Atti_1953_172.ACS_


Atti_1953_172.ACS_

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Torino, 31 gennaio 1953.
Carissimi Confratelli,
1. - B r e v e com m en to a lla St r e n n a su ll’ E u c a r is t ia .
— À chiusura delle feste di San Giovanni Bosco, dopo aver
pregato al suo Altare e meditato i suoi mirabili esempi nel corso
della sua solenne novena, vi mando un breve commento alla
strenna di quest’anno, per animarvi tutti a vivere effettivamente
nello spirito e nel cuore del nostro caro Padre, coltivando come
lui la fede e l ’amore a Gesù nella S S . Eucarestia.
Sono intimamente persuaso che ci sarà facile mantenere
nelle nostre Case l ’osservanza esatta della Regola, la carità
fraterna, la pratica del sistema preventivo, lo spirito di la­
voro e di temperanza se noi di giorno in giorno cresceremo
nella fede e nell’amore all’Eucaristia.
Come vi ho già accennato nel n. 170 degli A. 0 ., l’oc­
casione che mi diede l’idea di darvi questa strenna è il V Cen­
tenario del Miracolo del SS. Sacramento di Torino, che cele­
breremo in questa Archidiocesi con solenni manifestazioni e
con un Congresso Eucaristico nazionale nel prossimo settembre.
Ma nella storia salesiana, e più precisamente nelle strenne
di Capodanno che il nostro venerato Padre S. Giovanni Bosco
soleva dare ai giovani e ai confratelli, ho trovato che il motivo
della SS. Eucaristia è ben frequente, anzi ben posso dire, do­
minante. Nei primi anni dell’Oratorio fino al 1858, quando la

1.2 Page 2

▲back to top
popolazione toccava i duecento o poco più, le Memorie Bio­
grafiche ci narrano che Egli soleva dare a ciascuno dei suoi
figli un pensiero o una raccomandazione appropriata. Ma poi
la molteplicità delle sue occupazioni e l’aumento dei giovani
ricoverati lo costrinsero a dare ima strenna pei confratelli,
un’altra per i giovani, un’altra pei cooperatori. Fu nel 1861
che la Madonna gli dettò nuovamente una strenna per ciascuno
ed egli si sobbarcò alla fatica di scriverle in un vecchio registro
accanto a ciascun nome, ritagliando poi la fettuccia di carta,
man mano che i volenterosi venivano a prendere il messaggio
personale della Madre celeste dalle mani del più tenero dei
Padri. Furono 573 le strenne, di cui 48 poterono essere ricon­
quistate e 13 non furono neppure staccate, perchè i destinatari
non osarono o non poterono presentarsi a riceverle.
Però anche quell’ anno D on Bosco diede una strenna gene­
rale che fu questa: « Fatevi un grande impegno per ascoltar
bene la S. Messa e procurate di attuare il consiglio del Concilio
di Trento di accostarvi anche alla S. Comunione».
Ma delle venti strenne che le Memorie Biografiche riportano,
ben tredici toccano l’argomento essenziale e raccomandano la
frequenza alla S. Comunione, l’ascoltar bene la S. Messa, l’ ami­
cizia con Gesù nel SS. Sacramento, quasi a conferma del fa­
moso sogno delle due colonne, tra cui la nave di Pietro si di­
fende dai marosi e dai nemici.
Il nostro Don Eugenio Valentini in quel suo studio dili­
gente pubblicato in Salesianum nel n. 4 dell’anno scorso,
passa in esame la pedagogia di S. Giovanni Bosco e con frase
ardita la chiama « pedagogia eucaristica ». È un fatto che nel
sistema educativo nostro la mèta da raggiungere e il mezzo
principale per la formazione cristiana dei giovani è la fede
schietta e l’ amore sincero a Gesù nel SS. Sacramento. Tutte
le nostre pratiche di pietà e tutta l’istruzione religiosa se non
giungono a conquistare la mente e il cuore dei giovani fino
a portarli alla frequente Comunione ben possiamo dire che
fallirebbero al loro scopo.
La giovinezza di S. Giovanni Bosco ci addita un esempio
classico di ciò che più tardi egli stesso inculcò come sacerdote
ed educatore. Già come garzone di campagna alla Cascina

