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ANNO XVI - N. 6.
Esce una volta al mese .
GIUGNO 1892
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario .
Il Sacro Cuore di Gesù : Consigli di D. Bosco pel Mese
consacrato a questo divin Cuore .
Le Feste in onore di Maria Ausiliatrice.
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Il pruno Centenario dalla nascita di Pio IX .
Notizie dei nostri Missionari - Nuova Casa Salesiana
nella capitale del Chili .
Betlemme - Notizie dell'Orfanotrofio cattolico della Sa-
cra Famiglia.
Conferenze in otto città d'Italia .
Notizie varie.
Bibliografia .
Cooperatori defunti .
Consigli di D . Bosco
pel mese consacrato a questo divin Cuore .
SIAMo a Giugno, il mese che la Chiesa
Cattolica consacra alla divozione del Cuore
Sacratissimo di Gesù Benedetto .
« Questa divozione, facendoci adorare
Gesù Cristo nel mistero della sua vita
intima , nei suoi sentimenti più recon-
diti e particolarmente nella sua dol-
cezza e nella sua umiltà (due virtù che
non sono soltanto le basi d'oro della per-
fezione monastica, ma il fondamento ne-
cessario della vita cristiana), ci presenta
così il modello sublime che noi dobbiamo
riprodurre in noi medesimi . Essa ci in-
vita a meditare la sua vita per confor-
marvi la nostra ; essa ci presenta innanzi
agli occhi l'ideale che dobbiam cercare
senza tregua di realizzare.
» Il Divin Maestro per tal modo discende
in mezzo alle realità umane. Egli pro-
pone il suo esempio come una regola
viva, e ciascheduna delle azioni che gli
inspira il suo Cuore come il modello
delle nostre. Egli ha percorso i diversi
gradi dell'esistenza, dalla fanciullezza fino
all'età matura, per ravvicinarsi sempre
più a noi e per porgere un esempio a
tutte le condizioni ed a tutte le età .
Egli si fa fanciullo col fanciullo, per in-
segnargli a diventar buono e per farlo
crescere con se in sapienza, in età ed in
grazia, innanzi a Dio ed innanzi agli
uomini (1) . Coll'adolescenza e colla gio-
ventù Egli pratica la sottomissione fi-
(1) Luc . II, 58

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gliale ed i doveri dell'obbedienza (1) .
Egli si sottomette alla legge del lavoro
imposta all'umanità intiera e passa la mag-
gior parte della sua vita nelle occupa-
zioni laboriose dell'officina (2). Il povero
sa che il Figliuol dell'uomo non aveva
una pietra ove riposare il capo (3), e
il ricco ch'Egli ha dato l'esempio del
distacco, non facendo conto dei beni
di questo mondo. Coloro che sono col-
locati nelle più alte cariche, i digni-
tarii sanno che il Maestro dei maestri ed
il Re dei re non è punto venuto per es-
sere servito, ma per servire (4), e che
per conseguenza i posti più onorifici e
le più alte magistrature non debbono
creare che una più grande dipendenza .
Ed i popoli anch'essi non possono di-
menticare che un Dio ha voluto assog-
gettarsi a tutti i doveri della subordi-
nazione, che Egli è stato scrupoloso
osservatore della legge e che si è mo-
strato fedele a tutte le sue prescrizioni (5).
» Ogni condizione, ogni stato trova nel
Cuore di Gesù la consolazione e la pace .
Voi siete afflitti ; salite al Giardino degli
Olivi e dite con Gesù : « Mio Padre, si
allontani da me questo calice, se è pos-
sibile ; ma si faccia la vostra volontà e
non la mia (6). » Voi siete abbandonati,
voi soffrite crudelmente ; contemplate il
Divin Maestro nel suo abbandono e
l'Angelo di Dio verrà a visitare anche
voi (7). Ve' siete affranti dalle malattie,
voi vi trovate, come Ezechia, a metà dei
vostri giorni, alla porta della tomba, e la
morte vi appare, come a lui, coi suoi più
orribili spauracchi (8) ; ebbene, alzate
gli occhi verso il Crocifisso e se voi
esclamate con Lui in un momento di
debolezza : « Mio Dio, mio Dio, perchè
mi avete abbandonato ? (9) » aggiun-
gete tosto colla Vittima santa : « Padre,
nelle tue mani raccomando lo spirito
mio (10) . »
« La sorgente scaturita dal Cuore di
Cristo ha deposto una goccia di sangue
sopra ciascuna delle sue parole e delle
(1) Luc . II, 51 .
(2) Matth . xiii, 55 ; Mar . iv, 3 .
(3) Luc, ix, 58 .
(4) Matt. xx, 28 .
(5) Ibid . xxii, 19, 21 ; Luc . ii, 5, 21, 24 ; Matth .
XVIII, 14 .
(6) Matth . xxvi, 39 .
(7) Luc . xxii, 43 .
(8) Isaia xxxviii, 10 .
(9) Matth . xxvii, 46 .
(10) Luc . xx, 46 .
sue azioni . Quando le suo parole passano
sopra le nostre, labbra, e quando le sue
azioni s'uniscono colle nostre, esse hanno
sempre la virtù di trasformarcele (1). »
Ma, quali ossequi in modo speciale
renderemo noi in questo mese al Sacro
Cuore di Gesù ? Noi suggeriremo quelli
che soleva consigliare l'amatissimo nostro
Don Bosco.
Don Bosco, specialmente negli ultimi
anni di sua vita, ne' suoi consigli e nelle
sue esortazioni, era solito riunire in-
sieme la divozione a Maria e la divozione
al Sacro Cuore del suo Divin Figlio. « Ad
Jesum per Mariani » fu udito sovente a
ripetere. Ed altre volte : Reciterete ogni
giorno cinque Pater, Ave e Gloria con le
giaculatorie : Cor Jesu sacratissimum, mise-
rere miei : Maria Auxilium Christianorum,
ora pro nobis. Quanta sapienza, quai sa-
lutari insegnamenti in questa unione di
due così amabili e così potenti divozioni .
Ebbene, noi vogliamo far tesoro degli
ammaestramenti dell'amato padre, e ricor-
darla questa preghiera con le due annesse
giaculatorie , e ricordarla a voi , o cari
Cooperatori e benemerite Cooperatrici, a
voi che ci siete particolarmente uniti col
vincolo della carità fraterna . È or ora tra-
scorso il mese di Maria ; abbiamo da poco
terminate le feste della Madonna Ausi-
liatrice, celebrate con tanta magnificenza,
frequentate con tanto slancio, accompa-
gnate eseguite datante grazie e da tante
benedizioni . Coraggio ; Excelsior ; ascen-
diamo al Cuore del suo Divin Figlio .
Ma D. Bosco non si fermava qui ; la
preghiera e le giaculatorie completava
coll'unirvi la frequenza alla SS . Comu-
nione. È qui dove si ricevono le grazie ;
qui dove si rafforzano le debolezze ; qui
dove si sanano le ferite ; qui dove si at-
tinge quello spirito di coraggio cristiano,
di cui tanto si abbisogna nella vita, spe-
cialmente ne' tempi difficilissimi che at-
traversiamo . La conoscenza e l' amore
del S. Cuore di Gesù deve necessaria-
mente portare a riceverlo il più spesso
possibile nella SS . Eucaristia . Ricevendo
l'Ostia di pace e d'amore noi riceviamo
quel Gesù, che è venuto a portare la
pace e a santificare l'amore, sollevato per
Esso a non più veduta altezza.
(1) La théorie de la dévotion au Sacré-Coeur de
Jésùs, d'après les documents authentiques et les sour-
ces originales, par l'abbé Jules Thomas . (Société,
de Saint-Augustin) . Liv . VII, chap. 4, pag . 524,
526, 527 .

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Qui però non terminano i consigli di gliere elemosine per l' erezione dell' Ospi-
Don Bosco sul miglior modo d'intendere zio del S. Cuore al Castro Pretorio in
e praticare le due divozioni, a Maria Roma, Opera approvata e benedetta dal
Ausiliatrice e al Cuore di Gesù.
S. Padre Leone XIII. I lavori pel detto
La preghiera e le giaculatorie, com- Ospizio continuano alacremente, ma non
pletate con la frequenza alla SS . Comu- sono ancor giunti a compimento . I Collettori
nione , vanno praticamente avvalorate e le Collettrici pertanto che abbisognassero
dall'esercizio della carità. Ed è naturale di nuovi moduli per sottoscrizioni, ce ne
e doveroso . Non è forse Dio stesso, che facciano pure domanda, che saranno tosto
all'amore verso di Lui ci comanda di unire loro inviati . Ritornandoceli ripieni noi con-
l' amore verso il prossimo ? E qual altro tinueremo a spedire al loro indirizzo i
mezzo più sicuro, più efficace a dimo- nuovi ed eleganti ricordi per gli offerenti.
strar questo amore, che le opere di mise-
ricordia? A taluni pare talvolta come
eccessiva quell'insistenza di Don Bosco
sulla limosina e sulla beneficenza . Eppur
nulla di più consentaneo alla natura del
Cristianesimo , che della carità fece la
maggiore delle virtù e il più solenne dei
doveri ; nulla di più conforme agl'inse-
gnamenti dei SS . Padri, che, fin dai primi
secoli, le opere di carità raccomandarono e
LE FESTE IN ONORE
comandarono nel modo più chiaro e pre-
ciso. Valga per tutti S . Cipriano, vissuto
DI MARIA AUSILIATRICE
nel III secolo dell'E. V. (1) : L'incarna-
zione di Gesù Cristo, scrive l'illustre dot-
tore della Chiesa, rialzò l'uomo dalla sua
La tua benignità non pur soccorre
A chi dimanda, ma molte fiate
caduta ; le opere di misericordia lo man-
Liberamente al dimandar precorre!
tengono nella sua morale altezza La be-
(Par . XXXiII, v. 16 e seg.)
neficenza è per gli Angeli uno spettacolo
magnanimo ; trascurarlo è lasciar trionfare
il diavolo contro Gesù Cristo .. .. Gesù Cri-
sto ha dichiarato nel modo più esplicito che, nel
giorno del giudizio, le opere di misericordia
sarebbero poste nella bilancia e ne farebbero
traboccar il peso ... Il giusto non è quag-
giù esente dal peccato, ma copre e cancella
i suoi mancamenti in una maggior abbon-
danza di carità operosa.
Tali sono gl'insegnamenti del dotto
es; antoVcvdiCartgne insegna-
menti che il nostro D . Bosco svolse e
ripetè durante il corso di sua vita, e la-
sciò morendo in retaggio a' suoi figli .
Caviamone profitto, o cari Cooperatori e
benemerite Cooperatrici, e pratichiamoli
fedelmente e pienamente . Sarà questo il
miglior modo di onorare il Cuor di Gesù
nel bel mese a Lui dedicato .
Con queste parole dell'immortale Ali-
ghieri l'Unità Cattolica incominciava, nel-
l' occasione dello scorse feste di Maria
Ausiliatrice, uno splendido articolo intito-
lato : L'Ausiliatrice di D . Bosco . Eccone
un brano che torna qui opportunissimo :
« Augusto Nicolas scrisse : - Onorar
Maria è professare il Cristianesimo nel suo
atto essenziale, nell'atto dell'Incarnazione .
- D. Bosco onorò e fece onorare Maria.
Nel centro di quei vasti edifizi, dove la
carità più ingegnosa prepara ai mali
della famiglia, della società, della Chiesa
opportuno rimedio coll'educare alla pre-
ghiera ed al lavoro un migliaio di gio-
vanetti, torreggia maestosa sulla gran
cupola e sul monumentale tempio sotto-
stante l'Ispiratrice dell'Uomo straordi-
nario, l'amore del cuor suo, il sogno delle
suo notti, il conforto de' suoi affanni,
-
l'aiuto de' suoi bisogni .
Fra gli esercizi di carità in questo Mese
raccomandiamo nuovamente ai nostri Coo-
peratori e Cooperatrici la Pia Opera del
Sacro Cuore di Gesù, di cui più volte
abbiam parlato e che consiste nel racco-
» Qui ci è d'uopo ricercare il prin-
cipio generatore, le cause prime dei pro-
digi, ai quali assistette ed assiste tuttora
meravigliato il secol nostro. Il nome e
la gloria di Maria Ausiliatrice è insepa-
rabile dal nome e dalla gloria di Don
Bosco. Egli fu il propugnatore, il cam-
(1) De opere et eleemosynis . E un opuscolo scritto
a fine di animare i fedeli alla carità .
pione, l'eroe di questa divozione ; ed il

