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ANNO XV . - N . 7 .
Esce una volta al mese .
BOL ET INO SALESIANO
LUGLIO 1891
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, n . 32, TORINO
SOMMARIO .
Solennità di Maria Ausiliatrice in Torino ed in altre
città .
Il Cardinale Gaetano Alimonda, Arcivescovo di Torino .
Notizie dei nostri Missionari - Lettera di S. E. R .
Mons . Giovanni Cagliero .
Il Sac . Giovanni Bonetti .
Conferenze salesiane .
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Don Rua in visita alle Case Salesiane .
Viaggio dei Missionari Salesiani alla Colombia (Se-
guito) .
Di alcuni lavori decorativi nel Santuario di Maria
Ausiliatrice .
Notizie varie .
Salute e medicina. (Bibliografia) .
Cooperatori defunti .
Avviso postale .
SOLENNITÀ
DI
MARIA A USI LIATRICE
Le feste a Torino .
Lodate Maria, - O lingue fedeli ;
Risuoni ne' cieli .- La vostra armonia.
Lieti e giocondissimi furono per noi i
giorni 24 e 25 dello scorso Maggio, che
consacrammo con pompa solenne alla
Vergine Ausiliatrice .
Maria! Oh nome soavissimo e potente !
Erano i figli convenuti da mille paesi
che la invocavano sotto le maestose volte
del Santuario Torinese, e l'augustissimo
nome veniva ripetuto tra gli evviva del
cuore dai fratelli lontani. Dalle superbe
alture di Bogotà e di Quito alle Pampas
della Patagonia ; dalle popolose città di
Parigi e Londra alle isole Malvine ed
allo stretto di Magellano ; dal Mediter-
raneo al Pacifico, da Roma all'incipiente
Cristianesimo dell'isola Dawson echeggia-
rono mille volte in quei i festosi con-
centi e le ferventi invocazioni alla Ce-
leste Regina .
In mezzo allo spettacolo imponente
dell'immenso affollarsi di popolo al tempio
di Maria, nei momenti più sacri dei so-
lennissimi riti, sotto le impressioni divine
di tanta fede e divozione ricordavamo il
passato . E come non ricordarlo?
Eran cinquant'anni che un umile prete
ascendeva per la prima volta il santo
altare, e sollevando l'Ostia santa di pace
e di amore invocava Maria .
In Valdocco non v'erano che prati ab-
bandonati e misere casucce . Poi quel sa-
cerdote si occupò di giovanetti poveri
ed abbandonati, li raccolse sotto l'invo-
cazione di Maria, ed oggi i prati di Val-

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di cristiana carità, e dove un giorno non
regnavano che lo squallore e la miseria,
ora sorge il maestoso tempio di Maria
Ausiliatrice !
Oh D. Bosco! D . Bosco! Sospirammo
per lunga stagione il giorno del tuo giu-
bileo sacerdotale . Sperammo per più anni
vederti tra noi fino a questo faustissimo
di Iddio nol volle .
Ma pure come dimenticarti all'altare
di Maria in tanta occasione? Come non
ricordarci di te nel tempio che la tua
pietà seppe erigere così grande e maestoso
alla gran Vergine Ausiliatrice?
Di te ci ricordammo e pregammo per
te. Di te si ricordarono e gli oratori ed
il popolo, i venerandi vescovi ed il clero
tutto nelle preci ferventi, i figli, gli am-
miratori e tutti gli amici tuoi .
Da te avevamo imparato il grido di
Evviva Maria Ausiliatrice, e l'abbiamo ri-
petuto col medesimo ardore di fede e di
amore come le prime volte che l'udimmo
da te . Tu guidasti noi ed il popolo dei de-
voti per anni molti a celebrar la festa
della Gran Madre di Dio, e noi ci siamo
intervenuti ora dome quando tu ci eri
maestro e duce .
Abbiam onorato Maria e sentimmo altra
volta come sia dolce l'invocarla e man-
tenersele sempre affezionati figli e ripe-
temmo con sincero affetto l'antico canto :
Noi siam figli di Maria,
Lo ripetan l'aure e i venti,
Lo ripetan gli elementi .
Con piacevole armonia,
Noi siam figli di Maria .
LA STAMPA PERIODICA .
Ottimi e pregiatissimi giornali di Torino,
Milano, Genova, Venezia, Brescia, ecc ., ecc.
pubblicarono diffuse relazioni delle nostre
feste . Noi ne ringraziamo di tutto cuore i
direttori, redattori e corrispondenti che si
occuparono per tal modo di quanto abbiam
tentato di fare per la celebrazione di feste
a noi tanto care.
Riporteremmo qui di buon grado i loro arti-
coli e per intero, se lo spazio ce lo permettesse,
mainvec idobiamolimtare ripodurne
appena qualche tratto e solo di qualcuno .
La festa .
(Dall' Unità Cattolica) .
Abbiamo avuto la fortuna di assistere al-
l'imponente festa di Maria Ausiliatrice . Non
c'era Don Bosco, ma lo si vedeva vivo vivo
nella mente, nel cuore de' suoi figli ; il suo
spirito aleggiava pel vasto tempio . Quell'am-
masso di voci che partiva dall'orchestra ci
trasportava alle più serene e incantevoli vi-
sioni . Quelle angeliche armonie del Pale-
strina, così maestrevolmente eseguite, arieg-
giavano quelle dei cantori della Cappella
Sistina di Roma . Commoventissimo il racco-
glimento, la divozione del piccolo clero . Pon-
tificò Sua Eccellenza Mons . Valfrè, vescovo
di Cuneo ; e fu madrina della festa quell'il-
lustre e piissima gentildonna, che è la con-
tessa Callori .
Il vasto tempio fu gremito di gente dalle
tre del mattino, e sin quando non si chiuse
non cessò la folla . Era cosa imponente e che
strappava le lacrime il vedere la moltitudine
compatta rimanersi disagiata in piedi, ep-
pure silenziosa , divota , rapita innanzi al
quadro della Vergine . Quante pure preghiere
non salirono al trono della Regina dei cieli! . . .
Ah! coloro che dicono Torino miscredente,
avrebbero dovuto portarsi l'altro giorno a
Maria Ausiliatrice .
Siamo rimasti edificatissimi della divozione
d'un fanciullo di alto lignaggio, che colle
mani giunte e immobile rimase molto tempo
prostrato all'altare . - Là vi era rappresen-
tata ogni classe della società : dalle spalline
del generale all'umile tonaca del frate ; dalla
dama di Corte alla povera contadina che ,
partita la notte dal paese, si recava in pel-
legrinaggio a sciogliere il voto .
Abbiamo ammirato l'altare maggiore co-
perto di migliaia e migliaia di cuori d'ar-
gento . Durante le funzioni, che si ripeterono
il lunedì seguente, spiccavano alla balaustra
grandi bandiere di Società cattoliche italiane
e francesi . Fummo invitati al servizio delle
sacre funzioni . La sera, quando dopo la be-
nedizione del Santissimo scendevamo l'altare,
abbiam veduto una moltitudine sterminata
che si stendeva dalla balaustra al fondo della
piazza. Erano i divoti prostrati, ed a stento
rattenemmo un singulto, che ci saliva dal
cuore e ci faceva nodo alla gola. Uscendo
dal sacro tempio, ci apparve la cupola bril--
lante di mille variopinte fiamme, e unimmo
il nostro grido d'entusiasmo al grido della
moltitudine : - Viva Maria Ausiliatrice ! -
La predicazione .
(Dal Corriere Nazionale) .
Predicò il mese Mariano fin dal 23 aprile
p. p . nella chiesa di Maria SS . Ausiliatrice
il sacerdote Salesiano D . Tommaso Pentore,
e tale fu il concorso dei fedeli durante tutto
il mese e più nella novena, che ben indicava
come quella eloquenza facile, alla buona, sen
z'ombra di pretesa, ma nutrita e corroborata
di studii e di ragioni, valesse alla persuasione
della mente ed all'emendazione del cuore .
Dopo aver richiamati i suoi uditori nel
corso del mese all'imitazione delle virtù della

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B . Vergine, nella novena svolgeva i seguenti
argomenti
1° Maria fu con Gesù corredentrice del ge-
nere umano ; e siccome i benefizi della Re-
denzione sono riposti nella Religione, parlò fin
dal primo giorno della necessità della Reli-
gione nell'individuo, per conoscere la scienza
pratica, ossia la scienza della vita, per
acquistare la virtù , per sostenere le lotte
contro la sventura in questa valle di lacrime .
2° Necessità della Religione nella famiglia,
giacchè essa sola insegna a ciascun membro
i propri doveri. Dipinse coi più spiccati co-
lori i quadri delle due famiglie religiosa ed
irreligiosa .
3° Necessità della Religione nella società .
La società ha bisogno di autorità per far
leggi che difendano i cittadini, gli uni dai
soprusi degli altri ; di giustizia, perchè que-
ste leggi vengano eseguite . Ora l'autorità
può solo venire dalla Religione che insegna
Omnis potestas a Deo . Le leggi umane non
vegliano se non sulle azioni aperte, non in
quelle occulte ; puniscono la colpa, non la
prevengono ; lasciano al cuore tutta la sua
malvagità . La Religione va fino al cuore,
tocca la coscienza e vi innalza un tribunale,
dinanzi a cui chiama le azioni, le giudica e
le arresta ancor prima che si manifestino .
La Religione sola può inspirare l'abnega-
zione ed il sacrifizio necessari per formare
una buona società . La Religione scioglie la
gran questione sociale, col mettere ciascuna
classe di cittadini ne' suoi veri termini .
4° L'oratore si fa l'obbiezione : come è pos-
sibile che la Religione sia necessaria alla
società, se dessa è contraria all'amor di pa-
trial Dimostra come non vi possa essere
vero amor patrio senza Religione, e con calda
parola richiama le nostre glorie italiane in
prova del suo assunto .
5° Tutte le religioni sono buone . Dimostra
quanto sia assurda questa proposizione, e
stigmatizza giustamente certi strani pensa-
tori de' giorni nostri, che con tale scusa non
praticano alcuna religione, o meglio s'atten-
gono solo a quella del vitello d'oro .
6° Quale la vera Religione? Risponde con
gli argomenti più forti che ci provano la di-
vinità del Cristianesimo cattolico .
7° Dimostra i benefizi del Cristianesimo ,
dipingendo gli orrori del paganesimo , ido-
latria , barbarie e schiavitù ; e la mirabile
trasformazione operata dal Cristianesimo ri-
generando la mente ed il cuore dell'individuo,
consacrando la famiglia, diffondendo la carità
nel mondo .
5° Miseranda condizione della società pre-
sente considerata nel suo stato religioso, mo-
rale e sociale . Chi può salvarla? Maria .
9° Maria salute del mondo .
Il giorno 25 tesseva il panegirico della
Beata Vergine l'eloquente oratore D . Elena
da Brescia . Fu un vero fiume di mirabile
facondia e di profonda dottrina .
La musica .
(Dalla Musica Sacra di Milano) .
La festa di Maria Ausiliatrice del 1891
formerà una pagina d'oro nei fasti della mu-
sica sacra di Torino . L'esecuzione della ce-
lebre Messa Papae Marcelli del sommo Pa-
lestrina costituisce già di per sè un avveni-
mento ; eseguita poi da una massa impo-
nente e disciplinata di 230 cantori, come per
ben due volte in due giorni consecutivi venne
eseguita nella chiesa dei Salesiani, è stato
più che un avvenimento, un vero trionfo .
Dire dei pregi, delle bellezze, delle ric-
chezze immense di questa composizione non
si può senza che dessa ne scapiti , perchè
Tanto operi nullum par elogium . Questa Messa
è ciò che di più elevato, di più sublime, di
più celestiale si possa concepire in fatto di
musica eminentemente religiosa
Quell'entusiasmo che ridestò allora quando
per la prima volta venne eseguita in Roma
innanzi alla Commissione dei Cardinali e del
Consiglio artistico, lo ridesterà sempre in
tutti coloro che non abbiano smarrito affatto,
insieme col sentimento religioso, ogni gusto
artistico . Quanto all'esecuzione i soprani e
i contralti furono sempre all'altezza della
lor fama ; bene equilibrati i cori ; interpre-
tazione giusta ; finezza di colorito, senza ca-
dere nell'esagerazione ; sicurezza negli at-
tacchi ; affiatamento perfetto
Una parola di meritata lode va detta al-
tresì all'egregio tenore cav . Pasini di Bre-
scia, il quale da vero artista ha saputo, dirò
così, sacrificare la potenza della sua voce
alle esigenze della musica palestriniana, ed
ha eseguito nei soli la parte di tenore con
una finezza ed una maestria superiori ad
ogni encomio . Così si poterono gustare le
bellezze del sestetto nel Christe e dei due
quartetti del Crucifixus e del Benedictus, che
sono veri gioielli.
Per una felice combinazione, alle glorie
artistiche di questa festa s'intreccia altresì
un nome illustre, un nome assai bene cono-
sciuto nel mondo musicale, il nome del com-
pianto M° . cav . Giulio Roberti .. . .
I suoi salmi pel Vespro rivelano robustezza
di genio, squisitezza di sentimenti ed una
coltura musicale non comune . Lo stile non
è severo, ma corretto sempre e grave ; e in
tutti i salmi aleggia sempre un fare così
elegante e nobile che innamora . Venne pure
gustata e lodata assai l'Ave Maria del mae-
stro cav . Remondi, coro a quattro voci senza
accompagnamento . È un lavoro di stile mo-
derno, ma molto ben fatto e di gusto squi-
sito ... (1)
(1) . L'illustre tenore Cav . Pasini, il valente maestro
ed organista Cav . Remondi e tutti gli altri egregi
artisti e benefattori nostri che ci vennero in aiuto
nell'esecuzione della musica in queste, ed in altre fe-
ste, posero l'opera loro con disinteresse commendevo-

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Lavoro stupendo è il Tantum ergo a sei
voci del Tomadini . Sebbene in qualche frase
del Genitori difetti un tantino di gravità ,
però rivela nel complesso il cultore profondo
delle armonie palestriniane
FESTE IN ALTRE CITTÀ .
A Novara .
(Dal Bescapè, 30 Maggio .)
Il canto Gregoriano .
Dicono che la gratitudine sia una virtù
tanto più bella, quanto è più rara nel mondo . ..
(Dall'Osservatore Cattolico di Milano) .
Sarà . . . ma se si mette piede nell'Istituto od
- L' Introito, il Graduale ed il Communio
furono in canto gregoriano accompagnato leg-
germente dall'organo . Noi crediamo che fosse
allora a molti come rivelata per la prima
volta la vera natura , la eccellenza e la in-
credibile efficacia delle melodie gregoriane ;
con quanta ragione la Chiesa lo tenga e
proclami il più degno interprete della sua
mente e del suo cuore ; come i più grandi
musicisti di ogni tempo lo abbiano enco-
miato di somme lodi . Il canto gregoriano
udito il 24 maggio in Valdocco apparve ve-
ramente quello che egli veramente è, quanto
di più grandioso siasi creato nella lingua
dei suoni, un concento celeste, pel quale il
sentimento della divina presenza ci dìventa
più intimo, il soffio dello Spirito Santo aleg-
gia d'intorno sempre più sensibile e mani-
festo . Intonava i varii passi una voce di
basso e seguivano un vivace coro di soprani
con voci sì diafane, così flessibili , così lim-
pide e purgate ch'era una meraviglia . L'or-
gano toccato leggermente nei soli principali,
Oratorio dell'Immacolata, credo che ciò non
si troverebbe avverato.
Vedere quelle tante e tante ragazze, e non
piccole soltanto, ma molte alte al pari di me,
raccogliersi là le domeniche , le feste e in
questo Mese di Maggio, non è bellissimo spet-
tacolo? E che dimostra? Che noi lo amiamo
quel luogo e professiamo gratitudine a chi
ci fa del bene . E come non amarlo, quando
ce lo rendono sì caro per ogni verso?
Nella cappella quel bravo Prof . Terreno,
il direttore, da buon padre ci mette sempre
sott'occhi le verità che a noi più sono neces-
sarie, e sempre in modo da farsi sentire vo-
lontieri, sia che colla sua parola soavemente
diletti, sia che salutarmente atterrisca .
Fuori . . . . ah ! fuori vi è quella buona Di-
rettrice . . . chi non le vorrebbe bene? Essa
vorrebbe farsi in mille per istare con ciascuna
di noi, per tenerci allegre tutte, per dire a
tutte una buona parola . .. e insieme pensare
al convitto, al laboratorio, alla Casa insomma .
Eppure ci riesce colla sua attività instanca-
bile, col suo senno pratico e col garbo suo
formava come il campo oscuro sopra il quale
la melodia si disegnava netta e spiccata che
non se ne perdeva un apice solo . Da quel
gruppo di soprani moveva un canto nobile
e dolce, il quale condiva le note di grazia
e scendeva così bene al cuore che tutto lo
serenava . Allora si fé palese come i lavori
stessi del Palestrina, così splendido e su-
particolare . Tanto più poi che a lei è unito
per coadiuvarla a meraviglia quello stuolo
di suore che « vere figlie di Maria Ausilia-
trice sono state dalla Vergine mandate qui,
perchè collocandosi al nostro fianco ci ser-
vissero da Angioli suoi coadiutori per con-
durci nel retto cammino » . Che bel pensiero
eh ? Ma appunto perchè è bello, non è mio,
blime, possano togliere le loro ispirazioni
dalle melodie gregoriane , se ne riempiano
ed accendano di spiriti musicali, se ne rifio-
riscano e adornino come sempre con tutta
verità si è affermato . -
L'egregio giornale fa inoltre una rivista
completa di tutta la musica eseguitasi il
giorno 24 e ripetutasi nel seguente. E dopo
aver fatte con particolare affetto sincere con-
gratulazioni col maestro Salesiano sig . Giu-
seppe Dogliani pel felice esito onde furono
coronate le sue fatiche, applaude a quanto
si fa da noi pel rifiorimento della musica
sacra .
D'ogni cosa noi diamo gloria a Dio ed
alla Beata Vergine, ben contenti se ci è
dato di far del bene alle anime anche colla
musica, secondo lo spirito e l'esempio dell'in-
dimenticabile nostro Padre D . Bosco .
ma di Monsignor Vescovo . L'abbiamo udito
la domenica scorsa (24 maggio) nel nostro
Oratorio, dove abbiamo celebrata la Festa di
Maria Ausiliatrice e insieme fatta la chiusa
del Mese di Maggio .
Che bella festicciuola ! Al mattino Comu-
nione numerosissima e funzione commovente,
che inteneriva fino alle lacrime, celebrata da
quel Monsignor Magni, che già ci aveva nelle
sere del Mese fatta sentire la sua parola-
semplice e persuasiva, la quale come partiva
dal cuore, così andava subito in cerca del
cuore . Alla sera Monsignor Vescovo assistè
ai Vespri solenni, dopo i quali si rivolse a
parlare a noi .
Che disse? Tante cose che io già non sono
stata capace di tener tutte a memoria ; ma
ben ricordo quelle surriferite e il più impor-
tante . « Volete, ci disse, essere proprio figlie
lissimo ed unicamente per divozione a Maria Ausilia-
trice ed affetto dell' arte . Si abbiano nuovamente e
pubblicamente i nostri più vivi ringraziamenti . La
Beata Vergine ne li ricompensi quanto lo desiderano
di Maria Ausiliatrice? Fate tre cose : 1 . Ab-
biate a lei speciale divozione e continua ..
2. Fate il bene per amor di lei vostra Ma-
dre. 3 . Fuggite il male per non addolo-
i nostri cuori .
rarla. E a quegli Angioli che vi ha mandato

