Atti_1923_020.ACS_


Atti_1923_020.ACS_

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I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE.
I! Rettor Maggiore.
Carissimi Figli in G. C.,
La S. Congregazione di Propaganda Fide, per decisione del
Santo Padre Pio X I , ha indetta una Esposizione Mondiale delle
Missioni da tenersi nei Palazzi Vaticani l'Anno Giubilare 1925.
In seguito a ciò la Sacra Congregazione, a mezzo del suo Prefetto
l'Em.mo Card. Van Rossum, ha fatto pervenire a tutti i Superiori
Generali degli Ordini e Congregazioni religiose un formale invito
a parteciparvi nel modo migliore, stabilendo quasi una santa gara
tra i varii istituti aventi missioni. La nostra P ia Società non sola­
mente non si può esimere dall'onorevole invito, ma sente il dovere
di portarvi tutto il suo concorso volonteroso, filiale, completo, non
tanto per l'onore che ne possa venire al nome di Don Bosco, quanto
e più perchè il Santo Padre da questa Mondiale Esposizione M is­
sionaria si ripromette un grande risveglio religioso nel Mondo,
un maggior incremento delle opere missionarie e di evangelizza­
zione. Accresce ancora forza all'invito una circostanza di grande
valore per la nostra Famiglia religiosa, ed è che l'anno 1925 è
pure il 1° Giubileo d'Oro delle nostre M issioni; per cui quanto
faremo allo scopo accennato avrà doppio valore: sarà cioè omaggio
al S. Padre per l'Anno Giubilare, e tributo ancora al Giubileo
d'Oro delle nostre Missioni, che costarono tanti sacrifizi a Don
Bosco e ai suoi Figli e sono fonte di tanto bene. Che se non riusci­
remo ad esporre il nostro materiale prima di mandarlo a Roma,
lo esporremo poi a Torino appena sarà di nuovo disponibile. Per

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la buona riuscita io faccio càlcolo specialmente su tre fattori che
non devono mancare-.
1° da parte dei confratelli in genere: preghiere ed aiuti mo­
rali, promovendo Videa, incitando coloro che possono fare, e, all'oc­
casione, facendo volentieri qualche personale sacrifizio;
2° da parte dei confratelli che sono o che furono missio­
nari; concorso reale di studio, d'idee, di pratici suggerimenti; rac­
colta paziente di oggetti, documenti, fotografìe, carte, disegni, notizie
storiche e statistiche, rarità locali ecc.
3° da parte delle Case e I spettorie non Missionarie: aiuto
di mezzi per potere far fronte alle ingenti spese di allestimento,
stampa ecc.
Ed ora gualche parola circa il Programma:
L'Esposizione Mondiale Missionaria di Roma si prefigge
di dare ai visitatori un'idea dei luoghi di missione e d'illustrare
fattività missionaria sotto i varii aspetti. Sarà divisa in 5 grandi
Sezioni, corrispondenti alle cinque parti del mondo, più un R i­
parto Centrale di carattere scientifico. Gl’Istituti Religiosi espor­
ranno, nelle varie sezioni, il « materiale missionario » proprio di
ogni singola loro missione.. Gl'Istituti Religiosi Femminili non
esporranno separatamente ma insieme coll'Istituto Maschile da
cui dipendono in qualche modo e col quale lavorano nelle missioni
stesse; per cui le nostre buone Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice,
avranno campo per una magnifica manifestazione del loro zelo
ed operosità, ma lo faranno, come figlie di Don Bosco, insieme ai
Salesiani.
Secondo il concetto che ha la S. G. di Propaganda Fide delle
terre di missioni, e secondo i luoghi in cui si svolge la nostra azione
e quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l'elenco delle case o
missioni a noi affidate che dovranno figurare all'Esposizione è
il seguente:
EUROPA — Scutari (P. M. A.), R odi.
A S IA Asia Minore: Smirne, Adalia, Costantinopoli.
Palestina e Siria: Beitgemal, Betlemme, Caifa, Cremisan,
Nazareth, Gerusalemme (Salesiani e F. M. A .), D a­
masco (F . M. A.).

