Strenna_1993_it


Strenna_1993_it

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
-STRENNA 1993
Commento del Rettor Maggiore
don Egidio Vigano
«Sald ente
radieati
e fondati
nell' ore»:
dono di se
nell'pegno
---lstituto Figlie di Maria Ausiliatriee-

1.2 Page 2

▲back to top
i

1.3 Page 3

▲back to top
Strenna 1993
Commento del Rettor Maggiore
don Egidio Viganó
«Saldamente radieati
e fondati nell'amore»:
dono di nell'impeguo
lstituto Figlie di Maria Ausiliatrice

1.4 Page 4

▲back to top
Roma, Casa Generalizia FMA, 31 dicembre 1992
Stampato in proprio - Roma, FMA 1993

1.5 Page 5

▲back to top
Sommario
La Strenna
• Il Testo
L'amore secondo Cristo:
- nella creazione;
- nella redenzione;
- nella trasformazione del mondo
• Uno sguardo all'odiema realta
• Tre livelli da curare:
- l'amore verso di se;
- l'amore verso gli altri;
- }'amore verso la creazione.
• L'importanza del dono di se
• La concretezza dell'impegno
• L'indispensabilita di una appropriata disciplina
Conclusione

1.6 Page 6

▲back to top
nr

1.7 Page 7

▲back to top
Saluti cordiali e vivissimi auguri per il nuovo anno.
Siamo qui, come da lunga tradizione, per commentare la
Strenna '93:
«SALDAMENTE RADICATI E FONDATI NELL'AMORE»:
DONO Dl SE NELL'IMPEGNO
E una Strenna bella, impegnativa e assai vasta; non e faci-
le farne un commento esauriente. Me ne sono accorto nel-
l'accingermi a preparare qualche appunto. Sceglieremo quel-
l'aspetto che considero fondante e che potra illuminare tante
altre spiegazioni.
n testo
Negli ultimi due anni la Strenna ha puntato sulla dimen-
sione sociale della formazione alla fede. Era ed e un argomento
di massima attualita; inoltre la nostra Famiglia ne aveva specia-
le bisogno perche, forse, un po' carente in tale ambito.
Nel 1991 il testo diceva: «La nuova evangelizzazione
impegna ad approfondire e a testimoniare la dimensione sociale
della carita».
E nel 1992 precisava: «La Dottrina Sociale della Chiesa e
strumento necessario di educazione alla fede».
Ora, con la nuova proposta, non ci allontaniamo dalla
dimensione sociale; piuttosto, andando a fondo, concentriamo
l'attenzione su quella che e l'energia vitale che muove la forma-
zione alla dimensione sociale e a qualunque altra crescita nella
fede: il dinamismo dell'amore.
5

1.8 Page 8

▲back to top
L'enunciato del testo ha come prima affermazione un
passo della Lettera agli Efesini: «Saldamente radicati e fondati
nell'amore» (3, 17). Vuol dire che ci proponiamo di partire da
cio che l'apostolo considera la ricchezza prima dell'uomo inte-
riore.
A questa considerazione evangelica si aggiunge una pro-
spettiva per la prassi, uno stimolo pedagogico-pastorale che
suggerisce il cammino da seguire nella pratica: «dano di se nel-
l'impegno». Cosi si vuole assicurare che le riflessioni al riguardo
vanno orientate a tradursi in comportamenti concreti, definiti
globalmente come «clono» e «impegno».
Neila Lettera agli Efesini l'apostolo sta trattando del gran-
de disegno di Dio - il «Mistero» - riferito all'azione dello
Spirito Santo sull'«uomo interiore», sul «cuore», per assicurare
in ogni credente la vitalita dell'amore di Cristo. A tutti, anche ai
non ebrei, il Signore invia lo Spirito Santo per far crescere e
maturare l'uomo interiore nell'amore.
Abbiamo scelto questa affermazione della Lettera agli
Efesini perche la Strenna apporti un nuovo impulso alla educa-
zione dei giovani alla fede; essa ci deve aiutare a divenire veri
protagonisti nella «nuova evangelizzazione».
Quindi, in questo commento, non ci tratteniamo in svi-
luppi di tipo solo antropologico, pur tanto prezioso e necessa-
rio. Concentriamo l'attenzione su un approccio superiore, per
orientare gli altri sviluppi che si potranno fare in seguito.
Cerchiamo di essere fedeli, in questo sessennio, ai propo-
siti dei nostri due ultimi Capitoli generali che ci hanno invitati a
operare con piu efficacia nella formazione alla fede. L'educazio-
ne dei giovani alla fede comprende tanti aspetti umani, che
hanno bisogno di essere illuminati dal Vangelo. La nostra
preoccupazione e di «evangelizzare», concentrando specifica-
mente l'attenzione sull'educazione all'amore, quello che ci dona
Io Spirito Santo fin dal battesimo.
L'avverbio «saldamente» sottolinea l'intensita del radica-
mento, senza storture e insicurezze; e gli aggettivi «radicati e
fondati» affermano l'indispensabilita per tutti di centrare
l'attenzione sull'incorporazione a Cristo, sorgente primae forza
vitale del vero amore che deve inabitare nell'uomo interiore.
Infatti la stessa fede non e autentica e valida se non opera attra-
verso la carita. Non si vuol dire, con questo, che non si parlera
dell'amore umano: no. Significa che ci riferiremo innanzi tutto
6

