Consulta 2010 Formazione

Consulta mondiale missioni 2010-05


La Dimensione Missionaria nella Formazione Salesiana

Contenuto e Metodo per le Varie Tappe di Formazione



Destinatari

La Dimensione Missionaria nella Formazione Salesiana è destinata alle stesse persone e gruppi a cui si è consegnata la Ratio, ossia: tutti i salesiani, ma specialmente ispettori e loro Consigli, delegati e membri della Commissione di formazione e della Commissione di animazione missionaria, formatori e formandi, tutti i responsabili di formazione iniziale e permanente di salesiani.


Finalità

Sin dal Capitolo Generale Speciale, ogni Capitolo Generale ha ripetuto che la dimensione missionaria è «parte essenziale del nostro carisma»1. Siccome l’aspetto missionario è la sintesi del carisma di Don Bosco2, questi orientamenti si propongono di favorire «una coscienza missionaria più deliberata» nella formazione dei salesiani.


Proposte per ogni tappa di formazione

Ogni tappa di formazione incomincia con un breve riassunto di ciò che la Ratio dice riguardo a natura e finalità della medesima. Poi sottolinea alcuni aspetti formativi della tappa che sono rilevanti nel favorire la dimensione missionaria della vocazione salesiana. Seguono proposte di temi di studio. Finalmente suggerisce esperienze da fare e abilità da coltivare come aiuto nel perseguire gli scopi indicati.


PRENOVIZIATO

1.1. Il prenoviziato è la tappa di formazione in cui il candidato alla vita salesiana approfondisce la propria scelta vocazionale, maturandone specialmente gli aspetti umano e cristiano, in modo da rendersi atto ad iniziare il noviziato.


1.2. Come parte della crescita cristiana e umana, il candidato deve:

  • essere aperto alle realtà sociali e culturali del proprio ambiente, particolarmente sensibile ai problemi della gioventù povera ed emarginata e alle situazioni di povertà, ingiustizia ed esclusione. Crescere nel senso di compassione e solidarietà, e manifestarlo in una forma di vita semplice (cfr. FSDB 338);

  • sviluppare buone relazioni con i propri compagni e con i responsabili della formazione nella comunità, con i laici della comunità educativa e con altre persone, specialmente quelle provenienti da culture diverse, che incontra nelle esperienze pastorali (cfr. FSDB 336);

  • essere aperto al dialogo attraverso la capacità di accettare ed ascoltare; praticare le buone maniere e la giovialità; trattare tutti con simpatia, amicizia e molta apertura senza distinzione di lingua, cultura, origine etnica (cfr. FSDB 336).


1.3. Si raccomandano al candidato i seguenti temi di studio:

  • studi riguardanti la propria lingua e cultura;

  • la storia del proprio paese;

  • studio di biografie di missionari salesiani ad gentes, ad exteros, ad vitam;

  • teorie e tecniche in dialogo interpersonale.


1.4. Si suggeriscono al candidato le seguenti esperienze:

  • essere coinvolto attivamente in gruppi missionari;

  • fare esperienza di lavoro con poveri di città nella vicinanza o con ragazzi di strada;

  • fare esperienza di servizio missionario volontario.


1.5. Si suggerisce al candidato di coltivare le seguenti abilità:

  • coltivare adeguate attitudini di apertura verso altre culture: ascoltando, parlando, dialogando;

  • coltivare sensibilità verso i poveri e gli emarginati attraverso uno stile di vita semplice;

  • intraprendere analisi e discussione delle odierne sfide culturali e multiculturali, soprattutto dei loro effetti sulla vita della gioventù e della famiglia.


NOVIZIATO

2.1. Il noviziato è l’inizio dell’esperienza religiosa salesiana come seguace di Cristo. Il novizio incomincia a vivere la vita consacrata e apostolica, interiorizzando i valori salesiani.


2.2. Come parte di questo esercizio pratico di vita salesiana, il novizio:

  • prende parte attiva alla vita della comunità, affinando la propria capacità di adattamento e di relazioni interpersonali cordiali e gratuite;

  • coltiva le buone maniere e l’abilità al dialogo, ad accettare le differenze, ad essere ottimista e a mettere i propri talenti a servizio della comunità;

  • sviluppa sensibilità alla cultura giovanile, specialmente ai poveri, al lavoro pastorale dell’ispettoria, alle frontiere missionarie salesiane e all’attività missionaria salesiana (cfr. FSDB 366).


