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DI VEGLIA IN VEGLIA
STUDI ED IMPRESSIONI
DEL
Canonico FORTUNATO VINELLI
L'n vol . in-16 gr. di pag . ix-500
(E) L . 2 50
In quest'altra sua opera il Can .° Vinelli si mostra veramente valoroso ed erudito scrittore .
In tredici capitoli si hanno trattazioni religiose, politiche, economiche, didascaliche, morali con-
dotte con tanta spigliatezza e leggiadria, e qui e là condite di arguzie così saporite che è un
gusto imprenderne e seguitarne la lettura. E noi non sapremmo meglio raccomandarla che riferendo
parte della preziosa lettera che il Card . Alimonda inviava all'autore, e fu stampata in franto al
volume .
«Mi piace tanto il disegno del nuovo libro che pubblicate . Vedo che vi siete messe nella mo-
dernità fino ai capelli ; volete proprio favellare coi vostri coetanei, e per andare loro a versi ne
pigliate i modi, le fattezze, il gnsto, l'abito e sin i gingilli Descrivo l'apparenza che presenta
il nuovo libro a giudicarne dai suoi capitoli . Buon però che sotto le parvenze leggiadre, voi,
uomo di pensamento sano e vecchio, sapete andar sotto e spaziare addentro alle cose, rintrac-
c'ando il male nelle sue origini e nei suoi presenti scoppii, sapete sotto i fiori trovare il serpente
e schiacciarlo col calcagno del bravo raziocinio e della religiosa fede . E qui sta la differenza
massima eho rende il vostro volume ben diverso dai romanzi onde i letteratelli di oggidì presu-
meno a nomea di scrittori nuovi, impareggiabili, unici : unici davvero ncl mettere sulla carta gran
fogliame, e lasciare gli animi o privi-di vital nutrimento, o attossicati dalle pestifere erbe .
Dio benedica al vostro valore! »

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OPERE SCOLASTICHE RACCOMANDATE
PICCOLA GEOMETRIA per le scuole secondarie, a norma dei programmi governativi . Testo e fi-
gure separata, del Prof. CI . Bretto ; 2' ed iz ., 1 vol . in-16° gr . di pag .xxxlrr-133 (E) L . 1 60
Legato in mezza tela
(D) „ 2 00
Sotto il modesto titolo di Piccola Geometria per le scuole secondarie sere una delle più adatto non solo per le classi alle quali è direttoe
l'egregio professore Clemente Eretto, sacerdote Salesiano, ha pubblicato ma ancora e specialmente poi Seminari e simili istituti di educaziond .
un eccellente trattato di detta scienza . Quantunque il chiarissimo Au-
E la r gione si è che con tal volume i chierici, senza impiegare le,
tare si rivolga particolarmente agli allievi delle classi ginnasiali, tec- tempo che devono ad altri studi, possono acquistare tutte quelle co-
niche e normali, tuttavia noi crediamo che il suo lavoro possa servire gnizioni di Geometria elio si richiedono per gìi esami a cui essi aspi-
per ben altri ancora, poichè con finissimo discernimento e senza troppo rassero, e quel che è più, formarsi a quel sodo, ordinato e conciso ri-
perdersi in particolari egli mirò a due essenzialissime cose, ad avvez- gionamento, a cui tende particolarmente il corso filosofico di prepara-
zare cioè i giovani alunni ad essere sodi nel ragionare, e spediti nelle zione alle teologiche discipline . Ben di cuore quindi raccomandiamo ai,
pratiche osservazioni ; e raggiunse davvero il suo scopo . come ne fanno rettori dei Venerandi Seminari l'opera del chiar .m o professore Clemente
fede i tanti elio già adottarono il suo libro . In mezzo a tante opere di Bretto, sicuro di fare ai loro chierici un vero servigio .
simil genere noi crediamo che quella del chiar .mo Salesiano possa ee-
TITI LIVII PATAVINI Historiarum libri XXIII . XXIV, XXV . Testo con introduzione e
note del Sac . Dott . Carlo M . Baratta . Un volume in-16° di circa 300 pagine con 6
analoghe carte geografiche . (SEL . 43)
(E) » 1 50
Volendo aggiungersi al libro delle storie di Livio, elio già uscirono anche nel resto perchè ci manca gran parte dell'opera dello storico
nei Classici pagani edili dalla Tipografia Salesiana, qualche altra parte, greco . Dovrei qui ripetere a proposito di questi tre libri, quel che ho
mi è sembrato di dover dare la preferenza a questi tre libri della terza detto di sopra parlando dei pregi di tutta l'opera . Osserverò solo che
deva, in seguito ai due primi già pubblicati, perchè di tutta l'opera con molto maggior ragione tutto quello devesi applicare a questa deca, .
questa è certamente la più perfetta . In questi tre libri si comprende che come nella storia di Roma ricorda il punto pur glorioso, così anche
dalla storia della seconda guerra punica tutto il tratto che corre dalla nell'opera di Livio è certamente la parte più splendida .
battaglia di Canne fino alla presa di Capua per parte dei Romani . Nel Poi testo ho seguito la recensione del Drakenborch, adottando tut-
principio del libro XXIII abbiamo sempre dinnanzi Annibale come il tavia non poche varianti proposte del Weissemborn, ogniqualvolta mi
personaggio principale del dramma ; ma a poco a poco si perde di vista parvero presentare un senso più chiaro e compiuto . Quanto alle note
ed in quella vece apparisce nuovamente tutta l'azione di Roma . Vi è ho creduto bene omettere affatto la parte critica del testo che suol riu-
narrata la defezione di Capua, le prime vittorie di C . Claudio Mar- scire in pratica di nessuna utilità ai giovani, poi quali è stato fatto
ceno, l'alleanza di Filippo di Macedonia con Annibale, e le vittorie questo commento . Invece ho procurato di abbondare nella parte gram-
degli Scipioni nelle Spegne . Il libro XXIV è quasi tutto occupato nel maticale, valendomi per questo soprattutto degli studi del Madvig, e
racconto della defezione di Siracusa e d'altre vittorie ottenute dai Ro- di fornire insieme tutte quelle cognizioni di storia e di archeologia, .
mani nella Spagna . Nel XXV infine abbiamo la presa di Taranto per o- che potessero essere utili all'interpretazione dell'autore . Ho voluto iu-
pera di Annibale, la caduta di Siracusa in potere dei Romani, la morte fine aggiungere alcune carte geografiche dei luoghi ove avvennero i,
degli Scipioni nelle Spagne coll'episodio di C . Marcio . Nel racconto fatti principali esposti in questi tre libri, ritenendo elio potranno
delle cose di Siracusa e di Taranto si vede chiaramente che Livio a- non poco aiutare i giovani a formarsi un'idea chiara ed esatta degli
veva dinnanzi Polibio ; non possiamo dire se e quanto l'abbia seguito avvenimenti .
(Dail'Irlrodaczione) .
EPITOME IIISTORIAE ECCLESIASTICAE a Ioanne Bosco Sac. conscriptum . In latihum ser-
monem convertit I . B . Francesia Sac . polit . litt . doctor. In-16° piccolo, più di circa
350 pagine (L . C . S . 10)
(E) » 1 50
IL SOGNO 11 SCIPIONE di Marco Tullio Cicerone, commentato da Clemente Vignali . In-16°
di p ag. S O circa (Set . 44)
(E) » 0 40
OVIDII P . NASONIS (ex libris) fastorum et tristium con note 'italiane del Sac . Dott . G . B .
Francesia. In-16° di pag . 150 circa (Se] . 45)
(E) » 0 70
ANACREONTE Scelta di odi purgate ed annotate ad uso dei ginnasi dal prof. G . Carino .
In-16' gr . di pag . 32
(E) » 0 40
OVIDII P . NASONIS, Metamorphoseon Fabulae selectae et expurgatae in usum scholarum .
In-16° di circa 150 pag
(E) » 0 70
AENEIS VIRGILII MARONIS ex recensione Chr . Gotti . Heylle . Variis lectionibus instruxit
atque adnotationibus illustravit Vincentius Lanfranchius . Libri tres priores . In-16° di
pagine 72 . (Set . 40)
(E) » 0 50
Reliqui libri novem (Set . 42)
(E) » 2 00
VOCABOLARIO ITALIANO-GRECO e GRECO-ITALIANO, 3° edizione riveduta . Due vol . in-4
pice . di pag . 728-1522 . Vol . 1 ° italiano-greco
(E) n 6 00
Legato
(D) „ 7 50
Vol . 2° greco italiano
(E) C
.
.
.
.
e
.
8 00
Legato . . . o e o e . . . (D)
9 50

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ANNO XIII - N. 11.
Esce una volta al mese .
NOVEMBRE 1889
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO - Nuova partenza di Missionarii Salesiani
- Stringiamo amicizia con le Anime del Purgatorio
- Ancor un pensiero ai nostri morti - Notizie dei
nostri Missionarii : dall' Uruguay, dalla Patagonia e
dal Brasile. - Parole del Teol . Felice Reviglio per
l'inaugurazione della lapide ai Becchi - Passeggiate
(Periodo II) - Paolina Occelletti - Bibliografia -
- Avviso - Cooperatori defunti .
Rua annunzierà ai nostri Cooperatori
e alle nostre Cooperatrici lo scopo di
questa spedizione e farà appello alla
loro esperimentata carità.
STRINGIAMO AMICIZIA
NUOVA PARTENZA
con le Anime del Purgatorio
DI MISSIONARII SALESIANI
La pietà cristiana è stata industriosa in
questa seconda parte del secolo che corre,
Per assecondare i desiderii del Santo per togliere le anime nostre dalle bassezze
terrene e sollevarle ad assaporare le gioie
Padre Leone XIII, e per soddisfare del paradiso . Ogni mese ha la sua divozione
alle pressanti richieste dei nostri Con- particolare, ed il mese di novembre ha que-
sto di proprio che, col pensiero delle anime
fratelli Missionarii dell'America del del Purgatorio, fa sì che i viventi adattino
la loro vita in modo da liberare il maggior
Sud, in novembre o al più tardi nel numero possibile di quelle sante prigioniere,
dicembrqust'anovràlgua
ed assicurarsi di evitare quel luogo di in-
credibili dolori .
nuova spedizione di Salesiani in quelle È vero che la memoria de' morti è cara
presso tutti i popoli, e che, anche nei nostri
regioni . Una circolare di D . Michele tempi, sebben molti si mostrino indifferenti,