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portate amore e gratitudine . » E dopo ci diè Marin Faliero del Donizetti, con grande pre-
la benedizione col SS . Sacramento . Ed era cisione ed arte eseguito dai Sigg . Francesco
finita la festa?
Valora e Silvestro Sanfilippo, ed inoltre da
In Chiesa, sì ; ma una volta fuori, suoni, altri fiori poetici in varie lingue e in dialetto,
canti, poesie e salti e poi luminarie . . . in- i quali pure riscossero ben meritati applausi .
somma allegria . Oh che? Credono forse che
noi non sappiamo stare allegre all'Oratorio?
(Dal Zuavo, periodico di Catania) .
Ma anche se non si avesse voglia, bisogna
divenire allegre . In mezzo a quel brio, a
quella gioia pura, a quelle tante compagne
tutte del medesimo pensiero, con quelle suore
così piacevoli . . . via è impossibile non godere
vera allegria !
Il Vescovo e quanti lo accompagnavano
e le distinte persone, che vollero assistere
alla nostra festicciuola , furono soddisfatti
pienamente . . . E sopratutto poi eravamo sod-
disfatte noi, come lo siamo sempre là dentro .
E dico noi, perchè parlo anche a nome
delle mie compagne assidue all' Oratorio .
Prima di conoscerlo, avevano anche noi un
pochino di diffidenza per l'Oratorio ; ma pro-
vatolo, ne siamo entusiasmate, perchè là
s'impara a lavorare, a studiare, ad esser
buone e nello stesso tempo s'impara la ma-
niera per essere veramente allegre .
Una giovane Oratoriana .
A Faenza.
Un ammiratore Faentino scriveva all' Osser-
vatore Cattolico di Milano
La Chiesa dell'Istituto Salesiano di que-
sta città, la Domenica 31 Maggio, era stata
splendidamente addobbata, con ricco padi-
glione per la festa di Maria Ausiliatrice, Pa-
trona principale dei Salesiani .
Celebrò la Messa della Comunione gene-
rale Mons . Francesco Baldassari, degnissimo
Vicario della Diocesi . Molti furono i fedeli
e giovani dell'Oratorio festivo che si acco-
starono ai SS . Sacramenti fino dalle prime
ore del mattino .
Abbiamo ammirati i soavi mottetti can-
tati da quei bravi giovanetti con voci vera-
mente angeliche . La Messa del M itterer ed
i Vespri della sera furono dai medesimi ese-
guiti con tale maestria e precisione, da ri-
scuotere gli applausi non solo dal semplice
A Catania .
volgo, ma pur dagl' intelligenti . La Messa
solenne era celebrata dal Rev .mo Can.° Pie-
- Quanto divota, altrettanto bella riuscì
il 24 corrente la festa che si suol celebrare
ogni anno ad onore di Maria SS . Ausilia-
trice nella Chiesa ed Oratorio di S . Filippo
Neri in Catania . La Messa di Maria Au-
siliatrice , a tre voci , di Mons . Cagliero
tro Ghetti ed i Vespri dall'ottimo Canonico
Ludovico Conte Tallandini di Bagnacavallo .
La folla a tali funzioni era tanta che non
capiva più in Chiesa, e se ne stava fin sui
gradini della porta d'ingresso .
Il M . Rev. Sig . Prof. D . Domenico Conti,
molto felicemente eseguita, lo stupendo pa-
negirico con brio, dottrina ed unzione singo-
giovane sacerdote e valente oratore imolese,
che predicava la Novena del S . Cuore di
lare recitato dal Sac . Salvatore Puglisi, la
bella sfilata del piccolo Clero e l' edificante
contegno delle parecchie centinaia di giova-
netti dell'Oratorio, i quali quasi tutti, ed una
ventina per la prima volta, si accostarono
alla Eucaristica Mensa, furono tale uno spet-
tacolo da visibilmente commuovere gran parte
degli astanti accorsi sin dalle prime ore del
Gesù nella Chiesa del Carmine di questa
città, invitato la sera precedente, si degnò
rivolgere ai giovani ed al popolo Faentino
un breve discorso, riscaldando tutti i cuori
colla eloquente ed affettuosa sua parola, in-
fervorandoli maggiormente alla divozione ver-
so sì buona Madre e potente Patrona Aiuto
dei Cristiani .
giorno alla sacra solennità .
Ma il caro entusiasmo di quei giovani cuori
Chiuse la cara funzione il M . R . Sig .
Parroco D . Aristide Botti, priore dei Par-
ancor più vivamente spiccò la sera, allor-
quando nel teatrino, come diceva la bella e-
pigrafe innalzata sull'ingresso, vollero festeg-
giare il primo cinquantenario dalla sacra Or-
dinazione del Sac . Giovanni Bosco .
roci della città, colla benedizione del SS . Sa-
cramento . Di poi il concerto dell'Istituto in
apposito palco nell'ampio e verdeggiante cor-
tile rallegrò colle melodiche sue sinfonie i
molti forestieri accorsi alla festa .
Il trattenimento ebbe principio con alcune
poesie e dialoghi di occasione avanti al ri-
In Alì Marina presso Messina .
tratto del benemerito educatore della gioventù
La stessa Domenica , 31 Maggio, si cele-
e colla graziosa e simpatica romanza : « il brava pure e per la prima volta la festa di
Fiorellino, » composta dal giovane sig . An- Maria Ausiliatrice in Ali Marina presso Mes-
tonio Savasta Virgillito, ed eseguita con e- sina, nella Chiesa delle Figlie di Maria Au-
spressione e rara dolcezza dal sig . Raffaele siliatrice . Queste suore, stabilitesi colà da
Auteri .
alcuni mesi, dopo aver iniziato l'Oratorio fe-
Seguì poi lo spettacoloso dramma in 5 atti, stivo, scuola e laboratorio, ai quali accor-
le Pistrine,d.. elGBSac Lemoyne, inter- rono tutte le ragazze del paese , dovettero ,
calato dal duetto : Israele, che vuoi ? ecc. con malgrado la ristrettezza del locale, adattarsi
la cabaletta : Trema, o Steno ecc. dell'opera ad ammettere all'istruzione religiosa, in classi

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separate, anche i giovanetti, tante furono le e qualche vecchierella poi vi aggiungeva
suppliche e le insistenze de' parenti, perchè dei Pater e dei De profundis, sicchè il tutto
di loro pure si prendessero cura . Oh ! sante durava all' incirca più di un' ora . Si prin-
e lodevoli, insistenze ! Ora si ha il piacere cipiava alle otto, dopo i lavori della giornata,
di vedere ogni domenica e festa una ses- e si finiva scoccate le nove .
santina di ragazzi pendere attenti e do- Per tutto il mese non mancò la costanza
cili dalle labbra delle Suore catechiste, che a nessuno, e a coronarlo andavasi studiando
loro insegnano a conoscere , amare e ve- una qualche maniera di solennità . Il buon
nerare la nostra santa Religione e la pratica Cooperatore si diè attorno . Venne al nostro
dei proprii doveri.
Collegio Manfredini a pregare il Direttore che
Il mese di Maggio di quest' anno fu il gli lasciasse l'harmonium e due cantori col
primo che si consacrasse a Maria con pompa maestro di suono ; pregò il Cappellano di an-
speciale in quel ridente paesello . Quei buoni dare a tenere un discorsetto . Ottenne tutto
abitanti tutte le sere accorsero in gran nu- quanto domandò ; e l'ultimo sabato di mag-
mero alla recita del Rosario , al discorsetto gio, giorno 30, sotto quel rustico portico si
tenuto dal Rev. D . Chiesa , Direttore del- celebrò la chiusa del mese di Maria, da quei
l' Oratorio di Catania, ed alla Benedizione semplici cuori che l'avevano colà onorata per
del SS . Sacramento . Era bello e commovente tutto il maggio .
udire quel coro di voci robuste , cantare u- Bisognava vedere il portico così ben tra-
nissoni le lodi della Vergine Ausiliatrice ! sformato da pigliarsi quasi per una vera
La vigilia della festa grande fu il concorso cappella. Era stato sgombro tutto e riem-
al Tribunale della Penitenza, e l'indomani pito di ordinata fila di panchine e di sedie
numerosissima la S . Comunione , specie di ai lati bianche lenzuola e coperte chiude-
giovanetti e giovanette . Prima di distribuire vano e coprivano le pareti ; in faccia, sotto
il Pane Eucaristico , il sullodato D . Chiesa la immagine della Vergine bella, s'era im-
rivolse fervide parole di zelo e di incorag- provvisato un altarino adorno di mille fiori ;
giamento . Ed oh ! quanto era commovente in fondo si era collocato l'harmonium e sta-
vedere quella numerosa schiera giovanile in vano i cantori .
devoto contegno circondare il sacro altare Il Cappellano tenne ai convenuti un bel
per ricevere il Cibo dei forti . Adulti e vec- discorsetto, quale gli uscì allora dal cuore
chi nell' emozione del cuore con vivo entu- i commosso . Eh, sì che bisognava lasciarsi com-
siasmo andavano ripetendo : - Quando mai muovere . Veniva proprio voglia di piangere
si videro feste sì belle in Alì ? Benedetti Sa- tra quella buona gente, tutta divota e ve-
lesiani e benedette Figlie di Maria che si oc- stita a festa, come se celebrasse una vera so-
cupano dell'istruzione, dell' educazione reli- lennità , alla luce di quelle candele e lumi ,
giosa della nostra gioventù ! -
al suono dell'harmonium, al canto innamorato
di quei mottetti alla Madonna . E molti pian-
NB . - Nel prossimo settembre si aprirà re-
golarmente in quel bel paese il Collegio-con-
vitto femminile già annunziato nel Bollettino
d'Aprile.
gevano e più calda e così affettuosa alzavano
la loro preghiera alla Celeste Madre, che
certo non potè non gradire quell'amoroso os-
sequio . Tanto fu cara la commozione di
quella festicciuola, che già si deliberò di non
lasciar più cadere la pia pratica .
Il mese di maggio sotto un por- Possa questo esempio invogliare altri ; chè
tico . Da Este. - Un buon Cooperatore Sale- sarebbero molti, i quali potrebbero in mezzo
siano, che conduce in affitto una grossa cam- alle campagne avvivare facilissimamente la
pagna qui vicina, diede della sua divozione divozione sempre confortante e soave del
a Maria SS . sì bella testimonianza, che non Mese di Maria.
posso tacerla a edificazione ed esempio di
Este, 2 Giugno 1891 .
quanti amano la Regina de' Cieli .
Sotto il portico della sua cascina già da
tempo fu dipinta una immagine di Maria SS .
Egli si pensò di accendervi accanto alcune
candelette, ed ogni sera radunarvi innanzi
la famigliuola sua e i suoi soggetti a una qual-
IL CARDINALE GAETANO ALIMONDA
che pratica divota in onore della Vergine
benedetta .
Arcivescovo di Torino .
Come pensò, così eseguì . Le prime sere e-
rano quei di famiglia ; ma poi i vicini cam- È scomparsa una delle più elette e più pode-
pagnuoli traevano numerosi ed assidui molto rose intelligenze del nostro secolo ; ma quello
più che si potesse dapprima pensare . Il buon che è più doloroso per noi, è scomparso l' a-
Cooperatore, - tutto lieto di questo concorso, mico, il benefattore, il padre dei Salesiani .
ogni sera intonava una lode, poi recitava il Il Card . Alimonda nacque a Genova a' 23
Rosario, faceva la lettura del mese Mariano, Ottobre del 1818, e morì in quella città a
e finiva col canto delle Litanie Lauretane, S. Francesco d' Albaro il 30 Maggio u . s .

1.7 Page 7

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- Egli riuniva in sé, al più alto grado, due deva la parola, ascoltato sempre con entu-
nobilissime qualità, che raramente vediamo siasmo di figli, come paterno era l'affetto
insieme congiunte, cioè genio e cuore, il volo suo verso i superiori e allievi di quell'Istituto,
dell'aquila ed il candor della colomba . Ra- che volle ancora particolarmente benedire
piva collo splendor della sua parola, conqui- negli ultimi giorni di sua vita . Il 29 Gen-
deva colla potenza delle sue argomentazioni, naio 1879, recitando a' suoi seminaristi
ricche di immensa erudizione, vestite di forma il panegirico di S . Francesco di Sales, il
sempre splendida, talvolta poetica . Nelle suo principe dei moderni oratori rivolgeva a D .
Conferenze, che formano 12 grossi volumi, Bosco ed ai Salesiani queste graziose parole :
rifulge la dolce armonia della scienza colla « E dove te lascio, o mio amico, venerando pa-
fede . È noto come C . Cantù chiamò le dette dre del Clero, Giovanni Bosco? A te giovanetto
Conferenze un prodigio di scienza e di erudi- il Sales si rivelò ; e da lui prendesti il sa-
zione, aggiungendo pure che più stupendo la- pere amabile, la santità carezzevole, tutto il
voro di apologia religiosa non sorse ancora in corredo delle dolci virtù cristiane, che tanto
Italia, e forse non sorgerà . Un tale elogio va pure onore ti fanno . Prendesti da lui il concetto e
applicato alle altre
lo spirito della tua be-
sue opere, quali ad
nemerita Congregazio-
esempio i Ragiona-
ne dei Salesiani . Io
menti sul dogma del-
la vidi nascere e dila-
l'Immacolata, le Con- .
tarsi, come una pianta
ferente su Lutero e
di paradiso trasferita
l'Italia, i due volumi
in terra, simile in tut-
de' Panegirici, i due
to al crescere e dila-
del Mio Episcopato,
tarsi dei beati mona-
i 30 opuscoli dei Di-
steri della Visitazione .
scorsi pastorali ed ac-
S. Francesco di Sales
cademici, e pur essi
rivive e moltiplica in
quei carissimi rac-
te, e per te rivive e
conti che sono Dal-
moltiplica nella comu-
l'Alba al tramonto e
na.Quzestcoivl
Fiori e Stelle, spi-
tributo di lode io ti
ranti cotanto candore
debbo per isfogo di
e olezzanti così vigo-
gratitudine, imperoc-
rosa freschezza d'af-
chèdel'oprast
fetto vero e sentito .
de' tuoi figli si giova
Poichè più grande
e s'allieta la mia di-
ancora della mente,
lettissima Diocesi ; ma
il Cardin . Alimonda
più graziosi encomii e
aveva il cuore . Chi
ringraziamenti più de-
lo avvicinava, non
gni a te vengono dalla
poteva non sentirsi
Chiesa Cattolica, a cui
affascinato da quel
nell'Europa e nell'A-
suo amorevole sorriso,
m erica per l'apostolato
da quel suo tratto pa-
de' Salesiani si feconda
terno, con cui inco-
il grembo di innume-
raggiava, compativa,
rabili fanciulli edu-
consigliava secondo
cati a virtù, di barbari
l'occorrenza . A Ge-
convertiti e di cristia-
nova, ad Albenga, a
ni santificati . » E co-
Torino più grandi dei
me questo non fosse
trionfi della sua elo-
ancor sufficeiente alla
quenza furono i prodigi che riportò di affet- pienezza del suo affetto, uguali sentimenti
to, eccitando intorno a sè l'amore di tutti, ripeteva pochi giorni dopo in un altro pa-
sicchè fu detto senza tema di errare che po- negirico del soavissimo patrono dei Salesiani
teva bene avere avversari, nemici non mai . e de' loro Cooperatori, da lui tenuto nella
Ed ora non è più . Tutti lo hanno pianto, Chiesa del nostro Collegio di Alassio .
e noi Salesiani non meno di qualunque al- Quest'affetto a D . Bosco ed ai Salesiani
tro . La morte del Card . Alimonda è stata sempre più s'accrebbe nel nostro Cardinale .
per noi una vera sventura . Sapevamo quanto Ne diede chiare prove negli anni passati a
egli ci amasse!
Roma, ma più di tutto ancora quando la
Ancora Vescovo di Albenga, accorreva bontà del sapiente Leone XIII lo regalò
volentieri, ogni volta che era invitato, ad Arcivescovo alla città di Torino . Allora noi
onorare colla sua presenza le accademie e esultammo di gioia ed il nostro Bollettino
solennità religiose nel nostro Collegio di A- Salesiano così ne dava -l'annunzio : « Uno dei
lassio, posto in quella Diocesi, e vi pren- membri più illustri, che per ingegno, per sa -

