3-Da-Silva-Ferreira-Brasile-%E2%80%93-1901-La-visita-di-don-Paolo-Albera.-Lettere-di-don-Paolo-Albera-a-don-Michele-Rua


3-Da-Silva-Ferreira-Brasile-%E2%80%93-1901-La-visita-di-don-Paolo-Albera.-Lettere-di-don-Paolo-Albera-a-don-Michele-Rua

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
FONTI
BRASILE - 1901: LA VISITA DI DON PAOLO ALBERA
Lettere di don Paolo Albera a don Michele Rua
Antonio da Silva Ferreira
L INTRODUZIONE
La pubblicazione dei documenti relativi alle visite di mons. Giovanni Cagliero
in Brasile è stata accolta con molto favore dal pubblico; infatti, è esaurito il volu-
metto della "Piccola Biblioteca dell'Istituto Storico Salesiano" che ne faceva una
breve cronologia e riportava i documenti che ad essa si riferivano.'
Adesso pare suscitare l'interesse degli studiosi di storia salesiana la lunga visita
alle case salesiane d'America, effettuata da don Paolo Albera dal 1900 al 1903. 2
Ci occupiamo quindi della sua visita in Brasile. Riportiamo il testo di cinque lettere
di don Albera a don Rua, nelle quali il visitatore tratta della problematica dell'opera
salesiana in quell'immenso paese dell' America Latina. I testi sono scritti in lingua
italiana. Il materiale è in buono stato di conservazione. Tutti i fogli hanno nella parte
inferiore la numerazione del FDB e tutti i documenti hanno il timbro dell' ASC.
Le norme per la pubblicazione sono quelle presentate da RSS 1 (1982) 81-94.
I testi sono preceduti da una breve introduzione, in cui si accenna alle feste per
il venticinquesimo delle missioni salesiane, si presenta quanto si è fatto nel secondo
congresso dei cooperatori salesiani e nel capitolo sudamericano dei salesiani e soprat-
tutto si espone il contesto socio-economico ed ecclesiale, in cui viveva l'opera sale-
siana in Brasile all'inizio del secolo.
I. Il ventìcìnquesìmo delle missioni salesiane
I salesiani invitano don Rua ad andare in America
1. «Annunzio che quest' anno compiesi il 25° anniversario della prima spedizio-
ne di nostri Missionari all' America. Nella Repubblica Argentina, che fu la prima ad ac-
l A. S. FERREIRA, Unità nella diversità - Le visite di mons. Cagliero in Brasile 1890/1896.
Roma, LAS [1990].
2 Cf Michael MENDL, Salesian beginnings in New York. The extraordinary visitation
offather Albera in marcli 1903, and relevant documents, in RSS 30 (1997) 57-114.

1.2 Page 2

▲back to top
336 Antonio da Silva Ferreira
coglierli, si desidera celebrare tal giubileo con solennità e con un congresso di Salesia-
ni, che si vorrebbe presieduto dallo stesso Rettor Maggiore. Non potendo egli andare,
si farà rappresentare dal Rev. don Paolo Albera, Direttore Spirituale della nostra Pia
Società, il quale partirà verso il 15 del prossimo Agosto col suo Segretario e col mis-
sionario don Pietro Rota».' Così scriveva don Rua nella sua circolare del luglio 1900.
Era da lungo tempo che i salesiani desideravano una visita del Rettor Maggiore
in America. Nel 1878 mons. Inocencio Yeregui, venuto all'Oratorio di Torino, aveva
rivolto un tale invito a don Bosco. Questi non rifiutò l'invito, ma il suo viaggio in
America non ebbe mai luogo."
L'invito a don Rua era arrivato passando da Roma, dalla Segreteria di Stato.
Don Giuseppe Gamba, ispettore dell'Uruguay, e don Giuseppe Vespignani, ispettore
dell' Argentina, si erano rivolti alla Santa Sede per ottenere la presenza di don Rua
alle suddette celebrazioni: 5 trovando una qualificata e numerosa rappresentanza di
salesiani e di Cooperatori riuniti in Buenos Aires, don Rua non avrebbe dovuto re-
carsi in nessun'altra capitale, né visitare alcun altro luogo, se non le sponde del Plata,
Buenos Aires e Montevideo; ed era con questo limite e a tale condizione che intende-
vano implorare il placet di Sua Santità. Il Segretario di Stato rivolse la domanda a
don Rua, che abilmente ringraziò per la benedizione concessa dal Santo Padre alle
missioni dell' America, ma non rispose direttamente alla richiesta di recarsi di persona
ai festeggiamenti.
2. Ma in realtà non si trattava solo dei festeggiamenti di Buenos Aires. Diven-
tava sempre meno efficace l'azione dei due vicari del Rettor Maggiore per l'America
del Sud, mons. Giovanni Cagliero, per la zona Atlantica, e mons. Giacomo Costa-
magna, per quella del Pacifico. I salesiani sentivano il bisogno di qualcuno che visi-
tasse le loro opere e dicesse una parola rassicurante sul loro lavoro. Sapendo che sa-
rebbe stato impossibile a don Rua espletare tale compito, chiedevano pure che un
altro superiore del Capitolo procedesse ad una visita speciale alle case. Don Rua unì
entrambe le richieste in una sola e designò don Albera perché presiedesse, a suo
nome, i festeggiamenti del venticinquesimo delle missioni salesiane e facesse la visita
canonica alle case d'America.
Era anche necessario dare un compagno al catechista generale. Dai tempi di
mons. Lasagna si chiedeva che don Giulio Barberis visitasse i diversi noviziati delle
3 ASC E 213 Circolari mensili 28.07.900.
4 Cf mons. Luigi LASAGNA, Epistolario [...I, I, pp. 220,224.
5 Scrivendo al card. Mariano Rampolla del Tindaro, dicevano: «Voglia pertanto l'Emi-
nenza Vostra prendere in considerazione le speciali circostanze delle nostre Missioni ed otte-
nere un cenno dell' Augusto Pontefice, che, secondo ci fu indicato, è il solo mezzo di vincere
ogni difficoltà e vedere coronata la nostra antica aspirazione. La lontananza nostra per 20 o 25
anni dalla Patria, i molti nuovi confratelli che non conobbero il loro superiore; i vari fiorenti
noviziati non ancora visitati dal Rettor Maggiore; l'ubertosa messe dei nostri Collegi ed Ora-
torii; la numerosa schiera di distinti e ferventi Cooperatori e Cooperatrici, hanno da muovere
l'E. v., e per suo mezzo il Santo Padre, a concederci questo favore» (cf AAEE Argentina,
fase. 36, lettera Vespignani e Gamba-Rampolla 13.03.900, cf anche ASC A 4430380 lettera
Rampolla-Rua 30.04.900; AAEE Argentina, fase. 36, lettera Rua-Rampolla 29.05.900).

1.3 Page 3

▲back to top
338 Antonio da Silva Ferreira
Ausiliatrice dei Cristiani; l'apertura del collegio Leone XIII per l'accoglienza dei
ragazzi più bisognosi e l'inizio di un'opera per la protezione degli immigrati italiani
in Argentina.
Il Primo Capitolo Sudamericano
4. Dopo un breve periodo, in cui visitò la colonia italiana di S. Nicolas de los
Arroyos e le case dell'Uruguay, don Albera tornò a Buenos Aires per presiedere il Pri-
mo Capitolo Sudamericano, il cui scopo era di applicare alla realtà americana le deli-
berazioni dei diversi Capitoli generali. Furono convocati tutti gli ispettori d'America e
i direttori delle case più importanti. A conclusione di un triduo di esercizi spirituali
predicati da mons. Cagliero, da mons. Costamagna e da don Albera, il 26 gennaio le
riunioni ebbero inizio ad Almagro e durarono fino al 29. Si trattarono i seguenti punti:
osservanza religiosa; formazione e perseveranza del personale salesiano; organizza-
zione delle case, in particolare della casa ispettoriale e di quella del noviziato; novi-
ziato di coadiutori da inviare ai vicariati apostolici, noviziato missionario, le vocazio-
ni in America; le missioni dell' America; le parrocchie; sistema educativo di don Bo-
sco; rapporti tra i vicari del Rettor Maggiore e gli ispettori; rapporti con le Figlie di
Maria Ausiliatrice nelle cose materiali e spirituali; costumiere di ogni ispettoria.'?
5. Finito il Capitolo, don Albera si recò nella Terra del Fuoco. Poi, approfit-
tando delle linee di navigazione che da Punta Arenas (Cile) andavano direttamente in
Uruguay, partì per Montevideo, sperando di proseguire subito per il Mato Grosso.
Dato il ritardo della nave, arrivò cinque giorni dopo la partenza del vaporino che fa-
ceva il servizio sul Paraguay. Don Albera ne approfittò per visitare i salesiani di Mer-
cedes e Paysandii, dove passò la settimana santa. Finalmente il 24 aprile partì da
Montevideo per il Mato Grosso, con il Ladario: dopo Corurnbà passarono al Nioac,
un vapore più piccolo. Furono 22 giorni di faticoso viaggio sofferto, ma pieno di
ricordi di mons. Luigi Lasagna, che nel 1894 era ritornato dal Mato Grosso con
lo stesso Ladario.
H. I salesìanì nel Mato Grosso
Il Mato Grosso all'inizio del secolo - la politica
6. I Murtinho, della Compagnia Mate Laranjeira, che erano legati a Matìas
Alonso Criado e che militavano nel Partito Repubblicano di Generoso Ponce (1852-
1911), avevano chiamato i salesiani nel Mato Grosso nel 1894. Questi cercarono di
mantenersi indipendenti dalle questioni politiche; contrariarono però interessi non
piccoli quando s'incaricarono della colonia Teresa Cristina. Nel 1898 sorse un con-
trasto fra Generoso Ponce e i Murtinho. Antonio Cesario de Figueiredo, favorevole a
lO Cf Atti del Primo Capitolo Americano della Pia Società Salesiana. Buenos Aires
(Almagro), Collegio Pio IX di Arti e Mestieri 1902.

1.4 Page 4

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 337
ispettorie americane.> Bisognava poi sostituire don Albera nella carica di catechista
generale della congregazione e, nel caso che partisse anche don Barberis, trovare pure
un sostituto che a livello di governo centrale si occupasse sia dei noviziati, sia degli or-
dinandi dell' intera congregazione. Prevalse la scelta di far accompagnare don Albera da
don Calogero Gusmano,? che gli sarebbe stato segretario fedele e cronista diligente.
Don Albera partì da Torino il 7 agosto 1900 per rientrarvi l' Il aprile 1903. Con
una breve sosta a Marsiglia si diresse a Barcellona, in Spagna, dove presiedette il ca-
pitolo regionale dei salesiani. Ripartì poi alla volta di Montevideo e di Buenos Aires,
dove rimase il mese di settembre. Ad ottobre passò in Patagonia.
Il Secondo Congresso dei Cooperatori Salesiani
3. Nel mese di novembre don Albera ritornò di nuovo a Buenos Aires. Dal 19 al 23
novembre presiedette il Secondo Congresso dei Cooperatori Salesiani, che l'arcivesco-
vo volle fosse un omaggio a Cristo Redentore. Erano presenti tre arcivescovi, sei vesco-
vi 8 e molte personalità ragguardevoli venute da diversi paesi del continente. Le solenni
funzioni religiose si tennero nella cattedrale e le conferenze plenarie nel Club Cat6lico.
Per la musica si costituì una schola cantorum con il concorso delle case salesiane del-
1'Argentina e dell'Uruguay; lo stesso si fece per la banda musicale. Dall'Europa venne
il maestro Giuseppe Dogliani esclusivamente per dirigere il coro e la banda musicale.'
Durante il congresso, alcune ispettorie presentarono una relazione sulla propria
storia e sulle attività in atto. Tali relazioni furono poi completate da una ben riuscita
Mostra o Esposizione delle Missioni Salesiane, e delle Scuole di Arti e Mestieri della
società salesiana in America; nell'ultima adunanza don Albera parlò in italiano ad
un'assemblea che era rimasta conquistata dalla soavità del suo aspetto.
Fra i risultati del congresso possiamo ricordare: il progetto del nuovo grandioso
tempio che si innalzò a Buenos Aires, quale omaggio a Gesù Redentore ed a Maria
6 Cf ASC B 717 lettera Lasagna-Barberis 24.05.900.
7 Cf ASC C 085 lettere Albera-Barberis 31.05.900; Gusmano-Barberis 30.05.900;
31.05.900; 09.06.900; ASC B 507 Barberis-Gusmano 01.06.900; Barberis-Gusmano 06.06.900;
ASC A 437 Barberis-Rua 06.06.900. Si veda anche G. BARBERIS, Lettere a don Paolo Albera e
a don Calogero Gusmano durante la loro visita alle case d'America (1900-1903). Introdu-
zione, testo critico e note a cura di Brenno Casali. Istituto Storico Salesiano, Fonti, serie se-
conda, 8. Roma, LAS 1998.
8 Erano gli arcivescovi mons. Antonio Mariano Espinosa (1844-1923), di Buenos Aires,
mons. Mariano Soler (1846-1926) di Montevideo, l'internunzio mons. Antonio Sabatucci
(1835-1920) e i vescovi mons. Juan Nepomuceno Terrero (1850-1921), di La Plata,
mons. Marcolino del Carmelo Benavente (1845-1910), di Cuyo, mons. Rosendo de la Lastra y
Gordillo (1856-1909), di Parana, mons. Giovanni Cagliero (1838-1926) vicario apostolico
della Patagonia, mons. Francisco Alberti (1865-1938) coadiutore de La Plata e mons. Aquilino
Ferreira (1824-1910) ausiliare di Cordoba.
9 Giuseppe Dogliani (1849-1934), n. a Costigliole di Saluzzo (Cuneo). Accolto da don
Bosco nel 1864, salesiano nel 1870, studiò musica strumentale, armonia e composizione sotto la
guida del Maestro De-Vecchi. Fece della basilica di Maria Ausiliatrice un punto di riferimento
per quanti amavano la musica a Torino. La presenza della schola canto rum e della banda musi-
cale dell'Oratorio fu richiesta anche in altre città d'Italia e perfino nell'inaugurazione della nuo-
va cattedrale di Marsiglia. Tra i suoi ex-allievi ricordiamo Federico Caudana. Morì a Torino.

1.5 Page 5

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 343
delle finanze. Toccò al suo successore, Manuel Ferraz de Campos Salles, portare a
termine questo lavoro: si mantenne l'ordine costituito, l'inflazione fu contenuta e si
ottenne il superavit del bilancio pubblico. Però la rigidità dei provvedimenti messi in
atto da Campos Salles provocò una crisi finanziaria, che si manifestò più chiaramente
nel 1900. A Campos Salles successe Francisco de Paula Rodrigues Alves, che diffuse
nel paese un'aura di modernità e di pragmatismo scientifico; Oswaldo Cruz realizzò
le grandi opere che portarono all'estinzione della febbre gialla a Rio de Janeiro.
Il Barone di Rio Branco, con abile azione diplomatica, consolidò le frontiere del
paese in base al principio dell' uti possidetis.
L'arrivo di Afonso Augusto Moreira Pena alla presidenza della Repubblica si-
gillò la politica del caffelatte, che assicurava l'egemonia di S. Paolo e Minas Gerais
tra gli altri Stati della federazione.v
I colonnelli
14. La stabilità delle istituzioni si consolidò notevolmente dopo che Campos
Salles era riuscito a fare si che il governo sì appoggiasse sulle oligarchie locali e sui
colonnelli. A S. Paolo, nonostante la creazione di una nuova borghesia, il sistema
poté dare i suoi frutti poiché erano gli stessi proprietari agricoli a investire nell'indu-
stria e nel commercio. Nello Stato di Bahia scoppiò una vera guerra tra i colonnelli
appartenenti a diverse fazioni politiche. Nel Ceara il prestigio e la mediazione di
Padre Cicero Romào Batista portò nel 1911 ad un patto dei colonnelli che riportò la
pace nel sud dello Stato. A Minas Gerais la coesione e l'accomodamento riuscito tra
il governo dello Stato e i colonnelli delle diverse regioni permisero che, lavorando in
silenzio, lo Stato svolgesse un ruolo di primo piano nell' intera federazione.
Alcuni aspetti del contesto economico
15. La prosperità economica del Brasile all'epoca si fondava sostanzialmente
sulle esportazioni del caffè. Ma la congiuntura internazionale non favoriva tale pro-
dotto, che veniva costantemente deprezzato sul mercato. Per difendere la loro princi-
pale fonte di guadagno, nel 1906 gli Stati di Minas Gerais, Rio de Janeiro eS. Paolo
si unirono nel patto di Taubaté.
Il Nordest dipendeva molto dalla coltivazione della canna da zucchero. Gli Stati
di Alagoas e Parafba avevano garantito il mercato nordamericano per il loro zucchero
di qualità inferiore ma che interessava ai raffinatori degli Stati Uniti. Gli altri Stati
dovevano far fronte alla concorrenza, sul mercato mondiale, dello zucchero cubano e
di quell'estratto dalla barbabietola. La Conferenza Zuccheriera del Recife, tenutasi
nel 1905, portò alla Collegarione Zuccheriera, appoggiata dagli Stati del Nordest e
nella marina, il gruppo favorevole alla legalità aveva avuto il sopravvento su quanti volevano
ritornare al potere ad ogni costo.
20 Tutti questi presidenti civili furono amici dei salesiani. Le figlie di Rodrigues Alves
avevano studiato dalle FMA a Guaratingueta - Carmine. Afonso Pena aveva ricevuto mons.
Lasagna a Ouro Preto, quando era Presidente dello Stato di Minas.