1.9 Page 9

▲back to top
all'amore che Gesu Cristo ha portato nel mondo proprio per
assumere l'amore umano, purificarlo e portarlo a livelli piu alti,
inserendolo nel mistero stesso di Dio.
L'amore secondo Gesu Cristo
La prima cosa da fare e precisare in quale amore dobbia-
mo radicarci e fondarci.
Di per se, la parola «amore» racchiude una quantita di
significati, i piu disparati tra di loro. Puo indicare: fatto corpo-
rale o spirituale, realta costruttiva o deviazione egoistka: puo
essere espressione di sentimenti o di gusti culturali (amore
all'arte, alla scienza, ecc.).
Da dove partire per descrivere l'amore che interessa noi?
Non partiamo da un concetto, da una definizione, da categorie
prestabilite; partiamo da eventi storici, dal vissuto esemplare di
una persona concreta; parliamo dell'amore che la fede ha sco-
perto nell'esistenza storica di Gesu Cristo.
Il suo amico e confidente Giovanni l'evangelista scrive
nella sua prima Lettera (1 Gv 3, 16): «Noi abbiamo capito che
cosa vuol dire amare il prossimo, perche Cristo ha dato la sua
vita per noi. Anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratel-
li».
Nel capitolo seguente <lice: «L'amore viene da Dio... per-
che Dio e amore» (4, 7). «Noi sappiamo e crediamo che Dio ci
arna. Dio e amore e chi vive nell'amore e unito a Dio, e Dio e
presente in lui. Cosi e per Gesu e cosi e per noi in questo
mondo» (4, 16-17).
Come vedete, siamo di fronte all'espressione piu alta
dell'amore fino ad approdare al Mistero stesso di Dio, al di
sopra di qualunque definizione concettuale.
Quindi partiamo da una realta storica, da un Uomo nostro
fratello, anzi dall'Uomo-tipo, alla cui pienezza nell'amore siamo
tutti chiamati a partecipare.
Cosi, da questa ottica, la piu genuina, potremo accompa-
gnare e illuminare adeguatamente la considerazione dei conte-
sti sociali, delle situazioni concrete, dei vari livelli in cui si sta
esprimendo l'amore umano. La validita di una considerazione
cosi ampia e complessa dell'amore umano non potra in definiti-
va prescindere da questa ottica cristiana.
7

1.10 Page 10

▲back to top
San Giovanni, l'«aquila» tra gli evangelisti, si eimpegnato
a dare una interpretazione globale della misteriosa personalita
di Gesu Cristo; basti pensare al prologo del suo Vangelo. Dopo
aver sperimentato nella convivenza e amicizia con Gesu la
caratteristica piu profonda dei suoi atteggiamenti e sentimenti,
ha creduto con certezza che Egli era Dio, eche viveva e manife-
stava in se la natura stessa del Mistera di Dio che e, appunto,
l'Amore. Ossia ha riconosciuto la personalita divina di Gesu
Cristo nella costatazione della sua capacita di amare; guardan-
do a Lui ha potuto affermare che Dio e amore! Siamo alla
cuspide della rivelazione.
Vuol dire che scaliamo la vetta piu alta per avere l'ottica
giusta nel parlare del tema della Strenna.
Gesu Cristo ci rivela che Dio non e solitario: Egli eamore
prima in se stesso e poi anche nel Suo agire.
In se stesso Dio e amore nel clono mutuo e totale delle Tre
Persone.
Non entriamo, qui, in questa supremo Mistera; ma lo
teniamo presente. Esso ci aiuta a pensare che la persona in
quanta tale vive e cresce in relazione, comunicandosi come
clono; che la sua perfezione e!'amore. L'uomo, creato a immagi-
ne e somiglianza di Dio, matura e perfeziona la sua propria per-
sona amando.
Ma Dio e amore anche nel suo agire fuori di se: nella
«creazione», nella «redenzione» e nella «trasformazione totale»
del creato - Padre, Figlio, Spirito Santo! - sono tutte espres-
sioni dell'amore di Dio, visibilmente percettibile nel creato e
nella storia. Cosl, in ognuna di queste espressioni, il credente
trova aspetti concreti per ispirarsi al suo amore e applicarlo alla
vita.
La prima cosa che colpisce e che Dio ha amato per primo,
che il suo amore e gratuito, che non e attratto dal bene ma che
ne e la causa: una persona non e amata da Dio perche e buona,
ma e buona perche Iddio la arna. Gesu ha amato anche i pecca-
tori ed i nemici.
Passiamo allora a considerare brevemente le tre grandi
espressioni dell'agire di Dio nel mondo.
- Se guardiamo alla creazione, l'amore di Dio ci parła di
tante realta: della natura, dell'universo, dell'ordine temporale,
del corpo, del sesso, del matrimonio; anzi, proprio in questa
8

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
ambito, l'amore coniugale e assunto nella rivelazione come fon-
damento dell'allegoria dell'unione indissolubile e feconda di
Cristo e della Chiesa.
Cosl. gia nella considerazione della creazione ci troviamo di
fronte a tanti aspetti che interessano l'educazione dei giovani
all'amore.
- Se guardiamo alla redenzione, l'amore di Dio ci fa scopri-
re la pienezza della solidarieta (Gesu el'uomo-solidale per anto-
nomasia). Il mistera della croce come espressione di amore ci
spiega che il clono di se puo arrivare fino a dare la vita per gli
altri; mostra, inoltre, la possibilita di esprimere l'amore in
forme che trascendono Io stato di vita coniugale, per esempio,
nella vita consacrata.
- Se poi guardiamo alla trasformazione totale del creato
(per opera della Spirito Santo), l'amore di Dio ci fa capire che la
trasformazione del mondo incomincia nel cuore di ogni perso-
na. Lo Spirito Santo, silenziosamente e partendo dal cuore, va
trasformando tutto fino alla sua esplosione finale di cieli nuovi
e terra nuova. Egli cura l'uomo interiore e riempie il suo cuore
di carita - ossia di amore evangelico -; e questo amore divie-
ne l'anima e la forma di tutte le virtu, raggiungendo cosi la
suprema perfezione della persona. La pienezza della carita ha
fatto esclamare a sant'Agostino: «Arna e fa cio che vuoi»; infatti
chi arna con questo livello di amore e gia nell'ambito della vita
divina piu in la delle norme.
Cristo ha portato !'amore di Dio nel cuore stesso della sto-
ria, rovinata dal peccato, perche ne diventi !'energia salvatrice
per condurla verso un'umanita nuova. Il motore della storia non
e la lotta di classe, ma la crescita del vero amore tradotto in
impegni di solidarieta. Nel Cristo, il rapporto tra Dio e l'uomo si
traduce inseparabilmente nel rapporto tra uomo e uomo, tra
fratello e fratello; infatti tutta la legge e i profeti si riducono a
un unica supremo comandamento, che e quello di amare Dio
con tutte le forze e i fratelli come noi stessi. E un amore che
non conosce confini e che porta in se la grazia di unita tra cio
che edivino e cio che eumano.
Da questa descrizione rapida dell'amore rivelato in Cristo
si possano dedurre vari temi generatori che darebbero la possi-
bilita di approfondire alcuni aspetti della Strenna; per esempio:
la filiazione al Padre (essere figli per sentirsi fratelli), l'ascolto
9

