Strenna-it|Strenna 2017: SIAMO FAMIGLIA! Ogni casa, scuola di vita e di amore (ACG 424)

Direzione Generale Opere Don Bosco

Via della Pisana 1111 – 00163 Roma


Il Rettor Maggiore




BOZZA DELLA STRENNA 2017



LEMMA (titolo)



SIAMO FAMIGLIA! Ogni casa, scuola di Vita e di Amore





1. SIAMO FAMIGLIA! E nasciamo famiglia!


  • La Strenna del 2006 già era centrata sulla Famiglia. Anche ad essa facciamo riferimento fin da questo momento1. Allo stesso tempo gli eventi ecclesiali che abbiamo vissuto dopo due Sinodi e l’Esortazione Apostolica ‘Amoris laetitia’ di Papa Francesco esigono – con piacere per noi come Famiglia Salesiana – di centrare il nostro sguardo educativo pastorale nella famiglia.

  • Tutti abbiamo la forte esperienza personale che siamo nati in una famiglia e «nascemmo famiglia!», con la bellezza e i limiti di ogni famiglia, ma in definitiva nel seno di una famiglia. Famiglia che è quella realtà umana molto concreta dove si impara l’arte della Vita e dell’Amore.

  • La famiglia, lo sappiamo bene, è fatta di volti, di persone che amano, parlano, condividono e si sacrificano per gli altri, difendendosi e difendendo la vita propria e dei loro cari ad ogni costo. Uno si fa persona vivendo in famiglia, crescendo, generalmente, con i genitori, respirando il calore della casa.

  • È nella famiglia, nella casa dove si riceve il nome e pertanto la dignità, dove si sperimentano gli affetti; dove si gusta l’intimità, dove si impara a chiedere permesso, a chiedere perdono e a ringraziare.

  • La famiglia è anche – lo sappiamo – la prima scuola per i ragazzi, gruppo di appartenenza imprescindibile per i giovani e il miglior asilo per gli anziani.

  • Tutto questo è qualcosa di ciò che, nella dimensione umana, antropologica, tutti abbiamo vissuto, in un modo o nell’altro.

  • Allo stesso tempo, non perdiamo la prospettiva di ciò che significa la realtà della famiglia e Dio Comunione-Amore, perché la famiglia è un grande segno-sacramento del Dio Trinitario, che è Comunione-Amore.

  • La famiglia è anche il seno materno (il ‘grembo’) nel quale il Figlio di Dio fa un cammino di Umanizzazione.

  • E inoltre i destinatari di questa Strenna sono pure Famiglia Salesiana, che ha una forte e sempre crescente coscienza che ‘SIAMO FAMIGLIA’.

  • Come gruppo religioso (congregazioni, istituti, associazioni di vita apostolica, associazioni di fedeli…) abbiamo un forte senso del vincolo di famiglia che ci unisce.

  • Inoltre quasi tutti noi gruppi della Famiglia Salesiana abbiamo inserito nei diversi statuti lo spirito di famiglia come parte costitutiva del nostro essere e anche della nostra azione pastorale verso la famiglia, con le famiglie e per le famiglie.

  • Questa premessa spiega il nostro dovere come Famiglia Salesiana, un dovere che non è solo quello di non guardare in altra direzione diversa di quella in cui è fortemente coinvolta la Chiesa Universale oggi sotto la guida di Papa Francesco, ma anche il dovere di fare una ‘lettura salesiana’ – come educatori, quali siamo, di fanciulli e fanciulle, ragazzi e ragazze e giovani – e di dare il nostro umile contributo.



2.- Un invito ad una lettura pacata, aperta e con cuore disposto


  • Faccio anzitutto un invito a una lettura pacata, aperta e con il cuore disposto al dialogo e all’incontro con quello che dice la Esortazione Apostolica, in modo che ci aiuti come Famiglia Salesiana a scoprire ciò che il documento ci offre. È un gesto di amore, come Famiglia Salesiana, alla realtà familiare, riconosciuta e apprezzata come un grande dono di Dio per tutti. È anche un gesto di amore verso coloro che non sono riusciti a vivere in pienezza questo progetto di Dio e hanno bisogno del nostro aiuto, forse del nostro accompagnamento nel percorrere il loro progetto di vita coniugale e familiare, che a volte si vede rotto o con grandi difficoltà.