1.8 Page 8

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pere, per eloquenza, per pietà, per mitezza
d' animo, per prudenza, per ogni sorta di
belle doti di mente e di cuore onori oggidì
la Sacra Porpora, è senza alcun dubbio il
Cardinale Gaetano Alimonda, astro fulgidis-
simo della Chiesa Cattolica, onore di Genova
sua patria, e glorioso vanto dell' Italia tutta .
Or bene, quest' uomo, per tanti titoli emi-
nente, quest' uomo che andrebbero merite-
volmente superbe di possedere le prime Sedi
del mondo, quest' uomo, dico, venne ultima-
mente dato dal Vicario di Gesù Cristo a Pa-
store, a Padre dei cattolici Torinesi . Il dono
è così prezioso, che il Sommo Pontefice non
potè farlo, fuorchè in un trasporto d' amore
verso la città della Sacra Sindone e del SS .
Sacramento . »
Il nostro Confratello, di cara memoria, D .
Giovanni Bonetti per l' occasione della sua
entrata nella nostra città riassunse la vita
del Cardinal Alimonda in un opuscolo, che
fin dalla prima edizione venne stampato in
100 mila copie, e si legge tuttora con parti-
colare trasporto . Riesce impossibile ricordare
anche i soli tratti principali, con cui ci dimo-
strò il suo affetto durante poco più di sette
anni, che lo avemmo ad amatissimo Pastore a
Torino. Non dimenticheremo tuttavia mai
l' interesse che prese verso il nostro amatis-
simo Padre D . Bosco nell'ultima sua malattia .
L'ultima volta, che questi uscì a passeggio,
s' incontrò col Cardinale sotto i portici del
Corso Vittorio Emanuele, e là successe una
scena commovente . Alla presenza di tutti i
passanti si abbracciarono con trasporto di te-
nerezza, e poscia il Cardinale volle accom-
pagnare D . Bosco nella sua vettura fino al-
l'.Oratoi
Dovendo poi sul finir di Dicembre del 1887,
quando il nostro buon Padre volgeva al ter-
mine della sua vita mortale, recarsi a Roma,
venne l' amatissimo Cardinale a vederlo an-
cora una volta . Lo abbracciò, lo baciò ripe-
tutamente, lo benedisse , mentre il nostro
carissimo Superiore protestava innanzi a lui
la sua sottomissione all' autorità della Chiesa
e il suo volere che i Salesiani fossero sem-
pre e in ogni luogo i difensori del Papa .
A quest' ora essi si sono già incontrati
in Paradiso. Caro incontro ! stupendo qua-
dro
Ma al quadro mancava forse la cornice, e
il Signore, sei giorni dopo il Card . Alimonda,
chiamava pure al paradiso chi aveva tanto
lavorato per la Chiesa e per la nostra Pia So-
cietà, colui che, qual postulatore della Causa
di Beatificazione di D . Bosco, faticava con
tanto zelo per la glorificazione del nostro
buon Padre, in una parola il nostro con-
fratello e superiore D . Giovanni Bonetti .
Sia fatta la santa volontà di Dio !
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
Lettera di S . E . R . Mons . Gio . Cagliero .
REV .mo E CARIS . mO SIGNOR DON RUA
Terminò l'anno 1890, e con esso terminarono
gli esami degli alunni e delle alunne della
nostra Missione ; si distribuirono i premii ; si
fecero i ss . spirituali Esercizii, e s'incominciò
il nuovo anno scolastico 1891, che qui prin-
cipia sul declinar dell'estate, ossia alla fine
di Febbraio ed al principia di Marzo, e si
riprese il cammino delle Missioni .
Ora è giusto che dia una relazione di tutto
questo movimento salesiano effettuatosi nella
Pampa Centrale, Bahia Blanca, sul Colorado,
Rio Negro, Cordigliere, nonchè agli ultimi
confini della Patagonia, cioè nella Terra del
Fuoco ed Isole Malvine .
Missioni.
Le nostre Missioni prendono ogni giorno
maggiori proporzioni .
Don Savio fu incaricato di esplorare l'in-
terno della Pampa Centrale, al Sud-Ovest
di Buenos Aires . Anni addietro era stato
teatro delle invasioni degli Indii del Caruhuè,
sopra le popolazioni della provincia di Bue-
nos Aires, ed ora furono soggiogati dall'eser-
cito Argentino, come quelli della Patagonia .
Egli v'impiegò tre buoni mesi, percorren-
done i principali punti già popolati da gruppi
di case pastorizie, da nuove Colonie e da una
guarnigione di soldati per dar principio alla
fondazione di una nuova città, che col tempo
sarà Capitale di quel vasto territorio . Superò
tutte le difficoltà del viaggio e della rigorosa
stagione invernale, e ricavò non pochi frutti
dalla sua apostolica escursione . Ora spetta
a noi lo stabilire regolarmente quella Mis-
sione, edificando Chiesa, Casa e scuole ; e
tutto questo faremo presto, se presto verrà
l'aiuto che speriamo da Torino .
La nuova Casa di Bahia Blanca ultima-
mente aperta al Nord della Patagonia, ed
al Sud-Est della Pampa centrale, è di una
importanza straordinaria, sia per la popola-
zione che è tra i 15 e 20 mila abitanti, sia
pel suo porto, giudicato il migliore della
Repubblica e sia per la rete ferroviaria, che
quanto prima porrà le Provincie Argentine
in comunicazione col Rio Negro, Neuquen e
Chili .
Al mio passaggio in quella nuova città s ia
andando, che ritornando dalla mia visita al
Brasile, ho potuto vedere la necessità di pre-

1.9 Page 9

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sto aprire scuole, oratorii e laboratorii, per
educare fanciulli e fanciulle, unico mezzo per
rigenerare quella popolazione, ancor troppo
debole nella Fede e troppo libera nei costumi .
Chiesi perciò a Don Costamagna in Buenos
Aires quattro Suore di M . Aus ., che con
altre tre mandate dalla Patagonia aprirono il
Collegio, già frequentato da oltre 200 alunne .
Si vinsero le difficoltà pecuniarie, e diedi
ordine al nostro Don Borghino di mettere
tosto mano all'edifizio delle scuole ed ora-
torio per fanciulli, intanto che un Benefat-
tore s'incaricò di innalzarci una bella Chiesa,
con gli annessi laboratorii per una Escuela
de Artes y Oficios .
Don Lasagna da Montevideo mandò Don
Cavalli e Don Isabella, ed io feci il sacri-
fizio di Don Veneroni, del Ch . Franchini e
del nostro capo falegname, Marini, col Ca-
techista Rossetti . Questo personale posto in
movimento, farà del gran bene . Gli uni at-
tendono alla Parrocchia, gli altri alle scuole,
mentre Don Cavalli visita gli ammalati nel-
l'Ospedale e le numerose Colonie di Italiani,
i quali già riuscimmo d unire in Società
Operaia Cattolica di mutuo soccorso . La So-
cietà di Beneficenza Massonica ha colà sette
loggie, compresa una per le donne !
Don Veneroni poi catechìzza le Colonie di
Tornquints, formata di Poloni Russi, buoni
cattolici ; quella della Viticola, del Villarino,
del Napostà ed altre sparse nella campagna
pel circuito di 40 e più leghe .
Il nostro Don Milanesio, missionario vete-
rano, dopo percorse durante sei mesi le sponde
del Rio Colorado, predicando, confessando e
battezzando, attualmente sta in Missione sul
Rio Negro . Mi scrisse di questi giorni, che
sempre trova delle spighe perdute, ossia Indii
sparsi nelle Colonie, pùestos ò estancias, for-
mandone buoni manipoli ut congreget in hor-
rea. Gli Indiì lo considerano come loro pay -
sano, e perchè abbronzato come essi, a causa
degli strapazzi del deserto, e perchè parla
la loro lingua come uno di loro .
Mentre scrivo, Don Stefenelli con un Ca-
techista , Manuel Mendez , un Indio e tre
Suore di M . Aus ., sono in viaggio per la
Missione di Roca, distante 120 leghe da noi,
quanto ve n' ha press' a poco da Torino a
Roma ; ed a cagione dell'abbassamento delle
acque, essendo sospesa la navigazione sul
Rio Negro, devono fare tutto questo lungo
cammino per terra ed impiegarvi ben 20
giorni . Il loro equipaggio è di 15 cavalli,
due cavalieri e due carri, l'uno per le Suore,
e l'altro per le masserizie e la casa ambu-
lante, come farina, riso, galletta, etc . ; per
via poi troveranno carne ed appetìto .
Collo stesso treno (della carretta) sono pure
partiti il nostro Don Luciani e tre altre Suore
di M . A. per la Missione di Pringles, ma la
loro distanza è solo di 20 leghe, ossia 100
chilometri . Di lì, sino a quella di Choele
Choel (70 leghe), li accompagnò il nostro
Don Pedro, mentre Don Roggerone stette di
sentinella vigile in Roca, per due mesi, lui
solo guardiano della Casa, Missionario, sa-
crestano, cuoco, maestro e scuolaro ad un
tempo, perchè epoca delle vacanze .
I due poveri romiti di Chosmalal, D . Pa-
naro e D . Gavotto, distanti da noi 200 leghe,
non poterono prender parte ai ss . spirituali
Esercizi e solo comunicano con noi per let-
tera
In Patagones e Viedma, luogo di nostra
residenza, prosperano la Pia Unione delle
Figlie di Maria, l'Associazione del . S. Cuore
di Gesù, e la Compagnia di S . Luigi ; si
sta lavorando per istabilire pur quella di San
Giuseppe per gli adulti . E bisogna pur dirlo,
da una parte e dall' altra, i Salesiani e le
Suore di M . A . hanno lavorato assai, e si
possono calcolare da 10 a 12 mila le Comu-
nioni nell'anno 1890 ; ma tutte di signore,
fanciulli e fanciulle ! E gli uomini? Fatta
eccezione deglì Indii convertiti, di pochi Ita-
liani e di qualche Spagnuolo, negli altri
manca la Fede, abbonda il rispetto umano,
e l'interesse regna padrone dei loro cuori!
Dio, anima, eternità, sono pensieri sterili, e
parole vuote di senso per loro ! I cavalli, le
pecore, le vacche, i buoi, le lane, i cuoi, sono
il loro culto ; l'acquavite (caña),l'ubbria-
chezza (borrachera) ed altre più basse divi-
nità, sono l'oggetto della loro devozione !
Nelle Indie Orientali, S . Francesco Zaverio
non potè convertire gli Indiani senza prima
convertire i commercianti Europei ; e fu questo
il più grande de' suoi miracoli ! Noi al con-
trario troviamo facile convertire i selvaggi,
ma non potemmo ancora guadagnare questi
trafficanti civilizzati, che quali locuste divo-
ratrici hanno infestato questa terra !
Scuole - Collegi - Oratorii .
una relazione che scriveva all'Arcive-
scovo di Buenos Aires ed al Ministro del-
l'Istruzione Pubblica del Governo nel Gen-
naio di quest' anno, diceva che passavano il
migliaio gli alunni e le alunne (di colore
bianco, olivastro e nero), che frequentano le
nostre scuole o Collegi, come li dicono qui,
sparse in diversi punti della Missione .
Gli ultimi esami qui in Viedma riuscirono
splendidi, per testimonianza delle stesse Au-
torità scolastiche del Governo ; e le Acca-
demie maschili e femminili, che si tennero
nella distribuzione dei premii, presenti molti
Ufficiali ed un Generale dell'Esercito Argen-
tino, riscossero molti applausi . Tra i premiati
vi furono molti Indii, ed è degno di nota
che il primo premio di ricamo, lo guadagna-
rono nientemeno che due indigene, raccolte
nel nostro Ospizio, appartenenti alla Tribù
di Yancuche . - Sono in attività le classi di
grado superiore e quelle di latino, ed i gio-
vanetti scelti per tali corsi danno speranza
di buona riuscita .

1.10 Page 10

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Le scuole di arti e mestieri vanno pro-
gredendo di giorno in giorno con i nostri
trenta piccoli artigianelli, falegnami, fabbri,
lattonai, calzolai e sarti . I laboratorii fun-
zionano con alacrità, ed oltre le commissioni
esterne, provvedono pure ai bisogni dei molti
orfanelli ed orfanelle ricoverati nelle nostre
Case .
La piccola Banda Musicale, composta dei
nostri Coadiutori, di Indii e di Orfanelli, di
cui il maggior numero non tocca i 15 anni,
alterna lo studio ed il lavoro diario con pezzi
allegri, gravi sinfonie e rumorose marcie . Le
sue melodie conciliano il decoro e la devo-
zione nelle sacre funzioni, e servono di onesto
divertimento nelle solennità.
Mercè l' operosità dei nostri falegnami e
fabbri, si potè condurre a termine il nuovo
Collegio di Pringles, con sale ampie e ben
ventilate ; e spingere molto innanzi l'edifizio
nuovo in Viedma di cinque lunghi e larghi
saloni per dormitorìo, laboratorio e scuole
delle ragazze .
Le alunne ed orfanelle ricoverate nel Col-
legio femminile di Maria Ausiliatrice, oltre
lo studio ed i lavori, si distinguono nella
musica vocale, ed i loro canti chiamano l'at-
tenzione anche degli intelligenti, per l'accu-
rata cultura, soavizzando con dolci armonie
gli Atti del divin Culto e le accademie reli-
gioso-drammatiche .
Così pure gli Oratorii festivi d'ambo i sessi
ed i Catechismi sono frequentati come le
scuole ; ed i regalucci, le lotterie e la gin-
nastica, sono pur sempre gli allicienti della
gioventù, sia essa di Europa o di America,
della città o del deserto. I fanciulli ! ecco i
fratellini di quei parvuli qui petierunt panem !
e come son fortunati coloro che trovano qui
frangant eis!
In Carmen di Patagones le Suore di M . A .
tengono aperto tutte le feste un Oratorio
speciale per le fanciulle dei negri . I quali
qui formano come una casta separata, che
vive da sè e poco comunica coi bianchi .
Questo fa che nelle funzioni comuni non li
possiamo avere in Chiesa cogli altri . Lo stesso
succede con gli Indii . L' orgoglio e la va-
nità mondana di quelli, disdegnano la umiltà
e fratellanza cristiana di questi . Laonde ogni
Domenica dopo l'Oratorio delle bianche, si
apre quello per le negre, le quali accorrono
numerose e sollecite ad imparare la Dottrina
Cristiana ed a prepararsi ai SS . Sacramenti .
Allora è che l'anima loro candida e pura
può con ragione dire : nigra sum., sed formosa
- morena soy, empero hermosa!
Persecuzioni e vittorie .
Tanto bene non può piacere all'eterno ne-
mico delle anime . Abbiamo quindi avuto le
nostre contraddizioni : ma educati alla scuola
del Divin Redentore positus in signum cui
contradicetur . le abbiamo affrontate e con la
pazienza, col silenzio ed a suo tempo con la
parola, le abbiamo vinte .
Il male ha pure il suo rappresentante nella
Patagonia, cioè la libertà di stampa! - La
stampa nella Patagonia l E perchè no? La
stampa con una tipografia, giornale, giorna-
lista, macchina e macchinista per tribolare
ì poveri Missionarii ! È vero che tutto è pic-
colo, meschina e lurida carta, caratteri ed
inchiostro : ma il male è grande e più che
luridi sono gli articoli, perchè dettati dal-
l'odio del male contro il bene !
Da otto anni siamo oggetto de' suoi assalti,
ma siamo pure soliti a non farne caso, a nulla
leggere, rispondere nulla, come soleva fare
ed insegnarci il nostro caro Don Bosco .
I pochi buoni gemono con noi ; ma la: turba ,
dei tristi, degli ignoranti e degli indifferenti,
certo ne subiscono la mala influenza . - Ed
ultimamente col pretesto di monumento isto-
rico nazionale, due altri capoccia, con alla
testa un ballocco di nazionalità francese, che
si intitolarono « Consejo deliberante » volevano
spodestarci di una piccola torre, fatta ancora
dagli Spagnuoli, perchè servisse di campa-
nile alla antica reale Cappella del forte di
N . S . del Carmen di Patagones .
Le campane che avevamo benedette e col-
locate solennemente, sopra della torre nel
1885, dovevano stornare il loro sonno, per cui
ce ne intimarono lo sgombro . Noi che conosce
vamo i diritti della Chiesa ab antiquo sopra
la torre, su cui s'innalza la Croce, lasciammo
spirare il termine concesso . Allora i nostri
prodromi del Consiglio Deliberante, istigati
sempre dal giornalista, che la faceva da con--
sigliere imperante, decisero toglierci le cam-
pane con la forza . Visto che facevano sul
serio, invitai al mio Episcopio (due stanzette
a pian terreno, presso la torre in questione)
il Commissario ed il Giudice di pace o conci-
liatore, ed avuto da essi solo buone parole,
disposi i nostri sulla difensiva, con calma,
ma insieme con energia, per tutelare i diritti
della Chiesa .
La mattina pertanto del 24 Dicembre pp
Don Pirola e Don Dallera mi avvisano, che
un incaricato del famoso Censiglio Deliberante
girava per trovare gente e dare la scalata alla
torre . Questo infelice, che venne a doman-
darci scusa ancora prima dell'attentato, di-
cendosi costretto ad ubbidire a' suoi padroni,
trovò rifiuto in tutti i barcaiuoli del fiume,
e solo incontrò un giovane napoletano ed un
rinnegato maltese, che si prestarono all'in-
fame azione ; il primo perchè allettato dal-
l'esca di una buona mancia ; il secondo perchè
invaso da quaranta gradi di febbre settaria!
Alle 2 del pomeriggio si presentarono adun-
que con scala, funi e palanche di ferro .
Allora vidi che era pur tempo di operar noi,
e siccome le Autorità poliziali si dimostravano
indecise, feci chiamare due de' più distinti
del paese, quali testimoni, mentre i nostri
Coadiutori e Maestri salirono sopra la torre .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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a stormo, diedero però nelle voci, gesticolando
e minacciando di repellere la forza con la
forza .
Intimoriti gli anticampanisti, stettero con
la scala a debita distanza e pel buon spazio
di un'ora . - In tale perplessità, stando i
nostri sempre in atto di difesa, faceva spe-
dire un lungo telegramma al Ministro del
Governo alla Plata, reclamando il suo inter-
vento contro un atto di dispotismo e di arbi-
trarietà di coloro che si dicevano « Consiglio
Deliberante » . Un'ora dopo il telegrafo aveva
già fatto due volte 200 leghe, ed intimava
agli arrabbiati campanofobi di desistere dalla
loro inconsulta impresa ; risultando che il
più bello tra i monumenti di una popola-
zione, sono il campanile e le campane della
Chiesa .
Deo autem gratias qui dedit nobis victoriam
per Jesum Christum .
Questo in Patagones :ma un'altra già l'ave-
vamo vinta in Viedma .
Un Segretario che la voleva fare più che
da Governatore in questa piccola Capitale
della Patagonia, accusò dinanzi al tribunale
del Territorio il nostro Don Vacchina, che
fa da Parroco, perchè aveva rifiutato di
ammettere come Padrino di Battesimo uno
Svizzero, Protestante, ed unito solo civil-
mente con una baldracca indigena . Aveva
quindi fatto unicamente il suo dovere, ed
osservato i sacri Canoni ; ma l'altro : «Che
Canoni! » diceva ; « dispongo dei cannoni
(ve n'è soltanto uno custodito nel cortile ru-
stico del Governatore), e vedremo ! » Ma s'in-
gannò . Il Tribunale rispose che se egli era
Ispettore del Registro Civile, non lo era
dell'Ecclesiastico per poter intervenire nel-
l'amministrazione di un Sacramento . Allora
furioso ricorse al Ministro del Culto di Buenos
Aires ; ma il poverino, non solo non ricevette
nessuna risposta alla sua balorda requisitoria,
ma quello che è più e peggio, ricevette il
castigo di Dio anche troppo presto . Perchè
accusato dinanzi al Governo, di pasticci ed
imbrogli amministrativi, dovette tre mesi dopo
allontanarsi più che in fretta da Viedma,
rinunziando al suo impiego .
In Pringles i nostri Missionari hanno pure
avuto da sostenere parziali combattimenti
coi Maestri dello Stato, perchè vedevano
deserte le loro scuole, e ripiene le nostre .
In Chosmalal poi, alle falde delle Cordi-
gliere, dovettero soffrire non poche prepo-
tenze. Nientemeno che una delle Autorità
locali pretendeva stare nella Casa della Mis-
sione, unicamente perchè più bella e più
comoda della sua . Ma siccome questa Auto-
rità doveva poi insegnare agli altri che res
claemdt,oinsuòpace
i padroni della loro Casa!
Questi trionfi morali e la difesa della torre,
non a mano armata, ma semplicemente ser-
rata, hanno aumentato il nostro prestigio in
queste Missioni, e malgrado le opposizioni
dei tristi nostrali e stranieri, che si annidano
dovunque e perciò anche nella Patagonia,
noi seguitiamo a fare tutto il bene che po-
siamo, ai buoni ed ai cattivi, agli amici ed
ai nemici : maledicimur et benedicip mus, er-
secutionem patimur et sustinemus .
Farmacia - Ospedale
Assistenza agli infermi.
Col personale di cui dispone la Missione,
possiamo oltre al bene spirituale delle anime,
occuparci eziandio delle opere di carità cor-
porali .
Qui in Viedma particolarmente, centro della
Missione, il derelitto trova ricovero ; l'infermo
un letto ove curare i suoi dolori ; il povero
indigeno, lavoro ed alimento . La nostra Far-
macia è aperta a tutti, l'assistenza e le cure
mediche sono per tutti, e ciò che caritate-
volmente retribuisce il ricco, supplisce la
povertà dell'indigente .
L'Ospedale, unico in tutto questo vastis-
simo territorio, non rigetta alcuno, e benchè
povero in mobiglia, è però ricco di carità .
Le Suore di M . A . vegliano, quali madri
amorose, al capezzale dell'infermo, e portano
sollievo e consolazione, tanto nelle sale del
ricco, come nella capanna (choza) del povero,
e sotto la tenda (toldo) dell'Indio.
Iddio e Maria Ausiliatrice, bisogna pur
dirlo, operano delle guarigioni al tutto sor-
prendenti . L'abilità del nostro D . Garrone
ed i suoi rimedii sono di un'efficacia meravi-
gliosa, senza dubbio ; ma moltissimi casi di
malattie gravissime e spedite dall'arte, hanno
trovato nel solo ricorso soprannaturale della
grazia il loro felice scioglimento .
Un Indio di 17 anni, affetto da una me-
ningite cerebro-spinale, di difficilissima gua-
rigione, ci fu portato dalla distanza di 90
leghe, da un Comandante le truppe della
frontiera . Fu ricoverato nell'Ospedale, istruito
e battezzato in articolo di morte . Era un
silvestre fiore del deserto che si pensava
trapiantare nel giardino del Cielo, quando
rinvenne poco a poco, e dopo sei mesi di letto,
eccolo ora col suo bastoncello, che va e viene
e si diverte a vedere i nostri giovanetti, al-
cuni suoi compagni di tribù, a salterellare
e ricrearsi nel cortile.
Un altro di 16 anni, pure Indio, lo tro-
vammo abbandonato da' suoi snaturati pa-
droni, all'uscio della Farmacia, tutto pesto
nella persona per una caduta da un carro .
Alle sue grida accorsero i nostri, lo tolsero
in braccio, se gli compose la spalla lussata, e
coricato in un lettuccio del nostro Ospedale,
dopo un mese ne uscì sano . Fu ancor lui
battezzato ed ora è uno dei nostri garzoncelli
fabbri-ferrai .
Di questi giorni un robusto Gaucho, che
nel deserto aveva uccìso ben 20 e più leoni
puma, partì pure dall'ospedale sano, dopo

2.2 Page 12

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aver ringraziato il Signore e ricevuti i SS . Sa-
cramenti .
Fu pure ritirata dalle Suore di Maria Au-
siliatrice una piccola India, nipotina del ca-
cico Namuncur z, di 5 anni appena e reietta,
perchè inferma .
Stette un anno con le Suore e le altre sue
compagne orfanelle, e fu tanta la sua intel-
ligenza , dopo ricevuto il S . Battesimo e la
Cresima, che non solo apprese le orazioni e
lezioni del Catechismo , ma con una preco-
cità rarissima, trovandosi agli ultimi dì di
sua vita, domandò ed insistette di volersi
confessare per ricevere Gesù nella S . Comu-
nione . Non aveva raggiunto ancora i sei anni,
ma giudicai che avesse più che raggiunto
l'uso della ragione . Mosso quindi dalle sue
suppliche, volli contentarla . Si confessò ben
tre volte e nel suo infantile linguaggio dava
a conoscere appieno che amava Gesù , pre-
gava Gesù, desiderava Gesù ! Vestita di can-
dida veste, con nastro azzurro alla cintura
ed una corona di rose in capo, volli che as-
sistesse alla mia Messa,. e così fece, ma in
braccio di una Suora . Fu messa in ginocchio
al momento della Comunione, che per lei fu
pure Viatico ; e ripresa in braccio, ringraziò
il suo Signore e Salvatore Gesù . Riportata
a letto, ricevette la stessa sera l'Estrema
Unzione, ed assistita e benedetta dal mio
segretario Don Riccardi, alla mezzanotte rese
l'anima sua innocente a Dio ! La mattina
seguente era un ansioso correre delle piccole
nostre alunne alla cappella del Collegio per
contemplare un bel angioletto di cera, ada-
giato su piccola bara, inghirlandato di fiori,
circondato di lumi . Verso sera desideravano
vederla ancora . . . ma non c'era più! . . . Dissero
allora : « Se n'andò al Paradiso ! è là che
dimorano gli Angioli ! »
Un infelice Spagnuolo in sui 50 anni af-
fetto da grave idropisia menava una vita
gramissima nel corpo, ma affetto pure da
una più grave pretofob-ia, menava una vita
scioperatissima riguardo all'anima . Abban-
donato dagli amici e dai nemici, stava per
morire sotto un portico aperto a tutti i venti .
Fu allora da noi raccolto e coricato in sof-
fice letto .
L'assistenza delle Suore, le cure usategli
giorno e notte e la carità dei Missionarii lo
confusero . Entrò in se stesso , si pentì di
aver bestemmiato per tanto tempo la reli-
gione ed i suoi ministri, si confessò , rice-
vette i SS . Sacramenti con fede e fervore .
Guarito, non aveva che elogi per la carità
cristiana, ed ogni settimana ci portava un
capretto come pegno di sua gratitudine per
averlo salvato da doppia morte , dell'anima
cioè e del corpo.
In generale tutti quanti gli infermi, siano
curati ed assistiti a domicilio, o siano rico-
verati nell'ospedale, muoiono poi cristiana-
mente ; se Indii, si battezzano ; se indigeni,
fanno la loro prima Comunione in articolo
di morte ; gli stranieri ricordano la fede per-
duta ; i dissidenti poi, cioè protestanti, sei-
smatici ed anglicani, confusi dalle sollecitu-
dini più che materne della religione catto-
lica, la riconoscono di molto superiore alla
loro, e leggono volentieri i libri che loro pro-
curiamo per istruirsi nei fondamenti della
nostra santa fede .
Questa confessione uscì di bocca allo stesso
Pastore anglicano che venne a Viedma prima
di noi, ma che ora restò senza fedeli, senza
missione e senza soldo della Società Biblica,
perchè si lasciò vincere in zelo dai Missio-
narii cattolici .
Isole Malvine e Terra del Fuoco .
La Missione delle Isole Malvine progre-
disce pure, e le scuole e la chiesa nostra
sono frequentate da molti fedeli anglo-sas-
soni, bramosi di imparare con l'idioma spa-
gnuolo le verità di nostra santa religione .
Vi lavorano indefessamente due Missionarii
con un catechista .
Di là mi scrivono il nostro Don Mario
Migone e Don Patrizio O'Grady che il freddo,
malgrado sia d'estate, è già intenso ! Che
sarà nel prossimo inverno l hanno essi pure
ingaggiata battaglia coi Pastori protestanti .
Nella Terra del Fuoco prospera la Missione
di S . Raffaele nell'Isola Dawson, con buon
numero di Indii fueghini neofiti ; mentre in
terraferma si attende sempre alle stazioni
del Rio Santa Cruz e Gallegos, d'ai Missio-
narii residenti in Puntarenas .
Don Fagnano è sempre di una attività
straordinaria, e le due sponde del Magellano
sono il teatro delle sue missioni . Ora sta
edificando una chiesa grande ed in legno
per la popolazioùe di Puntarenas, che va
facendosi sempre più cristiana .
Anche lui ha avuto i suoi disgusti e dis-
piaceri ; presentemente però regna la bo-
naccia ; ed ora che ha ricevuto il rinforzo
da Torino di maestri, suore e coadiutori,
quanto bene farà!
Ecco, mio carissimo signor Don Rua, le
notizie che desiderava dare delle nostre Mis-
sioni .
Ora non mi resta che invitare i nostri
buoni Cooperatori e Cooperatrici a lodare
con noi il Signore per il progresso che fanno
le Missioni della Patagonia . Noi, dal canto
nostro, pregheremo perchè non rallenti il loro
fervore e non diminuisca la loro carità, che
fu sino ad ora il sostegno delle medesime,
la vita spirituale è materiale dei nostri neo-
fiti e la salvezza di tanti Europei, che per
causa di un mal inteso interesse son venuti
a perdersi in questi sterminati ed aridi de-
serti . Questa carità ce la devono continuare
specialmente nelle presenti critiche circo-
stanze in cui ci troviamo, cioè la terribìle
crisi finanziaria che minaccia di rovinare la
Repubblica Argentina e la spaventosa sio-

2.3 Page 13

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cità che flagella da due anni la povera Pa- Una nuova Casa Salesiana nel
tagonia che vede morire quasi tutto il suo Chili - I nostri missionari di Concezione
bestiame, unica fonte di sua ricchezza ed e Talca nel Chilì coi nuovi rinforzi ultima-
unico elemento di sua vita .
mente ricevuti poterono formare il personale
necessario per aprire una nuova Casa a Chu-
Appello .
chunco, sobborgo di Santiago, di sei mila a-
nime e senza un prete in mezzo a loro . Vi
Qui giunto, colgo un'idea che mi viene di
getto . Fare cioè un caldo appello alla gene-
rosità dei signori farmacisti, droghieri, spe-
cialisti e proprietarii di laboratorii chimici ,
pregandoli a volerci venir in aiuto per so-
stenere il nostro ospedale di Viedma e gli
Ospizi di Pringles, Roca, Puntarenas, Terra
del Fuoco e Malvine, dove si dispensano gra-
tuitamente i rimedii ai poveri ed agli Indii .
Essi potrebbero a tal fine inviare all'Ora-
torio di Torino rimedii, prodotti chimici, cioè
essenze, sali, estratti ed anche materie prime .
L'Oratorio poi s'incaricherebbe di farcene la
spedizione, e come sono destinati alle Mis-
andarono in numero di sei, due Sacerdoti,
due Chierici e due Catechisti, il giorno stesso
di Maria Ausiliatrice , 24 maggio scorso . La
nuova Casa prese il nome di : Istituto di
D. Bosco . Quei nostri confratelli dovevano
pure di questi mesi scorsi incominciare l'Or-
fanotrofio del Carmine nel centro di quella
capitale stessa ; ma stante i movimenti rivolu-
zionarii non per anco sedati, la milizia prese
stanza proprio nei locali riservati pei Salesiani
da quell'Arcivescovo, il quale fa ardenti voti
che si faccia pace per non differire più oltre
l'andata colà dei nostri Missionari a vantag-
gio di tanta povera gioventù abbandonata .
sioni, si spera di ottenere l'esonerazione dalle Don Calcagno in Italia . - Nel mese
spese doganali .
di aprile scorso arrivava a Torino D . Cal-
Da due anni in qua, mediante coopera- cagno, Direttore della Missione Salesiana di
zione generosa dei signori fratelli Belmonte Quìto . Egli è venuto per combinare di pre-
di Torino e quella caritatevolissima del signor senza col nostro Rettor Maggiore la nuova
dott . P . Carles di Bordeaux, abbiamo potuto fondazione che si vuole a Riobamba e più
fare un gran bene, perchè oltre il sollievo tardi a Quenca, donde si aprirà la Missione
che si arreca alla povera umanità sofferente, Salesiana degli Indii Orientali, disgraziati al
curando i corpi, si ha così occasione di cu- pari, se non di più, dei poveri Fueghini .
rare anche le loro anime, che altrimenti pe- Nel giugno testè passato si recò a Roma a
rirebbero senza i soccorsi corporali e spiri . presentare al S . Padre gli ossequi suoi e de'
tuali in mezzo alle steppe del deserto .
nostri Missionarii unitamente a quelli della
Credo pertanto opportuno che ai signori cattolica nobiltà di Quito . Egli ripartirà questo
farmacisti, droghieri, ecc . nostri conoscenti autunno non senza condur seco un eletto
e non conoscenti in Italia ed all'estero si stuolo di altri Missionarii .
mandi copia di questo appello pubblicato nel
Bollettino .
Sono sicuro che essi, leggendo questa no-
stra esposizione , si persuaderanno del gran
bene spirituale che può fare il Missionario
col mezzo dei rimedii corporali, e perciò vuoi
per sentimento di pietà, vuoi per ispirito di
umanità, non esiteranno a venirci in aiuto
col loro obolo farmaceutico .
Di questo modo concorreranno ancor essi
alla propagazione della religione e della ci-
viltà nelle Missioni Salesiane della Patagonia .
Il Signore della pace vi dia in ogni tempo
ed in ogni luogo una pace sempiterna, e sia
con voi tutti con la sua grazia .
Dominus pacis det vobis pacem sempiternam
in omni loco : Dominus sit cum omnibus vo-
bis . (1)
La nobiltà di Quito imitatrice
in tutto dei primi Cooperatori di
D . Bosco - Ci raccontava di questi giorni
D . Calcagno, come tra la nobiltà Quitese
siasi formata una Commissione, allo scopo di
venir in soccorso ai giovanetti che frequen-
tano l' Oratorio festivo annesso al Collegio
del S . Cuore . Detta Commissione deve pen-
sare pei regali da farsi, per i premii annuali
consistenti in oggetti utili di vestiarii, libri
etc . e cercare lavoro a quei poveri giovani
che si trovassero disoccupati . Fu nominato
Presidente il Dott . Aurelio Espinosa, vero
imitatore dei primi Cooperatori di D . Bosco.
Egli, con altri illustri signori, ogni Domenica
recasi all' Oratorio festivo, e là con vera
edificazione di chi lo vede , si getta in
mezzo alla turba dei giovanetti per divertirli
Viedma, 15 marzo 1891 .
ed insegnare loro un po' di Catechismo . Ed
è bello vedere quella moltitudine infantile
. .C inG .mo aAf ttorniarli, e con tanto piacere rispondere
+ GIOVANNI, Vescovo titolare di Magida
alle domande del Catechismo che loro ven-
gono fatte e ripetere quasi a memoria anche
Vicario Apostolico della Patagonia .
la predica udita dal Sacerdote per aver qual-
che regaluccio . -Noi applaudiamo di cuore
a questi nobili Quitesi, veri imitatori dei no-
bili di Torino nei principii degli Oratori di
(1) Ad Thess . III . 16.
D . Bosco e ci auguriamo d'avere simili pro-

