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di Pascual Chávez Villanueva
FAMIGLIA CULLA DELLA VITA
MAMMA MARGHERITA
IL MODELLO
La mamma di Don Bosco, Margherita Occhiena, può essere il modello di ogni mamma… Il suo è un messaggio di fortezza, di ottimismo di speranza contro ogni speranza.
I
l
primo ricordo di Don Bosco è la mano di sua madre. Giovannino aveva
solo due anni e non voleva uscire dalla stanza dove era spirato il
papà. Racconta lui stesso: “Povero
figlio, disse mia madre,
vieni con me, tu non hai più
padre. Ciò detto, ruppe in
forte pianto, mi prese per mano e mi trasse altrove, mentre io
piangeva perché ella piangeva”. La mano di Margherita, che
pure è straziata dal dolore e dall'apprensione per il futuro, è
dolce e ferma: non lascerà mai i suoi figli. È
il suo primo importante messaggio:
“Possiamo essere colpiti,
ma andiamo avanti e qualunque cosa capiti tu puoi contare su di me”.
Margherita aveva allora 29 anni, Giovannino 2, Giuseppe 4, Antonio
14. Per Antonio, Margherita è solo la «matrigna». Per di più
egli è un adolescente grezzo, buon lavoratore, ma cocciuto e
geloso.
Margherita è una mamma molto «moderna»: la responsabilità della famiglia è sulle sue spalle. La classica battuta sulle madri oggi dovrebbe suonare così: «La mamma è sola!». Oggi, le mamme sono sole in molti modi. Perché hanno un doppio lavoro, fuori e in casa, o perché sono separate con i figli a carico, o perché sono lasciate sole nel compito di educazione dei figli. Mio marito di queste cose non s’interessa, dicono, quasi a giustificare una distrazione che è in realtà una colpa grave. Mamma Margherita è prima di tutto presente. Il suo è un amore totale ed effettivo, fatto di poche parole, molte azioni, un esempio continuo, una donazione assoluta. Contadina analfabeta, è ricca d’infinita saggezza e raro equilibrio. Tutti sono concordi nel sottolineare il suo ruolo determinante nella formazione di Giovannino. I suoi furono insegnamenti semplici e grandi. Per esempio:
Decisione e coraggio sono gli ingredienti per riuscire. Nessuno vide mai Don Bosco «scoraggiato». E neanche sua madre. In famiglia tutti devono dare una mano. Margherita abituò presto i figli a lavorare in casa e in campagna. Giovanni dovette ingegnarsi per pagarsi gli studi: imparò a fare il sarto, il falegname, il barista, il barbiere. Anche a Valdocco nessuno veniva «viziato». Quando un ragazzo correva da Mamma Margherita per farsi attaccare un bottone alla giacca, lei gli porgeva ago e filo: “Perché non ci provi tu? Bisogna imparare a fare un po' di tutto”.
Il temperamento si deve dominare. Ogni figlio ha un temperamento diverso che deve imparare a tenere sotto controllo. Con la dolcezza e la pazienza Margherita piegò Antonio, tentato all'asprezza. Con attenzione seguì l'evoluzione di Giovannino: “Giovanni aveva in sé quel sentimento di sicurezza nell'agire che si può con tanta facilità trasnaturare in superbia; e Margherita non esitò a reprimere i piccoli capricci fin dall'inizio, quando egli non poteva essere capace di responsabilità morale”, ricorda don Lemoyne.
Litigi e incomprensioni tra fratelli non si risolvono con predicozzi e discussioni. Mamma Margherita riconobbe la parte di ragione di Antonio che non capiva la voglia di studiare di Giovanni e intervenne efficacemente. Anche se probabilmente aveva le lacrime agli occhi mentre preparava il fagottino di Giovanni che andava a fare il garzone lontano da casa.
I figli hanno una strada sulla quale vanno accompagnati. Appena comprese la vocazione del figlio, gli disse chiaramente: «Sentimi bene, Giovanni. Io voglio che tu ci pensi bene e con calma. Quando avrai deciso, segui la tua strada senza guardare in faccia nessuno. La cosa più importante è che tu faccia la volontà del Signore. Il parroco vorrebbe che io ti facessi cambiar idea, perché in avvenire potrei avere bisogno di te. Ma io ti dico: in queste cose tua madre non c'entra. Dio è prima di tutto”. Questo è veramente «dare la vita».
Gioia e serenità sono il sale della vita. Margherita vigilava, ma non in modo sospettoso e pesante. Sapeva rimproverare sorridendo e prendere la vita con un pizzico di umorismo. Quando lasciò il suo piccolo paradiso dei Becchi per seguire Don Bosco in una periferia triste e malfamata, cantava con suo figlio: “Guai al mondo se ci sente, forestieri e senza niente”.
Parlare, dialogare, raccontare sono momenti vitali della vita famigliare. E nella piccola casa dei Becchi c'era anche il tempo di raccontare i sogni.
La coscienza morale è una guida fondamentale. Fin da piccoli, i Bosco impararono a distinguere il bene dal male, senza ipocrisia e senza furberie. Conoscevano esattamente quello che dovevano e quello che non dovevano fare. Sul letto di morte Margherita poté dire al figlio: “Ho la coscienza tranquilla, ho fatto il mio dovere in tutto quello che ho potuto”.
Dio s’impara in famiglia. La preghiera, il catechismo, il senso della provvidenza, i sacramenti, le opere di carità: tutto questo Giovannino Bosco lo imparò sulle ginocchia della mamma. Su quelle ginocchia nacque il Sistema Preventivo. Ecco il modello per tutta la Famiglia Salesiana. ■
FOTO
La casetta di Capriglio (Asti) dove il 1 aprile 1788 nacque Mamma Margherita a Capriglio.
Mamma Margherita nei campi con i figli. Dal film su don Bosco.
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