Regolamenti Generali

Regolamenti generali


Parte Prima


Inviati ai giovani

in comunità

al seguito di Cristo



I. I destinatari della nostra missione


1Ogni ispettoria studi la condizione giovanile e popolare tenendo conto del contesto sociale in cui opera. Verifichi periodicamente se le sue opere ed attività sono al servizio dei giovani poveri: dei giovani anzitutto che, a causa della povertà economica, sociale e culturale, a volte estrema, non hanno possibilità di riuscita; dei giovani poveri sul piano affettivo, morale e spirituale, e perciò esposti all'indifferenza, all'ateismo e alla delinquenza; dei giovani che vivono al margine della società e della Chiesa1.


2Le ispettorie favoriscano l'impegno educativo verso i giovani lavoratori. Si inseriscano con iniziative e servizi specifici nella pastorale delle Chiese particolari. Cerchino di conoscere il mondo del lavoro e la situazione dei giovani lavoratori. Curino i centri di formazione professionale dal punto di vista pastorale, pedagogico e tecnico e predispongano programmi adeguati per educare i giovani ad un'autentica spiritualità dei lavoro2.


3Il nostro servizio pastorale si rivolge alla gioventù maschile.


Il centro giovanile può ammettere tuttavia la presenza delle giovani in quelle attività in cui, secondo i criteri e le norme indicati dall’ispettoria e dalla diocesi, essa è giudicata conveniente.


Nei casi di necessità e tenendo conto delle disposizioni della Chiesa particolare l'ispettore, col il consenso del suo Consiglio, in dialogo con il Rettor Maggiore, può autorizzare l'apertura delle scuole alle ragazze.

II. Il nostro servizio educativo pastorale


4Ogni comunità ispettoriale, ispirandosi al Sistema Preventivo, elabori il proprio progetto educativo pastorale per rispondere alla situazione della gioventù e degli ambienti popolari.


In conformità con esso, anche a livello locale e coinvolgendo tutti i membri della comunità educativa pastorale, si elabori un progetto che orienti ogni iniziativa verso l'evangelizzazione3.


5L'attuazione del nostro progetto richiede in ogni ambiente e opera la formazione della comunità educativa pastorale. Il suo nucleo animatore è la comunità religiosa4.


I salesiani siano presenti nell'elaborazione, realizzazione e revisione del progetto e si adoperino perché in clima di famiglia vi partecipino i giovani, i genitori e i collaboratori, ciascuno secondo il proprio ruolo.


6Si esprimano nel progetto e si curino nella prassi, mediante itinerari convenienti, quegli aspetti che sono caratteristici della nostra pedagogia: la partecipazione responsabile e attiva dei giovani; una delicata educazione all'amore; la serietà della formazione culturale, sociale e professionale; la comunicazione nelle sue espressioni artistiche e ricreati5.


7Nucleo centrale del progetto sia un piano esplicito di educazione alla fede che accompagni ~ giovani nel loro sviluppo e coordini le diverse forme di catechesi, le celebrazioni e gli impegni apostolici6.


8Si favorisca il sorgere di gruppi e associazioni secondo l'età e gli interessi dei giovani e se ne curi la continuità. Si promuovano in particolare i gruppi di impegno cristiano e quelli che partecipano alla missione salesiana e ne vivono lo spirito7.


Si sia sensibili al movimento ecumenico locale e se ne assumano le istanze specialmente nelle zone in cui sono presenti confessioni diverse.


9Con l'aiuto di educatori preparati e programmando attività idonee ci si impegni nell’orientamento vocazionale dei giovani8.


Si abbia una particolare sensibilità nell'individuare e seguire con iniziative adeguate quei giovani che manifestano segni di vocazioni laicale, religiosa e sacerdotale.


10Per mantenere e sviluppare in modo organico le sue diverse presenze pastorali ed educative, ogni ispettoria programmi la preparazione e l'aggiornamento del personale, tenendo in conto le attitudini dei confratelli e le esigenze delle opere.

III. Attività ed opere



L'oratorio e il centro giovanile


11L'oratorio è un ambiente educativo che si apre, con slancio missionario, ai ragazzi e ai giovani9.


Sia organizzato come un servizio comunitario che avendo di mira l'evangelizzazione offre ai singoli e ai gruppi la possibilità di sviluppare i propri interessi secondo modi e metodi differenziati.


Le attività si propongano sempre finalità educative e guidino ad un sano uso del tempo libero.


12Il centro giovanile è un ambiente destinato ai giovani. Attento alle loro richieste conserva le caratteristiche dell'oratorio, ma privilegia il rapporto di gruppo e facilita i contatti personali2.


Le attività propriamente formative e apostoliche prevalgano su quelle ricreative.


la scuola e i centri professionali


13La scuola salesiana promuove lo sviluppo integrale del giovane attraverso l'assimilazione e la rielaborazione critica della cultura e l'educazione alla fede in vista della trasformazione cristiana della società.


Il processo educativo, condotto con stile salesiano e con riconosciuta professionalità tecnica e pedagogica, sia fondato su solidi valori culturali e risponda alle esigenze dei giovani. Il programma armonizzi le attività di formazione intellettuale e professionale con quelle del tempo libero.


Si verifichi periodicamente la validità dei contenuti e delle metodologie pedagogiche e didattiche in rapporto anche al contesto sociale, al mondo del lavoro e alla pastorale della Chiesa.


14La scuola salesiana sia popolare per la sua collocazione, per la cultura e gli indirizzi che privilegia e per i giovani che accoglie. Organizzi servizi utili alla popolazione della zona, come corsi di qualificazione professionale e culturale, di alfabetizzazione e di ricupero, fondi per borse di studio e altre simili iniziative10.


Il convitto e il pensionato


15I convitti e i pensionati sono un servizio offerto ai giovani che non hanno famiglia o che ne sono temporaneamente lontani. Si favoriscano in essi le relazioni personali, si rendano i giovani responsabili dell'organizzazione della vita quotidiana e si dia loro la possibilità di svolgere attività di gruppo. Si mantenga il contatto con le famiglie o i responsabili dei giovani e si stabiliscano rapporti con la scuola o l'ambiente di lavoro che essi frequentano11.


Iniziative a servizio delle vocazioni


16I centri di orientamento vocazionale accolgono ed accompagnano i giovani che si sentono chiamati ad un impegno nella Chiesa e nella Congregazione.


Questo servizio può essere svolto anche organizzando incontri locali o regionali, istituendo gruppi specifici o inserendo i giovani in qualche nostra comunità12.


17L'aspirantato è un centro di orientamento vocazionale salesiano. Mantenendosi aperto all'ambiente e in contatto con le famiglie, aiuta gli adolescenti e i giovani che manifestano attitudini alla vita religiosa e al sacerdozio a conoscere la propria vocazione apostolica e a corrispondervi.


Le missioni


18E' compito di ogni ispettore col suo Consiglio fissare le norme per l'animazione e il coordinamento dell'azione missionaria.


Le ispettorie che hanno territori di missione si curino del servizio missionario e preparino il personale al dialogo con le culture non evangelizzate, anche se di minoranze etniche13.


19Ogni missionario abbia la possibilità di frequentare centri di studio organizzati dalle Chiese particolari o dalle ispettorie per la sua preparazione specifica e l'aggiornamento. Attenda all'apprendimento delle lingue e allo studio della etnologia ed antropologia14.


20Ordinariamente nessuna residenza missionaria abbia meno di tre confratelli. Si promuovano incontri per favorire la vita comunitaria, l’aiuto reciproco, la crescita spirituale e lo scambio di esperienze pastorali15.


21Ogni missionario potrà tornare in patria periodicamente secondo le norme della sua ispettoria o della conferenza ispettoriale. Il suo ispettore lo presenterà all'ispettore della zona dove dimorerà e provvederà al necessario per la sua permanenza.


I confratelli dell'ispettoria che lo riceve gli assicurino generosa e fraterna accoglienza.


22Nei paesi non cristiani, i salesiani, applicando il loro metodo educativo pastorale, creino le condizioni per un libero cammino di conversione alla fede, nel rispetto dei valori culturali e religiosi propri dell'ambiente.


Dove il contesto religioso, sociale o politico non consente forme esplicite di evangelizzazione, la Congregazione sostenga e sviluppi presenze missionarie di testimonianza e di servizio16.


23Conforme alle disposizioni della Sacra Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, nei territori dove ci è affidato un lavoro apostolico, si stipuli la necessaria convenzione con l'autorità ecclesiastica.


24A sostegno dell'attività missionaria, il Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio e d'intesa con l'ispettore locale può stabilire procure a livello di Congregazione.


La loro organizzazione e il loro funzionamento dipenderanno dall'ispettore o dagli ispettori nelle cui circoscrizioni opera la procura, previa convenzione con il Rettor Maggiore e d'intesa con il consigliere generale per le missioni.


Per l'istituzione di procure locali o di gemellaggi è competente l'ispettore con il consenso del suo Consiglio, in accordo con il consigliere generale per le missioni17.


Le parrocchie


25Realizziamo la nostra missione anche nelle parrocchie, rispondendo alle necessità pastorali delle Chiese particolari in quelle zone che offrono un adeguato campo di servizio alla gioventù e ai ceti popolari.


La loro accettazione va fatta mediante convenzione tra l'ispettore e l'Ordinario del luogo, previa approvazione del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio18.


26La parrocchia, affidata alla Congregazione, si distingua per il suo carattere popolare e l'attenzione ai giovani, soprattutto ai più poveri.


Abbia come centro animatore la comunità religiosa. Consideri l'oratorio e il centro giovanile parte integrante del suo progetto pastorale. Valorizzi la catechesi sistematica per tutti e s'impegni nell'avvicinare i lontani. Curi l'integrazione di evangelizzazione e promozione umana. Favorisca lo sviluppo della vocazione di ogni persona19.


27Il parroco o il moderatore è scelto dall'ispettore, udito il parere del suo Consiglio e viene da lui presentato all'Ordinario del luogo.


Il parroco è il responsabile dell'impegno preso dalla Congregazione di fronte alla Chiesa e lo assolve con la collaborazione dei confratelli addetti alla parrocchia20.


