CS Newsletter 2020_11_it

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Don Gildasio Dos Santos Mendes sdb

Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale




IL RUOLO CENTRALE DELLA PERSONA


E


LE RELAZIONI UMANE NELLA COMUNICAZIONE



Cari amici!


Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nella Proposta Programmatica del Rettor Maggiore per la Congregazione Salesiana, dopo il Capitolo Generale 28, ci invita ad assumere la comunicazione come esperienza viva del "sacramento salesiano" della presenza nella cultura giovanile del nostro tempo.


Che cosa significa questo per noi, come educatori e comunicatori, nel nostro lavoro con i giovani nelle nostre opere, nei settori della comunicazione come la Radio, il Bollettino Salesiano, i Siti Web, i Social Network, le Case Editrici, le riviste e le altre iniziative che realizziamo nel campo della comunicazione?


La parola sacramento si riferisce alla dimensione del sacro, il segno che trasmette nel mondo visibile il mistero invisibile. La nostra presenza come “sacramento” della comunicazione rimanda all'Incarnazione del Verbo, che è diventato la presenza visibile di Dio in mezzo a noi.


Dio manifesta il suo amore in modo concreto, attraverso l'incarnazione di suo Figlio: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14).


La comunicazione trova le sue radici vitali nella Parola, il Comunicatore di Dio. La Parola è la fonte della vita, visibilmente integrata nella Storia della Salvezza.


La comunicazione è fondamentalmente la presenza della persona divina nella storia dell'uomo: la Parola è amore, relazione, parola, linguaggio, simbolo, ascolto, incontro e fraternità/amicizia.


Attraverso l'incarnazione della Parola di Dio, abbiamo ricevuto il dono della libertà di comunicare, di creare, di innovare, di continuare il progetto della creazione, che è la comunicazione di Dio.


Come co-autori della comunicazione del progetto di Dio, abbiamo la responsabilità di costruire relazioni che generino vita e che promuovano la libertà di essere persone impegnate nella realtà concreta delle persone nelle loro comunità.


Il verbo "vivere tra" ha un significato molto importante nel cuore della proposta salesiana: essere presenti, essere accoglienti e camminare insieme ai giovani.


La nostra presenza allegra e gratuita tra i giovani ci pone una domanda fondamentale: Chi è la persona che è presente e che comunica con loro e per loro?


Il Salesiano, con la sua identità consacrata, come discepolo del Signore è il comunicatore dell'allegria e dell'ottimismo perché segue e ama Gesù Cristo, il Comunicatore del Padre.


L'identità del salesiano, del comunicatore e dell'educatore dei giovani, ci indica il nostro riferimento e la nostra autorità per comunicare con il cuore del buon pastore.


L'identità del comunicatore salesiano trova la sua fonte nella paternità spirituale di Don Bosco così come lui l’ha vissuta a Valdocco.


Come Don Bosco, comunichiamo in stile salesiano, con gentilezza, con cuore aperto, con rispetto, con semplicità e allegria.


Vivere un "sacramento salesiano" nella comunicazione è un atteggiamento costante di conversione e di discernimento pastorale, di dialogo e di aggiornamento sul linguaggio e sul mondo giovanile.


Comunicare in un ambiente giovanile significa quindi ascoltare, dialogare, discernere personalmente e come comunità, affinché la comunicazione diventi un modo di essere, per la comunità educativa e la famiglia.


Essere il “sacramento salesiano” della presenza nella Comunicazione, significa avere una migliore comprensione dell'ecosistema giovanile, dei suoi linguaggi, dei suoi simboli, del suo modo di comunicare interattivo, istantaneo e proattivo.


La comunicazione è un modo di vivere la spiritualità salesiana attraverso relazioni che sono educative e attraverso l'accompagnamento, la formazione, la ricerca del senso della vita e l'impegno a costruire una società più empatica e umana.

Papa Francesco, nella sua lettera al Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández, per il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, il 24 giugno 2015, ha presentato brillantemente questa sfida:

"Educare secondo l’antropologia cristiana al linguaggio dei nuovi mezzi di comunicazione e delle reti sociali; che plasmano profondamente i codici culturali dei giovani, e quindi la visione della realtà umana e religiosa".


I codici culturali dei giovani sono un linguaggio e un modo di comunicare e di vivere.


Questi codici comunicativi sono associati ai rituali ordinari della vita: studiare, mangiare, riunirsi in famiglia, relazionarsi con gli amici, interagire online, fare sport, ascoltare musica, pregare, celebrare i rituali del dolore (sofferenza, perdita, malattia, morte) e della felicità (salute, amici, lavoro, divertimento, servire gli altri, vita cristiana).


I rituali dei giovani si svolgono nella vita quotidiana, nell'ambiente senza confini delle relazioni umane, negli ecosistemi culturali quotidiani, dando loro nuovi linguaggi, trasformandoli in nuovi codici e immergendo la loro vita in nuovi contesti comunicativi, in reti interattive e digitali.


Viviamo ed educhiamo, dunque, in ecosistemi giovanili, in contesti umani e culturali integrati, dove l'esperienza viva del "sacramento salesiano" della presenza si manifesta comunicando la centralità della persona e delle relazioni umane e cristiane.


Siamo sempre educatori e comunicatori in questo rapporto educativo, perché camminiamo con i nostri giovani e li amiamo, lì dove si incontrano e ci aspettano con il nostro cuore del buon pastore.


Con affetto fraterno,



Don Gildásio Mendes dos Santos – SDB

Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale



Porto Alegre, 24 Novembre 2020



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