2005|it|01: Ringiovanire il volto: Il Fondatore

Shape2 Shape1 40 ANNI DAL CONCILIO

di Pascual Chávez Villanueva






RINGIOVANIRE IL VOLTO


IL FONDATORE


Quest’anno scriverò sulla Chiesa, nostra madre nella fede. E vorrei farlo come lo fece Don Bosco: affinché i suoi ragazzi imparassero ad amarla. Lo farò attraverso la presentazione di coloro che contribuirono a diffonderla, e affermarla a cominciare dal suo Fondatore...


L


a Chiesa non è una struttura materiale, né un’organizzazione sociale, né una gerarchia, tanto meno uno Stato. La Chiesa è un corpo sociale, ma di tipo specialissimo che la teologia chiama mistico, il Corpo Mistico, composto dal popolo di Dio comandato da Cristo stesso. E’ proprio per questo che la Chiesa va amata, e perciò conosciuta, perché non si può amare chi non si conosce. Cristo l’ha amata fino al sangue (cfr. Ef 5,25.27). Cristo, dunque. Lui è il fondatore e noi le membra di questo Corpo del tutto peculiare che devono funzionare perfettamente affinché esso possa procedere, crescere. Oggi si parla molto, forse troppo, del Vaticano, dei preti, della Chiesa e delle chiese, per lo più in base a luoghi comuni o a pregiudizi, dettati dalla non conoscenza e/o da una appartenenza debole. Sembra che ci sia una crescente disaffezione dei giovani nei confronti della Chiesa/istituzione, della Chiesa/Corpo tanto che in alcuni paesi è palpabile un certo divorzio tra “Chiesa ufficiale” e nuove generazioni: “Cristo sì, Chiesa no”. Ma è una separazione impossibile: i sondaggi continuano a considerare Gesù come il personaggio più interessante della Storia, anche se in qualche settore della cultura la sua figura diventa sempre più vaga e meno significativa. Come spiegare questo paradosso? L’abbiamo detto: è questione di poca conoscenza, per non dire ignoranza.


Vi invito dunque a conoscere più profondamente Gesù, a contemplare il suo volto di capo e fondatore della Chiesa. Le cose serie vanno studiate e trattate con serietà. Per conoscere Gesù occorre riferirsi agli scritti del Nuovo Testamento, in particolare ai Vangeli che raccontano la sua vicenda, narrata da coloro che hanno vissuto con Lui e creduto in Lui, e hanno scritto perché anche altri credessero e avessero acceso alla salvezza. Oggi siamo in grado di conoscere il processo storico della composizione dei Vangeli, le loro fonti, i loro ambiti (evangelizzazione, catechesi, culto). Tutto ciò ha rafforzato la convinzione che il valore storico del nucleo centrale dei Vangeli non può essere messo in dubbio da nessuno che abbia un minimo di istruzione. San Luca, nel prologo del suo Vangelo, si presenta come ricercatore serio e affidabile: “Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi… così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto” (Lc 1,3-4). Un approccio critico delle fonti evangeliche evidenzia l’unità interna del messaggio del Nazareno che visse in un tempo e in un luogo storicamente rintracciabili; fu insigne per dottrina, fatti e miracoli; fu crocifisso sotto il procuratore romano Ponzio Pilato, inviò i suoi apostoli a predicare il Vangelo e diffondere il Regno di Dio con la forza dello Spirito Santo. Tuttavia, l’identità profonda di Gesù è il suo essere Figlio di Dio. Ne sono testimoni la sua stessa coscienza messianica, le profezie dell’Antico Testamento adempiute in Lui, i miracoli da lui realizzati e, soprattutto, la risurrezione dai morti, come scrive Paolo (Rom 1,3).


Gesù rivelò se stesso come Figlio di Dio, rivelò Dio come Padre colmo d’amore e misericordia, rivelò noi come figli di questo Padre, il prossimo come fratello nostro, il mondo come Regno di Dio da costruire con la pace, la giustizia, la solidarietà, il perdono, il servizio vicendevole, l’amore. La Chiesa nasce precisamente dallo Spirito di Dio comunicato dal Risorto ai suoi Apostoli (“ricevete lo Spirito Santo”, Gv 20,22), e dal mandato di annunciare questa Buona Notizia a tutti i popoli della terra nella propria lingua (At 2,7). Qual è dunque questa buona notizia? Giovanni la sintetizza magistralmente: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna» (Gv 3,16). E Marco la concreta nella persona stessa di Gesù: «Inizio della buona novella: Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio » (Mc 1,1). Il cristianesimo perciò non è un insieme di verità da credere, una serie di comandamenti da praticare e di riti liturgici da celebrare. Nel Cristianesimo la cosa più importante non è lo sforzo dell’uomo per raggiungere Dio, bensì la grazia di Dio che in Cristo ha voluto farsi uomo per essere non soltanto Dio-con-noi, ma anche Dio-come-noi. Ecco la vera Buona Notizia: in Cristo siamo figli di Dio, coeredi del Regno, fratelli di ogni uomo e donna sulla terra. A noi corrisponde vivere secondo questa nuova condizione. Tutti quanti crediamo a questo e tentiamo di vivere la novità di vita che Gesù ci ha reso possibile, formando la grande famiglia cristiana, il nuovo popolo di Dio, che è la Chiesa di Gesù. La prima cosa che dobbiamo dunque sapere è che la Chiesa ha origine divina, che è mistero, perché parte del piano salvifico di Dio e fondata da Cristo per prolungare nella storia la sua azione rivelatrice dell’amore del Padre.




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Volti di Cristo.

Gesù è il personaggio di cui si è scritto di più e che ha avuto l’onore di essere immortalato dai più grandi artisti di tutti i tempi e dai migliori registi...


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