quelle sparse lontano), non poteva a Vorrei ancora parlarle, o Rev .m° sig . Don
meno che suscitare in noi uno scambievole Rua, della festa che celebrammo in onore
affetto . La Superiora delle Suore fece tosto del glorioso martire S . Lorenzo, patrono di
allestire il pranzo, in cui, per rendere più Conesa, ma ne do l'incarico a D . Agosta .
piacevole la festa, si fece uso di un poco Benedica, amatissimo Padre, il personale
di vino . Veramente per noi è cosa rara il di questa Casa e specialmente , per averne
vino . . . appena ci è permesso assaggiarne al- più bisogno, il suo
cuni sorsi nelle più grandi solennità . E di
fatto, si consideri se ci torni conto bere vino,
Aff m° in Gesù e Maria
quando si paga presentemente sei lire al
Sac . MILANESIO DOM ENIco .
litro! E non solo il vino, ma perfino gli ar-
ticoli di consumo più necessari alla vita
hanno un prezzo quasi favoloso . Chi dicesse
che un sacco di farina vale quaranta scudi,
1 Settembre 1891.
che una libbra di zucchero si paga tre
RE v .Mo SIG . D . RUA,
franchi, e via via. . . si stenterebbe a cre-
derlo ; non ostante è la pura e semplice ve- Un mese a quest'oggi arrivava a Conesa,
rità . Già se ne conosce la causa : è la crisi piccola colonia pastorizia, ove mi attendeva
dell'oro, il quale giunse in questi ultimi Don Milanesio con un ascritto ed un cate-
giorni al 400 0/0.
chista. Vi erano pure già giunte anche due

2.7 Page 17

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Suore di Maria Ausiliatrice con una loro no-
vizia.
Che buon cuore ha questa gente ! come
sono ospitali ! Essi avevano già provveduti
i nuovi arrivati del necessario per dormire,
per mobigliare la casa, la cucina e la cap-
pella . E che ressa, che gara in tutti per as-
sistere alle piccole funzioni che in questa
povera casa di Dio incominciammo a cele-
brare !
Si era nella novena di s . Lorenzo, patrono
del paese . Tutti desideravano che per questa
festa si facesse la processione ; e non solo
volevano che passasse il Santo per le irre-
golari vie, formate dalle basse capanne di
salici e fango, ma bramavano che comparisse
a ricevere i loro tributi di adorazione il Re
dei re, Gesù in Sacramento . Pertanto si trat-
tava di improvvisare e croci e stendardi e
baldacchini, chè non avevamo ancora nulla .
Non riuscì però ardua impresa . Ricchi e po-
veri, tutti concorsero chi regalando, chi im-
prestando quanto avevano di più prezioso
in tele colorate, in pelli di guanaco, in na-
stri, fiori ecc . ; una giovane sposa si disfece
dello stesso suo abbigliamento da nozze, che
servì a meraviglia per formare il trono pel
divin Redentore .
Con simili disposizioni, la festa del Patrono
non poteva a meno che riuscire bella, splen-
dida e consolante . Alle 8 del mattino, la Co-
munione generale fu di una trentina di per-
sone, e qui un mal connesso fervorino fu la
mia prima predica ai miei futuri parroc-
chiani . Alla Messa delle 10 1/2 presero parte
tutte le Autorità in corpo . Non potemmo
combinare di cantarla ; ma vi supplirono
diverse lodi in musica, intercalate da suonate
religiose . Alle 3 1/2 pom.aprendt
alla processione non mancò nessuna famiglia
non solo del paese, ma neppure delle molte
sparse a distanze di dieci a dodici ore .
Apriva la processione una piccola croce,
seguita dagli alunni delle scuole comunali ;
indi veniva l' improvvisato stendardo col qua-
dro di s . Lorenzo , portato dai Maggior-
domi o Priori della festa, con un nucleo
dei più vecchi del paese . Dietro di loro sfi-
lavano le signore, le Suore di M . A. con le
future figlie di Maria, alternando la recita
del S. Rosario col canto di laudi sacre . In fine
tra una moltitudine di teste scoperte campeg-
giava il rosso baldacchino, portato da tutte
le Autorità del paese e scortato dallo squa-
drone di guardie civiche, sotto il quale il
Dio d'Amore passava a benedire le misere
capanne dei divoti Conesini .
Nel cammino percorso trovammo due gra-
ziosi altari, dove ci fermammo per benedire ;
dato il giro intorno a tutto il paese si ri-
tornò alla cappella, e si conchiuse la bella
festa col panegirico del Santo , col Tantum
ergo in musica, imparato in pochi giorni dalle
future figlie di Maria, e con la benedizione
del Santissimo .
Tutti restarono oltremodo soddisfatti di
questa prima funzione .
Ora ci prepariamo per la Natività di Ma-
ria ; speriamo di appagare sempre meglio que-
sta buona gente . . . .
Dev .mo Obbl .mo figlio
Sac . FRANCESCO AGOSTA .
Lima, (Perù) .
Per quella capitale, come già dicemmo,
partirono l'anno scorso da Torino alcuni sa-
cerdoti ed un drappello di Suore di Maria
Ausiliatrice . Superiore di questa Comunità
era stabilito Don Antonio Rìccardi, già se-
gretario di Monsig . Cagliero, il quale dalla
Patagonia si portò al Perù a ricevere i nuovi
fratelli d'Italia .
Del loro arrivo e delle belle accoglienze
loro fatte, così ne parla la Rivista Cattolica
di Lima
« Questi religiosi furono ricevuti a Callao
dal sig . Candamo, direttore della Società di
Beneficenza, colla delicatezza che lo distingue
e con manifesti segni d'affetto verso questi
individui che vengono a prestare importanti
servizi al Perù.
