La vita consacrata


La vita consacrata

1. LETTERA DEL RETTOR MAGGIORE

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« VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA…

VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO » (Mt 5, 13.14)

Presentazione della Regione Asia Est - Oceania



1. Breve presentazione globale della Regione. La realtà sociale. – Il contesto culturale. – La presenza della Chiesa cattolica. – La vita consacrata. 2. Com’è arrivato Don Bosco e cresciuto il suo Carisma. 3. Presentazione della Regione dal punto di vista salesiano. I Salesiani. – La vita comunitaria. – Tipologia delle presenze e delle opere salesiane: La pastorale giovanile – La formazione – L’impegno missionario e l’inculturazione del Carisma – La comunicazione sociale – La Famiglia Salesiana – Economia-solidarietà. – Santità salesiana. 4. Esperienze carismatiche più significative (nelle diverse Ispettorie). 5. Alcune sfide. 6. Conclusione – “Sono sempre vicino a voi”



Roma, 25 febbraio 2007

Festa dei Santi Martiri Luigi Versiglia e Callisto Caravario


Carissimi Confratelli,


dopo la lettera di presentazione della Regione Asia Sud, ho il piacere di parlarvi ora della Regione Asia Est - Oceania. Più che in altre parti del mondo, qui i cristiani, in genere, e i religiosi, in particolare, sono chiamati ad essere “sale della terra” e “luce del mondo”. Davanti a popoli con tradizioni religiose antichissime e venerabili, che permeano in larga misura la loro cultura, è naturale che il Cristianesimo sia visto come una religione occidentale e dunque straniera ed estranea. Perciò i seguaci di Gesù devono dar prova che il Cristianesimo, oltre a saper convivere con altre forme religiose fortemente radicate in quei popoli, è una religione che si può inculturare in tutte le culture del mondo, senza però identificarsi con nessuna di esse, poiché tutte devono essere purificate ed elevate da Cristo. C’è bisogno sì di un qualificato ed impegnativo sforzo di inculturazione, ma questo richiede anzitutto dal cristiano una chiara identità. Nel discorso della montagna Gesù ci dice che l’essere discepolo è questione d’essere, non di fare. E questo è in ogni caso espressione di quanto si è “sale” e “luce”, vale a dire autentici discepoli di Gesù, il quale non esita a dire quale sarebbe la sorte dei suoi seguaci qualora perdessero la loro identità, la stessa del sale che ha perso il sapore: «A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini».

La nostra vita deve spiccare per l’altissima qualità spirituale e per l’agire permeato di carità, in modo che entrambi gli aspetti, esperienza di Dio e missione, ci rendano una presenza trasfigurante di Cristo, che dia luce a tutti quelli che sono nella casa. Ecco qual è l’auspicio di Cristo, che faccio mio: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,16). Parlando della vita cristiana come annuncio, Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Ecclesia in Asia scrive: «Tale annuncio è una missione che ha bisogno di uomini e donne santi, che faranno conoscere ed amare il Salvatore attraverso la loro vita. Un fuoco non può essere acceso che mediante qualcosa che sia esso stesso infiammato» (n. 23). Per noi, Salesiani, queste immagini del sale e del fuoco trovano il loro equivalente nella passione spirituale ed apostolica del Da mihi animas, che ogni confratello è chiamato a risvegliare nel suo cuore.

In quest’area del mondo, della Chiesa e della Congregazione non ci sarebbe contraddizione più grande di una presenza cristiana religiosa salesiana secolarizzata, senza una chiara e trainante esperienza di Dio, una presenza imborghesita, senza un impegno solidale per i più poveri, che sia segno efficace del Regno.

La Regione Asia Est - Oceania, che comprende 20 paesi, anche se è stata l’ultima ad essere costituita nel passato Capitolo Generale, ha recentemente celebrato il centenario dell’arrivo dei primi missionari. Questi sono approdati a Macao, in Cina, il 13 febbraio 1906 per fondare quella che è la prima e più antica presenza – praticamente ininterrotta – di tutta la Regione. A ragione essa può essere considerata la ‘culla’ delle opere salesiane nell’Asia Est. L’opera salesiana nella Regione è un albero ormai secolare, che non manca di vitalità e di promesse per il futuro. Conta, infatti, un numero non indifferente di nuove presenze, anche recenti. Naturalmente, essendo la Regione tanto diversificata nella sua composizione, comprende aree in cui la Congregazione cresce con vigore e fecondità, ed altre alle quali la Congregazione guarda con interesse e speranza. Si tratta di una realtà complessa e dinamica, tanto che negli ultimi 40 anni le Ispettorie e Visitatorie che la compongono sono successivamente appartenute a quattro diverse circoscrizioni regionali. La scelta del GC25 di creare una Regione a sé stante sembra rispondere meglio alla realtà e ai bisogni delle Ispettorie, e della Visitatoria e Delegazione che ne formano parte.

