Giornate di Studio - Cammino primo annuncio

« DAL PRIMO ANNUNCIO AL CATECUMENATO»


Sr. Patricia Finn, FMA


Tema: il cammino di Iniziazione Cristiana dalla prima evangelizzazione al catecumenato per “ricuperare l’ardore degli inizi dell’evangelizzazione del continente africano”.

Introduzione


Quando si pensa ad Africa, si pensa subito alla sua vastità geografica, alle diversità, alla complessità e al suo mistero. La Chiesa Cattolica in Africa è avvolta in questi elementi che devono essere decompressi per capire la realtà della Chiesa nel continente africano.

  1. DIVERSITÀ CULTURALI E GEOGRAFICHE


Quando si parla di Africa, dobbiamo ricordare che il nord dell’Africa è completamente diverso dall’Africa Sub-Sahariana. Inoltre, ogni regione: Orientale, Occidentale, Centrale e Meridionale è significativamente diversa l’una dall’altra. Linguisticamente, l’Africa è ancora più complessa. Lasciando tutti i dialetti a parte, possiamo contare circa 2.000 lingue diverse e quindi, si può immaginare l’enorme problema di comunicazione che le sue 62 nazioni africane devono affrontare oggi. Viaggiando da un paese all’altro, lo stile di vita può variare notevolmente nei loro mezzi di sussistenza, nella loro cultura e anche nella loro alimentazione.

È anche importante ricordare che l’evangelizzazione è entrata nel continente africano molto prima degli interessi coloniali. Come leggiamo negli Atti degli Apostoli 8:26-40, era l’apostolo Filippo che battezzò il primo cristiano etiope.

Pertanto, la missione evangelizzatrice della Chiesa in Africa e le modalità della sua realizzazione possono variare da paese a paese. Tuttavia, la realtà è sempre la stessa. Le domande che si pongono sono le stesse: Come può la Chiesa portare avanti la sua missione evangelizzatrice? E come i cristiani africani possono diventare sempre più fedeli testimoni del nostro Signore Gesù Cristo?


  1. IL CATECUMENATO BATTESIMALE COME ISPIRAZIONE PER TUTTA LA CATECHESI


Quando si fa riferimento alla catechesi e al modello del catecumenato battesimale, è essenziale capire di che cosa si sta parlando così da mettere in prospettiva giusta il processo mediante il quale il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti ha cambiato il nostro modo di fare catechesi.


2.1 Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia: In questo documento, il Concilio Vaticano II chiede che “si ristabilisca il catecumenato degli adulti diviso in più gradi, da attuarsi a giudizio dell’Ordinario del luogo; in questa maniera il tempo del catecumenato, destinato ad una conveniente formazione, potrà essere santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi (#64)”.


    1. Decreto sull’attività missionaria della Chiesa (#14): “Coloro che da Dio, tramite la Chiesa, hanno ricevuto il dono della fede in Cristo, siano ammessi nel corso di cerimonie liturgiche al catecumenato. Questo, lungi dall'essere una semplice esposizione di verità dogmatiche e di norme morali, costituisce una vera scuola di formazione, debitamente estesa nel tempo, alla vita cristiana, in cui appunto i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestro. Perciò i catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza ed alla pratica della morale evangelica, e mediante dei riti sacri, da celebrare successivamente, siano introdotti nella vita religiosa, liturgica e caritativa del popolo di Dio. […] Infine, nel nuovo Codice dovrà essere più esattamente definito lo stato giuridico dei catecumeni. Essi infatti sono già uniti alla Chiesa appartengono già alla famiglia del Cristo , e non è raro che conducano già una vita ispirata alla fede, alla speranza ed alla carità.”


    1. Il Rito di Iniziazione Cristiana degli Adulti: Nel suo decreto del 1972, la Congregazione per il Culto Divino ha questo da dire: “Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha prescritto la revisione del Rito del Battesimo degli adulti, stabilendo la restaurazione del catecumenato degli adulti, diviso in più gradi, in modo che il tempo del catecumenato, destinato a una conveniente preparazione, sia santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi. Il Concilio ha anche stabilito che, con la restaurazione del catecumenato, siano riveduti il rito solenne e il rito semplice del Battesimo degli adulti.” (Congregazione per il Culto Divino 6 gennaio 1972).


