Progetto Europa rifiugiati e migranti ICP


I

spettoria “Maria Ausiliatrice” – ICP

14 luglio 2010




Caro don Vaclav,

mi scuso per il ritardo di questa nostra risposta, cercherò di fare il meglio possibile per illustrarti il lavoro della nostra ispettoria, anche se è un po’ più complesso del previsto.



  1. Quali opere(case) dellispettoria sono coinvolte nella missione per i migranti/rifugiati?

Intendendo per migrante, i non italiani presenti nel territorio della nostra ispettoria, sia nel senso di minori non accompagnati, sia nel senso di adulti singoli o nuclei famigliari, senza specificare le etnie di provenienza, la nostra ispettoria ha fatto la scelta di non dedicare opere specifiche ai soli migranti, ma di integrare nel lavoro normale anche una particolare attenzione a questo tipo di disagio.

In modo speciale vedono la compresenza di italiani e di non italiani gli 11 centri di formazione professionale, dove la presenza di stranieri è integrata sia nei normali curricula formativi (con una percentuale di presenze rispetto agli italiani che a volte supera il 50%), sia in corsi finanziati ad hoc da parte della Regione Piemonte per ragazzi non italiani a cui si fanno corsi più brevi in vista dell’occupazione immediata.

L’altro grande bacino di presenza e di lavoro con immigrati sono gli oratori centri giovanili, di Torino, ma non solo, dove è costante la presenza di più etnie, con punte, come all’oratorio San Luigi di Torino, di una presenza di stranieri che supera di gran lunga quella degli italiani.

In modo specifico ti allego a fine documento una serie di progetti che hanno avuto come centro gli oratori del Piemonte e che sono dedicati e strutturati in modo speciale proprio per gli immigrati e che integrano il lavoro quotidiano, da “cortile”, che si fa con loro.



  1. In quale tipo di opere sono presenti (parrochia, scuola, centro di formazione professionale, centro di accoglienza, capellania, centro rifugiati, Oratorio, Centro giov.)

Aggiungo a quello detto in precedenza l’opera di molte parrocchie, con uffici Caritas, centri di ascolto, centri di ricerca lavoro, il cui numero di contatti con stranieri non quantificabile, ma è costante.

Inoltre a Torino ci è stata affidata dalla Diocesi, in modo ufficiale la cappellania etnica dei Filippini.


  1. Chi sono i destinatari (giovani migranti, famiglie, gruppi...)?

Solitamente i minori, con particolare attenzione ai non accompagnati, ma negli ultimi anni si è sviluppata sempre di più l’attenzione verso le loro famiglie e verso i nuclei famigliari in difficoltà.


  1. Di quale nazionalità, etnia sono i migranti (o loro maggioranza...)?

L’ultima indagine ben fatta risale ormai a 5 anni fa, la stiamo rifacendo, Ti metto i dati del 2005, ma calcola un incremento di rumeni molto forte (a Torino e Piemonte sono la prima etnia come numero di presenze).





  1. Quanti confratelli sono coinvolti in quest’ apostolato (livello locale, ispettoriale)?

Tutti i confratelli delle comunità in cui vi sono CFP o oratori.


  1. Bisogni, suggerimenti, domande aperte al riguardo dell’apostolato per i migranti?

………..

Denominazione progetto

N.O.MI.S. – Nuove Opportunità per Minori Stranieri


Descrizione sintetica

Il progetto prevede l’inserimento di minori stranieri nei percorsi formativi del centro e nelle attività che vengono svolte durante l’anno, attraverso l’ausilio di educatori e peer educator.

Identifichiamo l’intervento su tre aree fondamentali:

  • strada

  • comunità di accoglienza

  • interventi over 18

La strada è il luogo dove i ragazzi vengono agganciati, conosciuti ed inseriti in un percorso di legalità, è il luogo dove si instaura la fiducia e dove imparano a riconoscere gli operatori come persone alle quali affidarsi.

Il lavoro dei peer educator è preziosissimo a questo riguardo in quanto è svolto da ragazzi pari che possono “entrare” nel mondo dei minori non accompagnati grazie alla conoscenza della lingua e alla vicinanza dell’età e soprattutto sono portatori di un’esperienza positiva e di un modello di vita diverso, riuscito.

Il legame tra strada e comunità di accoglienza è quindi forte e non va ignorato. Soprattutto nella zona di San Salvario la vita si gioca moltissimo in strada, nelle discoteche e locali di nuova apertura, nel parco del Valentino e ai Murazzi, luoghi frequentati e ricettacolo di possibilità di devianza.

