2004|it|06: I frutti del sistema preventivo: Conque oratoriani martiri

Shape2 Shape1 MAESTRO ED AMICO

di Pascual Chávez Villanueva

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I


FRUTTI DEL SISTEMA PREVENTIVO

CINQUE

ORATORIANI MARTIRI

Anche l’oratorio ha i suoi martiri, sono Edoardo Klinik (23 anni), Francesco Kesy (22 anni), Jarogniew Wojciechowski (20 anni), Czesław Józwiak (22 anni), Edoardo Kaźmierski (23 anni), oratoriani a Poznań, in Polonia.


E


rano oratoriani, tutti e cinque consapevolmente impegnati nella propria crescita umana e cristiana, tutti e cinque coinvolti nell’animazione dei compagni, legati da interessi e progetti personali e sociali. Arrestati quasi insieme e imprigionati in sedi diverse per un brevissimo periodo di tempo, ebbero un percorso carcerario comune e subirono il martirio lo stesso giorno e allo stesso modo. Così si espresse don Vecchi in occasione della loro beatificazione. Ciascuno ha una biografia singolare che si intreccia con quella degli altri per appartenenza a un ambiente salesiano che li attrezzò umanamente e spiritualmente per abbracciare il martirio.


Edoardo Klinik, timido e tranquillo, diventò più vivace dal quando entrò in oratorio. Era uno studente sistematico, responsabile. Nel gruppo dei cinque si distingueva perché era molto impegnato in ogni campo di attività, e dava l’impressione di essere il più serio e profondo.

Francesco sensibile e fragile, si ammalava spesso; ma era allegro, simpatico, amava gli animali, ed era sempre disposto ad aiutare gli altri. Aveva l’intenzione di farsi salesiano. Durante l’occupazione, non potendo continuare gli studi, si impiegò in uno stabilimento industriale. Il tempo libero lo passava all’oratorio dove in grande amicizia con gli altri quattro animava associazioni e attività giovanili.

Jarogniew spiccava sugli altri: era un meditativo, tendeva ad approfondire la visione delle cose, cercava di capire gli avvenimenti. Era un animatore nel senso migliore del termine. Si distingueva per il buon umore, l’impegno e la testimonianza.

Ceslao era di carattere un po’ collerico, ma spontaneo, pieno di energia, padrone di sé, pronto al sacrificio, coerente. Godeva d’indiscussa autorità tra i più giovani. Lo si vedeva aspirare alla perfezione cristiana e progredire in essa. Scrive un compagno di carcere: “Era di buon carattere e di buon cuore, aveva l’anima come un cristallo... ho capito che il suo cuore era libero da ogni macchia di peccato, da ogni cattiveria. Mi ha confidato una preoccupazione: non macchiarsi mai di alcuna impurità”.

Edoardo Kasmierski si caratterizzava per la sobrietà, la prudenza, la bontà d’animo. All’oratorio poté sviluppare insolite doti musicali. La vita religiosa che attinse dalla famiglia lo portò presto, sotto la guida dei salesiani, alla maturità cristiana. Durante la prigionia dimostrò un grande amore verso i compagni. Aiutava volentieri i più anziani e rimase libero da qualsiasi sentimento di odio verso i persecutori.


[ Questi giovani esaltano la forza plasmatrice dell’esperienza oratoriana, quando essa può contare sulla corresponsabilità, sulla personalizzazione delle proposte educative e su salesiani capaci di accompagnare i giovani nel cammino di fede e di grazia. Furono arrestati nel settembre 1940 e rinchiusi nella fortezza VII di Poznań. Passati nel carcere di Neukoln prima, e di Zwickau poi, subirono interrogatori e torture, e furono costretti a lavori pesanti. Due biglietti rivelano che si tratta di giganti dello spirito: “Dio solo sa quanto soffriamo. La preghiera ci fu unico aiuto nell’abisso delle notti e dei giorni”; “Dio ci ha dato la croce, ci sta dando anche la forza di portarla”. Il 1 agosto 1942 fu pronunziata la sentenza: condanna a morte per tradimento. L’ascoltarono in piedi. Seguì un lungo silenzio interrotto sola dall’esclamazione di uno di loro: “Sia fatta la Tua volontà”. Sono stati condannati unicamente per la loro appartenenza ai movimenti cattolici, dai quali si sospettava potessero nascere resistenze.


[ Prima di morire poterono scrivere ai genitori. A leggere quelle righe si resta attoniti, come davanti ai grandi. Valga come esempio quanto scrisse Francesco: “Miei amatissimi genitori, fratelli e sorelle, è giunto il momento del congedo da voi e proprio nel giorno 24 agosto, giorno di Maria Ausiliatrice… Il Buon Dio mi prende con sé. Non deplorate che in età così giovane io parta da questo mondo. Adesso sono in stato di grazia e non so se più tardi sarei fedele alle mie promesse... Vado in cielo, arrivederci. Là pregherò Dio… Pregate qualche volta per me… Ora vado”. Furono portati nel cortile del carcere di Dresda e decapitati. Nelle nostre comunità si celebrava la commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice. Il loro martirio è venuto a completare la tipologia agiografica giovanile salesiana. “Li additiamo come intercessori, oltre che come ideali dei valori più ardui” (Don Vecchi). [


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  1. Un cristianesimo maturo conduce fino alle vette più elevate della santità, come il martirio.




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