1.6 Page 6

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 339
Ponce, assunse il potere, ed approfittando di alcuni errori commessi da don Angelo
Cavatorta nella direzione della colonia Teresa Cristina, la tolse ai salesiani.
Il tentativo di Ponce di arrivare al potere mediante le elezioni del 1899 provocò
una ribellione di quanti erano favorevoli ai Murtinho. Il governo federale nominò un
commissario, il colonnello Antonio Pedro Alves de Barros, il quale imprigionò Fi-
gueiredo e diversi suoi seguaci e li inviò a Rio perché fossero giudicati dalla Suprema
Corte; furono prosciolti da ogni accusa e rimessi in libertà.
Nel 1901 Alves de Barros delegò Antonio Paes de Barros (1851-1906) a supplir-
lo nel governo. Questi cercò di eliminare gli avversari politici e governò fino al 1906,
allorché fu deposto e successivamente morì. Eletto presidente per il periodo 1906-1911,
Ponceriuscì a riportare un po' di pace nello Stato. Finito il suo governo, ripresero le agi-
tazioni, che culminarono nella rivoluzione del 1917, promossa dalla Mate Laranjeira,
che voleva gli fosse rinnovata la concessione di esplorare il mate nel sud dello Stato.
Il governo federale intervenne abilmente e ottenne che tutti accettassero, quale
candidato di conciliazione, il salesiano mons. Francisco D'Aquino Correa, che ri-
portò la pace nello Stato. l I
Il Mato Grosso all'inizio del secolo - il fatto religioso
7. Il nord era più religioso del sud. Dal tempo dei bandeirante esisteva chi of-
friva assistenza religiosa al popolo; 12 durante l'Impero, i parroci erano stipendiati dal
governo, anche quando risiedevano in piccoli villaggi. Si era quindi costituita una tra-
dizione religiosa, sulla quale era possibile innestare il lavoro dei missionari. Nel sud
invece erano molto pochi i villaggi e le piccole città. I primi colonizzatori furono fug-
giaschi di qualche rivoluzione, avvenuta a Minas Gerais oppure nel Rio Grande do
Sul, e che non portavano con sé né un sacerdote né tradizioni religiose.
Essendoci appena sei sacerdoti fra il clero diocesano - per di più anziani ed am-
malati - i salesiani avevano in mano il movimento religioso della diocesi di Cuiaba.
Di loro il vescovo si serviva per fare le visite pastorali nelle diverse regioni dello
Stato e per ogni altro bisogno pastorale della diocesi.
Nel 1910 si crearono le diocesi di Corumba, nel sud, e di S. Luis de Caceres, ad
ovest. Cuiaba fu elevata ad archidiocesi e mons. Carlos Luis D'Amour, suo vescovo
dal 1876, ne fu anche il primo arcivescovo. Per l'assistenza religiosa del popolo a Co-
rumba continuarono i salesiani; per S. Luis de Caceres il vescovo invece chiamò il
Terz'Ordine Regolare Francescano. Nel 1914 si creò la prelatura di Registro do Ara-
11 Alcuni gesti dei salesiani, veramente profetici, da una parte avevano portato ad un in-
crescioso incidente con il vescovo di Cuiaba, ma dall'altra avevano convinto l'opinione pub-
blica che essi non erano partigiani di nessuna delle parti in lotta, anzi cercavano unicamente il
bene della popolazione in generale (si veda A. S. FERREIRA, La missione salesiana tra gli indi-
geni del Mato Grosso nelle lettere di don Michele Rua 1892-1909, in RSS 12 (1993) 64-70).
12 Si chiamano bandeirante gli esploratori che, venendo da diverse parti del paese, ma
specialmente da S. Paolo del Brasile e da Taubaté, partivano quasi ogni anno alla ricerca di oro,
di pietre preziose e di schiavi indigeni. Il nome ha origine dalla bandiera che li guidava nei loro
viaggi e che ha dato il nome anche al gruppo che partiva in esplorazione. Ogni bandiera aveva
possibilmente il suo cappellano.

1.7 Page 7

▲back to top
340 Antonio da Silva Ferreira
guaia, nella parte orientale dello Stato, affidata ai salesiani. Nello stesso anno l'arci-
vescovo dovette accettare come ausiliare il salesiano mons. Francisco D'Aquino
Correa, cui abbiamo già accennato.
8. Non erano idilliaci i rapporti dei salesiani con il vescovo. In città dominava la
massoneria, ancora dell' antico stampo, e i massoni cercavano di conciliare la propria
condizione di cattolici con l'appartenenza alla loggia. Il Vescovo muoveva loro una
guerra senza quartiere; li aveva scomunicati e non condivideva l'amicizia che i sale-
siani avevano con molti dei massoni. Non accettava nemmeno che quei religiosi di-
pendessero in tante cose dai loro superiori, e non dall' autorità diocesana. Seppe però
mantenere un rapporto dignitoso fino al 1903, quando vi fu l'incidente con don Helvé-
cio Gomes de Oliveira in occasione della festa del Divino, di cui sopra a nota 11.13
Il Mato Grosso al!'inizio del secolo - i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice
9. Nel 1895, quando morì Madre Teresa Rinaldi, le case delle Figlie di Maria
Ausiliatrice nel Mato Grosso erano unite alle altre del Brasile; dal 1896 al 1899 eb-
bero una visitatrice propria. Nel 1900 e nel 1901 l'elenco presenta una Missione del
Mato Grosso, senza indicare da chi dipende, e senza visitatrice o chi per lei. Nel 1902
vi troviamo una vicevisitatrice e le case dipendenti dall'Ispettoria Brasiliana.
Erano due le loro presenze nel 1900: a Cuiaba, l'Asilo S. Rita e a Coxip6 da
Ponte un oratorio festivo e laboratorio. Nel 1902 si unirono ai salesiani per aprire la
colonia del Sacro Cuore nel Barreiro, tra i bororo. Nel 1904 lasciarono l'Asilo S. Rita
e si trasferirono a Corumba, Il seguente quadro dà una visione della loro opera dal
1900 al 1904:
Anno Presenze FMA
Novizie
Postulanti
1900
2
12
1901
2
12
1
5
1902
3
13
4
1903
3
13
4
1904
3
14
8
2
Quanto ai salesiani, dopo la morte di mons. Lasagna (1896), le case salesiane
del Mato Grosso dipendevano dall' ispettori a del Sud del Brasile e avevano un proprio
viceispettore, cui spettava guidare tutta la vita di quel gruppo di case. All'ispettore
del Sud del Brasile spettava piuttosto trattare con il governo federale e con le altre au-
torità e benefattori che si trovassero fuori del Mato Grosso. Dal 1902 si costituì nel
Mato Grosso l'ispettoria di S. Alfonso Maria de' Liguori.
Nel 1900, i salesiani avevano tre presenze: a Cuiaba la casa S. Gonzalo, con
collegio e parrocchia; a Coxip6 da Ponte il noviziato con oratorio festivo; a Corumba,
il collegio Santa Teresa. Nel 1901 a Coxipé la cappellania delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice e l'oratorio furono separate dalla casa S. Antonio. Nel 1902 si aprì la missione
13 Cf ASC B 051 lettera Albera-Rua 11.07.901.

1.8 Page 8

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 341
tra i bororo nella Colonia Sacro Cuore al Sangradouro. Nel 1903 i salesiani assunsero
la cappellania del Ladario, vicino Corumbé e vi aprirono un oratorio festivo.
Il quadro seguente indica lo sviluppo dei salesiani dal 1900 al 1904:
Anno
1900
1901
1902
1903
1904
presenze
3
4
5
6
6
salesiani
31
31
40
45
41
ascritti
16
17
15
14
14
La visita di don Albera nel Mato Grosso
lO. Arrivato a Cuiaba, don Albera fu ricevuto al porto con tutti gli onori. La
banda del collegio salesiano e quelle delle corporazioni militari abbellirono il ricevi-
mento. Le autorità civili e il vescovo andarono a salutare il rappresentante di don Rua
quando era già arrivato al collegio.':'
Don Albera ebbe occasione di conoscere quanto si faceva in quella casa. Nelle
sue relazioni pubblicate sul Bollettino Salesiano del 1902 e del 1903 don Gusmano
descrive i festeggiamenti e le solenni funzioni religiose.
Sul piano dell'azione pastorale, il popolo era soddisfatto dei salesiani, quantunque
si lamentasse che, introducendo un cattolicesimo di tipo piemontese, essi si curavano po-
co di coltivare le tradizioni religiose locali." Sia don Gusmano che don Albera accen-
nano alle fiorenti confraternite e associazioni religiose e alla vita sacramentale. I salesiani
erano riusciti ad ottenere che i bambini non rimanessero troppo tempo senza ricevere il
battesimo. A frequentare la chiesa e a ricevere i sacramenti non erano più solo le donne:
numerosi gli uomini che facevano la Pasqua. La maggior parte però delle associazioni e
confraternite citate erano femminili, eccettuate le due associazioni tipicamente salesia-
ne: la compagnia di S. Luigi e la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani."
Il. Alcuni problemi preoccuparono don Albera: lo stato di salute dei confra-
telli, la mancanza di cibo adeguato a sostenerli nell'immane lavoro cui si dedicavano,
e soprattutto i rapporti con il vescovo diocesano. Tra le righe della relazione lascia in-
tuire che la soluzione sarebbe stata di avere un vescovo salesiano al posto di mons.
Carlos D'Amour, com'è avvenuto effettivamente più tardi. l?
14 Mons. Carlos Luis D'Amour aveva scritto all'arcivescovo, mons. Joaquim Arcoverde,
chiedendo istruzioni sul come ricevere il superiore religioso. Questi gli rispose di non andare al
porto né permettere alle confraternite di ricevere processionalmente don Albera.
15 Secondo don Jules Deretz (1886-1972), che fu missionario nel Mato Grosso, questa
lamentela continuò anche molti anni dopo.
16 Della Compagnia di S. Luigi facevano parte non solo gli allievi del collegio ma anche al-
cuni exallievi e persino un deputato. I soci gli erano affezionati e quando dovevano emigrare in al-
tre parti del paese continuavano a scambiare la corrispondenza con il segretario della Compagnia.
17 Dal 1921 gli arcivescovi di Cuiaba sono stati tutti salesiani. Lo sono stati pure diversi
vescovi della regione orientale e del sud dello Stato. L'arcivescovo di Campo Grande, mons.

1.9 Page 9

▲back to top
342 Antonio da Si/va Ferreira
La soluzione data da don Albera alla questione della colonia Teresa Cristina fu
diversa da quella di don Rua. Una delegazione di bororo andò a chiedere ai salesiani
di tornare. Il rappresentante del Rettor Maggiore fu però di parere contrario. Non si
poteva continuare a vivere in balia delle vicissitudini della politica locale. Incoraggiò
invece i salesiani a proseguire nello sforzo già iniziato di insediarsi per proprio conto
tra i bororo della regione orientale dello Stato. Don Rua, scrivendo sull'argomento,
raccomandò che si continuasse a trattare con il governo affine di ottenere condizioni
favorevoli ai salesiani, nel cui caso si fosse ripreso il lavoro nella colonia.
La visita a Cuiaba fu accorciata perché il vaporino dovette partire prima del pre-
visto. Arrivato a Corumba, don Albera trovò una situazione alquanto diversa da quel-
la della capitale: don Cavatorta col suo zelo impetuoso si era reso odioso sia al parro-
co sia alla società locale. Don Albera propose a don Rua di allontanarlo e di inviarlo
nell'ispettoria di S. Paolo. Don Rua preferiva che si mettesse al suo fianco un sacerdote
capace di rimediare alla situazione; alla fine prevalse il parere del visitatore.
12. A conclusione della visita don Albera giudicò molto favorevolmente l'o-
pera salesiana nel Mato Grosso. In primo luogo, con quella visita gli «si allargarono
straordinariamente gli orizzonti [...]. Il vedere tanto bene fatto con mezzi meno che
mediocri, il vedere tanto stimati ed amati da tutti i salesiani» lo fece arrivare alla con-
clusione digitus Dei est hici Prevedeva che in quella regione i salesiani avrebbero
avuto un ruolo di primo piano nell'azione pastorale e spirituale.
III. I Salesiani nel sudest e nel nordest del Brasile 18
Il contesto socio-politico
13. Con Prudente José de Moraes i civili erano arrivati alla presidenza della
Repubblica, sostituendovi i militari, e rimanendovi fino al 1911.19
Prudente José de Moraes si dedicò alla pacificazione del paese, sconvolto da di-
versi movimenti rivoluzionari. Nel 1895-96 fu possibile incominciare il risanamento
Antonio Barbosa (1911-1993) e gli altri vescovi salesiani riuscirono a ottenere che si nominas-
sero vescovi di altre congregazioni e del clero diocesano, al fine di irrobustire la presenza della
Chiesa nello Stato.
18 Don Albera non ebbe il tempo di visitare la casa di Rio Grande, nel sud del paese. Que-
sta casa fece poi parte dell'ispettoria dell'Uruguay, come anche quella di Bagé, fondata poste-
riormente. All'ispettoria di Montevideo interessava molto creare una rete di case salesiane nel
Rio Grande do Sul a causa della legge dei conventi, che apriva la porta alla soppressione delle
congregazioni religiose in Uruguay e all'incameramento dei loro beni. Ma inutilmente i vesco-
vi di Porto Alegre chiedevano nuove fondazioni. Diversi erano i bisogni dei superiori di Torino:
ad ogni richiesta dell'ispettore di aprire una nuova casa in Brasile, rispondevano che egli man-
dasse il personale disponibile in aiuto alla Patagonia o ad altre ispettorie del Sudamerica.
19 Il cambio era dovuto al Partito Repubblicano Paolista (PRP), che poteva disporre di
un retroterra economico molto solido, come quello di S. Paolo, e dell'appoggio della Forza
Pubblica paolista, organizzazione di polizia così forte da far rispettare l'autonomia di quello
Stato sia dall'esercito nazionale che da altre forze in lotta nel paese. Ma anche nell'esercito e

1.10 Page 10

▲back to top
344 Antonio da Si/va Ferreira
da quello di Rio de Janeiro. Non del tutto riuscito fu lo sforzo per coordinare il si-
stema di quote con quello di intervenire a qualsiasi costo nel mercato internazionale.
Le ditte che commerciavano lo zucchero fecero di tutto per impedire che le raffinerie
organizzassero a loro favore il mercato interno.
Nel panorama dell'economia brasiliana si faceva già notare il peso della produ-
zione industriale. A Londra e a Parigi si costituivano società con i capitali da investire
in Brasile; dopo poco tempo lasciarono di essere società straniere per diventare nazio-
nali. L'esigenza di mano d'opera qualificata si faceva sentire anche nel settore dei
servizi. Come ripercussione nel settore scolastico si apriva il campo ai corsi commer-
ciali; la stessa scuola secondaria si rendeva necessaria per la preparazione di quanti
andavano poi a coprire ruoli nell'ambito della burocrazia.
Organizzazione della Chiesa
16. Nel 1900 in Brasile vi erano 19 diocesi 21 e 1589 parrocchie, così distribuite
per singoli Stati:
Alagoas:
30
Bahia:
146
Espfrito Santo:
22
Maranhào:
44
Minas Gerais:
473
Parafba:
41
Pernambuco:
75
Rio de Janeiro:
85
Rio Grande do Sul: 97
Sào Paulo:
208
Amazonas:
10
Ceara:
74
Goiàs:
25
Mato Grosso:
14
Para:
46
Parana:
80
Piaui:
29
Rio Grande do Norte: 31
Santa Catarina:
28
Sergipe:
31
Rapporti tra Chiesa e Stato
17. Sia lo Stato che la Chiesa si muovevano su due piani diversi di comporta-
mento: nella sfera giuridica, lo Stato era separato dalla Chiesa e non le concedeva
nessun sussidio o favore; la Chiesa da parte sua, fedele alle concezioni teologiche
dominanti all'epoca, era contraria alla separazione, che la rendeva del tutto identica
alle altre confessioni religiose esistenti nel paese.
Sul piano pratico lo Stato riusciva a far elevare 1'internunziatura di Rio al rango
di nunziatura, riconosceva ed apprezzava l'autorità dei vescovi e del clero sul popolo
e se ne serviva per mantenere l'ordine pubblico; concedeva alle opere di beneficenza
della Chiesa abbondanti sussidi; si rifiutava di riproporre la scottante questione dei
beni di mano morta; dava ampia libertà agli ordini e congregazioni religiose, anche
21 Amazonas (Manaus), Belém do Para, Cuiaba, Curitiba, Diamantina, Fortaleza, Goias,
Parafba (Joao Pessoa), Macei6, Mariana, Niter6i, Porto Alegre, Pouso Alegre, Recife,
Rio de Janeiro, Salvador, S. Luiz do Maranhào, S. Paolo del Brasile, Vit6ria.