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tuttavia non si può a cuor leggiero dimen-
ticare i nostri trapassati . Si pensa con am-
mirazione come i selvaggi del Perù s'ingi-
nocchiarono ai piedi degli Europei più sel-
vaggi di loro, che aprivano le tombe degli
Incas, gridando : Non scomponete queste ossa,
che mi giorno risorgeranno . Le tribù nomadi
di America portano seco gli avanzi de' loro
antenati .
Pare che così il Signore disponga che quei
lontani popoli vengano a condannare tanti
nostri fratelli, che non hanno pietà per gli
estinti , e che mentre questi navigano in
un mar di tormenti, essi non pensano che a
darsi bel tempo . Noi non esaminiamo questo
vituperevole spettacolo ; non ci accenderemo
di sdegno contro quelli che ne sono gli au-
tori, ma toccheremo dei motivi che abbiamo
di legarci con le anime dei trapassati coi
vincoli di un'amicizia sempre più stretta e
tenace .
La Beata Margherita Alacoque coltivava
quest'amicizia in modo tutto speciale ., e le
prigioniere del Purgatorio soleva chiamare
le sue amiche penanti . Davide, quantunque
re, si lamentava di essere troppo dimenti-
cato, ed esprimeva il suo dolore con queste
mestissime parole : Oblivioni datus sum, tam-
quam mortuus a corde : sono morto per il
cuore di molti, e caduto già nella dimenti-
canza . Quanto più hanno da ripetere questo
lamento le anime dei morti . Eppure della
loro amicizia non potremmo farne a meno .
Le anime del Purgatorio sono legate con
noi per tanti motivi . Abbiamo in quella pri-
gione parenti, amici, benefattori ... E poi
non ci appartengono tutte in Gesù? La re--
ligione non forma di tutti una sola famiglia?
Non siamo tutti fratelli? Il divin Maestro
ci ha raccomandato di volerci bene ed es-
sere tutti una cosa sola, com'Egli è una cosa
sola col Padre . E la Chiesa , madre e mae-
stra, dopo aver festeggiato i Santi che go
dono tra gli splendori del Paradiso, volge
un pensiero a' cari figli esulanti ancora da
quella fortunata patria, ed invita i viventi
col pensiero a' loro fratelli morti , di suffra-
garne le colpe e di ottenere loro di poter
presto andare fra le beate genti . E noi pos-
siamo farne a meno dell'amicizia del Purga-
torio? Lasciando essi il mondo , non cessa-
rono di essere i nostri fratelli . Le lacrime
di Gesù sulla tomba di Lazzaro, in Gerusa-
lemme, come sono pietose ! E noi non ci
commuoveremo a pietà verso i nostri poveri
defunti
È questa, un'amicizia che ci fa onore in-
sieme e ci giova . Le anime del Purgatorio,
a motivo della loro santità, sono così grandi,
che ogni grandezza umana è un atomo da-
vanti a loro . Esse sono le spose di Gesù, di
cui Gesù è affezionatissimo, e se le purifica
nelle fiamme di quel carcere, è per renderle
degne della divina sua presenza . E se gli
uomini ci pensassero un poco che , amando
le anime, mostrano affetto a Gesù , quante
vane e fatali e ignominiose amicizie abban-
donerebbero e come tutti stringerebbero le
più intime relazioni con le nobili spose di
Gesù
Di più, è un'amicizia che ci giova . Gene-
ralmente l'interesse è la molla più potente
delle azioni umane . Anche cercando il pro-
prio interesse, bisognerebbe che gli uomini
fossero amici delle anime del Purgatorio .
L'aiuto scambievole è il fondamento dell'a-
micizia di quaggiù . Questo aiuto lo abbiamo
nell'amicizia de' fedeli defunti . È più quello
che riceviamo, che quello che diamo ; perchè
Dio non può non essere prodigo de' suoi fa-
vori a nostro riguardo, quando vede che noi
sappiamo ben coltivare l'amicizia con le
anime sante . Pietosa immagine del bisogno di
quelle anime e di ciò che possiamo fare noi,
l'abbiamo nei due ciechi di Gerico . Sentendo
che passava Gesù, acclamato dalle turbe,
cominciarono anch'essi a gridare : « Signore,
abbiate misericordia di noi . » La gente vo-
leva che si chetassero , ed essi invece gri-
davan più forte . Gesù li chiamò, e domandò
ad essi : « Che volete che io vi faccia? »
Risposero : « Vogliamo che si aprano i no-
stri occhi . » Gesù ebbe compassione di loro :
toccò le loro pupille, e subito videro e si
posero a seguirlo . Le anime del Purgatorio
non vedono ancora la faccia di Dio , e si
raccomandano a noi, perchè presto tramonti
tanta loro disgrazia . E noi possiamo con fa-
cilità . Si procuri solo che la nostra pietà per
esse non sia sterile : cioè preghiere e non
solamente lacrime . Non ostentazione, fasto,
esteriorità, duolo . . . questa sarebbe pietà pa-
gana e non degna di cristiani . S . Paolo si
raccomanda che il nostro dolore per i morti
non sia come quello di coloro che spem non
habent . Uniamo i nostri suffragi alle loro
pene e procuriamo che siano fatti con me-
rito, cioè in grazia di Dio . Siamo gli amba-
sciatori di quegli infelici, e dobbiamo essere
accetti al Sovrano che trova macchie ne' suoi
angeli . Quindi fra tutti i mezzi più efficaci
e sicuri è il sacrifizio della santa Messa e la
santa Comunione .
La venerata memoria di Don Bosco voleva
sempre che i suoi orfanelli così suffragassero le
anime de' loro benefattori, ed in tutte le sue
Case si continua la pia tradizione; e ci giova
sperare che tante anime di chi ci aiuta a
continuare l'opera che ci fu trasmessa tro-
verai continuo refrigerio nelle preghiere dei
nostri orfanelli da loro beneficati .

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ANCOR UN PENSIERO AI NOSTRI MORTI
Miseremini mei, miseremini mei saltem vos
amici mei . Ecco il grido pietoso tramandato
dai nostri cari, la cui vita fu mietuta dall'i-
nesorabile falce di morte, or fa pochi mesi,
un anno, un lustro : ecco il mesto suono, che
no fanno udire in questi dì consacrati alla
loro dolce memoria . E chi al loro lamento
sentirà intumidirsi le pupille di pianto? Chi?
Forse l'ateo? Non già, chè nel suo cuor di
selce, come non alligna un affetto verso al
suo Creatore, di cui calpesta l'esistenza, così
non vi spira un filo di pietà pe' suoi trapas-
sati . Forse il materialista? Nemmeno, avve-
gnachè per lui anima e corpo sono tutto un
involucro, un impasto, e quindi il suo pen-
siero non trasvola sulle pure regioni di una
vita oltremondana . Il deista ? Parimenti no,
giacchè questi ideando una divinità muta e
sorda ai clamori della nostra indigenza, non
può cedere alla gravezza della sua angoscia
fino a curvarsi sul gelido sasso che rinserra
le spoglie dell'estinto per sussurrarvi una
preghiera . Chi dunque sentirà scorrere la
lagrima del dolore sulla pallida guancia, nel
tratto istesso che un'aura di speranza, aleg-
giandogli intorno al seno, fa provargli l'im-
perioso bisogno di arrestarsi a quel supplice
lamento : miseremini mei ? Il cristiano, il cre-
dente cattolico, quegli che assorbì colla sem-
plicità del fanciullo il latte delle dottrine
rivelate . Oh ! tu dunque che alberghi in
petto un cuore tutto pietà e tenerezza pei
miseri defunti in virtù delle celesti massime,
di che hai fatto tesoro, sospendi l'andare e
piega l'udito al gemito dell'afflitto, che esce
dalla tomba coronata di viole e di giacinti .
Egli addimanda non già la profusione di
luccicanti monete, non già il sacrifizio di ri-
gide austerità, non il peso di moltiplicate
preghiere ; bensì un obolo deposto all'ara del
santuario, un frusto di pane lasciato in mano
al poverello, un sacro affetto innalzato a
Dio nell'angolo domestico . E tu lo negherai?
Vedi come tutto ti richiami al pensiero i
mesti uffici, cui devi adempiere in questo
tempo a pro di quelli che furono travolti tra
le funeste caligini di morte . Il giorno che a
gran passi si affretta al suo tramonto, la
pianta avvizzita che da un leggier sibilo
d'aura scossa si disfronda, l'augelletto che
dimentica il suo gorgheggio, il cielo che di
sovente vela il suo sereno d'un nubiloso in-
gombro, tutto ridesta alla memoria la dolce
epoca da consacrarsi al suffragio dei poveri
morti . Ah ! sì dunque, fratello, commise-
riamo altamente i diletti estinti, che la-
sciammo piangendo sui confini dell'eternità,
e in questo tempo abbiam cura di dedicare
almeno quel poco d'ora che possiamo age-
volmente sottrarre ai giornalieri travagli,
alla loro rimembranza . Il tempo, che sulle
sue infatigabili ruote passò rapidamente con
la velocità del lampo, seco trascinando per
l'interminabile sentiero fanciulli, garzoncelli,
giovanette, adulti, vecchi, ben presto ne' suoi
vortici ruinosi trasporterà anche noi ad es-
sere frammischiati nell'immensa turba de'
trapassati, e da quelle cupe regioni in voce
di pianto grideremo anche noi col desolato
Giobbe : M iseremini mei saltem vos amici mei .
Ora chi non si risovviene del salutare am-
monimento improntato entro le carte de' sacri
volumi : Beati misericordes, quoniam ipsi mi-
sericordiam consequentur ? Quella bilancia
dunque che fino all'ultimo quadrante con-
trappesò le opere de' nostri congiunti rapiti
alla seconda vita, sta pur tuttavolta librata
in pugno all'Onniveggente . Lassi a noi, se
sarà trovata minus reddens all'ora dell'e-
strema partita, voglio dire, se poco inchine-
voli alla voce della pietà pei defunti, non
saremo stati ad essi larghi di soccorso . In
allora mireremo il divin Giudice in sem-
biante corrucciato, e l'udiremo con severo
tuono gridarci all'orecchio : Non ergo opor-
tuit et te misereri conservi tui ? Non fa-
ceva egli di mestieri che tu pure ti piegassi
a compassione verso il fratel tuo?
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARII
Dall' Uruguay.
REV .MO E CAR .MO PADRE,
Montevideo, 14 aprile 1889 .
So che il signor Ispettore D . Lasagna già
le ha scritto del nuovo Collegio aperto ulti-
mamente nella città di Montevideo . Tocca
ora a me dirle qualche cosa sull'andamento
dello stesso .
Presentemente non abbiamo che le scuole
elementari e l'Oratorio festivo . I giovani, che
frequentano questo, superano già i 100, e
speriamo che aumenteranno fra breve tempo .
Però essendo noi Salesiani di questa novella
Casa soli quattro, due preti e due chierici,
siamo coadiuvati ogni domenica da otto o
dieci giovanotti dai 18 ai 25 anni apparte-
nenti alla Società degli Oratorii festivi . In
tutto seguiamo il Regolamento fatto dal no-
stro caro Padre Don Bosco di s . m . Il frutto
che si ricava da questo Oratorio pare che
sia non poco .
Le nostre scuole diurne sono frequentate
al momento da 112 giovanetti appartenenti

