Defunti|Letture

1 febbraio


COMMEMORAZIONE

DI TUTTI I CONFRATELLI SALESIANI DEFUNTI



Questa commemorazione se coincide con la domenica si omette, né può essere trasferita in altro giorno.


Il suffragio per i Confratelli defunti è un dovere di riconoscenza e di fraternità. Il ricordo di coloro che si sono conosciuti e con i quali si è forse condivisa per anni la stessa vocazione e missione può costituire uno stimolo eloquente ed efficace per prolungare nella Famiglia salesiana l’impegno nella santità.

Nella memoria dei Confratelli defunti la Congregazione celebra l’amore che il Signore ha manifestato nella vita dei suoi figli, e vede realizzata la promessa di continuità fatta a san Giovanni Bosco.



Invitatorio


Ant. Venite, adoriamo il Signore,
speranza dei viventi.


Salmo invitatorio come nell’Ordinario.




Ufficio delle letture


* Inno

Già dal sepolcro sentiamo la voce.
Fate silenzio, o vivi, e udite:
almeno oggi non fate rumore,
coi nostri morti laggiù egli parla:


“Dovevo scendere, è legge d’amore”,
ora sorride appena e risplende;
tutti si narrano lieti l’evento,
la propria morte ognuno comprende:


Pure la morte è spazio di Dio!”.
È la sua morte che l’ha rivelato,
nulla di lui noi avremmo saputo
se nella tomba non fosse disceso.


Sono i morti che ora ci parlano:
“Più non piangete, o vivi, e sperate!
Se lo poteste vedere anche voi,
come già noi di qua lo vediamo!”.


O Dio, esploda la tua alba di pasqua,
o Padre, o Spirito ovunque presente:
i vivi e i morti in Cristo si abbraccino,
certi di vivere insieme e per sempre!
Amen.


Oppure un altro inno o canto adatto approvato dall’autorità ecclesiastica.


1 ant. Beati coloro che sperano nel Signore.


Salmi dall’Ufficio dei defunti.


2 ant.  Signore, guidami con giustizia,
spianami davanti il tuo cammino.


3 ant.  L’anima mia ha sete del Dio vivente:
quando vedrò il suo volto?


R/. Grande è la tua misericordia, Signore:

V/. secondo la tua parola fammi vivere.



Prima lettura


Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo4,16-5,1-10


Dopo la morte riceveremo da Dio

una dimora eterna nei cieli


Fratelli, non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un'abitazione, una dimora non costruita da mani d'uomo, eterna, nei cieli. Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste, purché siamo trovati vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E chi ci ha fatti proprio per questo è Dio, che ci ha dato la caparra dello Spirito.

Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo - camminiamo, infatti, nella fede e non nella visione -, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. Tutti, infatti, dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.




ResponsorioCf. Sal 50,4


R/. Non giudicarmi, o Dio, secondo le mie azioni: davanti a te nulla ho fatto di bene. Supplico la tua maestà: * nel tuo amore cancella ogni mio peccato.

V/. Lavami da tutte le tuie colpe, mondami dalla mia ingiustizia.

*Nel tuo amore cancella ogni mio peccato.



Seconda lettura


Dal “Testamento spirituale” di San Giovanni Bosco, sacerdote

(Costituzioni della Società di san Francesco di Sales, 1984, 255-256)


Nell’eternità la ricompensa di ogni fatica

sostenuta per amore di Cristo


Miei cari ed amati figliuoli in Gesù Cristo, prima di partire per la mia eternità io debbo compiere verso di voi alcuni doveri e così appagare un vivo desiderio del mio cuore.

Anzitutto io vi ringrazio col più vivo affetto dell’animo per la ubbidienza che mi avete prestata, e di quanto avete lavorato per sostenere e propagare la nostra Congregazione.

Io vi lascio qui in terra, ma solo per un po’ di tempo. Spero che la infinita misericordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata eternità. Colà io vi attendo.

Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amor del nostro Maestro, il nostro buon Gesù. Invece di piangere, fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere saldi nella vocazione fino alla morte.

Vegliate e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. Nessuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio.

Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire con la esatta osservanza delle nostre Costituzioni.

Il vostro primo Rettore è morto. Ma il vostro vero superiore, Gesù Cristo, non morrà. Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra guida, nostro modello; ma ritenete che, a suo tempo, egli stesso sarà il nostro giudice e rimuneratore della nostra fedeltà nel suo servizio.

Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto per me.

Addio, o cari figliuoli, addio. Io vi attendo al cielo. Là parleremo di Dio, di Maria madre e sostegno della nostra Congregazione; là benediremo in eterno questa nostra Congregazione, la cui osservanza delle Regole contribuì potentemente ed efficacemente a salvarci.

Sia benedetto il nome del Signore ora e sempre. Ho sperato in te, Signore, non sarò confuso in eterno.


Responsorio Cf. Fil 3,20.21; Col 3,4


R/. a nostra patria è nei cieli; di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo. * Egli trasformerà il nostro misero corpo, per conformarlo al suo corpo glorioso.

V/. Quando si manifesterà Cristo, nostra vita, allora anche noi saremo manifestati con lui nella gloria.

R/. Egli trasformerà il nostro misero corpo, per conformarlo al suo corpo glorioso.


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* Oppure:


Seconda lettura


Dagli scritti del Venerabile Giuseppe Quadrio, sacerdote salesiano

(Ed. R. Bracchi, Don G. Quadrio, Risposte,

Roma 1992, 236-238)


La morte, per il cristiano è l’inizio della vera vita


La fede illumina la morte di luce soave, presentandone anche gli aspetti positivi e consolanti. Per un cristiano, morire non è un finire, ma un incominciare; è l’inizio della vera vita, la porta che introduce nell’eternità. È come quando, dietro il filo spinato del campo di concentramento, risuona l’annuncio sospirato: “Si torna a casa”. Morire è socchiudere la porta di casa e dire: “Padre mio, eccomi qui, sono arrivato!”. È, sì, un salto nel buio; ma con la sicurezza di cadere nelle braccia del Padre celeste.

Chi crede realmente nella vita eterna, non può non ripetere con san Paolo: “Per me la morte è un guadagno... Desidero andarmene ed essere con Cristo, perché ciò è molto meglio”. “Finché abitiamo in questo corpo, noi soggiorniamo lontano dal Signore... Il nostro desiderio è di cambiare il soggiorno di questo corpo col soggiorno nel Signore”. Oltre la tomba, gli occhi che noi chiudiamo vedono ancora. I morti non sono creature annientate, ma creature superviventi.

La paura ossessionante della morte potrebbe anche essere causata dal turbamento per i peccati commessi e dal timore del giudizio divino. In tal caso, bisogna opporre a questo terrore una fermissima speranza nella misericordia infinita del Padre celeste. Chi ci giudicherà e deciderà della nostra sorte eterna non è un nemico o un estraneo; ma è il nostro fratello maggiore, che per salvarci ha affrontato gli strazi del Calvario e ci ama più di quanto noi non amiamo noi stessi. San Francesco di Sales diceva che nel giorno del giudizio preferiva essere giudicato da Dio che dalla propria madre. Basta riconoscersi peccatori e abbandonarsi con fiducia all’incommensurabile bontà di Dio, per assicurarsi il perdono e la salvezza. È così bello non sentirsi “in pari” con Lui, ma bisognosi della sua misericordia; sentirsi perduti e insieme salvati da Lui che “è venuto a salvare i perduti”.

Infine, la radice del turbamento di fronte alla morte potrebbe essere il pensiero dei dolori e delle angosce che spesso l’amareggiano. Vi è un rimedio infallibile non per sopprimere, ma per dominare e addolcire questo pensiero: ed è quello di offrire ogni giorno la propria agonia e morte, con tutte le sofferenze fisiche e morali che l’accompagneranno, al Padre celeste in unione con la morte di Cristo, con lo stesso amore e per le stesse intenzioni che ebbe Gesù sulla croce. Quanta luce e quale conforto scaturiscono da questa anticipata celebrazione amorosa della propria morte, offerta al Padre come una piccola ostia unita alla grande Ostia, che è Gesù immolato sul Calvario e in ogni Messa! Allora la nostra morte acquista il significato e il valore di una “corredenzione”, cioè di una cooperazione con Gesù nel glorificare il Padre, nell’espiare i peccati e nel salvare il mondo.

La morte, resa così oggetto di fede, di speranza e di amore, non cesserà forse di incutere paura; ma questa stessa paura sarà accettata e amata come materia preziosa del sacrificio supremo.