    1. Direttorio Catechistico Generale (aggiornato). “Dato che la missione ad gentes è il paradigma di tutta l'azione missionaria della Chiesa, il Catecumenato battesimale, che le è congiunto, è il modello ispiratore della sua azione catechetica. Perciò, è opportuno sottolineare gli elementi del Catecumenato che devono ispirare la catechesi attuale e il significato di questa ispirazione”.

Occorre, tuttavia, premettere che tra i catechizzandi e i catecumeni e tra catechesi post-battesimale e catechesi pre-battesimale, che vengono rispettivamente loro impartite, vi è una differenza fondamentale. Essa proviene dai sacramenti di iniziazione ricevuti dai primi, i quali «sono già stati introdotti nella Chiesa e fatti figli di Dio per mezzo del Battesimo. Pertanto il fondamento della loro conversione è il Battesimo già ricevuto, la cui forza debbono sviluppare». A fronte di questa differenza sostanziale, si considerano ora alcuni elementi del Catecumenato battesimale, che devono essere fonte di ispirazione per la catechesi post-battesimale (DGC 1997 #90):

Il Direttorio passa, quindi, ad approfondire quali elementi di pre-catechesi battesimale sono da considerarsi la norma per la catechesi post-battesimale.

La cura pastorale di iniziazione cristiana è vitale per ogni Chiesa particolare

Il Catecumenato battesimale è responsabilità di tutta la comunità cristiana

Il Catecumenato battesimale è completamente permeato dal mistero pasquale

Il Catecumenato battesimale è un luogo iniziale di inculturazione

Il concetto di catecumenato battesimale come un processo di formazione e come una vera scuola di fede offre alla catechesi post-battesimale caratteristiche dinamiche e particolari:

Completezza e integrità della formazione

Il suo carattere graduale, con tappe definite

Il suo legame con dei riti

L'uso di simboli, segni biblici e liturgici

I suoi costanti riferimenti alla comunità cristiana


Il Direttorio conclude questo capitolo con un paragrafo in cui si afferma che, se presa sul serio, questa visione della catechesi cambierà il modo in cui catechizzare bambini e giovani:


"La catechesi post-battesimale, senza dover riprodurre mimeticamente la configurazione al Catecumenato battesimale, e riconoscendo ai catechizzandi la loro realtà di battezzati, farà bene ad ispirarsi a questa «scuola preparatoria alla vita cristiana», lasciandosi fecondare dai suoi principali elementi caratterizzanti” (DGC 91).




  1. LA CATECHESI NEL PROCESSO DI EVANGELIZZAZIONE


3.1 Il Primo Annuncio di Cristo

Il Direttorio Catechistico Generale afferma (#61): “Il primo annuncio si dirige ai non credenti e a quelli che, di fatto, vivono nell'indifferenza religiosa. Esso ha la funzione di annunciare il Vangelo e di chiamare alla conversione”. Non è solo rivolto a coloro che non conoscono ancora Cristo, ma anche verso i battezzati che hanno abbandonato la pratica della loro fede cristiana, a coloro che vivono nell'indifferenza, a coloro che si limitano a praticare la fede cristiana di tanto in tanto e in determinati momenti durante l’Anno Liturgico, a coloro che praticano la loro fede per abitudine.

In sostanza, il primo annuncio, l'evangelizzazione e la nuova evangelizzazione cercano di raggiungere lo stesso obiettivo: portare le persone a un incontro con Gesù. La Chiesa desidera che la prima fase del processo catechistico sia dedicata ad assicurare la conversione a Cristo (CT 19; DGC 61). È vero che il primo annuncio è l’inizio di un lungo cammino di fede e di conversione. Senza questa conversione iniziale e la catechesi personale, i rischi diventano sterili.

Nella Redemptoris Missio Giovanni Paolo II insiste sul fatto che il “primo annuncio è la priorità permanente nella missione” che ha un ruolo centrale e insostituibile nella missione della Chiesa (n. 44).