1.3 Page 3

▲back to top
Moglia il suo divino istinto lo porta alla confessione e comu­
nione settimanale. Poi a Chieri durante il Ginnasio la guida
sapiente del Teologo Maioria, che egli scelse come suo con­
fessore stabile, lo incoraggiava a confessarsi e comunicarsi con
maggior frequenza di quanto si usasse allora, quando « chi
andava a confessarsi e a comunicarsi più di una volta al mese,
era giudicato dei più virtuosi, e molti confessori noi permette­
vano» (M. B. T, 265). Quel medesimo confessore lo ebbe pure
durante gli anni di Seminario e fu certamente col suo permesso
o consiglio che il Chierico Giovanni Bosco usufruì del tacito
consenso dei Superiori, fece la S. Comunione più volte anche
durante la settimana, nella vicina chiesa pubblica di S. Filippo,
sacrificando il caffè latte e stando digiuno fino a ora di pranzo.
Altri, esempi eloquenti li abbiamo in famiglia e non va
dimenticato quello di S. Maria Domenica Mazzarello, la cui
santità ebbe le sue profonde radici nella farne eucaristica dei
suoi anni giovanili, quando, ancora figlia di famiglia, sentiva
il bisogno di adorare lo sposo divino fin dalle ore pìccole, re­
candosi alla Chiesa parrocchiale per una strada lunga, tortuosa
e disagiata. Abbiamo l’esempio del Beato Domenico Savio,
fedelissimo interprete del pensiero di Don Bosco ed emulo
del piccolo S. Tarcisio, martire dell’Eucaristia, quando si prof-
ferse a morire colpito dalle sassate dei due compagni per im­
pedirne la rissa. Ricordiamo i fervori eucaristici del Servo di
Dio don Andrea Beltrami, che durante la sua lunga malattia
non sentiva più i suoi disturbi e la sua debolezza mentre cele­
brava la S. Messa e trascorreva ore e ore in estatica preghiera.
Sappiamo tutti per esperienza che il termometro infallibile
del buon andamento dei nostri Istituti e Oratori è la frequenza
dei SS. Sacramenti e la mensa Eucaristica affollata ogni mattina.
Ora, per suggerire a tutti un ottimo mezzo per la pratica
della strenna in quest’anno, credo opportuno invitare tutti i
Direttori a procurare ai loro giovani una serie di istruzioni
domenicali sulla S. Messa e sulla S. Comunione. A comple­
mento delle istruzioni scolastiche sarà un’occasione opportuna
riprendere con una certa ampiezza la spiegazione del mistero
Eucaristico, dell’intimo nesso tra il Sacrificio del Calvario e
il santo Sacrificio della Messa, dell’essenza e del valore di esso,