2.2 Page 12

▲back to top
della verita evangelica (rivela all'uomo che cos'e l'uomo), la soli-
darieta umana (come divenire tutti una famiglia mondiale), la
preoccupazione per i piccoli e i poveri, la condivisione delle
pene e delle gioie, il dono di se fino al sacrificio della vita,
l'impegno in tanti servizi, il perdono, la sopportazione, in parti-
colare - con l'aiuto dello Spirito - la capacita di padroneggia-
re i propri istinti e le proprie passioni, di vincere l'egoismo, di
saper rinascere dal peccato.
Il Signore ha dotato la sua Chiesa di numerosi mezzi con-
creti per aiutarci appunto a crescere nell'amore, nonostante le
nostre debolezze e cadute.
Dunque, l'espressione «saldamente fondati e radicati» si
riferisce a questa genuino amore vissuto e comunicato da
Cristo.
Uno sguardo all'oclierna realta
Adesso che abbiamo precisato l'ottica con cui guardiamo
l'amore, possiamo affacciarci sul contesto socioculturale
dell'odierna societa.
Non risultera difficile percepire subito una situazione
assai negativa, cosi deteriorata da rendere necessario l'interven-
to personale di Dio per ricuperare il valore supremo della perso-
nae ridare alla storia una meta. Dall'ambiente soprattutto gio-
vanile nella societa partono continue sfide per la nuova evange-
lizzazione in quanta alla formazione all'amore. I nostri recenti
Capitoli generali ci hanno avviato a scrutare questa vasto e dif-
ficile terreno di vita.
Nella cultura attuale il termine «amore» si presenta con
contenuti assai distanziati da quelli che abbiamo osservato
nella testimonianza di Cristo.
Se vogliamo individuare subito l'elemento, diciamo, cen-
trale, per spiegare una differenza cosi lantana e misera, scopria-
mo una visione fortemente antropocentrica della realta. Non si
parte dal Vangelo di Cristo, ma da un vissuto-umano sommerso
nelle vicende del proprio io tragicamente ferito dal peccato, con
una concezione della liberta che considera pregiudizi e censure
obsolete le esigenze evangeliche e quelle dell'etica, come residui
ormai superati!
I mezzi di comunicazione sociale, cosi incisivi nel formare opi-
10

2.3 Page 13

▲back to top
nione, offrono quotidianamente una serie crescente di condizio-
namenti che pospongono il Vangelo per sostituire l'amore rive-
lato da Cristo con comportamenti infarciti di egoismo. Questa
mentalita antropocentrica ha portato, tra l'altro, allo sfascio
della famiglia, la quale dovrebbe essere per sua natura la prima
scuola dell'amore.
Questo sfascio e divenuto una delle piaghe piu deleterie nella
societa: rovinando la famiglia, si rovina un po' tutta la possibi-
lita di educare al vero amore.
Insieme allo sfascio della famiglia, emerge una interpretazione
del sesso per se stesso, staccandolo dalla integralita della perso-
na; infatti si presentano tanti modelli di vita in cui la sessualita
funziona secondo le pulsioni dell'eros, <lando origine a una spe-
cie di invasione dell'erotismo. Ci si trova di fronte a tante situa-
zioni, in particolar modo per i giovani, da cui partono interpel-
lanze che esigono un costante e delicato intervento di nuova
evangelizzazione.
I giovani, stimolati dall'eta e spesso carenti di comprensio-
ne nella propria famiglia, cercano affetto e amicizia altrove:
negli incontri di gruppo, in amidzie magari anche ambigue, e
persino nella droga, ecc., vorrebbero fuggire dal clima consumi-
stico della societa (almeno molti di essi). E facile costatare che
quando trovano accettazione con compagni di distinto sesso
sembra loro che l'amicizia debba far considerare legittimo qual-
siasi comportamento.
Da cio emerge una considerazione distorta della sessualita che
banalizza l'amore rendendolo nocivo alla formazione della per-
sona perche non apre al futuro e confonde la felicita con il pia-
cere. Certamente l'amore non e il sesso, anche se la sessualita
imprime modalita caratteristiche e preziose all'amore. Il ruolo
femminile e il ruolo maschile nell'amore sono dimensioni fon-
damentali da approfondire, ma nella verita.
Cosl, troppo spesso, ci si incontra con una concezione glo-
bale della vita fatta di schemi materialistici che pongono l'accen-
to sul benessere, sull'arricchimento, sull'effimero, sulla fuga dal
sacrificio e dalle responsabilita, che non aprono orizzonti di tra-
scendenza e di solidarieta e impediscono di interpretare in
forme piu aperte e promettenti l'ansia, congenita nel cuore dei
giovani, di amare. E un nuovo paganesimo, aggravato dal fatto
di presentarsi come un post-cristianesimo.
11