    1. Il periodo del neo-catecumenato

Questo è il punto di partenza, il tempo della conversione iniziale. È il tempo in cui cercare chi è la Chiesa, è anche il tempo di discernere se la Chiesa Cattolica è capace di offrire significato e direzione alla propria vita. È il viaggio di Iniziazione Cristiana, questo periodo può durare fino a quando la persona non abbia scoperto, accettato e creduto in Gesù’ diventando così membro attivo nella Chiesa

Qual è il vantaggio del neo-catecumenato? È il periodo dell’evangelizzazione, un richiamo del cuore, un inizio alla conversione affettiva della persona. È il tempo in cui la gente dà delle prime risposte come membri della Chiesa e sono capaci di rimuovere i primi ostacoli e pregiudizi. È il tempo in cui riflettono sul cammino che Dio gli sta indicando, ed anche tempo di conoscere storie e testimonianze di altri catecumeni. È molto importante essere flessibili e rispondere ai bisogni dei neo-catecumeni ed avere un contenuto sistematico del catecumenato.

Questo è quello che RICA (n.t. Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti) dice a riguardo del neo-catecumenato: “Tutto il periodo del neo-catecumenato sia lasciato per l’evangelizzazione, in modo che la sincera volontà di seguire Cristo maturi perfettamente” (#36).

Prima di celebrare il rito di accettazione, bisogna lasciare un tempo sufficiente, per ogni candidato, per valutare se è necessario purificare i motivi e le disposizioni personali (RICA # 43).


Riflessione: Come catechisti, cosa facciamo perché bambini e giovani siano evangelizzati prima che arrivino alla catechesi?


Gruppi bisognosi di una nuova evangelizzazione

Caratteristiche identificate

Cristiani non praticanti”

Quelli che sono stati battezzati, ma non vivono come cristiani.

popoli semplici”

Quelli che esprimono la loro fede profonda in devozioni popolari, ma conoscono poco dei loro principi fondamentali.

Persone “molto istruite” ma cristianamente ignoranti.

Quelli che non sono mai cresciuti nella formazione religiosa sin dalla loro infanzia.

Cristiani schivi


Quelli che, per diverse ragioni non hanno il coraggio di “testimoniare in pubblico, la loro fede in Gesù Cristo”.

3.3 Il periodo del Catecumenato

Al numero 75 dell’ Ordo chiaramente si legge “Il Catecumenato è il periodo in cui viene dato ai candidati un tempo adatto per una guida e formazione pastorale, così da prepararli a una vita Cristiana. In questo modo i motivi di accettazione raggiungono la loro maturità. Questo si raggiunge in quattro momenti:


3.3.1 Una graduale, completa e adatta catechesi viene pianificata, con una attenzione alle feste dell’anno liturgico e completata dalle celebrazioni della Parola di Dio […]


3.3.2 […] I Catecumeni e i candidati sono aiutati dai padrini e dalla comunità intera. I Catecumeni imparano più facilmente ad arrivare a Dio con la preghiera, a dare testimonianza della loro fede, a tenere alta la loro speranza in Dio in ogni momento, a seguire le ispirazioni soprannaturali nelle loro azioni quotidiane e amare i fratelli e sorelle nella vita pratica, anche a costo di sacrifici personali. Questo prepara i nuovi convertiti ad iniziare un cammino spirituale […]


3.3.3 La Chiesa, come una madre, aiuta i Catecumeni nel loro cammino con riti liturgici adatti a loro, in modo che un po’ alla volta possano essere purificati e rafforzati con l’aiuto di Dio […]


3.3.4 Dal momento in cui la vita della Chiesa è apostolica, i catecumeni devono anche imparare a lavorare attivamente con gli altri per diffondere il Vangelo e costruire la Chiesa con la testimonianza della loro vita e di professare la loro fede


  1. RELAZIONE FONDAMENTALE TRA EVANGELIZZAZIONE E CATECHESI


Tutti i cristiani sono responsabili per la catechesi. Questo è particolarmente vero perché ogni cristiano fa’ parte della missione evangelizzatrice della Chiesa. Questo principio risuona più forte quando leggiamo nel Catechismo della Chiesa Cattolica “è molto importante che gli animatori parrocchiali collaborino fra loro, a tutti i livelli, nelle attività catecumenali, e collaborino con i genitori e i familiari dei bambini e dei giovani, perché sono loro i primi educatori dei loro figli” (CCC 2223).