  • Il documento è un servizio all’umanità con uno sguardo credente cattolico e un vero tesoro spirituale e pastorale. E noi ci interessiamo con la coscienza che ‘siamo Famiglia Salesiana’.


  • L’Esortazione del Papa è costruita sugli insegnamenti dei Papi anteriori, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e due Assemblee sinodali del 2014 e 2015, le cui relazioni finali sono citate frequentemente. Riassume pertanto la riflessione ecclesiale di molti anni, però introduce, allo stesso tempo, un cambio di tonalità, di linguaggio e di prospettiva del piano canonico e pastorale. Il Papa stesso dice che «dobbiamo essere umili e realisti nel riconoscere che a volte ... abbiamo presentato un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi costruito artificiosamente, lontano dalle situazioni concrete e dalle possibilità effettive delle famiglia, così come esse sono. Questa idealizzazione eccessiva, soprattutto quando non abbiamo fatto risuonare la confidenza nella Grazia, non ha fatto sì che il matrimonio sia desiderabile e attraente, ma anzi tutto il contrario» (AL 36).



2.1. A modo di sintesi sul contenuto della Esortazione Apostolica. Per scoprire il nostro dovere come Famiglia Salesiana con le famiglie.


  • Il testo ha le caratteristiche già conosciute del magistero di Papa Francesco; è un testo realista, vicino, diretto e attraente. Un testo aperto che ci invita ad entrare nel tema attivamente, non solo accogliendo passivamente le idee, ma procurando di vivere noi il mistero della vita e dell’amore dalla prospettiva della nostra propria vita e vocazione personale. Non è un documento che parla della vita in astratto, ma che intende puntare alla vita per dire una parola di incoraggiamento a quanti possano averne necessità.


  • Nella Esortazione Apostolica il Papa traccia la “summa” biblica e teologica, morale e pastorale circa la famiglia, sottolineando l’importanza e la bellezza della famiglia fondata sul matrimonio, invitando ad approfondire i valori dell’amore coniugale, vero dono di Dio per la vita dell’essere umano. Si invita a far emergere i valori positivi e umanizzanti dell’amore umano, riflesso dell’Amore di Dio, che è sempre più forte del fallimento dei progetti umani.


  • Il documento ha nove capitoli che illustrano la realtà del matrimonio e della famiglia da diversi punti di vista, cercando di coniugare la presentazione della bellezza del progetto di Dio con l’attenzione realista e misericordiosa alle molte situazioni difettose e dolorose che si danno nella vita reale. Ogni capitolo è un intreccio ammirabile della fedeltà alla verità con la compassione e la misericordia. Illumina con la Parola di Dio, senza trascurare la situazione attuale, sempre con lo sguardo di Fede in Gesù Cristo. L’amore nella famiglia è sempre il tema centrale, con la ricchezza della fecondità e della educazione dei figli e i suggerimenti pastorali che possano aiutare nel cammino di fronte alle situazioni di fragilità e imperfezione.


  • Nel capitolo 1 “Alla luce della Parola” ricordando l’unità di dottrina e prassi necessaria nella Chiesa, si sottolinea, allo stesso tempo, che sulla base delle culture, delle tradizioni, delle sfide dei diversi paesi, alcuni aspetti della dottrina possono essere interpretati “in modo diverso”. Si conferma la bellezza del matrimonio formato dall’uomo e dalla donna e si richiama l’importanza del dialogo, dell’unione e dell’affettività nella famiglia, definiti non come un ideale astratto ma come un ‘impegno artigianale’.


  • Nel capitolo 2 La realtà e le sfide della famigliala visione si estende alla realtà e alle sfide della famiglia, con il desiderio di «tenere i piedi per terra» (AL 6), con una prospettiva sociologica e culturale, cercando anche di offrire una visione adeguata, realista e speranzosa. Fugge il semplicismo perché il ventaglio dei temi e dei contesti particolari esige una visione appropriata. La Esortazione non presenta «uno stereotipo della famiglia ideale, bensì un interpellante mosaico formato da tante realtà diverse, piene di gioie, drammi e sogni. Le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria» (AL 57).