1.4 Page 4

▲back to top
per concludere con larghi cenni sulla liturgia mirabile con cui
la Chiesa ha circondato il Sacrificio perenne di Nostro Signore
a nostro ammaestramento e conforto. E mentre sarà impartita
ai giovani questa più accurata spiegazione catechistica, tutti i
sacerdoti nel corso dell’anno si diano cura di riprendere in mano
il trattato dell’augustissimo e santissimo Sacramento dell’Eu­
caristia, per ripassarlo diligentemente in tutti i suoi particolari
edificanti; sarà cura dei Direttori di procurare ai nostri chie­
rici tirocinanti e a tutti i confratelli coadiutori qualche libro
di buona lettura sull’argomento eucaristico; sarà cura dei Ca­
techisti dare maggior lustro ai primi venerdì del mese, ravvi­
vare nelle Compagnie la devozione al SS. Sacramento, la pra­
tica delle visite particolari a Gesù, la esattezza delle cerimonie
nel servizio della S. Messa, la genuflessione fatta con fede,
l’uso delle giaculatorie nel corso della giornata, la pratica della
carità vicendevole e dello spirito di mortificazione sull’esempio
e per amore di Gesù Eucaristico.
Ma soprattutto preoccupiamoci tutti noi sacerdoti di ce­
lebrare bene con maggior fervore, digne, attente ac devote la
S. Messa, proponendoci ad esempio S. Giovanni Bosco; e co­
loro che debbono assistere alla S. Messa si facciano mi propo­
sito quotidiano di prendere sempre maggior coscienza dell’atto
sublime e incomparabilmente santo che il Signore misteriosa­
mente rinnova per sua bontà sui nostri altari, perpetuando
il suo sanguinoso tragico sacrificio del Calvario. È ravvivando
la nostra fede in questo mistero che potremo sempre più cre­
scere nell’amore a Gesù eucaristico e al SS. Sacramento del­
l ’ Eucaristia.
Questi pensieri bramerei che fossero ripresi e sviluppati
opportunamente dai Superiori alle nostre varie comunità nel
corso dell’ anno, a rinfocolare con frequenza il fervore dei con­
fratelli, dei giovani, delle Fighe di Maria Ausiliatrice e dei
nostri ex allievi e cooperatori: Qualche versetto del I V libro del
De Imitatione Christi servirà insieme a suscitare sentimenti di
compunzione nelle anime che soffrissero di aridità o tiepidezza.
V i aggiungo in appendice una bella raccolta di fatti e di
pensieri di Don Bosco, per semplici citazioni delle Memorie
Biografiche ad uso di chi dovrà, parlare sull’argomento.

1.5 Page 5

▲back to top
2. - C o n v e g n i . — Da molte parti giungono notizie di con­
vegni che nel periodo delle trascorse vacanze natalizie o in
occasione di celebrazioni anniversarie ebbero luogo nelle varie
Case o Ispettorie.
Ben volentieri alla richiesta d’una parola di plauso o d ’un
messaggio telegrafico rispondo e invio la benedizione deside­
rata; ma spesso avviene che il mio saluto arrivi a festa finita
e resti quasi lettera morta. Vengo perciò a pregarvi di usare
anche in questo particolare 'il sistema preventivo ; gli organiz­
zatori favoriscano anticipare di qualche giorno la notìzia e ben
volentieri cercherò di corrispondere al desiderio, arrivando
prima della riunione e facendo così un’adesione reale e quanto
mai opportuna per fomentare l’unione e lo spirito di famiglia.
Ma i convegni che maggiormente mi stanno a cuore e cui
plaudo a due mani, sono quelli indetti da parecchi Ispettori
dopo il Capitolo Generale per comunicare ufficialmente ai D i­
rettori le deliberazioni prese e spiegarne la portata, facendosi
eco dello spirito col quale furono emanate.
Altri convegni opportunissimi furono quelli dei Confessori,
allo scopo di uniformare la prassi nostra in certe questioni
delicate, di additare fonti preziose di cultura ascetica, di in­
segnare ai giovani le esperienze degli anziani e soprattutto di
confermare ed elevare in essi la coscienza del com pito loro
affidato di guide spirituali in unione perfetta coi Direttori
delle Case.
È ora di moda, e dobbiamo riconoscerne la pratica utilità,
fare riunioni di categoria: di Direttori, di Parroci, di Prefetti,
di Catechisti e Consiglieri scolastici, di capidarte, di presidenze
delle Compagnie religiose... Tali riunioni però debbono essere
accuratamente preparate, bene organizzate per tutti i servizi
cosidetti logistici, ossia di viaggio, vitto, alloggio; bene dirette
nelle discussioni, in modo che i problemi siano studiati da re­
latori competenti, seriamente discussi e conclusi con delibera­
zioni pratiche, accettate dalla maggioranza, attuate volontero­
samente da tutti.
Ora perchè si verifichino tutte queste condizioni è neces­
sario che gli Ispettori studino bene prima con gli incaricati
tutta l ’organizzazione dei convegni, affinchè ottengano il loro

1.6 Page 6

▲back to top
8
scopo e mentre procurano una bella occasione di incontrarsi
e passare una o più giornate in santa letizia, diano direttive
sicure e riescano di edificazione a tutti.
È anche opportuno e lodevole che prendiamo parte ai più
importanti convegni che i Vescovi o le autorità scolastiche e
civili promuovono per la trattazione di argomenti che interes­
sano direttamente le nostre attività nel campo religioso, pe­
dagogico e sociale. Ispettori e Direttori scelgano confratelli ca­
paci di sostenere i nostri punti di vista e di dare pareri oppor­
tuni con sicura competenza.
In quest’ anno desidero raccomandare che si dia speciale
importanza ai convegni ispettoriali o nazionali delle Compagnie
e delle Scuole professionali. La speranza vivissima che andiamo
nutrendo di potere nel 1954 solennizzare i Centenari delle une
e delle altre con una manifestazione grandiosa, deve animare
tutti a preparare materiale vario sia per i convegni che certa­
mente avranno luogo a nostro ammaestramento e conforto e sia
per le mostre, di cui saranno date istruzioni a tempo opportuno.
3 . - S e t t i m a n a d i p r e g h i e r e . — Abbiam o cominciato il
turno di preghiere per ciascuna Ispettoria con la partecipa­
zione speciale delle Ispettorie interessate. Tutti per uno, uno
per tutti: è una santa gara di reciproco aiuto, che fa perno
nella S . Messa del Eettor Maggiore e nell’Ispettoria cui con­
verge l’ attenzione dei confratelli, del mondo intiero. Mi piace
segnalare la gara dei nostri Teologi del Pontifìcio Ateneo alla
Crocetta, i quali, rappresentando quasi tutte le Ispettorie Sa­
lesiane, si sono organizzati nell’illustrare i particolari più no­
tevoli, le necessità spirituali, le statistiche del personale, le
Case e Missioni della propria Ispettoria di turno; non solo, ma
fanno pure preghiere speciali e le Compagnie liberamente si
associano per confortare con omaggi spirituali i desideri espressi
dai Soci per le loro Case e Ispettorie.
Sono certo che anche altrove, specialmente le Case di F or­
mazione, renderanno efficace il voto del Capitolo Generale, te­
nendo vivo il ricordo delle Ispettorie di settimana in settimana
e partecipando spiritualmente alla S. Messa del Rettor Mag­
giore, offerta a tale scopo.