In tutti i ministeri e i servizi che la Chiesa offre “la missione dell’evangelizzazione e della catechesi occupano un posto molto importante” (GDC 219).

La catechesi è un servizio “realizzato da preti, diaconi, religiosi e laici in comunione con il vescovo” (DGC 219). Per questo, affinché possa diventare realtà, è necessario che tra i cattolici ci sia una forte convinzione che la catechesi non è una responsabilità soltanto di alcuni scelti. L'intera comunità cristiana è chiamata a essere coinvolta in questo processo.

La Parola di Gesù’ continua a dare significato alla vita cristiana: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Jo 15,16). Uno degli ostacoli per raggiungere un’effettiva catechesi catecumenale sta nel fatto che spesso la responsabilità della catechesi cade solo su alcune persone volenterose.

Molte sono state le definizioni sull’Evangelizzazione, ma la più significativa è stata data dal papa Paolo VI: “L’evangelizzazione porta la Buona Novella a tutta la comunità e con la sua influenza la trasforma nel profondo facendone una nuova” (EN 18).

Il papa Giovanni Paulo II parla della catechesi “come a un momento molto importante nel processo di evangelizzazione” (CT 18). L’evangelizzazione e la catechesi sono strettamente unite, ma non possono identificarsi. Anche se il contenuto della catechesi e dell’evangelizzazione è lo stesso, cioè la Buona Notizia della Salvezza, il “momento” della catechesi è il momento della conversione a Gesù Cristo concretizzato nell’appartenenza totale a Cristo (CT 26).

Se la catechesi è capita come un’introduzione al processo per far svegliare la fede nei non credenti, sperando che li introduca nella Chiesa, o anche se è capita come parte del processo per la fede dei bambini, giovani e adulti, comunque si realizza sempre nel contesto dell’evangelizzazione (DGC 49). Tutti quelli che sono stati evangelizzati e catechizzati, a loro volta, sono chiamati a diventare Evangelizzatori.

La Catechesi deve necessariamente unire l’attività missionaria che chiama alla fede con l’attività pastorale che continuamente nutre la comunità Cristiana . […] La Catechesi è fondamentale per la formazione personale di ogni discepolo (DGC 81).


Elementi

Obiettivi

Strutture

Caratteristiche

Neo-Catecumenato
Evangelizzazione

Conversione e fede iniziale

Ad gentes”, una “neo-catechesi”; nuova evangelizzazione; “catechesi kerigmatica”


Annuncia il Vangelo; chiama alla conversione; prepara l’individuo per il catecumenato; inizia il processo catechetico.

Catecumenato

Preparazione per i sacramenti all’iniziazione cristiana

Il battesimo dei catecumeni che unisce l’annuncio alle attività pastorali nella comunità.

Offre una formazione sistematica e completa della fede; fornisce istruzione e tirocinio nella vita cristiana; centrata sulle dottrine basilari sopratutto sui valori evangelici.


Mistagogia / formazione permanente nella fede

Crescita della fede / conversione continua

Integrazione degli iniziati nella vita della comunità; alimentare l’amore per Dio e per il prossimo e un impegno per l’evangelizzazione

Studio della S. Scrittura (specialmente Lectio Divina); “una lettura degli eventi cristiani”; lo studio sociale cattolico; catechesi liturgica; a volte catechesi centrata su particolari eventi; iniziative che rinforzano l’impegno, aprono nuove prospettive e incoraggiano la perseveranza (ad esempio, giornate penitenziali, ritiri)



4.1 La Parola di Dio come sorgente della catechesi

Il DGC dedica un capitolo intero sulle norme e sui criteri della presentazione del messaggio evangelico nella catechesi. Questo significa che “Al centro della catechesi si trova una persona, la Persona di Gesù’ di Nazareth” (#98).

