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ANNO XIV - N. 6.
Esce una volta al mese .
GIUGNO 1890
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - -Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario . - Il mese di giugno e la divozione al Sacro
Cuore di Gesù. - D . Rua in Ispagna . -- Notizie dei nostri
Missionari : Dalla Patagonia . - Come si adempie il precetto
pasquale negli Oratori festivi . --- S . Giovanni ante Portam
latinam. - I Salesiani a Parma . - - Un'utile passeggiata . -
Bibliografia. - Cooperatori defunti .
ho flagellato d'orrende piaghe in causa
delle tue molte iniquità. Ma pur troppo
non è così di molti ; percossi da tante
sciagure persistono nella mala via osti-
nandosi a non riconoscere quella Prov-
videnza che li chiama a ravvedersi,
quando pur non le si volgono contro con
la bestemmia . E qui sta il maggior male,
IL MESE DI GIUGNO
la piaga più grave del nostro secolo, cioè
la languidezza della fede seguita neces-
e la divozione al Sacro Cuore di Gesù . sariamente dal raffreddamento della ca-
Abbiam or ora salutato Maria ; la vaga
Stella dell'Ausiliatrice ci scorse, ci con-
solò nel mese a Lei dedicato . Salutiamo
ora con pari affetto, con figliale riverenza
il mese sacro al Cuore del suo Divin Fi-
glio : Ad Iesum per Mariam, . E ne abbiamo
ben ragione, chè i tempi si fanno ogni
di più gravi ed angosciosi. Le campagne
desolate, il commercio arenato, disastri
finanziari chegetanoognigiornonela
più squallida miseria famiglie poco prima
opulente od almeno agiate, nuove ma-
lattie che sorgono e si propagano sotto
varie misteriose forme ; quante calamità
ed afflizioni ! Almeno vi si riconoscesse
la!PtcersmuignodD
crudeli propter multitudinem iniquitatis tueae,
ci ripete ogni giorno il Signore (1); ti
rità, chè questa, la carità vera, non è
possibile senza di quella .
Or che fare in mezzo a tante disgrazie
temporali e spirituali`? Smarrirci, abban-
donarci allo scoraggiamento e alla dispe-
razione l No mai, o cari Cooperatori e
Cooperatrici ; sarebbe questo un negare
col fatto la Provvidenza divina, che ci è
pur sempre madre amorosa, affanni o con-
soli, prostri o rialzi, percuota o risani . E
una prova di questo vero, incessante e
sapiente amore noi l'abbiamo nella divo-
zione al S . Cuore di Gesù, sì in questa
divozione , a cui pare affidato a' giorni
nostriilcómpitoparticolarediricondure
i traviati a Dio, di riconciliare la società
con Gesù Cristo , e in questo doveroso
ritorno, in questa celestiale armonia della
creatura col suo Creatore rigenerar l'u-
1) IEREM. xxx, 14 .
m anità, lavarla dalle sue sozzure, per ri-

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vestirla di novella vita e avvivarla di una
novella forza soprannaturale.
Come aurora di luce bianca purissima,
che cresce di mano in mano e veste
nuovi e sempre più vivaci e più dolci
colori, tale ci comparisce questa caris-
sima divozione, la quale, sorta da umili
principii, pigliò a poco a poco, pur fra le
contraddizioni e le lotte d'ogni fatta,
largo e potente sviluppo, così da abbrac-
ciar a' giorni nostri tutto quanto il mondo
col suo soavissimo impero . Novelle Con-
gregazioni regolari e secolari s'intitolano
dal nome del Sacro Cuore di Gesù, Ac-
cademie e scuole vi consacrano le pro-
duzioni della mente e del cuore, generosi
missionari si avvivano al suo fuoco e
portano, di questo accesi, in lontane re-
gioni la luce della fede e della civiltà,
mentre le scienze, le lettere e le arti rico-
verandosi, tra il pervertimento dei molti,
sotto le sante insegne del Cuor di Gesù,
si rinnovellano, si rianimano al calore ,
alla vita del Cristianesimo . Testimonio, a
parlar di una sola, la recentissima opera
de' pittori del S . Cuor di Gesù, sorta a
Rennes per lo zelo del Card . Langenieux
e benedetta dal Santo Padre con lettera
dell'Em .m° Rampolla dell'aprile u . s., opera
santa e salutare quant'altra mai , come
quella che si propone di purgar l'arte
dalle aberrazioni e dalle sozzure, e rifarla
e mantenerla francamente ed essenzial-
mente cristiana . Il naturalismo, questo
gran peccatore del secolo xix, ha orri-
bilmente guasti gl'ingegni col separarli
da Gesù Cristo ; la divozione al Cuor di
Gesù li risana, li riabbella col ricon-
durveli .
E di quest'opera di salvezza intellet-
tuale e morale noi siamo particolarmente
debitori a Leone XIII, a questo grande
Pontefice, nel quale non sai se sia mag-
giore l'altezza dell'ingegno, o la sapiente
prudenza nel governo della Chiesa, o lo
zelo vivo ed illuminato nel riaccendere
lo spirito di pietà . Certo è che Leone XIII,
in quella che caldeggia le scienze, le let-
tere e le arti; mentre fa sentire ed estende
largamente tra governanti e governati
l'influenza ed i benefizi della Chiesa cat-
tolica, mostra poi per tutto quello che si
attiene alla divozione del S . Cuore di
Gesù una così affettuosa ed incessante
sollecitudine, quale non si saprebbe ima-
ginare maggiore . Ci restringiamo, a con-
ferma di ciò, ad un fatto solo e recen-
tissimo .
Mons. Perraud, Vescovo di Autun, gli
scriveva il 3 febbraio u . s., ricordando
come tra breve ricorresse il secondo cen-
tenario dì quell'apostola del S. Cuor di
Gesù, che fu la, Beata Margherita Ala-
coque, morta a Paray il 17 ottobre 1890,
ed invocava dal Vicario di Gesù Cristo
i tesori spirituali della Chiesa . Ed il piis-
simo Pontefice rispondeva tosto conce-
dendo con Breve del 17 marzo, oltre a
nuove indulgenze, un giubileo solenne
speciale per la città di Paray nella dio-
cesi d'Autun.
Benemeriti Cooperatori e Coopera-
trici, impariamo dal Papa ad apprezzar
vie maggiormente la divozione al Sa-
cro Cuor di Gesù, a farla anima della
nostra anima, vita della nostra vita, a
propagarla, a diffonderla largamente . E
poichè il mese di giugno ci si porge par-
ticolarmente propizio, pratichiamola ora
saprattutto con particolar ardore . Il no-
stro Don Bosco di sempre cara memoria
era solito a proporre, come mezzi effica-
cissimi a questo intento, la preghiera e
la limosina, che è quanto dire la carità
spirituale e temporale . Ebbene, questi due
mezzi pratichiamoli anche in quest'anno .
La Pia Opera per l'erezione dell'Ospizio
del S. Cuore, sospiro di D . Bosco e de-
siderio vivissimo del suo successore, Opera
benedetta dal S . Padre e raccomandata
alla carità de' nostri Cooperatori e Coo-
peratrici, ce ne presenta favorevole oc-
casione . Coraggio adunque ; il Cuor di
Gesù non mancherà in compenso di span-
dere sopra di voi, o benemeriti Coopera-
tori e benemerite Cooperatrici, e sopra
le vostre famiglie le più elette benedi-
zioni spirituali e temporali .
DON RUA IN ISPAGNA .
A Sarrià - Barcellona .
Don Rua dalla Francia ha voluto passare
a visitare anche i nostri fratelli ed i nostri
Cooperatori di Spagna . ,
L'opera nostra in questa nazione, e spe-
cialmentiBarclo,vpendast
proporzioni . Il nostro Rettor Maggiore, nei
pochi giorni che si è fermato nella capitale
della Catalogna, ha potuto di presenza ve-
dere la carità, o meglio l'entusiasmo, con
cui tanti insigni benefattori ci aiutano a
mandar ad effetto il pensiero di Don Bosco,
il quale aveva indicato che la Casa di Sarrià,
distante tre miglia da Barcellona, doveva

