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A NNO XIV -- N. 2 .
Esce una volta al mese .
BOLLETTINO SALESIANO
FEBBRAIO 1890
DIREZIONE nell'oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Sommario . Dopo due anni - L'Oratorio festivo
di S . Domenico in Randazzo ed i Salesiani - Il Sa-
cerdozio Cattolico - Notizie dei nostri Missionari :
dalla Patagonia - Grazie di Maria Ausiliatrice -
Ai Direttori e Decurioni - Passeggiate - Il Duca
d'Aosta - B ibliog rafia-C.operatidfun
DOPO DUE ANNI .
Sulla tomba dei giusti, dice il Signore,
io farò crescere i fiori, e la loro memoria
come un profumo d'incenso passerà cara
e benedetta fra le genti di generazione
in generazione. Sono due anni che D .
Bosco ha finito il suo pellegrinaggio
quaggiù, ma il suo nome è vivo e fresco
come allorchè ci ricreava con la sua pre-
senza. Le sue opere, cominciate per il
Signore e nel suo santissimo nome con-
tinuate, conservano il medesimo impulso
e la medesima vita. Quando egli moriva
al primo fiero annunzio per la terra, al-
l'improvvisa mancanza di quel soave og-
getto della nostra venerazione, il cordoglio
che provammo fu grande, fu immenso ;
coi nostri gemiti accompagnavamo i rin-
tocchi della campana funebre che chia-
mava i pietosi alle esequie e più corone
di mesti fiori abbiamo intrecciate per
deporre sulla sua bara . Chè la riflessione
ci diceva : Noi abbiamo perduto il nostro
sostegno, noi torniamo sprovveduti, noi
ci troviamo deboli, degni di commisera-
zione e di pietà .
D . Bosco è morto ! Ma come egli ha
detto dovesse succedere per le opere a
cui egli aveva dato mano per la gloria
di Dio, vediamo tranquillamente com-
piersi con mirabile esattezza . E quindi
all'angoscia nascendo dietro la speranza,
e col pianto dando libero sfogo alla piena
degli affetti la nostra parola riuscirebbe
in un inno di lode .
Lo scrittore inspirato che va sotto il
nome di Ecclesiastico, rapito alla dolce
contemplazione della virtù, va chiamando
alla memoria gli eroi che Dio aveva su-
scitati in terra , ne fa con l' animo in
festa l' enumerazione e li celebra in
mezzo al popolo . E la sua parola ritorna
serena come il cantico della vittoria, ed
il concetto e la parola riesce in una mu-
sica soave. Perchè a significare i meriti
degli illustri personaggi ed a farne am-
mirare le azioni , toglie dalla natura le

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più acconce similitudini, dal cielo le imma-
gini del sole, dell'arcobaleno, delle stelle ;
dal fiume la limpidezza ed il mormorio
dell'acque ; dai prati in primavera il giglio
e la rosa ; dalle api il miele, dal profu-
miere gli odori, come traeva dalle fornaci
la fiamma, e dalla foresta la maestà del
leone. Fornito di tali figure componeva
quel sublime panegirico de' santi, dal quale
usciva con ammirabile accordo la gloria
di Dio a nobile scuola della nazione.
« Noi cresciuti all'amor, nati alla scuola »
oggi in cui si compie il secondo anno
dalla morte dell'amatissimo padre vor-
remmo allo stesso modo invitare i nostri
Cooperatori e Cooperatrici ad intonare
l'inno : Laudemus viros gloriosos et paren-
tes nostros ; ma ubbidienti ai desiderii
ed agli ordini della Chiesa noi invece li
invitiamo a ripensare il suo passaggio,
a ricordarlo a Dio, e nell' istesso tempo
unirsi coi Salesiani sparsi per tutto il
mondo a pregare per l'anima sua . Intanto
Valsalice, ove riposa nella pace del Si-
gnore l'umile sua spoglia mortale, è per
ogni Salesiano meta di divoto pellegri-
naggio, ritrovo di figli divoti ed affezio-
nati ; dove i figli sogliono venire a ricer-
care il padre per consiglio, conforto, ed
appoggio.
Come gli esuli a Babilonia rivolti a
Gerusalemme dicevano che sarebbe stato
l'infelice fra tutti i giorni quello che si
fossero scordati della bella loro patria
perduta, così capita a noi che avremmo
pena quel momento in cui scordassimo
D. Bosco, la mirabile sua vita, gli impa-
reggiabili suoi esempi. Egli di là da
quella sua tomba aperta due anni fa non
ci dice che una parola : - Siate imitatori
di me, come io fui del Signore !
Sono passati due anni .... passa e non
ritorna l'onda del ruscello, passa con la
pallida sua luce la stella sul firmamento,
passa con la giocondità delle sue feste
il secolo ; ma non passi dal nostro cuore
la memoria dei grandi insegnamenti che
ci ha lasciati colui che amiamo come pa-
dre, e riconosciamo come maestro e guida .
L'ORATORIO FESTIVO DI S . DOMENICO IN RANDAZZO
ED I SALESIANI
ReV.mOSIG. D. RUA,
Conoscendo il grande interessamento della
S . V . per gli Oratori Festivi, e memore delle
calde raccomandazioni a voce e per iscritto
sull'importanza di questi Oratori e sul modo
di ben governarli, credo farle cosa gradita,
mandandole una breve descrizione d' una
bella festicciuola, che si fece qui in Randazzo,
Domenica, ottava dell'Immacolata nell'Ora-
torio di S . Domenico .
Come V . S . ben sa, quest'Oratorio fu aperto
or sono tre anni, per le sollecitudini di
questo zelante Arciprete, e ne fu affidata
la direzione ed il governo ai Salesiani . Quivi
si raccolgono, ogni Domenica e feste, i gio-
vani del paese che frequentano le nostre
scuole elementari e ginnasiali come esterni,
ed altri più adulti . Il nostro ottimo Diret-
tore PROF . D . PIETRO GUIDAZIO, il quale,
come ben sa la S . V . Rev .ma , è tutto zelo
pel profitto morale e scolastico degli alunni
del Collegio, ha pure singolarissima cura di
questo Oratorio, di cui affidò la direzione al
nostro carissimo D . Emanuele Dompè, coa-
diuvato da alcuni altri sacerdoti e chierici
e da parecchi catechisti, parte alunni del
convitto, e parte giovani esterni, che fre-
quentano le classi ginnasiali superiori .
Se si considera la spontaneità, con cui i
giovanetti frequentano l'Oratorio, il loro con-
tegno alle funzioni, alle prediche ed ai cate-
chismi, e sopratutto la frequenza ai SS . Sa-
cramenti , bisogna convenire che il Signore
gradisce e benedice l' opera nostra . Il numero
dei giovani varia dai 250 ai 300 ; vengono
al mattino verso le sette e vi stanno fino a
mezzogiorno, poi dalle due fino a sera ; poi-
chè dopo le funzioni si trattengono in onesti
divertimenti, giuochi ginnastici, e nel teatro
dei burattini .
Domenica adunque si solennizzò la festa
dell'Immacolata, e si scelse per maggior nostra
comodità il giorno dell' Ottava ; si celebra-
rono con insolita pompa le funzioni del mat-
tino e della sera, e si chiuse la festa con la
distribuzione dei premii ai giovanetti , che
si segnalarono durante l'anno per esemplare
assiduità e contegno . Non poche persone
ragguardevoli del clero e laicato Randazzese,
aderendo all'invito fatto dal Direttore, ono-
rarono di loro presenza la cara festicciuola,
e tutti presero posto in un palco eretto ap-
positamente nell' ampio corridoio del detto
convento di S . Domenico . Si eseguirono con
rara precisione canti e suoni, alternati da
declamazioni di poesie analoghe alla circo-

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stanza ; si inneggiò alla Vergine Immacolata,
esi resero le debite- grazie agli insigni be-
nefattori dell'Oratorio, e sopratutto al Rev .
Sig . Arciprete, che concorse generosamente
alla spesa della premiazione . Seguì la distri-
buzione dei premii consistenti in libri , gio-
cattoli, e pei poveretti in vestiarii . Terminata
la premiazione, lo scrivente, per incarico del
Direttore D . Guidazio trattenuto in Collegio
per la predica ai Collegiali, rivolse a quei
cari giovanetti alcune parole di congratula-
zione e di incoraggiamento a perseverare
nelle buone disposizioni, dando loro speranza
di una seconda premiazione a metà dell'anno,
se corrisponderanno, come speriamo, al nostro
zelo ed alle comuni speranze .
