Atti_1931_057.ACS_


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ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
J. M. J.
Carissimi Confratelli e Figli in Nostro Signore Gesù Cristo,
1. I n quest'anno che volge al termine ci siamo dedicati all'apo­
stolato delle Associazioni giovanili tanto care al cuore del Santo
Padre, e della nostra perfezione religiosa secondo il modello del
vero Salesiano, qual è nella visione del Beato nostro Padre nel
sogno del 1881.
La vostra partecipazione a questo duplice apostolato, esteriore
ed interiore, è stata concordemente attiva, come ho rilevato con gioia
dall'incremento dato quasi dappertutto alle nostre Compagnie reli­
giose, che continuano a dare ottimi frutti; dallo zelo di ciascuno
per realizzare in sè e negli altri confratelli il modello del perfetto
Salesiano; e dall'accoglienza fatta alla mia Circolare del 26 aprile
scorso per la conservazione e la pratica delle nostre tradizioni: di
tutto ne sia ringraziato di cuore il Signore.
Intanto se ciascuno di voi, o miei cari, fosse ognora sollecito
di avvicinarsi di più al nostro Padre D. Bosco, per imitarlo in in ­
terrottamente, mi pare che quelle cose da voi stessi additatemi come
contrarie al nostro spirito verrebbero automaticamente abolite per
fare il posto ad altre che, pur essendo elementi integrativi del
nostro spirito, sono qua e là lasciate andare in disuso.
P er fare ciò, vale a dire, per vivere proprio accanto al Beato
Padre, occorre eccitare dentro di voi stessi il bisogno di leggere
e rileggere gli scritti di lui con le M em orie biografiche e quanto

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altro venga pubblicato intorno a lui e all'Opera sua. Come sarebbe
più salutare la vostra missione educativa se si leggesse privata­
mente qualche volta ogni anno il trattatello sul suo Sistema educa­
tivo e la prima parte del Giovane P rovvedu to! Dicasi altrettanto
detta Vita, pubblicata testé, dell'indimenticabile Don R ua, il fe­
delissimo discepolo che ha saputo rendersi un altro Don Bosco
imitandolo in tutto mentre gli viveva accanto.
V i sono in tutte le Case i volumi contenenti questi preziosi
tesori, vìa quanti vanno ad attingervi le vere ricchezze salesiane
da trafficare per la salvezza di tanta gioventù? La scusa che non
si ha tempo è puerile, mentre alle volte da alcuni lo si spreca in
letture frivole di giornali e libri non convenienti, e in conversazioni
inutili, ecc. La vera ragione di tale trascuranza va ricercata nella
non comprensione della grandezza dell'apostolato al quale la divina
bontà s’ è degnata chiamarvi. Ognuno di voi cerchi di comprendere
quanto sia importante la lettura assidua, ordinata di questi vo­
lumi, ed allora esperimenterà personalmente il gran bene che ne
viene alle anime e alle nostre Opere.
2. I l nostro Beato Padre aveva una larghezza di cuore smisu­
rata come le arene dei lidi del mare, che, dinanzi alle necessità
della gioventù abbandonata e di tutte le umane miserie, tenerissi­
mamente si commoveva e gli faceva compiere i sacrifizi più eroici
per alleviarle nel miglior modo possibile.
La lettura assidua delle Memorie biografiche ci fa sentire
tuttora sempre più viva e palpabile questa sua eminente caratte­
ristica, quasi per inocularla nei nostri cuori e renderli capaci dei
sacrifici che la « grave angustia e crisi finanziaria » attuale e
mondiale reclama pure da ciascuno di noi. I Governi di tutti i
Paesi ne sono preoccupati, senza trovare modo di scongiurarla;
e il Santo Padre P io X I ha lanciato a tutti i popoli il Suo com­
mosso Appello per la Crociata universale di pietà e di amore,
onde ciascun membro della grande Fam iglia di D io faccia uso
di tutti i suoi mezzi disponibili per alleviare gli indigenti per man­
canza di lavoro, e particolarmente « l'immensa moltitudine dei
bambini vittime le più innocenti di queste tristissime condizioni
di cose; imploranti panem dum non erat qui frangeret eis e
nello stesso squallore della miseria, condannati a vedere sfiorire
quella gioia e quel sorriso che la loro anima ingenua cerca incon-

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sciamente intorno a sè ». Sentire inetti e commiserazione per l'in­
fanzia, per la fanciullezza abbandonata e recarvi tutto il nostro
contributo ili amore, di preghiere, di opere, di sacrifizi e di immo­
lazioni, ecco l'eredità che ci ha lasciato il Beato D. Bosco. Egli,
durante tutta la sua vita, non ha fatto altro che darsi incessante­
mente, anima e corpo, mente e cuore, ad alleviare le miserie morali
e materiali della gioventù.