28I confratelli addetti alla parrocchia abbiano quella stabilità che l'ufficio e il bene dei fedeli esigono. A giudizio del superiore ci sia tuttavia il necessario avvicendamento delle persone e degli incarichi, secondo gli orientamenti delle Chiese particolari. Ordinariamente il parroco non duri in carica oltre nove anni. Prima di trasferirlo si avvisi il vescovo21.


29Dove la situazione lo consente, si proceda all'erezione canonica della casa salesiana a servizio della parrocchia con il proprio direttore‑parroco.


Quando gli uffici di direttore e di parroco sono separati, il direttore curi l'unità e l'identità salesiana della comunità e stimoli la corresponsabilità dei confratelli nella realizzazione del progetto pastorale parrocchiale22.


30Circa i rapporti amministrativi si segua quanto è prescritto dall'articolo 190 dei Regolamenti generali e si tenga conto anche degli obblighi verso la comunità parrocchiale a norma del diritto.


Sia tenuta chiaramente distinta, con apposita documentazione e registrazione, la proprietà dei beni appartenenti alla parrocchia qua talis e quella che è della Congregazione23.


La comunicazione sociale


31L'ispettore con il suo Consiglio promuova, secondo le possibilità locali, la nostra presenza pastorale nel settore della comunicazione sociale. Prepari i confratelli a inserirsi nei circuiti della stampa, del cinema, della radio e della televisione; istituisca e potenzi i nostri centri editoriali per la produzione e la diffusione di libri, sussidi e periodici e i centri di emittenza e produzione di programmi audiovisivi, radiofonici, televisivi.


Questi servizi siano impostati su sicure basi giuridiche ed economiche e trovino forme di collegamento e cooperazione con centri di altre ispettorie e col consigliere generale per la Famiglia salesiana e la comunicazione sociale24.


32I salesiani si preoccupino di educare i giovani alla comprensione dei linguaggi della comunicazione sociale e al senso critico, estetico e morale. Favoriscano le attività musicali e teatrali e i circoli per la lettura e il cinema25.


33Siano potenziati i canali d'informazione e di dialogo all'interno e all'esterno della Congregazione e della Famiglia salesiana (bollettini, ANS, cortometraggi, videocassette...), utilizzando opportunamente anche i mezzi offerti dalle nuove tecnologie26.


I centri editoriali che onerano in una nazione o regione cerchino forme convenienti di collaborazione in vista di un progetto unitario.


34Qualora sia richiesta dal diritto, la revisione ecclesiastica delle pubblicazioni sarà preceduta da quella dei revisori stabiliti dall’ispettore27.


Il servizio in strutture non salesiane


35Il servizio ai giovani può esigere talvolta la nostra presenza in istituzioni non salesiane per collaborare più immediatamente con le Chiese particolari nella pastorale giovanile o nel mondo dei lavoro e nella cura delle vocazioni.


Spetta all'ispettore con il consenso del suo Consiglio assumere questi impegni e verificarne la validità.


I confratelli inviati per tali attività mantengano un reale inserimento nella comunità salesiana. Essa assicurerà un fraterno e corresponsabile interessamento al loro lavoro28.

IV. Il servizio alla Famiglia salesiana



36E dovere dell'ispettore e del direttore, coadiuvati dai rispettivi delegati, sensibilizzare le comunità perché assolvano il loro compito nella Famiglia salesiana.


La comunità, d'intesa con i responsabili dei vari gruppi, in spirito di servizio e rispettandone l'autonomia, offre loro l'assistenza spirituale, promuove incontri, favorisce la collaborazione educativa e pastorale e coltiva il comune impegno per le vocazioni29.


37Prestiamo alle Figlie di Maria Ausiliatrice, in risposta alle loro richieste e secondo le nostre possibilità, l’aiuto fraterno e il ministero sacerdotale.


Collaboriamo con esse per approfondire la spiritualità e la pedagogia di Don Bosco e per tenere viva la particolare dimensione mariana del carisma salesiano30.


38Ogni comunità senta il dovere di sostenere e incrementare l'Associazione dei Cooperatori salesiani a beneficio della Chiesa. Contribuisca alla formazione dei suoi membri, faccia conoscere e promuova questa vocazione, soprattutto tra i giovani più impegnati e tra i collaboratori laici31.


39La comunità mantenga rapporti di amicizia con gli ex allievi con una speciale attenzione ai più giovani. Si interessi a loro favorendo occasioni d'incontro, di formazione e di collaborazione.


Incoraggi e sostenga l'Associazione degli Ex allievi di Don Bosco e insieme con essa cerchi di avvicinare quanti se ne sono allontanati.


Aiuti i più sensibili ai valori salesiani a maturare la vocazione di cooperatore32.


40Prestiamo la nostra assistenza spirituale alle Volontarie di Don Bosco e agli istituti religiosi e secolari che nei loro statuti affermano di vivere un progetto di vita apostolica conforme allo spirito salesiano, hanno fatto richiesta di adesione alla Famiglia salesiana su mandato della loro Assemblea o Capitolo generale, ed hanno ricevuto il dovuto riconoscimento da parte del Rettor Maggiore33.


41Il Bollettino salesiano, fondato da Don Bosco, diffonde la conoscenza dello spirito e dell'azione salesiana, specialmente di quella missionaria ed educativa.


Si interessa ai problemi dei giovani, incoraggia la collaborazione e cerca di suscitare vocazioni.


E' inoltre uno strumento di formazione e un vincolo di unità per i vari gruppi della Famiglia salesiana.


Viene redatto secondo le direttive del Rettor Maggiore e dei suo Consiglio in varie edizioni e lingue34.

V. Comunità fraterne ed apostoliche



42La comunità sia locale che ispettoriale, raccolta attorno al direttore e all'ispettore, celebri ogni anno la giornata della comunità come segno di comunione fraterna ed espressione di riconoscenza35.


43Per favorire la salute, l’azione apostolica, la convivenza, il clima di raccoglimento e di preghiera, ogni confratello eviti il lavoro disordinato e la comunità assicuri un'equilibrata distribuzione degli impegni, momenti di riposo e di silenzio e un'opportuna distensione comunitaria36.


44Sull'esempio del nostro Fondatore e consapevoli dell'austerità che comportano la vita religiosa e gli impegni di lavoro, il superiore e ogni membro della comunità mantengano vigile la coscienza dei propri doveri morali nella scelta delle letture, degli spettacoli e nell'uso dei mezzi di comunicazione sociale37.


45La comunità accolga con cordialità quanti vengono in contatto con essa o sono suoi ospiti, specie se confratelli.


Gli inviti a mensa siano fatti d'intesa con il direttore.


Non si accettino però estranei a convivere in comunità senza il permesso dell'ispettore38.


46La comunità mantiene relazioni cordiali con la famiglia di ogni confratello, verso cui manifesta amore e riconoscenza.


Il salesiano che ha lasciato la sua casa per seguire Cristo conserva integro l'affetto per i suoi familiari, specialmente per i genitori. Lo esprime nella preghiera, nella corrispondenza e nelle visite.


47Ogni comunità in segno di comunione con i fratelli defunti abbia per loro un ricordo particolare e stabilisca il momento più opportuno per la lettura quotidiana del necrologio in una pratica comunitaria39.


48Preferibilmente dopo la preghiera serale, il direttore o chi per esso, secondo la tradizione salesiana, rivolga alla comunità fraterne parole di “buona notte”40.

Vl. Al seguito di Cristo obbediente povero e casto.



La nostra obbedienza


49In un clima di fiducia ogni confratello si incontri frequentemente con il direttore e gli manifesti lo stato della propria salute, l’andamento del lavoro apostolico, le difficoltà che trova nella vita religiosa e nella carità fraterna, e tutto ciò che può contribuire al bene dei singoli e della comunità.


Il direttore consideri come uno dei suoi principali doveri quello di essere disponibile ad accogliere e ascoltare i confratelli41.


50Per favorire lo spirito di famiglia e per non nuocere alle esigenze della programmazione comunitaria, il confratello che deve assentarsi dalla casa, specialmente per visite, viaggi e vacanze, si intenda con il suo direttore. Se si tratta di un'assenza prolungata si regolerà secondo quanto è prescritto dalle norme della Chiesa (Cf CIC, can. 665,1).42


La nostra povertà


51La cessione dell'uso e usufrutto dei beni e della loro amministrazione comporta anche l'espressa condizione che il socio non sia coinvolto nella responsabilità della loro gestione.


Con il permesso dell'ispettore egli potrà cambiare per giusta causa tale cessione e disposizione relativa ai propri beni, e compiere quegli atti di proprietà che sono prescritti; dalle leggi civili.


Tutto questo egli dovrà osservare anche per quei beni che venissero in suo possesso dopo la professione.


Inoltre terrà periodicamente informato l'ispettore dei beni di cui conserva la proprietà e del loro stato43.


52Il testamento con cui il socio dispone secondo le norme del diritto civile dei suoi beni presenti e futuri verrà redatto in duplice copia, di cui una sarà conservata nell'archivio ispettoriale. Per eventuali modifiche del medesimo si terrà alle prescrizioni del diritto canonico e civile44.


53Nello spirito del distacco evangelico, un socio, dopo almeno dieci anni dalla professione perpetua e con il consenso del Rettor Maggiore, può rinunciare definitivamente ai beni personali. Questo atto di rinuncia sarà redatto secondo le norme prescritte dalle leggi civili del proprio paese45.


54Nel caso in cui un confratello esca dalla Società, riavrà il pieno diritto sui beni immobili e mobili di cui si fosse riservata la proprietà ma non potrà richiedere nessun frutto, né domandare conto alcuno della loro amministrazione.


Egli sarà fraternamente aiutato a superare le prime difficoltà della sua nuova situazione; non potrà tuttavia pretendere alcunché per il periodo di sua permanenza nella Società46.


55Ogni salesiano pratica la sua povertà con la sobrietà nel cibo e nelle bevande, la semplicità degli abiti, l’uso moderato delle vacanze e dei divertimenti.