Son sicuro che questa premiazione lascierà
una soave rimembranza nel cuore di tutti,
ementre sarà di eccitamento a molti a pro-
muovere questa istituzione tanto raccoman-
data dalle circostanze dei tempi, servirà di
forte stimolo ai giovani esterni ad accorrere
nei giorni festivi all'Oratorio, dove coll'onesta
ricreazione trovano quella soda istruzione
cristiana che in questi tempi è l'unica sal-
vaguardia della virtù e della fede .
Nutriam ferma fiducia che l'amato nostro
padre D. Bosco benedica dal cielo i nostri
deboli sforzi, e ci raccomandiamo anche alle
S. V. che voglia implorare su di noi e sulle
nostre povere fatiche le celesti benedizioni .
Gradisca i sensi della distinta stima e ve-
nerazione di tutti i figli di Randazzo e spe-
cialmente del
Randazzo, 18 Dicembre 1889.
Suo Aff.mo nel Signore
Sac . BRUNA DOMENICO .
IL SACERDOZIO CATTOLICO .
Festa per un prete novello in paese
protestante .
Da due giornali di Londra, il The Weekly
Herald e il The Universe, abbiamo ricavato
il seguente articolo sopra una festa celebrata
dai Salesiani nostri confratelli di quella città .
- Il giorno 27 dell'Ottobre u . s . la Chiesa
del S . Cuore di Gesù a Battersea-Londra ,
era zeppa di parrocchiani e d' altri fedeli ,
accorsi per assistere alla prima Messa che
ivi celebrava il novello Sacerdote D . Eugenio
Rabagliati . L'altare, sempre ben fornito di
servizio e decentemente tenuto, era stato per
questa solenne occasione ornato, con molto
buon gusto, con profusione di lumi e di fiori,
il che congiunto col devoto aspetto e deco-
roso atteggiamento degli accoliti, rendeva
certa testimonianza alle assidue cure e allo
zelo dello stimabile Parroco Don Macey .
Questi col Rev . D . Bonavia, Salesiani come
il celebrante, servivano da Diacono e da Sud-
diacono : il R.emvoD.Conly,Segrtaio
di Sua Eccellenza il Vescovo di Southwark,
era il prete assistente.
- Dopo il Vangelo quest'ultimo tenne un
erudito discorso sul Sacramento dell'Ordine .
Disse , come due volte solamente si legge
nella S . Scrittura, che il Signore abbia sof-
fiato sulle sue creature . La prima quando,
avendo formato l'uomo col fango della terra,
gli inspirò in faccia un soffio di vita (1), ed
in tal modo gli diede ciò che ancora non
possedeva, l' anima cioè colla facoltà d' in-
tendere e di volere . La seconda volta, quando
Gesù Cristo , dopo la sua risurrezione, ap-
parve ai discepoli radunati per paura de'
Giudei, che soffiò sopra di essi e disse : Ri-
cevete lo Spirito Santo : saran rimessi i pec-
cati a chi li rimetterete , e saran ritenuti a
chi lì riterrete (2) ; nella qual occasione diede
loro cosa che ancor non avevano : aggiunse
alla lor natura umana un potere sovranna-
turale , affatto divino , il potere del Sacra-
mento dell'Ordine, cui introdusse allora nel
mondo. Gli Apostoli, consci d' aver ricevuto
un tanto potere, si diedero a predicare ed
a battezzare, poscia imponevano le mani
sopra de' fedeli, i quali ricevevano lo Spirito
Santo . La facoltà di rimettere i peccati gli
Apostoli la potevano conferire ad altri : come
fecero con s . Mattia, s . Barnaba e s . Paolo,
scelti ad essere membri del Collegio Apo-
stolico . Che essi soli l'avessero erano più che
persuasi tutti i fedeli ; perocchè a loro anda-
vano per ricevere il dono dello Spirito Santo,
e nelle S . Scritture non vi ha memoria di
alcun uomo che siasi assunto l' Apostolato ,
senz'aver ricevuto il Sacramento dell'Ordine
per l'imposizione delle mani degli Apostoli .
Si legge bensì di un certo Simone, che,
avendo veduto che per l' imposizione delle
mani degli Apostoli davasi lo Spirito Santo,
offerse loro del danaro, dicendo : Date anche
a me questo potere, che a chiunque imporrò
le mani, riceva lo Spirito Santo . Ma Pietro
gli disse : Il tuo denaro sia teco in perdi-
zione, perchè credesti si potesse comprare
il dono di Dio . Il qual fatto, mentre attesta
che il Sacramento dell'Ordine potevasi con-
ferire dai soli Apostoli, prova anche che per
esservi assunto bisogna averne la vocazione
dall'alto .
- Disse come il novello Sacerdote, chia-
mato da Dio a sì sublime stato fin dalla
sua infanzia, fosse insignito veramente del
Sacramento dell'Ordine, di quel Sacramento
medesimo che da Cristo agli Apostoli e dagli
Apostoli insino a noi fu trasmesso nella
Chiesa Cattolica Apostolica Romana, capi-
(1) Genesi II, i .
(2) loan . xx . 22, 23 .

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tanata ora da Leone XIII , successore del
Principe degli Apostoli, S . Pietro .
- Rivolto quindi al novello celebrante
ricordògli quali poteri avesse ricevuto nel
Sacramento dell'Ordine , e fermossi special-
mente su quello di offerire il Corpo ed il
Sangue di N . S . Gesù Cristo e di poter as-
solvere da' peccati . - Oh ! qual consolazione
non provasi nell' offerire il Santo Sacrificio
della Messa! Su questa terra la maggior fe-
licità che possa avere l'uomo è senza dubbio
questa di far discendere tra le proprie mani
Cristo in persona . Non minore per altro è
la gioia, il contento, che si esperimenta nel
poter restituire alla sconcertata coscienza ed
al cuore contrito il perdono, la pace, la con-
solazione .
- Infine augurò al giovine Sacerdote pro-
speritàelungavitanel'esrcizodelsacro
ministero, nutrendo fiducia che, crescendo
ogni dì più in virtù e saggezza, sarebbe sor-
gente di santità e salvezza a tutti coloro con
cui avrebbe a trattare . Lo esortò a non la-
sciarsi abbattere dalle difficoltà ed amarezze
che avrebbe ad incontrare, e gli promise
riconoscenza, amore e venerazione per parte
di quei devoti parrocchiani, che in sì gran
numero si erano accalcati per assistere
all'incruento suo sacrificio .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
Dalla Patagonia .
Colonia Pringles di Patagonia,
7 agosto 1889.
REv . SIGN . DON RUA,
Perchè non sospenderò per un momento
le molte e gravi occupazioni di questa nuova
Casa di missione per innalzare al Signore
un cantico di lode e di ringraziamento per
i beneficii che ci sta dispensando? Perchè
non darò parte agli amatissimi Superiori del
bene che produce questa incipiente Casa?
Perchè non ricorderò agli amici, alle anime
buone d'Italia il frutto che si raccoglie delle
loro orazioni e del loro obolo?
Sì, più che giusto ; è doveroso che il mondo
intero si unisca con noi a cantare le miseri-
cordie del Signore .
Il dolcissimo Cuore di Gesù ha preso do-
minio di queste sconosciute regioni, ed ha
rammollito i più duri e selvaggi cuori del-
l'Indio ; il Nome amabilissìmo di Maria scorre
già sul labbro purificato dal prezioso Sangue
di Gesù Cristo di tante giovani anime, che
fino ad ora ignoravano le verità e le bellezze
della nostra SS . Religione .
La venerazione a Don Bosco si è sparsa
per le aride arene della Pampa, è penetrata
nei più miserabili ranchos dell'indigeno, entu-
sìasma questi poveri infelici, e Pringles è già
cambiato e pare perfino che l'aria sia più
pura, la natura medesima più benigna !
Sia benedetto il Signore in eterno !
Attenendomi pertanto all'ordine delle cose,
le narrerò, amatissimo Superiore, ciò che il
Signore ha fatto a questo popolo, e la met-
terò al corrente del progresso che va facendo
questa nuova Casa della Patagonia .
Fanno poco più di due mesi che il cate-
chista Bacis ed io, prostrati ai piedi del-
l' amatissimo Pastore Monsignor Giovanni
Cagliero, ricevevamo quella benedizione che
ci doveva proteggere nella traversata della
Pampa, e doveva animarci e sostenerci nelle
difficoltà che avremmo incontrate nella fon-
dazione della nuova Casa o Residenza sulla
sponda sinistra del Rio Negro, a 18 leghe
di distanza da Patagones .