2.4 Page 14

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dremo aprendo nelle varie città e paesi .
I Salesiani di Montevideo - Que-
st' anno i nostri Confratelli Sacerdoti resi-
denti ne' dintorni di Montevideo s' unirono ai
più celebri oratori locali per tenere i discorsi
della settimana santa . Il giovedì santo nella
Parrocchia del Paso-Molino D . Domenico Al-
banello diceva il sermone dell'istituzione del-
l'Eucaristico Sacramento, e l'indomani, venerdì
santo, quello delle Sette parole nella Parro-
chia di S . Francesco con comune soddisfa-
zione . Nella stessa Parrocchia del Paso-Mo-
lino il venerdì santo alla 1 pom . teneva il
discorso dell' Agonia il giovane Sacerdote
Ambrogio Turriccia . - Per tutta la Quare-
sima D . Giacomo Giovannini, invitato dal Par-
roco di S . Rosa, dalla capitale recavasi colà,
dove si meritò ampii elogi dei giornali per
la sua parola franca, chiara e soave, pel ra-
gionamento convincente e per saper dare
il necessario colorito al periodo. - La setti-
mana di Pasqua poi D . Lasagna teneva nella
Chiesa della Concezione un triduo di pre-
diche agli operai cattolici in preparazione
alla solennissima festa di S . Giuseppe, loro
patrono, che celebrarono il 5 di aprile . Disse
la Messa della Comunità S . E . il Vescovo
Diocesano ed innanzi alla numerosissima Co--
munione D . Lasagna diceva alcune calde pa
role intorno al SS . Sacramento .
(Notizie tolte dal Bien, giornale di Montevideo)
Un Indio che desidera saper la
via del Paradiso . - Un giorno mentre
il Catechista Salesiano Ghiotti dal Collegio
Pio IX di Buenos Aires recavasi alla Chiesa
degli Italiani detta Mater Misericordiae, cui
è annesso un Oratorio per intrattenere ed
istruire i giovanetti nei giorni di festa, gli
si presenta un fanciullino Indio battezzato
di sette anni all' incirca, e - Maestro gli
dice , - ella che sa la via che conduce
al Paradiso, abbia la bontà di indicarmela,
perchè ci voglio andare anch'io al Paradiso . -
Se vuoi imparare la via del Paradiso , devi
venire tutte le feste all' Oratorio, dove t'in-
segnerò un po' di Catechismo . - Sì, si-
gnore, verrò sempre, - soggiunse con inge-
nua ilarità . E fu di parola, e tutte le feste
sapendo per qual strada passava il Catechista,
lo andava a incontrare e con lui recavasì al-
l'Oratorio . Dopo alcune feste di frequenza
il bambinello sapeva i misteri principali di
nostra santa fede e recitava correntemente e
con senso il Padre nostro . - Maestro, allora
chiese, quando si sa il Padre nostro si può
andare in Paradiso . - Sì, purchè tu non
faccia nessun male, nessun peccato .
Egli desiderava veramente d'andare al Pa--
radiso, e Dio in premio di questo suo desi
derio chiamavalo due giorni dopo aver fatta
questa domanda. Moriva tra le braccia di sua
mamma, e spirando diceva : Mamma, mamma,
me ne vado al Paradiso .
Il Sac . GIOVANNI BONETTI
Una perdita gravìssima ha fatto l'Oratorio
di S . Francesco di Sales . Virtù eminente ,
infaticabile zelo sacerdotale, pietà, carità,
scienza filosofica e teologica, coltura lettera-
ria non comune adornavano la bell'anima di
D . Giovanni Bonetti da Caramagna . Nato
l'11 maggio 1838 da Lorenzo e Catterina A-
lessio, entrava nell' Oratorio come studente
nell' ottobre del 1855 ed era ordinato Sacer-
dote nel 1864 . Professore titolato di lingua
latina ed italiana fu compagno a D . Michele
Rua nel fondare il piccolo Seminario di Mi-
rabello. Quivi insegnante di terza ginnasiale
nell'anno scolastico 1863-64, Prefetto nel 64-65
e Direttore di quel Collegio, che dopo qual-
che anno fu trasportato a Borgo S. Martino,
fino all'ottobre del 1877, fu tutto nel promuo-
vere il bene sanitario, scientifico, morale dei
giovanetti alle sue cure affidati, che conser-
varono imperitura la ricordanza del suo
affetto .
E non poteva essere altrimenti .
In una lettera ad un suo confratello,
senza volerlo dipingeva se stesso : «Bisogna
far noto ai nostri aiutanti di campo che l'aver
giovani buoni e che consolino undequaque, è,
specialmente ai tempi in cui viviamo, non
solo una grazia, ma direi quasi un privilegio,
e quindi dobbiamo meritarcelo da Dio con
una condotta santa, preghiera, avvisi, assi-
stenza, vigilanza ; insomma dobbiamo mettere
in pratica tutte le sapientissime norme che ci
furono date da D . Bosco. A questo modo ve-
dremo fiorire nei nostri collegi ogni più bel
fiore di virtù . » E in altra : « La grazia
della buona riuscita di un giovane dob-
biamo strapparla dal Cuore di Gesù con uno
spirito di preghiera e di continuo generoso
sacrificio . »
E come scriveva così operava .
D. Bosco nel 1877 lo richiamò a Torino per
affidargli il Bollettino Salesiano, del quale fu
l' unico redattore fin verso la fine del 1884,
quando per una lunga e dolorosa malattia
dovette ad altri rimetterne la direzione . Scrit-
tore purgato , brillante, incisivo e robusto,
scrisse un gran numero di opuscoli sui varii
argomenti che levarono rumore, special-
mente quelli in difesa della divinità oltrag-
giata di Gesù Cristo e contro l' invadente
Protestantesimo . Sua opera precipua interes-
santissima è la Storia dell'Oratorio di S. Fran-
cesco di Sales che presto vedrà la luce, e in-
torno alla quale lavorava con tanto amore,
da volerne ancora correggere le bozze di
stampa la stessa vigilia della sua morte .

2.5 Page 15

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Fu Sacerdote infaticabile nella predicazione
e nell'esercizio del Sacro Ministero . Dal 1884
al 1891 occupò le prime cariche della Pia So-
cietà Salesiana . Per l'Istituto delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, del quale fu sempre va-
lido difensore contro i nemici del bene e Di-
rettore generale, scrisse e stampò la vita di
S . Catterina di Racconigi e quella di Santa
Teresa di Gesù . Quest'ultimo fu un lavoro
da tutti giudicato un capo d'opera nel ge-
nere suo .
In tutto il tempo di sua vita zelatore ar-
dentissimo della divozione del Sacro Cuore di
Gesù, scrisse su
questo argomento
l' aureo libretto
intitolato I l giar-
dino degli eletti, e
colla sua penna
cooperò in modo
efficacissimo e con
lungo lavoro al-
l'erezione del
tempio del Sacro
Cuore in Roma .
In quest'anno
la sua robusta
sanità era gra-
vemente scossa .
Tuttavia volle an-
cor dettare in va-
rii nostri Istituti
i santi spirituali
Esercizi ; e visi-
tando affrettata-
mente molte case
delle Figlie di
Maria Ausiliatri-
ce, tenne tali ra-
gionamenti, che
seppero di miste-
ro a quante l'udi-
rono, sicchè con-
clusero : - Sem-
bra che sia ve-
nuto a darci l'ul-
timo addio!
Di ritorno da
una di quest
apostoliche im-
prese accusò feb-
bre piuttosto gra -
ve e dovette porsi
a letto . Cadeva sulla breccia ! Era il 12
Maggio . I medici constatarono bronchite
abbastanza acuta, non però tale di far te-
mere di sua vita . Egli per altro non cessava
dal dire che non sarebbesi rimesso da quella
infermità . - Io me ne vado, io me ne vado
ripeteva a quanti lo visitavano .
Per lui fu grande amarezza la notizia della
morte dell'Eminentissimo Cardinale Ali monda
pel quale professava un'affezione ed una ve-
nerazione senza limiti .
Il giorno 4 Giugno pareva fuori di pericolo,
ma essendo vigilia della festa del S . Cuore
di Gesù, volle che ne fosse messa la statua
tra fiori e candelieri sull'altarino eretto nella
sua anticamera .
Il mattino seguente, 5 Giugno, desiderava
d'ascoltar la S . Messa . Di buon'ora v'andò
un Sacerdote per celebrare, ed egli colla più
viva divozione si preparò alla S . Comunione,
ricevuta la quale, come fùori di sè per l'al-
legrezza, esclamava : - Questo è uno dei più
bei giorni di mia vita ! - Sì, quello era uno
dei più bei giorni di sua vita, giacchè era
quello del suo passaggio al bel Paradiso,
come fermamente
speriamo . Qual-
che ora dopo si
sentì venir meno :
gli corrono dac-
canto i Confra-
telli, gli ammi-
nistrano gli ulti-
mi conforti di
nostra santa Re-
ligione, egli leva
gli occhi in alto,
e con uno sguar-
do sereno stende
le braccia come
verso un caro og-
getto e tranquil-
lamente spira .
Moriva in età
di 53 anni . Poco
prima aveva dato
alle stampe un
libretto in forma
di lettera, col ti-
tolo Esortazione
alla pratica del-
l'amor di Dio, nel
quale fra gli ul-
timi periodi sì
legge il seguente :
« Quando vi sen-
tite a venir meno
la vita, esercita-
tevi più che mai
in atti di amore
di Dio, e fra que-
sti fate sovente
quello che con-
siste nel sacrifizio
della vita, unifor-
mandovi alla sua divina volontà, e quello al-
tresì che faceva S . Paolo vale a dire l'atto di
amor di desiderio di andare a vedere, abbrac-
ciare, godere Gesù : - Cupio dissolvi et esse cum
Christo . Così facendo vivrete e morrete da
santi..., e vi meriterete l'ambitissima gra-
zia di fare un perfetto atto di amore di Dio
e così veemente, per cui l'anima uscita dal
corpo immacolata e pura se ne voli al cielo,
senza toccar neppure le fiamme del purga-
torio . »
E singolare coincidenza! Egli moriva nel

2.6 Page 16

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giorno stesso dedicato al Sacro Cuore di Gesù, scorso, vigilia delle solennissime feste cele-
del quale tanto aveva zelato .l'onore
bratesi in detto tempio .
Quando Giovanni Bonetti entrò nell' Ora-
torio i compagni gli apposero il soprannome
di papà ; quando morì tutti i suoi confratelli
Torino .
si udirono esclamare : Aveva un cuore di ma-
dre .
Vale, o devoto del Divin Cuore, o strenuo
difensore della Chiesa , o amico per tanti
anni, o fratello desideratissimo! Noi tutti,
i tuoi Confratelli, i Cooperatori Salesiani,
chi ti è succeduto nello scrivere le pagine di
questo Bollettino pregando per l'anima tua
aspettiamo il giorno che ci ricongiunga con
D . Bosco e con te .
Alle ore 3 3/4 pom ., dopo breve lettura e
canto di un mottetto, ascendeva in pulpito
il Rev .mo D . Rua con cotta e stola e dopo
breve esordio così ripigliava
Tutte le circostanze della vita dei valorosi
operai della vigna evangelica meritano at-
tenzione, perchè di frequente preludono ciò
che avranno ad essere . Di D . Bosco si poteva
far qualche previsione fin dai primi suoi anni!
Nacque nella più grande tra le solennità di
Maria, vale a dire nel giorno 15 di agosto
L' Esposizione del cadavere, il trasporto
funebre alla Chiesa di Maria Ausiliatrice, la
Messa e le Esequie, furono con tutta quella
solennità che il dovere e l'affetto ci impone-
vano . Dalla Chiesa al Cimitero il carro fune-
bre fu accompagnato dai Confratelli, da cen-
tocinquanta giovanetti, da una cinquantina
di Figlie di Maria Ausiliatrice e da altra folla
di persone, che recitavano ad alta voce il santo
Rosario in suffragio del defunto . Ivi il fere-
tro fu deposto in un locale a poca distanza
da quello che racchiude la venerata Salma
dell'Eminentissimo Cardinale Alimonda .
sacro all' Assunzione della B . V . l'anno 1815,
nel quale il Papa Pio VII di s . m . istituiva la
festa di Maria SS . Ausiliatrice.
Allevato nel timor di Dio e nella divozione
alla Beata Vergine, sui dieci anni od in
quel turno ebbe un sogno, dal quale pote-
vansi avere di lui felici presagi . Lo raccontò
la mattina seguente ad un gruppo di compagni,
da uno dei quali, che ben lo ricorda ancora,
io stesso lo sentii ripetere non è molto tempo.
Trovossi in sogno in ampia pianura di prati
e campi . Gli comparve colà una pastorella di
celestiale aspetto , circondata da numeroso
gregge di agnellii che scappavano qua e là,
e gli disse : Giovannino, vieni qua ; vedi que-
Il Rettor Maggiore della Pia Società porge
sentiti ringraziamenti a tutti gli amici che
intervennero ai funerali di D . Bonetti in To-
rino . Ringrazia pure quei Cooperatori ed in
modo speciale i Rev .mi Parroci di Lenta e
di Pécetto e loro popolazioni, che vollero
con solenne funerale rendere un tributo di
cristiana amicizia nelle loro Chiese Parroc-
chiali al nostro Confratello defunto .
sti agnelli? vedi quelli che scappano? voglio
affidarli tutti a te ; tu abbine cura. - Il
giovanetto risponde : Che cosa potrò io fare
son povero, non ho prati ove condurli al
pascolo ... - N on ti corrucciare per que-
sto, ripiglia la celeste pastorella, a tutto ci
penserò io ; tu prendi cura di loro e fa la parte
tua, ed io farò il resto . - Detto ciò, sparì .
L'impressione lasciata da questo sogno nel
giovanetto, fu così soave e gioconda, da riem-
pirlo d'indicibile contento ; tant'è che i com-
pagni gli lessero in volto al dimani l'insolita
gioia e ne lo interrogarono ; ed egli tutto
narrò con ingenuità .
Dopo questo breve racconto, D . Rua ricor-
CONFERENZE SALESIANE .
dava i fatti principali della vita di D . Bosco
e della Pia Società Salesiana e li lumeggiava
mirabilmente, ponendoli sotto l'intervento e la
Le conferenze salesiane, specialmente quan-
do s'uniscono con qualche solennità, come
nell' occasione della festa di Maria Ausilia-
trice, riescono sempre meglio e con maggior
concorso di popolo, ove se ne dia avviso per
tempo dalla stampa periodica .
Dopo la Conferenza poi è anche cosa ben
fatta, come suolsi in tanti luoghi, pubbli-
carne brevi relazioni a comune soddisfazione
ed incoraggiamento dei Cooperatori stessi .
Egli è a questo scopo che anche ora pubbli-
incessante protezione della celeste Pastorella .
Seppe parlare con tanto affetto ed unzione
e con tale accento di verità e richiamo di fatti
interessantissimi, che fu udito con incessante
attenzione .
Finita la conferenza, si cantò altro mottetto
dall' orchestra , e dopo il canto del Tantum
ergo, il pio e sempre caro prelato Monsignor
Basilio Leto, Titolare di Samaria, impartiva
solennemente la benedizione col SS . Sacra-
mento .
cheremo alcune delle molte relazioni perve-
Genova .
nuteci, in capo alle quali ci sarà lecito porre
un cenno di quella tenutasi nella Chiesa Nel vasto e ricchissimo tempio di S . Siro
di Maria Ausiliatrice in Torino il 23 Maggio il giorno 8 Giugno u . s. celebravisi la festa

2.7 Page 17

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di Maria SS . Ausiliatrice e tenevasi l'annuale
Conferenza Salesiana .
I giovanetti dell'Ospizio Salesiano di S . Pier
d'Arena vi eseguirono scelta musica .
Nella conferenza, il Sacerdote Salesiano
Stefano Trione parlò delle opere che D . Bo-
sco seppe compiere in pieno secolo XIX
mediante la protezione della Ausiliatrice dei
Cristiani .
La colta udienza gli tenne attenzione vi-
vissima .
L'abbondante elemosina, che si ebbe dalla
questua fatta in Chiesa, andò a benefizio
del nostro Ospizio di S . Vincenzo de' Paoli,
e specialmente per l'ampliamento del locale,
reso troppo ristretto per il numero crescente
dei ricoverati .
Noi ringraziamo di gran cuore i bene-
meriti Cooperatori e le benemerite Coope-
ratrici Salesiane di Genova, dell'interesse
grande che manifestarono continuamente per
le opere di D . Bosco . Vogliano serbarci sem-
pre il loro affetto, affinchè possiamo conti-
nuare alacri nella via apertaci dal nostro
buon Padre, che essi conobbero, amarono,
ed aiutarono tanto, specialmente negli ultimi
anni della sua vita .
Nuovi ringraziamenti noi ci sentiamo in
dovere di presentare a S . E . R.emvaMon-
signor Arcivescovo di Genova e al Rev .m°
Sig . Can.co Prevosto di S . Siro, per la squi-
sita carità che ci usano ogni anno, nel
lasciarci tenere le conferenze Salesiane nel
detto sontuoso tempio . Il buon Dio ne li
rimuneri largamente quanto lo desiderano i
nostri cuori e quelli dei nostri giovanetti .
Macerata .
Un Cooperatore di Macerata ci scrive
L'Opera di D . Bosco estesasi anche a que-
sta nostra città dà a sperare che anche tra
noi incomincierà presto un'era novella di sa-
lute per la povera gioventù abbandonata .
L'Ospizio di S . Giuseppe non è per anco fi-
nito e già si vede d' attorno un' infinità di
poveri orfanelli, necessitosi d'essere raccolti,
per avere una cristiana educazione ed impa-
rare qualche arte o mestiere . È cosa vera-
mente che fa pena, vedere le tante domande che
ogni giorno arrivano a questo buon Direttore,
il Sac . Prof. D . Eugenio Armelonghi, e ci
commuove il cuore e ne è di eccitamento e
sprone a favorire ed appoggiare, per quanto
ci è possìbile, un' Opera sì provvidenziale,
qual'è l'incipiente Ospizio Salesiano di que-
sta città. Per questo la mattina del 26 mag-
gio nella Cappella di detto Ospizio si tenne
per la seconda volta l'annuale conferenza Sa-
lesiana . Intervennero un buon numero di Si-
gnori e Signore di Macerata e dintorni, cui
presiedette S . E. R.emvaM.ons Roberto Pa-
piri, Vescovo di Macerata e Tolentino .
Precedeva alla cara funzione un solenne
funerale pei defunti Benefattori e Benefat-
trici dell' Ospizio . Sorgeva nel mezzo della
chiesuola un abbastanza elegante catafalco,
ed i giovanetti dell' Ospizio, ammaestrati e
diretti dal Sacerdote Salesiano D. Luigi Baldi,
eseguirono lodevolmente la Messa a due
voci di Mons . Cagliero. Soddisfecero pure
assai nel canto del Sit nomen Domini bene-
dictum dello stesso autore e del Beati Mortui
del M . D . Giuseppe Baini .
Dopo la Messa prese la parola il M . Rev.
D . Cesare Cagliero, Procuratore generale dei
Salesiani . Egli parlò degli ultimi progressi
che fecero le opere dell'indimenticabile D . Bo-
sco. Il suo dire chiaro e conciso riuscì pe-
netrante ed efficace ; l'elemosina raccolta rag-
giunse le 250 lire . - Chiuse la religiosa
funzione S . E . Rev .ma impartendo la Benedi-
zione col SS. Sacramento , ed i giovanetti
vollero farci sentire ancora una volta un bel
Tantum ergo musicato dal Prof. D . Carlo
M . Baratta.
Ne sia lode ai Snperiori di quest' Ospizio
che sanno sì bene allevare la gioventù ed i
nostri elogi s'estendano pure a quest' eletto
stuolo di giovanetti che col loro contegno ci
hanno tanto edificati
Al S . Cuore di Gesù in Roma.
Riceviamo da Roma la seguente corrispon--
denza
Giovedì, 21 maggio, nella chiesa del Sacro
Cuore di Gesù si tenne la prescritta confe
renza dei Cooperatori . Il conferenziere fu
S . E . R .ma Mons . Manacorda , vescovo di
Fossano, di passaggio casualmente a Roma .
I devoti che accorrevano assai numerosi alle
prediche del mese Mariano (come si spera
accorreranno al mese dedicato al S . Cuore),
accondiscendendo di buon grado all'invito
del predicatore, solleciti si trovarono in mag-
gior numero all'ora annunziata per udire
l'illustre Prelato del Piemonte .
Monsignore parlò del bisogno che hanno
i cattolici di operare per opporre un argine
alla fiumana sempre più crescente dell'em-
pietà . L'azione delle sétte, del mondo e
del demonio per condurre a disastrosa ro-
vina le anime specialmente della povera gio-
ventù è pur troppo terribilmente operosa ed
instancabile . I Cooperatori Salesiani, i cat-
tolici tutti debbono quindi adoperarsi in ogni
modo, senza mai stancarsi, e coll'opera ma-
teriale e coi consigli e colle preghiere insi-
stere e cercare di salvare questa gioventù
pericolante . E qui l'Eccellentissimo Mana-
corda veniva ai mezzi pratici da scegliersi ,
alle industrie da usarsi per riuscire in que-
st'intento . Ci si vedeva un cuore pieno di
santo zelo per le anime, che avrebbe voluto,
se gli fosse dato, incendiare tutto il mondo
del suo fuoco . E le sue parole produssero
certo una profonda impressione sul nume-
roso uditorio .