L'eroismo di tutta la sua vita di apostolo non ha avuto altro
movente che l'amore e la pietà per la gioventù; non altro fine che
di alleviarla dalle sue miserie, educarla, condurla a Dio, metterla
in condizione di una decorosa vita cristiana, quaggiù nella citta­
dinanza terrena, per potere così assicurarsi a suo tempo la citta­
dinanza del cielo.
Ora perchè tutta questa vita paterna sopravviva nella sua Opera
a mezzo dei suoi F igli, fa d'uopo che l'A p p ello del Vicario di Gesù
Cristo, risuoni in ciascuno di noi con l'efficacia anche della voce
paterna, a monito ed eccitamento salutare di lanciarci, sui suoi
esempi, alla grand'opera di commiserazione e di alleviamento delle
giovinezze dalle presenti sofferenze, con pienezza di immolazione
di noi stessi e delle cose che la Provvidenza mette a nostra dispo­
sizione.
3. Perciò, miei carissimi figli, vi scongiuro, non solo in v isce­
ribus Christi, ma eziandio in latitudinem cordis Patris, di vol­
gere il vostro sguardo alle immense moltitudini di fanciulli im ­
ploranti, intorno a voi e in ogni paese della terra, un sollievo, un
aiuto alla loro indigenza delle cose di prim a necessità per la vita;
e così vi riempiate il cuore della più tenera commiserazione, onde
essere pronti a fare tutti i sacrifizi che sono a vostra disposizione
per alleviarli e rifocillarli, nell'anima e nel corpo.
Nessuno pu ò essere indifferente alle presenti angustie perchè
se ne sentono gli effetti dappertutto. Anche per noi non è più per
ora il tempo di quella relativa sufficienza che ci permetteva tante
opere buone con una certa larghezza di benessere: ora i creditori,
grandi e piccoli, picchiano continuamente alla porta; i parenti
dei giovani non possono pagare neppure le piccole pensioni; i
giovani poveri ed abbandonati crescono ogni dì più nelle nostre
Case, mentre le entrate si assottigliano continuamente e le elemo­
sine sono più scarse.

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Tutte le nostre Case si risentono, e sono in disagio a motivo
delle presenti tristezze, lo so; ma più di tutti se ne risente il Capi­
tolo Superiore, sia per le ingenti spese incontrate gli anni scorsi
nella preparazione di parecchie Case di formazione religiosa-mis­
sionaria; sia per riempirle di buone vocazioni; sia per le spedizioni
annuali delle novelle reclute, diligentemente selezionale ed istruite,
ai noviziati e agli studentati delle varie M issioni alle quali sono
state assegnate; e sia infine per tante altre spese che gravitano sulle
sue spalle per il rifornimento delle M issioni, per i Processi di
Beatificazione e Canonizzazione dei nostri Servi di Dio, e per la
Direzione Generale di tutta l'Opera.
