2008|it|06: Educare con il cuore di DB; Evangelizzare educando

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di Pascual Chávez Villanueva





EDUCARE CON IL CUORE DI DB

EVANGELIZZARE EDUCANDO


La pastorale di Don Bosco non si riduce mai a sola catechesi o a sola liturgia ma spazia in tutti i concreti impegni pedagogico/culturali della condizione giovanile. (…) Si tratta di quella carità evangelica che si concretizza (..) nel liberare e promuovere il giovane abbandonato e sviato”1.


I


l mese scorso abbiamo messo in chiaro che educare ed evangelizzare sono azioni diverse, ma che nella prassi salesiana non si possono separare: devono completarsi ed arricchirsi mutuamente. Tutti conoscono la situazione della cultura europea e le difficoltà che incontra la Chiesa per evangelizzare le nuove generazioni. Parlare di religione/i nell’Europa di oggi è veramente qualcosa di complesso. Di fronte alle cifre di appartenenza ufficiale vi sono la prassi personale e la pratica sociale (battesimi, matrimoni…), le credenze più profonde, tutta una tipologia del vissuto di esperienza religiosa che va dal credente convinto e coerente all’ateo più radicale. Evidentemente i sondaggi e le statistiche non sono l’ultima parola sul vissuto religioso dei nostri contemporanei, ma non possiamo ignorarli. I semafori in Europa sono sul rosso. Sono molti gli articoli, i saggi pubblicati in questi anni sul fatto religioso. In genere sono pessimisti.


g Il Sinodo per l’Europa – ottobre 1999 – affermava che “il predominio culturale del marxismo è stato sostituito da un pluralismo indifferenziato e fondamentalmente agnostico o nichilista. (..) E’ grande il rischio di una progressiva scristianizzazione del continente, fino al punto di formulare l’ipotesi di una sorta di apostasia del continente”2. E’ evidente che sia la pratica religiosa, sia le credenze sono più deboli fra i giovani, che vivono sempre più lontano dalla fede. “Si tratta di uno strato della popolazione… più colpito dalla secolarizzazione ambientale”3. L’evangelizzazione diventa ogni volta più difficile a causa di questa secolarizzazione degli ambienti. L’ignoranza religiosa e i pregiudizi che ogni giorno i giovani bevono da certi mezzi di comunicazione hanno alimentato in loro l’immagine di una Chiesa/istituzione conservatrice, che va contro la cultura moderna, soprattutto nel campo della morale sessuale; perciò tutte le offerte religiose vengono automaticamente svalutate, relativizzate. Il dramma è la rottura esistente nella catena di trasmissione della fede. Gli spazi naturali e tradizionali (famiglia, scuola, parrocchia) si rivelano inefficaci; cresce l’ignoranza religiosa nelle nuove generazioni, e… continua la emigrazione silenziosa “extra-muros” della Chiesa.


g L’ignoranza religiosa è quasi assoluta. Non è facile definire l’immagine che i giovani hanno di Dio, ma certamente il Dio cristiano ha perso la centralità nei confronti di un Dio mediatico che porta alla divinizzazione delle figure del mondo dello sport, della musica, del cinema. I giovani sentono la passione per la libertà e non si fermano davanti alle porte delle chiese: pensano che la Chiesa sia un ostacolo alla loro libertà. Di fronte a questa situazione, quale educazione offrono le istituzioni scolastiche ed ecclesiali? Perché la domanda religiosa è stata cancellata dall’orizzonte vitale dei giovani? Giovanni Paolo II ha convocato la Chiesa a una nuova evangelizzazione da farsi con nuovo ardore, nuovo metodo e nuove espressioni. Adolescenti e giovani sono generosi per natura e si entusiasmano per le cause che valgono. Perché Cristo ha cessato di essere significativo per essi? La Chiesa deve imparare i linguaggi degli uomini di ogni tempo, etnia e luogo... evidentemente, ha un “serio problema di linguaggio” che non le permette di esprimere in forme adeguate la salvezza che Cristo offre. In fondo si tratta di un problema di comunicazione, di inculturazione del Vangelo e di educazione alla fede. L’educazione salesiana parte dalla situazione concreta della persona, dalla sua esperienza umana e religiosa, dalle sue angosce e ansie, dalle sue gioie e speranze, privilegiando la testimonianza nella trasmissione della fede e dei valori.


g Evangelizzare educando’ vuol dire saper proporre la migliore delle notizie (la persona di Gesù) adattandosi e rispettando la condizione evolutiva del soggetto. Il giovane cerca la felicità, la gioia della vita ed è capace di sacrificarsi per raggiungerle, se gli mostriamo un cammino convincente e se ci offriamo come compagni competenti di viaggio. I giovani erano convinti che Don Bosco voleva loro bene, che desiderava la loro felicità qui sulla terra e nell’eternità. Per questo accettavano il cammino loro proposto: l’amicizia con Cristo. Don Bosco ci insegna ad essere allo stesso tempo educatori ed evangelizzatori. Come evangelizzatori conosciamo e cerchiamo la meta: portare i giovani a Cristo; come educatori dobbiamo saper partire dalla situazione concreta del giovane e riuscire a trovare il metodo adeguato per accompagnarlo nel suo processo di maturazione.








1 Cfr. ACS 290, 4.2

2 Sinodo vescovi europei (Instrumentum Laboris)

3 LLUIS OVIEDO TORRO’, “La religiosidad de los jòvenes”, Razòn y Fe, giugno 2004, p.447

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