» L'Ill .mo e Rev.mo nostro Arcivescovo, che
stava amministrando la Cresima nella chiesa
principale del vicino porto, ricevette questi
figli di Don Bosco con le più tenere espres-
sioni di paterno affetto e con tutta l' effu-
sioni della sua anima li benedisse, perchè
spargessero nel nostro suolo il seme del bene
per mezzo dell'amore alla virtù ed al lavoro,
come sanno fare i Salesiani in tutti i popoli
che hanno la fortuna di possederli .
» Il capitano del porto e tutte le persone
che intervennero all'arrivo dei Salesiani pro-
digarono loro ogni sorta di attenzioni ; ma
in modo speciale il Rev . P . Cosimo Mivielle,
Superiore dei Lazzaristi, le Figlie della Ca-
rità dell'Ospedale di Guadalupa e quelle di
S. Teresa in Lima , dove furono ospitate le
Suore di Maria Ausiliatrice, finchè non po-
terono stabilirsi nello spazioso locale intito-
lato : Instituto Sevilla . »
Della festa per la definitiva loro installa-
zione, ricaviamo i seguenti brani dalla Opi-
nione, giornale di quella capitale
« Prima dell' ora stabilita per la modesta
ma importante solennità, si trovavano già ra-
dunati nelle sale del bel locale gran numero di
signore e signori . Siccome l'elegante ed ar-
tistica cappella, in cui si venera l'effigie del
S. Cuore di Gesù, non poteva contenere co-
modamente i numerosi invitati, si era in-
nalzato un altare portatile nel cortile in .
terno, di forma ottagonale , coperto da un
gran tendone , sotto cui si erano collocati
banchi e sedie e si vedevano simmetrica-
mente distribuiti vasi di belle piante e di
olezzanti fiori .

2.8 Page 18

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» Prima della Messa, che fu celebrata dal-
l'Ecc.mo Mons . Emanuele Tovar, Vescovo
di Marcopolis, assistito dai Canonici dottori
Jaime Tovar e Carlos Garcia Irigoyen, dai
sacerdoti Salesiani e dai Superiori dei Laz-
zaristi e dei Redentoristi, S . E . Ill.ma pro-
nunziò un eloquente discorso, encomiando i
sentimenti filantropici del fondatore e le sol-
lecitudini della Società di Beneficenza ed in
modo speciale del suo direttore per condurre
a termine l'Istituto Sevilla , raccomandando
alle alunne impegno, moralità e virtù e in-
sinuando loro che imitassero l'esempio delle
rispettabili Suore istituite dall'immortale Don
Bosco, chiamate a dirigere la loro educazione
civile, morale e religiosa .
» Terminata una così bella perorazione, si
procedette alla benedizione del locale , se-
guendo la Messa cantata, che incominciò
dopo le 10 . Durante questa , le giovanette
intonarono diversi cantici, accompagnate gra-
ziosamente nella melodia dal celebre profes-
sore Guglielmo Brandes . Finita la cerimonia
religiosa, gli intervenuti passarono a visitare
il locale, di cui daremo una piccola descri-
zione .
» L'Istituto si è stabilito in una bella casa
murata, situata in vicinanza al convento del
Patrocinio .
» Nell' ala destra dell'edifizio si trova un
vasto camerone con sedici letti, posti in bel-
l'ordine , colle loro rispettive sedie e tavo-
lini; un altro stanzone , che serve di lava-
toio e guardaroba ; quindi un dormitorio
eguale al primo colla rispettiva stanza per
guardaroba .
» Nell' ala sinistra avvi la direzione, mo-
desta , ma elegantemente accomodata, con
mobili tappezzati in tela ; alle pareti sono
appesi i ritratti ad olio del fondatore dell'I-
stituto D . José Sevilla, di Don Bosco, fon-
datore della Pia Società di S . Francesco di
Sales , un' immagine di Maria Ausiliatrice
patrona di questa Società e una fotografia
del Sig . Don Rua, Superiore generale dei
Salesiani .
» Segue uno scrittoio , dove fu collocato
un apparato telefonico , una cameretta per
magazzino ed il dormitorio per le Suore .
» Nel salone di fronte (principale) si è sta-
bilito lo studio o laboratorio, nel quale vi
sono molte comode tavole, panche e mac-
chine da cucire ecc ., ecc . Dietro vi è la cap-
pella .
» Nel secondo cortile, a sinistra e a de-
stra vi sono le sale destinate ai diversi la-
boratorii , che prossimamente si hanno da
stabilire ed il refettorio con quattro tavole per
le alunno, che comunica con una magnifica
cucina e dispensa.
» A sinistra del bellissimo e vasto orto, si
stabilirà una lavanderia e a destra i saloni
che avranno da ricevere maggior numero di
alunne. »
Questo per le ragazze e le Suore .
« Si pensa inoltre di costruire un labora-
torio per ragazzi, che sarà diretto dai Sale-
siani, i quali ora abitano in un locale com-
pletamente separato dall' Istituto , dal lato
della stazione della ferrovia urbana .
» Dopo mezzogiorno, si conchiuse la festa
tanto simpatica, lasciando nei convenuti i
più grati ricordi di essa e del bel modo con
cui furono trattati sì dai sacerdoti e sì dalle
Suore incaricate dell' Istituto e dai cortesi
socii della Beneficenza .
» Un applauso adunque a istituzione sì
umanitaria e congratulazioni entusiastiche
al degno Direttore della Società di Benefi-
cenza pel trionfo riportato, dal quale tanto
bene e profitto spera la Repubblica tutta .
Educare la gioventù è uno dei più nobili,
belli e grandi doveri di tutti e di ciascuno .