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India-Madras: S. Tommaso di Meliapor, Tanjore.
India-Assam B.: Badarpur, Gauhati, Laitkynsew, Ba-
liang, Shillong, (Missione e orfanotrofio).
Cina (Canton): Orfanotrofio di Macao, Missioni Heung-
Shan, Shek-Ki, Siu-Lam, Tau-Mun.
Vicariato Shiu-Chow, (Sales, e F. M. A .), Missioni Ho-
Shi, Lien Chow e Jeong Shan, Nam Yung e Chi Heng,
Jen Tak, Yan Fa e Fong Thong.
AFR IC A Settentrionale, Egitto: Alessandria; Tunisia: Tunisi,
La Marsa, La Manouba; Algeria: Bonisseville, Eck-
mühl, Oran.
» Centrale-Congo Belga: Katanga, Elisabethwille, Kiniama,
La Kafubu.
» Meridionale: Capo di Buona Speranza.
A M E R IC A — Chili: Vicariato Magellanico, Punta Arenas (Sale­
siani e F. M. A.), Porvenir (Sal. e F. M. A.) Port
Stanley (Sal. e F. M. A.), Ultima Speranza.
Argentina Patagonia e Terra del Fuoco. Tutte le case,
parrocchie, missioni dell’Ispettoria Salesiana Pata-
gonica dei Salesiani e delle F. M. A., vale a dire:
Choele-Choel, Chosmalal, Comodoro R ivadavia, Co-
nesa Sur, Fortin Mercede, Junin de los Andes, Lago
Fagnano, Neuquen, Patagones, Pringles, Bawson,
R io Gallegos, R io Grande, R oca, San Carlos de Bari-
loches, Santa Cruz, Sant'A ntonio, Trelew, Ushuaia,
V iedma.
NB.: Questa parte del nostro campo di lavoro, che costituì
la prima manifestazione dell'Opera Missionaria Salesiana, e di
cui celebriamo il giubileo, merita una illustrazione tutta speciale,
retrospettiva e storica, che dica bene e che dimostri quello che
fu l’antica Patagonia selvaggia ed incolta e quello che è oggi,
mercè la laboriosità dei suoi abitanti e degli emigrati ivi accorsi,
l’opera del Governo Argentino e il concorso dei Figli e- delle
Figlie di Don Bosco.

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Argentina Missione della Pampa: Castex, General Acha,
(Sal. e F. M. A.), Guatraché, S. José, S. Maria, S. R osa,
(Sal. e F. M. A.), Telen, Victorica, (Sal. e F. M. A .).
Paraguay Missione del Chaco Paraguayo.
Brasile Prefettura del Rio Negro (Amazzone-Manaos)
S. Gabriel.
Missione di Santa Caterina Blumenau: Ascurra, R io
dos Cedros, R io Oeste.
Matto Grosso: Barreiro (Sal. e F. M. A.), Coxipò da Ponte
(Sal. e F. M. A.), R egistro di Araguaya, Prelazia (Sai.
e F. M. A.), Sangradouro (Sal. e F. M. A.), R io das
Garças (Sal. e P. M. A.).
Equatore Vicariato Apos. di Mendez e Gualaquiza;
Santiago di Mendez, Gualaquiza, Cuenca, Indanza,
(Sal. e P. M. A.).
Colombia — Lazzaretto di Agua de Dios.
»
» Cano de Loro.
»
» Contrataciòn (Sal. e F. M. A .).
AUSTRALIA Vicariato A p. di Kimberley.
Fin qui è la prima e più urgente parte della nostra Mostra;
la seconda parte è quella che riguarda gli emigrati europei,-
italiani, polacchi, portoghesi, spagnuoli, tedeschi ecc. — e quanto
si è fatto o si sta facendo in loro favore, sia per l ’assistenza spiri­
tuale e temporale, sia specialmente per la buona educazione
ed istruzione dei loro figli e .figlie nei nostri istituti ed in quelli
delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In questa categoria sono com ­
presi tanto gli emigrati in Europa p. es. gli italiani a Zurigo,
a Liegi; quanto gli emigrati fuori d'Europa p. es. a Buenos
Ayres, S. Paolo, S. Francisco di California ecc.
