PERCHÉ OGNI GIORNO NEL MONDO


PERCHÉ OGNI GIORNO NEL MONDO

EDITORIALE

DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME


IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE

1 RINASCA LA BELLEZZA

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Da questa finestra che il Bollettino Salesiano mi dà ogni mese, mi affaccio per salutare i miei fratelli salesiani, tutti gli appartenenti alla nostra famiglia allargata nel mondo, e i tanti amici e amiche di don Bosco che gli sono vicino e lo amano in molte case salesiane


Il pensiero centrale del mio messaggio questa volta è il seguente: lo sguardo salesiano. La visione della vita, del mondo e dei giovani con gli occhi di don Bosco è e deve essere sempre uno sguardo di speranza, lo sguardo di chi crede nei semi di bene e bontà che sono nel cuore di ogni persona, di ogni giovane, di ogni padre e madre.

Per dimostrare con più forza quello che vi voglio dire, e in chiaroscuro, desidero iniziare la mia riflessione Partendo da una di quelle pagine che si trovano su internet, in diversi siti, che vengono copiate e riprodotte molte volte. Questa pagina descrive questo nostro tempo come un tempo pieno di contraddizioni e di paradossi.

Il testo si esprime così: Il paradosso del nostro tempo nella storia è che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.

Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo. Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere.
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori.

Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.

Siamo andati e tornati dalla Luna,ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino di casa.

Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima. Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi. Scriviamo di più, ma impariamo meno.

Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni. Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle ma famiglie distrutte. E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino».


Con toni simili, questo testo continua a descrivere i paradossi del nostro tempo. E devo ammettere che certamente alcuni di questi contrasti sono veri, ma ciò che voglio far risaltare in modo evidente è che l’unico mondo che abbiamo qui sulla terra è proprio questo, non quello immaginario che possiamo solo vagheggiare con nostalgia.

Abbiamo solo questo in cui ci svegliamo ogni giorno, e l’atteggiamento più coraggioso, più serio e più profondo di un cuore cristiano e salesiano è rivolgere occhi pieni di vera speranza su questa realtà per scoprire tutti gli indizi di positività che vi sono celati e trasformarli per quanto è possibile.

E questo è un vero comandamento per il nostro cuore salesiano quando si tratta di educazione ed evangelizzazione dei giovani.

Quando si tratta di loro, giovani e ragazze, il fondamentale impegno è di lavorare, con tutto il vigore della nostra fede, perché prevalga su tutto il valore assoluto della persona e della sua inviolabilità, valore che è superiore a ogni bene materiale e ad ogni struttura.

E questa forte convinzione, con il linguaggio di oggi, ma con la medesima passione educativa che mosse don Bosco, ci permette di guardare in modo critico tutte le situazioni del nostro mondo che sono eticamente inammissibili (come la corruzione, lo sfruttamento della persona, la violenza, la frode, l’abuso) e decidere scelte personali e comunitarie forti nei confronti di questi spietati meccanismi di manipolazione.

È naturale che davanti a queste realtà ci possiamo sentire tante volte sopraffatti dalle tante negatività, da quella parte di esistenza che ci disgusta, ma come credenti non possiamo permettere che si indebolisca la nostra speranza. Al contrario, ancora più intensamente dobbiamo osare per annunciare che questa è più che mai l’ora della vera speranza! Ma non per questo chiudiamo gli occhi davanti alle realtà ingiuste, bensì apriamo il cuore, grazie alla fede, al Dio della Vita, Lui che non passa mai (né di moda né al largo), e ci immergiamo nella vita quotidiana, credendo fermamente che possiamo contribuire a renderla migliore.

Questo è possibile grazie all’azione del Risorto e alla presenza dello Spirito nella nostra Storia, storia di luci ed ombre, ma mai al di fuori di Dio. Papa Francesco, nel numero 276 della Evangelii Gaudium dice explicitamente: «La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali. È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia».

E per questa sicurezza della Fede, dell’azione del Signore della Storia nella nostra storia, attraverso il contributo del nostro impegno e della nostra missione di educatori ed evangelizzatori, ci sentiamo intimamente solidali con questo nostro mondo e la sua storia. Perché per noi, salesiani, educatori cristiani, genitori che credono nell’educazione, educare significa partecipare con amore alla crescita di ogni persona, nella costruzione del suo futuro.

Ogni nostro passo, qui ed ora, sia davvero segnato da questo vitale impegno.


Un saluto con totale e sincero affetto,

Ángel Fernández Artime – Rettor Maggiore