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a famiglie agiate, e si sta fabbricando un
gran salone per aprire una scuola gratuita .
Quando ella leggerà questa mia, detta scuola
funzionerà già almeno con 150 ragazzi, e
tutti de la calle, come qui si dice .
Desidererà sapere di che mezzi disponiamo
per vivere . Non so se il signor Ispettore le
avrà detto che fummo chiamati da una so-
cietà di signore, che da più di un anno la-
vorava cercando danari per aprire un Col-
legio buono .
La Commissione di queste signore non si
sciolse ancora , anzi lavora indefessamente
per noi, e cerca un terreno e danari per
aprire quanto prima un Collegio di arti e
mestieri, il cui titolo dev'essere Talleres Sa-
lesianos del Sagrado Corazòn de Jesus . Le
posso assicurare che non m'avrei mai imma-
ginato che la nostra Congregazione godesse
tanta simpatia in Montevideo . Non ci cono-
scevano . Il clero è nostro amico e ci aiuta .
Le cose nostre qui cambiarono faccia . Don
Bosco deve aver lavorato molto .
Ieri si formò un'altra Commissione di si-
gnore per far venire le nostre Suore a Mon-
tevideo . Ciò che fece coi Salesiani la prima
Comm issione, farà questa seconda per le Fi-
glie di Maria Ausiliatrice . Deo gratias .
Padre carissimo, voglia benedire la nostra
Casa, i nostri sudori , i nostri giovanetti ,
ma specialmente noi suoi affezionatissimi
figli .
Le bacio la mano coi miei confratelli .
Della S . V . R .ma
Ubb . figlio
Sac . G . GAMBA .
Dalla Patagonia.
MOLTO REV . SIG . D . RUA,
Patagones, 6 maggio 1889 .
Le mando una breve relazione, che con
tutta comodità mi sono preparata , intorno
alla festa fattasi in Chos-Malal per l'inau-
gurazione della nuova chiesa di N . S . del
Carmine .
Anzitutto le faccio osservare che, sebbene
per somma necessità si abbia dovuto cele-
brare la Messa in detta chiesa alcune dome-
niche prima (1), la sacra cerimonia della
benedizione non ebbe luogo che il giorno
8 dicembre dell'anno 1888 .
In quel giorno, consacrato alla più pura
delle Vergini, all'Immacolata Concezione di
Maria, si benediceva la chiesa, che ci costò
(1) Vedi il numero di giugno u . s .
un anno di durì sacrifizi, dedicandola alla
B . V . del Carmine . La sacra cerimonia fu
accompagnata ed assistita da un discreto
numero di buoni cristiani, venuti a cavallo
per 10, 15 ed anche 20 leghe di distanza
da luoghi montagnosi per onorare Maria e
prendere parte ad una funzione sì bella e sì
straordinaria in quel punto .
Debbo saperne grado ad alcune buone si-
gnore, le quali giorni prima si unirono e s'in-
caricarono di ornare la chiesa il meglio che
potessero . Esse raccolsero dal vicinato quanto
lor venne fatto di trovare in quadri, tappeti,
candelieri, vasi, ecc ., e facendo poi dei fioroni,
collocarono ogni cosa al suo posto con buon
ordine e gusto . Siccome non avevamo nè
musici nè organista, un gruppo di giova-
nette prepararono alcuni cantici sacri, che
seppero poi eseguire con buona armonia e
grande soddisfazione di quel divoto uditorio .
Il signor colonnello Olascoaga, governatore
del territorio del Neuquen, volendo dare
maggior solennità alla festa, servì egli da
padrino nella cerimonia ed una delle sue
figlie fece da madrina . L'umile scrivente
ebbe l'onore di fare da celebrante e D . Pa-
naro vi assisteva vestito in cotta . Compiu-
tasi la benedizione della chiesa secondo le
prescrizioni del Rituale, si celebrò la santa
Messa .
Quantunque la chiesa riboccasse di gente,
regnava un sommo silenzio, e mentre quei
buoni cristiani pieni di fede adoravano sul-
l'altare Gesù Cristo, Verbo Incarnato, ne
contemplavano in un bel quadro la Vergine
Madre venerata sotto il titolo del Carmine,
dipinta bellamente e con somma grazia . Mi
pareva leggere sulla fronte di ciascuno l'al-
legrezza di cui ridondava il cuore . Pove-
retti ! era la prima, volta che, dopo anni ed
anni , udivano i dolci cantici della Chiesa ,
ed assistevano al santo Sacrifizio incruento
della croce, in quello stesso luogo, dove per
più secoli risuonarono le strida sgangherate
dei selvaggi, adoratori del demonio, in luogo
del vero Dio, a cui forse offerivano vittime
umane .
Finita la Messa, feci un breve discorso,
in cui dimostrai sommariamente i vantaggi
della nostra santa Religione, che dissipa le
dense tenebre dell'errore e del vizio . Ma
perchè essa consegua il suo fine, che è di
rigenerare le nazioni, è necessario per parte
nostra la docilità : Beati qui audiunt verbunt
Dei et custodiunt illud .
Si terminò la funzione al mezzodì . Mentre
se ne usciva la gente, alcune signore sta-
vano alla porta dimandando limosina per la
chiesa . Il signor Governatore in quest'occa-
sione volle egli pure fare la sua offerta . La
gente si ritira ; ma dove va? Alberghi non
ve ne sono, case comode neppure : una doz-
zina sola se ne trova in miserabile stato . La
casa parrocchiale è l'unica che sta in con-

1.7 Page 7

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dizione di dare albergo alla maggior parte
della gente . Se ne aprono quindi le porte,
ed il nostro cortile spazioso e cintato serve
per dar loro ospitalità . Dividendosi in varii
gruppi, ciascuno trae fuori la sua prov--
vista e fa il suo pranzo . I più poveri a-
veano seco portata una piccola tasca piena
di farina tostada, cioè farina di grano ab
brustolita . In una scodella versano acqua,
vi mettono detta farina e ne fanno come una
polenta, che poi mangiano con buon appetito .
Parecchi di loro non si dimenticarono di
noi, e prima di partire ci lasciarono alcuni
regali .
Questa è in breve, M . R . Sig . D . Rua, la
relazione della suddetta festa . Vorrei parlarle
d'altre cose , ma le rimando ad altro tempo
per non dilungarmi di troppo . Spero che mi
terrà presente nelle sue preghiere e nel santo
Sacrifizio della Messa . Benedica chi ha l'o--
nore di essere
la quale poi si era scoraggiata e dimessa,
ed i debiti, che gravavano sopra la parte
di fabbricato costruito, non si sarebbero
potuti pagare col materiale dello stesso
e col terreno annesso . Ora l' edificio è
giunto a tal punto da contenere un centinaio
e mezzo di giovanetti con i luoghi e le como-
dità che esige la istituzione .
La chiesa pure non è compiuta, ma può con-
tenere più di un migliaio di persone ; le scuole
e le officine basterebbero ad altrettanti e più
allievi ; la scuola di musica e di canto è
quale non si potrebbe trovar migliore in un
istituto perfezionato dal tempo . Tutto pro-
cede poi nel miglior ordine, ed i frutti che
si raccolgono sono molto copiosi .
Quest' opera eccita l'ammirazione e la com-
piacenza dei cittadini di ogni ordine, e buoni
e cattivi, tutti danno prove di stima a questi
educatori dei figli del popolo . Il Governo pro-
vinciale a mezzo di una lotteria concorse
all'estinzione de' debiti vecchi e nuovi che
Suo aff.mo figlio e confratello in G . C .
pesavano sopra questa Casa . L'avvenire è
sorridente quanto mai, e colla saggia dire-
Sac . DOMENICO MILANESIO .
zione che diede fin qui alle cose D . Gior-
dano, che da tutti è conosciuto e stimato
per i suoi meriti , si potrà conseguire, in
poco tempo, il perfezionamento materiale e
morale di questo Istituto, tanto necessario
Dal Brasile.
in questa città che ogni dì più cresce di po-
polazione e di bisogni .
Presi parte, domenica 7 corrente, alla festa
REV .MO SIG . D . RUA,
del Sacro Cuore di Gesù, cui , come sa, è
consacrata la chiesa e da cui prende nome
S . Paolo (Brasile), 17 luglio 1889 . questo Collegio do Sagrado Coraçao de Jesus .
Non è a dire del numero delle comunioni
Dopo tre anni di mia permanenza nel Pa- dei giovani raccolti e delle persone esterne, che
ranà, mi trovo un'altra volta in questa Casa fu grande ; della divozione che rendeva più
Salesiana, che io ho veduto nascere e che, brillante la festa ; della Messa cantata molto
anche lontano, ho sempre amata tenera solenne per assistenza di sacerdoti, per ma-
mente . Sarà caro a V . S . Rev .ma e grato gnificenza di paramenti, per esecuzione di
ai lettori del Bollettino che le scriva qualche canto e suono, per eloquenza di sermoni
cosa di quest'opera, che può dirsi veramente (mattina e sera) e per il continuo accorrere
essere stata fecondata dalla benedizione di di gente a questo Santuario che a tutti
Dio ; dico fecondata, perchè alla venuta qua ispira sentimenti di fede, di pietà, di confi-
del Sacerdote Salesiano D . Giovanni Giordano denza .
appena vi aveva la semente, e anche questa Nella sera ebbe luogo la Conferenza Sale-
posta fra i crepacci delle pietre . Pareva che siana dei Cooperatori nel solito modo . Mol-
il sole dovesse seccarla ; invece trovò sotto tissimi accorsero, e le offerte raccolte si ele-
il terreno molle e crebbe albero quasi gigante . varono ad una somma non indifferente .
L'edificio è tale e di tal ampiezza, che
Per quella cognìzione che io ho, e credo
forse non ne ha uno maggiore la Congrega- averne un poco per avere per tanti anni
zione Salesiana . È vero che non è compiuto, seguito coll'occhio e col cuore lo svolgimento
ma è in via di compimento e si terminerà dell' opera provvidenziale di Don Bosco di
presto . Chi avesse veduto, quattro anni ad- veneranda memoria, posso pronosticare che
dietro, l'ossatura squallida di una sola parte questa Casa di S . Paolo, coll'andare di non
di questo Collegio, e lo vedesse adesso, do- molti anni, crescerà in tanto credito, e pro-
vrebbe ripetere : Questa fu opera piuttosto durrà tanti frutti , da superare forse qual-
di Dio che degli uomini . Dico così, conside- siasi altra Casa Salesiana . Le circostanze
rate le circostanze, nelle quali si trovava locali, che sono le più favorevoli ; la stima
quest' opera, quando venne consegnata a che qui si ha alla Congregazione Salesiana ;
D . Giordano . Tutto si era fatto per mezzo di il numero sempre crescente di giovanetti che
una Commissione che zelava la erezione del sarebbero o abbandonati o lasciati nei peri-
Lyceo de Artes y Offic(iomsequdn),
coli ; la buona volontà che mostrano i Coo-