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popolo, sempre giusto estimatore delle
cose, più di quel che possa apparire a
prima giunta, non la sbagliò nel chia-
mar che fece Maria Ausiliatrice la Ma-
donna di Don Bosco .
» Ed oggi appunto la cattolica To-
rino accorre sotto la guida e sull'esempio
del suo novello Pastore mons . Davide
dei Conti Riccardi, a coronare splendi-
damente le feste cinquantenarie delle
Opere Salesiane, feste che, incominciate
colle grandiose funzioni del 24, 25 e 26
maggio del passato 1891, ebbero il loro
punto culminante nell'Ottavario solenne
dell'Immacolata, e vengono a chiudersi
colle magnifiche feste preparate dai Sa-
lesiani ad onore di Colei, alla quale tutto
devono, come Ispiratrice che Essa fu
delle Opere tutte di D . Bosco, ed aiuto
potentissimo per condurle al punto, al
quale son giunte presentemente, in mezzo
a traversìe d'ogni fatta, che, come sem-
pre suol accadere nelle opere di Dio,
non mancarono mai in alcun tempo o
luogo. »
LA NOVENA
Ogni giorno della novena potevasi consi-
derare come giorno di festa, pel movimento
religioso che vi notammo . Edificantissima fu
la frequenza ai santi Sacramenti in tutti i
nove giorni e grande l' affollarsi dei fedeli
all'altare della Vergine Ausiliatrice .
La predicazione, come già nel mese, fu
sostenuta mattina e sera con felicissima fa-
condia e particolare unzione dal Sacerdote
salesiano prof. Don G . B. Sammorì .
Domenica 22 maggio .
In questo primo giorno delle feste, la Messa
solenne fu cantata dal sig . Don Rua, con
l' assistenza pontificale di S . E . R .ma Monsi-
gnor Basilio Leto, titolare di Samaria . La mu-
sica era una Messa a due cori dell'ab . Mit-
terer e fu eseguita con esito felice . L'impo-
nente massa corale di meglio che 100 voci
reali riprodusse, con giusta e piena intelli-
genza, i concetti, onde il chiaro Autore intessè
la sua composizione .
Di mirabile effetto fu pure la musica che
si esegui nelle sacre funzioni del pomeriggio,
e piacquero oltremodo le nuove Litanie a
quattro voci, composte per queste carissime
feste dal maestro Giuseppe Dogliani .
Lunedì 23 .
Secondo il solito degli altri anni, alle 3 1/2
pom . di questo giorno fu tenuta una confe-
renza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Sa-
lesiane, e con nostra grande consolazione ne
vedemmo molti intervenuti a Torino da varie
parti d'Italia e dell'estero per assistere alle
feste .
Riportiamo quanto ne scrisse l' ottima U-
nità Cattolica nel numero 123
Lunedì scorso, vigilia della solennità di Maria
Ausiliatrice, nella chiesa omonima vi fu la con-
ferenza per i Cooperatori salesiani . Il sacerdote
Don Trione, a nome del suo Superiore Generale
Don Michele Rua, parlò per un'ora ed un quarto
ad un affollatissimo e scelto uditorio, della bontà
di Maria verso i Salesiani, . che col denaro dei
Cooperatori hanno potuto allargare ancora il loro
campo d'azione . - Ultimamente monsignor Ca-
gliero accettava 300 orfanelli chileni, vittime delle
guerre civili che hanno sconvolto quella terra
l'anno scorso. Un sacerdote chileno, con l'appro-
vazione del Governo di Santiago, stremo di mezzi,
offriva ai Salesiani un ampio fabbricato, che porta
il nome di Asilo della patria, spoglio e dis-
adorno, perchè saccheggiato dalle milizie durante
le ultime lotte, e pregava monsignor Cagliero a
provvedere colla pubblica carità a questo primo
ostello di orfanelli che presto sarà ampliato, stante
il numero grande dei fanciulli abbandonati in
tutto il Chilì (1) .
Altre Case salesiane dell' America e parecchie
d'Italia si trovano adesso gremite di . ragazzi, fi-
gli di poveri operai che la crisi rende impotenti
ad allevare la famiglia ; i mezzi però sono scarsi,
e i debiti abbondano .
Il chiarissimo conferenziere terminò leggendo
una lettera di Don Michele Unia, il Salesiano che
si è sepolto vivo tra i lebbrosi di Agua de Dios,
in Colombia . Egli è persuaso che non isfuggirà
dalla lebbra, e prega i suoi confratelli ad otte-
nergli dal Signore la pazienza e la perseveranza,
quando il fatal morbo incomincierà la distruzione
del suo corpo . Siccome il merito dei Salesiani è
in gran parte dovuto ai loro Cooperatori, che ne
sostengono le opere, così questo olocausto di Don
Unia diventa argomento che attira sempre meglio
le benedizioni di Dio sovra i benefattori salesiani .
La conferenza lasciò nell'uditorio profonda trac-
cia di commozione .
Il giorno 24
sacro a Maria Ausiliatrice .
Ineffabile spettacolo di fede, manifestazione
imponentissima di religione e di ardente pietà
è ogni anno questo caro giorno in Valdocco .
È un affollarsi continuo di fedeli che accor-
rono da mille città e paesi, per invocar Ma-
ria , cantarne le lodi, porgere suppliche e
rendimenti di grazie . I confessionali sono as-
siepati di penitenti, la Comunione è distri-
buita fino a tarda ora a migliaia e migliaia
di persone . La divozione ed il raccoglimento
che regna tutto il giorno, non ostante il con-
tinuo avvicendarsi e rimutarsi delle persone ;
il bell'esempio di nobile e cristiano coraggio
che danno i membri della Gioventù Cattolica
di Torino, passando tra le moltitudini stipate
a (1) V . relazione dell'apertura di quest'Asilo pag. 112 di
questo numero .

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a raccogliere offerte per l'opera salesiana, e
corteggiando all'altare il Dio tre volte Santo ;
le sacre melodie, che sin dal primo mattino
echeggiano sotto la grandiosa cupola e le
volte del monumentale tempio ; l'imponenza
dei sacri riti . .. tutto commuove, intenerisce .
È un trionfo dei più grandiosi e consolanti,
come si esprime l'egregio Corriere Nazionale,
è una festa immensa in omaggio alla grande
Ausiliatrice del popolo cristiano .
Alle 10 ant . entra nel sontuoso tempio per
la Messa pontificale S . E . R .ma il veneratis-
simo nostro Arcivescovo, Mons . Davide de'
Conti Riccardi . Ricchissimo è l'apparato del-
l'altare e numeroso il Clero .
La Missa solemnis del Cherubini, scelta per
l'occasione, viene eseguita dai trecento e più
cantori con fedelissima interpretazione e pre-
cisione, da eccitare alla meraviglia, special-
mente in alcuni tratti severamente difficili .
Sedeva all' organo l' esimio cav . Remondi,
che con squisita carità, pari alla sua va-
lentia, presta importanti servigi al nostro
Oratorio . L'Introito, i versetti dopo l'Epistola,
l'Of fertorio ed il Communio sono eseguiti in
canto Gregoriano da un piccolo coro di so-
prani e con tale studio, da farne rilevare le
arcane bellezze .
Dopo i Vespri, cantati in musica di grande
effetto, saliva il pergamo S . E . Mons. Emiliano
Manacorda, Vescovo di Fossano . L'eloquen-
tissimo oratore incominciava col testo dei Pro-
verbi : Quando appendebat fundamenta terrae,
cumeoeramcunctacomponens,etdlcabrp
singulos dies .
Maria Ausiliatrice era con Don Bosco nella
fondazione e nello sviluppo mirabile delle
opere Salesiane . Maria ispiratrice di Don
Bosco nelle arti , nelle scienze, nella reli-
gione . Maria l' Ausiliatrice celeste che lo
guida ad innumerevoli imprese e conduce i
suoi figli fino agli estremi confini della terra .
Maria la potente Ausiliatrice che veglierà
sopra le opere di Don Bosco e le farà crescere
ognora a servizio della Chiesa, a salvezza
delle anime ed a bene dell'umanità .
S . E . Rev.mal'amtisoArcve,h
aveva pontificato anche ai Vespri ed assistito
al discorso, impartiva solennemente la Bene-
dizione col SS . Sacramento .
Una folla immensa di fedeli nel tempio,
sul piazzale, nelle vie adiacenti e nei vari
cortili dell' istituto prostravasi divota di-
nanzi a Gesù in Sacramento, che dall'altare
di Maria confermava, con la sua trina bene-
dizione, la figliale pietà di tanti cuori ed il
culto solenne celebratosi con tanto splendore
in omaggio alla sua Augusta Madre, alla
Regina dei Cieli, alla potentissima Ausi-
liatrice dei Cristiani .
Mercoledì, 25 .
Al mattino vi furono suffragi pei defunti
Cooperatori, Cooperatrici ed Associati all'Ar-
ciconfraternita di Maria Ausiliatrice . Verso
sera si tenne nell'interno dell' Istituto una
solenne accademia in onore di Maria SS.
Suoni e canti, letture e declamazioni s'al-
ternavano con felicissima distribuzione ed il
tutto riuscì a superare ogni aspettazione .
Vorremmo dire a lungo non solo in gene-
rale dell'accademia, ma in particolare di
ciascun componimento, e dei canti e dei
suoni, ma invece per mancanza di spazio ci
dobbiamo limitare a ricordarne il semplice
programma
Marcia d'introduzione del M . Ponchielli .
Breve discorso .
Cantata del M .° G . Dogliani .
Maria Aiuto dei Cristiani, ode saffica.
Il figlio di Maria, dialogo .
Suonata del M.° Strauss .
il Saluto Angelico in lìngua sanscrita, ebraica,
araba, greca, tedesca, inglese, spagnuola e
francese .
Parafrasi dell'Ave Maria .
Salve , o Maria , cantata del M .° Petrella .
Maria SS . e D . Bosco, distici .
Viva Maria ! canzoncina .
Fantasia ungherese, suonata del M .° Burgmein .
A Maria, stornelli .
Coltiviamo le virtù di Maria, prosa italiana .
I fiori di un bel giardino .
La primavera, cantata del M .° Weber .
Don Bosco e l'Oratorio, poesia .
Dialoghetto in lingua francese .
Cantata del M .° Petrella .
Poneva termine all'accademia S . E. Rev .ma
Mons . Vescovo di Fossano con una cordiale
parlata, che strappò dal scelto ed affollato
uditorio fragorosi applausi .
Giovedì, 26 .
Ascensione di N. S . Gesù Cristo .
Era l'ultimo giorno delle feste . Affluenza
immensa di fedeli alle sacre funzioni . La
Messa solenne fu cantata dal Rev .m° Eco-
nomo Generale della Pia Società Salesiana,
D . Antonio Sala, con assistenza pontificale
di S . E . Rev.mo il Vescovo di Fossano. I can-
tori ripeterono la grandiosa messa del Cheru-
bini, già cantata il giorno 24 .
Alle sacre funzioni pomeridiane impartiva
la benedizione del SS . Sacramento S . E .
Rev .mo Mons . Bertagna, titolare di Cafarnao .
Come il giorno 24, eseguivasi anche oggi un
grandioso Tantum .Ergo a quattro voci di
Mons . Cagliero , ed eran queste le ultime
note che echeggiavano armoniose e sublimi
nel tempio di M . A . in questi faustissimi giorni .
Così finirono le carissime feste che ci
lasciarono le più dolci impressioni . A questi
ineffabili spettacoli la fede si ravviva, la
pietà si fa gigante e la divozione alla Gran
Madre di Dio raddoppia il suo salutarissimo
impero .
Oh! tornino e si ripetano di frequente sif-
fatti trionfi, giorni così solenni e santi ! Qual

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gioia più pura? Quali feste più gioconde ?
Qual manifestazione più bella e grandiosa
della pietà figliale verso la Celeste Ausilia-
trice ? Oh! come ripetemmo con gioia il caro
cantico, che nei gìorni più belli della nostra
vita imparammo da D . Bosco
Immacolata Vergine,
Gloria tu sei del mondo ;
L'impero tuo giocondo
Amano terra e ciel .
Sotipùdlctoi
T'inocan mari e lidi ;
Agli innocenti arridi,
consoli i peccator .
Bontà di Maria . - Grato a Maria SS .
Ausiliatrice, alla quale sono ricorso in occa-
sione che io e tre altre persone di mia fami-
glia eravamo affetti da influenza con pericolo
di vita, spedisco la tenue offerta di lire 10
in ringraziamento per la riacquistata guari-
gione di tutti, riconoscendo in ciò una spe-
ciale protezione e grazia della cara nostra
Madre Maria .
Brescia-Corteno, 1° maggio 1892 .
FRIZZA Don LUIGI
Coadiutore .
Ci duole non poter pubblicare in disteso, come
ci pervengono, le relazioni delle grazie che in-
numerevoli divoti ottengono dalla Vergine SS .
Ausiliatrice , come pure ci rincresce assai di
non poterne pubblicare che pochissime, sebbene
ridotte a brevissimi cenni. Suppliremo forse
con altre pubblicazioni nelle Letture Cattoliche .
Nei prossimi mesi tuttavia vedremo di far
posto alle tante che ci furono riferite nelle scorse
feste di Maria Ausiliatrice .
Guarigione istantanea . - Per mali
incurabili e penosissimi che mi travagliavano
senza posa da sette anni, era ridotto a tale,
da non trovar più via alcuna di conforto od
anche di debolissima speranza . Le ripetute
visite e cure di più medici non m'avevano
fatto migliorare la mia condizione . Final-
mente, come per incanto, mi balenò alla
mente il felicissimo pensiero di far un voto
a Maria Ausiliatrice, le cui grazie aveva io
talvolta letto nel Bollettino Salesiano . Pregai
con fede vivissima e con ardore grande . Oh
portento consolantissimo ! Mi scomparvero
all'istante i miei crudi ed incurabili malori
e riebbi come per miracolo la primiera sa-
lute . Oh quanto sentii allora la bontà e la
potenza di Maria! Nel tempo e nell'eternità
sarò sempre riconoscentissimo alla Vergine
Ausiliatrice per tanta grazia .
Fratta Polesine, 25 aprile 1892 .
MUNERATO BELLINO .
Una cospicua offerta . - Una bam-
bina affetta da bronchite acuta è ben presto
liberata dal morbo per grazia di Maria SS .
Ausiliatrice . I genitori della risanata, me-
mori e riconoscenti della grazia ricevuta,
adempiono un voto fatto , coll'offerta di
L . 1000 .
Da una città delle Romagne, 7 maggio 1892 .
N. N.
Invocai Maria e fui esaudita. -
Crederei di mancare ad uno stretto mio do-
vere, se non rendessi a Maria SS . Ausilia-
trice infiniti ringraziamenti per la sospirata
mia guarigione, che ottenni appena mi rivolsi
alla sua materna bontà . Ove non valevano
più i rimedii dell'arte salutare, valse la po-
tenza di Maria . Oh quanto si ottiene presso
Dio, mercè il patrocinio di Maria SS ., vero
Aiuto dei cristiani !
Poirino, 5 maggio 1892 .
DELBOSCO MARGHERITA .
Una madre consolata . - La sotto-
scritta, addolorata per aver un figlio dedito
al vizio, cattive letture e scandalo ai fra-
telli, si rivolse con fiducia a Maria Ausilia-
trice a voler metterlo sulla buona via , op-
pure toglierlo dal mondo, tanto era accorata,
vedendolo sordo ad ogni avvertimento . Que-
sta benigna Madre celeste esaudì la mia
preghiera, e ora detto figlio è ben collocato
ed è buono . Riconoscente compio la mia
promessa, inviando offerta e faccio pubblici
ringraziamenti . In ogni mio affanno, o Maria,
sempre a te farò ricorso .
V. Z.
Torino . - Pracchinetti Catterina essen-
dosi raccomandata a Maria SS . Ausiliatrice,
ottenne dalla medesima molte grazie, ed una
singolarissima nell'anno decorso 1891 . Perciò,
mentre ringrazia la grande Benefattrice, do-
manda di poter essere abbonata al Bollettino
Salesiano, per poter così aver un richiamo
verso la celeste Benefattrice .
Alì-Marina (Messina) . - Un giova-
netto quattordicenne giaceva infermo da sette
mesi ed in continua lotta colla morte . Fi-
nalmente si fece ricorso alla Vergine Ausi-
liatrice e fu ottenuta per grazia specialissima
la sospirata guarigione .
Sac . SECONDO BOCCHIO .

