2015|it|04: «Scrivo a voi, giovani, perché siete forti...»

IL MESSAGGIO del Rettor Maggiore

DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME

«SCRIVO A VOI, GIOVANI, PERCHÉ SIETE FORTI 
E LA PAROLA DI DIO DIMORA IN VOI» (1 Gv, 2,14) 

ho scelto come titolo di questo messaggio le belle ed energiche parole che leggiamo nella prima lettera di San Giovanni: «Scrivo a voi, giovani, perché siete forti e la Parola di Dio dimora in voi» (1Gv  2,14).

Il motivo di questa scelta è che mi sembra una bellissima concretizzazione della chiamata che oggi il Signore Gesù fa a ciascuno di voi e che senza dubbio Don Bosco, con la sua genialità educativa, saprebbe tradurre in sfida e traguardo della vita quotidiana per i suoi giovani.
Miei cari giovani, non posso nascondervi questa mia profonda convinzione: il Signore, Gesù di Nazareth, Figlio del Padre, è la via autentica per la vera felicità di ciascuno di noi, di ciascuno e ciascuna di voi.

E, come ha detto il Papa Francesco a voi giovani: «Gesù ci invita a seguirlo, a percorrere con Lui il cammino dell’amore, l’unico che conduce alla vita eterna. Non è un cammino facile, ma il Signore ci assicura la sua grazia, e non ci lascia mai soli... Se apriamo la porta a Gesù, se lasciamo che Egli sia presente nella nostra vita, se condividiamo con Lui le gioie e le sofferenze, sperimentiamo una pace e una gioia che solo Dio, amore infinito, può dare».


  1. Scrivo a voi, perché siete forti


Miei cari giovani, questa è una affermazione della Parola di Dio, che è molto distante dall’essere una adulazione o una parola vuota. È in pienezza un’affermazione che esprime come il nostro Dio, nel suo Amore, ha la certezza che voi siete una garanzia per il Regno e per una Umanità più giusta e fraterna.

La sicurezza che sarà così è nell’adesione di ciascuno di noi, di ciascuno di voi, al Signore Gesù, a Gesù Cristo. In verità, miei amici e amiche, Egli non sarà mai un estraneo se gli date uno spazio nel vostro cuore. Egli è, e sarà per voi l’espressione più piena dell’Amore e il “volto umano di Dio” che desidera la vostra felicità, di tutti e di ciascuno di voi, e che  vi interpella per aiutarvi a crescere. 
  Il nostro amato Don Bosco concretizzava questa chiamata del Signore in ciascuno dei suoi ragazzi, come farebbe oggi tra voi, aiutandovi a fare un pregevole cammino di fede, che vi porterà a sperimentare molto realmente l’amore di Dio nelle vostre vite. Don Bosco credeva ciecamente, pienamente in voi giovani. Faceva sue proprie le inquietudini, speranze e gioie dei suoi giovani (e di voi), vivendo con i suoi giovani, in mezzo a loro e con loro, e in quello che era un dono speciale in lui, di essere uomo della relazione personale, del buon tratto, dell’amicizia e del dialogo, dava ai suoi giovani tutta la fiducia per essere veramente “forti” nel cammino della vita, forti nella fede, credendo realmente nelle proprie capacità e possibilità, credendo che voi potete essere, e dovete essere, perché così chiede il Signore, i veri protagonisti delle vostre vite. 
 

2. Permetteteci di camminar con voi, tra voi, al vostro lato

Don Bosco scoprì con grande forza la paternità infinita di Dio e andò permettendo, nella sua libertà, che lo Spirito formasse in lui un cuore di padre dei suoi ragazzi, un cuore pieno di fiducia e gratitudine, che lo portava a darlo tutto e a dare tutto se stesso per i suoi giovani, con lo stesso cuore di Gesù Buon Pastore, attratto in modo speciale dai più piccoli e dai poveri.
Allo stesso modo di Don Bosco, oggi, tutti quanti formiamo parte del grande albero che è la Famiglia Salesiana, vorremmo camminare con voi, tra di voi, al vostro lato, rinnovando la nostra amicizia, tracciando insieme un cammino che ci porta tutti, congiuntamente, ad “essere forti” (come ci chiede la Parola di Dio), a camminare insieme verso gli ideali del vero progetto di uomo o donna, che Gesù ci ha mostrato.
 

Questo camminare insieme vuol significare che ci educhiamo reciprocamente, apportando ciascuno il dono che noi siamo; significa che ci obblighiamo a metterci in cammino per continuare a crescere, avendo attenzione, simpatia e interesse per l’altro, per l’altra, condividendo quegli aneliti, desideri e speranze che riempiono di senso le vostre giovani vite, e le nostre, come risposta all’invito sempre attuale e rinnovato che ci fa il Signore, di essere dei suoi, di essere suoi discepoli.
E in questo essere giovani di oggi, credenti, discepoli e missionari di Gesù, come ci chiede il Papa Francesco, io vi invito, cari giovani, a bere alla fonte della spiritualità salesiana, che in modo concreto ci porterà a Gesù, a stretto contatto con il cuore di Don Bosco.
Questa spiritualità, sulla scia di Don Bosco, attira i giovani più in là della sua persona, verso Dio. È questo un desiderio del cuore pastorale di quanti desideriamo camminare con voi, al vostro fianco: puntare sulla fede, con la convinzione che in essa Gesù di Nazareth offre, offre a tutti noi, un cammino che conduce alla pienezza. 

Questa spiritualità giovanile salesiana, che vi proponiamo di scoprire e vivere insieme, è una spiritualità del quotidiano, un quotidiano che si ispira a Gesù Cristo, persona nella quale voi, giovani, riconoscete la presenza di Dio e potete vivere la sua realizzazione personale.
È anche una spiritualità della gioia e dell’ottimismo, che non rifiuta lo sforzo e la responsabilità, ma che guarda la vita con speranza. 

È la spiritualità dell’amicizia con Gesù, il Signore, e che nella comunione ecclesiale offre l’opportunità di crescere e maturare nella fede.

È, infine, una spiritualità del servizio e della donazione agli altri nel quotidiano e nella semplicità.
È questo il modo di vivere salesiano, che si fonda su una convinzione gioiosa e insieme fondamentale:
nella vita ordinaria, nel giorno dopo giorno, nella quotidianità possiamo incontrare il Signore.

Miei cari e care giovani, vi affido a Maria Ausiliatrice, metto, dal profondo del cuore, la mia intenzione e il mio pensiero per ciascuno e ciascuna di voi, pur senza conoscervi tutti. Senza dubbio la Madre vi accompagnerà con la sua tenerezza e vi aiuterà in questo cammino fino all’Incontro con il Signore e all’incontro con gli altri giovani e anche con quelli che hanno bisogno di voi.