2015|it|10: Caro Don Bosco, ti voglio tanto bene

IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE

DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME


CARO DON BOSCO,

TI VOGLIO TANTO BENE

La bellissima, personale, sincera e significativa testimonianza di una nostra sorella


Il mese di ottobre è dedicato al Rosario. Nel bel ricordo di Maria vi scrivo da Mornese, culla di Santa Maria Domenica Mazzarello, nel giorno della professione religiosa perpetua di tre Figlie di Maria Ausiliatrice. In questa bella giornata di Famiglia Salesiana, focalizzata sulla nostre sorelle monumento vivente a Maria Ausiliatrice, come ha voluto Don Bosco, al termine dell’Eucaristia una giovane suora mi ha consegnato una lettera, dicendomi che era il suo regalo a Don Bosco nel bicentenario della sua nascita, come ringraziamento per tutto quello che aveva significato nella sua vita.

Lessi la lettera in un momento di calma e, man mano che avanzavo nella lettura, si faceva sempre più viva in me la certezza che il Signore comunica in modo reale e continuo, nella vita di ciascuno di noi, anche se attraverso tante mediazioni.

Chiesi alla sorella il permesso di pubblicare il suo scritto in modo anonimo. Eccolo.

«Carissimo don Bosco, sono io, tu mi conosci. Fra poco sarà la tua festa e milioni di persone ti testimonieranno il loro amore di figli e figlie. In questa immensa spiaggia io sono solo un minuscolo granello di sabbia. Anche così, però, oggi voglio dirti il mio grazie.

Grazie, perché per dono di Dio ho sentito parlare di te. Cercavo di immaginare com’eri, mentre leggevo la storia della tua vita. Poi ti ho conosciuto realmente. Ti ho incontrato nel cortile del Centro Giovanile nei tuoi figli salesiani. Ti ho riconosciuto in quel cortile ampio pieno di bambini, adolescenti e giovani e vedevo i salesiani correre, giocare, ridere e ascoltare i giovani. Mi sembrava il Cielo.

Sei comparso nella mia vita proprio quando ero adolescente, quanto tutto mi annoiava e non sapevo chi ero veramente. E poi, come un seme nel tuo carisma, è entrato nella mia vita il Signore, che è amore e gioia. Ricordo che un giorno sentii vivissimo in me il desiderio di essere “salesiano”. Essere come te, senza mai smettere di essere felice. Far conoscere Dio come facevi tu. Dico come te, perché vedere un salesiano è sempre vedere te. Il tuo stile e la tua personalità si adattavano a me come un abito su misura. A poco a poco, irresistibilmente, Dio mi conquistò e così cominciò l’avventura.

La tua presenza paterna mi circondava sempre, intensa soprattutto nel momento in cui Dio chiamò mio padre a stare con Lui. Dio era presente nella presenza di ogni salesiano che accompagnò me e i miei cari in quei difficili momenti.

Don Bosco, mi hai fatto gustare la presenza di Dio, tanto che non potevo più tenerla tutta per me, ma dovevo donarla agli altri. E così questo Dio sorprendente è riuscito a guidare i miei passi per diventare Figlia di Maria Ausiliatrice.

Oggi, ti dico nuovamente grazie. Grazie per la presenza dei tuoi figli e delle tue figlie. Quando il dolore del mio cuore era grande, incontrai qualcuno con cui parlare. Quando avevo momenti di sconforto e di tristezza, incontrai chi mi diede pace. Quando le mie mancanze gridavano la mia fragilità, incontrai chi era mediazione della Misericordia di Dio. Quando ero in pericolo qualcuno diede la vita per me.

Non so, don Bosco, non so come dirti quanto sei stato grande per me. Io non sarò la migliore delle Figlie e dei Figli di Dio, ma ho un cuore che ti ama tanto perché non sei un santo nato ed esistito duecento anni fa. Sei un santo che condivide la gioia di Dio in un carisma vivo, perché Dio é un Dio vivente. Se tu sapessi veramente tutto quello che sei per me! Mi hai avvicinato ad un Dio che ha dato un senso alla mia vita e mi ha mostrato quanto é bello dare la vita per Cristo. Tanti auguri, felice duecentesimo compleanno, caro don Bosco. Vorrei abbracciarti e dirti: grazie, grazie un milione di volte. Ti voglio tanto bene».

Questa la bellissima, personale, sincera e trasparente testimonianza della nostra sorella. Un messaggio splendido per tutta la Famiglia Salesiana. Ci interpella e ci provoca tutti, specialmente i miei fratelli salesiani, perché tutti i giovani, i giovani di oggi in particolare, hanno bisogno che noi incarniamo don Bosco, che siamo più che mai “Don Bosco oggi”, vivendo come discepoli di Gesù, nello spirito del carisma salesiano della nostra Famiglia.

E mi fa pensare come il nostro Dio stia toccando i cuori di ciascuno dei nostri “figli” nel mondo, e come il suo Spirito abbracci, accarezzi, provochi e chiami, e come le mediazioni, come quella mediazione, che possiamo essere noi per gli altri, sono anche parola vivente di Dio presente ed efficace per chi la voglia ascoltare.

Ti ringrazio, cara sorella, insieme a coloro che leggeranno questa tua bella testimonianza. Con te chiediamo a don Bosco di intercedere con il Signore perché tanti altri giovani sentano il desiderio di seguire Gesù nelle diverse vocazioni della nostra Famiglia Salesiana, che è prima di tutto famiglia al servizio di tutta la Chiesa, con il Papa e le chiese locali, come ha sempre voluto don Bosco.