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arrivare a contener cinquecento giovani, e
che di là avrebbero in seguito a partire
molti Salesiani per tutta la Spagna e per
le Missioni ancora . Mentre pochi anni addietro
non poteva contener più di cento giovani,
ora è già ridotta ed ingrandita tanto da po-
terne contenere trecento .
L'amatissimo nostro Superiore arrivava in
Barcellona la mattina degli 11 di marzo, ac-
compagnato da D . Barberis, direttore del
Collegio per le Missioni in Valsalice . Alcuni
distinti signori di quell'industriosa città vol-
lero precederlo nell'arrivo, altri numerosi
accorsero alla stazione per salutarlo .
Ritirossi a celebrar Messa nell' Oratorio
privato di quell'insigne nostra benefattrice,
la signora Dorotea Chopitea de Serra, presso
la quale fermossi a pranzo in compagnia di
Don Filippo Rinaldi, attuale direttore della
Casa di Sarrià, e di altri illustri signori .
Alle 4 della sera entrava solennemente
nella Casa di Sarrià, dove era aspettato an-
siosamente dai giovani e dai confratelli ; si
cantò un bellissimo inno con parole italiane,
accompagnato dalla banda musicale della
Casa .
In un attimo tutti attorniarono l'amato
Padre, baciandogli rispettosamente la mano
e ringraziandolo della visita ; Don Rua ri-
spondeva agli augurii con dolci parole d'in-
coraggiamento in quell'idioma .
La campana intanto chiamava tutti ai piedi
dell'altare per ringraziare con un solenne Te
Deum il Signore del felice viaggio concesso
a tanto ospite .
Dopo cena Don Rua volle godere del gra-
zioso spettacolo della illuminazione, e invitò
i giovani ad intonare una lode a S . Giu-
seppe, avanti la statua del medesimo Santo,
posta in una graziosa nicchia nel mezzo della
facciata del Collegio .
I giorni susseguenti furono impiegati da
Don Rua nel visitare il Collegio, parlare ai
confratelli e nel ricevere e fare visite ai si-
gnori Cooperatori ; tutti furono entusiasmati e
specialmente il distintissimo signore D . Luis
Marti y Codolar, il quale, per dare prova del
suo amore pei Salesiani, invitò tutto il Collegio
a fare una passeggiata fino alla sua villa, si-
tuata a tre chilometri da Sarrià ; dove non solo
si potè ammirare la ricchezza della villa, ma
più ancora la generosità del signor Don Luis,
che distribuì ai nostri giovani un'abbondan-
tissima merenda .
Il 18 marzo una bella funzione chiamava
Don Rua con tutti i giovanetti di Sarrià a
Barcellona . Si doveva benedire ed inaugu-
rare una nuova Casa Salesiana in un sob-
borgo di questa città veramente degno del-
l'attenzione e delle cure dei figli di Don
Bosco . È un rione di circa 40 mila anìme,
tutti operai e poveri, con una sol chiesa in
una parte fuor di centro, senza alcuna scuola
nè oratorio festivo .
A molti buoni Cooperatori faceva pena il
vedere nella cattolica Spagna , nella indu-
striosa Barcellona una parte così abbando-
nata, ove si cresce senza fede , senza istru-
zione . Si misero perciò in cerca di un locale
adattato . La nobile signora Doña Dorotea
Chopitea de Serra vi fece costruire tutto a
sue spese un edifizio per le scuole diurne e
serali e per l'Oratorio festivo, e pregò i Sa-
lesiani d'accettare la missione d'istruire ed
educare quella povera popolazione .
La nuova Casa si dedicava a S . Giuseppe
e la funzione celebravasi appunto ne' primi
Vespri della sua festa . Eccone la relazione
che ne fa il Correo Catalan di Barcellona
del giorno seguente
« Ieri sera alle quattro celebrossi solennemente
la inaugurazione di un benefico istituto che, mercè
la carità inesauribile di una distinta signora di
questa capitale, han costrutto i Sacerdoti Sale-
siani in via Floridablanca, sobborgo di questa
città . Cominciò la funzione il Reverendissimo Ve-
scovo benedicendo tutto l'edifizio. Terminata que-
sta cerimonia, in un salone della casa ebbe luogo
un'accademia musico-letteraria, alla quale assi-
stettero distinti personaggi, i soci delle Conferenze
di S . Vincenzo de' Paoli e un gran numero degli
abitanti di quel sobborgo .
» Occupò la presidenza, sotto un ricco baldac-
chino, a cui era sospeso un bel quadro del ritratto
di Don Bosco, Monsignor Vescovo, tenendo alla
sua diritta il Reverendissimo Don Rua, Superiore
della Congregazione Salesiana, l'illustrissimo Vi-
cario generale della diocesi, il Presidente delle
Associazioni cattoliche .
» Dopo . alcune suonate, eseguite dai giovani
della Casa di Sarrià , il dottor Feliú, professore
in questa Università, pronunziò un eloquente di-
scorso sopra l'importanza straordinaria di così be-
nefica istituzione . Terminò il suo discorso ringra-
ziando il signor Don Rua ed i Salesiani che con
tanto zelo continuano l'opera rigeneratrice isti-
tuita da Don Bosco e supplicò il Prelato a volerla
benedire ed appoggiare .
» Il coro e la banda eseguirono in seguito al-
cuni pezzi che furono molto applauditi, e varii
orfanelli recitarono prose e poesie in italiano e
in ispagnuolo dedicate a Monsignor Vescovo . Co-
ronò l'accademia S . E . Rev .ma il Vescovo, pronun-
ziando in dialetto catalano, per essere più inteso
dal gran popolo accorso, un sentito discorso, nel
quale enumerò i vantaggi che a beneficio della
salute delle anime e dei corpi si otterrà da quel
centro di istruzione diretto dai degni figli di Don
Bosco . Terminò dando la benedizione agli accorsi .
» Il Vescovo fu molto applaudito . »
S . Ecc . R.e-v nel suo discorso, oltre al-
l'aver dimostrato una affezione e fiducia
grande verso i poveri Salesiani, indicò con
sentite parole come a' nostri tempi non basta
erigere una chiesa in un sobborgo qualunque
d'una grande città : c'è bisogno di allettare
la popolazione ad entrare in chiesa, bisogna
istruirla questa povera popolazione ed istruirla
bene ; e di qui la necessità di scuole e scuole
cattoliche ; c'è bisogno di allontanarla dai
pericoli tuttodì crescenti , allettando la gio-
ventù con giuochi e con premii, e di qui la

