Italia-Medio Oriente|Il cammino della regione: Scelte di campo

Relazione alla Visita D’Insieme alla CISI

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Il cammino della Regione: Scelte di campo




Premessa:


Questa relazione è la sintesi del contributo che le Ispettorie hanno offerto rispondendo ad un questionario sulla assunzione del CG25 e specificatamente sulla seconda parte di esso contenente i quesiti sottostanti. Tre annotazioni sono utili nella lettura:

- La sintesi è frutto di una condivisione nell’ultima CISI del 13-15 gennaio

- Emerge una significativa convergenza con la lettera del Rettor Maggiore in ACG 385: Sarete miei testimoni. Presentazione della Regione Italia-MOR. Ai fini di evidenziare questa convergenza si citerà su singoli temi la lettera in sigla: RM pag.

- La scelta di offrire una sintesi essenziale, rispettando sostanzialmente l’impianto delle domande, comporta l’opzione di evidenziare nei primi due punti dei ‘contenitori’ in cui convergono delle indicazioni che potrebbero avere legittimamente un loro spazio (ma è apparso necessario inserire in 1 e 2 un quarto punto); vi possono essere altresì elementi di integrazione da evidenziare nel successivo dialogo.


1. Le tre maggiori realizzazioni dell’Ispettoria e della Regione negli ultimi 20 anni



  1. Progetto Africa” e animazione missionaria.


  • Rilevante il contributo dato dalla Regione al Progetto Africa, allargatosi successivamente con le presenze in Albania, Calabria, e paesi dell’Est; (RM pag. 15)

  • Consistente risulta l’offerta di personale, (RM pag. 14 parla di circa 250 confratelli dal ’78 al 2003, con ottica globale), il sostegno economico, la costruzione di opere, le convenzioni…

  • Una significativa crescita registrata nelle adozioni a distanza

  • Notevole la crescita del Volontariato Internazionale (VIS) e le realizzazioni nei paesi del sottosviluppo

  • I gruppi di animazione missionaria sul territorio hanno visto uno sviluppo anche se disomogeneo nelle varie realtà ispettoriali

-Le iniziative connesse alla inculturazione della fede e del carisma


  1. Ricollocazione, risignificazione e ridimensionamento


  • Rilevante la riqualificazione e rivalorizzazione dei luoghi salesiani ( RM pag. 30) sia in rapporto alle opere (Valdocco, Colle, Chieri) che al più intenso riferimento ad essi da parte di PG e FS

  • Attenzione specifica al settore emarginazione con impegno progettuale(area preferenziale), efficace coordinamento nazionale (convegni, sussidiazioni…) e specifiche realizzazioni (centri minori, case famiglie, comunità di recupero, accoglienza immigrati,…) (RM pag.15)

  • Unificazione delle ispettorie, già fatta (Piemonte, Triveneto) o in corso di progettazione per quattro di esse (area centro), con significativa variazione in questi anni anni della configurazione giuridica della Regione ( RM pag.28)

  • Chiusura (di una certa consistenza statistica) e apertura (in misura inferiore) di nuove comunità con processi di unificazione (differenza comunità-opera) o di affidamento sviluppatisi soprattutto a partire dalle indicazioni del CG24; non minore il processo di risignificazione e riarticolazione di tante opere (ib.)

  • Riorganizzazione della CISI e dei suoi organismi di animazione (RM pag. 22)




  1. Riqualificazione e Formazione sdb e laici


In quest’ambito la voce unificante è l’impegno per la formazione che appare molto sottolineato nelle relazioni ispettoriali, ma ovviamente con diverse connotazioni per la formazione ad intra (di base e permanente) e ad extra (con e per il laici) avvertite comunque come realtà positiva e insieme sfida ( RM pp. 23,28). Tra le evidenziazioni ritornano:

  • L’elaborazione di progetti educativo-pastorali (sia PEPS che Progetti della Comunità) e, globalmente la crescita della mentalità progettuale

  • La più avvertita esigenza di ‘qualità’ di vita religiosa e della proposta di evangelizzazione ed educazione ( RM pag.19)

  • Il rafforzamento dei Consigli della CEP e in genere degli organismi di partecipazione

  • L’incremento nella valorizzazione o ricostituzione di équipes di formazione e di pastorale a livello ispettoriale

  • L’incremento dei centri culturali o delle loro attività e iniziative (Venezia, Messina, Roma,Torino…) e una più accentuata valorizzazione dei Centri di Spiritualità ( RM pag.28 sulle ‘iniziative di qualità’)

