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ANNO XVI - N . 4 .
Esce una volta al mese .
APRILE 1892
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO .
Il mese di Maggio .
Viva Mons . Riccardi!
Un segreto per diventar ricchi .
Notizie dei nostri Missionari - Un Salesiano che si
consacra alla cura dei lebbrosi nella Colombia .
Il viaggio di D . Rua in Sicilia .
Ai divoti di Maria .
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Conferenze Salesiane - Bagnacavallo e Bagnarola.
B. ibliografia
Cooperatori defunti .
IL MESE DI MAGGIO
Il 23 corrente Aprile, come gli al-
tri anni, nella Chiesa di Maria Au-
siliatrice in Torino si darà principio
al me se consacrato alla divozione della
gran Madre di Dio sotto il titolo di
Aiuto dei Cristiani .
Ricordiamo ai Cooperatori ed alle
Cooperatrici della città di Torino, che
assistendo divotamente alle funzioni
della Comunità che si tengono in det-
to tempio alle 5 1/2 ed alle 7 1/2 del
mattino, per concessione pontificia,
possono lucrare l'indulgenza di tre
anni .
Alla sera poi alle ore 7 1/4,dopil
canto d'una lode, si terrà un breve
discorso e si darà la benedizione col
SS . Sacramento . Nei giorni festivi
questo discorso avrà luogo dopo i ve-
spri alle ore 4 .
Noi invitiamo caldamente i Coope-
ratori e le Cooperatrici della città a
voler intervenire numerosi a queste
pie pratiche, ed esortiamo tutti gli
altri a volersi unire con noi in ispi-
rito e celebrare con divozione speciale
il mese di Maggio, per ottenere dalla
Santissima Vergine tutte quelle grazie
spirituali e temporali che ci sono ne-
cessarie .

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VIVA MONSIGNOR RICCARDI
Addì 27 di marzo, quarta domenica quale si offerse a Dio . « Il Papa mi
di quaresima, volgarmente chiamata in chiama, disse, e siete voi, o Signore, che
Laetare, perchè i sacerdoti incominciano mi chiamate? ed io andrò ! »
la santa Messa con le sacre parole di Queste semplici parole, ma piene di
S. Paolo : Fa festa, o sterile, vesti a gioia, eloquenza, e che rivelano la bella mente
o madre di molti figli ; la Chiesa di Torino e l'affettuoso cuore del novello Arcive-
cessava di essere vedova, e riceveva, tra scovo, misero in ogni cuore una santa
il grido dell'esultanza, chi veniva a se- impazienza di riveder presto le amabili di
dersi sull'augusta cattedra di S . Massimo, lui sembianze, e di fargli le più sincere
ed a dire a' suoi fi-
e calde espressioni
gli : Eccomi fra voi!
di rispetto, di a-
Ecco il nuovo vo-
more e di fedeltà.
stro Arcivescovo!
Ed il giorno in
Egli è Monsi-
cui egli apparve fra
gnor Davide dei
di noi fe' giocondi
Conti Riccardi, già
tutti i cuori catto-
Vescovo di Ivrea,
lici, fu quale rag-
e poscia di Novara,
gio di luce, che
il quale si annun-
squarcia le nubi
ziava già con pa-
accumulate sull'o-
role tenere e sa-
rizzonte da tante
pienti, quando si
miserie che ci as-
rivolse per la prima
sediano da tutte le
volta ai Torinesi,
parti . Felice To-
tracciando a se
rino se ascolterà
stesso la vita che
la parola del suo
s'impegnava di ve-
Arcivescovo!
nir a menare tra i
Noi intanto rin-
novelli suoi figli,
noviamo i sensi
cioè a diffondere il
della nostra illimi-
regno di Dio ; e co-
tata devozione ed
me agli antichi
obbedienza figlia-
suoi figli di Novara
le, e preghiamo il
svolgeva magi-
benamato nostro
stralmente la gran-
Arcivescovo di vo-
de e paurosa que-
ler gradire il fer-
stione dei ricchi e dei poveri, qui veniva a vido nostro augurio, . che la sua dimora fra
completare il magnifico suo argomento, e noi sia foriera di pace e di religione, e che
discorreva sulla missione affidata da Gesù tra le lotte, i contrasti, i dolori d' ogni
Cristo ai Vescovi e a tutti i Pastori di maniera che circondano in questi di la
anime . Dice in quella sua prima Lettera Sposa del Signore, Egli con la sua pietà,
Pastorale, che quando il Papa lo chiamò con la sua sapienza, coi nobili slanci del
a Torino, egli rimase confuso e come suo gran cuore, riesca a convertire ogni
sbalordito , trascorse la notte insonne . dolore in conforto, ogni lotta in trionfo .
Poi celebrò la santa Messa , dopo la Viva Mons . Riccardi l - Viva il Santo Padre Leone XIII!

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Uno dei piùUNSEGRTOPDIVNARCH gravi errori che siano al
mondo è l'opinione che hanno molti di
essere assoluti padroni di tutto il loro ,
sicché possano spendere, spandere e farne
quello che più lor piace, benchè volessero
per fasto gettarlo in mare . Questo è un
madornale errore, che, per quanto diffuso,
non cessa di essere altamente riprove-
vole ed inescusabile .
Quel Dio giusto , buono , sapiente e
provvido che ha creato i ricchi, ha pure
creato i poveri ; e , se ai primi ha dato
dovizie, ha loro imposto il dovere di sov-
venire i secondi . Nè qui trattasi solo di
consiglio, ma di stretta obbligazione .
Ecco con quali termini ne parla S . Ago-
stino : Tutto ciò che, eccettuato il vitto ed
il vestito conveniente alla propria condi-
zione, sopravanza, non si conservi pel lusso,
ma si riponga nel tesoro celeste . Il che non
facendo, diventiamo possessori dell'altrui (1) .
Il superfluo dei ricchi appartiene ai poveri,
ripete il Santo, i ricchi ritengono la roba
degli altri, se ritengono il superfluo (2) .
Tale è pure la dottrina di S. Giovanni
Grisostomo , S. Basilio , S . Ambrogio ,
S. Gregorio , S. Girolamo , S . Tommaso
e di altri innumerevoli autori, i quali
chiaramente insegnano, che non si fa altro
che il proprio dovere, quando si dà il
superfluo ai poveri .
Nè dobbiamo maravigliarcene . Iddio
avrebbe pensato a vestire il giglio del
prato con tanta gloria, a nutrire gli au-
gelletti innumerevoli che volano per l'aria,
a provvedere ogni vermicciuolo vilissimo
che striscia sul fango, e non avrebbe de-
terminato nulla pei poveri? Non è forse
egli padre uguale di tutti ? È forse in-
giusto Iddio, osserva S . Ambrogio, è forse
inconsiderato ?Ef-G orseimptn? iam-
mai ! - Adunque dobbiamo dire che an-
cora ai poveri abbia assegnata una con-
venevole entrata, da sollevare le loro
necessità, fondandola su quel superfluo
che si trovi nei patrimonii dei ricchi.
Quod superest, date eleemosynam. Sicchè,
quod superest , sia vitto , sia vestito , sia
( 1) Quidquid, excepto victu et vestitu rationabili,
superfluit, non luxui reservetur, sed in thesauro
coelesti, per eleemosynam reponatur . Quod si non
ecerimus, res alienas invasimus (Ser . 219 de temp .) .
(2) Superflua divitum, necessaria sunt pauperum :
possidentur aliena, cum possidentur superflua . (In
Os . 147) .
tutto ciò che si vuole, si deve ai poveri .
Il che interpretando, S . Tommaso scrisse :
Tutto il superfluo il Signore comanda che
si dia ai poveri (1) . E notisi che non dice
consiglia, ma : comanda.
L'elemosina quindi è precetto espresso
di Dio, ed è di tanto peso, che nel giorno
del giudizio l'eterno giudice, come attesta
l'Evangelo, lo rinfaccerà per primo alla
moltitudine dei reprobi. Anzi, qual pre-
cetto fu come questo tanto ripetuto, spie-
gato e raccomandato da Gesù Cristo ?
Pertanto, osserva S . Leonardo da Porto
Maurizio, se l'Evangelo non è un'inven-
zione degli uomini , ma contiene la dot-
trina del Divin Salvatore, guai a quelli
che potendo non fanno elemosina !
Fin qui il precetto e le divine minacce ;
ora veniamo al consiglio ed alle divine
ricompense . - Gesù benedetto il consi-
glio lo dava palesemente in quelle parole
riferiteci da S . Luca : Vendete ciò che pos-
sedete e fatene elemosina (2) . - Ed in San
Matteo : Se vuoi esser perfetto, vendi tutto
ciò che hai e dallo ai poveri, ed avrai tesoro
in cielo (3) .
Ma questo è troppo, dirà taluo, questo
è impossibile! No, o cari lettori, questo
è un fatto che ogni dì si ripete in seno
alla Chiesa cattolica . Invero , a mo' d'e-
sempio, tutti quelli che danno l'addio al
mondo per farsi religiosi non fanno forse
così ? Anzi, dopo aver impiegato quanto
posseggono, in eriger chiese ed oratorii,
aprire ospizi e missioni , alle medesime
consacrano la lor vita stessa, e non paghi
ancora, si fan violenza e con santo ardire
stendono la mano supplichevole per do-
mandare ancora l'elemosina altrui, facen-
dosi doppiamente poveri per amor di
Dio e del prossimo . Non ci dice nulla
questo esempio che vediamo coi nostri
occhi e tocchiamo con mano ?
Veniamo alle divine ricompense!
Iddio promette beni temporali (4), beni
spirituali, il perdono dei peccati, la perse-
(1) Omnia superflua Dominus iubet pauperibus
exhiberi .
(2) Vendite quae possidetis, et date eleemosynam
(Cap . 12) .
(3) Si vis perfectus esse, vende omnia quae habes
et da pauperibus, et habebis thesaurum in coelo
Cap 19
( 4) Qui dat pauperi non indigebit ; qui sequitur
misericordiam, invenit vitam ; eleemosyna ab omni
peccato liberat ; eleemosyna gratiam hominis quasi
pupillam conservabit ; eleemosyna est quae facit in-
venire misericordiam et vitam aeternam .

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veranza nel bene operare, che è il favore di
tutti i favori, e la vita eterna in paradiso .
Ma come potremmo qui riportare anche
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
solo la millesima parte di quanto leggesi
su tal proposito nella Sacra Scrittura ?
Ed a chi Gesù Cristo nel finale giudizio
Colombia .
rivolgerà il Venite, benedicti Patris mei, Un Salesiano che si consacra alla cura dei lebbrosi .
se non agli elemosinieri ? Ed aggiungerà:
Venite al possesso del regno che fu prepa-
rato per voi fin dal principio dei mondo (1) .
S. Agostino perciò, esponendo la dot-
trina biblica sulla elemosina, esclama : I
poveri sono come un terreno fecondo che su-
QUESTA una spontanea generosa ri-
soluzione presa dal nostro missionario
Don Michele Unia, di cui ora vogliamo
parlare un po' ampiamente . Le molteplici
bito produce il frutto di ciò che vi si se- corrispondenze avute a tal riguardo, che
mina. Il povero è la via del Cielo per la noi riportiamo integralmente, basteranno
quale si va al Padre (2) .
O ricchi adunque, o possidenti, apprez-
zate l'altissima vostra fortuna !
Deh! fate elemosina e meritatevi così
i tanti beni che Iddio vi ha promesso .
Sovvenite Gesù nella persona dei po-
verelli, sovvenitelo nei suoi sacerdoti ,
sovvenitelo nei suoi missionarii e nel
di per sé a dare una esatta notizia del
fatto e dell'ammirabile sacrificio di un po-
vero salesiano .
Giova per altro premettere come, l'anno
scorso, prima che ripartisse da Torino
D. Evasio Rabagliati, Direttore della Casa
Salesiana di Bogotà, D. Rua l'aveva incari-
popolo immenso d'infelici a cui questi cato di recarsi, appena arrivato in America,
consacrano la intera vita in mezzo a sa- al Messico, per vedere di conchiudere
crifici e stenti inauditi .
O ricchi elemosinieri, anime generose,
apostoli di provvidenza, quanto è sublime
la vostra impresa qua in terra, quanto
son ammirabili quei passi apportatori di
conforto, e quelle mani che asciugano
tante lacrime ! O voi tutti che avete un
cuor pietoso, Gesù vi ringrazia, tenera-
mente vi ama, vi benedice e vi ricambia
l'accettazione di una Casa, che in quella
capitale sorge da qualche anno per i figli
di Don Bosco, sotto il nome di Salesiana .
Don Rabagliati , giunto a Bogotà, vi
trovò tanto da lavorare nella chiesa della
Vergine del Carmine a noi affidata, che
giudicò quasi impossibile assentarsi an-
che solo per poche settimane, senza grave
co' suoi ineffabili doni. E gl'infelici da detrimento di essa chiesa . Scrisse quindi
voi soccorsi che faranno essi ? Ogni dì a D . Rua che lo volesse scusare, se dopo
con la eloquenza della loro preghiera e
delle loro opere parleranno a Dio per
voi. In vita, in morte e quando già sa-
rete nella vostra eternità, Iddio contem-
plando il frutto delle vostre beneficenze,
che come onda incessante si verseranno
ancora sui poveri, contemplando le opere
del sacro apostolato a pro della gioventù
alcuni mesi non aveva ancora ottemperato
a' suoi ordini, e, giacchè egli non si vedeva
tanto prossimo il momento di potersi muo-
vere, lo pregava a voler differire di qualche
anno questa gita al Messico, oppure ne
trasmettesse l'incarico a qualche altro con-
fratello .
abbandonata e dei derelitti selvaggi dalla D . Rua, approvate le esposte ragioni,
vostra carità largamente sostenute, vi rispondeva esonerando bensì D . Rabagliati
accoglierà festante nel suo immenso cuore
e vi cingerà il capo di diadema immortale .
Ricordatelo, o ricchi, nè più vi cadano
di mente queste parole : voi col denaro
avete la chiave di ogni cosa terrena e
ponendola in mano ai poveri, questi vi
apriranno il Cielo .
del mandato, ma a condizione che vi in-
viasse in sua vece D . Michele Unia, che
come Prefetto della Casa poteva facil-
mente essere supplito da altri per un po'
di tempo. E nel caso che potesse combi-
nare per l'accettazione, vi si fermasse in
qualità di Direttore aspettando i neces-
(1) Possedite paratum vobis regnum a constitu- sari aiuti da Torino, donde pure sareb-
tione mundi .
bero partiti altri rinforzi per Bogotà .
(2) Foecundus est alter pauperum, cito reddit do-
nantibus fructum . Via Coeli est pauper, per quam
venitur a d Patrem (De Verbo Dom .) .
Mentre questa risposta tragittava l'O-
ceano, ci giunsero le due lettere seguenti :