L’esperienza fatta con gli altri attori di Nomis, anche se numericamente ridotta, ci porta a pensare che l’inserimento di giovani che hanno già fatto un percorso presso casa Magreb (Africa) e casa Romania, possa aiutare nell’inserimento della comunità di accoglienza in quanto è stato vissuto come un passo verso l’autonomia, quasi una sorta di premio per aver intrapreso un buon cammino legale e di integrazione nella comunità locale.

La seconda area è quella della comunità di accoglienza, un luogo che abbiamo cercato di rendere “casa” il più possibile e che ha accolto finora numerosissimi minori, sia provenienti dalla strada che dal carcere che dal progetto Nomis.

È il luogo centrale dell’intervento, dove si giocano tutte le “migliori carte” e dove la convivenza tra culture diverse fa nascere quell’elemento di crescita fondamentale nel percorso di questi ragazzi.

Come ultima area, la questione della maggiore età.

Sono ormai alcuni anni che ci imbattiamo nella questione del compimento della maggiore età. Abbiamo provato a “risolvere” la questione ponendo come termine per il nostro lavoro di accompagnamento i 6 mesi successivi alla data anagrafica che segna il passaggio ad essere maggiorenni, ma ci sembra un lavoro che in effetti non ha trovato molta rispondenza.

Reduci dalla recente esperienza dell’apertura di un condominio solidale nella nostra città, gestito dalla nostra rete salesiana, vorremmo studiare un percorso da adattare ai giovani stranieri maggiorenni.

Ipotizziamo l’affitto di appartamenti in locazione agevolata da gestire come il condominio solidale. La permanenza salirebbe da 6 ad almeno 18 mesi con lo sbocco finale del lavoro e della casa.

Il “condominio” sarebbe gestito da un’équipe sul modello del condominio solidale di via Romolo Gessi.

Rimangono aperte le sfide sulla salute e sui permessi di soggiorno legati alla legislazione vigente



Area di localizzazione del progetto

Comune di Torino


Periodo di realizzazione

Dal 2006 ad oggi


Ente finanziatore

Compagnia di San Paolo


Importo contributo

Importo totale €. 171.000,00


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Istituto San Giovanni Evangelista.

Nel 2009 è stato coinvolto anche l’Oratorio di Rivoli – Cascine Vica.

Denominazione progetto

Casa che accoglie


Descrizione sintetica

I minori stranieri non accompagnati costituiscono una realtà con cui chi, come noi, opera quotidianamente a stretto contatto con il mondo giovanile, viene continuamente a contatto. Si tratta di ragazzi provenienti per lo più dal Maghreb o dall’Europa dell’Est che si rivolgono ai nostri centri alla ricerca di un appoggio che consenta loro di recuperare parte delle sicurezze perdute con la partenza verso un paese straniero.

Dal 1998 non è più sufficiente un intervento di semplice ospitalità: da qui scaturiscono percorsi di accompagnamento che vedono i nostri centri attivi tutto l’anno con i minori che accolgono.

I minori si sentono a casa, trovano, nel centro che li ospita e nel personale che li segue, un punto di riferimento forte, una figura adulta a cui legarsi per farsi accompagnare nel percorso sia formativo che lavorativo.

Ospitiamo quotidianamente una ventina di minori stranieri non accompagnati presso le due case che li accolgono nella città di Torino offrendogli vitto, alloggio e orientamento lavorativo e/o scolastico


Area di localizzazione del progetto

Città di Torino


Periodo di realizzazione

Dal 1998 con contributo del Comune di Torino

Dal 2006 in convenzione con il Comune di Torino


Ente finanziatore

Comune di Torino


Importo contributo

989.032,00 euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Istituto San Giovanni Evangelista (To) – Istituto Salesiano San Paolo (To) – Oratorio San Francesco di Sales (To) – Associazione don Bosco 2000


Denominazione progetto

Per un oratorio a colori ….