Nell’esortazione post-sinodale Verbum Domini, papa Benedetto XVI fa riferimento alla dimensione biblica della catechesi da essere considerata “un aspetto importante dell’azione pastorale nella Chiesa, perché se usata saggiamente può aiutare a riscoprire la centralità della Parola di Dio […]” (VD 74).


4.2 La Missione della Chiesa dopo il Vaticano II

La testimonianza dei valori del Regno di Dio da parte dei battezzati e delle comunità cristiane è l’annuncio del Cristo Risorto, o Kerigma (AG 20; EN 28, 49, 80; RM 32, 48-49; 72). È diverso dalla catechesi. L’evangelizzato è una persona piena di passione per Gesù’ Cristo. Una passione che dice di essere convinta che Gesù è il Signore e il Salvatore.

I primi beneficiari della prima evangelizzazione sono i non-Cristiani e i non-credenti: popoli, gruppi, contesti socio-culturali dove Cristo e il Suo Vangelo non sono conosciuti e dove si trovano comunità cristiane non sufficientemente mature nel vivere e annunciare la fede ad altri gruppi e promuovere i valori del Regno di Dio (Cf. AG4,5,6; RM 33-34).

La missione ad gentes ci impegna a promuovere uno sviluppo umano attraverso la formazione delle coscienze

Tutte le chiese locali sono chiamate alla missione ad gentes, quale prima attività missionaria della Chiesa, senza di essa la dimensione missionaria perderebbe il suo profondo significato e il suo motivo di esistere (RM 34, 37; 52-58).

Nel documento sulla Riforma Liturgica (SC) e in Ad Gentes, documento che parla della natura missionaria della Chiesa, della visione evangelizzatrice, della formazione catecumenale e della celebrazione liturgica è stato elaborato come un momento privilegiato per rivitalizzare gli sforzi iniziati dalla Chiesa.

Questo rinnovamento si ritrova in molti documenti magistrali degli ultimi 25-30 anni e che un po’ alla volta ha dato forma alla visione Conciliare. Documenti, Riforma Liturgica, Congregazione Romana, Encicliche papali, Sinodi episcopali e altri documenti provenienti da vari settori della Santa Sede e da singole conferenze episcopali in tutto il mondo, hanno trovato il modo come vivere il mandato del Concilio in modo fedele allo Spirito che aveva guidato il Vaticano II.

Come educatori salesiani, il nostro compito è quello di una Iniziazione Cristiana piuttosto che una formazione religiosa. L’Iniziazione Cristiana è l’agenda adatta per noi.


4.3 Iniziazione Cristiana

Essere iniziati nella Chiesa richiede un presupposto in cui ci sia una comunità nella quale è presente il Mistero o una conoscenza speciale. L’Ordine dell’Iniziazione Cristiana per adulti richiede che nella Chiesa ci sia una tale comunità.

Ogni Iniziazione Cristiana richiede un processo il quale permette all’individuo di far parte a un gruppo. Quelli iniziati acquistano una nuova identità. In ogni contesto, l’iniziazione ha come meta di formare individui e comunità capaci di impegnarsi per la storia, i simboli, i valori e la celebrazione del gruppo. A ogni comunità impegnata all’Iniziazione Cristiana è richiesta una conversione di vita come criterio di appartenenza.


4.4 Una Catechesi appropriata

Il numero 75, l’Ordine di Iniziazione Cristiana degli adulti afferma chiaramente che il periodo del Catecumenato è un momento di “formazione pastorale e di orientamento, finalizzato alla formazione [dei catecumeni] nella vita cristiana” (RICA 75).

Le parti principali dell’Ordine fanno vedere come la catechesi deve essere adeguatamente implementata.


4.4.1 La Catechesi durante il periodo del catecumenato “è graduale e completa nel suo esercizio, si adatta all’anno liturgico, ed è aiutata dalla celebrazione della Parola di Dio. Questa catechesi porta i catecumeni a un acquisto appropriato non solo, dei dogmi e dei precetti, ma anche a un senso profondo del mistero della salvezza a cui sono chiamati a partecipare” (75). Da questo capiamo che la catechesi è un’esperienza del Mistero di Dio e fa crescere il desiderio per una profonda partecipazione a tale mistero.