1.8 Page 8

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peratori ; il risultato più che soddisfacente
ottenuto nel primo esperimento e soprattutto
l'essere posto questo Istituto sotto la invo-
cazione e protezione del Sacro Cuore di
Gesù, tutto concorre a farmi pronunziare
questo giudizio .
Domani partirò di qui alla volta del mio
Paranà, riconoscente a questi buoni Salesiani
della fraterna ospitalità che mi hanno data
e sempre mi danno i figli di Don Bosco in
ogni paese del mondo . Venni qua da più di
un mese per trattare col Vescovo sulle cose
della Missione italiana nel Paranà e di questa
provincia di S . Paolo che mi venne affidata .
È una missione la mia che non può andar
disgiunta dall'Opera Salesiana . Deve prov-
vedere ai bisogni spirituali di centinaia, di
migliaia di Italiani sparsi in queste provin-
cie ; deve essere opera di preservazione e
spesso di redenzione . I Salesiani di questa
Casa già da tempo la stanno attuando a
vantaggio degli Italiani di questa città e
Circondario , che numerosi accorrono alla
chiesa del Sacro Cuore . Più tardi i Sale-
siani si occuperanno delle vocazioni ecclesia-
stiche dei giovanetti figli di Italiani, che non
sarebbero poche . L'opera sta ancora nei suoi
esordi , specialmente in questa provincia,
dove appena adesso si sono gettate le prime pie-
tre del fondamento . Le difficoltà sono molte, e
vengono, la maggior parte, di là d'onde do-
vrebbero venire gli aiuti . L'oro deve essere
provato al fuoco . Il Governo però favorisce
e promette di aiutare la santa impresa .
L'Istituto Cristoforo Colombo, sorto in Pia-
cenza per il desiderio del Santo Padre e lo
zelo di quel R .mo Prelato Mons . Scalabrini,
troverà sempre un amico e un aiuto in quello
di Don Bosco ; la causa non è identica, ma
comune l'interesse, e le due mani devono
a vicenda prestarsi servizio .
Accora la S . V . Rev .ma i sensi di osse-
quio e di all'etto verso di Lei e della sua
Congregazione
Dal Cooperatore Salesiano
D . PIETRO COLBACHINI, Miss . Ap .
Sup . della Miss . Ital . del Paranà o di S . Paolo,
PAROLE
del Teol . Felice Reviglio, curato di S . Agostino
in Torino, dette nell'inaugurazione della la-
pide posta ai Becchi, presso la casa dove
nacque D . Bosco .
(11 Agosto 1889) .
Fin dai più remoti tempi e presso tutte le na-
zioni fu usanza di onorare la memoria di perso-
naggi illustri per virtù con monumenti , i quali ,
se nel principio non erano che costruzioni rozze,
in seguito l'arte li ha talmente adornati, che qual-
che volta l'artefice giunse a rendere sè stesso più
illustre per l'opera sua, che non fosse la persona
per cui lavorava onde celebrarne la memoria . Di
qui gli archi trionfali, i mausolei, le piramidi . Mo-
numento è parola che deriva dal latino m onere,
che vuol dire avvisare, avvertire, perché, lo scopo
dei monumenti è di richiamare alla mente dei po-
poli avvenimenti od azioni gloriose , conservarne
in perpetuo la memoria e tramandare ai posteri
l'esempio di quelli che si vogliono onorare, a fine
di eccitare negli spiriti una nobile emulazione ad
imitarli . Nei tempi di corruzione s' innalzarono,
non si può negare, monumenti a nomini perduti
e scellerati, dei quali si doveva piuttosto seppel-
lire in eterno la memoria ; sua questi sono abusi,
soro aberrazioni da detestarsi . Sta che l' origine
ed il fine di erigere monumenti è di glorificare il
merito, è un richiamo ad operare virtuosamente .
Un piccolo monumento si inaugura ogni in questi
ameni colli, tra questi deliziosi vigneti, sopra una
casa umile e negletta, alla gloriosa e venerata
memoria di un eroe del Cristianesimo, di un be-
nefattore dell'umanità, di una colonna della Chiesa,
di una gloria dell'Italia, di un sacerdote, che seb-
bene privo di titoli onorifici che lo esaltino nella
società, tutti però li comprende nel proprio nome
D . Bosco . Sono figli che con esso rinnovano al
sempre amato padre il profondo ed indistruttibile
affetto, sono beneficati che esprimono la loro im-
peritura riconoscenza all'insigne benefattore, sono
i primi discepoli che dichiarano all'indefesso mae-
stro di non dimenticare in eterno le sagge istru-
zioni apprese .
Molti ed assai più splendidi che non siano le
lapidi, esistono monumenti che rendono immor-
tale la santa memoria di D . Giovanni Bosco, e
sono le sue numerose e meravigliose opere, sono
le centinaia di case aperte ai giovani derelitti e
miseri, sono le migliaia di figli nutriti del suo
pane, sono i magnanimi sacerdoti e i laici Salesiani,
che con ammirabile zelo consacrano la vita, come
gLiuarie,
nel dilatare il regno di Dio,
immensamente il progresso
nell'avvantag-
, nell'incivilire
la gioventù di tutti i popoli, sono i suoi scritti .
La casa stessa qui presso ove nacque, che è quasi
del tutto rovinata, questa povera ed oscura da lui
abitata, sono un vero monumento dell'evangelica
sua povertà, mentre con tanti danari che ma-
neggiò non cercò mai d'arricchire i suoi parenti,
di accrescere le sue sostanze . Sopra la tomba di
Temistocle si scrisse, che tutta la Grecia sarebbe
stato suo monumento . Del nostro D . Bosco non
si può ripetere con maggior ragione sui simile elo-
gio?Saràcetocnformealverol'aseridlui,
che Italia, Francia, Spagna, l'America gli saranno
monumento .
Per quanto magnifici siano cotali
monumenti,
tra essi doveva tuttavia comparire anche questo,
il quale sebbene molto modesto, tornerà gradito
al nostro comun padre, che apprezzò sempre più
l'affetto che non la sostanza dei doni . Esso poi è
destinato a ricordare e magnificare un periodo as-
sai importante della sua santa vita, vo' dire la
sua edificante giovinezza, la quale si può consi-
derare come un abbozzo del grande D . Bosco .
La prima gioventù è una età benedetta di cui il
non averne a dir male è già un gran dirne bene . Met-
tasi ogni vecchio la mano sul petto e senta ciò che gli
dice la sua coscienza . Catullo e Scipione, Senocrate e

1.9 Page 9

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Alcibiade, quelli specchi della gioventù romana,
e questi della Grecia, se non arsero in quel bol-
lore dell' età, ne risentirono però assai . Ora non
è degno dell'universale ammirazione il giovanetto
Giovanni, che prima di conoscere il mondo lo la-
scia, diportandosi sin dai più teneri anni come
chi non è del inondo, per porvi quei grandi fon-
damenti che crebbero all'altezza che noi tutti co-
nosciamo t L' esercizio delle più sublimi ed eroi-
che virtù è il frutto di una lunga abitudine, non
n' è il tirocinio . Don Bosco si è addestrato nella
pratica delle più eccellenti virtù fin dalla prima-
vera degli anni suoi . Nato egli per faro il bene,
crebbe delizia del cielo e degli uomini . Dotato di
spirito vivace, ardente, portava l'immagine di un
anima sublime . Conobbe ben presto la bellezza
della virtù e se ne invaghì, la deformità del vizio
e ne sentì orrore, i veri beni ed i veri mali del
mondo, ed abbracciò quelli detestando questi . Fin
dal primo uso di ragione si consacrò intieramente
a Dio ed al vantaggio dei suoi fratelli . Oh! vede-
telo questo amabile fanciulletto dei bei capelli a
ciocche ricciute, tutto brio, raggiante in fronte,
con occhi puri e dolci come un cielo di maggio,
le sue labbra ornate di un sì casto ed ingenuo
sorriso, che par ti dica : questa è la sede dell' in-
nocenza e della bontà ; miratelo, ripeto che, po-
sto alla custodia di poco armento, scalzo il piede,
corre qua e là per la campagna sollecito che un
capro non si sbandi , ora attento che una pecora
non danneggi l'altrui, or accorrente acciocché- gli ar-
menti non cozzino insieme, chi direbbe eh' egli
vada poco a poco lavorandosi a disegno per ogni
brande riuscita, qual può sperarsi da un ottimo
intendimento congiunto ad un perfetto volere l Ep-
pure è così . Sempre il primo tra i suoi compagni,
conduce di buon riattino gli armenti al pascolo
ed in quell' alba del giorno inginocchiato a ciel
sereno parla col suo Padre celeste con santi af-
fetti . Contemplatelo nelle chiese con quale fervore
preghi, con quanta pietà serva la Messa, con
quanta gioia si unisca ai giovani che cantano
in coro . Egli docile verso i maestri , diligen-
tissimo nel frequentare la scuola, facile ad impa-
rare, obbediente e docile alla sua madre . I suoi
diletti trattenimenti sono gli studi che fa nei campi,
nei prati . Il suo ingegno sorprende e si fa ve-
dere in quell'età fanciullesca come le rose nel
proprio bottone, che prima di aprirsi accennano
per vari fessi il tesoro che in sè racchiudono .
Già istruito nel più eccellente dei libri, voglio
dire nel catechismo, nella storia sacra, nella vita
dei santi, sente il bisogno di effondersi, di comu-
nicare le sue cognizioni ai compagni . Ed oh ! il
grazioso spettacolo presenta il grandicello Gio-
vanni, che raccoglie intorno a sè un drappello di
amici, seduto o sopra un sasso o sopra un fascio
di legna, quando sulla terra e quando sopra un
rialto ripete la predica udita in Parrocchia, rac-
conta un esempio edificante , insegna la dottrina
cristiana, le preghiere, e poi li rallegra con con-
versazioni morali ed amenissime, li invita a can-
tare le lodi della Santissima Vergine, li ricrea con
giochetti, con corse, o con altri divertimenti di
ginnastica ! Il suo vivere esattissimo nell' osser-
vanza più minuta dei suoi doveri, i suoi costumi
illibati, il suo fare dolce ed onesto, i suoi modi
semplici e cordiali gli cattivarono tosto gli animi
di quanti abitavano in questi dintorni . Nella sua
voce, nel suo sguardo v'è un fascino che rapisce
soavemente . Egli è la vita di quella piccola bri-
gata, è il padrone dei loro cuori e si prevale della
confidenza in lui riposta per comporre le liti, per
pacificare le discordie, per ritrarli dai giuochi pec-
caminosi, dalle risse, dalle inimicizie e da quanti
vizi cominciano a serpeggiare negli animi giovanili .
Inizia quel mezzo così efficace per la pratica del
bene e fuga del male, tanto da lui inculcato ,
di monitore secreto . Nei giorni festivi se li con-
duce o alla cappella della borgata o alla chiesa
parrocchiale, li dispone alla confessione e co-
munione e li affeziona alle funzioni religiose . In
una parola, egli diviene in breve tempo il diret-
tore, come la fenice dei suoi conterranei che lo
amano come un padre, lo rimirano come un an-
giolo . Tutti ne restano abbagliati, trasportati,
storditi, entusiasti, i genitori di questi dintorni
lo additano ai proprii figliuoli come un modello
da imitarsi e vogliono che a lui si uniscano e
quando li sanno con lui sono contenti .
Ecco, o compagni, ove cominciò quella missione
straordinaria di zelo e di carità che lo rese una
meraviglia del mondo . Fin da fanciullo la pietà
dirigeva tutte le sue azioni : fisso sempre lo sguardo
in Dio, alla sua gloria, alla salute dei suoi com-
pagni con mirabile destrezza trova mezzi dolci ed
efficaci per promuovere quella e procurar questa .
Se noi lo sentivamo frequentemente esclamare :,
da mihi animas, caetera tolle,glièperchnsuoi
più verdi anni distaccò il cuore dal mondo per
riempierlo di beni celesti . Se l'abbiamo veduto
sempre imperturbabile tra le più fiere difficoltà
ed opposizioni che in ogni genere si suscitarono
per arrestarlo nella sua missione, gli è perchè tem-
però il suo giovane animo al coraggio, all' intre-
pidezza, alla costanza . Quella dolcezza che lo fece
amare anche dai tristi, quella pazienza che gli
fece sostenere le più gravi ingiurie, quello spirito
di tenerezza e compassione che lo fecero procla-
mare angelo consolatore, provvidenza degli infe-
lici, ebbero il loro principio ed esercizio frequento
nella giovinezza . Ancora adolescente, senza mai
inorgoglirsi dei suoi talenti, del suo non comune
sapere, delle lodi che gli si prodigavano, fu stu-
diosissimo di riferire ogni suo merito a Dio, da-
tore d'ogni bene, gli consacrò il suo cuore vergi-
nale, e la sua vita fu così pura ed immacolata, da
emulare la purezza degli angeli . E chi sa dirmi
gli intimi colloquii passati tra il suo Dio e lui ,
le sue risoluzioni, i suoi progetti, le sue mire tutte
rivolte alla divina opera di impiegare intera la
vita nell'educazione della gioventù, di dimenticar
se stesso per dedicarsi unicamente al bene altrui,
di divenire un apostolo di carità ?
Attese dunque le virtù e le doti del suo grande
animo giovanile, Egli s'innalzò al compimento di
opere strepitose . Il giovane Bosco per la genero-
sità del suo cuore, che confinava quasi coll' ar-
dire, tanto piacque a Dio, che lo destinò ad essere
il rigeneratore dei giovani, inveni David secendum
cor meum . No, non si può rivocare in dubbio, che
quel Dio il quale per esaltare la gioventù sem-
plice e pia scelse già il casto Giuseppe per pre-
dire a Faraone la carestia che desolato avrebbe
l' Egitto, il magnanimo Davidde per atterrare il
gigante Golia che minacciava di distruggere il po-
polo eletto, il giusto Daniele per scoprire le in-
sidie di iniqui calunniatori, così, dico, non si può
rivocare in dubbio che non affidasse al modesto
e coraggioso Giovanni Bosco il nobile mandato di
provvedere, qual altro Giuseppe, di pane spiri-