Responsorio Sal 30,20; 1 Cor 2,9


R/. Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono. * Ne ricolmi chi in te si rifugia.

V/. Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste hai preparate, o Dio, per coloro che ti amano.

R/. Ne ricolmi chi in te si rifugia.



Orazione come alle Lodi mattutine.



Lodi mattutine


* Inno

Sii benedetto, Dio.
Riveli al pellegrino la tua luce,
la strada a chi cammina nella notte.
T’incontrano stupiti ed estasiati
i morti risvegliati a nuova vita.


Sii benedetto, Dio.
Attraversato l’Esodo e la nube,
appare già l’amabile tuo volto;
gioiosamente danza la tua luce
nell’aurora della Pasqua eterna.


Sii benedetto, Dio.
La tua presenza è quella di un vivente
che invita al gran banchetto delle nozze.
E dietro a te in tripudiante festa
si avvia la lieta schiera dei salvati.


Sii benedetto, Dio.
I morti in te ritrovano la pace
e sono la tua gloria, o Dio vivente.
Nel tuo mistero attendono la tromba
dei cieli nuovi e della terra nuova.


Sii benedetto, Dio.
O Padre che ci mostri la tua gloria,
o Figlio che ravvivi la speranza,
o Spirito che accendi il desiderio:
sia lode a te nei secoli per sempre.
Amen.


Oppure un altro inno o canto adatto approvato dall’autorità ecclesiastica.


1 ant.  Guarda, Signore, la mia debolezza
perdona tutti i miei peccati.


Salmi dall’Ufficio dei defunti.


2 ant.  Invocherò il Signore della gioia:
dalla morte e dal male sarò liberato.


3 ant.  Loderò nel canto il nome del Signore,
celebrerò esultante la sua gloria.


Lettura breve Sap 2,23-3,1.5-6.9


Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come l'offerta di un olocausto. Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità, i fedeli nell'amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.


Responsorio breve


R/. Ti esalto, Signore, * tu mi hai liberato.

Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.

V/. Hai cambiato il mio lamento in canto di gioia.

* Tu mi hai liberato.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.


Ant. al Ben. Io sono la risurrezione e la vita:

chi crede in me anche se muore, vivrà;

e chiunque vive e crede in me

non morrà in eterno.


Oppure: La nostra patria è nei cieli;

di là aspettiamo come Salvatore

il Signore nostro Gesù Cristo.


Invocazioni


Dio Padre, che ha risuscitato Gesù dai morti, ridonerà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito. Sostenuti da questa speranza, preghiamo:

Signore della morte e della vita, ascoltaci.


Padre, mediante il battesimo ci hai sepolti nella morte del tuo Figlio e ci hai resi partecipi della sua risurrezione:

fa’ che, morti al peccato, camminiamo sempre in novità di vita.

Padre, noi portiamo sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, tuo Figlio:

fa’ che la sua vita si manifesti nella nostra carne mortale.

Padre, nella risurrezione di Gesù la tua fedeltà è proclamata per sempre:

donaci di vivere nella speranza, nonostante il mistero della morte.

Padre, noi non ci scoraggiamo mentre il nostro corpo si va sempre più disfacendo:

fa’ che il nostro spirito si rinnovi di giorno in giorno.

Padre, noi siamo certi che né morte né vita, né presente né avvenire, potranno separarci dall’amore che tu hai rivelato in Cristo Gesù:

mentre ti affidiamo i nostri Confratelli defunti, rinnovaci nella certezza che tu sei fedele alle tue promesse.


Padre nostro.


Orazione


Padre di infinita misericordia, tu hai promesso una felicità senza fine a coloro che cercano prima di tutto il regno dei cieli. Accogli, ti preghiamo, i nostri confratelli defunti [i Salesiani defunti], che hanno consumato la vita nel servizio del Vangelo, camminando sulla via tracciata da san Giovanni Bosco; concedi loro di contemplare il tuo volto e a noi di continuare con fedeltà il nostro cammino. Per il nostro Signore.



Ora media


Inno e salmodia dall’Ufficio dei defunti.


Terza



Ant. Gioia e allegrezza grande per quelli che ti cercano; per quelli che ti amano, o Dio, mia salvezza.


Lettura breve Gb 19,25-27a

Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro.