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 345
straniere, principalmente nel campo dell'educazione, della sanità pubblica e della pa-
storale in genere. La Chiesa riconosceva che la separazione le aveva portato il dono
inestimabile della libertà, cercava di far rispettare l'ordine costituito, mentre attra-
verso i canali competenti esercitava pressione sul Governo per ottenere quanto cre-
deva bene per la religione. Chiesa e Stato, lavorando insieme, ottennero che l'arcive-
scovo di Rio de Janeiro fosse il primo cardinale dell' America del Sud.
Evangelizzazione degli indigeni e del popolo in generale
18. Quanto alle missioni tra gli indigeni, i circoli positivisti propugnavano la
sostituzione delle missioni religiose con la catechesi laica. Profonda impressione
causò nell' opinione pubblica il massacro dei missionari cappuccini nei villaggi sui
fiumi Mearim e Grajahu, vicino Barra da Corda (Maranhàoj.F
Il governo aveva offerto ai salesiani la missione del Pirara (Rio Branco - Ro-
raima), ma essi non accettarono perché erano troppo impegnati nella Patagonia e nel
Mato Grosso. Presero però parte attiva al lavoro di nuova evangelizzazione proposto
dai vescovi e dalla Nunziatura. Le «Letture Cattoliche» si diffusero in tutto il paese.
La costruzione del monumento a Maria Ausiliatrice fece di Niter6i la meta di innu-
merevoli pellegrinaggi. L'ispettore e alcuni confratelli predicarono una missione po-
polare in una vasta regione della Zona da Mata di Minas Gerais. Importante per il
successo dell'iniziativa fu la collaborazione prestata dalle exallieve del collegio di
Ponte Nova delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice nel sudest del Brasile
19. Contando la casa di Rio Grande, i salesiani nel 1901 avevano 14 case, sei
delle quali erano cappellanie di suore. A Minas Gerais la casa di Cachoeira do
Campo e le cappellanie di auro Preto e Ponte Nova; a Rio de Janeiro, la casa di
Niter6i; a S. Paolo quelle di Lorena - S. Gioachino, Guaratingueté - S. Giuseppe, S.
Paolo del Brasile - Sacro Cuore, Campinas e le cappellanie di Guaratinguetà -
Carmine, Guaratingueta - Ospedale, Araras, S. Paolo - Ipiranga. Nel 1902 si aprirono
la cappellania di Lorena - Maria Ausiliatrice e l'oratorio di Araras, ma durante
l'anno la casa di Rio Grande passò all'Ispettoria dell'Uruguay. Come risultato della
visita di don Albera, si cercò di ridurre le cappellanie con esistenza autonoma,
facendo sì che il cappellano facesse parte di una delle comunità già esistenti sul
posto o nella città più vicina. Il quadro seguente ci dà una visione delle presenze e
del personale salesiano dal 1900 al 1904:
22 Cf Discurso pronunciado pelo Conego Manuel Vicente da Silva {...} por ocasiào das
solemnes exequias celebradas pelos Revds. Padres Capuchinhos em suffragio dos religiosos
e mais pessoas trucidadas pelos selvagens no Maranhào, in «Santa Cruz» 1(1900-1901) 12,
pp. 319-324.

2.2 Page 12

▲back to top
346 Antonio da Silva Ferreira
Anno
1900
1901
1902
1903
1904
presenze
13
14
15
lO
lO
salesiani
101
120
138
120
118
ascritti 23
44
25
15
15
25
Le Figlie di Maria Ausiliatrice incominciarono il secolo con sette presenze:
due a Minas Gerais: Ponte Nova e Ouro Preto, è cinque a S. Paolo: Guaratingueta -
Carmine, Guaratingueta - Ospedale, Lorena - Maria Ausiliatrice, Araras, S. Paolo del
Brasile - Ipiranga. Nel 1902 accettarono l'ospedale di Lorena (S. Paolo) e nel 1904
due case a Minas Gerais: Cachoeira do Campo e l'ospedale di Ponte Nova. Il quadro
che segue ci mostra lo sviluppo delle presenze e del personale delle Figlie di Maria
Ausiliatrice dal 1900 al 1904 (dati dell'inizio dei singoli anni):
Anno
1900
1901
1902
1903
1904
Presenze
7
7
7
8
lO
FMA
84
85
90
97
101
Novizie
6
8
15
9
12
Postulanti
5
7
7
7
3
Le città dove si trovavano le FMA
20. È uno degli aspetti di cui parla don Albera in una delle sue lettere: «Qui in
Brasile le Suore sono nascoste in veri bugigattoli, ossia in piccole località, ove il bene
è molto limitato. Non so perché non fecero come in Buenos Aires, dove fanno pro-
digi? Là fecero troppo, qui hanno collegi in cui si lavora con qualche profitto, ma in
piccola sfera-.> Il giudizio di don Albera è più favorevole dopo la visita alle case,
come si può vedere dal testo delle lettere.
Mons. Lasagna si era orientato dapprima a mettere le suore in Niter6i, S. Paolo
del Brasile e Lorena. Essendoci difficoltà per ottenere una casa nelle due prime città,
le sostituì con Guaratingueta e Pindamonhangaba. Erano dei comuni agricoli, la cui
popolazione viveva in maggioranza in campagna, riversandosi in città per la dome-
nica e le feste. La vita culturale era molto sviluppata a Guaratingueta; anche Lorena e
Pindamonhangaba potevano vantarsi di iniziative culturali valide.
Forse altri motivi erano presenti in quella scelta. Non era scomparso dalla
memoria l'incendio della casa delle suore a Canelones. A Rio de Janeiro i salesiani
23 Salvo qualche caso eccezionale gli ascritti chierici stavano nella casa di noviziato; in
questa si trovavano anche degli ascritti coadiutori, ma la maggior parte di questi si distribuiva
nelle case, specialmente dove la presenza di laboratori ben organizzati poteva assicurare la loro
preparazione professionale.
24 Lettera Albera-Rua 05.11.1901.

2.3 Page 13

▲back to top
Brasile 1901: La visita di don Paolo Albera... 347
alloro arrivo erano stati oggetto di ostile campagna di stampa. Inoltre il giacobinismo
dominava la piazza e non furono pochi gli episodi di violenza. A S. Paolo, sovente
c'erano conflitti tra i nativi e gli italiani. I salesiani non erano stati coinvolti in
questi episodi, ma c'era sempre di che preoccuparsi. Nelle piccole città invece le
suore erano state accolte con soddisfazione e si meravigliavano del rispetto con cui
venivano trattate.
La politica dei colonnelli e l'orientamento dell'Opera salesiana
21. Quando i salesiani arrivarono in Brasile, era grande l'interesse della società
per i ragazzi di strada, che erano principalmente gli ingenui - i figli degli schiavi che
la legge aveva dichiarato liberi - e gli orfani degli immigrati falciati dalla febbre
gialla. La cronaca della visita di Madre Enrichetta Sorbonne al Brasile nel 1908 fa
notare che a Niter6i l'assoluta maggioranza degli allievi era costituita da ragazzi neri;
tutta la documentazione di archivio, già dai tempi di mons. Lasagna, parla dei figli
degli italiani nella casa di S. Paolo del Brasile.
Alla fine del secolo l'aristocrazia rurale perdette parte del suo potere in favore
delle classi medie della città, dei piccoli esercenti, dei militari formati dall' Acca-
demia, dei liberi professionisti. Il nuovo contesto socio-economico del paese portò i
colonnelli a interessarsi piuttosto della creazione di scuole di tipo accademico. Dimi-
nuirono quindi sensibilmente i loro aiuti agli istituti professionali, obbligando i sale-
siani a cambiare indirizzo alle loro case.> Anche le FMA ampliarono sensibilmente la
loro presenza nelle strutture ospedaliere; cercarono però, come a Ouro Preto e poi a
Ribeirào Preto, di correggere questo cambiamento di indirizzo con la creazione del-
l'oratorio festivo e della scuola, accanto all' ospedale.
I Salesiani nel Nordest del Brasile
22. Le Figlie di Maria Ausiliatrice non erano arrivate ancora al Nordest del
Brasile. Le case salesiane della regione appartenevano all'Ispettoria di S. Luca, unita-
mente a quelle del Venezuela e degli Stati Uniti. L'ispettore era don Giuseppe Laz-
zero, che risiedeva a Torino. Don Albera, dopo la sua visita, costituì don Lorenzo
Giordano quale viceispettore del nordest del Brasile e nel 1902 fu eretta l'ispettoria di
S. Luigi Gonzaga, con sede a Salvador (Bahia).
All'inizio le presenze erano tre: i collegi di Arti e Mestieri di Recife - S. Cuore,
Salvador e la colonia agricola di Jaboatào, vicina a Recife. Durante la visita di don
Albera furono accettate altre due opere: l'orfanotrofio S. Gioachino di Recife, e la
scuola agricola della Tebaida (Sergipe). Il quadro seguente ci dà una visione delle
presenze e del personale dal 1900 al 1904:
25 Si veda il caso tipico della casa di Campinas - Ausiliatrice, in Ana Maria NEGRAO
DE LIMA, Arcadas do Tempo - O Liceu tece 100 anos de historia. Campinas, Liceu N. S. Auxi-
liadora [1997], pp. 51-52.

2.4 Page 14

▲back to top
348 Antonio da Silva Ferreira
Anno
1900
1901
1902
1903
1904
presenze
3
3
5
5
5
salesiani
20
24
33
30
37
ascritti
3
4
3
12
12
Alcune osservazioni sull'opera salesiana nel Nordest del Brasile
23. Se guardiamo i documenti più antichi sulla storia salesiana nel Nordest e le
fonti di archivio ci sorprende l'assenza di un riferimento più profondo ai grandi pro-
blemi della regione. Dal poco che siamo stati capaci di ricavare dal materiale esi-
stente, nasce un primo tentativo di interpretazione della presenza dei salesiani, che
speriamo possa aprire un dibattito sull'argomento e porti ad una visione più ampia e
corretta della questione.
La congregazione salesiana e il suo sviluppo erano frutto piuttosto di una cul-
tura urbana. Lo stesso don Bosco scriveva al vescovo di Fréjus e Toulon nel 1877:
«Più le città sono popolate, più fanno per noi».26 Nel Mato Grosso, la tensione verso
la missione tra gli indigeni e le missioni popolari aveva fatto sì che i salesiani più fa-
cilmente si integrassero nella realtà sociale dello Stato. Nel Sudest del Brasile, in una
società che cambiava, campagna e città cercavano nuovi equilibri, resi più facili dalla
moderna rete di comunicazione che si estendeva nel territorio di quella regione e che
tendeva a integrare nella cultura della città le modalità contadine. Pur appartenendo
alla cultura di città, i salesiani anche essi erano incentivati a integrarsi in questo
nuovo gioco di equilibri.
Diversa era la situazione del Nordest. La tradizione rustica 27 e, nel caso di
Bahia, la cultura afro-brasiliana (grazie al dinamismo della doppia fedeltà, ancora
tutto da studiare), avevano resistito alla nuova cultura e al nuovo sistema socio-poli-
tico che la Repubblica aveva portato con sé. Quanto alla religiosità rustica, essa era
solidamente radicata nel solco della tradizione giudaico-cristiana: vi dominavano la
speranza messianica dell'avvento del Regno di Dio che veniva a rinnovare la terra
(millenarismo) e, a volte in contraddizione con questo, l'aspettativa di una espiazione
individuale.
Socialmente il regime dei signori fu sostituito da quello dei colonnelli, che era
più strettamente legato al potere centrale di Rio o dei singoli Stati. Nell'ambito eccle-
26 E III, 204. La creazione delle scuole agricole e lo sforzo fatto da alcuni, come
don Carlo Maria Baratta e don Pietro Ricaldone per inserire i salesiani nel mondo agricolo, non
riuscirono a far cambiare l'orientamento urbano delle origini della congregazione.
27 Nell'analisi che fa della cultura e della religiosità del nordest del Brasile Duglas
Teixeira Monteira preferisce il vocabolo rustico a quello di contadino, per caratterizzare una
cultura che è sì dell'uomo del campo, ma con caratteristiche proprie. Per più chiarimenti si
veda Duglas TEIXEIRA MONTEIRO, Um confronto entre Juazeiro, Canudos e Contestado,
in BORIS FAUSTO [curatore] Historia geral da civilizaçào brasileira, III, O Brasi! Republicano,
2. Sociedade e instituiçàes (1889-1930). S. Paulo, DIFEL 1977, pp. 41-43.

2.5 Page 15

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 349
siastico, a dirigere le diocesi nordestine furono inviati vescovi formati nel Sud del
Paese e che cercarono di portare là quanto avevano vissuto nei luoghi di origine. Sia
sul piano socio-economico che su quello ecclesiastico, le comunità dell'interno eb-
bero il proprio destino segnato da un ordine che era loro estraneo e tante volte ostile.
A questo si unisca, in Pernambuco, il fatto che la coltivazione della canna e l'in-
dustria dello zucchero passavano dalla piccola alla grande proprietà, dall' engenho
allo zuccherificio, con tutte le conseguenze del caso.
Chiamati da persone di città che avevano impostato l'azione dei nuovi venuti
con criteri di città, i salesiani per tantissimi anni non si sbilanciarono ad occuparsi né
della cultura rustica, né della cultura nera.28 Conservarono però il loro carisma di la-
vorare a vantaggio della gioventù povera e del popolo in generale e non entrarono in
aperto conflitto con la mentalità della popolazione. A quanto pare fu questo il princi-
pale motivo per cui il Padre Cicero Romào Batista (1844-1934), il patriarca del
sertào nordestino, li costituì suoi eredi e li chiamò a Juazeiro do Norte (Ceara).
28 Nel 1966, in occasione del ridimensionamento delle opere, fu chiuso il collegio di
Campina Grande - Cajazeiras (Parafba), che era l'unica casa salesiana esistente in quella
regione affetta dalla siccità.