La Regione si estende alle seguenti Nazioni: Australia, Cambogia, Cina (Hong Kong e Macao), Isole Fiji, Filippine, Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Laos, Mongolia, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, Samoa, Taiwan, Tailandia, Timor Est, Vietnam.

Essa comprende le seguenti Circoscrizioni: le Ispettorie della Cina, Australia, Giappone, Tailandia, Filippine Nord, Filippine Sud, Vietnam, Corea, la Visitatoria di Indonesia - Timor Est, ed infine la Delegazione di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone.

Nei primi cinque anni di esistenza di questa nuova Regione si sono visti molti vantaggi nel poter accompagnare più da vicino le singole circoscrizioni e coordinarne l’insieme. La Visita d’insieme del 2005, svoltasi a Hua Hin (Tailandia), ha rafforzato il senso di Regione, di cui si veniva discutendo e che si stava sperimentando in diversi settori (Ispettori, Dicasteri, attività) da almeno 18 anni1. Tuttavia a Hua Hin si sono raggiunti un vero senso di Regione, una crescita di collaborazione e una chiara volontà di coordinamento, espressi nel Documento “Vision - Mission”.

Guardando la situazione nelle diverse realtà dell’Asia Est - Oceania, dove il Cristianesimo rappresenta un’autentica minoranza, ci si accorge subito di come i Salesiani siano chiamati ad essere ‘sale’ e ‘luce’, dell’esigenza che hanno di vivere la vita consacrata come missionari inter gentes’, e del loro compito di fare da ‘missionari dei giovani’. La Chiesa Cattolica, ed in essa la Vita consacrata e la Congregazione Salesiana, vive immersa nell’oceano di diversi popoli, di antiche religioni e di culture dalle radici religiose profonde ma non cristiane.

Questo rende più pressante l’impegno dell’inculturazione, per radicare la vita salesiana nei vari contesti e renderla rilevante e feconda, curando l’identità cristiana e carismatica e avendo attenzione alle diversità culturali. Nel contempo, l’essere minoranza tra le popolazioni richiede da noi in questa Regione un impegno deciso per sviluppare la dimensione missionaria della vocazione salesiana, far crescere la missionarietà dei confratelli e delle comunità e dare priorità all’evangelizzazione. Si tratta di un impegno a lunga scadenza, che esige nel salesiano capacità non innata al dialogo con le culture e religioni locali.2



1.Una breve presentazione globale della Regione



L’area geografica della Regione è molto estesa. Il tratto più evidente è la varietà dei contesti e delle situazioni in cui i nostri confratelli vivono la loro vita religiosa e svolgono la missione salesiana. Non è facile descrivere in breve una realtà socio-politico-religiosa tanto variegata. Con alcune pennellate tento di rendervela vicina.


La realtà sociale


Tra le Nazioni comprese dalla Regione ne troviamo alcune uscite solo nel recente passato da situazioni di guerra, di lotta per la propria autonomia, talvolta da guerre ideologiche, civili, con genocidi orrendi. Si può dire che la Regione è ora pacifica e si dedica con energia al proprio sviluppo economico, sociale e civile, anche se non mancano tensioni e lotte di matrice razziale, religiosa o politica (Timor Est, Aceh, Isole Fiji, Isole Salomone, il sud della Tailandia e Filippine)

L’area dell’Asia Est - Oceania comprende quasi un terzo della popolazione mondiale e vi si parla un terzo delle lingue di tutto il mondo. Il 60% della popolazione è sotto i 21 anni d’età. La sola Cina, col suo miliardo e trecento milioni di abitanti, ha un peso specifico demografico, economico e politico superiore non solo a quello di altre nazioni, ma di interi continenti. La sua apertura all’economia di mercato, a partire dal 1979, e la sua recente entrata nell’ambito della politica internazionale ne fanno un soggetto che naturalmente influisce e influirà sempre di più sul divenire della vita sociale, economica e politica nel mondo intero. La Regione in quanto tale è fortemente coinvolta – se non addirittura all’avanguardia – in mutamenti vasti, rapidi e profondi, i quali stanno creando realtà contrastanti di luci e di ombre: vita e morte, povertà e ricchezza, progressi e regressi sociali, conquiste e sconfitte. Di fatto si tratta di una Regione composta da due continenti, da culture e religioni diverse.