  • Il capitolo 3 “Lo sguardo rivolto a Cristo: la vocazione della famiglia” apre la porta alla testimonianza dei Vangeli, l’insegnamento della Chiesa, la realtà sacramentale, la complessità delle situazioni irregolari e la trasmissione della vita e della fede ai figli. «L’amore vissuto nelle famiglie è una forza permanente per la vita della Chiesa» (AL 88).


  • I capitolo 4 “L’Amore nel matrimonio” si articola in modo stupendo attorno al noto inno della carità di 1 Cor 13. Lo fa con finezza e bellezza e va esplicando i diversi aspetti della realtà dell’amore, senza idealizzazioni («non fanno bene certe fantasie su un amore idilliaco e perfetto », AL 135), però tendendo sempre all’ideale: intimità, vita condivisa, amore di amicizia, amore coniugale sempre in dinamismo esigente di crescita trasformatrice. Raccomandabili le parole che Papa Francesco rivolge direttamente ai giovani, nei numeri 131-132…


  • L’Amore che diventa fecondo”, titolo del capitolo 5, parla di un amore espansivo, fecondo, dinamico, appassionato: parole come fecondità, capacità generativa, comprensione del padre e della madre nel processo sono la chiave. Ricca è la riflessione sopra “discernere il corpo” (AL 185-186) e le pagine suggestive sulla “famiglia allargata”: essere figli, nonni, fratelli… con “un cuore grande” (AL 196), invitando anche le famiglie a essere luogo di integrazione e punto di unione tra il pubblico e il provato.


  • Non poteva mancare un capitolo pastorale, per entrare a fondo nella vita concreta. Il capitolo 6 Alcune prospettive pastorali” parla degli agenti di pastorale riguardo alla preparazione al matrimonio e l’accompagnamento nei primi anni della vita matrimoniale, e lo fa con realismo coraggioso. Si invita a «illuminare crisi, angustie e difficoltà» (AL 231ss), per offrire un approccio adeguato, dinamico e complesso in cui situare questioni particolari.


  • Rafforzare l’educazione dei figli” è ciò di cui si tratta nel capitolo 7 (AL 259-290). I figli sono la speranza che apre al futuro. In queste pagine vanno comparendo la necessaria vicinanza e presenza, la formazione morale, le figure dell’autorità, i contesti, l’educazione sessuale (realista e coraggiosa, senza timori né superficialità) e la trasmissione della fede.


  • Allo stesso tempo Papa Francesco spera che “tutti si vedano molto interpellati dal capitolo ottavo” che porta come titolo “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità” (AL 291-312). Chi cercasse norme nitide e violente resterà deluso. Il Papa riprende la gradualità pastorale, invita al discernimento, prende la strada del “foro interno” (AL 300), evidenzia le «circostanze attenuanti nel discernimento pastorale» (AL 301) e mette al centro la logica della misericordia (AL 307). Tutto questo «fornisce un quadro e un clima che ci impedisce di sviluppare una morale fredda da scrivania nel trattare i temi più delicati» (AL 312).


  • Il nono e ultimo capitolo è dedicato alla “Spiritualità coniugale e familiare” (AL 313-325) in cui il Papa, in modo stimolante e semplice, invita ad una spiritualità dell’amore esclusivo e libero, che è spiritualità dell’attenzione, del conforto e dello stimolo. Con la Fede Cristo unifica e illumina la vita familiare, compresi anche i giorni di amarezza. Per questo “Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare… Non perdiamo la speranza”(AL 325).


E poiché crediamo che la famiglia è Buona Notizia per il mondo (« il Vangelo della Famiglia »), per la società e per la Chiesa, è per questo che ci sentiamo impegnati, e vogliamo esserlo di più, in qualsiasi posto nel mondo che abbia una presenza salesiana della nostra Famiglia Religiosa.



3. OGNI CASA, SCUOLA DI VITA E AMORE. Il nostro contributo educativo-pastorale.



3.1. Vicini per aiutare a Costruire e Restaurare


Davanti a realtà familiari nelle quali non poche volte si vivono situazioni complesse e difficili :


  • Famiglie composte a pezze (famiglie 'patchwork').

  • Famiglie non destrutturate e credenti che vanno essendo delle eccezioni in molti contesti.

  • Famiglie in cui esistono forti ferite.

  • Famiglie in cui ci sono egoismi che creano fratture.