Dato pertanto l'addio ai fratelli di Carmen
e di Viedma, e invocata la protezione della
buona Madre Maria, montammo i nostri ca-
valli e battemmo le steppe del deserto . Sul
far della sera del secondo giorno di . viaggio,
grazie al Signore, giungevamo a Pringles,
nostra meta, e fin da quella sera, il primo di
giugno corrente anno, prendevamo possesso
d'una modesta casa che un buon signore ,
José Maria Martinez, ci dava in affitto per
il moderato prezzo di otto nazionali, equiva-
lenti a circa 40 franchì mensuali.
Il buon Giovanni Bacis, arrivato pochi
mesi prima d'Italia, cominciava la sua mis-
sione di certo molto svariata , dovendo più
tardi fare da sagrestano, ferraio, muratore,
falegname, ecc .; e fin da quella sera diede
prova di essere valente cuciniere, giacchè,
procuratasi una pentola, seppe preparare
una eccellente zuppa condita con l'appetito
e con il ricordo de' suoi ameni colli di Ber-
gamo e di Alzano .
Il giorno seguente era domenica . Visitate
le principali famiglie e radunatele nella pic-
cola cappelletta per la santa Messa, presi
occasione dalle parole del santo Evangelio
del. giorno per animarle a mettersi bene con
Dio ; e spiegando il motivo per cui Monsi-
gnore mi mandava in mezzo a loro, stabi-
limmo un orario per le funzioni di chiesa,
e le esortai a non mancare mai alla chiamata .
Non è a dire il giubilo e il contento con
cui accolsero le povere mie parole : mi pro- -
misero che ci aiuterebbero fin dove consentono
le loro forze ; e le promesse effettivamente si
vanno verificando, benchè la più parte siano
famiglie povere, senza commercio e con meno
lavoro .
Ci poniamo adunque all'opera . Bisognava
adattare la casa, già mezzo distrutta, ad uso
delle Suore di Maria Ausiliatrice : riporre
finestre, porte, pavimento, aggiustare le ca-
mere, la cucina, il forno, il cortìle, ecc . Detto
fatto . Furono : otto giorni di febbrile lavoro, e,
grazie al Signore, il sabbato seguente potei

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telegrafare a Monsignore che le Suore pote-
vano mettersi in cammino .
Difatti un telegramma da Patagones del
9 di giugno mi avvisava che il domani parti-
rebbero le Suore, e che mandando loro ca-
valli di rinforzo, arriverebbero nella giornata .
Comunico tosto la notizia alle vicine fa-
miglie, che si dispongono a riceverle il me-
glio possibile . Le madri si concertano a fin
di preparare loro un buon puchero (carne
lessa) e un assado (carne arrostita) per rifo-
cillarle del lungo viaggio ; i padri si presero
l'incarico di, mandarci qualche sedia, casse,
legna, un sacco di farina e più altre cose
indispensabili . Il nostro Bacis intanto rimane
alla custodia dell'improvvisato collegio, che
andava di mano in mano adornandosi bella-
mente dei vari regalucci che precedevano le
Suore, mentre la cucina era tappezzata di su-
perbe zucche e nel cortiletto passeggiavano,
padrone del campo , varie galline dominate
da un grosso gallo della Cocinchina .
Era però necessario che arrivassero nella
giornata . Il sottoscritto raduna quanti ca-
valli può, i quali accompagnati da alcuni
ragazzi già famigliarizzati col Padre, mossero
contro delle Suore per una trentina di chi-
lometri, fin là dove il cammino allontanan-
dosi dal fiume, ascende tra scabrose e biz-
zarre collinette per poi internarsi nella Pampa .
Il giorno, benchè nel cuore dell'inverno,
era bello ; il vento già si era calmato al-
quanto, il sole mitigava il freddo della
mattina e l' entusiasmo della comitiva. L'im-
provvisa apparizione dell' umile carretto, che
portava tre più umili Suore, contrastava
mirabilmente con il paesaggio che si pre-
sentava avanti orrido per i mille dossi
arenosi e incolti che si accavallano l' uno
contro l'altro, minacciando scaricarsi nelle
placide acque del fiume, il quale, sorridente
per la tranquillità delle acque che maestosa-
mente vi scorgono, bagna le immense pra-
terie, e forma qua e là lagune sulle quali
svolazzano i più svariati e curiosi uccelli .
Quel primo incontro fu commovente . Era la
prima volta che le Suore di Maria Ausilia-
trice uscivano da Patagones, la prima volta
che si inoltravano nel deserto, la prima volta
che quelle valli risuonavano del cantico puro
e sacro delle fedeli Spose di . Gesù Cristo .
Erano esse le portatrici dell'olivo, le messag-
giere delle grazie del Signore, le dispensatrici
dei favori di Maria Ausiliatrice .
Erano le 3 circa della sera, ed una terza
parte del cammino restava ancor loro da fare .
Di nuovo in marcia , e scortando gli uni il
carro tirato da tre superbi cavalli, gli altri
le precedono a Pringles, ove esse arrivano
a un'ora di notte .
Gli abitanti di questa colonia furono in
massa a riceverle, e le signore, commosse e
silenziose per il rispetto che loro incutevano
le Suore, le accompagnarono nella vicina
casa di un buon colono, mentre già la cam-
pana ci avvertiva della benedizione che si
darebbe nella umile e piccola cappella . Già
stava pronta la c omida o cena .
La signora Zaguaga, antica emigrata di
Spagna, con sua figlia maggiore ed altro si-
gnore vollero servire esse stesse ai nuovi
ospiti, e lo fecero con quella premura e squi-
sitezza che rivela un cuore delicato nutrito
da sincero amore e da viva riconoscenza .
Ma la Madre Giovanna e le altre due Suore
erano impazienti di vedere la nuova loro
abitazione, e quelle buone signore ve le ac-
compagnarono ; furono contente di trovarla
migliore di quanto si immagìnavano .
Ecco pertanto, reverendo Padre, installata
la nuova casa di Pringles sul Rio Negro .
Il Presidente del Consiglio scolastico del
territorio ci donava 24 banchi ; Monsignor
Cagliero ci inviava alcuni utensili di scuol a,
e con questo fino dal 17 di giugno potemmo
aprire il collegio di ambi i sessi , le Suore
incominciando con quattro fanciulle ed io
con un giovinetto .
Ma l'Angelo della Patagonia ci aveva be-
nedetti, e quando partimmo da Carmen ci
assicurò che Don Bosco accrescerebbe il
frutto delle nostre povere fatiche . E fin
d'ora, a onore e gloria di Gesù Cristo e
della sua SS . Madre, possiamo contare più
di venti ragazzi e ventisei ragazze che fre-
quentano le nostre scuole, aspettando che
altri si uniscano quanto prima a questi . Sia
dunque sempre benedetto il signore .
Povero Pringles ! I nostri due collegi ti hanno
svegliato dal letargo in cui sei sempre vissuto
fino dalla tua fondazione ; questi ti danno
un po' di animazione .
Guidati dalle S . Regole e diretti dall'ama-
tissimo nostro Padre e Superiore Monsignor
Cagliero, noi adottiamo tutte quelle misure
che possono produrre alcun frutto e che le
limitate nostre forze ci permettono .
La mattina sempre viene qualche buona
madre ad ascoltare la santa Messa ; alla sera
la cosa è più consolante . Sul far della notte,
mentre le famiglie cenano, la campana le
avvisa dell'orazione . Poco dopo lei vedrebbe,
reverendo Padre, D . Pestarino circondato da
una trentina di ragazzi, le Suore di altrettante
ragazze, mentre le famiglie prendono il loro
posto stabilito nella modesta ma decente
cappella . Radunati così tutti, recitiamo il S .
Rosario, e dopo una breve considerazione su
qualche verità eterna, diciamo le orazioni
come stanno nel Giovane Provveduto ; e ter-
miniamo con cantare una delle belle lodi
composte per onorare il S . Cuore di Gesù o
M aria SS.
Oh! quanto è consolante nel silenzio della
notte, nel deserto, lontani un duemila chilome-
tri dai rumori delle città, vederci tutti, nel rac-
coglimento dell' umile nostra chiesuola, ai
piedi di Maria pura e santa, unire le nostre
preghiere a quelle di tanti fanciulli e di tante
famiglie, innalzare ad una voce un cantico

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di lode e di amore alla nostra buona Madre, e
conchiudere la nostra quotidiana preghiera
con la bella invocazione : Maria Auxilium
Christianorum, ora pro nobis .
Povero Pringles! Ma perchè ancor mi esce
questo lamento dalla bocca, se Maria ti pro-
tegge l Sì, già da ora sentiamo quanto è po-
tente il suo aiuto .