V/. Perché sei triste, anima mia, e ti agiti in me?

R/. Spera in Dio: e un giorno lo potrai lodare.



Sesta



Ant. Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.


Lettura breve Sap 1,13-15


Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia, infatti, è immortale.


V/. Nell’ombra della morte non avrò paura,

R/. perché tu sei con me, Signore.



Nona



Ant. Darò gloria al tuo nome, sempre, o Signore, perché grande con me è la tua misericordia.


Lettura breveIs 25,8


Dio eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; l'ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato.


V/. Ascolta, Signore, la mia preghiera:

R/. a te ritorna ogni mortale.


Orazione come alle Lodi mattutine.



Vespri


Quando il 2 febbraio cade in domenica, si celebrano i primi Vespri della Presentazione del Signore.


* Inno

O Cristo, nostra unica speranza,
vita e risurrezione,
il cuore e gli occhi a te noi rivolgiamo
nel pianto della morte.


Tu pure questo spasimo hai provato
sul legno della croce,
allor che al colmo d’agonia chinasti
lo spirito nel Padre.


Davvero tu, portando nel tuo corpo
le debolezze umane,
ci rendi in te capaci di salvezza
per i fratelli nostri.


A braccia spalancate tu ci guardi.
Nel cuore tuo trafitto,
i miseri prostrati nel dolore
ritrovano speranza.


Tu dalla tomba sei salito al cielo,
per sempre vincitore.
Or guarda a noi, segnati dalla morte:
ridonaci la vita.


Tutti i fratelli che ora hanno riposo
nel sonno della pace,
contemplino la gloria del tuo volto
e cantino il tuo amore.
Amen.


Oppure un altro inno o canto adatto approvato dall’autorità ecclesiastica


1 ant.  Camminerò alla presenza del Signore
sulla terra dei viventi.


Salmi dall’Ufficio dei defunti.


2 ant.  Non abbandonare, Signore,
l’opera delle tue mani.


3 ant.  Come il Padre risuscita e dà la vita,
anche il Figlio dà la vita a quelli che ama.


Lettura breve 1 Cor 15,20-24a.25-27a


Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come, infatti, in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.


Responsorio breve


R/. Nella tua misericordia, Signore, * dona loro la pace.

Nella tua misericordia, Signore, dona loro la pace.

V/. Tu che verrai a giudicare i vivi e i morti:

* dona loro la pace.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Nella tua misericordia, Signore, dona loro la pace.


Ant. al Magn. Io vado a prepararvi un posto

- dice il Signore -;

ritornerò e vi prenderò con me,

perché siate anche voi dove sono io.


Oppure: Quelli che il Padre mi ha dati,

verranno a me;

e chi viene a me non lo respingerò.


Intercessioni


Noi sappiamo che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo da Dio una dimora eterna nei cieli. Pieni di fiducia, acclamiamo:

Tu sei la risurrezione e la vita!

Cristo Signore che doni la vita, e sei luce senza tramonto:

fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto per testimoniare con la nostra vita il tuo amore.

Cristo Signore che hai vinto la morte e sei la primizia dei risorti:

concedi ai nostri Confratelli defunti [ai Salesiani defunti] la ricompensa promessa ai tuoi servi fedeli.

Signore Gesù che siedi alla destra del Padre:

nell’ora del giudizio guardaci con occhi di misericordia.

Tu che hai fatto nuove tutte le cose:

apri ai fedeli defunti che si affidano a te i nuovi cieli e la nuova terra, dove abitano la giustizia e la pace.

Il ricordo di quelli che ci hanno preceduto è per noi fonte di speranza e di incoraggiamento:

concedi a noi di ritrovarci un giorno in paradiso per cantare insieme con loro il tuo amore e la tua gloria.


Padre nostro.


Orazione


Padre di infinita misericordia, tu hai promesso una felicità senza fine a coloro che cercano prima di tutto il regno dei cieli. Accogli, ti preghiamo, i nostri confratelli defunti [i Salesiani defunti], che hanno consumato la vita nel servizio del Vangelo, camminando sulla via tracciata da san Giovanni Bosco; concedi loro di contemplare il tuo volto e a noi di continuare con fedeltà il nostro cammino. Per il nostro Signore.



Compieta


Compieta della domenica. Si può concludere con l’antifona: “O Maria, Vergine potente”.