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necessità di ricreatori festivi , dove con la carezza ; mentre il piano-forte fa sentire i
religione s'insegni la moralità . « Voi adunque magnifici accordi della marcia reale spa
che mi ascoltate, soggiunse, siate come altret- gnuola e le note marziali della marcia reale
tante trombe che facciano sapere a quelli che italiana . A stento Don Rua può esser libero
non sono presenti che mandino qui i loro fi- dai giovanetti e ritirarsi nella stanza per lui
gliuoli, che qui essi si istruiranno, si moraliz- preparata .
zeranno, si renderan felici , per quanto è pos- Quei nostri bravi giovani s'erano essi pure
sibile, pel tempo e per l'eternità .
preparati per una splendida accademia mu-
Il giorno più bello poi doveva essere la festa sico-letteraria, e la tennero all'indomani del-
di S . Giuseppe . Al mattino la Comunione fu l'arrivo colà di Don Rua . Lessero bei com-
generale, ed otto ragazzetti s'accostarono per ponimenti in prosa ed in versi , in lingua
la prima volta a ricevere l'Agnello imma- spagnuola, latina, italiana e francese . Can-
colato .
tarono e suonarono scelti pezzi di musica, e
Al dopo pranzo rallegrava la festa una
grandiosa rappresentazione teatrale intito-
lata : S. Hermenegildo , dramma spettacoloso
dell'insigne scrittore Don Idelfonso Gatell .
I bravi giovani si fecero molto onore in-
nanzi alla moltitudine di signori e corsi sì
da Sarrià come da Barcellona .
Si terminò la bella festa in chiesa col canto
solenne del Rosario, come ivi si usa invece
dei Vespri, e con la benedizione del SS . Sa-
cramento .
All'indomani Don Rua lasciava Barcellona
per avviarsi alla volta di Siviglia, dove an-
siosi lo aspettavano i confratelli ed i gio-
vani di Utrera ed i nostri Cooperatori del-
l'Andalusia .
vi andò a bella posta da Siviglia il mae stro -
D . Agapito Insausti, tenore della Cattedrale,
per accompagnare una sua preziosa compo-
sìzione su Don Bosco .
Il secondo giorno che si fermava a Utrera
Don Rua tenne la conferenza ai Cuooperatori
ed alle Cooperatrici Salesiane. La sua pa-
rola semplice e piana penetrò nel cuore di
tutti ; i buoni Utrerani ne furono commossi
e capirono meglio l'importanza dell'opera di
Don Bosco .
Quantunque l'amato nostro Superiore a-
vesse stabilito di non fermarsi più di due
giorni, ed il tempo rapidamente se ne pas-
sasse tra le udienze dei Cooperatori , dei
confratelli e dei giovanotti, pure non volle
partirsene senza aver prima visitato il ce-
lebre santuario di N . S . de Consolación, p a-
Utrera-Sivíglia.
trona non solo di Utrera, ma di tutta l'An-
dalusia . Si recò pure a far visita al signor
Appena ebbe ricevuto l'annunzio che Don Alcalde, al R .m° Arciprete, al signor mar-
Rua partiva da Barcellona, il Direttore della chese di Casa-Ulloa, alla famiglia del signor
Casa di Utrera, D . Oberti Ernesto, partì per D . Joaquin Murube ed a suo fratello .D . Mi-
andarlo ad incontrare fino a Madrid .
guel, deputato alle Cortes e nostro distinto
Quivi Don Rua fu cordialmente ricevuto amico, ai quali benedisse tra le lagrime e la
dal signor D. Gabriel Maureta, nostro ze- universale commozione .
lante Cooperatore . Andò a visitare l'Eccel- Ma commovente sopra ogni dire fu la par-
lentissimo signor Nunzio, l'Em.m° Card . Fray tenza . Dopo l'ultimo pranzo , cui presero
Zeferino ed il celebre filosofo cattolico Orti parte distinti signori nostri Cooperatori ,
y Lava, i quali pure lo ricevettero con vero l'avv. D . Enrique Lopez prende la parola e,
ed intimo affetto .
per sommi tratti, dipinge eloquentemente
A Siviglia fermossi alcune poche ma belle l'opera di Don Bosco . Alcuni giovani leg-
ore in casa del nostro amico e Cooperatore gono parole di commiato . Don Rua è com-
D . Enrique Muñoz, ex-professore all'Univer- mosso ; più di lui i giovani tutti che stanno
sità di Granata, nella casa del quale accor- radunati al fondo della scala per aspettarlo .
sero con premura a visitarlo tutte le persone Al suo comparire s'inginocchiano tutti d'un
che ebbero contezza del suo arrivo .
tratto . Egli rivolge loro alcune poche infuo-
Intanto le Autorità ecclesiastiche, presie- cate parole li esorta ad amar Dio e Maria,
dute dal degnissimo arciprete Don Juan Pa- a ricordarsi di Don Bosco e del Paradiso ;
dilla , alcuni rappresentanti della civile e poi alza la destra e li benedice .
giudiziaria Potestà, con le principali fami- Si levano tutti ed ordinati in file lo ac-
glie dell'aristocrazia di Utrera s'affrettavano compagnano fino alla stazione, ove al dipar-
a prevenire il suo arrivo alla stazione . - Don tirsi della locomotiva prorompono in un ul-
Rua non ha parole per ringraziare condegna- timo cordiale : Evviva D . Rua !
mente . Sale su 'n cocchio ed accompagnato Nel ritorno passando da Barcellona, Don
da quella nobiltà andalusa s'avvia al Col-- Rua s'intrattenne ancora alquanto co' nostri
legio, ove lo accoglie un Viva fragoroso di confratelli e coi. giovanetti di Sarrià, i quali
più di duecento giovanettì . S'intona un inno, conservano indelebili ne' loro cuori i preziosi
ed i ragazzi, trasportati di giubilo, rompendo ricordi loro lasciati .
le file, si precipitano attorno all'amato Padre .
E Don Rua, come negli altri collegi, parla
a tutti, per tutti ha una buona parola, una .

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NOTIZIE DE' NOSTRI MISSIONARI,
Dalla Patagonia.
Patagones, 5 Novembre 1889 .
M . REV . ED AMAT .m° SIG . D . RUA,
L'idea di mandarle una relazione più par-
ticolarizzata e le molte occupazioni hanno
fatto sì che ritardassi a scriverle intorno alle
nostre scorrerie in Balcheta. Ma vedendo poi
la veracità di quel detto : Che chi troppo
vuole nulla stringe ; mi sono determinato a
scriverle anche a costo di farlo per sommi
capi .
Prendendo pertanto le mosse dal principio
di luglio u . s ., dirò a V . S . R .ma che il cinque
dello stesso mese, terminata la Mìssione in
Choele-Choel, raccogliendo per frutto 4 bat-
tesimi. d' Indi ed un piccolo gruppo di co-
munioni, D . Savio, il C .ta Manuele ed io
lasciammo con rincrescimento quel buon vec-
chio di Amedeo Roggioli italiano, che ci a-
veva colmati d'attenzioni, durante i sei giorni
di nostra permanenza in quel punto, aven-
doci albergato in sua casa e mantenuti a sue
proprie spese .
Partiti da Choele-Choel, passando in una
barca un braccio del Rio Negro, entrammo nella
grand'Isola, che pochi mesi prima l' aveva
percorsa da capo a fondo, in tutta la sua
estensione di 27 leghe quadrate . L'attraver-
sammo di bel nuovo nel mezzo, percorrendo
25 Kilometri . Giunti all'altro braccio, ci sor-
prese la notte ed alloggiammo in un piccolo'
rancho di paglia . Dopo una modesta cena e
fatte le solite preghiere, D . Savio stese al-
cune pelli al suolo e dormì nella cucina
coi garzoni di casa. Io e Manuele volendo
evitare il tormento degli insetti che so-
gliono vivere a spese altrui, preparammo
il nostro giaciglio sotto la grondaia della ca-
panna . Alcune pelli sulla nuda terra ci ser-
virono di materasso e per cuscino, al solito,
servì la sella del cavallo . In questo modo
ci liberammo bensì dalle morsicature di quegli
animalucci parassiti, ma non già dal freddo
e dalla furia del vento, che soffiò forte per
tutta quella notte . Il mattino seguente non
avendo comodità di poter celebrare la S .ta
Messa, inzuppato un tozzo di pane nel caffè,
partimmo col padrone di casa, il quale gen-
tilmente si offrì di accompagnarci per una
lega sìn là dove il Rio si poteva comodamente
passare a cavallo . Dove giunti la nostra guida
tornò indietro, e la Provvidenza ci fece capitare
un altro uomo che doveva passare, come noi,
alla sponda opposta. Egli come conoscitore
del passo ci precedeva e noi uno dietro al-
l'altro lo seguivamo . Il letto del Rio misu-
rava in quel punto circa 150 metri di lar-
ghezza con 0,80 di profondità . Arrivati
verso la metà un incidente inaspettato ci
conturbò alquanto . Il cavallo di D . Savio,
si ferma e fa violenza per tornarsene indietro .
Egli lo vuol domare e non ci riesce . Fa un
passo avanti e due indietro e si lascia frat-
tanto portare verso il più forte della corrente .
In quel frangente non vedo altro mezzo che
avvicinarmi a lui : mi faccio dar le briglie
del suo cavallo : faccio cenno a Manuele che
passi dietro a staffilare l' animale ritroso e
avanti . In questo modo, tirandolo io per le
briglie e sferzandolo l'altro di dietro, grazie
a Dio, ne uscimmo felicemente .
Da questo punto sino a Catre, che vi sono
circa 30 leghe, non ci occorse altra particolarità
che quella di aver dovuto lasciare indietro
un cavallo stanco del cammino e dormir una
notte a cielo aperto. Di passaggio ho fatto
la dottrina ad alcuni selvaggi di cui ne bat-
tezzai 5 . In Catre, prevedendo che non a-
vremmo potuto proseguire la Missione di
Balcheta coi nostri cavalli stanchi, e macilenti,
ne togliemmo 6 altri ad imprestito dai vicìni .
E così il 9 di luglio partimmo per Balcheta
attraversando quell'immenso deserto di una
estensione di 100 miglia, sprovvisto affatto
d'acqua . La notte ci sorprese in mezzo a quel
vastissimo campo con un cielo nè sereno nè
nuvolato . Mentre in mezzo alle biancastre
nubi passeggiava taciturna la luna rischia-
randoci colla sua fioca lumiera, cercammo ai
piedi d'una collinetta dove meglio alloggiare.
La nostra provvista consisteva in un poco
di carne cotta, acqua ed erba poi mate e
niente dì più.DSavio,chermltsancoe
mezzo indisposto, non volle prendere nulla . In
quanto a noi due, presi alcuni bocconi di carne
ed un po' di mate, fummo a dormire . D . Savio
si adagiò dietro di un cespuglio, Manuele
ed io dentro di un fosso per liberarci dalla
violenza del vento . Prima di andare a riposo
si erano prese le dovute precauzioni legando
i cavalli ed inceppandoli, perchè non se
ne fuggissero . Con tutto ciò D . Savio non an-
cora troppo fatto a quelle contingenze di campo,
pel timore che se ne allontanassero, non
potè prendere sonno e passeggiò quasi tutta
la notte . Malgrado queste precauzioni , la
gran sete ne aveva allontanate due coppie
legate insieme ed inceppate . Ma il nostro
bravo Manuele co' suoi occhi di lince cor-
rendo dietro le traccie, li trovò tosto a due
chilometri di distanza, e li ricondusse . L'in-
domani partiti per tempo e galoppando quasi