Nella festa della Madonna del Carmine, che
solennizzammo con tutta la pompa possibile,
più di trentacinque persone si accostarono al
divin banchet o ;elSuorpsntai
piedi del trono di Maria il primo mazzolino di
fiori che raccoglievano in questo vasto campo .
Erano sedici giovanette che aspiravano a
divenire figlie di Maria, e varie bambine
che si aggregavano al numero degli angiolet-
ti . Il nostro Don Andrea Pestarino ricevette
la loro accettazione, e solo Maria avrà po-
tuto misurare il contento e la gioia che inon-
dava quei teneri cuori . Madre, diceva una
orfanella a suor Magdaleine, madre, ya no
tenia mama, y ahora tengo la Virgen. ¿ E n
dónde está? ¡Qué bella debe ser! . . . e dicendo
questo si gettava nelle braccia della buona
Suora, nascondendo le lagrime che le scorre-
vano abbondanti .
Ma quanto noi siamo poveri ! Dapprincipio
Don Pestarino dovette incominciare il collegio
nell'unica camera che avevamo ; serviva di
sagrestia, scuola, dormitorio, refettorio, ecc . ;
era il nostro palazzo . Grazie però ad alcuni
aiuti che ci potè dare l'autorità locale e mercè
la cooperazione di Monsignor Cagliero, po-
temmo edificare una seconda stanza . Ma ben
altro ci bisognerebbe .
Le famiglie sono indìgenti ; più che aiu-
tarci, hanno bisogno di essere aiutate . Mon-
signore lo vado troppo sovente importunando ;
e quantunque non lasci mai partire i suoi figli
senza farli contenti, pure non può soccorrerci
come gli detterebbe il suo amorevole cuore
ed esigerebbero le nostre più urgenti ne-
cessità .
È, senza dubbio, un palazzo il nostro col-
legio, in paragone delle case che ci circon-
dario, un palazzo costruito in 15 giorni, e di
fango pareti, tetto e pavimento ; ciò nonostante
siamo in stringente posizione .
Il pezzo di carne, che la divina Provvidenza
ci somministra, lo condividiamo con poveri
bambini, specialmente Indii, che vengono
dai loro ranchos per ricevere dal Padre e dalle
Suore l'alimento più sostanziale dell' anima .
Come negarci a soccorrere tanta indigenza?
Ci privammo di tutto quello che possede-
vamo, di vitto e vestito, e fin d'ora abbiamo
una pena di più da soffrire, quella cioè di vi-
vere tanto davvicino ad estrema miseria senza
poterla soccorrere .
Molti sono gli infelici coloni ed Indii che
aspettano da noi aiuto e protezione ; molti
orfani ed orfane che vorrebbero gettarsi nelle
nostre braccia, perchè surrogassimo i loro
padri o morti o snaturati ; molti sono i poveri
che ci domandano con il pane dell' anima
quello del corpo .
E noi? Noi contiamo sul generoso cuore
delle buone persone nostre cooperatrici ; con-
fidiamo che alle preghiere uniranno anche il
loro obolo perchè possiamo continuare la mis-
sione incominciata, che speriamo riesca di
sempre maggior gloria di Dio e di salute a
tante anime .
Termino, Rm° . Padre, questa mia succinta
e sconnessa relazione, riservandomi in altra
di darle notizie più dettagliate su questo
punto del Rio Negro, che è d'importanza
grande per le nostre missioni, essendo come
il centro di molte popolazioni ancora selvagge,
il punto di partenza per altre missioni, come
quelle di Conesa, Valcheta, Puerto S . An-
tonio, ecc .
Ci benedica tutti perchè il Signore ci man-
tenga in salute e ci dia sempre nuovo vi-
gore a lavorare per la salvezza delle anime ;
benedica questo grande e incolto campo perchè
possa dar frutti salutari, e ci raccomandi alle
orazioni dei fratelli, degli amici e dei nostri
Cooperatori .
Mi creda in Gesù e Maria
Suo Obbedient .mo e Umil .mo Figlio
DON PIETRO BONACINA
REVm° . SIG . D . RUA,
Non era mia intenzione di lasciar trascor-
rere tanto tempo senza fare consapevole la
S . V. Rma. della nostra nuova Casa aperta in
Guardia Pringles, ma le occupazioni che ho
avuto al mio ritorno me l'hanno sempre im-
pedito .
Era il mattino del 10 giugno quando, dopo
essere state animate col pane de' forti e ri-
cevuta la pastorale benedizione del nostro
Padre Monsignor Cagliero, che ci esortava
a confidare nel Signore ed a lavorare corag-
giosamente per la salvezza delle anìme, mon-
tammo su d' un carretto che ci attendeva a
poca distanza del nostro collegio di Patagones .
La nostra carovana componevasi di quattro
persone : io, due Suore (Suor Maria Magda-
leine e Suor Isidora Braga) ed una delle
nostre più attente giovanette di Viedma, la
quale, avendo approfittato delle nostre istru-
zioni, si rese degna di dividere le sue fatiche
con le nostre nelle Missioni .
Oh ! che bel vedere, giù per quelle strade
disastrose, tre Suore ed una ragazza ballare
come altrettante marionette, per i salti e le
scosse continue del nostro veicolo : ora giù
una nasata, subito appresso una buona spal-
lata ... e via dicendo . Fortuna, dicevam noi,
che sono solamente otto o nove ore di viaggio,
del resto arriveremmo tutt'ammaccate . E noti
che il cocchiere stava attento, affinchè i ca-
valli passassero per la strada migliore . Dopo
cinque ore di cammino facemmo una tappa :

1.7 Page 7

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scendemmo dalla nostra bella vettura, ci ri-
focillammo con un poco di carne arrostita,
pane e qualche cosetta che avevamo presso di
noi, quindi salimmo nuovamente sul carretto .
Verso le tre e mezzo pom . arrivammo ad un
luogo chiamato La China Muerta . Vi è quivi
una piccola casa abitata da una buona donna
francese, vedova da qualche anno e con pa-
recchi figli : noi ci fermammo alcuni istanti,
salutammo quella buona donna, e ricevute
alcune parole di congratulazione pel nostro
arrivo, ci congedammo per seguire il viaggio,
rimanendoci ancora 30 kilometri da percor-
rere . Colà avevamo trovate alcune persone
venute da Pringles con parecchi cavalli . Ciò
ci aveva consolate assai, e seguitammo il
nostro viaggio contente come tanti grilli e col
desiderio di vedere presto la nostra casipola .
Questa seconda metà del nostro cammino fu
più felice della prima, poichè tutta in pianura .
Erano circa le cinque pomeridiane, quando
scorgemmo in lontananza alcuni alberi, poscia
qualche colono, poi a forza di guardare sco-
primmo un piccolo lume . Oh che piacere !
Pochi minuti dopo ecco che siamo circon-
date da una schiera di signore, che radunate
nella prima casa del paese ci attendevano .
Fermatosi il carretto, . scendemmo, e dopo i
convenienti saluti fummo introdotte in una
saletta, dove ci ristorammo con una tazza di
caffè . Riposammo qualche istante e poi ci
accompagnarono alla parrocchia, dove il R .
D . Stefenelli impartì la benedizione col SS .
in rendimento di grazie . Avevamo ben motivo
di ringraziare il Signore, poichè viaggiammo
in un continuo pericolo ; imperocchè seppimo,
due giorni dopo, che l'asse delle ruote si era
storto senza che ce ne avvedessimo, e col
peso che portava il povero carretto fu un vero
miracolo se non si ruppe gettandoci tutte a terra .
Terminata la funzione dovemmo accettare l'in-
vito che gentilmente ci fece il sig . Diacon di
andare a cena in casa sua . Accettammo : tutte
le signore si disputavano l'onore di servirci
a tavola ; quindi avrebbe veduto, Rm° . Padre,
una che attenta ci porgeva il vino un'altra
ci tagliava il pane, questa ci animava af-
finchè mangiassimo, quella ci serviva di
caffè e via dicendo . In quanto a noi, non
era l'appetito che ci molestava, ma sibbene
la sete.