Descrizione sintetica

Il mondo salesiano da anni ha preso coscienza di questa nuova realtà e gli interventi di sostegno, specie ai minori immigrati, si accompagnano con una seria riflessione sul fenomeno. Siamo convinti che l’immigrazione non è un fatto emergenziale ma un fenomeno che interroga e con cui ci dovremo misurare per generazioni. Una quota importante delle nuove generazioni - alle quali affidiamo il ricambio della società - è figlia di stranieri. L’immigrazione è un’iniezione di risorse per il nostro territorio, ma è anche un fenomeno irto di difficoltà e di problemi. La maturità di una società sta nella sua capacità di restringerne le patologie e di rafforzarne la normalità. Occuparsi di immigrazione vuole dire anzitutto occuparsi di quanti abitano da anni le nostre città, della nostra gente. Per una sana azione con gli esclusi occorre partire dagli inclusi.Ci sentiamo invitati a interessarci di ragazzi, di minori immigrati che ormai frequentano gli oratori, i centri di formazione professionale, le proposte salesiane. Sono anch’essi i “nostri” ragazzi. Per questo ci stiamo abituando a degli oratori interculturali. Quando l’immigrazione entra negli oratori attraverso la presenza di ragazzi stranieri, li sconvolge e le esperienze in atto ci dicono che è necessario fermarsi e analizzare il contesto, cercare strade più opportune per dare significato alla vera vocazione dell’oratorio: luogo pastorale, di formazione, per i ragazzi e i giovani al di là della provenienza e del credo religioso. Questo ci aiuta a coinvolgere le famiglie, presentare il contesto multietnico in cui avviene la formazione e offrire particolare attenzione al mondo degli adolescenti. Un oratorio per dare un servizio agli stranieri deve affrontare alcuni problemi di questi adolescenti: vivere “TRA” i nuovi modelli famigliari e la crisi di queste relazioni all’interno della famiglia, la formazione professionale, la ricerca lavoro…..Tutto questo comporta formazione degli educatori e operatori, dei genitori e volontari impegnati: formazione e mentalizzazione della comunità locale.


Area di localizzazione del progetto

Città di Torino / Provincia di Torino


Periodo di realizzazione

2003/2004


Ente finanziatore

Provincia di Torino / Fondazione CRT


Importo contributo

42.500,00 euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Oratorio Salesiano San Paolo (To) – Oratorio San Francesco di Sales (To) – Associazione don Bosco 2000 – Associazione dB2 Mondo Effe – TGS – Cooperativa sociale Mondo Erre – Cooperativa Sociale ET – Istituto Virginia Agnelli – Parrocchia San Giuseppe Lavoratore – Istituto Internazionale Don Bosco – Cooperativa sociale Un sogno per tutti

Denominazione progetto

Abitare la soglia … vivere la casa


Descrizione sintetica

La soglia, luogo dell'incontro, della relazione. E' sulla soglia, nell'incontro visivo, reale, che l'altro si rende presente. Dall’incontro sulla soglia cadono i pregiudizi creati da paure che si alimentano più di immaginari collettivi che di realtà. La realtà dell'incontro, del giorno per giorno, aiuta a conoscere storie personali, individui, volti, ad abbattere così pregiudizi e paure. Una soglia dove si accoglie l'altro, ma anche luogo dove si viene accolti. E non ci si ferma lì. Dalla soglia si passa in casa e ci si aiuta a vivere la casa. Vivere la casa della propria storia da raccontare, da condividere. Vivere la casa dei propri sogni e progetti. Vivere la casa della famiglia, della crescita dei figli, della ricerca del lavoro, la casa dove si consumano e si infrangono i propri sogni. Un progetto - quello che presentiamo per l'anno 2004-2005 - per sostenere chi vuole "vivere" la casa, quella nuova nei paesi di immigrazione, senza perdere le proprie radici, piuttosto cercando di trasferire nella nuova casa i propri sogni e progetti. Don Bosco ha voluto che il suo oratorio fosse, anzitutto, "casa che accoglie" e dai salesiani che non perdessero mai di vista che la caratterizzazione di un'opera salesiana era data dal clima di famiglia che in esso si instaurava. Li voleva padri per questi figli abbandonati, immigrati in cerca di casa e lavoro. Così in quella modalità "paterna" e familiare sarebbero riusciti ad esprimere al meglio la loro adesione al sistema preventivo che fa dell'amorevolezza il metodo di base per ogni approccio educativo, della ragione il processo che matura nei ragazzi la capacità di motivare le proprie scelte e il luogo dell'accoglimento e della elaborazione delle proprie emozioni, della religione la cifra per definire e dare un senso globale a tutte le esperienze e valori della vita .


