2006|it|11: Famiglia culla della vita: Mamma margherita il modello

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di Pascual Chávez Villanueva





FAMIGLIA CULLA DELLA VITA


MAMMA MARGHERITA

IL MODELLO


La mamma di Don Bosco, Margherita Occhiena, può essere il modello di ogni mamma… Il suo è un messaggio di fortezza, di ottimismo di speranza contro ogni speranza.

I


l primo ricordo di Don Bosco è la mano di sua madre. Giovannino aveva solo due anni e non voleva uscire dalla stanza dove era spirato il papà. Racconta lui stesso: “Povero figlio, dis­se mia madre, vieni con me, tu non hai più padre. Ciò detto, ruppe in forte pianto, mi prese per mano e mi trasse altrove, mentre io piangeva perché ella piangeva”. La mano di Marghe­rita, che pure è straziata dal dolore e dall'apprensione per il fu­turo, è dolce e ferma: non lascerà mai i suoi figli. È il suo primo importante messaggio: “Possiamo essere colpi­ti, ma andiamo avanti e qualunque cosa capiti tu puoi contare su di me”. Margherita aveva allora 29 anni, Giovannino 2, Giuseppe 4, Antonio 14. Per Antonio, Margheri­ta è solo la «matrigna». Per di più egli è un adolescente grez­zo, buon lavoratore, ma cocciuto e geloso.

Margherita è una mamma molto «moderna»: la responsabilità della famiglia è sulle sue spalle. La classica battuta sulle madri oggi dovrebbe suonare così: «La mamma è sola!». Oggi, le mamme sono sole in molti modi. Perché hanno un doppio lavoro, fuori e in casa, o perché sono separate con i fi­gli a carico, o perché sono lasciate so­le nel compito di educazione dei figli. Mio marito di queste co­se non s’interessa, dicono, quasi a giustificare una distrazione che è in realtà una colpa grave. Mamma Margherita è prima di tutto presente. Il suo è un amo­re totale ed effettivo, fatto di poche parole, molte azioni, un esempio continuo, una donazione assoluta. Contadina analfabeta, è ricca d’infinita saggezza e raro equilibrio. Tut­ti sono concordi nel sottolineare il suo ruolo determinante nella formazione di Giovannino. I suoi furo­no insegnamenti semplici e grandi. Per esempio:


Decisione e coraggio sono gli ingredienti per riuscire. Nes­suno vide mai Don Bosco «scoraggiato». E neanche sua madre. In famiglia tutti devono dare una mano. Margherita abituò presto i figli a lavorare in casa e in campagna. Giovanni dovette ingegnarsi per pagarsi gli studi: imparò a fare il sarto, il falegname, il barista, il barbiere. Anche a Val­docco nessuno veniva «viziato». Quando un ragazzo correva da Mamma Margherita per farsi attaccare un bottone alla giacca, lei gli porgeva ago e filo: “Perché non ci provi tu? Bi­sogna imparare a fare un po' di tutto”.

Il temperamento si deve dominare. Ogni figlio ha un tempe­ramento diverso che deve imparare a tenere sotto con­trollo. Con la dolcezza e la pazienza Margherita piegò Antonio, tentato all'asprezza. Con attenzione seguì l'evoluzione di Giovannino: “Giovanni aveva in sé quel sentimento di sicurezza nell'agire che si può con tanta facilità trasnaturare in superbia; e Margherita non esitò a reprimere i piccoli capricci fin dall'inizio, quando egli non poteva essere capace di responsabilità morale”, ricorda don Lemoyne.

Litigi e incomprensioni tra fratelli non si risolvono con predicozzi e discussioni. Mamma Margherita riconobbe la par­te di ragione di Antonio che non capiva la voglia di studiare di Giovanni e intervenne efficacemente. Anche se probabilmente aveva le lacrime agli occhi mentre preparava il fagottino di Giovanni che andava a fare il garzone lontano da casa.

I figli hanno una strada sulla quale vanno accompagnati. Ap­pena comprese la vocazione del figlio, gli disse chia­ramente: «Sentimi bene, Giovanni. Io voglio che tu ci pensi be­ne e con calma. Quando avrai deciso, segui la tua strada senza guardare in faccia nessuno. La cosa più importante è che tu fac­cia la volontà del Signore. Il parroco vorrebbe che io ti facessi cambiar idea, perché in avvenire potrei avere bisogno di te. Ma io ti dico: in queste cose tua madre non c'entra. Dio è prima di tutto”. Questo è veramente «dare la vita».

Gioia e serenità sono il sale della vita. Marghe­rita vigilava, ma non in modo sospettoso e pesante. Sapeva rim­proverare sorridendo e prendere la vita con un pizzico di umo­rismo. Quando lasciò il suo piccolo paradiso dei Becchi per seguire Don Bosco in una periferia triste e malfa­mata, cantava con suo figlio: “Guai al mondo se ci sente, fore­stieri e senza niente”.

Parlare, dialogare, raccontare sono momenti vitali della vita famigliare. E nella piccola casa dei Becchi c'era anche il tempo di raccontare i sogni.

La coscienza morale è una guida fondamentale. Fin da picco­li, i Bosco impararono a distinguere il bene dal male, sen­za ipocrisia e senza furberie. Conoscevano esattamente quello che dovevano e quello che non dovevano fare. Sul letto di mor­te Margherita poté dire al figlio: “Ho la co­scienza tranquilla, ho fatto il mio dovere in tutto quello che ho potuto”.

Dio s’impara in famiglia. La preghiera, il catechismo, il senso della provvidenza, i sacramenti, le opere di carità: tutto questo Giovannino Bosco lo imparò sulle ginocchia della mamma. Su quelle ginocchia nacque il Sistema Preventivo. Ecco il modello per tutta la Famiglia Salesiana.







FOTO



  1. La casetta di Capriglio (Asti) dove il 1 aprile 1788 nacque Mamma Margherita a Capriglio.


  1. Mamma Margherita nei campi con i figli. Dal film su don Bosco.

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