Finita che fu la cena, le stesse signore
ci condussero a prendere possesso della no-
stra nuova dimora . Il desiderio era compiuto,
entrammo . Essa consisteva in cinque stan-
zette di mattoni crudi e fango, tutte sul me-
desimo piano ; tre di queste senza pavimento
e con molte fessure . Una, aggiustata il me-
glio possibile, fu destinata subito per nostra
cappella privata ; un'altra per camera di ri-
cevimento, una terza per la scuola, la quarta
per dormitorio e l'ultima per cucina, refet-
torio ed anche laboratorio . In quanto a sup-
pellettili non vi erano se non quattro brande
di legno, fornite però del necessario impre-
stato da una buona famiglia . Mancava però
il catino e l'asciugamano . Allora ricordai che
sul davanzale d'una finestra aveva veduto delle
uova di struzzo : vado, ne prendo uno, rompo
tutt' attorno il guscio, poscia soggiungo : -
Ecco un bel catino . - Ma le Suore si misero
tutte a ridere e mi osservarono che non istava
fermo . - Dunque, sentite, nella valigia ho
una scatola da olio, ma ora piena di medaglie,
usiamo di quella . - E tutte furono d'accordo .
Appena giorno eccomi svegliata, corro,
prendo il catino di nuova invenzione, e vado
fuori ad attingere acqua ; ma che faccenda !
m'accorgo che era tutto bucato . Mi misi a ride-
re, entrai col mio inaffiatoio, e feci ridere anche
le altre . Quindi ci recammo alla Parrocchia
per udire la Messa e fare la Santa Comu-
nione . Tornate al nostro abituro, preparammo
tra il pianto e il riso il nostro povero pasto,
perchè cucinavamo per terra, con un fumo
che faceva lagrimare i nostri occhi e senza
poter aprire l' uscio facendo assai freddo.
Dopo uscimmo a fare visita ad alcune fa-
miglie che ci ricevettero bene e con segni
di molta contentezza pel nostro arrivo . Ri-
tornate a casa, incominciarono a venire i
regali . Chi portava un pezzo di salame cotto,
che qui usasi molto, chi una forma di cacio
o un quarto, chi galline, uova, latte, verdura,
pane, il quale qui si trova molto scarso, ep-
perciò è il regalo più bello . Tra le altre famiglie
una ci mandò un bel cane (chiamato Boulanger)
per la custodia della casa, e la fa tanto bene,
chè avendo un coadiutore appeso un suo ve-
stito ad un albero per eseguire certi lavori, il
cane lo credette un uomo e lo fece in tanti brani .
S'immagini la costernazione del povero coa-
diutore, che non aveva altro vestito pei
giorni di lavoro !
Terminato il pranzo, nei primi giorni usciva-
mo per conoscere bene i poveri abitanti della
colonia, vedere le loro necessità, indagare la
loro istruzione e anche per invitare le fan-
ciulle alla scuola . Ma non avendo ancora
neanche una sedia nè un banco, ci accon-
tentammo di incominciare ad insegnar loro
la dottrina cristiana . Siamo andate a veder
gl'Indii e ne trovammo molti . Poverini ! se ve-
desse.,m°RPadre,fnopicmasìone,
mangiano male e dormono peggio .
Il giorno del Corpus Domini fecesi una bella
festa . Avevamo tre sacerdoti, cosa da tanto
tempo non più veduta, essendo arrivati l'anti-
vigilia D . Stefenelli e D . Gavotto . Al mat-
tino vi fu Messa con 12 Comunioni, poscia
la Messa cantata con un apparato raro in
quel paese . Pel dopo pranzo erasi annun-
ciata la processione, ma a cagione del vento,
questa si dovette fare solo intorno alla chiesa ;
furono soddisfatti tutti , perchè desidera-
vano dare al Signore questa prova d' amore
e di riconoscenza . Dopo la processione impartì
la benedizione col Venerabile D . Stefenelli
Il giorno di S . Giovanni si celebrò anche
una bella festicciuola, e vi furono varie Co-

1.8 Page 8

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munioni . Al dopo pranzo si andò a fare una
passeggiata colle fanciulle, le quali, raccolta
della paglia con arbusti, portarono il tutto
a casa ; quindi fattone un bel. fascio, vi ap-
piccarono il fuoco, secondo costumasi in
queste terre nel giorno e nella notte di San
Giovanni, e vi giravano intorno gridando :
- Viva S . Juan ! Viva Monseñor Cagliero!
Passata questa festa ed essendo ben sta-
bilita la nostra Casa, mi preparai a partire .
Mi era fermata colà 17 giorni : tutto andava
bene (lasciando a parte le incomodità e la
povertà, qualità inerenti . all'apertura delle
nostre case) e regnava sempre un'allegria di
Paradiso che Dio, credo, non manca mai
di donare in simili circostanze .
Molte altre cosette vorrei contarle, ma temo
abusare della, sua bontà ; per altro e dirò an-
cora che la prima domenica avevamo già all'O-
ratorio 30 ragazze tutte allegre e vivaci . Le
ragazze della scuola nei primi giorni erano sol-
tanto 8, poi 12, indi 17, e al presente sono già
32 . Il giorno 26 di giugno si sapeva già nel
paese che io stava per ritornare a Patagones :
s'affrettavano però tutti a darmi lettere pei
loro conoscenti, e a regalarmi anche del pane
e companatico . Non mi sarei mai più cre-
duto di trovare tanto buon cuore in quella
povera gente .
Al mattino dunque, udita la Santa Messa,
partii accompagnata, collo sguardo, da molte
figlie accorse per tempo a salutarmi, ed a pre-
garmi di ritornare presto . Loro implorai in
quell'istante una particolare benedizione del
cielo e mi posi in cammino . Il ritorno non fu
meno felice dell' andata, eravamo più pochi
io, una povera orfanella che ricevemmo in
Pringles , il cocchiere ed un fanciulletto ;
quindi più poche nasate . Alle 4 1/2 pom.
del 27 arrivai alla porta della nostra Casa
di Patagones dove nessuno aspettavami,
perchè ignoravano il giorno del mio ritorno .
Riceva tanti saluti da parte di queste Suore
e nel Signore mi creda
Della S . V . M . R .
Patagones, 25 agosto 1889 .
Indegna figlia
Suor GIOVANNA BORGNA .
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
Pontida (Bergamo), 26 Ottobre 1889 .
REVERENDO SIG . DIRETTORE,
Nello scorso settembre Bonacina Benigno,
giovane diciottenne dì qui, veniva colpito
da forti dolori colici, al quale poco giovando
i rimedi dell'arte medica, il male progrediva
aggiungendovisi anche il vomito ; per cui i
medici disperavano di sua guarigione . Si ri-
corse pertanto all'intercessione di Maria SS .
Ausiliatrice col mettere al collo dell' amma-
lato la medaglia, cominciando una novena
colla promessa di pubblicare la grazia dopo
ottenuta la guarigione . In fatti poco dopo
il male cominciò a diminuire, e l'ammalato
continuò a migliorare sì da essere in pochi
giorni guarito . Le invio un' offerta pregan-
dola di pubblicare la grazia sul Bollettino
Salesiano .
ANTONIO BONANONCI
Bianca Pausa V .va Martinolo sente il do-
vere di attestare la sua gratitudine a Maria
SS. Ausiliatrice, che da lei invocata nei
giorni di grande afflizione, la consolò pron-
tamente, ottenendole la guarigione di sua
figlia, gravemente ammalata di ileo-tifo .
Sia sempre benedetta questa buona Madre,
la quale mai non abbandona chi in Lei pie-
namente confida .
AI DIRETTORI E DECURIONI .
I Signori Direttori e Decurioni, che aves-
sero già tenuta la prescritta Conferenza nel
giorno del glorioso nostro Patrono S . Fran-
cesco di Sales, sono pregati a volercene
mandare qualche notizia, affinchè ne pos-
siamo fare almeno breve cenno nel nostro
periodico a comune edificazione ed inco-
raggiamento dei Cooperatori.
Coloro che l'avessero ancora da tenere
possono recitare in fine di essa un Pater,
Ave e Requiem a suffragio dell'anima di Don
Bosco e de' Confratelli e Consorelle defunte,
coll'aggiunta di una Salve Regina per impe-
trare da Maria Santissima, nostra buona
Madre, che il Suo Divin Figlio non faccia
di troppo pesare la sua mano sopra degli
uomini .
Intanto ricordiamo che tutte queste affli-
zioni, miserie, infermità e morti , mentre
avvengono per ordine di Dio in pena del
peccato, sono parimente, per la sua dolce
misericordia, come dice San Francesco di
Sales, gradi per salir al Cielo, mezzi per
profittare della grazia e meriti per ottenere
la gloria .

1.9 Page 9

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PASSEGGIATE .
CAPO III .
La prima sera ai Becchi . - La scuola di musica nei
principii dell'Oratorio . -- In marcia per Maretto . -
Capriglio . -- Mamma Margherita .
Alla cerca di
funghi . - Attentato e conversione dell'assassino .