Area di localizzazione del progetto

n° 8 Circoscrizioni della Città di Torino (I-III-V-VI-VII-VIII-IX-X)

n° 2 Comuni della Provincia (Rivoli-Cascine Vica – Venaria)


Periodo di realizzazione

2004/2005


Ente finanziatore

Provincia di Torino


Importo contributo

21.719 euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Istituto San Giovanni Evangelista (To) – Istituto Salesiano San Paolo (To) – Oratorio San Francesco di Sales (To) – Associazione don Bosco 2000 –

Denominazione progetto

I colori della famiglia


Descrizione sintetica (obiettivi, destinatari)

In sintesi il cammino può essere così riassunto. Dallo stato di realtà quando i ragazzi stranieri e le loro famiglie arrivano e rendono i nostri oratori “multicolori” abbiamo lavorato perché il loro fosse un ingresso senza troppi problemi. Li abbiamo, poi, accompagnati oltre la soglia per fare in modo che sentissero quel luogo un po’ come la loro casa.

La fase del presente richiede un grande sforzo perché siano considerati – pur non negando le differenze e le loro identità sia individuali che collettive – destinatari della nostra missione educatrice.

Risulta quindi indispensabile, per il recupero della loro identità e per la completezza del loro inserimento, coinvolgere a pieno regime, anche le loro famiglie.

Ciò può essere letto in due modi: da una parte è necessario sostenere i nuclei familiari e non solo i singoli minori, dall’altra è possibile formare delle famiglie appartenenti alle varie realtà Salesiane che diventino accoglienti e che sappiano rendersi disponibili a condividere pesi familiari di altri nuclei che possono avere maggiori problematicità. “La famiglia che accoglie la famiglia” è grande testimonianza che può divenire strumento di accoglienza tra “inclusi ed esclusi” veicolando spazi di dialogo e di confronto che vadano oltre il soddisfacimento delle prime esigenze concrete cui spesso ci si trova a dover fare fronte.


Area di localizzazione del progetto

Città di Torino e Provincia di Torino


Periodo di realizzazione

2006/2007


Ente finanziatore

Provincia di Torino


Importo contributo

8.000,00 Euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Oratorio Salesiano Michele Rua – Parrocchia San Giuseppe Lavoratore – Istituto Internazionale Don Bosco – Cooperativa sociale “Un sogno per tutti” – Cooperativa Sociale ET

Denominazione progetto

Accorciamo le distanze


Descrizione sintetica

Il progetto prevede:

Formazione iniziale operatori di ciascun centro operativo (4 in Italia)

Indagine conoscitiva: presso ciascun centro operativo verrà condotta un’indagine esplorativa sui minori stranieri di seconda generazione presenti nel territorio. L’indagine verrà svolta a partire dalla scuola e sarà centrata sulla conoscenza dei luoghi di provenienza, del livello di istruzione dei genitori, dell’età di arrivo in Italia. Tali elementi, determinanti negli esiti dei percorsi di integrazione, saranno utilizzati per calibrare gli interventi delle fasi successive.

Intervento scuola e socializzazione

Laboratori di formazione per docenti: presso le scuole coinvolte verranno organizzati laboratori di formazione (utilizzando la metodologia formativa del training) con l’obiettivo di formare i docenti all’acquisizione di strumenti e all’elaborazione di metodi atti a favorire la relazione con l’alunno straniero e la sua famiglia, dedicando una particolare attenzione alle problematiche di genere.

Scuola popolare multietnica: presso ciascun centro operativo verrà attività una scuola popolare rivolta ai minori segnalati dalle scuole. La scuola si caratterizzerà per i seguenti elementi: contratto educativo scuola-centro operativo (per ciascun minore segnalato verrà stipulato un apposito contratto formativo con la scuola), rapporto di tutoraggio individuale, elaborazione di un progetto educativo individualizzato, comunicazione costante con i docenti della scuola, coinvolgimento delle famiglie.

Integrazione sociale: ai minori seguiti nella scuola popolare verranno offerti momenti ed occasioni di socializzazione attraverso la partecipazione, all’interno di gruppi di pari, ad attività sportive, musicali e del tempo libero. Elemento qualificante sarà l’inserimento dei minori in gruppi di pari misti per nazionalità, genere, religione, nonché la partecipazione di minori italiani.

Intervento famiglia

Contatto e costruzione della fiducia: con i genitori dei ragazzi che frequentano la scuola popolare verranno avviati dei contatti con il duplice obiettivo di conoscere il contesto familiare di provenienza dei minori e costruire un rapporto di reciproca fiducia tra genitori e operatori.