  • Famiglie con situazioni nelle quali si ferisce, specialmente, l’anima dei figli, o dove a volte questi sono ‘ostaggi delle discordie’ (Papa Francesco).


Noi chiediamo allora se possiamo fare qualcosa in favore delle suddette famiglie dalla nostra realtà di educatrici, educatori e pastori, perché :

  • È in questi contesti in cui ci si chiede empatia di fronte al dolore che causano queste situazioni. abbandonare

  • Sono situazioni esistenziali in cui dobbiamo aiutare a costruire relazioni, rimarginare ferire, aiutare ad abbandonare i timori… vedendo come nel testo biblico ‘la canna incrinata che non si è ancora spezzata » (cf. Mt 12,20; Cf. Is 42,3).

  • Situazioni nelle quali possiamo aiutare a riconoscere che esiste anche molto di buono e molta generosità in queste vite.

  • Nell’apprendere ad essere famiglia ci sono sempre degli errori che fanno appello all‘umiltà e alla comprensione, al perdono e alla misericordia. Tutti hanno diritto al perdono e tutti hanno facoltà di perdonare per costruire la famiglia e ricostruirsi (Elemento morale).

  • L’accettazione della condizione del limite offre a ciascun membro della famiglia l’opportunità di arricchirsi dell’amore che gli offrono e di arricchire gli altri con la propria donazione. La gratuità è un punto di partenza per costruire famiglia (Elemento affettivo).

  • C’è un punto di solitudine costitutiva della condizione umana che fa impossibile la comunicazione totale, e al tempo stesso offre il salto di qualità al desiderio dell’Altro che è l’unico che può colmare questo desiderio di totalità (Elemento spirituale).

  • In definitiva ci si chiede di essere presenti per aiutare a costruire e restaurare.



3.2. Nella Scuola di Vita che è la famiglia


Con visione salesiana non potremmo parlare del valore educativo e vitale delle famiglia senza chiedere, in primo luogo, che ciascuno faccia riferimento alla propria esperienza personale e, allo stesso tempo alla esperienza di famiglia del Fondatore della nostra Famiglia Salesiana, Don Bosco. Egli perdette suo padre quando era ancora fanciullo; Sua mamma, Margherita, fu la sua prima decisiva e trascendentale educatrice, e sappiamo bene anche che Don Bosco fu quel che fu perché ebbe la madre che ebbe.


Questa è una delle chiavi della proposta. Aiutare perché le famiglie prendano coscienza che, anzitutto, sono scuole di Vita, e che in questa missione persone, gruppi e istituzioni cerchiamo di essere loro a lato e aiutarle, mai però supplendo ciò che non può essere rimpiazzato : quel calore di focolare che è ogni famiglia e che prepara alla vita, come autentica scuola, e che insegna con l’Amore a vivere l’Amore. Questo avviene :


  • Quando la famiglia è più che un ‘centro di rendite e di consumo’ o un ‘punto di riferimento affettivo’, e nella quale gli adulti, specialmente i genitori, accettano le loro responsabilità.

  • Quando si ha una comunicazione intrafamiliare intensa, non ridotta a negoziazioni strumentali.

  • Quando si educa anche esigendo e chiedendo ai figli responsabilità etiche concrete, in cui si possono esporre e comunicare le convinzioni intime, e non solo conservarle in modo nascosto per timore di molestare.

  • Quando si educa per la vita nel quotidiano familiare, sperimentando l’uguaglianza radicale di ciascuno quanto a necessità, diritti e doveri, come pure il rispetto reciproco.

  • Quando c’è uno spazio di vita con capacità di promuovere relazioni reali di dialogo, di reciprocità piena in ciò che richiede in verità il bene dell’altro, con rispetto della persona e dei suoi processi.

  • Quando la famiglia è un’esperienza di Amore, non il luogo dove si impone il peso della legge, ma dove si apprende ad amare con gratuità. In questo senso, con una visione credente (di fede), ogni matrimonio e ogni famiglia sono una storia di salvezza.

  • Una Famiglia che è scuola di vita perché racchiude in sé elementi antagonisti, ma in armonia, che preparano per la vita per mezzo di valori come :

          • libertà e responsabilità;

          • autonomia e solidarietà;

          • cura di se stesso e ricerca del bene di tutti;

          • sana competitività e capacità di perdono;

          • disponibilità per la comunicazione e anche per l’ascolto e il silenzio rispettoso.