Arreda la sua camera modestamente, evitando di farne un rifugio, che lo tiene lontano dalla comunità e dai giovani.


Vigila per non lasciarsi legare da nessuna abitudine contraria allo spirito di povertà.


Fedele a una costante tradizione, si astiene dal fumare, come forma di temperanza salesiana e di testimonianza nel proprio lavoro educativo47.


56Qualunque cosa i soci avranno acquistato con il proprio lavoro o in vista della Società non potranno ritenerla per sé, ma tutto dovrà essere messo tra i beni comuni.


Quando per i bisogni del proprio lavoro o per le necessità individuali minute riceveranno denaro dalla loro comunità, lo useranno con senso di responsabilità, rendendone conto al superiore48.


57I diritti d'autore, che i salesiani acquistano con le loro pubblicazioni o produzioni, sono frutti del loro lavoro e vanno messi in comune a vantaggio della Società.


Perciò ogni confratello, autore o produttore, farà cessione dei propri diritti d'autore secondo le norme ispettoriali e nelle forme legali previste dalle rispettive nazioni49.


58Spetta ai Capitoli ispettoriali dare norme che stabiliscano per le comunità dell'ispettoria un livello di vita modesto e di reale uguaglianza, tenendo conto delle loro situazioni.


Essi regoleranno in particolare:

1l’uso degli strumenti di lavoro considerati personali, che i confratelli, cambiando casa, potranno portare con sé;

2le vacanze concesse ai confratelli per un giusto ristoro delle energie fisiche e intellettuali;

3le norme per una concreta solidarietà fra le case dell'ispettoria e gli aiuti che le comunità presteranno ai bisogni generali dell'ispettoria50.


59La Società non conservi alcun possesso di beni immobili all'infuori delle case di abitazione e loro dipendenze di lavoro, a norma dell'articolo 187 delle Costituzioni.


In ogni caso si eviti qualsiasi contro testimonianza di povertà, tenendo presente che un servizio efficiente può spesso essere realizzato con strutture materiali molto semplici o in opere di cui non siamo proprietari51.


60Le nostre opere hanno finalità di servizio; siano perciò aperte e disponibili alle necessità dei luoghi. Si cerchi di non lasciare inutilizzati ambienti e attrezzature richiesti per i bisogni pastorali della zona52.


61Il vitto sia conforme alle esigenze della povertà religiosa secondo gli usi dei singoli paesi.


L'arredamento della casa, il mobilio, le attrezzature siano funzionali e semplici e non diano mai l'impressione di ricchezza e di lusso. Questo vale anche per le chiese, pur mantenendo in esse il dovuto decoro53.


62Si curi la manutenzione dei beni immobili e mobili. Speciale importanza riveste la conservazione delle biblioteche, archivi e altro materiale di documentazione per il loro grande valore culturale e comunitario54.


63I mezzi di trasporto siano intestati alla casa o all’ispettoria; non siano di esclusivo uso personale, ma a disposizione della comunità, che li utilizzerà come mezzi di servizio e secondo criteri di povertà55.


64Per un senso di risparmio e nello spirito di famiglia, i lavori e i servizi della casa siano compiuti, per quanto è possibile, dai confratelli. Essi cercheranno di prenderne pratica, soprattutto durante il periodo della formazione iniziale56.


65La comunità locale e ispettoriale verifichi con la frequenza che riterrà opportuna, il proprio stato di povertà circa la testimonianza comunitaria e i servizi resi. Studi i mezzi per un continuo rinnovamento57.


La nostra castità


66La testimonianza e il servizio pastorale richiedono che il salesiano si inserisca nel mondo.


Fedele alle scelte della propria vocazione, egli eviterà le agiatezze e le attrattive mondane. Sarà prudente nel fare visite o nel partecipare a spettacoli, evitando quanto non è confacente con la castità religiosa58.


67L'impiego di personale femminile nelle nostre case e opere risponda a criteri di necessità e tenga presenti le esigenze della vita religiosa59.


68Nei suoi rapporti con le persone e nelle sue amicizie il salesiano sia coerente con gli impegni assunti nella professione. Eviti perciò atteggiamenti e comportamenti pericolosi o ambigui, che possono offuscare la testimonianza della sua castità60.

VII. In dialogo con il Signore



69In ogni comunità, all'inizio dell'anno, si faccia la programmazione dei ritmi di preghiera, tenendo conto degli impegni apostolici e delle esigenze della vita fraterna61.


70I soci celebreranno ogni giorno, possibilmente in comune, le Lodi e il Vespro. Al loro posto potranno recitare, secondo l'opportunità, altre preghiere. Tutti i confratelli saranno fedeli alla celebrazione quotidiana del l 'Eucaristia62.


71Ogni giorno i soci attenderanno in comune per almeno mezz'ora alla meditazione e per qualche tempo alla lettura spirituale. Spetta alla comunità locale favorire la varietà delle forme e incoraggiare i confratelli nel loro impegno63.


72La comunità destinerà almeno tre ore al ritiro mensile e una giornata intera, convenientemente preparata, al ritiro trimestrale. Ogni anno i soci faranno sei giorni di esercizi spirituali, secondo le modalità stabilite dal Capitolo ispettoriale, e li concluderanno con la rinnovazione degli impegni della professione religiosa64.


73Secondo la tradizione salesiana e gli insegnamenti della Chiesa, il venerdì sia per i soci un giorno di penitenza comunitaria. Nella quaresima la comunità stabilisca qualche pratica comunitaria di mortificazione che aiuti a prepararsi alla Pasqua e ad aprirsi a una più intensa condivisione con i poveri65.


74Oltre al rosario, in cui Maria insegna ai suoi figli come unirsi ai misteri di Cristo la commemorazione mensile, la preghiera quotidiana che conclude la meditazione e l'uso frequente della benedizione di Maria Ausiliatrice sono alcuni altri segni di unità della nostra devozione mariana. Le modalità di queste pratiche verranno stabilite nel Direttorio ispettoriale66.


I confratelli, come singoli e come comunità, si sentano impegnati a diffondere con zelo la devozione a Maria Ausiliatrice e a favorire, dov'è possibile, l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice.


75L'ultimo giorno di ogni mese si commemori il nostro padre Don Bosco. Si celebrino come ricorrenze di famiglia le feste dei nostri santi e beati. Si coltivi la devozione ai nostri servi di Dio67.


76I salesiani esprimeranno amore e riconoscenza ai confratelli, parenti e benefattori chiamati da Dio all'eternità, con preghiere personali e comunitarie di suffragio.

In particolare:

1alla morte di un confratello o di un novizio saranno celebrate trenta messe a cura della comunità alla quale apparteneva, e una messa in ogni casa dell'ispettoria;

2alla morte del Rettor Maggiore in carica o emerito, oltre alle trenta messe, ne sarà celebrata una in tutte le case della Congregazione;

3alla morte dei genitori dei confratelli saranno celebrate dieci messe a cura della casa alla quale appartiene il confratello;

4ogni anno:

- per i confratelli defunti tutti i sacerdoti celebreranno la messa nel giorno seguente alla solennità liturgica di san Giovanni Bosco; inoltre l'ispettore farà celebrare una messa in ogni corso di esercizi spirituali;

- per i genitori defunti dei confratelli si celebrerà una messa in ogni casa il 25 novembre, anniversario della morte di mamma Margherita;

- i benefattori e per i componenti della Famiglia salesiana defunti in ogni comunità si celebrerà una messa il 13 novembre68.


77La nostra vita comunitaria di preghiera avrà una guida pratica in un manuale preparato dalle ispettorie o dalle conferenze ispettoriali o dalle regioni. Esso contenga un nucleo comune indicato dal Rettor Maggiore con il suo Consiglio.69

Parte Seconda


Formati per la missione

di educatori pastori



VIII. Aspetti generali della formazione



Comunità formatrici


78Le comunità formatrici abbiano un direttore e un'équipe di formatori particolarmente preparati, soprattutto per la direzione spirituale, che ordinariamente è esercitata dal direttore stesso.


Formatori e confratelli in formazione attuino in corresponsabilità una periodica programmazione e revisione.


I confratelli in formazione siano resi partecipi, attraverso modalità concrete, dell'andamento della comunità70.


79I confratelli in formazione iniziale faranno una volta al mese il colloquio con il superiore, previsto dall'articolo 70 delle Costituzioni71.


80Per educare all'uso personale e alla valorizzazione del tempo e per favorire lo spirito di iniziativa, vi sia una ragionevole flessibilità nell'orario e nella distribuzione delle attività della giornata, nel rispetto delle esigenze prioritarie della comunità72.


81La comunità locale, in quanto corresponsabile della maturazione di ogni confratello, è invitata ad esprimere il proprio parere quando uno dei suoi membri chiede di essere ammesso alla professione o agli ordini sacri; lo farà nelle forme più consone alla carità73.


Formazione intellettuale


82La missione salesiana orienta e caratterizza in modo proprio e originale la formazione intellettuale dei soci a tutti i livelli. Quindi l'ordinamento degli studi armonizzi le esigenze della serietà scientifica con quelle della dimensione religiosa apostolica del nostro progetto di vita74.


Siano coltivati con particolare impegno gli studi e le discipline che trattano dell'educazione, della pastorale della gioventù, della catechesi e della comunicazione sociale.


83Durante gli anni della formazione iniziale gli studi siano strutturati in modo da rendere possibile, dove le condizioni lo permettono, il conseguimento di titoli di studio con valore legale.


84Le ispettorie in grado di farlo abbiano un proprio centro di studi per la formazione dei confratelli e per servizi qualificati di animazione spirituale, pastorale e culturale.


Quando il centro di studi è inter ispettoriale, le ispettorie collaborino corresponsabilmente perché raggiunga le sue finalità.


Esso sia aperto nella misura del possibile anche agli esterni, religiosi e laici, per un servizio alla Chiesa particolare75.


85L'assimilazione dello spirito salesiano è fondamentalmente un fatto di comunicazione di vita. Questa esperienza per essere efficace dev'essere però accompagnata, durante tutta la formazione iniziale, anche dallo studio graduale e sistematico della spiritualità salesiana e della storia della Società.