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Novara . - Ho l'onore di spedire a nome
di un'ottima famiglia di qui un'offerta alla
Taumaturga Madonna di D . Bosco in ringra-
ziamento di grazia ricevuta .
Arona, 7 maggio 1892 .
Can . Prof. LUIGI TURBI
Cooperatore Salesiano .
Nel prossimo numero pubblicheremo i nomi
degli altri moltissimi, le cui lettere non possiamo
inserire nel Bollettino per mancanza di spazio .
IL PRIMO CENTENARIO
DALLA NASCITA DI PIO IX .
FRA le gioie che provammo nel lietissimo
mese dedicato alla Regina degli Angeli,
altra ve n'ha che riveste una particolare im-
portanza e della quale vogliamo mettere a
parte i nostri lettori . Spuntava l'aurora del
13 maggio, e noi pure volgevamo lo sguardo
commosso ad una antica città delle Marche,
dove risuonava sul labbro di tutti questa
bell' iscrizione del prof. Andreoli, canonico
di quella cattedrale e nostro bravo Coope-
ratore
XIII MAGGIO MDCCCXCII
ESULTA
O SENIGALLIA
ESULTA ! ! !
IL GRANDE
CHE NELLA VATICANA ROCCA
GLI ANNI DI PIETRO UNICO VIDE E VARCÒ
CHE POSE
DA ETÀ MOLTE ASPETTATA
NEL SERTO DI MARIA LA PIU' RICCA GEMMA
CHE DAL TABOR DAL GOLGOTA
BENEFICANDO
DI SÈ EMPI LA TERRA
PIO IX
OGGI FA IL PRIMO SECOLO
È NATO IN TE
ESULTA
E AI DUE COMMOSSI MONDI
LA CULLA ANELANTI E IL FONTE SACRO
DI LUI
DI' CHE VENGANO E VEGGIANO
MA RAPIRTI CODESTI MONUMENTI
MASSIMA DELLE TUE GLORIE
NON ISPERINO MAI .
In Senigallia adunque, ai 13 maggio del
1792 sortiva illustri natali Giovanni Maria
de' conti Mastai-Ferretti . Narra la storia e
lo udimmo pur da persone degne di tutta la
fede, come levato il bambino dal s . Fonte ,
un venerando veglio, cogli occhi al cielo e
le mani incrocicchiate sul petto, quasi su-
pernamente ispirato si facesse a predire di
lui le più grandi meraviglie . Fu profeta? !.
Educato il giovane Conte nelle Scuole Pie
di Volterra, vestiva l'abito ecclesiastico nel
1816 ; due anni dopo, non ancor sacerdote,
predicava le missioni in patria, e nel santo
giorno di Pasqua del 1819 celebrava la prima
Messa . Presidente dell'Ospizio di Tata Gio-
vanni , accompagnava Mons . Muzi al Chili ;
donde tornato a Roma riprendeva la dire-
zione di quell'istituto . Trasfèrito al governo
dell'altro più importante di San Michele, dopo
brevissimo tempo, nel maggio del 1824 era
inviato Arcivescovo a Spoleto, e quindi a
Imola . Da sei anni Cardinale, nel 1846 par-
tiva alla volta di Roma, ove, ai 16 giugno
creato mirabilmente Romano Pontefice, pren-
deva il nome di Pio IX .
Questo nome al cuore dei Salesiani suona
gradito come quello del padre più tenero,
dell'amico il più affettuoso, del benefattore
più insigne . Vorremmo farlo con viva rico-
noscenza, ma ci è impossibile ripetere qui le
mille provo di grande affetto, che Egli volle
dare al nostro Don Bosco . Ei fu l'angelo
della nostra infanzia, poichè, Lui Pontefice,
sorgeva la Pia Società di S . Francesco di
Sales ; ed Egli ne raccolse i primi vagiti,
con pietosa cura la fe' grande e ricca di ce-
lestiali favori, la benedisse ed approvò so-
lennemente . E come non sentirei pieni di
commozione al lieto ricordo della sua culla?
Son trascorsi cent'anni ! Quell' encomiato
bambino divenne il sospiro di milioni e mi-
lioni di cuori, il Papa che sostenne lo lotte
più difficili e più dure , che dalla congiura
degli applausi alla congiura delle calunnie
tutto provò e tutto vinse .
Son trascorsi cent'anni ! Lo spirito del ma-
gnanimo Pio è tornato al cielo donde era
disceso, lasciando al secolo l'angelico suo
nome, a tanti e tanti la gloria d'esser vis-
suti al suo tempo, e a' Salesiani pur quella
di averlo sempre avuto Protettore munifico
e soavissimo Padre . Inchiniamoci riverenti
davanti alla sua culla, e ricordiamo con re-
ligiosa pietà il 13 maggio 1792 , come una
data davvero memoranda , qual pegno del .
l'eterna assistenza che ha G . Cristo per la
sua Chiesa .

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NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
Nuova Casa Salesiana
nella capitale del Chili .
Santiago, Febbraio 1892.
II 6 gennaio n . s ., Epifania di N . S . G . C .
ebbe luogo in Santiago (capitale del Chili)
l'apertura d'una Casa salesiana in un antico
locale denominato l'Asilo della Patria.
Si era preparata una bella festa, quale si
conveniva all'importante atto che si doveva
compiere . Il salone scelto per gli accorrenti
era ornato con isquisito gusto e presentava
un gradevole aspetto .
Poco prima delle 4 pom . arrivò, accom-
pagnato da due ministri e da deputati ,
il Presidente della Repubblica, il quale oc-
cupò il posto d'onore, avendo a' suoi lati gli
Ill .mi e Rev .mi Vescovi di Ancud e di Ma-
gida, Mons . Cagliero, qui recatosi dalla Pa-
tagonia .
Le bande musicali dei giovani delle Case
Salesiane di Concepcion e Talca eseguirono
la Canzon Nazionale, prima parte del pro-
gramma , attirando l' universale attenzione
per la novità della cosa e pel progresso
mostrato nell'arte musicale . Poscia s'alzò a
parlare il promotore stesso dell' Asilo, il
sacerdote Don Ramón Angelo Jara, zelante
ecclesiastico e caldo cooperatore salesiano
« Di gloria a Dio, Autore di ogni bene, di
gratitudine alla Vergine del Carmine, patrona di
questa Repubblica, e di benedizione alla patria
siano i primi accenti che spuntino sulle nostre
labbra nel ricevere tra di noi i figli carissimi del-
l'uomo provvidenziale del nostro secolo, l'immor-
tale D . Bosco .
» Dal 16 di luglio del 1880, giorno della nostra
venuta in questo luogo, mai cessò la nostra pre-
ghiera che presto giungesse il momento di pian-
tare qui le loro tende questi infatigabili operai
della religione e del lavoro, questi umili Sale-
siani, che han saputo armonizzare l' inno mistico
del tempio col rumore confuso del laboratorio, la
bianca nube dell' incenso che si brucia dinnanzi
all' altare coi neri globi che si sprigionano dalle
caldaie del vapore .
» Giammai ci abbandonò la speranza che presto
si sarebbe realizzato questo desiderio, perchè la
catena dei singolari eventi che per più di un se-
colo si succederono in questa Casa, era un felice
augurio che l'Altissimo Iddio, il quale con ugual
potere trae dal niente i monti e fa che gli uo-
mini e gli avvenimenti servano di strumento ai
suoi imperscrutabili decreti, qui stava preparando
un'opera gigantesca .
» Ad un fatto provvidenziale, che si conserva
nelle Cronache del Municipio di Santiago, si deve
che il Governatore del Chilì nel tempo della co-
lonizzazione, in questo luogo innalzasse un tempio
ed un chiostro . Ai Religiosi di N . S . della Mer-
cede, che per molti anni furono i padroni di
questo locale, si devono i tesori di virtù e di
scienza che arricchirono questa dimora . Nei pri-
mitivi chiostri di questa Casa esercitarono per la
prima volta il loro ministero di carità, arrivando
nel Chilì le Figlie di S . Vincenzo de' Paoli ; e
dopo mille vicende, volle il Signore che la gene-
rosità dei nostri concittadini ci permettesse di ra-
dunare una bella somma , limosinata di porta in
porta in nome della Chiesa, per comprare questa
Casa dalla Banca di Valparaiso, e raccogliere sotto
questo tetto centinaia di teneri augelletti, ai quali
distrusse il nido lo spaventoso uragano della
guerra .
» Trecentoventinove fanciulli ricevettero in
questa Casa pane, tetto e vestito pel corpo, e luce,
verità e vita per le loro anime . E siamo grande-
mente ricompensati delle amarezze, contrarietà e
degli inganni che sono inseparabili da queste opere
di carità cristiana nel sapere che quei giovani
oggi sono uomini che menano vita onorata, occu-
pando posti avanzati nel commercio e nell'agri-
coltura, nell'esercito e nella marina della nazione .
» Se non che la nostra opera non era per anco
compita . Gli statuti dell'Asilo della Patria, ap-
provati dall' Ordinario di Santiago , prescrivono
che, terminata l' educazione degli orfani per la
guerra del Pacifico , lo stabilimento continui la
educazione dei giovani che resteranno orfani o
abbandonati per altri fatti d'armi o calamità pub-
bliche accadute al paese, ma a condizione espressa
che si impartisca ai giovani un insegnamento ar-
tistico .
» Ben comprenderete, o signori, le forti ragioni
che consigliarono l'organizzazione definitiva di
questa Casa sopra la base inseparabile della scuola
e dell' officina . Istruire il fanciullo abbandonato,
procurargli il vitto ed il vestito, è una santa opera
di misericordia ; ma non è assicurargli l'avvenire .
Anzi, una triste esperienza ci ammaestra che la
coltura dell' intelligenza ed il cumulo di cure e
sollecitudini, che si impiegano in questi Asili per
circondare di comodità i giovani , molte volte si
convertono in un letto di spine pel necessitoso,
che si slancia poi nei pericoli della vita, senza l'a-
bitudine del lavoro e senza il corredo indispensa-
bile di un mestiere o di un'industria .
» La scuola senza il laboratorio genera aspira-
zioni incompatibili colla miseria, che è l' eredità
necessaria del povero che non sa lavorare . . . La
scuola ed il laboratorio sono le due ruote di cui
ha bisogno il carro di ogni figlio del popolo . Qua-
lunque di queste ruote manchi, il carro vien ro-
vesciato nel suo cammino, servendo di continuo
pericolo a quei che passano, mentre esso rimane
esposto ad essere distrutto .
» Non so se mi sbaglio, ma a questa mancanza
di laboratorii cristiani, che abituino l' uomo, fin
dalla sua fanciullezza a considerare il lavoro come
elemento indispensabile della virtù e della mo-
ralità a questa mancanza, ripeto, si deve forse
che s'incontri con tanta facilità nel popolo la ma-
ledetta pianta del socialismo, i cui frutti noi stessi
abbiam potuto, nostro malgrado, conoscere .
» A rimediare a questo gravissimo male sociale
è destinata specialmente l' opera di Don Bosco .
Condizione necessaria della stabilità dei Governi
e della tranquillità della nazione è divenuta nel
nostro secolo l'educazione cristiana e l' insegna-
mento artistico delle masse del popolo . Perciò, o
signori, non è ancora divenuta fredda la venerata
salma di Don Bosco, e quasi non vi resta più una
nazione civile dove, chiamati dai Vescovi e dai
Sovrani, non aprano le loro porte ai figli del po-
poiloiLaboratoriSalesiani .
» Lunghi, molto lunghi sono stati i quattro anni
corsi dal giorno, in cui, ai piedi di Don Bosco,