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tutto il giorno, gìungemmo a Balcheta sul
Il 18 luglio preparato il fagotto tornavamo
cader del sole . La prima cosa che si presentò sulle rive del Rio Negro . E di lì mettendoci,
alla nostra vista fu la bella valle di Balcheta .
come si dice, la via tra le gambe e toccando
Vasta ed amena è fiancheggiata d' ogn'in- Conesa e Guardia Pringlés, giungevamo il 29
torno da colline ondeggianti . Il Rio che gliene luglio a Patagones ad abbracciare il nostro
dà il nome, dopo di aver percorso una lon- caro Monsignor Cagliero e gli altri confra-
gitudine da 40 a 50 leghe, si perde nel suo telli . In tre mesi di scorrerie si erano fatte
seno, allagandola in gran parte e formando 400 leghe di cammino, raccogliendo per frutto
un'immensa palude, dove crescono in gran 140 battesimi d' Indi ; quaranta di bambini
quantità giunchi e canneti . Il letto del Rio nati da padri civilizzati, 7 matrimoni ed 80
ha una larghezza di tre metri con uno di Comunioni .
profondità . Ne' suoi ciglioni non si vede un Dal principio di agosto poi sino al presente
albero, salvo alcuni sterpi o cespugli di ar- sono rimasto per obbedienza in Patagones .
busti : e spesso si trova assiepato di folti Che fortuna! Dall'anno 1882 non ho mai più
canneti . Nel suo corso irriga di tanto in tanto potuto passare così lungo tempo in compagnia
belle vallate e forma talvolta isole fertilis-- dei nostri cari confratelli . Ma non creda, Sig .
sime coperte di varie sorte di erbaggi .
D . Rua, che io abbia passato questo tempo
Siccome al nostro arrivo, non si trovava
il Sig . Commissario, per essere andato al
Chubut, suo fratello, forse per non potere
disporre di sua casa, ci alloggiò in una ca
in riposo . Monsignore, col suo gran zelo, non
può lasciarci a lungo in pace . Dopo alcuni
giorni in cui feci come una specie di Esercizi
Spirituali, mi diede l'incarico di dar la caccia
pannuccia così stretta e bassa, che appena,
potevamo entrarci .
Però stavamo contenti come Prìncipi, sa--
pendo che in ciò assomigliavamo un poco a
Gesù Bambino, che essendo Re dell'universo
volle nascere nel tugurio di Betlemme . Il
cibo tutto si riduceva a carne con un po' di fa
ri.naDcpefomunaplet
e di vino non si parla poiché non ce n'era .
Esistono colà 4 gruppi di toldos, dei quali
il principale sta in Balcheta e tre altri si
trovano a tre leghe più in su sempre sulle
rive del Rio . Il numero degl'Indi nel quarto
gruppo si calcola da 450 a 500, e di loro
una metà già sono cristiani fin dall' anno
1885 . Il caso volle che non si trovassero gli
uomini ed i giovinetti, per essere partiti in
corpo alcuni giorni prima alla caccia del
guanaco e dello struzzo . E siccome dovevano
ritardare un mese a ritornare, ci limitammo
ad istruire i vecchi e le donne e battezzare
i bambini con alcuni degli adulti più dìsposti .
Per otto giorni percorrendo le suddette tol-
derie li radunavamo in piccoli gruppi e l' i-
agl' Indi dei d' intorni di Patagones e di
Viedma . Mi aiutarono in ciò or l'uno, or l'altro
dei confratelli ed anche in modo particolare
le stesse Suore di Maria Ausiliatrice . Piene
di zelo e di buona volontà per la conversione
dei selvaggi, entrano due a due nell' umile
capanna e col pretesto di portar loro qualche
bagattella pel corpo, coi loro buoni consigli
e insegnamenti ne nutriscono l' anima . Al
minor cenno corrono, avvisano gl' Indi e li
conducono alla Chiesa, sia perchè vengano me-
glio istruiti da chi parla la loro propria lingua,
sia per ricevere il battesimo od assistere alla
S .ta Messa . Il Signore, usando di sua bontà in-
finita, volle benedire questi sudori e fece sì
che, come risulta dallo specchietto qui sotto,
si poterono raccogliere abbondanti frutti .
Ora si va continuando l'opera rigeneratrice
nei punti più distanti . Lunedì prossimo par-
tiremo D . Garrone ed io. Toccheremo, se Dio
vuole, S . Xavier, Potrero Serrado e las A-
guadas . Abbiamo intenzione di ritornar presto ;
ma siccome l'avvenire è nelle mani di Dio,
si farà ciò che si potrà .
struivamo nei misteri della fede . Ebbervi ses-- Il Collegio di Viedma va bene, così pure
santun battesimi . Dopo quattro giorni essendo quel di Patagones cogli esterni . Le due par-
poi giunto il Commissario c'invitò alla sua rocchie sono bene avviate, e stanno in via
mensa, e d'allora migliorò alquanto il nostro di progresso . Nell' ultima novena fatta a
cibo . Ma era tardi, la nostra salute, con quella Viedma per la festa della Patrona le Comu-
carne di struzzo, erasi talmente alterata che nioni giunsero a 330 e quelle di Patagones
dava a temere . D . Savio solo non aveva per la novena del Carmine arrivarono a 350 .
sofferto. Allora un negoziante aprì il suo ne-- Ciò sebbene paia poco a quei d' Italia, per
gozio sprovvisto di tutto e trovò in un can qui è molto, tanto più che vi furono anche
tuccio alcune libbre di farina Vedendo il un certo numero di uomini, cosa assai rara
sommo bisogno che ne avevamo, ce la vendette in questi paesi .
e noi fatte subito delle schiacciate ci dispo Ecco qui ora uno specchietto delle Mis-
nemmo alla partenza.
sioni date nell'anno che sta per finire

1.7 Page 7

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Le Missioni del Rio Negro, oltre quella
che ho data io da Roca a Patagones, include
anche una seconda data da D . Andrea Pe-
starino con altro Sacerdote i quali toccarono
Guardia Pringles, Cubanea e Potrero Serrado .
Pare una stravaganza! - Il Vicariato di
Monsignor Cagliero abbraccia un territorio
che ha una superficie eguale a quella di
Francia, Spagna e quasi di tutta l'Italia . Chi
non volesse crederlo venga a misurarlo .
Amat .m° Sig . D . Rua, si ricordi sempre di
far pregare per il suo
Aff.mo figlio in G. e M.
Sac DOMENICO NTILANESIO .
COME SI ADEMPIE IL PRECETTO PASQUALE
negli Oratorii festivi,
R .Em Vo SIG. D. RUA,
So quanto volentieri la S . V . riceva le
notizie riguardanti questo nostro Oratorio di
Catania, perciò voglio colla presente riferirle
alcune cose che io non dubito abbiano a tor-
narle gradite. Ella ben sa quanto sieno pochi
ai dì nostri, nelle città specialmente, quei
giovanotti, sia fra gli studenti sia fra gli
artigiani, i quali sappiano unire la pratica
della pietà e dei doveri religiosi alle altre
loro quotidiane occupazioni : ed è sempre
una grande consolazione, in mezzo al gene-
rale pervertimento che oggigiorno regna nella
gioventù, il vederla strappata agli artigli di
Satana e santificata dalla religione .
Or questa non lieve consolazione l'abbiamo
provata noi nella ricorrenza delle feste pa-
squali, durante le quali abbiamo avuto il
piacere di vedere ben oltre 800 giovanetti
accostarsi alla Sacra Mensa nella chiesa del
nostro Oratorio. La prima Comunione gene-
rale si fece nel Giovedì Santo e ad essa fu-
rono invitati tutti i giovani studenti che fre-
quentano il nostro Oratorio . Erano stati ad
essa preparati con un triduo di prediche,
dette con molta unzione e con gran frutto
dal nostro confratello D . Angelo Lovisolo ,
prefetto del Collegio di Randazzo .
Se intervennero numerosi al triduo, lo fu-
rono anche di più nel Giovedì Santo , e se
ne poterono annoverare oltre 350 e quasi
tutti appartenenti a scuole piuttosto avan-
zate . Una cinquantina circa di essi s'acco-
stava per la prima volta alla Mensa Euca-
ristica .
Io non le so esprimere la commozione che
provai in quel giorno al veder il loro con-
tegno devoto e l'ardore con cui si accosta-
vano alla S Comunione .
Dopo la funzione ho chiesto ad uno di
questi ultimi : - Ebbene, che cosa hai detto
di bello stamattina al Signore? - Padre,
mi rispose il fanciullo con grande ingenuità,
non ho potuto parlare, ho sempre pianto . -
E non era il solo che piangeva, lagrimavano
anche parecchi adulti, perchè Gesù cìrcon-
dato dai fanciulli è sempre cosa così com-
movente da strappar le lagrime a chi ha
fede .
La stessa funzione , ma per gli artigiani,
si ripetè il giorno di Pasqua . In quel dì i
giovani furono anche più numerosi ; arriva-
rono a 400 . E qui debbo notare che oltre
un centinaio erano sui 18 o 20 anni, dei quali
una cinquantina faceva la prima Comunione .
Le armonie dei canti, le calde e commoventi
parole pronunziate dal Rev .do D . Lovisolo
prima della Comunione, e tutto l'insieme
della funzione impressionarono siffattamente
quei poveri giovani che stavano estatici ed
imparadisati, e Gesù, che avea prima bene-
detto il cuore e la mente dei giovanetti stu-
denti, ora consolava e benediceva questi po-
veri figliuoli del popolo, i quali in mezzo
alle pesanti quotidiane fatiche della vita
sanno già fin d'ora riporre in Dio la loro
fiducia e richiedere consolazione da Lui, il
quale solo sa consolare gli umili e sollevare
dalle miserie il poverello .
Un'altra cara festicciuola si compiè nel
nostro Oratorio il dì 12 corrente, e consi-