1.7 Page 7

▲back to top
Giacché sono sull’argomento delle preghiere voglio invitarvi
a farne una che mi pare debba interessare tutti i confratelli
in questo anno centenario delle nostre Scuole professionali.
Nella corona dei nostri Santi e Servi di Dio — sono quattor­
dici ufficialmente canonizzati o in corso di studio —- tutti no­
tiamo una mancanza che vorremmo colmare: manca un servo
di Dio coadiutore salesiano. Perciò in primo luogo dobbiamo
tutti unirci nella preghiera per ottenere dal Signore entro
quest’anno il dono desiderato di una segnalazione celeste che
ci metta sulla buona via di proporre un modello di santità
specificamente adatto anche ai nostri confratelli coadiutori.
Quanti ne sono passati dappertutto all’altra vita in odore
di santità! I profili dettati dal caro sig. D. Ceria a ricordo im ­
perituro dei coadiutori dei tempi di D. Bosco hanno edificato
tutte le Comunità che si affrettarono a leggerli nei refettori
o come lettura spirituale; molte lettere mortuarie ci hanno
fatto supporre virtù eroiche in molti di tali confratelli; recen­
temente qui all’Oratorio la morte del compianto architetto
Giulio Valotti ha lasciato dietro a sè mi profumo di santità che
vogliamo rendere più vasto ed edificante con un’ampia biografìa.
Dio voglia concederci questa nuova grande grazia per in­
tercessione del nostro caro Padre e degli altri Servi di Dio:
sarà un’aureola preziosa in questo nostro glorioso centenario.
Concludo portando il vostro pensiero alle cause dei nostri
Servi di Dio. Siamo prossimi alla ultima Congregazione coram
SS.mo per il Servo di Dio Don Michele R ua e vi invito perciò
a pregare affinchè presto si giunga a celebrare la sua Venera­
bilità. Sarà un nuovo grande lustro per la Congregazione e da
quel giorno certamente faremo a gara per invocarlo e conoscerne
la santa vita a edificazione di tutti. Vi raccomando nel prossimo
marzo di onorare il Beato Domenico Savio e di parlarne molto
ai giovani, additandolo come loro modello in ogni virtù e in­
teressando tutti a ottenere dal Signore la sua completa glori­
ficazione per l’anno prossimo, Centenario della proclamazione
del Dogma di Maria SS. Immacolata.
4. - C i n e m a . — Sento il bisogno di tornare sull’argomento
del Cinema che da tutti ormai è stato riconosciuto di primissima

1.8 Page 8

▲back to top
10
importanza per salvare la pedagogia salesiana e lo spirito di
Don Bosco nelle nostre Case. Le «Comunicazioni» inviate dal
Capitolo Superiore in seguito alle deliberazioni del Capitolo Ge­
nerale hanno chiaramente indicato ciò che dobbiamo fare, per
evitare di-essere sommersi dalla produzione di lìlms che l’in­
dustria produce a getto continuo e che il commercio abil­
mente impone a chiunque si lega con contratti e spettacoli a
scadenza.
Don Bosco ci intima il non licet di fronte alla smania
spettacolare che minaccia di pervertire gli stessi educatori, as­
suefacendoli a vedere coi propri occhi quello che fino a ieri
era assolutamente proibito leggere o vedere in fotografie e
quadri d ’arte.
Il Regolamento ci impone la revisione dei libri e giornali
che gli allievi possono portare dalle loro famiglie e col cinema
attuale talora diamo in pasto alla fantasia e ai sensi la visione
di mia realtà che nessun romanzo potrebbe rendere tanto per­
niciosa per le anime loro. A me preme fissare i princìpi sui
quali tutti dobbiamo essere concordi, affinchè poi i Superiori
possano agire di conseguenza, superando gradualmente ma senza
compromessi le difficoltà che le situazioni locali possono frap­
porre.
a) I figli di San Giovanni Bosco debbono volere per i
loro allievi e per tutte le persone che frequentano le nostre
sale o teatri uno spettacolo di cui Don Bosco possa essere
contento. Ora tutti sappiamo quali sono state le esigenze del
nostro santo Fondatore per tutelare la moralità e soprattutto
la purezza dei giovani. E su questi punti non è questione di
tempi diversi dai nostri. Sarà bene che rileggiamo frequente­
mente la circolare « Santità e purezza » e la trattazione speciale
che il compianto Don R icaldone fece nel suo ultimo studio
su « Don Bosco educatore » voi. 2° pag. 295-352 o il capi­
tolo X V I del Y voi. con cento e cento altri luoghi delle M e­
morie Biografiche.
b) Anche quando lo spettacolo fosse per il pubblico, mia
sala salesiana deve tener presente che i genitori portano con
sè i figliuoli e perciò a noi sacerdoti educatori salesiani deve
incombere sempre la preoccupazione di dare rappresentazioni