1.9 Page 9

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in quella stanza di Torino, dalla quale nessuno
partì sconsolato , avemmo la fortuna di presen-
targli la nostra supplica e di udire la sua sem-
plice , ma sicura risposta : Abbiate un poco di
pazienza ; questa opera si farà .
» Due anni dopo, il Rev .mo Arcivescovo di San-
tiago sollecitò il Successore di Don Bosco per la
fondazione di varie Case Salesiane nel suo Arci-
vescovado, e quella frase, che aveva in suo favore
l'autorità del Metropolitano della nostra chiesa, ac-
celerò la rimozione delle molte difficoltà che fa-
cevano ritardare questa fondazione di Santiago . At-
teso lo scarso personale di cui potevano disporre,
i Superiori salesiani ebbero buona ragione di in-
cominciare prima a portar la luce della ci-
viltà ai selvaggi di Puntarenas e della Terra del
Fuoco, che sono anch'essi nostri fratelli ; più tardi
gettarono le fondamenta delle Case e laboratorii di
Concepcion e di Talca.
» Oh ! nel momento stesso, in cui il popolo del
Chilì come leone inferocito ruggiva d'indigna-
zione, e con le sue forti mani spezzava le catene
che nell'ora del sonno avevano stretto la sua gola ;
nel momento medesimo, in cui la bandiera della
Costituzione inalberata in cima alle nostre navi
ci traeva alla conquista della libertà, in quello
stesso momento ci veniva comunicata da D . Giu-
seppe Fagnano, superiore delle Missioni salesiane
della Terra del Fuoco , la notizia che fra poco
tempo si sarebbero stabiliti in questo Asilo i figli
di D . Bosco .
» Alcuni mesi dopo S . E . Rev .mal'Arcivescovdi
Santiago, spinto da sincero patriottismo, in data
17 settembre, ci stimolava coi suoi consigli e be-
nedizioni a superare tutte le difficoltà che si op-
ponevano alla pronta apertura di questa Casa sotto
la direzione dei RR . Salesiani .
» Ed eccoli qui, o signori, senz' altro capitale
Dobbiamo confessare che i risultati meravi-
gliosi ottenuti in queste due città contribuirono
ad accendere maggiormente la veemenza del no-
stro desiderio .
Ma, signori, al di sopra degli uomini sta Iddio.
Non siamo noi che dobbiamo precisare l' ora ed
il momento, in cui debbano realizzarsi le opere
della sua amorosa provvidenza . Questa determi-
nazione spetta a Colui, che regola gli istanti, in
cui il sole deve alzarsi sul firmamento e quello in
cui l' augelletto del bosco ha da formare il suo
nido .
» Avevamo aperto questo Asilo per gli orfani
di una guerra straniera, e Dio, che guida nelle
cose grandi e nelle piccole questo popolo come la
pupilla de'suoi occhi, tutto aveva disposto, perchè
trovassero questo Ospizio fornito di scuola, di la-
boratorio e di zelanti sacerdoti i poveri fanciulli
che restarono orfani ed abbandonati, perchè i
loro buoni padri soccombettero in guerra fratri-
cida .
che la confidenza in Dio, disposti a realizzare in
Santiago le medesime meraviglie che arrestano il
viaggiatore a Torino, Marsiglia, Barcellona, Lon-
dra, Montevideo e Buenos-Aires e che si inizia-
rono or ora nella Colombia e nell'Equatore, sotto
gli auspizii dei rispettivi Governi .
» Proteggiamo quest'opera, o signori, ed io vi
dico che in pochi anni vedremo trasformata questa
Casa, raddoppiati gli edifizi ; udrete il fischio del
vapore, lo scricchiolamento delle macchine, e come
alveare di api che vanno e vengono, vedrete cen-
tinaia di fanciulli che gireranno festanti lavorando
tutti il ricco favo , donde fluisce il dolce miele
della civiltà del popolo .
Niente manca a questa fondazione che non
ispiri confidenza nel suo avvenire, neanco i segni
indispensabili del sacrifizio, che si deve imprimere
nella nascita di ogni opera veramente cristiana.
Dacchè si fecero istanze per confidare ai figli di
D . Bosco la direzione di questa Casa ci parve do-
vere non solo di fraternità sacerdotale, ma di ci-

1.10 Page 10

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vile cortesia, che questi operai nel giungere
in questo Asilo trovassero per sè e poi loro fan
ciulli le comodità che sono proprie degli stabili--
menti di simil genere . E già lo sapete, o signori,
che i nostri desiderii andarono falliti ed i nostri
sacrifizi furono vani ..
» La Dittatura s'impadronì colla violenza di
questo Asilo, e cinque de' suoi battaglioni passa-
rono qui coi loro bagagli e cavalli, non lasciando
in piedi che i muri . Tutte le nostre suppliche
furono disprezzate, e quando più non restava un
solo mobile delle masserizie da distruggere, il
tempio, il tempio stesso si vide profanate le sue im-
magini e dissipati sacrilegamente i suoi paramenti
sacri .
» In queste condizioni di povertà e miseria in-
cominciano i Salesiani la fondazione di questa
Casa . Dio ne' suoi disegni adorabili ha voluto as-
somigliarli, nel principio, all'ospite divino del pre-
sepio, per farli brillare di poi collo splendore del
Tabor . Sapete, o signori, in che giorno arrivò in
questa Casa l'Ill .m° Vescovo, che veniva a dare il
soffio di vita a questa nuova fondazione? Il 24 di
dicembre ! Quando la Cristianità intiera si pro-
strava attorno al presepio di Betlemme, noi qui
ci riunivamo per salutare il nascimento di questa
figlia della fede .
» E perchè la somiglianza sia completa, oggi
che ricordiamo la visita dei Re dell' Oriente al
Dio Bambino nell'umile stalla, oggi noi vediamo
questo novello Asilo che sorride d' allegrezza al
vedersi presso di sè i grandi ed i potenti della
terra .
» Presentiamogli quindi, o signori, la triplice
offerta dell'oro, dell' incenso e della mirra :l'or
delle nostre limosine, di cui tanto abbisogna,
perchè possiede niente ; l' incenso delle nostre
preghiere, perchè Dio gli mandi le sue benedi-
zioni, e la mirra delle nostre consolazioni, per
curare le ferite aperte nel cuore dei fanciulli dal
dolore e dalla orfanità.
» È certo che qui non brilla quella stella mi-
steriosa che fu compagna e guida dei Magi nel
deserto ; ma in cambio manda i suoi splendori la
stella solitaria della nostra gloriosa bandiera, la
stella più brillante del cielo, Maria !
» Fortunato nascimento e singolarmente per voi,
Ecc .m° Sig . Presidente, sarà il celebrare il felice
anniversario della pagina più gloriosa della vostra
vita, aprendo oggi le porte di questa Casa, per
accogliere fin da domani i figli di quelli che ver-
sarono il loro sangue per sostenere trionfalmente
l'insegna della redenzione, che il 7 di gennaio
innalzaste sulla vostra nave .
» In quest' ora solenne sborsiamo il prezzo di
un debito sacro di gratitudine e di giustizia . Se
ci fosse dato consultare la volontà di quei valo-
rosi che caddero nella lotta, certamente che piut-
tostochè corone ai loro sepolcri e marmi e bronzi
poi loro nomi, ci domanderebbero cura e prote-
zione dei loro figli . Ma la carità è regina d'in-
comparabile nobiltà . Figlia del cielo, spande come
lui la sua pioggia sopra tutti i campi , senza di-
stinzione di amici e di nemici . Sotto il suo bianco
manto trovano asilo tutti i dolori e le disgrazie,
senza odiose separazioni . Per questo, alla vedova
infelice che verrà a picchiare alla porta di questa
Casa per domandar protezione pei suoi bimbi,
nessuno domanderà sotto che bandiera perì il
padre di questi orfani Come cittadini mireremo
in ogni fanciullo una speranza per la patria, e
come uomini di fede un erede del cielo!
» Ah ! sia benedetta l'amnistia del dolore !
» Ricevete adunque questa Casa, o cari Sale-
siani ; e nel nome della Chiesa che la fondò, della
patria che vi confida il sacro deposito de' suoi
orfani e nel nome del popolo che vi annovera nel
numero de' suoi migliori amici, noi vi ringraziamo
anticipatamente de' vostri generosi sacrifizi .
La ricompensa non l' avrete in questa terra :
per gli apostoli del bene Dio la riserva nell' e-
ternità ! »
Pronunziarono pure in seguito interessanti
discorsi i deputati sigg . Luis Barros Men-
dez e Guglielmo Cox .
In fine, Mons . Cagliero diresse alla radu -
nanza brevi parole di ringraziamento per la
buona accoglienza , colla quale era stata ri-
cevuta nel Chili la Congregazione Salesiana,
e ringraziò specialmente S . E . il Presidente
ed i signori Ministri dell'alto onore concesso
col degnarsi di assistere a quella funzione
e della manifesta protezione prestata al nuova
stabilimento .
Terminata la cerimonia dell' installazione .
si passò alla chiesa , dove si cantò un sol
leone Te Deum , in rendimento di grazie al
Signore pel felice arrivo dei nuovi. ospiti .
BETLEMME
Notizie dell'Orfanotrofio Cattolico
della Sacra Famiglia .
Il Bollettino di gennaio u . s . ha par-
lato della partenza di altri 18 Salesiani
per la Palestina ed ha detto anche qual-
che cosa dell'Orfanotrofio Cattolico di
Betlemme. Non vogliamo fare attendere
di più ai nostri lettori le interessanti
notizie riguardanti questi nostri confra-
telli, andati a lavorare nel paese di Nostro
Signore, sotto la direzione del Rev .m° Ca-
nonico Belloni, fondatore dell'Opera della
Sacra Famiglia .
Il viaggio .
Da Marsiglia a Betlemme .
Giaffa, 28 Dicembre 1891
REv .m° SIG . D . RUA,
Terra Santa! Terra Santa! Ella comprende
quanto queste due parole sono dolci a pro .
nunziare e quali sentimenti d'amore e di ri-
conoscenza risvegliano nell' anima nostra
verso il buon Dio , che ci guida in queste
care spiaggie, e verso i nostri amati Supe-
riori, che ci hanno aperta la via, nella quale
ci chiama la volontà del Signore .
D . Varaia, nostro caro Direttore, le dirà
egli pure qualche cosa del nostro viaggio ;
ma io le voglio far sapere ciò che egli avrà
cura di tacere, cioè che egli si è costante-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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mente mostrato verso di noi un eccellente
padre, attento a sovvenire i bisogni di tutti
e ad alleviarci, per quanto è possibile, i pe-
ricoli e le fatiche del viaggio ; a fortificare
le anime nostre colla santa Comunione, colla
santa confessione e colle pratiche di pietà ,
conformemente alle nostre sante regole . Tutti
i confratelli eziandio dìmostrarono buono spi-
rito, e noi abbiamo tutta ragione di spe-
rare che le durissime prove che abbiamo
dovuto subire si cangeranno in abbondanti
benedizioni, a profitto grande della missione
che Ella ci volle confidare .
Il tempo che passammo ad Alessandria fu
specialmente penoso . Abbiamo dovuto gi-
rare lungamente per la città, a cagione di
un'orribile tempesta, e ci siamo creduti ben
fortunati di trovare alla sera un rifugio
sopra il Niger . È questo il bastimento che
ci aveva condotti da Marsiglia . Noi l'abbiam
dovuto lasciare, perchè non accettava pas-
seggieri per Giaffa, per causa delle quaran-
tene allora imposte ai passeggieri che dove-
vano sbarcare in Siria . La notte del Natale
si passò tristemente sul nostro bastimento ,
salvo una fortuita diversione, voglio dire
l'accordo d'una musica un po' selvaggia ; che
verso mezzanotte salutò la nascita del Divin
Salvatore . Al mattino, D . Varaia potè cele-
brare il S. Sacrificio e distribuirci la S . Co-
munione . Ma quante volte il nostro spirito
corse alle solennità sì tenere e belle che si
compiono in questa fausta notte nel mirabile
tempio di Maria Ausiliatrice
Verso le ore 9 del mattino, dovemmo im-
barcarci sul Khedivie . Non fu senza pericolo .
Quel bastimento era ancorato lontano dalla
spiaggia ; inoltre, la marea era rimontata fin
nel porto. Fortunatamente i nostri battellieri
arabi erano molto pratici, o piuttosto Maria
Ausiliatrice vegliava su di noi ; e la nostra
povera barca non fu abbattuta dalle onde ,
nè rotta accostandosi al vascello . Domani ,
se a Dio piacerà, saremo a Betlemme . In-
tanto i suoi figli si tengono fortunati di
poterle dichiarare, che essi l'amano e sono
gloriosi di testimoniarle la loro riconoscenza,
cercando di divenir migliori e meno indegni
della sua bontà .
A. N.
Giaffa, 28 dicembre 1891 .
REv . mO ED AM .m ° PADRE ,
Ieri alle quattro siamo arrivati a Giaffa .
Di salute tutti bene, il mal di mare si è di-
menticato, la gioia interna di tutta la caro-
vana traspare dal volto di ciascuno .
Grazie alle premure del Console italiano,
noi potremo fin di questa sera verso le 3
metterci in viaggio alla volta di Betlemme,
dove speriamo arrivare domattina .
Io ho celebrato la Messa nella chiesa par-
rocchiale dei RR . PP . Francescani e distri-
buita la S . Comunione a tutti i nostri con-
fratelli . I figli di S . Francesco ci ricevettero
colla più grande cordialità .
D . Belloni, avvertito per telegramma, in-
vierà qualcheduno ad incontrarci a Gerusa-
lemme .
Si degni benedire i suoi figli, la loro buona
volontà e le loro future fatiche .
Betlemme, 29 dicembre 1891 .
Una parola solamente per annunziarle che
abbiamo già potuto visitare rapidamente
Betlemme . Il nostro viaggio si compì colle
benedizioni del Cielo, che mai ci lasciarono
dopo la nostra partenza da Torino . La cele-
rità, alquanto relativa, che i trabordamenti
ci imposero, ci ha nondimeno risparmiata
qualche fatica .
D . Belloni ed i nostri confratelli, che già
ci hanno preceduti in Terra Santa, ci hanno
circondati di attenzioni .
Presto visiteremo Gerusalemme, per recarci
quanto prima a Beitgemal, luogo di mia de-
stinazione .
Uno dei nostri le scriverà di questi giorni,
affinchè il Bollettino possa dare nostre notizie
agli amici di D . Bosco .
Preghi per noi, amat .m° Padre, e ci tenga
sempre pei suoi ossequenti figli in Nostro
Signor Gesù Cristo .
Sac . VARAIA ANTONIO .
Prime impressioni.
Betlemme, Epifania del 1892.
La grotta di Betlemme.
AMAT . mO E REV . PADRE, .
Stamattina abbiamo ascoltato la S . Messa
e ricevuto la S . Comunione nella cappella
dei RR . PP . Francescani, che è attigua alla
grotta in cui nacque il Salvatore del mondo .
Quali ricordi in questa festa dell'Epifania!
I Re Magi non si sono essi inginocchiati
nella grotta? Questi costumi orientali non
sono-forse i loro? Questi cammelli, che io vedo
accosciati sulla piazza, non hanno essi forse
portato a questo povero Bambinello, che è
il Re dei re, il Signore dei signori , i doni
dell'Oriente, l'oro, l'incenso e la mirra?
Ricordi biblici .
Per una disposizione speciale della divina
Provvidenza, sembra che l'Oriente si sia
immobilizzato, affine di testimoniare la verità
delle Sacre Scritture , presentandoci agli
occhi quadri identici a quelli che colpirono
lo sguardo degli scrittori inspirati dell'An-
tico e del Nuovo Testamento .
I costumi sono i medesimi ; il cammello, il
bue e l'asino rendono i medesimi servizi e
nel medesimo modo ; vi è sempre l'aratro
primitivo, composto di un albero avente la
debita forma ; la battitura del grano è sem-
pre affidata alle bestie da soma ; quando viene