2.3. Si raccomandano al novizio certi temi di studio:

  • storia dell’attività missionaria salesiana, specialmente quella sviluppata nella propria ispettoria;

  • la dimensione missionaria del carisma salesiano;

  • criteri per il discernimento della vocazione missionaria.


2.4. Si suggeriscono al novizio le seguenti esperienze:

  • promuovere la preghiera per l’intenzione missionaria salesiana mensile e per le vocazioni missionarie;

  • mantenere contatto con i missionari ad gentes dell’ispettoria;

  • mantenersi aggiornato sulle notizie missionarie attraverso i mezzi salesiani di comunicazione (per es. ANS).


2.5. Si suggerisce al novizio di coltivare le seguenti abilità:

  • coltivare la sensibilità per i bisogni dei missionari ad gentes del mondo intero pregando per loro;

  • coltivare il senso di unità con il lavoro missionario della Congregazione mediante la lettura delle notizie salesiane: ANS, il www.sdb.org sito di Roma, Cagliero11, Bollettino Salesiano, pubblicazioni delle Procure missionarie salesiane;

  • coltivare la sensibilità per la gioventù povera attraverso le esperienze apostoliche del noviziato.


POSTNOVIZIATO

3.1. Il postnoviziato è la tappa in cui il neoprofesso salesiano rafforza la propria crescita vocazionale e si prepara al tirocinio, integrando gradualmente fede, cultura e vita attraverso una comprensione più profonda dell’esperienza della vita religiosa e dello spirito di Don Bosco, e di una preparazione filosofica, pedagogica e catechetica adeguata, in dialogo con la cultura (cfr. Costituzioni 114).


3.2. Come parte della formazione del postnoviziato, il giovane salesiano:

- acquista una capacità di relazione seria con la cultura, con il mondo dei giovani, con i problemi dell’educazione, con il punto di vista cristiano (cfr. FSDB 401);

  • acquista una comprensione solida e, allo stesso tempo, critica della cultura ed è capace di afferrarne le implicazioni nell’apostolato giovanile salesiano;

  • acquista nella catechesi delle capacità che poi saprà usare nell’educazione ed evangelizzazione dei giovani.



3.3. Si raccomandano al giovane salesiano certi temi di studio:

  • antropologia culturale;

  • catechesi;

  • sfide e opportunità del fenomeno dell’emigrazione;

  • metodi di evangelizzazione, specialmente inculturazione, dialogo interculturale e interreligioso.


3.4. Si raccomandano al giovane salesiano le seguenti esperienze:

  • catechesi giovanile attraverso le esperienze apostoliche del postnoviziato;

  • apostolato giovanile con giovani migranti attraverso le esperienze apostoliche del postnoviziato;

  • coinvolgimento nell’organizzazione e animazione della Domenica Mondiale delle Missioni e della Giornata Salesiana delle Missioni.


3.5. Si suggerisce al giovane salesiano di coltivare le seguenti abilità:

  • coltivare la sensibilità per i bisogni dei giovani migranti;

  • conoscere la lingua e cultura dei giovani;

  • coltivare la sensibilità e la consapevolezza riguardo alle attività missionarie salesiane nel mondo.



TIROCINIO

4.1. Il tirocinio è la tappa di vitale e intenso confronto con l’attività salesiana, portata avanti all’interno di esperienze pastorale-educative, che aiuta il giovane salesiano a maturare la propria vocazione e a verificarne l’idoneità in vista della professione perpetua (cfr. FSDB 428-429).


4.2. Come parte della sua esperienza il giovane salesiano:

  • acquista un quadro mentale chiaro, coerente con le sue scelte fondamentali, che gli permette di avere una visione di vita personale solida e aperta (cfr. FSDB 401);

  • si rende capace di un serio incontro con la cultura, il mondo dei giovani, i problemi dell’educazione e la visione cristiana (cfr. FSDB 401);

  • sviluppa il gusto per un serio lavoro intellettuale, capacità di riflessione, oggettività di giudizio e senso critico (cfr. FSDB 401).


4.3. Per la sua natura stessa, il tirocinio non ha un vero curricolo di studi, è tutto un insieme di esperienze diverse di vita e attività salesiana.


4.4. Al giovane salesiano si suggeriscono le seguenti esperienze:

  • animazione di gruppi missionari;

  • promozione di movimento volontario salesiano;

  • accompagnare giovani nel servizio missionario volontario estivo;

  • esperienza diretta in una presenza missionaria salesiana dell’ispettoria;

  • offrirsi per essere missionario ad gentes, ad exteros, ad vitam;

  • serio studio della lingua ufficiale del paese (per missionari).