2.8 Page 18

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GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE.
Pubblicheremmo ben volentieri in questo
numero alcune tra le più recenti relazioni di
grazie ottenute per l'intercessione della Ver-
gine SS . Ausiliatrice, e specialmente quelle
che riguardano favori segnalatissimi ottenuti
da vicini e da lontani nella fausta ricorrenza
della scorsa solennità, ma per la ristrettezza
dello spazio concessoci dobbiamo limitarci a
pubblicar solo le seguenti, che già erano per
andar in macchina nei mesi scorsi .
Tutte le siffatte relazioni poi che non pos-
siamo pubblicare nel Bollettino saranno ge-
losamente conservate negli archivii del San-
tuario ed in buon numero saranno pubblicate
in appositi fascicoli delle nostre Letture Cat-
toliche .
La pace restituita . - In una
famiglia eravi mortale discordia . La cosa
andò tanto avanti da far temere di giorno
in giorno funestissime conseguenze . Una
parente, donna di pietà sentita, Cooperatrice
Salesiana, all'insaputa dei coniugi princi-
pia con fiducia una novena a Colei che è
l'Aiuto de' Cristiani promettendole, ove ot-
tenga la grazia, di farne relazione sul Bollet-
tino Salesiano . Non avea ancora finita la no-
vena, che, quasi per incanto, ritorna la calma
in quella famiglia e Maria, quasi per far toc-
care con mano il suo manifesto intervento,
suggella di nuova grazia la confidenza in
Lei riposta e guarisce intieramente , dietro
altra novena , la nata bambina , che , dopo
un anno appena di vita , minacciava colla
sua morte di gettare nella costernazione e
nel pianto i pacificati genitori .
D . EMILIO CAVEDON
Parroco .
Lobia di Sambonifacio, 14 aprile 1891 .
Guarigione istantanea . - Ama-
tissimo signor D . Rua, - Pago un debito
di gratitudine a Maria Ausiliatrice per
grazia singolarissima ottenuta a sua inter-
cessione . Ecco il fatto . Il giorno 10 cor-
rente aprile un ottimo giovanetto collegiale
di nome Saglimbene Nicolò da Castiglione,,
alunno della 1a ginnasiale, fu colto da an-
gina maligna . In pochi giorni l'infermo si
aggravò in modo così allarmante da farci
temere una prossima catastrofe . I parenti
avvisati per telegramma accorsero al letto
dell'infermo, e, compresi della gravità del
caso, chiamarono a consulto quattro distinti
medici, i quali sebbene dissentissero alcun
poco sul carattere della malattia , conven-
nero sullo stato gravissimo e poco men che
disperato del giovanetto infermo . Tralascio
di descrivere la mia angoscia, accresciuta a
cento doppi da timori esagerati e sopratutto
dalle voci sparse in paese sul carattere
della malattia e sul numero ognora crescente
dei giovanetti collegiali che si dicevano coi-
piti dallo stesso male . Timori e dicerie che
sarebbero parse soverchie, se anche fosse
scoppiata la più grave delle epidemie, men-
tre invece trattavasi di malattia comune ed
ordinaria, per quanto grave si possa immagi- -
nare . Il martedì e mercoledì seguente il male
si aggravò davvantaggio . Febbre altissima,
continuo delirio coll'aggiunta di un totale
squilibrio, che il medico qualificò atassìa,
quale suole verificarsi nei casi di tifo gravis
simo . Il povero ragazzo aveva ricevuto i Sa
cramenti, meno la S . Comunione, che per la
natura del male non gli si potè ammini-
strare . Vi si era però accostato il giorno
prima che cadesse ammalato, essendo solito
comunicarsi più volte la settimana .
Le nostre speranze erano riposte in Maria
Ausiliatrice, alla quale si era fatto ricorso
dal primo istante che fu palese la gravità
del caso, e posso aggiungere che quanto più
cresceva il pericolo, altrettanto cresceva la
nostra fiducia in Colei che si compiace di
essere invocata col bel titolo di Salus Infir-
morum e Auxilium Christianorum . Ed essa
gradì questa nostra fiducia ed esaudì le no-
stre preghiere in modo veramente meravi-
glioso . Il mercoledì sera i nostri giovanetti
avevano accolto la proposta di una novena
a Maria Ausiliatrice per ottenere la guari-
gione del loro compagno, la quale novena
doveva incominciarsi il giorno seguente .
Verso le 10 mi accostai all'infermo e gli
comunicai la deliberazione dei collegiali, in-
vitandolo ad unirsi in ispirito ai medesimi
e suggerendogli qualche analoga preghiera .
In quel medesimo istante l'infermo che da
cinque giorni non aveva più chiuso oc-
chio , in uno stato di totale sfinimento , in
preda a delirio con febbre elevatissima , in
quell'istante, dico, piegò il capo e si addor-
mentò placidamente, nè si svegliò che dopo
le cinque del mattino con febbre appena sen-
sibile, sereno lo sguardo, libero il respiro,
sciolta la parola e regolare appetito . La gua-
rigione si può dire che fu istantanea . Tant'è
che il giorno seguente potè scendere da letto
e la dimane uscire dall'infermeria, divertirsi
nei corridoi , allegro e con colorito natu-
rale, come non fosse stato mai ammalato .
Persuasi i nostri giovanetti dell' efficacia
delle loro preghiere e attribuendo l'istan-
tanea guarigione del loro compagno a
grazia specialissima di Maria Ausiliatrice,
oggi festa del patrocinio di S . Giuseppe, si
accostarono tutti alla Santa Comunione in
rendimento di grazia a Colei, che veglia non
meno alla salute delle anime che a quella
del corpo dei suoi divoti .

2.9 Page 19

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Gradisca i nostri ossequii e preghi pel suo
Aff.mo in G. C.
D . GUIDAZIO PIETRO
Direttore .
Randazzo (Sicilia), Collegio S . Basilio .
Tre guarigioni . - Colpita da grave
bronchite l'unica mia figlia di pochi mesi,
era agli estremi . Una buona giovanetta venne
allora da me e mi portò una medaglia, be-
nedetta da D . Bosco, coll'effigie della Beata
Vergine Ausiliatrice . Appesi al collo della
mia bambina detta medaglia e pregai con fede .
La mia figliuola era per morire da un mo-
mento all'altro ; ed invece dopo pochi minuti
dacchè le posi la medaglia al collo ripigliò
un po' di fiato, si riebbe, ed in pochissimi
giorni me la vidi guarita .
L'anno appresso s'infermò nuovamente e
collo stesso male, supplicai di bel nuovo
Maria Ausiliatrice e la mia bambina risanò
in modo provvidenziale .
L'estate scorsa ebbi la mia vecchia madre
in fin di vita. Supplicai Maria Ausiliatrice
a volermi ottenere da Dio la guarigione del-
l'amatissima vecchia, e per la terza volta
fui esaudita .
Gran Madre, Benedetta Ausiliatrice, l'in-
degna vostra serva non cesserà mai di lo-
darvi e benedirvi, promettendo di morire col
vostro Santo Nome nel cuore e sulle labbra .
LUIGIA ANTOGNOLI in TORCHIANA
Maestra .
Fordinovo, 19 settembre 1890 .
Malta .- La Sig .a Paolina dei Conti Saint-
Fournier ringrazia affettuosamente la Ver-
gine Ausiliatrice per segnalate grazie otte-
nete .
S. Martino di Palermo . - Il M . R .
Parroco in sul principio dell'aprile n . s . fu
colpito da una congiuntivite acuta all'occhio
destro. Per tre giorni sofferse dolori atroci,
tanto da sembrargli doverne morire per l'a-
cerbità del male e gli pareva che l'occhio
dovesse scoppiare . Appena incominciammo
una novena a Maria Ausiliatrice il dolore,
che da tre giorni e tre notti non gli dava
requie, cessò interamente ed in breve l'in-
fermità scomparve .
Sac . G. MESSINA,
Torino . - Il sig . Lucco Matteo scampò
in modo mirabile da grave pericolo incorso
per scoppio di gaz . Ne ringrazia di cuore
Maria Santissima, a cui si era rivolto con
fede ed al cui altare erasi recato il giorno
prima a raccomandare sè 'e la sua famiglia .
Givoletto . - Il M. R . Prevosto Don
Bolle Andrea riconoscente ringrazia Maria
Ausiliatrice e manda ampia relazione di una
segnalata grazia temporale e di grazie spi-
rituali ottenute in modo prodigioso dal suo
fratello Avv . Bolle Giuseppe, Pretore .
4 marzo 1891 .
DON RUA IN VISITA ALLE CASE SALESIANE
Cordiali dimostrazioni di stima
verso il Successore di D. Bosco .
(Dalla Specola di Padova) .
Da Este - Domenica, 26 aprile, ho assi
stito ad uno di quei geniali trattenimenti,
che non si dimenticano per tutta la vita .
Qualche giorno prima era venuto a visi--
tare il Collegio Manfredini il Rev.m° Don
Michele Rua , Superiore dei Salesiani . Po-
tete immaginare la festa dei preposti e degli
alunni del Collegio per avere con loro il
Padre comune della grande Famiglia Sale-
siana
I superiori del Collegio vollero che altri
partecipassero della loro letizia e distribui-
rono molti inviti per una piccola accademia .
Alle 5 1/2 pom., ora fissata, nella sala mag-
giore del Collegio addobbata a festa e dove
primeggiava l'immagine di Don Bosco, oltre
a quelli della famiglia, che comprende più
di 160 convittori, erano convenuti molti sa-
cerdoti, signori e signore . Quando D . Rua
entrò nella sala fu salutato con una salva
di prolungati battimani , e come fu seduto,
si diè principio al trattenimento .
Dapprima si cantò un coro da molti colle-
giali, sotto la direzione di Don Scotti . Poi il
Rev . D . Fasce diè a D . Rua il saluto a nome
del Collegio ; con poche parole rilevò assai
bene i sentimenti onde erano tutti compresi .
Quindi parecchi giovani delle varie classi
lessero quali poesie, quali lettere . Parlare di
tutte sarebbe troppo lungo ; dirò solo che
tutte erano ben fatte e che da tutte traspa-
riva la grande venerazione ed il grande af-
fetto in cui tengono il loro Padre . Non posso
però lasciare di ricordare la bellissima poesia
di Don Gallo, che, sempre felice, sta volta
fu felicissimo . Fu un inno manzoniano , da
luis;treaogdicòlmvtù
Don Rua ,i,ldcusenomèat
dall'un polo all'altro, quanto si estende la
grande opera dei Salesiani . La recita di que-
sti componimenti era intrammezzata da scelti
pezzi di musica a canto e suono, nell'ese-
cuzione dei quali ci rimarrà sempre impressa
la simpatica e robusta voce di Don Scotti,

2.10 Page 20

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e la perizia del violino del dilettante Enrico
Cortelazzo , nostro amico di qui . Si chiuse
ripetendo il coro d'apertura . Dopo si alzò
Don Rua e disse parole commoventi . Pre-
messo che da tanto tempo desiderava di ve-
nire a visitare i suoi figli del Collegio Man-
fredini, e che era finalmente contento di tro-
varsi in mezzo a loro, espresse la gratitudine
del suo animo per i ringraziamenti e per i
complimenti che gli erano stati indirizzati ;
però, disse, che i ringraziamenti prima do-
vevano essere rivolti ai defunti Don Bosco,
cav . Benedetto Pelà e D . Agostino Perin,
che tanto fecero per l'impianto e la prospe-
rità del collegio, ed a tanti altri presenti ed
assenti che vi contribuirono ; quanto ai com-
plimenti, disse che si erano pronunciate delle
bugie, alludendo umilmente agli elogi che
di lui si erano fatti , e che gli era tornata
di grande consolazione la promessa degli a-
lunni di voler profittare dell'educazione che
tanto sapientemente viene loro impartita nel
collegio e per la quale egli, erede della vo-
lontà e dei desideri di Don Bosco, colla gra-
zia di Dio non risparmierà fatiche e sacri-
fizi. Disse essere vero che il suo nome è
sulla bocca e dell'Europeo e dell'Afro e del-
l'Americano , ma che tanti parlano di lui
perchè invocano da lui soccorsi per gli Isti-
tuti già esistenti e per la fondazione di nuovi,
come apparisce dalle molte lettere che con-
tinuamente riceve . Accennò alla sua spe-
ranza che anche da questo collegio escano
giovani animati da fervido zelo nella coo-
perazione ai Salesiani : finì augurando a tutti
le benedizioni del cielo ed acclamando con
un evviva al direttore del Collegio, agli isti-
tutori, ai collegiali ed a tutti i presenti . Così
ebbe termine la cara festa, che ci lasciò im-
pressioni soavi . .
A Lugo .
Da Este D . Rua per Bologna ed Imola
passò a Lugo , dove sono stanziate dallo
scorso anno le Suore di Maria Ausiliatrice
con orfanotrofio, scuole elementari ed orato-
rio festivo per le giovanette .
Quivi D . Rua si convinse sempre meglio
del bene che possono fare alle ragazze le
suddette Figlie di Maria ; e non solo bene
morale, sì anche bene intellettuale, quale si
richiede in una giovane che al giorno d'oggi
voglia passarsela con onore in società . In
una ben ordinata accademia che si volle
dare pel suo arrivo, parecchie delle interne
ed altre scelte tra le numerosissime esterne
che frequentano l' Oratorio declamarono a
memoria belle composizioni in prosa ed in
poesia con tal grazia, spigliatezza e disinvol-
tura, da commuovere i molti invitati e da
riscuotere generali applausi .
Di questo bene, dopo a Dio ed alle Fi-
glie di Maria che consacrano la loro vita,
ne siano pur rese grazie alla Marchesa Bo-
rea-Spreti, che graziosamente pose a nostra
disposizione i locali necessari non solo per
l'Orfanotrofio e l'Oratorio festivo femminile,
sibbene anche per l' Oratorio maschile, pel
quale si spera presto di mandarvi alcuni
Salesiani .
I Cooperatori di Faenza raccolti
nella Cappella dell'Istituto Sa-
lesiano .
(Dall'Unione di Bologna) .
Il 4 Maggio alle 10 del mattino la chiesa
dell'Istituto Salesiano di Faenza era tutta
occupata da zelanti Cooperatori, accorsi in
buona parte dalle città circonvicine . Rice-
vuto Monsignor Vescovo Cantagalli a suon
di banda , fu accompagnato nel presbitero,
dove il Rettor maggiore dei Salesiani tenne
Conferenza . Narrò rapidamente la storia degli
Oratorii e degli Ospizi salesiani, enumerò
quelli fondati dopo la morte del compianto
Don Bosco, e ne dimostrò la opportunità ai
nostri giorni, chiamandoli un porto di sal-
vezza per la gioventù povera ed esposta a
mille pericoli di pervertimento . S'alzò quindi
Monsignore, e con acconcia parole dimostrò
quanto importi che si sostenga questa be-
nefica istituzione . - Chi sarà, diceva, chi sarà
fra pochi anni padrone del mondo? Questi
giovani . Fra poco noi non vi saremo più, ed
essi formeranno la società . E questa sarà
buona se essi saranno educati bene . Guardo
questi giovani, crescente generazione, guardo
a voi che vedo convenuti in gran numero e
mi date a dimostrare che siete persuasi anche
voi che il bisogno de' tempi nostri è la edu-
cazione de' figli, non solo l'istruzione di cui
oggimai non difettiamo più .
- L'educazione importa uomo perfezionato ;
essa infonde il carattere della virtù, e virtù
dal vis latino significa forza, e forza che
conduca a Dio ; ecco che cosa importa edu-
cazione . Ma crescono oggi educati i giovani?
Oh!purtop esicrescon senzafrenoe
vanno per la peggio . Un giorno lessi un li-
bro che aveva per titolo : Facciamo l'uomo .
Questa frase vale per noì : sì, facciamo l'uomo .
Quando la Grecia era minacciata da estrema
ruina si unirono i grandi per porvi rimedio .
Tutti dissero qualche cosa, solo un vecchio
se ne stette mutolo . Invitato a parlare gittò
a terra al cospetto dell'assemblea un pomo
fradicio e disse : in questo pomo non tutto
è guasto, ma ancora serbonsi sani i semi,
poneteli in buon terreno e vedrete che frut-
teranno . Salvate la gioventù, educate bene
i giovani e salverete la patria . La Grecia
cadde perchè non ascoltò il savio consigl io ,
Ciò che essi non seppero o non vollero fare
facciamolo noi . In questo sta specialmente