2.4 Page 14

▲back to top
Gfa san Paolo ammoniva di far morire in noi «gli atteg-
giamenti che sono propri di questo mondo: immoralita, passio-
ni, impurita, desideri maligni e quella voglia sfrenata di posse-
dere che e un tipo di idolatria. Tutte queste cose attirano la con-
danna di Dio» (Col 3, 5-6).
Da siffatta situazione emergono non poche sfide partico-
larmente urgenti per un'azione evangelizzatrice. Noi le abbiamo
gia elencate nei nostri Capitoli generali. Possiamo indicare, qui,
alcuni argomenti certamente importanti nella formazione al-
l'amore. Per esempio:
- la consapevolezza dell'unita organica della persona. Non e un
tema direttamente evangelico, pero e illuminato dal Vangelo e
ha un'importanza fondamentale, perche tanto la fede come
}'amore suppongono l'organicita unitaria della persona;
- la dimensione sociale dell'amore, vissuta nella solidarieta;
- il significato delle realta create: la natura, il corpo, l'ordine
temporale;
- l'educazione sessuale e i valori del matrimonio;
- il senso della responsabilita;
- l'esercizio del clono di se (con gli apporti arricchenti del sacri-
ficio);
- l'urgenza di impegno personale per cambiare l'ambiente, ecc.
La considerazione di questi e di altri argomenti di attua-
lita ci dimostrera che la sfida globale procedente dai contesti
socioculturali ci interpella sulla capacita di educare alla fede pri-
vilegiando la formazione all'amore.
Fede e amore vanno uniti inseparabilmente nell'opera di
educazione: senza la fede non scopriamo che cos'e il vero
amore, e senza amore si rende vana la fede: «In Cristo Gesu -
dice san Paolo - conta solo la fede che opera nell'amore» (Gal
5, 6).
Varrebbe la pena, anzi e un invito da considerare con
cura, rileggere quanto afferma l'apostolo Paolo sulla nostra vita
di incorporazione a Cristo, per esempio nell'Epistola ai Colos-
sesi; una epistoła diretta non a dei «consacrati», ma a dei sem-
plici cristiani!
::J
12

2.5 Page 15

▲back to top
Tre livelli da curare
La Strenna, come dicevamo, punta sull'educazione al vero
amore; deve saper considerare pero concretamente le sfide che
procedono dalle situazioni. Le abbiamo solo indicate, poco fa,
quasi sorvolando, perche gia conosciute; d'altra parte, e neces-
sario che in ogni territorio e ambiente culturale gli educatori si
dedichino essi stessi ad analizzare le sfide che sorgono nei pro-
pri contesti.
Qui possiamo indicare alcune linee da tener presenti nelle
iniziative educative. Lo facciamo a tre livelli, che risultano di
fatto complementari e mutuamente arricchenti:
-1'amore verso di se,
- l'amore verso gli altri,
-1'amore verso la creazione.
In questi tre livelli complementari si trovano gli elementi
necessari per elaborare dei progetti per una metodologia di
azione.
- Innanzitutto l'amore verso di se.
Ricordo a questo proposito un'affermazione di Kierke-
gaard: «Se l'uomo non apprende dal cristianesimo ad amare se
stesso nella maniera giusta, non puo nemmeno amare il prossi-
mo». Infatti ci <lice la Bibbia: «Arna il prossimo tuo come te
stesso»!
E importante esorcizzare la visione pessimistica del-
l'uomo; egli non e un essere transitorio o una passione inutile;
non e rimesso al caso, travolto dal turbinio delle vicende, perso
anonimamente nella societa senza maggiori responsabilita;
l'uomo - cosi concepito - non sarebbe oggetto di amore da
parte di Dio.
Una visione cosi pessimistica demolisce tutto, fa emerge-
re la nausea, fa perdere il senso della vita.
Invece, un giusto amore di se - che qui mettiamo come
primo livello da considerare - e centrale nella visione cristiana:
ogni uomo, ogni persona e oggetto dell'amore di Cristo. Egli
segue ognuno di noi, ha amato e arna ogni persona, e morto per
ognuno, si interessa di ciascuno, per nome, nella sua irrepetibi-
le individualita.
Alcuni di noi forse fanno consistere l'umilta nel conside-
13

2.6 Page 16

▲back to top
rarsi dei «poveri diavoli» che non servono a nulla. Sbagliato!
Bernanos affermava che «nessuno disprezza se stesso senza
disprezzare la grazia di Dio». E molto cristiana questa afferma-
zione!
Il Signore chiama per nome ogni uomo, secondo un pro-
getto di vita, dotandolo di qualita, grandi e piccole, per collabo-
rare alla umanizzazione del mendo. C'e alle origini, per ognuno,
una vera predilezione magnanima da parte di Dio!
La vocazione personale di ciascuno - infatti «ogni uomo
e vocazione» come diceva Paolo VI - non e espressione di un
comandamento estrinseco e impositivo, ma e interpretazione
della struttura intima del cuore, che tende per natura alla
comunione con tutto cio che esiste.
Un giusto amore di se stesso e condizione fondamentale
per fare dell'amore una energia personale che assorbe e armo-
nizza le proprie potenze psichiche e le forze spirituali e fisiche,
integrandole in un'unica inclinazione dell'io personale nel cono-
scere, volere, sentire e operare.
In questa unificazione vitale vengono assunte anche le
energie sessuali, i dinamismi corporali e spirituali, che danno
un tono specifico al modo di essere di ognuno.
Dovra essere, questa, una considerazione di base: ognuno
ha bisogno di sapere con chiarezza di essere preso sui serio da
Cristo, il quale ha accettato di morire proprio per lui. L'ideale da
raggiungere e un amore a se stesso illuminato da Cristo. Infatti,
se il comandamento dell'amore al prossimo comporta, quale
prima misura, di essere come quello con cui ognuno arna se stes-
so, vuol dire che bisogna saper curare il giusto amore a se stesso.
Il Vangelo, pero, va piu in la ancora dell'amore a se stes-
so: la misura suprema dell'amore al prossimo e quella di amarlo
come lo amo Gesu Cristo. Quindi il giusto amore a se stesso
deve trovare nel Cristo la forza per disfarsi da ogni egoismo, per-
che contrapposto alla vocazione personale di ciascuno. L'egoismo
va contro la vocazione, qualunque vocazione.
Percio l'amore a se stesso diviene anche lotta contro il
peccato, essendo ogni peccato espressione di egoisrno: qualun-
que peccato fa deviare il giusto amore di se.
Cosi l'educazione all'amore deve saper curare un insieme
di dinarnismi che fanno percepire in ognuno l'immagine e la
somiglianza di Dio secondo il progetto iniziale della creazione
dell'uomo.
14