4.4.2 La seconda parte del numero 75 dell’Ordine ci da’ una luce su come il processo di iniziazione deve essere portato avanti: “Man mano che incominciano a diventare familiari con la vita Cristiana e sono aiutati dall’esempio degli sponsor, padrini, e dalla intera comunità Cristiana, i catecumeni imparano più facilmente ad arrivare a Dio con la preghiera, a dare testimonianza della loro fede, in ogni momento a tenere alta la loro speranza in Dio, a seguire le ispirazioni soprannaturali nelle loro azioni quotidiane ed amare i fratelli e sorelle nella vita pratica, anche a costo di sacrifici personali. Questo prepara i nuovi convertiti a un cammino spirituale” (75.2).

Bambini e giovani imparano con più facilità le verità religiose seguendo gli esempi di vita della comunità.


4.4.3 La terza parte della sezione 75 dell’Ordine descrive l’importanza dell’esperienza rituale nel processo di iniziazione: dimostrando con l’esempio come vivere una vita apostolica. L’iniziazione chiama a formare un processo profondo che li porti tutti con amore, a lavorare per il Vangelo. Prendendosi cura degli emarginati, lavorando per la giustizia attraverso azioni politiche, pronti a condividere pubblicamente le ragioni della propria fede, essere orgogliosi di appartenere alla lista dei battezzati. Queste sono le caratteristiche del “modo di vivere” in cui i nostri giovani devono essere avviati.

Nel numero 75 dell’Ordine vediamo una sintesi meravigliosa della visione della Iniziazione Cristiana, che dovrebbe portare un “cambio di modello” come l’Iniziazione Cristiana per adulti, giovani e bambini, a livello del catecumenato neo-battesimale e a quello post-battesimale dovrebbe essere.

Una comunità che veramente crede nell’Iniziazione Cristiana ha sempre al primo posto la conversione, la comunità come contesto e il discepolato come meta.


  1. LA CATECHESI COME UN LUNGO CAMMINO DI CONVERSIONE E DI FEDE, VERSO LA COMUNIONE E L’INTIMITÀ CON GESÙ CRISTO (DGC 80)


Finalità della catechesi: la comunione con Gesù Cristo

80. «Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo».

Tutta l'azione evangelizzatrice è intesa a favorire la comunione con Gesù Cristo. A partire dalla conversione « iniziale » di una persona al Signore, suscitata dallo Spirito Santo mediante il primo annuncio, la catechesi si propone di dare un fondamento e far maturare questa prima adesione. Si tratta, allora, di aiutare colui che si è appena convertito a « ...conoscere meglio questo Gesù, al quale si è abbandonato: conoscere il suo "mistero", il regno di Dio che egli annuncia, le esigenze e le promesse contenute nel suo messaggio evangelico, le vie che egli ha tracciato per chiunque lo voglia seguire ». Il Battesimo, sacramento mediante il quale «siamo resi conformi a Cristo», sostiene con la sua grazia quest'opera della catechesi.


Il papa Paolo VI sottolinea che per una catechesi autentica è importante che sia “organica e sistematica affinché non venga minimizzata la sua importanza” (CT21).

La catechesi iniziale è molto più che insegnare una conoscenza della fede. Inizia e segue uno stile di vita che troviamo nel catecumenato del battesimo per gli adulti “dentro una comunità, che vive, celebra, e da’ testimonianza di fede” (DGC 68).

Il papa Benedetto XVI sottolinea nella sua prima enciclica Deus Caritas Est che “essere cristiani non è una conseguenza di una scelta morale o di una grandiosa idea, ma è un incontro con …. una persona [Gesù Cristo] il quale da’ una vita e orizzonti nuovi e direzioni sicure.”

