Parte Prima


Parte Prima








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2 PRIORITÀ DELLA CONGREGAZIONE

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3 PER IL SESSENNIO 2008-2014

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  1. Ritornare a Don Bosco per ripartire da lui

  2. Urgenza di evangelizzare e di convocare

  3. Semplicità di vita e nuove frontiere

PRIORITÀ N. 1: RITORNARE A DON BOSCO PER RIPARTIRE DA LUI


Obiettivi

Processi

Interventi


1.1. Impegnarsi a conoscere e amare Don Bosco, ritornare ai giovani, e riscoprire il significato del Da mihi animas cetera tolle come programma di vita spirituale e pastorale (CG26, 8.13.19).






1.1.1. Passando da una conoscenza superficiale di Don Bosco ad uno studio serio della storia, pedagogia e spiritualità del nostro Padre e Fondatore e della riflessione della Congregazione (CG26, 7).


1.1.2. Passando dalla realizzazione abitudinaria della vita spirituale e dell’azione pastorale all’assunzione del “da mihi animas cetera tolle” come invocazione e passione quotidiana (CG26, 7).














1.1.1.1. Investire adeguate risorse di personale nell’UPS, nell’Istituto Storico Salesiano e negli altri Centri che si dedicano allo studio e alla diffusione della salesianità.


1.1.1.2. Organizzare e coordinare una collaborazione fra tali Centri per approfondire l’esperienza spirituale di Don Bosco, sviluppare le sue intuizioni pedagogiche e pastorali, studiare l’inculturazione del carisma nei diversi contesti.


1.1.1.3. Costituire una équipe internazionale di confratelli per l’animazione dei luoghi di origine del carisma salesiano.


1.1.1.4. Rendere accessibili nelle varie lingue i testi salesiani ritenuti più importanti e curare la traduzione e la pubblicazione di una raccolta delle principali fonti salesiane.


1.1.1.5. Incontrare gli Ispettori di tutte le otto Regioni due volte nel sessennio per accompagnare la presenza salesiana nei diversi contesti e predicare loro un corso di esercizi spirituali.







PRIORITÀ N. 2: URGENZA DI EVANGELIZZARE E DI CONVOCARE


Obiettivi

Processi

Interventi



2.1. Mettere l’incontro con Cristo nella Parola e nell’Eucaristia al centro delle nostre comunità, per essere discepoli autentici e apostoli credibili, e per testimoniare con gioia la bellezza di una vita consacrata, dedita totalmente a Dio nella missione giovanile (CG26, 32.61).



2.2. Curare in ogni ambiente una più efficace integrazione di educazione ed evangelizzazione, nella logica del Sistema Preventivo (CG26, 41).









2.3. Inculturare il processo di evangelizzazione per dare risposta alle sfide dei contesti regionali. (CG26, 46).











2.4. Creare nella Congregazione una vera cultura vocazionale che aiuti a maturare l’impegno per il Regno di Dio e progetti di vita (cfr. CG23, 53.65).





2.5. Recuperare la concezione di Don Bosco sulla complementarità e la specificità delle due forme dell’unica vocazione salesiana ed impegnarsi seriamente nella promozione della vocazione del salesiano coadiutore (cfr. CG26, 74).




2.1.1. Passando da una vita tutta presa dalle attività, da uno stile borghese e di debole testimonianza evangelica ad una vita consacrata piena di passione per Dio e per i giovani (cfr. CG26, 27).






2.2.1. Passando da un tipo di presenza educativa o di promozione umana che non prende ispirazione dal Vangelo e non apre i giovani a Dio, con una predicazione esplicita di Cristo e del suo Vangelo, e da una evangelizzazione che non educa perché non aiuta a crescere verso la piena maturità ad un annuncio del Vangelo che offre un modello di umanità pienamente riuscita (cfr. CG26, 25).


2.3.1. Passando da un modello di evangelizzazione diretto soltanto alla trasformazione della persona ad una evangelizzazione che miri anche alla trasformazione delle strutture sociali e politiche (CG26, 31).



2.3.2. Passando da un atteggiamento di superiorità culturale ad un’accoglienza positiva delle culture diverse dalla propria (CG26, 31).



2.4.1. Passando da una vita che non manifesta sempre la centralità di Dio e non attira i giovani, ad una presenza che suscita il desiderio di diventare apostoli e fare proprio il Progetto di vita di Don Bosco (cfr. CG26, 56.61).