2.6 Page 16

▲back to top
350 Antonio da Si/va Ferreira
II. TESTI
A don Michele Rua
ASC B 050 03 07
aut. italiano, 2 ff. carta bianca, 212 x 135 mm., inchiostro china.
ined.
f lr in alto, inchiostro seppia, R. 3/1; f 2v, mrg. sin., matita, B 0500307; mrg. sin. inchiostro
china, segnala «Salesiani [...} sacerdotale».
Lettere di don Rua viaggio a Rio de Janeiro - rapporti tra Salesiani e Figlie di Maria Ausilia-
trice rapporti tra i salesiani del Paraguay e quelli dell'Uruguay casa di Corumbà - apertura
della casa di Rio Grande - difesa di mons. Fagnano - elezione di don Rinaldi a Prefetto della
congregazione salesiana - rinunzia alla carica di direttore spirituale case di formazione
in Patagonia e in Buenos Aires
1M.J.
A bordo dell'Italia 10 Luglio 1901
Carissimo e Rev.mo Sigr. D. Rua,
Arrivando a Buenos Aires trovai le sue carissime lettere che invero mi aspetta-
vano da lungo tempo. Rispondo dal bastimento l'Italia che mi conduce a Rio Janeiro.
Speriamo di arrivarci il 16 corrente.
Mi occuperò con impegno delle cose che mi accenna, specialmente delle rela-
zioni fra Salesiani e Suore. D. Peretto era uno dei più contrarii a che si trattasse delle
Suore nel Capitolo Americano; ciò faceva pensare poco bene. Era sostenuto in questo
da D. Foglino che quasi non si occupa d'altro. Non sarà gran cosa ciò che si scrisse
nella relazione del Capitolo; quello che importa si è che si diedero varii avvisi impor-
tanti in nome di D. Rua, anche presenti i due Monsignori. Molti fra i Direttori erano
tutt' altro che edificati della continua loro dimora fra le Suore. Parlerò anche delle
confessioni.
In una relazione che le farò sulla visita al Paraguay, le dirò che D. Gamba non
fu parziale con D. Turriccia. Se avvi qualche torto, è dalla parte di quest'ultimo. La
prego di esaminar bene la mia relazione, e vedrà che in generale c'è da credere poco
a certe cose che scrive D. Turriccia. È necessario che sia più Salesiano. I
AD. Cavatorta si può dare quanto personale si voglia, ma egli non farà meglio.
Non vi è l'ombra di spirito Salesiano. Se non ci fosse speranza di poter mettere altro
Direttore sarebbe meglio chiuderla quella casa. D. Cavatorta compromette i Sale-
siani. Dio lo assista. Gli avvisi sono inutili.
V. Reverenza non deve sapere che a Rio Grande andò D. Graglia con D. Del-
l'Acqua. Il primo cadde gravemente ammalato e credo che verrà in Italia. L'altro
rimane colà; non so come faccia. Per me è un grave incaglio l'andarlo a trovare. Mi
costerà lO o 12 giorni di viaggio, perché i vapori che toccano Porto Allegre fanno
scalo a tutti i porti della costa. Nel ritorno vedrò se posso andar a vedere quella casa
incipiente.
Nella sua carissima dei 24 Aprile V. P. qualifica la mia lettera a D. Belmonte di
felice memoria, difesa di Mgr. Fagnano. lo lo difesi dalle accuse che D. Belmonte gli
faceva; sebbene non possa approvare la sua prodigalità, la sua cocciutaggine nel

2.7 Page 17

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 351
sempre ricorrere alle Banche malgrado il divieto di V. R., e specialmente l'aver
chiesto in una volta tanto denaro al Cap. Sup. I
Queste cose le dissi a Mgr. Fagnano, e non potrei in nessun modo difenderlo. Se
viene al Capitolo, Le dirà come io gli abbia parlato.
Sono poi veramente contento dell'elezione di D. Filippo a Prefetto della Con-
gregazione. Non si poteva far miglior scelta. lo temeva che non si potesse sostituire
in Spagna.
Per parte mia non ho nulla da dire sul modo con cui fu accolta la mia rinunzia
all'ufficio di Direttore Spirituale. lo non ho cercato, facendo questo, altro che il bene
della Congregazione, parendomi del tutto inconveniente che chi mi sostituisce nel-
l'ufficio non abbia il voto.
V. R. scrisse aD. Vespignani riguardo al noviziato di Patagonia. Certamente è da
desiderare che anche quell'ispettoria abbia il suo noviziato; ma creda che faranno ben
poco. Quel noviziato sarà rachitico perché manca la popolazione. Potrebbero ricavare
alcune vocazioni da Bahfa BIanca; ma da Bahfa sarebbe molto più comodo mandar i
novizi a Buenos Aires che a Viedma. Poi I creda pure colà i novizi non saranno curati.
Monsignore non ci stà sempre e D. Vacchina chiacchera molto, troppo, e certo io non
lo credo uomo da far andar bene il noviziato. D. Esandi che si chiede, sarà buon pro-
fessore, ma non è uomo da formare i novizi allo spirito Salesiano. Piuttosto si potrà
combinare in altro modo. Al[la] fine dell'anno scolastico si potrebbe mettere D. Pa-
gliere Maestro dei novizi a Bernal, D. Molinari potrebbe andare a Viedma. Tanto
questi con D. Vespignani non può andare bene d'accordo. Al posto di D. Pagliere,
come Direttore di S. Carlos, si potrà mettere D. Gherra, ed all'Oratorio di S. Francesco
D. Macchi. Questo cambio è tanto più necessario che D. Pagliere in Almagro non può
più andar innanzi per la salute e per difficoltà incontrate con D. Vespignani. Per ora
non si disse nulla a nessuno. D. Vespignani sarebbe molto contento. La casa di Viedma
ci guadagnerà perché D. Molinari potrà aiutare assai nel ministero sacerdotale.
Per ora basta. Le scriverò poi di nuovo da Lorena. Mi benedica e benedica
anche D. Gusmano che non stà bene.
Aff.mo figlio
Sac. P. Albera
2
A don Michele Rua
ASC B 050 03 08
aut. italiano, 12 ff. carta bianca, 212 x 137 mm., ottenuti piegando a metà i fogli doppi; inchio-
stro nero; nota in f 4r mrg. sin.; macchia a fl2v.
ined.
ff. 1r, 3r, 5r, 7r, 9r e Il r, in alto, matita B 0500308; f 1r, in alto, inchiostro seppia, R. 3/1;
f 3r, in alto, inchiostro nero, 2; f 5r, in alto, inchiostro nero, 3; f 7r, in alto, inchiostro nero, 4;
mrg. sin. inchiostro nero, Porrera; f9r, in alto, inchiostro nero, 5; a metà foglio, mrg. sin. don
Rua, ?; f 11r, in alto, inchiostro nero, 6; ff. 7v, 8r, 8v, 9r, 9v, lOr, lOv, Il v, 12r, 12v, mrg. sin.,
inchiostro nero, don Rua, !.
Ritardo nel tornare dal Mato Grosso - viaggio di andata - ricordo di mons. Lasagna acco-
glienze a Cuiaba - atteggiamento del vescovo - conferenza ai cooperatori - Compagnia di S.

2.8 Page 18

▲back to top
352 Antonio da Si/va Ferreira
Luigi Compagnia della SS. Trinità Figlie di Maria - valutazione del lavoro dei confratelli
costruzioni vocazioni mancanza di studio da parte dei preti - missioni tra gli indigeni bat-
tesimi di civilizzati - noviziato rapporti con mons. D'Amour -l'asilo S. Rita -.:. nuova supe-
riora delle FMA - Corumba: difficile situazione del direttore - coadiutore vuole farsi sacerdote
- chierico vuoI farsi monaco valutazione di quanto fa e può fare in futuro l'opera di don
Bosco nel Mato Grosso Villa Concepci6n - casa di Asunci6n - operato da don Turriccia -
rapporti tra i salesiani del Paraguay e quelli dell'Uruguay - mons. Cagliero contrario alla fon-
dazione del nuovo instituto religioso femminile nel Paraguay mancanza di coordinamento tra
le ispettorie missione del Chaco don Albera non va al Capitolo generale per non interrom-
pere la visita
J. M. J.
A bordo dell'Italia 11 Luglio 190l
Rev.mo e Car.mo Sig. D. Rua,
La visita del Matto Grosso fu più lunga che non mi credeva per il ritardo del va-
pore che doveva ricondurci a Buenos Aires. Passarono ben quattro giorni tra un va-
pore e l'altro. Però il tempo non fu perduto, al contrario i giorni erano assai pieni e
con istento si poté far tutto quello che i confratelli ed i cooperatori si aspettavano ...
Questa visita merita una relazione un poco particolareggiata.
D. Malan che, venuto a Buenos Aires pel Capitolo, aveva passato alcun tempo
in quel clima un poco meno caldo per ristorare la sua sanità alquanto malandata, ci
accompagnò. Il viaggio fu concesso gratuitamente mediante l'intervenzione del Mini-
stro Murtinho.
Passammo 22 giorni sopra quei fiumi immensi, e tutti furono maravigliati della
rapidità con cui si giunse a Cuyaba, Grazie a Dio, non successe alcun contrattempo.
Fummo trattati colla massima gentilezza I dagli ufficiali e dai passeggieri. Molti ri-
cordavano il nostro compianto Mgr. Lasagna [,] levando al cielo la sua virtù ed i suoi
modi di trattare. Si poté sempre celebrare la messa, malgrado lo stragrande numero di
passeggieri. Alla domenica si diceva pei viaggiatori, ed era edificantissimo il con-
tegno dell' Ammiraglio Giulio di Norogna che viaggiava con noi.
Le accoglienze non potevano essere più cordiali e direi anche solenni. Si vide
fin dal primo porre piede in quella terra che i Salesiani avevano già lavorato molto e
che i frutti dei loro lavori sono già copiosi e consolantissimi. Le autorità non pote-
vano far di più per mostrare la loro simpatia verso i Salesiani. Vennero a far visita il
Presidente dello Stato, il Generale del Distretto, il Comandante della scuola di Ma-
rina, l'Intendente o Sindaco, molti deputati e tutti i cittadini più cospicui, tra cui vari
disgraziatamente massoni. Parve che vi fosse una nota discordante e fu il Vescovo.
Tutto il suo studio fu d'impedire che il visitatore dei Salesiani eclissasse la sua di-
gnità. Telegrafò a Mrg. Arcoverde per sapere come si doveva ricevere, e questo ri-
spose che I le Associazioni non dovevano andargli incontro in corpo. Egli poi in pub-
blico non fece nulla, sebbene poi in privato abbia fatto pure qualche cosa per onorare
il rappresentante di D. Rua. È un poveretto, degno più di essere compatito che biasi-
mato. Non disse una parola del bene che fanno i Salesiani in Matto Grosso, dove non
esistono che sei Sacerdoti vecchi, infermi e ..... Invece il Vescovo si lamentò di mille
piccole inezie avvenute perché i Salesiani sono molto occupati ed alle volte vera-
mente vanno un poco alla buona.
Si fecero belle feste che io passo sotto silenzio; ricordo solo la solennità con cui
furono distribuiti oltre 200 diplomi di Cooperatori. Vi è colà un entusiasmo straordi-
nario per appartenere a questa associazione; rincresce solo che mancarono i diplomi

2.9 Page 19

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 353
per tutti, e ad alcuni non conviene darlo perché notoriamente fram[m]assoni. Ab-
biamo chiesto altri diplomi, che speriamo saranno mandati da D. Minguzzi.
Altra cosa degna d'essere notata: la Compagnia di S. Luigi ha oltre a 200 asso-
ciati; molti sono giovani esterni di 20 a 25 anni, che praticano la religione in un modo
edificantissimo. Si impongono a tutti i cattivi che non osano toccarli. I Sono l'orna-
mento delle processioni e delle solennità che si celebrano nelle chiese di Cuyaba,
tutte ufficiate dai Salesiani.
Hanno pure dato un grande sviluppo alla compagnia della SS. Trinità, le cui as-
sociate hanno per iscopo di procurare limosine all'Oratorio Festivo. Questo poi non è
ora molto fiorente per molte ragioni, indipendenti da D. Malan, ma spero che presto
sarà di nuovo come in principio. Mi promisero di occuparsene con molto impegno.
Le Suore lavorano anche molto ed hanno un' Associazione di Figlie di Maria
fiorentissima e ben fervorosa.
I confratelli di Cuyaba meritano in generale molti elogi. Non è già che tutto sia
perfetto in quelle case, però avvi moltissimo bene. D. Malan è veramente buono, pio,
affezionato alla Congregazione, veramente sottomesso ai Superiori, e degno del titolo
di Ispettore. Lo conosceva già fin da quando era secolare, pure la stima che io aveva di
lui si accrebbe di molto nel trattare più intimamente con lui. Temo un poco per la sua
salute in un clima cotanto caldo ed umido nel tempo stesso. Il povero D. Balzola ha
molto zelo e buona volontà ma un carattere poco felice e dà occasione I aD. Malan di
esercitare mo[l]to bene la carità e la pazienza. Ha pure molti difetti ed assai gravi il po-
vero D. Solari Giuseppe. Mi fece mille buone promesse per l'avvenire. Egli non verrà
in Italia in questo anno, perché la sua assenza disturberebbe molto. A sua madre e aD.
Borra si può dire che verrà poi l'anno venturo, seppure potrà essere libero.
Gli altri confratelli hanno tutti buono spirito specialmente i coadiutori. Essi de-
vono fare gravi sacrifici, si può dire che non si mangia quasi e non si beve vino. Sof-
frono molto il calore ed alcuni hanno già la malattia del beri-beri, che, non curata, a
lungo andare può essere fatale; pure non si lamentano e continuano a lavorare. L'u-
nico rimedio giovevole è il passare alcune settimane in riposo nel Coxip6, che [,]
perciò, è una vera provvidenza per quella casa.
I giovani interni sono 55 - gli esterni 103. Sono tutti assai divoti, assai semplici
e facili a dominare. Tutti stanno volontieri. Gli esterni starebbero tutto il giorno in
collegio. D. Fraga se ne occupa con molto zelo e con felicissimo risultato. Il Presi-
dente manda i suoi figli alla scuola nel Collegio Sao Gonçalo.
Non si hanno debiti in casa sebbene abbiano già fabbricato una buona parte del
Collegio. Si benedisse il 24 Maggio I la pietra angolare di un altro braccio di casa,
mediante il quale si avrà qualche camera di più e si potrà ingrandire la cappella, in
cui non si può stare per la mancanza di spazio e pel calore insopportabile. Per questa
fabbrica che costerà circa 50 contos di réis (50 mila franchi) si ottenne già un sus-
sidio considerevole dal Governo. Il resto si spera dai cooperatori che sono ora più che
disposti ad aiutare i Salesiani. Questa ampliazione era assolutamente necessaria,
perché ora i chierici, sacerdoti e coadiutori sono obbligati a dormire ovunque colla
rete. Temo che alcuni ne abbiano a soffrire nella sanità.
Si coltivano le vocazioni con molto impegno. lo ricevetti i voti di 8 fra chierici
e coadiutori, e diedi l'abito a 4 altri novizi. Si fece questo malgrado l'opposizione dei
parenti. Ora che l'esempio è dato, credo che si potrà fare di più.
Nelle Chiese si lavora molto, sebbene si abbia purtroppo a lamentare che non ri-
manga il tempo ai sacerdoti per istudiare un poco. Pare anche a loro che in paesi tanto
ignoranti I e disgraziati non occorra tanta scienza. Ora spero che faremmo un poco di