1.10 Page 10

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tuale e corporale la gioventù specialmente abban-
donata in questi tristissimi tempi, in cui la defi-
cienza della religione l'avrebbe esposta alla morte
dell'anima e del corpo, di atterrare come Davide
i giganti infernali che vogliono perdere tante
belle speranze della chiesa e della società, mo-
strare, novello Daniele, le insidie che i tristi ten-
dono per perderla nel tempo e nell'eternità, e non
lo destinasse, a somiglianza di Abramo, ad essere
padre d'immenso popolo che lo benedirebbe in
sempiterno .
Con quale slancio ed energia accettasse e com-
pisse la nobile missione che Iddio gli affidava,
non è mio incarico descrivere, nè di tanto sarei ca-
pace . Egli passò la vita nel fare del bene ; e chi
potè tener dietro a tutti i suoi passi, enumerare
i benefizii prodigati all'umanità, raccontare quanto
di grande, di sorprendente, di maraviglioso operò ?
È dunque un omaggio che si tributa alla santità
del giovane Giovanni Bosco, un vero stimolo al bene
questo monumento, simbolo d'innocenza e delle più
rare virtù . Esso predica ad ognuno quanto siano
maravigliose le vie della Provvidenza la quale per
operare strepitosi prodigi si serve di quello che
il mondo ha di più meschino e più debole . Così vuole
il Signore contrapporre in questo secolo all'irruzione
del male un potente argine, un angelo buono che
combatta l'angelo delle tenebre, un padre che
salvi un mezzo mondo di infelici ; non lo sceglie
tra i potenti, tra i doviziosi del mondo, ma lo
cerca e se lo prepara in mezzo a gente semplice
e povera . Sia pertanto questa lapide un ringra-
ziamento che si porge all'eterno Iddio che colmò
delle più preziose grazie la più bella età di Gio-
vanni Bosco .
Essa lapide è altresì un eccitamento ai genitori
di allevare nel servizio di Dio i loro figliuoli, af-
finchè il loro cuore, sgombro dal vizio, sia capace di
udire le divine chiamate . Fu somma ventura pel
nostro D . Bosco l'aver avuto una madre ricca delle
più rare virtù . Rimasta vedova nel meglio degli
anni, quando il suo Giovanni non ne contava che
due di vita, rinunzia alle ripetute proposte di
nuovo matrimonio per poter con maggior zelo cu-
stodire i due depositi che il Signore le aveva con-
ceduti . Povera di sostanze, lavora giorno e notte per
provvedere il pane ai due figli, mena una vita di
sacrifizii per allevarli nella pietà e nella religione ;
Dio la benedisse anche in questa vita, perchè potè
gustare la pura gioia di vedere il suo primoge-
nito Giuseppe un modello dei padri di famiglia,
e Giovanni per vie ammirabili divenuto sacerdote
e da tutti venerato come santo .
Infine le parole scolpite sopra la lapide sono un
invito alla cara gioventù a seguire l'illustre esem-
pio del loro glorioso conterraneo, a consecrare i
loro primi anni a Dio ed adornarsi di virtù .
Castelnuovo, terra feconda d'ingegni eletti, di
sacerdoti dotti e zelanti , di prelati cospicui, di
personaggi illustri, rallégrati di questo figlio ; egli
rende il tuo nome glorioso . Possa tu continuare
sì nobile vanto di dare alla Chiesa numerosi e
degni ministri, ed alla patria cittadini probi ed
intemerati .
Amici e compagni carissimi , noi abbiamo sod-
disfatto ad un bisogno del nostro cuore, abbiamo
compiuto un giocondo dovere di riconoscenza e di
giustizia, abbiamo onorato la virtuosa giovinezza .
del nostro diletto Padre che, se ci fu rapito dagli
occhi, non ci sarà giammai strappato dal cuore .
Fu col massimo trasporto dell'animo che qua ci
siamo portati come ad una religiosa solennità . Ri-
torniamo alle nostre case consolati e pienamente
soddisfatti di questa cara funzione . La memoria
di questo giorno non si cancelli dalla nostra mente .
Addio dunque, luoghi benedetti, che mi richia-
mate alla mente i singolari tratti di bontà del mio
insigne benefattore . Questi filari di viti, questi
prati furono già le cattedre da cui istruiva nei
rudimenti della lingua latina i suoi primi figli che
avviava alla carriera ecclesiastica . Tra il lavoro,
nelle passeggiate, alle refezioni con pazienza am-
mirabile ci faceva scuola ripetendoci cento volte
le medesime regole, rafforzate da frequenti eser-
cizi , se occorreva, e avveniva di spesso , sino a
che sapessimo dare la ragione, l'ultimo perchè
delle nostre risposte . Quante volte pel timore d'es-
sere interrogato mi teneva lungi dal mio buon
maestro, ed Egli chiamarmi dolcemente e propormi
latinetti da tradurre, nomi da declinare, verbi da
coniugare . Sebbene fossimo tardi nell' imparare,
non si stancava d'insistere . Addio, casa diletta, in
cui ho ricevuto prove di paterna predilezione per-
chè mi infervorassi nel bene . Salutiamo tutti que-
sti luoghi testimoni dei primi fervori di un an-
gelico giovane, queste aure imbalsamate dalle più
soavi fragranze di un purissimo giglio, e nutriamo
speranza che la nostra umile lapide sia come una
prima pietra di un grandioso monumento . I co-
raggiosi Salesiani, che hanno ereditato dal loro
santo Fondatore lo spirito delle più nobili ed ar-
dite intraprese, sapranno ben essi far sorgere sulla
culla di Lui case di preghiere . Il suo degno ni-
pote intanto ce la custodirà certo con quella cura
che corrisponda al grande affetto con cui gliela
affidiamo .
D. Bosco, sempre amato nostro D . Bosco, il Tuo
nome dolce sulle nostre labbra come favo di miele,
gradito all'orecchio come il suono delle arpe an-
geliche, dal cielo ove noi Ti crediamo già beato,
gradisci questa umile dimostrazione filiale, e prega
pel Tuo primo sacerdote, per tutti noi tuoi figli .
affinchè Ti possiamo raggiungere nell'amplesso di
Dio .
PASSEGGIATE
Dopo due anni di silenzio, rimettiamo mano
a queste passeggiate, che D . Bosco ci aveva
tanto raccomandato . È un' eco soavissima e
gioconda di un tempo che era per noi così
caro, e che, trascorso col più amorevole dei
Padri, ci si dipinge alla mente ancora più
bello, dopo che ci passarono quasi tren-
t'anni . Sia questo come un tributo di ricono-
scenza che noi paghiamo così verso D . Bosco,
che sapeva con tanta amorevolezza e sa-
pienza farci passare quei giorni in santa al-
legria, che solevano essere per altri di peri-
colo e di rovina .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Questo po' di preambolo speriamo che ci
scusa presso ai nostri Cooperatori e Coopera-
trici, che sempre posero affetto alle sapienti
industrie di D . Bosco per salvare la gioventù .
PERIODO II .
CAPO I .
incertezze sulle nostre passeggiate . - Chi va e chi non
va . - Siamo per via e rumore che si produce . - A
Pino Torinese .
Era l'anno 1859, l'anno famoso della guerra
di Lombardia e delle gravi rivoluzioni di al-
tre parti d' Italia . Quando ci siamo trovati
al mese di luglio, secondo il consueto degli
anni passati, si cominciava a guardar in alto,
per indovinare qual tempo faceva : cioè si
stava d'attorno al nostro buon padre, or
con chiare parole, ed or con coperte, ora con
altre maniere più o meno carezzevoli, per
vedere se c'era speranza, malgrado quel con-
tinuo rumore d'armi e commozione di popoli,
di fare un po' di svago nell'autunno, e poi,
qualora si facesse, quale ne sarebbe stata la
direzione .
Oh quanto si temeva, che la guerra, causa
di tanti altri dolori ed inquietudini, venisse
a guastare i nostri progetti, ad impedir le
nostre deliziose passeggiate ! Crescevano
troppo meglio i nostri timori vedendo l'aria
misteriosa che prendeva D . Bosco, quando
erane interrogato, e notando le sue risposte,
ora di una parola, ora passando ad altro ar-
gomento ; a differenza di altre volte, elle,
secondo il suo affetto, compiacendo sempre
i nostri desiderii, ci faceva godere per anti-
cipazione le soavità delle gite autunnali .
Si andrà?
Non si andrà?
« Eppur si deve far la pace !
Anzi è già fatta !
« I Francesi se ne andranno?
« Mah !
Partiranno oggi, anzi domani ! Doman
l'altro ! »
Finalmente venne il giorno, benchè non pro-
prio della pace, chè purtroppo
La da tant'anni sospirata pace
non si è fatta allora che a parole, ed intiera
e completa si fa ancora desiderare . Ci fu una
tregua tanto confidente, che D . Bosco, credo
verso la metà di agosto, ci potè dire una
sera, parlandoci dopo le preghiere, che la
passeggiata si sarebbe fatta, anche in quel-
l' anno, secondo il consueto, ma in modo in-
solito .
Quel giochetto di parole, di cui D . Bosco
era alcune volte, per nostro divertimento,
facile e industrioso maestro, ci fece doppia-
mente sorridere ed applaudire senza misura
quanto cì si prometteva .
Che bei sogni nella notte ! Che care ri-
membranze ! Oh in quell'età così spensierata
e gioconda, la più piccola e inavvertita sod-
disfazione produceva nell'animo nostro la più
completa gioia . Anzi il maestro della nostra
banda fu avvisato di pensarci per tempo, e
preparare per i nostri piccoli suonatori una
serie nuova di marcie , con qualche varia-
zione, per meglio dilettare i paesi, che si sa-
rebbero incontrati nel nostro itinerario . Si
musicò pure per banda una Messa , un Ve-
spro, e varii Tantum ergo, perchè D . Bosco
ci diceva che le cose buone e belle piacciono
a tutti . Alcuni poi dovevano pensare al teatro
e preparare una piccola raccolta di drammi
e di farse, da poter recitar due volte e più
ancora in un medesimo posto, senza doversi
ripetere .
Se ci aveste veduti ! Alternavamo alle ri-
creazioni le prove, e a queste le piccole
scuole delle vacanze .
Al finire di settembre noi eravamo dispo-
sti a dare questo nuovo saggio di ricrea-
zione autunnale ; e l' ora aspettata da tutti
proprio con impazienza non poteva più ri-
tardare .
Ma alla passeggiata doveva andare solo
chi se lo meritava ; e per meritarselo non
bisognava avere qualche cosa di scritto nel
libro nero . E chi non ha il suo giorno cat-
tivo ? Oh con quale ansietà, alla sera del ve-
nerdì antecedente la solennità della Madonna,
si aspettava il superiore, che venisse a leg-
gere dopo le orazioni una lista concertata
con Don Bosco, che in quel tempo si tro-
vava già a Castelnuovo !
Povere orazioni, come si recitavano con la
testa piena del grande argomento ! Il desi-
derio poi di essere del bel numer'uno, faceva
sì che anche le mancanze prendevano l'a-
spetto quasi di opere meritorie .
Dovevamo però intendercela con D . Bosco,
il quale , col manto della sua carità, che,
adoperata a tempo e con la sua prudenza,
salvava noi poveretti e c' incoraggiava a far
meglio per l'avvenire . Egli aveva fatto scri-
vere i nomi di certuni, che mettevan la spe-
ranza di sentirne di certi altri, che se aves-
sero dovuto essi medesimi darsi il voto, forse
non avrebbero osato farlo senza compromet-
tere la loro modestia .
Ed era anche questa un'arte non solo pie-
tosa, ma di quella santa furbizia, di cui ab-
biamo poi tante volte sentito a parlare, come
di una cosa dell' altro mondo, ed in lui era
tanto naturale . Così di fatto , senza ricor-
rere nè a castighi nè a rimproveri, egli
riusciva a conquistare certi cuori riottosi ed
impossibili altrimenti ad essere vinti . Oh di
queste vittorie il nostro buon padre ne ri-
portava sovente, e diciam quasi tutti i giorni
e allora e più tardi. Se in quella sera si fosse