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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l'opera dei preti di Don Bosco . Ma questi
prodi educatori, traboccanti di carità, hanno
bisogno dell'opera e dei mezzi vostri, caris-
simi figli. Essi hanno un ramo della carità,
voi abbiatevi l'altro ramo . Dirò che la carità
che fate loro vi sarà grandemente ricompen-
sata, perchè se Gesù Cristo ha detto che chi
dà al povero dà a lui, come non terrà dato
a sè quello che vien dato ai fanciulli che
erano le sue particolari delizie
- Ecco che cosa posso dire a voi di cui
coanosco la bontà, che siete miei figli e che
tutti porto nel cuore .
- E (volgendosi ai convittori) voi, cari gio-
vanetti, conservatevi buoni, di voi abbisogna
la cshoceietà . In questi tempi, in cui tanti che
dovrebbero cercare il bene dei giovani cercan
di strappar la fede daì loro teneri animi, noi,
carissimi figli, noi dobbiamo fare il contrario .
E io dico a me : ecco i giovani che porranno
una diga al male che innonda ; guardo a
voi e spero bene della mia patria . Mi con-
gratulo con voi e colla mia cara Faenza, e
formo un voto, e questo è che cresciate su
buoni, e quest'augurio estendo alle altre città
vicine e alle città tutte dell'Italia nostra .-
Tra i canti religiosi, ho notato il non fa-
cile Laudate pueri del cavalier Capocci, ese-
guito dai giovanetti con abilità e grazia .
La sera poi i giovani alunni vollero ono-
rare il Superiore dei Salesiani con letteraria
accademia . È inutile il dire che i faentini,
come sempre, vi si recarono in numero stra-
ordinario ; e questo prova che amano il bello
unito a virtù. Erano presenti illustri e be-
nemeriti personaggi della città, ed insigni
benefattori della pia opera .
I Salesiani di Parma in Festa .
(Dalla Sveglia) .
Ha ospitato in Parma per pochi giorni il
Successore di Don Bosco, il R .mo Don Mi-
chele Rua, Rettore Maggiore della Congre-
gazione Salesiana.
Ha tenuta la Conferenza ai Cooperatori
in S . Benedetto mercoledì 6 maggio , e nel
giorno dell'Ascensione recitava un sermone
analogo alla solennità ed impartiva ad un
popolo affollato la benedizione eucaristica .
Intanto nell'attiguo Collegio tutto era
animazione, attività, allegria per preparare
un trattenimento ad onore dell'ospite desi-
deratissimo : e verso sera si dava incomin-
ciamento col suono del nuovo concerto dei
giovani dell'Oratorio . Quei bravi giovanetti
riscossero prolungati applausi dai moltis-
simi spettatori dell'uno e dell'altro sesso,
sacerdoti e laici , che facevano corona al
degno Successore di quel santo uomo che fu
Don Bosco . - Pareva che tutto fosse ter-
minato, ed ognuno, lasciata la sala del trat-
tenimento, si accingeva a far ritorno alle
proprie case ; ma quale sorpresa per tutti,
allora che, entrati nel cortile interno, videro
come per incanto preparata una illumina-
zione ! Centinaia di lumi scintillanti posti a
disegno ed una quantità di palloncini colo-
rati davano un aspetto incantevole a quel
luogo , ove tutti i convenuti si arrestarono
per godere di nuovo i suoni del piccolo con-
certo ed assistere all' ascensione di globi
reostatici. Anche qui i battimani ai giovani,
ai Salesiani , all'instancabile Direttore del
Collegio, a Don Rua furono molteplici , ed
ognuno tornò a casa benedicendo il Signore
per mezzo dei Salesiani ha procurato
alla nostra città il modo di tener lontana
tanta cara gioventù dagli artigli delle sétte
che congiurano alla loro rovina .
VIAGGIO DEI MISSIONARII SALESIANI
ALLA COLOMBIA
Lettera di D . Evasio Rabagliati
(seguito)
Una prece sulla tomba del Confratello -
I Cooperatori Salesiani di Caracas -
Una futura Casa Salesiana a Maiquetia .
Dopo che i Sacerdoti ebbero celebrata la
Messa e gli altri fatta la santa Comunione,
in suffragio dell'anima del nostro caro E-
terno, discendemmo a terra a visitare la
città . Ma l'ansia principale era di cor-
rere al cimitero, ed inginocchiarci su quella
tomba che guarda le spoglie del confratello
ed amico estinto ; il che si fece, dopo aver
visitato il piccolo ospedale, ove fu raccolto
gentilmente dal dottor Machado, vista la
stanza dove spirò e gli servì di cappella ar-
dente , e ringraziate le Suore della carità
usata ai nostri Salesiani nel gennaio del-
l'anno scorso . La tomba, senza essere di lusso,
è certamente la più bella e gentile che si
trovi in tutto il cimitero . Fatta una fervorosa
preghiera a' piedi di quella croce, si ritornò
alla Guaira, per prendere il treno che in
poco più di due ore ci doveva portare alla
capitale, col fine principale di ossequiare
l'Arcivescovo, e col secondario di curiosare
un poco e conoscere quella capitale della
Venezuela .
La ferrovia che mette in comunicazione il
porto della Guaira colla capitale della repub-
blica, Caracas, è certamente un capo d'opera
nel suo genere ; il celebre Ferdinando di
Lesseps ebbe a chiamarla la via ferroviaria

3.2 Page 22

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più arrischiata e difficile del mondo . Per
fortuna il tragitto è corto ; e nella contem-
plazione di quelle meraviglie che ad ogni
momento si presentano alla vista, passarono
poco più di due ore, quando ci trovammo in
Caracas , ricevuti , festeggiati, magnifica-
mente trattati dal nostro grande ammira-
tore ed amico, il dott . Arteaga . La prima
visita, come era di dovere, si fece a S . E .
R .mo Monsignor Arcivescovo . Ci ricevè come
un padre riceve i figli ; l'unico argomento
trattato in quel breve intrattenimento fu : I
Salesiani in Caracas . Alle nostre evasive
rispondeva sempre con una affermativa ,
e finì con dire esser suo desiderio di trat-
tarne presto personalmente coi Superiori di
Torino . Presa la sua benedizione, tornammo
al nostro alloggio in casa del dott . Arteaga,
dove si passarono lunghe ore in amena con-
versazione, parlando di Don Bosco e dei Coo-
peratori della Venezuela . È veramente cosa
mirabile trovare in questa terra Americana
più di 2000 Cooperatori e Cooperatrici ; tutto è
frutto dello zelo del dott . Arteaga, sostenuto e
coadiuvato nella sua opera di propaganda dal
dott . Monteverde . In ogni città e paese, anche
più remoto della capitale, stabilirono centri
di Cooperatori, coi quali mantengono attiva
corrispondenza ; si fanno dappertutto le riu-
nioni e conferenze che i regolamenti prescri-
vono ; il Bollettino è ricevuto e letto con en-
tusiasmo da più di 2000 famiglie che, piene
di generosità per l'Opera Salesiana, mandano,
poi il loro obolo a Torino . È fra loro, tra
così buoni amici che moriva il caro confra-
tello Giuseppe Eterno !
Nel giorno stesso che noi passammo alla
Guaira, si fece scrittura pubblica per compra
di un terreno in Maiquetia, piccolo paese vi-
cinissimo alla Guaira nel cui cimitero fu se-
polto il nostro Eterno, dove si innalzerà
un edilizio con chiesa per i Salesiani, tanta
è la certezza che hanno questi Cooperatori
di averci presto o tardi in mezzo a loro .
Oltre a ciò il dottor Arteaga aveva in
pronto una buona limosina da mandare
a Torino per il sostenimento delle nostre
missioni della Patagonia e Terra del Fuoco .
Prima d'imbarcarci il dott . Monteverde ci
volle con lui a pranzo e non fu possibile
rifiutare così gentilissimo invito . Quindi ,
di buon mattino, celebrata la Santa Messa
in Caracas, si visitò in tutta fretta la Catte-
drale, il Seminario, i monumenti principali
della capitale ; e sempre accompagnati dal
dott . Arteaga, che in quei due giorni non ci
lasciò un momento, ritornammo alla Guaira .
Per pagare in parte il debito contratto
con quei buoni amici, per tante cortesie ri-
cevute in quei giorni, prima di separarci,
volli lasciar loro qualche memoria di Don
Bosco, ed un centinaio di medaglie di Maria
Ausiliatrice . Aveva indovinato ; fu il più pre-
zioso regalo che loro avessi potuto fare . Il
Signore rimuneri quei buoni e zelanti Coo-
peratori della carità che ci hanno usata in
tutti quei giorni .
A Cartagena incominciano i fastidi - Ar-
rivo del vaporino Bismar k - Tristi pen-
sieri .
In Puerto-Cabello fu breve la fermata ; e
l'8 di Marzo alle 10 del mattino arrivammo
a Cartagena . Quanto son mai fortunati i
Salesiani nei loro viaggi ! per ogni dove tro-
vano amici e fratelli carissimi . Colà ci atten-
deva, in nome di Monsignor Biffi, il suo se-
gretario Don Pietro Brioschi, che tutti ci
abbracciò come se fossimo antichi conoscenti ;
e pensando a tutto, al nostro bagaglio, alle
nostre casse, al nostro trasporto, liberandoci
così da ogni molestia, che non sono poche
in un porto di sbarco, ci condusse tutti all'E-
piscopio, che sarà presto, sperano , la fu-
tura Casa dei Salesiani . Ricordare qui tutte
le gentilezze usateci da Monsignor Biffi mi
porterebbe troppo in lungo ; basti il dire
che in sette giorni non permise che alcuno
dei dodici, che eravamo, prendesse alloggio
e vitto fuori di casa sua.
Le nostre proteste furono inutili ; tutto era
già preparato, letto, tavola e per tutto il tempo
richiesto . Ben potevamo restare là sette set-
timane, chè nulla ci sarebbe mancato del
necessario. Quanto amore in quel suo cuore
per noi!
In Cartagena per altro incominciarono i
nostri fastidi ; in nessun modo si poteva con-
tinuare il viaggio, nè noi, nè le nostre casse ;
il dique, piccolo canale che mette in comuni-
cazione il porto di Cartagena col fiume Mad-
dalena in una borgata detta Calamar , era
del tutto secco, non avendo più piovuto du-
rante sei mesi, e bisognava aspettare le piog-
gie di Aprile o di Maggio, perchè il canale
fosse navigabile . Questa fu la più brutta no-
tizia che potessimo ricevere in Cartagena, e
quella che più io temeva . D'altronde quivi
trovai varie lettere da Bogotà, pregando e
supplicando che senza dimora seguissimo
il nostro viaggio alla capitale, per affari
urgenti colà pendenti . Che fare? Aspettare
indefinitivamente, finchè le pioggie si degnas-
sero visitarci, mi pareva cosa troppo lunga
e troppo seria ; nessuno di noi poteva rasse-
gnarsi ad una fermata di un mese e forse più
fuori di casa e senza occupazione . D'accor-
do con Monsignore, si approfittò di un vapore
che andava a Sabanilla (porto principale del
fiume Maddalena) ed in dodici ore, con catti-
vissimo tempo e peggior trattamento, siamo
giunti colà con pochi bauli di roba ; il grosso
delle casse restò in Cartagena, dove andrà
poi di proposito un vapore della compagnia
fluviale per trasportarcelo fino a Jeguas, al
piè della montagna ; ma bisognerà aspettare
che il cielo ci faccia regalo di qualche grossa
pioggia ; fino allora vi sarà il sequestro per i
nostri 174 cassoni di macchine . Pazienza!
contro l'impossibile non si può lottare . In

3.3 Page 23

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Barranquilla aspettammo due giorni che un
vapore ci portasse fino al piè della mon-
tagna ... Arrivò finalmente avviso che si sa-
rebbe messo in viaggio un vaporino della
compagnia fluviale che porta il nome d'un
famoso diplomatico europeo, Bismark . Nostro
rincrescimento si era che prevedevamo di non
poter giungere a Bogotà, per il giorno di
Pasqua . Pazienza ! dicemmo ; se ci toccherà
passarlo sul più alto della montagna, ci
figureremo di trovarci sul Golgota, ed as-
sisteremo in ispirito alla gloriosa risurrezione
di Nostro Signor G . C
A B arranquilla - Uno strano episodio -
Pericoli e ritardi .
Rio Maddalena . Venerdì Santo del 1891 .
. . .Passare la settimana santa , tutta la
settimana santa, prima di giungere ai piè
della montagna, era l'ultimo dei miei pen-
sieri . Pazienza! vi arriveremo domani, sab-
bato santo, verso sera, e passeremo in Honda
il giorno di Pasqua, non essendo possibile
nè conveniente incominciare un viaggio di
montagna in giorno così solenne .
Abbiamo lasciato Barranquilla dopo 48 ore
di fermata . Non ho ancor potuto parlare di
questa città, che pare non abbia alcunchè
di attraente . È piena di stranieri, e di
questi stranieri i più sono protestantì .
Malgrado i suoi 30,000 abitanti, non ebbe
per moltissimi anni che un solo prete per il
servizio religioso . Come poteva un uomo solo,
con tutta la sua carità ed il suo zelo , ser-
vire di argine al torrente dei vizi che irrom-
pevano da ogni parte, principalmente dagli
Stati Uniti e dalla Germania? Adesso sono tre
i Sacerdoti che lavorano in quel campo aridis-
simo, tenuti là da M .gr Biffi, anche con disca-
pito di altre popolazioni prive affatto di assi-
stenza religiosa; ma il nemico era già penetrato
nella fortezza, ed aveva fatto suo il campo . Per
meglio tradire, senza lasciar scorgere la mano
che feriva, aveva il Protestantesimo in Bar-
ranquilla eretto il suo tempio, i suoi asili,
le sue pubbliche scuole, e sparso a mani
più o meno piene il suo oro ; è così che
riuscì a farsi padrone della piazza . Il Dottor
Valiente, che regge adesso quella parrocchia,
valente davvero di nome e di fatto, perchè
zelantissimo nel sacro ministero, fa sforzi so-
vrumani per sloggiare il nemico, ma ci vorrà
del tempo ed abbisognerà d'altri aiuti . Vi
sono, è vero, le Figlie della Carità, che man-
tengono in fiore un ospedale ed una scuola
per le bambine, ma è troppo poco al bisogno .
A proposito di Barranquilla, voglio contare
un fatto che per la sua originalità ben merita
di essere riferita . Mentre una mattina mi tro-
vava nell'ospedale, dopo d'aver detto la santa
Messa , si presenta un signore alla Madre
Superiora, colla quale stava io in quel mo-
mento conversando . Dopo i convenevoli -
Sa, dice, R . Madre, quello che succede? Ab-
biamo in città sei corsari travestiti da prete,
per sfuggire così camuffati alla giustizia che
li cerca . E questo il tema di tutti i parlari
della città da due giorni . Stia in guardia da sif-
fatta gente, glie lo dico per suo bene, per-
chè si vocifera anche che qualcuno di tali
corsari venne qui all'ospedale per celebrare
la santa Messa . - Si figuri la mia sorpresa
al sentire tali cose . - Ma, interrogò la Ma-
dre, come si sanno mai in città queste cose?
- È naturale ; furono visti due giorni sono
sbarcare in Sabanilla e dirigersi a Barran-
quilla . Or bene essi sono quei corsari, che
settimane or sono sostennero lotta così fu-
riosa colla polizia di Cuba . Avendo avuto
la polizia sentore che quei famosi corsari si
erano imbarcati a bordo di un piroscafo Norte
Americano diretto a Colombia , li credè in
gabbia, e s'imbarcò pur essa per prendere i
merlotti . In alto mare si fece l'intimazione
di arrendersi tutti in nome dell'Autorità ;
ma essi risposero col remington e revolver e
la difesa fu così accanita che cinque di loro
restarono morti su quel campo di battaglia ;
uno solo scappò alla morte, ma non alle ma-
nette. - E diceva tutto questo con calore,
quasi fosse stato attore o almeno testimonio di
quella tragedia, senza avvedersene il buon
uomo degli strafalcioni madornali che diceva .
Questo racconto dapprima faceva strabigliare
la buona Madre, la quale per altro accortasi
dell'esaltamento di quella testa e dell'affa-
stellamento d'idee spropositate : - Ma come,
interrogò, come sono mai qui quei terribili
corsari se restarono quasi tutti morti in quel
combattimento che lei dice? - Tableau ! ! !
- La tragedia si cambiò in comedia ; uno
scoppio di grasse risa mortificarono talmente
quel poverino, che ammutolì all'istante ; per-
chè come fare a trattenere le risa, al sentire
tali spropositi? Se le dicerie fossero così pub-
bliche e generali come ebbe a dirlo quel dab-
ben uomo, io non volli verificarlo ; ma il
fatto quasi lo meritava per la sua eccezio-
nale originalità .
Il settimo giorno, della nostra navigazione,
sul Bismark, il più bello dei venti vapori
che ha la Compagnia fluviale, verso sera d'un
tratto una scossa mette sottosopra tutto
l' equipaggio dal capitano fino all' ultimo
marinaro . Che succede? qualche cosa di se-
rio certamente . Il piroscafo si ferma istanta-
neamente . Il capitano fissa gli occhi in un
punto della nave, vien pallido nel volto e si
mette le mani nei capelli . Aveva dato della
chiglia in un banco di sabbia, e s'erano aperti
due grossi buchi a prora . Già si vedeva nella
sentina scoperta, quasi un metro di acqua en-
trata là in pochi minuti . L'affare era più serio
di quello che si credeva . Per altro il pericolo
non era nè per noi, nè per tutti i passeggeri,
chè avevamo la riva a dieci metri di distanza ;
il pericolo era per il piroscafo e per tutto
quell'enorme carico che portava . A Dio gra-