2.7 Page 17

▲back to top
Ad ogni modo rimane chiaro che l'educazione all'amore
dovrebbe avere sempre come punto di partenza l'io personale; la
maturazione della persona, una per una, come fa lo Spirito
Santo, come ci si muove nel mondo della fede. Al corpo mistico
di Cristo si entra uno per uno, con la propria liberta che crede:
d'altra parte e un fatto che Cristo si riferisce personalmente a
ciascuno; ognuno di noi e battezzato come persona singola. E
cosi in ogni sacramento. E vero che la fede si vive e si fa cresce-
re comunitariamente; pero alla sorgente c'e la considerazione
attenta di ogni persona.
Vedete, la solidarieta in Adamo parte solo da una conti-
nuita corporale di generazione; la solidarieta in Cristo nasce,
invece, da un atto personale di liberta. Noi, a volte, perdiamo di
vista questa realta perche siamo stati battezzati bambini, per
noi hanno risposto i nostri padrini e i nostri genitori (che rin-
graziamo); pero abbiamo bisogno di approfondire la consapevo-
lezza del nostro rapporto personale con Cristo perche e il primo
di tutti i requisiti.
Nell'educazione della gioventu e da curare il contatto
dell'un per uno; i sacramenti funzionano cosi; la direzione spiri-
tuale segue questo cammino. E importante e anche urgente
dare piu spazio a questo livello nell'azione educativa.
Sappiamo che tutto il lavoro di trasformazione dello
Spirito del Signore incomincia dal cuore di ognuno; e che gli
educatori - suoi collaboratori - sono chiamati ad essere segni
e portatori del Suo amore.
Ogni giovane deve imparare ad accettarsi nei propri limi-
ti, perche e appunto lui, cosi come e, che e oggetto dell'amore di
Cristo.
L'«io» di ognuno e nato per la vita e non per la morte,
secondo un meraviglioso disegno di Dio, nella prospettiva di
una felicita, non regalata, ma da conquistare con il retto uso
della liberta in tutte le situazioni, anche difficili. Ed e importan-
te far crescere il giusto amore di se attraverso la convinzione
personale della necessita della frequenza dei sacramenti e
dell'importanza di una concreta direzione spirituale.
- L'amore verso gli altri.
E il grande comandamento che ci ha dato il Signore.
L'amore di se come oggetto dell'amore di Dio non si ferma alla
propria persona, ma la finalizza verso gli altri.
15

2.8 Page 18

▲back to top
La considerazione dell'amore di Cristo fa scoprire l'indi-
spensabilita di sentirsi fratello di tutti. E ancora san Giovanni
che afferma: solo colui che arna gli altri «conosce Dio».
D'altra parte, se guardiamo Gesu Cristo possiamo definir-
lo «Colui che e esistito per gli altri»; in Lui primeggia l'immenso
orizzonte della solidarieta.
Cerchiamo di catalogare, senza preoccupazione di esau-
rime l'insieme, alcuni aspetti di questo amore per gli altri, per-
che possono servire per cercare di elaborare dei programmi di
azione. Possiamo vedere:
* l'amore di servizio, per cui ci si guida considerando i bisogni
altrui. Questo amore e attivo anche se non approda a una
amicizia, ossia anche se non ottiene necessariamente una
risposta. E un amore gratuito che parte dal considerare il
bene da fare. E un amore intraprendente che assomiglia pro-
prio a quello di Cristo;
* un altro tipo di amore e quello di amicizia, capace di stabilire
contatti durevoli, di condividere gli ideali e le vicende di altri,
di sviluppare una comunione interpersonale, di vivere in
gruppo; e un amore di benevolenza rispettoso della diversita
di ognuno; non e esclusivo ne escludente. E una bella meta da
poter raggiungere nelle comunita, nei gruppi, ecc.;
* un altro tipo di amore verso gli altri e quello coniugale; costi-
tuisce l'essenza stessa del matrimonio: una meta a cui prepa-
rare con cura (proprio per il problema dello sfascio della
famiglia); e un amore permanente ed esclusivo, nell'ambito
della fedelta coniugale;
* un altro tipo di amore e quello familiare, che fa della famiglia
- figli e genitori - il primo luogo privilegiato per educare ad
amare. A questa livello si puo pensare, inoltre, anche a quelle
comunita di vita che intendono formare tra i loro membri un
cuor solo e un'anima sola in una comunione operativa di
amore;
* possiamo anche parlare dell'amore politico che comporta con-
sapevolezza di responsabilita per il bene comune; la dimen-
sione sociale dell'amore sentito e vissuto da ognuno secondo
le sue possibilita e caratteristiche e uno <legli obiettivi privile-
giati della nuova evangelizzazione.
Si potrebbe continuare la lista, ma non c'e bisogno di
essere esaustivi. Tutte queste espressioni dell'amore cristiano
::::j
16