2.2 Page 12

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potuto vedere e fotografare le fisionomie di
quelli, che man mano erano chiamati, noi
crediamo che basterebbe per uno studio com-
pleto per distinguere i caratteri umani . Po-
veri noi ! Quando nel nominare si arrivava
ad una tal lettera dell' alfabeto, e qualcuno
non si sentiva nominato, perdevane la spe--
ranza, abbassava la testa, brontolava sotto
voce tra sé e sè . . . e poi se, come suole capi-
tare, che non si fosse mantenuto l' ordine,
sentivisi a chiamare , era un morto richia-
mato a vita.
« Son io , non è vero ? diceva al suo vi-
cino, per assicurarsi di non essersi sbagliato .
Ed il vicino pronto gli rispondeva
« Sì , sì , non dubitare , sei proprio tu il
chiamato .
« Ah! ripigliava tirando largamente il re
spiro, e sai perché dubitava? »
Con questo spaghetto in cuore si andava
a riposo . Non possiam descrivere le dolcezze
degli uni e le pene degli altri : sappiamo
solo che i più abbassavan il capo pensando
che D . Bosco non poteva contentar tutti, e
aveva dovuto far violenza al suo cuore, per
tralasciar questo e quello ... perchè lui a-
vrebbe sicuramente voluto portar con sè
tutto l' Oratorio . E con questi ed altrettali
pensieri si andava in camerata, aspettando
l'alba della dimane che ci doveva preparare
alla gran ca mminata .
Al sabato mattino dunque, credo ai due o
tre di ottobre del 1859, si partiva proprio
da Torino per la volta di Castelnuovo e, a
differenza di altre volte, con forma solenne,
quindi per altri paesi .
A noi, senza esagerazione, ci pareva d'an-
dare in capo al mondo . Dovevamo poi avere
un poco di tutto . Oltre gli strumenti musi-
cali, che ciascuno si doveva portare, com-
presa la gran cassa, ci erano ancora alcuni
attrezzi per il teatro, alcuni pochi vestiarii,
qualche cosa pel viaggio , per i casi impre-
visti ecc . Ognuno poi doveva avere un pic-
colo fagotto, per cambiarsi lungo il viaggio,
perché la parola d'ordine era, che la nostra
escursione aveva a durare almeno quindici
giorni .
La levata in quella mattina fu puntuale e
rapida : alle ore sei avevamo già sentita la
Messa , e raccolti insieme i nostri oggetti ,
aspettavamo nel cortile che la musica suo-
nasse una marcia di saluto . Dalle poche of-
ficine di allora e dalle scuole quasi deserto
uscirono i compagni che dovevano rimaner-
sene ; e vi dico con un'aria, che lasciava
trasparire il cordoglio, la pena, quasi l' in-
vidia, non contro, ma verso di noi . Pove-
retti ! Ascoltarono così così la marcia di par-
tenza per tanti di noi, che arzilli e lesti pa-
revamo impazienti di prendere le mosse ;
fecero sentire due o tre volte qualche augu-
rio di felice viaggio, e poi stringendo in
segno di commiato amorevolmente la mano
a questo ed a quello, facevansi a memoria
di coloro, con cui erano in maggior confi-
denza, con mestissime parole .
Addìo, sai ! procura di divertirti .
Riverisci D . Bosco da parte mia, e di-
gli con quanto maggior piacere lo saluterei
io in persona .
Oh colline , o vigneti di Castelnuovo ,
addio! Quest' anno non ci rivedremo : pa-
zienza . . . ad un'altr'epoca . »
Nè mancava chi volesse fare l'indifferente,
chi fingesse trascuranza, mentre moriva dalla
voglia di tenerci compagnia . Eh! l'Oratorio
fu,èesaràmpunicold,ve
si rivelano con precisione i più varii e spic-
cati caratteri .
Ora si parte davvero ! Ciascuno ha rice-
vuto il suo viatico, cioè le sue pagnotte, un
po' di cacio , due o tre mele , che sboccon-
cellando per via lo deve condurre fino a
Chieri . I nostri buoni amici che rimanevano
ci accompagnarono fin sulla porta dell'Ora-
torio, e di là con l'occhio fino allo svolto di
via Cottolengo, e poi, ci figuravamo, silen-
ziosi e colla testa a terra se ne tornavano i
poveretti al deschetto o al banco della scuola .
E noi? Noi, giù poi viali, che ora si di-
cono della Regina Margherita, colla musica
in testa che suonava, ridenti, giocondi, fe-
stevoli, con le più care speranze nell'animo .
Allora noi camminavamo alla buona, e non
si andava ancora a due a due e con passo
quasi a battuta di musica . Ci pareva di po-
terne fare a meno, e Don Bosco, contento
dell' ordine reale , si occupava punto punto
di vederci in fila come un battaglione di sol-
dati . Volea che l'ordine fosse nelle idee, nelle
parole e nelle azioni, ma che poi mancasse
nelle squadre non gli premeva tanto .
Noi avevamo allora le medesime idee : e
solo molto tempo dopo si dovette cedere ed
uniformarci al progresso che vuole così ; ma
sappiamo però che Don Bosco ne sofferse,
tempo dopo, come di un cambiamento di tat-
tica e di strategia, e quasi come una rovina,
che si voleva dare alla sua istituzione di fa-
miglia . Ma si corre e bisogna che si lascino
le altre osservazioni .
Quanta gente sul nostro passaggio ! Tutti
vogliono sapere chi siamo, dove andiamo e
che cosa si fa .
Chi dice che siamo un collegio in cammi-
nata ; chi invece, che siamo una schiera di
gente girovaga- e fannullona . Chi poi ve-
dendo preti e chierici tra la carovana e tanti
giovanetti col loro strumentino e strumen-
tone alla bocca ci indovinò e diceva : « Sono
i figli di D . Bosco ! » E qualche monellino
gridava : « Oh ! li conosco io, li vedo tutte
le domeniche . Oh eccolo là il mio catechi-
sta ! »
Intanto chi dalla porta di casa, chi sulla
soglia dell'officina, chi dalla finestra, da tutte
le parti era un guardarci, ascoltarci, sorri-