2.5.1. Passando da una concezione clericalista della vita salesiana al vissuto quotidiano della nostra identità di consacrati nelle sue due espressioni clericale e laicale.



2.1.1.1. Continuare a promuovere la lectio divina in Congregazione ed abilitare ad essa i confratelli.


2.1.1.2. In occasione del bicentenario della nascita di Don Bosco fare un cammino di approfondimento della vita consacrata salesiana, che aiuti a scoprirne l’identità e la missione.




2.2.1.1. Curare, attraverso i Dicasteri competenti, l’approfondimento del rapporto tra evangelizzazione ed educazione, per attualizzare il Sistema preventivo e adeguare il quadro di riferimento della pastorale giovanile alle mutate condizioni culturali.








2.3.1.1. Promuovere una presenza salesiana nel mondo che comunichi il Vangelo di Gesù Cristo nel rispetto e nella valorizzazione delle culture locali.


2.3.1.2. Continuare ad approfondire la dimensione sociale della fede e curare la formazione alla Dottrina Sociale della Chiesa.


2.3.2.1. Promuovere comunità interculturali, come segno di comunione e fraternità e come aiuto all’evangelizzazione in contesti pluriculturali e multietnici.


        1. Costituire in ogni Ispettoria l’équipe di pastorale vocazionale e verificarne il funzionamento ed i frutti.


2.4.1.2. Incoraggiare le Ispettorie ad inviare personale a prepararsi nel corso di formazione di formatori e di animatori vocazionali.



2.5.1.1. Promuovere una riflessione seria e aggiornata sulla complementarità e specificità delle due forme della vocazione consacrata salesiana nella Congregazione.


2.5.1.2. Promuovere, attraverso il Dicastero della Formazione, una più consistente preparazione teologica pastorale nei curricoli della formazione specifica.


PRIORITÀ N. 3: SEMPLICITÀ DI VITA E NUOVE FRONTIERE


Obiettivi

Processi

Interventi



3.1. Dare una testimonianza credibile di povertà evangelica, vissuta personalmente e comunitariamente nello spirito del Da mihi animas cetera tolle, che ci renda solidali con i poveri e ci permetta di operare scelte coraggiose a favore dei giovani più bisognosi e a rischio (cfr. CG26, 86.90.105).








3.2. Rilanciare il carisma salesiano in Europa (CG26, 108).








3.3. Creare nuove forme di presenza più flessibili e rivedere il modello di gestione delle opere per una presenza educativa ed evangelizzatrice più efficace (cfr. CG26, 100.112).



3.1.1. Passando da una stima teorica e da un’osservanza formale della povertà alla pratica effettiva di essa e alla vera libertà interiore nello spirito delle beatitudini (CG26, 85).


3.1.2. Passando da una conoscenza generica e distaccata delle situazioni di povertà ad una solidarietà concreta con i poveri e ad un maggiore impegno per la giustizia sociale (CG26, 85).






3.2.1. Passando da una situazione di progressivo indebolimento delle opere in alcuni paesi d’Europa ad un rilancio del carisma (CG26, 104).






3.3.1. Passando da una mentalità che privilegia i ruoli di gestione diretta a una mentalità che privilegia la presenza evangelizzatrice tra i giovani, con flessibilità coraggiosa e creativa (cfr. CG26, 31.104).





3.1.1.1. Fare annualmente lo scrutinium del “cetera tolle”, che stimoli i confratelli a vivere con gioia il distacco che caratterizzò Don Bosco, preoccupato solo della gloria di Dio e della salvezza dei giovani.


3.1.2.1. Sollecitare una più concreta solidarietà di risorse e di personale tra le Ispettorie e le Regioni, anche attraverso la formula di gemellaggi.


3.1.2.2. Appoggiare le istituzioni che promuovono i diritti dei giovani e, quando sia opportuno, prendere posizione a nome della Congregazione contro la loro violazione.



3.2.1.1. Definire la natura e gli obiettivi dell’intervento della Congregazione per una rinnovata presenza salesiana in Europa.


3.2.1.2. Realizzare ogni due anni un incontro con gli Ispettori d’Europa per rendere operativo il “Progetto Europa”.



3.3.1.1. Formare gli Ispettori e i direttori ad essere uomini responsabili di un carisma e non solo gestori di opere.


3.3.1.2. Interagire di più con l’insieme della Famiglia Salesiana per una presenza più significativa ed efficace sul territorio.


3.3.1.3. Stimolare, a livello istituzionale, il lavoro in rete con altre agenzie educative e pastorali.


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