1.8 Page 8

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stette nella rappresentazione in costume ro-
mano di una tragedia uscita dalla collana
delle nostre letture drammatiche intitolata
San Saturnino . Una rappresentazione dram-
matica per se stessa è già sempre pei ra-
gazzi un gran che ; ma ora v'era qualche
cosa di più che allietava i nostri giovanetti,
e la rendeva più importante ; era la presenza
fra di noi di due cospicui personaggi, voglio
dire di Sua Eminenza Rev .ma il Cardinale
Dusmet, nostro veneratissimo Arcivescovo, e
del Rev .mo Padre Don Gaetano Bernardi ,
abate cassinese di S . Anselmo in Roma . Era
da qualche anno che i nostri giovani desi-
deravano di aver con loro Sua Eminenza, ed
ora che si vedevano appagati nelle loro brame
a stento potevansi per la gran gioia conte-
nere . Si esordì col canto di un inno e colla
recita d'una poesia ad onore del Cardinale,
e poi si diè principio alla rappresentazione
che procedette, avuto riguardo all'età e alla
capacità dei giovani attori, abbastanza bene .
Fra gli intervalli dei diversi atti si recita-
rono poesie d'occasione e si eseguirono pa-
recchi canti, alcuni dei quali composti dal
Reverendo Padre Nicosia, Cooperatore Sale-
siano e maestro di musica nel nostro Ora-
torio, il quale se in comporre musica è va-
lente assai, non lo è meno nell'insegnarla
con grande amore e profitto dei gìovani .
Terminata la festicciuola, Sua Eminenzase
ne partiva accompagnata dagli evviva i più
cordiali da parte dei nostri giovani e dalle
acclamazioni le più entusiastiche, lasciando
in tutti la più cara e soave impressione . Dio
conservi ancora per lunghi anni al nostro
amore un Pastore sì affettuoso ed umile , il
quale, ad imitazione del nostro Divin Reden-
tore, è padre della gioventù e protettore
degli orfanelli .
Come adunque Ella vede, le nostre fatiche
sembrano benedette da Dio . Quando io penso
che nel primo anno in cui noi siamo venuti
qui potevamo a stento avere una dozzina di
giovani alla Messa nelle domeniche, ed ora
molte volte vediamo la chiesa ristretta pel
gran numero di giovani che v'accorrono, non
posso a meno di ricordare le parole che il
nostro venerato Padre Don Bosco mi disse
pochi mesì prima di morire a riguardo di
questa Casa : Credi, mio caro, la Madonna, a
Catania vi ha già benedetti molto, ma molto,
e più di quel che tu possa credere . . . e vi be-
nedirà ancor di più . . . ed io pregherò sempre
per giovanetti di Catania che mi son molto
cari . Queste parole mi fecero molta impres-
sione e vado sempre più persuadendomi che
così è stato e che così dovrà succedere in
avvenire . La Madonna ci ha benedetti e ci
benedirà, ed è pur una grande benedizione
della Madonna l'Ospizio già per metà co-
struito, il quale, nel venturo ottobre, spe-
riamo, si aprirà, quale asilo di benedizione
a centinaia di giovanetti poveri , ove impa-
reranno a lavorare ed amare il Signore . E
vero che i mezzi materiali scarseggiano di
molto , ma se la Madonna ci benedice , io
non dubito che Essa non abbia ad inspirare
i buoni Cooperatori Salesiani di Catania e
della Sicilia ad aiutarci in quella propor-
zione che richiede il bisogno di tanta po-
vera gioventù, che per mezzo di tal opera
dovrà essere salva . Don Bosco poi prega per
noi ; prega poi nostri giovanetti , come ha
promesso, e li custodisce perchè siano salvi
dai pericoli dell'anima e del corpo . Di ciò non
dubito punto, essendone chiara prova fra tanti
altri il fatto seguente : Venne la domenica
delle Palme a confessarsi nella chiesa del
nostro Oratorio un ragazzetto sugli 11 anni
coll'intenzione di prepararsi al precetto pa-
squale . Dopo le funzioni della Chiesa e prima
che ritornasse alla sua casa , senza sapere
quasi il perchè ciò facessi, lo feci venire a
me e gli consegnai una medaglia di Maria
Ausiliatrice benedetta da Don Bosco, dicen-
dogli : Prendi questa medaglia benedetta da
Don Bosco e raccomandati spesso alla Ma-
donna che ti salverà da ogni pericolo . Così
fece il fanciullo e con gran suo vantaggio ;
poichè non erano trascorse due ore che egli
trovandosi a giuocare sopra il terrazzo della
sua casa alta ben due piani, cadde improv-
visamente, diè del capo sopra un cancello di
ferro e giunse a terra che non dava più alcun
segno di vita . Lo raccolsero tostamente quei
della famiglia e lo trovarono col cranio spez-
zato in più parti, col viso sformato e lacero,
con un braccio rotto in più luoghi, talchè il
medico, che fu subito chiamato a visitarlo,
non gli diè più che una mezz'ora di vita .
Ma non fu così ; la Madre celeste, di cui
avea al collo la medaglia, lo protesse dal
cielo . Infatti non ostante la gravezza delle
ferite e la poca probabilità di aver salva la
vita, fu, con istupore dì tutti e specialmente
dei genitori, pochi giorni or sono, dichia-
rato fuor di pericolo e guarirà, speriamo,
senza nemmeno riportare i segni di una sì
fatale caduta . I genitori del fanciullo non
attribuiscono ad altro che ad una grazia di
Maria SS . questo fatto, e lo stesso giova-
netto, non appena potè star un po' meglio ,
volle dal letto stesso ricevere la Santa Co-
munione a fine di ringraziare la Madonna ,
che per intercessione di Don Bosco lo aveva
sì visibilmente protetto .
Questa protezione così speciale ci inco-
raggia in mezzo alle tribolazioni, che anche
qui non mancano, a lavorare anche più in-
defessamente pel bene della gioventù .
Termino questa mia lunga lettera racco-
mandandomi alle sue preghiere, mentre mi :
dico
Di V . S . Reverendissima
Devotissimo in Gesù e Mari a
Sac . FRANC. PICOLLO .
Catania, li 25 aprile 1890.