2.3 Page 13

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derci . Si vedevano molti artigiani anche coi
loro strumenti di bottega accompagnarci
con l' occhio e per qualche tratto , contenti
di quella novità, che li toglieva da una mo-
notonia sovente fastidiosa . A noi poi non
pareva vero di disturbar tanta gente, ed es-
sere osservati da tanti e per quelle vie che
facevamo tante volte e così sovente, senza
che nessuno ci guardasse . Nè si cessava la
curiosità, nè diminuiva l'accorr'uomo fino a
Po, anzi andava crescendo di mano in mano
che cominciavamo ad allontanarci da Porta
Palazzo .
« Guarda quei giovanetti come soffian bene !
Senti che armonia ! Ma poi, chi sono? » Così
sentivamo tutti a ripeterci e davanti e di
dietro e da ambo i lati dai curiosi accorsi
al nostro passaggio .
Ed i nostri piccoli amici che ci correvan
dietro eran ben contenti di poter soddisfare
la loro curiosità, e si facevano belli col dire
chi noi eravamo, che cosa si faceva e dove
si progettava di andare .
« Fanno una passeggiata? ... Don Bosco
procura ad essi tanto lusso? Vorrei essere
anch'io con loro! » Chi invece diceva : « Bravo,
Don Bosco, fa bene a non tenere i suoi figli
rinchiusi dell'Oratorio . Aria libera, ci vuole
Viva D . Bosco . »
Intanto i nostri piccoli amici, che ci veni-
vano dietro, ci accompagnarono fin sul ponte
di Po, e quindi con un ultimo sguardo, fer-
mandosi per non perdere, si direbbe, di vista
la strada, e smarrirsi per Torino, poco pratici
ancora delle sue vie, se ne stettero a sen-
tire le ultime note della musica, per quindi
rivoltarsi, se non negli amari passi della fuga,
certamente in quelli fastidiosi del ritorno .
Che essi avrebbero goduto, che bramas-
sero anche di accompagnarci in quel viaggio
ignoto si vedea dall' occhio, dal volto, da
tutta la persona .
Siamo finalmente fuori di Torino, la musica
tace, gli strumenti si misero nella custodia,
e si costeggia il corso ampio e vaghissimo
del Po, sino alla Madonna del Pilone, e poi si
comincia a salire . Chi aveva buona gamba
correva, chi si mostrava deboluccio si tra-
scinava, e chi già stanco dava segni di pena
e di fiacchezza moveva con fatica le gambe .
Ed eravamo sul principio ! Qui comincia una
nuova manovra e tutta divertente . Per inco-
raggiarci alla salita, andavamo chiamandoci
a vicenda ; e come l' eco ripercossa dalle
varie cime delle colline si ode in alcuni casi
tre, quattro o cinque volte, le voci dei com-
pagni si ripetevano con gioia e tripudio, fino
ai più tardivi, che acceleravano perciò il
passo ; e via .
O come si saliva allegri, come rapidi, come
chiassosi ! E la stanchezz a se n' andava col
tempo.
Chi poi era meno spedito, trovava ancora
la carità di qualche compagno, e sovente di
qualcuno dei nostri superiori, che D . Bosco
inviava a guidarci da Torino a Castelnuovo .
Ma dove si farà un po' di pranzetto?
A Castelnuovo !
« Dovremo marciare fin là? Non sai che
sarà gran fortuna se arriveremo alle due od
alle tre?
« E come si fa?
«« Bisognerà che ci raccomandiamo al no-
stro stomaco, che non smaltisca troppo pre-
sto le due o tre pagnotte divorate in sul
principio .
Pazienza! . . . e sempre avanti .
Questi ed altri simili discorsi facevano al-
cuni, mentre i più serii guardavano con at-
tenzione le varie ville che s'incontravano per
via, e parean appiccicate su per la collina ;
o stavano fermi a rimirare con comodo To-
rino, che si allontanava già un bel tratto ;
altri alzavano gli occhi per fissarli sopra So-
perga, che pareva lì, lì, non più distante che
pochi passi .
Ma intanto si saliva sempre . Ed ecco
spargersi fra noi, come per incantesimo, la
parola d'ordine che sulla spianata del Pino
i più frettolosi avrebbero aspettati i più lenti,
e che si sarebbe fatto forse un altro po' di a-
sciolvere .
Ora presso chi? Ma come? Indovinalo
grillo !
(Continua) .
Una prece
per l'anima di PAOLINA OCCELLETTI
Addì 17 del mese di Ottobre, nella bella
età di anni 71 moriva, dopo breve malattia,
sopportata con esemplare rassegnazione, e
consolata da tutti i conforti della religione la
Signora Dam . PAOLINA . OCCELLETTI . La sua
vita si può dire non fu che una serie di con-
tinue opere di beneficenza a pro dei poveretti.
La sua casa era la casa dei derelitti, ed ella
occupava se stessa nell' aiutarli e farli aiu-
tare . Ella era nostra buona Cooperatrice, e
mentre non dimenticava tra le altre cose le
biancherie della Chiesa di S . Giovanni Evan-
gelista e dell'Oratorio di S . Giuseppe, soleva
prestarci un valido aiuto per preparare il
fardello dei nostri Missionarii dell' America .
Quest'opera della propagazione della fede
tra gl'infedeli le era così cara, che non ri-
sparmiava fatica, nè spesa per favorirla .
Fu per l'opera nostra una perdita grave .
Noi la raccomandiamo alla carità dei nostri
buoni Cooperatori, sebbene siamo pieni di
speranza che la pia Damigella a quest' ora
abbia già ricevuta in Dio la ricompensa delle
sue opere buone.

2.4 Page 14

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BIBLIOGRAFIA .
Metodo a tenersi nell'insegnare la Dottrina
ai fanciulli per FRANCESCO DELLA VALLE,
can . prevosto in Alassio .
L'Autore di questo libro, col metodo detto
di fatto e di sentimento tanto raccomandato,
fa precedere alle domande e risposte della
Dottrina cristiana una esposizione delle ve-
rità che sono insegnate in essa . affinchè il
fanciullo possa comprendere bene ciò che
deve imparare a memoria e, più, esserne
convinto . È lavoro fatto a comodo di quelli
che insegnano la Dottrina cristiana . Con
questo libretto si spezza , per così dire , il
pane della parola di Dio che il catechista
deve amministrare ai fanciulli . Il Vescovo
di Albenga, Mons . Filippo Allegro, lo pro-
pone ai RR . Parroci siccome quello che potrà
riuscire molto utile nell'esercizio pratico del
loro ministero , e potrà giovare ad essi per
farsi aiutare in questo esercizio da buoni laici .
Sarà anche un bel libro di premio ai fan-
ciulli . Fu già molto apprezzato da tutti co-
loro che lo lessero . - Il prezzo è di 20 cen-
tesimi . Dirigersi alla Libreria Salesiana
Torino.
AVVISO .
Pregati annunziamo che la Direzione
del Rosario, Memorie Domenicane
venne trasferita da Ferrara a Roma . Perciò
gli associati a detto periodico invieranno
tutto ciò che la riguarda :
Al ROSARIO, MEMORIE DOMENICANE,
Via Panetteria, 51 - Roma .
Elenco dei Cooperatori defunti nel Settembre e Ottobre
40
41
42
43
POPO(rgacamTlinhrriboceasoovalDni(noDeisFit.oit)rTMDe..Veonir.znCneesacG!sv.eia..unAsz-be-obpCapaMiteravecniRitNdepaoatrtvlta.aeolr.e-ediVB-irtMaVtamaono--.
44
tova
Pasi i)
.
Giuseppe
-
Mantova
.
45
46
Porro
Prone
PDel.leBgiargiinoa
F-ilViepnpotimmiisgsl.iaap. ost
.
arcipr. - Sizzano (Novara)
47 Quattrini 1) . Pio canon . - Monte-
fano (Mccccrata) .
48 Racina Lorenzo - Cavatore (Ales-
49
sandria) .
Rossi D
tranera
. Benedetto
(Arezzo) .
parroco
-
Pie
.
50 Rossi D . Francesco parr . - S . Qui-
rino in Udine .
51 Rota D . Antonio - Casalmaggiore
(Cremona) .
52
Saletti
Reggio
EDmoinliPaa.trizio
ex-parroco
-
53 Sarda D . Nicolò parroco - Nureci
Cagliari) .
54 Szcaonzozo(lFiirDen.zeA)n.gelo parroco - Cuz-
55 Tassinari Maddalena - Firenze .
56
57
VTietsataCavved.oDvoattM.arCiaarl-o
B-raMo(nCtuanneaor)o.
(Torino) .
58
59
Vivaldi prof, Vivaldo
Z(oCnacguliaDroin) .Salvatore
p-arFrir.en-zeR,iola
60 Zigliani Don Pietro - Forgaria (O-
dine) .
1 Arrò D . Gabriele teol . - Roma.
2
3
AArlmiboaedrFteoiorn.oD-D..PLoeArontntoaornMidaoourTCieazoniloon..
.
-
Vica-
Car-
magnola (Torino) .
4
5
Agnello
Acciardi
DM.onNsi.colGaenCnaanro.
- Palermo .
Vescovo -
Tursi (Potenza) .
6 Babarovich D . Nicolò Parroco - Ve-
nezia .
7 Baldassari D . Gio . Datt . - Castel di
Tora (Perugia) .
8 Bellavito-Astorri Elisabetta - Ve-
nezia .
9 Bellegotti D . Francesco Parroco -
10
Virgoletta Gassa
Berretti Antonio
-CaSrorlabriaa)te.
Olona
(Milano) .
11 Beni D . Gaspare Rettore - Cascia
di Reggello (Firenze) .
12 Benvenuti D . Luigi - Custoza (Ve-
rona) .
13 Bonino D . Giovanni Canon. - Fos-
sano (Cuneo) .
14 Brandotti D . Giuseppe - Cividale
(Udine) .
15 Brignardelli D . Salvatore Canon . -
Palermo .
16 Bruno Antonio - Rubiana (Torino) .
17 Cassinelli Maria nata Genesio - Ca-
stagnito (Cuneo) .
18 Capinori D . Giovanni Curato - Ca-
setto (Massa Carrara) .
19
20
Cena Francesco - Chivasso (Torino)
Ciappei Giuseppe - Massa Carrara
.
.
21 Corbetta Giuseppe - Dugnano (Mi-
lano) .
22 Cremonesi Irene nata Scazza - Spi-
nadeseo (Cremona) .
23 D-alTePoulzozo(PDa.doGviao).. Batta . Arciprete
24 D'Angelo D . Francesco Canonico -
Palermo .
25 Del Rio D . Prospero professore -
Reggio Emilia.
26 F-agCghiiaanmpDo. (OVriaczeinozAar)c.ipr. Vie. For-
27 Felizzati Maria vedova Garbasso -
.28 FCearsatuedlilaDm.onAtneto(nToiroin-oB)ar. ge (Cuneo) .
29 Ferrando Modesta - Genova .
30 Ferrando Giovanna - Genova.
31 Ferrari D . Barnaba Vicario - Ve-
nezia .
34 Galfione Alessandrina maestra -
33
Portula
Gandolfi
(DNo.vaLruai)gi.
Canon.
-
Acqui
(Alessandria) .
34 Gentili D . Giacobbe -Valle Gardumo,
(Austria) .
35 Ghilia Cav . Cesare - Torino .
36 G-risGaanztzianDo.(ARneggeglioo AErmciilpi.a)Vi. e . For .
37 La Rocca Francesco Maria Duca di
38
San Lorenzo
Lazzarone D
-
.
GSiciuasleipp(e. SiPriaceuvsaan)o
-
Illengo (Alessandria).
39 Locatelli D . Pietro Parroco di Cre-
40 Mmaernieott(iCoCmaroo)l.ina nata Villa - Borgo
Vico (Como) .
41 Marini Padre Luigi Missionario O-
blato - Rho (Milano) .
42 Martino D . Francesco Prevosto -
Piscina (Torino) .
43 Mazzola D . Luigi Teol . Canon . Ar-
44
cidiacono
Menapace
D-.CaMsaatlteeo(APlaersrs.an-driVaa)ll. a
Gardumo (Austria)
45 Miglio D . Gaudenzio - Conturbi&
(Novara) .
46 Mondine D . Salvatore - Palermo .
47 Oldano Leone - Grana Monferrato
(Alessandria) .
48 Pagliaro D . Antonio Parroco - Pia-
nezze (Vicenza) .
49 P-alTetotroinDo.. Carlo padre Filippino
50 Paroncini D. Vincenzo Parroco -
Apiro (Macerata) .
51 Perin D . Giuseppe Cappellano -
Selva di Trissino (Vicenza) .
52 Perotti Pietro - Montaldo Dora -
53
P(eTsoarriensoi)
.
D.
Venanzio
-
Castel
San
Venanzio (Macerata) .
54 Pesce D . Stefano - Mombaruzzo (A .
lessandria).
55 Pini D . Alessandro Economo - Sta-
domelli (Massa Carrara) .