2.10 Page 20

▲back to top
354 Antonio da Silva Ferreira
più in quanto allo studio. Anche pei chierici certamente le cose vanno solo così così:
si ordinano quando pare che abbiano un poco di scienza e di virtù. In questo punto
tutte le case di America, quella stessa di Buenos Aires non è ancora in regola. Il gran
bisogno di personale fa sì che si vada innanzi un poco in fretta ed alla buona.
Ora però il numero dei sacerdoti e dei coadiutori è tale che se l'occasione si
presentasse, potrebbero occuparsi di nuovo degli indii. Però io dissuasi D. Malan e D.
Balzola dal pensiero di ritornare alla Colonia Teresa Cristina, piuttosto li esortai ad
accettare la proposta che venne a farci il Dottor Santos, di andar a lavorare in altro
punto della stessa tribù dei Coroados, però facendo pratiche per essere indipendenti.
Il Presidente di Matto Grosso ci promise il suo appoggio. Fra alcuni mesi si saprà se
convenga occuparcene. Già io non comprendo l'Opera Salesiana in Matto Grosso
senza che si occupi un poco anche degli Indii: così la concepì Mgr. Lasagna e così la
si propose ai Cooperatori Salesiani. Però io mi limitai a consigliare, ad animare i con-
fratelli a recarsi sul luogo ed esaminare se siano favorevoli le occasioni e le circo-
stanze e quindi riferire ai Superiori. D. Balzola è sempre molto ardente sul decidere
di continuare le missioni fra i selvaggi.
Nota - Fui affatto contrario all'accettare la Colonia T. Cristina perché il Governo ce la
leverebbe di nuovo nel primo conflitto politico. D. Balzola che era tanto caldo per
questo, mutò idea. Bisogna che siamo liberi.
Il lavoro che ci sarebbe pure fra i civilizzati è incredibile. Ora non vi ha più
nessuno per battezzare. Durante il viaggio, in tutta fretta discendemmo per battezzare
varii bambini. Che gran bene farebbero alcuni missionari volanti. Dio li mandi!
D. Filippo Pappalardo fa molto bene nel noviziato del Coxip6, sebbene io abbia
trovato che si muove molto, ama non poco di prodursi al pubblico ora per la predica-
zione ora per la musica. Mi promise di prendere a cuore la formazione dei novizi e
spero che quella sarà la sua occupazione principale con molto vantaggio della nostra
congregazione. I
Il Vescovo in principio mi parlò del Seminario, ma poi tacque, persuaso che non
avrebbe ottenuto nulla. Con un uomo come lui non si può far nulla di bene. I lazza-
risti dovettero ritirarsi col danno, colle beffe e coll'uscio addosso. Il Vescovo poi
scrisse una pastorale che mandò a tutti i Vescovi per dire che i Lazzaristi non avevano
saputo compiere la loro missione. Se si continuasse a lasciarlo parlare con tutti i Sale-
siani indistintamente, riuscirebbe a mettere la disunione fra essi come la mise tra i
Lazzaristi. È peggio che una donna per seminare la discordia! Quanto mi disse per sa-
pere se poteva o doveva immischiarsi delle cose nostre citando o commentando de-
creti di Roma. Gli dissi che noi siamo esenti e che speriamo non avverrà mai fra i
Figli di D. Bosco che il Vescovo abbia da intervenire per mettere l'ordine: Si vede
che il Vescovo ha in fondo al cuore una invidia profonda della popolarità di D.
Malan, perché questi coi Salesiani fa quanto vuole, mentre egli non può far nulla.
Egli non si occupa di altro che di scoprire massoni e infliggere loro pene ecclesia-
stiche, cui essi ignorano o disprezzano. I
Trovai poco regolare la condizione delle Suore nell' Asilo di S. Rita. Non si fece
nessuna convenzione: Le Suore avrebbero un mezzo di contentare Monsignore, e sa-
rebbe quello di trattarlo in altro modo, trascurando le raccomandazioni dei Superiori.
Non facendo così, il Vescovo si mostra sempre scontento; non procura le cose neces-
sarie alle suore ed alle ragazze. Fu fin qui una vera babilonia quell' Asilo. Però spe-
riamo che il Vescovo cambierà. Gli ho detto cose che forse nessun altro finora aveva

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 355
avuto il coraggio di dirgli. Promise di fare per l'avvenire come conviene alla sua di-
gnità. Non occorre che mi spieghi di più.
Le Suore fanno più bene ora che non avvi più Suor Giuliana. Suor Daria Ub-
boldi, sebbene giovane, mostra molta virtù e molta prudenza. Solo sarebbe necessario
che passasse al noviziato, per cui non è adattata Suor Kiste Rosa, carattere chiuso e
talora d'una durezza insopportabile. I Fummo intesi con D. Malan che appena si
possa aprire una casa a Corumba si metterebbe colà Suor Rosa, e passerebbe al novi-
ziato Suor Daria. Per ora, se D. Malan sta a Cuyaba, non occorre che mandino altra
Superiora, che certamente non farebbe meglio di quella che già si trova colà. Le
Suore la amano molto e le [sic] hanno confidenza. Essa poi si lascia guidare molto
bene. Si incominciò molto bene il noviziato delle Suore; io diedi l'abito a 4 figlie di
molte belle speranze appartenenti ad ottime famiglie. Dio voglia che esse continuino
colle disposizioni che incontrai in loro nel momento della vestizione. Anche in Matto
Grosso bisogna sostenere un poco l'onore della Cong.ne non ammettendo figlie ille-
gittime che sono tosto dimesse.
Passando ora a Corumba le dirò che bisognerebbe fare qualche sacrificio e le-
vare quel povero D. Cavatorta. Che povero religioso e che misero direttore. Che di-
sordine I in questa casa la quale perde poco a poco gli alunni! Quante imprudenze
fece e quante più ne farà se come c'è da temere sarà nominato fra breve parroco di
Corumba, parrocchia molto difficile per essere abitata da tutti gli impiegati e da gente
di ogni nazione. Ora è in lotta col parroco vecchio, un calabrese, stato cappellano di
Garibaldi.
Speriamo di giungere domenica a Rio Janeiro; parlerò con D. Peretto e vedrò se
vi è mezzo di fare qualche cambio. Sarebbe meglio che D. Cavatorta fosse in una
casa più grande e sotto la direzione dell'Ispettore. A Cuiaba non mi pare conveniente
che ritorni.
Mi duole aggiungere che il povero D. Cavatorta colle sue imprudenze diede oc-
casione ai giornali pessimi di Cuiaba di calunniarlo come poco delicato nel trattare
coi giovani. Credo che non si tratti di altro che d'imprudenze, tuttavia è sempre di-
spiacevole. Gli altri confratelli sono stanchi di stare con lui.
Incontrai a Corumbà Ferdinando Porrera. Lo persuasi a stare coadiutore. I Non
credo che egli abbia intieramente deposto il pensiero di studiare per essere sacerdote;
ma nella conversazione con lui mi persuasi sempre meglio che converrebbe ai Supe-
riori di star fermi nella decisione presa quanto fu ammesso ai voti e inviato in Ame-
rica. D. Barberis pareva quasi d'accordo di lasciarlo studiare. Mi pare che sarebbe
proprio regalare alla Cong.ne un sacerdote meno che mediocre e forse del genere di
tanti altri che dopo ci abbandonarono. D'altro lato i Superiori locali non sono di pa-
rere che si ammetta allo studio.
Il Ch.co Dorozewski della casa di Corumba mi venne fuori coll'idea di abbrac-
ciare un genere di vita più severa. Questa disposizione unita al gran desiderio che ha
di essere ordinato, fa temere un poco che non abbia da perseverare. Vedremo.
Terminando questa relazione sul Matto Grosso non posso nascondere chè anche
qui mi si allargarono straordinariamente gli orizzonti; l'opera di D. Bosco mi com-
parve sempre più grandiosa e provvidenziale. Il vedere tanto bene fatto con mezzi
meno che mediocri; il vedere tanto stimati ed amati da tutti i Salesiani fa concludere:
digitus Dei est hic. I lo credo che il Matto Grosso cadrà ben tosto tutto nelle mani dei
Salesiani per ciò che riguarda lo spirituale. Il Vescovo è nullo e sarebbe una benedi-
zione che si ritirasse. Si fa molto male per fargli dispetto. Egli non ne indovina una.
Se si ritira o se muore [,] che farà la Santa Sede di quell'immenso Stato, grande 5

3.2 Page 22

▲back to top
356 Antonio da SUva Ferreira
volte l'Italia? Sarà un problema da risolvere. Dio illumini anche i Superiori della
Congregazione.
Passai di là a Villa Concepcion che è una casetta incipiente con molti buoni pro-
nostici. I giovani sono molto buoni e sebbene esterni hanno tutto il fare dei giovani
dei nostri migliori collegi. Spero che ricaveranno vocazioni. Si fa del bene al popolo,
sebbene si abbia da lottare con un povero parroco che non sa che significhi esser
prete. Fui stupito di vedere cominciata una chiesa grande più che cappella. Speriamo
che si terminerà. Questa casa pareva dipendere da D. Turriccia. Ora fu mossa sotto la
direzione delll'lspettore D. Gamba. Pare che D. Queirolo farà abbastanza bene, se-
condato dai confratelli tutti assai buoni eccetto il Ch.co Villaamil, un po' leggero e
dissipato. Colà si aspettano le Suore e che campo avrebbero per far del bene alle fan-
ciulle che crescono senza alcuna idea di religione e di pudore. Sarà una delle prime
fondazioni da farsi nel Paraguay. Le principali signore preparano la casa. Fosse pur
anche solo d'affitto, si può cominciare, il resto verrà.
Ora converrebbe continuare un poco di relazione sopra la casa di Assunzione
nel Paraguay. E qui dovrò dire cose meno consolanti.
Lo spirito della casa è poco buono. Il Direttore non conobbe altra casa salesiana
che quella di Villa Colon, la quale fu ed è tuttavia un collegio poco rassomigliante ai
nostri veri istituti. Egli si mostrò, fino al tempo del Capitolo Americano, contrario a
D. Gamba, di cui parlava molto male, e da cui non voleva dipendere sebbene poi pre-
tendesse personale. Le sue pretese erano veramente da ragazzo che vuole l'impossi-
bile. Non seppe finora farsi amare né I stimare dai confratelli. Non vi è alcuno che sia
contento in quella casa; tutti si lamentano e specialmente si lamentano del Direttore.
Lo stesso rappresentante di D. Rua non poté dire di avere tranquillizzati tutti i confra-
telli. Credo che D. Castagno, D. Foglia e D. Marzorati continueranno a mordersi a vi-
cenda come prima. Quest'ultimo specialmente non ha bricciola di spirito sacerdotale
e Salesiano. Non voleva neppur venirmi a parlare, tutt'altro che confessarsi da D. Al-
bera. Fra quanti salesiani incontrai in America, non mi pare ve ne sia altro più privo
di virtù e che inspiri vera ripugnanza come quel piccolo Marzorati.
I giovani hanno una celta qual pietà, ma io non vidi mai in nessuna casa tanto
poco ordine. Vi è personale da dirigere un collegio di 300 giovani e coi corsi supe-
riori; invece si hanno le quattro elementari e quattro laboratori. Ora che si conobbero
un poco le cose, D. Turriccia non osò più lamentarsi della scarsezza del personale,
come fece sempre, perfino quando passai in Assunzione viaggiando alla volta di
Matto Grosso. I
Trovai tre novizi, di cui uno solo meriterebbe questo nome. Gli altri non ne
sanno nulla della vita religiosa; invece sono benissimo informati di tutte le discordie
dei sacerdoti, e sono esposti a mille pericoli. Per tentare di salvarli bisognerebbe man-
darli immediatamente a Las Piedras. Il Capitolo autorizzando D. Turriccia a fondare
un noviziato in Assunzione, gli diede un segno di fiducia che egli non merita. Non è
poi vero che vi sia tanta ripugnanza nei Paraguayani per andar a Montevideo. Essi non
ci pensano neppure. Fu un argomento di D. Turriccia per ottenere di fare da se.
Si vide infatti che egli andava preparandosi una piccola ispettoria. Cercò di
avere molto personale, spogliò di arredi sacri la casa di Colon per fornire la sua cap-
pella. Fondò indipendentemente dall'Ispettore la casa di Conception [sic]. Fece venir
le Suore prendendo tutto il personale dalla Ispettoria di Montevideo, da cui poi non
pare più intendano di dipendere. Ora senza permesso né di D. Gamba né del Capitolo I
Superiore fondò l'Oratorio del Sacro Cuore nella stessa città di Assunzione. In una
parola fece alto e basso, come gli parve e piacque. Costruì un grande salone che ora

3.3 Page 23

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 357
serve molto bene per dormitorio e pel teatro; ma ne rimangono ben 50 mila pesos di
debito. Prese questo denaro alle Banche ed anche ora continua a procurarsi ciò che
occorre pagando il 12% d'interesse. La sua contabilità è assai imperfetta perché non
ha confidenza in D. Castagno Prefetto, e gli fa conoscere solo ciò che crede.
Non è per nulla regolare nel ricevere i rendiconti. Egli stesso batté alcune volte
i giovani, e disse a qualche confratello che il vero mezzo di riuscire nel dirigere i gio-
vani è di menar le mani. In qualche caso disse chiaramente: e che regolamento, fate
come vi dico. Il povero D. Bottignoli solo vero salesiano in Assunzione non può darsi
pace di vedere le cose andar a questo modo.
Credo che abbia D. Turriccia 9 coadiutori. Eppure in quella casa non avvi porti-
naio, non commissioniere, non uno che serva a I tavola. Tutti questi uffici sono affi-
dati a giovanetti scamiciati e scalzi che vanno fuori ad ogni momento, portando talora
somme di danaro considerevoli: Sono essi che fanno tutto.
La cucina è affidata a due o tre donne, che sono aiutate da quattro giovanette di
quattordici o quindici anni. Qualcuna di queste donne dorme nell'infermeria senza al-
cuna separazione. D. Turriccia afferma che non può fare altrimenti. Con lui si com-
binò di mettere due confratelli: Valentino e Ricci. Gli si impose di regolare le cose al-
trimenti. Promise di ubbidire: vedremo.
Ho parlato lungamente con D. Gamba il quale venne a raggiungermi al Para-
guay. Creda pure, Sigr. D. Rua, egli non trascurò il collegio Mgr. Lasagna, non lasciò
mancare il personale, invece con molti sacrifici diede tutti quelli che sono ora con
D. Turriccia. Non si merita rimproveri, non avendo egli mai operato per capriccio e
per animosità. Ebbe torto D. Turriccia di dipingerlo a Lei con colori così neri. Il torto I
è dalla parte di D. Turriccia.
Al[la] fine dell'anno bisognerà obbligarlo a mandare i novizi a Las Piedras, se
non si vuole che quelli che rimangono se ne vadano insieme cogli altri che già pre-
sero il volo. Il novizio Pérez si era innamorato d'una giovanetta che stava in cucina.
Ora gettò via l'abito e pare si regoli poco bene.
Il coadiutore Franceschi voleva essere sciolto dai voti perpetui, perché stanco di
essere religioso. Pare che abbia accettato bene alcune parole che gli dissi e mi pro-
mise di continuare; ma converrà cambiarlo di casa. M'intenderò con D. Gamba.
Vi sarebbero molte cose da dirle della casa e dei confratelli in particolare. Ma si
può dire riassumendo che la casa non va bene, e che ci vorrà molto prima che sia un
istituto salesiano.
Le Suore fanno assai bene: hanno affittato una casa, o meglio tre case; hanno 25
alunne interne e 150 esterne. Si fecero il 7 corrente 70 prime comunioni, tutte di fi-
glie grandi e fino allora trascurate. I
La casa delle suore andrà avanti poco a poco. Spero che riusciranno a comprarsi
una casa propria. D. Turriccia che colle Suore aveva una libertà estrema in Villa
Colon, si corresse, e non c'è nulla da dire sulle sue relazioni con esse. La molta di-
stanza fra i due istituti giova anche molto per evitare quelle relazioni.
La Madre Emilia Borgna, antica Visitatrice dell'Uruguay, vorrebbe dipendere
solo da D. Gamba per avere il personale necessario e non dalla Visitatrice attuale
Emilia Mathis. Sono miserie umane! Esse non incontrarono finora vocazioni, non vo-
lendo ammettere figlie illegittime.
Certamente sarebbe il caso di pensare al modo di far del bene anche a queste
povere creature, ma Mgr. Cagliero è del tutto contrario. A quanti lo consultarono ri-
spose come a me stesso, che non c'è nulla da fare, che non conviene fare nel Para-
guay ciò che fece il Sigr. Durando in Torino, che sarebbe dare la patente di illegitti-