Una catechesi propriamente rinnovata è centrata sulla persona di Gesù Cristo. Quindi, gli sforzi catechistici devono essere orientati verso una comunione con Gesù Cristo. Se la fede Cristiana è un incontro con la persona di Gesù, l’insegnamento della fede deve andare al di là dei comandamenti e regole, ma spingere di più in una conoscenza di Gesù come Persona. Nella Chiesa il rinnovamento catechistico deve basarsi su una relazione personale con Gesù dentro un credo di una fede sacramentale comunitaria.

Il DGC (#80) sottolinea che “l’ultimo scopo della catechesi non è essere solo in contatto, ma essere in comunione intima con Gesù’ Cristo”.

Questa relazione personale con Gesù non è solo un’utopia, ma piuttosto, una crescita matura nella fede Cristiana che richiede una conoscenza e un approfondimento della Sacra Scrittura. “Il lavoro della catechesi sempre richiede un approccio della Sacra Scrittura nella fede nelle tradizioni della Chiesa” (DV 74).

Quando il papa Benedetto XVI fa riferimento alla catechesi come “permeata da una mente evangelica attraverso il contatto assiduo dei testi” (VD74), lui si riferisce al fatto che La Parola di Dio deve inspirare tutta la dimensione della vita della Chiesa.

I discepoli di Gesù hanno bisogno di essere ogni giorno nutriti dalla Parola di Dio così da crescere nella vita Cristiana e in una fede profonda. “La fede dipende dunque dalla predicazione, e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo” (Rm 10,17).


5.1 La catechesi post-battesimale è modellata sul catecumenato battesimale: un cammino continuo di conversione e di fede

Cinquanta anni fa’, il Vaticano II faceva risaltare la visione della catechesi nella Chiesa come un cammino continuo di conversione alla fede; un processo di iniziazione nella vita e nella missione di Cristo. La novità della visione è basata su un ritorno a una pratica antica di introdurre i non battezzati adulti nella Chiesa (RICA pp. xiv-xviii).

La RICA è più una conoscenza della fede che un’istruzione. È un lungo processo, o cammino di fede, segnato da riti specifici, da celebrazioni della Parola di Dio e dalla consacrazione delle mani.

Questa preparazione si conclude nel momento in cui ricevono il sacramento della Iniziazione Cristiana e nell’inserimento della comunità Cristiana piena di fede, coscienti dell’impegno della loro missione evangelizzatrice nella Chiesa. Quindi, tutte le forme di catechesi sono da intendersi come un apprendistato nella fede (DGC 67).

Il ripristino del catecumenato battesimale richiede un adattamento alle differenti culture, età, maturità spirituale, condizioni sociali ed ecclesiali dei partecipanti (DGC 170).


5.2 Come modellare la catechesi post-battesimale sul catecumenato battesimale

La catechesi post-battesimale per bambini e adolescenti che è modellata sul catecumenato battesimale è una completa e sistematica formazione nella fede che normalmente inizia con il periodo dell’evangelizzazione o re-evangelizzazione.


5.2.1Tutta la catechesi è graduale e completa nel suo insieme, tiene conto dell’anno liturgico ed è aiutata dalla celebrazione della Parola di Dio.

5.2.2Incoraggia l’accompagnamento dell’individuo da parte degli sponsor, Padrini e dall’intera comunità Cristiana. È un processo che si realizza in una comunità Cristiana.

5.2.3Promuove le celebrazioni proprie della liturgia attraverso le varie fasi e momenti della catechesi. Ci vuole tempo e quindi non bisogna affrettarsi.

5.2.4Raccomanda che opportunità adatte siano provvedute per un attivo coinvolgimento apostolico secondo l’età, la cultura e le circostanze (RICA 75).

5.2.5Contiene molto più che istruzione; è un tirocinio nella fede che promuove una sequela autentica di Cristo, centrata sulla Sua Persona. Aiuta anche i discepoli di Cristo ad accettare le responsabilità assunte nel giorno del battesimo e a professare la fede dal profondo del “cuore” (CT 29).

5.2.6 Presenta un tipo di catechesi che è permeata da un clima di preghiera.

5.2.7Inserisce quelli che si preparano all’Iniziazione Cristiana nella fede della comunità che vive, celebra e testimonia la fede.

