Atti_1924_025.ACS_-1


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I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Carissimi figli in Gesù Cristo,
1. —Sono già trascorsi due anni da che la Divina Provvidenza
— ludens, come sempre, in orbe terrarum — ha voluto chiamarmi a
occupare in mezzo a voi il posto del Venerabile nostro Padre; e in questo
tempo ho potuto convincermi ogni dì più che la mano del Signore è
continuamente e con speciale predilezione sopra l'Opera da lui fondata,
alla quale, per divina vocazione, ci siamo tutti consacrati.
Consentite perciò, miei cari figli, che questa volta la mia parola non
sia altro che un paterno invito a ringraziare tutti insieme il Signore con
mente, cuore, voce ed opere, per questa sua singolare assistenza.
Quanti motivi abbiano di ringraziarlo, e individualmente e
collettivamente! In quasi tutte le vostre care lettere fiorisce spontanea
l'espressione Grazie al Signore, quale formola invariabile da premettersi
all'enumerazione di quanto avete fatto. Grazie al Signore — dicono gli uni
abbiamo migliorato le nostre condizioni spirituali, siamo divenuti più
regolari nella vita comune, più costanti nella pratica delle virtù religiose,
più ripieni dello spirito salesiano, che è spirito di lavoro, di temperanza, di
bontà, di soavità, d'allegrezza serena e di tolleranza reciproca. Grazie al

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Signore — dicono quelli che dividono con me il peso e la responsa bilità
della direzione altrui, morale e materiale abbiamo potuto sistemare
bene i tali affari, superare le tali difficoltà, ottenere un più intimo
affiatamento tra i confratelli.
Sì, diciamo grazie al Signore di tutto e sempre! Questo è imitare Don
Bosco, il cui cuore è stato durante tutta la sua vita una vi vente
personificazione della gratitudine verso Dio e verso le creature di cui Dio
si serviva per venirgli in aiuto; questo è fare come hanno fatto Don Rua e
Don Albera, esemplari imitatori del nostro Venerabile Padre; questo è, per
i veri figli di Don Bosco, uno tra i doveri fondamentali della loro religiosa
perfezione.
2. Ringraziamo anzitutto il Signore per i favori collettivi, cioè
riguardanti l’intera nostra Società. Primo tra questi è il meravi glioso
crescere del culto verso la nostra potente Ausiliatrice. Proprio qui, nella
casa ch’Ella medesima s’è edificata, assisto da ben 24 anni alle
manifestazioni della sua predilezione e del suo singolare patrocinio; e ho
toccato con mano che, a misura ch'Ella perfeziona e dilata l'Opera
affidata al suo prediletto Apostolo Don Bosco e ai figli di Lui, va
estendendosi pure il Suo culto. Le grazie innumerevoli che Ella largisce
all'Opera nostra rendono il Suo culto più universale e imponente; e a sua
volta questo culto all'Ausiliatrice di Don Bosco attira grazie ancor più
segnalate sopra i suoi devoti. Da questo mirabile intreccio delle grazie
che provocano un culto maggiore, e del culto più vivo e sentito che attira
in maggior copia le grazie, possiamo sicuramente arguire, essere ormai
prossimo, se pur non è già cominciato, il tempo, veduto dal Ven. Don
Bosco nelle sue misteriose illustrazioni, in cui ogni buon cristiano insieme
colla divozione al SS. Sacramento e al Sacro Cuore di Gesù, farassi un vanto
di professare una divozione tenerissima a Maria Ausiliatrice.
Questo ci dice il concorso sempre più numeroso di devoti che vengono
pellegrinando a invocarla con viva fede nel suo Santuario principe, in
occasione delle sue solennità; questo ci ripete il numero stragrande di
Sante Comunioni, specialmente di uomini, durante tutto il mese, nella
notte luminosa della veglia santa e in tutta la mattinata della festa, per cui
la nostra Ausiliatrice potrebbe chiamarsi con ragione la Madonna per
eccellenza delle Sante Comunioni; questo infine ci proclama
solennemente e a gran voce