1.9 Page 9

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Le relazioni che ci pervennero da tutte le
altre Case d'Europa e d' America ci dànno con-
solanti notizie, come queste del concorso dei
giovanetti nei nostri Oratorii festivi a com-
piere il precetto pasquale . Lo stesso deve
dirsi delle ragazze negli Oratorii diretti dalle
Figlie di Maria Ausiliatrice . Dappertutto fu-
rono preparati col Catechismo quaresimale e
con un triduo di prediche . Ne' due soli Ora-
torii festivi di Valdocco , S. Francesco di
Sales e S . Angela, le Comunioni de' giova-
netti oltrepassarono le 800 e quelle delle
giovanette operaie furono più di 500 . Ne sia
sempre lodato e ringraziato Iddio e Maria
Ausiliatrice !!
S . GIOVANNI « ANTE PORTAM LATINAM . »
Il giorno 6 di maggio in Torino, nella
nostra chiesa di. S. Giovanni Evangelista,
si celebrava solennemente la commemora-
zione del Santo Apostolo ed Evangelista .
Ecco il programma della musica eseguita
per cura del Sac . Ottonello Matteo, orga-
nista in detta chiesa, dai giovani dell'annesso
Ospizio
Alla Messa della Comunione, mottetti del
Gounod, Mendelssohn , Weber, Cherubini e
Baini .
Alla Messa Pontificale, entrando S . E .
Mons . Basilio Leto, il mottetto Sacerdos et
Pontifex del Tomadini, quindi la Missa SS . No-
minis Iesu del celebre Mitterer .
La sera il Sub tuum presidium del Men-
delssohn, e il Tantum ergo del Casamorata .
Gli intermezzi dell'organo furono del Lem-
mens, Capocci, Guilmant e Beethoven .
Vorremmo persuasi i nostri lettori che
questa musica, malgrado i nomi che quasi
tutti suonano stranieri al nostro idioma, è
tuttavia italiana , imperocchè tutti questi
autori s'inspirano al divino Palestrina : che
questo genere piace a tutti ed assai, nè può
essere altrimenti, venendo per esso soddisfatto
pienamente il gusto del bello ed eccitato il
sentimento della divozione : duplice fine il
quale deve mirare la musica quando vuol
essere degna del tempio .
I SALESIANI A PARMA.
Parma, 1° maggio 1890 .
Non vedendo finora nulla che dica della
conferenza tenuta qui a Parma pei Coope-
ratori Salesiani addì 20 marzo u . s., mi
prendo io stesso la libertà di mandargliene
un cenno. Ella faccia come meglio le ag-
grada.
Devo premettere che già da un anno i
Salesiani sono rettori della parrocchia di
S. Benedetto, ma che dall'autunno ultimo
scorso si aperse un convitto e semi-convitto
per le scuole elementari superiori e ginna-
siali. Grazie a Dio l'opera pia non è stata
sin qui infruttuosa. L'anno scorso per la
conferenza abbiamo avuto l'onore di avere
lo stesso Don Rua, che si fermò con noi
circa tre giorni, tempo che noi stimammo
assai prezioso, sapendo come il tempo è sem-
pre così scarso al Superiore generale dei Sa-
lesiani. Quest'anno ci venne per suo inca-
rico Don Francesia, che con una serie di
predicazioni popolari preparò i parrocchiani
di S . Benedetto alla festa del loro Santo
Patrono , che capitava ai 21 di marzo . Con
la medesima occasione si volle celebrare la
festa di S . Giuseppe ai 19, e poi di S . Fran-
cesco di Sales addì 20 . Gran parte dei Coo-
peratori Salesiani, dietro all'esempio di Sua
Eccellenza Rev.maGAnMdoresit,
nostro veneratissimo Pastore, si diedero pre-
mura di trovarsi in bel numero da riempire
la non piccola chiesa di S . Benedetto. Pre-
siedeva la conferenza S . Ecc . Rev.ma, e fece
la relazione delle opere fatte nell'anno pas-
sato il medesimo D . Francesia . Le sue pa-
role semplici ed affettuose ci penetrarono
dentro il cuore e ci animarono a fare ancora
di più che non si sia fatto per il passato .
Ei discorse del presente della nostra Casa,
di ciò che i Superiori intendono che sia in
avvenire, e ci consolò tutti quando ci assi-
curò che si vuole fare della Casa di Parma
una piccola imagine del prodigioso Oratorio
di Torino . Ma a ciò che bellamente non volle
accennare chi tenne la conferenza, pensò
S . Ecc . Mons . Vescovo, che, terminato Don
Francesia di parlare, soggiunse come Egli si
trovava bene tra i suoi Salesiani, e che omai
la parrocchia di S . Benedetto non solo va
mutando di fisionomia materiale per opera dei
nuovi lavori municipali, ma che cambia assai
di più nello spirito . Voi, diceva, sentite le
voci giovanili educate con finissima arte, e
come per incanto convertite a perfezione . Voi
li vedete con divozione d'attorno all'altare,
voi ai catechismi, voi nelle ricreazioni .. . Non
devo tacere di ciò che mi stava più a cuore,
cioè l'opera dei catechismi per la nostra gio-
ventù che frequenta le scuole . Qui ho da
ringraziare i parenti che furono docili a man
darmi i loro figli, a cui io apersi ben volen-
tieri le porte del mio Episcopio . Colà due
volte alla settimana si raccoglievano duecento
giovani delle varie scuole elementari, tecni-
che, ginnasiali ed anche liceali, e mi conso-
lano con il loro intervento e col loro con-
tegno . Così non ebbi il dispiacere di vedere
tanta parte del mio gregge senza il pascolo
salutare . Devo dire che i figli dì D . Bosco
mi prestarono opera efficace ed aderirono
prontamente al mio invito, e per loro ho la
speranza che l'insegnamento del catechismo
attecchisca fra noi e porti il suo frutto . E
voi, miei dilettissimi figli, che siete qui ra-
dunati nel bel nome di S . Francesco di Sales,