2.9 Page 19

▲back to top
sono insidiate da mille tentazioni di egoismo. Tutte, nessuna
esclusa!
Quindi c'e bisogno di una costante e oculata attenzione
per assicurare sempre l'autenticita dell'amore in ognuno dei
suoi differenti aspetti. Nel servizio puo entrare l'egoismo, nel-
l'amicizia puo entrare la concupiscenza, nell'amore coniugale
possono entrare le infedelta, nell'amore familiare possono
emergere continuamente delle fratture, nell'amore politico stan-
no in agguato tanti interessi parziali, e noi oggi ne vediamo
troppo spesso le conseguenze.
- L'amore verso la creazione.
Anche questo terzo livello dell'amore ha un suo forte rilie-
vo. Si tratta di avere consapevolezza che il mondo, la natura, le
cose, il corpo, l'ordine temporale sono in se stessi dei beni
donatici dall'amore di Dio. Portano in se dei valori da apprezza-
re e da coltivare secondo il disegno primigenio del Creatore.
Non e un compito facile per l'evangelizzatore educare
all'amore in questo livello. Sorgono facilmente delle «idolatrie»
che non solo nascondono i tratti del piano di Dio, ma che si tra-
ducono in un tale amore di se e delle cose fino alla dimentican-
za di Dio (come diceva sant'Agostino: «l'amore del mondo fino
al disprezzo di Dio»).
Urge oggi concentrare gli sforzi della nuova evangelizza-
zione anche su questi aspetti: sulla magnificenza della natura,
come habitat donatoci da Dio (l'ecologia!); sui beni creati e
sull'ordine temporale come mezzi con cui esercitare il dominio
e il clono di se (la solidarieta economica sociale e political).
Educare, per esempio, a rendere valido l'uso dei beni per un
nuovo ordine economico, appartiene all'ambito concreto della
nuova evangelizzazione - come lo hanno affermato i Vescovi
latinoamericani a Santo Domingo -. Cosi pure e urgente dare
un'anima cristiana al riordinamento della societa; oppure cono-
scere e coltivare i valori della corporalita, in special modo del
sesso, per assicurare l'autenticita di tutte le vocazioni, quelle
coniugali, quelle di consacrazione e quelle di celibato.
L'educazione all'amore verso la creazione deve rendere
capaci di sconfiggere !'idolatria della «ricchezza», dell'«edoni-
smo», del «potere», che concorrono potentemente all'odiemo
disorientamento culturale ed etico.
17

2.10 Page 20

▲back to top
I tre livelli indicati sano complementari; e l'opera educati-
vo-pastorale dovra progredire gradualmente per far maturare la
«persona»: dall'amore, diciamo cosi, infantile fino a quello piu
personalizzato e maturo.
E qui vengono alla mente vari temi generatori: iniziativa,
gratuita, accettazione, perdono, condivisione, sacrificio, soffe-
renza, banta, ragionevolezza, ecc.
Non va dimenticato, poi, che la forrnazione all'amore non
giunge mai a un terrnine invalicabile; puo crescere sempre fino
alla morte per poi oltrepassarla, perche l'amore e il supremo
valore che perrnarra definitivamente nell'escatologia.
L'importanza del dono di se
La misura pratica dell'amore insegnatoci da Gesu Cristo e
l'esercizio del clono di se. Qui risiede il vero superamento
dell'egoismo. Il Papa, nel bel messaggio urbi et orbi che ha lan-
ciato nel giorno di Natale, ha affermato: «L'amore rimane se
stesso solo quando si fa clono, clono per gli altri».
La Strenna tende a farci tradurre il vero amore nella pras-
si. Purtroppo e possibile mascherare un amore finto, egoistico
persino con i panni della religione e della pieta anche se sano
carenti del clono di se. Ci sano molte espressioni considerate
come «segni» di clono di se, ma che rimangono in se stesse
ambigue o false; basti pensare al bacio di Giuda e a tante
espressioni di finta benevolenza suscitate piuttosto dalla concu-
piscenza o da interessi calcolati e meschini.
Cristo, fonte e modello del vero amore puo essere definito
«il clono di se»; Egli ha testimoniato questa «donarsi» nella vita
di famiglia e di lavoro, di generosa e sacrificata comunicazione
della verita, di servizio ai poveri, agli ammalati, ai bisognosi, ai
carcerati, ecc., di sacrificio fino alla passione e alla morte:
«avendo amato i suoi li arna sino alla fine».
Il clono di se traduce l'amore affettivo in amore effettivo:
deve costatarsi nei fatti.
Per spiegarci come Cristo e divenuto «clono» dobbiamo
rifarci al suo amore filiale verso il Padre; qui si trova il fonda-
mento di tutto: un atteggiamento filiale che si riveste nell'incar-
nazione di un incommensurabile amore fraterno per noi, nei
fatti! Anche per Lui non bastava ripetere: «Signore, Signore!» o
18