1.9 Page 9

▲back to top
11
buone anche per loro. Gli adulti che vengono da noi debbono
sapere che il nostro spettacolo è degno di essere veduto dai
Salesiani, dal pubblico e dai ragazzi; se cercano altro diverti­
mento, lo trovano purtroppo altrove, ma non debbono co­
stringere noi a renderci colpevoli di scandalo al più piccolo
dei nostri ragazzi. Le distinzioni di categorie non sono per noi:
nostra unica visione sia il film educativo.
Ma allora dobbiamo chiudere le nostre sale? No, allora
dobbiamo solidalmente boicottare ogni spettacolo che piace al
mondo e che è scuola di peccato, che esalta il vizio, non tiene
conto di Dio e dei suoi comandamenti, mescola la procacità
della moda o del comportamento anche alle vite dei santi,
insegna a rubare, a uccidere, a far violenze d’ogni specie, ad
amoreggiare, a profanare il sacrario familiare, a far della vita
un’avventura galante e via via di questo passo, che è il passo
del 90 per cento dei fìlms.
c)
Dobbiamo anche escludere la ragione del lucro che ne
può venire alla Casa, all’ Oratorio, alla Parrocchia, alle opere
assistenziali che abbiamo tra mano. Se non abbiamo altro
mezzo per vivere e far del bene che l’incasso del cinema profano,
dobbiamo confessare che il cinema ha esaurito le altre fonti
di beneficenza consuete e ci ha messi su una strada sbagliata,
dalla quale urge tornare indietro per non essere abbandonati
dalla Provvidenza divina, che è sempre stata con noi larga e
generosa. Certamente è più comodo incassare alla porta con
un biglietto a prezzo fisso: do ut des. Ma se San Giovanni Bosco
elemosinando per tutta la vita, provvide abbondantemente ai
suoi orfani, alla costruzione di tre importanti basiliche, alle
Missioni, ecc., anche noi dobbiamo lavorare coi mezzi consen­
titi dal nostro spirito sacerdotale e salesiano, economizzando
in tutte le nostre spese, attivando le vere fonti della benefi­
cenza che sono il nostro lavoro, la nostra povertà di spirito,
l’organizzazione dei cooperatori, la propaganda orale e scritta
delle opere benefiche che abbiamo, affinchè i ricchi si scuo­
tano e vengano incontro ai poveri e diano il loro superfluo
per amore, se non vogliono meritarsi il castigo che il comuniSmo
va attuando violentemente, dovunque ha conquistato il potere.
Cari confratelli, questo è il punto critico cui stanno ridu-

1.10 Page 10

▲back to top
12
cenciosi alcune Case: vivere col reddito degli spettacoli, popo­
lare gli Oratori col cinema, far concorrenza alle sale pubbliche
e preoccuparsi dello spettacolo più che della moralità e dell’istru­
zione religiosa! Oh come si abbassa il livello dello spirito sale­
siano quando nella Casa entra questo cancro inguaribile. Con­
sideriamolo veramente come un cancro, che conduce inesora­
bilmente alla rovina qualsiasi organismo, intaccato nelle parti
vitali.
d) E corriamo subito tutti ai ripari! L ’esempio debbono
darlo le Nazioni nelle quali siamo più numerosi e dove la Chiesa
cattolica ha organizzazioni capaci di far fronte alla marea mon­
tante. L ’Italia che ha più di duecento Case sta formando un
centro di revisione e di noleggio che, col concorso di tutti, può
procurare il divertimento onesto nella misura e nel modo che
è stato deliberato.
A questo primo tentativo tutti debbono dare la loro pronta
e operosa collaborazione: San Giovanni Bosco che vuole una
gioventù sana e cristiana ci aiuterà certamente a organizzarci
in questo campo così importante. Anzi, giacché ogni ritardo
è deleterio, ci dobbiamo proporre di offrire a Maria SS. Ausi-
liatrice nel 50° della sua incoronazione questo omaggio filiale:
la volontà decisa di procurare ai nostri giovani e fedeli un di­
vertimento come lo vuole Don Bosco, perchè l’ambiente morale
delle nostre Case sia tale che da ciascuna possa nascere qualche
vocazione e tutti gli spettatori abbiano a godere nelle nostre
sale il sano divertimento che solleva lo spirito ed educa al bene.
5.
- I l n o s t r o P o n t i f i c i o A t e n e o . —•Come avrete saputo
per informazioni private, al nostro Pontifìcio Ateneo Salesiano,
dopo dodici anni di R ettorato fu sostituito il B.m o Dott. Don
Andrea Gennaro col B.m o Dott. Don Eugenio Valentini, già
Direttore dello Studentato. La cerimonia di presentazione al
corpo dei Professori fu fatta al 9 ottobre ed il R ettor Magnifico
uscente lesse una breve relazione sul periodo del suo B etto­
rato, che mi pare opportuno riportare per intiero nelle «Comu­
nicazioni», quale documento di importanza storica per tutta la
Congregazione. Desidero che si sappia da tutti quali furono le
origini e le prime vicende di questo Istituto, così provviden­

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
13
ziale per la nostra Famiglia e così necessario per l’uniformità
del nostro insegnamento filosofico, teologico e pedagogico.
Come fu detto durante il Capitolo Generale, i Superiori
hanno la consegna di pensare prossimamente a provvedere al
P. A. S. ima sede unica e conveniente, allo scopo di raccogliere
in essa i rappresentanti di tutte le Ispettorie e di formarli con
la massima diligenza ai compiti delicatissimi dell’insegnamento
delle materie ecclesiastiche e della pedagogia salesiana. Già si è
fatto qualche cosa in questo primo periodo, come leggerete nella
relazione; ma molto di più e sempre meglio ci proponiamo tutti
di fare e di ottenere con l’aiuto di Dio e la buona volontà degli
Ispettori, dei Superiori e docenti del Pontificio Ateneo Salesiano.
Vada intanto mi pubblico grazie al benemerito operosissimo
Don Gennaro, che fu l’interprete fedele e l’esecutore infatica­
bile delle direttive del compianto Rettor Maggiore Don Pietro
Ricaldone; e insieme l’augurio al nuovo Rettor Magnifico che
possa proseguire e perfezionare il vasto programma che ancora
resta da svolgere.
6.
- C o m p a g n i e R e l i g i o s e . Intesa con la G. I. A . C.
(Gioventù Italiana di Azione Cattolica). Scaduta il 24 maggio 1952
la precedente Convenzione firmata dal compianto Don Rical-
done ad experimentum per tre anni, il Capitolo Superiore volle
attendere l’elezione del nuovo Rettor Maggiore prima di pren­
dere una decisione al riguardo. Avvenuta l’elezione del nuovo
Rettor Maggiore parve opportuno affidare agli Ispettori d ’Italia
la soluzione del problema. Essi in una particolare riunione fis­
sarono sei punti orientativi che riportiamo più sotto e quindi
diedero il mandato al Vice-procuratore Generale, Don Evaristo
Marcoaldi, quale loro Delegato di trattare con la Presidenza
Centrale della Gioventù Italiana di A. C.
A coronamento di quelle cordiali trattative si firmarono la
Dichiarazione e la Convenzione riportate più sotto.
Nel far conoscere alle Case d ’Italia la nuova intesa che re­
gola le relazioni fra le nostre Compagnie e la G. I. A. C. ab­
biamo aggiunto:
1)
gli articoli concordemente formulati dagli Ispettori
d’Italia nella riunione fatta durante il Capitolo Generale;