1.10 Page 10

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continuate l'opera vostra a vantaggio dei
Salesiani di Parma, certi che oltre all'ap-
provazione di tutti i buoni e del vostro Ve-
scovo, meriterete le benedizioni del Signore
sopra di voi, sui vostri interessi materiali e
specialmente spirituali .
Dopo le parole di Sua Eccellenza che io
qui malamente abbozzo si diede la benedi-
zione col SS . Sacramento . Cantarono i gio-
vani dell'Oratorio estero un bel Tantum ergo,
che seppi poi opera di questo nostro Diret-
tore D . Baratta, e fu eseguito con tanta
perfezione da meritare l'approvazione di tutti .
Il buon Dio benedica e prosperi sempre
più l'opera iniziata, e compia i desiderii di
tutti gli amici della nostra gioventù, di ve-
derla crescere secondo i sani principii della
moralità cristiana, a decoro della patria, a
consolazione dei parenti ed a bella speranza
della santissima nostra religione .
X . Cooper . Sales .
UN'UTILE PASSEGGIATA .
Ci gode l'animo ogni qualvolta ci è dato di par-
lare di quei vivai di religione e di vera civiltà
per la nostra gioventù, quali sono gli oratori fe-
stivi . Per la città di Torino è questa un' istituzione
non molto antica . Fu quel grande Apostolo della
gioventù, il venerando D . Bosco che nel 1841 ne
dava principio dapprima in piccole proporzioni,
poi con quello sviluppo di zelo che tutti conoscono .
Ora si è del primo Oratorio da lui fondato che vo-
gliam parlare .
La Domenica 11 maggio era colà una vita che
rapiva all'entusiasmo . In premio di assiduità era
stata promessa una grande passeggiata, o meglio
una gita in tramway . In numero di circa ottocento
partivano da Valdocco, con a capo dell' immenso
squadrone la loro banda musicale . Quelle marcie
elettrizzavano i buoni giovani, dai cui volti traspa-
riva indicibile gioia .
A Piazza Milano vi erano i primi carrozzoni che
attendevano una parte di quel giovine popolo
fuori dazio aspettava gli altri un treno speciale
completo, che il gentilissimo Sig . Ing. Remondino,
proprietario della linea Torino-Leynì, aveva messo
a loro disposizione .
Prima della partenza il maestro della banda
musicale, Sig . Garbellone, offriva a questo distinto
signore una bellissima marcia a lui dedicata, cui
egli gradì molto di cuore ; e commosso dal nuovo
spettacolo che si offriva al suo sguardo, giunse a
tale bontà di voler in persona disporre sulle vet-
ture i più piccoli, e nell'andata e nel ritorno volle
sempre essere con loro . Iddio e D . Bosco dal Para-
diso certamente avranno mirato all'atto suo pie-
toso e gliene daran mercede .
- Ove vanno ?-c;ehidvalgntcorsa
mille voci rispondevano : - A S . Benigno, a San
Benigno ! - Questa difatti era la meta del loro
viaggio . Un pensiero tuttavia li rattristava al-
quanto ed era che il tempo si faceva minacce-
vole . Q uei cari giovani allora, preso posto sul
tramway, s'inginocchiano, e là in pubblica piazza
recitano l'Ave Maria per implorare il tempo fa-
vorevole . Il Cielo fu loro propizio.
Molte gentili signore commosse a quella vista
compraron dolci , aranci e fiori e li gettarono in
mezzo a quei giovanetti, i quali rispondevano a
quelle inaspettate finezze con grida, con plausi e
con evviva .
Alcuni già grandicelli erano stati costretti dal
padrone a lavorare in quel mattino . Era festa, ma
che importa di questo a certi avari ed irreligiosi
padroni? I poveri giovani ancora mal vestiti ac-
correvano piangendo al lor Direttore Sac . Giu-
seppe Pavia, che li accettasse ugualmente, che
non avevan potuto venir prima ; e il Direttore,
persuaso che quantunque male in arnese avrebber
goduto della festa e non avrian turbata l'allegria
degli altri, li accolse . Quanta gioia provaron in
quel momento.
Pertanto tra suoni e canti i carrozzoni si muo-
vono e divorano la via . Dopo un'ora e un quarto
di cammino tra prati e campi verdeggianti e fio-
riti si giunge a Volpiano, ove è in attesa un'im-
mensa moltitudine di popolo attonito pel gran
numero di giovanetti che scende . Fra mmezzo di-
stinguonsi i giovani dell' altro Oratorio di Don
Bosco venuti da San Benigno a ricevere i fratelli
con la loro banda musicale . Le due bande si danno
il saluto : s'ordinano intanto in due squadroni e si
avviano alla volta di S . Benigno .
L' ingresso in questo paese è un tripudio per
quei giovani figli del popolo . La gente si accalca
per le vie, le bande musicali vanno a gara nel
riempiere l'aria di lieti concenti, gli stendardi e
le bandiere sventolano festose e sui volti d'ognuno
traspare la comune esultanza .
Alle ore 10 vi è Messa poi giovani arrivati nella
Chiesa dell' Oratorio festivo, e pel popolo nella
chiesa parrocchiale, ove i giovani cantori dell'O-
ratorio festivo di Torino, diretti dal loro maestro
Sig . Branda, eseguiscono scelti mottetti .
Ale1 1/4s'entranelColegioSalesiano:la
banda suona una marcia festosa, gli evviva di
gioia risuonano a quel buon Direttore .
Al pranzo le provvigioni erano abbondanti, per
ciò vi fu un rumor dentium indescrivibile .
Mentre la banda del Collegio faceva sentire al-
legre sinfonie eseguite con ammirabile precisione,
i giovani dell'un Oratorio e dell'altro si frammi-
schiano fra di loro, formano dei giuochi e si trat-
tano come tanti fratelli .
Nelle ore pomeridiane vi fu un' accademia mu-
sico-letteraria, ideata ed eseguita con gusto squi-
sito nel cortile del Collegio, dopo la quale quel
zelantissimo Direttore Don Luigi Nai, prese la
parola per ricambiare al Rev . D . Giuseppe Pavia
ed ai suoi giovanetti i saluti e gli evviva . Nel salutare
quei cari giovani Torinesi, la maggior parte operai,
loro raccomandava un grande ricordo del vene-
rando Don Bosco : - Preghiera e Lavoro . - Sia
questa, diceva loro, la vostra bandiera, la ban-
diera dell'operaio cristiano e del sincero patriotta .
Sviluppò questo pensiero con eloquenza tanto viva,
interessante ed incisiva da lasciare in tutti una
profonda impressione . Si eruppe in fragorosi ap-
plausi, e si passò tosto, che già ne era il tempo
prefisso, in Parrocchia per la benedizione del San-
tissimo Sacramento, prima della quale fu eseguito
dagli allievi di Torino il mottetto Regina coeli
ed il Tantum- Ergo in musica coll' accompagna-
mento della banda .
Il divoto contegno che i bravi giovanetti di To-
rino tennero sì nell' entrare ed uscire, come nel
breve tempo che si fermarono in quella chiesa
monumentale , attirò loro gli encomii di quel ze-
lante Prevosto D . Ciochetti .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Intanto era venuta l'ora della partenza . Raccol-
tisi nuovamente nell'ampio cortile del Collegio, si
distribuì un' abbondante merenda e si disposero
a partire . I giovani di S . Benigno preceduti dalla
loro banda musicale e con tutti i loro superiori
vollero accompagnare quei di Torino fino a Vol-
piano . La popolazione del paese era accorsa presso
il Collegio, donde uscirono gongolanti di gioia i
nostri Torinesi . A Volpiano la moltitudine accorsa
non era minore del mattino . Si ripeterono i saluti
e gli evviva, ed al suono giulivo delle bande il
tramway prendeva le mosse e riconduceva a To-
rino quei cari figli del popolo .
Arrivavano a Piazza Milano prima di notte e
ritornarono lieti alle loro case per rallegrare di
mille notizie le loro famiglie .
La memoria di quel giorno durerà lunga e sa-
lutare in quei teneri cuori . Oh ! il venerando Don
Bosco seppe ben egli trovar il modo di attirare al
bene la gioventù nei tristi tempi in cui viviamo,
per dare alla società dei buoni cittadini ed alla
Chiesa dei figli devoti !
(Estratto dal Corriere Nazionale di Torino) .
BIBLIOGRAFIA
Cardinale GAETANO ALIMONDA
FIORI E STELLE
(RACCONTI)
Un bel vol . di pag . circa 500, Prezzo £ . 3,00 .
In tanta colluvie di romanzi, che inva-
dono case e scuole, i più dei quali sotto co-
lore di arrecar diletto e diffondere l' istruzione
insinuano il veleno della irreligione e del
mal costume, è pur consolante trovarne di
quelli che mentre allietano lo spirito porgono
all'anima un vital nutrimento . Tra i cosif-
fatti ci è caro segnalare i Racconti dell'Emi-
nentissimo Cardinale Alimonda, pubblicati
or ora dalla Tipografia Salesiana col titolo
Fiori e Stelle. . Il titolo stesso è una ri-
velazione ; nè certo era d'uopo che l' Emin .m°
Autore, quasi peritoso per la sua trovata, lo
andasse giustificando nella dotta insieme e
poetica introduzione, poichè dei fiori vera-
mente (che formano l' argomento del 1° vo-
lume) ci si respira tutta la freschezza e la
delicata fragranza . La vita dei fiori egli con-
templa nelle varie vicende dell' età giovanile .
E con quanta ingenuità di affetto, con che
brio, con qual profondo sentire ci dipinge i
primi trasporti di amore a Dio, la pietà fi-
gliale, la sventura dell' orfanello, la Prov-
videnza nei fanciulli, l'eroismo della fede,
l' amicizia cristiana, i pericoli, le insidie, le
cadute, il ravvedimento, le conseguenze della
prima educazione! E in mezzo a tanto fer-
vore, di gioventù ecco apparire le grandi fi-
gure di Fìlippo Neri, del Savonarola, di Vit-
torino da Feltre, e il Padre Ludovico da Ca-
soria e Don Bosco ; il tutto poi ridotto ad
unità di concetto e quasi a forma dramma-
tica da un personaggio strano e bizzarro che
l'Autore v' introduce, come la parte comica
in un dramma ; e che, mentre la fa da av-
versario circa le dottrine inculcate, apre il
campo a vivissime descrizioni dell'ampia villa
di Pianezza e suoi dintorni, a curiose que-
stioni di Botanica, di Geologia, di Costumi,
di Storia, non che a dispute interessanti in-
torno alla Pedagogia . Ci pare insomma di
trovarci come dinanzi ad una grandiosa lan-
terna magica, tanta è la moltitudine e va-
rietà dei colori delle persone e delle cose .
Della elocuzione e dello stile sempre ele-
ganti non parlo, chè negli scritti del Card .
Alimonda son proprio cosa tutta sua e ori-
ginalissima . Ma non si può senza meraviglia
pensare come alla sua età, fra le molteplici
e gravissime cure pel governo della Chiesa
Torinese, sappia adornarli ancora di tutto il
sorriso e la vivezza giovanile . Noi facciam
voti che si affretti la pubblicazione del se-
condo volume : Le Stelle, e che poi con
altri ed altri simili frutti voglia deliziare il
cuore e la mente di tanta nostra gioventù,
così bassamente tradita da una stampa che
si fa maestra di empietà e di libertinaggio ;
e colla potenza della sua parola aprire gli
occhi a tanti genitori ed educatori, i quali
non sanno vedere le presenti conseguenze di
certe dottrine con cui si attenta alla virtù,
alla fede, e perciò alla vera felicità della cre-
scente generazione .
Per l' acquisto rivolgersi in Torino all'Arcivesco-
vado od alla Libreria Salesiana .
Opere di Mons . L . CARLO GAY
Della vita e delle virtù cristiane
considerate nello stato religioso .
(Traduzione dal francese fatta sulla de-
cima edizione) . - Tre volumi in 16° L . 6 .
Pochi libri incontrarono presso il pubblico tanta
favorevole accoglienza, anzi destarono tanto entu-
siasmo quanto il presente. In pochi anni se ne spac-
ciarono in Francia ben dieci edizioni .
L' Arcivescovo di Malines leggendo quest' opera
scriveva all'Autore : « Ecco quà della vera e solida teo-
logia pratica ed ascetica! è dessa il frutto di vita
nato spontaneamente sull' albero che lo porta, cioè
sull' albero divino della teologia dogmatica . »
L'Arcivescovo di Tours gli scriveva : « Nei vostri,
voltimi avete saputo bellamente riunire una serie di
trattati spirituali, di cui ciascuno è, a' miei occhi,
un piccolo capolavoro.Permilvostbraà
d'ora innanzi il libro favorito di lettura spirituale . »