  • L’elaborazione nelle scuole e cfp dei POF e degli orientamenti ‘in itinere’ e individuazione e scelta dei ruoli di animazione

  • Una molteplicità di iniziative formative e di nuovi progetti con e per i laici che forse necessitano di un maggiore coordinamento e di una più ampia conoscenza e socializzazione

  • Alcune esperienze particolarmente significative di coinvolgimento della FS in cammini condivisi di animazione e formazione

  • Alcune iniziative rilevanti di formazione a cura dell’ente CNOS



  1. Animazione vocazionale


Anche questa tematica della Pastorale Giovanile e Vocazionale (con sottolineatura insistita su questa specifica dimensione) appare simultaneamente come realizzazione e sfida, in sintonia col Rettor Maggiore che mette l’animazione vocazionale al primo posto nelle sfide e linee di futuro (RM 20,25) nel contesto di una ‘qualità cristiana della proposta pastorale’ che deve ‘andare oltre le soglie della timidezza apostolica’.

Si sottolinea positivamente

  • La stesura di progetti di animazione vocazionale

  • La rinnovata attenzione, anche se diversificata nelle modalità, alle Comunità Proposta e

ai Prenoviziati con partecipazione alla rielaborazione degli itinerari formativi in atto nella Congregazione

  • Coinvolgimento dei giovani confratelli nella PG e Vocazionale

  • L’apporto significativo venuto dal CG23 con la proposta di una SGS che ha lievitato, pur tra alti e bassi, la crescita del MGS e dell’Associazionismo in genere







2. Le tre sfide più grandi


  1. Ricentramento sui destinatari


Questa voce tenta di unificare il senso delle varie sfide che nascono dalla esigenza di ‘una preferenzialità (che) deve…orientarsi con decisione verso gli ultimi e i più poveri ‘ (cfr.RM pag.26). Le accentuazioni, quasi per titoli, riguardano

  • Accoglienza dell’immigrazione

  • Predilezione per i più poveri e disagiati e attenzione alle nuove forme di povertà

  • Tempo prolungato della presenza tra i ragazzi come fedeltà al Sistema Preventivo

  • Nuova qualità di impostazione, animazione e servizio negli Oratori e della significatività delle Parrocchie affidate ai Salesiani

  • Progetto Scuola e CFP come scelta di qualità e di continuità anche nel caso, come sta purtroppo avvenendo in alcune regioni in Italia, di scelte legislative che mettano in serio pericolo la continuità della fp

  • Presenza intensificata tra gli universitari

  1. Corresponsabilità con i laici


Alla lettura positiva come ‘realizzazione’ fa da riscontro la convergente percezione della necessità si portare avanti il processo che ha avuto slancio nel CG24 e traduzione operativa nei POI dei successivi Capitoli Ispettoriali. Le sottolineature riguardano in particolare 2 aspetti:

  • La disponibilità a formare e inserire laici nei ruoli direttivi

  • La necessità di intensificare, per categorie, la formazione nelle varie sue dimensioni senza mettere in secondo piano quella cristiana e salesiana in una ‘vera condivisione di ideali e di vita’ (RM pag.29)


  1. La risignificazione evangelica e salesiana della comunità religiosa


Si configura come l’impegno fondamentale che sostiene e rende attuabili le altre scelte prioritarie e si inquadra ‘in un movimento di rinnovamento spirituale e pastorale che stiamo più direttamente perseguendo in questi anni ’ (RM pag.30) Nelle Ispettorie, a partire dalla necessità di continuare ad attuare i cinque moduli operativi indicati dal CG25, vengono evidenziate alcune necessità:

  • Assicurare un nucleo consistente di animatori sdb nella CEP

  • Garantire la qualità di vita dei confratelli (è il tema della consistenza quantitativa e qualitativa ma letto anche come necessità di reperire modi e spazi di “vivibilità”)

  • Impegno per far crescere la comunione della comunità religiosa

  • Agire con mentalità di fede manifestando visibilmente il primato di Dio e adottando il discernimento come criterio ordinario di vita fraterna e apostolica

  • Agire con mentalità progettuale superando i tanti settorialismi e individualismi



  1. Pastorale Giovanile e Vocazioni


Questo punto rappresenta il primo degli orizzonti che permettono alla Regione di pensare in termini di sviluppo e non di sola sopravvivenza (cfr. relazione del Regionale dove sarà anche presentato il contributo offerto dalle Ispettorie).