5.2.8Prepara e apre alla missione della Chiesa (DGC 67-68).

5.2.9 Il sacramento della cresima completa il processo di iniziazione facendo diventare ognuno, a tutti gli effetti, un membro della Chiesa, impegnandosi così a continuare la missione di Gesù

5.2.10Dopo aver ricevuto il sacramento dell’Iniziazione Cristiana c’è un periodo Mistagogico o di approfondimento della fede, che mira ad aiutare la persona a diventare nella comunità un membro attivo del corpo di Cristo.


  1. GLI ELEMENTI ESSENZIALI O I COMPITI DELLA CATECHESI

La catechesi è sempre ispirata dal modo con cui Gesù ha formato i suoi discepoli: ha Insegnato loro il Regno; ha sigillato in loro gli atteggiamenti evangelici; ha insegnato loro a pregare; li ha preparati e mandati a compiere la sua missione.

Ci sono elementi o compiti essenziali nel processo di evangelizzazione. Il DGC chiama questi elementi “compiti fondamentali” (DGC85) della catechesi e sottolinea che quando la catechesi non considera uno di questi elementi, la fede cristiana non raggiunge il pieno sviluppo (DGC 87).


I compiti fondamentali della catechesi sono espressi come segue:

6.1 Promuovere la conoscenza della fede

La catechesi deve guidare i catechizzandi non solo ad una graduale conoscenza della fede ma deve anche arricchirli di talenti in modo da essere capaci di articolare la propria fede.


6.2 La formazione Liturgica

Tutti i fedeli devono essere portati ad una partecipazione piena, consapevole e attiva alla liturgia. Parte della catechesi è dunque il compito di promuovere la conoscenza e la comprensione del significato della liturgia e dei sacramenti.


6.3 Formazione Morale

La catechesi trasmette gli atteggiamenti di Gesù stesso e incoraggia i catechizzandi a intraprendere un cammino di trasformazione interiore. Il Discorso della Montagna è un punto di riferimento indispensabile per la formazione morale, che è così importante nella vita dei nostri giovani di oggi.


6.4 La formazione della preghiera

Se lo scopo di tutta la catechesi è l'intimità e comunione con Gesù, poi i catechizzandi devono essere formati in vari aspetti della preghiera cristiana: adorazione, lode, ringraziamento, fiducia filiale, supplica e soggezione. Tutti questi sentimenti sono riassunti nella preghiera del Signore, che è il modello di ogni preghiera cristiana. La catechesi deve essere permeato da un clima di preghiera.


6.5 Iniziazione alla vita della comunità

La catechesi prepara i catechizzandi a vivere in comunità e a partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa. Parte di questa iniziazione alla vita della comunità incoraggia atteggiamenti fraterni verso i membri di altre chiese cristiane e comunità ecclesiali.


6.6 Iniziazione missionaria

La catechesi mira a dotare i discepoli di Gesù per essere presenti come cristiani nella società attraverso la loro vita professionale, culturale e sociale. La catechesi infonde gli stessi atteggiamenti evangelici che Gesù insegnò ai suoi discepoli: cercare gli smarriti, proclamare e guarire, essere poveri in spirito. La catechesi deve anche educare alla comunicazione significativa con uomini e donne di altre religioni e di essere in grado di riconoscere i molti semi del Verbo che Dio ha seminato in queste religioni (DGC 81-87).

Ognuno di questi elementi deve essere presente nella vita di una persona matura, cristiana impegnata. Devono inoltre essere in relazione con l'altro in modo permanente. La loro interazione è il cuore della formula di crescita per un cristiano (DGC 31; 87).

Se uno o più di questi elementi è totalmente assente dalla vita di un cristiano, significa che una fondamentale formazione / esperienza di conversione non è stata seguita (DGC 22, 53-57). Mentre molte persone associano la catechesi con il ministero per i minori o con programmi di preparazione pre-sacramentali, la GDC chiarisce il fatto che la catechesi è un processo o un cammino a lungo termine di conversione e di fede per tutti i credenti (DGC 51-57).

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