Il ‹‹ materiale-missionario » che si dovrà mandare a Torino
impreteribilmente entro un anno, e che sarà qui ancora oggetto
di una diligente revisione e classifica, è il seguente:

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1° Una accurata monografia o breve storia della missione o
casa a cui si riferisce, dalla fondazione sino al presente. Si prefe­
risce in lingua italiana, ma potrà anche essere in altra lingua.
Scritta 0 dattilografata, in una sola facciata, su fogli, formato
protocollo (cm. 21x 27 circa). I dati principali che dovranno con­
tenere tali monografie sono quelli stessi richiesti dalla S. C. di
Propaganda nei questionari mandati ai Prefetti, Vicari Aposto­
lici e Superiori di Missioni. In fogli separati, a comodità dei con­
fratelli compilatori delle monografìe, si stampano i dati richiesti,
e se ne uniscono alla presente alcune copie. La monografia è
come il dossier di cui i numeri seguenti sono una documenta­
zione o illustrazione.
2° Fotografie, carte, specchietti od oggetti illustranti il
paese (posizione geografica, climi, flora, fauna, prodotti, mine­
rali, rarità o fenomeni locali ecc. ecc.).
3° Idem , illustranti il popolo (costumi, grado di civiltà, di
cultura, folklore).
4° Idem, illustranti il culto (pagano o altro qualsiasi, templi,
sacrifizi, idoli, scene superstiziose, ridicole o malefiche delle
false religioni indigene ecc.).
5° Idem, illustranti i mezzi di evangelizzazione (istituti
-di formazione dei missionari, metodo usato dai missionari, iti­
nerari di viaggi, erezioni di cappelle, dalle più semplici e grot­
tesche alle chiese, parrocchie, santuari. Corsi professionali od
agricoli con particolare riferimento agli indigeni; parte questa
assai importante pel nostro Istituto).
6° Idem, illustranti i frutti conseguiti (sia nel campo civile
e religioso, che è il primo e più importante, quanto in quello del
benessere-materiale, istruzione degli indigeni, commercio, in­
dustria, scambi ecc.). Premi, distinzioni ed onorificenze con­
cesse alle opere nostre da Governi, Istituti, ecc.
7° Pubblicazioni fatte o in corso di stampa, in qualunque
lingua, e anche poligrafate, litografate, copiate ecc. sia di propa­
ganda per i civilizzati, sia di testi per gl’indigeni, sia per uso dei
missionari.

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Proposte libere e pratiche suggerite veramente dall’espe­
rienza e destinate a facilitare, agevolare ed estendere maggior­
mente l’opera santa della evangelizzazione e della civiltà tra
le popolazioni infedeli.
Si avverta attentamente, nella scelta del materiale sopra
indicato, di dare la preferenza: 1° a ciò che è più caratteristico
e quindi più interessante delle singole località: 2° a ciò che può
meglio giovare ad un confronto chiaro e suggestivo tra gli inizi,
forse umilissimi, della fondazione e lo svolgimento susseguente;
3° a ciò che può m eglio,rivelare il nostro sistema di educazione
e di catechesi.
Nella Mostra noi ci troveremo a fianco di ordini ed istituti
antichi e benemeriti, che da più secoli lavorano all’evangelizza­
zione dei popoli infedeli ed hanno al loro attivo forse centinaia
di martiri, un materiale copiosissimo e prezioso. Da noi, che
siamo di ieri, si attende almeno una manifestazione fedele dello
spirito del nostro Ven. Fondatore nell’opera missionaria, par­
ticolarmente nell’educazione della gioventù mediante il nostro
sistema familiare e preventivo, frequenza dei SS. Sacramenti,
insegnamento progressivo dei mestieri, dell’agricoltura ecc.;
la scelta quindi sia guidata da tale pensiero.