2.5 Page 15

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ULTIME ED IMPORTANTISSIME PUBBLICAZIONI
IL MARAVIGLIOSO E LA SCIENZA . Studio sopra l'ipnotismo, per l'Abbate Elia Meric .
Traduz . dal francese della Marchesa Teresa Lalatta Cont .a Bossi-Fedrigotti .
- Un elegante volume in-16° grande di pag . 450 . . . (D) L . 3 00
Indice delle materie contenute nel libro : LIBRO I . I fatti storici . - CAPITOLO I. Il problema ed il metodo . -
CAP . 11 . L' ipnotismo ed i fenomeni corporali . - CAP. 11.1 L' Ipnotismo ed i fenomeni spirituali . - CAP . IV. L'ipnotismo
ed i fenomeni misti . - CAr . V. L'evoluzione del magnetismo . - LIBRO IL Le spiegazioni ed i sistemi - CAP. I . Del
sonno e dei sogni . - CAP. II . L'ipnotismo ed il sonno naturale . - CAP . III . I limiti della scienza, l'ignoto, l'estro na-
turale. - CAP . IV . 1 movimenti volontarii, le tavole parlanti, il sovrannaturale. - LIBRO 111. Le conseguenze filosofiche e
teologiche sociali. - CAP . I . L' ipnotismo e la libertà umana . - CAP . IL L' ipnotismo ed il miracolo . - CAP. Iil . L'ipno-
tismo cd il pericolo sociale .
ESERCIZI SPIRITUALI DI SANTA GERTRUDE monaca Benedettina . Versione fedele dal la-
tino del P . Clemente Poggiali Sacerdote fiorentino dei Servi di Maria . -
Un vol . in-8° piccolo di pag . 108
(D) » 1 -
In questo libro degli Esercizi spirituali, scritti di propria mano dalla celebra Santa Gertrude, trovasi più a dovizia
il latte ed il miele distillato dalla bocca della serafica Sposa di Cristo e di più dolce e peregrino sapore . Questi Esercizii
hanno una forma e maniera tutta nuova e diversa dagli altri che si praticano comunemente dalle persone divote Indurre
a ripensare agli anni decorsi, alle grazie ricevute da Dio, cominciando dalla prima del S . Battesimo ; poi alle altre grazie
ricevute in progresso, l'abuso che ne abbiamo fatto ecc . , ecco l'intento della nostra Santa, la quale per mezzo di questi
conduce per mano sino al termine della vita e c'insegna il modo di volarsene subito al cielo .
Gli scritti di questa Santa pare che abbiano questo di singolare, elio trasportano seco il pio lettore, lo commuovono,
lo rapiscono e lo traggono fino a Dio .
IL PAROCIIISMO E LA MASSONERIA ; per Mons . Antonio Briganti . - Un vol . in-16°
grande di pagine 86
(D) » 0 80
La presente operetta risponde in modo ben chiaro e ragionato alle sotto notate obbiezioni che la Massoneria va con-
tinuamente spargendo contro il Parochismo ; raccomandiamo perciò caldamente questa nuova pubblicazione, in ispecie ai
MM . RR . Paroci cui potrà assai giovare nell' istruire i loro parrocchiani a guardarsi dai gravi errori, scagliati impuden-
temente contro tale istituzione divina .
Indice delle materie contenute nel libro : CAPITOLO I . Un po' di storia del Parochismo . - CAP. 11 . I Parochi sono
d' istituzione Divina? Sulle parde : Pastor, Sacerdos, Presbyiter. - Il Parroco non è d'istituzione divina ma puramente
ecclesiastica . - I Parochi non sono successori dei 72 discepoli . - CAP. III. La Parrocchia, suo significato legittimo
secondo i monumenti della antichità . - CAP. IV . Origine delle Parrocchie . Prima del secolo 1V° è vana cosa cercare le
Parrocchie anche nelle campagne . Non vi è stata designazione di Parrocchie nelle città sino al secolo X . - Conclusione ,
H TOT XPI1TOl MIMH~IE
L'IMITAZIONE DI CRISTO
TRADOTTA IN LINGUA GRECA
Dal Padre GIORGIO MTR d. C . d . G.
CON PREFAZIONE LATINA DEL SAC . PROF . G. GARINO
Un grazioso volumetto di 360 pagine
Legato in tela nera flessibile, fogli rossi
Legato in pelle flessibile, fogli rossi
(E) L. 1 50
( D) „ 2 50
(D) „ 8 00
Il valoroso ellenista Giovanni Carino, Sacerdote Salesiano, ha pubblicato coi tipi della Tipografia Salesiana la versione
greca che fece dell'Imitazione di Cristo il Padre Giorgio Mayr della Compagnia di Gesù . L'edizione non potrebbe essere
più elegante e ad un tempo a un prezzo più mite : Lire 1,50 . La prefazione scritta in pura lingua latina dallo
stesso chiarissimo professore, dà le ragioni di questa pubblicazione, finora unica in Italia. L' Imitazione di Cristo in
greco troverà molti lettori tra il Clero e principalmente nei Seminari, poichè è noto quanto stia a cuore al Santo Padre
Leone XIII che gli, alunni del Santuario coltivino le lettere latine e greche .
G . B. A .
Unità Cattolica, N . 234 del 2-10-89.

2.6 Page 16

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OPPORTUNITA PEL MESE DI DICEMBRE
CONSACRATO AL BAMBINO GESU
Prediche per l'Avvento . Eagionamenti per la Novena del Santo Natale e sunto di Esercizi spirituali al Clero,
del Sue . Giovanni Verdona . - Un vol . in-16° grande di 300 pagine
(E) L. 2 25
L'Avvento, del P . Prospero Gaéranger Ab. di Solesmes . - Un vol . in-16 0 di pag . 544 . . . (A) , 4 00
Sacra novena In apparecchio al SS . Natale del B . Sebastiano Valfrè . Terza edizione. - Un fascicolo in-32°
di p agine 72 (L . e . 70)
(E) , 0 15
Novena del Bambino Gesù ed ottavario di compiacenze a Maria SS . per la nascita del suo divin Figlio, col-
l'aggiunta dell'orologio del Santo Natale e delle canzoncine per le feste natalizie . - Opuscolo in-32°
di pag . 32 (567)
(C) , 0 10
Novena ed ottava del Santo Natale di Nostro Signor Gesù Cristo arricchita di varie indulgenze e respon-
sorio solito a cantarsi in detta novena . - Un fascicolo in-32° di pag. 96 (L. c. 177) . (A) , 0 25
Novena di Gesù Bambino e cinque brevi discorsi per la notte e il giorno del Santo Natale, per Giuseppe
Frassinetti . - Un vol . in-Io' piccolo di pag . 80 (56S)
(E) 0 30
Novena dei Santo Natale di Nostro Signor Gesù Cristo, in-18 brevi discorsi e meditazioni e varie preghiere
- Operetta nuovissima utile ad ogni classe di persone, e raccomandata specialmente al clero . Seconda
edizione corretta . - Un fascicolo i6-16° piccolo di pagine 132 (567)
(A) , 0 60
Novena del Santo Natale. Litanie di Santi e Laudi sacre. - Opuscolo in-32°, pag . 32 (o . e . 50) (E) , 0 05
Il Natale . Proemio, la novena, la vigilia, la funzione della mezzanotte, il Natale, i presepii, l'opera della
Santa Infanzia, il primo dì dell'anno, l'Epifania, il nome di Gesù . Conclusione . - Opuscolo in-32° di
p agine 30 (569)
(A) , 0 20
Il Santo Natale . Divoti esercizi per celebrare santamente la Nascita di Gesù Bambino, aggiuntovi l'officio
per la notte del S . Natale, per Elisabetta Girelli . - Un vol . in-32° di pag . 168 (568) . (A) , 0 40
Viva Gesù . Novenario di brevi meditazioni e scelte preghiere per ogni mese dell'anno in onore di
Gesù Bambino. Ricordino poi Santo Natale, cavato dalle opere di S . Alfonso M. De Liguori, aggiuntavi
una Novena ed orazioni indulgeuziate da S . S . Papa Pio IX. - Opusc . in-32° di pag . 24 (568) (A) , 0 15
Fanciullezza di Gesù . Album per giovanetti con 15 finissime incisioni, colorite a più colori (assai adatto per
regalo o strenua) .
...
..
. (A) , 6 00
Augurio di Buone feste Natalizie e di buon fine e buon capo d'Anno . Foglietto di 4 pagine con piccola
fotografia del Bambino Gesù seduto sulla paglia, orazione ed inno analogo . Copie 100 L . 1,00 . Copie
500 L . 4,50 . Copie 100.0 L . 8,00 .