2.2 Page 12

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il cattivo tempo, i pastori e i loro greggi vanno
ancora a rifugiarsi nelle numerose caverne
che si aprono nei fianchi dei monti ; dai no-
stri terrazzi si vedono verdeggiare le biade
seminate nel campo di Booz ; e, al tempo
della messe, si vedono, come nei secoli bi-
blici, le spigolatrici che raccolgono le spighe
dimenticate ; ogni vigna ha la sua torre in
cima, dalla quale un guardiano più o meno
vigilante è incaricato di tener lontani gli
sciacalli ed i ladri .
Ma io non finirei più, se dovessi notare
minutamente tutti i dettagli, che destano il
ricordo delle scene, che noi conosciamo dalle
S . Scritture . Per me questi ricordi hanno
un pregio inestimabile, in quanto che ten-
gono il mio spirito continuamente occupato
dei pensieri che riguardano il Divin Re-
dentore .
Sentendomi fortemente attirato verso l'O-
riente, io non pensava di trovare tutte queste
cose, questa maestà e questa precisione di
ricordi , e poi la grandezza del còmpito, al
quale il Signore si è degnato associare la
mia miseria e debolezza .
Lo scisma, l'eresia e l'islamismo
collegati contro la Chiesa .
In questi tempi disgraziati, lo scisma e
l'eresia fanno sforzi inauditi per impadro-
nirsi dei Luoghi Santi ; e, cosa maravigliosa,
tutte queste sètte, che si detestano dal fondo
dell'anima, si uniscono per combattere contro
il cattolicismo, rendendo così un omaggio
involontario alla nostra santa Religione, per
lo spettacolo di tutte le potenze dell'inferno
unite contro la verità . Eretici e scismatici
innalzano palazzi, templi, scuole, stabili-
menti di ogni genere, d'uno splendore assai
raro in queste regioni . Quali sforzi per atti-
rare, vincolare e corrompere la gioventù !
Non si indietreggia davanti a qualunque
cosa, per annientare la nostra influenza . Si
giunge perfino ad eccitare il fanatismo mus-
sulmano ; e m'assicurano che è per istiga-
zione dei scismatici che i Turchi edificano
a Betlemme una moschea, della quale cer-
tamente il bisogno non si fa sentire, poichè
è molto se in questa piccola città vi sono
tre o quattrocento seguaci di Maometto .
Che fare in presenza di queste manovre?
L'ignoranza , la corruzione, l'accecamento
degli scismatici rendono la loro conversione
molto difficile ; e l'opera delle Missioni dà
risultati insufficienti, in cui non si scorgono
caratteri di durata e di solidità da assicu-
rare l'avvenire .
L'Opera di Don Belloni .
Un semplice prete, D . Belloni, spinto dal
medesimo soffio d'ardente carità che suscitò
Don Bosco, comprese che il solo mezzo effi-
cace di lottare contro queste manovre infer-
nali era l'agire sulla gioventù . Senza for-
tuna, senza appoggi, povero professore al
Seminario Patriarcale di Beit-Jallan , vil-
laggio situato presso Gerusalemme e Be-
tlemme, come poteva egli condurre a com-
pimentoldsgchematurvinoe?
Una moneta di venti franchi economizzata
sul suo stipendio servì a vestire un povero
giovanetto . Tal fu l'umile incominciamento
della sua Opera nel 1863 .
Quest'Opera, benedetta da Dio e potente-
mente aiutata dai fedeli dei due mondi , ha
preso un'estensione considerevole .
Oggigiorno essa comprende
1° L'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme,
con cento collegiali e duecento esterni . A
quest'Orfanotrofio è annessa una chiesa vasta
e bella, di 32 metri di lunghezza su 14 di
larghezza .
2" Una scuola serale, annessa all'Orfano
trofio, frequentata da una trentina tra gio--
vani ed adulti . Nel locale dell'Orfanotrofio
si riunisce pure la Conferenza di S . Vin-
cenzo de' Paoli , la quale conta circa 40
membri .
Una scuola agricola, in un vigneto di
cento ettari, a Crémisan, vicino a Betlemme .
L'Orfanotrofio agricolo di Beit-Gemal,
sulla via di Gaza, a cinque o sei ore da
Betlemme . Il podere, che comprende nove-
cento ettari, è dovuto alla generosità del
signor marchese di Bute ; attualmente gli
allievi interni di questo Orfanotrofio sono 65.
5° Un vasto terreno , in bella posizione,
con una piccola costruzione a Gerusalemme .
6° Un terreno assai vasto a Nazareth .
Questo terreno è in una eccellente situazione ;
furono prese tutte le disposizioni per stabi-
lirvi un'Opera in favore dei fanciulli poveri,
esposti in modo specialmente doloroso alle
insidie dell'eresia . Si sa pur troppo che Na-
zareth è una delle piazze forti del protestan-
tesimo .
Ella lo vede, o amatissimo Padre, che Iddio
ha benedetto quest' Opera ; e le prove nu-
merose e dare, per le quali ha dovuto pas--
sare il sig . D . Belloni , sono una garanzia
ed una grande speranza per l'avvenire .
Ma per lottare contro il nemico, per con
tribuire in modo efficace al risorgimento di
questa terra, irrigata dalle lagrime e dal
Sangue del Salvatore, quanto bisogno si
ha dei soccorsi della Cristianità tutta quanta !
Gli eretici ed i scismatici hanno danaro,
molto danaro e questo danaro loro serve a
corrompere e comperare anime .
Noi siamo poveri . Don Belloni ed i
suoi collaboratori se ne rallegrano, per-
chè rassomigliano di più al Divin Sal-
vatore e a Don Bosco ; ma abbiamo
bisogno di soccorsi per poter albergare,
nutrire e vestire tutti quei poveri fan-
ciulli che vogliamo condurre a Gesù ed

2.3 Page 13

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alla Chiesa ; e ci sanguina il cuore tutte
le volte che l'insufflcienza dei mezzi ci
costringe a respingere qualche piccolo
compatriota del Bambinello Divino .
La Palestina cattolica è povera, e non
ci può fornire sussidii serii ; i nostri
sguardi si rivolgono adunque all'Europa,
la quale, malgrado la moltiplicità delle
sue Opere, non rifiuterà il suo obolo ad
un'impresa di salute, che si può parago-
nare ad una vera crociata, ma crociata
pacifica, che non mira ad altra conquista
che a quella delle anime .
L'appoggio, che i figli di Don Bosco go-
dono di prestare allo zelante can . Belloni,
permetterà all'Opera di prendere una no-
vella risorsa. Le benedizioni del passato sono
un presagio di quelle dell'avvenire ; e certo
la crociata contro le potenze dell'inferno ha
già prodotto buoni risultati . Nel 1863, al-
lorchè questo buon Canonico incominciò la
sua Opera, Betlemme contava appena 2000
cattolici ; adesso sono 4000 ; ed è permesso
di pensare che, se altri operai hanno la-
vorato nel campo del Signore e preparato
la messe, Don Belloni ed i suoi discepoli
hanno gran parte in sì consolante risultato .
Ella vede ora, Rev .m° signor Don Rua,
tutta la grandezza dell'Opera, alla quale io
mi stimo fortunatissimo di consacrare il poco
che mi resta di forza e di intelligenza . Ope-
raio dell'ultima ora , io ho molto bisogno
delle preghiere di Lei, affinchè Iddio mi per-
doni gli anni passati a non servire che ai
miei interessi della terra .
Io non le parlerò del nostro viaggio assai
penoso e pericoloso nel momento stesso del
nostro imbarco per Giaffa ; D . Varaia già ne
scrisse . Ma io le voglio dire due parole del-
l'accoglienza cordialissima che ci fece il si-
gnor Ledoux, console generale della Francia
a Gerusalemme , al quale abbiamo presen-
tati i nostri omaggi il 1° gennaio . Quan-
tunque sofferente di bronchite, il signor Le-
doux ci trattenne lungamente con sè e ci
fece accettare il caffè e la sigarette, che in
Oriente non si devono mai rifiutare . In-
fine, il signor Console ci diede l'addio,
promettendoci una visita a Betlemme, to-
stochè la sua bronchite ed il tempo glielo
permetteranno .
. . . Io non la incarico di nessuna commis-
sione per alcuno; preferisco dire per tutti una
Ave Maria presso il santo Presepio e nella
grotta di S . Gerolamo, la quale ha un grande
difetto, quello di essere troppo sovente chiusa .
Le auguro ogni bene nel S . Cuore di Gesù .
A. N.
CONFERENZE
IN OTTO CITTÀ D'ITALIA
Il nostro sacerdote D . Stefano Trione re-
cavasi per ordine del sig . D . Rua in Ivrea,
Modena, Ferrara, Venezia, Udine, Vicenza,
Verona e Brescia, per tenervi conferenze sa-
lesiane. Ovunque fu accolto dai Cooperatori
e da altri nostri buoni amici con affettuoso
entusiasmo .
In tutte le dette città l'adunanza fu ono-
rata dalla presenza di cospicue notabilità
del clero e del laicato cattolico, perciò ci
sentiamo in dovere di ringraziarnele colla
più viva ed ossequiosa riconoscenza .
E che diremo della bontà con cui v'inter-
vennero in quasi tutte queste città gli stessi
Pastori delle diocesi, Arcivescovi e Vescovi ?
Oh il buon Dio ne li rimeriti larghissima-
mente . La loro presenza infuse particolaris-
simo vigore nei Cooperatori e nelle Coope-
ratrici Salesiane delle loro rispettive città e
diocesi, vigore che sarà nuovo seme fecon-
dissimo di opere egregie .
Non potendo qui riportare quanto scris-
sero di queste conferenze parecchi giornali
cattolici regionali e diocesani, ci limitiamo a
pubblicare una parte di quanto leggemmo
nel Verona Fedele . Diamo la preferenza alla
conferenza di Verona, perchè questa città è
l' unica tra le suddette che abbia una Casa
salesiana, e crediamo che conti maggior nu-
mero di Cooperatori e di Cooperatrici .
*
« Il S . Padre Leone XIII, così il conferenziere,
richiesto una volta da personaggi cospicui di quello
che pensasse sull'opera di Don Bosco, rispose : « Qui
non si può spiegar tutto con mezzi umani ; questa
è opera o di Satana o di Dio ; opera di Satana
no, perché i frutti non sono di Satana ; dunque
è opera di Dio . » Con questo aneddoto il R . Don
Trione s'introdusse nell' argomento, dopo aver
presentato profondi ossequii e ringraziamenti a
S . E . R .ma Mons . Bacilieri, Coadiutore dell' Emi-
nentissiino Cardinal Luigi Di Canossa nostro ama-
tissimo Pastore .
» Chi fu Don Bosco ?.Unumileprtchda
umilissimi principi seppe condurre a termine opere
colossali . Chi fu D. Bosco? Uno dei più grandi
e veraci benefattori del popolo, una delle fulgide
glorie che anche in questo secolo il Clero catto-
lico seppe dare alla religione ed alla patria . Un
nome che l'angelo della carità mostra anche oggi
con vanto immortale al mondo universo .
» I fiori dei campi sono quelli che più frequenti
ed olezzanti ornano l'altare di Dio, ed è dalle
popolazioni campestri che la religione e la patria
ha.nDotBlvscimgorapni
passava i primi anni tra le glebe del campo, fa-
cendola talvolta anche da umile pastorello . Un
fu colpito da un pensiero che più non lo ab-
bandonò : Farsi prete per far del bene a tutti . Gli
anni corsero veloci, ed il voto del suo cuore di-