2.2 Page 12

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Il Vescovo di Mende chiama quest'opera : « il più
bel libro di pietà che sia stato scritto in questo se-
colo .
I Misteri del Santo Rosario . Due
grossi volumi
L. 3,50
Opera di . non minor pregio della precedente . Con-
tiene diciotto compitissimi discorsi in cui tutto è am-
mirabile, copia dli dottrina, unzione, eloquenza, cuore
e quant'altro si possa desiderare da un sacro oratore
ai tempi nostri .
I primi tre discorsi sono sui temi seguenti : Le di-
vozioni in generale - La divozione del S . Rosario -
Dei misteri in generale - Gli altri quindici sono sui
quindici misteri del S . Rosario .
Servono mirabilmente per la divozione dei quin-
i dici sabati e come panegiricnelsoitàchela
Chiesa celebra iu memoria dei principali misteri della
vita di Gesù Cristo e di que lli della Beata Vergine.
Il S . Padre Leone XIII in data delli 11 Giugno del
1887 onorava detta opera con una lettera consolantis-
sima all'Autore .
Molti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi fecero al-
in trettanto come già avevano fatto nell'occasione
cui era stata pubblicata la prima opera sovraccennata .
Speriamo fra non molto di potere avere la tradu-
zione dal francese di un' altra opera del medesimo
Autore, il cui titolo è il seguente :
ISTRUZIONI
IN FORMA DI ESERCIZI SPIRITUAL I .
Preghiamo vivamente i Sigg . Direttori e i Sigg. Decurioni di tener
in questo mese di Giugno la Conferenza prescritta per la Festa di
Maria Ausiliatrice ai Sigg . Cooperatori e Sigg . Cooperatrici .
Elenco dei Cooperatori defunti nell'Aprile e Maggio.
1 Arena D . Francesco can . - Calta-
nisetta .
2 Arucani I) . Carlo arcipr . - Motta-
zi ;uia (Piacenza) .
3 Arrigoui-Neri Margherita - Barzio
(Como) .
4 Baronio Marianna - Vogogna (No-
5 Bai toni D . lacopo - Tassaia (Fi-
rwr.
6 }b fini 1) . Francesco - Sarzana (Ge
scova) .
7 hcvrtani Stefano capitano - Spezia
(Genova) .
8 urti Teresa ved . Colonna - Fiviz-
zaalo (Massa Carrara) .
9 B( otta D ., Costant tino - u Cavales- e
10 Bottini maestra - Travagliato (Bre-
scia o .
11 Boccalini Agnese - Asola (Man-
ioca)-12
Bozzi Giovanna fu Bartolomeo -
Villetto (Novara) .
13 Brazzalotto D . Francesco can . penit.
- Treviso .
14 Briata Domenico - Belforte (Ales-
sandria) .
15 Brunetta 1) . Antonio vie . foraneo -
Prata (Udine) .
16 Caumzzini Carlo - Barzio (Como),
17 Campo D . Aureliano can . -Rovigo .
18 Capelletti baronessa Luigia nata Ca-
valetti - Roma .
19 Capitani cav. Giuseppe prof. orga-
nista - Torino .
20 Caputto Raffaele - Napoli .
21 Cassetti 1) . Alfonso maestro - Cal-
tauisetta .
22 Castrogiovanni D . Calogero can . -
Caltanisetta .
23 Caurino Camilla - Castagnole Pie-
monte (Torino) .
24 C+n- azza D . Sante -S . Giovanni Il-
larioue (Ylcenza) .
25 Cella D . Gioachino arcipr .-Ponte-
miro (Pin.eenza) .
26 Corbulii' i. Inligi -- Ripa (Lucca) .
27 De-Dondì Maria nata Nani - Dal-
l'Orologio (Padova
28 Deliuveerllia Vittoria priora delle
Maestre Pio - Nalmoutoue (Ronca) .
29 De Ilario Maria nata Renlondino -
Baldichieri (Alessandria) .
30 De Mario D . Felice Antonio parr.
- S . Agata (Avellino) .
31 Del Rio Mons . Giov. can, vie . gen .
- Nuoro (Sassari ; .
32 Pennini Angelo - Zocca (Modena) .
33 Fabrici. D . Daniele parr . - Gruaro
( Venezia) .
34 Folisati D . Gedeone can . - Adria
(Rovigo) .
35 Ferroro Catterina ved. - Val di Pe-
sio (Cuneo) .
36 Ferrando Merello Paolina - Genova.
37 Ferrauto p~ dri Francesco dei predi-
catori Domenicani - Chieri (To-
rino) .
38 Fossati D . Antonio rettore - Bel-
forte (Alessandria) .
39 Forte Francesco fu Agostino - Lin-
gueglietta (Porto Maurizio) .
40 Gabutti D . Carlo dirett . spirituale
Seminario - Biella.
41 Gaiani D . Achille oircipr. - Fonta-
lleto di Agogna (Novara).
42 Garbarini Isabella - Via Colombo
palazzo Croce - Savona .
43 Gattoni Antonia - Soazze C . Gri-
gioni (Svizzera) .
44 Gonna Giacomo - Bagnolo Piemonte
(Cuneo) .
45 Giacopelli D . Domenico - Corriaua
(leggio Emilia) .
46 Giannini Rosa - Empoli (Firenze) .
47 Graziani. Ettore - Moncestino (A-
lessandria) .
48 Grossotti (tosa ved. Listello - To-
rino .
49 Lallini D . Angiolo can. - Arezzo .
50 Laurenza D. Gaetano - Barletta
(Bari).
51 Locaenina D . Giuseppe - Caltani-
setta .
52 Loschirico Mons . frate Gesuaido ve-
scovo Acerenza (Potcn- a) .
53 Luciani 1) . Eusebio can . - Valmon-
tone (Rooia,1.
54 Mainetti D . Santo parr. - Zurlengo
(ldiscia) .
55 iaucosn Raffaella - Terralba (Ca-
56 M.rrazzaui D. Giovanni parroco -
I)emo (Brescia) .
57 _Marini Carolina - Pietra Santa
r Lucca) .
58 Masi Adele - Rimini (Forlì) .
59 Moneta Vittoria - Barzio (Conio) .
60 Morandi Gioachino - S . Biagio di
Collalta (Treviso) .
61 Mozzoni D . Francesco canon . - Ra-
\\'enlla.
62 Morganti Carolina - Lesino (Mi-
lano) .
63 Oddenino can . Andrea cur. - Chieri
(Torino) .
64 Ouniboni D . Carlo curato - Marina
d'Avcnza (Mass(e Carrara) .
65 Ortalda D . Antonio - S . Sebastiano
da Po - Torino .
66 Padre Costantino da Valeamonica-
Rezzato (Brescia) .
67 Papa contessa lblarietta nata S. Gior-
gio - Revello .(Cuneo).
68 Parisi 1) . Giuseppe - Maierato (Ca.
trenzaro) .
69 Picchioni D . Antonio curato - Ce-
saprobbe (Ageeilz) .
70 Prosdocimi D . Francesco can . - A-
dria (Rovigo) .
71 Provandi D . Domenico arciprete -
Gragnano (Massa Carrara) .
72 Salerno D . Mario Cianto - Mineo
(Catania) .
73 Sclmoiraghi D . Angelo parroco -
Venenono Super. (Milano) .
74 Salvi Ì) . Venanzio -. Serra Petrona
(Macerata) .
75 Solari Maria ved . Cereti. - 5 . Fran-
cesco d'Albano (Genova) .
77 Spina Alfonso avv . - Valguarnera
(((altreeeisettao .
78 Suor _Maria Apollonia - Chiavaci
(Genova) .
79 Tacchis Antonio - Poirino (Torino) .
80 Toccafoudi D . Papia rettore - Vi-
gesino (Firenze) .
81 Tognetti D . Giovanni curato a San
Lorenzo - Firenze .
82 Toruiamenti Gaetano fu Rocco -
Varese (Como) .
83 Tosi Torreano - Martignano (U-
dineo .
84 Urbani D . Filippo - Fermo (Ascoli
Piceno) .
85 Vercelli Carlo - Calnso (Torino),
86 Vistoli. D. G. Mansionario - Sdenta
(Rovigo) .
87 Za nè D . Paolo parr . - Vallio (Brescia) .
88 Zoppi D . Giacomo arciprete - Bo-
nassola (Genova) .