4.5. Si suggerisce al giovane salesiano di coltivare le seguenti abilità:

  • coltivare l’abilità di animare gruppi missionari giovanili;

  • coltivare l’abilità di parlare e scrivere la lingua ufficiale del paese (per missionari).


FORMAZIONE SPECIFICA

5.1. La formazione specifica è quella che completa la formazione di base del salesiano pastore ed educatore, seguendo le linee della sua vocazione specifica come coadiutore o sacerdote.


5.2. È parte di questa formazione per il salesiano:

  • possedere una solida base di convinzioni circa il carattere missionario del carisma salesiano;

  • essere pronto ad agire come educatore, maestro e guida di altri, insegnando il modo di incrementare il dialogo interculturale e interreligioso;

  • saper favorire attivamente l’animazione missionaria nella comunità educativo-pastorale.


5.3. Al salesiano si suggeriscono certi temi di studio:

  • studio sistematico di missiologia;

  • documenti della Chiesa sulla missione, dialogo interculturale e interreligioso;

  • cultura moderna e modi di proclamare il Vangelo in questo contesto;

  • uso della lingua affinché il Vangelo sia compreso dai giovani di oggi e diventi parte della loro cultura.


5.4. Al salesiano si suggeriscono le seguenti esperienze:

  • lavoro pastorale con migranti e seguaci di altre religioni;

  • esperienza missionaria estiva ad exteros;

  • coinvolgimento in animazione missionaria a livello ispettoriale.


5.5. Al salesiano si suggerisce di coltivare le seguenti abilità:

  • coltivare l’abilità di animare gruppi missionari volontari;

  • coltivare l’abilità di favorire il dialogo interculturale e interreligioso;

  • coltivare l’abilità di servire le minoranze migranti e culturali;

  • coltivare l’abilità di animazione missionaria.



FORMAZIONE PERMANENTE

6.1. La formazione permanente è la continuazione, il complemento e l’aggiornamento della formazione iniziale. Ha come fine vivere il progetto apostolico salesiano con una energia che sia allo stesso tempo gioiosa e creativamente fedele.


6.2. Ciò richiede, tra l’altro, che il confratello:

  • incontri la cultura della gente, in particolare i giovani, che sta servendo, con apertura e intelligenza, con solidi criteri di discernimento consistenti con la visione cristiana, seguendo le direttive ecclesiali e salesiane, nel carisma salesiano;

  • nel caso in cui egli possieda i doni necessari e dove corrisponda anche ai bisogni dell’ispettoria, egli accetta la richiesta dei superiori e si specializza – in missiologia, antropologia, dialogo interculturale o interreligioso – offrendo poi un servizio competente all’ispettoria e alla Congregazione.


6.3. Durante questo periodo, oltre al corso di formazione permanente per missionari nell’Università Pontificia Salesiana, non ci sono corsi formali, con eccezione di quelli frequentati dai confratelli ai quali si chiede di ottenere titoli in missiologia, antropologia, dialogo interculturale o interreligioso. I giorni di studio e riflessione fatti insieme ai membri della Famiglia salesiana e ai collaboratori laici sono appuntamenti di formazione permanente. Anche i corsi per missionari, organizzati sia dalle Conferenze episcopali sia dalle Conferenze di religiosi in molte nazioni, offrono eccellenti possibilità di formazione permanente.


6.4. Le iniziative missionarie costituiscono in se stesse esperienze formative per il confratello salesiano, specialmente quando includono riflessioni su attività missionarie che si sono realizzate. Alcune di esse consistono nel:

  • prendere parte alla giornata della comunità come centro ordinario di formazione permanente;

  • prendere parte, con i membri della comunità educativo-pastorale o con la Famiglia salesiana, ad iniziative tendenti a riflettere su certi aspetti di attività missionaria ed evangelizzazione;

  • impegnarsi nella formazione specifica di leader e formatori, specialmente in seno alla Famiglia salesiana, circa la dimensione missionaria del carisma salesiano;

  • essere coinvolto direttamente in modo professionale, secondo la propria capacità e su richiesta dell’ispettore, nell’animazione e nella formazione missionaria.

1 GC XXVI, 30; cfr. Costituzioni, 30.

2 Cfr. A. M. González, Origen de las Misiones Salesianas (Instituto Teológico Salesiano, Guatemala, 1978) 318-323.

Dicastero Missioni SDB | Bozza Iniziale La dimensione missionaria nella Formazione Salesiana

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