Benedizione adunque a coloro che compiono
sì sacra missione ! »
Mendoza (Argentina).
Questa città è posta nell'Argentina a' piedi
delle Cordigliere che la separano dal Chilì .
È celebre pei suoi terremoti, e specialmente
per quello accaduto nel 1861, che la rovinò
quasi interamente. Anche colà i Salesiani,
desiderati da tanti anni, vi andarono ad aprire
una Casa il giorno 22 febbraio di quest'anno .
Ecco la relazione che di là ricevemmo
REV.MO SIG . D . RUA
PERMETTA, o amatissimo Padre, che uno
dei suoi poveri figli d'America, inviato da
Buenos Aires alla città di Mendoza per sta-
bilirvi una Casa Salesiana, le invii due linee
per darle notizia di questa nuova fonda-
zione .
Il giorno del nostro Patrono S . Francesco
di Sales partii da Buenos Aires ed il 31 ar-
rivai a Mendoza, dove alloggiai dai RR . PP .
della Compagnia, i quali mi trattarono con
isquisita cortesia , mentre faceva le debite
pratiche perchè si liberasse la casa, Escuela
Catolica, che doveva cambiare in Colegio Don
Bosco, e nel medesimo tempo andava in cerca
di mezzi onde poter mobigliare delle cose più
indispensabili l'abitazione e le scuole .
Il 18 corrente poi, prima che io fossi riu-
scito in nessuno dei due intenti, inaspettati
giunsero dal Chilì un sacerdote, un chierico,
un catechista ed un ascritto, inviati da Mons .
Cagliero per questa Casa, i quali meco s'uni-
rono per alcuni giorni ad aumentare i di-
sturbi a questi buoni Padri, a cui rendiamo
le grazie più sentite del nostro cuore per la
gran bontà che ci usarono . Replicammo per-
tanto le visite e le suppliche alle famiglie,
accelerammo i lavori, ed il 22 potemmo oc-
cupare la nostra nuova abitazione.
La sera di quel giorno ci trovammo posses-

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sori di varii mobili e di tanti utensili, che
solamente al mattino non sapevamo ove fos-
sero . Armadi per cucina, pentole e pentolini,
posate e tondi, lettiere, materassi, guanciali e
lenzuola, una cesta di frutta, un pezzo di
carne, uova, ecc . ecc ., in una parola ci piovet-
tero dal cielo tante di quelle cose, che
ci confusero di guisa, che non sapevamo
come fare per ringraziare convenientemente
sì buone persone . Anche qui noi abbiam tro-
vato le nostre mamme : due ottime sorelle,
le signore Felicita e Delfina Rodriguez, che
si distinsero in questi atti di generosità e le
quali speriamo vorranno continuare a farci
da madre come la buona Margherita a D .
Bosco . Che il Signore benedica queste anime
generose!
La prossima settimana speriamo d'inaugu-
rare le scuole , incominciando ad aprire la
1a, 2ae.3almntr
Per ora non abbiamo niente di pronto per
la cappella, non il locale, non un arredo
sacro . Fra due mesi vedremo di aggiustare
alla meglio la scuola più vasta che abbiamo,
e per gli arredi e paramenti mettiam la nostra
fiducia nella divina Provvidenza . Rincresce
tanto che quest'anno le cavallette devastarono
quasi tutte le uve, l'unica ricchezza di questa
città : dobbiamo quindi rivolgere lo sguardo
ad altre regioni . Appena avremo una cap-
pella un po' decente, apriremo anche l'Ora-
torio festivo .
Da Buenos Aires deve pur venire un altro
chierico che sappia suonare l' harmonium,
quando lo avremo .
Ora, amatissimo Padre, si degni benedire
questa nuova fondazione, ciascuno de' miei
compagni ed in modo speciale chi ne ha
maggior bisogno e gode di professarsi di lei
Mendoza, 29 febbraio 1892 .
Rev .mo Obbl .mo figlio in G . C .
Sac . L . BOTTA .
Stato di S . Paolo del Brasile .
AMATISSIMO PADRE IN G . C .
CHI le scrive in questo momento è la prima
figlia di Maria Ausiliatrice del Brasile .
Mentre le do notizia del nostro arrivo a
questo paese, intendo chiederle la sua bene-
dizione e pregarla di raccomandar al Signore
questa nuova Casa .
È già da un mese che ci troviamo in
questa Repubblica ; credo che ella avrà già
saputo da altri il ricevimento che abbiamo a-
vuto . Ad ogni modo le dirò che ci sembra-
rono cose dell'altro mondo e che abbiam do-
vuto rimanere molto confuse nel vederci così
ben accolte! Riferimmo tutto alla maggior
gloria di Dio e della cara Congregazione
Salesiana, alla quale andiamo liete di essere
affigliate . Nelle tre stazioni che abbiamo fatte,
ci venne a ricevere un mondo di gente con
musiche e processioni e con tutte le Auto-
rità ecclesiastiche e civili . Oh come amano
Don Bosco in questi paesi ! Per questo fe-
steggiavan noi, credendo che gli rassomiglias-
simo . Fosse almeno vero ! Abbiamo però una
grande volontà di seguire i suoi esempi, e
la stima che qui ci dimostrano sarà uno
stimolo di più per seguire animosamente il
buon cammino e non iscoraggiarci nelle dif-
ficoltà .
Siam venute in numero di dodici destinato
per tre Case . Finora siamo state tutte unite,
ma dopo la Settimana Santa ci separeremo .
Tutte le Suore venute meco in questa Re-
pubblica, se si eccettua la povera scrivente
che è Italiana, sono tutte Americane del-
l' Uruguay . Il sig . Don Lasagna credette far
cosa grata a lei, Rev .mo Signor D . Rua,
che così saprebbe come anche queste comin-
ciano a lavorare . Di esse sei sono mie alun-
ne di Paysandù .
