Le Memorie dell'Oratorio come testo narrativo
  • Come testo narrativo
  • DB scrittore è sobrio, essenziale, chiaro ed efficace
  • Dimostra un buon mestiere di narratore
  • È più immediato e nitido nel racconto di fatti più volte narrati a voce e nell’esposizione di sogni ricchi di particolari
  • È scorrevole soprattutto la stesura dei dialoghi
    • A volte il dialogo evidenzia gli atteggiamenti educativi e pastorali a lui più cari
    • Altre volte è apologetico: dimostra o disputa appassionatamente
    • Altre volte è spirituale e intimo
    • Altre volte quotidiano e popolaresco
  • Evidente abilità compositiva lungamente affinata
  • Nelle scene di caratterizzazione tipologica con venature caricaturali la scrittura è efficacissima
  • Costruisce piccoli, ma compiuti racconti d’avventura
  • Varietà di toni e sfumature
  • Tutto a servizio di un programma narrativo di grande intensità simbolica e operativa
  • Ordine della narrazione:
    • non sono avvenimenti immaginati
    • DB deve lavorare su una varietà di ricordi, vicende, emozioni e sensazioni sperimentate in periodi diversi
    • e li deve organizzare secondo un ordine: il loro riferimento all’Oratorio di s. Francesco di Sales
  • Una struttura di superficie
    • (principio organizzativo cronologico)
  • Una struttura spaziale
    • (principio organizzativo geografico)
  • Una struttura profonda
    • (principio organizzativo interiore)
  • La struttura di superficie (dichiarata nella introduzione) è la suddivisione in Decadi
          • Dieci anni d’infanzia
          • 1825-1835
          • 1835-1845
          • 1845-1855
  • I capitoli , all’interno delle decadi, evidenziano:
    • ora l’itinerario formativo del personaggio
    • ora la progressiva comparsa e configurazione degli elementi che caratterizzano l’Oratorio
  • La struttura spaziale
    • DB attribuisce un valore particolare a località e ambienti in cui si è sviluppata la sua vocazione oratoriana: sono punti di una mappa simbolica
    • La varietà e successione di luoghi diventa importante principio organizzativo del racconto: agli spazi si collegano dei valori
    • Il cambiamento di luogo: un pellegrinaggio verso la terra promessa dell’Oratorio
  • La struttura profonda (sotto quella di superficie)
    • è costituita da:
      • i sistemi di valore di DB
      • le sue convinzioni
      • i suoi quadri mentali (mentalità, cultura)
    • emerge libera, al di là di ogni ripartizione formale
  • Alla base dell’opera c’è l’uomo DB, con tutto il suo universo interiore
  • Questo elemento profondo (vivacissimo nelle MO) dà al documento un’alta valenza polisemica e lo rende prezioso
  • Le varie strutture organizzative arricchiscono lo scenario di scorci e piani prospettici plurimi, con sfumature e tonalità tali da attrarre un grande ventaglio di lettori con diversi interessi
  • Lettori ideali che DB aveva in mente:
    • i salesiani degli anni ’70 dell’800
    • con tratti mentali ben definiti
    • con un bagaglio di strumenti interpretativi identico al suo,
    • una forma di spiritualità tipica del suo ambiente
    • una terminologia teologica e pedagogica dai significati diversi rispetto ai nostri
  • L’interpretazione delle MO e la comprensione piena delle intenzioni dell’autore richiede:
    • Una certa preparazione
    • Una ambientazione storica
    • Un lessico e un’enciclopedia adatti