2008|it|03: Educare con il cuore di DB; Il sistema preventivo


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di Pascual Chávez Villanueva





EDUCARE CON IL CUORE DI DB

IL SISTEMA PREVENTIVO


Voi avete opere, collegi, case, ma avete solo un tesoro: la pedagogia di Don Bosco. Rischiate tutto il resto ma salvate questa pedagogia… Il Signore vi ha affidato una pedagogia in cui trionfa il rispetto del ragazzo… Conservatela: rinnovata, ringiovanita, arricchita di scoperte moderne, adattata ai vostri ragazzi, che sono strapazzati in un modo come Don Bosco non ne aveva visti mai”1.

Q


ual è questo originale sistema educativo?. La prassi di Don Bosco è un’arte pedagogico-pastorale, avendo egli tradotto l’ardente carità del suo ministero sacerdotale in un progetto concreto di educazione dei giovani nella fede: la pedagogia è un’arte che esige talento. Non si tratta di formule statiche o magiche, bensì di un insieme di condizioni che rendono la persona capace di paternità e maternità educativa. La prima di queste condizioni è quella di conoscere la propria epoca e di sapersi adattare ad essa. In seguito vengono alcune caratteristiche, fra le quali


a.- Creatività di artista per coniugare l’impulso pastorale con l’intelligenza educativa. Si tratta di un tipo di passione apostolica che si sente chiamata in causa dall’attuale clima di secolarizzazione. In Don Bosco il principio metodologico che lo spinge ad agire da vero artista è il suo atteggiamento di amorevolezza: costruire fiducia, familiarità e amicizia. Il sistema preventivo ha molto di carismatico, di “chiamata vocazionale” e comporta la mistica della carità pastorale (la passione del Da mihi animas”) e l’ascesi del “farsi amare” (“non basta amare i giovani. Essi devono sentire che sono amati”).


b.- In rapporto di solidarietà coi giovani. Fare il primo passo, “andare ai giovani” è “la prima e fondamentale urgenza educativa”2. Il giovane è soggetto attivo nella prassi educativa e deve sentirsi veramente coinvolto come protagonista nell’opera che si vuole realizzare. Senza la sua libera collaborazione non si costruisce nulla. È questa l’esperienza di Don Bosco coi ragazzi; egli non agiva conquistandoli, ma condividendo con essi le responsabilità. Una solidarietà educativa oggi più necessaria che mai, visto che le varie agenzie educative non sono sempre in sintonia con le esigenze formative del giovane.


c.- Con lo sguardo fisso sull’Uomo nuovo. Il fine che si prefigge l’educazione salesiana è la configurazione all’Uomo nuovo (Cristo) in ogni giovane. Ciò non è preso in considerazione dall’educazione laicista. Per un educatore salesiano Cristo è la migliore notizia che si può dare a un giovane: ci rivela Dio come Padre, e ci dice che in Cristo siamo figli di quel Padre. Non vi è dignità maggiore né miglior notizia da trasmettere. Solo Lui è la Via, la Verità e la Vita. L’evento/Cristo non è semplicemente espressione di una formulazione religiosa, ma un fatto obiettivo della storia umana. Ogni persona ha bisogno di Lui e a Lui tende, anche se non lo sa. La ricerca malsana di efficacia ed il relativismo religioso va a scapito della personalità dei giovani.


d.- Mediante un lavoro di carattere preventivo. Prevenire è l’arte di educare in positivo, proponendo il bene in modo attraente; è l’arte di far sì che i giovani crescano dal di dentro, con libertà interiore superando formalismi esteriori; è l’arte di guadagnarsi il cuore dei giovani affinché camminino con allegria facendo il bene, correggendo deviazioni, preparandosi per l’avvenire.


e.- Unendo in un solo fascio di luce ragione, religione e amorevolezza che entrano in tensione “insieme”. Non sono valori semplicemente umani, né solo religiosi e nemmeno solo di amabilità, ma tutti e tre i poli insieme, in un clima di bontà, lavoro, allegria e sincerità. Evidentemente la pratica del sistema preventivo diventa per l’educatore una spiritualità esigente. Non si può praticare senza una comprovata carità pastorale e una vera passione apostolica. Stiamo parlando di santità pedagogica, attraente ma profonda, che si identifica con l’allegria, ottenuta a base di servizio ai giovani, sacrificio, lavoro e temperanza (coetera tolle).


f.- Con un impegno creativo nei confronti del tempo libero del giovane. “La vita di gruppo è un elemento fondamentale della tradizione pedagogica salesiana”3. A Chieri Giovannino Bosco fondò la “Società dell’Allegria”; Domenico Savio fondò la Compagnia dell’Immacolata; Michele Magone apparteneva alla Compagnia del Santissimo… Attraverso le associazioni si arriva agli ambienti e a ogni singola persona all’interno del gruppo. Naturalmente occorre essere sempre disposti a offrire un competente accompagnamento personale, specialmente agli animatori e ai responsabili.



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  1. Prevenire è l’arte di educare affinché i giovani camminino con allegria correggendo deviazioni e preparandosi per l’avvenire.


  1. La santità pedagogica salesiana è attraente ma profonda, si identifica con l’allegria ottenuta a basse di servizio, sacrificio, lavoro e temperanza.



1 JEAN DUVALLET, “

2 GIOVANNI PAOLO II, “Juvenum Patris”, 14

3 Cap.Gen. SDB 23, n.274