Ricordo le raccomandazioni del Beato Padre di fare qualunque
sacrifizio per coltivare ed accrescere le vocazioni e le M issioni;
ma sento pure il bisogno di raccomandarmi caldamente a tutti gli
Ispettori e Direttori perchè veglino sull'economia e la inculchino
continuamente ai loro dipendenti. Prim a ne diano essi l'esempio:
si proibiscano tutte le spese che possono essere rimandate ad altro
tempo; si sospendano i lavori di costruzione e le riparazioni non
strettamente necessarie ed urgenti. A questo proposito faccio mie
le parole pronunziate dal Beato nel 1876: «B isogn a che voi mi
aiutiate. Dite e ripetete che ogni giorno che non c'è il muratore in
casa, è una giornata d'oro. Del resto bisognerà che mi ci metta
proprio io e che non permetta più nessun lavoro per piccolo che sia,
senza che mi si domandi licenza specificatamente... Io non temo
che ci manchi la Provvidenza, qualunque maggior numero di gio­
vani accetteremo, o per le grandi opere, anche dispendiosissime,
nelle quali ci slanciamo per l'utilità spirituale del prossimo; ma
la Provvidenza ci mancherà in quel giorno in cui si sciuperanno
denari in cose superflue o non necessarie ».
In tempi straordinari bisogna usare mezzi straordinari. Tutto
ciò che pare poco fa crescere la spesa. Anche le Case che fossero
meno provate dall'attuale crisi, devono ricordarsi di essere solidali
con il corpo e con il capo della Congregazione, perchè il loro per­
sonale e il loro relativo benessere presente è frutto dei sacrifizi
sopportati da D. Bosco e dagli altri Superiori nei tempi passati,
che erano di non minore penuria di quella che ci travaglia ora.
Vedano perciò quei cari Confratelli, che si trovano quasi in
condizione privilegiata, di imporsi tutti i sacrifizi di economia,
di risparmi, e di mortificazioni che devono sopportare i loro Con­

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fratelli delle Case meno abbienti e che vivono solo di beneficenza.
In tal modo molti Ispettori potrebbero avere maggiori risorse, non
solo per sostenere le Case di formazione e di beneficenza dell'Ispet-
toria; non solo per pagare con sollecitudine i debiti che hanno
verso le altre Case, in particolare verso quelle di formazione M is­
sionaria e verso gli Studentati Teologici di Torino e di Roma,
che sono debiti urgenti, privilegiati; ma anche per inviare al Suc­
cessore di D. Bosco qualcuna di quelle letterine d'oro, con le quali
i prim i Direttori delle prime Case, e poi i prim i Ispettori, solevano
accompagnare i loro auguri e quelli di tutta la comunità, nelle
varie circostanze dell’anno e manifestare anche così in modo tan­
gibile il loro filiale affetto.
4. Permettetemi, m iei Confratelli e F igli carissimi, che insista
su la. necessità di acquistare un fine spirito di economia. Senza di
esso non si può essere buoni religiosi, perchè, come diceva D. Rua,
l'economia è « il profumo della santa povertà, che può dirsi la virtù
apostolica per eccellenza » e che il nostro Fondatore ci ha dato
quale termometro infallibile della prosperità e della durata della
nostra Congregazione.
Oh! si potessero ripetere oggi e nell'avvenire lontano le confor­
tanti parole rivolte da D. Bosco ai Direttori nelle Conferenze del
febbraio 1876 ! Le strettezze finanziarie erano molto gravi anche
allora, ma il buon Padre, animatili a confidare unicamente nella
Provvidenza, li assicurò che questa non sarebbe mai mancata alle
nostre Case, se non quando i Confratelli se ne rendessero indegni,
quando cioè si sprecasse il denaro e si affievolisse lo spirilo di po­
vertà. P o i con immensa tenerezza paterna esclamò: Ma finché io
vedrò ciò che ora vedo, che si fanno sacrifizi da ogni parte, e
sforzi per economizzare in ogni maniera, che il lavoro è grande
e disinteressato, no. statene certi, la Provvidenza non ci man­
cherà mai. Non abbiate alcun timore.