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
«Padre, Padre!»; Egli ha fatto della sua filiazione la costante
sorgente della sua solidarieta umana fino al dono totale di se
sulla croce.
Il giusto amore di se, degli altri e della creazione, poggia
anche per noi nel vivere e pensare come figli di Dio. La capacita
del donarsi eradicata nell'uomo interiore che vive filialmente in
unione con Dio. Senza questa condizione radicale salta tutto.
Cristo e divenuto nostro fratello, solidale in tutto, totalmente
corresponsabile, proprio perche Figlio del Padre. Quindi, anche
per noi la personale unione con Dio e la sorgente del vero
amore al prossimo. Ecco un punto da curare progressivamente
nell'educazione: il senso della preghiera.
Pub essere sintomatico ricordare, qui, che noi abbiamo
come patrona (che ci da anche il nome di «Salesiani») san
Francesco di Sales, il grande dottore dell'amore di Dio. Lo sti-
molo della Strenna potrebbe essere un'opportunita per cono-
sceme meglio le profonde e delicate riflessioni. Sara una lettura
arricchente e stimolante.
D'altra parte abbiamo come Fondatore Don Bosco che ci
insegna il clono di se nell'educazione; il Sistema preventivo «e
tutto fondato sull'amore», e una prassi collaudata del clono di se
nell'azione educativa.
Non e questa il momento di addentrarci in un tema tanto
vasto, ma e opportuno rapportarlo a questa riflessione sul clono
di se. Quindi, imparare ad essere educatori secondo lo spirito
del Sistema preventivo eimparare a donarsi.
Un altro aspetto pratico del clono di se e quello della vita
quotidiana in famiglia tra coniugi e nell'educazione dei figli.
Urge formare i giovani al clono di se in famiglia, anche in vista
del loro futuro matrimonio; e una sfida delle piu significative.
L'Esortazione apostolica Familiaris consortio offre una miniera
di orientamenti al riguardo. La fam iglia e chiamata ad essere la
prima scuola dell'amore: «la sua funzione educativa e tanto
importante che, se manca, puo appena essere supplita» (FC 36).
Il clono di se si applica anche alle situazioni di malattia,
di incomprensione, di sofferenza e persino alla morte; nessuno,
in qualsiasi condizione si trovi, puo essere impedito di amare
donandosi. Nessuno glielo puo proibire; e una possibilita sem-
pre aperta.
Il dano di se si vive anche nel lavoro, nelle attivita della
19

3.2 Page 22

▲back to top
propria professione considerata come espressione di responsa-
bilita per la famiglia e per la societa.
Il clono di se ha un posto privilegiato nel tempo libero, in
tante espressioni di servizio, di apostolato, di visite, di amicizia,
di comunione operativa nei gruppi; sempre si puo fare qualcosa
di piu dei propri stretti doveri. L'appartenenza ad associazioni,
a gruppi di bene o di sana distensione offre e propone continua-
mente numerose opportunita di clono di se. Possiamo dire che i
giovani vivono circondati tutto il giorno da possibilita effettive
di donarsi agli altri.
La concretezza dell'impegno
Il termine «impegno» significa attivo interessamento e
impiego diligente e volenteroso delle proprie forze e qualita, e
anche di tutta la propria esistenza (per esempio, di consacrazio-
ne). L'amore non e semplicemente affetto o simpatia; esso va
tradotto in opere; la solidarieta, che e espressione di amore, ha
bisogno di fatti, di testimonianza di vita, di servizi, di operati-
vita pratica.
Giustamente la Strenna parła di dano di se «nell'impe-
gno»: e questa la strada per educare al vero amore; e con l'eser-
cizio di impegni concreti che cresce la consapevolezza e la
responsabilita e s'impara a sperimentare che tipo di amore ci
insegna la fede e si va scoprendo qual e il disegno di Dio sulla
propria esistenza, maturando cosi la coscienza della propria
vocazione personale.
Se consideriamo i fondamentali stati di vita in cui si
esprime l'amore - il matrimonio, la vita consacrata, il ministe-
ro sacerdotale - si patra facilmente individuare un gran nume-
ro di impegni, comuni e specifici, che avviano a una interpreta-
zione vocazionale della propria esistenza. E tra i giovani impe-
gnati che si trovano le vocazioni.
Nella scelta degli impegni e da stimolare l'inventiva edu-
cativa che va da svariati impegni nella vita dell'oratorio, del
gruppo giovanile (per esempio, gli scouts), della scuola, dello
sport, del volontariato, ecc., fino ai grandi impegni di esistenza,
a tempo pieno, in vocazioni specifiche. La testimonianza di
educatori che vivono il clono di se in castita dovrebbe essere un
potente richiamo al clono di se nella prassi.
:::J
20

3.3 Page 23

▲back to top
L'impegno, come dicevamo, suppone un impiego diligen-
te e volenteroso delle proprie forze e qualita. Nel processo edu-
cativo cio comporta puntare intelligentemente sulla generosita
e capacita operativa dei giovani.
Non si tratta di introdurre un po' di pelagianesimo nella
formazione alla fede, ma di prendere sul serio lo stesso Van-
gelo. L'apostolo Giacomo afferma: «Fratelli, a che serve se uno
<lice: "io ho la fede!", e poi non lo dimostra con i fatti? Forse che
quella fede puo salvarlo? La fede, da sola, se non si manifesta
nei fatti, e morta» (Ge 2, 14 e 17).
Il piano di salvezza del Dio-Amore coinvolge vitalmente la
stessa liberta umana; non ci tratta come robots, ma ci rende
protagonisti con Lui.
Il giovane va educato a sentirsi protagonista, con Cristo,
nell'amore. Se si parła di «dono di se», sara necessario tradurre
personalmente l'amore in operosita; come <lice il proverbio spa-
gnolo: «obras son amores, y no buenas razones» (opere sono amo-
re, e non belle parole), ossia, ritornando a san Giacomo: «la fe-
de non serve a niente se non e accompagnata <lai fatti» (Ge 2, 20).
L'«impegno», dunque, e davvero un indispensabile obiet-
tivo pedagogico-pastorale nell'educazione dei giovani alla fede.
L'indispensabilita di una appropriata disciplina
Se si tiene presente che l'egoismo e un nemico che ordi-
sce insidie ovunque e che e molto potente, l'esercizio del dono
di se ha costante bisogno di una intelligente pedagogia ascetica.
Non c'e vero amore senza una metodologia di prevenzione e di
difesa: ricordiamo quanto scrive san Giovanni: «Tutto quello
che e nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscen-
za <legli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma
dal monde. E il mondo passa con la sua concupiscenza. Se uno
arna il mondo, l'amore del Padre non e in lui» (J Gv 2, 15-17).
Ogni credente e, di fatto, collocato nel mondo e deve evi-
tare di lasciarsi irretire dalie sue concupiscenze; e chiamato a
criticare i suoi criteri di vitae i suoi modelli di comportamento,
per quanto sono costantemente impastati di egoismo. Ha biso-
gno costantemente di vegliare e di difendersi da tante deviazio-
ni; infatti «non puo servire due padroni» (Mt 6, 24).
21