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Inspirazione e generosa risoluzione .
Bogotà, 18 agosto 1891 .
REV .MO SIG . D . RUA,
I L Signore mi ha fatto degno de' suoi ce-
lesti favori ! È una grazia segnalatissima
che Iddio concesse al suo povero servo Don
Unia, inspirandogli di dedicarsi alla cura
spirituale di un numeroso drappello di po-
veri lebbrosi, confinati fra i monti di questa
Repubblica, perchè non avessero ad im-
pestare gli altri mortali, da' quali sono quasi
lasciati in un totale abbandono .
Poveri infelici ! In numero di più di sei-
cento , esiliati ciascuno dal proprio paese,
giaciono nel Lazzaretto di Agua de Dios, di-
stante da Bogotà tre giorni di cammino, di-
menticafodparentiglmc,
i quali si vergognano persino di scrivere
loro, e, quel che è più doloroso, mancanti
di sacerdote e quindi destituiti dei religiosi
conforti, gli unici che possono in mezzo ai
lunghi tormenti recare qualche consolazione
all'addolorato ed avvilito loro cuore .
Pensando a questi poveri disgraziati , mi
brillò alla mente e più ancora al cuore una
felice idea .. . - E se dovessi andarci io tra
loro ?.Di-subtomeniscru
non so che di spavento per la persona , ma
poi all'istante mi feci tranquillo e volli pen-
sarci . Pensai, pensai e ripensai . . . l'idea di-
venne più forte, più insistente . . . pareami di
agevole realizzazione, perchè il mio Diret-
tore acconsentisse a, lasciarmi partire . I soc-
corsi personali venuti quest'anno da Torino
mi davano a sperare . . ., esposi quindi la cosa
a D . Rabagliati . A tale proposta egli inor-
ridisce, direi, e . . . - Se si trattasse di me ,
mi dice, acconsentirei senza esitare, ma
esporre la persona d'un confratello ad evi-
dente pericolo di non lontana morte, nol farò
certamente .
- Ma non si tratta già di espormi, si
tratta solamente ch'ella accondiscenda, cioè
mi permetta di seguire l'interno impulso del
mio cuore .
A questo mio parlare egli tacque, si fece
molto pensieroso, poi soggiunse : - Pensaci
bene prima di decidere .
- Ma ci ho già pensato abbastanza .
- Non monta ; pensaci ancora qualche
settimana e poi ci parleremo .
Ma io non poteva star tranquillo , ogni
giorno era dal mio Direttore a parlargli de'
lebbrosi di Agua de Dios . Finalmente egli
mi disse : - Basta, se ti senti tauto co-
raggio, io non posso impedire che tu vada
tra quegli infelici . Ma quando credi di an-
dare? Presto?
- Ben inteso, anche subito
- Ebbene, io ti permetto di andare a con-
solare i lebbrosi di Agua de Dios e di rima-
nere fra loro, finchè il mio e tuo Superiore,
il sig . Don Rua, non risponda altramente .
Iddio benedica la tua generosa risoluzione .
La notizia come un lampo si sparse per la
città, e tosto mi vedo arrivare una lettera
dalla Curia, colla quale canonicamente sono
eletto cappellano di Agua de Dios . È questa
una conferma che Iddio colà mi chiama! Una
moltitudine dì amici, tutti impensieriti ven-
gono a trovarmi, mi credono quasi pazzo, cer-
cano di dissuadermi, ma si accorgono che la
mia testa è veramente dura . E allora spe-
cialmente i medici a suggerirmi chi una pre-
cauzione, chi un'altra, un mondo di consigli
che io vedrò sul luogo di mettere in pratica,
se mi sarà possibile .
Prima di partire scrivo a lei, sig . D . Rua,
pregando che non voglia contrariare questa
mia decisione, la quale io credo fermamente
che mi sia stata inspirata da Dio . Non pensi
alla vita mia, no ; userò tutti i riguardi
che lui suggeriscono questi buoni amici, userò
quelli che l'esperienza stessa mi può inse-
gnare, e se poi Iddio vorrà che io sia col-
pito dal fatal morbo, Egli che mi chiama mi
darà la pazienza a sopportarlo ed io ne andrò
lieto e consolato di aver recato qualche con-
forto a quei poveri infelici . Sono anime an-
ch'esse redente dal sangue di Gesù Cristo,
anime più disgraziate di quant'altre sianvi al
mondo, perchè, oltre al soffrire materialmente
e moralmente, sono pure abbandonate dal
sacerdote, non altrimenti che i poveri sel-
vaggi della Terra del Fuoco .
Di questa settimana mi metterò in viaggio
e pei primi di settembre spero di poter ce-
lebrare in mezzo ai lebbrosi di Agua de Dios.
Appena sarò colà giunto, le darò notizie di
me e di quei miei nuovi amici . Là attenderò
la sua risposta, che spero sarà affermativa .
Intanto mi benedica e preghi pel suo po-
vero ma
Aff m° figlio in G . e M.
Sac. MICHELE UNIA .
Arrivo tra i lebbrosi . - Prime impressioni
Agua de Dios, 28 agosto 1891
REV .Mo SIG . D . RuA,
CHI sa quale impressione avrà prodotto
nell'animo suo la mia lettera del 18 corrente,
coll'improvvisa inaspettata notizia? D . Unia
tra i lebbrosi . . .! Eppure già da due giorni
mi trovo in mezzo a loro e ci sto bene .
Che bella posizione! Il lazzaretto di Agua
de Dios è circondato da monti e colli deli-
ziosi : folte boscaglie, verdeggianti praticelli
rallegrano lo sguardo tutt'all'intorno ; son
luoghi davvero incantevoli ! Vi sono estese
vallate che sarebbero pur fertilissime, se fos-
sero coltivate ; ma che? nessuno cerca di
venire da queste parti, si ha paura della
lebbra. Anche in America, a Bogotà stessa,

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che è poco distante da tanti infelici infetti
di questa peste, parlare di lebbra, Ave Maria!
si rabbrividisce, si ha spavento, non si vuol
sentire . Chi viene in quest'ostello è oggetto
della pubblica abbominazione . Per questo non
sarà tanto facile ritornare a Bogotà ! Un
viaggio poi di tre giorni di-mula, fra burroni
continui e con un sollione da abbrustolire ,
non è troppo attraente per mettere indosso
voglie di passeggiate ; del resto temerei di
dover fare ogni volta almeno quaranta qua-
rantene prima di penetrare fra le mura !
finità di piccole bandierine ; poi un drappello
di giovanette bianco-vestite con palme e fiori
in mano, che cantavano inni di lode e di
benedizione a Dio che loro mi mandava . Fu
una scena che mi commosse fino alle lagrime !
Ma uno spettacolo ben straziante mi ebbi
quando andai a visitare quelli che stanno
coricati nel lazzaretto . Poverini ! Sono più
di cinquanta, che non hanno quasi più forma
umana . Coloro che sono presi in piena re-
gola da questa spaventosa malattia sono co-
perti da capo a piedi da piaghe schifose
Per venire in questo paese del dolore ebbi
un viaggio felicissimo . Al mio arrivo questi
poveretti erano tutti in movimento . Eran le
11 del mattino, l'ora più calda del giorno ,
con un sole cocentissimo ; coloro che non
tengono il letto, chi a cavallo , chi a piedi
vennero ad incontrarmi a bella distanza fra
questi boschi . Poi, sempre più avvicinandomi,
incontrai un centinaio di ragazzini, tutti giu-
livi e vestiti a festa, che sventolavano un'in-
ributtanti, si potrebbero chiamare scheletri
vivi in putrefazione . Chi è senza braccio ,
chi senza mano, chi senza piedi, chi senza
naso e chi senza orecchie, a brani a brani
cascano le carni ... ! Ed in quest'orribile
stato mi dicono che perdurano anche una
diecina di anni . Poveri infelici !
A tal vista per la prima volta io mi
sentii una stretta al cuore e mi rimasi come
di sasso . Ma questi, infelici al mio passaggio

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pareva si sentissero rinvigorire, dai loro
volti traspariva un non so che d'insolito in
chi soffre e orrendamente, il sorriso sulle
labbra, i movimenti vivaci degli occhi , il
gestire di qualche tronco di membra impia-
gato, tutto mi dava a conoscere ch'erano
contenti della mia venuta . Mi sentii anch'io
quindi consolato, mi feci animo e rivolsi a
ciascuno un saluto speciale . Non ci volle
altro . Come meglio potevano, e colla parola
e cogli occhi e colle mani e colle braccia ,
tutti mi attestavano la loro profonda ricono-
scenza .
O anime belle, anime che soffrite, vi com-
prendo. Io starò con voi . Per questo son
venuto, per condividere con voi le vostre
pene, i vostri dolori, per incoraggiarvi a
sopportare con pazienza la vostra sventura,
per recarvi le consolazioni del Cielo . No ,
spero di non più dipartirmi da voi .
E che cosa faccio io ora in questo lazza-
retto? Bisogna sapere che tra lebbrosi, con-
valescenti e sani vi sono più di mille e due-
cento abitanti . Io sono sacerdote e solo . Avrò
dunque da attendere a tutte queste anime,
celebrare la S . Messa, amministrare loro i
SS. Sacramenti e consolare i poveri soffe-
renti visitandoli più volte al giorno . Di più,
ci sarà da catechizzare un bel numero di
fanciulli, ed in questo mi varrò anche del-
l'aiuto di varii signori infermi ben istruiti,
perchè da me solo non basterei . Tra tutto del
lavoro credo non me ne mancherà e potrò
passare lietamente la mia vita anche nel
lazzaretto di Agua de Dios .
Ma, e se mi colpisce la lebbra? Dio nol
permetta! Ma se a lungo andare avrò a sot-
tostare anch'io a tale malattia, sia pure . Se,
con mio gran dolore, non potrò più celebrare
il s . Sacrifizio, mi sarà tuttavia possibile
confessare e consolare queste anime anche
coperto dalle piaghe .
Intanto io vivo allegramente tra i lebbrosi .
Èverochsfunpo'erilcmatop
caldo : è periodicamente dai 30 ai 35 gradi
centigradi ; ma a questo mi ci abituerò , e
spero coll'aiuto di Dio di potermi mantenere
sempre degno figlio di Don Bosco e di lei,
rev.m° sig . D . Rua, anche in questa nuova
occupazione . A questo fine prego io e faccio
pregare da questi poveri infermi, le cui ora-
zioni confido siano bene accette al Signore .
L'abitazione che qui mi hanno assegnata,
separata dal resto delle case, consiste in due
camerette a pian terreno, come sono tutti gli
altri palazzi, e coperte di foglie di palme,
da cui facilmente può passarci la pioggia ;
ma col caldo che si soffre un po' di fresco-
lino non potrà far male . Hanno pure messo
a mia disposizione un buon ragazzetto, che
due volte al giorno mi porta di che cibarmi,
precisamente come il corvo faceva col santo
eremita . Il pane è sempre duro, perchè qui
non se ne fa e quel che si vede arriva da
Bogotà . L'acqua poi - contraddizione col
nome del paese - pare acqua d'inferno : si
fa venire ad un'ora di distanza sulla schiena
degli asini e con un calore di 35 gradi .È
un piacere a berla! Ora stanno apparecchian-
domi una piccola cucina, e allora il ragaz-
zetto si fermerà meco in qualità di cuciniere .
Se, ella, sig . Don Rua, me lo permette, chia-
merò questa la Famiglia Salesiana tra i leb-
brosi di Agua de Dios .
Rev.mo sig. Don Rua, io termino, ripo-
nendo nuovamente tutta la mia fiducia nella
gran bontà del suo cuore, che vorrà appro-
vare la risoluzione da me presa, e proverà
piacere nel sentire che ora questi infelici
godono dei necessari conforti religiosi.
Mentre le protesto i sensi della intiera mia
sottomissione ai suoi ordini , la prego a vo-
lermi sempre considerare quale fui di lei
Dev .m° Obb .m° figlio in G . C .
Sac . MICHELE UNIA.
D . Rabagliati, ricevuta la sopraccennata ri-
sposta di Don Rua, credendo l'avesse emessa
dopo essergli pervenuta la prima di queste
due lettere, colla quale era pure complicato
un suo biglietto a favore di D . Unia e dei
lebbrosi, senz'altro comunicò a D . Unia l'or-
dine superiore di partire per il Messico . A
tale annunzio universale fu il cordoglio. D .
Unia, amareggiato nel più profondo dell'a-
nimo, sottoponendosi all' obbedienza che
piace a Dio più del sacrifizio, si disponeva a
partire . Ma non si rassegnavano così facil-
mente i poveri infermi, i quali tosto si rivol-
sero a D . Rua colla supplica seguente che
noi traduciamo in italiano :
Supplica dei lebbrosi
REV .MO SIG . DoN MICHELE RUA,
Superiore della Pia Società Salesiana .
Torino .
LA civilizzazione cristiana trasformando la
faccia del mondo, prodiga al nuovo conti-
nente incomparabili benefizi:essa ha con-
dotto da oltremare una parte della Pia So-
cietà Salesiana alla Colombia per il progresso
della patria e come dono speciale dell'Altis-
simo per sovvenire allo sfortunato ed al bi-
sognoso .
Inspirato dalla Provvidenza e mosso dalla
carità, uno degli egregi membri di questa
Comunità, ìl M . R . D . Michele Unia, si di-
resse a questo lazzaretto con l'alto propo-
sito di esercitare il santo ministero in questo
asilo del dolore .
Dal giorno avventurato del suo arrivo a
questo stabilimento, pare che siasi operata
una metamorfosi salutare e che noi abbiam
ricevuto vita novella . Questo Sacerdote,
che ha tesoreggiato nella sua anima e nel