Esperienze pastorali


86Le esperienze pastorali si attuino in attività proprie della nostra missione e abbiano per scopo lo sviluppo dello spirito apostolico e delle capacità educative pastorali del salesiano in formazione. Siano differenziate e graduate, tenendo conto della maturazione personale e religiosa del confratello e della fase formativa in cui si trova.


La comunità ha la responsabilità di programmare queste esperienze, di accompagnarle con la presenza e la guida dei formatori e di valutarle periodicamente76.


Guida pratica per la formazione


87La formazione avrà come guida pratica a livello mondiale una “Ratio fundamentalis Institutionis et Studiorum” e a livello ispettoriale un Direttorio approvato dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.


La “Ratio” espone e sviluppa in maniera organica e didattica l'insieme di principi e norme della formazione che si trovano nelle Costituzioni, nei Regolamenti generali e in altri documenti della Chiesa e della Congregazione.


Il Direttorio ispettoriale applica alle realtà locali i principi e le norme della formazione salesiana77.

IX. Il processo formativo



Preparazione immediata al noviziato


88La preparazione immediata al noviziato in via ordinaria non sia inferiore ai sei mesi e si svolga in una comunità salesiana.


Le modalità siano definite dal Direttorio ispettoriale78.


Il noviziato


89La casa destinata al noviziato sia inserita nella realtà sociale e apostolica. Se le circostanze lo consigliano, il noviziato può essere collocato presso un'altra comunità adatta79.


90Il candidato, quando si sente sufficientemente preparato e disposto, fa domanda di iniziare il noviziato.


Perché sia ammesso, deve essere immune dagli impedimenti previsti nei canoni 643‑645 51, dimostrare le attitudini e la maturità necessarie per intraprendere la vita salesiana e avere sufficiente salute per poter osservare le Costituzioni della Società.


L'eventuale dimissione di un novizio spetta all'ispettore dell'ispettoria in cui si trova la casa di noviziato80.


91Gli studi durante il noviziato siano fatti con serietà, secondo un programma definito nell'ordinamento generale degli studi; abbiano come obiettivo preminente l'iniziazione al mistero di Cristo, affinché il novizio, attraverso il contatto con la Parola di Dio, sviluppi una più profonda vita di fede e una conoscenza amorosa di Dio.


Si approfondisca anche la teologia della vita religiosa e vengano studiate le Costituzioni, la vita di Don Bosco e la nostra tradizione81.


92I novizi facciano gli esercizi spirituali all’inizio del noviziato, nel tempo che si giudica più opportuno, e prima di emettere i voti82.


93Durante il noviziato il novizio può lasciare liberamente l’istituto. Se vi rimane, viene ammesso alla professione temporanea dopo averne fatto domanda e se è giudicato idoneo; altrimenti viene dimesso.


In casi speciali, l’ispettore può prolungare il noviziato, non però oltre sei mesi a norma del canone 65383.


94Quando un religioso di voti perpetui chiede di passare dal suo Istituto alla nostra Società, trascorra un periodo di prova, di almeno tre anni, in una delle nostre comunità per assimilare il nostro spirito.


Terminata la prova, può presentare la domanda e, se viene ammesso, fa la professione perpetua a norma del diritto84.


Formazione dopo il noviziato


95Subito dopo il noviziato tutti i confratelli devono continuare almeno per un biennio la loro formazione in comunità formatrici, preferibilmente studentati.


Durante questa fase si compie la formazione generale filosofica e pedagogica e una iniziazione teologica; si può anche incominciare o continuare la formazione tecnico - scientifica o professionale, in vista di una qualificazione specifica85.


96Il tirocinio dura ordinariamente due anni e viene fatto prima della professione perpetua in una comunità che presenti i requisiti richiesti per la validità di questa esperienza86.


97I soci che si preparano al sacerdozio devono attendere, almeno per quattro anni, a una più intensa formazione sacerdotale in comunità formatrici, preferibilmente studentati.


Compiano con serietà gli studi teologici di preferenza in centri salesiani.


Durante questo periodo non siano permessi altri studi e attività che li distolgano dall'impegno di questa fase formativa87.


98I salesiani laici, nella fase che dopo il tirocinio completa la loro formazione iniziale, abbiano la possibilità di acquisire una seria formazione teologica, pedagogica e salesiana, adeguata al livello culturale raggiunto. Attendano anche, secondo le attitudini, agli studi per una preparazione professionale in vista del lavoro apostolico88.


Formazione permanente


99La formazione permanente richiede che ciascun confratello migliori la sua capacità di comunicazione e di dialogo; si formi una mentalità aperta e critica e sviluppi lo spirito di iniziativa per rinnovare opportunamente il proprio progetto di vita.


Ognuno coltivi l'abitudine alla lettura e allo studio delle scienze necessarie alla missione; mantenga viva la disponibilità alla preghiera, alla meditazione, alla direzione spirituale personale e comunitaria89.

100Ogni confratello ricerchi con i superiori il campo di qualificazione più confacente alle sue capacità personali e alle necessità dell'ispettoria, preferendo quanto concerne la nostra missione.


Conservi la disponibilità caratteristica del nostro spirito e sia pronto a periodiche riqualificazioni90.


101E' compito dell'ispettore con il suo Consiglio promuovere iniziative ordinarie e straordinarie di formazione spirituale e culturale.


Le adunanze dei direttori, di animatori pastorali, di economi e di altri confratelli siano occasioni per approfondire l'identità salesiana nelle sue dimensioni educative pastorali.


Si sia pronti ad accogliere gli apporti formativi offerti dai diversi organismi della Chiesa e della società.


Le iniziative inter ispettoriali si attuino dagli ispettori interessati d'intesa con il consigliere regionale91.


102Sia offerto periodicamente a tutti i salesiani negli anni della maturità un tempo conveniente per il loro rinnovamento.


Le ispettorie nella programmazione tengano conto di questa esigenza. Ciascun confratello risponda a questo appello anche per il bene della propria comunità92.

Parte Terza


Il servizio dell'autorità

nella nostra Società



X. Il servizio dell’autorità nella comunità mondiale



Il Rettor Maggiore e il suo Consiglio


103Il Rettor Maggiore sia attento alle necessità della Chiesa universale e si mantenga in contatto con le ispettorie, con le case e con i soci. Solleciti la collaborazione di tutti, promuova riunioni e incontri e favorisca la conoscenza delle attività apostoliche della Congregazione nell'ambito della Famiglia salesiana.


I soci, a loro volta, esprimano il proprio amore a Don Bosco e alla Congregazione, mantenendosi uniti al Rettor Maggiore e accogliendo le sue direttive. Lo aiutino con la preghiera, con il dialogo e soprattutto con la fedeltà alle Costituzioni93.


104Il Rettor Maggiore può visitare personalmente o per mezzo di altri le ispettorie e le comunità locali, quando ne scorga la necessità.


In particolare, durante il sessennio del suo mandato stabilirà per ogni ispettoria una visita straordinaria che potrà essere compiuta, secondo l'opportunità, dal consigliere regionale o da altro visitatore ai quali conferirà i poteri di giurisdizione richiesti dalla natura della visita94.


105Il Rettor Maggiore, come superiore della Società, è il gran cancelliere dell'Università Pontificia Salesiana (UPS). Rappresenta la Sede Apostolica presso l'UPS, e l'UPS presso la Sede Apostolica.


In forza del mandato della Congregazione per l'Educazione Cattolica, egli ha piena potestà sull'università ed è custode ed interprete dei suoi statuti.


Esercita le funzioni di gran cancelliere personalmente o per mezzo di un delegato scelto preferibilmente tra i membri del Consiglio generale95.


106Oltre ai casi menzionati all'articolo 132 §1 delle Costituzioni, il Rettor Maggiore deve avere il consenso del suo Consiglio:

1per iniziare cause giudiziarie straordinarie che possono compromettere la Società

2per stabilire procure missionarie a livello di tutta la Congregazione (24 R);

3per l'accettazione di parrocchie (25 R);

4per l'approvazione del Direttorio ispettoriale della formazione (87 R);

5per la nomina di un suo delegato per un segretariato centrale (108 R);

6per istituire e fissare l'organico e le modalità di funzionamento degli uffici tecnici e delle consulte, di cui all'articolo 107 dei Regolamenti generali;

7per la nomina di un suo delegato personale per una delegazione (138 R);

8per l’approvazione delle decisioni vincolanti emanate dalle conferenze ispettoriali (139 R);

9per stabilire le modalità della consultazione previa alla nomina dei consiglieri ispettoriali (154 R);

10per l'approvazione del bilancio preventivo e consuntivo preparato dall'economato generale (190 C; 192 R)96.


107I membri del Consiglio generale incaricati di settori specifici, per assolvere i compiti loro affidati, possono avvalersi di uffici tecnici e di consulte.


La loro istituzione, il loro organico e le modalità di funzionamento sono di competenza del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio97.


108Per settori di particolare importanza che non rientrino nei compiti assegnati dalle Costituzioni a singoli consiglieri, possono costituirsi appositi segretariati centrali, direttamente dipendenti dal Rettor Maggiore.


La loro istituzione è di competenza del Capitolo generale. La responsabilità diretta del segretariato è affidata a un delegato centrale nominato ad nutum dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.


109Per un più regolare espletamento delle pratiche con la Sede Apostolica, è conveniente che queste siano inoltrate attraverso il Rettor Maggiore.


Il Capitolo generale


110Organo ufficiale per la promulgazione delle direttive del Rettor Maggiore e del suo Consiglio e per le informazioni ufficiali sono gli “Atti del Consiglio generale”. La loro pubblicazione avviene a cura della segreteria generale98.


111La convocazione del Capitolo generale sarà fatta almeno un anno prima dell'apertura del medesimo, salvo il caso previsto dall’articolo 143 delle Costituzioni. Essa verrà comunicata a tutti i confratelli con lettera circolare nella quale si indicherà lo scopo principale del Capitolo, il luogo e la data dell'inizio99.