3.4 Page 24

▲back to top
Bisognera, percio, che assuma quotidianamente anche un
concreto metodo di discemimento, di distanza, di difesa, come
opportuna e appropriata disciplina per salvaguardare l'amore.
Il Salmo 118 pone una domanda: «Come potra un giova-
ne tenere pura la sua via?»; e risponde: «Custodendo le tue pa-
role. Con tutto il cuore ti cerco: non farmi deviare dai tuoi pre-
cetti».
Amare come Cristo amo e veramente possibile. Lo dimo-
strano lungo i secoli tanti santi, anche se a livelli inferiori a
quello di Cristo, e anche tantissimi altri buoni cristiani a livello
piu basso dei santi canonizzati.
L'uomo e stato plasmato a immagine e somiglianza di Dio; c'e
nella struttura stessa del suo cuore questa profonda inclinazio-
ne ad amare; la sua perfezione e la sua felicita e il clono di se.
Il peccato ha introdotto rovinosamente in lui il cancro
dell'egoismo; guardando i contesti odiemi sembrerebbe impos-
sibile che possa superarne le molteplici e deleterie conseguenze.
Ma Dio si e fatto uomo in Cristo proprio per aiutarci a vincere
l'egoismo.
Cristo e l'Uomo nuovo, non solo per se, ma per tutti noi; ha
fatto di se e della sua Pasqua la fonte storica di una vittoriosa
possibilita di amare. Essa arriva ad ogni uomo attraverso pecu-
liari mediazioni che insegnano la verita sull'amore e che porta-
no con se !'energia per viverlo, ma che esigono anche un meto-
do di ascesi.
Nei difetti del percorso e nelle difficolta dei contesti non
valgono lo scoraggiamento e la sfiducia, perche Lui stesso ci
assicura con vari mezzi la possibilita di crescere o di riprender-
si. Con Lui collabora costantemente Maria, Aiuto dei Cristiani,
soprattutto per accompagnare i giovani nella maturazione della
loro fede.
Sara allora necessario, nell'opera educativa, saper far
apprezzare e sviluppare anche una metodologia di disciplina
personale e di gruppo. Anche questa argomento e assai vasto,
ma qui ne accenniamo solamente l'indispensabilita.
Valdocco e Momese sano anche una concreta scuola di
ascesi.
22

3.5 Page 25

▲back to top
Conclusione
San Giovanni della Croce diceva che «alla sera della vita
saremo giudicati sull'amore». Vuol dire che il tema di questa
Strenna tocca proprio gli aspetti piu significativi della nostra
esistenza.
Lungo tutto l'anno '93 sara conveniente centrare l'atten-
zione su vari aspetti inerenti al tema globale, lasciandoci illumi-
nare sempre dall'ottica procedente da Cristo.
Tra l'altro, sara utile approfittare dei contenuti di un
documento assai valido: Orientamenti educativi sull'amore
umano. Lineamenta di educazione sessuale, emanato dalla Con-
gregazione per l'Educazione cattolica il 1° novembre 1983. Si
riferisce a un aspetto settoriale, ma e un settore particolarmente
importante per la crescita dei giovani nell'amore.
La prossima Settimana di spiritualita della Famiglia Sa-
lesiana, alla fine di gennaio, affrontera vari aspetti attinenti al
tema della Strenna. Qui, noi semplicemente abbiamo voluto
impostare l'ottica suprema che deve guidare l'educazione al-
l'amore; possiamo anche suggerire, prima di concludere, dei
temi possibili da riprendere magari lungo l'anno come iniziativa
di singoli gruppi, di ispettorie e di convegni. Sono solo suggeri-
menti esemplificativi:
- l'educazione sessuale in rapporto alle differenti vocazioni;
- l'importanza della famiglia e la preparazione al matrimonio;
- le prospettive della globalita della persona;
- l'apporto delle discipline psicopedagogiche;
- complementarita del ruolo femminile e di quello maschile;
- il Sistema preventivo: dall'amore all'amore;
- il clono di se e la castita;
- l'impegno come superamento degli egoismi;
- una pedagogia di ascesi come allenamento al clono di se;
- la fonte dell'amore nell'Eucaristia e nella Penitenza;
- l'amicizia e il Vangelo, ecc.
E da auspicare che si faccia diventare la Strenna uno sti-
molo di formazione permanente durante tutto l'anno. Essa e
stata scelta perche tocca il tema piu vitale del nostro proposito
sessennale di educare i giovani alla fede.
23

3.6 Page 26

▲back to top
Siamo ancora in clima natalizio. Il modello della Santa
Famiglia che ravviva i nostri affetti e che occupa la nostra fan-
tasia - tanto a Betlemme come a Nazaret - ci aiuti a meditare
storicamente sull'amore di Dio che si fa amore umano per dare
inizio all'Uomo nuovo capace di portare la storia alla meta della
felicita nella vita eteina.
Gesu Maria e Giuseppe ci insegnino e ci aiutino a vivere
la Strenna!
24