Di là ai Becchi la distanza non è più
molta, ed anche noi sentivamo meno la fatica
del viaggio . Ci demmo la voce del richiamo,
e poi avanti sempre ! Oh finalmente ci siamo
Si rivide con gioia Don Bosco, che, nei pochi
giorni passati ai Becchi, ci pareva avesse ac-
quistato un po' più di colore . Qual tripudio
per noi, e qual viva compiacenza per il buon
padre, nel vedere accresciuta in un momento
la sua famigliuola ! Voi direste che eravamo
stanchi ? Che si cercò subito di andare a ri-
poso l Che fossimo stanchi non sarei capace
di metterlo in dubbio, e voi non ci credere-
ste ; ma di andare a riposo neppure per so-
gno . Era una bellissima sera d' autunno, e
la luna e le stelle, con uno splendore proprio
meraviglioso, facevam la più stupenda com-
parsa in cielo . E noi, mentre alcuni sparsi
qua e là pel piccolo cortile osservavano,
nuovi del luogo , le poche meraviglie di
quella collinetta, andavamo a confessarci,
chè l'ora era appunto quella, preparavamo
la chiesa, o ci esercitavamo a servire per la
benedizione, ed alcuni finalmente a fare un'ul-
tima prova per la musìca . Tutti facevano
qualche cosa, compresi quelli che, non es-
sendo determinati ad un uffizio, guardavano
gli altri a lavorare . La gente accorsa era
proprio numerosa, e faceva promettere alla
dimane un numero stragrande . Predicava la
novena ed il panegirico, nel dì della festa, un
amico nostro di lunga data, sincerissimo e
religiosissimo. Era Don Michelangelo Chia-
tellino da Carignano . Anima mite e fervorosa,
zelante della salute delle animo, sapeva fa-
cilmente guadagnare il cuore dei suoi udi-
tori. Quanto bene voleva ai figli di D . Bo-
sco! Fin dai primi tempi dell' Oratorio ,
quando Don Bosco doveva fare un poco di
tutto, e che tra le altre cose pensava anche
alla musica , egli ebbe in questo venerando
sacerdote un vero ed intelligente coadiutore .
Adesso i nostri giovanetti eseguiscono con
disinvoltura ed arte i lavori monumentali dei
più illustri maestri di musica, come furono
ai loro tempi il Palestrina, il Cherubini,
l' Haydn , il Rossini . Ma allora ! Ecco come
si faceva, e tuttavia con felice riuscita . Don
Bosco sentiva per via un'aria, che poteva an-
dar bene per il Kyrie, e per il principio del
Gloria e ve la sapeva adattare per benino
la ripeteva nel Cum Sancto Spirito, disposto
a farla sentire la terza volta magari nel Cru-
cifixus! Faceva come poteva! Ma Don Chia-
tellino , buon conoscitore del piano-forte e
dell'organo, ci cominciò una scuola regolare .
Egli scrisse tanto di note sopra alcuni car-
telli, e poi con pazienza eroica ci insegnava
il solfeggio , e subito con qualche armonia,
ed in modo religioso e fatto esclusivamente per
noi dell'Oratorio. Non era ancor musica per-
fetta, ma non era nemanco più la prima forma
dell'Oratorio . Era un'aurora lontana che ac-
cennava bellissima giornata . Per noi egli
compose vani pezzi, che tuttavia si ripetono
con piacere, e con Don Bosco si può dire
che lasciò la semenza del buon gusto musi-
cale, estrinsecato e condotto, quasi alla per-
fezione, se non al massimo grado, ai nostri
giorni da Mons . Cagliero, Era lui che pre-
dicava, e noi l' ascoltammo sì in quella sera
come alla dimane con grande affetto, chè egli
soleva, predicare al cuore .
Dopo la festa del Rosario, si aspettava qual
sarebbe stata la direzione del nostro viaggio .
Si andrà a Castelnuovo ? A Torino? Mah! Chi lo
sa? Pareva che Don Bosco non lo volesse ancor
manifestare, e ci faceva stare quasi, come si
dice, sulla corda . Dopo colazione il rullo del
tamburo ci chiamò a raccolta, ed il capo
della carovana ci dice, a nome di Don Bosco,
che quest'anosirebdatRom
senza vedere il Papa : cioè saremmo venuti
a Castelnuovo senza vederlo, perchè il no-
stro viaggio sarebbe stato per altre parti . E
con la mano tesa, trinciando l'aria, segnava
quale era la via che noi dovevamo prendere .
In una parola si doveva andare a Maretto,
su quel di Asti ., dove quell'ottimo prevosto
di allora voleva ospitare i figli di D.Bosc,
con la pia intenzione di averli poi colà a la-
vorare per il Signore . Noi poveretti restammo
là smemorati, e poi unendo la preposizion a
col nome, ci dicemmo che si andava ama-
retto, e ci pareva un augurio di poco gusto .
Noi a quell' età non si vedeva, non si gu-
stava che cose materiali, e cercavamo occa-
sione da ogni piccola inezia per divagarci e
ridere . Perciò lo scambio facilissimo del senso
tra i dolci (1) ed il paesello, ci servì di a-
menità per il viaggio, che, poveretti ! fu ab-
bastanza lungo . Per quelle strade polverose,
per quei vigneti omai bruciati dal sole, per-
chè quell' anno la siccità fu piuttosto sensi-
bile, si camminava verso il mezzodì proprio
con disagio . Non oserei dire con noia, per-
chè la musica, perchè i nostri superiori, e
specialmente Don Bosco, ci narravano le più
gioconde novità, che ci rendevano ameno o
non fastidioso il camminare .
Eccoci a Capriglio !
La madre di Don Bosco era di questa pic-
cola terra, e qui pure nei primi tempi si re-
cava sovente D . Bosco, e qui venivamo noi
a trovare quei pochi parenti che Don Bosco
(1) Amaretti in Piemonte sono certe pastine molto
in uso, e che in altri tempi erano forse amare, ora
invece son dolci assai e care ai bambini, specialmente
per quel non so che di eccitante che hanno .

1.10 Page 10

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aveva, e che ci trattavano con una cortesia
patriarcale e generosa . Quando poi si faceva
come si poteva, e non era ancor capace l'O-
ratorio di spedir da Torino candele e candelieri,
turiboli e navicella, pel servizio della chiesa,
ci ricordiamo, che il buon parroco di allora
imprestava volentieri quanto ci occorreva pel
bisogno . E che processione faticosa si faceva!
Quello che ora forma il più bel versante oc-
cidentale della valle, coltivato a vigneti, era
ancora a quei tempi tutto bosco . E noi an-
davamo alcune volte, con sommo piacere, a
passare le lunghe ore per leggere questo o
quell' autore, quando più batteva il sole, e
Don Bosco ce ne lasciava la libertà ; ed al-
cune volte anche con lui a prender fresco
ed alzar cattedra là sotto à quelle piante e
farci scuola . Altre volte si andava pure a
cercar funghi . Sentite . Questa la è propria
nuova di conio . Don Bosco, qualche anno
prima di queste passeggiate, un dì, passate
le tre della sera, ci disse, con aria più amo-
revole del solito, di prendere un cestello per
un' impresa, e che lo seguissimo . Disse poi
rivolto alla mamma, che stava ritta sulla porta
a guardarci : - Stasera non preparate pie-
tanza per cena, perchè ne porterò io una dal
passeggio! -Ci par di vedere quell'ottima vec-
chierella fare spalluccie , e poi con aria di
incredula dire : « Che volete portare voi? Por-
terete doppio appetito e null'altro . Dìo voglia
che non vi capiti male . » E noi intanto all'in-
vito di Don Bosco ci eravamo già mossi, e con
gioia clamorosa domandavamo : « E dove si
va? - Nella valle, » ci dice Don Bosco . E noi
giù a precipizio per la valle . Qualcuno ebbe
per un momento sospetto che si andasse di
nuovo per uva, mentre pure si era già ven-
demmiato . Si vedevano, è vero, già i vigneti
poveri e soli con le foglie omai tutte ingial-
lite ; e quella parola nella valle non ci tolse tut-
tavia ogni illusione . Oh con che gioia si andava
qua e là a sbalzi, a salti, a capriole, precor-
rendo l'arrivo del padre che, more solito, di-
scendeva con calma e tenendo tre, quattro,
cinque nostri compagni per mano, che me-
glio fortunati avevano potuto mettersi più
davvicino . Arrivati perciò al fondo in un
momento, aspettammo un cenno della nostra
guida, per sapere qual ne doveva essere la
direzione .
Stemmo colà quel poco ad attendere, che
Don Bosco arrivasse. Egli aveva sempre
molte cose a dire ai suoi cari figliuoli, molte
memorie a ripetere dei suoi primi anni, e noi
certamente eravamo ben contenti di sentirle
a nostro ammaestramento e piacere . Quando
comparve , ci fe' segno che il sito era poco
distante di là . Dovete sapere che uno o due
giorni prima era piovuto assai, e che i fun-
ghi dovevano essere venuti su a furore .
Dunque alla cerca di funghi . « Ma chi li
conosce? Basta poi che non portiamo a casa
il veleno . Basta . . . » Noi volevamo dire più
altr e cose, ma D . Bosco ci troncò ogni parola
in bocca, e disse : « Venite dove vado io . »
Come avesse preveduto dove veramente sta-
vano i funghi , senza esitare, senza prima
cercare, andò difilato ad un albero di alto
fusto, e poi rivolto a chi portava il cestello
disse : « Non allontanarti . Non si ha che da
prendere . » Lettori, non ischerzo ! Se aveste
veduto ! pareva che ve li avessero piantati
a bella posta, anzi gittati a mucchi per no-
stro giusto divertimento e guadagno . Non si
ebbe che a prendere ; e ce n' erano tanti,
tanti e tanti da riempire il cestello ed un
mantile, che si era portato insieme per pre-
cauzione ; e tutti di ottima qualità . Ce ne
erano dei piccoli, dei mezzani e dei grossi, e
di sì varie specie da consumare i termini
della botanica, se avessimo a chiamarli tutti
col loro nome e cognome . Meravigliati di tale
scoperta, che a noi aveva l' aria di mistero,
e curiosi di saperne qualche cosa, interro-
gammo Don Bosco. Il quale ci disse che sa-
rebbe venuto anche ad occhi chiusi, perchè
li aveva sognati nella notte ! Il fatto è che
la raccolta dei funghi fu copiosa, stragran-
de, e che noi alla sera ce li siamo pap-
pati, ottimamente confezionati dalla mamma,
anch'essa stupita di quella raccolta, simile,
diceva scherzando , alla pesca meravigliosa .
Ora mentre si va e che alcuni ricordano
agli altri il fatto dei funghi e ne segnano il
sito, D . Bosco ci narrava :
« Era l' anno 1849, e riavutomi da quella
malattia, che pareva dovesse essermi mortale,
nel mese di maggio, venni a far in patrìa un
po' di convalescenza . Solo e soletto, quasi
tutti i giorni, dopo mezzodì, ora con un libro,
ora senza , ora accompagnato da qualche a-
mico, faceva qualche corsa a Capriglio . Colà
mi portavano le prime memorie della gio-
ventù . Or ecco che mentre me ne ritornava
una volta verso sera , nell' entrare in quel
viottolo che ora vedete, per discendere nella
valle , mi si fa avanti un uomo di sinistro
aspetto, e con un coltello in mano, mi dice
« O i danari o la vita . » Diceva allora il
breviario, ed alzai appena gli occhi dal libro,
per assicurarmi, se si scherzava o si faceva
sul serio ; « Amico, gli dissi : che cosa volete
che vi dia un povero prete? » E l'assassino mi
soggiunse : - Lei non è povero. O mi dia i
soldi, o che io... - E che faresti tu ? gli
dissi allora . Oh ti riconosco ! Son questi i
proponimenti, son queste le ricompense che
preparavi al povero Don Bosco? - Quel pove-
rino confuso, sbalordito, lasciando cadere il
coltello di mano, mi si gettò ai piedi, pronun-
ziandomi le più amare parole di pentimento .
E chi era costui? Era un infelice che io aveva
conosciuto a Torino nelle carceri senatorie, ove
scontava un po' di pena, e che aveva detto
e ridetto, che, se usciva, avrebbe fatto mira-
coli per non ricadere mai più . Ed ora il primo
miracolo che faceva era di assalire il povero
Don Bosco ! Dunque mi si gettò ai piedi, e
mi disse, che proprio per forza era stato in-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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dotto a quella infame azione : che era uscito
di carcere otto giorni prima, ma che andato
dai suoi non l' avevano voluto ricevere ; che
aveva domandata l'elemosina, ma che la fa-
me... - Disgraziato ! diceva poi tutto di-
sfatto in lacrime . E che mi tocca vedere, a chi
fare minaccie! Mi perdoni, caro Don Bosco,
mi perdoni! Morirò, ma non farò più male ad
una mosca . . . - Prendendolo per mano, gli feci
coraggìo a rialzarsi, ed a farmi compagnia fino a
casa, dove avrei provveduto per i primi bisogni,
se non altro per quella notte . - Dunque, gli
dissi, vieni con me, divideremo insieme un poco
di cena, e poi sarà quello che Dio vorrà -
- Ascolti , disse il povero assassino, (ora
non più tale, ma il convertito), ascolti prima
la mia confessione. Io non mi alzo di qui, se
Ella non mi perdona a nome di Dio questo
enorme peccato, e quegli altri, che ho com-
messo dopo l' ultima volta che mi confessai
a Lei in quel luogo del dolore e delle pene .
-- C' era là sul principio della viuzza una
pietra , gli dissi di andarmela a prendere .
Colà stesso mi sedetti, ed ai miei piedi s'ìn-
ginocchiò quell' uomo pentito, e ciò che sia
allora succeduto lo sa Dio, lo sanno gli An-
geli e lo seppe Don Bosco, che vorrebbe a-
vere pentimento de' suoi peccati , come ne
dimostrava quell'infelice .
La notte intanto erasi avanzata, senza es-
sercene accorti, ed io in compagnia di quel-
lo strano uomo, arrivava a casa, aspettato
già con qualche inquietudine . Quando mio
fratello Giuseppe mi vide, non mancò di
dirmi : - Oh Don Bosco, era tempo che ci
venissi a togliere la paura di qualche male!
- Ma quando si accorse di quell'ombra oscura
che veniva dietro di me, e lo riconobbe per
il famoso commettimale che era, si prese an-
cor pena maggiore . - Ti insultò forse quel
disgraziato ? - No, gli diceva io, anzi voglio
che lo trattiamo bene . È mio amico . - Ma
bravo, ma bene, ma ottimamente ! Non sai
chi è ? - Ed io : - Appunto perchè so
chi è , che ti dico che ha bisogno della
nostra carità . - E così dicendo, mi rivolsi
al convertito che se ne stava a molta di-
stanza, con la testa a terra, con le mani ser-
rate insieme, e con la mente chi sa in quale
tempesta . Entrò in casa, sedette a tavola, e
per quante istanze gli facessi io e quella
perla di mio fratello Giuseppe, non av-
venne che egli s' inducesse a mangiare .
Non fece che gemere e singhiozzare , pren-
dere la mano di Don Bosco a baciarmela e
ringraziarmi della carità che gli usava . Fu
tanta l'angoscia che provò, il pentimento che
discese al suo cuore, che in tutta quella notte
non potè prendere alcun riposo . »
Don Bosco ci diceva che questo povero con-
vertito, per opera sua era stato riammesso nella
benevolenza della famiglia, e che tra i suoi passò
ancora breve tempo, finchè con i segni della
più sincera contrizione, moriva parlando di
D . Bosco come del suo più grande benefattore.
Oh valle di Capriglio ! quante pietose isto-
rie ci ricordi ! Ascoltavamo questo racconto con
l'anima innamorata di carità, e pensando alla
conversione del povero assassino, guardavamo
là per quella via e cercavamo con curiosità
quei siti, quella pietra, dove ci immagina-
vamo che Don Bosco fosse stato aggredito,
e dove poi vide inginocchiato davanti a sè
il lupo diventato agnello, e con giovanile
compiacenza lo mostravamo agli altri nostri
compagni, al pari di noi meravigliati delle
sorprese capitate al nostro buon Padre .
(Continua) .
IL DUCA D'AOSTA .
Questo buon Principe di Casa Savoia, che
nell' età di 45 anni lascia la vita con ras-
segnazione ammirabile, e compie i doveri
religiosi del cristiano con esemplare esattezza,
merita pur un cenno nel nostro Bollettino .
La sua morte ha destato un compianto
generale anche tra il popolo, che lo soleva
vedere in ogni pubblica occasione o di lutto
o di festa . Noi ricordiamo come nel 1865,
quando si trattava di mettere la pietra fon-
damentale della nostra Chiesa di Maria Au-
siliatrice, accettasse ben volentieri l' invito
che gli fece D . Bosco, e come quel giorno
stesse con noi molto tempo, prendendo vivo
interesse dell'opera degli Oratorii e lasciando
nel partìre una graziosa offerta . Da quel dì
Egli fu considerato nostro Cooperatore, e
più d'una volta aiutò giovanetti che si rac-
comandavano alla sua carità per secondare
la loro vocazione religiosa .
In mezzo agli splendori del trono, alle
divagazioni del secolo, Egli sapeva trovar
tempo e modo per compiere i doveri reli-
giosi . A Torino, fra le altre cose, si sapeva
con quanta esattezza usava alla Messa festiva
nella sua parrocchia . E l'anno scorso (1889)
mentre presiedeva alle grandi manovre di
Cavalleria, di cui era Ispettore generale,
ogni festa, accompagnato da splendido Stato
Maggiore, provvedeva di poter andare alla
Messa con edificazione generale del nostro
popolo di Lombardia . Quando la morte lo
venne a colpire, Egli non aspettò di rice-
vere i Sacramenti troppo tardi, ma quando.
s'accorse della gravità del male, da sè li
chiamò e li ebbe con serenità e divozione
dall'ordinario suo Confessore il P . Caracciolo
dell' Oratorio di S . Filippo .
Gli ultimi suoi momenti furono consolati
dalla presenza di S . Em . il Card Alìmonda
nostro Arcivescovo, dal Re Umberto suo
fratello, venuto rapidamente da Roma, dalla
sua Sposa la Principessa Letizia, dalla so-
rella la Principessa Clotilde, e dai figli
Emmanuele Filiberto e Vittorio Emmanuele .

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Questa sventura fu grande, specialmente
per Torino, di, cui il Principe era il primo
cittadino, alla cui generosità nessuna pub-
blica o privata calamità si faceva mai ri-
corso invano .
Era nato a Torino addì 30 maggio 1845,
e morì il 18 gennaio 1890 .
Lo raccomandiamo alle preghiere dei nostri
Cooperatori e Cooperatrici .
BIBLIOGRAFIA
Collana di Letture Drammatiche .
Esce un volumetto ogni mese .
All' anno L. 4.00 - Estero (Unione Postale) L . 5.00
Uno dei consigli che il nostro sempre
amato D . Bosco soleva più frequentemente
dare ai suoi cari giovanetti era che stessero
allegri, e a questo scopo voleva che nelle
sue Case vi rosse anche il Teatrino, il quale
servisse a rallegrarli e nel medesimo tempo
riuscisse per loro una scuola di cristiana e-
ducazione . Ad ottenere più facilmente e con
maggior sicurezza questo fine, Egli racco-
mandava che fra le nostre pubblicazioni
non dovesse mancare una collezione di Let-
ture Drammatiche adatte specialmente agli
Istituti di educazione . Incominciata nel 1885
questa pubblicazione mensile, trovò il gene-
rale aggradimento, e ben presto venne in
tanto favore da essere largamente encomiata
dalla stampa, non che da esimii scrittori
e provetti educatori, fra cui ci piace qui
ricordare il R . P. Rondina della C . di G .,
il quale non è gran tempo ci scriveva queste
parole : « Quest'opera de' Salesiani, raccoman-
data dal santo lor Fondatore, è di tanta gloria
a Dio ed utile alla gioventù che io mi reche-
rei a coscienza di non cooperarvi in qualche
modo per quel pochissimo ch' io posso...
Fo caldi voti pel buon successo di quest'aposto-
lica opera . E noi raccomandiamo queste Let-
ture Drammatiche anche ai nostri buoni Coope-
ratori, e ai Superiori e alle Superiore degli Isti-
tuti educativi, specialmente in questo tempo
del carnevale, persuasi che in esse troveranno
di che utilmente ricreare alunni ed alunne .
Elenco dei Cooperatori defunti nel Dicembre 1889 e nel Gennaio 1890.
S. A. R. Il Principe Amedeo di Savoia Duca D'Aosta - (Torino) .
1 Acquadro Rosa di Antonio Vicheri
- Pralungo (Novara) .
2 Adarni Annunziata - S . Pietro In-
cariano (Veronal .
3 Adobrati Pietro - Bergamo .
4 Aiello D . Francesco -Maria vicario
foraneo - S . Giovanni di Galermo
(Catania) .
5 Aimerito Ernesta - Torino .
6 Albano D . Pasquale - Salerno-
7 Albera D. Luigi - Finalmarina (Ge-
n. ova)
8 Altare D. Sebastiano - Dogliani
(Cuneo) .
9 Andreucci D. Cristoforo rettore -
Longiano (Forlìì .
10 Annibali D . Giov . Batt . canonico
arcipr. - Roma.
11 Arcasio damigella Luigia - Casale
Monferrato (Alessandria) .
12 Azimouti Annetta - Torino.
13 Baio D . Giuseppe - Schio (Vicenza) .
14 Balbi D . Giovanni teologo - Torino .
15 Balladoro contessa Teresa - Verona .
16 Barbero Maria fu Giovanni - Mmr-
ticello d'Alba (Cuneo) .
17 Beccari D . Luigi arciprete - Pos-
sagno (Treviso) .
18 Bellia Antonio capo mastro Petti-
nengo (Novara) .
19 Benedolo Francesco di Giovanni -
.Alice Belcolle (Alessandria).
20 Bergodi D . Giuseppe - Bracciano
(. Roma)
21 Bizzarini D . Giovanni canonico -
Feltro (Belluno) .
22 Boido Margherita di Lorenzo - A-
lice Belcolle (Alessandria) .
23 Brenna Ferdinando - Birago (Mi-
lano) .
24 Brianza D . Domenico prevosto -
Lodi (Milano) .
25 Bruno Luigia nata Carbonero - Pios-
sasco (Torino) .
26 Buscaglia D . Giovanni Battista -
Castellazzo Bormida (Alessandria) .
27 Caddeo D . Antonio parroco - Sini
(Cagliari) .
28 Cagnani D. Giuseppe arciprete -
Dovadola (Forlì) .
29 Castino Costanza - Mombercelli (A-
lessandria) .
30 Cavalli Rosa - Monte di Valenza
(Alessandria) .
31 Ciancia Maurizio - Torino.
32 Clerici D . Giov. Batt. parr . - Cos-
sano Belbo (Cuneo) .
33 Cremonesi Catterina nata Zibetti -
Cremona.
34 Crotti di Costigliole contessa Clelia
nata d'Emarese - Bairo (Tori-
no) .
35 D'Aste D . Pietro - Strappa (Ge-
nova) .
36 De Carli Maria - Ventimiglia -
(Porto Maurizio) .
37 De Giovine Alfonso - Lacera (Fog-
gia) .
38 De Lizzi D. Isidoro prof. Seminario
- Troia (Foggia) .
39 Dellavalle Cesarina - Casale Monf.
(Alessandria) .
40 Del Vecchio Mons. Giovanni vicario
capitolare, cameriere di S . S . - No-
vara.
41 Dotti Pietro - Rocca S . Casciano
(Firenze) .
42 Fabre Nicola maestro - Torino.
43 Fadda Francesco negoziante - Ter-
ralba (Cagliari) .
44 Falco D. Bartolomeo prevosto -
Pramollo (Torino) .
45 Fino Margherita nata Carignano -
Torino .
46 Flora Luigi - Camaiore (Lucca) .
47 Fogliani D . Giovanni - Como .
48 Fugazza Domenico - Creta (Piacen-
za) .
49 Galizzi Paolina - Bergamo .
50 Garrone D . Lorenzo cali . - Alessan-
dria.
51 Giussani D . Enrico - Mondinari
(Cremona) .
52 Guglielmi Lorenzo - Vallebona (Por.
tomaurizio) .
53 Iacopczi D . Serafino - Palicà (Fi-
renze) .
54 Lorubara Teresa - . Torino .
55 Longa-Pagani Giovaunina - Broni
(Paria) .
56 LumelloMaddalena -Rufúa(Cuneo) .
57 Macchi contessa Maddalena vedova
Zampi - Viterbo (Roma) .
58 Maiocchi Carlo - Lodi (Milano) .
59 Marchetti D . Tornino - Castelnuovo
di Porto Morlupo (Roma) .
60 Mardegan D . Gio Batt. - Trovi
guano (Venezia) .
61 Marini D . Giacobbe parroco - Pie-
tramurata (Austria) .
62 Mengoi Angelica - S. Pietro Inca-
rtano (Verona) .
63 Montegasi D . Giovanni - Castellaro
Arcelli (Piacenza).
64 Nasi Carolina vedova Chiora - To-
rino .
65 Nobile Luigi - Milano .
66 Paganini Pagano prof . - Pisa .
67 Palmas D . Giovanni vicario - Sola.
russa (Cagliari) .
Con permesso dell'Autorità ecclesiastica - Gerente -MATTEO GHIGLIONE - Torino, 1839 - Tip . Salesiana .