112Per la preparazione del Capitolo generale, il Rettor Maggiore, o in sua assenza il vicario, designerà un regolatore, a lui i Capitoli ispettoriali e le comunità locali, come pure i singoli soci, faranno pervenire le loro proposte e gli eventuali contributi di studio. Nominerà una commissione tecnica che, insieme al regolatore, stabilirà l'iter di preparazione del Capitolo generale e promuoverà la sensibilizzazione e la partecipazione attiva dei soci100.


113Il Rettor Maggiore o, in sua assenza, il vicario, nominerà inoltre una commissione precapitolare che redigerà, sotto la responsabilità del regolatore, d'intesa con il Rettor Maggiore, le relazioni o gli schemi da inviare con sufficiente anticipo ai partecipanti al Capitolo generale101.


114Le ispettorie con meno di duecentocinquanta professi e le visitatorie invieranno al Capitolo generale un delegato eletto dai rispettivi Capitoli. Le ispettorie con duecentocinquanta o più confratelli ne invieranno due.


Le altre eventuali circoscrizioni giuridiche di cui all’articolo 156 delle Costituzioni, avranno quella rappresentanza che è stata definita nel loro decreto di erezione102.


115Almeno tre mesi prima dell'inizio del Capitolo generale, gli ispettori invieranno al regolatore i verbali delle elezioni, che saranno esaminati da una apposita commissione nominata dal Rettor Maggiore o, in sua assenza, dai vicario.


Il regolatore, qualora vi trovasse dei difetti, provvederà perché si proceda in tempo utile alla dovuta correzione e, se il caso lo richiede, si ripetano le elezioni103.


116Nella prima seduta del Capitolo generale, il Presidente nominerà due o più segretari e, occorrendo, anche altri ufficiali capitolari. Se la necessità lo richiede, il Presidente potrà scegliere anche altri segretari o ufficiali, estranei al Capitolo generale. I segretari dovranno registrare m appositi verbali accuratamente redatti gli atti del Capitolo generale, le deliberazioni prese e anche il riassunto delle discussioni104.


117Dopo la designazione dei segretari il regolatore, a nome del Presidente e chiesto il consenso dell'Assemblea, dichiarerà legittimamente aperto il Capitolo105.


118Se al momento dell'apertura del Capitolo generale risultasse ancora nulla o dubbia la validità dell'elezione di qualche delegato, il regolatore ne informerà fin dalla prima seduta il Capitolo generale106.


Primo atto del Capitolo sarà allora quello di pronunciarsi sui singoli casi in modo che con l'autorità di cui è investito o dichiari nulla l'elezione o ne sani l'invalidità.


119In una delle sedute iniziali il Rettor Maggiore, o chi ne fa le veci, presenterà una relazione generale sullo stato della Congregazione, che sarà oggetto di studio e di approfondimento da parte dell'Assemblea.


120Le adunanze del Capitolo generale saranno presiedute dal Rettor Maggiore o, in sua assenza, dal vicario, coadiuvato nella direzione e nello svolgimento dei lavori dal regolatore e da tre moderatori eletti a maggioranza assoluta dal Capitolo generale su una lista di nomi preparata dal Presidente.


Il Presidente, il regolatore e i tre moderatori costituiscono la Presidenza del Capitolo generale107.


121Il Capitolo generale eleggerà a maggioranza assoluta almeno cinque membri che, insieme al regolatore e ai moderatori, formeranno la commissione centrale. A questa spetta, sotto la presidenza del Rettor Maggiore, coordinare i lavori del Capitolo e assicurare tutto ciò che è necessario per il suo buon funzionamento108.


122Il Capitolo generale si articola in commissioni, il cui compito sarà di studiare lo schema o la relazione loro assegnata. Il regolatore comunicherà, appena possibile, al Capitolo generale quali sono i temi e le rispettive commissioni e ne chiederà l'approvazione. Le commissioni saranno costituite dal Presidente, il quale terrà conto delle preferenze dei singoli109.


123E' dovere dei capitolari assistere alle adunanze del Capitolo; perciò non potranno assentarsi senza licenza del Presidente110.


124Si diano tempestive ed esaurienti comunicazioni ai soci sull'andamento dei lavori del Capitolo. Di tali comunicazioni, e in genere di tutti i contatti con gli organi di informazione, è responsabile una commissione di capitolari, scelti dai gruppi di ispettorie. Tale commissione lavorerà d'intesa con la Presidenza del Capitolo.


Quanti partecipano, a qualsiasi titolo, al Capitolo generale dovranno avere discrezione e rispetto per le persone interessate ogni volta che riferiscono notizie, fatti e discussioni del Capitolo.


125Il Rettor Maggiore e l'Assemblea capitolare hanno la facoltà di chiamare al Capitolo generale altre persone, salesiani o non salesiani, come periti o come osservatori, senza diritto di voto.


I periti prendono parte alle discussioni nelle commissioni in cui sono invitati; hanno la parola nell'Assemblea solo se richiesti. Gli osservatori possono prendere la parola sia in commissione sia in Assemblea111.


126Spetta al Capitolo generale fissare la data delle elezioni prevedendo un congruo tempo di riflessione prima della elezione di ciascun consigliere112.


127L'elezione del Rettor Maggiore e dei membri del suo Consiglio è un atto che impegna pienamente la responsabilità di ogni capitolare dinanzi alla Congregazione. Essa deve essere quindi preparata con la preghiera e attuata con spirito di fede.


Ogni elettore può chiedere e dare informazioni intorno alle doti degli eleggibili, evitando però tutto ciò che possa turbare la carità fraterna113.


128In adempimento a quanto prescritto dall'articolo 141 §1 delle Costituzioni per l'elezione dei consiglieri regionali, i singoli gruppi di ispettorie sceglieranno con voto segreto, in un'unica votazione, i confratelli da presentare all'Assemblea, scrivendo sulla scheda due nomi. Presenteranno poi all'Assemblea una lista contenente tutti i nomi di quelli che hanno ricevuto voti e il numero dei voti di ciascuno114.


129Aperta la seduta, il Presidente indicherà il motivo dell'adunanza. Si eleggeranno poi a voti segreti due segretari e tre scrutatori; gli scrutatori, insieme con il Presidente, sono tenuti a mantenere il segreto anche dopo la conclusione del Capitolo115.


130Se qualche elettore si trovasse ammalato nella casa in cui ha luogo il Capitolo generale, non potesse presentarsi in sala di adunanza e fosse in grado di scrivere, due scrutatori andranno da lui per riporre in un'urna la sua scheda da unirsi poi alle altre116.


131Raccolte in un'urna tutte le schede, gli scrutatori le conteranno per verificare se il numero dei voti corrisponde a quello degli elettori. Se il numero dei voti supera quello degli elettori, la votazione è nulla; se invece vi corrisponde o è inferiore, se ne faccia lo scrutinio. I segretari scriveranno i nomi che uno scrutatore andrà leggendo117.


132Chi avrà ottenuto i voti della maggioranza assoluta dei presenti e risulterà eletto, sarà proclamato dal Presidente. Appena avrà accettato, entrerà in carica. Se l'eletto è lo stesso Presidente, la proclamazione sarà fatta dal membro più anziano dell'Assemblea118.


133Compiute le elezioni, il Rettor Maggiore comunicherà a tutti i soci i nomi degli eletti e gli uffici loro affidati119.


134Nell'ultima adunanza del Capitolo, dopo aver compiuto quanto è prescritto nel regolamento, il regolatore, a nome del Presidente e con l'approvazione dell'Assemblea dichiarerà chiuso il Capitolo generale120.


Strutture regionali


135I consiglieri regionali si manterranno in contatto con le singole ispettorie: possono visitarle, riunire gli ispettori, i Consigli ispettoriali e, d'accordo con loro, altre categorie di confratelli per suggerire ciò che riterranno più opportuno per il bene della Congregazione e per un miglior servizio dell'ispettoria e della Chiesa particolare121.


136I consiglieri regionali devono inoltre:

1favorire un vivo e concreto senso di famiglia nei rapporti dei confratelli e delle ispettorie tra loro e con il Rettor Maggiore e ~I suo Consiglio;

2curare sollecitamente le pratiche delle ispettorie del gruppo e delle conferenze ispettoriali;

3promuovere il buon funzionamento delle strutture inter ispettoriali, dove esistono, e l'organizzazione di uffici di documentazione sui settori religiosi, culturali, sociali della zona di loro competenza, dove ciò sia possibile e consigliabile122.


137Nello svolgimento del loro compito, i consiglieri regionali agiranno con la dovuta discrezione per non sostituirsi indebitamente agli ispettori o ad altri superiori, e per non interferire nelle loro specifiche competenze123.


138Se motivi particolari richiedono che alcune ispettorie siano staccate da uno o più gruppi senza che sia costituito un nuovo gruppo affidato a un consigliere regionale, il Capitolo generale può unirle in una delegazione, per la quale il Rettor Maggiore, con il consenso del suo Consiglio e previa consultazione delle ispettorie interessate, nomina un suo delegato personale, cui attribuirà quei compiti che riterrà opportuno124.


139Le ispettorie di ciascuna conferenza si riuniscono almeno una volta all'anno per studiare i problemi relativi all'animazione e al coordinamento dell'azione salesiana comune.


La conferenza è presieduta dal consigliere regionale o da un suo delegato.


Le conclusioni della conferenza ispettoriale sono generalmente orientative.


In casi particolari, la conferenza può emanare decisioni vincolanti, che acquistano il loro valore solo dopo l'approvazione del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio125.


140Prendono parte alle riunioni delle conferenze:

1il consigliere regionale o un suo delegato;

2gli ispettori della conferenza;

3uno o più delegati per ogni ispettoria, designati in base alle norme stabilite dal regolamento della conferenza ispettoriale126.


141Ai lavori della conferenza potranno essere invitati periti e osservatori religiosi e laici, secondo le modalità che ogni conferenza determinerà nel proprio regolamento127.


142Alla conferenza ispettoriale sono assegnati, fra gli altri, i seguenti compiti:

1studiare e promuovere l'applicazione delle direttive generali di governo e di azione della Congregazione, particolarmente del Capitolo generale;

2seguire il coordinamento dell'azione pastorale comune, del settore della formazione, qualificazione e aggiornamento dei soci e del settore della comunicazione sociale, favorendo una generosa collaborazione con scambio di personale e di mezzi;

3curare i rapporti e la collaborazione con gli organismi e le istituzioni che si interessano dei problemi dei giovani e dello sviluppo;

4studiare e promuovere opportune sperimentazioni, in particolare nel campo della povertà comunitaria e in quello del servizio ai giovani più poveri e alle classi popolari;

5elaborare il proprio regolamento e decidere sugli eventuali organismi, segretariati e uffici inter ispettoriali di animazione e di coordinamento128.

XI. Servizio dell’autorità nella comunità ispettoriale



L'ispettore e il suo Consiglio


143Per la nomina di un ispettore il Rettor Maggiore consulterà i professi dell'ispettoria a norma dell'articolo 162 delle Costituzioni, chiedendo a ciascuno di indicare, in ordine di preferenza, una terna di nomi di confratelli appartenenti alla propria o ad altra ispettoria129.


144L'ispettore svolge un ruolo di collegamento tra l'ispettoria e il Rettor Maggiore col suo Consiglio; cura i rapporti con le autorità e gli organismi ecclesiali e religiosi nell'ambito della sua circoscrizione130.


145L'ispettore si mantenga in contatto con i direttori e abbia per loro una particolare attenzione. Li riunisca almeno una volta all'anno per trattare gli interessi generali dell'ispettoria131.


146L'ispettore procurerà di avere frequenti incontri personali con i confratelli in spirito di servizio e di fraterna comunione.


1Una volta all'anno farà con particolare cura la visita ispettoriale alle comunità.


2Durante tale visita s'incontri con i singoli soci, raduni il Consiglio locale e faccia con la comunità una revisione circa l'osservanza religiosa, la testimonianza di vita consacrata, lo zelo apostolico nelle attività pastorali, la sollecitudine nella promozione delle vocazioni, la situazione economica. In questo compito potrà farsi aiutare dai consiglieri ispettoriali.


3Al termine della visita ispettoriale scriva sull'apposito registro, da conservarsi nell'archivio della casa, le sue osservazioni e le decisioni di carattere generale. Comunichi a parte quelle confidenziali. Nella visita seguente verifichi se sono state eseguite132.


147L'ispettore, mediante opportuni contatti con i diversi gruppi della Famiglia salesiana e tramite il suo delegato, cercherà di favorire il senso di appartenenza e l'approfondimento della comune vocazione133.


148Nella consapevolezza dell'importante ruolo che hanno i collaboratori laici, l’ispettore mostri vivo interessamento per la loro qualificazione salesiana e verifichi come siano inseriti nelle nostre opere134.


149L'ispettore, a norma del diritto universale, può sospendere l'esecuzione di una disposizione superiore qualora vi siano motivi in contrario cosi gravi ed evidenti da autorizzarlo a credere che, se i superiori competenti ne fossero stati consapevoli, avrebbero disposto altrimenti. In tal caso però informi subito di tutto i medesimi. Se la disposizione sospesa riguarda un socio, questi, mentre si attende la risposta dei superiori, si attenga agli ordini dell'ispettore (cf CIC, can. 41)135.


150Il socio è ascritto a una determinata casa salesiana per precetto di obbedienza da parte dei proprio ispettore o di altra competente autorità. In ogni casa il numero dei soci non sia ordinariamente minore di sei.


151L'ispettore, per giusta ragione, con il parere del suo Consiglio e udito il confratello interessato, può, se richiesto, inviarlo temporaneamente in altra ispettoria, facendo una convenzione scritta con l'ispettore che lo riceve. I cambi definitivi di ispettoria sono di competenza dei Rettor Maggiore136.


152I soci eserciteranno il ministero delle confessioni con la licenza dell'ispettore, a norma del diritto137.


153Per cambiare la sede ispettoriale, l'ispettore, avuto il consenso del suo Consiglio, chiederà l'autorizzazione al Rettor Maggiore. Procederà d'intesa con lui per assentarsi dall’ispettoria per un tempo notevole138.


154Le modalità della consultazione per la nomina dei consiglieri ispettoriali vengono stabilite dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio139.


155E' compito del Consiglio ispettoriale collaborare con l'ispettore per lo sviluppo della vita e della missione salesiana, aiutarlo a conoscere le situazioni e a verificare l’attuazione del progetto ispettoriale in contatto con gli incaricati e con le rispettive commissioni.


Il Consiglio sia convocato dall'ispettore almeno una volta al mese, previa comunicazione degli argomenti da trattare140.


156Oltre i casi già previsti nelle Costituzioni, l’ispettore deve avere il consenso del suo Consiglio a norma dei Regolamenti generali.

1per autorizzare la scuola mista (3 R);

2per stabilire convenzioni con gli Ordinari del luogo e con enti ecclesiastici e civili (23 R. 25 R);

3per istituire eventuali procure missionarie e gemellaggi (24 R);

4per autorizzare qualche confratello a lavorare pastoralmente in istituzioni non salesiane (35 R);

5per cambiare la sede ispettoriale (153 R);

6per nominare il regolatore del Capitolo ispettoriale e invitare periti e osservatori (168 R);

7per stabilire le modalità delle consultazioni per la nomina dei direttori (170 R);

8per destinare un direttore ad altro ufficio prima che termini il suo mandato (171 R);

9per richiedere l'autorizzazione delle operazioni di cui all'articolo 188 delle Costituzioni (193 R);

10per approvare il bilancio preventivo e consuntivo dell'ispettoria (190 C; 196 R);

11per fissare i contributi delle case richiesti dai bisogni dell'ispettoria (197 R);

12per autorizzare modifiche, soluzioni di problemi economici o altre iniziative di notevole importanza nelle case (200 R)141.


157L'ispettore deve ascoltare il parere del suo Consiglio a norma del diritto e dei Regolamenti generali:

1per scegliere e preparare i formatori delle comunità formatrici;

2per scegliere i parroci (27 R);

3per inviare temporaneamente qualche confratello ad altra ispettoria (151 R);

4per nominare il segretario ispettoriale (1 59 R);

5per creare uffici, segretariati, commissioni di consulenza e di attività pastorali a livello ispettoriale (160 R);

6per iniziare il processo di dimissione di un socio (CIC, can. 697)142.


158Quando si trattano in Consiglio ispettoriale problemi di particolare rilievo riguardanti una casa, si procuri di conoscere il parere della comunità interessata143.


159A servizio dell'ispettore e del suo Consiglio opera un segretario con funzione notarile.


Egli interviene, senza diritto di voto a meno che sia uno dei consiglieri, alle sedute del Consiglio e ne redige i verbali. E' preposto all’archivio dell'ispettoria, cura la raccolta e la registrazione dei dati statistici. E' nominato dall'ispettore, udito il suo Consiglio, e rimane ad nutum144.


160Spetta all’ispettore, udito il parere del suo Consiglio, creare uffici, segretariati e commissioni di consulenza e di attività pastorale a livello ispettoriale145.


Il Capitolo Ispettoriale


161Le elezioni dei delegati delle comunità locali al Capitolo ispettoriale e dei delegati delle ispettorie al Capitolo generale si faranno singolarmente con voto segreto, a norma dell'articolo 153 delle Costituzioni146.


162Eletti i delegati, si eleggeranno altrettanti supplenti per sostituirli qualora fossero definitivamente impediti di intervenire al Capitolo ispettoriale o al Capitolo generale. Le modalità della supplenza al Capitolo generale saranno determinate dal Capitolo ispettoriale147.


163Quanto alle comunità locali che hanno meno di sei soci professi, se le circostanze lo permettono, l’ispettore disponga che si radunino insieme sotto la presidenza del direttore più anziano di prima professione, in modo da raggiungere il numero minimo di sei. Cosi uniti eleggeranno, a norma dei Regolamenti generali, il delegato al Capitolo ispettoriale e il suo supplente.


Se poi per circostanze particolari i soci di una casa che non ha almeno sei professi non possono riunirsi con quelli di un'altra casa in identiche condizioni, d'accordo con l'ispettore, si uniranno ai confratelli di una casa con sei o più professi, e insieme con loro, con diritto attivo e passivo, procederanno all’elezione del delegato e del supplente148.


164Oltre a quanto è prescritto dall'articolo 165 dei Regolamenti generali, la votazione per lettera è ammessa, a giudizio dell'ispettore:

1quando per la distanza o per altre gravi ragioni, i soci di comunità che non hanno il minimo di sei professi non possono né riunirsi fra loro né recarsi ad una casa con sei o più professi per eleggere il delegato per il Capitolo ispettoriale;

2quando un confratello per gravi ragioni non può essere presente all'elezione del delegato della propria comunità;

3quando un membro del Capitolo ispettoriale non può intervenire nell'elezione del delegato dell'ispettoria al Capitolo generale149.


165Per l'elezione dei delegati della comunità ispettoriale ci si attenga a quanto segue:


1avvenuta l'elezione del delegato delle singole comunità, l’ispettore comunicherà ai confratelli il nominativo degli eletti e presenterà la lista dei confratelli perpetui dell'ispettoria eleggibili al Capitolo ispettoriale. Tale lista comprenderà anche i confratelli temporaneamente assenti per motivi legittimi e escluderà quelli di altre ispettorie presenti per i medesimi motivi;


2i confratelli che per motivi legittimi si trovano temporaneamente fuori dell'ispettoria parteciperanno all'elezione del delegato della comunità in cui dimorano. Invece per l'elezione dei delegati della comunità ispettoriale riceveranno dal proprio ispettore l'apposita scheda che gli restituiranno debitamente compilata;


3il numero degli eligendi è in proporzione di uno ogni venticinque o frazione di venticinque confratelli dell'ispettoria. Nel calcolare questo numero vengono inclusi i professi perpetui e temporanei e anche i confratelli temporaneamente assenti per motivi legittimi;


4ogni confratello che ha diritto al voto riceverà dal proprio ispettore una scheda su cui potrà indicare tanti nomi quanti sono gli eligendi;


5la raccolta delle schede spetta all'ispettore che avrà cura di garantire la segretezza del voto;


6Io spoglio delle schede sarà fatto da scrutatori nominati dall'ispettore. Rimarranno eletti coloro che riporteranno in ordine successivo il maggior numero di voti. A parità di voti si riterrà eletto il più anziano di professione o infine di età;


7se nella lista ispettoriale viene eletto il supplente di una comunità, questa si riunirà nuovamente per eleggere il suo sostituto. Se uno degli eletti nella lista ispettoriale non può intervenire al Capitolo sarà sostituito dal primo dei soci non eletti che ha ottenuto il maggior numero di voti150.


166Sono da considerarsi legittimamente assenti dalla propria ispettoria:

1i confratelli che per mandato espresso del proprio ispettore, a motivo di salute, studi o altri incarichi, risiedono provvisoriamente in case di altre ispettorie;

2i confratelli che hanno ricevuto il permesso di 'absentia a domo' senza rinunciare ai loro diritti di voce attiva e passiva;

3i confratelli che con il permesso di 'absentia a domo' hanno dovuto rinunciare ai loro diritti di voce attiva e passiva; questi ultimi però, mentre dovranno essere computati per applicare il n. 3 dell'articolo 165 dei Regolamenti generali, non fanno parte delle liste di elezione di cui si parla ai numeri 1 e 2 dello stesso articolo151.


167Oltre quanto previsto nell'articolo 171 delle Costituzioni, spetta al Capitolo ispettoriale:

1studiare e approfondire la relazione dell'ispettore sullo stato dell'ispettoria;

2verificare l'adempimento degli orientamenti emanati dal Capitolo ispettoriale precedente;

3suggerire linee e criteri di progettazione e riorganizzazione delle opere dell'ispettoria;

4stabilire norme per il funzionamento del Capitolo ispettoriale secondo il diritto (cf. CIC, can. 632);

5inviare proposte al regolatore del Capitolo generale152.


168L'ispettore con il consenso del suo Consiglio ha facoltà di nominare il regolatore e di invitare al Capitolo ispettoriale salesiani e non salesiani come periti o osservatori senza diritto di voto153.


169Si tenga presente nelle elezioni, consultazioni e nomine la convenienza che la composizione dei Capitoli e dei Consigli esprima con presenze significative la complementarità di laici e chierici propria della nostra Società154.

XII. Il servizio dell’autorità nella comunità locale



Il direttore e il suo Consiglio


170Le modalità della consultazione per la nomina del direttore saranno determinate dall'ispettore con il consenso del suo Consiglio su eventuali indicazioni del Capitolo ispettoriale. Nel caso di riconferma del direttore per un secondo triennio nella stessa comunità non è richiesta l'approvazione del Rettor Maggiore di cui all'articolo 177 delle Costituzioni155.


171Il servizio del direttore non superi ordinariamente il periodo di sei anni, dopo il quale cessa almeno per un anno da questo incarico.


Anche durante il mandato può essere destinato ad altro ufficio se l'ispettore, col consenso del suo Consiglio, lo ritiene necessario156.


172Il direttore si mantenga libero da impegni che possano compromettere i compiti fondamentali del suo servizio verso i confratelli. Non si assenti per un tempo notevole dalla casa senza necessità e senza intendersi col l'ispettore157.


173Renda effettiva la corresponsabilità e la collaborazione dei confratelli secondo lo spirito di famiglia voluto da Don Bosco. Rispetti le competenze favorendo, in un clima di sana libertà, l’esplicazione delle attitudini e doti personali, per il raggiungimento del fine comune.


Faccia funzionare nei modi più adatti l'Assemblea dei confratelli e il Consiglio della comunità.


Promuova gli incontri che favoriscono la fraternità, l’aggiornamento e la distensione158.


174Programmi con la comunità l'attuazione e la verifica periodica della vita di preghiera, dando spazio a opportune iniziative.


Garantisca ai confratelli la possibilità di confessarsi frequentemente e la libertà della direzione di coscienza159.


175Ispirandosi alle fonti salesiane procurerà con la direzione spirituale comunitaria, le conferenze, le buone notti, gli incontri, che la comunità approfondisca e viva in forma intensa il nostro spirito.


Curerà anche che tutti i confratelli vengano a conoscenza dei documenti ufficiali della Chiesa e della Congregazione160.


176Dimostri, soprattutto nei rapporti personali con i confratelli, la sua premura per la loro salute e le loro necessità. Abbia una cura speciale per i confratelli in fase di formazione iniziale, gli anziani, gli ammalati e quanti si trovano in difficoltà.


Si interessi inoltre ai genitori dei confratelli e li senta particolarmente uniti alla comunità161.


177Quando muore un confratello il direttore scriva per tempo la lettera mortuaria. Ne mandi alcuni esemplari alla segreteria generale, alle ispettorie e comunità interessate, alle comunità formatrici162.


178Tenga ordinato e aggiornato l'archivio e rediga o faccia redigere la cronaca della casa163.


179Consapevole di appartenere alla comunità ispettoriale informi con semplicità e chiarezza l'ispettore sull'andamento della comunità164.


180La frequenza delle riunioni del Consiglio locale sarà determinata dal Consiglio stesso, ma sia almeno mensile. Il Consiglio dovrà essere convocato inoltre ogni qualvolta il direttore io ritenga necessario o dietro richiesta di almeno un terzo dei suoi membri.


Siano notificati in anticipo gli argomenti da trattare. Si rediga il verbale che sarà firmato dal direttore e dai membri del Consiglio e conservato nell'archivio.


Il direttore dia le dovute informazioni ai confratelli sulle decisioni di interesse comune.


I membri del Consiglio ricordino che nelle decisioni prese sono solidali e che, in ogni caso, sono obbligati in coscienza al rispetto delle persone e alla discrezione circa gli argomenti trattati165.


181Dove non c'è il Consiglio locale, il direttore dovrà consultare l'ispettore nei casi in cui secondo le Costituzioni è richiesto il parere e il consenso di detto Consiglio166.


182Il vicario è di solito responsabile di uno dei principali settori delle attività educative e pastorali della comunità.


Ordinariamente però l'ufficio di vicario non sia abbinato a quello di economo.


La comunità venga informata dei compiti abituali del vicario, di cui all'articolo 183 delle Costituzioni167.


183La nomina del vicario, dell'economo e dei responsabili dei principali settori di attività della comunità è fatta dall'ispettore. Per la nomina del vicario e dell'economo udrà il parere del direttore168.


L'Assemblea dei confratelli


184I principali compiti e doveri dell'Assemblea dei confratelli nei riguardi della comunità sono:

1ricercare i mezzi atti a stimolare la vita religiosa e apostolica;

2individuare ed esaminare i problemi più importanti;

3programmare annualmente la vita, le attività, l’aggiornamento e farne la revisione;

4partecipare alla elaborazione del progetto educativo pastorale;

5informarsi e riflettere sulla situazione economica, anche in vista della povertà comunitaria.


La frequenza di convocazione è determinata dall'Assemblea stessa, ma sia almeno di tre volte all'anno169.

XIII. L’amministrazione dei beni temporali



Norme generali


185Ove se ne veda la necessità, siano costituite, ai vari livelli, consulte di confratelli perché diano orientamenti e consigli nella soluzione dei problemi amministrativi, nella compilazione e nell'esame dei bilanci preventivi e consuntivi, nell'elaborazione di programmi economici e nella realizzazione di progetti edilizi. In ciò esse si avvalgano anche di professionisti non salesiani.


186Per poter disporre di personale competente nel settore amministrativo, si organizzino periodicamente, nell'ambito di un'ispettoria o di gruppi di ispettorie, corsi di specializzazione per economi.


187Il danaro che nelle gestioni ai vari gradi eccede l'immediato impiego sia convenientemente depositato in banche su conti intestati al nome non di una persona fisica, ma di enti o di istituzioni della Società. Questi conti abbiano tre o almeno due firme depositate, con la possibilità di operare separatamente. Quando il superiore responsabile lo riterrà opportuno si opererà solo congiuntamente170.


188Sono vietate le seguenti operazioni in favore di terzi: concedere prestiti, dare garanzie, assumere obbligazioni, avallare o emettere cambiali di favore, gravare di ipoteche beni della Società e simili.


189In relazione al personale esterno, è doveroso tenere in regola i documenti di assunzione, ottemperando a tutti gli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi, in conformità con le leggi vigenti nel paese e stabilendo per ciascuno la giusta retribuzione.


E' pure necessario stipulare e tenere aggiornati i contratti assicurativi contro eventuali danni agli immobili, alle cose e alle persone, nei modi ritenuti convenienti dai superiori competenti.


190E' demandata ai Capitoli ispettoriali la formulazione di norme dettagliate circa l'amministrazione ispettoriale e locate. In particolare si daranno direttive:

1sul protocollo, l’archivio amministrativo per gli atti pubblici, convenzioni, testamenti, registri, libri di oneri, inventari, ecc.;

2sulla documentazione patrimoniale, la custodia dei valori e di documenti importanti;

3sui legati di culto e le borse di beneficenza;

4sulla contabilità e l'unificazione amministrativa dei vari settori di un'opera;

5sui rapporti economici tra parrocchia e casa in conformità con il diritto universale e con le Costituzioni;

6e ogni altra norma che l'esperienza locale suggerisce.


Il Capitolo ispettoriale può delegare questo compito all'ispettore con il suo Consiglio171.


191Il socio che contrae debiti o qualunque altra obbligazione, senza la autorizzazione dell'autorità competente, ne è il solo responsabile, qualunque sia l'ufficio da lui ricoperto. La Società, l’ispettoria, la casa non assumono alcun impegno al riguardo.


L'ente, ispettoria o casa, che contrae un mutuo, anche se autorizzato, è il solo che ne risponde per l’ammortamento: tale clausola sia inserita nel contratto del mutuo172.