F a re sacrifizi da ogni parte, e sforzi per economizzare in
ogni m aniera era allora la vita dì ogni Confratello, e dev'esserlo
pure al presente e nell'avvenire. Veda quindi ciascuno di voi, o
miei cari, di tradurre nella sua vita quotidiana, qualunque sia
la Casa e l'occupazione, le seguenti raccomandazioni fatte dal
Beato in quella circostanza: « Tuttavia, mentre noi ci appoggiamo
ciecamente sulla divina Provvidenza, raccomando a tutto potere

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l'economia. Risparm iam o quanto si può, risparm iam o in ogni
m odo: nei viaggi, nelle vetture, nella carta, nei com m estibili,
negli abiti. N on si sprechi nè un soldo, nè un centesim o, nè un
francobollo, nè un foglio di carta. Io ciò raccom ando caldamente
a ciascuno di voi e specialmente agli assistenti, ai professori e
a tutti gli altri; che procurino di fare e di far fare ai loro sudditi
ogni risparmio conveniente, ed im pedire qualunque guasto, del
quale si avvedano ».
Dunque economia da parte di tutti e nelle cose anche minime,
fosse solo un boccone di pane, un pezzetto di carta, una lampada
accesa fuor di tempo o dove non fosse necessaria, ecc. Così fanno
ora anche le famiglie non solo povere, ma le agiate e le ricche: ri­
sparmiano, economizzano su tutta la linea. Molte si sono private
della comodità delle persone di servizio; e non poche persone che
prima non avevano mai lavorato, adesso si pongono al servizio di
chiunque pur di potere guadagnare qualcosa. D i più quelle nume­
rose famiglie si sono imposte limitazioni straordinarie nel vitto,
che neppure nelle solennità hanno la nostra mensa comune! E si
pensi (come faceva rilevare già D. Bosco e poi con maggior insi­
stenza D. Rua) che tuttavia tante di quelle famiglie non tralasciano
mai dal dare il loro obolo per le nostre opere e missioni! Quindi,
concludeva D. Bosco, « non dobbiamo cercare di rendere la nostra
vita più agiata, ma di fare buon uso della carità che gli altri ci
fanno per il fine della nostra missione di salvezza della gioventù
abbandonata ».
Ora se tante buone famiglie di secolari si mortificano, anche
per sovvenire le nostre Opere, che non faremo n o i?
Desidero infine a questo riguardo che ogni Direttore, nell'oc-
casione dell'Esercizio della Buona Morte, faccia leggere da tutti i
suoi Confratelli in comune, la Circolare regalataci dal Servo di
Dio D. Rua nel nono anniversario della morte del Beato D. Bosco.
(V. Lettere Circolari di D. Rua, n. 34, pag. 360). Se si amerà
realmente la santa povertà, e si imiterà il Beato, il quale ha sem­
pre mirato all'osservanza più stretta di essa, allora questo tempo
della più stretta economia, ci apporterà tesori inestimabili di reli­
giosa perfezione. Ancora: il Beato nei momenti di maggiori stret­
tezze e difficoltà pregava più intensamente e faceva fare particolari
preghiere da' suoi giovanetti... e ne era sempre esaudito. Im itia­
molo anche in questo. Sì, preghiamo anche noi, o miei cari, e

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facciamo pregare i nostri giovani, essi pure vittime della tremenda
crisi attuale. A nim iam oli a pregare per rispondere all'appello del
Papa, ed inculchiamo ad essi pure l'economia, onde assecondare,
nei limiti delle loro forze, alla Crociata, di pietà e di amore procla­
mata dal Santo Padre.
5. M a è tempo che venga alle strenne per il 1932. Ve le
espongo per semplici accenni: ognuno potrà meglio svilupparle da
se stesso. Ecco le strenne:
P e r i S a c e r d o t i : Missa attente celebretur: si celebri con
attenzione la Santa Messa.
P e r i C h ie r ic i e i C o a d iu t o r i: Sanctum Sanctorum pera­
m anter visitetur: si visiti con trasporto d'amore Gesù Sacramentato.
P e r g l i a l u n n i in t e r n i, e s t e r n i e d o r a t o r ia n i: Ascol­
tino con attenzione la S. M essa e si preparino a ricevere la S. Co­
munione sacramentalmente od almeno spiritualmente.
P e r g l i e x -a l l i e v i : Facciano ogni sacrifizio per ascoltare
con raccoglimento la S. M essa tutti i giorni festivi.
Le prim e due strenne sono due sentenze lette dal Beato Padre
sopra le fiammelle che si alzavano dai raggi del diamante, la Ca­
rità, che brillava sopra il cuore del personaggio della visione. B a­
sterebbe questo solo richiamo per valutarne tutta l'importanza e
invogliare ciascuno a meditarle profondamente e a praticarle co­
stantemente. Lascio che gli Ispettori e i Direttori diano le spiega­
zioni opportune nelle conferenze e conversazioni particolari, vi­
gilando poi che le strenne siano realmente praticate con vantaggio
delle anime e della nostra Congregazione.
Le strenne richiamano tutti a crescere nell'amore all'Eucari­
stia, sia celebrando od ascoltando la S. M essa; sia frequentando
la S. Comunione; sia visitando il SS. Sacramento, nelle quali
pratiche risplende la caratteristica più bella impressa da D . Bosco
alla sua Congregazione. Quale vasto campo si offre ai Direttori
delle Case per parlare ai loro giovani di quanto ha fatto il nostro
Beato per eccitare i giovani alla Comunione frequente e quoti­
diana; per abituarli a visitare il SS. Sacramento in tutte le ricrea­
zioni della giornata (cosa che vorrei venisse ripristinata dapper­
tutto come una delle nostre tradizioni paterne più salutari), per
sviluppare e coltivare le vocazioni ecclesiastiche; per promuovere

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la Compagnia del SS. Sacramento ed il piccolo Clero, onde abi­
tuare i giovanetti all'altare nelle grandi funzioni con sottana e
cotta, e via dicendo. L 'argomento preferito durante tutto l'anno
per le conferenze, istruzioni e fervorini e Buone N otti sia: il Beato
D. Bosco e l’Eucaristia. I Direttori troveranno nelle Memorie
biografiche una miniera inesauribile di pensieri, di fatti e di opere
al riguardo. In tal modo si faranno risplendere meglio nella p ie­
nezza della lor luce i festeggiamenti che si effettueranno nel corso
dell'anno e si avrà una grande fioritura di vocazioni sacerdotali
e religiose.
6. Prim a di finire, o miei cari, vi chiedo la carità di partico­
lari preghiere per la Spagna cattolica, così fieramente perseguitata
in questi tempi, perchè mi è oltremodo cara a motivo della mia
lunga permanenza colà, la quale mi permette di meglio valutare
la gravità della presente persecuzione. Pregate per essa e in modo
speciale per le numerose nostre Case ed Opere che fiorivano in quella
nobile nazione. Le ho poste sotto la protezione di M aria Ausilia-
trice: supplicatela anche voi, mattina e sera, con insistenza filiale
onde faccia presto sentire a quei nostri carissimi Confratelli tutta
l'efficacia del suo potente aiuto e la pienezza della sua materna
protezione. Abbiamo tutti bisogno di questa misericordiosa Madre,
ma i Confratelli di Spagna sono in maggiori strettezze e perciò le
nostre preghiere siano anzitutto per essi. Preghiamo ora e sempre
con la certezza che non ci verrà mai meno l'aiuto potente della
nostra Ausiliatrice, finché le saremo figli devoti e amantissimi.
Ed ora vi faccio i migliori auguri per il nuovo anno, invocando,
ad intercessione del nostro Beato Padre, una particolarissima be­
nedizione di M aria Ausiliatrice sopra di voi, delle vostre occu­
pazioni, dei giovani affidati alle vostre cure, onde quest’anno vi
sia davvero apportatore di ogni bene più eletto per la vita presente
e la futura. I n tal modo possiamo sperare di ritrovarci poi un dì
tutti assieme nel bel Paradiso accanto al nostro Beato Padre con
tutti i santi Confratelli che ci hanno preceduti nella beata visione
della pace. Le vostre preghiere mi sono di grande conforto e ve
ne sono gratissimo. Il mio ricambio è continuo dinanzi al Signore,
e voi non dimenticate il
Torino, 24 novem bre 1931.
vostro aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI.