2009|it|08: Un vasto movimento per i giovani: La FS come movimento

Agosto

LA FAMIGLIA SALESIANA

COME MOVIMENTO

Conoscersi, formarsi, lavorare insieme



Si assiste a una vera mobilitazione del laicato, anche senza la qualifica di credente e praticante, nelle attività salesiane, in certe circostanze…Inizia così quel vasto movimento di persone che si organizzano, si coordinano e condividono un progetto per la salvezza della gioventù e del popolo (CDM 5).


Più volte, cari lettori, ho detto e scritto che la Famiglia Salesiana (FS) è un “Movimento”. Il termine non è un vocabolo alla moda: nel contesto ecclesiale questa nuova forma di aggregazione ha avuto un successo e una considerazione particolari. I movimenti ecclesiali, ognuno con la propria specificità, sono oggi numerosi e coinvolgono migliaia di persone. Quindi, non seguiamo una moda, ma raccogliamo un’eredità storica. Quanto è stato iniziato da don Bosco si connota infatti proprio come “un vasto movimento di persone per la salvezza della gioventù1. Qual è la sua specificità? È un movimento spirituale e apostolico!

 

SPECIFICANDO

- È un movimento, cioè qualcosa di dinamico. Questo spiega perché continua a crescere come numero sia di membri, sia di gruppi: oggi sono 26 quelli che ne fanno parte ufficialmente, ma ce ne sono almeno altri trenta che già operano in questo senso, anche se non godono di un riconoscimento ufficiale, e alcuni di essi sono decisamente interessanti e significativi. Continueranno ad aumentare? Don Egidio Viganò mio predecessore, affermò che la FS sarebbe arrivata a contare almeno 300 gruppi. Esagerazione? Entusiasmo forse, o piuttosto fiducia nel carisma di don Bosco, nelle sue mille sfaccettature, nella sua dinamicità, nella sua capacità di esprimersi in forme diverse.

- È un movimento spirituale, perché frutto dello Spirito che l’ha ispirato e continua a crearlo. La FS non è un progetto nato a tavolino né frutto del genio di don Bosco. Le Costituzioni salesiane dicono espressamente che è opera dello Spirito Santo, attuata attraverso l’intercessione di Maria. E questo ci assicura che si tratta di qualcosa di carismatico, di un dono di Dio a servizio della Chiesa e del mondo. È bello sapere che l’elemento fondante della FS è proprio lo Spirito Santo.

 - È un movimento apostolico: rivolto, cioè, verso una missione da svolgere; non un club di amici che stanno bene insieme, e nemmeno una società filantropica. È un corpo che opera all’interno della Chiesa, a favore della società. Si tratta insomma di una vocazione, la chiamata a continuare l’opera di Cristo, attraverso un mandato particolare, quello di dedicarsi, mediante l’educazione, alla salvezza dei giovani più poveri e di quelli che vivono in situazioni difficili.


DUE DOCUMENTI TRE OBIETTIVI

Abbiamo nella FS due documenti che chiariscono da una parte la nostra identità e dall’altra la nostra missione comune. Essi sono la “Carta della Comunione” e la “Carta della Missione”. Nel concreto però vorrei invitarvi a fare tre passi importanti. Per vivere davvero come Movimento dobbiamo “conoscerci di più”, “formarci insieme”, “lavorare in sinergia”! Sono gli obiettivi che vi propongo per un immediato futuro.

- “Conoscerci di più” significa prendere atto della realtà della nostra famiglia. È necessario che i gruppi si conoscano fra loro, che si creino occasioni concrete d’incontro, che si celebri la fraternità che ci raccoglie sotto lo stesso carisma. Occorre inoltre una grande attenzione per valorizzare i doni specifici: dei religiosi e dei consacrati secolari, dei gruppi femminili e di quelli maschili, dei consacrati nel mondo e di quelli che vivono una vita in comune, di chi opera in strutture e di chi compie il suo apostolato in un contesto di vita quotidiana, dei gruppi piccoli e di quelli grandi. In questo processo di conoscenza e animazione reciproca una responsabilità particolare è affidata ai salesiani che devono “credere” sempre di più nella famiglia che don Bosco ha consegnato loro, di cui fanno parte integrante e che devono amare e animare.

- Il secondo passaggio importante è “formarci insieme”. È una convinzione da acquisire e una prassi da iniziare. La nostra formazione ha dei contenuti e dei punti di riferimento; innanzitutto, lo studio di don Bosco per conoscere, capire e assumere il suo progetto carismatico e i suoi criteri di azione pastorale. Utilissima può risultare la conoscenza di esperienze pastorali positive dei vari gruppi e congregazioni. Anniversari e ricorrenze (centenari, cinquantenari, ecc.) sono occasioni propizie per acquisire e/o approfondire tali conoscenze. Altrettanto utile può essere la celebrazione di ritiri e/o esercizi spirituali che favoriscono un clima di maggior condivisione spirituale. Là dove è possibile, si potrebbero attuare veri e propri cammini formativi, in ordine al comune patrimonio carismatico e/o a una migliore conoscenza della gioventù o del territorio dove lavoriamo. Queste iniziative devono sviluppare un senso di appartenenza sempre più marcato e la presa di coscienza che tutti hanno una loro specificità.

- Il terzo passaggio è “lavorare in sinergia”. Ricordiamo il paragone con cui don Bosco ci invitava a valorizzare l’unità. Un solo filo, messo in trazione, si spezza facilmente. Molti fili, ben intrecciati tra loro, fanno una corda che nessuno potrà spezzare. Non è pensabile dunque che gruppi della FS vivano in uno stesso territorio, si confrontino con le stesse sfide e poi scelgano di lavorare ognuno per conto proprio. Che fare? Innanzitutto conoscere le sfide che la Chiesa di appartenenza deve affrontare. Entrare in contatto collaborativo con i vescovi, privilegiando persone e gruppi più vicini alla nostra missione (la Chiesa locale ci deve considerare di casa e non ospiti o, peggio, intrusi); entrare in collaborazione con le forze della società civile interessate direttamente o indirettamente alla missione della FS. La città e la regione devono sentire il beneficio delle nostre iniziative e considerarci una forza altamente positiva dal punto di vista sociale e spirituale.

Con vivo senso di Chiesa la FS si confronta così con l’insieme delle sfide pastorali-sociali locali, con l’insieme degli impegni specifici della missione salesiana, e può determinare le urgenze pastorali e proporre risposte operative adeguate, dando origine a un progetto comune nel territorio.

Cari Lettori, non vi sto proponendo solo un sogno! In molte parti del mondo questo è già realtà. Tuttavia lo spazio tra ciò che già si fa e quanto si può fare è sempre grande. E’ tempo di muoverci! Non vi pare?

1 Costituzioni dei Salesiani di don Bosco. Articolo 5a