Si degni, amatissimo Padre, gradire le
espressioni di stima e di affetto di queste
mie care sorelle , ci raccomandi al Signore
e ci favorisca la sua paterna benedizione .
Colleg io di N . S. del Carmine,
Guaratinguetà (Stato di S . Paolo)
10 Aprile 1892
Sua umil .ma figlia in G . C.
Suor TERESA RINALDI .
REV . mO SIGNOR DON RUA,
S. Paolo, 26 aprile 1892,
AL nostro giungere (1) trovammo i confra-
telli, i benefattori ed i giovani di S . Paolo ben
animati . Non le dico se ci fecero passare per
diverse mortificazioni, ricevendo il reduce ed i
suoi compagni alla stazione con musica, e pre-
parando a loro onore una festa accademica
con teatro, alla quale volle intervenire il
nostro buon papà, il Vescovo Diocesano . Fu
gratissima sorpresa per me il trovare il nostro
caro Santuario del S . Cuore ben avanti oltre
ogni mia aspettazione .
Ai 160 giovani entrati nel Liceo ora se ne
aggiunsero altri 80, e poi gli esterni vanno
crescendo giorno per giorno . Con un triduo
a S. Giuseppe incominciammo l' anno sco-
lastico .
A Nictheroy pure il collegio si trova ripieno
e con molta animazione .
A Lorena poi fu insufficiente il fabbricato
nuovo capace di più di cento interni : si la-
vora per ricoverarne almeno ancora una
cinquantina .
In questi giorni arrivarono dodici Suore di
Maria Ausiliatrice da Montevideo (aspet-
(1) Intende parlare dell'ultimo drappello di Missio-
nari partiti privatamente da Torino pel Brasile nel
gennaio u . s .

2.10 Page 20

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tando la realizzazione delle promesse di Eu-
ropa), per aprire tre case nel Brasile, a Lo-
rena , G uaratinguetà e Pindamonhargaba .
NOTIZIE VARIE
furono ricevute con vero entusiasmo, il che
prova con quanta ansietà erano aspettate .
Ma il demonio, che sta facendola assai da
I cantori dell' Oratorio Salesiano
imperatore in questa vasta e giovane Repub-
alla festa di Gandino Bergamasco .
blica, si doveva rodere di rabbia pel progresso
delle Opere Salesiane . Ne volle prendere ven- Togliamo dall' Eco di Bergamo del 6 Luglio la
detta, studiandone una delle sue, e permet- seguente corrispondenza
tendolo il Signore, vi riuscì, cagionandoci una
grave perdita materiale .
Gandino, 4 luglio 1892.
Per quindici giorni dirotte pioggie in-
nondarono campagne e città dello Stato di
S . Paolo, cagionando molte disgrazie . Nelle
notti poi del 19 e del 20 parve che si
fossero aperte le cateratte del cielo, e che il Si-
gnore si fosse dimenticato della sua parola
di non più mandare il diluvio . Il lavoro del-
l'incanalamento dell'acqua sul tetto della
nostra Chiesa era stato interrotto in mal
punto, e l'acqua, rovesciandosi al lato di
una colonna con tanta furia, ne minò le fon-
damenta, di modo che perdendo l'equilibrio
il muro destro ancor fresco crollò strasci-
nando seco il tetto della nave di mezzo .
Nella nostra disgrazia fummo felici di non
dover lamentare altre vittime, fuor delle te-
gole e dei mattoni infranti, e fu pure gran for-
« Più unica che rara fa la solennità celebratasi
domenica in questa prepositurale di Gandino, so-
lennità che fa grande onore a questa grossa bor-
gata, che nulla trascura per renderla sempre più
devota e grandiosa .
» Alle 6 del mattino vennero scoperte le urne
dei SS . Martiri . L'inno cantato dai giovanetti
dell'Istituto di Don Bosco di Torino ed eseguito
con ammirabile affiatamento e sicurezza, lasciò in
tutti una profonda impressione .
» Verso le ore 9, questo popolo esultante atten-
deva S . E . Ill.maVeMsocnvluiaro
Generale Can . Arcangeli . L'entrata di S . E . fu un
vero trionfo . La banda locale precedeva la car-
rozza di Monsignore . La vasta piazza presentava
un aspetto imponente ; tutto il clero di Gandino
e vicinanze vi si trovava per ricevere il Pastore
comune, commosso per sì spontanea amorevole
accoglienza .
tuna che solo un muro cadesse senza che
gli altri dessero il mìnimo segno di voler
seguirne l' esempio . Il danno fu calcolato da
10 a 12 contos (il conto vale circa 2000 fr.),
ed il giorno seguente riceveva dalle mani di
diversi ottimi benefattori, sempre attenti ai
nostri più urgenti bisogni, quasi il doppio
della perdita . I lavori procedono ora con mag-
giore alacrità e nella rivincita il demonio
avrà certamente la peggio .
Ed ora passo ad altre notizie di speranze
e di progetti . Lavoro per mettere in piedi
una scuola di latinisti ed un' altra di artisti
Salesiani, secondo i suoi e miei vivissimi desi-
d erii . Sogno poi sempre le missioni degli Indii
del Brasile, ed ho presenti alla mente le sue
parole di incoraggiamento per realizzare
» Ma l'ora della Messa solenne è vicina, le cam-
pane ne danno l'avviso ed il vasto tempio va sti-
pandosi, e a me appena è dato trovare un posti-
cino . Pontifica M. ons Arcangeli, assistito da Mon-
signor Vescovo . Sono pure presenti i Can . Torri,
F umagalli e Mazzoleni . Il panegirico dei Santi fu
recitato dal notissimo, valente oratore, Can . Denti
di Crema .