Nella Regione vive quasi il 40% dei non cristiani del mondo. I Cattolici sono solo 100 milioni, formando una diaspora corrispondente al 5% della popolazione. Si constata da una parte un risveglio religioso e, dall’altra, la crescente subordinazione dei valori religiosi allo sviluppo economico, soprattutto nelle grandi città. È giusto – ci si chiede – parlare di “secolarizzazione” nella società asiatica, un processo sviluppatosi essenzialmente nell’ambito culturale cristiano-occidentale? Secondo la riflessione fatta nei nostri incontri di Animazione Missionaria in Asia non si può dire che esista secolarizzazione, ma è più giusto parlare di “subordinazione o asservimento dei valori religiosi allo sviluppo economico”. Si potrebbe parlare di ateismo pratico con una infarinatura di religiosità sociale.

Sono presenti sacche più o meno ampie di fondamentalismo, come reazione agli enormi cambi sociali e culturali, che la gente non sa affrontare. La crisi economica nel Est Asiatico da poco superata (1997-1998) ha sollevato molte questioni circa il modello economico che stava dietro al cosiddetto ‘miracolo asiatico’, la sua correlazione con i valori culturali, gli scompensi e le inadeguatezze, il crescente degrado ambientale, le disparità sociali e lo sfruttamento della manodopera, il fabbisogno crescente di energia e di materie prime, tensioni e falle messe a nudo dal terribile tsunami del 2004 e dagli attentati di Bali del 2002-2004.

Nella zona coesistono svariate forme di governo, affermate o in evoluzione: accanto a democrazie vecchie e nuove (Giappone, Filippine, Taiwan, Australia) troviamo sistemi socialisti, monarchie tradizionali (Tailandia, Cambogia, Giappone) e dittature militari. In particolare Cina e Vietnam, con Corea del Nord e Laos, rappresentano l’ultimo grande blocco di ideologia e totalitarismo di matrice marxista. Tutti si trovano ad affrontare fenomeni comuni, già menzionati e tendenti ad estendersi: il gap tra i ricchi e poveri, la fuga dalle campagne e l’urbanizzazione, con la conseguente dislocazione culturale, un’industrializzazione poco attenta all’ambiente ed una crescente ingiustizia sociale, che rischia di sovvertire antichi equilibri. La coscienza politica democratica cresce e inevitabilmente, anche se marginalmente, interessa persino i paesi a regime comunista.


Il contesto culturale


Fondamentalmente si distinguono quattro sistemi di valori culturali.

Il primo e più saldo è il sistema Est-Asiatico, con radici confuciane e/o buddiste, la cui influenza si estende a gran parte della Regione. Questo sistema fa leva sui valori familiari e comunitari: è data la priorità ai doveri dell’individuo verso la famiglia, gli anziani o il clan, e, al polo opposto, verso i governanti. Lo studio e il lavoro diligente sono considerati importanti.

Il sistema Islamico di tipo asiatico è in genere più moderato e tollerante dell’Islam della zona araba, ed è mescolato con diversi valori dell’animismo popolare. Troviamo anche un ambiente misto nelle Filippine, dove la cultura della maggioranza Malay è segnata da una lunga colonizzazione spagnola.

Il sistema Pacifico della Melanesia e Polinesia è centrato sull’animismo, nucleo familiare - tribale, e sulla condivisione dei beni.

Ultimo è il sistema occidentale razionalista e libertario, che sta emergendo nella Regione e porta in sé le radici della visione cristiana e della reazione razionalista a questa. Come nota l’Esortazione Apostolica Ecclesia in Oceania (cfr. n. 6), questo sistema presente e tipico dell’Australia è focalizzato sulla felicità, sul successo, con un crescente individualismo e forte secolarizzazione.

Mentre constatiamo la presenza di questi diversi sistemi di valori e contesti culturali, vediamo, allo stesso tempo, che la forte migrazione locale e internazionale favorisce anche le mescolanze di queste radici e matrici culturali e religiose.



La presenza della Chiesa Cattolica


La maggioranza dei Cattolici dell’Asia Est è concentrata nelle Filippine, paese con alta percentuale cattolica (81% degli 84 milioni di abitanti), anche se non privo di tensioni. Altri due paesi con una percentuale notevole di Cattolici sono Timor Est (90%) e la Corea del Sud (11%), che insieme hanno il 30% di Cattolici. Per il resto, il cattolicesimo nella Regione vive la realtà della diaspora, con percentuali che vanno dal minimo di 0,4% (Tailandia, Cina, Giappone) al 6 % (Vietnam) della popolazione.

È una Chiesa giovane, con una vitalità e un coraggio a volte straordinari, come nella Corea del Sud e nel Vietnam. Anche se in alcuni posti la Chiesa è considerata ancora come una religione occidentale, straniera, di solito è vista in modo molto positivo. Nonostante che in molte parti della Regione l’evangelizzazione sia relativamente recente, essa ha messo radici profonde, anche grazie ai numerosissimi martiri degli ultimi tre secoli, molti dei quali già canonizzati o almeno beatificati (120 della Cina, tra i quali i nostri San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario, 117 del Vietnam, 103 della Corea, 247 del Giappone, 8 della Tailandia, 2 delle Filippine, 1 di Papua Nuova Guinea).