2.2 Page 12

▲back to top
14
2)
il commento alla dichiarazione e all’intesa con la
G . I. A. C.
Come già pubblicato sulla R ivista «Com pagnie» (fascic. 22,
luglio-agosto 1952), in vista delle Celebrazioni Centenarie delle
Compagnie e ancor più per rispondere al peculiare genio orga­
nizzativo dei nostri tempi e rendere le Compagnie strumento
sempre più efficacemente formativo alla vita sociale e aposto­
lica dei nostri giovani, parve opportuno costituire la Confe­
derazione Internazionale delle Compagnie che unisce le varie
Federazioni Nazionali in una organizzazione analoga a quella
dei nostri ex allievi.
A guidare questo movimento esiste già presso il Catechista-
Generale il C e n t r o I n t e r n a z i o n a l e C o m p a g n i e R e l i g i o s e ,
ma a rappresentare, specialmente all’esterno, le Compagnie, era
necessaria ima persona adatta e degna.
Ora dopo aver pregato e pensato mi è parso che l’Avv. Giu­
seppe Angelo Brusa, per le sue benemerenze in campo religioso
e sociale, per le ripetute prove dateci di fedele e affezionato
ex allievo e membro delle Compagnie Primarie dell’Oratorio di
S. Francesco di Sales, possa assolvere il compito di Presidente
Internazionale.
7.
- I n o s t r i V i s i t a t o r i s t r a o r d i n a r i . — Sarà gradito a
tutti avere qualche informazione sul lavoro compiuto in questi
mesi dai R ev.mi Capitolari incaricati delle visite straordinarie.
11 Prefetto generale sig. Don Albino Fedrigotti ha già compiuto
la visita alla Missione del Congo Belga, alle Case del Sud Africa
appartenenti all’Ispettoria Inglese. Fece pure un volo a M o­
zambico, alla nuova Casa professionale che l’Ispettoria P or­
toghese ha accettata nel corso del 1952. Ora si trova nell’Ispet •
toria Orientale dalla Festa dell’Epifania: San Giovanni Bosco
lo accompagni ed assista, dovendo passare in regioni turbate
da continue lotte politiche.
I I Catechista generale, il sig. Don Giovanni Antal, tornato
come Visitatore nella Spagna ove fece pure il suo primo tiro­
cinio, sta terminando l’Ispettoria Celtica ove ha ammirato una
fioritura eccezionale di vocazióni e un fervore di opere com mo­
vente.

2.3 Page 13

▲back to top
15
Il sig. Don Candela, Consigliere professionale, è nell’Ispet-
toria Betica, ove fu per lunghi anni Direttore e Ispettore e poi
si dispone a passare nel Nord Africa.
Il sig. Don Seriè sta visitando le Case delle Isole Antille
e poi salirà al Messico eroico.
I l sig. Don Giovanni Còsta Eesende sta ora visitando l’alto
E io Negro al Nord del Brasile, avendo scelto opportunamente
il periodo delle piogge per meglio raggiungere le residenze mis­
sionarie ed evitare le febbri malariche.
Ultimo a partire per riprendere le visite alle Ispettorie del
S. Rosario e dell’Uruguay è stato il sig. Don Bellido, che ha
dovuto attendere il ritorno degli allievi negli Istituti e la
ripresa delle scuole che sarà nel mese di marzo.
Continuiamo ad accompagnarli quotidianamente nella loro
fatica apostolica affinchè il Signore benedica le persone e le
opere che Essi visitano e la Congregazione riporti copiosi frutti
da questi contatti tanto desiderati.
8.
- I R i c o r d i d e g l i E s e r c i z i S p i r i t u a l i 1953. — Sic­
come alcuni Ispettori mi hanno chiesto i Bicordi per gli Eser­
cizi Spirituali del 1953, comunico a tutti che saranno uguali
alla Strenna:
Viviamo tutti e sempre nel cuore e nello spirito di San Gio­
vanni Bosco coltivando la fede e l’amore a Gesù nella San­
tissima Eucaristia.
Invocando su tutti e su ciascuno la benedizione di San Gio­
vanni Bosco e di San Francesco di Sales mi raccomando sempre
alle vostre preghiere
aff.mo in G. J.
Sac. RENATO ZIGGIOTTI