2.4 Page 14

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venne un fatto . Eccolo finalmente ordinato sacer-
dote . Son pochi mesi che l' umile prete ascese
all'altare, che già voi lo vedete alle carceri ed
agli ospedali della città . Alle carceri è mosso ad
amaro pianto, nel vedere colà rinchiusi giovani di
ancor tenera età . « Han più bisogno di preti che
di carabinieri questi poveri figliuoli, » andava
dicendo . Li visitava di frequente e gli eran di-
venuti amici . Quelle visite gli erano d'impulso a
meditar grandi cose ma pure la prima favilla
delle opere a cui Iddio lo chiamava, veniva da
altro incontro, che parve fortuito .
» Il giorno 8 dicembre del 1841, sacro all' Im-
macolata, nell'atto in cui era per andare all'al-
tare, udì i lagni di un lacero giovanetto, che vil-
lanamente battuto, difendevasi coll'eloquenza dei
gemiti e delle lagrime . Lo chiamò a sé, e dopo la
Messa gli seppe parlar di religione con tanta ca-
rità, che la domenica seguente ritornò, conducendo
seco alcuni compagni . I pochi divennero molti, ed in
breve andare ne convenivano schiere numerose . E-
rano i figli più abbandonati e miserabili del popolo
che accorrevano al prete, ed egli non li poteva più
abbandonare . Cacciato dalle pubbliche chiese, do-
vette pensare a far da sè, ed ebbe allora una
chiesa sì alta e superba, che l'eguale non ne vantò
mai nè Gerusalemme nè Roma .
» Don Bosco accoglie il popolo di giovanetti e
lo conduce in un prato di Valdocco, parte di To-
rino la più abbandonata . Eccovi, dice, eccovi la
vostra chiesa . Oh quadro bello che vi dipinge
l' angelo della carità ! In una parte sopra una
scranna siede Don Bosco per le confessioni, cir-
condato da buon numero di penitenti che colle
mani giunte pregano : in un'altra vi sono giovani
che raccolti dai più anziani sono preparati alla
Comunione ; più lungi un nugolo di ragazzi che
si trastullano liberamente .
» La preghiera commosse il Cielo . Dio la esaudì .
Ritornate ora in quel prato, ed un superbo tem-
pio vedrete voi circondato da ampli fabbricati .
Interrogate la Padrona di casa che torreggia sulla
grandiosa cupola, e Maria vi risponderà : « È la
preghiera dei biricchini di D . Bosco che ha fatto
questo . » I biricchini di Don Bosco? . . . Sì, questo
era il titolo che la città dava ai giovanetti rac-
colti dal buon prete . Anzi lo stesso Re Carlo Alberto,
mandando un' elemosina a Don Bosco, vi aveva
scritto sopra : Pei biricchini di Don Bosco . Era
adunque titolo riconosciuto anche in alte sfere! . . .
Ma che fanno pertanto questi biricchini o monelli?
Crescono in età ed in numero, ardono della virtù
del Padre, ed i biricchini di Torino, trasfor-
mati in apostoli, vanno in cerca dei biricchini di
altre città e paesi . Non bastano Genova, Firenze
e Roma, Lucca, Spezia e Catania ; non bastano i
collegi, gli ospizi, gli oratorii innumerevoli che si
aprono in Italia, ma invadono la Francia, la Spa-
gna, penetrano nell'Austria, nella Svizzera ed in
Londra, e dovunque sviluppano zelo vivissimo ed
attività che tocca al prodigio . Alla morte di Don
Bosco i bíricchini sommano a trecentomila . Cifra
imponente e che basta da sola a dare una signi-
ficante idea del bene che sa recare anche nel no-
stro secolo un prete cattolico .
» Il cuore dell'Apostolo non riposa mai .
Don Bosco dall' Europa vuol mandare i suoi
figli ad altre terre.
Egli non conosce ostacoli ; eccolo perciò sul
porto di Genova a bordo di una nave a dar l'ad-
dio e la benedizione ad una prima schiera dei
suoi missionarii che partono per l'America . - An-
date, figli miei ; un immenso campo vi attende,
salvate molte anime : il mio cuore sarà sempre
con voi . - Ed i figli partono . Un popolo di emi-
grati Italiani li attendono nell'Argentina, e colà
i giovani apostoli versano i loro primi sudori . Uno
cade vittima del lavoro dopo pochi mesi, ed alla
sua morte già si prepara in Torino altra schiera
di prodi campioni . Partono essi, e col nuovo man-
dato di non curar solo i battezzati, ma spingersi
tra le Pampas in cerca degli infedeli . Le lettere
che di là vengono a Don Bosco tanto lo commuo-
vono, che quasi dimentica le sue case d'Europa,
per occuparsi di quelle lontane regioni . »
Qui l'oratore parla a lungo del campo vastis-
simo che l'America presenta per la cura spirituale
degli emigrati Italiani e per la conversione degli
infedeli : poi soggiunge : « Che si fece dai figli
di Don Bosco ? Si apersero collegi, oratorii e mis-
sioni nelle principali città dell'Argentina e del-
l'Uruguay, nelle principali città del Brasile e del
Chili, dell' Equatore e della Colombia, in tanti
punti della Patagonia settentrionale e centrale ed
in vari altri della Patagonia meridionale, della
Terra del Fuoco e delle isole Malvine .
« Io fermo lo sguardo sopra un'isola dello stretto
di Magellano . È l'isola Dawson .
» Era abbandonata , e deserta . Il missionario
Salesiano vi approda prima con una decina d'Indii .
Si tagliano gli alberi, si fanno capanne campestri
e si prende possesso . Altri Indii sono accolti nelle
esplorazioni della Terra del Fuoco , e questi po-
veri figli sempre nomadi sono invitati a fermarsi
e sono condotti alle capanne dell' Isola . Passano
quattro anni . Venite ora a vedere un nascente
paese, un'incipiente cristianità . Già hanno la chiesa
e la scuola, le case, le vie, le piazze ; già s'im-
para la coltivazione dei campi ed i mestieri più
importanti pei bisogni della vita . Ancora pochi
anni, e colà avrete un nuovo Cristianesimo felice .
Sono fiori primaticci, ma promettono assai . Taccio
delle migliaia di Indii già convertiti e battezzati
nella Patagonia ; taccio delle chiese e cappelle in-
nalzate nelle città e nelle Pampas, dei collegi e
degli ospizi ove si preparano altri apostoli nati
in quelle stesse contrade, di guisa che saranno
gli Indii che battezzeranno gli Indii : taccio de-
gli oratorii festivi e delle scuole aperte nei centri
popolosi, e di altre non meno importanti istitu-
zioni . . . . »
L'oratore pertanto corre veloce nel suo dire .
Ha tratti commoventi e smaglianti . A quando a
quando descrive fatti svariati ed attraenti, e sem-
pre con parola facile, spontanea e coi più vivi
colori. Interessantissimo quando descrive l'ori-
gine della Pia Società Salesiana . . .
Passano trent'anni e la novella unione in un
secolo, in cui il martello demolitore batte alla
porta di tante religiose istituzioni, conta i suoi
figli in numero di ben due mila, sparsi in tante
parti dell'Europa, dell'America, dell'Africa e del-
l'Asia .
Il Conferenziere parla inoltre dei mezzi adope-
rati da Don Bosco per lo sviluppo di tante opere
ed ha parole nobilissime per l'istituzione dei Coo-
peratori e delle Cooperatrici Salesiane, e ringrazia
i Veronesi dell' accoglienza fatta agl'inizi dell'O-
pera Salesiana in questa città .
Con piacere poi sappiamo che in detto
città si poterono costituire Comitati Promo-
tori delle Opere di Don Bosco, dai quali spe-
riamo veri prodigi di zelo .

2.5 Page 15

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Noi ringraziamo di tutto cuore quanti ci
aiutarono in questa santa impresa, ed in
modo particolare manifestiamo i nostri sén-
timenti del più ardente affetto e della più
viva riconoscenza a tutti i membri dei detti
Comitati ed ai loro egregi Direttori .
NOTIZIE VARIE
I Salesiani di Macerata
verso un insigne loro benefattore .
Macerata, 28 Aprile 1892 .
La data di oggi, 28 aprile, segna il trige-
simo giorno da che il cav . BENEDETTO PIA-
NESI, ricco signore di Macerata, in osculo Do-
mini passò all'altra vita, lasciando una me-
moria incancellabile di virtù, di buoni esempi
e segnatamente di carità a pro della classe
operaia . Egli poi negli ultimi anni di sua vita
parve concentrare tutta la munificenza del
suo cuore nel concorrere con parecchie mi-
gliaia di lire alla fondazione del nuovo Istituto
Salesiano di S . Giuseppe, che sorse in questa
città nel brevissimo giro di appena tre anni,
e che già, sebbene sia ben lungi dall'avere
raggiunto neppur la metà del suo grandioso
disegno, tuttavia desta l'ammirazione di tutti
i buoni ed accresce lustro ed onore alla città
di Macerata . Pertanto i Salesiani addetti al
nuovo Istituto, il cui Direttore potè racco-
gliere l'ultimo respiro del tanto egregio be-
nefattore, come non lasciarono mai di pre-
gare per lui mentre era in vita, così dopo
il suo trapasso non mancarono di suffragare
la bell'anima anche con le preghiere di quelle
creaturine, quanto piccole agli occhi del
mondo, altrettanto grandi e care dinanzi a
Dio, ricoverate e da loro educate nell'Isti-
tuto medesimo .
Oggi poi con funere solenne si è voluto
commemorare nella vasta cappella dell'Isti-
tuto, con buon gusto parata a lutto, la do-
lorosa perdita del Pianesi . - Nel bel mezzo
della chiesina spiccava un grazioso catafalco
in forma di tempietto, lavoro degli artigia-
nelli dell'Istituto, dove sì leggevano quattro
belle iscrizioni, composte dal Rev . can . Don
Gaetano Teloni . - Il can. penitenziere Don
Sarnari, che per sentimento di giustizia deve
chiamarsi l'autore e l'anima di questa Casa
Salesiana, con forbito discorso ha maestre-
volmente, da suo pari, ricordato le virtù
dell'estinto, traendone partito per esortare
gli ascoltanti ad essere generosi in pro dei
Salesiani, che con tanto zelo sottraggono i
poveri figli del popolo a quell'estrema cor-
ruttela, a cui con tante lusinghe e con sì
fina ed ipocrita malizia vengono continua-
mente adescati . - Al funebre rito intervenne
il fiore della cittadinanza, che rimase parti-
colarmente commosso al vedere quegl'instan-
cabili figli di Don Bosco e quel loro buoni
alunni tutti intenti a rendere all'illustre de-
funto un tributo, non certo l'ultimo , della
loro riconoscenza .
Noi auguriamo e speriamo che l'esempio
del cav . Pianesi , il quale con la sua carità
si studiava, com'egli soleva dire, di far vio-
lenza al cuore misericordioso del suo futuro
Giudice, venga imitato da molti altri, in una
città ove non mancarono mai cuori ben nati
e disposti tanto a sollevare gl'indigenti,
quanto ad arricchire la loro patria di utili
istituzioni . E al certo un ben largo campo
è tuttora aperto alla loro generosità, poichè
si ha il bisogno sempre crescente di danaro
per compiere l'ulteriore fabbrica, cui già si
è posto mano, e massime poi per costruire
la nuova chiesa da intitolarsi a S . Giuseppe,
la quale deve essere il coronamento di questa
Casa Salesiana eretta in uno dei principali
sobborghi di Macerata (1) .
Oratorii festivi.
Mendrisio (Svizzera) . - In questa città
del Canton Ticino , in amena e saluber-
rima posizione, a' pie' del monte Generoso, i
Salesiani, fin dall'anno 1889, presero la di-
rezione del Collegio-Convitto cantonale con
scuole elementari, ginnasiali e tecniche, e con
corsi liberi di musica, disegno e lingue stra-
niere . Da alcuni mesi poi a questa parte,
nelle domeniche e giorni di festa, tengono
pure aperto l'Oratorio festivo per tutti i gio-
vanetti della città che vi vogliono interve-
nire . Ora, a proposito di quest'Oratorio,
leggiamo nel numero 9 maggio del Credente
Cattolico, giornale del popolo ticinese, quanto
segue :
« Ieri l'ampio cortile del Collegio canto-
nale accoglieva una numerosa schiera di gio-
vanetti, studenti ed operai, coi loro parenti,
cogli amici ed una moltitudine di invitati
per assistere ad una festa nuova pel nostro
Cantone ; edificante in sè , e per lo scopo
promettitrice di frutti copiosissimi nel campo
religioso e civile, se l'indifferenza o il mal-
volere degli uomini non soffocheranno sul
nascere una istituzione ispirata ai più nobili
sentimenti, quali l'amor verso Dio, la carità
verso il prossimo.
» Tutte le domeniche quei zelanti sacer-
doti Salesiani che dirigono il Convitto hanno
aperto un Oratorio festivo pei figli del po-
polo . In pochi mesi il numero degli accor-
renti ascese a ben duecento .
» Ci vorrebbe altra prova per dimostrare
che tale istituzione non era solo utile , ma
necessaria?
» Ieri si celebrava il Patrocinio di S . Giu-
seppe egregiamente solenne, poichè nell'i-
(1) Corrispondenza della Patria, gazzetta marchi-
giana settimanale .

2.6 Page 16

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stesso giorno si chiudevano gli esercizi spi-
rituali, a cui gli studenti e moltissimi devoti
Mendrisiensi avevano preso parte, attirati
dalla calda, eloquente parola di quel disce-
polo prediletto di Don Bosco , il sacerdote
D . Dalmazzo Francesco .
» Nel cortile si era improvvisato un palco
elegante ; l'effigie del venerato fondatore
dei Salesiani spiccava sulla fronte, egli era
là nel suo atteggiamento calmo e maestoso
come per ispirare coraggio, per promettere
aiuto e protezione .
» Il prevosto Pollini, il sacerdote Manera,
rettore del Liceo cantonale, molti altri di-
stinti preti e secolari onoravano di loro pre-
senza la festa . La musica, la poesia, la prosa
si succedono a vicenda . Teneri fanciulletti
con brio, con franchezza, con sentimento su-
periore all'età si presentano e recitano soli
e in dialogo scelti lavori tutti in onore del
Santo, in attestato di gratitudine per coloro
che le loro sostanze, l'ingegno, la vita dedica-
no all' educazione cristiana cattolica della
gioventù studiosa ed operaia .
» Fuvvi una distribuzione di premi, libri,
immagini, oggetti per disegno, giuocattoli,
ai più assidui frequentatori dell'Oratorio .
» Festa così bella non poteva meglio ter-
minarsi che col ricordare l'opera santa, gl'in-
tendimenti umanitari di Don Bosco .
» Ciò fece in una splendida improvvisa-
zione D . Dalmazzo . Filosofi, statisti, uomini
di parte tutti si affannano per rìsolvere il
problema sociale, tutti enumerando, vantando
i diritti dell'uomo , pochi parlando de' suoi
doveri , doveri verso Dio, doveri verso se
stesso, doveri verso la famiglia e quindi
verso la patria .
» Don Bosco additò e mise in atto il ri-
medio : Togliete alle piazze, alle bettole, agli
immondi ritrovi i figli del popolo, figli spesso
abbandonati dai genitori resi indifferenti dai
vizi o dalla miseria . A questi figli insegnate
l'amore a Dio, al prossimo dietro il precetto
divino : infondete il coraggio e lo spirito di
sacrificio colla speranza, colla certezza di una
imperitura ricompensa, e la società, composta
di tali individui, troverà quella pace che in-
vano cerca, perciò la cerca fuori di Dio e
della sua Chiesa, ma nel materialismo e nelle
sètte . »
Lugo di Romagna. - Da Lugo rice-
viamo e pubblichiamo : Rev .mo sig . D . Rua,
- Mosso da viva riconoscenza e dal deside-
rio di farle noto come e quanto i Salesiani
siano da Dio benedetti e amati dai buoni,
le dirigo questo poche righe riguardanti l'a-
pertura dell'Oratorio di S . Giuseppe .
Come V . S . mi aveva ordinato , il giorno
del Patrocinio (8 maggio) mi recai a Lugo
per aprire la novella Casa e per iniziarvi i
catechismi dell'Oratorio .
I RR . Parroci della città, con religioso
pensiero, mi inviarono quattro giovanetti
ciascuno, ed io in quel dì sacro a S . Giu-
seppe ebbi la bella consolazione di vedermi
circondato da dodici pii e cari giovanetti, che
mi ricordarono i dodici Apostoli . - E gli al-
tri discepoli dove sono ? io chiesi loro ; biso-
gna che voi andiate per le vie e per le piazze
della città e me li conduciate, affinchè an-
ch'essi possano partecipare al benefizio di
cotesta istituzione, che persone di voi solle-
cite e benefattrici impiantarono ed istitui-
rono allo scopo d'indirizzarvi e confortarvi
nella via del bene . - E le mie parole
non furono infruttuose, chè la domenica se-
guente il numero dei giovanetti era notabil-
mente aumentato e, spero, andrà ognor
aumentando in numero e bontà, fino a poter
star a paro ai nostri Oratorii di Torino, e
ciò a gloria di Dio e a bene della gioventù
di Lugo.
In quel giorno, io, a sfogo del mio cuore
commosso, per invocare sopra la novella
Casa la rugiada feconda delle celesti bene-
dizioni, insieme al telegramma che dirigeva
a V . S . Rev .ma, un altro ne inviavo a Sua
Santità Leone XIII, così concepito : Santo
Padre, apertosi oggi sotto protezione S . Giu-
seppe Oratorio Salesiano, imploro apostolica be-
nedizione novella Casa, prosperità . E il Sommo
Gerarca, nella sua sovrana bontà, degnavasi
così rispondere per mezzo del Cardinale Se-
gretario di Stato : Santo Padre imparte di
gran cuore apostolica benedizione implorata
per apertura Oratorio Salesiano S . Giuseppe
Card . RAMPOLLA .
Leone XIII e Don Rua! Oh nomi venera-
tissimi, nomi carissimi al cuore dei Sale-
siani ! Il primo, il sapientissimo Padre di
tutti i fedeli, che benedice l'Istituto ; il se-
condo, l'intrepido continuatore delle Opere
del nostro fondatore D . Bosco, che benedice
e ringrazia e giovanetti e benefattori . - Sono
fatti di tale e tanta importanza, che dànno
già, fin da' suoi primordii, un'impronta par-
ticolare all'Istituzione , l'affermano autore-
volmente e stabilmente la costituiscono e, in
grazia della loro santa benedizione , la ren-
deranno feconda di belle opere di religioso
e civile vantaggio.
Io non so, nè debbo, o Rev .m° mio Supe-
riore, porre fine a questa mia lettera senza
ricordare alla S . V . e segnalare alla grati-
tudine dei miei confratelli le ottime e cari-
tatevoli persone di questa città, tra cui pri-
meggia la signora marchesa Maria Spreti,
le quali con bontà veramente paterna, con
pazienza e zelo degno d'ogni encomio, s'a-
doperarono con ogni maniera di sacrifizio per
allestire il luogo, per provvederlo di tutto
l'occorrente per la cappella, per rifornire del
corredo necessario le stanze, camere, ecc . Ogni
encomio, ogni lode è inferiore alla bontà del
cuore ed alla generosità dell'animo di tanto
insigni' e buoni nostri benefattori. Maria SS .,
la nostra protettrice , compensi tanta carità
e tanto amore col concedere loro ogni bene

2.7 Page 17

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e col mandare appieno soddisfatti i nobili
desiderii di così pie persone . Valga il loro e-
sempio a suscitare ovunque degli imitatori che
efficacemente ci coadiuvino nell'opera nostra .
Ora V . S . raccomandi a Dio la mia po-
vera persona, affinchè mi renda sempre meno
indegno della protezione del Cielo, e, letta
che avrà cotesta mia, benedica ancora a me,
a' miei giovanetti e ai benevoli nostri bene-
fattori .
Con stima ed affetto mi professo
Della S . V . Rev ma
Lugo di Romagna, 16 maggio 1892 .
Dev .m° ed Obb .mo figlio in G . C.
Sac. CHIOTTI GIOVANNI .
Torino . - È un anno dacchè si è aperto in
Torino l'Oratorio festivo di S . Agostino nel locale
gentilmente prestato dagli egregi proprietarii delle
Scuole Apostoliche, e già si provano frutti con-
solantissimi . Un duecento e più ragazzi, che prima
passavano le feste in balìa dell'ozio, per le vie,
con pericolo del pubblico ordine e della privata
coscienza, tutto l'anno lo frequentarono con vero
loro piacere e con soddisfazione dei genitori, i
quali furono più volte sentiti e: sclamare « Oh !
quanto ha mutato mio figlio, dacchè interviene
all'Oratorio festivo ! » La terza domenica dopo
Pasqua, Patrocinio di S . Giuseppe, segnava l'a-
pertura di quest'Oratorio : fu solennizzato colla
premiazione dei più assidui e di quelli che sono
stati più bonini nel corso dell'anno . Alla modesta
accademiola presiedeva S . E . R .maM.onAsgti
Richelmy, vescovo d'Ivrea, con ai lati i Reveren-
dissimi can . Giuseppe Casalegno e D . Belmonte
Domenico, Prefetto generale della nostra Pia So-
cietà : intervenne pure un bel numero d'altri si-
gnori e signore coi parenti dei giovanetti . I
premii consistevano la maggior parte in oggetti
di vestiarii , regalo dell'Ecc.V,meoscvd'Ira
del can . Casalegno e della pia signora Bernar-
dina Magliano, che in questi atti di generosità
verso i poveri fanciulli si vuole sempre avere
il primato . La piena soddisfazione di S . E . Reve-
rendissima e degli altri signori intervenuti, l' in-
teresse messo nei parenti per mandare i figli
all'Oratorio e l'entusiasmo in questi raddoppia-
tosi per sì bella festicciuola animarono vieppiù
i nostri confratelli che si dedicano a questa san-
t'opera .
- All' Oratorio festivo di S . Luigi, presso l'Ospizio
di S . Giovanni Evangelista, la domenica seguente,
15 maggio, ebbe luogo pure la distribuzione dei
premii ai giovanetti che frequentarono l'Oratorio
durante quest'anno 1891-92 e si distinsero per buona
condotta e studio del Catechismo . Era presente lo
stesso D . Rua, parecchi signori, monsignori, pro-
fessori e moltissime dame e Cooperatrici Sale-
siane . Prose e poesie, sinfonie e romanze, marcie
e cori, un programma attraentissimo . Ci piace
notare fra l'altre cose, parlando di musica, la
gentile romanza di Mons . Cagliero « Il Figlio del-
l'Esule, » nella quale la dolce melodia delle note
si sposa così bene alla leggiadria del verso ;
un' « Ave Maria » del cav . Remondi, lavoro me-
ritevole davvero d'ogni lode ; una « Salve Re-
gina, » coro a quattro voci, del prof . D . Otto-
nello, vero frutto di studii e d'inspirazione d'in-
telligente ed appassionato cultore della musica
sacdelsohn,catimeso,lnavismo ra ; « Il Mattino della Domenica » dal Men-
e il Salmo VIII di Benedetto Marcello, mu-
sica veramente divina. I premii erano belli e
varii, secondo la condizione dei premiandi . Chiu-
sero la festa alcune parole di Don Rua, di ringra-
ziamento agli intervenuti ed ai benefattori e be-
nefattrici e d'incoraggiamento a tutti quei giova-
netti (1) .
- Nel pomeriggio di quest'oggi stesso, 15 mag-
gio, nell'antico fiorente Oratorio festivo di S. Fran-
cesco di Sales si teneva un'importante Gara Cate-
chistica : gli inscritti alla prova solenne supera-
vano i cinquanta . Il cortile più ampio di questo
Oratorio, parato a festa, era gremito da un pubblico
eletto e numeroso : presiedeva alla cara e gioconda
solennità il Prof . D . Francesco Cerruti . Dopo oltre
due ore di pubblico esame, rimanevano ancora sul
palco gli ultimi quattro concorrenti al premio
d'onore, ed in fine riuscì proclamato principe il
giovane Cavaglià Carlo, studente in sui dodici
anni . La Gara fu rallegrata negli intermezzi da
scelti pezzi di musica e di canto e da brillanti
declamazioni, tutto eseguito con vera delicatezza
e perfezione da' giovani che frequentano l'Ora-
torio . Infine il prof. D . Cerruti rivolgeva calde
ed eloquenti parole ai parenti dei giovanetti, esor-
tandoli a secondare anche nel seno delle famiglie
l'educazione religiosa, perchè solamente dai cuori,
dalle coscienze amanti, timorate dì Dio si possono
ottenere ottimi figli, ripromettere per l'avvenire
buoni cittadini, che formino il decoro della pa-
tria e della società .
- Anche all'Oratorio festivo di S . Giuseppe, di-
retto dai Salesiani, si tenne una Gara Catechi-
stica il 15 maggio . Era la prima per questo Ora-
torio, e fu presieduta da S . E . R .ma Mons . Bertagna,
Vescovo titolare di Cafarnao . Notevole fu la si-
curezza e franchezza con cui i bambini di otto o
nove anni rispondevano intorno alle verità di
nostra Santa Religione : sopra tutti però si di-
stinse la numerosa classe degli adulti, che si
mostrarono veramente compresi dell'importanza
di questo studio : non taceremo pure di una bella
dissertazione sullo studio del Catechismo, scritta
con chiarezza di idee e semplicità di espressioni
da un giovanetto dell'Oratorio stesso . Mons. Ber-
tagna, visibilmente commosso, al termine della
gara, con poche e semplici parole d'incoraggia-
mento, mostrò quanto sia utile e necessario al
giovanetto cristiano il frequentare assiduamente
l'Oratorio festivo : cosa che lo libera da tanti e
tanti pericoli di scandali, di risse e d'altre di-
sgrazie purtroppo non rare specialmente nelle
città popolose (2) .
L'Accademia di S . Tommaso d'Aquino nel
Seminario delle Missioni Salesiane .
Torino, 5 maggio .
Ogni anno noi vediamo rinnovarsi quest' ac-
cademia con sempre maggior importanza per i
gravi argomenti -ho sogliono in essa trattarsi, e
la solennità con cui la si celebra . - Dopo la
marcia veramente trionfale DuraLd e Kelterer,
sorse il prof. Don Cerruti a trattare del sistema
pedagogico di s . Tommaso . Premesso un rapido
e vivo quadro dello stato attuale in genere della
pedagogia moderna, il dotto disserente si fece a
rilevare l'alto valore pedagogico del Grande Aqui-
nate . Nè a tal effetto si arrestò soltanto al De
eruditione principum, opera, a dir il vero coni~
mendevolissima sotto l'aspetto educativo . Il pro-
(1)(2Un)itUànCiattàtolCiactatoNl. ic17a, LNa. V1a2c3anza del Giovedì N. 20.

2.8 Page 18

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fessor Cerruti, accennati i punti più salienti d'in-
dole pedagogica, non mancò con rara schiettezza
di notare come la detta opera sia ora da' più at-
tribuita ad altro Domenicano , l'Echard, e come
quindi non sarebbe stato giusto fondare una tesi
esclusivamente su di un opuscolo, la cui pater-
nità è, per lo meno, dubbia . Passò pertanto a ras-
segna le opere certe dell'Aquinate, maggiori o
minori, quali ad esempio la Somma , i Commenti
all'Etica di Aristotile e il trattato Contra impu-
gnantes Dei Cultum et Religionem, estraendone le
massime di pedagogia così generale come speciale,
e queste illustrando con sodezza d'argomenti, vi-
gorìa di stile ed elegante chiarezza di eloquio .
Conchiuse con dire come anche per la pedagogia,
la più nobile fra le scienze filosofico-morali, la
sua salvezza sta nel ritorno all'Angelo d'Aquino,
ritorno così vivamente caldeggiato dal sapientis-
simo Leone XIII, che, sulle basi della Scolastica,
restaurò tutto quanto l'edifizio filosofico .
Seguirono quindi prose e versi, non solo in
italiano, latino e greco, ma e in francese, inglese,
tedesco, polacco e russo, quante sono le nazionalità
rappresentate in quel vivaio de' figli di D . Bosco .
Ricordiamo inoltre particolarmente il dottore
D . Ottonello, che svolse alcuni pensieri di san
Tommaso sulla musica, e li svolse con quella ef-
ficacia di linguaggio e quella competenza nel-
l'arte musicale, che tutti gli riconoscono .
Nè qui è il tutto ; altra parte importantissima
fu quella della musica, di cui diedero lodato sag-
gio quei bravi chierici e giovani, che colà e nelle
altre Case salesiane si formano ai sani principii
di quest'arte sacra . Al mattino avevano cantato
la Messa Aeterna Christi munera del Palestrina,
e in canto fermo le parti variabili ; difficilina la
prima, e non facile il secondo, ma l'una e l'altro
furono eseguiti con gran perfezione . Nell'Accade-
mia ci fecero gustare il dolcissimo Salmo VIII
di Marcello, la cui interpretazione sarebbe stata
davvero perfettissima, se la raucedine dei con-
tralti non avesse tolto un po' di brio ; la Pre-
ghiera della sera di Hayd e il Lauda Sion di Men-
delssohn, che meglio non potevano cantarsi .
Chiuse l' Accademia il R .mo Don Rua ringra-
ziando gl'intervenuti, che passarono, a dir vero,
due ore felici, esortando i chierici a proseguire
nello studio dello dottrine tomistiche, e, richia-
mandosi allo splendido panegirico, che aveva fatto
al mattino il can . Ballesio, ad unirvi soprattutto
la pratica delle virtù dell'Angelico » (1) .
Una nipote di Don Bosco .
La Domenica, 8 Maggio, moriva a Chieri nel-
l'antica casa dei conti Tana - parenti, come è
noto, di san Luigi Gonzaga - Suor Clementina Bo-
sco, figlia di Maria Ausiliatrice . Pronipote del ve-
nerando Don Bosco, era la quarta tra le sorelle
che si era consacrata a Dio nell' Istituto fondato
dallo zio .
Non aveva ancora vent' anni, e dopo una vita
immacolata, finì con una santa morte . Ciò che
rese meno dolorosa questa perdita fu una circo-
st.anzdeg'rquicodat
Fu due mesi fa a passare una settimana a casa
con i suoi . Una mattina si sveglia, e tutta pre-
murosa corre dalla mamma e le dice : « Chi sa
che cosa vuol significare il sogno che ho fatto .
Mi parve di vedere le mie due sorelle Maria e
(1) Unità Cattolica del 14 maggio .
Rosina, che, vestite di raso bianchissimo, con una
corona di rose in capo, che mi parevano colte in
paradiso , mi invitavano ad andare con loro . Mi
dicevano : « Vieni, sorella, vieni con noi a godere
una gioia che non ti puoi immaginare . Mamma,
che vuol dire ? » La mamma fu sorpresa a tal no-
tizia, cercò di divagarla. . . ma cominciò a temere .
Un mese dopo seppe che Suor Rosina, l' apparsa
in sogno alla Clementina, era morta in America
lavorando per quelle Figlie di Maria Ausiliatrice,
e si era così unita alla Maria morta due o tre
anni fa .
Si fecero a Suor Clementina solennissime ese-
quie, e fra il compianto di mille e più giovanette
che edificava con le sue virtù e cercava di gua-
dagnare a Dio col suo zelo, con universale am-
mirazione fu portata la salma venerata all'ultima
dimora (1) .
BIBLIOGRAFIA
UNA VOCAZIONE TRADITA
Memorie storiche del Sac . C ArLO M. VIGLIETTI .
Nuova edizione illustrata da finissime incisioni ad
acque forti da Carlo Chessa .
Un elegante volume in-8, . . .
. L . 5-
Legato elegantemente ad uso premio . u 7 -
Edizione economica in-16° (non illustrata) » 1 -
Di questo libro, che raggiunge nel breve spazio di tre
anni la sua 19a edizione, si occuparono molti giornali .
Ringraziamo perciò del favore l'Unità Cattolica, il
Corriere Nazionale, la Lega Lombarda, la Voce della
Verità, ecc ., ecc . ; grazie ai cav . prof. Cipani che lodò
l'opera e fece posto a qualche capitolo della medesima
nelle colonne dei suoi stimatissimi periodici . Grazie al-
l'Ateneo, il quale riportando il capitolo che dipinge il
nostro padre D . Bosco, fa alla tipografia gli elogi più
lusinghieri . Grazie anche a quegli altri che, pur di
opposti sentimenti, ne dissero bene e ne commendarono
il lavoro .
Abbiamo sott' occhio molte lettere di illustri letterati
che encomiano detto libro e ne lodano l'elegantissima
edizione, non che le acque forti del Chessa, veri qua-
dretti ammirevoli per la composizione e la finezza del
lavoro . Noi ci restringiamo a riprodurre alcuni passi
di quanto ne scrisse su varii giornali un rinomato lette-
rato contemporaneo, non sospetto di tenerezza verso i
preti :
« È uscito dalla Tipografia Salesiana un simpatico
libro, Vocazione tradita, del sacerdote Carlo Viglietti .
È in due edizioni : la economica e quella di lusso colle
illustrazioni del valente Chessa . L'opera spira la gio-
vinezza dell'Autore, tanta è la ingenuità e la franchezza
con cui egli si espone al possibile biasimo dei mis-
credenti ; e come ne è dolce e ardente la fede espressa
in tutte le sfumature più delicate
» La storia è dolorosamente semplice . Un giovane,
Enrico, di cospicua famiglia, vuol farsi prete ; il padre
si arrende, ma la madre lo contrasta con tutti i mezzi
e con tutte le forze, sino all'ultimo, e la vittima muore.
Forse il carattere del protagonista è troppo incerto ;
ma l'autore, fedele alla verità, ha voluto fotografare
il tipo originale . Tuttavia la verità non gli è uscita
senza ornamenti ; commovente è l'entrata in collegio,
brillantemente comico il veterano cameriere Quaran-
(1) Dal Corriere Nazionale, N. 1

2.9 Page 19

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totto, poeticamente dolorosa la morte del padre e la
prigionia di Enrico . E Carlo ? quel nobile e santo gio-
vine, chi non lo vorrebbe per amico ?
» Il ritratto di Don Bosco, il celebre filantropo ,
scaturisce vivo dal cuore dell'autore . Vocazione tra-
dita in certi punti è una musica primitiva e sacra ;
in certi si notano le imperfezioni di una prima prova
senza i meccanismi o le ingegnosità dello scrittore pro-
vetto, e in tutto il volume predomina lo spirito ancora
vergine e forte che resiste alla corrente nervosa e mate-
rialista del secolo . Lo scopo del libro? È quello di
difendere la libertà individuale ; e l'Autore lo fa col
calore e collo zelo del vero apostolo e con quella fi-
losofia ideale che tende alla perfezione . Il Viglietti è
ammirabile senza avere cercata la lode . »
Vendibile presso le Librerie Salesiane .
Cooperatori
1 Abbo P . Clemente - Finalborgo
(Genova) .
2 Addoli D . Fedele - Piacenza .
3 Agostini Card. Domenico, Patriarca
- Venezia.
4 Almasio Giovanni - Solbiello Olona
(Milano) .
5 Ansolmi-Gavroni Colomba - Va-
leggio (Genova) .
6 Antonini D . Giuseppe - Collefegato
(Aquila) .
7 Auranter D . Giuseppe, parroco -
Partschius (Tirolo) .
8 Ballarini D . Pietro - Venezia .
9 Balli Federico - Locarno (Svizzera) .
10 Beata vedova Giovanna - Ivrea
(Torino) .
11 Bellamoli D . Giacomo, capp. - Grez-
zana (Verona) .
12 Belletti D . Carlo, parroco - Monte-
Pastore (Bologna) .
13 Beltrami D . Pietro - Bertiniano
(Trento) .
14 Benciolini D . Francesco - Verona .
15 Benzoni D . Giacomo, parroco - Ger-
magnedo (Como) .
16 Bereano Bernardo - Occhieppo In-
feriore (Novara) .
17 Bettiga D . Luigi, Arcipr. V . F. -
Morbegno (Sondrio) .
18 Bianchini D . Giovanni, Arcipr. -
Roero Monteu (Cuneo) .
19 Biasi D . Candido - Sfruzzo (Tirolo) .
20 Blanzini D . Giuseppe, capp . - Braz-
zaco (Udine) .
21 Bononcini Margherita - Modena.
22 Brambilla Maria - Ravagnate (Como) .
23 Brero Domenica - Druent (Torino) .
24 Basi D . Giocondo, parroco - Poggio
(Bologna) .
25 Calvi Pelina veda Piatone - Genova .
26 Cambiavo Gaetano - Bolzaneto (Ge-
nova) .
27 Camurati D . Giovanni, arciprete -
Castelletto Merli (Alessandria) .
28 Cardinali D . Luigi, parroco - Altoè
(Piacenza) .
29 Castelli Giovanni - Bergoro (Mi-
30 Catltaanni oD). .Lorenzo, diacono - Cal-
darola (Macerata ; .
31 Cerruti D . Michele - Carignano
(Torino) .
32 Chilese Margherita veda Demarchi
- Vicenza.
33 Cognazzo D . Carlo, parroco - Ca-
sale (Alessandria) .
34 Cola Domenica - Cucino (Como) .
35 Cola Luigi - Cucino (Como) .
36 Combi Francesco fu Giorgio - Cre-
meno (Como).
37 ContiniD . Carlo, parroco - S. Pietro
all'Olmo (Milano) .
38 Corazza P . Antonio - Tramonto
(Padova) .
39 Corbolani Avv . Giordano - Brescia.
40 Cordero di Montezemolo comm . mar-
chese Ernesto - Genova .
41 Cova D . Giovanni, parroco - Ciri-
mido (Como) .
42 Cuciola Maria - Torino .
43 Cumirella D . Michele, canonico -
Caltanisetta .
44 Dallara Giuseppe - Bedonia (Parma) .
45 Della Riva di Fenile damig . Felicita
- Torino.
46 Della Volta D . Girolamo, Arcipr . -
Fossalta (Venezia) .
defunti nell'Aprile e Maggio 1892 .
47 Dematteis D . Emilio, Mans . Ap . -
Ascoli Piceno .
48 Deuina Biancone Adelaide - Torino.
49 Desolai D . Gaetano, V . For . - Bue-
cheri (Siracusa) .
50 Dico D . Antonio Maria - Cremona.
51 Donati Giuseppe Carlo - Torino .
52 Farina Giuseppe - Bobbio (Pavia) .
53 Feriali-Rocca Luigia - Milano .
54 Formica Margherita - Riva di Chieri
(Torino) .
55 Foschi P . Alessandro Agostino -
Mont San Martino (Macerata) .
56 Franzani Cristina - Carlazza Val-
solda (Como) .
57 Fornara Angelo - Lingotto (Torino).
58 Galassi D . Luigi, prevosto - Dorno
(Pavia) .
59 Galvagno Anna - Torino .
60 Gamba baronessa Anna nata Bom-
brini - Torino.
61 Gandolfo D . Pietro, prof. - S . Laz-
zaro Reale (Porto Maurizio).
62 Ganeli Giuseppe - Codogno (Mi-
lano) .
63 Garibaldi Angelo - Mengliano (To-
rino) .
64 Ganglio Bellingeri Delfina - To-
rino.
65 Ghiazza D . Giuseppe, prevosto -
Pralormo (Torino) .
66 Ghigna D . Giuseppe, prevosto -
Pont Tidone (Piacenza)
67 Giamò D . Raffaele, parroco - Ve-
nezia .
68 Gianoglio Vercellino Batt . fu Pietro
S . Martino Canavese (Torino) .
69 Gillino Giacomo, segr . comunale -
Ormea (Cuneo) .
70 Giordano Marianna veda Chiala -
Roma .
71 Giriodi di Monaster,lo conte Cav .
Carlo - Torino .
72 Gorgerino Carlo - Alpignano (To-
rino).
73 Graziosi Giuliano - Monte Colombo
(Forlì).
74 Grimaldi D . Marco, curato - Ter-
m avasa (Torino).
75 Gritti D. Stefano - Venezia .
76 Guglielminetti cav. Giacomo - To-
rino.
77 Gurgo D . Agostino - Biella (No-
vara).
78 Isnardi caus. Innocente cav. - To-
rino .
99 Lagofreddo Matteo - Tuoro (Bel-
lino) .
80 Lughis b . Michele, V. F . - Sala-
russa (Cagliari) .
81 Lugiato Carolina - Legnago (Ve-
rona) .
82 Manara D . Domenico - Bedonia
(Parma) .
83 Manichella Vincenzo, farmacista -
Orani (Sassari) .
84 Mantegari Bernardo - Martinengo
(Bergamo) .
85 Mazzardi D . Angelo, parroco - Of-
flaga (Brescia) .
86 Mazzarello D . Pietro detto Cino -
Mornese (Alessandria) .
87 Micheli D. Gerolamo - Casoni (Ve-
rona .
88 Missio Don Luigi - Dolegnano (U-
dine) .
89 Montalbano Canonico Giuseppe -
Girgenti
90 Nozero D . Michele - 8. Martino
(Torino) .
91 Ottonolli Gio . Battista, organista -
Campoligure (Genova) .
92 OsBals D . Antonio - Verona .
93 Paoli Don Bartolomeo - Serranda
(Austria) .
94 Parente D. Pietro - Apollosa (Be-
nevento) .
95 Parodini D. Vincenzo - Sarzana
(Genova) .
96 Pavesi D. Luigi, Arcipr . - Vilim
penta (Mantova) .
97 Pellegrino D . Giuseppe, priore -
Val di Pino (Genova) .
98 PedrazziniCipriano-Cucino (Como) .
99 Pezzi Don Gio. Battista - Piano
Porlefesa (Corno) .
100 Peroni nobile contessa Teresa -
Caprino Veronese (Verona) .
101 Prati Rosa - Barzù (Como) .
102 Pierantozzi D . Vincenzo, parroco -
Montenore (Ascoli-Piceno) .
103 Piloni Teresa - Roma .
104 Pittone D . Andrea - Pieve Favera
(Macerata) .
105 Pozzi Luigi, ex-droghiero - Torino .
106 Prati D . Gaetano, Arcipr. - Lusa-
rasco (Piacenza).
107 Pro Domenico Carlo - Camerota
(Girgenti) .
108 Quaglia D . Tommaso - Valenza
(Alessandria) .
109 Rebuffoni D . Martino, Arcipr . --
Marcheno (Brescia).
110 Riminucci D. Ezechiele, parroco -
S . Felice (Forlì).
111 Rota D . Domenico - Bergamo .
112 Saldano Francesco - Vercelli (No-
vara) .
113 Santhià Orsola nata Donato - Sa-
luggia (Novara) .
114 Sarajone Maurizio- Caresana (No-
vara) .
115 Savio Giuseppina - Alessandria.
116 Sciclema conte-La-Valletta (Malta) .
117 Squarcia D . Antonio, Arcipr . -
Scorzarolo (Mantova) .
118 Stocco D . Cesare, parroco - Ve-
nezia .
119 Taccone D. Antonio - Zara (Au-
stria) .
120 Tinetti Giovanni fu Antonio -
Silva (Torino) .
121 Tomatis Giovanni - Mondovì-Breo
(Cuneo) .
122 Tomiccioli D. Gaspare - Castel-
novo (Verona) .
123 Torchio Paola - Ceva (Cuneo).
124 Traversa D . Domenico - S. Giorgio
Scarampi (Alessandria) .
125 Trucco Suor Cristina, monaca Ago-
stiniana - Voghera (Pavia) .
126 Venturi Don Domenico - Cervia.
(Ravenna) .
127 Vignola D . Pietro - Verona.
128 Vignolo Michele - Torino.
129 Viola Giuseppe - Montanaro (To-
rino) .
130 Vischi Maria - Cucino (Como) .
131 Vischi Marta - Cucino (Como) .
132 Zanaboni D . Giuseppe - Lodi (Mi-
lano) .
133 Zancocchia can . Angelo - Calda-
rola (Macerata).
134 Zoppis Maria - Vinovo (Torino) .
135 Zucchi-Soligeri Don Ambrogio -
Piano di Carlazza (Como) .