192L'economo generale sovrintende per tutta la Società alle operazioni segnalate all’articolo 188 delle Costituzioni.


Controlla le amministrazioni delle ispettorie e delle case, esamina in particolare il rendiconto annuale, trasmesso secondo le indicazioni dell'articolo 196 dei Regolamenti generali.


Rende conto della sua amministrazione al Rettor Maggiore e al suo Consiglio almeno una volta all'anno e ogni volta che ne venga richiesto173.


Le ispettorie


193L'economo ispettoriale amministra i beni non appartenenti a una determinata casa dell'ispettoria e quelli affidati dai soci alla Congregazione; sovrintende e controlla l'amministrazione di ciascuna casa. Egli esercita questo suo compito alle dipendenze dell’ispettore, il quale deciderà, con il consenso del suo Consiglio, sulle operazioni contemplate all'articolo 188 delle Costituzioni e su altre di notevole importanza174.


194L'economo ispettoriale si intenderà con l'ispettore:

1nell'aiutare gli economi locali per l'esatto espletamento del loro compito e coordinarne le iniziative a livello ispettoriale;

2nell'esaminare in apposite visite lo stato patrimoniale delle case, il modo con cui procede l'amministrazione e vengono curate la manutenzione e le condizioni igieniche degli ambienti;

3nel convocare una riunione annuale degli economi locali;

4nell'esigere l'invio tempestivo del rendiconto amministrativo annuale e i rapporti periodici su moduli appositamente loro inviati;

5nel ritirare dalle case i contributi di cui all'articolo 197 dei Regolamenti generali175.


195Rientra pure nei diritti e doveri dell'economo ispettoriale il controllo su tutti i lavori edilizi dell'ispettoria, anche quando questi riguardano una casa già esistente e si devono eseguire sotto l'assistenza dell'economo locale e la responsabilità del direttore176.


196Sia sollecitudine dell'economo ispettoriale informare periodicamente della sua gestione l'ispettore e il suo Consiglio e redigere ogni anno il bilancio preventivo e consuntivo per la debita approvazione.


il consuntivo comprenderà il movimento finanziario e la situazione patrimoniale dell'ispettoria con un riassunto dei rendiconti delle singole case; di esso sarà trasmesso copia all’economo generale, firmata dall'ispettore e dal suo Consiglio177.


197L'ispettore con il consenso del suo Consiglio stabilirà i contributi richiesti dai bisogni dell'ispettoria, li notificherà alle case e farà ritirare il danaro che risultasse eccedente.


Predisporrà un piano periodico di solidarietà economica fra tutte le case dell'ispettoria per aiutare quelle più bisognose e per far fronte a lavori ed acquisti straordinari programmati in sede di capitolo ispettoriale.


Provvederà inoltre alla solidarietà verso la Comunità mondiale, specie nei momenti e modi sollecitati dal Rettor Maggiore e suo Consiglio178.


Le case


198La gestione dei beni materiali della casa è affidata all'economo locale che agirà alle dipendenze del direttore e del suo Consiglio.


Qualsiasi movimento economico e finanziario dei vari settori della casa, anche quello del direttore, deve far capo all'ufficio amministrativo, che sarà organizzato proporzionalmente alla sua importanza e complessità.


Anche i confratelli incaricati di opere, che per statuto o convenzione hanno un Consiglio di amministrazione a sé stante, sono tenuti a rendere conto della loro gestione ai superiori religiosi. Tale norma va seguita anche quando esiste una amministrazione distinta fra la comunità e l'opera179.


199E' compito dell'economo tenere con diligenza e precisione l'amministrazione.


D'intesa col direttore provvederà agli acquisti; avrà cura del personale esterno e dei contratti assicurativi; vigilerà perché si evitino abusi e sprechi di ogni genere; curerà l'arredamento e manterrà i locali semplici, funzionali, ordinati e puliti.


Il direttore si renderà conto frequentemente di tutta la situazione economica della casa180.


200Fermo restando quanto disposto dall’articolo 188 delle Costituzioni, il direttore e l'economo non apporteranno modifiche, né affronteranno soluzioni di problemi economici, né prenderanno altre iniziative di notevole importanza senza il consenso del Consiglio locale e senza l'autorizzazione dell'ispettore e del suo Consiglio181.


201Il direttore e l'economo saranno solleciti nel soddisfare i doveri finanziari verso l'ispettore nella misura stabilita, e trasmetteranno a lui il sopravanzo dell'esercizio annuale in ottemperanza all'articolo 197 dei Regolamenti generali182.


Porranno inoltre particolare attenzione nell’assolvere gli impegni assunti e nel pagare i debiti contratti sia con le opere salesiane che con gli esterni.


202L'economo si terrà sempre pronto a presentare la sua gestione al direttore e al Consiglio. Renderà conto all'ispettore e all'economo ispettoriale della sua amministrazione annualmente e ogni volta che ne sarà richiesto.


Nei modi e nei tempi opportuni, specie in sede di programmazione e di bilanci, interesserà tutta la comunità alla situazione economico - finanziaria, ordinaria e straordinaria della casa183.


1 cf. Cost 26.77

2 cf. Cost 27

3 cf. Cost 31-39.47

4 cf. Cost 38.47

5 cf. Cost 32.33

6 cf. Cost 34.36

7 cf. Cost 35

8 cf. Cost 37

9 cf. Cost 42

10 cf. Cost 29.33

11 cf. Cost 42

12 cf. Cost 6.28.37

13 cf. Cost 30

14 cf. Cost 30.118

15 cf. Cost 49

16 cf. Cost 30

17 cf. Cost 30.138

18 cf. Cost 29.42

19 cf. Cost 26.31.33.44

20 cf. Cost 48

21 cf. Cost 48

22 cf. Cost 44.176

23 cf. Cost 190

24 cf. Cost 6.43

25 cf. Cost 6.43

26 cf. Cost 6.43.59

27 cf. Cost 43

28 cf. Cost 41.42.44

29 cf. Cost 5

30 cf. Cost 5

31 cf. Cost 5.47

32 cf. Cost 5

33 cf. Cost 5

34 cf. Cost 5.6.43

35 cf. Cost 50.55

36 cf. Cost 52

37 cf. Cost 84

38 cf. Cost 56

39 cf. Cost 54.94

40 cf. Cost 55

41 cf. Cost 70

42 cf. Cost 65

43 cf. Cost 74

44 cf. Cost 54

45 cf. Cost 74

46 cf. Cost 74.194

47cf. Cost 75

48cf. Cost 76

49cf. Cost 76

50cf. Cost 76.77

51cf. Cost 77

52cf. Cost 77

53cf. Cost 77

54cf. Cost 77

55cf. Cost 76.77

56cf. Cost 77.78

57cf. Cost 77

58cf. Cost 84

59cf. Cost 84

60cf. Cost 82.84

61cf. Cost 85

62cf. Cost 88.89

63cf. Cost 93

64cf. Cost 91

65cf. Cost 90

66cf. Cost 92

67cf. Cost 9.21

68cf. Cost 94

69cf. Cost 86

70cf. Cost 103.104

71cf. Cost 70.105

72cf. Cost 103

73cf. Cost 103.108

74cf. Cost 97

75cf. Cost 101

76cf. Cost 115

77cf. Cost 100.101

78cf. Cost 109

79cf. Cost 110

80cf. Cost 108

81cf. Cost 110

82cf. Cost 110

83cf. Cost 108.111

84cf. Cost 108.117

85cf. Cost 113.114

86cf. Cost 115

87cf. Cost 116

88cf. Cost 116

89cf. Cost 118.119

90cf. Cost 118.119

91101.118.119.161

92cf. Cost 101.118.119

93cf. Cost 59.126

94cf. Cost 127

95cf. Cost 127

96cf. Cost 131.132

97cf. Cost 133

98cf. Cost 144

99cf. Cost 143.150

100cf. Cost 150

101cf. Cost 150

102cf. Cost 151,8

103cf. Cost 151,8

104cf. Cost 150

105cf. Cost 150

106cf. Cost 151,8

107cf. Cost 150

108cf. Cost 150

109cf. Cost 150

110cf. Cost 151

111cf. Cost 150

112cf. Cost 141.153

113cf. Cost 141.153

114cf. Cost 141.153

115cf. Cost 153

116cf. Cost 153

117cf. Cost 153

118cf. Cost 153

119cf. Cost 153

120cf. Cost 150

121cf. Cost 140.154

122cf. Cost 140.154

123cf. Cost 140.154

124cf. Cost 154

125cf. Cost 155

126cf. Cost 155

127cf. Cost 155

128cf. Cost 155

129cf. Cost 162

130cf. Cost 161

131cf. Cost 161

132cf. Cost 161

133cf. Cost 5.161

134cf. Cost 47.161

135cf. Cost 162

136cf. Cost 160

137cf. Cost 162

138cf. Cost 161.162

139cf. Cost 167

140cf. Cost 164

141cf. Cost 165

142cf. Cost 157.165

143cf. Cost 165

144cf. Cost 164

145cf. Cost 162-164

146cf. Cost 173

147cf. Cost 173

148cf. Cost 173

149cf. Cost 173

150cf. Cost 173.174

151cf. Cost 173

152cf. Cost 171

153cf. Cost 172.173

154cf. Cost 123

155cf. Cost 177

156cf. Cost 177

157cf. Cost 55.176

158cf. Cost 55.176.186

159cf. Cost 176

160cf. Cost 55.176

161cf. Cost 55.176

162cf. Cost 176

163cf. Cost 176

164cf. Cost 176

165cf. Cost 178.181

166cf. Cost 182

167cf. Cost 183

168cf. Cost 179.180

169cf. Cost 186

170cf. Cost 187

171cf. Cost 171

172cf. Cost 190

173cf. Cost 139.188

174cf. Cost 169.190

175cf. Cost 169.190

176cf. Cost 169.190

177cf. Cost 169.190

178cf. Cost 76.190

179cf. Cost 184.190

180cf. Cost 176.184.190

181cf. Cost 184.190

182cf. Cost 176.184.190

183cf. Cost 184.190