Servizio di counseling educativo: presso ciascun centro operativo verrà attivato un servizio di counseling a favore dei genitori stranieri. L’attività di consulenza, gestita con l’ausilio di mediatori culturali (stranieri), oltre a fornire informazioni utili al disbrigo delle pratiche burocratiche relative alla scuola e all’educazione dei minori, svolgerà una funzione di supporto ed accompagnamento in riferimento alle funzioni educative genitoriali, in modo particolare nel rapporto famiglie – scuola, famiglie – servizi pubblici.

Integrazione sociale: alle famiglie contattate verrà offerta la possibilità di partecipare ad iniziative di socializzazione che verranno realizzate all’interno dei centri operativi (feste, incontri, uscite, …). Si tratterà di iniziative non esclusivamente rivolte ad immigrati ma aperte all’intera comunità.



Area di localizzazione del progetto

Città di Torino


Periodo di realizzazione

Da ottobre 2007 ad aprile 2008


Ente finanziatore

Ministero dell’Interno


Importo contributo

60.000,00 €


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Istituto San Giovanni Evangelista (To)

Istituto Salesiano San Paolo (To)

Percorsi di integrazione … luoghi di incontro


Descrizione sintetica

Il progetto prevede attività di integrazione scolastica degli allievi stranieri inerenti ad iniziative extra-scolastiche di doposcuola e laboratoriali, con particolare attenzione ai più piccoli e ai processi di ricongiungimento familiare.

Al fine di generare dinamiche di inclusione sociale, di relazione e di incontro fra minori e famiglie il progetto prevederà le seguenti attività:

Garantire spazi aperti di accoglienza per tutte le famiglie immigrate con particolare attenzione ai bambini più piccoli:

Creazione di uno spazio di accoglienza e di ascolto delle famiglie nuove arrivate o di membri che si vogliano ricongiungere con esse, pensato soprattutto per i più piccoli dai 3 ai 6 anni.

Sostegno individuale del ragazzo appena arrivato con la conoscenza della lingua parlata (esercizi d’alfabetizzazione) e accompagnamento nel supporto scolastico attraverso uno spazio di doposcuola. Sostenere il lavoro di cooperazione e di “tutoring” tra ragazzi stranieri che hanno raggiunto un buon livello di conoscenza della lingua e altri in difficoltà in una prospettiva di peer helping.

Nell’ambito di una sala studio, per potenziare e rendere più piacevole la lettura, creazione di un laboratorio di lettura animata di fiabe da tutto il mondo e di scrittura creativa.

Accompagnare i processi di ricongiungimento familiare

Avvio di attività di aggregazione tra le famiglie di diversa provenienza geografica e orientamento allo sportello d’informazione sui servizi del territorio;

Alimentare e sostenere la rete di servizi per le famiglie sul territorio di riferimento

Lavoro di rete con le scuole del territorio che hanno consigliato ai genitori di rivolgersi agli enti preposti a tale servizio.

Per gli adulti stranieri desiderosi di apprendere la nostra lingua e non solo, avvio e implemento di corsi di italiano e di informatica a vari livelli, in collaborazione con i servizi di riferimento del territorio.


Area di localizzazione del progetto

Città di Torino


Periodo di realizzazione

Aprile 2009 - marzo 2010


Ente finanziatore

Provincia di Torino


Importo contributo

17.686,00 Euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Oratorio Salesiano San Paolo (To) – Associazione Onda Giovane Salus (To)

Denominazione progetto

A casa di zia Jessy


Descrizione sintetica

Abbiamo provato ad immaginare che cosa significa per la nostra organizzazione un “condominio solidale” ed abbiamo immaginato un luogo che riporta un po’ al passato, al cascinale, con la sua famiglia allargata in cui le diverse generazioni crescevano insieme, partecipavano al progetto di vita comune e nel frattempo sviluppavano il proprio, dove c’era una forte partecipazione di tutti alla vita sociale, dove gli spazi erano comuni ma anche privati, dedicati alla propria intimità, dove i bambini erano accuditi dai genitori, ma anche dai nonni e dai fratelli maggiori. Un ambiente in cui è possibile essere se stessi appunto perché solidali con gli altri e in cui la comunità è l’ambiente ideale in cui comprendere il linguaggio e i valori dell’umano e dove potersi appropriare di ciò che ci rende uomini e donne con quell’originalità che solo i singoli sanno dare.