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suo cuore virtù eccelse , le mette in pratica
con una dolcezza patriarcale per consolare
ed incoraggiare il disgraziato . La sua anima
angelica ed il suo cuor grande cercano il
luogo dove il dolore si rinviene nelle sue
supreme manifestazioni, perchè qui egli si
trova nel suo elemento, esercitando la carità
con amore evangelico, procurando consola-
zioni e dolcezze agli afflitti .
Il nome del Rev . D . Michele Unia è simbolo
di amore e di carità, si pronunzia con tenera
compiacenza e venerazione fino nella più
umile capanna ; in Bogotà , capitale della
Repubblica, egli è tenuto come un eroe che
offre la sua vita sull'ara della carità, è am-
mirato da tutti, e non andrà guari che la
fama di questo pio sacerdote sarà universale,
perchè la virtù in grado superlativo merita
d'esser conosciuta in tutto l'orbe , come la
luce del sole irradia tutto il globo .
Siccome in Bogotà egli andava cercando
ove potesse esser più utile e recare maggior
giovamento all' umanità afflitta , informato
che in quest' asilo il dolore riuniva le sue
vittime , subito si diresse a noi per esser il
nostro Angelo tutelare ; qua venuto, scelse
ancora ove maggiormente si facesse sentire
il peso della sventura, e trovò l'ospedale,
che ora è il luogo di sua predilezione, per-
chè visita gl'infermi tre volte al giorno, loro
offre il santo sacrifizio al lunedì e ammini-
stra i Sacramenti con santa unzione e con-
sola ed esorta alla rassegnazione con amore
tutto paterno .
Ci sorprende il suo disinteresse, e la nes-
suna importanza che dà al sacrifizio im-
postosi nel venir al lazzaretto, e alle priva-
zioni cui si è sottomesso, come pure la intre-
pidezza d' animo con cui mira l' infermità
fino ne' suoi ultimi periodi .
In nome della imperiosa necessità che l'a-
nima sente di fortificare le sue credenze e
di coltivare le buone disposizioni di che fu
dotata e per mezzo della pratica di esse av-
vicinarsi sempre più al Creatore , le chie-
diamo umilmente che, come Superiore della
Pia Società Salesiana, lasci al lazzaretto il
nostro degnissimo Cappellano , perchè con
profondo dolore abbian saputo che si vuole
far ritornare a Bogotà per supplire quel Su-
periore, D . Evasio Rabagliati .
Togliendosi di mezzo a noi il R . D . Unia.,
con lui svanirebbero le nostre più care spe-
ra;nozieslmpùdntiluso
certi che con la sua permanenza questo luogo
progredirà notevolmente, perchè la Socie-
tà , come pure il Governo e la Giunta Ge-
nerale di Beneficenza che eresse questo
stabilimento, sono disposti ad accettare tutte
le indicazioni che egli darà per migliorare
la nostra triste condizione .
Dobbiamo farle presente che oggi il Reve-
rendo D . Unia è il conforto di 620 sventu-
rati e che fra poco lo sarà di 1500 che il
Governo ha deciso di riunire in questo luogo .
Noi nutriamo fiducia nel retto suo criterio
e nella pietà dell'animo suo, che accoglierà
favorevolmente la nostra supplica, e, giacchè
non abbiamo la sanità del corpo, ci si con-
cedano almeno le consolazioni dello spirito,
per aver il piacere di benedire ai nostri be-
nefattori .
Imploriamo l'indulgenza e la bontà del
suo cuore per la nostra importunità e con
rispetto ci sottoscriviamo suoi ammiratori ed
amanti figli
Repubblica della Colombia, Lazzaretto di Agua
de Dios, 17 ottobre 1891 .
Angelo M . Gaitàn R ., Antonio Gutierrez
Perez, Cesare E . Rosas, Raffaele Sal-
gar, Dario Forero, Alessandro Rondé-
ros, Alessio Gareia, Pietro Galvis, Eu-
doro Valdez, Crisostomo Battista, Gesù
Bernaby, Telesforo Rosas, Giuseppe
M.. Aya,EustchioM Sanchez, Ne-
mesio Lée, Eladio Parra M ., Ignazio
Santos, I. Duarte, Daniele Ni eli, Elia
Qniiiones P ., Imperatrice Quiñones,
Rinaldo M . Lée, Clementina Quiñones,
Demetria Quinones, Gioachino Bravo,
Emilia Moreno, Federico Neva, Ga-
briele Ruiz C ., Eraclio Forero F ., Le-
tizia, Franco G ., - Teresa Franco G .,
Aurelia C . Ruiz, Giuseppa Q . de Fo-
rero , Raffaella Soto , Carlo Zavarro,
Enrico Aquilera, Fidelia G . de Valdez,
Gesìl Feleche C ., Giuseppe Al . Mon-
tero , Francesco Borrar S ., Tommaso
D . Sanchez, Giuseppe Enrico Parra,
Emilia P . de Bernal, Mercede P . de
Sanchez, Maria di Gesù Guevarez, Dio-
nisio Arnos B ., Feliciana Fajarolo de
Gonzalez , Gesù Torres , Ramona Me-
dina, Mercede Medina, Enrico Barrera,
Cesare Bernal, Ramona Veragas, M . di
Gesù Ramirez de R .
D . Unia per altro, prima di lasciare questi
poveri infermi che già aveva incominciato
ad amare, si faceva un dovere di scrivere al
suo Superiore in questo modo
Il figlio dell'obbedienza.
Agua de Dios, 14 novembre 1891,
Rev.mo SIG. D. RUA,
RISPONDo alla sua, che mi ordina di
partire pel Messico .
Sono figlio dell'ubbidienza, e quantunque
sarà doloroso partire da questo luogo, pure
venero i suoi comandi e di buon grado mi
sottometto .
Sì, partirò da' miei lebbrosi, puzzolenti,
schifosi, orribili all'aspetto, ma pur sempre
cari al mio cuore, perchè hanno un'anima
che sente, che ama e che soffre . Poveri in-

1.9 Page 9

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fermi ! quanto si mostrano sollevati nei loro
I poveri lebbrosi, visto che D . Unìa anche
dolori alla mia presenza, quanto consolati suo malgrado aveva deciso di lasciarli, dieci
dalle povere mie parole, essi che sono da giorni prima della partenza, per iscongiu-
tutti dimenticati, persino da coloro cui van rare il pericolo , vollero interporre Nostra
legati coi sacri vincoli della più stretta pa- Signora del Carmine, consacrando a Lei un
rentela ! Ma pure io debbo lasciarli, l'ubbi- solenne novenario di preghiere e comunioni .
dienza lo vuole .
Nello stesso giorno, per implorare più presto
Sì, partirò ! Il distaccarmi da questi po- il favore, inviavano a D . Rua il telegramma
veri infermi costerà lagrime a me non solo seguente
che ho cominciato a portar loro affezione,
ma più che tutto a loro che si vedranno in
me partire colui che loro porgeva i più dolci
RUA - Torino .
Preghiamola lasciarci Unia cappellano Laz-
conforti della religione cattolica, che è come zaretto Risponda.
un balsamo al cuore di chi soffre . Ma, pa-
INFERMI .
zienza ! siamo nella valle del pianto e nel
paese dei dolori !
Intanto anche da Bogotà si inviavano sup-
Partirò ! E per rendere meno amara la mia pliche a D . Rua allo stesso intento :
partenza a questi sofferenti, lascierò loro una
speranza . Dirò che, visitato il Messico, fra
pochi mesi ritornerò fra loro e ci starò per
La Società di S . Lazzaro a favore dei poveri lebbrosi .
sempre. Non vorrà mica il mio amatissimo
Bogotà, 25 novembre 1891 .
D . Rua farmi mancar di parola . Combinate
le cose per la Casa di Messico , col perso-
REV . mO SIGNORE
nale necessario manderà bene da Torino AL sapersi qui l'ordine della S . V . R . ma
anche un Direttore, ed io me ne ritornerò a che comanda all'amato D . Unia di recarsi
consolare i miei cari lebbrosi .
nel Messico, tutta questa città si è profon-
Partirò ! ma quando? Se dovessi ascoltare damente commossa, come ferita da un colpo
il mio cuore o le voci supplichevoli di questi il più crudele ed inaspettato .
ammalati, non verrebbe mai il momento . Ma Prima di passar innanzi, deve sapere la
l'ubbidienza vuole che io parta, ed io par- S. V . R .ma che la misera posizione, in cui
tirò . Mi permetto una dilazione per un inca- si trovavano i mille e più lebbrosi che soavi
rico sovraggiunto alla cura dei lebbrosi . È nei due Lazzaretti di questa Repubblica, era
la parrocchia di Nilo distante tre ore di ca- giunta a tal punto , che, penosamente im-
vallo che l'Arcivescovo mi ha accollato , pressionati tatti i cuori caritatevoli, in pochi
dove vado a celebrare, predicare ed ammi- giorni si formò una Società denominata di
nistrare i Sacramenti una volta ogni quin- S . Lazzaro, la cui continua occupazione si è
dici giorni . Domenica scorsa avertii quegli di raccogliere soccorsi e cercare conforti per
abitanti che mi sarei colà recato il giorno 22 questi esseri destituiti di ogni bene terreno .
corrente e mi sarei fermato tre giorni per La 3a Sezione di detta Società si compone
celebrare la Commemorazione de' morti , fun- di signore, tra cui figurano le dame più ri-
zione solenne e commovente, alla quale pren- spettabili della città . Tutte, e siamo già due
dono parte tutti coll'accostarsi ai SS. Sacra- mila, ci dirigiamo alla S . V . R .ma per sup-
menti . Colà avrò da benedire anche alcuni plicarla nel modo più insistente, che voglia
matrimoni. Passati quei giorni, mi licen- revocare l'ordine e disporre che Don Unia,
zierò pure daì poveri lebbrosi di Agua de quest'apostolo inspirato dalla più sublime
Dios . Sarà un momento straziante , ma la carità, che oggi è l'unico conforto dei nostri
santa obbedienza mi darà forza a farmi vio- poveri lebbrosi, rimanga tra loro, a lenire
lenza e superare ogni assalto . Ritornerò a gli atroci loro dolori, amministrando i santi
Bogotà, di là andrò a Messìco, ma il mio Sacramenti e preparando quotidianamente
pensiero e il mio cuore saran sempre tra una moltitudine di anime, che senza il suo
queste anime che lascierò nella desolazione . aiuto si perderebbero per sempre, ma che,
Rev.mo signor Don Rua, io partirò di qua, grazie a lui, potranno, in un giorno non lon-
ma persuaso di presto ritornare . I lebbrosi, tano, presentarsi pure al cospetto del Su-
ecco la mia missione, ecco ciò che Dio mi premo Datore dell'eterna beatitudine .
ha assegnato, ecco ciò che ella non vorrà Forse alla S . V . parrà un po' strano che
negarmi .
qui noi troviamo solo D . Unia per disimpe-
Con questa speranza in cuore, di nuovo gnare la cristiana missione che egli con eroica
la prego a volermi sempre tenere per suo abnegazione si è addossata . Dobbiamo perciò
dirle che sventuratamente il clero qui scar-
Um .m° Obb .mo figlio
Sac . MICHELE UNIA .
seggia a tal segno, che a mala pena si trova
per la cura delle anime nelle parrocchie più
numerose, di quest'Archidiocesi, sicchè, mal-
grado del suo zelo e della molta attività,
sonvi popolazioni che mancano dell'istruzione
e dell'assistenza del sacerdote .