3.4 Page 24

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zie, poterono turare i buchi e togliere colle
pompe l'acqua già entrata . Ma tutto questo
richiese tempo e lavoro ; e noi non po-
temmo ripartire che dopo 36 ore ; tempo
richiesto perchè venisse un altro vapore a
caricare noi e le cose nostre . Era il Ricaurte,
assai più piccolo del Bismark, ma anche assai
più sicuro nelle circostanze in cui navighiamo .
Lasciammo che il Bismark ritornasse a Bar-
ranquilla a medicarsi le ferite, e noi, in mi-
glior stato di lui certamente, continuammo il
nostro cammino .
Altro pericolo corse su questo fiume un
nostro Catechista . Una bella sera, mentre
in un porto si caricava della legna (che tiene
le veci del carbone) gli venne voglia di scen-
dere a prendere un po' d'aria fresca sulla
sponda del fiume. Poveretto! Quasi quasi si
prendeva invece un bagno fresco . Sul pic-
colo ponte posticcio gli scivolò un piede ,
perdè l'equilibrio, e cadde . Per gran fortuna.,
vari marin ocupati cari elgna,lo
ricevettero nelle loro braccia e lo portarono
in salvo . Fortunato lui e noi, giacchè non
avrebbe solamente preso un bagno, ma sa-
rebbe stato buona preda per gli enormi coc-
codrilli che rondavano il bastimento . « In que-
sto sito è dove i coccodrilli sono in maggior
numero, ci dicevano poi i marinai, e sono an-
che i più furiosi . È poco tempo che una po-
vera donna venne qui alla sponda per riem-
pire la sua anfora di acqua, e mentre si
occupava in questo, fu presa per un braccio
da una di queste bestiaccie e portata nel
fiume per farne suo pasto . »
Fin qui le piccole avventure di mare e di
fiume ; ora ci attendono altre sulle montagne .
Siano pur rese grazie di cuore al Signore
ed alla Madonna Ausiliatrice che con tanto
amore vigilarono su tutti noi in questo in-
terminabile viaggio, e ci condussero sani e
salvi fino quasi al termine di esso .
DI ALCUNI LAVORI DECORATIVI NEL SANTUARIO
DI MARIA AUSILIATRICE.
Fra i molti lavori d'abbellimento, che già
compieronsi nel Santuario di Maria Ausi-
liatrice, meritano special menzione ventidue
così dette lesene . Misurano ciascuna me-
tri 8,00 d'altezza per 0,62 di larghezza ;
sono ornate di ricchi candelabri, eseguiti a
stucco in bassorilievo dello stile rinascimento,
con ornati e trofei allegorici alla Chiesa. Si
pose sommo studio nell'ottenere esatta ar-
monia sì nel disegno come nel rilievo, cer-
candovi con scrupolo un'intonazione giusta
nell'assieme .
Nasce ciascuna lesena da una base solida
per lo più fatta con linee architettoniche, e
poi con ornati che dalle forme robuste vanno
a finire con maggior leggerezza sia nella
movenza che nel disegno .
All'altezza di metri 2,55 dalla base, per
ogni lesena, due putti alati sorreggono una
cartella su cui campeggia la croce rossa su
marmo bianco, la quale segna la consacra-
zione della chiesa, e da questa cartella par-
tono due palme che con un ornato fanno
base alle singole Stazioni della Via Crucis
rappresentate in quadri in rilievo . Queste
Stazioni della Via Crucis sono opera dello
scultore torinese sig . Erbetta Giuseppe , e
furono eseguite nella scuola di scoltura del
nostro Oratorio di Torino, dalla quale avemmo
già stupendi lavori d'arte. Ciascun quadro
della Via Crucis misura metri 0,77 per 0,56 .
Sopra la Via Crucis parte un nuovo svi-
luppo di ornati, che legati insieme da mo-
tivi sempre diversi nelle forme di disegno e
rilievo arrivano alla estremità superiore .
Eseguite con varietà di soggetti, vanno tut-
tavia accoppiate una di fronte all'altra . Spicca
nelle prime due laterali all'altare di San
Pietro la tiara pontificia con uno stendardo
sul quale sta scritto Lepanto, ricordo della
vittoria riportata ai tempi di Pio V, per in-
tercessione di Maria SS . Ausiliatrice, sopra
i Turchi . Su quelle laterali all'altare di San
Giuseppe campeggiano i gigli ed uno sten-
dardo su cui vi ha la croce. Quelle laterali alla
balaustrata dell'Altare Maggiore portano, fra
gli ornati, spighe di grano e grappoli d'uva
per simboleggiare la SS . Eucaristia e fini-
scono con un'ostia raggiante . In quelle poi
laterali all'Altare Maggiore spicca un in-
treccio delle iniziali M . A . con ornamenti
vari edunacornadistele.Inaltrso
benissimo legate assieme fiaccole con turi-
boli fumanti, e sopra una mensola posa un
libro aperto ; come in altre ancora si distacca
una testa di putto, dalla quale vi pendono
vasi e oggetti sacri .
Alle otto lesene che non hanno quadro della
Via Crucis, gli ornati partono dal gruppo dei
putti, e armonizzati nel rilievo arrivano a
completare il lavoro come le altre . Si studiò
che tutte le lesene avessero alle medesime
altezze il loro sviluppo di disegno e forza di
rilievi sia nello sboccio dei rosoni, come negli
emblemi e pendoni di frutta, fiori, fogliami
d'alloro e panneggiamenti .
Sono queste lesene opera dei due fratelli
Giovanni e Carlo Borgogno di Torino (1) già
allievi di Don Bosco . Affezionati e ricono-
scenti al loro benefattore, cercarono con tutto
l'impegno possibile di eseguire lavori, che
per arte gareggiassero con i non meno pre-
gevoli in questo tempio eseguiti dagli altri
egregi artisti, che già altra volta ricordammo .
(1) Studio di intagli e stucchi . via Bertola, 42, Torino

3.5 Page 25

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NOTIZIE VARIE
I Figli di D. Bosco a Dinan.
Poco numerose sono in Francìa le Case
del venerato D . Bosco ; ve ne sono due o
tre al mezzogiorno ; una è a Lilla, un'altra
a Parigi, e punto fermo . Credo che tutto fi-
nisse lì fino a pochi mesi or sono . Senonchè,
proprio al 1° di gennaio , come mandatici dal
Cielo in istrenna, tre figli di colui che fu
chiamato sì giustamente il S . Vincenzo de'
Paoli del nostro tempo, fecero il loro ingresso
nella nostra Brettagna.
Siano i benvenuti ! - Essi erano stati
chiamati a Dinan ; si offrì loro un locale
vasto e bello, già appartenente al Circolo
Cattolico . E i nuovi operai evangelici si a-
doperano a trasformarlo in una specie di
scuole professionali, dove saranno ricevuti
i poveri fanciulli orfani, di età non inferiore
ai 12 anni .
Là, questi fanciulli, sotto una guida in-
telligente e amorosa, acquisteranno le cogni-
zioni necessarie per potersi poi guadagnare
onoratamente il pane quotidiano ; e qualcuno
anche, chiamato all'apostolato, andrà ad ac--
crescer le file dei Missionari Salesiani nelle
lontane terre della Patagonia . Giacchè i fi
gli di D . Bosco non conoscono limite nel
loro zelo : sono missionari e ad un tempo
maestri, operai, artisti , secondo i bisogni
della carità . Nessuna lettura è più attraente
del Bollettino mensile delle Opere Salesiane ;
vi si fa, sto per dire, il giro del mondo, e
vi si respira il profumo della gioventù , la
gioventù d'un istituto religioso, il profumo
della fede ingenua e più profonda, della
speranza più viva, della carità più ardente .
Il Bollettino è destinato pei Cooperatori Sa-
lesiani, ossia ai benefattori di qualunque
condizione essi siano, grandi e piccoli, poveri
e ricchi : poichè tali istituti hanno bisogno
per vivere dell' elemosina di tutti ; i giovani
affatto abbandonati, privi d'ogni mezzo di
sussistenza, vi sono ricevuti gratuitamente ;
dagli altri poi si richiede una qualche re-
tribuzione, che però serve solamente a pagare
i piccoli debiti personali .
D'altronde, quante spese ci sono da fare !
Tutto resta a fare ancora a Dinan : tramezzi,
scuole , laboratorii , cappella . Perciò si può
inviare colà in elemosina qualunque cosa ,
vestimenti, libri, utensili, sicuri che ogni cosa
sarà utile : perfino musica . La casa è vuota :
ne parlo perché l' ho veduta . Tutto dunque
sarà ricevuto volentieri .
Niuno pensi che questa sia una casa di
pena o di correzione ; oh no certo . Il ragazzo
che vi entra deve presentare buoni certificati
la casa di Dinan , come tutti gli Ospizi di
D . Bosco, è un asilo, un rifugio per la po-
vera gioventù , dove la disciplina è amore-
vole, paterna.
« Di quante dolcezze è priva la vita di
questi poveri ragazzi ! mi diceva quel caris-
simo Direttore ; ed è per questo che noi fac-
ciamo di tutto per compensarneli con altret-
tanto affetto . »
È questa una caratteristica dell'Opera di
D. Bosco . Né si può tacere di quello spirito
di pietà, che è l'anima di questa istituzione, e
al quale si lascia larga parte nella vita dell'O-
ratorio (è questo il nome degli asili Salesiani) .
I risultati sono meravigliosi : prova evidente
della celeste benedizione .
Non è molto, e sulle colonne stesse del-
l'Espérance, noi aprivamo una sottoscrizione,
in questa nostra buona città di Nantes , a
favore dei poveri Carmelitani di Sydney, a
cui fu corrisposto con generose offerte . Noi
non siamo esclusivi : quanto a me, oso spe-
rare che i cuori dei miei concittadini si a-
priranno a favore dell'Oratorio di Gesù Ope-
raio (in Dinan, via Beaumanoir) - e che
l'ospitale Brettagna darà una novella prova
della sua nobil fama . Forse qui non ci sono
le ricche borse, i grossi portafogli di Lilla,
la ricca città industriale ; ma non vi è cer-
tamente minor carità . - Vorrei aggiungere
ancora che in Brettagna le Opere per l'edu-
cazione dei giovani artigiani sono pressocbè
sconosciute ; non ci sono che colonie agricole
o case di correzione .
Perciò l'Oratorio di Dinan risponde a un
vero bisogno ; che se una parte della classe
operaia uscisse da questa Casa di D . Bosco,
per certo non avremmo a temere la rivolu-
zione sociale nel nostrò paese .
E. des B .
(Dall'Espérance du peuple de Nantes).
Festa Scolastica
nel Vescovado di Parma.
La scuola di religione fondata in Vesco-
vado da Mons. Giovanni Andrea Miotti no-
stro veneratissìmo Vescovo, veniva per que-
st'anno terminata il 21 Maggio , colla so-
lenne distribuzione di bellissimi premii ai
giovani che più si distinsero per assiduità e
profitto . S . E . Mons . Vescovo, ai cui lati se-
devano S . E . Mons . Benassi e molti distinti
membri del Clero e del Laicato, lesse un
forbito discorso sugl'immensi vantaggi che
arreca lo studio della religione, e terminò

3.6 Page 26

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invitando il numeroso e sceltissimo uditorio
ad un evviva ai figli di Don Bosco, che tanto
si prestano in quelle scuole . Poscia quattro
giovani studenti della facoltà Teologica nel
Seminario Urbano declamarono componimenti
poetici, esaltando le glorie della religione,
celebrando la fecondità del cattolico insegna-
mento, ed invitando i giovani ad ammirare
in Luigi Gonzaga, di cui quest'anno ricorre
il Centenario, il modello della virtù e della
cristiana perfezione . Il colto e gentilissimo
uditorio applaudì moltissimo a questi giovani,
ed a ragione perchè essi si mostrarono ve-
ramente bravi . Nel nostro Seminario lo stu-
dio delle belle lettere tanto raccomandato
dai Santo Padre, è coltivato con amore come
quello delle scienze ; ed i frequenti saggi
che ne sanno dare gli allievi, ne è bella e
consolante prova .
(Dalla Sveglia) .
ANNUNZIO BIBLIOGRAFICO
SALUTE E MEDICINA
OSSIA
in remote regioni, lontani da ogni consorzio e
soccorso umano .
A questo intento soddisfa il libro - Salute
e Medicina - del Dottore Giov . ALBERTOTTI,
in cui sono in breve descritti gli organi e le fun-
zioni del corpo umano, coll' aiuto di opportune
incisioni anatomiche, - si danno le principali
nozioni di igiene riguardo al vitto, agli abiti , al
lavoro, ecc ., - le nozioni indispensabili pel soc-
corso d'urgenza in caso di una ferita, di una mor-
sicatura, di una perdita di sangue, di un avvele-
namento , ecc ., - le nozioni per l' assistenza di
un ammalato ; - havvi una nozione generale di
tutte le malattie più comuni , e conosciute nei
climi temperati, comprese le malattie mentali, ed
il modo di comportarsi in queste dolorose circo-
stanze ; - havvi una nozione completa delle ma-
lattie più frequenti ed interessanti nelle regioni
calde ed intertropicali, - e finalmente soavi le
nozioni più importanti intorno alle disposizioni
anti-igieniche delle case rurali, ed al modo di ri-
pararvi .
Questo libro poi ideato specialmente per favo-
rire l' istruzione della popolazione rurale, priva
di Medici e Farmacie ; indica pure i rimedii ed
istrumenti più usuali e meno costosi da provve-
dersi e ritenersi in un piccolo armadio portatile
per servirsene in caso di urgenza .
Mettendo in pratica gli insegnamenti di questo
libro si potrà sempre dar tempo alla chiamata
del Medico, anche in lontana dimora, senza met-
te re in pericolo la vita dell' ammalato, e si evi-
teranno tanti erróri volgari, per cui non rare volte
si fa più male coll' intenzione di far bene, che
non rimettendosi alla semplice aspettativa .
Guida popolare alla conoscenza del corpo
umano , dei mezzi per conservarlo
sano e per ripararne i disordini con
immediati soccorsi .
Un vol. in-16° gr . di pag. 432, con tavole-
Già da parecchi anni presso le nazioni più ci-
vilizzate, compresa l' Italia, si istituirono alcune
scuole, a scopo di insegnare alla popolazione i
mezzi valevoli a soccorrere, in caso di urgenza,
un ammalato, e ad assisterlo convenientemente
sia in un Ospedale, sia in famiglia, come già si
pratica in Torino colla scuola per gli Infermieri,
diretta dal distinto Clinico e scrittore Dottor Cal-
liano Carlo .
Ora, se cotanto giova l'istruire in proposito il
cittadino, malgrado trovisi con tutta facilità in
condizioni di avere in pronto quasi ad ogni i-
stante e Medici, e Farmacie, chiunque dovrà am-
mettere essere non solo necessario, ma indispen-
sabile l' istruire con scritti, giacchè non si può
fare altrimenti con apposite scuole, gli abitanti
dei piccoli paesi e delle grosse borgate, sprovvi-
sti e lontani dai Sanitarii e dalle Farmacie, il
Viaggiatore, l'Emigrante, il Missionario, il Soldato
AVVERTENZA .
A titolo di Società cooperativa, conviene far
acquisto da qualsiasi farmacista, in comunione
cogli abitanti dei centri, dei paesi e delle grosse
borgate, sprovviste di Medici e farmacie, dell'Ar-
madio portatile coi relativi medicamenti ed istru-
menti, consegnandoli poscia in custodia o del
Parroco, o del Sindaco, o del Maestro , o della
Maestra ecc . ; i quali in caso di disgrazia indi-
cheranno tosto i mezzi necessarii da adoperarsi
sul momento, servendosi del contenuto in detto
Armadio .
Con pochi centesimi da spendersi da ciasche-
duna famiglia per una volta tanto si può provve-
dere ad una disgrazia qualunque .
Il presente volume è vendibile dalla Libreria Salesiana
di Torino al prezzo di L . 3 .75 franco di porto,
mediante l'invio di vaglia o cartolina postale .
(Dal Corriere Nazionale) .

3.7 Page 27

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Elenco dei Cooperatori defunti nei mesi di Maggio-Giugno .
1 . Achille D . Domenico, Parroco - Vil-
lanuova (Brescia)
2 . Azonno Gaspare n . Aubert- Torino .
3 . Balma D . Michele - Sparone (To-
rino) .
4 . Barberis Giuseppina - Carignano
(Torino) .
5. Benerini Catterina - Spezia (Ge-
nova) .
6 . Berretta C . D . Giuseppe, Arciprete
- Motta dei Conti (Novara) .
7 . Bonelli Battista- Sabbio Chiese (Bre-
scia) .
S. Bonino Alvaro, R . Ispettore Scol .
in riposo - Caraglio (Cuneo) .
9 . Bosinelli Marino - Legnago (Ve-
rona) .
10 . Bosso Benedetto - Geloso (Torino) .
11. Brusa D . Francesco, Parroco - Ca-
vaglione (Milano) .
12. Buzzetti. Carlo - Torino .
13 . Caprera P . Gins . Ant. Carmelit . S .
- Noto (Siracusao
14 . Carminati D . Stefano - Trigolo (Cre-
mona) .
15 . Cesati B . n . Frigerio - Napoli .
10. Corna D . Flaminio - Rivarolo C .
17 . Duprè Fontana B.ssa Laura-Torino .
18 . Faroldo D . Leopardo, Canonico -
Ventimiglia (Porto M°) .
19 . Fasoli Carlotta - 5. Pietro Ineari ano
(Verona) .
20 . Galvagno-Gatti Vincenza - Torino .
21 . Gatto Giuseppe- Varazze (Genova) .
22 . Ghiotti Edoardo - Mondovì Piazza
(Cuneo) .
23 . Giannini D . Pietro, Parroco - Vi-
tolini (Firenze).
24 . Gilardi Maria Ant . - Gerra Gaia .
barogno ( Svizzera) .
25 . Godo Luisa - Maggiate Inf. (No-
vara) .
26 . Grattarola Mariani i - Ponzone (A-
lessandria) .
27 . Imberti Enrico - Cavour (Torino) .
28 . Maffei D . Giuseppe, Parroco - Mag-
giate Inf . (Novara) .
29 . Menegoi Maria - S . Pietro Inca-
riano (Veronao .
30 . Nicolis Rosa - (Verona) .
31 . Polli D . Francesco, Rettore - Torre
d'Isola (Pavia) .
32. Rossi P .e Liberio Obb. Miss .o -
Rho (Milano).
33 . Russo Ruggero - S . Ferdinando di
Preglia (Foggia) .
34 . Russo Galletto Natalina - Id . (Id .) .
35 . Sani Cecilio - Bagnacavallo (Ra-
venna) .
36 . Simonelli Avv . Giov . - Spezia (Ge-
nova) .
37 . Sottetti Maria, Maestra - Creva-
cuore (Novara) .
38 . Sottimano Delfina - Gravanzana
(Cuneo) .
39 . Sugari Antonio - Brescia .
40 . Tani D . Gaetano - Marrara (Fer
rara) .
41. Terrazzi D . Celestino - Gattino (No-
vara).
42 . Trevisani Bernardo - S . Pietro In
cariano (Verona) .
43 . Vesco D . Giovanni - Marano (Ve-
nezia) .
44 . Zambetti D . Angelo, Parroco- Pia-
cenza) .
45 . Zanella Teresa - Lonigo V .to (Vi-
cenza .
46 . Zanni Dorotea - Montecchio Mag-
giore (Vicenza) .
AVVISO POSTALE
Per norma dei nostri Cooperatori e per non incorrere
in sopratasse a causa di francobolli insufficienti, pub-
blichiamo le seguenti disposizioni Governative
Col giorno 30 giugno corrente ces-
seranno d'aver corso : a) i francobolli
per la corrispondenza da cent . 30 e
50 , trasformati in altri per corri-
spondenza da cent . 20 ; b) i fran-
cobolli come sopra, da lire 5 isti-
tuiti con l'articolo 132 del Regola-
mento generale pel servizio delle
poste, approvato con decreto 30 giu-
gno 1889 ; e) i francobolli speciali per
i pacchi, trasformati in altri per cor-
rispondenza da cent . 2 ; d) le carto-
line per l' estero da cent. 15 e 30 e
trasformate in altre per corrispon-
denza da cent . 10 ; e) le cartoline per
pacchi da cent . 75, trasformate in
altre per .pacchi da cent . 60. I fran-
cobolli e le cartoline di cui sopra
sono ammessi al cambio a tutto il
30 giugno 1892. Il cambio dei fran-
cobolli dovrà essere fatto esclusiva-
mente con altri francobolli, e quella,
delle cartoline con altre cartoline .