Abbiamo immaginato un luogo dove l’intervento assistenziale è ridotto al minimo, dove tutti partecipano alla gestione del condominio, dove la responsabilità è condivisa, dove i processi di risoluzione dei conflitti diventano luoghi di crescita. Un ambiente in cui non esiste più semplicemente l’altro o l’estraneo, perché tutti mi appartengono, sono “di famiglia”, sono diversi, ma non per questo lontani, sono prossimi, perché sono parte integrante anche della mia vita.

Immaginiamo un luogo capace di produrre conoscenza, affetti, legami, scambio di esperienze grazie alle attività ed ai servizi in comune.

Una buona convivenza nasce dallo stare bene insieme, dall’aver stabilito regole chiare e semplici e condivise da tutti gli abitanti. Una convivenza capace di far balenare una nuova cultura, che non è la somma o l’accostamento della parti, ma una nuova e piena integrazione dei lontani.

Nell’anno 2008 il condominio di Via Romolo Gessi ha avuto la menzione per il premio della Famiglia promosso dal Ministero per le politiche della famiglia.


Area di localizzazione del progetto

Città di Torino – Circoscrizione II


Periodo di realizzazione

Dal 2008 ad oggi


Ente finanziatore

Comune di Torino / Compagnia di San Paolo


Importo contributo

40.000 / 170.000 €


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Cooperativa sociale ET

Cooperativa sociale “Un sogno per tutti”

Associazione dB2 Mondo N


Denominazione progetto

Oltre il carcere


Descrizione sintetica

Obiettivo generale: sperimentare un modello di intervento per contrastare i comportamenti minorili devianti/criminali e per promuovere il recupero personale e il reinserimento sociale dei destinatari che provengono da percorsi di carcere.

Obiettivi specifici:

  • ridurre il tasso di abbandoni dei progetti ri-educativi e promuovere le life skills dei destinatari;

  • incrementare la qualità delle relazioni familiari e delle reti amicali di riferimento;

  • abbattere lo stigma di separazione e sviluppare nella comunità allargata una conoscenza e una nuova sensibilità rispetto alla devianza/criminalità minorile, sostenendo la responsabilità educativa di tutti i soggetti che sono coinvolti nell’azione educativa formale (in primo luogo genitori ed insegnanti) ed informale (volontari, allenatori sportivi, ...) con minori devianti;

  • realizzare un’azione preventiva e ridurre i tassi di criminalità minorile;

  • strutturare e consolidare un sistema di soggetti che agiscano sinergicamente per l’inclusione degli stessi minori.

  • Costruzione di un percorso formativo per educatori (tavola rotonda più tre incontri)


Area di localizzazione del progetto

Città di Torino


Periodo di realizzazione

2009/2010


Ente finanziatore

Ministero dell’Interno


Importo contributo

21.000 euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Istituto San Giovanni Evangelista (To) – Istituto Salesiano San Paolo (To)


Denominazione progetto

In tutte le lingue del mondo. Percorsi di teatro sociale nella Regione Piemonte


Descrizione sintetica

Il progetto si proponeva di favorire l’integrazione delle giovani generazioni immigrate attraverso la predisposizione di attività inerenti le arti e lo spettacolo. In ciascuno degli 11 centri coinvolti sono stati attivati laboratori didattici (fotografia, teatro, danza, musica) coinvolgendo direttamente minori italiani e stranieri; alla fine è stato preparato un evento finale che si è tenuto al Teatro Valdocco.


Area di localizzazione del progetto

Regione Piemonte


Periodo di realizzazione

Settembre 2007 – Febbraio 2009


Ente finanziatore

Compagnia di San Paolo – Bando Immigrati nuovi cittadini


Importo contributo

150.000,00 euro


Altri Enti coinvolti (partner e/o soggetti attuatori)

Oratorio salesiano Don Bosco (Cuneo) – Istituto Salesiano Don Bosco (Alessandria) – Oratorio San Giovanni Bosco (Asti) – Istituto Salesiano San Cassiano (Vigliano Biellese) – Oratorio Salesiano San Paolo – Istituto San Giovanni Evangelista – Istituto internazionale Don Bosco – Oratorio Salesiano Michele Rua – Parrocchia San Giuseppe Lavoratore – Oratorio Salesiano San Francesco di Sales – Cooperativa Sociale Un sogno per tutti – Cooperativa sociale ET


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