» Alle ore 4 pom . furono cantati i Vespri so-
lennemente .
» Il programma della parte musicale tanto pel
mattino come per la sera non poteva essere meglio
scelto . Esso si componeva dei Maestri Palestrina,
Cherubini, Gounod, Roberti, Galli ed altri celeber-
rimi autori .
» Parlare di quella musica di Paradiso io non
mi sento capace . A Gandino c'erano moltissimi
intelligenti e vari maestri di musica. Ad una voce
tutti ripeteano, che tanto la musica, quanto l'e-
il grandioso progetto di Don Bosco . Finito
il Santuario del S . Cuore e celebratesi le
feste della consacrazione in luglio del pros-
simo anno, come spero, diverrò qualche
cosa di più che vir desideriorum .
Gradisca, rev .mo° ed amat .m° Padre, i sa-
luti affettuosissimi di questi suoi figli lontani,
tua che sovente si trovano in ispirito presso
di lei, Salesiani, Alunni e Benefattori . Ci
benedica tutti e specialmente questo suo
figlo
D . G . GIORDANO.
secuzione furono avvenimenti straordinari .
» Esecutori delle parti cantabili furono 40 cantori
dell'Istituto di Don Bosco, fra i quali 32 fanciulli,
i bassi teol.pDLCraolfigseGEnrico
del medesimo istituto, il tenore cav . Pasini di
Brescia, il basso Milesi di Bergamo e due di Leffe,
dei quali non ho saputo il nome . All' accompa-
gnamento d' organo s' era aggiunta un' orchestra
di soli strumenti d'arco .
» L'esecuzione dei diversi pezzi di musica destò
meraviglia, entusiasmo in tutti ; il rigido classi-
cism o della musica, anziché nuocere, giovò im-
.mo mensameOblente.mo f a fAf ar capire anche ai profani quale
sia il vero tipo della musica chiesastica .
» Il maestro Dogliani, che diresse tutto il com-
plesso, merita i più grandi elogi . Quei cari fan-
ciulli dell'Istituto Salesiano, così educati, com-
posti e attenti, col loro angelico canto strappa-
rono a più d'uno le lacrime . Il cav. Pasini nel
mottetto del Cappocci alla Messa e nella Salve
Regina del Falconara ai Vespri fu inarrivabile .

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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All'organo sedette il cav . Remondi, che tanto ama
le istituzioni salesiane .
Grazie alla gentilezza del sig . Giuseppe Al-
berti, cui va attribuito speciale merito per la riu-
scita della solennità , potei fare una visita agli
alunni di Don Bosco, mentre stavano pranzando
nel locale ampio e magnifico dell'Asilo infantile .
Era una delizia il vederli .
» Portai il mio saluto a quei cari angioletti,
ricordando la carità del loro Padre Don Bosco e
la perenne riconoscenza che l' umanità deve a
quell'apostolo di carità .
» Il sig . Giuseppe Alberti, interpretando i sen-
timenti della popolazione, inviò il seguente tele-
gramma al Superiore dell' Istituto di Don Bosco
in Torino : - Gandinesi entusiasmati risultato con-
centi, edificati contegno orfani, mandano loro Di-
rettore vivi ossequi, sentiti ringraziamenti .
» Prima dei Vespri, il fotografo Ogliari ritrasse
in bel gruppo nel locale dell'Asilo tutti gli artisti
grandi e piccini dell' Istituto Salesiano, affinchè
più cara e duratura rimanga qui la memoria della
memoranda giornata .
» Dopo le funzioni maestri ed alunni salesiani
si portarono ad ossequiare S . E . Rev .ma Monsignor
Vescovo di Bergamo, il quale, dopo aver fatto un
elogio alla cara memoria di D . Bosco, disse for-
tunati quei giovanetti perché hanno la bella sorte
di essere educati in un Collegio di quel grand'uomo .
Li lodò poi perché avevano cantato bene e mu-
sica veramente liturgica sì da conciliare la divo-
zione, (e Monsignore è un intelligente in fatto di
musica), ma specialmente li encomiò, perché col
loro buon contegno in chiesa avevano edificati i
Gandinesi .
» Mons . Vescovo, col suo seguito, lasciò Gan-
dino verso le ore sette, riverito, acclamato dalla
popolazione e dai numerosi forestieri . Oh! qui è
sempre grande e profonda l'affezione verso il sa-
pientissimo Pastore che ci governa . »
Penango .
Penango, 6 luglio 1892 .
. . . . Trattavasi di fare in quest'anno, nel Collegio
di S . Pio V in Penango la festa di s . Luigi, che
negli altri anni solevasi celebrare non solamente
con solennissime e divote funzioni in chiesa, ma
altresì con accademie, illuminazioni, fuochi arti-
ficiali ed altri onesti divertimenti . In quest'anno
però come ciò fare tra questi buoni popolani, sul
cui volto si vede scolpita la desolazione portata
dalla crisi agraria e dall' ultimo flagello della
grandine
I Salesiani a ciò pensarono e dissero : Fac-
ciamo la festa, ma in modo che non faccia con-
trasto colla desolazione del paese, bensì riesca di
sollievo agli afflitti Penanghesi : e così avvenne .
La festa ebbe luogo il 3 luglio, ma tutto concor-
reva ad innalzare i cuori sopra delle terrene cose,
tutto concorreva a far dimenticare le gravi sven-
ture e a far concepire speranze di un avvenire più
lieto. Alla mattina vi fu nella cappella del Col-
legio la Messa della Comunione generale , cele-
brata dall' amatissimo nostro Vescovo Monsignor
Edoardo Pulciano, dopo la quale il prefato Mon-
signore amministrò la Cresima ad alcuni giovani
convittori e della parrocchia , e disse a tutti af-
fettuose e care parole, che lasciarono specialmente
nei cuori dei giovanetti le più dolci impressioni .
Alle undici ebbe luogo nella chiesa parrocchiale
la Messa solenne coll'assistenza di Monsignor Ve-
scovo, cui facevan nobile corona distintissimi ec-
clesiastici , tra i quali l' indefesso, zelantissimo
prevosto di Calliano, che celebrava la Messa, Don
Giuseppe Bertello, direttore del Collegio di Borgo
San Martino e Don Bensi direttore del Collegio
di Trino, ambidue della Congregazione Salesiana .
La Messa fu cantata dai giovanetti del Collegio
con tale armonia di voci, che tutti ne erano ra-
piti e commossi .
L'ottimo direttore di questo Collegio, D . Scappini,
che è tutto cuore, volle che, a maggior conforto di
quluogneachisproale,dvcntiesto popolo, anche la funzione della sera avesse
Vespri, il M . Rev . prof. Don Giuseppe Caroglio ,
parroco di Altavilla, fece sentire un affettuoso, for-
bíto ed elegante discorso , dopo il quale Monsig .
Vescovo impartì la benedizione col SS . Sacramento ;
poscia diede l' addio ai giovani ed al popolo, la-
sciando a tutti affettuosi paterni ricordi .
Così ebbe fine la festa di S . Luigi, della quale
e i giovani e i popolani di Penango serberanno
sempre soave memoria . Dio benedica le mille
volte questi cari figli di Don Bosco, che apporta-
rono in questo paese l'educazione e l'istruzione ;
sicché tanti giovani del paese poterono, frequen-
tando gratuitamente le loro ben ordinate scuole,
darsi agli studi , onorare la patria, riuscire utili
alla Chiesa e alla società .
(Corrispondenza della Gazzetta di Casale, 9 Lu-
glio) .
Trino Vercellese .
Anche la nostra Casa di Trino ebbe le sue belle
feste nel mese di giugno . Vi si celebrarono quelle
di S . Luigi Gonzaga e del S . Cuore di Gesù nei
giorni 29 e 30, precedute da un triduo di predi-
cazione . La prima sera del triduo diede la Bene-
dizione solenne col SS . Sacramento il R. Superiore
dei Francescani Padre Florido, il quale festeggiò
nello scorso luglio il suo Giubileo sacerdotale (ad
multos annos !) ; la seconda sera il R . Priore dei
PP . Domenicani, la terza il Rev .mo sig . Prevosto .
Il 29 poi S . E . R .ma Mons . Pulciano invitato dal
Direttore, ebbe la degnazione di celebrare alle 7
la Messa della Comunione generale nella nostra
chiesa del S . Cuore di Gesù, distribuendo il Pane
Eucaristico per circa un'ora . Alle 10 1/2 assistette
pontificalmente alla Messa solenne, cantata dal
sig . Can . Vicari di Vercelli, e nel pomeriggio
ebbe la bontà di presiedere in piviale e mitra,
malgrado il sole ardente e il calore straordinario,
la processione che dalla chiesa del S . Cuore andò
a quella parrocchiale, riportandovi la statua di S .
Luigi, gentilmente favorita per le feste dal Rev .mo
ed amatissimo sig . Prevosto .
Erano più centinaia di giovanetti che sfilavano,
parecchi di loro in veste talare e cotta , recando
gigli in mano, seguiti da molti dei benemeriti
operai della Società Cattolica, dai RR . PP . Fran-
cescani, dai Rev .mi Sigg . Canonici della Colle-
di Trino in cappa magna, dai sacri ministri
e dal venerando Prelato, e preceduti dalla banda

3.2 Page 22

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musicale di Camino, che rallegrò colle sue liete
armonie i due giorni di festa .
Nella chiesa parrocchiale, rigurgitante di fedeli,
dopo un breve sermone intorno a s . Luigi, detto
da un Salesiano, Mons . Vescovo impartì solenne-
mente la Benedizione col SS . Sacramento .
La sera poi si rappresentò nel teatro dell' Isti-
tuto Salesiano dai giovani alunni il dramma del
sac . G . B . Lemoyne : L'Eredità d'un figlio ingrato,
e Monsignore sempre buono si degnò assistervi
con un bel numero di nostri Cooperatori ed abi-
tanti di Trino . L'indomani le funzioni furono tutte
a carico dello zelantissimo sig . Prevosto, che non
sa mai negar nulla ai suoi cari Salesiani . La parte
musicale di tutte le sacre funzioni fu disimpe-
gnata dagli alunni della Casa .
Il tutto terminò con fuochi d'artifizio, con una
bella illuminazione del Collegio e con una seconda
rappresentazione teatrale .
Grazie di cuore all'Ecc .mo Vescovo, al clero, a
tutti i nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici di
Trino .
Lu Monferrato .
La domenica 10 luglio, verso le ore 6 pom ., il
sac . prof. D . Giuseppe Bertello, Direttore del nostro
Collegio di Borgo S . Martino, teneva nell'Istituto
della Sacra Famiglia di Lu Monferrato , diretto
dalle Suore di Maria Ausiliatrice, un'interessante
conferenza ai Cooperatori Salesiani di quel vil-
laggio . Il concorso fu numeroso e la questua rac-
comandata e fattasi dal cav . Ribaldone fruttò una
consolante somma . Il conferenziere parlò special-
mente del bene grande che si fa nelle Missioni
d'America e negli Oratorii festivi d'Europa me-
diante i soccorsi degli ottimi Cooperatori Sale-
siani .