3.4 Page 24

▲back to top
358 Antonio da Silva Ferreira
mità a tutte quelle figlie ecc. ecc. Che si ha da fare? Vostra Riverenza decida. I
Se io esamino bene lo stato delle case che ho visitato, mi convinco sempre più
che manca una direzione, un governo generale. Gli Ispettori fanno come loro sembra
bene e certamente essendo tutti buoni Salesiani, fanno un gran bene; ma ciò indipen-
dentemente come se non vi fossero vincoli colle altre ispettorie. Nel Matto Grosso,
nell'Uruguay [sic] non è per nulla sentita l'autorità di Mgr. Cagliero, come è pochis-
simo sentita in Buenos Aires e nell'Uruguay. Non sa quasi mai nulla dei cambiamenti
che si fanno, neppure dei Direttori. D'altro lato non si decide mai quando si tratta di
fare qualche cambiamento. Non si decise neppure ora di mutare Suor Torta da Bahia,
malgrado che gli abbia scritto varie volte e che di viva voce me l'avesse promesso.
Quella Suor Nazarina Galli è sempre sospesa, non sapendo mai che cosa si voglia
fare di essa. Ora venne a Buenos Aires per questuare colla Madre Giovanna, I e quelli
che la conoscono dicono che in tale occupazione il suo spirito non ha nulla da guada-
gnare. Era meglio occuparla in una casa in modo definitivo.
Seppe che anche dopo il mio passaggio in Patagonia, D. Naglio diede occasione
a lamenti pel suo modo di trattare colle Suore. Ora Mgr. Cagliero lo inviò a Chos-
maiai. Così lontano senz'altra compagnia che quella di D. Franchini, forse si regolerà
meglio. Dio lo voglia.
Il Presidente della Repubblica del Paraguay si mostrò veramente affezionato ai
Salesiani. Egli ci suggerì il modo di far qualche poco di bene col tempo nel G[ran]
Chaco. Ci propose di accettare una scuola e l'ufficiatura di una cappella in Forte
Olimpo che ne è come la porta. Il Direttore della scuola avrebbe il soldo e la razione
come cappellano militare; quella casa sarebbe un luogo ove si rifugierebbero a
quando a quando I i missionarii dopo le escursioni o missioni in mezzo agli indii
finché non riescano poi a formare di nuovo delle vere riduzioni come al tempo dei
Gesuiti. La casa è ancora da costruire. Si tratterà di questo nella camera e nel Con-
gresso. Credo che per un anno o due non si avrà da provvedere il personale. lo pro-
misi al Presidente che si sarebbe preso nota di questa sua domanda. Su questa pro-
messa si presentò la solicitud alla Camera.
Lunedì o martedì, cioè il ([16] o 17) Luglio corrente arriverò a Nictheroy. La
ringrazio della bontà che ebbe di invitarmi a venire al Capitolo. Ma se V. R. non crede
di esonerarmi dal continuare la visita, a me pare poco conveniente interromperla. Se
non viene altro ordine, io continuo il mio viaggio. Per due mesi l'indirizzo è Lorena
(Brasile) [,] Stato di S. Paolo. Mi benedica. Saluti tutto il Capitolo e preghi per me
Aff.mo umiI.mo figlio
Sac. P. Albera

3.5 Page 25

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 359
3
A don Michele Rua
ASC B 050 03 09
aut. italiano, 4 ff. carta bianca, rigata, 210 x 133 mm., inchiostro china.
ined.
f Il', in alto, inchiostro nero, R. 24-8; ff Il' e 31', in alto, matita, B 0500309; f2v, inchiostro nero
sottolinea e segnala, mrg. sin., «Tutti [...] sono»; inchiostro nero, sottolinea «fare da Direttore
spirituale»; f 4v, mrg. sin., in alto, inchiostro nero, 30/8 scritto a D. Gamba; parte inferiore,
inchiostro nero, I.
Don Peretto va al Capitolo generale - don Foglino lascia S. Paolo del Brasile - la casa del
Liceo Sacro Cuore di Gesù - difficoltà che trova don Albera nel fare la visita in Brasile piena
cooperazione di don Peretto - l'opera delle FMA - rapporti fra FMA e salesiani - decreto sulle
confessioni - BS portoghese - cambi di personale - il Vicario generale del Rettor Maggiore -
la lingua italiana - debiti salesiani dell'Uruguay
1. M. 1.
Guaratingueta li 4 Agosto 190l
Rev.mo e Car.mo Sig. D. Rua,
D. Peretto le consegnerà questa mia. Lo esortai a venire al Capitolo, sebbene
egli non ne avesse tanta volontà, specialmente per trovarmi io nella sua ispettoria in
questo tempo medesimo.
Viene con lui D. Foglino, il quale asserisce aver bisogno di assestare alcune
cose in famiglia. D'altro lato la assenza non sarà molto sentita in S. Paulo, ove per sa-
lute e forse anche per inclinazione non si trova guari bene. È un peccato perché in S.
Paulo i Salesiani hanno un campo vastissimo da coltivare e potrebbero fare un bene
immenso. L'avvenire di quell'istituto è splendido, se i Salesiani procurano di fare il
bene con zelo e secondo lo spirito di D. Bosco. D. Peretto le dirà lo stato attuale di
quella casa e qualche progetto che si sarebbe fatto per sistemarla meglio. I
D. Peretto le parlerà di D. Foglino. Voglia pensare un poco sul modo di occu-
parlo. Noi pregheremo che lo Spirito Santo le dia lume per prendere la decisione che
sarà più utile per lui e per la Congregazione.
Le case del Brasile sono così distanti le une dalle altre che non so quando potrò
finire la visita e partire pel Chilì. Trovo qualche difficoltà per riparare alcuni inconve-
nienti. Saranno necessarii alcuni cambiamenti; si combinò già più o meno con D. Pe-
retto il da farsi. Da parte di lui non incontrai la minima difficoltà. Egli riconosce pel
primo certi bisogni, e vedo che studia assai le attitudini del suo personale, poiché fa-
cilmente trova mezzo di riempire certi vuoti senza però troppo disorganizzare le sue
case. Ora sotto pretesto della esecuzione del Decreto sulle confessioni si muteranno
alcuni Direttori, gli I altri mutamenti si faranno al fine dell' anno scolastico. Di tutto
le darà conto D. Peretto stesso.
Visito anche le Suore che hanno in Brasile istituti di grande importanza. Questo
di Guaratingueta è molto grande e molto ben avviato, sebbene quest' anno siano al-
quanto diminuite le alunne. Mgr. Filippo è proprio un santo sacerdote, e merita da noi
tutta la gratitudine e la stima.
Le relazioni fra i Salesiani e le Suore vanno regolarizzandosi. Le raccomanda-
zioni fatte in Buenos Aires produssero già buon effetto; i piccoli inconvenienti che in-
contrassi ancora si leveranno mediante la buona volontà di D. Peretto. La parola di D.

3.6 Page 26

▲back to top
360 Antonio da Silva Ferreira
Rua, l'assistenza al Capitolo Generale gli faranno molto bene e lo incoraggieranno
molto per continuare nella buona via. I
Ricevesi in questi giorni nelle case di America il Decreto sulle confessioni. Tut-
ti si conformano ai sentimenti edificantissimi da V. R. esposti nella lettera che lo ac-
compagna. Già si cominciò ad eseguire in tutte le case che lo ricevettero. Ordinaria-
mente si sceglie un sacerdote che si lascia in libertà da ogni altra ingerenza nel gover-
no della casa, e si destina afare da Direttore spirituale, senza dargli però questo nome.
In varie case i giovani non si accorgeranno gran fatto della cosa. La difficoltà è più per
molti confratelli che stenteranno a confessarsi ad un sacerdote giovane e finora loro di-
pendente. Si farà però anche questo sacrificio. Si potrà così assicurare la S. Sede che i
figli di D. Bosco sono veri imitatori del loro Padre nell'ubbidienza alla Chiesa. I
Mi parve opportuno incoraggiare D. Peretto a fare il sacrificio di D. Dos Santos,
e condurlo seco a Torino per dar principio al Bollettino Salesiano. Si incontrano in
Brasile Cooperatori e Cooperatrici eccellenti, che leggono con ripugnanza il Bollet-
tino spagnuolo o francese, e che non trovano nulla che li tocchi davvicino. Malgrado
ciò sono tanto affezionati ai Salesiani! Che sarà quando si mandi loro un Bollettino
fatto apposta per loro ed in portoghese? Il giovane sacerdote che si presenta a V. R. è
atto per tale impresa. A ciò mi spinse il veder sorgere «La Cruz» in S. Paulo che dà
notizie salesiane senza essere organo dei Salesiani. Spero di aver incontrato il suo
gradimento nel prendere questa decisione.
D. Peretto viene a Torino colla speranza di ottener personale. I Non so se i Su-
periori potranno contentarlo. Vorrei però che si vedesse modo di togliere D. Cavatorta
da Direttore di Corumba, mandando colà nel Matto Grosso qualche altro sacerdote e
richiamando nell'Ispettoria di D. Peretto D. Cavatorta. Questi deve stare soggetto ad
altri. Non si può lasciarlo alla testa di una casa, specialmente dopo le cose poco ono-
revoli (credo siano calunnia) che si scrissero contro di lui. Qui non trovo mezzo di to-
gliere un Direttore da mandare a Corumbé.
Qui in Brasile poi non è neppur sentita la presenza, nel versante orientale, d'un
Vicario Generale di V. R. La distanza è il principal motivo, contribuisce pure il carat-
tere di Mgr. Cagliero, tutto intento in opere di zelo, e perciò non libero di occuparsi
nel governo delle case lontane. I
In tutte le case che visito parlo molto dell'insegnamento della lingua italiana, in-
culcandolo colle parole che V. R. scrisse a varie riprese. Non ottengo altro se non che
sia sempre più studiato nei noviziati, ove tutti comprendono e quali tutti parlano ita-
liano. Nelle alcune [sic] altre case si fa un poco di scuola, ma i giovani non ne voglio-
no sapere. Creda però che in generale si ha buona volontà di ubbidire alla S. V. R.ma.
Le case di Lorena e di S. Paulo sono assai aggravate dai debiti. Non so come
faranno a pagarli. D. Peretto [se] fosse libero, col suo bel modo otterrebbe facilmente li-
mosine. È una vera potenza qui nella sua ispettoria. Se vedesse come è stimato! Però il
suo tempo si passa in viaggi lunghissimi che deve fare ad ogni momento. Dio lo aiuti! I
Se D. Gamba viene al Capitolo veda d'inculcargli di non lasciar più liberi D.
Martinasso e D. Dufrechou, che perdono la vocazione. Non so capacitarmi del non
aver Mgr. Cagliero voluto accettarli nelle sue missioni! Avrebbe potuto aggiustar
bene le cose di Bahìa BIanca.
Vorrei scriverle tante altre cose, ma ella non avrà neppur il tempo di leggerle.
D'altra parte D. Peretto parte. Mi benedica e benedica anche particolarmente D.
Gusmano che non istà bene. Ha sempre mal di capo, non ha appetito. Preghi per noi.
Aff.mo e umil.mo figlio in G. C.
Sac. P. Albera

3.7 Page 27

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 361
4
A don Michele Rua
ASC B 050 03 13
aut. italiano, 12 ff. carta bianca, dei quali 8 ff. quadrotta, 204 x 132 mm., e 4 ff. rigata,
213 x 136 mm., inchiostro nero, poscritto sul f lr mrg. sin., una macchia a f 11 in basso.
ined.
ff. lr, 7r, 9r, 11, in alto, matita, B 0500313; ff. 2v, 4v, 6v, in basso, matita, B 0500313.
f 3r, in alto, inchiostro nero, 5; f 5r, in alto, inchiostro nero, 9; f 7r, in alto, inchiostro nero, 13
(corr ex 12); f9r, in alto, inchiostro nero, 17 (corr ex 16); f llr, in alto, inchiostro nero, 21.
Piani per il viaggio in Cile - resoconto sulle case del Brasile - Niter6i: proprietà - edifizi -
allievi salesiani monumento a Maria Ausiliatrice proposta di fondazione a Rio de Janeiro
S. Paolo del Brasile: santuario del Sacro Cuore statua sulla torre attività della casa -
nuovo direttore i salesiani possibilità di futuro edifizio - FMA: abbandonano la casa in
città per quella dell'Ipiranga Lorena: chiesa di S. Benedetto da S. Fratello - situazione
economica dell' opera - ridimensionamento proposto - Guaratingueta: mons. Filippo collegio
S. Giuseppe FMA: collegio del Carmine cappellania - Madre Anna Masera - Ipiranga:
convenzione sfavorevole alle FMA - bisogno di tornare in città - Cachoeira do Campo:
proprietà del terreno - pareggiamento del collegio - allievi i salesiani - lavoro della terra
Ouro Preto: ospedale tenuto dalle FMA - cappellano salesiano scuola e oratorio Araras:
collegio delle FMA - cappella dei salesiani - oratorio festivo costituzione di una piccola
comunità salesiana - Campinas: donazione di mons. Neri - debiti - nuovo direttore - Ponte
Nova: scuola femminile di magistero - pareggiamento - cappellano salesiano - Rio Grande
do Sul: inizi dell'opera - Pernambuco: tra gli allievi i figli delle migliori famiglie - debiti -
buono spirito tra i confratelli - stima generata dall'operare di don Giordano - questi è fatto
viceispettore del nord del Brasile colonia agricola di Jaboatào Salvador da Bahia: bisogno
che ci vada don Giordano - Amélia Rodrigues partenza per Buenos Aires Evasio Ferraro
Viva il Sacro Cuore!
Nictheroy li 5 Nov. 1901
Rev.mo e Car.mo Sigr. D. Rua,
Giungemmo a Nictheroy, di ritorno da Pernambuco, il 10 corrente. Il viaggio
non fu tanto felice, perciò rimasi incomodato per alcuni giorni. Ora mi pare di star
meglio e spero di mettermi in viaggio alla volta del Chilì. Mgr. Costamagna mi
sta aspettando a Buenos Aires. Partiremo domani o dopo domani col vapore inglese
l' Oreliana.
Prima di partire le voglio dare alcune notizie sommarie sulle case del Sud e del
Nord del Brasile. Dovrò lasciar molte cose che pure avrebbero una qualche impor-
tanza; ma è necessario che mi imponga qualche limite per non abusare della sua pa-
zienza. Comincierò subito da Nictheroy.
La casa è di nostra proprietà. I laboratorii e le scuole cogli uffici sono in basso,
i dormitorii sulla collina. Pei giovani che han buona gamba la distanza è un vero pas-
seggio igienico. Infatti la salute è sempre o quasi sempre ottima.
Gli alunni sono oltre a 400. La disciplina inappuntabile. Pietà sufficiente, talora
fervorosa, talora fiacca, effetto del calore spesse volte soffocante. Il personale è
appena bastante. I Guai se uno cade ammalato! Non si ha tempo per mormorare.
Il Capitolo è cor unum et anima unum. D. Zanchetta è un portento di attività.

3.8 Page 28

▲back to top
362 Antonio da Si/va Ferreira
D. Varchi mostrò ben poca virtù: Ubbidisce quando gli pare.
Per somma disgrazia non si ricavarono finora che poche vocazioni. Credo siavi
in noviziato un solo chierico uscito di questo collegio: d'Almeida Pinto Emanuele. In
altri tempi uscirono di qui i due Oliveira fratelli. Pare siano gravissime le opposizioni
dei parenti. Tuttavia sembra che si potrebbe fare di più per le vocazioni.
Si elevò uno stupendo monumento a Maria Ausiliatrice. Si spesero forse 150
mila franchi. Spero che servirà a glorificare Maria SS., sebbene siavi anche da temere
che serva assai a soddisfare l'amore proprio!! Ora si vuol fare una funicolare. Credo
che si riuscirà, essendo piaciuta l'idea al Ministro dei Lavori pubblici, Sigr. Alfredo
Maia, che io pure visitai e che è molto buono per noi.
Una chiesa avrebbe servito meglio alla divozione. D. Zanchetta vuole incomin-
ciarla fra breve. Costerà oltre a mille contos di réis. Si diede la licenza da Torino, di-
cono, e si approvò il disegno di Delpiano.
D. Zanchetta in tutto si mostra più diplomatico che veramente zelante.
Comunque sia è insuperabile nella propaganda. Si fa del bene I e per mezzo di lui
il nome di D. Bosco e dei Salesiani si propagò omai per tutto il Brasile. Vi sono
50 persone pagate e mantenute.
Manca però un pied à terre in Rio. Ci vorrebbero alla direzione dell' Istituto 15
Novembre. Se noi l'accettassimo avremmo la simpatia di tutti. Diedi speranza al Co-
nego Amador che ne è ora Direttore, qualora però D. Arcoverde ci chiami e per
iscritto. Pel personale si potrà aggiustare con molta facilità, senza disturbare molto le
altre case. Ma per ora è inutile parlarne.
Fui a visitare il Presidente della Repubblica, varii ministri e benefattori. Tutti
hanno simpatia per noi. Il Nunzio, Mgr. Macchi, mi trattò da amico. È assai favore-
vole ai Salesiani che conobbe in altre repubbliche. Solo non vidi l'Arcivescovo, dopo
essere andato due volte per vederlo ed aver aspettato molto. Diede un' ora e poi non si
trovò in casa. Sarà un caso, ma fu così!
- S. Paulo-
La casa e chiesa è nostra. La chiesa è molto bella e divota. Nel 1900 si fecero
80 mila comunioni. L'Associazione del Sacro Cuore è fiorentissima. La Statua del
Sacro Cuore alta circa 7 metri si vede da tutta la città. Si lavora assai a bene delle
anime.1 La casa non è terminata, non corrisponde al bisogno. In sette anni si fece ap-
pena un pezzetto del pian terreno a destra della chiesa. Si lasciò perdere l'esternato,
e si ha un simulacro di Oratorio.
D. Foglino faceva quasi nulla né pel materiale, né per lo spirituale. È un bene
che non ritorni più. Fu nominato Direttore D. Zeppa con applauso di tutti. I confra-
telli mi ringraziarono; i migliori cooperatori vennero pure a mostrare la loro conten-
tezza. Si spera di veder presto la casa camminare come si deve. In un mese D. Zeppa
visitò più benefattori, che D. Foglino in 7 anni. Si sa che si ha un superiore. Avvi una
unione ammirabile fra i membri del Capitolo. D. Cosci, D. Molfino ed altri mostrano
di essere buoni religiosi.
Il denaro non mancherà sebbene il caffè non valga nulla. Spero che il nostro
istituto di S. Paolo sarà il primo del Brasile. Se D. Peretto sta in S. Paolo, pagherà i
debiti della casa di Lorena. Del resto animandolo, D. Zeppa andrà avanti anche da
solo. Ieri fu qui e mi promise di continuare di buona volontà. Egli non può essere
maestro dei novizi. Sarebbe stato uno sproposito levarlo da S. Paolo. I

3.9 Page 29

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 363
Fu un errore madornale levare le Suore da quella città. Ora si farà ogni sforzo
per richiamarle. È indispensabile un Oratorio festivo ed una scuola esterna, dovessero
anche affittare una casa. Questa si sta cercando per incominciare l'opera in sul prin-
cipio del nuovo anno scolastico, cioè in principio di Marzo venturo. Qui in Brasile le
Suore sono nascoste in veri bugigattoli, ossia in piccole località, ove il bene è molto li-
mitato. Non so perché non fecero come in Buenos Aires, dove fanno prodigi? Là fe-
cero troppo, qui hanno collegi in cui si lavora con qualche profitto, ma in piccola sfera.
Credo che non mi disapproverà se cercai di mettere un poco di animazione per
l'Oratorio e per l'esternato delle ragazze. Altre Suore per nulla superiori alle Figlie di
M. A. fanno un bene immenso; il bisogno è sì grande.
S. Paulo ha forse 60 contos di debito. Per una casa come quella non è straordi-
nario. Si avrebbero pagati facendo qualche visita o almeno ricevendo bene i benefat-
tori che venivano in casa.
Non essendovi superiore, si può dire che i confratelli fecero molto a regolarsi
come si regolarono. La pietà è discreta. Vi I mancò un poco lo spirito di povertà. Si
andò un poco alla grande nel vitto; ma d'altro lato come resistere al clima, se non
avvi un vitto molto confortante?
D. Cosci, D. Pavan, Barbieri, Bologna, Pirali ed altri stentano ad andar avanti, e
temo che cadano sotto il peso della fatica. Gli altri stentando tirano innanzi.
La casa non è comoda, non è sufficiente. È necessario che quanto prima sia ter-
minata, si abbiano scuole, tettoie per l'Oratorio con una cappella, un teatrino. Ci
vuole attività da parte dei confratelli, e poi il denaro verrà. L'inerzia di D. Foglino,
scusato certo dalla sua precaria sanità, paralisò [sic] tutto e divenne contagiosa. Re-
gnava in quella casa l'apatia. In S. Paolo si dice che da un mese pare ritornino i tempi
di D. Giordano, e che i Salesiani danno di nuovo prova della loro conosciuta attività.
Mi si dice che fu destinato per colà D. Borghino, ma mi pare che non convenga le-
varlo da Bahia BIanca. Mgr. Cagliero andrebbe sulle furie e con ragione. I
- Lorena-
Questa casa è nostra in parte solamente. La chiesa e buona parte del terreno cir-
costante è del Conte che finora non si decise di fare un atto in nostro favore. - Questa
piccola città non può aiutare efficacemente i Salesiani, che sono aggravati di 80
contos (80 mila franchi) di debito. Il fabbricato è incompleto. Si spesero somme favo-
lose con poco criterio. Finora vi furono, separati, il collegio S. Gioachino colle Suore
ed il noviziato. Nel collegio stanno figli di Maria e giovani a pagamento, ma l'istituto
è rachitico ed ogni anno si aumentano i debiti. Pel paese si fa quasi gratuitamente
ogni servizio religioso, essendo il parroco vecchio ed impotente. Si ha pure un pic-
colo oratorio festivo pei giovani ed altro per le ragazze.
Pare opportuno fare una casa sola dei figli di Maria e dei novizi, separatamente.
Sarebbe conveniente fare una scuola esterna con una piccola quota, che sosterrebbe la
casa. È pure necessario separare le Suore dai Salesiani. Questa vicinanza fu causa di
molte dicerie in città, fece perdere molto tempo aD. Peretto con molta mormorazione
da parte dei confratelli. D. Peretto farebbe molto meglio se passasse più tempo ne'
suoi collegi. Spero I che accetterà questa mia proposta, che gli lasciai scritto in ogni
caso che non possa più incontrarlo.
Finora egli si mostrò troppo affezionato alle Suore. Fece sovente viaggi lun-
ghissimi, perché da loro chiamato senza vero bisogno. Con loro parla sempre delle
sue miserie corporali, si mostra malcontento se non vanno a confessarsi, e passa un
tempo assai lungo in loro compagnia. Spero che si emenderà.

3.10 Page 30

▲back to top
364 Antonio da Si/va Ferreira
- Guaratingueta -
Il collegio di S. Giuseppe sarà un poco più fiorente unendovi quella ventina di
giovani che stavano in Lorena. Questo collegio fu regalato dal buon Mgr. Filippo.
Poco ben costrutto, va via migliorandosi con piccoli lavori che vi fa fare D. Mainini.
I giovani sono buoni pagano una pensione poco regolare, ma si può fare un
poco di risparmio. D. Gioia pare che faccia abbastanza bene. D. Mainini è un carat-
tere insopportabile.
I Salesiani assistono nelle cose spirituali le Suore di Maria Ausiliatrice che sono
al servizio del vicino ospedale. Su questa casa non c'è gran cosa da dire. I
Il collegio di N. S. del Carmine è molto grande e conterrebbe quasi duecento ra-
gazze però esse non giungono a cento. Si fa assai bene l'Oratorio colle Figlie di
Maria. Sta nella stessa casa il noviziato con poca edificazione delle novizie e postu-
lanti, essendo riunite in quella casa le Suore che per la loro condotta non poterono
stare in altre case. Sarebbe conveniente separarlo.
Il Cappellano sta nella casetta vicina. Qui ordinariamente il sacerdote in prin-
cipio si annoia, poi si rassegna, in ultimo si affeziona. Fu qui che si rovinò D. Ago-
stino Zanella. Ora però il cappellano attuale D. Faustino Bellotti è disposto ad andare
ad abitare nel collegio di S. Giuseppe vivendo della vita salesiana. Basta un cenno
perché subito eseguisca questo ordine. Penso di scrivergli di qui che vada presto in
S. Giuseppe. Non potei più vederlo, come sperava.
Le Suore fanno assai bene in generale. Sono disposte ad evitare per parte loro
ogni cosa che sia contraria ai desideri del Sigr. D. Rua. La Visitatrice ha assai buono
spirito ed è ubbidientissima. I
Se avvi alcuna cosa da desiderare, viene dall'indole fiacca delle persone, conse-
guenza del calore snervante. Basta che i Salesiani che le dirigono, siano serii e met-
tano in pratica ciò che V. R. raccomanda.
Per le finanze non c'è male. Esse risparmiano alcuna cosetta e D. Filippo con-
tinua ad aiutarle. Ricevono pure aiuti dal governo ed hanno i viaggi a gratis la Visita-
trice con due Suore.
- Ypiranga-
Questa casa è del Dottor Vicente Alves [sic] e le Suore prestano l'opera loro in
quell' asilo gratuitamente. Lavorano per guadagnarsi la vita. Chi fece la convenzione
non chiese neppure un piccolo salario per le maestre e per tutte le Suore, le quali, se
cadessero ammalate, dovranno andarsi a curare in casa loro. Sta là come cappellano
D. Jombini Abramo, il quale chiede a braccia aperte che lo si lasci tornare a Nizza
Monferrato. Vuol partire in Marzo od Aprile venturo.
Tutto il mobilio della casa è delle Figlie di Maria Aus. e ne lasciano l'uso I
gratuito all'Ospizio, mentre in faccia del Governo comparisce come facesse tutto quel
Dottor Vicente. Consigliai le Suore, quando siasi trovata una casa in S. Paulo, a tra-
sportare tutto colà e iniziare subito un esternato, abbandonando l'Ospizio.
D. Foglino passava colà molto tempo, perché gli pareva che quell'aria gli fa-
cesse del bene! Intanto la casa di S. Paulo andava come poteva.
In S. Paulo si avrà non più solo una cinquantina di giovanette, ma una scuola
numerosa, un oratorio molto fiorente, e le Suore potranno farsi meglio conoscere e
trovare vocazioni.
Noti che pochi anni or sono, credo nel '96, Mgr. Cagliero e la Madre Generale
fecero una convenzione conveniente col Dott. Vicente; questi prometteva di dare la

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 365
proprietà, lasciar ogni libertà nella direzione, poi non si curò di questa convenzione
e fece firmare l'attuale in cui noi facciamo la figura di chi non ha pane ed accetta
una casa a qualsiasi condizione. Da me invitato a trattare della nostra convenzione,
non si lasciò vedere. Non lo credo onesto, ed infatti gode poco buona riputazione.
I missionarii I di Piacenza si separarono malamente da lui perché non è uomo di
parola. Tuttavia anche adesso essi sono in condizione poco regolare poiché
fabbricarono la loro casa in terreno che il Dott. Vicente non ha peranco ceduto.
- Cachoeira -
È un terreno immenso ceduto dal governo di Minas ai Salesiani. Questi con
molti sussidii da lui ottenuti fabbricarono 1'attuale collegio. Un giorno o 1'altro il go-
verno potrebbe rivocare la sua donazione. Non fu apposta la condizione che risarcirà
i miglioramenti fatti nel suo fondo. Pazienza! Ora si può sperare di andar avanti,
avendo il governo altre brighe.
Il collegio è pareggiato ai collegi normali dello Stato. Tutto va bene per ora
perché ci protegge il Dott. Senna, Senatore. Il numero dei giovani è discreto, però
non si può far loro gran bene essendo già molti corrotti, e stando nel collegio non per
affetto, ma solamente per prepararsi al diploma.
Il personale di detto collegio è appena passabile. Non vi è nessuno che abbia
veramente buono spirito, cominciando da D. Albanello che ha un altissimo concetto
di se e non conosce lo spirito di sacrificio. I
Non avendo altri si mandò colà come confessore il povero D. Coratella. Egli
non ha voglia di lavorare, di ubbidire, né di accettare gli avvisi del superiore. Non so
dove si potrà mandare se non si riesce a trarne partito nella casa di Cachoeira. Sta
pure colà D. Giovannini, nativo di S. Paulo, che l'anno passato si compromise assai
gravemente in fatto di moralità. Chi sa se si rimetterà a far bene, e intanto è il prin-
cipal confessore di quella casa!
D. Minguzzi ha poco buono spirito e si dovette levare anche da S. Paulo. Là è
catechista. Pel momento non c'è tanto male.
Si fece ordinare D. Ferrario, che non ha quasi pietà ed è molto pieno di se.
Dio non voglia che abbia da dare fastidii. Funge da consigliere scolastico.
D. Zatti fu molto trascurato nelle pratiche di pietà. Ora pare che siasi messo un
poco meglio. È però troppo occupato nelle cose esteriori, e non ritiene quasi nulla del
sacerdote e del religioso. I
D. Peretto farebbe bene passando in quel Collegio qualche tempo più lungo che
non è una semplice visita. lo lo esortai molto a far così; spero che lo farà.
L'anno passato D. Albanello fu quasi sempre fuori. Si calcolò che in ogni mese
erano almeno Il i giorni in cui era assente. Stava per lo più dalle Suore di auro
Preto, di cui non era incaricato. Da Febbraio in poi non andò se non rare volte. Pove-
retto! Non sa occuparsi del suo collegio, vive fra le nubi. L'anno scorso Mgr. Ca-
gliero a Buenos Aires avrebbe voluto mandarlo in Italia.
Non vi è pericolo che da quel collegio esca un solo Salesiano. Le vocazioni non
sono certamente coltivate come si dovrebbe in un collegio Salesiano. Avevano un
poco di scuola esterna e di Oratorio. Tutto era caduto, e si riprese dopo la mia visita.
Speriamo che continueranno.
Si coltiva la terra ma con braccia di uomini pagati. I giovani non I hanno voglia
di lavorare. Col tempo la vite potrà dare molto vino. Il governo vede di buon occhio
la scuola normale e la colonia agricola, e negli anni passati le concesse sovvenzioni
considerevoli.

4.2 Page 32

▲back to top
366 Antonio da Silva Ferreira
È necessario però far in modo che D. Albanello non faccia alcuna spesa di
qualche rilievo senza autorizzazione. Egli deve dimenticare spesso le cose; asserisce
una cosa per un'altra. Negli anni passati beveva molto perfino liquori. Ora pare si
moderi di più, ma non è del tutto corretto. Gli piace molto ciò che è buono!! La po-
vertà la fa praticare talora agli altri.
auro Preto-
Ospedale tenuto dalle Suore. Esse poi sono dirette da un Salesiano. Trovai colà
D. Debella. Che povero Salesiano è mai quello! Fa ciò che gli piace e non ciò che
deve. Non abita nella casa del cappellano per ragioni futili e vuoI dimorare vicino al-
l'abitazione delle Suore. Nella Chiesa fa il bene I a suo modo. Non va d'accordo
colle Suore e fece mille lamenti perché parve opportuno mutar la Direttrice poco atta
a quell'ufficio.
Del resto le Suore fanno molto bene. Oltre l'ospedale hanno una scuola esterna
ed un oratorio assai frequentato. Le Suore sono abbastanza osservanti e caritatevoli.
Difficilmente i malati muoiono senza Sacramenti.
-Araras -
Collegio delle Suore. Oratorio festivo delle ragazze ed altro dei ragazzi. D. Crip-
pa costrusse una cap[p]ella assai vasta, aprì scuola, adoperando per questo una sovven-
zione del governo che invero era destinata al collegio delle Suore. Questo istituto va be-
ne. Le Suore sono unite e lavorano molto. L'Oratorio è abbastanza frequentato, ed in ge-
nerale le Suore godono di ottima riputazione ed hanno le ragazze delle prime famiglie
della città. La casa è proprietà della Congr.ne, data dal Barone di Araras.
L'Oratorio dei ragazzi dà pure buoni risultati. Vi si fa scuola e sebbene non si
abbia ancora alcuna comodità pure, si raduna un gran numero di ragazzi. Le autorità
sono favorevolissime. I
Tuttavia non sono tranquillo sul conto di D. Crippa. Egli gira troppo per le case,
conosce tutti e tutte, è sempre fuori di casa. Colle Suore tratta in modo altiero e come
fosse un gran personaggio. Le Suore non possono aver confidenza con lui. Ho desti-
nato come loro confessore D. Lambrughi. Così si farà una piccola comunità Salesiana
in Araras ed il Cappellano delle Suore non sarà più abbandonato a se stesso come
negli anni passati.
- Campinas
Questa casa fu data da D. Neri alla Cong.ne Salesiana. Bisognerà aggiustare le
cose meglio. lo non potei più parlare col Vescovo come sperava, del resto avrei pro-
curato di suggerirgli di fare le cose in modo per noi più sicuro.
La casa ha 38 mila fr. di debito ed è ben lungi dall'essere terminata. D. Fia si
era inimicati i principali abitanti di Campinas; non poteva più andar innanzi così. Lo
mutai con D. Giudici Luigi. I Questi incontrò i favori di tutti. Speriamo che il Col-
legio si rialzerà e che si potrà intonacare la parte già esistente, che ora è tutta, anche
interiormente, color di mattone. Il personale che non poteva andar d'accordo con D.
Fia, ora fa assai bene col nuovo direttore. C'erano molte miserie da dire sul conto di
questo collegio, ma ora tutto sembra mutato. Mgr. Correa Neri è molto contento dei
mutamenti fatti.
- Ponte Nova-

4.3 Page 33

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 367
È un collegio normale femminile. È situato alquanto lungi dalla città, quindi
nessun comodo per iscuola esterna e per oratorio. Le scuole sono pareggiate, e pel
momento essendo sotto la protezione del Senatore di Pontenova [sic] tutto va a gonfie
vele in faccia al governo. Esige però circa 20 Suore per istruire 80 giovanette. Le
Suore si misero in condizione di dare l'insegnamento dovuto. Se ne spera frutto. I
Manca però l'assistenza religiosa affidata a D. Vieceli che non sa la lingua e meno
ancora la teologia. Però edifica tutti colla sua pietà e virtù. Quando si possa, è dovere
provvedere un Direttore che formi meglio alla pietà le Suore e le alunne e dia un'idea
più conveniente della religione.
Da Lorena ci vogliono due giorni di strada ferrata. Quindi quanto tempo ci
vuole per visitare quella casa!
- Rio Grande do Sul -
Finora non si fece nulla. I Salesiani sono in casa del Vicario palTOCO e lo aiu-
tano nella sua parrocchia.
Destinai a quella casa D. Barale che con D. Dellacqua farà un poco di bene se-
condo i desiderii di quel buon Vescovo. Se D. Graglia ritorna sarà bene metterlo in
una casa di studio. Come Direttore non riesce.
D. Barale fece poco bene a Lorena. Trattò sempre con poco decoro colle I
Suore, sicché è meglio che vada lontano, dove esse non ci sono ancora. Lo esortai a
metterei un poco più di buona volontà; spero che terrà la parola.
Pernambuco -
Malgrado la malattia, la mancanza di personale, varie dolorosissime defezioni,
il collegio di Pernambuco non va male. Fra gli alunni vi sono i figli delle prime fami-
glie, e tutti stanno molto volontieri. La casa aveva molti debiti fatti nel 2° anno di esi-
stenza, ora sono quasi intieramente pagati.
Vi è buono spirito fra i confratelli, bastante pietà e moralità fra i giovani. D. Si-
roni può fare bene da Direttore ed infatti sono molti anni che [,] senza il titolo,
compie questo ufficio. D. Giordano passava pochi giorni in Recife, era quasi sempre
a Jaboatào. Come già le scrissi, diedi aD. Giordano il titolo di Vice[-]Ispettore del
Nord del Brasile. D. Sironi sarà Direttore. I
Piuttosto che stare in Jaboatào, è meglio che vada anche a Bahia dove l'Arcive-
scovo lo vede molto volontieri e pensa anche di affidargli talora predicazioni ed altri
incarichi. D'altro lato D. Giordano aveva bisogno di essere un poco più animato e
rialzato dalla prostrazione fisica e morale che lo colpì di seguito alla sua malattia.
La casa ha bisogno di essere ristorata, ma con poca spesa si potrebbe aggiun-
gere un piano, e così sistemare meglio i dormitorii che non corrispondono alla impor-
tanza del collegio.
In generale si fanno regolarmente le pratiche di pietà, si ama D. Bosco e la sua
Congregazione. Mancavano le conferenze ed il rendiconto. Ora si promise di mettersi
in regola.
In città si gode d'una stima e simpatia, e ciò specialmente per riguardo a
D. Giordano che non risparmiò nulla per attirarsi gli animi. I
Procuri di far in modo che sia approvata la sua nomina di Vice-Ispettore, tanto
più che ciò fu suggerito da D. Lazzero stesso. Se D. Giordano non ha autorità, come
fare i piccoli mutamenti che sarebbero necessari pel bene delle tre case, tanto più che
si aprirà presto Sergipe.

4.4 Page 34

▲back to top
368 Antonio da Silva Ferreira
- Bahia del SS. Salvatore -
Casa incipiente. Molte cose vanno ancora alla buona. Vi è poca pulizia, poco
ordine e d'altro lato molto spirito di famiglia. Manca una mente organizzatrice. D.
Dellavalle lavora moltissimo, si ammazza se continua da solo. Il suo personale è tutto
giovane, e dovrebbe essere formato. Passando una parte dell'anno colà D. Giordano
aggiusterà tutto.
Malgrado la mancanza di tutto si fa molto bene e si gode di moltissima sim-
patia. Si trova in I Bahia quell'anima bella di Dona Amelia Rodriguez che fa un bene
immenso ai Salesiani del Brasile coll'aurea sua penna. Dio la conservi! Converrà che
D. Rua le mandi una parola d'incoraggiamento a continuare la sua opera di carità. È
una maestra che si guadagna la vita lavorando, eppure fa tanto bene ai Salesiani.
Ora vorrei continuare, ma non posso perché bisogna andar al vapore che ci por-
terà a Buenos Aires. A giorni partiremo per Cordoba e Mendoza, e poi traverseremo la
Cordigliera. Mgr. Costamagna viaggierà con noi e ciò renderà il viaggio più gradito.
Scriverò presto molte altre cose lasciate da parte.
Ci benedica e mi creda sempre
in Corde Jesu
Di V. R.
Umil.mo aff.mo figlio
V.l.
Sac. P. Albera
P. S. Col corriere che le porterà questa mia giungerà pure il Ch.co Ferraro di Monte-
magno. Egli da oltre un anno non fa nulla essendo tisico. Fu D. Rinetti che
s'impegnò per farlo venire in Italia. Egli ha un carattere poco buono; i superiori
di qui lo sopportarono con molta pazienza e lo curarono con immensa carità.
Egli non seppe riconoscere questa carità; si lamentò sempre, e non mostrò al-
cuna virtù nella sua infermità. Ne dispongano pure come credono.

4.5 Page 35

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 369
5
A don Michele Rua
ASC B 050 03 14
aut. italiano, 2 ff. carta bianca, intestato Pacific Line [...] on board R. M. S. «Orellana»,
204 x 130 mm., e 2 ff. carta bianca, rigata, 210 x 136 mm. inchiostro nero.
ined.
ff. Ire 3r, in alto, matita, B 0500314.
f lr, in alto, inchiostro nero, Letta al Cap.; R. 3/1; dopo la data, arr. il 5/12; ff. II', Iv, 2r,
mrg. sin., inchiostro nero, don Rua, !; f l v, mrg. sin., in alto, inchiostro nero, don Rua, ?; ff. 21",
2v, 3v, 41", mrg. sin., inchiostro nero, don Rua, '"
In Brasile non si sente la presenza del Vicario del Rettor Maggiore valutazione dell'operato
da don Peretto - debiti poca cura del personale in formazione ridimensionamento dell' o-
pera a Lorena nuovo direttore a S. Paolo del Brasile, a Campinas, a Rio Grande - Salvador
da Bahia: mediocrità dell'azione dei confratelli - Pernambuco: stima che i salesiani hanno in
città -la colonia di Jaboatào - accettazione della casa di Sergipe - creazione dell'ispettoria del
nord del Brasile elogio di don Giordano
on board R. M. S. «Orellana» li 11 novembre 1901
Carissimo Sigr. D. Rua,
Penso [di] mandarle una relazione alquanto particolareggiata sulle nostre case
del Brasile, ma come ci vorrà un poco più di tempo per iscriverla, mi son deciso di
scriverle pel momento alcune cose più essenziali, riservando le altre per altro mo-
mento.
In generale le debbo ripetere che l'Ispettoria di D. Peretto non sente per nulla
l'autorità del Vico Generale. L'Ispettore fa quello che meglio gli sembra; anche qui
non passa nemmeno per la mente che si possa fare alcuno scambio di personale tra
Ispettoria e Ispettoria, qualora il Vie. lo credesse opportuno.
• L'Ispettore non ha tutto l'ascendente che sarebbe necessario sul suo personale,
che lo giudica assai severamente. Muta le sue decisioni con tutta facilità. È occupatis-
simo ordinariamente ma non in modo utile per tutta l'ispettoria, accettando egli molte
predicazioni, facendo lunghissimi viaggi specialmente per le Suore, che conoscendo
la sua bontà ne abusano molte volte.
Ha molto personale, ma impiegato malamente. Alcuni di molta capacità, come
D. Foglino, D. Zeppa, D. Graglia, D. Barale ed altri, poco alla volta, si erano ridotti a
lavorare in modo poco utile per la Congr.ne. Altri sono capaci di poco o nulla.
Nella casa di Lorena specialmente stavano riuniti molti sacerdoti, disoccupati e
sempre pronti a mormorare specialmente dell'Ispettore. Non so come D. Peretto siasi
persuaso d'aver bisogno di altro personale! Ne ha troppo, specialmente se non si
aprono nuove case. Anche di certa nullità [,] altro ispettore avrebbe forse approfittato
meglio di D. Peretto.
La maniera di trattare colle suore che avevano D. Foglino e D. Peretto prima del
Cap[itolo] di Buenos Aires era certamente degno di biasimo, sebbene essi si difendes-
sero recando l'esempio di altri che V. R. conosce. Ora ispero sarà tutto rimediato.
La casa di Lorena ha circa 86 mila lire di debito, e non ha risorsa alcuna. Limo-
sine non se ne ricevono, le pensioni dei giovani sono una cosa insignificante. Si uf-
ficia la chiesa di S. Benito senza nessun profitto materiale, I anzi con perdita. Si ri-
10

4.6 Page 36

▲back to top
370 Antonio da Si/va Ferreira
pete sempre che colà si lavora molto, ma io vidi che si fa poco. Manca la direzione.
Vi sono una trentina di Figli di Maria, i quali danno poca speranza di vocazione.
D. Peretto era assente continuo, D. Barale studiava, nessuno ne ebbe vera cura.
Mi parve necessario unire nella stessa casa però con separazione completa il no-
viziato ed i figli di Maria, con D. Fausone Direttore, aiutato da D. Peisino, che potrà
essere un vero maestro dei novizi e Direttore dell'Oratorio. Per avere un poco di aiuto
materiale e per fare alcuna cosa per la città che non vede tanto di buon occhio i Sale-
siani, suggerii di aprire una scuola esterna con piccola retribuzione. I giovani studenti
che vivevano coi figli di Maria, suggerii di metterli tutti nel collegio di Guaratinguetà
che così potrà andar innanzi. D. Peretto farebbe anche bene a mettere le Suore un
poco lontano dai Salesiani. La loro vicinanza è causa di molte dicerie e disonore dei
Salesiani e delle Suore. L'ispettore stia molto tempo nei grandi centri dove potrà tro-
vare di che pagare i debiti di Lorena.
A S. Paulo misi Direttore D. Zeppa. Mi vollero gli argani per tirarlo fuori dalla sua
chiesa ove si era nascosto confessando tutto il giorno. Ora egli si è messo a lavorare. I
Mostrò un'ubbidienza esemplare, si mise al lavoro con incredibile attività! La sua elezione
fu accolta con applausi in tutta la città, ove è molto conosciuto ed apprezzato. In casa son
tutti contenti. Era una perla di Direttore, di cui non si seppe approfittare D. Peretto.
Dio lo aiuti per continuare come incominciò e spero che tutti ne saranno contenti. Da S.
Paulo non si poteva levare D. Zeppa senza urtar molto coi cittadini che lo amano molto.
A Campinas D. Fia non poteva più continuare; quella casa soffriva in tutti i
sensi. Non limosine, pochi giovani, poco favore in città, Mgr. Neri molto scontento.
Misi a suo posto D. Giudici Luigi e le cose mutarono in meglio, anche prima che io
partissi. Dea gratias! Egli era prefetto a Lorena, e fu surrogato da D. Oliveira Emma-
nuele, il quale fa molto bene.
D. Barale andrà Direttore a Rio Grande, ove non si fece ancor nulla con grave
dispiacere del Vescovo. Per ora D. Barale e D. Dell' Acqua col coadiutore che già sta
colà, possono bastare. D. Graglia è buono molto per chiudere le case e non per
aprirle! Non so se convenga che ritorni in Brasile. Si occupa de' suoi studii e trascura
tutto. Stette tre anni in Juiz de Fora [,] credo a grattarsi le ginocchia. In Rio Grande
non faceva nulla quando cadde ammalato. lo lo conosco poco. Facciano i Superiori
ciò che sembra meglio in Domino! I
Fui poi a Bahia del SS. Salvatore (è così che va chiamata). La casa è incipiente
in tutti i sensi. Materialmente è aiutata assai sebbene manchi di molte cose neces-
sarie. Moralmente va bene perché gode di molta simpatia. Però i confratelli non sono
all'altezza della situazione, il Direttore specialmente. Incominciarono molte cose,
sebbene non siano quasi capaci di farne bene alcuna. Abbisognano di personale. Non
hanno uno che sappia alquanto il portoghese. Però si lavora assai e con molta sempli-
cità e sacrificio.
Passai poi a Pernambuco. Colà si fece assai malgrado un milione di difficoltà.
La salute ora è discreta, il favore dei Salesiani in città è molto grande dovuto a D.
Giordano specialmente, sebbene questi non possa punto rimanere in città. È quasi
sempre in Jaboatào. Il personale è bastante, anzi I si potrebbe anche levar qualche-
duno senza danneggiare la casa.
La colonia di Jaboatào finora non ha ancora molta importanza pel numero dei
giovani, ma bensì ne ha molta per la sanità dei confratelli. Pare indispensabile un
luogo ove respirare aria buona.
Mi si dice che il Capitolo accettò la casa di Sergipe con grande piacere dell' Ar-
civescovo di Bahia. Mi parve necessario che queste 4 case avessero un Superiore 10-

4.7 Page 37

▲back to top
Brasile - 1901: La visita di don Paolo Albera... 371
cale. Perciò servendomi delle facoltà che V. R. mi diede nominai D. Giordano Vicei-
spettore di queste tre e presto quattro case. Lo esortai a porre la sua abitazione ordi-
naria in Bahia, dove scomparvero le difficoltà che a di lui riguardo faceva l'Arcive-
scovo. Questi ora che conosce meglio D. Giordano, lo stima molto. I Lo invitò a pre-
dicare gli esercizi ai confratelli delle Conferenze di S. Vincenzo e poi mi pregò (con-
ceptis verbis) di mandarlo a Bahia e di raccomandargli che vi rimanga il più possi-
bile. Il clima gli conviene, e la casa abbisogna di lui per essere meglio ordinata. I
vantaggi saranno molti e specialmente sarà animato D. Giordano. Creda, in ciò non
mi lasciai condurre da simpatia; era necessario dare più autorità a D. Giordano per
cambiamenti necessarii sovente per salute o per altri motivi. Mi suggerì d'altronde
questa cosa D. Lazzero stesso, finora ispettore di quelle case, sicché io non ebbi ti-
more di fargli dispiacere con questa nomina. Abbia la bontà di approvare e far appro-
vare dal Capitolo il mio operato.
Non occorre dirlo, D. Dellavalle I non poteva far di più che mettersi in ginoc-
chio e chiedermi che mandassi D. Giordano a Bahia. I benefattori [,] che io visitai
quasi tutti, saranno molto contenti della misura presa.
D. Giordano è ora molto migliore. Mai non rinnoverà più i dispiaceri del pas-
sato. Mi creda poi egli ha fatto moltissimo in S. Paolo. Il bene che fece compensa
qualche miseria del suo carattere.
Arriviamo all'isola di Flores dove faremo quarantena. Partiremo poi subito per
Buenos Aires, non essendoci permesso di entrare in Uruguay. Presto saremo a San-
tiago. Ci benedica e preghi per noi.
In Corde Jesu
Di V. R
Umil.mo aff.mo figlio
Sac. P. Albera