Conversione

LA CONVERSIONE


Qualsiasi cammino di fede, fondamento di ogni azione missionaria, implica un cambiamento che nel linguaggio religioso definiamo “conversione”. Radicale o parziale, improvviso o graduale. Ognuno deve sottostare ad un mutamento dei propri istinti e desideri: a Damasco, Paolo non ha semplicemente cambiato direzione geografica, ma ha mutato l’intero orientamento della propria vita.


Preghiera iniziale


Il breve momento di preghiera con cui inizia l’incontro si può articolare nel modo che più si ritiene opportuno, concludendolo con questa breve orazione:


O Dio, che hai illuminato tutte le genti
con la parola dell’apostolo Paolo,
concedi anche a noi,
che ricordiamo la sua conversione,
di essere testimoni della tua verità
e di camminare sempre nella via del Vangelo.
Amen.


Cartina geografica

Il contesto geografico della vita di Paolo può essere un utile elemento per comprendere meglio significati e contenuti del suo messaggio.



  1. CATECHESI INTRODUTTIVA


All’origine di ogni cambiamento c’è sempre un episodio o una scoperta che lascia un segno profondo nella nostra vita. La conversione a Dio non può che nascere dall’incontro con la persona di Gesù. Questo può avvenire in qualsiasi modo e periodo della nostra esistenza, ma… deve avvenire! Anche una caduta può essere occasione di incontro con Dio: è quanto è avvenuto a Paolo.



Testo biblico

At 9, 1-30

La conversione a Damasco


Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va' sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?». Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo; ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta.
Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.



  • Contesto


Saulo nasce a Tarso, in Cilicia, tra il 5 e il 10 d.C., in una famiglia giudaica di fabbricanti di tende, insediata nella città da lungo tempo. E’ ebreo e fariseo, della tribù di Beniamino (la stessa del re biblico Saul, da cui prende il nome). E’ anche cittadino romano, in quanto Tarso a causa dell’importanza come centro commerciale, aveva ricevuto da Marco Antonio uno status privilegiato dopo l’annessione a Roma.

Da ragazzo, si reca a Gerusalemme per studiare alla scuola rabbinica di Gamaliele e riceve un’istruzione che lo rende irreprensibile di fronte alla Legge giudaica. Dopo un probabile ritorno a Tarso (non è infatti presente a Gerusalemme durante la predicazione di Gesù), si distingue per lo zelo nelle persecuzioni dei primi cristiani: è presente al martirio di santo Stefano e riceve l’incarico di inseguire i membri della comunità fuggiti da Gerusalemme e rifugiatisi a Damasco.

Sulla strada per Damasco, Saulo fa il suo primo incontro con Gesù. E’ un incontro del tutto inatteso, che lo porterà ad un’improvvisa conversione. Già qui a Damasco inizia la sua predicazione. Si reca poi per un certo periodo nel deserto dell’Arabia e, al suo ritorno, a sua volta vittima della persecuzione contro i cristiani, è costretto a fuggire di notte dalla città, nascosto in una cesta.

Compie allora il suo primo viaggio a Gerusalemme: incontra Pietro e Giacomo e confronta la sua esperienza di Dio con quella degli Apostoli. Si trattiene là per due settimane, prima di fare ritorno in patria a Tarso per sfuggire alla pressione delle persecuzioni giudaiche, che nel luogo santo della religione ebraica è particolarmente intensa.


  • Considerazioni


  • Il fariseo persecutore, Saulo, diventa testimone di Cristo. Il perseguitato, Anania, diventa soccorritore. Saulo, da membro sospetto della comunità per il suo passato di zelante fariseo, ne diventa guida e sostegno materiale in tempo di carestia, a Gerusalemme.

Dio sorprende sempre l’uomo, sovvertendo le sue convinzioni. Se l’uomo è pronto ad accettare che le sue certezze terrene siano messe in discussione, può superare i propri limiti e farsi strumento della volontà divina.


  • Il percorso di Paolo è diverso da quello dei dodici Apostoli. Non riceve l’annuncio del Vangelo, ma incontra Dio inaspettatamente. D’altra parte è pur vero che Paolo non giunge impreparato all’incontro con Gesù: grazie ai suoi approfonditi studi, conosceva alla perfezione le Sacre Scritture e aveva bisogno solo di una illuminazione, che gli facesse intendere come la persona di Cristo fosse non la negazione, ma il compimento delle Scritture.


  • Il percorso di conversione di Saulo è fatto di tanti “sì” detti a Dio dall’uomo: i suoi e quelli dei membri della comunità che lo accoglie.



  1. SPUNTI PER LA CONDIVISIONE


Dalla Parola ascoltata e dalle considerazioni a margine, è bene proporre alcune provocazioni per la discussione e il confronto di gruppo:


  • Abbiamo consapevolezza della nostra personale conversione a Dio?

  • Quando è avvenuto il nostro incontro con Dio? C’è un episodio particolare che lo descrive?

  • Quanto e come è cambiata la mia vita dopo l’incontro con Dio?

  • La conversione può cambiare per sempre la vita di una persona?

  • Quanto siamo disponibili ad accettare i cambiamenti degli altri e in che misura crediamo nella possibilità di cambiamento di una persona?

  • Cosa è necessario fare per mantenere vivi i cambiamenti avvenuti dopo l’incontro con Dio?

  • Quanto è importante la conoscenza della Sacra Scrittura per la conversione a Dio?

  • Quanto può incidere la comunità cristiana di appartenenza nel cammino di conversione?



  1. IMPEGNO DI GRUPPO


Per una maggiore presa di coscienza del proprio cammino di conversione, condizione indispensabile per sentire la necessità di contribuire all’annuncio del Vangelo, potrebbe essere utile:


  • l’approfondimento della conoscenza di altre forti e significative esperienze di conversione, oltre a quella di san Paolo. Figure della tradizione antica e recente della storia della Chiesa.



Preghiera conclusiva


Formati alla scuola della Parola, dopo aver condiviso opinioni ed esperienze, affidiamo i frutti dello spirito di questo incontro alla preghiera, che si può concludere con questa orazione rielaborata da un testo di san Paolo:


O Dio, ricco di misericordia,

per il grande amore con il quale ci hai amati,

da morti che eravamo per i peccati,

ci hai fatti rivivere con Cristo.

Per la Tua grazia, salvaci mediante il dono della fede in Te,

e fa’ che compiamo le opere buone che hai predisposto,

perché noi le praticassimo. Amen. ( cfr. Ef 2, 4-10 )