Seguendo il cammino della Federazione delle Conferenze dei Vescovi dell’Asia (FABC) negli ultimi trent’anni, si apprezza l’impegno di approfondimento degli orientamenti per l’evangelizzazione integrale nell’ambiente asiatico. Uno dei principali valori di queste culture – l’armonia – suggerisce come via imprescindibile della missione un quadruplice dialogo (dialogo di vita – d’azione – dello scambio teologico e della condivisione di esperienze religiose), attraverso il quale il Vangelo va condiviso e comunicato ai concittadini delle antiche religioni non cristiane. Un evento storico è stato il 1° Congresso Missionario Asiatico organizzato dalla Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (FABC) a Chiang Mai (Tailandia) nell’Ottobre 2006, con il tema “Raccontare la storia di Gesù in Asia”. La narrazione dell’esperienza con Gesù come la strada migliore per proclamare il Vangelo nei paesi asiatici era stata suggerita da Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Ecclesia in Asia (n. 20).

Nei paesi dell’Oceania i Cattolici ammontano ad un quarto della popolazione, ma vivono due situazioni completamente diverse. Da un lato l’Australia (27% di cattolici), un paese con una “hard culture”, caratterizzato da una non indifferente presenza d’immigranti provenienti dall’Italia e in generale dall’Europa, dopo la seconda guerra mondiale, e poi dal Vietnam, dopo la guerra del Vietnam, dove si deve lavorare sodo per evangelizzare; dall’altro lato le isole del Pacifico, area di recente evangelizzazione che ha bisogno di approfondire le radici e incontra difficoltà nella formazione di solide vocazioni locali, sia al sacerdozio che alla vita consacrata.

In tutta quest’area la Chiesa si trova davanti alla sfida di fomentare una vera spiritualità missionaria integrale ed inculturata, per fare dei fedeli testimoni credibili in mezzo alle diverse religioni e culture. Solo così la Chiesa può superare la dicotomia tra la vita e la fede, tra una vita centrata sui sacramenti e la preghiera e una vita impegnata nel sociale, tra una vita cristiana chiusa in se stessa e una vita aperta al dialogo con i non cristiani. I nuovi convertiti dalle religioni animiste, politeiste dell’Oceania, oppure dal Buddismo o dal Confucianesimo dell’Asia Est hanno abbracciato il Vangelo a volte con entusiasmo e profondità, a volte solo superficialmente. C’è ancora un lungo cammino da fare per l’attecchimento della fede cattolica nel suolo delle antiche culture.


Per la maggioranza delle Chiese dell’Asia Est il tempo presente sembra una primavera, con tutte le sue promesse: fondazione di nuove Chiese locali (ad esempio in Mongolia, con 450 Cattolici locali dopo i primi 15 anni di missione), nascita di nuovi Istituti missionari locali (Corea, Filippine, Tailandia, Indonesia), freschezza nell’annunciare il Vangelo, nonostante la situazione della diaspora, fecondità vocazionale (Vietnam, Corea del Sud). All’interno di questa Chiesa dell’Asia Est siamo testimoni di una crescita impressionante. Negli ultimi 15 anni il numero dei sacerdoti religiosi è cresciuto di quattro volte, il numero dei religiosi fratelli del 40%, quello delle suore del 30%. Centinaia di missionari “ad gentes” e “ad vitam” sono partiti dalle Chiese locali.

Nella parte pacifica della Regione troviamo molte Congregazioni religiose ancora alla ricerca delle espressioni della vita consacrata nelle culture locali, condivise sia dai missionari sia dai membri indigeni. Nell’Australia invece l’impegno dei consacrati ruota attorno alla pastorale vocazionale, alla formazione dei laici collaboratori secondo i vari Carismi delle Congregazioni.

A mio avviso ci sono quattro principali sfide per la Vita Consacrata nella Regione:

la mistica: in una Regione in genere profondamente religiosa è assolutamente indispensabile garantire nei consacrati una forte esperienza personale di Dio;

la profezia: le comunità religiose sono chiamate ad avere il coraggio di incarnare il Vangelo come un modello di vita alternativo;

l’inculturazione della Vita Consacrata, che faccia sì che i religiosi non si sentano stranieri nella propria terra, non siano come degli estranei agli occhi dei loro concittadini;

il servizio a favore dei più poveri, emarginati per motivi economici, sessuali, razziali o religiosi.



2.Come è arrivato Don Bosco ed è cresciuto il suo Carisma


1 La chiamata missionaria di Don Bosco nasce in Asia

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2 La Famiglia Salesiana

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