Le antiche fotografìe e disegni si mandino come sono; le
nuove si facciano fare soltanto su carta, senza cartoncino, che
sono più economiche, di più facile spedizione e riescono anche
più comode a noi; il formato non oltrepassi 18 X 24 cm. e, a tergo
di ogni fotografia, come pure degli altri oggetti, non manchi mai
la relativa spiegazione. Una lastra fotografica comoda, econom ica
e sufficiente per gruppi, piccole vedute ecc., che si presta anche
per discreti ingrandimenti, è quella di cm. 10 X15 detta ordina­
riamente formato cartolina. Si mandino anche le lastre nega­
tive, affine di potere, occorrendo, ricavarne ingrandimenti ecc.
Però si abbia la precauzione di non privarsi delle negative senza
avere, nell’archivio della Casa o dell’Ispettoria, almeno qualche
copia fotografica ricavata dalla negativa stessa; inoltre alla nega­
tiva si unisca sempre non meno di una copia fotografica per sup­
plire nel caso che si rompesse il vetro.
Delle films cinematografiche che, eventualmente, fossero
state fatte in qualche casa o missione, o di quelle che si potranno

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fare per l ’occasione, se ne mandi copia a Torino con breve spie­
gazione. Lo stesso dicasi delle diapositive e stereoscopie.
I l mio intento nel fare a voi, cari figli in Gesù Cristo, questa
comunicazione, è anzitutto che mi aiutiate colle vostre preghiere;
in secondo luogo che, quanti di voi sentono di potere in qualche
modo collaborare, d'accordo col proprio Direttore o Ispettore, si
mettano subito all'opera, visto che il tempo è limitatissimo per
il grande compito affidatoci. Non occorre dire che il materiale esi­
stente nel Museo delle Missioni di Valsalice e quello che potremo
trovare negli Archivi del Capitolo, sarà diligentemente utilizzato,
ma ciò è insufficiente, dato che a Roma si vuole una mostra com­
pleta, documentata e aggiornata. Daltronde il materiale raccolto
a Valsalice riguarda solamente due missioni: Terra del Fuoco
e Bororos del Brasile.
Affinchè poi tutti i nostri sforzi procedano ordinati e compatti,
i Sigg. Ispettori designeranno subito, per ogni missione o casa di
missione, uno o più confratelli coll'incarico di raccogliere dili­
gentemente tutto il materiale missionario possibile, secondo le
norme date sopra, e di tenersi preparati per la spedizione. Inoltre
ogni Ispettore nomini un confratello che, sotto la sua responsabilità,
sia come l'Incaricato Ispettoriale di questo movimento tanto per
quanto riguarda i Salesiani, quanto per le Figlie di Maria Ausi-
liatrice, che si tenga in diretta corrispondenza colla Commissione
Centrale di Torino, dipendente dal Capitolo Superiore. Tale Com­
missione verrà tosto nominata. Intanto si è già stabilito come presi­
dente di essa il sig. D. Pietro Ricaldone, e come segretario e dele­
gato presso la S. C. di Propaganda il confratello D. Domenico
Molfino.
A ll'unica Commissione di Torino farà centro quanto è Opera
Salesiana e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sia che dipendano
da Vescovi locali, che da Prefetture, Vicarìe o Prelazie Apostoliche
alle quali la S. C. di Propaganda si dirigerà espressamente.
La cosa che maggiormente preme e per la quale chiedo tutta
l'attenzione dei solerti Ispettori, è che, direttamente o a mezzo del
proprio incaricato, assunte al più presto le possibili informazioni
dalle Case, Missioni ecc., sappiano dirci impreteribilmente, non
più tardi del prossimo v. agosto, quale sarà all'incirca il loro
contributo, e quando questo contributo potrà essere a Torino.

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In base a questi dati e allo schema ora in corso di studio, potremo
a nostra volta informare il Comitato Organizzatore di Roma, sta­
bilire lo spazio, la superfìcie di suolo e di pareti, le vetrine ecc.
necessarie, la qual cosa costituisce il primo passo che dobbiamo fare
a Roma, e vi siamo già stati avvisati.