Terminata la conferenza, Cooperatori e Coope-
ratrici si raccolsero nel salone dell'Istituto, ove
assistettero ad un piacevole trattenimento .
Prima della conferenza si era pure tenuta la
distribuzione dei premii alle giovanette che nu-
merose frequentano l'annesso Oratorio festivo te-
nuto dalle Suore stesse di D . Bosco . D . Bertello,
che presiedeva l'accademia, rivolse a quelle buone
figlie alcune efficaci parole sull'eccellenza ed im-
portanza del Catechismo e sul dovere e necessità
di studiarlo, animando tutte ad intervenire assidue
a quell'ora di tal insegnamento che alla domenica
danno le Suore suddette .
Tra quest'accademiola, la conferenza ed il trat-
tenimento della sera riuscì una festa sì bella, che
riempì quella buona gente di santo entusiasmo
per sostenere l'Asilo, le scuole e l'Oratorio festivo
dell'Istituto della Sacra Famiglia ed aiutare le
altre Opere Salesiane .
Faenza .
Così scrivono da Faenza in data del 2 luglio
al Faro Romagnolo di Ravenna
« Anche l' Istituto Salesiano di Faenza ha vo-
luto con nobile pensiero e che altamente lo onora,
contribuire all'arredamento del nuovo Ospedale
di questa città, confermando la verità di quel
detto, che se la politica ci divide, la carità ci unisce
Gentilmente invitato dall' egregio sig . Diret-
tore dell'Istituto suddetto, prof . D . Gio . Battista
Rinaldi, assistei ieri sera alla rappresentazione di
un dramma, al canto di un coro ed all'esecuzione
di parecchi pezzi musicali nel teatro privato del-
l'Istituto stesso, capace di 600 persone .
» La santità dello scopo e il desiderio di vedere
gli effetti dell'educazione impartita ai giovanetti,
che in numero di circa 300 frequentano le scuole
del medesimo Istituto, aveva attirato un pubblico
scelto e numeroso . Oltre a parecchie signore del-
l'aristocrazia e borghesia faentina, ad alcuni Con-
siglieri comunali ed insegnanti, notai pure l'e-
gregio cav . Trincheri , nostro Sotto-Prefetto, che
venne accolto colla più squisita cortesia dal Di-
rettore dell'Istituto .
» Il trattenimento si aperse con un inno accom-
pagnato dalla brava banda dell'Istituto, e con un
breve prologo in poesia . Tenne dietro la rappre-
sentazione di un dramma storico in tre atti .
» Al termine di ciascun atto si cantarono scelti
pezzi musicali ; e il trattenimento fu chiuso con
un ringraziamento dei tre più piccini dell'Istituto .
» I piccoli attori, cantori e suonatori erano tutti
allievi del collegio Salesiano : e per amore del
vero, debbo dire che sostennero benissimo la parte
loro affidata, con meraviglia grande dell'uditorio,
che fu loro largo di applausi e battimani .
» L'incasso della serata, che andrà a totale be-
neficio del nuovo Ospedale , ammonta alla consi-
derevole somma di L . 400 circa .
» Porgo quindi a nome di tanti infelici, che
presto verranno ricoverati nel nuovo Ospedale, i
più vivi ringraziamenti a quell' ottimo Direttore
ed a' suoi collaboratori . »
Trento (Austria).
Una cara festicciuola allietava la sera 29 Giu-
gno l'Orfanotrofio Crosina-Sartori diretto dai Sa-
lesiani . Il vasto piazzale dell'interno dell'Orfano-
trofio, bellamente parato con festoni di edera, con
fiori e serici drappi, era sfarzosamente illuminato
da gran copia di variopinti palloncini, estetica-
mente disposti tutti all'intorno delle logge e delle
pareti, e nel mezzo da due grandi lampade a luce
elettrica . Un grandioso trasparente portante l'im-
magine di S . Luigi in gloria e un altro recante
una semplice, ma eloquente iscrizione dicevano,
che la festa era diretta da quei buoni orfani e
convittori ad onorare S . Luigi loro Patrono e
insieme l' onomastico dell' amatissimo loro Ret-
tore . La parte del piazzale destinata pegli in-
vitati brulicava di Signori e Signore, di Coope-
ratori e Cooperatrici Salesiane, ed anche le logge
erano gremite di spettatori . Assisteva pure Sua
Altezza Rev .ma il nostro Pr . Vescovo con buon
numero di Sacerdoti, fra cui ci piace nominare
il Rev .mo Mons . Zambelli e i tre parrochi di città .
La brava banda cittadina graziosamente con-
cessa suonò colla sua solita valentia alcuni bei
pezzi, che vennero alternati colla lettura di indi-
rizzi, poesie italiane e latine analoghe alla festa,
elaborate dagli alunni .
L'egregio Sig .r Maestro Obrelli, lesse con par-
ticolare facondia in nome della cittadinanza un
elegante discorso, in cui prendendo le mosse dalle
vicende dell'Orfanotrofio venne tratteggiando l'o-

3.3 Page 23

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pera provvidenziale dell'immortale Don Bosco,
iniziata e diffusa dapprima nel bel paese e poscia
nelle varie parti del mondo, dimostrandola emi-
nentemente cattolica e patriottica ad un tempo .
Dopo aver accennato alla chiamata dei Salesiani
nella nostra città, favorita particolarmente dall'o-
nor . Sig . Podestà, rilevò la benefica influenza e-
sercitata dai Salesiani nell' Orfanotrofio, attri-
buendone il merito precipuo allo zelo illuminato
ep.ruCdRhintsolDSgF
facendo voti, che questa benemerita Congregazione
coadiuvata dall' efficace appoggio de cittadini,
abbia a fiorire e dilatarsi anche fra noi, come il
mistico granello di senapa, al vero bene morale
e civile della nostra cara gioventù.
Seguì poi un riuscitissimo spettacolo di fuochi
artificiali, preparato con felice pensiero alla festa
dell'esimio pirotecnico Sig .r Marconi, il quale con
disinteresse pari alla sua valentia volle coope-
rare a rendere vieppiù splendida questa indi-
menticabile serata . La quale venne chiusa con
brevi, ma appropriate parole di ringraziamento
e di raccomandazione da parte del festeggiato
Sig . Rettore .
(Dalla Voce Cattolica di Trento)
PER IL « CRISTOFORO COLOMBO »
del nostro Don Lemoyne.
È con animo commosso che noi registriamo ri-
conoscenti il plauso della stampa cattolica a que-
st'opera del nostro illustre confratello . Quando
noi scrivevamo il mese scorso che quella del
IV Centenario della scoperta dell'America, era
per noi una festa di famiglia, eravamo ben lungi
dall'aspettarci che questa festa sortisse in modo
tale dalle mura della nostra Casa e diventasse,
coll'opera del nostro Lemoyne, una festa di tutta
la stampa cattolica .
Certo il nostro D . Lemoyne, da buon Genovese,
vi aveva messo tutta l'anima sua, ma nè la sua
modestia nè le nostre speranze giungevano a
tanto .
Riportiamo qui alcuni brani degli scritti di al-
cuni che parlarono del Cristoforo Colombo di
D . Lemoyne .
intorno alle navigazioni dell'ardito Genovese,
od un libro di morale cristiana, tanto le pagine
sono riboccanti di fede ... »
(La Difesa di Venezia, 14 luglio) .
«... Il Lemoyne ha svolto da maestro il
suo nobile còmpito e rivendicato alla Chiesa un
eroe . Il suo libro desideriamo sia letto e larga
mente diffuso . »
(Unità Cattolica, 15 luglio) .
« Fra le vite del Colombo or venute alla luce,
ho l'onore d'indicarvene una che potete annun-
ziare francamente encomiandola, ed è quella
del Salesiano Rev. Gio. Batt. Lemoyne , il
quale, non ostante ch'egli sia stato alunno del--
l'abbate Sanguineti, a cui il Municipio di Ge-
nova ha dedicato 250 lire per innalzargli un
busto, si è appartato da quelli suoi colleghi che,
jurando in verbo magistri, non ebbero rossore
di unirsi ai protestanti per eternare, se fosse
possibile, quella calunnia così indegna di cri-
stiani e di sacerdoti che dovrebbero fare il pos-
sibile per iscancellarla da tutte le storie . Rac-
comandate ai vostri lettori questo nuovo lavoro
del Lemoyne, e ne avrete lode da tutti i veri
amici del Colombo . »
(Osservatore Cattolico, 18 luglio, dal suo corri-
spondente ordinario genovese) .
« Giovedì scorso la Libreria Salesiana ha messo
in vendita il Cristoforo Colombo del sacerdote
Lemoyne della Congregazione Salesiana . Questo
lavoro, come ce lo diceva anche il nostro corri-
spondente da Genova, era atteso ansiosamente
specie a Genova, dove i membri del Comitato per
l'Esposizione ne avevano sollecitata la ristampa . Il
lavoro soddisfa a tutte le esigenze storiche, let-
terarie e cattoliche ; Colombo vi è tratteggiato
quale fu ; operaio cattolico e religioso ardente .
La narrazione dei suoi viaggi è fatta sulla falsa
riga dei suoi giornali di bordo e spesso colle
parole stesse del grande navigatore . Il libro
piacque talmente a Genova, che il dotto autore
fu pregato a volerlo ridurre in dramma « Cri-
stoforo Colombo » entrambi destinati, per la
moltiplicità dei documenti riportativi a togliere
ogni arma di mano ai framassoni che vorrebbero
far di Colombo un individuo della loro sporca
famiglia . »
(Osservatore Cattolico, 19 luglio) .
« ... Io ne ho viste, specialmente da due
anni in qua, parecchie e parecchio di vite di
Cristoforo Colombo, ma un libro così completo,
così attraente, così pieno di verità e di fede, non
solo non l'avevo trovato, ma dico franco non
sapevo di trovarlo. Si tratta del IV Centenario,
era dunque naturale che le vite di Colombo pul-
lulassero . Cenni, appunti, vite fatte ad usum
delphini, dovevano sbucare da tutte le parti, e
son sbucate e fra le dieci o dodici che ho rice-
vute ce ne son perfino di quelle che fanno di
Cristoforo un liberalone del secolo decimonono .
» Quello che mi ha subito innamorato di questo
libro è stata l'esposizione dei fatti così sincera,
così viva, così giusta, che in molti tratti io
non sapevo se avevo fra le mani un libro di
Verne per l'attrattiva, un giornale di bordo
del Colombo stesso per l' abbondanza d'aneddoti
Parlarono ancora del nostro libro l'Eco d'Italia
di Genova, il Corriere Nazionale di Torino, la
Verona Fedele, la Lega Lombarda, la Vacanza del
Giovedì . La Voce della Verità, la Libertà Cattolica di
Napoli riportano anche alcuni dei brani più salienti
dell'opera . È poi vero quanto disse l'egregio Osser-
vatore Cattolico di Milano : il nostro D . Lemoyne sta
preparando il dramma Colombo togliendolo dal libro .
Così all'arrivo di Mons . Cagliero, l'autore della
Patagonia, potrà presentargli anche il Colombo .
due drammi, due nomi che riassumono tutta la
vita delle nostre missioni .