CS Newsletter febbraio 2020

Cari fratelli e amici,


Questa volta vi scrivo da Valdocco - Torino, essendo al Capitolo Generale 28, un'esperienza carismatica di Pentecoste per una Congregazione internazionale e interculturale che cerca il suo futuro nella volontà di Dio e nella salvezza dei giovani.


È l'ultimo comunicato che vi offro come Consigliere per la Comunicazione dopo dodici anni di contatto con voi e con tante altre persone che danno la vita in questo importante campo della missione salesiana. Qui in modo sintetico, vi ringrazio e do testimonianza di quanto ho vissuto insieme con voi.


Davanti all'altare di Maria Ausiliatrice e di fronte all'urna di Don Bosco ho ringraziato Dio per avermi permesso di incontrarvi e condividere lavoro, progetti e sogni con voi. Di fronte a quegli altari ho presentato i vostri nomi e gruppi, le vostre ispettorie e i vostri paesi, le vostre regioni e continenti, tutti diversi, ma tutti uniti da Don Bosco e dalla missione salesiana.


In breve e d’accordo con le aree SSCS: cosa ho visto e vissuto con voi in questi dodici anni?


Ho conosciuto una Congregazione di persone consacrate che condividono missione e spirito con bravi laici. Mi sono reso conto che la motivazione della nostra comunicazione è sempre stata Gesù Cristo e il suo Vangelo. Abbiamo lavorato crescendo in profondità spirituale e livello professionale, comunicando i diritti umani, in particolare i diritti dei poveri e dei bambini.


La comunicazione la fanno le persone, i mezzi sono mezzi. Quindi ci siamo concentrati sulle persone: coi loro nomi e le loro storie, coi loro dolori e le loro speranze. Abbiamo usato vari mezzi per dare voce a coloro che non ce l'hanno, per dare nome a quelli che sono solo un numero, per rendere visibili così tanti bambini e giovani, uomini e donne che la società del consumo cancella dai loro progetti, per mettere nelle mani dei poveri libri, valori, idee e gioie che nutrono il loro spirito.


La nostra comunicazione non si è limitata a informare su ciò che accade ogni giorno, presentare fotografie di eventi o realizzare video documentari o interviste di attualità. La nostra comunicazione ha letto la storia, ha offerto un senso di ciò che sta accadendo e una visione della vita dalla prospettiva della verità e del bene in mezzo a una giungla di tendenze, interessi e, a volte, notizie false.


Comunicare il Vangelo e il bene che migliaia di salesiani e laici delle nostre opere fanno ai giovani più bisognosi è stato il contributo specifico offerto alla società, questo è ciò che ci identifica e ci rende significativi in un mondo iper informato e non sempre comunicato: "Tutti vedano le vostre opere buone perché diano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5, 16). Ecco perché la nostra comunicazione è stata un grido di speranza che annuncia la reale possibilità di costruire un mondo migliore, è stata una chiamata all'unità e al dialogo in paesi e società che sono frammentati, abbiamo costruito ponti mentre altri costruivano muri.


Gli incontri di comunicazione nelle loro varie espressioni ci hanno permesso di crescere nel senso di appartenenza e partecipazione all'istituzione salesiana mondiale, per formare gruppi di lavoro e di riflessione, gruppi di collaborazione e di amici disposti a superare insieme le sfide. Abbiamo imparato gli uni dagli altri, abbiamo dato importanza alla formazione, soprattutto dei giovani salesiani e dei collaboratori delle nostre opere. L'aggiornamento tecnologico e la formazione sono stati cercati dove è stato possibile. Per tutto quanto sopra detto, e per molte altre cose, vi sono profondamente grato.


È vero che ciò che si voleva non è stato sempre raggiunto nella misura desiderata. Lì si combinano vari fattori che rallentano o bloccano i processi: ignorare l'origine carismatico e storico della comunicazione salesiana; separarla dalla missione; ridurla a mezzi, uso e produzione; non essere stati formati in questo campo di missione; la mancanza di personale salesiano o di mezzi economici per affidare la comunicazione ai laici; la presenza di limiti personali, ecc. Tuttavia, vedo che abbiamo aperto strade e avviato processi importanti.


Pensando a tutti voi e al fatto che nei prossimi giorni il Capitolo sceglierà un nuovo Consigliere per la comunicazione, sono sicuro che ciò che verrà sarà meglio. Ecco perché vi invito a continuare a lavorare con un grande senso di appartenenza e partecipazione alla Congregazione, in unità e collaborazione con il nuovo Consigliere, con generosità e professionalità, alla ricerca di nuovi obiettivi come sempre avete fatto.


Ancora una volta la mia gratitudine a Dio, a Maria Ausiliatrice e a voi augurando che potremmo incontrarci come buoni fratelli e amici in qualsiasi parte del mondo. Ecco il mio nuovo indirizzo elettronico: pfiligopla@gmail.com.


Cordialmente in Don Bosco: Filiberto González Plasencia sdb