  • La famiglia è pertanto scuola di vita perché offre valori ed anche speranze. Offre vicinanza e Amore che orienta, che corregge, che previene, aiuta, risana e, in definitiva, salva.



3.3. Decisiva Missione Pastorale Salesiana : ACCOMPAGNARE


Noi proponiamo, come Famiglia Salesiana, questa bella e più attuale che mai sfida :

  • Come accompagnare i genitori, gli sposi, e quanti stanno a capo della propria famiglia… ?

  • Come accompagnare i figli, specialmente quelli che si trovano nelle case, attività e servizi di tutte le opere esistenti nella nostra Famiglia Salesiana nel mondo ?

  • Come accompagnare con la nostra pastorale giovanile, familiare e parrocchiale i giovani che stanno maturando un progetto di vita al matrimonio e formare una famiglia ?


Questo chiede alla nostra pastorale alcune decisioni:


3.3.1. Puntare decisamente a considerare una priorità educativa-pastorale l’attenzione alle Famiglie.


3.3.2. Fare un passo decisivo, definitivo e fermo nel porre l’accompagnamento come servizio proritario :

  • Un accompagnamento dei genitori e dei coniugi che lo accettano.

  • Un accompagnamento reale dei ragazzi e ragazze e dei giovani nelle presenze salesiane nel mondo, specialmente di fronte situazioni familiari e personali di difficoltà.

  • Un accompagnamento vocazionale nei giovani che manifestano concretamente di maturare il proprio progetto di vita al matrimonio.

  • Un accompagnamento che si traduce in proposta di spiritualità e di fede come senso della vita, nelle più diverse realtà delle famiglie.


3.3.3. Vedere l’urgenza, come Famiglia Salesiana, di partecipare al vasto cammino di riflessione e discernimento ecclesiale, con una maggior attenzione alla realtà familiare, e alla priorità della misericordia come valore essenziale del Vangelo, che deve riflettersi nella nostra prassi educativa e pastorale.


3.3.4. Addentrarci, per ciò stesso, in un discernimento personale e pastorale che ci porterà a non cercare né sperare risposte univoche davanti a situazioni tanto diverse che sono lontane dall’ideale cristiano. Un servizio che toccherà e dinamizzerà storie matrimoniali e familiari concrete.


3.3.5. In questo modo di educare in cui la famiglia non può rinunciare ad essere luogo di sostegno e accompagnamento (AL 260), crediamo di poter offrire qualcosa di nostro, molto ‘salesiano’ : Aiutare le famiglie a educare e crescere con l’affetto e il cuore, con tutto ciò che questo implica nel nostro sistema educativo (‘preventivo’).


3.3.6. Dovremmo anche prendere molto sul serio di aiutare i genitori nella educazione sessuale dei loro figli e figlie, che per noi è un’autentica educazione all’Amore.


3.3.7 Aiuteremo a scoprire il matrimonio sacramentale come ‘vocazione’, frutto di un discernimento (come in ogni vocazione), e anche cammino di santità.


3.3.8. Per quanto possibile contribuiremo a curare e fomentare nelle famiglie il senso della gioia dell’Amore.


3.3.9. Aiutiamo le famiglie perché siano ‘spazio di vita’ in cui i genitori educano, con libertà, a conoscere e amare Dio.


3.3.10. Persino, anche se potrebbe essere tangenziale alla realtà familiare, sarà una opportunità per educare ed educarci, famiglie, educatori, giovani, nel valore del Creato, nella risposta responsabile davanti alla Creazione e davanti alla Povertà che si genera quando non si cura l’armonia.


3.3.11. Alcuni impegni concreti della Famiglia Salesiana rispetto alle famiglie… per es. la Missione della Famiglia Salesiana alla luce del Sistema Preventivo di Don Bosco : fare del mondo una casa come un grande cortile familiare, di amici, di tirocinio di vita, di incontro con Dio.


Per portare a compimento il nostro impegno come Famiglia Salesiana in questo movimento di rivitalizzazione ecclesiale, ci raccomandiamo alla Madre che sempre è garante nel nostro Pellegrinaggio


Roma, 19 giugno 2016.






1 Pascual Chávez. Lettera del Rettor Maggiore: “E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia” (Lc 2,52) ACG nº 392, 3-46