3. Le risorse di cui dispone per fare fronte al futuro


A partire dalla umile consapevolezza del dono carismatico delle origini, per cui l’Italia Salesiana “ha saputo finora svolgere la sua responsabilità storica di trasmettere fedelmente il carisma di Don Bosco” (RM pag.9), non viene meno nelle Ispettorie la fiducia nelle risorse rappresentate da


  1. I confratelli


  • E’ presente in essi un notevole capacità di iniziativa e di dinamicità

  • Esprimono una buona tenuta fisica, spirituale, motivazionale, carismatica… nonostante l’età media in aumento

  • Il numero è ancora relativamente consistente

  • E’ incoraggiante a livello di Regione l’accoglienza dell’offerta che proviene dai centri di cultura e di spiritualità e degli itinerari di formazione per le varie categorie e fasce di età


  1. La presenza di laici credenti


  • Preparati e affezionati

  • Motivati e sensibili a vivere e testimoniare la loro fede in Cristo attraverso il carisma salesiano

  • Sempre più inseriti in ruoli di responsabilità


  1. Una progettualità allargata


  • Entrata gradualmente nella mentalità di confratelli e collaboratori

  • Esigita dalla necessità di risignificare le opere e gestire la complessità

  • Motivata spesso da esigenze normative in ambienti per noi vitali come scuole, cfp, oratori, ambienti di accoglienza, orientamento ecc.

  • Supportata da reimpostate strutture e organismi di animazione ispettoriale e da valide iniziative di organismi nazionali



4. Le resistenze o difficoltà che sta incontrando o che prevede


Il quadro piuttosto variegato delle attuali o possibili difficoltà sembra potersi ricondurre a due modelli comportamentali che ben le sintetizzano:



  1. La resistenza al cambio


L’azione frenante nasce da un insieme di fattori che spesso finiscono con l’incrociarsi:

  • Un certo appiattimento culturale e spirituale

  • La scarsa capacità di adattamento alle nuove situazioni che a volte blocca e a volte va a scapito della continuità secondo rinnovate modalità

  • Individualismo che si esprime nell’agire personale ma anche nella difficoltà a gestire progettualmente più attività o settori

  • Resistenza ad accogliere le indicazioni della Congregazione e della Chiesa

  • Avanzata età dei confratelli

  • Difficoltà allo scambio di personale non solo nelle ma anche tra le Ispettorie

  • Difficoltà alla collaborazione tra salesiani, con i laici e la FS





  1. Attivismo e superficialità apostolica


-Come sfondo “Il malessere odierno della vita consacrata” descritto dal RM in ACG 382

  • Sbilanciamento verso l’urgenza organizzativa o scelte discutibili quale ad es. la prevalenza delle dimensioni civilistiche dell’associazionismo a scapito dell’impegno apostolico e missionario

  • Centralizzazione di responsabilità e impegni in pochi o in un confratello

  • Improvvisazioni delle risposte anziché progettualità programmatica



5. Le strategie da applicare in un’ottica regionale


  1. Proseguire nella traduzione operativa delle linee di futuro tracciate dal RM


e anche avvertite come prioritarie,con significativa consonanza, ormai in tutte le nostre Ispettorie


  1. La capacità di porre ancora gesti profetici


Un esempio significativo…la scelta della FP…come paradigma di scelta carismatica a prescindere dalle evoluzioni legislative


  1. Applicazione del POI nelle singole Ispettorie


  1. Formazione dei confratelli e dei laici come strategia vincente


  • Formazione specifica e non più generica, in risposta alle esigenze del territorio e alle forme di nuovo impegno apostolico

  • Mirata a mantenere la vivacità apostolica di tutti e anche degli anziani

  • Progettata in modo da garantire ai confratelli un titolo di studio ecclesiastico o civile

  • Prosieguo e ripresa, come Regione, delle riflessione e innovazione sulle varie fasi formative

  • Attuazione della strategia della formazione dei direttori per aree geografiche

  • Condivisione di modelli ed esperienze nella formazione dei laici


  1. Animazione vocazionale


  • Procedere alla stesura o ristesura del Progetto di Pastorale Giovanile e Vocazionale che tenga conto della ricerca sulle cause della fragilità vocazionale

-Valorizzare la forza dell’accompagnamento da realizzarsi all’interno delle comunità locali come vero e più autentico spazio della vita e testimonianza cristiana e salesiana