Indovino le obbiezioni che si sarebbe tentati di fare e le reali
difficoltà che si potrebbero invocare, specialmente da quegli ottimi
confratelli e da quelle case che per la scarsità di personale, si tro­
vano già così onerati di lavoro; ciononostante, data la circostanza,
più che eccezionale che ho esposto, sento in cuor mio che, da buoni
figli di D. Bosco, ricorrendo tutti alle sante industrie dello zelo,
coll'aiuto della Divina Provvidenza, sapremo da forti superare
gli ostacoli... Pensate cosa farebbe il nostro Venerabile Padre se
si trovasse al nostro posto, dopo un invito di questo genere venutogli
da Roma, dal Vicario di Gesù Cristo, invito che interessa
vivamente la gloria di Dio, il bene delle anime, l'onore della nostra
amata Congregazione! Ricordate ancora che nessun sacrifizio è
più visibilmente ricompensato, anche quaggiù e nelle case, di quello
che si fa per favorire le missioni e dilatare il regno di Dio.
Quindi il vostro contributo sia veramente generoso, intelligente,
esatto e, sopratutto sollecito... Don Bosco e la nostra Ausi-
liatrice benediranno dal Cielo quanto faremo per questo fine.
Se qualche Ispettore per ottenere l'accennato « materiale mis­
sionario » di cui è assoluto il bisogno, dovesse anche mandare sul
posto qualche speciale confratello o altra persona coi mezzi neces­
sari, è autorizzato a farlo e a non indugiare menomamente.
Sopratutto poi si assicurino, i sigg. Ispettori, che le cose da loro
disposte sieno fatte, e le seguano sino al termine e al loro reca­
pito a Torino.
In attesa di un riscontro preciso alla presente, e pronto a for­
nirvi ancora qualunque schiarimento necessario, saluto con vivo
affetto voi, e i vostri cari benefattori ed allievi.
In Corde Jesu aff.mo
Sac. FILIPPO RINALDI
Torino, festa dell’Ausiliatrice, 1923.

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I m p o r t a n t e d o c u m e n t o d e l l a S. C o n g r e g a z io n e d i P r o p a ­
ganda per le Missio n i.
L ’Emo Card, van Rossum, Prefetto della S. Congreg. di Pro­
paganda Fide in data 20 maggio u. s. solennità di Pentecoste
ha inviato a tutti i Superiori e Capi di Ordini e Congregazioni
religiose che si dedicano alle Missioni una preziosa lettera per
insistere su alcuni punti di somma importanza per le Missioni
stesse.
La lettura di essa richiamerà ai Figli di D on Bosco, partico­
larmente a quelli che si son consacrati alle M issioni affidate alla
nostra Società, le norme e i consigli che sull'argomento il S. Padre
Pio X I aveva già espressi ed illustrati a me stesso nelle due intime,
indimenticabili udienze accordatemi e di cui vi ho data relazione
nei N i 15 e 19 di questi Atti. I Superiori delle nostre Missioni
le rileggano e le facciano rileggere ai loro Missionari per meglio
immedesimarsi delle sapientissime direttive papali dalla cui attua­
zione pratica possono ripromettersi più copiosi frutti di conversione
e di civiltà.
Roma, li 20 maggio 1923 (Solennità di Pentecoste).
Rev.mo Signore,
Lo sviluppo, che coll’aiuto del Cielo, vanno prendendo le Missioni Catto­
liche, è causa di santa consolazione a quanti hanno a cuore i trionfi di nostra
santa Religione e ardentemente desiderano la dilatazione del Regno di Gesù
Cristo.
Tale incremento senza dubbio è in gran parte dovuto all’attività intensa
manifestata, specialmente in questi ultimi anni, sia dagli Ordini e Congre­
gazioni religiose che, memori delle passate loro glorie, hanno voluto riac­
cendere tra i loro membri il desiderio di dedicarsi alla conversione degli
infedeli, sia dai molteplici Istituti, il cui fine principale, se non unico, è
quello delle Missioni.
Quantunque detta meravigliosa attività ed operosità siano per tutti i
buoni cagione di conforto, resta però sempre vero che stragrande ancora
è il numero di quelli che, sparsi in vastissime regioni, attendono che sia
loro predicata la parola della salute. Anche oggi si può ripetere e con tutta
verità, il detto del Salvatore: Messia quidem multa, operarii autem pauci.
Onde è che questa Sacra Congregazione di Propaganda fide, con vero
affetto di madre, piena di interesse per tutti gli Istituti che inviarono i
loro figli alle Missioni, e riconoscente ad ogni singolo Missionario dedito ad
un lavoro costante e penoso, lavoro molte volte nascosto e quindi somma­
mente meritorio, perchè noto, solo a Dio, ritiene opportuno di indirizzare

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ai Superiori Generali o Maggiori degli Ordini, Congregazioni ed Istituti,
che si dedicano alle Missioni, la presente lettera, per insistere su alcuni
punti di somma importanza per le Missioni stesse.
I. Ed anzitutto, sarebbe assai utile che i Missionari venissero debita­
mente preparati al lavoro evangelico, sia in qualche casa, in Europa od al­
trove, espressamente a ciò destinata (come già lodevolmente si pratica da
qualche Istituto), sia in appositi stabilimenti o residenze nei territori stessi
delle Missioni.
Tale preparazione, che dovrebbe essere la più perfetta possibile e variare
col variar delle Missioni, potrebbe venir impartita ai giovani da Missionari
provetti, e dovrebbe consistere nello studio della lingua, o lingue, della Mis­
sione a cui i detti Missionari sono destinati; nel rendersi, già fin da prima,
familiari cogli usi e costumi della regione a cui si recheranno; nell’appren-
dere quei metodi che, tutto considerato, sembrano più atti all’evangelizza­
zione in ciascun paese.
A questo si aggiunga anche una preparazione pratica, a fine di raggiun­
gere una certa capacità di attendere da sè soli a tutto quanto può riuscire
utile o necessario allo sviluppo materiale delle Missioni.
II. Curino i Superiori che in ogni Missione vi siano uomini capaci di
prendere, al bisogno, le redini della Missione stessa, affinchè, venendo a
mancare il Vicario o il Prefetto Apostolico, non si abbiano gravi difficoltà
per la scelta del successore, nè si sia costretti di nominare a tale ufficio
un ecclesiastico che non abbia conoscenza della Missione stessa e ne ritardi
il progresso.
III. Di sommo interesse è che i Superiori veglino, affinchè nelle Mis­
sioni ai loro Istituti affidate si attenda alla formazione del Clero indigeno.
Ed invero ciò è necessario, poiché i vari territori furono propriamente a loro
commessi a fine di fondarvi e stabilirvi la Chiesa. Orbene la conversione
degli infedeli è soltanto il principio, la prima pietra di tale stabilimento;
ad. essa deve seguire la formazione delle cristianità con proprie cappelle o
chiese, coll’istituzione (e, possibilmente, con la dotazione) di scuole, orfa­
notrofi, asili, ospedali ed altre opere; a ciò deve seguire, o andare di pari
passo, la formazione di Clero indigeno e di Religiosi indigeni di ambo i sessi.
Se non si ha premura di pensare a tempo alla formazione del Clero indi­
geno, accadrà che presto il Missionario, il cui scopo è la predicazione del
Vangelo ai pagani, si fermerà in una cristianità, abbandonando quasi del
tutto gli altri infedeli, e lasciando il grande ministero della loro conver­
sione a semplici catechisti. Il Clero indigeno invece può, e deve essere, al­
meno al principio, ottimo aiuto al Missionario, il quale, reso più libero,
avrà il modo di dedicarsi esclusivamente, o quasi, alla sua altissima voca­
zione, la conversione cioè degli infedeli.
La Missione non va considerata come una proprietà dell’ istituto; essa
è un territorio affidato dalla Chiesa di Gesù Cristo a zelanti apostoli, perchè
ivi introducano, stabiliscano e rendano vitale tutta l’ammirabile istituzione
del Nostro Redentore.
Solo allora può dirsi fondata la Chiesa in una regione, quando essa ivi
si regga da sè, con proprie chiese, con proprio Clero nativo del luogo, con
propri mezzi; in una parola, quando essa non dipenda ivi che da se stessa.
Alle quali considerazioni se ne possono aggiungere anche altre, di ordine
assai pratico e assai evidenti. Ed infatti se, in seguito ad una guerra (e di

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ciò si sono avuti non pochi esempi nel recente mondiale conflitto), o se per
altri avvenimenti politici, si cambiasse il reggimento civile dei territori di
cui si tratta, e venisse quindi richiesto od imposto l’allontanamento dà Mis­
sionari esteri e sudditi di alcune determinate nazioni, la Chiesa ne sarebbe
fortemente danneggiata, poiché le popolazioni, rimanendo prive, o quasi,
di Sacerdoti, sarebbero esposte al pericolo di perdere la Fede. Nè ciò è solo
una mera ipotesi; simili eventi si sono già avverati.
Si aggiunga a ciò che l’Europa, da cui in maggior parte sogliono provenire
i Missionari, ha essa stessa bisogno di Clero; le vocazioni sono divenute, per
ragioni a tutti note, più scarse. Di qui la grandissima preoccupazione e di
provvedere l’Europa di un numero sufficiente di Sacerdoti, e di disporre
pure in numero sufficiente di Sacerdoti che lascino l’Europa per recarsi
in altro campo di apostolato fuori de’ suoi confini.
Se un abbondante e ben formato Clero indigeno potesse essere a dispo­
sizione, è chiaro che ciò che ora si considera come grave difficoltà e come
problema di ardua soluzione, verrebbe ad essere, e facilmente, eliminato.
IV. Ed infine sarebbe opportuno che gli Istituti, i quali ammettono
n elle loro file anche fratelli laici, si studiassero di cercare il modo di far
conoscere a tante anime desiderose di darsi a Dio, le quali, per mancanza
di studi preparatori o per altre ragioni, non possono convenientemente
ascendere al sacerdozio, che esse pure potrebbero, e mirabilmente, coope­
rare all’eroico lavoro delle Missioni. Queste infatti hanno grande necessità
di uomini pii e volonterosi, periti in qualche arte o mestiere, e capaci tanto
di insegnare le arti e i mestieri stessi ai popoli presso cui sono inviati,
quanto di attendere, con l’aiuto di altri, a fabbriche di edifìci, impianti di
officine, lavori tipografici; e, senza dilungarci troppo, basterà solo accennare
al bene grande che tali fratelli, debitamente preparati, potrebbero compiere,
occupandosi dei catechisti indigeni, insegnando nelle scuole primarie, ecc.
Su tali punti, esposti per sommi capi, la S. C. di Propaganda richiama
l ’attenzione di tutti i Superiori degli Istituti Missionari, sicura che, se ciò
che qui è esposto sarà debitamente considerato e convenientemente eseguito,
non potrà mancare quel benefico risultato che ardentemente si cerca.
La S. C. di Propaganda quindi invita i Superiori Generali a voler commu­
nicare questa lettera ai Prepositi di quelle Provincie, a cui sono affidate
Missioni, e a vigilare accuratamente affinchè il contenuto della medesima
sia messo in pratica.
Benedica Iddio tutti coloro che, mossi da santo zelo, contribuiscono in
qualsiasi modo, affinchè l’opera delle Missioni, l’opera apostolica per eccel­
lenza, progredisca sempre più e venga maggiormente conosciuta ed amata.
Ricolmi Iddio de’ Suoi celesti favori quelle anime che, infiammate del
Suo santo amore, si sono consacrate all’evangelizzazione di tanti popoli, i
quali attendono ancora la grazia di conoscere Nostro Signor Gesù Cristo.
Approfitto ben volentieri dell’incontro per riaffermarmi, con sensi di
ben distinta stima,
di V . S. devotissimo
G. M. Card. VAN ROSSUM, Praef.
F r a n c e s c o M ARCHETTI SELVAGGIANI
Arcivescovo di SeleuciaSegretario.