1.10 Page 10

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Conoscendo l'immensa carità che trabocca
nel cuore dei figli del grande e venerabile
Don Bosco, speriamo con fiducia che la
S . V . R.ma ascolterà le lamentevoli grida dei
seicento lebbrosi del Lazzaretto di Agua de
Dios e le rispettosissime suppliche delle sue
figlie in G . C., le quali portano tanto affetto
all' Istituzione Salesiana e chiedono alla
S . V . R . ma che voglia perdonare alla mole-
stia che le arrecano, mosse solo dall'impor-
tanza e gravità dell'assunto che ripongono
nelle sue mani .
In nome delle duemila signore che com-
pongono la 3a Sezione della Società di San
Lazzaro , ci soscriviamo sin d' ora della
S. V . R .ma riconoscentissime figlie
La Presidente
ORTENSIA L . DE SUAREZ .
La Segretaria
GIUSEPPINA OSPINA DE C'LEARY.
D . Unia aveva fissato di partire per Bo
gota la Domenica 29 novembre . Quel giorno,
com'egli ci scrisse poscia , accaddero scene
veramente strazianti. Con autorizzazione del--
l'Arcivescovo, D . Unia nei giorni festivi ce-
lebrava due Messe . Quel mattino nella prima
distribuì numerosissime Comunioni ; dopo la
seconda, benedì un nuovo quadro di S . Laz-
zaro, ricordo del suo primo soggiorno in mezzo
ai lebbrosi . Ritirandosi in sacristia , fu uno
scoppio generale di gemiti, pianti, grida ed
urli . . . pareva rovinasse la chiesa . Don Unia,
per far cessare quella scena dolorosa e tran-
quillizzare quelle anime afflitte, rientrò in
chiesa e rivolse due parole non di addio ,
ma di saluto, assicurandoli che presto sa-
rebbe tornato tra loro . Ma essi volevano
sentire ciò che egli non poteva dire, che
cioè non sarebbe partito ; raddoppiarono
quindi le voci supplichevoli, lo seguirono in
sacristia, in casa, dovunque, non lo lascia-
rono più un momento . Quelli che non pote-
vano muoversi da letto , si fecero portare
fuori dalle case, lunghesso la via che doveva
percorrere per partire, e là con un sole cocen-
tissimo a gridare pietà, misericordia, non ci
abbandoni, si resti con noi . . . Qual fosse la
commozione del povero Don Unia, non ci è
possibile esprimere : non una lagrima scor-
reva dal suo ciglio, ma sì dentro era impie-
trito . Insellata la mula, salutando a destra
ed a sinistra, come meglio gli è possibìle,
egli si incammina alla volta di Bogotà . Una
innumerevole moltitudine lo segue, sempre
gridando che non li voglia abbandonare . Ed
egli, quasi conscio dell'avvenire, a tutti dice
arrivederci!
Le voci di questi infelici già avevano
strappato un sì dal cuore di Don Rua, e
Don Unia, non appena sarà a Bogotà, rice-
verà formale permesso dal suo Superiore di
consacrarsi alla cura dei poveri lebbrosi e
potrà quindi davvero rivederli come il cuore
gli presagiva avanti di lasciarli .
Il viaggio di D . Rua in Sicilia .
Avevamo intenzione di scrivere qualche
cosa sull'ultimo viaggio che il nostro vene-
rato Superiore fece testè in molte Case d'I-
talia, ma poi la materia ci crebbe tanto fra
le mani, che abbiamo dovuto risolverci di
farne un solo cenno e ben rapido, più a
guisa di ringraziamento che di racconto . Di
fatto, come sarebbe possibile?
Non possiamo però tacere d'un'udienza che
ebbe la fortuna di avere dal Santo Padre
Leone XIII, nostro insigne e benevolo pro-
tettore. Bella e felice coincidenza!
Mentre il mondo era rattristato per alcune
notizie che certa gente spargeva sulla pre-
ziosa salute di tanto Pontefice, D . Rua aveva
l'invidiato onore di prostrarsi all'augusta sua
presenza, e presentargli i suoi voti ardenti e
quelli della numerosa schiera de' Coopera-
tori, Cooperatrici e giovani a noi affidati . E
qui ci piace soggiungere come D . Rua ebbe
la consolazione di sentire dall'augusto labbro
del Vicario di G . C . parole di conforto per
le nostre Missioni ed una speciale benedizione
per tutti i Cooperatori e Cooperatrici delle
Opere Salesiane .
Da Roma il nostro Superiore si recò quasi
direttamente in Sicilia, dove non erasi ancor
portato dopo la morte di Don Bosco . Colà
lo aspettavano molti amici e Cooperatori, e
noi non riusciremmo a dire metà di quanto
colà si fece per onorare Don Rua e per mo-
strargli la loro affezione . Si portò a Marsala .
Questa città, così celebre per la fertilità del
suolo, ha provato ciò che disse il poeta, che
ogni terra « simili a sé gli abitator produce! »
Colà trovò fede, slancio, entusiasmo per le
opere di carità appena immaginabile . Alcuni
preti, col desiderio di provvedere al bene
della gioventù, che vedevano esposti al male
per mancanza di istruzione e di mezzi di
sussistenza, si raccolsero insieme, fabbrica-
rono un piccolo edifizio, vi chiamarono i più
bisognosi fra gli orfanelli, e poi pregarono
Don Bosco, che li volesse adottare ed unire
alle molte sua Case . Era riservato a D . Rua
accogliere la generosa domanda . Quando ar-
rivò in quella città, erano ad aspettarlo al-
cuni signori, che vollero aver l'onore di con-
durlo alla casa con le loro carrozze patro-
nali . Si abbiano quei cortesi tutta la sua e
la nostra riconoscenza .
Alla conferenza colà tenuta narrò come
Don Bosco ebbe sempre di mira di fare che
le forze di molti lo aiutassero a compiere le

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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belle imprese che Dio gli aveva messo in animo
di fare . Ci piace di qui riprodurre una sola cir-
costanza . « Parve anzi, disse D . Rua, che in lui
fosse come un mezzo suggeritogli dalla Provvi-
denza . Quando giovinetto ebbe a vestirsi da
chierico per andare al Seminario di Chieri,
si ha memoria, che uno gli provvide il cap-
pello, un altro la veste, un altro il mantello,
e perfino ci fu chi gli procurò il fracco, che
a quei tempi i nostri sacerdoti portavano,
specialmente in estate . Così i Cooperatori
nacquero con lui fin dal principio della sua
carriera . » Questo pensiero animò quei buoni
nostri amici, e se già fecero per il passato
per la loro Casa della Provvidenza, com'è
chiamata quella fondazione, molto più faranno
nel tempo avvenire .
Da Marsala si andò a posare in Catania,
e ciò che egli fece e come l'Opera progre-
disce, già si disse nel Bollettino di marzo .
Dalle lettere che noi abbiamo ricevute, dai
giornali che già ne parlarono, si argomenta
come ogni ceto di persone si commosse al-
l'arrivo di Don Rua . Ed egli potè vedere
come il Signore benedice ciò che si fa a van-
taggio della gioventù, e come questa corri-
sponde con generosità agli sforzi di chi si
occupa per lei . Quindi da per tutto D . Rua
era accolto come un padre, come un amico :
ed i giovanetti gli si accalcavano d'attorno,
come ad una conoscenza antica ed affettuosa, e
con una sola parola, pareva che gli dicessero
Mandi chi si prenda cura di noi .
Ci diceva un buon sacerdote di Catania,
alludendo all' Oratorio festivo : Una volta
non passavo per queste vie senza ricevere
qualche pietra . Ora quei medesimi monelli
mi vengono all'incontro e mi baciano la mano!
A Catania sono omai quattro le Case che
furono aperte e sostenute dalla carità di
quei Cooperatori . Due sono per figli, e due
altre per fanciulle, e, se Dio ci aiuta, si
spera di aprire presto un Oratorio festivo
per la gioventù più povera ed abbandonata .
Nel visitare poi le Case della Sicilia ebbe
a provare in ogni luogo come è preziosa la
carità cristiana nel compiere le opere buone .
A Trecastagni, a Bronte, a Randazzo, a
Mascali, ad Acireale, trovò sempre oneste
accoglienze, festose manifestazioni di gioia
da quei Cooperatori .
Merita tuttavia un cenno speciale la festa che
si preparò ad Alì-Marina (Messina) . Appena
si seppe che D . Rua doveva venire, si rac-
colsero allo scalo della ferrovia i giovanetti
dell'Oratorio festivo, e poi con bell'ordine e
liete grida lo accompagnarono alla Casa .
Colà gli lessero poesie, gli recitarono dia-
loghi, cantarono inni, e con tanto gusto,
disinvoltura ed affetto, che Don Rua ne ri-
mase incantato . Quei cari giovanetti sape-
vano quanto Don Rua aveva fatto per loro,
ed ora gliene mostravano la loro gratitudine.
Si ha da sapere che le Suore avevano aperto
l'Oratorio per le figlie, e non potevano pen-
sare a loro . Essi che fecero? Scrissero a
Don Rua queste semplici parole : Ci prov-
veda anche un Oratorio per noi ! E da quel
dì fu procurato che le Suore raccogliessero i
giovanetti alla festa, e fosse loro impartita
un'istruzione religiosa secondo il loro bisogno .
E da quel dì le cose cambiarono . Anche le
giovinette fecero la loro festa ; e come riuscì
simpatica, bella e commovente ! - Che sa-
rebbe di me , diceva una con accento assai
notato, se non ci fosse l'Oratorio ? Sarei di
peso a me stessa, di fastidio a' miei, e forse
il disonore della famiglia . Qui la tortorella
ha ritrovato il suo nido : qui la barchetta il
porto della sua salute .
Nè ci sfuggì di mente la pietosa comitiva
che accompagnò Don Rua allo scalo per sa-
lutarlo alla partenza . Poveretti ! gridavano
viva Don Rua, poi agitavano il fazzoletto,
e poi si videro discendere mesti in volto, ri-
cordando chi avevano perduto . Ad Alì-Ma-
rina la fermata di Don Rua si può dire che
fu una vera missione religiosa.
Alla vista di tante buone disposizioni in
ogni parte dell'isola , ci si racconta come
D . Rua espose il fatto seguente
« Non voglio che si dia alle mie parole
altra importanza che quella puramente umana ;
ma mi ricordo, che Don Bosco in tempi assai
lontani, quando non viveva che per la sua
opera, ci aveva quasi annunziato il prodigio
che ora io vedo co' miei occhi . Un giorno
egli raccolse i suoi allievi più adulti attorno
a se, e poi, con l'aria sua consueta ilare, ci
disse che in un sogno fatto in quella notte
aveva veduto varii drappelli di giovani, che,
venuti da diverse parti, combattevano sotto
la bandiera di S . Francesco . Conobbe i Fran-
cesi, distinse gli Spagnuoli, ma fermò la sua
attenzione sopra un grandissimo numero, che
egli non riusciva a conoscere bene .
- Chi siete voi? disse Don Bosco .
- Siamo Siciliani, risposero unanimamente
quei valorosi, e vogliamo essere con te .
Don Bosco sorrideva di sè, del suo sogno,
tanto più che quasi nessuno avevasi allora
di quest'isola, e ci invitava a scherzare anche
noi sulle originalità di quell'anticipato trionfo
che ora io contemplo, e per cui ne ringrazio
il Signore. »
Il buon Dio benedica quei nostri buoni
Cooperatori, ed infervori sempre più quei
giovanetti che dànno di sè così belle spe-
ranze .
Dall'Isola Don Rua passò nel continente
e andò a fermarsi a Macerata . Quella fon-
dazione benedetta in modo particolare da
Maria SS . colà venerata sotto il bel titolo
di Mater Misericordiae,ecoadiuvtn
buon nucleo di Cooperatori promette assai a
conforto di tutti i buoni . Alla conferenza che
fece Don Rua, malgrado il tempo cattivo ,
con alla testa Mons . Vescovo, intervenne un
gran numero di Cooperatori .
Che si dovrà dire di Loreto? Sotto gli

2.2 Page 12

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auspizi della S . Casa si aprì, come annun -
ziammo a suo tempo, un Collegio, e colà si
recava D . Rua per promuovere sempre più
l'opera iniziata a favore della gioventù. Di
quanto si fece a Loreto, a Rimini ed a
Lugo ed in altre parti, come pure delle gra-
ziose accoglienze che gli furono fatte, egli
ne serba grata memoria, e noi non cesseremo
di unirci alle preghiere, che ogni dì si fanno
nelle nostre Case e specialmente ai piedi di
Maria Ausiliatrice nel suo tempio di Torino,
perchè Maria SS . copra col benefico suo
manto, ed arricchisca delle celesti sue grazie
quanti dan mano , prestano soccorsi al Suc-
cessore di D . Bosco, nel condurre avanti le
opere incominciate a gloria di Dio ed alla
salute della gioventù .
fondiamone in mezzo al popolo la tanto sa-
lutare divozione .
Tra i Cooperatori Salesiani poi che con
zelo singolare s' adoprano a tale intento ci
piace qui ricordare il Molto Reverendo Sa-
cerdote D . Vincenzo Stasi di Durazzano (Be-
nevento) che ci manda a quando a quando
lunghe liste di nomi di nuovi divoti, i quali
bramano essere inscritti all'Arciconfraternita
di Maria Ausiliatrice e vi aggiunge relazioni
edificantissime . Ringraziamo poi di tutto
cuore la sua carità e la carità dei Coopera-
torì e delle Cooperatrici di colà per le an-
nuali e abbondanti elemosine che ci mandano .
La SS . Vergine Ausiliatrice ne li ricompensi
ampiamente .
Al DIVOTI DI MARIA SS . AUSILIATRICE .
Ci gode l'animo di poter annunziare che
la divozione a Maria SS . Ausiliatrice si va
diffondendo e consolidando in sempre mag-
gior numero di parrocchie, cappelle e comu-
nità religiose. Felicissima fu a tale intento
l'idea di far preparare, per l'occasione delle
passate feste giubilari degli oratorii salesiani,
l' OLEOGRAFIA DELL' IMMAGINE DI MARIA
AU SILIATRICE che venerasi in Torino . Lo
stupendo lavoro, che, sebbene sia in semplice
oleografia, pare tela di valentissimo pennello,
venne ricercato da molti e posto alla pubblica
venerazione in parecchie chiese anche parroc-
chiali, ed a quegli altari non solo sono frequenti
a pregare i Cooperatori e le Cooperatrici Sale-
siane, ma anche moltissimi altri fedeli . Vi si
fanno celebrar Messe pei vivi e pei defunti,
vi si recita pubblicamente il S . Rosario la
sera di determinati giorni dopo le sacre fun-
zioni e via via . Molti di quelli che visitarono
il tempio di Maria Ausiliatrice in Torìno
sentonsi colà ai piedi di quella immagine ri-
nascere i sentimenti di vivissima divozione
già provati nei pellegrinaggi al detto tempio .
E donde tanto bene? In alcuni paesi la
scintilla parte anche semplicemente da qual-
che buon operaio cattolico o da qualche
umile donnicciuola, che insistendo presso i
rispettivi parroci o rettori di chiese ottengono
un altare a tale destinazione, e poscia, fatta
breve colletta presso i divoti di Maria, si
procurano la detta oleografia e la fanno e-
sporre alla pubblica venerazione . Noi ammi-
riamo questo zelo e lo raccomandiamo a
quelli tra i nostri lettori che sentono più
viva la divozione alla Gran Madre di Dio
invocata col titolo di Aiuto dei cristiani . Se
sempre i cristiani ebbero bisogno di celesti
aiuti, ne abbiano certamente tutti bisogno
grandissimo nei giorni che corrono . Invo-
chiamo perciò la Divina Ausiliatrice e dif-
Parole di D . Bosco (1) .
Il profeta Davide narrando l' uscita del
popolo Ebreo dall' Egitto dice che avevano
una nuvola che guidava i loro passi di giorno,
ed una colonna di fuoco che rischiarava loro
il cammino di notte . S . Bernardo applicando
a Maria le proprietà di quella nuvola e di
quella colonna, dice che come le nubi ci di-
fendono dall'eccessivo ardore del sole, così
Maria ci protegge dal fuoco delle giuste ven-
dette celesti e dalle fiamme della concupi .
scenza . E come la colonna di fuoco spar-
geva la luce sopra i passi del popolo d'Israele,
così Maria illumina il mondo coi raggi della
sua misericordia e la moltiplicità de' suoi
benefizi . Che saremmo noi miseri accecati,
che faremmo nel buio di questo secolo se
non avessimo questa benefica nube, questa
luminosa colonna? (D . Ber . Serm . de Nativ .
B . M .) .
Ma e per tutte le altre miserie non ci dà
forse aiuto la dolcissima Regina del cielo
Il beato Giacomo di Varazze applicando a
Lei le parole dell'Ecclesiastico : I n Jerusalem
potestas mea, dice che Maria ci porge il suo
aiuto in vita, in morte e dopo morte . Tale
è la potenza di Maria, che può estenderla a
questi tre tempi . Se noi abbiamo un amico
(argomenta questo scrittore), che ci giovi in
vita è certamente un bene per noi ; ma se
è tale da giovarci anche in punto di morte,
è un bene maggiore ; che se poi la sua po-
tenza giunge ad aiutarci ancora dopo morte,
allora è un bene massimo . Or dunque Maria
ci largisce appunto questo triplice benefizio .
Di fatto la santa Chiesa nelle lodi che fa
(1) Capo I . Delle Meraviglie della Madre di Dio invocata
sotto il titolo di Maria Ausiliatrice. (Pregevole operetta
che si vende dalla nostra Libreria al prezzo di L . 0,25
la copia) .

2.3 Page 13

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cantare dai fedeli in onore di Maria com-
prendendo questi tre aiuti esclama : Maria
Esempio da imitare
mater gratiae, dulcis parens clementiae ; Tu
nos ab poste protege, et mortis hora suscipe .
- Primo ci aiuta in vita ; giacchè in questa
vita altri sono giusti ed altri peccatori ; ora
REv . m° SIG . D . RUA,
Maria aiuta i giusti, perchè conserva in essi
la grazia di Dio, perciò si chiama mater
gratiae, madre della grazia ; aiuta i peccatori,
perchè impetra loro la divina misericordia ,
Felice e religioso pensiero fu quello dei
Castellinaldesi nel ricorrere a Maria SS . Au-
siliatrice per ottenere una grazia segnalata .
Se la S. V . benemerita se ne rammenta, nel
quindi è detta dulcis parens cl.-emntia
bel dì della festa di Maria Ausiliatrice costì
In secondo luogo ci aiuta in morte, perchè in Torino il sig . Vicecurato del sottoscritto
ci difende in quel punto dalle insidie del Arciprete di Castellinaldo, incaricato espres-
demonio ; imperocchè questo nemico è tanto samente a ciò, manifestava a lei il pio desi-
audace, che non viene solo al letto dei mo- derio di tutto il paese di votarsi a Maria
ribondi peccatori , ma a quello dei santi Ausiliatrice allo scopo di venire preservati
eziandio adoperando ogni malizia per farli dalla grandine nel corrente anno 1891, chie-
cadere. Ma quando muore qualche suo di- dendo all'uopo consiglio e direzione alla S . V .,
voto la Beata Vergine accorre con materna la quale suggeriva la recita quotidiana di
sollecitudine, lo protegge e lo difende, e perciò
prega la Chiesa : Tu nos ab hoste protege,
una Salve Regina col versetto : Maria Auxi-
lium Christianorum, ora pro nobis ; e ciò fino
proteggici dal nemico . - In terzo luogo non a completo raccolto della vendemmia, e quindi
ci abbandona neppure dopo morte . Talora al postutto una offerta alla Madonna . La
avviene che alla morte di alcuni Santi ven- breve preghiera venne recitata dal clero e
gono gli Angeli e conducono le loro anime dal popolo con grande espansione di cuore
al cielo, ma quando muoiono i veri divoti e con immensa fiducia nella potenza e mise-
di Maria viene Essa in persona ed accoglie ricordia di Maria Ausiliatrice .
le anime loro e le introduce nel bel para-
diso . Quindi soggiunge : Et mortis hora su-
scipe .
E che ne avvenne? La S . V . avrà inteso
dai giornali e dalla voce pubblica allarmata
i flagelli e le desolazioni delle campagne,
Leggesi nel libro III dei Re che Betsabea, specie della vendemmia, prodotti dalla gran-
madre di Salomone, fu pregata da suo figlio dine spaventosa e quasi generale, fatte poche
Adonia d' intercedere presso al Re per una eccezioni . Ebbene tra i pochi paesi comple-
grazia. Betsabea commossa da quella pre- tamente privilegiati va annoverato Castelli-
ghiera si presentò al Re . Salomone appena naldo . Nembi e tuoni e lampi gli rumoreg-
la vide comparire scese dal trono, andò a giavano attorno ; nubi spaventose grigio-nere
riceverla, anzi la fece ascendere al seggio transitavano sulla sua zona, cariche dell'in-
reale e sedere alla sua destra , dicendole fausto prodotto ; e la S . V . può capire se
Pete, mater mea, neque enim fas est ut avertam coteste scorrerie di cattivo augurio fossero
faciem tuam.OrchioseàpnarchGesù
gradite agli abitanti, tanto più che veniva
sul trono di gloria, alle preghiere che gli
presenta Maria abbia da essere verso di Lei
bentosto la notizia che i paesi circonvicini
erano devastati da questo terribile flagello ;
meno generoso che non fu Salomone verso e al sentire quel sordo rumoreggiare sul loro
la madre sua ? Anzi, osserva qui il dotto capo alcuni di questi buoni contadini escla-
Mendoza, che la grazia ed autorità di Maria mavano : Il Signore vuol farci intendere che
è tanta, che non solo intercede pei fratelli
di Gesù, ma benanco pe' suoi nemici e tutto
il castigo è pronto, ma l'intercessione della
sua Divina Madre l'allontana da noi . La fi-
ciò che domanda certamente ottiene .
Racconta Mosè nel libro dei Numeri, che
allorquando Maria sua sorella morì vennero
meno le acque . Onde il citato padre Men-
doza fa osservare che, se le acque abbonda-
rono per quarant'anni nel deserto, ciò fu pei
meriti di quella santa donna ; ed applicando
questo fatto a Maria SS . dice, che se non
verranno mai più meno nella Chiesa le grazie
ducia in Maria Ausiliatrice non venne mai
meno negli abitanti di Castellinaldo e Maria
potente quanto pietosa li salvò . Sì, non v'ha
dubbio , fu grazia segnalata di Maria SS .
Ausiliatrice , che si chinò alle preghiere e
ai gemiti dei Castellinaldesi, i quali posero
illimitata fiducia nella sua protezione . Poichè
nei circa quarant'anni, che l'attuale Parroco
trovasi in mezzo a quella popolazione, il
agli uomini, ciò è dovuto a Maria, che prima
in terra poi in cielo interpose i suoi meriti
corrente anno solo va segnalato per una to-
tale esenzione dal flagello della grandine ;
dinanzi all'Altìssimo .
mentre negli scorsi anni, ora più ora meno,
se ne dovette lamentare il danno .
Grazie dunque a Maria Ausiliatrice ! E
grati e riconoscenti a Maria SS . del favore
ottenuto, il clero e il popolo, nell' atto di
compiere la promessa fatta, offrono al bene-
fico Oratorio di S . Francesco di Sales, dalla

2.4 Page 14

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S. V . egregiamente diretto, la somma di
lire 850, per ispontanea oblazione raccolta,
e la depongono ai piedi di Maria Santissima .
Il sottoscritto, mentre rimette all'arbitrio
della S . V . Rev .m il fare quell'uso che meglio
crederà della presente narrativa, intende pure
ringraziarla del felice suggerimento e delle
preghiere di cotesti giovani ricoverati, ras-
segnandosi,
Della S . V . Reverenda e Benemerita
prega la Direzione del B ollettino Salesiano
di pubblicare questa grazia nell' ottimo pe-
riodico, affinchè sempre più si faccia palese
quanto è buona e potente Maria e come non
mai invano a Lei si ricorre .
Torino, 18 Dicembre 1891 .
Sac . Prof. G . B . GARINO .
Castellinaldo, 22 novembre 1891
Una famiglia consolata . - Reveren-
Umilissimo e Obbligatissimo Servo dissim o Sig . D . Rua, . - Soddisfo ad un mio
Vico TOMMAso Arciprete .
dovere di gratitudine, notificando alla S . V .
Rev .ma una grazia, che abbiamo ottenuto dal
SS . Cuore di Gesù, mediante la potente in-
tercessione di Maria SS . Ausiliatrice .
La preghiera d'una buona madre . Il mio buon padre, colpito da grave pol-
Afflitta profondamente per avere un
gliuolo quindicenne disoccupato, proclive alltie
cattive compagnie e poco dedito alla famiglia,
con viva fede ricorsi a Marìa Ausiliatrice,
invocandone l'aiuto, per trovar modo di si--
stemarlo e toglierlo dalla via del pericolo,
promettendole di rendere di pubblica ragione
la grazia. Avendo all'improvviso trovato ad
impiegare detto mio figlio in modo conve
niente e stabile , lontano dalle pericolose
compagnie che era solito frequentare, compio
di tutto cuore la mia promessa . Ne sian rese
infinite grazie alla potentissima Ausiliatrice .
Torino, 5 Dicembre 1891 .
TERESA FIORA .
monite, si poneva a letto il giorno 30 dello
scorso Maggio, con una febbre ardentissima,
la quale aumentando di giorno in giorno
fortemente lo travagliava, cagionandogli fre-
quenti convulsioni e vaneggiamenti . La
mattina del 5 Giugno, giorno dedicato al
SS . Cuore di Gesù, settimo e decisivo
della malattia, il medico curante, dopo dili-
gente visita, uscì dalla camera dell'infermo,
corrugando la fronte e scotendo il capo .
Interrogato sullo stato dell'ammalato, rispo-
se : - Se ancora deve ricevere i santi Sacra-
menti e far testamento, faccia oggi, perchè do-
mani non sarà pìù a tempo . - Quelle parole
gettarono la desolazione nella famiglia . La
madre impallidì, e non potendo più reggere
al dolore, svenne con grande costernazione
Guarigione da polmonite . - Con
la più viva esultanza rendo pubbliche grazie
alla gran Madre Ausiliatrice, per segnala-
tissimo favore che io ottenni mediante la sua
intercessione . La sua materna bontà ascoltò
benignamente la preghiera , che le rivolsi
oppresso da gravissima polmonite, e mi ri-
chiamava in florida salute . Ne sia eterna-
mente ringraziata . In segno di riconoscenza
mando offerta al Santuario di Torino .
Pontelagoscuro (Ferrara), 23 Novembre 1891 .
di tutti noi suoi figli . Rinvenuta dopo brevi
istanti, porse a baciare al morente una me-
daglia di Maria SS . Ausiliatrice e del Sacro
Cuore di Gesù, benedetta da D . Bosco, e
quindi s' inginocchiò a pregare fervorosa-
mente . L'infermo a quest' atto si riscosse
come da profondo letargo, aperse gli occhi,
e con grande slancio di fede e di amore,
quasi avesse innanzi allo sguardo l' imma-
gine di Maria, già vista a Torino, guidato
dal la madre, ripeteva di cuore : - O Vergine
Santa, aiuto potente dei Cristiani, s'io avrò
Sac . GIUSEPPE CAVALLI Arciprete . la sorte di potere ancor sanare da questa
malattia, fo voto di fare un pellegrinaggio
Non si ricorse invano . - La Si-
gnora E . F . rimasta vedova e colla famiglia
da mantenere, trovavasi in gravi strettezze .
Avendo le patenti di Maestra Elementare,
sperava di ottenere un impiego e così prov-
vedere a sè e alla piccola famiglia . Ma ogni
tentativo riusciva inutile e non serviva che
ad accrescere le sue amarezze . Non avendo
più alcuna speranza negli uomini, ricorse a
Maria SS . Ausiliatrice, votandole una tenue
offerta, qualora riuscisse ad aver un posto
da Maestra . La Beata Vergine la esaudì, e
fino al vostro Santuario a Valdocco in To-
rino ; prometto un'offerta pel ristauro e decoro
della vostra Chiesa ; ogni mattina poi , po-
tendo, ascolterò la santa Messa .. . A Voi mi
raccomando, Vergine Ausiliatrice, e m'affido
alla vostra materna bontà . - L' infermo,
stanco dallo sforzo fatto a pregare, s'ab-
bandonò sul guanciale e tornò nell' assopi-
mento . Svegliatosi dopo brev'ora, si sentì
migliorato d' assai . Riconoscendo in questo
il principio di sua guarigione, andava escla-
mando : - La grazia è fatta ! -Ne ringra-
ziava di cuore la Madonna e commosso pian-
quando meno sperava ed ogni tentativo geva . La notte riposò più del solito . La
era riuscito vano, venne nominata Maestra .
Riconoscente a Maria SS . per tanto favore,
mattina seguente era già fuori di pericolo .
Il miglioramento così felicemente cominciato

2.5 Page 15

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dopo l'invocazione a Maria, ha sempre pro-
gredito e lo condusse presto a perfetta gua-
rigione.
Non può immaginare la nostra consolazione,
la gratitudine vivissima che sentiamo in cuore
verso Maria SS . Ausiliatrice, che così pro-
digiosamente ci salvò il padre da una morte
immatura, per conservarlo ancora al nostro
affetto e a vantaggio dell'Opera Salesiana .
Il mio fortunato genitore, facendo il pel-
legrinaggio promesso, consegnava al san-
tuario l'umile offerta di L . 100 in segno
della più profonda riconoscenza . . . .
Perdoni il ritardo accidentale della rela
zione .
Arenzano, 9 Gennaio 1892
Sac . G . B . VALLARINO .
Sospirata guarigione . - Reverendis--
simo Sig . Don Rua . Per adempiere ad una
mia promessa verso Maria SS . Ausiliatrice,
prego la S . V . R.emvaafrpublicen
Bollettino Salesiano, se lo crede opportuno,
la presente mia .
Da varii anni colpita dall' orribile mal ca-
duco (epilessia), tentai tutti i rimedii del-
l' arte salutare consultando i più valenti me-
dici, ma inutilmente . Consigliata da pia per-
sona mi rivolsi a Maria SS . Ausiliatrice, ed
emcco ottenuta la grazia . . . io sono perfetta-
mente guarita ; tutti i miei compaesani ne
possono fare ampia testimonianza . Ricono-
scentissima pertanto alla potente Regina del
Cielo, alle già spedite unisco la presente of-
ferta, pregando la S . V . R.emvadicelbra
o far celebrare all' altare di Marìa SS . in
cotesto Santuario una Messa di ringrazìa--
mento, e vorrei poter pubblicare a tutto il
mondo questa grande grazia ottenuta, affin
chè tutti sappiano quanto sia efficace presso
Dio il patrocinio di Maria SS . vero Aiuto
dei Cristiani, ed imparino a ricorrere alla
sua materna pietà in ogni loro male ed in
ogni loro bisogno .
Trisobbio (Alessandria), 16 Dicembre 1891 .
MANTELLI GIUSEPPINA
Cooperatrice Salesiana .
nuo assalita da spaventevoli convulsioni, este-
nuata da quotidiane fortissime febbri, presso-
che incapace ad ogni movimento della persona
per giunta minacciata da cancrena alla spina
dorsale, disperato ornai lo stato di mia salute,
il mio buon Parroco mi consigliò di rivolgermi
per aiuto con una Novena a Maria SS . Ausi-
liatrice . Il feci tanto volontieri, piena di fi-
ducia d'essere dalla Madonna non solo esau-
dita e guarita, ma d' ottenere ancora di
potermi nella vigilia della solennità di Maria
SS. Immacolata accostare in ringraziamento
alla SS . Comunione nella Chiesa parrocchiale,
in cui di quel giorni dettavasi un corso di ss .
spirituali Esercizi . Era la sera del giorno tre
scorso dicembre, e la mia infermità era allar-
mante più che mai : passai malissimo la notte,.
pareva ben vicina l' ora della mia morte, ma
anche in quei momenti non venni meno
alla mia ferma fede, che pur Maria SS . Au-
siliatrice mi avrebbe fatta la grazia . Giunse
il mattino del giorno cinque, sabato, ed
ecco, comecchè estenuatissima, balenarmi
d'improvviso l'ispirazione di balzare dal
letto, salire coraggiosa una scala, correre in
altro piano ad altra camera, ove trovavasi
il libro delle consuete mie preghiere, sul
quale avrei di nuovo dette più fervorosa-
mente che mai le mie orazioni a Maria . Fi-
dente nella Gran Vergine, mi misi tosto alla
prova, e vi riuscii agevolmente tra la com-
ozione massima e le lagrime della famiglia ; :
presi il libro delle mie devozioni e tornai
pressochè pienamente guarita . Assistita poi
dalla buona mia madre, che tutta scioglie-
vasi in lagrime di consolazione, ricevetti
dalle mani del mio buon Parroco nella vi-
gilia della festa di Maria SS . Immacolata
la SS . Comunione, ed ora sana e salva non
mi resta più altro che ringraziare col più
vivo affetto la cara mia Madre Maria SS . Au-
siliatrice, fervorosamente pregandole, che la
salute del corpo così prodigiosamente rido-
natami mi sia pegno sicuro della salute ben
più preziosa e desideratissima dell' anima
mia . Viva Maria SS . Ausiliatrice!
Perdoni, Rev .mo Padre, nella bontà sua
alla povera figliuola che scrive, e la racco-
mandi a Maria !
Di V . S . Rev .ma
*
.
Alla vigilia dell' Immacolata . -
Reverendissimo Padre - La più viva ricono-
scenza a Maria SS . Ausiliatrice, fonte pe-
Testimonianza .
renne di grazie, se è un grande dovere per Il Parroco sottoscritto conferma piena-
tutti, lo è massime per me povera sì, ma mente la verità dell'esposto .
devota ed affezionata sua figliuola . Permetta
perciò, Rev .mo Padre, che presenti l'obolo
Cressa, 8 Gennaio 1892 .
della mia povertà, perchè sia al più presto
celebrata una Messa in ringraziamento alla
Arciprete PONGA V . F .
Gran Madre di Dio . Da quattro mesi trava-
gliatissima dal terribile male detto ballo di S .
Vito, notte e dì inchiodata a letto, del conti-

2.6 Page 16

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Riferiscono altri celesti favori attribuiti
pure all'intercessione di Maria SS . Ausilia-
trice, e mandano offerte al suo tempio di
Torino in segno di profonda riconoscenza i
seguenti
Antonio Bottazzi, Vicenza - Contessa Clotilde
Bosco di Ruffino, TDormienc-gvai
-- Rizza Angela, Cigliato Bussi Francesca Rol-
lii, Novara - Olivazzo Felicita, Zanco (Alessan-
dria) - Marelli Romeo, Roglizzo - Don Antonio
Cipolat Arciprete, Aviano (Udine) - Gina Rossi
Porta, Ovada - Ida Barbieri, Venezia - Demar-
tini Giuseppe, presidente della Società Operai Cat-
tolici, Lu (Monferrato) - Cantù Demartini Ca-
rolina, Lu - Benedetti Maria, Milano - Suor
Rosa Caterina Gessi, Morra - Angiolina Borsatti,
Marano Ticino - Sac . Teodoro Palmas, Parroco,
Ruinas (Oristano-Sardegna) - Sac . Carlo Soldati,
Melide (Svizzera) - Ernesto Bergognoni, Staghi-
glione - Eugenia Ravasco, Genova - Regis Lucia,
Pesaro - Girotto Lucia, Pianezza - Elia Luigia,
Castagnole - Giaccardi Teresa, Possano - Gi-
raudo Chiaffredo, Sampeyre - Iseo Gazza, Torino
- Delforno Luigi, Udine - D . Cora G . Battista,
Rivo, presso Chieri - Lucia Palestro, Montecchio
Maggiore - Simondo Luigia - Montiglio Vinc .,
Suddiacono, Casale Monferrato Bellingeri Cel-
sina, Torino - Cavatorta Teresa, Parma - Vo-
lonteri Carolina, Milano - Fumo Antonio, Teano
(Caserta) - Pestarino Giuseppe, Montaldeo -
Villa Egidio, Monza - Costanz Lorenzo, Sottana,
- Una divota, Lavertezzo - Cauda Luigi, Pe°letto
- Bava Felice prevosto, Casorzo - La-Leta, Se-
minario Siracusa - Giuseppe Bertolini, Vermiglio
(Austria) - Catterina Reineri, Vicenza - Inver-
nizzi Zefirino, Moggio - Bello Francesco, Ales-
sandria - Battistolo Catterina, Novara - Luigi
Valdettari, Genova - Canonico Giuseppe, Pome
- Porro lardini Teresa, S . Vittoria (Alba) - De-
filippi Maddalena, Sottana - G . B . Rio, Cavour,
- Ermelinda Ferrari, Ven timiglia - D . G . Ertola,
Propata - Posenato Pietro, Ronca - Valentina
Testorelli, Lovere - Antonio Balbo, Frabosa So-
prana - Masucco Arciprete, S . Giorgio Canavese .
P . Genzon Parroco, Cassine - Callisto Can . Pe-
roni, Rimini - Riccardi Cristina, Porto Maurizio -
Montiglio Luigi, Crescentino - Rovigati D . Stefano,
Arcip ., Orgiano (Lonigo) - Matteodo D . G . B ., Ve-
nasco-N . G .Borgogna, Asigliano-Taramasco Ge-
rolama, Diano Marina - Vassallo Teresa, Rocca
Grimalda - D . Fr . Bargini Parroco, Monteagu.zzo
- Macchi D . Pietro Parroco, Campione - Agostino
Gandolfo, Pieve Teco - Perizzolo Luigi Arciprete,
Castelfraneo per Cavasazza - Gallo Natale, Got-
tasecca - Maria Casagrande, Canova P . Luigi
Baldecchi Parroco, Avaglio-D . Antonio Cassini
Prevosto, Orsara Bormida - Nunia Gioachino,
Cuneo - Irene Gastaldi Klingly, Nocetto - Ros-
sano Carolina, Torino -- Bagnati Paolo, Bellinzago
- Barbara Severino, Biella - Vicini Isabella, Sa-
luzzo - Grosso Gabriele, Biella.
CONFERENZE SALESIANE
Da Bagnacavallo ci scrivono : « Anche
in questa città delle Romagne vicino a
Ravenna si desiderava conoscere le opere
ammirabili e provvidenziali. del sacerdote
Don Bosco . E l'amatissimo nostro Arciprete,
Mons . Giuseppe Massarotti, Decurione dei
Cooperatori, si diede premura e ci procurò il
piacere di udire da un figlio stesso di D .Bosc,
la conferenza ad onor di S . Francesco di
Sales . Era la prima conferenza che si teneva
a questi Cooperatori, e però il conferenziere
scelse per tema del suo dire piano, facile e
di cuore i tre punti seguenti : Chi era Don
Bosco, chi sono i Salesiani e qual compito
s'appartiene ai Cooperatori ed alle Coopera-
trici salesiane .
» - Don Bosco fu l'uomo suscitato da Dio
pei bisogni del secolo decimonono . La sua
missione ebbe per iscopo la rigenerazione
morale della società per mezzo della educa-
zione della gioventù specialmente povera ed
abbandonata . Iddio, che l'aveva chiamato
a sì alta missione, lo aiutò in mille modi
veramente miracolosi .
» - I Salesiani, sono i figli di D . Bosco,
i continuatori delle sue imprese . Essi, come
membri di una Pia Società, hanno per
iscopo di dar gloria a Dio col santificare se
stessi e gli altri, e specialmente la gioventù .
Come membri della S . Madre Chiesa, atten-
dono a porgerle un valido aiuto colle diverse
loro opere, col predicare, col confessare, collo
scrivere e stampare libri in sua difesa, col-
l'erigere templi, oratorii festivi e massime col-
l'allevare in sacri recinti tanti giovani veri cri-
stiani . In faccia alla civile società poi i figli
di Don Bosco hanno il merito, colla cri-
stiana educazione che danno alle migliaia
di giovanetti da loro diretti, di allevare
buoni cittadini in tanti buoni scrittori, in
tanti valenti artisti, in tanti morigerati ope-
rai, in tanti ottimi padri di famiglia . I Sa-
lesiani in una parola son del partito di far
del bene ed il maggior bene possibile . Quanto
essi chiedono, quanto raccolgono, tutto è per
i fanciulli più abbandonati, a cui danno ri-
cetto, vitto, vestito, educazione ed istru-
zione . Il loro motto è quel del loro Padre ,
quel del glorioso Patriarca S . Francesco di
Sales : Da mihi animas , caetera tolle ; sì ,
niente loro importa d'altre cose, purchè pos-
sano salvare delle anime . E qui presso a
noi, a Faenza, colle elemosine, coll'obolo di
molti hanno potuto innalzare un'ampia Casa,
rifugio di duecento e più ragazzi delle nostre
Romagne, i quali tutti vi imparano colle arti
e colle scienze la vita dell'onest'uomo, del
buon cristiano . Ecco come impiegano il
denaro i Salesiani ; venderanno anch'essi,
sull'esempio del loro Fondatore, il campi-

2.7 Page 17

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cello di loro proprietà, le sostanze loro la-
sciate dai parenti e tutto impiegheranno
a benefizio de' fanciulli , e come Don Bo-
sco, dopo aver spesa tutta la vita sacri-
ficandosi per la gioventù, se ne morranno
anch'essi poveri , non altro lasciando dopo
di sè che una generazione novella da loro
rigenerata, la quale riconoscente li benedirà
in questa e . nell'altra vita .
- Ed i Cooperatori chi sono e che deb-
bono fare? Sono gli aiutanti deì Salesiani
essi debbono aiutare i figli di Don Bosco
e colla preghiera e colla elemosina ; deb-
bono aiutarli coll' esempio e colla parola,
insegnando anch' essi la dottrina cristiana
ai piccolìnì, soccorrendo i più poveri e più
abbandonati, procurando loro una conve-
niente cristiana educazione ; debbono coo-
perare coi Salesiani a diffondere la stampa
cattolica, associandosi e spargendo nelle fa-
miglie buone letture, quali sono le Letture
cattoliche, le Letture amene , le Letture asce-
tiche ed altre collezioni dirette e stampate
dai Salesiani o da altre tipografie cattoliche ;
insomma essi debbono, per quanto possono,
cooperare coi Salesiani e materialmente e mo-
ralmente in ogni buona opera . - A ciò fare,
diceva il facondo conferenziere , si richiede
sacrifizio , abnegazione, privazioni, è vero .
Ma io dirò a voi quel che disse una volta
S. Francesco di Assisi ai suoi figli : « Sono
grandi le cose che voi promettete al Signore ;
ma sono maggiori le promesse che ci fa il
Signore di quello che ci tien preparato in
compenso nel Cielo . -
» Dopo la parola di questo figlio di D.Bosc,
che lasciò tanto buona impressione nell'animo
di tutti, si alzò a parlare il nostro ottimo Ar-
ciprete . Ringraziò anzitutto l'oratore e Don
Rinaldi che ce lo avea condotto da Faenza .
Poi disse come egli a Bagnacavallo voleva
suscitare l'amore e la cooperazione per le
Opera Salesiane tanto necessarie per far del
bene in questi tempi . Egli ripone le sue
speranze nella benevolenza del clero e si pro-
mette un valido appoggio dal buon cuore
del popolo . Invitò quindi tutti gli uditori
a venire all'opera, non badando ai sacrifizi
certamente necessarii per far qualche cosa .
Speriamo che i Bagnacavallesi non rimar-
ranno sordi alle voci del loro amato Arci-
prete . »
Una parola di ben sentito elogio anche ai
Cooperatori ed alle Cooperatrici di BAGNA-
ROLA, presso Udine . Come ci scrissero, il 29
gennaio, dopo aver partecipato con uno
slancio tutto particolare alle sacre solenni
funzioni ad onor di S . Francesco di Sales, in
numero consolantissimo intervennero ad udire
la Conferenza Salesiana che tenne il M . R .
Don Antonio Agnolutto, né vollero partire
senza sovvenire coll'obolo loro le Opere di
D . Bosco . Iddio li benedica .
BIBLIOGRAFIA .
Teodoro . Dramma in cinque atti del Prof.
G . Eusebio Calvi . (Letture Drammatiche) .
- Un vol . in-32° di pag . 122. L. 0,40 .
Libreria Salesiana di Torino .
Il ch . Autore ha illustrato con smagliante colo-
rito un fatto storico successo in Antiochia sotto
l'impero di Giuliano l'Apostata, l'esempio cioè, di
coraggio e fortezza cristiana dato da un angelico
giovanetto di nome Teodoro, sottoposto ai più
crudeli tormenti per placare l'ira del tiranno, che,
addolorato di non ricevere responso dagli oracoli
di Apollo sopra la sua impresa contro Sapore Re
dei Persiani, minacciava di esterminare in quella
città tutti gli adoratori di Cristo .
Teodoro ha la bellezza, il sorriso, le grazie
dell' innocenza sposate alla profondità del senti-
mento cristiano, alla virtù eroica di un'anima ir-
radiata dalla luce della fede, sprezzante la morte
per volare al seno di quel Dio, pel quale si sente
accesa d'amore . Giuliano l'apostata non è il ran-
cido tiranno che fantastica crudeltà , dominato
so.l,d'aImpertfilsongu
è qua e colà offuscato dal dubbio, cerca affanno-
samente un ideale travolto nei misteri della su-
perstizione, e non potendo trovare la pace nella
scienza, nella natura, di cui scruta gli arcani, in-
velenisce contro i seguaci della Croce, che pro-
fessano e proclamano la Verità da lui ripudiata .
Le altre parti sono condotte con ugual diligenza,
chiarezza, semplicità, conservando sempre quelle
tinte naturali, che si convengono ad ogni per-
sonaggio
Conosciuto più ampiamente questo lavoro così
pregevole, avrà una splendida accoglienza in ogni
istituto d'educazione, come già l'ebbe varie volte
nel Seminario delle Missioni estere a Val Salice, e
nell' Oratorio di Torino innanzi ad un pubblico
sempre eletto e numeroso .
(Dal Corriere Nazionale di Torino,
n . 19 - 20 gennaio 1892 .
NB . Sono usciti i Cori musicali dell'egregio M. G . Do-
gliani pel dramma Teodoro . È un gioiello di li-
bliccino di pag . 18 che si vende al tenue prezzo
di L . 0,25 la copia.
Giammai si è venduta musica sì bella per sì
tenue prezzo .
Rivolgersi alla Libreria Salesiana di Torino .
Primo Cinquantenario dalla morte del Ven . Giuseppe
Benedetto Cottolengo, fondatore della Piccola Casa
della Divina Provvidenza in Torino :
PIETRO PAOLO GASTALDI
SAC . OBLATO DI M . V .
I PRODIGI DELLA CARITA' CRISTIANA
DESCRITTI
NELLA VITA DEL VEN . GIUSEPPE COTTOLENGO
4a Ediz. riveduta ed ampliata .
Due grossi ed eleganti volumi in-8° di pa-
gine complessive 1784 con ritratto L . 10 -

2.8 Page 18

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Sig . Direttore del Bollettino Salesiano,
Il Deo gratias, il cantico semplice e sublime
della riconoscenza cristiana, uscì spontaneo
dal cuor mio non appena ebbi tra le mani e
percorsi i due volumi pubblicati testè dalla
Tipografia Salesiana ed intitolati : Iprodigi
della Carità Cristiana descritti nella vita del
Ven . Servo di Dio Giuseppe Benedetto Cotto-
lengo, Fondatore della Piccola Casa della Divina
Provvidenza .
Direi nuova quest'Opera dell' Ill .mo e Re-
verendo Pietro Paolo Gastaldi Ob . di M . V .,
se la nota della quarta edizione non mi con-
traddicesse con singolare evidenza .
Tuttavia non è la primitiva uscita già dalla
sua penna e dal suo cuore ed esaurita in
tsruecivdzonelTipgrafPìto
Marietti . Il dotto e chiarissimo autore vi do-
vette spendere nè poco tempo, né leggera
fatica a rendere suo stile ognor più semplice
ed elegante, a ritoccar ogni fatto sulla certa
guida dei processi Apostolici, a riordinar con
tanta logica gli argomenti e le parti, specie
ad arricchire il tutto con addizioni svaria-
tissime su personaggi e famiglie, che proiet-
tano viva luce sul Cottolengo e dan risalto
e splendore alle sue opere di cristiana carità .
Oso chiamare questo nuovo lavoro il capo-
d'opera del Gastaldi .
Conveniva pure che a tal novità di sostanza
co;rispndel'triscafompgrica
e non mancò per diligenza ed estetico sen-
ti.meInlodchprsietlacompsizne
formato grazioso ed elegante, i caratteri ni-
tidi e spiccati, il fondo su cui tranquillo posa
lo sguardo, la scrupolosa correttezza del com-
ponimento, tutto insomma seconda il princi-
pale e forma un cantico di vera lode a quella
Divina Provvidenza, che mirabilmente di-
spose l'accordo di Autore, Tipografo e Per-
sonaggio, cui si volle giustamente far cono-
scere ed illustrare .
Don Bosco e il Ven . Cottolengo così vicini
e quasi amici in vita, così rassomiglianti in
virtù e nella creazione di prodigiosi Istituti
limitrofi, non possono che sorridere caramente
e cordialmente benedire dal cielo le nuove
fatiche dell' Autore, i sacrifizi della Piccola
Casa e la solerte opera dei Tipografi Salesiani .
È facile prevedere l' ampia diffusione dei
due volumi, anche in terre straniere, il gran
bene che ne avverrà alle anime, la forte
spinta ad ammirare nel Cottolengo un vero
prodigio della carità cristiana ; e che il tutto
segna un còstante e celere avvanzarsi della
sospiratissima aurora, che circondando di
luce la fronte del Venerabile lo collochi sugli
altari, a modello e fiducia del popolo cri-
stiano, col titolo di Beato . Fiat.
Pinerolo, 19 marzo 1892.
N. N.
P.S. Le opere dell'illustre scrittore P . Ca-
staldi sono già conosciute ed apprezzate da
tutti, ma in questa nuova Vita del Ven . Cot-
tolengo Fondatore della Piccola Casa della Di-
vina Provvidenza ha veramente superato se
stesso . Conoscendo io le grandi fatiche da
lui sostenute in questo nuovo lavoro , non
dubito a credere che abbia avuto una spe-
ciale assistenza dal Ven . Cottolengo, e si
avrà una ben più meritata ricompensa, cioè la
sua protezione che io gli auguro di tutto cuore .
Questa nuova vita, sebbene più ampliata, corretta
ed elegantemente stampata, si vende presso la Li-
breria Salesiana al prezzo di L . 10 a totale bene-
fizio del processo del Venerabile Cottolengo .
Elenco dei Cooperatori defunti nel Gennaio e Febbraio 1892 .
1 .Ausolini Ascenzo - Roma .
2 . Actis-Dato Maria- Caluso(.Torin)
3 . Arosta Clotilde -Trezzo (Milano).
4. Avogadro Casanova - Torino .
5 . Ba atta D . Pietro, V . F. - Pai di
Torvi (Verona).
6 . Baldi di Serralunga Sofia veda Rossi
Possano (Cu ne-o
7 . Barbaroux Contia Luisa nata Fer-
rero - Torino.
8 . Bertolini Marianna - Vicenza .
9 . Bistoletti Giuseppe - Casorate Sem-
pione (Milanoo-
10 . Boffa Pietro - Trezzo (Milano).
11 . Bona Stefano - S. Stefano Belbo
12 . 1 r n,L 'I'osmnaso - Nizza Monfer-
rato (Alessandria) .
13 . Campi Viaria -]Tornese (Alessan-
dria) .
.14. Campigli Pietro - Castelfranco di
Sotto (Firenze) .
15 . Cane Margherita Marianna Giusep-
pina - Trezzo (Milano) .
16 . Canonico Suor Celestina - Torino.
37 . Caselini Can . Prof. D . Antonio -
Como .
18- Casini P . Giuseppe - Pavelli (Fi-
renze) .
19 . Cassini Camilla - Torrione (Porto
M. aurizio)
20. Cassinelli Giovanni - Castagneto
(Cuneo) .
21. Cattaretti Giovanni- Casorate Sem-
pione (Milano) .
22. pCiaottnaeretti Luigia - Casorate Sem-
23 . Ciccarelli D . Angelo - Sarnano
(Macert),
24. Cocino Teresa - Levice (Cuneoo .
25 Cornelj D- Vincenzo - Roma.
26 Corendo Luigi - Torino.
27 Cortassa Francesco Antonio - Car-
magnola (Tomo).
28. Cucchi Filomena - Sinigallia (An-
cona) .
29 . Colli D. Carlo, Prevosto - Gallio
(. Pavia)
30 . D'Ambra D . Gian Giuseppe-Ischia
(Napoli) .
31 . De-Filippi Emilia - Torino .
32 . De Gregori March. Emanuele - Al-
bano Laziale (Roma) .
33 . Del-Sole 1) . Raffaele - Palo del
Colle (Bari) .
34 . Devalle I3ogetto Rosa - Tor-:n,o .
35 . Dezza Comm . Avv . Giuseppe -
Pavia .
36 . Dumontel Cav. Gilberto - Torino .
37 . Drnetti Vittoria-Mondovì ( Cuneo) .
38 . Enriotti D. Bernardino, Teol. Can .
- Solero (Alessandria) .
39 . Ebenkofler D . Giovanni - Venezia .
40 . Folli D . Benedetto, Parroco - Ca-
vena ( Como) .
41 Feltri Maiolica veda Pesci Catte-
rina - Roma.
42 . Ficai Can. D. Alfonso - Arezzo.
43 .
44 .
Fogazzaro-Barrera Teresa-Vicenza .
Priori D . Domenico, Parroco -Ca-
storano (Ascoli-Piceno) .
45 . Fusco D. Francesco V. F. - Forino
(Salerno) .
46 . Galbini D . Giovanni - Casorate
Sempione (Milano) .
47 . Gardin Redenta - Bagnarola (U-
dine) .
48 . Ghigo Bartolomeo - Castagnole Pie-
monte (Torino) .
49 . Giannini D . Gio . Battista - Prato
di Strada (Arezzoo .
50 . Girando D . Giovanni - Bibiana
(Torino) .
51 . Giumaroni D . Giuseppe, Parroco -
Città della Pieve (Perugiao .
52 . Ginganino Chiara - Villastellone
(Torino) .
53 . Grimaldi D . Giuseppe, Parroco -
Salerno.
54 . Gaspardono Ch .° Domenico - Asti
(Alessandria) .
55 . Leone D . Benedetto, Parroco - San
Desiderio (Alessandria) .
56 . Leonardi D . Domenico - Cicogni
(Piacenza) .
57 . Leonetti Alessandro - Prato (Fi-
renze) .

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58 . Levati D . Giovanni, Parroco Ra
nate (Milano) .
59. Lobera Giuseppe. - Settimo (Torino).
60. Locatelli D Pietro, Parroco - Bru--
saporto (Bergamo) .
61. Lombardi D. Domenico - Tortona
(Alessandria) .
62. Lonkan D. Antonio - Budapest
(. Ungheria)
63. Loro D. Quirico, Parroco - Viera
(Novara) .
64. Lugiate Catterina - Legnago (Ve-
rona) .
65. Lugiate D . Giovanni - Legnago
(. Verona)
66. Lupieri D. Alessandro, Canonico -
Udine.
67. Lusenti D . Giulio, Arcipr . - Rolo
(Reggio Calabria) .
68. Madrassi D. Luca, Capp. - Udine.
69. Magliano di Villar S . Marco con-
tessa Clemenza nata Gonella -
Levaldigi (Cuneo) .
70. Magnani, D . Carlo, V . F. Arcipr .
- Gua ltieri (Reggio Enmilia) .
71 . Magnani D . Giuseppe, Capp . -
Blundez (Austria).
72. Moine Dott . Luigi - Carpi (Mo-
dena) .
73 . Manzoni Maria veda Dabbene -
S . Vittoria d'Alba (Cuneo) .
74 M arasca D. Pietro, Can- - Vicenza .
75 . Mariani Giuseppe, Prof. - Ivrea
(Torino) .
76 . Marietti Rosa ved` Podio-Torino .
77 . Martino Marianna nata Bottero -
Saluzzo (Cuneo) .
7 8, Miari Contessa Vittoria - P adova -
79 . Nicheli Giovanni -Prade (Trento) .
80 . Monticelli Genoveffa - Roma .
81. Moro Suor Maria Catterina-Faenza
(Ravenna) .
82 . Nain Giuseppina Serafino vedova
Chiairano - Saluzzo (Cuneo) .
83 . Nuvoloni Marìetta nata Capoduro
- S . Renzo (Porto Maurizio .
84 . Odili Conta Baglioni - Perugia .
85 . Oliviori D . Luigi - Rocca Grimalda
. (Alesandri)
86 . Oreglia Mons . Giorgio, Can. V . F .
no (Cuneo) .
87. Palombi D . Ippolito - Roma .
88 . Panami D . Giuseppe - Bucheri
(Siracusa) .
89 . Paroli D . Luigi Parroco - Cividale
(Udine) .
90 . Ponzo Angelina - Chioggia (Ve-
nezia) .
91 . Pevretti Teol. D . Pietro - Torino .
92 . Picasso Carmela veda Bianchetti -
Genova
93 . Pizzarini D . Raffaele, Arciprete -
Bagni della Peretta (Bologna) .
94 . Podestà Giovanni - Torino .
95 . Policante D . Domenico, Arcipr . -
Valpolicella(Verona).
96. Polucci Suor Anna Maria - Sar-
nano (Macerata) .
97 . Puricel li Radegonda - Casorate
(Milano) .
9F Preve Annettina - Alassio (Ge-
nova) .
99 . Pollino Francesca - Torino .
100 . Recaldini Francesca - Vicenza.
101 Ribero Eugenio Francesco, Capi-
tano in ritiro - Torino .
102 . Rigoni D. Giovanni, Cappellano-
Canove(Vicenza).
103 . Riva nobile D . Giovanni - Com-o
104 . Rivauta Santina - Cesano M a
derno (Milano) .
105 . Rota D . Antonio, Prevosto - Cel
lamonte (Torino) .
106 . Bomidi D . Valentino, Parroco -
Scaiano (Arezzoo .
107 . Saladino Marianna nata Sargian
- New-York (America) .
108 . Sasso D . Gio . Battista - S . Agat,
(Porto Maurizioo .
109 . Savaita D . Gaetano - Bucheri (Si
. racus)
110 . Segafredda D . Matteo, Arcipr . -
Querco (Vicenzao .
111 . Silvestri D . Domenico - Bormio
(Sondrio) .
112 . Simeoni, Cardinale Prefetto Sacr
Congrog . - Roma .
113 . Soldati Cav . Federico - Torino .
114. Speggiorin D . Eugenio, Arcipr . -
Barbarano (Vicenza) .
115 . Sperandio D . Pietro - Villa d
Villa (Belluno) .
116 . Spithover Giuseppe - Roma,
117 . Straquadronio D . Alberto, Parroci
Modica (Siracusa) .
118. Tedeschi Elisa-Bordighera (Porti
Maurizio) .
119, Tonini D . Luigi , Parroco - Ve
nezia .
120 . Tortello Costanzo - Torino.
121 . Unia Gioachino - Cuneo .
122 . Variola D. Cesare, Capp .o - Ba
gnarola (Udine) .
123 . Zazzi Maria - Piace-nza
124. Zoanetti Mon . Pietro - Trento .
125 Zocca Luigi - Botteghe (Vicenza)
Cooperatori defunti nel Febbraio e Marzo
1 . Albinola Angelica-Viggiù (Cuneo) .
2 . Allasia Giacinta - Torino .
3 . Angelini D . Giovanni, parroco -
Ascoli Piceno,
4 . Antoldi D . Gio . Battista, arciprete
- Mantova .
5 . Antonini D . Pietro, Vic. For . -
Appignano (Ascoli Picenoo .
6 . Arecri Guido Diaria - Roma .
7- Ardizio Paolo-I3ellinzago (Novara) .
8 . Bagnati Vincenzo-Bellinzago (No-
vara) .
9. Balauri Marianna - Farigliano
(Cuneo).
70 . Baldassari D . Gio . - S . Andrea in
Dugaria (Forlì) .
11 . Benelli Adamo - Bagnacavallo (Ra-
venna) .
12. Retteli Giulia., maestra - Carpene-
dolo (Brescia) .
13 . Retti D . Antonio - Angarano (Vi-
cenza)-
14. Bettiga D . Luigi, arciprete - Mor-
begno (Sondrio)
15. Berardi D . Luigi - Torino .
16. Bergamini Angela - Gargagnago
(Verona).
17 Bianchi Angela - Orsaria (Udine)-
18 Biglino Margherita nata Cignetti -
Alba (Cuneo) .
19 . Boccali Mons . Gabriele, Udit. di
S . S . - Roma .
20 . Benibelli D . Vincenzo, parroco -
Bellnzago (Milano).
21 . Bongiovanni D . Bartolomeo . Ferdi-
nando, can . - Ceva ( Cuneo) .
22 . Bonnier Giuseppina - Torino .
23 . Bonomo Catterina di Francesco -
Moutegiove (Torino) .
24. Bozzani contessa Rosa - Fossano
(Cuneo) .
25 . Brambilla D . Giuseppe, parroco -
Camnago (Milano) .
26 . Braggio ch. Francesco - Bergamasco
(Aleasandria) .
27 . Busso Alessandro -Ruffia (Cuneo) .
28 . Busso Alessandro - Cardè (Cuneo) .
29 . Busso Mar_lurita nata Busso -
Cardi (n , .,)-
30 . Campiono D . Antonio, can . - Cal-
tanisetta.
31 . Cappelletti Francesco - Piacenza .
32 Cappello D . Sebas tiano, can . - Gia-
veno (Torino)
33 . Capitanio M aria - Lovere (Ber-
g
amo)-
34. Carducci Giovanni - S. Severino
Marche Foggia),
35 . Coleschi D. Giuseppe, parroco -
Colignola (Are zzo) .
36. Colombo D . Carlo - Vezzano Li-
gure (Genova) .
37. Conca D . Pietro -V arenna (Como)-
38. Dalla-Valle D . Francesco - Rosà
. (Vicenza)
39.gaDmaonelli D. Carlo, prevosto - Ber-
40 . Daparma D . Giuseppe, economo -
Montemartino (Piacenza).
41. Darra D . Francesco, parroco -
Bionde (Verona) .
42 . De' Capitani D . Pietro, arcipretee-
Armicco (Cremona) .
43 . Fagion D . Michele, parroco - Pa-
pozze (Rovigo) .
44, Valletti Carolina Torino-
45. Ferrari Luigi - Calestano (Parma )-
46. Ferraris Luigi, maestro - Beinasco
)-
(Torin
47 Ferini Luigia - Lavino (Como).
48 Fiducia Salvatore - Catania .
49. Galletti D . Gaetano - Mozzate (Mi-
lano) .
50 . Gazzera Caterina fu Luigi - Bene-
vagienna (Cuneo).
51 Gazzola conte Francesco-Piacenza .
52. Giaccardo Maria-Cherasco (Cuneo) .
53 . Giacchetti D . Giovanni, Padre Fi-
lippino -- Firenze .
54 . Giraudo Giovanni fu Bartolomeo -
Bibiana (Torino) .
55. Giovannini Aurelia - Casabianca
Verolengo (Torino) .
56. Goiran Catterina - Torino .
57. Granata D . Giuseppe, parroco -
S . Bernardo (Milano) .
58 . Grandi D . Carlo, can . - Piacenza .
59 Grasso Anna - Torino .
60 . Greco D . Giorgio arcipr. - Qua-
rantoli , (Modena )-
61 . Grego D. Eugenio - Chioggia (Venezia)
62 . Ivaldi Rosa - Bra (Cuneo) .
63 . Iumincelli D . Alfonso, can . - Cal
tanisetta .
64. Lisa Vittoria - Chieri (Torino).
65 . Lobetti D . Pier Filippo , canonica
- Cuneo .
66 . Luccarini D . Rodolfo, curato-Pio .
trasalita (Lucca) .
67 . Lucente, D . Leopoldo, arcipr . -Ca-
stelguidone (Chiet i) .
68 . Maier Maria, vedova - Gorizia
(Austria) .
69 . Mandelli Francesco fa Pietro -
Mecate (Conio) .
70 . Mautica D . Andrea, prevosto - Pia-
cenza.
71 . Marchi D . Alberto, cappellano -
Vicenza.
72 . Marengo Luigia - Carmagnola (To-
rino) .
73 Mascarini D . Carlo - Roveri di
Velo (Verona)- '
74. Narzani D . Luigi, rettore -- S. Ro-
mano (Reggio Ermilial .
75 . Mastrangelo D . Antonio - Castro-
novo (Palermo) .
76 . Mela D . Giacomo, can . - Oneglia
(Genova).
77 . Mezzadra D . Luigi, rettore - Ca-
satico (Parma) .
78 . Micoli Eleonora nata noli . Farlatti
- Udine.
79 . Nigliorini Antonio - Zimella (Ve-
rona) .
80 . Modenesi Paolo - Quinzano d'Oglio
(Brescia )-
81 M oisio D. Leandr o . re ttore - S. Au-
relio (Alessandria)
82 . Nobile D . Sebastia no, curato - Pia-
nacci (Massa Carrara) .
83 . Oytana Carlotta - Villafranca Pie-
monte (Torino) .
84. Onorando Catterina - Torino .
85 . Ottazzi Teresa - Alice Belcolle (A-
lessandria).
86 . Ottini Delfina vedova Maccario -
Barbania (Torino),
87 . Paolazzi Pietro Paolo - S . Stefano
(Aquila) .
88 . Parodi D . Stefano, can . - Genova .
89 . Pascoli Orazio - Ascoli Piceno .
90 . Pedrotta Noria - Golino (Svizzera) .
91 . Peri D . Gaetano - Bologna .