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la processione trionfale, durante la quale i cuori di tutti si effondono in un
sereno, gioioso alternarsi di cantici, di preghiere, di evviva e di applausi
alla Vergine Santissima che incede con materno sorriso in mezzo ai suoi
figli, benedicendo! Tutto ciò, o miei cari, s’è veduto anche quest’anno,
formando uno spettacolo commoventissimo, indescrivibile, superiore a
tutti i precedenti.
Ma per comprendere in tutta la sua ampiezza il crescendo prodigioso
del culto di Maria Ausiliatrice, dobbiamo ancora tener presente che
quanto si fa in Valdocco si ripete pure in moltissime nostre Case, chiese;
parrocchie e missioni, in misura e proporzioni differenti, sì, ma col
medesimo entusiasmo di amor filiale che proclama l'Ausiliatrice Signora e
Regina dell'Opera nostra e fa piovere dalle Sue mani le grazie più
preziose.
E questo culto si dilaterà fino a divenire veramente universale se noi,
o cari figli, saremo fedeli nel praticare quanto il Ven. Padre ci lasciò
scritto nelle sue Memorie intime. « La Santa Vergine Maria così egli
continuerà certamente a proteggere la nostra Congregazione e le Opere
Salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei e continueremo a
promuovere il suo culto. Le sue feste, e più ancora le sue solennità, le sue
novene, i suoi tridui, il mese a Lei consacrato (dal 23 aprile al 24 maggio),
siano sempre caldamente inculcati in pubblico e in privato; coi foglietti,
coi libri, colle medaglie, colle immagini, col pubblicare o semplicemente
raccontare le grazie e le benedizioni che questa nostra celeste Bene fattrice
ad ogni momento concede alla sofferente umanità ».
3. Nelle Memorie testé citate il nostro buon Padre, dopo aver
predetto i futuri trionfi del culto di Maria Ausiliatrice, passa a parlare di
un'altra cosa che gli stava sommamente a cuore. « Dio
egli scrive chiamò la povera Congregazione Salesiana a
promuovere le vocazioni ecclesiastiche fra là gioventù povera o di bassa
condizione ». Per questo fine egli lavorò tutta la vita, sì da meritarsi il
titolo di Apostolo delle vocazioni sacerdotali; e il Signore premiò le sue
fatiche, dandogli numerosa falange di vocazioni, non solo per le sue
Opere, ma per tutta la Chiesa.
Ora la nostra Congregazione ha dato a questo suo apostolato uno
sviluppo promettentissimo; e anche di ciò, o miei cari, siamo tenuti a
render fervide grazie al Signore. Gli accorati appelli di Don Rua e Don
Albera perchè si coltivassero da tutti le vocazioni,

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trovarono ascolto, e ne vediamo i frutti nell'azione missionaria che si va
tra noi sempre più dilatando, mercè lo zelo e l'attività d'ogni singolo
confratello. Non è più soltanto il lavoro silenzioso e minuto (che però sarà
sempre il primo e più necessario) di scoprire e svolgere gradatamente i
germi della vocazione in qualche giovane; ma è insieme tutta una vasta
rete di opere esteriori, che aiutano mirabilmente sia a far meglio penetrare
nel cuore dei giovani e anche degli adulti la conoscenza e il desiderio
della nobile vocazione missionaria, sia a raccogliere i mezzi materiali per
condurre a maturità le vocazioni già sbocciate. Sono conferenze, convegni,
comitati stabili per raccogliere offerte d'ogni genere e preparare banchi di
beneficenza; sono feste, giornate e settimane missionarie, per attirare le
benedizioni celesti sulle nostre Missioni; sono periodici, numeri unici,
foglietti volanti di propaganda.
E, cosa mirabile, i giovani stessi di molti nostri collegi, pensio nati,
convitti, e principalmente oratorii festivi, sono già divenuti apostoli
ferventi, suscitano e tengono viva tra i compagni una nobile gara di
privazioni e mortificazioni spontanee a pro delle nostre Missioni; di
lotterie, recite drammatiche, e altri trattenimenti per lo stesso fine; di
letterine ai genitori, ai fratelli, ai conoscenti ed amici per avere qualche
offerta, o per indurli a iscriversi tra i Cooperatori o ad abbonarsi al caro
periodico Gioventù Missionaria. E non di rado avviene che, a forza di
questuare per le Missioni, qualche giovane finisce per dare anche se
stesso, facendosi missionario salesiano.
4. Un altro motivo che abbiamo di ringraziare insieme il Si gnore è
la celebrazione del Giubileo d'oro delle nostre Costituzioni. Ne ho
ricevuto dalle Case relazioni commoventi, che descrivono le sacre
funzioni, i fioretti compiuti dai confratelli per ben prepararsi a ricevere
nuovamente il libro santo della nostra perfezione; le accademie, intime e
solenni ad un tempo, nelle quali si posero inbella luce la storia, la natura,
la modernità e praticità delle nostre Costituzioni, e le cose più interessanti
del nostro Venerabile Padre. Ma le relazioni s'indugiano soprattutto a far
rilevare il generale rinnovamento di spirito e di propositi che vi fu nei
confratelli, per rendersi più degni del nome di figli di Don Bosco. Per
alcuni non avrebbe potuto fare di più una muta di esercizi spirituali.
Da molti mi si chiede di ripetere le feste, di prolungare la let

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tura delle Costituzioni, di far stampare a parte la Circolare sul Giubileo di
esse, perche ogni socio ne abbia una copia. Tutte queste cose mi consolano
grandemente; ma per ora è meglio che cominciamo a far bene quel che fu
prescritto, rileggendo in privato le Costituzioni, i Regolamenti e la
Circolare, per animarci ad una più esatta osservanza della nostra vita
religiosa salesiana, sì che riusciamo ci strappare dal cuore di Dio la
Beatificazione del nostro Venerabile Padre. Siamo noi, suoi figli, che
dobbiamo affrettargli questo definitivo trionfo. Cosa eccellente è pregare
per tal fine, ma le nostre preghiere resteranno inefficaci finché non
saranno avvalorate dalla regolarità della vita salesiana, dallo spirito del
Padre vivente in ogni suo figlio. Per essere veri Salesiani non basta far
parte della nostra Società, ma bisogna viverne lo spirito, osservando leal-
mente e con profonda convinzione le Regole a cui ci siamo vinco lati con
voto nel giorno della nostra professione.
5. A questi favori collettivi si aggiungano quelli ricevuti da
ciascuna casa e da ciascun confratello in particolare, e allora dal cuore di
tutti proromperà spontaneo il cantico della gratitudine filiale. Non intendo
suggerire speciali preghiere e funzioni di ringraziamento; sarebbe tuttavia
convenientissimo che la prossima festa del Sacro Cuore di Gesù rivestisse
questo carattere in tutte le nostre case.
6. — Un'ultima cosa mi sta a cuore dirvi. Vedrei con piacere che il
Regolamento per gli alunni lasciatoci da Don Bosco e stampato nell’ultimo
numero degli Atti del Capitolo Superiore, fosse tradotto nelle lingue di ogni
paese dove abbiamo case, perchè tutti i nostri alunni potessero averne
copia e trarne profitto. È veramente un tesoro dei più genuini e preziosi
che ci abbia lasciato il buon Padre. Nei primi due capitoli egli indica lo
scopo delle case e le norme per l'accettazione: scopo e norme da cui non
dobbiamo menomamente scostarci se vogliamo mostrarci suoi figli devoti e
ossequenti. Questi due capitoli riguardano piuttosto i Superiori, ma è bene
che siano conosciuti anche dagli alunni. Gli altri quattordici sono il
miglior galateo che possiamo dare ai nostri giovani, perchè è uscito dal
cuore e dall'anima del nostro Padre. Più si leggono, e più si resta
meravigliati della loro evangelica semplicità di forma, e della finezza delle
norme che vi sono contenute. Tutto vi è contem plato in ogni minimo
particolare: la pietà e il contegno in chiesa;

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il lavoro e il contegno nella scuola, nello studio e nel laboratorio; il
contegno verso i Superiori e i compagni; la modestia e la pulizia; il
contegno in casa e fuori, a passeggio e nel teatrino; la corrispon denza
epistolare; per cui chi l'osservasse esattamente sarebbe un perfetto
gentiluomo, com'era Don Bosco, con tutti e in ogni contingenza della vita.
Ma notate, miei cari figli: se vogliamo che la lettura e la spiegazione
di questo galateo abbia sui nostri giovani tutta la sua efficacia educativa,
dobbiamo essere noi i primi a praticarlo in ogni nostra azione, si da essere
ai loro occhi un galateo vivente.
7. L'articolo 62 dei nostri Regolamenti dice: La cura delle Missioni è
affidata a uno del Capitolo Superiore, a ciò delegato dal Rettor
Maggiore. Valendomi di tale facoltà, delego a ciò il R.mo D. Pietro
Ricaldone, Prefetto Generale. Già per altre sue attribuzioni egli è in
rapporto coi nostri missionari, e mi pare quindi il più indicato anche per
ragioni di semplicità. Essendo poi egli colui che fa le veci del Rettor
Maggiore, tale delegazione non diminuisce quel contatto ch'io desidero
conservare coi miei carissimi missionari, così lontani e alle volte esposti a
così gravi pericoli e sorprese.
Voglia il Signore aiutarci tutti a far tesoro delle tante grazie che va
spargendo sulla nostra Società. Frattanto io invoco la benedizione di
Maria Santissima Ausiliatrice sopra tutti voi, sui vostri giovani, sulle vostre
occupazioni, sui vostri parenti: ora e sempre. E voi pregate questa Madre
tenerissima anche per me, che vi sono
aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI